Omelia funerale Fulvio - Fulvio · PDF file- la vita è bella, è questo Fulvio ve...

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10.03.2003 FULVIO Abbiamo ascoltato la Parola di Dio, per chi è credente fonte di consolazione e di luce. S. Paolo scrive che conserviamo il tesoro della fede e della speranza in vasi d'argilla, fragili, delicati. E anch'io che nella comunità ho il compito di mostrare questo tesoro sento in modo acuto la fragilità di questo vaso d'argilla che sembra incrinarsi e che debba rompersi da un momento all'altro. Mi pare che la prima lettura ci aiuti ad esprimere proprio il senso di sgomento: S. Paolo parla di gemiti. E' il gemito del dolore per una perdita improvvisa, è il gemito dei nostri "perché" : perché a 23 anni, perché così, in maniera inspiegabile, perché adesso, perché proprio lui? E' il gemito di chi non riesce a rispondere, di chi non coglie il nesso, il senso. E' il gemito di chi si trova al buio, di chi ha paura : ma ha un senso la vita o è tutto un gioco assurdo, un capriccio, è tutto lasciato al caso? Ma c'è anche il gemito che è invocazione, S.Paolo lo chiama gemito dello Spirito, che è preghiera, certo inarticolata, che non trova le parole adatte, ma che dice che c'è un senso, che c'è un'armonia, che ora non riusciamo ancora a vedere :"quanto profondi per me i tuoi pensieri" abbiamo ascoltato nel Salmo. Pensieri difficili, ardui ma che ci portano a dire "la tenebra davanti a te non è buia, tutto è luce, anche la notte" : noi ora sperimentiamo soprattutto il buio, la notte, ma nel gemito speriamo la luce. La luce di quel Dio che ti ha conosciuto da sempre, che ti ha conosciuto fino in fondo(lui solo, noi non ci riusciamo mai), che ti ha intessuto, ricamato; quel Dio che ti ha amato, perché per lui eri prezioso! Ma qui possiamo parlare al presente: quel Dio che ti ama, che ora più che mai "ti circonda, alle spalle e di fronte, (ti abbraccia) e pone su di te la sua mano". E poi il brano del Vangelo : "Non sia turbato il vostro cuore. Vado a prepararvi un posto,… perché siate anche voi dove sono io" . Abbiamo bisogno di un posto, di una dimora, di una casa. La casa è dove ci si sente a proprio agio, dove ci si sente capiti, realizzati… Tu sognavi una tua casa, con Elisa, con l'entusiasmo e con l'ingenuità dei tuoi vent'anni. Perdi una casa qui, ma per ritrovarne un'altra. Noi confidiamo che è proprio la casa che abbiamo sempre sognato, la casa in cui tutti ci troveremo a nostro agio, pienamente realizzati. E ancora una parola ai giovani, che si sono stretti in modo così affettuoso attorno a Fulvio. Sono solo due aggettivi: - la vita è bella, è questo Fulvio ve l'ha detto col suo sorriso, col suo modo di affrontare le cose senza calcolo: da tanti ho sentito dire "Fulvio era un buono!". Cogliamo da lui questa parola, di cordialità, di amicizia, di condivisione, di pace. - La vita è preziosa, va valorizzata al massimo. Di fronte alla morte di un giovane mi assilla questo pensiero: scriviamo subito in bella, non posso far prima la brutta copia e poi stracciare il foglio, scriviamo subito in bella, ogni momento della nostra vita è importante, è definitivo : la vita è preziosa! E continuiamo l'Eucaristia : significa ringraziamento. Non è facile oggi ringraziare. Vogliamo ringraziare di quel dono che è stato Fulvio. Durante le esequie ci sarà un rito un po' strano. La salma di Fulvio, il suo corpo, morto, verrà incensato, come segno di rispetto, di venerazione. E' stato un dono. E insieme è un seme, di una realtà nuova, che solo in Dio si può dare e solo in Lui si capisce. Vogliamo ringraziare anche perché è proprio alla luce della morte di Cristo e della sua resurrezione che il buio si squarcia e apre alla speranza.

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10.03.2003

FULVIO • Abbiamo ascoltato la Parola di Dio, per chi è credente fonte di consolazione e di luce. S. Paolo

scrive che conserviamo il tesoro della fede e della speranza in vasi d'argilla, fragili, delicati. E anch'io che nella comunità ho il compito di mostrare questo tesoro sento in modo acuto la fragilità di questo vaso d'argilla che sembra incrinarsi e che debba rompersi da un momento all'altro.

• Mi pare che la prima lettura ci aiuti ad esprimere proprio il senso di sgomento: S. Paolo parla di gemiti. E' il gemito del dolore per una perdita improvvisa, è il gemito dei nostri "perché" : perché a 23 anni, perché così, in maniera inspiegabile, perché adesso, perché proprio lui? E' il gemito di chi non riesce a rispondere, di chi non coglie il nesso, il senso. E' il gemito di chi si trova al buio, di chi ha paura : ma ha un senso la vita o è tutto un gioco assurdo, un capriccio, è tutto lasciato al caso?

• Ma c'è anche il gemito che è invocazione, S.Paolo lo chiama gemito dello Spirito, che è preghiera, certo inarticolata, che non trova le parole adatte, ma che dice che c'è un senso, che c'è un'armonia, che ora non riusciamo ancora a vedere :"quanto profondi per me i tuoi pensieri" abbiamo ascoltato nel Salmo. Pensieri difficili, ardui ma che ci portano a dire "la tenebra davanti a te non è buia, tutto è luce, anche la notte" :noi ora sperimentiamo soprattutto il buio, la notte, ma nel gemito speriamo la luce.

• La luce di quel Dio che ti ha conosciuto da sempre, che ti ha conosciuto fino in fondo(lui solo, noi non ci riusciamo mai), che ti ha intessuto, ricamato; quel Dio che ti ha amato, perché per lui eri prezioso! Ma qui possiamo parlare al presente: quel Dio che ti ama, che ora più che mai "ti circonda, alle spalle e di fronte, (ti abbraccia) e pone su di te la sua mano".

• E poi il brano del Vangelo : "Non sia turbato il vostro cuore. Vado a prepararvi un posto,… perché siate anche voi dove sono io". Abbiamo bisogno di un posto, di una dimora, di una casa. La casa è dove ci si sente a proprio agio, dove ci si sente capiti, realizzati… Tu sognavi una tua casa, con Elisa, con l'entusiasmo e con l'ingenuità dei tuoi vent'anni. Perdi una casa qui, ma per ritrovarne un'altra. Noi confidiamo che è proprio la casa che abbiamo sempre sognato, la casa in cui tutti ci troveremo a nostro agio, pienamente realizzati.

• E ancora una parola ai giovani, che si sono stretti in modo così affettuoso attorno a Fulvio. Sono solo due aggettivi: - la vita è bella, è questo Fulvio ve l'ha detto col suo sorriso, col suo modo di affrontare le

cose senza calcolo: da tanti ho sentito dire "Fulvio era un buono!". Cogliamo da lui questa parola, di cordialità, di amicizia, di condivisione, di pace.

- La vita è preziosa, va valorizzata al massimo. Di fronte alla morte di un giovane mi assilla questo pensiero: scriviamo subito in bella, non posso far prima la brutta copia e poi stracciare il foglio, scriviamo subito in bella, ogni momento della nostra vita è importante, è definitivo : la vita è preziosa!

• E continuiamo l'Eucaristia : significa ringraziamento. Non è facile oggi ringraziare. Vogliamo ringraziare di quel dono che è stato Fulvio. Durante le esequie ci sarà un rito un po' strano. La salma di Fulvio, il suo corpo, morto, verrà incensato, come segno di rispetto, di venerazione. E' stato un dono. E insieme è un seme, di una realtà nuova, che solo in Dio si può dare e solo in Lui si capisce. Vogliamo ringraziare anche perché è proprio alla luce della morte di Cristo e della sua resurrezione che il buio si squarcia e apre alla speranza.