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ualche settimana fa il bullismo era in prima pa- gina sui giornali e alla TV e io stavo iniziando il mio articolo di fondo, quasi come un vero giornalista, tentando di in- quadrare un fenomeno che solo in apparenza è semplice e di imme- diata soluzione. Infatti il bullismo, che peraltro non vedo così diffuso fra i ragazzi e giovani che incontro tutti i giorni, se da un lato esprime, come altre manifestazioni del mondo giovanile, il loro disagio, dall’altro non fa altro che adottare modelli di prepotenza presentati come vincenti dal mondo degli a- dulti e dai mass media. Ma, per fortuna, qualcuno ha bus- sato alla porta dell’ufficio: un grup- po di ragazzi della 1ª A (vedi noti- zia più avanti) venuti a portarmi u- na bella sommetta di euro per il nostro Progetto Angola raccolta in occasione del compleanno di una loro compagna. Ho capito che do- vevo rimettere in secondo piano il bullismo e occuparmi di cose più importanti: non voglio dire che non sia importante preoccuparsi del fatto che tutti si trovino bene, a scuola e fuori, e che le relazioni fra le persone siano serene e positive. Dico che, se vogliamo ottenere dei risultati stabili anche su aspetti ne- gativi, dobbiamo lavorare, costrui- re in positivo, senza tuttavia rinun- ciare a vigilare, a rimproverare e punire, se del caso, ma non imme- diatamente e a ogni costo. Quello di cui i ragazzi hanno bisogno, ma forse ne abbiamo bisogno noi tutti di qualsiasi età, è soprattutto la te- stimonianza di vita, magari infor- male e involontaria, ossia il gesto concreto, umile o semplice, ma ca- rico di significato, e questo non so- lo a scuola e da parte di ragazzi, ma in ogni contesto e da parte di adulti. Una scuola di valori, insom- ma, di tutti e per tutti. Del resto anche la motivazione al- lo studio ha bisogno di valori for- ti: oggi non basta più il miraggio della carriera o del successo in u- na professione molto lontana dal- l’orizzonte dei ragazzi. Credo che sia più efficace far capire loro che quanto stanno facendo, a scuola e fuori scuola, torna utile a loro stes- si nella misura in cui serve agli al- tri, alla comunità e che nessuno può salvarsi o crescere da solo. Devono sentire che si stanno im- pegnando in qualcosa di impor- tante in cui ognuno può e deve fa- re la sua parte, perché il mondo, l’umanità, ha bisogno di tutti e può dare a tutti la giusta dose di feli- cità, più vera e più duratura se co- struita mattone su mattone, con o- stinazione e onestà. Giovanni Viviani n. 15 dicembre 2006 istituto comprensivo “bartolomeo lorenzi” - fumane bollettino di informazione ad uso interno Q Il progetto legalità e il progetto Comenius Motivare i ragazzi e documentare i processi formativi Educazione all’Europa Regali sotto l’albero Voci dalle scuole SOMMARIO Oltre il bullismo

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ualche settimana fa ilbullismo era in prima pa-gina sui giornali e allaTV e io stavo iniziando il

mio articolo di fondo, quasi comeun vero giornalista, tentando di in-quadrare un fenomeno che solo inapparenza è semplice e di imme-diata soluzione. Infatti il bullismo,che peraltro non vedo così diffusofra i ragazzi e giovani che incontrotutti i giorni, se da un lato esprime,come altre manifestazioni delmondo giovanile, il loro disagio,dall’altro non fa altro che adottaremodelli di prepotenza presentaticome vincenti dal mondo degli a-dulti e dai mass media.

Ma, per fortuna, qualcuno ha bus-sato alla porta dell’ufficio: un grup-po di ragazzi della 1ª A (vedi noti-zia più avanti) venuti a portarmi u-na bella sommetta di euro per ilnostro Progetto Angola raccolta inoccasione del compleanno di unaloro compagna. Ho capito che do-vevo rimettere in secondo piano ilbullismo e occuparmi di cose piùimportanti: non voglio dire chenon sia importante preoccuparsidel fatto che tutti si trovino bene, ascuola e fuori, e che le relazioni frale persone siano serene e positive.Dico che, se vogliamo ottenere deirisultati stabili anche su aspetti ne-gativi, dobbiamo lavorare, costrui-

re in positivo, senza tuttavia rinun-ciare a vigilare, a rimproverare epunire, se del caso, ma non imme-diatamente e a ogni costo. Quellodi cui i ragazzi hanno bisogno, maforse ne abbiamo bisogno noi tuttidi qualsiasi età, è soprattutto la te-stimonianza di vita, magari infor-male e involontaria, ossia il gestoconcreto, umile o semplice, ma ca-rico di significato, e questo non so-lo a scuola e da parte di ragazzi,ma in ogni contesto e da parte diadulti. Una scuola di valori, insom-ma, di tutti e per tutti.Del resto anche la motivazione al-lo studio ha bisogno di valori for-ti: oggi non basta più il miraggiodella carriera o del successo in u-na professione molto lontana dal-l’orizzonte dei ragazzi. Credo chesia più efficace far capire loro chequanto stanno facendo, a scuola efuori scuola, torna utile a loro stes-si nella misura in cui serve agli al-tri, alla comunità e che nessunopuò salvarsi o crescere da solo.Devono sentire che si stanno im-pegnando in qualcosa di impor-tante in cui ognuno può e deve fa-re la sua parte, perché il mondo,l’umanità, ha bisogno di tutti e puòdare a tutti la giusta dose di feli-cità, più vera e più duratura se co-struita mattone su mattone, con o-stinazione e onestà.

Giovanni Viviani

n. 15

dicembre 2006

istituto comprensivo “bartolomeo lorenzi” - fumane

bollettino di informazione ad uso interno

Q

Il progetto legalità e il progetto Comenius

Motivare i ragazzi e documentare i processi formativi

Educazione all’Europa

Regali sotto l’albero

Voci dalle scuole

SOMMARIO

Oltre il bullismo

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’educazione alla cittadinan-za europea responsabile èuna finalità importante di

molti progetti educativi e didatticidel nostro Istituto Comprensivo.Pensiamo sia fondamentale favo-rire l’interiorizzazione di un con-cetto così astratto come “cittadi-nanza” attraverso esperienze di-dattiche e culturali che permetta-no ai nostri studenti di approfon-dire concretamente e di far pro-prio il concetto di appartenenzaad una comune cittadinanza eu-ropea. Crediamo molto negli obiettiviche ci siamo prefissati:- rafforzare la dimensione euro-pea dell’istruzione;- incoraggiare i contatti tra stu-denti dell’Unione Europea per farmaturare in loro il senso dell’ap-partenenza ad un unico, ampiocontesto culturale e umano nelquale le diversità e le specificità

dei diversi ambienti territoriali di-ventino fonte di arricchimento edi stimolo reciproco; - migliorare l’uso della lingue stra-niere come “lingue veicolo” tragiovani di differenti nazioni;- promuovere, per i giovani delnostro territorio, una maggior a-pertura culturale e più proficuicollegamenti nella prospettiva dieducarli alla consapevolezza del-l’importanza delle loro radici cul-turali e del loro sentirsi “cittadinid’Europa e del mondo”.Abbiamo cercato di “sentirci inEuropa” promuovendo la cono-scenza delle diverse lingue (inparticolare inglese e francese) co-me lingue della comunicazione inun contesto fatto dall’incontrocon altri giovani europei e dallacondivisione di attività didatticheche permettano di scoprire somi-glianze e differenze con le altreculture europee. Il percorso intra-

preso si muove nell’ottica di co-struire una cultura fatta di cono-scenze specifiche e di solida for-mazione umana; il nostro obietti-vo ambizioso è quello di formarepersone che un domani sappianoimpiegare le loro conoscenze permettersi in relazione positiva congli altri e con il mondo, che sap-piano unire competenze specifi-che ad un significativo bagagliodi valori e sensibilità umana. Questo è l’orizzonte di senso nelquale si sviluppano diverse espe-rienze didattiche presenti da tem-po ed in particolare in questo an-no scolastico, nella nostra scuola:la conversazione in lingua inglesenelle classi prime e in lingua fran-cese nelle classi seconde, i con-tatti con studenti di scuole italianeed europee, gli scambi scolastici,l’approfondimento dell’educazio-ne civica come educazione allacittadinanza responsabile, alla le-galità, alla conoscenza delle istitu-zioni europee.In febbraio alcuni nostri studenti

incontreranno i giovani dellascuola media “Maresca” di Locri(Calabria) nell’ambito di unoscambio scolastico finalizzato allariscoperta del significato della le-galità nella nostra società.

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I nostri giovani e l’EuropaScambi scolastici, per incontrare altri giovani, perscoprire la ricchezza delle diverse culture, per co-struire una cultura europea

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Nella prima settimana di marzosarà organizzata l’“Internationalweek” (settimana di scambi scola-stici e incontri internazionali), du-rante la quale saranno ospitati aFumane circa 40 studenti europeiprovenienti da Polonia e Dani-marca che lavoreranno con i no-stri studenti su progetti legati al-l’educazione europea. Nello stes-so periodo otto insegnanti prove-nienti da diversi paesi europei siincontreranno per pianificare in-sieme un progetto internazionalenell’ambito del nuovo piano eu-ropeo dell’istruzione “Socrates”, ilcui tema guida sarà, per i prossi-mi due anni, “learning in life”. Alcuni studenti andranno in diret-ta avanscoperta delle sedi istitu-zionali dell’Unione Europea aBruxelles. Alcuni ragazzi completeranno illoro percorso triennale con unoscambio scolastico in Danimarca

e forse in Polonia, scambi scola-stici ormai divenuti storici per ilnostro Istituto.La nostra collaborazione didatti-

ca con la Polonia è arricchita,quest’anno, dall’attività di Joannauna assistente linguistica (lau-reanda in lingua francese) asse-gnataci per otto mesi, su nostra ri-chiesta, dall’Unione Europea; l’as-sistente, proveniente dalla Polo-nia, sta lavorando nel nostro Isti-tuto comprensivo per promuove-re una miglior conoscenza dellalingua francese e favorire unaconnessione interculturale dei no-stri progetti europei.I progetti di scambio scolasticosono stati proposti a tutte le clas-si terze della scuola media di Fu-mane ma alcuni insegnanti hannoritenuto più adeguato proporreper le loro classi esperienze diviaggio valide ma rientranti in unambito progettuale con motiva-

zioni e obiettivi diversi. Altri ragazzi stanno lavorando in-sieme a studenti della scuola me-dia di Tratalias in Sardegna chesaranno nostri graditi ospiti du-rante la grande manifestazionedella “Primavera del libro”. L’offerta è ricca, ma importante èche tutte queste esperienze fatteattraverso l’incontro diretto e per-sonale con altre realtà e soprattut-to con altri giovani siano interpre-tate non tanto come un elenco dimolti viaggi in Italia e all’esteroma come espressione di un lungopercorso di formazione educativae didattica fatta di conoscenze, dicompetenze cognitive specifichee abilità relazionali, tutte stretta-mente collegate tra loro nella fi-nalità di formare l’uomo e il citta-dino.Stiamo tentando insomma, nelnostro piccolo, di far interiorizza-re ai nostri ragazzi, attraverso l’i-struzione e i molteplici saperi le-gati alle diverse discipline scola-stiche, lo slogan che definisce larealtà dell’Unione Europea: “Unitinella diversità”.Nel prossimo numero di questaGazzetta chiederemo ai nostri stu-denti che hanno incontrato giova-ni e culture diverse in Italia ed inEuropa di dare espressione, inbase alle diverse esperienze fat-te,ai loro vissuti e alle loro opi-nioni su questo articolato proget-to. Un progetto ambizioso, comegià detto, tutto incentrato sull’in-contro: incontro fra giovani delNord del Centro e del Sud del-l’Europa perché siamo convintiche solo l’incontro vero e autenti-co con gli altri può portare a co-struire una cittadinanza e una cul-tura europea fondata sulla condi-visione di valori.

Alcuni insegnanti coinvolti inprogetti di Educazione alla citta-dinanza europea

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Ciao a tutti,mi chiamo Joanna e sono un’as-sistente linguistica per la linguafrancese nella scuola medie a Fu-mane. Vorrei presentarmi a voi epresentare anche il mio assisten-tato a Fumane.Sono una studentessa polacca eho 24 anni. Abito a sud della Po-lonia, vicino a Cracovia. Ho giàconcluso i miei studi di pedago-gia e dal 2004 mi sto specializ-zando per insegnare francese. In gennaio 2006 ho colto la pos-sibilità di approfondire la mia co-noscenza della lingua italiana, diconoscere un altro paese e di u-tilizzare le mie competenze peda-gogiche e linguistiche aderendoal programa europeo SocratesComenius.

Un mese dopo ho mandato lamia domanda a Varsavia. Horiempito molti fogli per presen-tarmi, per presentare il mio pro-getto di collaborazione con lascuola italiana ospitante. In giugno ho ricevuto la telefona-ta da Varsavia - “Joanna, vai in I-talia!”. Ero molto contenta perchél’Italia mi é sempra piaciuta. Hogià vissuto per lunghi periodi inFrancia e ho avuto la possibilitàdi conoscere la diversa cultura eusanze ma ho sempre voluto co-noscere anche l’Italia. Una moti-vazione molto importante per meera la lingua. Ho studiato la lingua italiana al-l’Università ma vivere in un pae-se dove l’italiano è la lingua ma-dre è un’altra cosa.

Un’altra forte motivazione era ilmio futuro, la mia carriera pro-fessionale. Partecipando ad unassistentato linguistico Comeniusposso acquisire molte esperienzeutili per la mia futura professionedi insegnante, posso collaborarecon insegnanti di altri paesi euro-pei conoscendo i diversi sistemiscolastici e finalità educative del-l’istruzione. Posso migliorare lamia capacità di insegnante, vi-vendo e lavorando all’estero. Al-lora!... Viva l’Italia!Sono venuta a Fumane in ottobre2006 e ho incontrato gente vera-mente accogliente e una scuolasimile a una grande famiglia. La-voro con gli studenti delle classiseconde e terze cercando, attra-verso la conversazione e varie at-tività didattiche, di favorire unbuon uso della lingua francese,lingua che amo molto. Adesso stiamo preparando il con-certo di Natale che vogliamo pre-sentare giovedi 21 dicembre.Vuole essere un’augurio in moltelingue europee. Desidererei aiu-tare questi studenti a perfeziona-re il loro uso della lingua france-se ma amerei anche molto far co-noscere loro la mia Polonia, lamia lingua (che veramente non èdifficile) e la mia cultura. Vorrei i-noltre conoscere gli altri sistemiscolastici per compararli con il si-stema educativo in Polonia.Fumane è un paese piccolo maveramente carino. Mi trovo moltobene qui. Amo molto il silenzio, ibei paessaggi e il bel tempo (ab-bastanza strano questo caldo indicembre! Nella mia bella Poloniain questi giorni c’è neve....)Otto mesi passerano velocemen-te ma io so già che questo paesi-no, questa gente e questa scuolami mancheranno molto...

Joanna

Progetto Comenius

Il mio assistentato linguistico a Fumane

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ntorno al tema della legalitàe della cittadinanza respon-sabile sta nascendo un per-

corso di scambio e di integrazionenuovo, che vede coinvolte realtàscolastiche diverse, lontane geo-graficamente, ma in sintonia suivalori e sugli ideali che sono alcentro della programmazione di-dattica e formativa. Il nostro istituto e la scuola mediadella cittadina della Locride pro-prio in questi mesi di inizio annoscolastico hanno compiuto i primipassi di un’esperienza che sembrapromettere interessanti sviluppi. L’iniziativa ha preso avvio nel cor-so degli ultimi incontri di pro-grammazione dell’anno scolasticoprecedente, a margine di un pro-getto elaborato in una commissio-ne impegnata nel definire obietti-vi e attività che potessero coinvol-gere le classi della scuola primariae secondaria: questionari rivolti a-gli alunni e percorsi didattici con

proposte pertinenti e mirate allediverse fasce di età. In questo progetto generale si èinserita l’idea di proporre un ge-mellaggio tra l’Istituto di Fumanee un Istituto di Locri, una cittadinacalabra che sui temi della legalitàe della convivenza responsabilemanifesta segni di profonda soffe-renza ma anche segnali luminosidi speranza e di voglia di riscatto. I primi contatti presi con l’Istituto“Sorace Maresca” hanno svelatoquanto interesse ci fosse per colti-vare questa proposta di legame edi scambio tra due terre, quellaveronese e quella della Locride,che hanno anche nella personadel vescovo di quella città, Mons.Bregantini, un ideale, oltre checoncreto ed umano, anello di con-giunzione. Così, accanto al progetto didatticoche si sta sviluppando all’internodelle diverse programmazioni diclasse, il collegio docenti ha deli-

berato il gemellaggio con Locri, in-dividuando nella classe 3A il grup-po che si impegna a realizzarloquest’anno, in attività che si svol-gono sia nelle ore curricolari delmattino sia nel laboratorio pomeri-diano del lunedì. Sarà un gemellaggio caratterizzatoda fasi di conoscenza per lettera,scambi di proposte didattiche e diriflessioni, presentazioni di luoghie di esperienze, visite scambio diinsegnanti ed alunni. L’iniziativa staavendo anche l’appoggio convintodel Comune di Marano, che a par-tire dalla persona del sindaco si èdimostrato sensibile alla tematica,manifestando il desiderio di soste-nerne direttamente il progetto. Ne sono dimostrazione i due in-contri già avuti con il dott. Ventu-rini, nel corso dei quali gli alunnidella classe 3A hanno seguito lasua lezione sulla risorsa primariadell’acqua e sui problemi che, perregolamentarne l’uso, devono es-sere affrontati e successivamentehanno apprezzato la sua disponi-bilità ad accompagnarli alla visitapresso il depuratore di S. Pietro inCariano.In questi giorni si stanno preci-sando alcuni dettagli organizzatividi un viaggio che porterà gli alun-ni della classe a visitare Locri e isuoi dintorni, con la guida degli a-lunni e degli insegnanti dell’Istitu-to “Sorace Maresca”. L’idea è di mettere alcuni pilastrinella costruzione di un ponte cheunisca le due realtà, che permettaloro di incontrarsi, di favorirne laconoscenza e, soprattutto, di testi-moniare vicinanza e solidarietà atutte quelle iniziative formativeche tengono vivi gli ideali più sa-ni di entrambe le comunità, impe-gnate a far crescere sempre di piùla cultura della legalità e della cit-tadinanza responsabile.

Gabriele Mazzi

Un ponte tra Fumane e Locri ... passando per Marano!

Progetto legalità

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uon Natale a tutti, non so-lo un bell’augurio nel suosignificato religioso, socia-

le, umano e psicologico ma an-che nella sua valenza filosofica,pedagogica e didattica. È un e-vento storico inizio di una nuovaera, un formidabile messaggiod’amore che supera tutte le bar-riere anche quelle etniche e cul-turali. Infatti non occorre esserepraticanti, o più o meno credentiin una confessione religiosa, percapire ed apprezzare la portataculturalmente universale di que-sto messaggio nella sua integralitàumana e profondità psicologica. E non crea certo problema farequeste affermazioni in un istitutostatale, laico per eccellenza, seper laicità si intende, come si do-vrebbe, apertura a tutte le propo-ste valoriali positive per lo svilup-po della cultura e della civiltà.Come professionisti, coltivatoridiretti di intelligenze, dobbiamoper quanto possibile coniugare lacomponente razionale dell’intelli-genza con la motivazione socio-affettiva, tenendo sempre presen-te che si apprende veramente inmaniera stabile creando compe-tenza e non solo conoscenza su-perficiale, solo ciò che si ama. Ilsemplice senso del dovere sup-portato magari da motivazioni e-strinseche, come per esempio ilvoto, non basta o non dura. Ogni percorso di apprendimentodovrebbe quindi essere centratosulla motivazione, sulle modalitàe i ritmi di apprendimento dell’al-lievo. I contenuti dovrebbero esserescoperti dalla motivazione delbambino, dalla sua curiosità, dalsuo naturale amore per il saperee gradualmente metabolizzati e

strutturati sempre meglio. L’inse-gnamento non può ridursi allatrasmissione di innumerevoli ri-sposte più o meno complesse da-te a domande mai nate (v. KarlPopper). Il rischio è di far perde-re gradualmente il desiderio diimparare e di costruirsi una cultu-ra ad un numero crescente di al-lievi in un sistema economico esociale basato sul denaro, sul be-nessere e sul consumismo facile.È necessario creare nei ragazzi unprotagonismo intellettuale ed af-fettivo sempre nuovo orientato aduna equilibrata scala di valori u-mani (ottimo antidoto per ogniforma di bullismo o demotivazio-ne scolastica).Per renderli protagonisti-costrut-tori della loro cultura è necessariopoter creare percorsi di scoperta-apprendimento personalizzati edoriginali valorizzando il loro vis-suto reale imprevedibile, che noncoincide con la sequenza precon-fezionata dei contenuti dei libri ditesto. Anche questo è un modo per

condividere ed amare concreta-mente la loro esperienza di vitaquotidiana. È bello educare apensare con amore in modo pro-blematico, critico, propositivo ecreativo e ad esprimere e comu-nicare con un lessico in costantesviluppo. È fondamentale, soprattutto nellearee ancora prevalentemente dia-lettofone, che i bambini, che par-lano in dialetto dappertutto fuoridella scuola, si abituino a parlaree a pensare con disinvoltura in i-taliano (e magari in English) conuna crescente proprietà e ricchez-za lessicale per i molto beneficieffetti che ha in tutte le disciplinema soprattutto nell’area matemati-ca e antropologica proprio per laspecificità del linguaggio. Per questo è importante animaree sviluppare conversazioni creati-ve ed ordinate chiedendo la pa-rola su alzata di mano, aspettan-do il proprio turno e parlando so-lo dopo l’okay dell’insegnante.In questa prospettiva coltivare l’a-more per la lettura, per capire,immaginare, elaborare, scegliere,in tutte le sue modalità tecniche ecomunicative è una splendida op-portunità per sviluppare il nostropiù prezioso potenziale: il pensie-ro-linguaggio-pensiero.A proposito di lettura a video, an-che le attesissime ore di tecnolo-gia informatica è essenziale cheabbiano a cuore i soggetti pen-santi, i bambini e poi il prodottoinformatico. Quindi: dialoga, leggi, clicca, na-viga e scoprimpara con gioia! p.s.: stavo dimenticando che an-che portare uno scooter elettricoin palestra, farlo provare ai bam-bini, imparare le varie componen-ti ed azioni tecniche in inglese, èvissuto con entusiasmo alle stelle,per tutti, anche per me!

Igino Torri

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Natale, Amore e Scuola...

Comitato di Redazione

Giovanni VivianiFlavia Ugolini

Progetto grafico

e impaginazione

Gigi Speri

Per inviare la vostra posta scrivete a:“La Gazzetta della Scuola”

presso la segreteria della Scuola Media di Fumane

B

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ià da alcuni anni il nostroistituto lavora per offrireuna scuola di qualità a

tutti noi: ragazzi, genitori ed inse-gnanti. Una scuola cioè in cui ognunopossa sentire accolte le sue do-mande e possa ritrovare una con-divisione nel processo di ricercadi soluzione ai problemi.Una scuola di qualità è per noi u-na scuola che cerca di migliorare,che non sente di essere arrivata,ma che ricerca strategie e metodiper essere sempre nuova. Qual-cuno potrebbe pensare che, datii numerosi premi di cui è benefi-

ciario il nostro istituto, ci si sentaa posto e confermati nell’esseremigliori. Non è così e se vi fossi-mo tentati dovremmo ricrederci.Ecco allora alcune riflessioni. È bene che continuiamo a parte-cipare e a concorrere a progetti ea concorsi, ma facciamolo con laprospettiva di rimotivare i nostrialunni e noi insegnanti ad un la-voro che nella comunicazione adaltri diventa più concreto e cura-to e perciò riceve una spinta in-novativa. E l’innovazione è costi-tuzionale ad una scuola di qua-lità. Innovazione sta per una di-mensione di novità, per ascolto e

dialogo con i reali bisogni forma-tivi per ricerca di risposte semprepiù efficaci.Parlare di innovazione, però,comporta almeno due conse-guenze di cui è necessario farsicarico.La prima è che quando ci si muo-ve su un nuovo terreno è neces-sario porsi in atteggiamento di ri-cerca e di riflessione, e ciò impli-ca la necessità puntuale della do-cumentazione, non solo come e-laborazione di prodotti didattici,ma anche e soprattutto sul per-corso attuato e sul processo di in-segnamento e apprendimentoL’innovazione, qualunque sia ilprogetto, implica comportamentiprofessionali che ci interpellanonella quotidianità del vivere lascuola. Ci viene richiesta una co-noscenza dei contenuti curricola-ri, una competenza pedagogicodidattica, ivi comprendendo lestrategie di insegnamento, ma an-che la riflessività e l’empatia, cioèsentire altruisticamente gli altri(studenti genitori e colleghi) nelloro iter affettivo e cognitivo, co-me componenti di noi stessi Chepoi, detto fra noi, è ciò che noiinsegnanti chiediamo ai nostri a-lunni. Soprattutto vorrei fermarmi sullariflessività intesa come capacitàdi rileggere criticamente la nostrapratica professionale, in un certosenso diventa il nostro tratto di-stintivo, cosa non facile, perchévuol dire anche mettere in di-scussione convinzioni consolida-te ed anche accorgerci che quel-lo in cui crediamo non semprecoincide con quello che effettiva-mente facciamo.E mentre ci mettiamo in discus-sione, miriamo in alto, perché siapre in noi la visione di un idea-le possibile.

Novella Franchini

A scuola mirando alto

Lunario de la Valpolesela anno 2007opera del "Laboratorio di Cultura Popolare"

dell’anno scolastico 2005/2006

L’argomento che abbiamo scelto di approfondire per il “Lunario2007” è la medicina popolare, cioè quell’insieme di cure e me-dicamenti di cui l’esperienza pratica aveva verificato una certaefficacia. A noi ora questi possono sembrare semplici palliativi,mescolati talvolta a superstizione, ma dobbiamo considerareche questi rimedi naturali sostituivano la medicina ufficiale co-stosa e che incuteva una certa soggezione; inoltre non devesfuggire il fatto che le preghiere, le litanie, le formule “magi-che” che accompagnavano certe pratiche producevano un ef-fetto rassicurante e calmante.Segnaliamo che le cure indicate sono state riferite a puro titolod’informazione e recupero storico e non per consigliarne l’uso.[...]Il lunario 2007 è stato realizzato con interesse dagli alunni dellaclasse 3A dell’anno scolastico 2005-2006, con la partecipazionedi un gruppo di alunni delle classi 1A e 1B della Scuola MediaStatale “B. Lorenzi” di Fumane (Verona). Ringraziamo tutti co-loro che in vario modo hanno contribuito alla stesura del Luna-rio, la Banca della Valpolicella e la tipografia Grafica che hannodato sostegno economico alla pubblicazione dell’opera fino dal2000. Vogliamo ricordare che il Lunario è gratuito, ma è validaoccasione per una raccolta di offerte a scopo benefico. [...]

Prof.ssa Giuseppina Albrigi, con la collaborazione della prof.ssa Luisa Russo

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Esperienza della visita a Palaz-zo Forti dei bambini/e di 5 anni

La scuola dell’infanzia ha sem-pre guardato all’attività pittoricacome una via preferenziale at-traverso la quale bambini e a-dulti possono esprimere poten-zialità, emozioni e idee e svilup-pare abilità espressivo-creative.L’idea di attuare un’offerta for-mativa che avvicinasse i bambi-ni all’arte moderna e contem-poranea nasce per: - favorire l’incontro dei bambi-ni/e con l’arte per dare lorostrumenti adeguati a combatte-re l’inquinamento visivo cui so-no spesso soggetti. Si può par-lare, quindi, di una vera e pro-pria alfabetizzazione estetica dibase;- far conoscere aibambini artisti epittori che sianoloro vicini, cheappartengano alloro mondo, quel-lo contempora-neo, dominatodall’utilizzo di tec-niche tipiche delleavanguardie arti-stiche del Nove-cento; in questomodo impareran-no codici, mezzi estrumenti del farearte e diventeran-no, col tempofruitori consape-voli delle opereche potranno ve-dere nei musei,nei libri e nelle pi-nacoteche;

- favorire l’incontro con autorile cui opere fossero facilmenteriproducibili in ambito scolasti-co, attraverso i mezzi e le tecni-che che i bambini/e hannoquotidianamente a disposizio-ne, affinché possano agire escoprire un “fare arte” a loroconsono e adeguato.Nel laboratorio di Palazzo Fortii bambini/e hanno avuto la pos-sibilità di esplorare i cinque sen-si, concepiti come punto di par-tenza per la conoscenza di sé,valorizzando quelle capacità in-nate che sono alla base del pro-cesso di formazione dell’iden-tità.Il percorso si è sviluppato inquattro “stazioni creative”:- Stazione sensoriale (esperien-za senso-percettiva): con l’ope-

ratore didattico nella “stanzadei sensi”, i bambini/e scopro-no i cinque sensi tramite appo-site strutture specchi, effetti so-nori,tavole tattili.- Stazione emozionale (espe-rienza iconico-rappresentativa):con l’artista, nella “stanza dellacreazione”, i bambini/e espri-mono le emozioni appena vis-sute e le traducono in un’operacreativa, concreta e originale,utilizzando materiali vari.- Stazione comunicativa (espe-rienza simbolica): con l’opera-tore didattico i bambini/e ridefi-nisono cognitivamente l’espe-rienza sensoriale ed espressivavissuta nelle stazioni preceden-ti, attraverso la condivisionedelle idee e la comunicazioneinterpersonale, per dare ordineal proprio mondo interiore epredisporsi a condividerlo attra-verso la narrazione.

Le insegnanti della scuola dell’infanzia di Fumane

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SCUOLA DELL’INFANZIA DI FUMANE

Incontriamo l’Arte

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Anche quest’anno è Natale enoi insegnanti, a S. Anna d’Al-faedo, abbiamo voluto valorizza-re il paese e le sue tradizioniconfrontando il Natale di iericon quello di oggi. Chi, megliodei nonni, poteva raccontarci ilvero valore del S. Natale nelletradizioni del passato? I nonnihanno molte cose da raccontaree da insegnare a noi e ai loro ni-potini ed è per questo che ab-biamo voluto dar voce alle loroesperienze in questo Natale. È un momento così significativoe ricco di amore come lo è il for-te sentimento che fa nascere ilrapporto tra nonni e nipotini.Nonna Adelia, con la sua espe-rienza di ex insegnante, si è re-sa disponibile ad accompagnar-ci nelle quattro settimane che

precedono il Natale. Nella prima settimana ci ha rac-contato come si preparava ilNatale in paese ai suoi tempi. È stato sorprendente scoprireche l’albero era solo un segnopagano e l’usanza è iniziata do-po la guerra appendendo aran-ce e mele. Il Natale comunqueera vissuto non in paese, manelle contrade. Nella seconda settimana nonnaAdelia ci ha raccontato come vi-vevano il Natale in casa. Abbia-mo scoperto che il presepio ve-niva allestito soltanto in Chiesa,mentre ogni famiglia, la notte diNatale, faceva bruciare nel ca-mino un grosso ceppo (soca)che serviva, secondo la tradizio-ne popolare, a scaldare Gesùbambino.

Accanto al camino venivano po-ste due sedie (caregoni) per farriposare la Madonna e S. Giu-seppe al loro arrivo e latte condel pane per ristorarli. Il ceppo,che doveva ardere la notte diNatale, veniva scelto in estatedal capo famiglia e messo a sec-care in modo che potesse bru-ciare per tutta la notte Santa.Nelle successive settimane non-na Adelia si è soffermata so-prattutto sul vero valore del Na-tale fatto non solo di doni, luci ecolori, ma di sentimenti ricchi diamore, condivisione e solida-rietà. I nostri nonni non avevano mol-te cose da regalare a Natale, mavicino a quel camino la notteSanta, si sentivano amati e ac-colti per quel poco che possede-vano; regalavano con il cuoreun semplice sorriso agli amma-lati ed anziani e dedicavano a lo-ro del tempo. I bambini hanno accolto congrande entusiasmo ed affetto i

racconti e le vicis-situdini vissute dal-la nonna. Tutti noi, grandi epiccoli, abbiamocapito come sa-rebbe importante,almeno una voltaall’anno, ritornareindietro nel passa-to per riscoprire lasemplicità dei ge-sti e dei segni na-talizi e vivere conil cuore il significa-to più profondodel Natale. Auguriamo a tuttiun Buon Natale

Le insegnanti e i bambini

SCUOLA DELL’INFANZIA DI S. ANNA

Vicino al camino i nonni raccontano

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In continuità con Giulio coni-glio e la nave pirata e con Giu-lio coniglio e il leone forestieroabbiamo inventato questa sto-ria. È scritta in stampato maiu-scolo perché è dedicata ai no-stri compagni di prima che, co-me noi, sanno leggere e scrive-re usando questo carattere.

UNA MATTINA TOPO TOMMASO,MUCCA MADDALENA, OCA CATERI-NA, ISTRICE IGNAZIO E LUMACA

LAURA DECIDONO DI FARE UNA

BELLA PASSEGGIATA. QUANDO AR-RIVANO ALLA CASA DI GIULIO CONI-GLIO BUSSANO: TOC, TOC, TOC.NESSUNO RISPONDE.LA MUCCA MADDALENA DICE: - SONO GIÀ LE DIECI! COSA SARÀ

SUCCESSO?APRONO LA PORTA E LO CERCANO

IN CUCINA, MA NON C’È. LA LUMA-CA LAURA SENTE UN RUMORE CHE

VIENE DALLA CAMERA DA LETTO.- ASCOLTATE!, DICE.- RONF, RONF, RONF.GIULIO CONIGLIO DORME ANCORA.SALGONO IN CAMERA PIAN PIANO E

SI METTONO ATTORNO AL LETTO.POI, AL SEGNALE DI TOPO TOMMA-SO URLANO TUTTI INSIEME:- BUONGIORNO DORMIGLIONE!GIULIO CONIGLIO FA UN SALTO PER

LO SPAVENTO, MA VEDENDO I SUOI

AMICI LÌ ATTORNO SI CALMA SUBI-TO.- ANDIAMO NEL BOSCO A CERCARE

FUNGHI PER FARE UNA BUONA PA-STASCIUTTA, DICE ISTRICE IGNAZIO.- E LE ULTIME FRAGOLINE PER UNA

TORTA SQUISITA, DICE L’OCA CATE-RINA. GIULIO CONIGLIO È D’ACCOR-DO; SI VESTE VELOCEMENTE E IN UN

ATTIMO È PRONTO.PER UNA VOLTA PUÒ ANCHE SAL-

TARE LA COLAZIONE. ANCHE LUI

PRENDE UN CESTINO E TUTTI INSIE-ME SI AVVIANO VERSO IL BOSCO.SONO FELICI E CHIACCHIERANO AL-LEGRAMENTE.È UNA BELLA GIORNATA; IL SOLE

SPLENDE ED IL CIELO È AZZURRO E

SERENO. SI SENTONO MOLTI UC-CELLINI CHE CANTANO:- CIP, CIP, CIP.CADE GIÀ QUALCHE FOGLIA GIALLA

PERCHÉ È ORMAI AUTUNNO. NEL

BOSCO I CESTINI SI RIEMPIONO VE-LOCEMENTE DI FUNGHI; LE FRAGO-LINE NON SONO MOLTE, MA GLI A-MICI DECIDONO CHE È ORA DI TOR-NARE. SI STANNO AVVIANDO QUAN-DO LA MUCCA MADDALENA DICE:- COSA LUCCICA LÀ TRA GLI ALBE-RI? ANDIAMO A VEDERE.SI AVVICINANO SENZA FAR RUMORE

E SCOPRONO UN LAGHETTO.SULLA RIVA C’È UN PESCATORE

CHE, PROPRIO IN QUEL MOMENTO,STA TIRANDO SU UN BEL PESCE.ALL’OCA CATERINA VIENE SUBITO

UN’IDEA: POTREMMO FARE UNA CE-NA FAVOLOSA! PASTA AI FUNGHI,PESCE ARROSTO E CROSTATA DI

FRAGOLE! ALLORA PROPONE:- PESCATORE CHE PESCHI I PESCI

VUOI VENIRE A CENA DA NOI QUE-STA SERA?- VERRÒ VOLENTIERI, RISPONDE IL

PESCATORE. E PORTERÒ IL MIO PE-SCE. PERÒ BISOGNA PESCARNE AN-CORA PERCHÉ VEDO CHE SIAMO IN

TANTI! E COMINCIA A CONTARE:- UNO, DUE, TRE, QUATTRO, CIN-QUE, SEI, SETTE…. PESCE PER SET-TE! E AGGIUNGE:- SALITE ANCHE VOI SULLA MIA

BARCA, ANDIAMO A PESCARE LÀ IN

MEZZO.DETTO FATTO, IN UN ATTIMO TUTTI

SALGONO SULLA BARCHETTA E IL

PESCATORE CON I REMI LA SPINGE

IN MEZZO AL LAGO. TUTTI SI DAN-

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SCUOLA PRIMARIA DI FOSSE

Giulio coniglio e il pescatore

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NO DA FARE, CHI CON LA LENZA,CHI CON LA RETE. I PESCI ABBOCCANO ED IN POCO

TEMPO CE NE SONO ABBASTANZA

PER UNA BELLA CENA. GLI ANIMALI

E IL PESCATORE TORNANO A RIVA,LEGANO LA BARCA E SI AVVIANO

VERSO LA CASA DI GIULIO CONI-GLIO. TUTTI CAMMINANO SVELTI

MENTRE IL SOLE STA SCENDENDO

VERSO L’ORIZZONTE. SONO QUASI LE QUATTRO E BISO-GNA AFFRETTARSI A PREPARARE LA

CENA. A CASA SI DIVIDONO I COM-PITI. L’OCA CATERINA E GIULIO

CONIGLIO SI OCCUPANO DELLA

TORTA. IL PESCATORE E L’ISTRICE I-GNAZIO PULISCONO IL PESCE E LO

METTONO NEL FORNO.LA MUCCA MADDALENA BUTTA LA

PASTA, MENTRE TOPO TOMMASO

CUCINA IL SUGO CON I FUNGHI.INTANTO LA LUMACA LAURA PIAN

PIANO APPARECCHIA LA TAVOLA

PER SETTE.MENTRE TUTTI SONO INDAFFARATI

IL SOLE TRAMONTA E SI FA SERA.VERSO LE SETTE LA CENA È PRON-TA E TUTTI SI SIEDONO A TAVOLA;L’APPETITO NON MANCA E OGNUNO

MANGIA DI GUSTO.HANNO CUCINATO BENISSIMO E LA

CENA È PROPRIO SQUISITA. ALLA FI-NE BEVONO UN BUON CAFFÈ. È ORA DI TORNARE CIASCUNO ALLA

PROPRIA CASA. GIULIO CONIGLIO

CHIEDE:- PESCATORE COME TI CHIAMI?IL PESCATORE RISPONDE: - MI CHIAMO PESCIO DI COGNOME E

LINO DI NOME.- AH! AH! AH! PESCIO-LINO!!!CHE BUFFO!!TUTTI RIDONO DI GUSTO E PENSA-NO: - SARÀ VERO O SARÀ UNO

SCHERZO?MENTRE GLI AMICI SI SALUTANO,RIDONO PERFINO LA LUNA E LE

STELLE.

Classe prima

Il 6 novembre siamo partiti daFosse con il pulmino comunalealle 9.00 per andare a Verona ateatro. Sul pullman abbiamochiacchierato più o meno fino aFane, poi abbiamo cominciatoa cantare; qualcuno ascoltava eguardava il bel panorama au-tunnale della collina. Più avantimentre alcuni giocavano, altrihanno continuato a guardare ilpaesaggio che però era cam-biato: eravamo ormai in città.Il nostro autista si è fermato inuna piazza dove ha parcheggia-to e siamo scesi tutti.Eravamo un po’ in ritardo; cosìabbiamo formato velocementela fila, abbiamo camminato unpo’ di fretta e siamo arrivati alteatro Filippini.Lì ci stavano aspettando per i-niziare lo spettacolo intitolato"Il principe felice"; siamo entra-ti in sala e ci siamo seduti. Nella sala del teatro le luci era-no accese; noi eravamo nellaplatea con tanti bambini; altrispettatori erano in galleria.Davanti a noi c’era il palcogrande e nero come le pareti eil pavimento: una scatola neracome ha fatto notare l’attorePaolo durante una breve pre-sentazione.Sul palco sembrava che qualcu-no avesse steso il bucato: sui la-ti c’erano dei sostegni di ferrocon dei fili tesi e appesi con lemollette c’erano dei pantaloni,delle nuvole e una maglietta dicartone.Per terra c’erano molti carton-cini di vari colori.Le luci si sono abbassate espente ed è iniziato lo spettaco-lo fatto da due attori: Chiara ePaolo.Con le forbici e il cartoncino

hanno fatto gli oggetti e i per-sonaggi della storia: un rondi-notto, la statua del principe, lenuvole, le case. Hanno usato anche dei carton-cini bianche che, appoggiati aterra, stavano in piedi; da un la-to all’altro era steso un filo alquale erano appese le figure dialcuni personaggi.Con le parole, la musica e glioggetti di carta hanno raccon-tato la storia del principe felice.

C’era una volta su una collinavicino a una città la statua delprincipe felice; era molto im-portante ed anche molto pre-ziosa: era coperta d’oro, al po-sto degli occhi aveva due zaffirie sulla spada c’era un rubino.Un giorno arrivò un rondinottoche cercava rifugio e disse:- Sì, questo posto fa per me, miriparerò qui.Dopo un po’ il principe comin-ciò a piangere. Le lacrime ba-gnavano il rondinotto che disse:- Ehi, basta statua! Non mi pro-teggi più dalla pioggia!!Il principe disse al rondinotto:- Porta il mio prezioso rubinorosso a quella povera donnacon il figlio malato.Il rondinotto disse:- Va bene principe!!Dopo qualche giorno il principedisse:- Rondinotto porta uno dei mieizaffiri a quel poeta che vive inuna soffitta; continua a scrive-re, ma è così povero che nonha nemmeno i soldi per com-prarsi da mangiare.Il rondinotto disse:- No principe, non posso farlo;lo zaffiro è uno dei tuoi occhi;te ne resterebbe solo uno!Disse ancora il principe:

A teatro: il principe felice

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- Ti prego rondinotto, porta-glielo.Il rondinotto ubbidì e portò lozaffiro al poeta.Passarono alcuni giorni e ilprincipe parlò di nuovo:- Rondinotto guarda quella po-vera ragazza, le sono caduti tut-ti i fiammiferi nella pozzanghe-ra e non può più venderli! Por-tale l’altro mio zaffiro!Il rondinotto, triste e preoccu-pato, disse:- No principe, sennò non ci ve-dresti più.Il principe insistette:- Non importa rondinotto, io soquello che faccio; portaglielo tiprego.…Lo spettacolo è durato più omeno un’ora; al termine si po-tevano fare delle domande agliattori. Poi siamo tornati al pul-mino e lì abbiamo fatto meren-da; verso le 11.20 siamo parti-ti per tornare a scuola.Durante il viaggio, Fabio e Da-vide hanno visto un pulminoche durante l’estate li portavaal campus del Chievo; hannoriconosciuto anche l’autista cheloro chiamavano “nonno” e so-no stati contenti di questo “in-contro”.

Classe terza

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Il nuoto è un’attività creativache porta diversi benefici per lasalute. In acqua la forza di gra-vità è ridotta e il nuoto è consi-gliato per correggere le posizio-ni errate che possono causarescoliosi o altre patologie schele-triche. L’ambiente caldo-umidogiova alla salute a chi soffre diasma. Il nuoto e gli sport acquatici adesso correlati, vengono pratica-ti per diversi scopi. Il motivo piùcomune per nuotare è probabil-mente lo svago. In quasi tutte lepiscine vengono organizzaticorsi di nuoto a cui possonopartecipare sia le persone chehanno una buona tecnica siachi vuole imparare a nuotarecome i bambini in particolaremodo. Quando si è in acqua ci si puòmuovere in svariati modi permantenere il galleggiamento.Al fine di ottimizzare la velocitàe le prestazioni al livello agoni-stico tuttavia sono andati defi-nendosi dei particolari modi dinuotare detti “stili”: libero, ranadelfino, farfalla. I bambini della scuola primariadi Fosse hanno seguito un cor-so di nuoto a partire dal mese

di ottobre fino a dicembre pres-so la piscina di Fumane. I bambini hanno accolto conentusiasmo l’iniziativa, dimo-strando una viva partecipazioneed entusiasmo. Anche i genitori sono stati coin-volti nell’organizzazione e nellosvolgimento del corso è parteci-pando attivamente con la loropresenza costante e collaborati-vi. Seguono alcuni pensieri pro-dotti dagli alunni della classe se-conda:

Mi diverto molto perché sto be-ne e mi diverto tantissimoquando vado senza braccioli.

Nicoletta

Il primo giorno che sono anda-ta in piscina avevo un po’ dipaura a fare il cagnolino e dor-so e credevo di affogare anchecon due braccioli.

Vanessa

Io mi diverto ad andare a dorso,sullo scivolo, fare i tuffi e anda-re a cagnolino.

Enrico

In piscina mi sono divertito co-sì tanto che voglio andarci an-cora.

Matteo

Mi piace l’acqua e mi piacenuotare. Ho la cuffia gialla cheè il mio colore preferito.

Sebastiano

In piscina mi sono divertito tan-to e vorrei andarci ancora.

Diego

Ho imparato a fare i tuffi e anuotare a cavallino a tutto spia-no e bevendo si impara. L’i-

Tutti in piscina

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struttrice ti prende quando vedeche affondi. Ho fatto di tutto.

Elia

È stato molto bello e mi sonodivertito molto. La cosa che miè piaciuta di più era andare sen-za braccioli.

Aurora

Si fanno tuffi, si va sott’acqua,si fanno le bolle e si fa la stel-la.Un giorno ho quasi fatto ladoccia alla maestra Margherita.

Diego

Il primo giorno a fare i tuffi a-vevo un po’ di paura. L’acquaera tanto fredda quando andavodentro.

Sara

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Primo giorno di scuola

11 settembre 2006: primo giorno del nuovo annoscolastico. Splende il sole e il clima è mite. Allegrianel cortile della scuola: bambini, genitori, insegnantie collaboratrice. Cartelle e zaini variopinti, saluti fe-stosi. “Ciao, è tanto che non ti vedo!”. “Sei andatoal mare?”. “E tu dove sei andato?”. Pian piano si for-ma un grande cerchio e si fa silenzio. Una voce familiare acclama: “Benvenuti e bentorna-ti a scuola!”. È la maestra Luisa che accoglie e pre-senta persone nuove e vecchie. Tutti ascoltano,guardano, c’è chi si muove, chi con le scarpe spostala ghiaia ... tutta colpa dell’emozione. Il teacher Iginochiama i bambini classe per classe; inizia dalla 5a, igrandi della scuola per arrivare alla 1a: nove vispibambini belli e simpatici. Veronica è la più emozio-nata, non si decide a lasciare la mamma. Dopo avertagliato i nastri (tanti bambini in catena) entriamo inpalestra e qui iniziamo a cantare la canzone preferi-ta: ARCOBALENO. I maestri ci propongono di pen-sare lo slogan che ci accompagnerà per quest’annoscolastico: è stata scelta la parolaTorna UnTempoTantoImportanteNei giorni seguenti cercheremo altre parole per

completarlo. Ritornati all’aperto e rifatto un maxicer-chio ci siamo divertiti con il gioco del nome, sceltoper conoscere i nuovi compagni e per presentarci. Iltempo è volato e alle 9.50 è pronta una squisita me-renda: pane e marmellata o pane e nutella. Che fa-me! Che allegria! Che bello mangiare insieme! Siparla, si passeggia, si scherza e poi si parte. “Doveandiamo?” chiede qualcuno. La maestra Luisa ha risposto che saremo andati a fa-re un’interessante escursione; ci farà da guida lamaestra Edvige. Senza perdere tempo ci siamo rag-gruppati appena fuori dal cancello. Iniziamo ad osservare le maestose piante del giardi-no di fronte. Conosciamo alcune delle loro caratteri-stiche ma ne scopriamo altre. Poco più in là ci fer-miamo ad osservare e controllare una stazione me-teorologica. Il cielo è terso e qualche nuvola candidapasseggia assumendo forme diverse. Al centro di u-na di esse si è formata una macchia di ... arcobale-no. Colore, luce, iride ... quante parole, quante spie-gazioni! Continuando il percorso siamo arrivati allastrada asfaltata; chi cammina a passo svelto, chi tirail compagno perché è un po’ stanco, chi alza la ma-no per salutare persone alle finestre ... la fila sorve-gliata a vista prosegue il percorso e verso mezzo-giorno siamo ritornati a scuola. Ci siamo divertiti un sacco e siamo felici di aver tra-scorso insieme la prima giornata di scuola.

Classi quarta e quinta

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“Un sasso gettato in uno stagnosuscita onde concentriche che siallargano sulla sua superficie,coinvolgendo nel loro moto, adistanze diverse, con diversi ef-fetti, la ninfea e la canna, la bar-chetta di carta e il galleggiantedel pescatore… Non diversamente una parola,gettata nella mente a caso, pro-duce onde di superficie e diprofondità, provoca una serieinfinita di reazioni a catena,

coinvolgendo nella sua cadutasuoni e immagini, analogie e ri-cordi, significati e sogni…”Sono parole di Gianni Rodaritratte dal libro “La grammaticadella fantasia”.Nel libro l’autore offre “Materiaprima”: idee e occasioni di ri-flettere in modo fantastico. Lacreatività diventa mezzo per su-perare la ripetitività della routinescolastica e coinvolgere i bambi-ni nell’invenzione di storie, di fi-

lastrocche, di dialoghi… La scel-ta di “Inventare” a piccoli grup-pi, in classe terza, si è rivelatacoinvolgente e molto educativaper favorire il clima positivo e lavalorizzazione dei singoli bambi-ni. Ognuno è stato coinvoltonelle varie fasi del lavoro digruppo:- scelta democratica (per alzata dimano) del tema su cui lavorare;- formazione di piccoli gruppiper estrazione a sorte dei com-ponenti;- invenzione collettiva e condivi-sa delle “storie, filastrocche…”- rilettura nel piccolo gruppo percorrezioni e modifiche;- lettura in classe delle le storie;- copiatura al computer durantel’ora d’informatica e arricchimen-to dei vari testi con immagini.I vari testi realizzati diventeran-no “Patrimonio” collettivo delgruppo classe. Alcuni semplicitesti prodotti dai bambini:

Il binomio: "stella arancia".C’erano una volta due fratelli dinome Giacomo ed Elena.Un giorno, una stella cadde nelgiardino dei due fratelli, quandola stella atterrò si spense. Allorai bambini andarono a vedere evidero la stellina.La stellina parlò ai bambini edisse che era affamata. I bambi-ni andarono in casa a prendereun’arancia e la portarono allastella. La stella la mangiò e co-minciò ad illuminarsi di nuovo etornò nel cielo da dove era ve-nuta.

SuperpalloneUn bel giorno cadde dal cielo unpallone. Quel pallone era un Su-perpallone perchè ogni settima-na faceva il giro di tutto il mon-do e salvava milioni di pallonci-ni che si stavano sgonfiando,con un supercerotto. Un giorno

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SCUOLA PRIMARIA DI SANT’ANNA

Creatività e lavoro di gruppo

L’esperienza del laboratorio di lettura

Anche quest’anno, nella scuola Primaria di S. Anna d’Alfaedo, abbia-mo avuto l’opportunità di servirci, con gli alunni di tutte le classi, delcontributo della Cooperativa “Cultura e valori” per vivere un’espe-rienza veramente coinvolgente. Ecco che cosa hanno scritto due a-lunni di classe II.Ieri Debora è venuta per l’ultima volta, ma è venuta per ben quattrosettimane. Ci ha letto “Il cerchio dei tre fratelli”.Erano diversi: uno era giapponese, uno arabo e uno italiano. Aziz eTushima non sapevano l’italiano e si sono messi a litigare. La mam-ma ha fatto raccontare loro una storia e toccava proprio a Thushimae ha raccontato la storia della strega Jamawa. Era una strega malva-gia, che faceva cose malvagie, ma un bambino l’ha chiusa in prigio-ne e Jamawa sbatteva la porta e disse: - Voglio uscire!Cesare fu secondo e raccontò la storia di Petruzzo, che è un bambi-no con il babbo ammalato.Un giorno la mamma ordinò a Petruzzo di andare a prendere il cavo-luzzo e rispose di no, ma cambiò idea e andò a prendere il cavoluzzoe il babbo guarì in fretta. Aziz fu ultimo e raccontò la storia di tre vian-danti: “C’erano una volta tre viandanti, che hanno trovato una mo-neta, ma non si poteva dividere in tre parti. Allora l’uomo del nord dis-se: - Perché non raccontiamo la propria storia o la bugia più grossa?

Elia

Ieri è finito il laboratorio di lettura e io mi sono divertita tantissimo. Lalettrice si chiamava Debora e ci ha fatto imparare tante cose belle. Ciha insegnato che in biblioteca si fa silenzio e che bisogna rispettarsifra di noi. Debora ci ha letto “Il cerchio dei tre fratelli” di Roberto Denti. Que-sto libro era bellissimo, faceva ridere, poi Debora ci ha fatto fare undisegno in due o tre, ci ha fatto fare anche il gioco della moscacieca.Infine ci ha fatto imparare a scrivere all’incontrario il nostro nome.

Camilla

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salvò una Pallona, quando di-scesero sulla terra i due s’inna-morarono. Superpallone fecebere a Pallona una pozione chediventò Superpallona!Da quel giorno in poi Superpal-lone e Superpallona salvarono,ogni settimana, più di un milio-ne di palloncini e furono moltofelici.

MinileonessaC’era un volta una bambina dinome Sara. Un giorno Saraandò al mercato a comprare ipiselli. Un’ora dopo le arrivò unpacco, Sara lo aprì e dalla sca-tola saltò fuori un cucciolo dileonessa. Poi Sara gettò fuoridalla finestra i piselli.Sara chiese alla minileonessa:“Come ti chiami?”La minileonessa rispose: “Michiamo Beatrice”.Sara e Beatrice andarono fuorie videro una pianta di piselli al-ta, alta, alta.Sara si chiese dove poteva por-tare quella pianta di piselli. Bea-trice disse che forse le piante dipiselli portavano nel mondo deigiganti. Insieme si arrampicaro-no sulla pianta e finalmente arri-varono nel mondo dei giganti.Arrivarono insieme in una casadove abitava un gigante. Ad un certo punto le vide e vo-leva mangiarle. Sara allora inco-minciò a correre, ma Beatricecon coraggio graffiò il gigantesulla faccia. Infine scapparonodiscendendo dalla pianta dei pi-selli. Le due amiche erano so-pravvissute ad un gran pericolo.

L’ago magicoC’era una volta un ago magicoche una sarta stava usando percucire un buco del vestito di suofiglio Pietro. Ad un certo puntol’ago si ruppe e la sarta andò adormire.

Di notte la sarta sognò che l’agofosse magico e che cuciva tutti ivestiti rotti. La sarta quando sisvegliò la mattina dopo trovòtutto cucito e fu una sorpresa:l’ago era aggiustato.

Il lago incantatoC’era una volta il lago di Gine-vra che si trovava in Svizzera.Era un lago incantato perché u-na fata aveva fatto un incantesi-mo: chiunque s’immergeva nel-l’acqua del lago se aveva un de-siderio si sarebbe avverato.

Un giorno una ragazza arrivò allago perché sapeva dell’incante-simo e voleva esprimere un de-siderio: che ci fosse la pace nelmondo. La ragazza si buttò nellago urlando: ”Voglio la pacenel mondo!”La ragazza scomparve nel lagoe arrivò sul fondo dove c’era unbuco che la conduceva nel mon-do della pace. Finalmente la ra-gazza arrivò nel mondo che de-siderava.

Classe terza

Noi bambini di quarta stiamorealizzando un presepe con ma-teriale riciclato.A scuola abbiamo incominciato araccogliere i brick dei succhi, lecannucce, i piatti e le posate diplastica della mensa. Da casa ab-biamo portato altro materiale co-me: bottiglie di plastica, rotoli fi-niti di scottex, pezzi di stoffa vec-chia, cotone, carta stagnola ecc.Ci siamo suddivisi i lavori: laclasse quinta si è occupata degli

sfondi e della capanna, la terzadegli alberi e degli animali, men-tre noi della classe quarta deipersonaggi. Un giorno a scuolaabbiamo iniziato a costruire lestatuine e ci siamo divertiti mol-to. Ci siamo messi in piccoligruppi e siamo riusciti a realizza-re molte statuine belle anche sesemplici. Il nostro presepe verrà esposto aS. Ambrogio e parteciperà adun concorso a premi.

Il presepe con materiale riciclato

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Il presepeCon materiale riciclatoun bel presepe abbiamo realiz-zato.Ago e filo avevamo in manoe non abbiamo faticato invano.Tutti i giovedì lavoravamoe per non sbagliare siamo anda-ti piano.Tante statuine son venute fuoricon tante stoffe multicolori.Gli insegnanti ci hanno aiutatoed un capolavoro è stato realiz-zato.

Anna

Ogni anno arriva il NataleOgni anno arriva il Natale,porta gioia in tutto il mondo,nasce Gesù in una capanna esi fa cullare dalla sua mamma.Brilla nel cielo una stella cometaguida i Re Magi verso la meta,oro incenso e mirra portano conséper donarli al nuovo re.Dal cielo cade molta nevebianca candida e lievelascia nei cuori pace e serenitàe dona a tutti tanta felicità.

Anna, Alessia e Gessica

Giovedì 26 ottobre, noi alunnidelle classi terza, quarta e quinta,siamo andati a Peri a visitare il“Centro nazionale della Biodi-versità” attivo dal 1974.In Italia ci sono soltanto due cen-tri come questo: uno a Peri el’altro a Pieve S. Stefano in pro-vincia di Arezzo.Appena arrivati un signore ci hafatto entrare in una sala e abbia-mo guardato un filmato moltointeressante sui lavori svolti dalcentro.Poi ci ha spiegato come fanno aconservare i semi delle piante, iquali vengono raccolti in diversiperiodi dell’anno a seconda del-la loro maturazione.Ci siamo soffermati ad osservarele pigne e ci ha spiegato che terminato il trasporto, questifrutti vengono depositati in ido-nei box e stesi sul pavimento perla post –maturazione; in seguitovengono essiccati artificialmentee vengono messi in un grande

forno dentro a dei sacchi di iutaper ottenere la loro apertura. U-na volta aperti i frutti di pigna siottiene la separazione tra semi eresti della pigna che possono es-sere riutilizzati, ad esempio nelleaiuole, per non far crescere l’er-ba selvatica.La selezione dei semi è moltoimportante per la migliore vita-lità della pianta.Abbiamo visto una macchinache ha il compito di separare ilseme dalle impuritàI semi vengono identificati conun cartellino in cui è scritto il no-me della specie e il luogo di rac-colta. In un grande stanzone ab-biamo osservato tanti tipi di se-mi già selezionati.Poi siamo andati a visitare il vi-vaio che è suddiviso in tre parti:semenzaio, piantonaio, tagliola.Nel semenzaio il seme vienemesso dentro la terra, ma nontroppo in profondità, altrimentinon riesce a crescere. Quando lapiantina è cresciuta abbastanzaed ha bisogno di più spazio vie-ne messa nel Piantonaio ad unacerta distanza dalle altre perchépossa crescere bene. Nel pianto-naio abbiamo osservato piantinedi noce, di frassino, di quercia edi nocciolo.Quando le piantine sono pronteper essere trapiantate in un bo-sco o in un giardino vengonomesse nella Tagliola con le radi-ci nella sabbia fino al momentodella vendita.La giornata trascorsa pressoquesto centro di Peri è statamolto interessante e ci ha fattoimparare moltissime cose.

Classe quarta

Visita al centro della biodiversità forestale di Peri

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È una tiepida giornata di primoautunno; partiamo alla scoper-ta... non dell’America, ma delnostro comune. Noi delle classi Va e Vb visitiamoa Molina il Museo Botanico. La maestra, nel giardino anti-stante il museo, ha un fascio dirametti di piante che ci fa cono-scere ad una ad una: sono so-prattutto piante con le bacchedell’autunno.Ci spiega che ogni pianta vieneclassificata con il nome della fa-miglia alla quale appartiene, colnome scientifico in latino, con lasigla del botanico che l’ha de-scritta con il suo nome volgare.E, quindi, consegna ad ognunodi noi un biglietto con il nome diuna pianta: dobbiamo scoprirlao nel giardino, dove crescono ilmaggiociondolo, il frassino or-niello, il platano, l’acero o nellebacheche all’interno del museo.La caccia al tesoro, anzi, no, ...

alla pianta: è entusiasmante.- Maestra, corri, ho trovato ilcorniolo!- Maestra, vieni, presto, ho sco-perto la berretta da prete o fu-saggine!- Qui c’è il rovo!E, ad ogni segnalazione, la mae-stra si ferma a spiegare.La fusaggine ha un legno duro ecompatto, un tempo si usavaper fare i fusi. In autunno hafrutti o quattro lobi che, matu-rando, si aprono mostrando i se-mi arancione vivo.Questi semi sono molto veleno-si. Tutta la pianta è velenosa.- Lo scotano ha le foglie ricchedi trementina e di tannino: untempo erano usate come astrin-genti per la concia delle pelli. Inquesto periodo sono di color a-rancione vivo. Con la sanguinel-la, che ora ha le foglie rosso san-gue, si fabbricavano i cesti.- Oh, ecco l’angelica! Un tempole venivano attribuite proprietà“angeliche”, infatti era conside-rata un toccasana.- Ed ecco qui la rosa canina i cuifrutti sono ricchi di vitamina C.- Il corniolo ha un legno moltoduro in passato, veniva usatoper fabbricare piccoli attrezzi.Con le corniole si possono faremarmellate.- Qui c’è l’orchidea scimmia... Èla visita è un susseguirsi di sco-perte interessanti. Forse oggiabbiamo imparato ad aprire gliocchi per conoscere le meravi-glie che ci circondano, per ama-re la natura e per rispettarlasempre più.

Classi quinte A e B

SCUOLA PRIMARIA DI FUMANE

La visita al museo di Molina

Esperienza fatta durante illaboratorio di informatica

Quest’anno è arrivato il maestroRaffaele, il nuovo maestro di in-formatica, che una volta la setti-mana ci porta nel laboratoriomultimediale. La classe, ognivolta, viene divisa in due: ungruppo resta in aula a fare geo-grafia, l’altro va nel laboratorio afare informatica.Stiamo imparando come si usa ilcomputer e a cosa può servire:abbiamo capito come si devonomettere le dita sulla tastiera perscrivere velocemente, come sisalva un file e anche come si creauna cartella dandole un nome.Con il programma Paint faccia-mo molti disegni geometrici e licoloriamo di tanti colori, mentreper scrivere dei testi ed inseriredelle immagini ci serviamo delprogramma Word. Utilizziamo inoltre tantissimi altrisoftware installati dal maestro I-gino, che ci permettono di im-parare, divertendoci, tantissimealtre nozioni e parole nuove.

Giulia, Giuliano, Luca e Francesca, classe quarta

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In occasione della ricorrenza del4 Novembre, noi, alunni delleclassi Va e Vb partecipiamo allaCerimonia di Commemorazionedei Caduti in guerra proponen-do alcune riflessioni sulla pace.Siamo convinti che la cosa piùimportante per tutti è la pace.E con le parole della canzone diBob Dylan ci chiediamo! “Quan-te volte un uomo dovrà litigareper capire che è inutile odiare?Risposta non c’è, ma, forse,chissà caduta nel vento sarà.”Però non solo i potenti devonolavorare per la pace, ricevendol’uguaglianza, la libertà e la giu-stizia per tutti gli uomini, ancheognuno di noi, nella vita di ognigiorno, può impegnarsi in azioniconcrete perché essa si realizzinel mondo.E offriamo altri spunti per riflet-tere, tolti dal libro “Shalom” diClara Kokchowski.“... la guerra è una cosa orribile!Tutti gli uomini hanno diritto al-la vita. E la morte di ognuno diessi rompe un anello di una ca-tena infinita di cui ognuno di noifa parte. Per ogni anello spezza-to si crea un vuoto, uno squili-brio nell’armonia del mondo. Ma questo gli uomini non l’han-no ancora compreso sono comebambini che rompono le coseper gioco e il loro gioco si chia-ma ambizione, amore di ricchez-za, sete di potere. Quando l’u-manità sarà cresciuta, maturata,allora cercherà altri giochi: l’a-more per il prossimo, l’amoreper la natura, per l’arte, per lescienze.... La tua vita sia dedicata al be-ne, al miglioramento dell’uma-nità, alla ricerca della pace. Maricorda che la pace è il risultatodi una situazione, non una paro-

la vuota. La pace deve esserecreata dando all’umanità, a tuttal’ umanità, tranquillità materialee morale, serenità di spirito. Senoi gridiamo “pace!”, ma unaparte dell’umanità soffre, è op-pressa moralmente o material-mente, ecco che la pace diventauna parola vuota di senso. Ma,se miglioreranno le condizioni di

tutti gli uomini, capiterà una co-sa straordinaria: la parola pacescomparirà dalla faccia della ter-ra perché sarà scomparsa anchela parola guerra. Benedetto ilgiorno in cui non si parlerà piùdi pace perché essa esisterà difatto sulla nostra terra e nei no-stri cuori, e non avremo più bi-sogno di cercarla!

Classi quinta A e B

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4 novembre 2006

Forse non ci crederete ma nell’era degli S.M.S. e delle E-mail fun-zionano ancora i messaggi “via-palloncino”.Questo ne è la prova!!

Il messaggio è stato trovato da Sharon Modesti e dal suo papà, il29 ottobre 2006, sul monte Gradela, attaccato ad un palloncinorosso a forma di cuore.Noi abbiamo risposto così:Siamo gli alunni della classe III B della scuola primaria di Fumane(Verona). Quando Sharon Modesti ha portato a scuola il vostro pal-loncino era emozionata e anche noi con lei.Abbiamo subito pensato di rispondervi. Ci farebbe piacere sapere“quando” e “da dove” lo avete lanciato nell’aria.Aspettiamo fiduciosi vostre notizie e magari anche una foto del vo-stro matrimonio. Grazie.

Classe terza B

L’angolo della posta

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Be’, insomma, c’eravamo diver-titi un sacco. Nonostante tutti gliinconvenienti ce l’avevamo fat-ta. Quando, ritornati a malgaValfredda, ci siamo seduti sul-l’erba aspettando il Gianni con ilpulmino, guardando in su le vet-te immerse nella nebbia, a noi èvenuta nostalgia. Sì lo so, è strano, ma in fondoavremmo voluto essere ancoralassù, ad ammirare un paesag-gio splendido. Ritornando a ca-sa stanchi morti, ci sono passatidavanti tutti i bei momenti tra-scorsi in alto, fra le cime. Non cicredevamo ancora, ma purtrop-po era vero: stavamo tornandoa casa, stavamo ritornando allavita di tutti i giorni. Quando, il giorno prima, c’era-vamo ritrovati a scuola pieni dizaini non pensavamo che ci sa-remmo divertiti così tanto.Ricordo che, arrivati a Spiazzi,

abbiamo cominciato ad agitarci:non vedevamo l’ora di metterciin marcia. Infatti, a malga Val-fredda, ci siamo incamminatisenza timore lungo il sentieroproposto, lasciando le tre pro-fessoresse e mio papà in fondoalla lunga fila di ragazzi. In testaeravamo in cinque: Enrico checredeva di sapere tutto, io ed E-rica occupate ad osservare quel-lo splendido paesaggio per nontrascurare neppure il minimoparticolare e subito dietro Stefa-no e Massimo impegnati comesempre nelle loro risatine…È stato faticoso arrivare al rifu-gio, ma quando, da lontano, loabbiamo avvistato, ci siamo sol-levati. Prima siamo passati da-vanti allo chalet Fiori del Baldodove abbiamo trovato uno stu-pendo San Bernardo. Dopo u-na ripida salita, siamo arrivati alrifugio Chierego, dove i due

gentilissimi gestori ci hanno ac-colto con un tè. Siamo usciti e,coccolando due bellissimi canineri, abbiamo aspettato gli ulti-mi arrivati. Rientrati, abbiamo subito pen-sato al cibo: ci siamo precipitatisugli zaini alla disperata ricercadi qualche cosa di nostro gradi-mento…Dopo il pranzo, le pro-fessoresse, un po’ preoccupate,ci hanno fatto un discorsetto enon avevano del tutto torto: c’e-ra chi aveva scarpe da ginnasti-ca al posto degli scarponi, chi a-veva una marea di zaini e chisporcava l’ambiente con cartac-ce varie…Dopo aver giocato,abbiamo finalmente visto le no-stre stanze: in otto ci siamo pre-cipitate in una stanza con il no-me “Costabella” e abbiamo co-minciato a sistemarci ognuna inun letto: io ero vicino alla fine-stra. Dopo poco la fitta nebbiaha cominciato a diradarsi e atratti si intravedeva il lago.Quando si poté vedere tutto,chiamai le altre e tutte quante siprecipitarono sul mio letto. Poifummo convocati di sopra doveprima avevamo pranzato e cicomunicarono che saremmopartiti per la valle delle marmot-te. Così senza zaini cominciam-mo a scendere fino ad arrivaread un bivio. Il sole era ormai vi-sibile ed il lago era stupendo.Camminando su un lato dellavalle, potemmo vedere moltissi-me marmotte e di tutte le di-mensioni. Nel ritorno, mentre la nebbia sifaceva rivedere, ne scorgemmoaltrettante, di cui cinque a pochimetri da noi. Di nuovo, al Chie-rego, ci offrirono il tè. Decidemmo di andare un po’nelle nostre stanze prima dellacena. I posti ai tavoli, ora, eranodistribuiti più o meno in base al-le stanze, infatti io, Erica, Alice,

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SCUOLA MEDIA DI SANT’ANNA

Monte Baldo 2006

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Gloria, Ylenia, Martina, Ilaria eMargherita prendemmo postoin un solo tavolo. Ci portarono minestrone, pastae carne squisita. Per passare laserata insieme guardammo unbellissimo film (la fabbrica dicioccolato) e verso la fine co-minciò a nevicare. Poi andammo nelle nostre stan-ze e cercammo di dormire, an-che se fu molto difficile e ci vol-le l’intervento delle professores-se con forti minacce. Nonostante ci fossimo addor-mentate tardi, venimmo sveglia-te alle sei dai maschi della ca-mera di fronte. Cominciammo aprepararci perché Erica, la soladotata di orologio, affermò cheerano le otto e pensammo sifossero dimenticati di noi, maquando eravamo ormai prontele ragazze di seconda ci disseroche erano solo le sei! Erica scoppiò a ridere e noi laseguimmo, aveva visto male!!!Comunque erano quasi tutti sve-gli, a parte le professoresse chestanche per la brutta nottata,dormivano ancora. Salimmo di

sopra in pochi e ci venne offer-ta subito la colazione. Mio papàmi chiamò fuori, eccitato, doveaveva posizionato il cannocchia-le da cui si poteva vedere un ca-priolo. Con il binocolo inveceriuscimmo a vedere quattro dai-ni. Rientrando poi, e osservan-do il paesaggio dalla finestra,avvistammo due camosci, appe-na sotto il rifugio, che poi di-vennero cinque o sei. Entusiasti,finimmo tutti di fare colazione, eci preparammo per partire dinuovo. La nostra meta era arrivare aCima Valdritta, in cielo non c’e-ra una nuvola e partimmo senzaproblemi. Lungo il tragitto po-temmo osservare molte impron-te di camosci e, sul versante o-vest, numerosi circhi glaciali.Notammo, anche, che il pae-saggio a mano a mano cambia-va, diventava sempre più dolo-mitico. Lungo il percorso vedemmodue marmotte su dei sassi e unosplendido camoscio che alla no-stra vista non si mostrava perniente impaurito, anzi, se ne

stava sdraiato comodo, guar-dando di qua e di là. Dopo es-sersi fatto fotografare, con mol-ta tranquillità si alzò, ci guardò,come se volesse salutarci, e siincamminò con tutta calma ver-so il basso. Passate Punta Telegrafo e Pun-ta Pettorina, proseguimmo perCima Valdritta, ma molti ragazzierano stanchi, perciò arrivam-mo alla base dell’ultima salita inotto più due professoresse emio papà. Stefano e Massimo,però, decisero di aspettarci lì ecosì fecero la guardia agli zaini.Percorremmo un sentiero unpo’ ripido e pericoloso, ma no-nostante tutto arrivammo in ci-ma sani e salvi. Lassù tutto era diverso e tutti inostri pensieri, tutte le fatiche,sparirono. Era un panoramastupendo, una sensazione uni-ca, mai provata fino ad allora.Ci dispiaceva tornare giù, mad’altra parte prima o dopo l’a-vremmo dovuto fare, ancheperché nel frattempo la nebbiasi era fatta avanti e stava ormaicoprendo tutto. Tornando indietro poi, essa siabbassò facendo sì che per noifosse difficile vederci a pochimeri di distanza. Tornammo alChierego dove avevamo lasciatoil grosso delle nostre cose e su-bito ripartimmo per tornare aMalga Vallfredda. Ed eccoci di nuovo qui, a legge-re queste righe ricordando connostalgia quei bei giorni… noisiamo qui, ma i nostri pensierisono ancora lassù, liberi nelvento. Ringrazio a nome di tutti, leprofessoresse Cipriani e Cavat-toni che ci hanno fatto vivereun’avventura stupenda

Chiara, classe seconda B

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Il giovedì pomeriggio, nel labo-ratorio “Imparare ad imparare”noi alunni di prima media, conle insegnanti di Scienze, profes-soresse G. Cona e P. Tommasi ela supervisione del signor GianGaetano Malesani, appassiona-to di meteorologia abbiamo par-tecipato alla realizzazione dellastazione meteorologica di S. An-na d’Alfaedo.Dopo un addestramento metico-loso, ci è stato affidato il compi-to di rilevare settimanalmente ivalori di umidità e temperatura,minimo e massimo giornalieri,di corredarli con le nostre osser-

vazioni su un tabellone e quindiscaricarli su un apposito pro-gramma “Excel” con il risultatofinale di mostrarli sotto forma digrafici. Il lavoro di rilevamentocontiamo di seguirlo per l’interoarco del nostro corso di studi.Abbiamo aderito con entusia-smo a questo lavoro per la suaoriginalità e perchè ci rende pro-tagonisti e consapevoli del no-stro apprendimento, fornendociconoscenze scientifiche di basenell’ambito meteorologico.Un assaggio del nostro lavoro:

Classi prima A e B

A S. Anna si studia la meteorologia

Qual è il posto più bello dellascuola? Il cortile quando si è fuo-ri in ricreazione? No!I corridoi dove si può chiacchie-rare? No!! “L’angolo macchinette” con cioc-colata e tè all’intervallo? No!!! E’... la biblioteca!!! Ma sì, ma sì,è quel posto del nostro edificiodove regnano amore, sospiri,fantasia, viaggi, paura, brividi,nostalgia, insomma emozioni...È l’angolo dell’aula computer do-ve sempre, ma sempre, è possi-bile salire su una specie di “mac-china del tempo” e viaggiare inaltre dimensioni, in altre città, inaltri tempi, passato, presente efuturo, in altre stagioni, in altripensieri, in altre opinioni, in altriragionamenti…Nella nostra biblioteca ci sonotutti i generi di libri che più cipossono interessare e quindi o-gnuno può trovare quello checerca, avendo come minimol’imbarazzo della scelta.Se non ci fossero stati il “comi-tato genitori”, che l’anno scorsoci ha messo a disposizione 1000(mille!!!) euro, il Banco Popolaredi Verona, che ci ha donato 500euro e la prof. Cavattoni, checon la sua passione ha guidato ilprogetto entusiasmando tuttinoi, non avremmo mai avuto co-sì tanti libri. E poi ci sono i compagni del la-boratorio artistico-manuale chein tutta fretta hanno dovuto co-struirci altre bellissime scaffalatu-re, perché ormai non c’era piùposto per i nuovi acquisti!Molti di noi vorrebbero avere piùtempo a disposizione per dareun’occhiata ai tanti libri che, co-loratissimi sugli scaffali, aspetta-

L’angolo della lettura

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no solo che qualcuno li noti, lilegga e li tratti come veri amici,ascoltando quello che ci vorreb-bero raccontare. I momenti che preferiamo sonoquelli del giovedì pomeriggioquando, all’inizio del laboratoriolettura in cui seconda A e secon-da B ci ritroviamo tutti insieme,si può curiosare fra gli scaffali,scambiarci commenti, consi-gliando o sconsigliando titoli,“annusando” le ultime entrate. La prof. cerca di soddisfare unpo’ tutti i gusti e i diversi gradi diaffetto per i libri, scegliendone

sia di brevi, per chi non amaparticolarmente leggere, sia dilunghi e densi per i ragazzi che,come me, trovano che leggeresia un passatempo piacevole, ri-lassante, entusiasmante. È di sicuro una cosa bellissima a-vere una biblioteca a scuola. Lanostra è già abbastanza grande(vi ricorrono perfino qualche fra-tello/sorella o qualche bimbo diprof), ma siamo sicuri che con iltempo crescerà notevolmente.

Margherita, classe seconda A

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Ci piaceva costruire un presepegrande ma avevamo poco carto-ne per fare le statuine.Allora abbiamo usato le scatoledei fogli per la fotocopiatrice.Abbiamo colorato i personaggie poi punteggiato le forme dicartone. Ci è piaciuto costruiregli angoli per fare stare in piedile figure che abbiamo poi fissatocon puntine e martello.È stato simpatico colorare lastoffa per il prato: col grembiu-lone ricavato da un sacchettoper i rifiuti e i guanti di gommaabbiamo imbevuto la stoffa neicolori verde e nero. Le macchiebianche sono state ottenute per-chè abbiamo fatto dei nodi nellastoffa e lì il colore non è entrato.Le stelle gialle e i fili di lana nonsiamo riuscite a farli tutti ugualima a noi piace così perché lestelle e gli arcobaleni sono sem-pre diversi…Per l’erba abbiamo chiesto deirami della siepe che un signoreaveva potato nel suo giardino.La paglia l’abbiamo chiesta aglialtri alunni che la usavano per illoro presepe. Il difficile è statopiantare i bastoni che sorreggo-no la capanna: abbiamo chiestoaiuto per i buchi e la colla a cal-do. Alla fine abbiamo costruitola stella cometa con dei fili di pa-glia e poi spruzzata con i brillan-tini perché così è bella come an-che l’angioletto sopra Gesù.Il nostro presepe è stato portatoalla Mostra di S. Ambrogio neigiorni 15-16-17 dicembre per-ché tutti lo potessero vedere.Siamo contente che il Presepenon sia caduto e non si sia rot-to. Speriamo anche che quelliche l’hanno visto siano stati con-tenti.

Giulia, classe seconda A

Il nostro presepe

Poesia e ...

Durante le settimane in cui ab-biamo partecipato al laboratoriocreativo-espressivo, organizzatodalle professoresse Marconi eMinervini, abbiamo studiato lecaratteristiche del testo poetico. È stato molto bello perché ab-biamo potuto approfondire le fi-gure retoriche presenti in variepoesie, che abbiamo avuto l’oc-casione di imparare e commen-tare. Dopo questa fase di studio è ve-nuto il bello: ci hanno propostodi scrivere delle poesie sull’au-tunno e noi, abbiamo accettatocon entusiasmo e ci siamomessi al lavoro. A gruppi di due o tre ragazzi ab-biamo scritto i testi poetici utiliz-zando alcune figure retorichecome l’anafora, allitterazione, lasimilitudine, la metafora e moltealtre ancora. Devo dire che tutte le poesiesono venute benissimo. Per completare poi il lavoro ab-biamo poi rappresentato ognitesto con disegni e, utilizzandovarie tecniche e materiali diver-si, abbiamo creato il nostro li-brone di poesie. Dopo l’autunno

abbiamo affrontato, con lo stes-so entusiasmo, il tema del Nata-le e abbiamo scritto nuove poe-sie. Questo laboratorio è stato dav-vero stupendo e c’è servito perimparare a capire le poesie ed èstata, inoltre, un’esperienza uni-ca che ci permetterà, in futuro,di leggere e comprendere piùfacilmente altri testi poetici, il la-voro e la “fatica” del poeta.

Chiara, seconda B

L’AUTUNNOEcco,M’affaccio alla finestra,L’albero maestoso lasciaLe sue figlie.Ecco,Il cielo al tramontoD’un rosso vivoSquarciato da uccelli neri.Ecco,All’improvviso l’oscurità m’av-volge.Sono solo, incompreso,Mi ha abbracciato la tristezza.

Giulia, classe terza B e Chiara, classe seconda B

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10 buoni motivi per andarea Londra1) Per fare un’esperienza indi-menticabile: perché è belloviaggiare insieme in Europa.2) Cultura europea: per cono-scere usi e costumi di una capi-tale Europea.3) Lingua inglese: per migliora-re lo studio scolastico in terra dilingua inglese.4) Divertimento: perché è unanecessità della nostra età.5) Hard rock cafè: perché sia-mo giovani.6) Volo aereo: perché per moltidi noi è il “battesimo dell’aria” einsieme vinciamo l’emozione.7) 1 euro al giorno toglie il de-bito di torno: perché i nostri ri-sparmi servano ad una buonacausa.8) G.B.P (sterline): perché im-pariamo ad usare un nuovo si-stema monetario.9) Per fare una foto davanti alBig Ben: per invogliare a viag-giare.10) Carlo e Camilla: perché unpo’ di gossip non guasta.

10 buoni motivi per andarea Dublino1) Sano divertimento: perchésfogare il bisogno di sano diver-timento ci consente di essere se-riamente impegnati in altri mo-menti.2) Turismo assieme ai compa-gni di classe: perché molti di noidesiderano fare il primo viaggiodella loro vita e quelli che hannogià viaggiato hanno cominciatoa comprendere l’importanza diimparare viaggiando.3) Educazione all’Europa: per-

ché sentiamo l’importanza dicrescere cittadini europei.4) Lingua inglese: perché met-tere alla prova il nostro inglesescolastico è una grande sfida.5) Spendere bene i nostri rispar-mi: perché la campagna “Un eu-ro al giorno toglie il debito di tor-no” ci ha fortemente motivatoall’uso consapevole del denaro.6) Fantasma Molly Malone:perché, anche se vogliamo ap-parire grandi, ci piacciono anco-ra le favole che ci aiutano a sen-tirci affascinanti.7) Colpo di vita al Temple bar:perché abbiamo anche voglia disentirci grandi.8) Shopping in una capitale eu-ropea: perché abbiamo voglia diuscire dal paese e sentirci inter-nazionali.9) Bono e gli U2: perché noigiovani abbiamo i nostri “miti”.10) Passeggiare nel Phoenixpark: per soddisfare la nostra a-nima ecologista!

1 euro al giorno toglie il de-bito di tornoTutto è cominciato all’inizio del-l’anno, quando la professoressaSavina Meneghelli ci ha accolticon una bellissima novità: c’erala possibilità di un viaggio a Lon-dra; avevamo desiderato l’Inghil-terra, ma non ci saremmo mai a-spettati proprio la capitale! La bella notizia si è andata affer-mando giorno per giorno e, conil passare del tempo, abbiamocapito che il viaggio avrebbe a-vuto un costo più elevato rispet-to alle solite gite; per questo in-sieme alla professoressa Savina,abbiamo pensato ad un’iniziativaper sostenere le nostre famiglienella spesa complessiva. Da qui è partita l’idea di realizza-re un cartellone con il motto“1e al giorno toglie il debito ditorno”. Come si intuisce dallafrase, ci siamo proposti di ri-sparmiare su alcune cose non in-dispensabili (sms, snack, gelati) edi mettere da parte le mance diS. Lucia, Natale, Cresima. Ci stiamo impegnando sempredi più a seguire quest’iniziativa,con la speranza di arrivare algiorno della partenza con un bel“bottino”messo da parte. Abbia-

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SCUOLA MEDIA DI FUMANE

Gita a Dublino e Londra

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mo anche concordato con geni-tori, zii e parenti vari, qualche la-voretto (riordino della camera,baby-sitter, lavaggio rapido auto)dietro meritato compenso.Anche noi, alunni della 3C ab-biamo avviato la stessa iniziativae con il medesimo impegno. Lanostra meta sarà Dublino.Abbiamo concretizzato che 1ecorrisponde a: 6 sms, 1 pallinadi gelato, 1 giro in giostra, 1snack, 1 penna colorata. Quindiabbiamo capito l’inutilità di certenostre spese e l’importanza diimpiegare i nostri risparmi e inostri guadagni per un bel viag-gio che ci arricchisce come per-sone e come studenti.La 3C e la 3D intendono conti-nuare con questa iniziativa an-che al ritorno dalla gita, magariper utilizzare i risparmi a favoredella scuola dell’Angola o altre i-niziative simili.

Silvia, Irene, Stella, Paolo,Mirko, Fabiana, Alessandra,

Camilla, Serena

Dublino chiamaSì, noi alunni della terza C, an-dremo proprio a Dublino. Sono già due mesi che ci stiamopreparando per questo attesomomento.La professoressa Savina Mene-ghelli ha dedicato l’ultima ora delsabato per la preparazione, cheabbiamo chiamato “Educazioneal viaggio, Educazione all’Euro-pa”. Ci siamo divisi in quattro/cinque gruppi e abbiamo comin-ciato a fare cartelloni riguardantile cose più importanti di questameravigliosa città e della culturaIrlandese.Abbiamo anche un quaderno incui scriviamo le cose necessarieper diventare “bravi viaggiatori”.Prima fra tutte: la curiosità di co-noscere. Siamo molto contentiper questa opportunità che ci è

stata offerta, perché il viaggionon sarà solo un divertimento,ma anche un’occasione di cre-scita umana e culturale.Per molti sarà la prima volta inaereo (che emozione!), per altrisarà addirittura la prima volta al-l’estero (che occasione!).L’entusiasmo che abbiamo inquesto momento è grande; ognigiorno contiamo quanto mancae, se tutto procederà come pre-visto, sarà una vacanza indimen-ticabile!

Alice e Linda

Londra rispondeDa quando abbiamo visto con-cretizzarsi il desiderio di andare aLondra dedichiamo un’ora lasettimana alla preparazione.Le professoresse Savina e Anna-maria ci spiegano le norme perviaggiare sicuri all’estero, tra cuila documentazione necessaria, ilcomportamento in un aeroportoe in aeroplano, gli usi e i costu-mi anglosassoni, le nuove nor-me UE sul bagaglio a mano(27.10.2006). Non vediamo l’o-ra che arrivi questo momentoperché vediamo sempre più vici-na la partenza!Abbiamo scritto sulla lavagna inalto a destra un numero specia-le: il numero dei giorni che man-cano alla partenza (05.03.2007)e lo aggiorniamo ogni mattina.Oggi leggiamo -105!!

Michele, Camilla, Gregorio,Stefania, Ilaria

Dublino e gli U2Quest’anno con la mia classe fa-remo una gita a Dublino, la ca-pitale dell’Irlanda, accompagnatidalla prof. Savina Meneghelli eda Mr. Tweedie.Sono molto contento di andarci,perché è una capitale europea,ma soprattutto perché Dublino èla casa degli “U2”, la rock band

più famosa di Dublino e una del-le più apprezzate al mondo.Molte di queste band guadagna-no denaro da distribuire fra arti-sti; gli “U2”, invece, il denaro lousano per beneficenza, in colla-borazione con i Green Day, perricostruire il cuore musicale diNew Orleans, dopo la devasta-zione dell’anno scorso dovuta al-l’uragano Katrina.Sono molto contento, così pos-so saperne di più su una rockband famosissima (da alcuni me-si io suono il basso in una menofamosa rock band)….e magaripotrò anche vederli!

Mattia

Kevin-Londra e lo speaker’scornerAppena mi hanno dato la con-ferma che si andava a Londra,mi si sono illuminati gli occhi e ilcuore. Il mio sogno è semprestato quello di andare in Inghil-terra, e finalmente si esaudirà.Potrò andare a visitare moltemeraviglie, fra queste HydePark, con lo speaker’s cornerdove, chiunque abbia un argo-mento che gli sta a cuore, puòparlarne liberamente a un pub-blico occasionale.La prof Savina Meneghelli ci haproposto di approfittarne per unbreve discorso in inglese. Il pub-blico già ci sarebbe! (il nostrogruppo classe).A me piacerebbe molto farlo,perché sarebbe un’esperienzaindimenticabile; vorrei parlarecontro il razzismo, lo sfruttamen-to minorile e ingiustizie varie incui sono coinvolti ragazzi dellanostra età.Mi preparerò un discorso anchecon l’aiuto della prof d’inglese edi Mr Tweedie.Sono già emozionato ma sperodi farcela!

Kevin

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“Mamma ho preso l’aereo” “Mamma ho preso l’aereo” è ilmotto tratto dall’omonimo filmal quale mi sono ispirata perquando andremo in gita nella ca-pitale dell’Irlanda, Dublino.Sarà un’esperienza molto bellaper tutti; sarà la prima volta inaereo: molta agitazione ma an-che tanta felicità! Penso che l’ae-reo sarà accogliente, con un toc-co di allegria da parte della miaclasse e dei prof. L’organizzatri-ce è la prof Savina Meneghelli,insieme a Mr. Tweedie. Sono si-cura che tutto il viaggio sarà ca-ratterizzato da umorismo e gioia.Non vedo l’ora di partire!

Eleonora

A spasso per LondraVogliamo trasmettervi le nostreemozioni e il nostro entusiasmonel progettare la gita più impor-tante del nostro triennio… An-diamo a Londra!!!Documentandoci con un dvd, ri-cerche e con l’aiuto della prof.s-sa Savina Meneghelli ci siamoentusiasmati sempre più.Siamo molto curiosi di vedere,tutti noi insieme, le attrazioni diLondra come: il Tamigi, il Meri-diano di Greenwich, il Big Ben ele Houses of Parliament, West-

minster Abbey e WestminsterCathedral, una passeggiata inHyde Park, Buckingam Palace eil Cambio della Guardia, Sco-tland Yard, il Tower Bridge, ungiro sul Millennium Eye, il BritishMuseum, una capatina al Museodelle Cere… Fotograferemo, fil-meremo, racconteremo…Stiamo scrivendo alla lavagna igiorni che mancano alla parten-za; oggi leggiamo -103!Non vediamo l’ora di partire!

Matteo, Francesca, Maria Giovanna, Matilde

Incontreremo il fantasma diMolly Malone?“Molly Malone” è l’inno ufficialedi Dublino, affianca l’Inno Nazio-nale “Ireland’s Call”, che salutale gare della Squadra di Rugbydella Repubblica di Irlanda, ed èl’inno ufficiale dei supporter del-le società sportive di Dublino. Danovembre 2006 è anche il no-stro scherzoso inno, preparato-rio alla gita di Dublino.Il brano è dedicato alla figura diuna giovane donna venditrice dipesce del villaggio di Howth, anord di Dublino, morta a causadi una misteriosa febbre.Si dice che il fantasma di MollyMalone si aggiri per la città di

Dublino nelle sere di marzo, inprossimità dell’equinozio.Incontreremo il fantasma di Mol-ly Malone? Speriamo di sì, per-ché, chi lo incontra, acquisisce lacapacità di diventare, col tempo,sempre più affascinante.E questo perché si impara a co-noscere se stessi sempre meglio.Leonardo, Fabio, Gian Maria,

Fabio, Riccardo

Diario di bordoNoi, classe 3D, dal 5 al 10 mar-zo saremo a Londra, capitaledella Gran Bretagna e meta tan-to desiderata dai giovani.Siamo molto entusiasti all’idea dipartire e la gioia cresce di giornoin giorno! Teniamo un “diario dibordo”, che abbiamo iniziato find’ora nella fase “pre-partenza”,con l’aiuto delle prof. Savina Me-neghelli e Anna Maria Calovini.Ci occupiamo degli aspetti geo-grafici, storici, culturali e lingui-stici; inoltre stiamo consolidandoil dialogo in lingua inglese con laprof. Annalisa Zantedeschi e mr.Tweedie. Desideriamo tantoquesto viaggio per vedere un al-tro pezzettino di Europa!Heidi, Giada, Federica, Michela

Lo stesso vale per noi, classe3C, che dal 19 al 22 marzo sa-remo a Dublino, capitale dellaRepubblica d’Irlanda, famosaper la musica, la letteratura, ipub, la birra, gli U2, la squadranazionale di rugby, il Trinity col-lege, il San Patrick festival, Tem-ple bar, Molly Malone.Stiamo rinforzando l’inglese conla prof. Laura Vangelisti e mr.Tweedie. Fin da ottobre, con laprof. Savina, scriviamo sul nostro“diario di bordo” pre-partenza,curiosità e meraviglie di Dublino.Non vediamo l’ora di esserci!

Federico, Lucia, Clara, Nicola, Mattia, Thomas

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I ragazzi delle classi 2A e 2C coni loro insegnanti stanno lavoran-do ad un progetto che ha comeobiettivo lo STAR BENE cioè ilbenessere psicofisico relazionale(chi non conosce il detto “menssana in corpore sano”?)Lo fanno riscoprendo l’utilizzodella bicicletta come mezzo di lo-comozione,come occasione pereducare alla responsabilità, co-me strumento per restare in sa-lute ed essere liberi.Hanno così costituito un circolodella bici, iscritto all’associazione“Amici della bicicletta” con tantodi presidente, segretario, econo-mo, consiglieri e associati chia-mato “Lorenzi byke Team” cheall’interno dell’istituto compren-sivo avrà il compito di:- fare manutenzione al parco bi-ciclette scolastico che si sta co-stituendo,- organizzare in tutti i particolariuscite in bici nei meravigliosi luo-ghi che circondano la scuola enon solo…,- promuovere nelle altre classi laconsapevolezza e la valorizzazio-ne di un mezzo ecologico comela bici,- organizzare convegni e incontricon esperti sull’argomento.In questo momento si sta alle-stendo un parco biciclette cheverranno usate dagli alunni, datutto il personale della scuola ein futuro sarà proposto anche agruppi di persone che visiteran-no la Valpolicella per un turismosostenibile.Appello:Se nei vostri garages ci sono bi-ciclette abbandonate e polverosee volete liberarvene contattate imitici alunni di 2 a-c e portatelea scuola!Il Lorenzi bike Team ringrazia.

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Lorenzi byke Team

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All’inizio di quest’anno scolasti-co a noi ragazzi delle classi terzeè stato proposto di parteciparead un corso facoltativo di ingleseal venerdì pomeriggio. L’obietti-vo del corso è approfondire lenostre conoscenze della linguainglese usando un approccio di-verso da quello del mattino.Durante queste tre ore imparia-mo a conversare meglio in ingle-se, senza, ovviamente, tralascia-re la grammatica, facciamo pic-coli lavori di gruppo, “giochia-mo” con la lingua inglese. Que-sto corso ci permette anche diapprofondire il rapporto tra dinoi: infatti in ogni gruppo ci so-no due o tre alunni per ciascunadelle classi terze e, lavorando in-sieme, ci avviciniamo, anche sesolitamente non ci frequentia-mo. Alla fine di questo corso ilaffronteremo l’esame KET, dellaCambridge University.Noi alunni siamo molto soddi-sfatti di questa opportunità, checi agevolerà il percorso alle su-periori.

Serena, Clara, Camilla

All’inizio dell’anno la nostraScuola ci ha proposto un corsofacoltativo d’inglese avanzato inorario extra-scolastico. Per par-tecipare abbiamo dovuto supe-rare un test d’ingresso. In moltil’hanno fatto, ma solo 18 sonoriusciti a passare; successiva-mente sono stati formati duegruppi di livello, uno di dieci e u-no di otto persone. Il corso si tie-ne il venerdì pomeriggio: il pri-mo gruppo dalle 13.55 alle15.25 ed il secondo dalle 15.25alle 16.55. Ciò che ci ha spinti apartecipare al corso è la passio-ne per l’inglese e la voglia di mi-gliorarlo e approfondirlo, consa-

pevoli che la conoscenza di que-sta lingua è sempre più indi-spensabile. Durante le lezioni ciesercitiamo con la lettura, lacomprensione e l’ascolto (in lin-gua inglese naturalmente) aiu-tandoci con un libro, un quader-no e delle fotocopie. Il nostro o-biettivo per la fine dell’AnnoScolastico è superare l’esame“KET” della Cambridge Univer-sity. Speriamo che il corso con-tinui al meglio, anche perché cidivertiamo molto. Incrociate ledita per noi e forse riusciremo apassare l’esame!Silvia, Matilde, Matteo

Quest’anno la nostra Scuola ciha proposto un laboratorio d’in-glese pomeridiano. Vi sono statiammessi solo quei ragazzi che,avendo una buona padronanzadell’inglese, sono riusciti a supe-rare un test d’ingresso. Lo scopodi questo laboratorio è di per-metterci di migliorare le nostrecapacità linguistiche per potersostenere un esame della Cam-bridge University: il KET (KeyEnglish Test).Questo corso ci entusiasma par-ticolarmente perché non è obbli-gatorio, e tocca a noi deciderese frequentarlo o no, dunque silavora in una dimensione diversae più responsabile. In questo pe-riodo ci stiamo esercitando conla costruzione di dialoghi, permigliorare la nostra capacità dicomunicare con gli altri, e attra-verso testi scritti, da comprende-re o da produrre. Pensiamo chequesto ulteriore impegno sia uninvestimento per un futuro an-che vicino, visto che in primave-ra ci metteremo alla prova con inostri coetanei della Danimarca!

Sophie e Valeria

Improving english learning... in the labOne of the extra-curricular activ-ities our Scuola Media can offer,is, starting from this SchoolYear, a Lab for the improvementof English Learning, with theaim of providing 3rd Mediapupils a basic qualification inEnglish, officially recognized bythe Cambridge University, atLevel A2/KET, in the Council ofEurope’s Common EuropeanFramework of Reference forLanguages.The Lab activity was devised asa means of extending and inte-grating the communicative skillsacquired in the curricularlessons, therefore it was ad-dressed only to motivated pupils,who already have a good com-municative competence in Eng-lish, with reference to their age. They were selected through anentrance test and then dividedinto two groups (8-10 pupilseach) according to their lan-guage abilities and needs. The organization in relatively s-mall groups was necessary toencourage a less formal andmore natural way of working:pupils can discuss the contentand the scope of each topic,simulate real situations, improvetheir vocabulary and examineclosely the language structures,using all four skills (Listening,Reading, Speaking and Writing)in a naturally integrated way,while the gap between languagestudy and language use can begradually bridged. Moreover, atthe end of each topic, they canhave feedback about theirprogress through sample tests,so that they become responsiblefor their own learning, while theteacher acts as co-ordinator and“facilitator” or consultant. The success of such a devised

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Laboratorio di inglese

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activity depends first of all on agood working relationship,which has been pursued sincethe beginning of the Lab, andnow, after two months workingtogether the first great satisfac-tion is the feeling of an estab-lished strong motivation climate,of helpfulness and friendship,where each good mark meansnothing else but a new goalreached!

Annalisa Zantedeschi

Potenziare l’inglese ... in la-boratorioQuest’Anno Scolastico, la nostraScuola Media può offrire, tra leattività extra-curricolari, un La-boratorio per il potenziamentodello studio della lingua inglese,con l’obiettivo di fornire agli a-lunni di terza una qualificata pre-parazione di base, ufficialmentericonosciuta dall’Università diCambridge (Livello A2/KET delQuadro Europeo Comune di Ri-ferimento per le Lingue stabilitodal Consiglio d’Europa). L’attività di Laboratorio è intesacome strumento per estendereed integrare le capacità comuni-cative acquisite attraverso le le-zioni curricolari, pertanto essa èstata rivolta solo ad alunni moti-vati, già in possesso di una buo-na competenza comunicativa inlingua inglese, in riferimento allaloro età. Gli alunni sono stati selezionatimediante un esame di ammissio-ne e, successivamente, suddivisiin due gruppi (ciascuno di 8-10alunni), tenendo conto delle loroabilità e necessità a livello lingui-stico.L’organizzazione a gruppi relati-vamente piccoli rende possibileun metodo di lavoro meno for-male e più naturale: gli alunnipossono discutere in merito aicontenuti ed alle finalità di ogni

argomento, simulare situazionireali, arricchire il proprio lessico,esaminare a fondo le strutturelinguistiche, usando le quattro a-bilità (ascolto, lettura, produzio-ne scritta ed orale) in modo na-turalmente integrato, mentre ildivario tra studio ed uso della lin-gua può gradualmente ridursi. Inoltre gli alunni possono riscon-trare i propri progressi attraver-so esami simulati, alla fine di o-gni argomento, diventando così,essi stessi, responsabili del loroapprendimento, mentre l’inse-

gnante agisce come coordinato-re e “facilitatore” o consulente. Il buon esito di un’attività studia-ta in questi termini dipende inprimo luogo dalla capacità degliallievi di lavorare bene insieme,obiettivo, questo, perseguito sindall’inizio del Laboratorio e, adue mesi dall’avvio dell’attività,la prima grande soddisfazione èil percepire un clima di forte mo-tivazione, di disponibilità all’aiu-to reciproco e di amicizia, doveogni bel voto ha valore solo neitermini di un nuovo traguardoraggiunto!

Why English?It is easy to see English as some-thing of an academic subject,similar in function to geographyor Science or Mathematics, Butthe truth is that English is also afundamental everyday life skillwith many and varied practicaluses. Indeed, the better the spo-ken English, as far as clarity,pronunciation, vocabulary andthe confidence to apply thesefactors are concerned, the moredoors will open for the speaker,both in employment and socialsituations.In the course of Mr Tweedies’lessons he instils within the stu-dent the desire to communicatewith the world at large by ex-plaining the benefits of being aproficient English speaker interms that the student can plain-ly understand. This is achieved by basing the les-sons around the expression of o-pinion, debating skills (agree-ment, Disagreement) preferen-ces, general courtesy, travel En-glish and common etiquettewithin the framework of the stu-dents’ understanding using a-mong other things, humour, mo-ral dilemmas and situation enact-ment.

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Vincitori corsa campestre

d’istituto del 7 ottobre 2006

Classificati per la corsa campe-stre (fase provinciale) dei giochidella gioventù del 14 dicembre

- categoria Ragazze classi prime1. Aldrighetti Elisa (1A)2. Pasetto Sara (1A)3. Fasoli Silvia (1B)4. Aldrighetti Sara (1A)5. Marchesini Sofia (1B)

- categoria Ragazzi classi prime1. Borghi Amerigo (1A)2. Carli Giacomo (1A)3. Bellorti Alessandro (1B)4. De Giuli Lorenzo (1A)5. Marchesini Francesco (1C)

- categoria Cadette classi seconde-terze1. Falleri Fabiana (3C)2. Peretti Beatrice (2C)3. Mignolli Jasmine (3B)4. Tommasi Valentina (3B)5. Fasani Arianna (2A)

- categoria Cadetti classi seconde-terze1. Mascanzoni Mattia (3C)2. Valicella Michael (3B)3. Ortombina Gregorio (3D)4. Cottini Fabio (3C)5. Lonardi Simone (3B)

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When teaching curriculum En-glish we are all, as teachers frus-trated by the lack of time devo-ted to spoken English as a factorin large classes solely due to con-centrating, quite rightly, on thegrammatical elements and theother principal criteria thatmake up the whole Englishlearning experience (writing,reading, listening). These are allabsolutely essential of course,but, it is also essential that the student has the chance to putthese acquired skills into action,face to face over longer periodsin order to gain a confidentfoothold within the language. As we all know, due to techno-logical advances, the world isgetting smaller and the potentialfor travel, business and com-merce in the English speakingworld is burgeoning.Italy’s future “bright youngthings” will need to be more andmore adept at gaining access tothis very competitive sector, soonce again it is important for thestudent to be able to first listtheir knowledge of English as apositive skill when applying forpositions, and then have the a-bility to deal confidently and as-tutely with all that the job entails.

Prof. Daniel Charles Tweedie

Perché linglese?E facile vedere l’inglese come u-na materia scolastica simile allageografia o alle scienze o allamatematica, ma la verità è chel’inglese è anche un’abilità fon-damentale nella vita di tutti igiorni con molti e diversi usi pra-tici. In effetti se si parla inglesecon chiarezza e sicurezza unmaggior numero di porte si apri-ranno sia per quanto riguardal’impiego, che nelle situazionisociali.

Nel corso delle lezioni Mr Twee-die istilla negli studenti il deside-rio di comunicare con il mondonel suo insieme spiegando i be-nefici di diventare abile nel par-lare inglese così che gli studentipossano capire chiaramente.Questo si raggiunge basando lelezioni sul modo di esprimere o-pinioni, sull’abilità di parlare dicose in cui si è o meno d’accor-do, sulle preferenze, sulla corte-sia in genere, sul viaggio in In-ghilterra e sul modo di compor-tarsi usando tra le altre cose l’u-morismo e mettendo in praticale varie situazioni. Quando si insegna l’inglese noitutti siamo frustrati dalla man-canza di tempo dedicato all’in-glese parlato a causa di classi nu-merose o perché ci si concentrasulla grammatica o negli altri cri-teri principali che costituisconotutta l’esperienza dell’apprendi-mento: la scrittura, la lettura e

l’ascolto. Questi sono assolutamente tuttielementi fondamentali natural-mente, ma è anche essenzialeche lo studente abbia l’opportu-nità di usare queste abilità perparlare. Come noi tutti sappiamo, a cau-sa dei miglioramenti tecnologici,il mondo diventa sempre più pic-colo e la possibilità di viaggiare,gli affari e il commercio nelmondo di lingua inglese sono increscita. Il futuro giovane italiano avrà bi-sogno di essere sempre più e-sperto nell’accedere a questosettore molto competitivo, cosìancora una volta è importanteper gli studenti essere in grado didichiarare la loro conoscenzadell’inglese come un’abilità posi-tiva anche quando fanno do-manda di lavoro.

Traduzione: Chiara e MatteoTrascrizione: Michael

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27 settembre: Bus and byke Pe-schiera-Mantova 2a-2c

7 ottobre: Corsa campestre fased’istituto campo sportivo comu-nale

Ottobre-dicembre: Corsi di nuo-to primo turno classi 1a-3a-3c

28 ottobre: Torneo pallabaseclassi prime in sede

14 dicembre: Corsa campestrefase provinciale San Martino B.

22 dicembre: Finale torneo dibasket di Natale in sede

Gennaio: Corso di rugby in sede

Gennaio-maggio: Corsi di nuo-to secondo turno classi 1b-1c-2a-2b-2c

Febbraio: Inizio giochi studente-schi di pallatamburello e amiche-vole pallatamburello Fumane-Sant’Anna

31 marzo: Giornata ecologicaaprile- maggio: Bus and bike da-ta da destinarsi

2 maggio: Fuoriclasse cup finaleVerona

5 maggio: trofeo basket Don Di-lani nella sede del Don Mazza

23 maggio: Trofeo Baldo-Gardaatletica Caprino

1 giugno: Torneo calcetto in se-de

9 giugno: Festa scuola sport

Impegni sportivi anno scolastico 2006-2007

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- Allora? Ti è piaciuto lo spetta-colo? - Mi dispiace, non sono potutovenire, non puoi neanche imma-ginare quanto mi sia dispiaciuto.Come è stato?...- A sentire gli spettatori sembrasia stato un grande successo, masai com’è, chi sono io per giudi-care la mia performance? - Adesso come minimo devi rac-contarmelo!- Si tratta di una parodia sui piùfamosi romanzi della letteratura.- E cioè?- Ehm, è meglio che ti racconti latrama: tutto inizia con un pezzotratto dal romanzo “La morte diOrlando”, nel quale Orlando vie-ne tradito da un compagno, Ga-no, e cade in un’imboscata. Aquesto punto viene raggiunto daCarlo Magno e Naimes, ma lasua morte è ormai vicina. L’Ar-cangelo Gabriele gli appare percondurlo in paradiso, ma sicco-me l’Orlando non vorrebbe mori-re mai per non abbandonare lascena, l’Arcangelo perde la testatogliendosi il costume di dosso edesprime urlando la sua opinione:il linguaggio usato nello spettaco-lo è troppo complicato e i movi-menti irreali.- Mitico! Mi sarebbe piaciuto ve-derlo.- Andiamo avanti: l’opera trasfor-ma Don Quijote in un donnaiolo,riesce a far innamorare Cyranodi Giulietta e a far dubitare Ro-meo dell’amore di quest’ultima,trasforma l’ippogrifo, con il qua-le vanno sulla luna, in un’astro-nave. Qui riescono ad averel’ampolla con il senno di ognipersonaggio e così, ritornati sullaterra, ridanno ad ogni personag-gio il proprio senno. Alla fine vi-vono tutti felici e contenti, com-

preso l’arcangelo che è assuntocome autore per telenovele.- Forte! ma come siete arrivati atutto ciò?- È stato un lavoro lungo e diffi-cile che però ci ha dato unagrande soddisfazione. Tutto è i-niziato in seconda da una sem-plice proposta del regista, in se-guito un gruppo di noi si è dedi-cato al canovaccio della tramache poi è stata discussa in classe.Ci siamo dedicati a ogni sorta diattività dalla visione di film allalettura di alcune pagine dei ro-manzi. Poi quando le prime pa-gine del copione furono pronte

iniziammo a recitare veramentedapprima con qualche incertezzae interruzione da parte del regi-sta ma poi tutto si è risolto per ilmeglio grazie all’aiuto fornitocidai professori e soprattutto dalregista.- Lo spettacolo, da quanto mi hairaccontato, è stato fantastico, mala preparazione un po’ meno!- Comunque credo che, per tuafortuna, lo spettacolo verrà ripe-tuto anche a Valgatara.- Fantastico! Questo non me lovoglio perdere.- Ok allora ci conto ti cercheròtra il pubblico.- Puoi starne certo…

Alessandro e Giacomo, terza A

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Laboratorio teatrale 2005-2006

Lavare ... l’acqua sporca

Lo scorso mese i ragazzi della classe 3 A hanno avuto la possibilità divisitare l’impianto di depurazione delle acque di scarico, accompagnatidall’arch. Speri, presidente del Consorzio gestione servizi, e dal dott.Venturini, sindaco di Marano. Il depuratore è situato in località Nassar e tratta le acque di fognaturaprovenienti dai comuni di Fumane, S. Pietro, Marano eliminando, conprocessi naturali, le concentrazioni inquinanti. I tecnici che gestisconol’impianto hanno spiegato le varie fasi del trattamento con chiarezza. L’idea è semplice: affidare a milioni di microrganismi, chiamati fanghi, ilcompito di inghiottire tutti gli agenti inquinanti biodegradabili contenutinei liquami; ma tutto ciò richiede una complessa serie di passaggi chedevono essere monitorati senza interruzioni. A fine trattamento le acque di scarico, completamente depurate, ven-gono immesse nel fiume Adige reinserendole così nel ciclo naturale.

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Regali sotto l’albero

Il fax è illeggibile ma, credeteci, abbiamo vinto 25biciclette.

A sinistra: un semplice biglietto per uno splendidogesto. E la raccolta continua a pieno ritmo.