Oggi devo fermarmi a casa tua! - Parrocchia Santa Maria ... · Oggi devo fermarmi a casa tua! ......

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello Anno XIII - n. 677 - 3 Novembre 2013 - XXXI Domenica Tempo Ordinario Oggi devo fermarmi a casa tua! Gesù Cristo è «il Figlio dell’uomo, venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»: questa è la buona notizia del vangelo odierno, un annuncio di grande consolazione per i poveri peccatori che noi siamo. Un giorno Gesù, in cammino verso Gerusalemme, deve attraversare Gerico: qui abita Zaccheo, un uomo che si è arricchito in modo disonesto grazie al suo mestiere di capo dei pubblicani, di ingiusto esattore delle tasse. Questo peccatore pubblico ha nel cuore un profondo desiderio di conoscere il profeta e maestro Gesù, come mostra il suo comportamento: prima gli corre incontro poi, data la sua bassa statura, sale su un albero di sicomoro per poter superare l’ostacolo della folla e scorgerlo mentre passa. Zaccheo non si vergogna di compiere un gesto sconveniente, di rendersi ridicolo agli occhi altrui: il desiderio che lo abita è più forte di ogni sentimento e scaccia ogni esitazione. Ed ecco che Gesù, sempre attento a ciò che accade intorno a sé e capace di cogliere ciò che brucia nel cuore degli uomini a partire dalle loro azioni (cf. Gv 2,25), precede Zaccheo: posa il suo sguardo su di lui e lo chiama: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». L’altro, meravigliato e stupito che Gesù possa incontrare lui, un pubblico peccatore, un uomo disprezzato in Israele, scende in fretta e lo ospita pieno di gioia. Qui potrebbe finire il racconto, con Gesù che resta a casa di questo pubblicano, risvegliando in lui il desiderio di vita piena, di comunione, di salvezza. Invece, come spesso è accaduto a Gesù, i benpensanti non sopportano la sua libertà e non tollerano che egli si rivolga di preferenza ai peccatori manifesti, narrando così il desiderio di Dio di «salvare tutti gli uomini» (cf. 1Tm 2,4), a partire proprio da quelli additati come «perduti» (cf. Lc 15). Più volte nel vangelo secondo Luca Gesù è disprezzato dagli uomini religiosi, che mormorano per il suo sedere a tavola con i peccatori (cf. Lc 5,30; 15,2), che lo definiscono «un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori» (Lc 7,34). Qui l’evangelista registra addirittura una condanna generalizzata: « Tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”»… La prima reazione a tale giudizio è quella di Zaccheo, che esclama con risolutezza: « Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Zaccheo mostra che l’incontro con Gesù ha causato in lui la conversione, un cambiamento radicale, ed ecco lo dice: si impegna a compiere un gesto concretissimo che riguarda proprio le sue ricchezze, per le quali si era smarrito nel peccato! È interessante che egli pronunci queste parole rivolgendosi al Signore Gesù: coloro che sono così ciechi da non riconoscersi peccatori continuino pure a disprezzarlo, ma egli non si cura di loro, perché ha ormai deciso di rispondere all’appello del Signore e di far discendere le sue azioni dalla comunione con lui. Lo sguardo amante del Signore spinge Zaccheo a mutare il suo stesso sguardo, a vedere negli altri uomini non un occasione di guadagno, ma persone vittime della sua ingiustizia, alle quali egli deve restituire il maltolto; non solo, ma egli vuole condividere i suoi beni con i poveri. Udite queste parole, Gesù le commenta con un’affermazione straordinaria, indirizzata a tutti i presenti: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo». Egli sa vedere un uomo e un figlio di Abramo dove gli altri vedono solo un

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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello

Anno XIII - n. 677 - 3 Novembre 2013 - XXXI Domenica Tempo Ordinario

Oggi devo fermarmi a casa tua! Gesù Cristo è «il Figlio dell’uomo, venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»: questa è la buona notizia del vangelo odierno, un annuncio di grande consolazione per i poveri peccatori che noi siamo. Un giorno Gesù, in cammino verso Gerusalemme, deve attraversare Gerico: qui abita Zaccheo, un uomo che si è arricchito in modo disonesto grazie al suo mestiere di capo dei pubblicani, di ingiusto esattore delle tasse. Questo peccatore pubblico ha nel cuore un profondo desiderio di conoscere il profeta e maestro Gesù, come mostra il suo comportamento: prima gli corre incontro poi, data la sua bassa statura, sale su un albero di sicomoro per poter superare l’ostacolo della folla e scorgerlo mentre passa. Zaccheo non si vergogna di compiere un gesto sconveniente, di rendersi ridicolo agli occhi altrui: il desiderio che lo abita è più forte di ogni sentimento e scaccia ogni esitazione. Ed ecco che Gesù, sempre attento a ciò che accade intorno a sé e capace di cogliere ciò che brucia nel cuore degli uomini a partire dalle loro azioni (cf. Gv 2,25), precede Zaccheo: posa il suo sguardo su di lui e lo chiama: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». L’altro, meravigliato e stupito che Gesù possa incontrare lui, un pubblico peccatore, un uomo disprezzato in Israele, scende in fretta e lo ospita pieno di gioia. Qui potrebbe finire il racconto, con Gesù che resta a casa di questo pubblicano, risvegliando in lui il desiderio di vita piena, di comunione, di salvezza. Invece, come spesso è accaduto a Gesù, i benpensanti non sopportano la sua libertà e non tollerano che egli si rivolga di preferenza ai peccatori manifesti, narrando così il desiderio di Dio di «salvare tutti gli uomini» (cf. 1Tm 2,4), a partire proprio da quelli additati come «perduti» (cf. Lc 15). Più volte nel vangelo secondo Luca Gesù è disprezzato dagli uomini religiosi, che mormorano per il suo sedere a tavola con i peccatori (cf. Lc 5,30; 15,2), che lo definiscono «un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori» (Lc 7,34). Qui l’evangelista registra addirittura una condanna generalizzata: «Tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”»… La prima reazione a tale giudizio è quella di Zaccheo, che esclama con risolutezza: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Zaccheo mostra che l’incontro con Gesù ha causato in lui la conversione, un cambiamento radicale, ed ecco lo dice: si impegna a compiere un gesto concretissimo che riguarda proprio le sue ricchezze, per le quali si era smarrito nel peccato! È interessante che egli pronunci queste parole rivolgendosi al Signore Gesù: coloro che sono così ciechi da non riconoscersi peccatori continuino pure a disprezzarlo, ma egli non si cura di loro, perché ha ormai deciso di rispondere all’appello del Signore e di far discendere le sue azioni dalla comunione con lui. Lo sguardo amante del Signore spinge Zaccheo a mutare il suo stesso sguardo, a vedere negli altri uomini non un occasione di guadagno, ma persone vittime della sua ingiustizia, alle quali egli deve restituire il maltolto; non solo, ma egli vuole condividere i suoi beni con i poveri. Udite queste parole, Gesù le commenta con un’affermazione straordinaria, indirizzata a tutti i presenti: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo». Egli sa vedere un uomo e un figlio di Abramo dove gli altri vedono solo un

peccatore, e a quest’uomo offre la salvezza. Ora, se è vero che la massima esperienza di salvezza che possiamo fare qui sulla terra consiste nella remissione dei peccati, come la chiesa canta ogni mattina nel Benedictus (cf. Lc 1,77), lo è altrettanto che lungo tutta la sua esistenza Gesù ha donato la salvezza di Dio alle persone che incontrava mediante la com-passione del loro preciso peccato, del bisogno particolare che le segnava: in questo modo Gesù ha manifestato che la storia di salvezza, quel grande disegno di Dio compiuto attraverso la sua vita, morte e resurrezione, passa attraverso la salvezza delle storie personali e relazionali di ogni singolo essere umano. Come è entrata quel giorno nella casa di Zaccheo, così la salvezza portata dal Signore Gesù può entrare ogni giorno nelle nostre case. Il Signore ci chiede solo di aprire gli occhi e gli orecchi del nostro cuore all’annuncio che ha la forza di convertire le nostre vite: egli «è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Davvero ciascuno di noi dovrebbe confessare insieme a Paolo: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io» (1Tm 1,15)!

Il Sicomoro

Eternamente continuo a salire sul sicomoro cieco viatore lontano da Dio. Mi affardellano lungo il cammino le mille vanità del mondo che mi impediscono il passo verso la primigenia Meta che ormai più non vedo.

E con grande fatica salgo... la vista impedita dalle squame della mia miseria, i sensi ottusi dalla mia consolidata insensibilità, con il desiderio e la fame nel cuore di quel fango che Tu, Padre e Fratello, amante di quell'umanità, condivisa nella carne all'alba del Natale, ancora una volta, passando, porrai pietoso sui miei occhi, immeritevoli e irriconoscenti.

La famiglia che prega, custodisce la fede e vive la gioia

“Un giovane, convertito di recente, chiese a un anziano:

- Abba, adesso dovrò rinunciare completamente al mondo? - Non temere – gli disse l’anziano. – Se la tua vita sarà

realmente cristiana, sarà il mondo che rinuncerà subito a te.”

La famiglia che prega, custodisce la

fede e vive la gioia

Omelia di Papa Francesco pronunciata durante la Santa Messa per la Giornata della Famiglia, tenutasi domenica 27 ottobre 2013 sul Sagrato della Basilica Vaticana, in occasione dell'Anno della Fede.

Le Letture di questa domenica ci invitano a meditare su alcune caratteristiche fondamentali della famiglia cristiana. 1. La prima: la famiglia che prega. Il brano del Vangelo mette in evidenza due modi di pregare, uno falso – quello del fariseo – e l’altro autentico – quello del pubblicano. Il fariseo incarna un atteggiamento che non esprime il rendimento di grazie a Dio per i suoi benefici e la sua misericordia, ma piuttosto soddisfazione di sé. Il fariseo si sente giusto, si sente a posto, si pavoneggia di questo e giudica gli altri dall’alto del suo piedestallo. Il pubblicano, al contrario, non moltiplica le parole. La sua preghiera è umile, sobria, pervasa dalla consapevolezza della propria indegnità, delle proprie miserie: quest’uomo davvero si riconosce bisognoso del perdono di Dio, della misericordia di Dio. Quella del pubblicano è la preghiera del povero, è la preghiera gradita a Dio che, come dice la prima Lettura, «arriva fino alle nubi» (Sir 35,20), mentre quella del fariseo è appesantita dalla zavorra della vanità. Alla luce di questa Parola, vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi. Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera è sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia … Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il “Padre nostro”, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera. 2. La seconda Lettura ci suggerisce un altro spunto: la famiglia custodisce la fede. L’apostolo Paolo, al tramonto della sua vita, fa un bilancio fondamentale, e dice: «Ho conservato la fede» (2 Tm 4,7). Ma come l’ha conservata? Non in una cassaforte! Non l’ha nascosta sottoterra, come

quel servo un po’ pigro. San Paolo paragona la sua vita a una battaglia e a una corsa. Ha conservato la fede perché non si è limitato a difenderla, ma l’ha annunciata, irradiata, l’ha portata lontano. Si è opposto decisamente a quanti volevano conservare, “imbalsamare” il messaggio di Cristo nei confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, è andato in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da culture diverse, ha parlato francamente senza paura. San Paolo ha conservato la fede perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive. Anche qui, possiamo chiedere: in che modo noi, in famiglia, custodiamo la nostra fede? La teniamo per noi, nella nostra famiglia, come un bene privato, come un conto in banca, o sappiamo condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri? Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso “di corsa”, molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa” può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia e mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni. 3. E un ultimo aspetto ricaviamo dalla Parola di Dio: la famiglia che vive la gioia. Nel Salmo responsoriale si trova questa espressione: «i poveri ascoltino e si rallegrino» (33/34,3). Tutto questo Salmo è un inno al Signore, sorgente di gioia e di pace. E qual è il motivo di questo rallegrarsi? E’ questo: il Signore è vicino, ascolta il grido degli umili e li libera dal male. Lo scriveva ancora san Paolo: «Siate sempre lieti … il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). Eh … a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh,date voi la risposta. Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente. Solo Dio sa creare l’armonia delle differenze. Se manca l’amore di Dio, anche la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società. Care famiglie, vivete sempre con fede e semplicità, come la santa Famiglia di Nazaret. La gioia e la pace del Signore siano sempre con voi!

Gesù, Maria e Giuseppe a voi, Santa Famiglia di Nazareth, oggi, volgiamo lo sguardo con ammirazione e confidenza; in voi contempliamo la bellezza della comunione nell’amore vero; a voi raccomandiamo tutte le nostre famiglie, perché si rinnovino in esse le meraviglie della grazia. Santa Famiglia di Nazareth, scuola attraente del santo Vangelo: insegnaci a imitare le tue virtù con una saggia disciplina spirituale, donaci lo sguardo limpido che sa riconoscere l’opera della Provvidenza nelle realtà quotidiane della vita. Santa Famiglia di Nazareth, custode fedele del mistero della salvezza: fa’ rinascere in noi la stima del silenzio,

rendi le nostre famiglie cenacoli di preghiera e trasformale in piccole Chiese domestiche, rinnova il desiderio della santità, sostieni la nobile fatica del lavoro, dell’educazione, dell’ascolto, della reciproca comprensione e del perdono. Santa Famiglia di Nazareth, ridesta nella nostra società la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, bene inestimabile e insostituibile. Ogni famiglia sia dimora accogliente di bontà e di pace per i bambini e per gli anziani, per chi è malato e solo, per chi è povero e bisognoso. Gesù, Maria e Giuseppe voi con fiducia preghiamo, a voi con gioia ci affidiamo.

XXXI domenica per Annum C

Antifona d'ingresso Non abbandonarmi, Signore mio Dio,

da me non stare lontano; vieni presto in mio aiuto,

Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23) Colletta Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che camminiamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure: O Dio, che nel tuo Figlio sei venuto a cercare e a salvare chi era perduto, rendici degni della tua chiamata: porta a compimento ogni nostra volontà di bene, perché sappiamo accoglierti con gioia nella nostra casa per condividere i beni della terra e del cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 11,22-12,2) Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.

Dal libro della Sapienza Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza? Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)

Rit: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore. O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza. Fedele è il Signore in tutte le sue parole e buono in tutte le sue opere. Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto.

SECONDA LETTURA (2Ts 1,11-2,2) Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo. Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Canto al Vangelo (Gv 3,16) Alleluia, alleluia.

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna. Alleluia.

VANGELO (Lc 19,1-10) Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

+ Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché

anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

PREGHIERA DEI FEDELI

Il Signore non ci rifiuta mai. Anche quando abbiamo l’impressione di averla fatta troppo grossa c’è sempre un buon motivo per rivolgerci a lui senza paura: egli ci ama. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, fermati oggi nella nostra casa.

• Perché riusciamo ad aver cura del mondo che ci hai affidato così come tu hai cura di noi. Preghiamo. • Perché capiamo che la vera forza non risiede nel rifiuto dall’altro, ma nel rifiuto della sua condanna. Preghiamo. • Perché sappiamo che qui ed ora è il momento in cui siamo chiamati a dirti di sì o di no. Preghiamo. • Perché il tuo amore sia sempre una fonte d’ispirazione per realizzare opere nuove nel tuo nome. Preghiamo.

O Padre, le tentazioni opposte di sentirci definitivamente perduti o definitivamente giustificati ci impediscono di ricercare il tuo volto. Aiutaci a coltivare un rapporto sempre nuovo con te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Preghiera sulle offerte Questo sacrificio che la Chiesa ti offre, Signore, salga a te come offerta pura e santa, e ottenga a noi la pienezza della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione Tu mi indichi il sentiero della vita, Signore,

gioia piena nella tua presenza. (Sal 16,11)

Preghiera dopo la comunione Continua in noi, o Dio, la tua opera di salvezza, perché i sacramenti che ci nutrono in questa vita ci preparino a ricevere i beni promessi. Per Cristo nostro Signore.

"Bisogna che l’anima spezzi tutti i legami

che la uniscono alle cose finite per scoprire

l’infinito, che si distacchi dall’apparenza per

trovare l’essere, e dall’io per trovare Dio".

Louis Lavelle

Sabato 26 ottobre

Ingresso a Balbiano

Parrocchia S. Giacomo

Domenica 27

Ottobre

Ingresso a Colturano

Parrocchia S.

Antonino M. e

processione del Santo

Patrono

Ciao don Bernardo,

grazie a te e alla comunità di Santa Maria Domenica Mazzarello per essere venuti così

numerosi e gioisi al mio ingresso come parroco;

grazie per la condivisione nella preghiera e per i doni che ancora avete voluto farmi!!!tutti

molto graditi!!! Sono state due giornate molto intense e la vostra presenza mi ha dato

forza per iniziare questa nuova pagine della mia vita di prete!

Devo dire che l'indomani gli stessi parrocchiani di Balbiano Colturano mi hanno chiesto

di voi.. ma sono stati contenti? gli è piaciuto tutto? ma quando ritornano? anche.. ma

quando andiamo a trovarli?? beh devo dire che è già nato un feeling che dobbiamo

coltivare!!! Preparatevi che questi freddi nordisti.. scendono!!!

grazie ancora a tutti e ciascuno, vi porto nel cuore e nella preghiera..

e se vi va seguitemi su quartacampana.it a presto, vi abbraccio!!

don Andrea

(Le preghiere di questa pagina possono recitarsi per il suffragio delle

anime di tutti i fedeli Defunti)

Padre, apri loro la porta, la porta del tuo cielo, la porta del tuo cuore;

a tutti i tuoi figli saliti da te apri la porta della felicità. Padre, apri loro la porta,

poiché a chi bussa con perseveranza hai promesso d'aprire; e chiunque domanda è sicuro di ricevere.

Padre, apri loro la tua casa, tu che vuoi riempirla di tutti

quelli che ami e far loro gustare la gioia di vivere insieme nella tua intimità. Ammettili al banchetto che per loro hai preparato

fin dall'eternità, perché possano festeggiare le nozze di tuo Figlio con l'umanità. Padre, accoglili nella tua casa

Preghiera per i nostri cari defunti

Padre Santo, da sempre e per sempre tu sei nel tuo regno di luce; ascolta la nostra

famiglia riunita nel ricordo dei propri cari

che l'hanno preceduta nelle vicende del tempo. Ti rendiamo grazie per i valori di fede e di umanità che ci hanno trasmesso con le parole e le opere.

Accoglili nella tua gioia e concedi a noi di custodire e trasmettere

le loro testimonianze e i loro valori.

L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua,

riposino in pace. Amen.

Sabato 9 novembre presso il supermercato Pewex

il centro di accoglienza CIRENE organizza

una raccolta di generi alimentari

per i bisognosi della parrocchia.. Se vuoi renderti disponibile per aiutare nella raccolta

dai il suo nome alla segreteria

parrocchiale.. Ringraziamo fin d’ora quanti ci

aiuteranno con la loro generosità.. Grazie!!!

GIORNO APPUNTAMENTO DELLA SETTIMANA..

DOMENICA 3

XXXI TEMPO ORD.

h. 10 Lasciate che i piccoli vengano a me. Incontro di prima

catechesi per i bambini da 3 a 7 anni.

Per il ponte dei Santi la catechesi é sospesa.

Per i ragazzi che restano in città dopo la Messa delle 10:

"piccolo laboratorio sulla Messa"

LUNEDÌ 4 h. 17,15 Gruppo di preghiera Padre Pio: S. Rosario e S. Messa

h. 18,30 Gruppo di preghiera Carismatica "Gesù Risorto"

MARTEDÌ 5 h. 16,45 catechesi Io sono con Voi (secondo anno Comun.)

h. 16,45 catechesi Io sono con Voi (I° Comunioni)

MERCOLEDÌ 6

h. 9 e 18,45 Lectio Divina sulla Parola della Domenica

h. 15,30 Gruppo "Madre Mazzarello" laboratorio cucito

h. 16,45 catechesi Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

GIOVEDÌ 7 h. 18,30 Adorazione Eucaristica

VENERDÌ 8 h. 17 Gruppo Cirene - accoglienza ai poveri

h. 21 Prove di canto Schola Cantorum

h. 21 Corso di preparazione al Matrimonio cristiano

SABATO 9

h. 15,30 Prima Confessione II° Comunione (gruppo Martedì)

h. 15 Gruppo Scout fino alle 17,30

DOMENICA 10

XXXII DOM.

TEMPO ORD.

h. 10 Lasciate che i piccoli vengano a me. Incontro di prima catechesi

per i bambini da 3 a 7 anni.

h. 10,15 catechesi per Sarete miei Testimoni II e III (II e III Cresima)

h. 11,30 catechesi FAMILIARE Sarete Miei Testimoni 1 (primo Cres.)

h. 11,30 catechesi FAMILIARE Io sono con Voi (I Comun.)

h. 15,30 Prima Confessione II° Comunione (gruppo Domenica)

PIAZZA SALVATORE GALGANO, 100 - 00173 ROMA TELEFONO 06.72.17.687 FAX 06.72.17.308

E MAIL : [email protected] - [email protected]

È ONLINE IL NUOVO SITO PARROCCHIALE www.santamariadomenicamazzarello.it

LA DOMENICA LA MESSA FESTIVA È H. 10, H. 12 H. 18 IL SABATO LA MESSA FESTIVA È ALLE H. 18

NEI GIORNI FERIALI LA MESSA È ALLE H. 8,30 H. 18 CONFESSIONI: MEZZ’ORA PRIMA DELLA MESSA

Segreteria: da lunedì a venerdì dalle h. 17 alle h. 19,30