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1 O.G.A.P. Formazione Consulenza Sviluppo Brad Holland “Laughing man” da Illustrators 42 I BISOGNI FORMATIVI DEL SETTORE SOCIO – EDUCATIVO Settembre 2010 A cura di Dr. Riccardo Del Carlo

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O.G.A.P. Formazione Consulenza

Sviluppo

Brad Holland “Laughing man” da Illustrators 42

I BISOGNI FORMATIVI

DEL SETTORE SOCIO – EDUCATIVO

Settembre 2010

A cura di Dr. Riccardo Del Carlo

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SOMMARIO

1. Introduzione 1.1 Il perché di questa ricerca .

2. I bisogni formativi 2.1 Settore socio - educativo

2.3 Massa -Carrara 3. La costruzione del dispositivo per la rilevazione dei dati

3.1 L’intervista strutturata 3.2 Il questionario

4. Analisi dei dati 4.1 Istogrammi 4.2 Diagrammi

5. Conclusioni

5.1 I bisogni formativi legati allo sviluppo delle competenze tecnico professionali

5.2 I bisogni formativi legati allo sviluppo delle competenze chiave

Bibliografia

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INTRODUZIONE

1.1 Il perché di questa ricerca

L’agenzia attraverso i suoi esperti realizza periodicamente un’ analisi dei

bisogni formativi delle realtà aziendali esistenti sul territorio al fine di programmare

interventi di formazione “dando la parola e prestando ascolto” alle esigenze

realmente osservate nel tessuto produttivo locale.

La rilevazione dei bisogni formativi degli ultimi anni è stata indirizzata ai

settori scio educativi e al settore socio sanitario, quali settori importanti

dell’economia della Regione Toscana e particolarmente importanti per la Provincia

di Massa Carrara.

Conoscere l’opinione dei professionisti delle Aziende sui contenuti e sugli

obiettivi della formazione è una componente necessaria per ogni pianificazione

formativa, in quanto permette all’agenzia di individuare le tematiche di

miglioramento della qualità e della formazione/aggiornamento, che possono essere

specifiche di un determinato settore, di un determinato servizio o di alcune categorie

professionali.

Inoltre, una periodica e costante analisi dei bisogni formativi contribuisce a

stabilire un dialogo permanente tra “mondo del lavoro” ed operatori della

formazione sulle tematiche e sulle modalità organizzative della formazione

permanente e delle politiche mirate all’incremento dell’occupazione ed allo sviluppo

locale.

La metodologia adottata nell’analisi dei bisogni formativi è di impronta

qualitativa, quindi sensibile alla dimensione individuale e soggettiva.

Lo strumento di rilevazione scelto è stato un questionario, a “risposte chiuse”

per la parte valutativa e un intervista semi strutturata per la parte propositiva,

mirata a far emergere da una parte il grado di interesse, e dall’altra gli argomenti

ritenuti significativi per l’esercizio della professione.

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La somministrazione è stata realizzata mediante visite dirette e/o

somministrazioni telefoniche.

La somministrazione dei questionari, la realizzazione delle interviste semi-

strutturate e la tabulazione dei dati è stata fatta da SARA MARCHI.

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2. I bisogni formativi 2.1 Settore socio - educativo

Per settore socio educativo si intende quella realtà importante che si occupa di quelle fasce a rischio della popolazione della Provincia di Massa- Carrara. È un settore significativo quindi della realtà provinciale soprattutto perché i principali soggetti sono una parte della popolazione particolarmente debole:

• minori, • i dipendenti da droghe e alcol, • gli anziani • i disabili

le realtà organizzative che si occupano del settore vanno dalle cooperative sociali, alle aziende private e alle organizzazione del terzo settore occupando una significativa parte dei lavoratori in funzioni e servizi che vanno dal sanitario all’educativo, dall’organizzazione dei servizi al funzionamento esecutivo degli stessi. La formazione del personale acquista una dimensione di primaria importanza al fine di svolgere efficacemente tali servizi ma anche per poter essere “sul mercato” propositivi e vincenti. I dati che seguono sono tratti dalle pubblicazioni dell’Osservatorio politiche sociali della Provincia di Massa Carrara 2008 “ DEMOGRAFIA, SOCIETÀ, TERRITORIO Verso una lettura integrata del Dossier statistico della Provincia di Massa” e dal “Il volontariato nella provincia di Massa ”

2.3 La Provincia di Massa Carrara

“I Minori Il 14,6% della popolazione (pari a 24.103 unità), ha meno di 18 anni, un’incidenza sostanzialmente in linea con la media provinciale. All’interno della Zona il peso dei minori oscilla da un 16% presso il Comune di Massa fino ad un 12,9% a Carrara. I minori non italiani sono invece 943 e pesano del 3,9% sul totale della fascia minorile un peso decisamente moderato se confrontato con la presenza straniera presso le altre province attigue. Ad ogni modo, risulta difficile fare riferimento ai minori in un quadro d’insieme, e la stessa considerazione vale per le problematiche sociali riguardanti questa fascia della popolazione, le quali solo parzialmente possono essere trattate con una visione unica, data l’ ampia differenziazione dei bisogni e degli interventi riscontrata nelle tre tipologie prima infanzia, infanzia e adolescenza: - Le problematiche relative alla prima infanzia sono per lo più legate a questioni di alternanza casa- lavoro delle donne dopo la nascita di un figlio, nonché all’esistenza di asili nido e servizi integrativi alla prima infanzia disponibili in ogni zona.

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- Le problematiche relative all’infanzia e adolescenza, invece, sono legate prioritariamente alla formulazione di interventi e attività di prevenzione del disagio, quindi legati a progetti di integrazione sociale, percorsi educativi integrativi non formali, momenti di socializzazione residenziali e semi-residenziali, servizi di informagiovani, etc. I Dipendenti da alcol e droghe Al 31 dicembre 2006 erano presenti negli archivi dei vari Ser.T. della Provincia 3.411 nominativi, per il 73,8% maschi e per il 73,3% residenti nelle zone di riferimento delle ASL. Dei 3.411 contatti, 2.084 sono stati presi in carico (pari al 61,1% dei nominativi), per il 76,4% sono maschi. Gli anziani Dai dati demografici del Dossier statistico del 2006 si rileva a livello provinciale un aumento del peso numerico degli anziani: l’invecchiamento della popolazione è una realtà con cui le politiche sociali devono confrontarsi, in quanto le previsioni sulle evoluzioni demografiche richiedono un’inevitabile ripensamento dei sistemi dello Stato sociale in relazione alle nuove sfide che si dovranno affrontare, quali l’estensione della vita lavorativa e la riorganizzazione dei servizi sanitari, assistenziali e previdenziali. Dall’analisi della popolazione residente si apprende che gli anziani88 presenti sul territorio provinciale sono 89.385, di cui 43.865 con più di 75 anni di età; in tutto rappresentano il 23,1% della popolazione totale, una percentuale in tendenziale aumento rispetto ai dati del 2004. A livello di Zona gli anziani costituiscono il 22,9% della popolazione, ma con dati che si differenziano notevolmente da comune a comune anche di otto punti percentuali, mentre nei Comuni più piccoli si registrano percentuali tendenzialmente più elevate rispetto a quelli più grandi, nei quali invece i dati sono assestati su quelli registrati a livello medio zonale e provinciale. La fascia di età prevalente è quella compresa tra i 65 anni e i 74 anni e in tutte le quattro fasce prese in considerazione si evidenzia l’alto grado di femminilizzazione della popolazione anziana, con percentuali che aumentano con il crescere dell’età. La presenza di una quota elevata di popolazione sopra i sessantacinque anni, caratterizzata da una percentuale di donne in tendenziale aumento, merita un’attenta considerazione, perché le sue conseguenze coinvolgono i processi di crescita dell’intera società, viste le problematiche che questa fascia della popolazione si trova ad affrontare: - in ambito sociale: fenomeni di emarginazione ed isolamento legati sia all’uscita dal mondo del lavoro che alla minore propensione a vivere in famiglie di tipo allargato. Le famiglie con più di cinque membri rappresentano solo l’ 1,7% del totale. - in ambito sanitario: l’allungamento della vita, ancor più accentuata nella fascia femminile, comporta inevitabilmente anche un aumento delle malattie che condizionano lo stato di salute fisico e psichico dell’anziano.

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- in ambito economico: questa fascia di età è quella con la più alta percentuale di persone al di sotto della soglia di povertà, soprattutto quando si tratta di donne, in quanto di norma quest’ultime risultano spesso titolari di pensioni sociali o di reversibilità, e quando percepiscono pensioni da lavoro queste di solito risultano avere un importo inferiore rispetto a quelle percepite dagli uomini. Il numero di donne che percepiscono pensioni medio alte si mantiene costantemente al di sotto di quello rappresentato dagli uomini, mentre la fascia femminile cresce nettamente quando si tratta di percepire importi inferiori ai 400 euro. Una condizione derivante sia dalla loro minore presenza sul mercato del lavoro, sia dall’aver ricoperto, quando invece vi sono entrate, posizioni professionali poco qualificate o scarsamente retribuite, sia, infine, per una loro minore scolarizzazione, ma anche e soprattutto per la centralità del ruolo di cura che hanno da sempre ricoperto all’interno della famiglia. Gli anziani che vivono soli sono 15.089 e rappresentano il 39,8% della popolazione anziana. In tutti i Comuni, la percentuale delle donne supera quella degli uomini, e in molti casi il numero delle donne sole è il doppio o addirittura il triplo degli uomini, ma talvolta, come a Pietrasanta, la situazione si ribalta, facendo registrare un numero di uomini soli più alto di quello delle donne; c’è comunque da rilevare che nella fascia di età con più di 75 anni questa situazione non si verifica mai, anzi, in tal caso le donne sole costituiscono in tutti i comuni un’ampia maggioranza. All’interno della coppia anziana, l’uomo è senz’altro quello con minori capacità di essere autonomo e di badare alla conduzione della casa, della famiglia e delle cose di tutti i giorni, ma quando la condizione di solitudine riguarda le donne, come accade nella maggior parte dei casi, questa comporta senz’altro una minore disponibilità economica che non fa altro che evidenziare come la fascia femminile sia quella con maggiori rischi di rimanere al di sotto della soglia di povertà. A fronte delle tematiche su riportate si rileva all’interno della popolazione anziana una molteplicità di situazioni che presuppongono un’articolazione di risposte altrettanto ampia e variegata. Da questo punto di vista occorre precisare che l’attività dei servizi sociali coinvolge sia segmenti problematici come quello degli anziani non autosufficienti e degli autosufficienti non completamente indipendenti, ma contempla anche attività di prevenzione e di promozione finalizzate a favorire livelli sempre più elevati di inclusione ( sostegno economico e di altro tipo alle famiglie, situazione abitativa, ecc.) e di integrazione sociale (promozione alle attività di partecipazione socio-culturale, ricreativa, ecc.). In applicazione al principio di de-istituzionalizzazione, nelle Zone socio-sanitarie, così come accade in altre realtà regionali, si verifica la tendenza a decentrare sempre più i servizi sul territorio, garantendo comunque livelli di sostegno domiciliare e operando per la riattivazione dei legami familiari e sociali. Dai dati statistici, si evidenzia che in questa Zona, a differenza

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delle altre due, dal 2004 al 2006 si è assistito ad una diminuzione, seppur lieve, del numero delle valutazioni di non autosufficienza, passate da 568 a 550, e ad una diminuzione del numero di persone certificate non autosufficienti secondo le patologie prevalenti (demenze senili, Alzheimer, morbo di Parkinson, ictus, ecc.), passate da 485 a 473 nel 2006, mentre non risulta possibile effettuare, per mancanza di dati, un raffronto con gli anni precedenti sul numero degli anziani assistiti tramite A.D.I.89, inserimento in R.S.A.90 o assistenza in centri diurni, e sul numero di interventi assistenziali per anziani non autosufficienti attivi. Riguardo a quest’ultimi possiamo comunque evidenziare come circa 2/3 degli 858 interventi effettuati nel 200, sia stato effettuato a favore di donne, segno sia della forte femminilizzazione della fascia anziana della popolazione, che del fatto che spesso le donne anziane sono afflitte, più frequentemente rispetto agli uomini, da malattie meno letali, ma che nel lungo periodo degenerano in situazioni invalidanti (artrite,artrosi,osteoporosi, ecc.) Il presupposto delle strategie d’intervento per la popolazione anziana deve essere rappresentato dall’esigenza di salvaguardare l’autosufficienza dell’anziano e di operare comunque per il mantenimento dell’anziano nel suo ambiente di vita. In questa prospettiva, i punti chiave della programmazione delle politiche sociali rivolte a questa fascia della popolazione devono certamente essere la promozione del benessere dell’anziano attraverso attività di prevenzione, socializzazione, valorizzazione e cura. Un indirizzo questo che deve essere tenuto nella giusta considerazione anche quando ci si rivolge alla fascia degli anziani non autosufficienti, rispetto ai quali l’obiettivo dovrebbe essere quello di attivare interventi in grado di arrivare a sostenere direttamente la famiglia al fine di preservare la permanenza dell’anziano nel contesto di vita evitando il ricorso all’istituzionalizzazione - Disabili In Provincia i soggetti portatori di handicap sono, al 31 dicembre 2006, 4.673, 1.529 in più rispetto al numero riportato al 31 dicembre 2002 (+48,6%). La maggior parte di questi fa riferimento all’ASL (63,8% pari a 2.980 disabili), l’89,1% è stato accertato93 e il 54,8% è stato accertato in gravità. Vi sono, 1.693 disabili, un numero per il 50% superiore a quello registrato nel 2002 (1.117). Stando ai dati dell’ASL 12, la presenza di soggetti portatori di handicap sembra essere più moderata in questo territorio (sia in senso assoluto che nell’incidenza sul totale della popolazione) e, inoltre, più efficacemente gestita per quanto riguarda gli accertamenti. Risulta, poi, netto il salto effettuato negli accertamenti: al 2002 solo in minima parte erano stati realizzati, mentre già nel 2004, così come nel 2006, sono stati coperti al 100%. Dagli accertamenti realizzati emerge un’incidenza di casi gravi inferiore alla media provinciale (46,7% vs. 54,8% rispettivamente).

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Riportiamo la distribuzione dei disabili sotto due variabili: l’età ed il tipo di handicap: - 4,2 disabili su dieci hanno tra 40 e 64 anni; tre su dieci ne hanno tra 4 e 25; circa un quarto ne ha tra 26 e 39; e circa il 3% si trova nei primi tre anni di vita; - 3,6 disabili su dieci hanno una difficoltà fisica, seguiti da quasi altrettanti (3,3) che subiscono una pluralità di problemi; circa un quarto è disabile sotto il profilo psichico e, infine, circa il 6% subisce un handicap sensoriale. A seconda della fascia di età, si osservano tipologie di handicap prevalenti diverse: - per la prima infanza prevalgono i disabili fisici e i plurihandicap; - per le tre fasce successive (4-18, 19-25 e 26-39) l’handicap prevalente è quello psichico; - per la classe più matura, invece, la maggior parte è disabile sotto il profilo fisico. Il 61,4% dei disabili è beneficiario di qualche attività/intervento realizzati a favore di tale gruppo (pari a 1.040 cittadini), una percentuale al di sopra della media provinciale (54,1%). Si riportano le varie tipologie di attività svolte ed il peso di ciascuna: - poco più di un quarto dei beneficiari degli interventi è stato inserito in strutture educative (269 persone), di cui la maggior parte nella scuola dell’obbligo (176), seguita dalla scuola superiore (61); un’incidenza minore riguarda la formazione o altre strutture educative. Il tutto per una spesa di circa 56.600 euro, finanziati al 100% con fondi extra-bilancio comunale; - più di un quinto ha ricevuto assistenza personale e ausilio all’apprendimento presso la scuola (231 persone). Oltre 700mila euro sono stati spesi nel 2006 per lo svolgimento di entrambe le attività, di cui l’81% proviene dai propri bilanci comunali; - l’inserimento in strutture residenziali/semiresidenziali e RSA occupa il terzo posto sotto il profilo del numero dei beneficiari e coinvolge 158 cittadini disabili. Questa attività, che comprende la quota finanziaria di gran lunga più consistente (65% del totale della spesa sostenuta), è costata 3,2 milioni di euro, di cui per il 60% coperto dai bilanci comunali seguono in importanza, quasi a parità di merito, l’aiuto al trasporto (13,8% dei beneficiari) e gli ausili extrascuola, gli aiuti domestici e personali (13,5%): o quasi 276mila euro sono stati spesi per assistenza al trasporto di cui 48.700 per quello scolastico. Il costo di tale assistenza trova origine nei bilanci comunali per il 72,3%; o per gli ausili extrascuola, gli aiuti domestici e personali sono stati spesi quasi 456mila euro. Mentre l’apprendimento extrascuola è stato coperto al 100% dai bilanci comunali, l’aiuto domestico e gli aiuti personali, invece, hanno visto tale origine nel 74,6% e 66,3% della spesa rispettivamente; - l’inserimento socio-terapeutico o borse lavoro hanno interessato 93 persone (pari all’8,9% del totale dei beneficiari). Questa attività, coperta integramente dai bilanci comunali, ha comportato una spesa quasi 162mila euro; - infine, un’altra attività coperta al 100% dal bilancio comunale riguarda le vacanze stive delle quali hanno usufruito, nel 2006, tre soggetti.” (DEMOGRAFIA, SOCIETÀ,

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TERRITORIO Verso una lettura integrata del Dossier statistico della Provincia di Massa. 2008)

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3. La costruzione del dispositivo per la rilevazione dei dati

3.1 Il questionario

Si è deciso che oltre all’analisi dei dati degli utenti che volontariamente o inviati dai

servizi provinciali facevano riferimento alla A.F. si sarebbe cercato di evidenziare

anche i bisogni formativi delle aziende, per questo è stato costruito un questionario

molto semplice e breve al fine di poter ottenere il maggior numero di risposte.

Sono state scelte dopo aver testato un primo questionario di 10 domande su un

piccolo campione casuale di 5 cooperative sociali le 5 domande definitive tendenti a

verificare i bisogni formativi del settore socio educativo. La somministrazione del

pre-test è avvenuta in febbraio 2010 e la somministrazione finale è avvenuta nel

maggio 2010.

QUESTIONARIO TELEFONICO ANALISI BISOGNI SETTORE SOCIO EDUCATIVO

1. quali figure professionali, la vostra struttura, ha richiesto maggiormente nell’ultimo

anno? (1° scelta , 2° scelta, 3° scelta )

- generico - addetto assistenza di base - operatore socio sanitario (OSS) - infermiere professionale - fisioterapista - animatore di comunità - educatore - pedagogista - psicologo - altro

2. quali figure professionali avrebbero bisogno di maggiore professionalità e maggiori

competenze specifiche? (1° scelta , 2° scelta, 3° scelta ) - generico - addetto assistenza di base - operatore socio sanitario (OSS) - infermiere professionale - fisioterapista - animatore di comunità - educatore - pedagogista - psicologo - altro

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3. quali sono gli ambiti di formazione che andrebbero migliorati nel vostro personale? (1° scelta , 2° scelta,)

- Competenze sanitarie - Competenze educative - Competenze relazionali - Competenze Comunicative

4. Per un reale miglioramento della formazione del vostro personale come pensate debba

essere la formazione ? (1° scelta)

- Durante l’orario di lavoro - Fuori dall’orario di lavoro

5. di quante ore dovrebbe essere l’aggiornamento professionale? (1° scelta )

- Tra le 50ore e le 90 ore - Tra le 90 ore e le 150 ore - Oltre le 150 ore

Il questionario è stato somministrato telefonicamente ad un campione della realtà

massese composto da 14 strutture scelte casualmente operanti in Massa carrara

3.2 L’intervista semi – strutturata

Oltre al questionario di rilevazione dei bisogni formativi per le aziende del settore si è

ritenuto importante anche analizzare i bisogni formativi espressi direttamente dai

soggetti interessati quindi si è costruita una intervista semi strutturata al fine di

evidenziare i seguenti dati:

• il genere dell’intervistato • la nazionalità • la condizione lavorativa (occupato, disoccupato) • la formazione scelta

tale intervista è stata somministrata ha tutti i soggetti che volontariamente o inviati

dal Centro per l’Impiego afferivano alla nostra Agenzia Formativa per avere

informazioni.

I dati rilevati afferiscono alla annualità /2010

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4. Analisi dei dati 4.1 ISTOGRAMMI ; 4.2 DIAGRAMMI

ANNO 2010 F M Occ. Disoc Totale

Richieste di nominativi di badanti/assistenti ricevute dalle famiglie 186 12 198

Richieste di segnalazione del proprio nominativo ai fini di lavoro di assistenza 24h (badante) da parte di persone straniere 157 43 49 160 205

Richieste di segnalazione del proprio nominativo ai fini di lavoro di assistenza a fascia oraria o su base notturna da parte di persone italiane 91 6 37 50 87

Richieste di nominativi di assistenti/ ANIMATORI/EDUCATORI ricevute dalle STRUTTURE E COOPERATIVE 48 42 90

Richieste di segnalazione del proprio nominativo ai fini di lavoro di assistenti/ ANIMATORI/EDUCATORI da parte di persone straniere

77 11 12 76 88

Richieste di segnalazione del proprio nominativo ai fini di lavoro di assistenza assistenti/ ANIMATORI/EDUCATORI di persone italiane 52 24 41 35 76

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Ricerche per tipologia richieste

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Richieste per sesso femminile

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Richieste per sesso maschile

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Richieste da disoccupati

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Richieste da occupati

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Questionario telefonico Analisi Bisogni Settore Socio Educativo

1. Quali figure professionali, la vostra struttura, ha richiesto maggiormente nell'ultimo anno? (1°scelta, 2°scelta, 3°scelta)

1° scelta 2° scelta 3° scelta Generico 5 2 2 Addetto assistente di base 7 7 0 Operatore socio sanitario 2 3 6 Infermiere professionale 1 2 0 Fisioterapista 0 1 2 Animatore di comunità 0 0 2 Educatore 0 0 3 Pedagogista 0 0 0 Psicologo 0 0 0 Altro 0 0 0

15 15 15

Grafico 1° Scelta

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Grafico 2° Scelta

Grafico 3° Scelta

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Predilezione per la figura professionale: Generico

Predilezione per la figura professionale: Addetto a ssistente di base

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Predilezione per la figura professionale: Operatore socio sanitario

2. Quali figure professionali avrebbero bisogno di maggiore professionalità e maggiori competenze specifiche? (1°scelta, 2°scelta, 3°scelta)

1° scelta 2° scelta 3° scelta Generico 4 0 3 Addetto assistente di base 4 7 0 Operatore socio sanitario 2 6 4 Infermiere professionale 1 0 2 Fisioterapista 2 2 0 Animatore di comunità 2 0 4 Educatore 0 0 2 Pedagogista 0 0 0 Psicologo 0 0 0 Altro 0 0 0

15 15 15

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Grafico 1° Scelta

Grafico 2° Scelta

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Grafico 3° Scelta

Predilezione per la figura professionale: Addetto a ssistente di base

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Predilezione per la figura professionale: Operatore socio sanitario

Predilezione per la figura professionale: Generico

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3. Quali sono gli ambiti di formazione che andrebbero migliorati nel vostro personale? (1°scelta, 2°scelta)

1° scelta 2° scelta Competenze sanitarie 7 7 Competenze educative 4 3 Competenze relazionali 3 4 Competenze comunicative 1 1

15 15

Grafico 1° Scelta

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Grafico 2° Scelta

Predilezione per il miglioramento formazione di: Co mpetenze sanitarie

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Predilezione per il miglioramento formazione di: Co mpetenze educative

4. Per un reale miglioramento della formazione del vostro personale come pensate debba essere la formazione? (1°scelta)

1° scelta Durante l'orario di lavoro 0 Fuori dall'orario di lavoro 15 15

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5. Di quante ore dovrebbe essere l'aggiornamento professionale? (1°scelta)

1° scelta Tra le 50 ore e le 90 ore 2 Tra le 90 ore e le 150ore 7 Oltre le 150 ore 6 15

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5. Conclusioni 5.3 I bisogni formativi legati allo sviluppo delle competenze tecnico

professionali Concludendo dall’analisi dei dati possiamo sicuramente dire che i bisogni formativi rilevati riguardano le figure professionali di secondo livello in particolare il profilo di generico e di addetto assistenza di base significativo comunque è anche il profilo di animatore di comunità. Viene riconosciuta da parte dei datori di lavoro la necessità di una formazione professionale necessaria per l’efficacia e efficienza del servizio offerto. Tale formazione non deve essere di breve durata ma almeno superare le cento e piu’ ore di formazione. Unanimemente da parte dei datori di lavoro si ritiene che tale formazione sia svolta interamente al di fuori dell’orario di lavoro.

5.4 I bisogni formativi legati allo sviluppo delle competenze chiave

L’analisi dei dati inerenti la scelte effettuate tra la formazione e l’aggiornamento delle competenze sanitarie , educative , relazionali e comunicative rileva che le competenze che sono maggiormente richieste sono le competenze tecnico professionali sanitarie in secondo posizione ma altamente significative le competenze educative e poi le competenze relazionali e in ultimo le competenze comunicative.

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Bibliografia

“ DEMOGRAFIA, SOCIETÀ, TERRITORIO Verso una lettura integrata del Dossier statistico della Provincia di Massa” 2008 “Il volontariato nella provincia di Massa” 2008-12-08 documento del parlamento europeo LE COMPETENZE CHIAVE 2006