Ode al canto comunista N · fondazione del Partito comunista cinese, un’ondata di “canzoni...

2
mento e alla storia del leggendario gruppo pop svedese. . In Cina esiste il museo del canto rivoluzionario Senza Partito comunista non ci sarebbe la Nuova Cina. . Visitarlo è stata un’esperienza straordinaria, anche per una ci- nese come me. . testo e foto di Lijia Zhang 108 . east . europe and asia strategies numero 37 . luglio 2011 . 109 Ode al canto comunista In tutto il mondo sono pochi i musei dedicati a una canzone o a un gruppo musicale. . Certo, c’è il museo dei Beatles a Londra, dedicato alla band più amata in assoluto; e si spera che un gior- no, a breve, venga inaugurato il museo degli Abba a Stoccolma dedicato ai successi, all’abbiglia- CINA . 1 L ’imponente edificio, una struttura moderna di mat- toni grigi e cemento dipinto di bianco, svetta un po’ bruscamente a metà fianco del Monte Xiayun nella Contea di Fangshang, alla periferia orientale di Pechino. È il museo di Senza Partito comunista non ci sarebbe la Nuova Cina, interamente dedicato a questo canto rivolu- zionario. Quando poco tempo fa, in un pomeriggio di sole, io e un amico ci siamo andati – in verità dovrei dire ci siamo inerpicati, visto che il monte, coi suoi 2161 metri sopra il livello del mare, è definito “il tetto di Pechino” – abbiamo scoperto di essere gli unici visitatori. L’ampio parcheggio era deserto. Yaotangshang, un tranquillo villaggio monta- no, non è segnato su nessuna carta turistica. Ma ora è de- stinato a passare alla storia come il luogo che ha dato i na- tali al canto rivoluzionario più famoso della Cina. Il complesso museale sembra una “base rossa” in mi- niatura. Ai piedi del monte tre bandiere nazionali sven- tolano al vento gelido. Dentro al museo, nella sala prin- cipale, pentagrammi musicali del canto, di color oro, bril- l’ambiente scorre una proiezione animata di diapositive che raccontano come Cao ha composto il canto. ell’ottobre 1943 Cao, giovane rappresentante del- la compagnia propagandistica Iron Blood si tro- vava a passare per il villaggio. La compagnia ave- va messo in scena spettacoli nelle campagne per mobili- tare le masse, perché si unissero alla rivoluzione e com- battessero l’invasore giapponese. In risposta alla rivendicazione dei nazionalisti secon- do cui “senza nazionalisti non ci sarebbe la Cina”, Cao, che si trovava nel tempio del villaggio, buttò giù e com- lano su una parete rossa, sullo sfondo di una falce e mar- tello anch’essi dorati. Essendo nata in Cina e conoscendo i testi a memoria, mi è venuto naturale cantare ad alta voce, con gran diver- timento del personale del museo. In linea con lo spirito rivoluzionario e in controtendenza rispetto all’economia di mercato, l’ingresso è libero. Il museo si compone di tre distinti spazi. Fotografie, do- cumenti e statue di cera illuminano i visitatori sulla sto- ria del canto, sul suo compositore Cao Huoxing e sulla storia gloriosa del Partito comunista cinese. C’è anche un palcoscenico di 400 metri quadrati. E per vivacizzare L N

Transcript of Ode al canto comunista N · fondazione del Partito comunista cinese, un’ondata di “canzoni...

mento e alla storia del leggendario gruppo pop

svedese. . In Cina esiste il museo del canto

rivoluzionario Senza Partito comunista non ci

sarebbe la Nuova Cina. . Visitarlo è stata

un’esperienza straordinaria, anche per una ci-

nese come me. . testo e foto di Lijia Zhang

108 . east . europe and asia strategies numero 37 . luglio 2011 . 109

Odeal canto comunistaIn tutto il mondo sono pochi i musei dedicati a una canzone o a un gruppo musicale. . Certo,

c’è il museo dei Beatles a Londra, dedicato allabandpiù amata in assoluto; e si spera che un gior-

no, a breve, venga inaugurato il museo degli Abba a Stoccolma dedicato ai successi, all’abbiglia-

CINA . 1

L’imponente edificio, una struttura moderna di mat-toni grigi e cemento dipinto di bianco, svetta un po’bruscamente a metà fianco del Monte Xiayun nella

Contea di Fangshang, alla periferia orientale di Pechino.È il museo di Senza Partito comunista non ci sarebbe laNuova Cina, interamente dedicato a questo canto rivolu-zionario.

Quando poco tempo fa, in un pomeriggio di sole, io eun amico ci siamo andati – in verità dovrei dire ci siamoinerpicati, visto che il monte, coi suoi 2161 metri sopra illivello del mare, è definito “il tetto di Pechino” – abbiamoscoperto di essere gli unici visitatori. L’ampio parcheggioera deserto. Yaotangshang, un tranquillo villaggio monta-no, non è segnato su nessuna carta turistica. Ma ora è de-stinato a passare alla storia come il luogo che ha dato i na-tali al canto rivoluzionario più famoso della Cina.

Il complesso museale sembra una “base rossa” in mi-niatura. Ai piedi del monte tre bandiere nazionali sven-tolano al vento gelido. Dentro al museo, nella sala prin-cipale, pentagrammi musicali del canto, di color oro, bril-

l’ambiente scorre una proiezione animata di diapositiveche raccontano come Cao ha composto il canto.

ell’ottobre 1943 Cao, giovane rappresentante del-la compagnia propagandistica Iron Blood si tro-vava a passare per il villaggio. La compagnia ave-

va messo in scena spettacoli nelle campagne per mobili-tare le masse, perché si unissero alla rivoluzione e com-battessero l’invasore giapponese.

In risposta alla rivendicazione dei nazionalisti secon-do cui “senza nazionalisti non ci sarebbe la Cina”, Cao,che si trovava nel tempio del villaggio, buttò giù e com-

lano su una parete rossa, sullo sfondo di una falce e mar-tello anch’essi dorati.

Essendo nata in Cina e conoscendo i testi a memoria,mi è venuto naturale cantare ad alta voce, con gran diver-timento del personale del museo. In linea con lo spiritorivoluzionario e in controtendenza rispetto all’economiadi mercato, l’ingresso è libero.

Il museo si compone di tre distinti spazi. Fotografie, do-cumenti e statue di cera illuminano i visitatori sulla sto-ria del canto, sul suo compositore Cao Huoxing e sullastoria gloriosa del Partito comunista cinese. C’è anche unpalcoscenico di 400 metri quadrati. E per vivacizzare

L

N

se. Dopo essere stato pro-mosso a “Base di educa-zione patriottica” di Pechi-no, il governo locale ha de-ciso di riqualificare il mu-seo. Come se non bastasse,nel giugno del 2008 c’è sta-ta l’apertura di un altromuseo dedicato a questocanto; si trova nella pro-vincia di Hebei, luogo na-tale di Cao Huoxing.

In tutto il mondo sonopochi i musei dedicati auna canzone o un gruppomusicale. Certo, c’è il mu-seo dei Beatles a Londra,dedicato alla band più amata in assoluto; e si spera che ungiorno, a breve, venga inaugurato inaugurato il museo de-gli Abba a Stoccolma dedicato ai successi, all’abbiglia-mento e alla storia del leggendario gruppo pop svedese.In questo museo interattivo sarà possibile vivere e regi-strare il proprio sogno di interpretare un vocalistdegli Ab-ba. Gli organizzatori hanno tutte le ragioni per sentirsi ot-timisti riguardo al successo del museo.

Ma chi ha voglia di scalare una montagna e raggiunge-re un villaggio in mezzo al nulla per visitare questo mu-seo dedicato al canto del partito? Il personale, che ci hapazientemente mostrato ogni angolo del museo, ha dettoche nel 2008 i visitatori sono stati circa 50mila, soprattut-to alunni delle scuole impegnati in programmi di educa-zione patriottica.

l Partito comunista cinese conta quasi 80 milionidi iscritti, un quarto dei quali al di sotto dei 35 an-ni. In barba a ogni previsione, questa fascia ha da-

to prova di grande resistenza. Se da un lato il partito ha al-lentato il controllo su taluni aspetti e ha concesso maggio-re libertà personale al popolo, dall’altro ha intensificato ipropri sforzi per assicurarsi la lealtà della popolazione,

dei giovani in particolare. Ha destinato fondi per costrui-re o potenziare musei il cui scopo è promuovere il senti-mento patriottico dei cittadini o alimentare il loro attac-camento nazionalista. Un museo commemorativo delloStupro di Nanchino è stato costruito inizialmente nel1985 e poi riqualificato nel 1995 per acquisire standardavanguardisti.

Nelle scuole, nelle università e nelle organizzazioni go-vernative si tengono con regolarità concorsi canori di can-ti rivoluzionari. E canti popolari quali L’Est è rosso e So-cialismo è grande compaiono nelle liste di brani dei ka-raoke. Nella fase preparatoria del 90° anniversario dellafondazione del Partito comunista cinese, un’ondata di“canzoni rosse” si sta abbattendo sul Paese. In alcuni ca-si i cittadini anziani sentono la nostalgia per alcuni aspet-ti della vita com’era in passato. In altri la febbre delle“canzoni rosse” è incoraggiata e organizzata invece dalgoverno, in particolare a Chongqin, nella provincia di Si-chuan, ora soprannominata la “capitale rossa”.

Durante il lungo viaggio di ritorno a Pechino, mi sonoritrovata a cantare Senza Partito comunista non ci sareb-be la Nuova Cina. Non so perché, ma quel motivo mi eraentrato in testa e non se ne voleva più andare. .

110 . east . europe and asia strategies numero 37 . luglio 2011 . 111

Quando i comunisti ebbero la meglio sui nazionalisti, ilcanto vivace, con il suo testo musicale ritmato e la melo-dia allegra, divenne un grosso successo poi diffusosi intutto il Paese. Un giorno, nel 1950, quando il presidenteMao sentì sua figlia cantarlo, suggerì di aggiungere la pa-rola “nuova” davanti a Cina. Questo contribuì ad aumen-tare il successo del motivo e a fargli guadagnare lo statusdi canto numero uno del partito.

l sito web riporta che il comune e la contea di Fan-gshan, una regione povera rispetto agli standarddi Pechino, hanno investito più di 10 milioni di

yuan nella costruzione del museo. Nel 2001 sul posto erastato costruito un modesto museo per celebrare l’80° an-niversario della fondazione del Partito comunista cine-

pose questo canto:Senza Partito comunista non ci sarebbe la Cina.Il Partito comunista lavora duro

per il popolo e si batte per salvare la Cina.Ha indicato al popolo la strada per la liberazione.Ha guidato la Cina verso un fulgido futuro.Ha combattuto contro i giapponesi

per più di otto anni.Ha migliorato lo standard di vita del popolo.Ha organizzato covi di guerriglia oltre le linee nemiche.Pratica la democrazia e ha portato molte buone cose.Senza Partito comunista non ci sarebbe la Cina.

Con questa canzone gli abitanti del villaggio accompa-gnavano una danza tradizionale con nastri colorati.

I I