Occupazione femminile: sfide e criticità

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Occupazione femminile: sfide e criticità. Valentina Cardinali. … per orientarsi…. Agenda sociale. SEO. Strategia di Lisbona. Pari opportunità. di genere gender equality. per tutti equal opportunities. Pari trattamento. Politiche del lavoro. Non discriminazione. - PowerPoint PPT Presentation

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  • Occupazione femminile: sfide e criticitValentina Cardinali

  • per orientarsiSEOStrategia di LisbonaPari opportunitdi genere gender equalityper tutti equal opportunitiesNon discriminazionePari trattamentoPolitiche del lavoroIncremento occupazioneMantenimento delloccupazioneQualit delloccupazioneAgenda socialeContrasto alla crisi COM (2008) 800 def

  • Una definizione mobile...Pari opportunit : principio di uguaglianza liberale = fornire pari chance di accesso e fruizione a soggetti in diversa condizione iniziale (svantaggio competitivo). uguaglianza dei punti di partenzauguaglianza degli esiti

    A livello europeo principio di carattere generale le cui principali componenti sono il divieto di qualsiasi discriminazione e la parit tra uomini e donne. Tale principio applicabile in tutti i campi, nella vita economica, sociale, culturale e familiare.

    Partecipazione equilibrata dei due sessi alla vita economica, sociale e politica, resa possibile dallassenza di barriere e dalla offerta, a donne e uomini, delle stesse opportunit di accesso, fruizione e partecipazione

    Commissione Europea, 100 parole per la parit. Glossario dei termini sulla parit tra le donne e gli uomini a cura della Direzione Generale Occupazionale, Relazioni Industriali e Affari Sociali

  • Le parole chiave delle pari opportunitCommissione Europea, 100 parole per la parit. Glossario dei termini sulla parit tra le donne e gli uomini a cura della Direzione Generale Occupazionale, Relazioni Industriali e Affari SocialiPari opportunitPrincipio di non discriminazionePari trattamentoElementi di realizzazione delle condizioni di pari accesso e fruizioneEmpowermentConciliazione vita / lavoroEqua rappresentanza Lotta alla segregazione nel mdlLotta agli stereotipi di genere

  • Le parole chiave delle pari opportunit

    Parit di trattamento tra uomini e donne comprendeuguaglianza di remunerazione;uguaglianza di trattamento nei regimi di sicurezza sociale; uguaglianza di trattamento per quanto riguarda l'accesso al posto di lavoro, alla formazione e alla promozione professionale, e le condizioni di applicazione

    Pay gapDifferenza tra la retribuzione media degli uomini rispetto a quella delle donne anche in presenza della parit produttiva. Il differenziale salariale conseguenza sia della segregazione delle professioni e delle mansioni che delle discriminazioni di genereParit di remunerazioneDirettiva 75/117/CEE, in base alle quali: un lavoro uguale o di valore uguale deve essere retribuito nella stessa maniera; allorquando un sistema di classificazione professionale viene utilizzato per determinare le retribuzioni, tale sistema deve essere basato su criteri comuni ai lavoratori di sesso femminile e maschile e definito in maniera tale da escludere ogni discriminazione basata sul sesso.

  • Le parole chiave delle pari opportunitGender gap differenza tra i valori riferibili a uomini e donne per lo stesso item (es: occupazione)

    Segregazione orizzontale: la concentrazione di donne e uomini in particolari segmenti del mercato del lavoro, in determinate professioni e qualifiche professionali. Le donne sono confinate in una gamma pi ristretta di occupazioni rispetto agli uomini e in ambiti di lavoro meno prestigiosi e meno remunerati.

    Segregazione verticale : concentrazione in determinati livelli di inquadramento, responsabilit o posizioni.

    Tre rappresentazioni delle dinamiche segreganti:

    Soffitto di cristallo Barriera invisibile (trasparente come il vetro) per la quale le donne non riescono ad accedere a livelli pi alti e/o di vertice nella vita professionale, sociale e politica.Pareti di cristallo fattori di marginalizzazione (laterale) delle donne dalle dinamiche decisionali (smoking rooms)Pavimento appiccicoso fattori che determinano limmobilit delle donne nei contesti organizzativi

  • Le parole chiave delle pari opportunitConciliazione vita lavoro fa riferimento alle soluzioni istituzionali che prendono in considerazione le esigenze della famiglia e quelle lavorative. Includono: i congedi parentali, le soluzioni per la cura dei bambini e degli anziani, lo sviluppo di un contesto e di unorganizzazione del lavoro tali da agevolare la conciliazione delle responsabilit lavorative con quelle familiari per le donne e per gli uomini

    Rappresentanza ai livelli decisionali Equa rappresentanza di uomini e donne nei ruoli decisionali (database europeo e set di indicatori correlato) DG Employment, Social Affairs and Equal Opportunities

    Stereotipi di genereInsieme rigido e strutturato di convinzioni condivise e trasmesse socialmente che attribuiscono caratteristiche predeterminate alle persone.

    EmpowermentIl processo in base al quale si realizza la crescita costante, progressiva e consapevole delle potenzialit dell'individuo che si accompagna ad un corrispondente aumento dell'autonomia ed assunzione di responsabilit nel mondo economico, sociale e politico.

  • Le parole chiave delle pari opportunitIl principio di non-discriminazione volto a garantire la parit di trattamento tra le persone, quali che siano la nazionalit, il sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le credenze, un handicap, l'et o l'orientamento sessuale. (art.13 Trattato di Amsterdam, Carta dei diritti 2000; direttive )

    Discriminazione diretta: situazione nella quale una persona viene trattata in maniera meno favorevole in ragione del suo sesso rispetto ad un'altra che cos non viene trattata, non stata trattata o non sarebbe trattata in una situazione analoga. Discriminazione indiretta: situazione nella quale una disposizione, un criterio o una procedura apparentemente neutra pu comportare uno svantaggio particolare per persone dell'altro sesso, a meno che tale disposizione, tale criterio o tale procedura non siano oggettivamente giustificati da un obiettivo legittimo e a meno che i mezzi per realizzare tale obiettivo non siano appropriati e necessari.

  • Pari opportunit o uguaglianza?Equit di trattamento tra i generi che si realizza quando uomini e donne sono liberi di sviluppare le proprie abilit e di operare scelte senza i limiti imposti da ruoli predeterminati.

    Viene attuata con misure sia di parit di trattamento tra uomini e donne sia di trattamento diverso in grado di cogliere bisogni e condizioni differenti.

    Considerata come essenziale per risolvere i problemi del mercato del lavoro, la UE ha riaffermato il suo impegno a favore dell'uguaglianza di genere tra donne e uomini all'interno dell'agenda sociale 2005-2010 che integra e consolida la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione.Pari opportunit aiutano a costruire l uguaglianza di generePartecipazione equilibrata dei due sessi alla vita economica, sociale e politica, resa possibile dallassenza di barriere e dalla offerta, a donne e uomini, delle stesse opportunit di accesso, fruizione e partecipazione

  • Il dual approach europeo alle pari opportunitL'adozione ufficiale da parte della UE di una duplice strategia per il conseguimento delle pari opportunit ed il superamento e la prevenzione delle discriminazioni sia tramite la realizzazione di azioni positive che attraverso l'utilizzo del gender mainstreaming quale strategia trasversale di sistema.Il principio di gender mainstreaming consiste nel prendere in considerazione sistematicamente le differenze tra le condizioni, le situazioni e le esigenze delle donne e degli uomini nell'insieme delle politiche e delle azioni comunitarie

    Azioni specifiche (azioni positive)Misure specifiche e temporanee rivolte ad un gruppo particolare per rimuovere e prevenire la discriminazione o controbilanciare svantaggi causati da atteggiamenti, comportamenti o strutture esistenti nella societ e nel mondo del lavoro, allo scopo di garantire una parit sostanziale.Hard lawNormativa vincolante per Stati membritrattati direttiveSoft law Azioni di sensibilizzazione e indirizzoRaccomandazioni, atti programmatici e di indirizzoGender mainstreamingMac

  • Loccupazione femminile in Europa

  • SEO, Lisbona e pari opportunit

    Il tasso di occupazione globale dell'Unione europea al 70 % Il tasso di occupazione femminile al 60 % entro il 2010.

    Il Consiglio europeo di Stoccolma (marzo 2001) ha aggiunto due obiettivi intermedi e un obiettivo supplementare; il tasso di occupazione globale e il tasso di occupazione delle donne devono raggiungere rispettivamente il 67 % e il 57 % nel 2005; il tasso di occupazione dei lavoratori anziani deve raggiungere il 50% entro il 2010. Gli obiettivi occupazionali di Lisbona

  • I tassi di occupazione in Europa per genere Eurostat 2008

    Grafico2

    00

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    24.367.7

    37.472.5

    47.270.3

    48.775

    50.663

    52.466.3

    52.565.7

    54.670

    54.973.5

    55.171.5

    56.268.6

    57.675.4

    58.873.4

    59.172.8

    59.568.5

    60.274.9

    60.769.8

    61.867.1

    62.574

    62.979.2

    64.272.7

    65.472.1

    65.475.9

    65.877.3

    65.878.5

    66.373.6

    6973.1

    71.183.2

    71.876.7

    73.585.4

    74.381.9

    75.480.5

    Donne

    Uomini

    Foglio1

    DonneUomini

    Croatia00

    Iceland00

    Macedonia, the former Yugoslav Republic of00

    Turkey2468

    Malta37.472.5

    Italy47.270.3

    Greece48.775.0

    Hungary50.663.0

    Poland52.466.3

    Romania52.565.7

    Slovakia54.670.0

    Spain54.973.5

    Luxembourg55.171.5

    Belgium56.268.6

    Czech Republic57.675.4

    Euro area58.873.4

    EU (27 countries)59.172.8

    Bulgaria59.568.5

    Ireland60.274.9

    France60.769.8

    Lithuania61.867.1

    Portugal62.574.0

    Cyprus62.979.2

    Slovenia64.272.7

    Latvia65.472.1

    Germany65.475.9

    United Kingdom65.877.3

    Austria65.878.5

    Estonia66.373.6

    Finland69.073.1

    Netherlands71.183.2

    Sweden71.876.7

    Switzerland7485

    Denmark74.381.9

    Norway7581

    Foglio1

    Donne

    Uomini

    Foglio2

    Foglio3

  • Il part time in Europa per genere (% sul totale) Eurostat 2008

    Grafico3

    2.72

    4.21.4

    6.23.3

    8.14.5

    8.52.2

    8.64.9

    9.92.8

    10.44.1

    10.89.1

    11.44.8

    11.47.1

    11.75.9

    17.27.4

    18.28.9

    20.85.6

    22.74.2

    25.54.5

    27.95.3

    29.45.8

    31.17.9

    357.7

    36.514.2

    38.32.7

    40.97.9

    41.413.3

    41.58.1

    41.811.3

    43.614.4

    45.49.4

    5913.5

    75.323.9

    00

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    Donne

    Uomini

    Foglio1

    DonneUomini

    Croatia00

    Iceland00

    Macedonia, the former Yugoslav Republic of00

    Turkey2468

    Malta37.472.5

    Italy47.270.3

    Greece48.775.0

    Hungary50.663.0

    Poland52.466.3

    Romania52.565.7

    Slovakia54.670.0

    Spain54.973.5

    Luxembourg55.171.5

    Belgium56.268.6

    Czech Republic57.675.4

    Euro area58.873.4

    EU (27 countries)59.172.8

    Bulgaria59.568.5

    Ireland60.274.9

    France60.769.8

    Lithuania61.867.1

    Portugal62.574.0

    Cyprus62.979.2

    Slovenia64.272.7

    Latvia65.472.1

    Germany65.475.9

    United Kingdom65.877.3

    Austria65.878.5

    Estonia66.373.6

    Finland69.073.1

    Netherlands71.183.2

    Sweden71.876.7

    Switzerland7485

    Denmark74.381.9

    Norway7581

    Foglio1

    Donne

    Uomini

    Foglio2

    DonneUomini

    Bulgaria2.72

    Slovakia4.21.4

    Hungary6.23.3

    Latvia8.14.5

    Czech Republic8.52.2

    Lithuania8.64.9

    Greece9.92.8

    Estonia10.44.1

    Romania10.89.1

    Cyprus11.44.8

    Slovenia11.47.1

    Poland11.75.9

    Portugal17.27.4

    Finland18.28.9

    Turkey20.85.6

    Spain22.74.2

    Malta25.54.5

    Italy27.95.3

    France29.45.8

    EU (27 countries)31.17.9

    Euro area357.7

    Denmark36.514.2

    Luxembourg38.32.7

    Belgium40.97.9

    Sweden41.413.3

    Austria41.58.1

    United Kingdom41.811.3

    Norway43.614.4

    Germany45.49.4

    Switzerland5913.5

    Netherlands75.323.9

    Croatia::

    Iceland::

    Ireland::

    Foglio2

    Donne

    Uomini

    Foglio3

  • Il gender pay gap in Europa

    Eurostat 2007

  • 1 . offrire servizi all'infanzia al 33% dei bambini di et compresa tra 0 e 3 anni*

    Raggiunto soltanto da 5 Stati membri : Belgio, Finlandia, Francia, Svezia e Danimarca; Sotto il 10% Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Bulgaria, Germania, Grecia, Lituania, Italia, Ungheria e Polonia, dove si registra l'offerta pi scarsa di servizi all'infanziaItalia 9,9%, con punte minime del 1,8% in Calabria e del 22% in Emilia Romagna2. offrire servizi copertura al 90% dei bambini dai 3 anni all'et scolare Raggiunto da 8 paesi: Belgio, Finlandia, Francia, Svezia, Danimarca, Italia, Germania e Spagna.

    * Secondo stime Centro nazionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza, 2007, per ogni incremento del 5 % della copertura nazionale sarebbero necessari due miliardi di euro. ( 9 per lobiettivo del 2010).Servizi e occupazioneIl Consiglio di BarcellonaMaternit e occupazione: il ruolo dei serviziDONNE 30-40 : GENERAZIONE SANDWICH

  • la realt europeaCrescita costante ogni anno delloccupazione femminile, con ritmo superiore a quello maschile, anche tra gli over 55 Una sensibile riduzione del divario di genere nel tasso di occupazione ma persistenza di squilibrio tra giovani che non si spiega solo col fattore istruzione (pi elevata tra le donne) quindi chiama in causa la discriminazionePersiste divario di genere nella retribuzione si stabilmente assestato sul 15% dal 2003, scendendo di un solo punto dal 2000. La segregazione settoriale e professionale non diminuita, e anzi in alcuni paesi perfino aumentata; ci sembrerebbe indicare che le donne recentemente affacciatesi sul mercato del lavoro sono entrate in settori e professioni dove si riscontrava gi una forte presenza femminile. La presenza di donne dirigenti nelle imprese ristagna al 33%, mentre progredisce assai lentamente in campo politico; infatti appena il 23% dei parlamentari nazionali ed il 33% degli eurodeputati sono donne.Dalla relazione sulla parit di opportunit tra uomo e donna 2009

  • Drastico calo del tasso di occupazione delle donne con figli piccoli a carico (-13,6 punti in media), mentre quello degli uomini aumenta. Infatti il tasso di occupazione delle donne con figli a carico appena del 62,4%, contro il 91,4% degli uomini, con uno scarto di ben 29 punti percentuali. Oltre tre quarti dei lavoratori a tempo parziale sono donne (76,5%), un dato che corrisponde a una donna su tre, rispetto a meno di un uomo su dieci. Anche il ricorso a contratti d'impiego a tempo determinato pi frequente tra le donne (il 15,1%, ovvero un punto in pi rispetto agli uomini). La disoccupazione di lunga durata risulta molto pi frequente tra le donne che tra gli uomini. Le carriere professionali pi brevi, pi lente e meno rimunerative delle donne incidono inoltre sul loro rischio di povert, in particolare nella fascia di et oltre i 65 anni (5 punti di pi rispetto agli uomini).

    Miglioramento quantitativo e non qualitativo della presenza delle donne nel mdl

    Dalla relazione sulla parit di opportunit tra uomo e donna 2009 la realt europea

  • Quali scenari rispetto alla crisi ?

  • Secondo il Rapporto annuale dellILO sulle Tendenze globali delloccupazione femminile (Global Employment Trends for Women) , la crisi economica mondiale potrebbe portare ad un aumento del numero delle donne disoccupate di 22milioni nel 2009. nel 2008 su 3miliardi di persone che lavoravano nel mondo, 1,2miliardi erano donne (40,4%). nel 2009 il tasso di disoccupazione femminile potrebbe raggiungere il 7,4% contro il 7% di quello maschile.Le uniche regioni in cui il tasso di disoccupazione dovrebbe essere meno negativo per le donne sono lAsia orientale, le economie industrializzate, i paesi del Sud-Est Europeo (non UE) e la CSI in cui le disuguaglianze di genere erano minori, in termini di opportunit di lavoro, gi prima della crisi attuale.ILO (Global Employment Trends for Women) 2009 le previsioni

  • I disoccupati crescono anche nell'Europa a 27: 7,9% a febbraio 2009, contro il 7,7% di gennaio e il 6,8% di febbraio 2008. Tra gli Stati membri, il pi basso tasso di disoccupazione stato registrato nei Paesi Bassi (2,7%), i tassi pi elevati in Spagna (15,5%), Lettonia (14,4%) e Lituania (13,7%). Il tasso di disoccupazione per gli uomini passato dal 6,2% al 7,8% nella Ue27 e dal 6,5% all'8,1% tra il febbraio 2008 e febbraio 2009 nella zona euroIl tasso di disoccupazione femminile passato dall'8,2% all'8,9% nella zona euro e dal 7,4% all'8,0% nella Ue27. Nel febbraio 2009, il tasso di disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni) stato del 17,3% nella zona euro e del 17,5% nella Ue27. Nel febbraio 2008 era del 14,5% e 14,7% rispettivamente. Eurostat 2009 la situazione in Europa LUE con la COM (2008) 800 def promuove: misure di sostegno alla domanda lipotesi dellautoimprenditorialit

  • Dopo circa dieci anni di diminuzione, la disoccupazione nel 2008 torna a crescere, in particolare nel Centro e nel Nord-Ovest, anche se il Mezzogiorno si conferma larea con la maggiore concentrazione di disoccupati.La perdita del lavoro: Il principale motivo della perdita del lavoro la scadenza di un contratto a termine. La perdita del lavoro per licenziamento, registra nel 2008 un incremento del 32% e in due terzi dei casi riguarda gli uomini.Nel 2008, la perdita dellultimo lavoro riguarda in prevalenza persone in et adulta, prevalentemente uomini. Crescita dei disoccupati con precedenti esperienze lavorative, che pesano ormai per oltre il 70% del totale (dal 66% del 2006). Aumentano anche i padri con lavoro part time e atipico. Pi di una famiglia italiana su cinque fa fatica ad arrivare alla fine del mese; Circa 2 milioni e mezzo le famiglie (10,4% del totale) che segnalano difficolt economiche pi o meno gravi e che risultano potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio. Dal punto di vista territoriale le famiglie in difficolt per le spese della vita quotidiana risultano relativamente pi diffuse nel Mezzogiorno. In particolare Sicilia 12,3%, Calabria 11,6 e Puglia 10,3%. Mentre in tutte le Regione del Centro-Nord rappresentano meno del 5% della popolazione.

    la realt in Italia: effetti su uomini, donne e nuclei familiari Istat Rapporto sulla situazione del paese 2009

  • La crisi e le donne

  • Crisi economica e ripercussioni sulla presenza femminile nel mercato del lavoro: spunti di riflessioneDebolezza strutturale delloccupazione femminileConseguenze su settori economici specifici e rilevanti per genereConseguenze sulle PMI, di carattere economico e finanziarioConseguenze di ritorno: donne moltiplicatori di opportunit e di povert

    Ruolo degli ammortizzatori socialiRuolo del sistema dei servizi per il lavoro

  • La debolezza delloccupazione femminile:fattori strutturali e fattori congiunturaliAtipicit / precarietDiscontinuit occupazionale (es: maternit)Difficolt al rientro nel mercato del lavoroSegregazione orizzontaleGender pay gap

  • Atipicit e precariet femminileLa debolezza delloccupazione femminile

    Flessibilit/atipicitDipendenti a termineParasubordinatiPersone in cerca o immediatamente disponibili che hanno concluso un rapporto di lavoro di cui sopraPrecarietAtipicit che perdura da pi di 12 mesi = oggettivo perdurare di condizioni di lavoro atipico Il principale motivo della perdita del lavoro la scadenza di un contratto a termine: si stima che a fine 2008 siano scaduti i contratti di circa 350 mila dipendenti a termine e collaboratori. La perdita del lavoro per licenziamento interessa per 1/3 le donne e per 2/3 gli uomini (ISTAT)

  • Maggiore luso di forme di lavoro flessibile sulle generazioni pi giovani. Paradossale la posizione dei laureati, per i quali latipicit incide in maniera molto pi forte che per i titoli di studio inferiori. In chiave di genere, se ne deduce una lettura disarmante per la combinazione di tre fattori: genere femminile, localizzazione territoriale nel Sud e isole, e livello di studio elevato. Atipicit o precariet femminile? Variabile determinante la tipologia di falso collaboratore.La debolezza delloccupazione femminile

  • ISFOL PLUSLe donne che: lavoravano subito prima della nascita del figlio e che subito dopo non lavoravano pi motivano labbandono del lavoro per poter stare con il figlio in pi dell87% dei casi; mentre nel restante 13% avevano perso il lavorohanno lavorato prima e dopo la nascita del figlio hanno usufruito di un periodo di maternit garantita in oltre l85% dei casi mentre il restante 15% non era sotto contratto durante il periodo di maternit non hanno lavorato n prima n dopo la nascita del figlio nel 22% dei casi il motivo stato lassenza di possibilit occupazionali a fronte di un 78% che ha fatto questa scelta per motivi personali o familiari.Maternit e discontinuit occupazionale La debolezza delloccupazione femminile

  • Maternit e discontinuit occupazionale La debolezza delloccupazione femminile

    ISFOL PLUS

  • Conseguenze generali e su settori economici specifici, rilevanti per genereEsempio: il caso del tessileRappresenta il 15% delloccupazione manifatturiera Circa il 50% in aziende ha meno di 20 addettiIl 72% dei lavoratori del settore donna Rapporto col credito, chiusura al sostegno, agli investimenti, alla ricerca e allo sviluppoBanca Italia: oltre il 40% delle imprese segnala inasprimento condizioni di accesso al creditoRischio sopravvivenza della dimensione delle PMI, comprese contoterziste o a monocommittenzaLe dimensioni della crisiColpisce in primis il lavoro meno tutelato e atipicoStima di 4 milioni e mezzo di lavoratori atipici(Tito Boeri, Emiliano Mandrone)Rischio crisi 300.000 posti di lavoro?Crollo di fiducia dei consumatori e delle imprese. Rinvio di piani di consumo e investimento, con riflessi su occupazioneIstat- Centro studi Confindustria

  • Conseguenze sulle PMI imprenditoria femminileIF il 24% dellimprenditoria italiana (giugno 2008)La quota pi rilevante al Sud (26,6%), seguita dal Centro (25,2%) poi dal Nord ovest (22,3) e quindi dal Nord est (21,1%)giugno 2007-giugno 2008 crescita imprenditoriale italiana quasi nulla ma crescita di imprenditoria femminile di 0,45% = 5.523 nuove imprese femminili In assoluto la forma prevalente la ditta individuale, poi le societ di persone e poi quelle di capitali ma: sono cresciute soprattutto le societ di capitali e le forme cooperative. sono cresciute ditte individuali femminili di nazionalit xtracomunitaria + 9,6% = 3921 imprese

    Uno scenario promettente

  • Conseguenze sulle PMI imprenditoria femminile

    Il rapporto col credito in ottica di genereDifficolt allavvio di impresala maggiore per uomini e donne il Finanziamento ( ma per le donne 5% in pi)decidere da solo (per le donne 10% in pi)sostegno della famiglia (per le donne 4% in pi)

    Finanziamento iniziale dellimpresa Prevalente per uomini e donne la soluzione mezzi propriAiuto di familiari e amici - per le donne 5% in piAiuti pubblici - per le donne 4% in piIl credito senza garanzie impiegato maggiormente dagli uomini (3% in pi)

    Fattori che ostacolano lo sviluppo:no grandi differenze di percezione tra uomo e donna per temi quali la redditivit, i finanziamenti, gli oneri amministrativi e fiscali, il personale qualificato.differenze pi grandi (pi 4% per le donne) difficolt di combinare lavoro e famiglia

    (Istat Factors of Business Success (FOBS) 2006

  • Conseguenze sulle PMI imprenditoria femminile

    Il rapporto col credito una discriminazione?Accesso ai fidi bancari: le microimprese con titolare donna pagano un tasso di interesse pi alto rispetto a quelle con titolare uomo (+0,3%)

    (150.000 mircoimprese tra gennaio 2004 e dicembre 2006)

    Motivazioni? No rischio fallimento. Nel 2004 tasso di fallimento di imprese donne 1,9% contro 2,2% di uomini No istituti di credito particolari per donne. Sono le stesse banche in tutto il paese Il campione ha escluso le societ fittizie, ossia con titolare nominale donna e sostanziale uomo per aggirare legge su bancarotta del 2006.Garanzia. Quando si richiede chi accede a prestito viene percepito come rischioso. Se il garante uomo la donna ha interesse pi basso di media di imprese femminili.Se donna garantita da donna il tasso pi alto della media delle imprese femminili.

    Alberto Alesina Do Women pay more for credit?

  • La donna come moltiplicatore di opportunit e di povert

    Sostenere loccupazione femminile serve a mantenere un livello di benessere economico per le famiglie e a oliare il mercato. Molti economisti sostengono pi utile favorire il lavoro delle donne pi che dare aiuti diretti alle famiglie in quanto le donne per la loro posizione sono moltiplicatori, di benessere e volano per i consumi e i servizi (Varie proposte tra cui istituzione di un Fondo di garanzia)Economia tradizionale gender blind,statistica economica non parametra il lavoro non retribuitoMa se non vi fosse il lavoro di riproduzione sociale (dal quale dipendono beni concreti come la salute, leducazione,la stabilit emotiva, la sopravvivenza fisica delle persone) non potrebbe esistere alcuna forma di produzione e transazione , quindi nessun mercato. Womenomics e studi economici femministi Se tutte le attivit domestiche tradizionalmente definite come lavori da donna fossero conteggiate usando gli stessi criteri del lavoro retribuito diventerebbero il settore terziario pi rilevante del mondo (Marylin Waring)Il lavoro domestico delle donne potrebbe valere pi di 300 miliardi di euro, 23 punti di PIL (Fondazione Debenedetti)

  • La donna come moltiplicatore di opportunit e di povert

    Nesso reale tra partecipazione femminile e incremento del PIL Famiglie a doppio reddito sono un argine contro la vulnerabilitFamiglie con doppio reddito sono anche grandi consumatrici potenziali di serviziQuindi la donna un moltiplicatore di opportunit perch loccupazione delle donne crea altra occupazione

  • Come si muove il sistema

    POLITICHE PASSIVE (erogazione ammortizzatori sociali)La legge 2/09 attualmente disciplina il regime di AA.SS in derogaAccordo Stato Regioni febbraio 2009 integrazione politiche passive e attive

    POLITICHE ATTIVE (sostegni al reddito e intermediazione al lavoro)Nuovo ruolo del sistema dei servizi pubblici e privati allimpiegoNuovo collegamento con il sistema di ammortizzatoriAttenzione al ricollocamento (offerta congrua di lavoro o di formazione) IMPORTANTE LA PROSPETTIVA DI GENERE

  • Valentina CardinaliISFOL Facolt Scienze Politiche Universit La Sapienza

    [email protected]@isfol.it