obiettivi generali - Comune di Oderzo di... · Lorena Scotton Gruppo di progettazione incaricati...

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obiettivi generali

strategie del piano

reti e connessioni

azioni ed interventi strutturali

attuazione del Pat

il Pat di Oderzo è stato redatto da:

Ufficio di Pianogeom. Emilio Da Rearch. Vittoria Gavaarch. Silvia Giuriatiarch. Lorena Scotton

Gruppo di progettazione

incaricatiarch. Marisa Fantinarch. Joao A. Ribeiro Ferreira Nunesarch. Marco Paganiarch. Andrea De Carliurb. Francesco Sbettiarch. Gianni Rangoni

collaboratoriManuela Bertoldo (sistema s.n.c.), Nicola Calenda (sistema s.n.c.), Marco Carretta (d-recta), Sara Giacomella (sistema s.n.c.), Ilaria Giatti (archistudio), Marinella Martin (sistema s.n.c.), Simone Matteazzi (archistudio), Irene Pangrazi (archistudio), Elena Parolo (sistema s.n.c.), Antonio Poças (Proap), Daniele Putti (sistema s.n.c.), Carlos Ribas (Proap)

informatizzazioneTrilogis

indagini specialistichedott. geol. Mario Fogatoing. Nino Aprilisdott. agr. Ornella Santantonio

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premessa

1 obiettivi generaliconoscenza e progetto

ambiente come questione trasversaleimmaginare il territorio attraverso scenari complessi

2 strategie del piano

inquadramento territorialestrategie di area vasta

paesaggio agricolodeterminanti socioeconomiche

3 reti e connessioni

struttura dell’accessibilitàparco fluviale

corridoi urbaniintegrazioni tra urbano e agricolo

4 azioni ed interventi strutturali

ambiti territoriali omogeneicondizioni per la trasformazione

città esistentecittà nuova

edilizia diffusaproduzione e commercio

centri storici

5 attuazione del Pat

stima della popolazione futuradimensionamento residenziale del piano

perequazione urbanisticasuperficie agricola trasformabile del Pat

indice

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premessa

Affrontare il tema del nuovo Piano di Assetto del Territorio del comune di Oderzo significa avviare un processo di conoscenza e di lettura del territo-rio innovativo rispetto al piano regolatore tradizionale; un nuovo percorso che intende interpretare i caratteri peculiari del luogo, le prospettive future, gli obiettivi a breve e a lungo termine e le azioni conseguenti. In questa nuova fase dell’urbanistica veneta, caratterizzata dall’avvio della nuova legge regionale, il nuovo Prg, articolato in due momenti: il “Piano di Assetto del Territorio” che delinea le scelte strategiche di assetto e di sviluppo del territorio comunale e “Piano degli Interventi” che disciplina gli interventi di organizzazione e trasformazione del territorio, da realizzare nell’arco temporale di cinque anni in conformità con le indicazioni del PAT, costituisce sicuramente una importante novità che condizionerà l’attività degli amministratori, dei tecnici e dei professionisti. La strada scelta dal legislatore è stata infatti quella di prefigurare due momenti di un unico strumento, con compiti diversificati: uno strutturale e uno conformativo dei diritti edificatori.

L’Amministrazione comunale, apprestandosi alla formazione del Piano Regolatore Comunale nella nuova concezione del PAT come previsto dalla legge regionale 11 del 2004, si trova dunque nella necessità e nell’occasione di avviare uno studio sistematico della situazione attuale (quadro conoscitivo), delle valenze territoriali (quadro di assetto struttura-le) e delle prevedibili tendenze (quadro di trasformazione) in relazione ai principali fattori che definiscono i caratteri socio-economici e fisici del suo territorio.Oggi, infatti, le azioni e le strategie acquistano un valore non solo di indirizzo per la formazione di strumenti urbanistici, ma di progetto vero e proprio, con contenuti prescrittivi e normativi. Dunque, con la necessità di un apparato cartografico e normativo conforme alla legislazione e imme-diatamente efficace, per alcuni aspetti, sulla regolamentazione urbanistica del territorio comunale.

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conoscenza e progetto

ambiente come questione trasversale

immaginare il territorio attraverso scenari complessi

quadro conoscitivo e assetti

1 obiettivi generali

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Fondare il Piano su una conoscenza approfondita

Realizzare un Piano condiviso

Costruire il Piano a partire dagli aspetti ambientali

Contenere il consumo di territorio

Rispondere alla generale domanda di qualità

Assumere un’ottica sovracomunale

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La nuova legge regionale veneta nell’indicare il PAT quale strumento, assieme al PI, per la pianificazione comunale intende rispondere all’esigenza di costruire un quadro entro cui i diversi attori possano inserire le proprie decisioni in un ottica di sviluppo legata alla valorizzazio-ne delle specificità locali, quindi un processo di piano capace di selezionare rigorosamente le priorità e di costruire le concrete condizioni attuative, quanto a tecniche, tempi, risorse, soggetti e ruoli.

In questo quadro, gli obbiettivi generali che l’Amministrazione di Oderzo si è prefissa, e che ritiene di poter realizzare, sono molteplici:- Fondare il Piano su una conoscenza approfondita Fondare il Piano su una conoscenza approfondita della realtà del territorio, in tutte le sue componenti e nelle loro reciproche interrelazioni, con un metodo di analisi spiccatamente interdisciplinare, e con l’attivazione di un Sistema Informativo Comunale che va a costituire parte del quadro conoscitivo definito come “lo strumento integrato, costituito dei dati necessari e costituente parte del sistema informativo, in primo luogo degli enti deputati alla pianificazione”. In questa logica la formazione del quadro conoscitivo non si limita alla costruzione di un catalogo delle informazioni associate alle competenze dei principali soggetti di governo del territorio (Comune, Provincia, Regione), e organizzato attraverso l’analisi delle matrici previste negli atti di indirizzo, ma costituisce una parte integrante e non separata del percorso di redazione del quadro strutturale e operativo del progetto di piano.- Realizzare un Piano condivisoRealizzare un Piano condiviso, facendo partecipare la cittadinanza e le forze sociali alla individuazione e alla discussione e degli obbiettivi generali e specifici, in particolare nella fase della messa a punto delle scelte strategiche.- Costruire il Piano a partire dagli aspetti ambientaliCostruire il Piano a partire dagli aspetti ambientali, correlando e verificando le scelte infrastrutturali, insediative, produttive, sotto il profilo dello sviluppo sostenibile; l’attivazione prevista dall’art. 4 della Legge 11/04, della procedura della VAS va in questa direzione.- Contenere il consumo di territorio Contenere il consumo di territorio prevedendo l’insediamento di nuove aree per la residenza, per la produzione e il commercio, nei limiti di un corretto dimensionamento, basato su previsioni realistiche e conse-guenti agli obiettivi che il Piano di Assetto consente di coniugare attraver-so le visioni strategiche e le necessarie azioni di tutela.- Rispondere alla generale domanda di qualitàRispondere alla generale domanda di qualità, verificando e ottimizzando la quantità e la distribuzione dei servizi e delle aree verdi.- Assumere un’ottica sovracomunaleAssumere un’ottica sovracomunale soprattutto per le questioni di preminente interesse paesaggistico e ambientale.

documento preliminare

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foto aerea dei fiumi Lia e Monticano

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conoscenza e progetto

Fin dalla costruzione del quadro di riferimento il Piano assume contenuti di metodo e di merito strutturandosi secondo un modello che non separa il momento analitico da quello progettuale, ma li considera, invece, come aspetti da affrontare simultaneamente, consapevoli che l’analisi è sempre una lettura critica e orientata dei problemi e che il progetto non deriva in modo diretto dai risultati dell’analisi, ma è esso stesso un percorso da verificare di volta in volta.La stesura di uno strumento urbanistico segue processi e percorsi non lineari, nei quali i momenti di analisi e indagine sul territorio si intersecano continuamente con le fasi progettuali, tanto che spesso, una volta indivi-duato un tema, diviene necessario raccogliere informazioni che aiutino a comprenderne le possibili soluzioni.Dunque un percorso progettuale che non ha fasi definite e concluse, ma che richiede continue revisioni e controlli. La stessa costruzione della banca-dati e la formazione del quadro conoscitivo, a partire dallo schema fornito dalla Regione del Veneto all’interno degli Atti di Indirizzo, rappre-senta un momento strettamente correlato al progetto, ne aiuta la com-prensione e ne sostiene le scelte.Descrivere, quindi, la procedura di formazione del PAT sotto il profilo della costruzione del progetto significa concepire uno sviluppo articolato dei temi e dei problemi nel quale è impossibile suddividere una prima fase di raccolta sistematica di una serie di dati e in una seconda in cui questi vengono letti, interpretati e tradotti in scelte progettuali.

ambiente come questione trasversaleLa questione ambientale ha oramai perso il carattere di opposizione o controllo dello sviluppo produttivo e insediativo e invece assume il senso della verifica di sostenibilità delle trasformazioni intendendo il territorio nella sua globalità e la tutela dell’ambiente non come semplice vincolo, ma come progetto e verifica delle evoluzioni possibili e delle relative conse-guenze. Libera da classificazioni di merito tra ambiente naturale e sistema antropico, la questione ambientale è invece vista sotto il profilo delle relazioni tra la società e l’ambiente. Il concetto di sostenibilità, oramai da tempo introdotto quale parametro di valutazione delle scelte di pianifica-zione, comporta una lettura complessa del territorio in cui tutti gli inter-venti sono oggetto di valutazione e comparazione, anche quelli di ricon-versione o conservazione.Attraverso la definizione della valutazione ambientale strategica per ciascuno scenario di Piano sono stati determinati e verificati gli impatti potenziali sull’ambiente conseguenti e definite le ragionevoli alternative che assicurano la compatibilità tra gli obiettivi di sviluppo socio-economico e gli obiettivi di tutela ambientale nell’ambito territoriale del piano. In questo modo la dimensione ambientale, all’interno del processo decisiona-le, assume un livello analogo a quelli della dimensione sociale ed economica.La VAS indirizza le scelte di piano verso il perseguimento di obiettivi coerenti ai principi dello Sviluppo Sostenibile, attribuendo pesi diversi ad ognuna delle tre variabili che concorrono alla sostenibilità:- Equità sociale;- Sostenibilità economica che risparmia le risorse non rinnovabili e utilizza quelle rinnovabili compatibilmente alla loro capacità di rigenerazione;- Ecocompatibilità ambientale.

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fiumi Lia e Monticano

Strada Postumia

Circonvallazione

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immaginare il territorio attraverso scenari complessi

elementi di connessione e generatori della struttura del territorio

Il territorio costituisce un insieme di sistemi complessi e interrelati in forme diverse, variabili nel tempo. Il PAT restituisce il territorio nella sua complessità, evitando semplificazioni legate alla zonizzazione o alla formulazione di scenari monotematici. Si supera in questo modo il modello di piano che risponde ai bisogni espressi o previsti in modo puntuale, promuovendo invece un metodo di pianificazione che non si limita a fotografare i fenomeni, ma li interpreta, li mette in relazione tra loro. Prevale quindi la lettura e l’interpretazione dei processi come trasformazioni del territorio che devono essere considerate e rappresentate nella loro evoluzione, sapendo che hanno origine da un tessuto, non solo urbano ma anche economico e sociale, e che sono destinati a modificare l’ambiente che li ha generati.

quadro conoscitivo e assettiL’articolazione, la pluralità e l’eterogeneità degli spazi e dei loro usi, costituiscono importanti caratteri della città e del territorio contempora-neo. Contrariamente alla pratica di azzonamento che cerca di ricondurre questi caratteri entro insiemi omogenei e chiaramente specializzati, entro parti di città funzionalmente distinte e separate, oggi appare necessario riconoscere le potenzialità della frammistione, di attività e soggetti. Il sistema ambientale, quello insediativo, quello della mobilità e quello della produzione evocano possibili modi d’uso del territorio, ci parlano del funzionamento della città, rappresentano una sorta di descrizione critica della realtà, ma delineano anche possibili scenari per la trasformazione e lo sviluppo. I sistemi, così come proposti, diventano inoltre modelli strut-turali su cui poggiare le principali scelte del piano e definendone le parti più stabili.

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22inquadramento territoriale

strategie di area vasta

paesaggio agricolo

determinanti socioeconomiche

strategie del piano

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La forma del piano derivata dall’impostazione di lavoro scelta non è tanto una zonizzazione, più o meno astratta del territorio, quanto un progetto definito in termini di potenzialità e aperto in termini di realizzabilità. Se infatti il concetto della tradizionale zonizzazione poneva in primo luogo l’attenzione sulla delimitazione e sulla funzione dello spazio fisico indivi-duato, prestandosi a una disciplina di dettaglio del territorio, l’approccio strutturale privilegia, invece, aspetti più generali stabilendo come prima condizione di appartenenza non già il riconoscimento del limite cartografi-co, ma la rispondenza alle caratteristiche di volta in volta individuate.Allontanandosi dalla disciplina puntuale del territorio, il sistema si presta inoltre a rettifiche e aggiornamenti, evitando che si creino discontinuità tra i momenti progettuale e conoscitivo. Pensare il territorio in termini struttu-rali significa immaginarne la trasformabilità riconoscendo ad ogni parte funzioni differenti secondo composizioni mutevoli nel tempo.Infine un piano strutturale non può per sua natura non occuparsi della sua attuabilità. E’ pur vero che spetta al piano degli interventi definire le fasi attuative, ma i tempi di programmazione e di definizione della fase opera-tiva sono molto ristretti, commisurati al mandato amministrativo; quindi lebasi devono essere già anticipate nella fase strutturale, così che l’Amministrazione possa muoversi fin da subito nel proporre i progetti, nel cercare partners e risorse, nel pianificare la propria operatività.E’ inoltre nell’ambito strutturale che possono essere date indicazioni sull’applicabilità di tecniche perequative, sul ricorso ad accordi di program-ma, sulla opportunità di ragionare per interventi di pianificazione comples-sa, sugli accordi da stabilire con altri Enti.

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inquadramento territoriale

confronto delle dinamiche socioeconomiche e abitative tra Oderzo, i comuni confinanti e la provincia di Treviso

inquadramento territoriale del comune di Oderzo

Il Comune di Oderzo ricopre una superficie territoriale pari a 42,6 chilome-tri quadrati nel nordest della Provincia di Treviso, quasi al confine con le province di Udine e di Venezia. Nel territorio risiedono, al 12 dicembre 2006, 19.413 abitanti con una densità di popolazione pari a quasi 450 abitanti per km2. Le principali dinamiche socioeconomiche e abitative di Oderzo a confronto con i comuni confinanti e la Provincia di Treviso mettono in evidenza, rispetto all’andamento demografico ed economico, i dati più significativi nel comune di Oderzo. I dati sulla popolazione riferiti agli ultimi anni, registrano una variazione pari al 11,4%, che con Chiarano è la più alta rispetto ai comuni confinanti e alla provincia di Treviso (7,5%). Rispetto al contesto considerato la variazione del numero di famiglie nel decennio 1991-2001, (quasi il 18%), risulta essere in media. In particolare, i dati sul numero di famiglie per la provincia di Treviso registra una variazione nel decennio di riferimento del 17,5%. Anche il numero di abitazioni censite nel comune di Oderzo nel 2001 è variato rispetto al 1991 di quasi il 18%. La situazione economica, analizzata rispetto al numero di Unità Locali presenti nel periodo 1991-2001, è positiva in tutti i comuni confi-nanti con la sola eccezione di Mansuè e anche per l’intera provincia, ma il dato assolutamente più alto in termini di variazione percentuale lo fa registrare Oderzo (42,4%). Anche il numero di addetti è in aumento in tutti i comuni contermini in particolare a Oderzo l’incremento medio pari al 34,7%, ben superiore al dato medio provinciale bloccato intorno al 15%.

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strategie di area vasta

Oderzo appartiene ad un distretto ben più ampio della provincia di Treviso all’interno del quale svolge un ruolo importante sia sotto il profilo produtti-vo che per la capacità di ospitare servizi di livello sovracomunale.Con il territorio circostante Oderzo intreccia relazioni economiche e sociali, condivide le principali reti infrastrutturali e stabilisce intensi legami di continuità.Sono relazioni forti che interessano in modo diverso tutti i comuni confi-nanti, ma in particolare sono evidenti verso Ponte di Piave dove le due zone produttive costituiscono un continuo unico e indifferenziato, oppure verso Fontanelle il cui confine delimita la frazione di Colfrancui e ne condiziona il contesto sia in modo positivo per la presenza del parco che negativo a causa della vicinanza con l’impianto produttivo dell’oleificio.I temi di area vasta sui quali si articola il PAT sono prevalentemente legati al completamento del disegno della tangenziale verso est, alla verifica delle situazioni di confine, soprattutto in relazione alle attività produttive, alla creazione di un sistema di percorsi ciclabili, alla individuazione e salvaguardia dei corridoi ecologici e delle loro connessioni.Oltre agli interventi di carattere viario, assume un ruolo in prospettiva molto importante anche la previsione della SFRM che consentirà i collega-menti con il territorio circostante alternativi a quelli automobilistici.Infine, nella prospettiva di una valorizzazione del territorio anche sotto il profilo turistico e ricreativo, la individuazione di una rete di piste ciclabili estesa e in grado di rendere fruibili le porzioni di territorio di maggiore interesse paesaggistico e storico, può diventare un sistema a servizio dei cittadini, ma anche in grado di sviluppare nuove attività di ricreative o di ristorazione all’interno di ambiti oggi poco valorizzati.

estratto dalla Tavola 3.1“Sistema ambientale_Reti ecologiche” del PTCP della Provincia di Treviso

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Ambiti coltivati mediamente aperti a prevalenza di seminativi

Ubicazione dei coltivi e tipologia dei microambiti. In tutto il territorio vi sono le aree destinate ai seminativi ma sicuramente la loro maggior presenza si riscontra a sud e sud-est. Cartografi-camente distinguiamo un paesaggio dell’agricoltura moderna con campi sistemati alla ferrarese o con drenaggio sotterraneo dove rare sono le siepi e qualche elemento verticale è

rappresentato dagli alberi singoli.Morfologia, ampiezza e variabilità visiva:

l’aspetto è quello della bassa pianura, si percepi-sce che ci si sta avvicinando al mare. Le colture agricole a seminativo con qualche pioppeto in lontananza rappresentano lo scenario visivo. L’alternanza delle specie coltivate sono comun-que fonte di variabilità (diversità di altezze e colori) e di una diversa ampiezza visiva anche in

funzione delle stagioni.

Ambito del Fiume Monticano e corsi d’acqua minori

Il fiume Monticano e gli altri corsi d’acqua minori (Fossa formosa, Navisego, Piavon) attraversano il territorio da nord-ovest verso sud-est confer-mando questa interessante caratteristica del territorio veneto dovuta alla morfologia, alla geologia e alla posizione geografica. I fossati che scorrono tra i campi hanno invece andamento diversificato ma il loro corso poi termina nei corsi d’acqua maggiori. In questi ambiti si può distinguere il paesaggio golenale a prevalenza di seminativi, prati poche siepi, pioppeti e vigneti in grandi appezzamenti. La vegetazione ripariale è assente lungo i corsi d’acqua maggiori mentre è abbondante in prossimità dei fossati dove siepi o filari di salici normalmente ne accompagnano il percorso. Se la presenza vegetale sulle rive le consolida e contribuisce al disinquinamento (con l’assorbimento dei nutrienti da parte delle radici), d’altra parte la presenza di grandi alberi sulle sponde può diventare pericolosa durante le piene. Dal punto di vista faunistico le poche presenze sono tipiche di corsi d’acqua della zona, anche in considerazione che probabilmen-te la qualità dell’acqua non è tra le migliori, visto il grado di antropizzazione dei territori attraver-sati. Mancano inoltre specchi d’acqua e bacini di una certa consistenza che consentirebbero un

arricchimento ambientale.Morfologia e variabilità visiva:

Il percorso sugli argini spogli e sopraelevati rispetto al piano di campagna, offre all’osservatore una visuale sulla pianura generalmente aperta ed un quadro paesistico con un interessante gradiente estetico. Il percor-so lungo i fossati è invece più chiuso in quanto le coltivazioni, le siepi ed i filari limitano l’ampiezza visiva ma contribuiscono alla sua diversificazio-

ne.

Ambiti mediamente chiusiTroviamo tali microambiti in un’ampia area del territorio da nord a sud-ovest e ad est. Dalle Baite a Faè e Rustignè, a Ronche dove il paesag-gio ha mantenuto i caratteri fondamentali

dell’agricoltura tradizionale.Morfologia, ampiezza e variabilità visiva:

la pianura coltivata presenta campi baulati dove possiamo riconoscere ancora la sistemazione a cavino oppure una sistemazione mista originata dalla stessa. I campi sono piccoli o medi con coltivi alternati (seminativi, vigneti e prati) e frequentemente separati da siepi miste o filari di

salici.L’ampiezza visiva è limitata ma l’osservatore può godere di un quadro ambientale variabile con molto verde nella stagione primaverile-estiva e che ricorda la campagna tradizionale o

l’immagine che si può avere della stessa.

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paesaggio agricolo

Il Pat assume, con gli opportuni aggiornamenti, le indagini agronomiche svolte nel 2004 e ne fa proprie le valutazioni e indicazioni. Gli elaborati sono contenuti nel quadro conoscitivo. Al fine di individuare i diversi tipi di paesaggio sono stati analizzati sia i fattori fisici che di uso del suolo dell'ambiente agricolo di pianura conside-rando come parametri l’altimetria (bassa pianura), la morfologia pianeg-giante (pendenze minori del 5%), l’ampiezza visiva (ambiti aperti, ambiti mediamente aperti, ambiti chiusi). Sono state inoltre considerate le colture e associazioni flogistiche distinguendo in aree con prevalenza di vigneti, aree con prevalenza di seminativi, aree a coltivazione mista con vigneti, prati e seminativi, presenza di siepi, filari di salici e macchie boscate. I parametri riguardanti la dimensione degli appezzamenti sono stati suddivisi in tre categorie: elevata (lato maggiore più lungo di 100 m), media (lato maggiore lungo da 50 a 100 m), piccola (lato maggiore con lunghezza inferiore a 50 m).

In generale l’individuazione delle tipologie paesaggistiche è stata realizza-ta con riferimento agli elementi citati comprese anche le sistemazioni agrarie (distinte in ferrarese, cavino, mista con baulatura), le caratteristi-che degli ambiti prospicienti fiumi e corsi d’acqua minori (presenza conti-nua o discontinua dell’acqua, tipo di vegetazione arborea ed arbustiva degli argini o assenza di vegetazione) e alla loro presenza così da osserva-re micro-ambiti prevalenti che vengono descritti sia sotto il profilo agronomico-colturale che naturalistico-forestale. Quali approcci di valuta-zione sono stati utilizzati anche indicatori estetico-ricreativi come l’ampiezza e la variabilità visiva.

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determinanti socioeconomiche

Il quadro conoscitivo riferito ai caratteri del sistema socio-economico non può che essere costruito muovendo da un’azione di capillare rilevamento dei dati e dei parametri che caratterizzano il contesto, considerato tuttavia in una dimensione territoriale più vasta: sia per le interrelazioni che il comune istituisce con un suo intorno che va ben oltre l’ambito comunale, sia perché a questa dimensione territoriale fanno riferimento molti dei processi che investono i settori economici.Le analisi socioeconomiche acquistano nel quadro della legge 11/04 almeno un duplice significato:- costituiscono un tassello importante del quadro conoscitivo, in quanto assolvono alla definizione della matrice della popolazione e consentono di ponderare e misurare molti indicatori di diversa origine;- rappresentano la chiave per costruire ipotesi di scenari riferiti alle tendenze: in continuità e/o in discontinuità con le dinamiche attuali.Si tratta cioè di uno strumento che, seppur largamente previsto ed in qualche misura utilizzato anche nelle esperienze condotte per la costruzio-ne dei PRG ex legge 61/85, acquista una aggiornata funzione nel quadro di una logica di piano che si misura con scenari e con valutazioni.Lo stretto legame che si propone tra analisi socioeconomiche, quali strumenti per la costruzione di scenari e quindi di obiettivi di piano, e processi partecipativi: delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini, trova ragione nella necessità di sottoporre costantemente a verifica i risultati delle analisi, e quindi degli scenari ipotizzabili, al fine di pervenire ad un sistema di obiettivi condivisi.Al fine di pervenire ad una sintesi che consentisse la definizione degli obiettivi di piano e delle conseguenti politiche urbanistiche è stato delinea-to il ruolo dell’economia della città procedendo ad una analisi in cui:- sono state definite le determinanti che caratterizzano l’economia in termini di addetti, unità locali e, per quanto possibile, in termini di valore aggiunto; molti indicatori evidenziano infatti come struttura e pesi siano profondamente cambiati rispetto ad un passato non lontano quando l’assetto economico, ma anche quello insediativo erano determinati dall’economia del distretto;- sono stati definiti i nuovi processi e le nuove dinamiche economi che ed interne ai singoli settori evidenziando chi cresce (nuove imprese insediate) e chi cala (imprese che chiudono o si trasferi scono);Tali processi, analizzati attraverso strumenti di analisi statistica, in base ai modelli insediativi e alla tipologia dell’edificio hanno consentito di riposizio-nare i modelli interpretativi dell’economia di Oderzo e del ruolo nei confronti di un territorio più vasto (almeno a scala provinciale, ma anche nel nord Italia).

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1500015000

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1800018000

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1900019000

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2000020000

20022002

200420042003200320022002

20062006200520052004200420032003

20052005 20062006

1650016500

1700017000

1750017500

1800018000

1850018500

1900019000

1950019500

2000020000

vecchiaiavecchiaia

dipendenzadipendenza

ricambioricambio

giovanilesenile

132,2

53,0

28,5 24,4

67,4

154,0

52,1

25,2 26,9

81,5

156,3

54,1

25,4 28,7

124,4

152,5

59,0 27,7 31,3

122,9

19941994 19981998 20022002 20062006

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popolazione residenteIl Comune di Oderzo ricopre una superficie territoriale pari a 42,6 chilome-tri quadrati nel nordest della Provincia di Treviso, quasi al confine con le province di Udine e di Venezia. Nel territorio risiedono, al 12 dicembre 2006, 19.413 abitanti con una densità di popolazione pari a quasi 450 abitanti per km2. I residenti nel Comune sono in evidente ascesa: infatti, il tasso d’incremento degli ultimi 5 anni è pari al 9,7% con un incremento medio annuo pari al 2,3%.

movimento naturaleI nati nel Comune di Oderzo negli ultimi anni stanno aumentando: l’indice di natalità è passato da 8,9% a 11,4% nell’arco di cinque anni; andamento inverso, invece, viene registrato per quanto riguarda i morti, il relativo indice di mortalità è sceso da 10,7 per cento nel 2002 a 8,2 nel 2006. Tale comportamento divergente della popolazione ha fatto sì che il saldo naturale, ossia la differenza tra nati e morti, da negativo sia passato a essere positivo, permettendo così una crescita naturale della popolazione dal 2004.

movimento socialeLa popolazione immigrata, soprattutto dall’estero, è in crescita nel periodo preso in considerazione con un tasso di incremento pari al 20%, in modo ancora più evidente cresce la popolazione emigrata, quest’ultima registra un tasso d’incremento superiore al 90%, sono molti soprattutto gli emigranti verso altri comuni italiani.

popolazione stranieraIl Comune di Oderzo rappresenta un’ottima attrattiva nella Provincia di Treviso per la popolazione straniera, probabilmente per la vitalità economi-ca e imprenditoriale con la conseguente possibilità di offrire lavoro. Gli stranieri residenti nel Comune sono passati da 914 a 2070 nell’arco di cinque anni e sono la principale causa dell’aumento della popolazione residente.

popolazione per etàL’indice di vecchiaia è in evidente ascesa negli anni di riferimento e passa da 132,2 del 1994 al 152,5% nel 2006.L’indice di dipendenza strutturale evidenzia che, nel 2006, 100 persone attive devono farsi carico mediamente di circa 59 persone non attive, mentre nel 1994 le persone dipendenti erano 53. Fra le persone non attive, i minorenni sono in diminuzione, mentre gli anziani sono in aumen-to.L’indice di ricambio evidenzia che, nel 2006, a 100 potenziali ingressi nell’attività lavorativa corrispondono mediamente 122,9 uscite. Questo rapporto ha conosciuto un notevole incremento rispetto al 1994 in cui era pari a 67,4.

famiglieNel 2006 sono state registrate all’anagrafe comunale circa il 13,6% in più di famiglie rispetto al 2002, le quali passano da 6.577 a 7.469. A fronte di questo importante aumento del numero di famiglie, si nota una leggera riduzione del numero dei componenti, che passa da 2,7 nel 2002 a 2,6 nel 2006. Questo fenomeno si può attribuire principalmente all’incremento di famiglie unipersonali, formate sia da giovani che decidono di andare a vivere da soli che da anziani rimasti vedovi.

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evoluzione della popolazionenel periodo 2002-2006

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Oderzo

andamento della popolazione residente con e senza gli stranieri nel Comune di Oderzo per anno

con stranieri

senza stranieri

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Oderzo

vecchiaia

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ricambio

1994 1998 2002 2006Indicatori demo-grafici(percentuali)

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Oderzo

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Dimensione media delle unità locali (1991-2001)

Addetti per settore di attività economica (1991-2001)

Unità locali per settore di attività economica (1991-2001)

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Consistenza di unità locali e addettiDelle 1.914 Unità Locali censite nel 2001 (data dell’ultimo censimento), il 29,2% sono adibite al commercio all’ingrosso e al dettaglio e oltre il 23% ad attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca; seguono in ordine decrescente per incidenza sul totale delle attività economiche, il settore delle attività manifatturiere (11,3%) e le costruzioni.Rispetto al censimento precedente, le imprese di attività immobiliari, di noleggio, di informatica e di ricerca hanno registrato un sostanziale aumento, pari a quasi il 170%, passando in termini relativi da 12% al 23% sul totale delle attività economiche; nel decennio intercensuario quasi tutti i settori sono aumentati, evidente la crescita dei servizi pubblici riguardanti sanità (80%) e socio assistenzialità (70%). Notevoli anche lo sviluppo dei settori delle costruzioni e delle intermediazioni economiche e finanziarie. Diminuzioni tra il 30 e il 40 % hanno invece interessato la distribuzione dell’acqua, l’istruzione e la pubblica amministrazione.

Complessivamente, il numero degli addetti, sempre secondo i dati dei Censimenti ISTAT, risulta in crescita e passa infatti da 6.105 a 8.942 unità. La distribuzione degli addetti nel 2001 risulta concentrata per quasi il 40% nell’industria, distribuita per il 31,2% nel comparto manifatturiero e per circa il 6,5% in aziende che operano nel settore delle costruzioni.Nel settore terziario, quasi il 20% degli addetti è occupato nel commercio; gli addetti occupati nell’attività immobiliare, noleggio e informatica hanno avuto un aumento molto rilevante passando in termini assoluti da 424 a 1.258 e in termini relativi dal 6,9% al 14,1%.

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Unità locali per settore di attività economica (2005)

Unità locali per sottosezione economica (2005)

Le tendenze recentiIn base ai dati della Camera di Commercio di Treviso, nel 2005 risultano insediate nel comune di Oderzo 1.935 aziende, escluse agricoltura e silvicoltura che verranno analizzate a parte.Tuttavia il dato complessivo non rende conto dei diversi mutamenti per segno ed intensità avvenuti nei singoli settori pertanto è su questi che occorre approfondire l’analisi al fine di delineare un quadro più completo. Delle 1.935 unità locali complessivamente registrate nel 2005, il 27,4% afferiscono a settori di attività industriale suddivise tra industria manifat-turiera e settore delle costruzioni. Nell’ambito delle attività manifatturiere, i settori che concentrano la quota maggiore di unità locali sono:- Fabbricazione mobili e altre attività manifatturiere con un peso del 17,8% ,- Industrie alimentari e delle bevande 13%.

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Indici di imprenditorialità del Comune di Oderzo per sezione economica

Indici di imprenditorialità della Provincia di Treviso per sezione economica

Indici di specializzazione 1991-2001

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Indice di imprenditorialitàL’indice di imprenditorialità costituisce un indicatore della consistenza delle unità locali ogni mille abitanti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più elevata è la densità imprenditoriale; in una determinata area.Per il Comune di Oderzo è emerso un indice di imprenditorialità complessi-vo crescente rispetto al 1991 e pari a 109,7 unità locali ogni mille abitanti nel 2001; il settore terziario contribuisce maggiormente ad elevare tale indice, essendo passato da 60,1 nel 1991 a 85,8 nel 2001, ben superiore alla relativa media provinciale. In particolare, anche il settore dell’industria manifatturiera e quello delle costruzioni hanno visto aumentare seppur leggermente le proprie densità imprenditoriali. Il confronto con i dati relativi alla Provincia di Treviso evidenzia che mediamente l’indice di imprenditorialità a Oderzo è superiore al dato provinciale, e il gap sta progressivamente aumentando.

Indice di specializzazioneL’indice di specializzazione consente di determinare se un dato territorio è più (i.s. > 1) o meno (i.s. < 1) specializzato rispetto all’area di riferimento (nel caso in esame l’intera Provincia di Treviso) in un determinato settore. Si ottiene confrontando gli addetti di ciascun settore con gli addetti totali sia nell’area di analisi che nell’area di riferimento.Il Comune di Oderzo risulta particolarmente specializzato nel settore della sanità, degli altri servizi pubblici socio-assistenziali, ma anche nell’attività immobiliare, noleggio e informatica e nel commercio.

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Aziende e relativa superficie totale (in ha) per forma di conduzione 1990-2000

Aziende e relativa superficie agricola utilizzata (in ha) per classe di superficie utilizzata 1990-2000

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AgricolturaIl peso dell’agricoltura nell’economia di Oderzo si mantiene tutto sommato costante, l’aumento del numero di aziende è controbilanciato dalla diminu-zione della superficie utilizzata. In altri termini, nel 2000 ci sono più aziende un po’ più piccole rispetto al 1990. Nell’ultimo censimento Istat, le aziende agricole censite erano complessivamente 866 con una superficie agricola utilizzata pari a 3.218 ettari.La distribuzione delle aziende agricole per classi di superficie agricola utilizzata mette in evidenza che:- la maggior parte delle aziende agricole, circa il 94% occupa una superficie inferiore ai 10 ettari e coltiva meno del 50% della SAU;- il 26,3% della SAU è coltivata nel 2000 da 46 medie aziende che posseggono tra i 10 e 50 ettari ciascuna e rappresentano il 5,3% del totale delle aziende operanti nel territorio di Oderzo; - sono presenti 3 aziende medio grandi tra i 50 e 100 ettari che coltivano quasi il 7% della SAU, e solo 2 aziende con dimensione oltre ai 100 ettari.

Nel 2000 le aziende agricole a conduzione diretta del coltivatore costitui-scono il 94,7% del totale con una quota di superficie occupata pari al 77%, la rimanente quota percentuale di superficie (23%) è coltivata da aziende che impegnano salariati e/o compartecipanti.Delle aziende a conduzione diretta del coltivatore, la maggior parte impiega sempre solo manodopera familiare, essendo le giornate lavorative impiegate nell’azienda dovute esclusivamente al conduttore stesso, ai suoi familiari o agli altri parenti.

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Aziende e relativa superficie agricola utilizzata (in ha) per forma di conduzione 1990-2000

Aziende con allevamenti 1990-2000

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Analizzando la ripartizione della superficie aziendale secondo l’utilizzazione dei terreni, è possibile notare che nel 2000 l’86,5% della superficie com-plessiva è investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamen-te agricole: di questa il 52,1% è adibita a seminativi, mentre il 32,8% a coltivazioni permanenti. Nel 1990, la quota di area complessiva utilizzata per attività strettamente agricole, era leggermente superiore.

Inoltre nel periodo che intercorre tra i due censimenti è notevolmente aumentato il numero delle aziende agricole con allevamenti, passando da 267 a 466.Nel 2000, la maggioranza di queste aziende (62,2%) è costituita da allevamenti avicoli; rispetto al 1990 sono dimezzate le aziende che alleva-no bovini, d’altra parte hanno avviato l’attività molte nuove aziende di suini e soprattutto avicole che sono passate da 29 a 290.

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struttura dell’accessibilità

parco fluviale

corridoi urbani

integrazioni tra urbano agricolo

3reti e connessioni

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Differenti punti di vista sottolineano l’importanza assunta dalle reti di connessione, ed in particolare dalle reti relative alla mobilità, dai sistemi di continuità ambientale e da quelli dei luoghi collettivi.Il progetto assumerà una particolare attenzione a recuperare continuità alle reti ecologiche-ambientali, ai comparti degli spazi collettivi, alla rete stradale minore.Oderzo contiene già molti elementi di valorizzazione: le grandi superfici verdi dei parchi fluviali, i parchi delle ville, gli ambiti naturalistici disegnati dai corsi d’acqua minori, le zone rurali. E ancora, addentrandosi nel tessuto costruito: le reti di spazi pubblici da mettere in relazione attraver-so percorsi pedonali e ciclabili differenziati e protetti e l’insieme di piazze, spiazzi, slarghi, giardini, viali e parcheggi che tessono, tra loro, le varie parti della città. La messa a sistema delle aree verdi urbane esistenti e previste, rappresenta una prima operazione che il PAT propone per la costruzione della città verde. Diventano parte di questo disegno sia le aree attrezzate (parchi, aree scolastiche e sportive, ecc.) che gli altri spazi verdi della città (viali alberati, piazze verdi, ecc). Un secondo elemento di connessione delle aree verdi è rappresentato da una serie di spazi, esterni alla città, caratterizzati dall’uso agricolo. Si disegna così una sorta di cintura tra i tessuti edificati e lo spazio agricolo attraverso la quale media-re il rapporto tra lo spazio rurale e quello urbano. Questa fascia esterna permette alla città di interfacciarsi con la campagna, mediante la rete degli spazi verdi urbani. All’interno di questi ambiti è anche ipotizzabile ridefinire nuovi e possibili usi dello spazio agricolo (soprattutto di quello a ridosso delle aree urbane). In alcune parti prevale il ruolo paesaggistico, in altre diviene importante il ruolo che essi possono assumere rispetto alla salvaguardia del sistema ambientale, o di possibili futuri usi pubblici. In altre ancora diventa importante la funzione di distacco da infrastrutture e insediamenti non compatibili tra loro. Il PAT inoltre individua una serie di aree cui viene affidato un preciso ruolo nella compensazione di alcuni squilibri ambientali riconosciuti: ambiti di mitigazione lungo le strade principali e aree di rispetto attorno agli inse-diamenti produttivi. L’importanza di questi ambiti sta nel rendere sosteni-bile la compresenza di attività e luoghi quali aree industriali, ambiti residenziali ed infrastrutture.Il funzionamento dei sistemi di connessione è legato strettamente alla presenza di adeguate reti di mobilità, in particolare, per quanto riguarda le aree verdi e i servizi; il PAT indica, quindi, tra i progetti strategici l’integrazione della rete delle piste ciclabili esistenti con particolare riferi-mento ai percorsi casa-scuola, periferia-centro, in modo da costruire un sistema alternativo a quello automobilistico, sicuro e protetto, in grado di agevolare gli spostamenti interni con mezzi alternativi alle auto.

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struttura dell’accessibilità: efficienza del sistema infrastrutturale

In merito agli interventi viabilistici previsti per la realizzazione delle tangenziali di Oderzo, i vari scenari sono già stati presi in considerazione all'interno dello studio di impatto viabilistico predisposto da Systematica nel 2003. In tale studio è stata verificata l'efficacia del sistema delle tangenziali a seguito del quale si ottiene una riduzione dei flussi di attra-versamento delle vie centrali con conseguente declassamento di alcune strade. In particolare con la realizzazione anche dell'ultimo tratto di tangenziale tra la via per Piavon e il Comune di Gorgo al Monticano, si ottiene una notevole riduzione di flussi nell'attraversamento del centro di Oderzo per la Postumia.A completamento di tale scenario nello studio vengono proposti anche degli interventi di moderazione del traffico in alcune vie cittadine che si ritengono utili al fine limitare ulteriormente il flusso di attraversamento oltre a favorire l'utenza debole della strada.Oltre agli interventi già ipotizzati si ritiene utile proporre una serie di ulteriori modifiche utili ad una migliore distribuzione dei veicoli all'interno della rete. Una prima modifica consiste nella ricalibratura di Via Sgarbariol nel tratto compreso tra la rotatoria sulla tangenziale fino all'intersezione con la SP 54 in prossimità delle ex caserme dove si propone la realizzazio-ne di una nuova intersezione a rotatoria. Tale strada, adeguatamente allargata ed in alcuni punti rettificata, collegandosi a Via Piavon e poi Via Spinè diventerebbe una valida alternativa alla Postumia per molti veicoli diretti verso il centro di Oderzo. Per la risoluzione del nodo tra Via Sgarba-riol e Via Fornase si propone la realizzazione di una rotatoria in grado di fungere anche da sistema di moderazione. Un ulteriore miglioramento alla viabilità potrebbe infine essere ottenuto con l'eliminazione di due impianti semaforici sulla Postumia ed in particolare quello all'intersezione con Via Spinè e quello all'intersezione con Via Verdi. Anche per tali intersezioni si propone la realizzazione di rotatorie le cui dimensioni dovranno essere opportunamente valutate e per le quali è necessaria una preventiva analisi di funzionamento. Tali rotatorie non sono in contrasto con il previsto declassamento della Postumia in quanto potrebbero anch'esse fungere da sistema di moderazione del traffico oltre a garantire migliori standard di sicurezza rispetto ad un'intersezione semaforizzata.In merito poi all'opportunità di completare l'anello di tangenziali attorno al centro con l'ultimo tratto ad est fino a collegarsi con la rotatoria nella località Fratta, dall'analisi della matrice O/D prodotta sempre in occasione dello studio prima citato, l'entità dei flussi potenziali utilizzatori di questa nuova infrastruttura non sembra tale da giustificare l'opera che comporta tra l'altro anche la realizzazione di un ponte sul fiume Monticano. Va tuttavia rilevato che, considerata la notevole quantità di dati raccolti con lo studio precedente e la rete implementata in tale occasione, considerazioni più precise potrebbero essere formulate solamente con la simulazione con apposito programma dello scenario che prevede tale infrastruttura, operando in tale maniera sarebbe poi anche possibile confrontare i risultati con quelli ottenuti per gli scenari precedentemente presi in considerazione.

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parco fluviale-1progetto-guida tangenziale-2

corsi d’acqua minori-3 corridoi urbani-4

aree agricole di margine-5

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struttura dell’accessibilità: sistema urbano

Un ruolo importante nella riqualificazione della rete di mobilità interna alle zone costruite è svolto dai tracciati stradali e dal sistema degli accessi al centro e alle frazioni. Attualmente il sistema infrastrutturale è costituito dall’insieme degli accessi radiali dalla periferia al centro e dall’anello della tangenziale che li interseca e consente di portare all’esterno del tessuto urbano il traffico di attraversamento. I tracciati stradali, inevitabilmente trasformano i territori che attraversano in quanto dividono e separano ambiti agricoli, interferiscono con le zone residenziali adiacenti alle quali procurano rumore e inquinamento, ma al tempo stesso valorizzano alcuni ambiti perché costituiscono elementi attrattori soprattutto per le attività commerciali, agevolano lo scambio delle merci. Le infrastrutture stradali di carattere sovracomunale aprono nuovi arrivi ai centri urbani, costituiscono porte di accesso alla città, modificano il ruolo e l’intensità del traffico sulla rete stradale esistente. Il PAT indica per il sistema delle infrastrutture stradali tre progetti-guida, tutti e tre finalizzati a recuperare o consolidare il disegno dell’infrastruttura con la sua funzionalità e a migliorare le relazioni con il contesto.Il primo è relativo alla tangenziale per la quale il PAT conferma il disegno della fascia di mitigazione ambientale intendendo questa non tanto come un vincolo di inedificabilità, quanto come l’opportunità che il tracciato diventi un elemento strutturante attraverso un progetto di definizione della sua stessa forma urbana globale. Una corona identificatrice del limite urbano esterno, verso il lato meridionale, una separazione fisica chiara, di riferimento, territorialmente potente, tra fatto urbano e spazio rurale; sistema lineare di verde continuo che possa riunire in sè tanto il collega-mento ecologico quanto quello pedonale e fruibile, tra ambiti distinti della città; sistema strutturante dal quale fuoriescano le braccia che collegano al contesto.il secondo progetto-guida è invece legato alla viabilità di accesso dall’esterno alla tangenziale. Anche in questo caso la fascia di mitigazione ambientale ha lo scopo di suggerire un progetto in cui vengano salvaguar-dati i varchi aperti verso la campagna , venga valutata la consistenza delle singole unità insediative, proponendo eventuali diverse configurazioni dei fronti, degli spazi antistanti e interclusi e delle modalità di accesso, e indicate le modalità per la trasposizione volumetrica degli elementi incon-grui. Infine il PAT si occupa dei viali urbani compresi nelle maglie della città consolidata per i quali le linee-guida dovranno fornire indicazioni in relazione al sistema degli accessi, alla funzionalità e messa in sicurezza degli incroci, alla definizione degli allineamenti verso strada dell’edificato, all’apparato vegetazionale esistente e previsto, alla mobilità debole, pedonale e ciclabile, alla qualità e disposizione degli elementi di arredo, ai materiali e sistemazioni della sezione stradale.

corridoi urbaniOderzo nel tempo ha sviluppato una rete di servizi pubblici, ammninistrati-vi, sportivi e scolastici, di grande interesse e rilevanza anche rispetto ai comuni vicini. Una delle caratteristiche principali del capoluogo, è costitui-ta dalla presenza di aree verdi, pubbliche e private, facilmente collegabili attraverso un percorso che potrebbe diventare pedonale o ciclabile e che unisce le zone periferiche al centro costituendo, di volta in volta, un asse ai servizi attrezzato o un corridoio ecologico. Oltre a individuare quelli esistenti e già strutturati, il PAT indica gli ambiti dove è possibile comple-tare la rete o quelli dove, nel caso di edificazione, è comunque opportuno che vengano salvaguardati i varchi. Il PAT mette in luce, quindi, questa rete di connessioni e ne indica la conservazione e, quando possibile, il potenziamento. Questa operazione ha il vantaggio di concepire le aree di interesse pubblico collegate tra loro in modo da essere in sinergia e facilmente raggiungibili attraverso percorsi protetti. Inoltre il sistema del verde così articolato ed esteso costituisce un elemento di qualità del tessuto edificato.

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integrazioni tra urbano e agricolo

il sistema del verde in relazio-ne con il tessuto costruito: aree agricole intercluse e corridoi

progetti parchi fluviali,studio PROAP

La valorizzazione e la tutela del paesaggio periurbano deve avere come obiettivo di base la realizzazione di una rete connettiva in grado di trasfor-mare un insieme di elementi isolati in un sistema articolato che tenga conto degli aspetti ecologici, paesaggistici, storici e funzionali. Il PAT ha pertanto preso in esame i seguenti aspetti:- i processi di urbanizzazione (edificazione, rete infrastrutturale) che possono rompere la continuità del tessuto rurale generando fenomeni di inglobamento nella trama del costruito degli spazi agricoli; - i fattori di valorizzazione del paesaggio: risorse ecologiche prima- rie (suolo, acqua e vegetazione), strutture produttive del settore agricolo, assetti storici, qualità percettiva;- i fattori di pressione che esercitano impatti negativi come la diffusione insediativa o la sottrazione di spazi verdi per attività extragricole.

Per contrastare i fattori di pressione e migliorare quelli di valorizzazione il PAT attiva le seguenti azioni:- Compensazioni ambientali degli impatti prodotti da nuove edifica- zioni o infrastrutture;- Corridoi ecologici che rendano più permeabili le barriere infrastrut- turali;- Tutela dell’integrità dell’assetto agricolo e della rete infrastruttura- le rurale;- Criteri per gli interventi di miglioramento fondiario e riconversione colturale;- Promozione di interventi volti a valorizzare l’apparato vegetale;- Contenimento dei fenomeni di dispersione insediativi; - Elaborazione di indirizzi per la progettazione delle opere in merito ai margini tra l’urbano, il produttivo e l’agricolo;- Rinvio ad uno specifico regolamento contenente norme sul verde;- Riconoscimento delle diverse tipologie di spazi aperti, definendo per ciascuno le attività compatibili, le attività incompatibili e gli indirizzi di intervento.

parco fluvialeIl corso dei fiumi Monticano e Lia che attraversano il territorio comunale in direzione est-ovest è una presenza di grande valore paesaggistico e di indubbia riconoscibilità, rafforzata dalle ampie aree marginali che accom-pagnano il letto del fiume e che si estendono in ambiti agricoli, quasi del tutto liberi da edificazioni. La presenza dell’acqua si riconosce anche nel resto del territorio dove alcuni dei corsi d’acqua minori condizionano le suddivisioni del territorio agricolo, lasciando leggibili le tracce dei paleoal-vei. Attraverso l’individuazione degli ambiti di pertinenza dei due fiumi, il PAT definisce il disegno del parco fluviale che viene tutelato in modo da salvaguardarne le qualità paesaggistiche, il valore ambientale, le funzioni agricole e di rigenerazione ambientale, il ruolo di assorbimento e smalti-mento delle acque. Il progetto del parco fluviale dovrà tenere conto in primo luogo della salvaguardia dei corridoi fluviali, della valorizzazione dei fiumi attraverso l’introduzione di percorsi pedonali e ciclabili, della previ-sione di piccole attrezzature di supporto, del recupero dei manufatti di interesse ambientale, della permanenza dell’attività agricola.

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ambiti territoriali omogenei

condizioni per la trasformazione

città esistente

città nuova

edilizia diffusa

produzione e commercio

centri storici

4azioni e interventi strutturali

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Una delle caratteristiche principali introdotte con il Piano di Assetto del Territorio è strettamente connessa con l’approccio strategico che esso comporta e consiste nella messa a punto di un sistema di finalità e obietti-vi e nella gestione separata dei problemi operativo-gestionali da quelli di indirizzo per il lungo periodo (PAT e PI).In questa logica il PAT di Oderzo individua alcuni obiettivi di carattere generale che ne guidano e indirizzano le scelte. Si tratta di obiettivi di largo raggio che interessano vaste parti di territorio. Al tempo stesso il PAT si pone il problema della fattibilità e delle modalità di attuazione più opportune e convenienti perché questi obiettivi siano conseguiti. E’ a questo punto che il Piano individua una serie di interventi e azioni che costituiscono le chiavi per dare avvio al processo di rigenerazione e riqualificazione del territorio.

Il PAT di Oderzo si caratterizza per essere un piano non tanto di espansio-ne, quanto di ridisegno del tessuto esistente, sia di quello edificato che di quello libero che, ancora, delle parti già disegnate dagli strumenti urbani-stici vigenti, ma mai attuate.Una volta fissati gli obiettivi generali sono stati individuati gli ambiti o le azioni sulle quali concentrarsi perché ritenute strategiche per l’avvio di processi di trasformazione più ampi. In generale si tratta di azioni nelle quali l’Amministrazione pubblica ha un peso rilevante in quanto finalizzate a risolvere problemi di ampio interesse o particolarmente significative per dare il segnale di un approccio innovativo e attento al territorio. Molte delle azioni indicate potranno essere realizzate con la collaborazione dei privati interessati.

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ambiti territoriali omogenei

Il PAT definisce gli Ambiti Territoriali Omogenei. Nel caso di Oderzo si è fatto riferimento a una ripartizione del territorio che tiene conto dei nuclei abitati esistenti e della relazione tra i centri e le aree agricole o produttive in modo da determinare contesti articolati e complessi, ben lontani dalla tradizionale suddivisione in zone omogenee. Uno degli elementi determinanti è stata la lettura della struttura del paesaggio di Oderzo e del suo assetto attuale; hanno influito nel disegno dei perimetri i segni del territorio e la natura dei luoghi così come si è venuta definendo nel tempo, in alcuni casi con molta chiarezza; infine alla suddivisione per ATO è stato riconosciuta un’importante funzione di programmazione e di orientamento delle scelte, soprattutto in relazione alla scala di progetto del PAT.Il PAT individua nel territorio comunale otto Ambiti Territoriali Omogenei identificati sulla base dei caratteri insediativi, fisici, urbanistici ed ambien-tali più significativi e corrispondenti al seguente elenco:

ATO 1: Oderzo

ATO 2: Colfrancui

ATO 3: Camino

ATO 4: Zona industriale

ATO 5: Fratta

ATO 6: Piavon

ATO 7: Rustignè

ATO 8: Faè

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ATO 1L’ambito comprende il centro storico del capoluogo, la città recente e le zone agricole fino al tracciato della circonvallazione.E’ l’ATO che contiene maggiori elementi di complessità in quanto sotto il profilo storico, funzionale e relazionale costituisce il punto di riferimento dell’intero territorio comunale. Al suo interno sono riconoscibili temi proget-tuali diversi che vanno dal sistema delle connessioni lineari (strade, corsi d’acqua, corridoi), alla presenza dei servizi di grande scala, al consistente patrimonio storico e archeologico, ai compendi agricoli che conten-gono soprattutto dal punto di vista della qualità percettiva, elementi di grande interes-se. Infine, molta della trasformabilità e delle risorse in termini economici, ma anche di recupero della qualità urbana, sono contenuti nella città consolidata che non si presenta affatto come un tessuto concluso e statico, ma come un ambito in cui l’interesse al rinnova-mento è ancora forte tanto da diventare un elemento strategico di progettazione.valoriDal punto di vista architettonico il centro storico rappresenta il valore più rilevante per la considerevole estensione, per la qualità degli edifici e degli spazi aperti, per il valore testimoniale che rappresenta. Ad esso vanno aggiunti gli edifici compresi nelle maglie della città recente e nella zona agricola che sono spesso di altrettanto interesse. Dal punto di vista degli elementi naturali, gli elementi più rilevanti sono rappresentati dai due fiumi, il Monticano e il Lia, e dagli ambiti verdi che attraversano, non solo l’ambito già riconosciuto come SIC, ma anche le zone agricole e il tessuto storico che con esso si relaziona. Un secondo elemento è costituito dall’apparato vegetazionale presente all’interno del tessuto urbano e che si concen-tra nei parchi e giardini e nel sistema dei viali alberati.Un elemento di valore rilevante è inoltre rappresentato dalla consistente presenza di aree pubbliche e di funzioni di servizio rilevan-ti, con un bacino di utenza che spesso va oltre i confini comunali. Si tratta di aree che sono spesso facilmente collegabili tra loro e che, essendo caratterizzate dalla presenza di ampi spazi non edificati, possono costituire dei corridoi verdi che vanno dalle zone agricole periferiche fino al cuore del centro. Sempre in relazione alle aree a servizi, una risorsa importante è rappresentata da alcuni compendi, come il Foro Boario, che per dimensioni e collocazione, sono strategici all’interno del tessuto.criticità fragilitàUn elemento di fragilità, che si ritrova anche in altri ATO, è costituito dalla natura dei terreni e dalla capacità di assorbimento e smaltimento delle acque. Nel caso dell’ATO 1 sono le aree immediatamente adiacenti al corso del Monticano a presentare i maggiori problemi, tanto da essere state classificate a pericolosità elevata anche dal PAI. Esiste però in generale un problema di regimazione delle acque soprattutto in caso di alta piovosità che i bacini di laminazione già realizzati non hanno risolto completamente. Un secondo elemento di fragilità è quello legato alle infrastrutture di collegamento e in particolare ai principali assi viari di penetrazione per i quali sarebbe opportuno avviare un progetto di riqualifica-zione funzionale: controllo delle sezioni,

inserimento o completamento di percorsi ciclabili e pedonali, tutela e integrazione dei filari alberati, verifica dei nodi, indicazioni sui fronti e gli accessi. Per quanto attiene alla ferrovia esistono alcuni punti di conflitto con le zone residenziali provocati in particolare al rumore del passaggio dei treni merci.Dal punto di vista della trasformabilità degli ambiti, un elemento di criticità deriva dalla strumentazione urbanistica vigente che, soprattutto nella città recente, deve essere rivista in termini di indici e parametri, ma che richiede anche una verifica progettuale attenta alle relazioni con il tessuto in termini di dotazione di aree a parcheggi, soluzione degli accessi, conservazione e tutela degli spazi aperti e degli edifici di pregio.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La valorizzazione e la tutela dell’area SIC attraverso l’individuazione e il controllo degli ambiti agricoli adiacenti, la previsione di percorsi ciclabili che possono essere collegati alle reti esistenti e previste sia dentro che fuori dal confine comunale;- L’individuazione, la tutela e il completamen-to dei corridoi verdi esistenti formati sia da ambiti agricoli che da aree a servizi o a parco, pubbliche e private;- La tutela rispetto all’edificabilità degli ambiti a forte pericolosità idraulica;- Il completamento del sistema dei bacini di laminazione nei punti di maggiore rischio e in particolare nella zona del cimitero e a sud dell’area Brandolini;- Il riconoscimento e la progettazione delle aree agricole intercluse tra l’edificato e le infrastrutture che, pur non avendo particolare interesse agricolo o paesaggistico, svolgono la funzione di separazione tra gli ambiti e di conservazione dei corridoi verdi;- La tutela delle aree agricole intercluse dall’edificato e dalle infrastrutture che sono interessanti per le qualità paesaggistiche e per il mantenimento degli ambiti visuali.Sistema dei servizi:- Il completamento della zona sportiva salvaguardando le aree libere adiacenti;- La previsione di un polo a servizi nella zona vicina al cimitero;- Il riuso della zona della Caserma Zanusso con finalità di completamento della dotazione di attività di servizio di carattere pubblico e privato.Sistema insediativo:- La salvaguardia del centro storico in quanto sistema di relazioni e connessioni tra manufat-ti edilizi, spazi aperti pavimentati e verdi, rete stradale, manufatti minori e simbolici, artico-lazione di funzioni ed usi;- Il riconoscimento degli elementi di qualità e dei punti di criticità all’interno della città consolidata avviando politiche di trasformazio-ne coerenti;- La riqualificazione dei margini non risolti tra tessuto edificato e zona agricola;- L’individuazione di espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente che non compromettano aree di pregio e in relazione con la sostenibilità ambientale degli interventi;Sistema infrastrutturale- La conferma della necessità di un progetto di integrazione del tracciato della tangenziale all’interno delle diverse situazioni di contesto, edificate e agricole;- La valorizzazione degli assi stradali di penetrazione verso il centro con funzione di distribuzione urbana piuttosto che di attraver-samento;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

ATO 2L’ambito comprende il centro di Colfrancui, perimetrato in modo da comprendere il nucleo storico, le espansioni più recenti e l’ambito agricolo a nord e a sud. Il tracciato della circonvallazione costituisce il limite fisico con l’ATO 1. Un elemento di connotazio-ne dell’ambito è rappresentato dalla presenza del fiume Lia che ne definisce i confini a nord; sia l’impianto urbano del nucleo che la qualità paesaggistica dei luoghi devono molto alla presenza dei corsi d’acqua e degli elementi vegetazionali che ad essi si accompagnano. Il centro abitato di Colfrancui ha forti relazioni con il territorio circostante, fuori dai confini comunali di Oderzo e con Fontanelle in particolare. Soprattutto per quanto riguarda gli ambiti lungo il Lia non esiste soluzione di continuità tra i due territori, tanto che le azioni di riqualificazione e valorizzazione dovrebbero essere concordate tra i due comuni.valoriGli elementi di qualità sotto il profilo dell’impianto naturalistico sono concentrati nella fascia verde lungo il Lia, compreso il parco di villa Gioia che, pure non compreso nel territorio comunale, costituisce un elemento significativo e da valorizzare. Dal punto di vista architettonico il centro storico è di dimensioni contenute, ma nell’organizzazione degli spazi e nell’articolazione degli elementi architettonici presenta elementi di interesse. Nell’insieme si tratta di un nucleo che offre una buona qualità dell’abitare perché mantie-ne una dimensione contenuta senza i disagi provocati da una alta concentrazione di volumi e al tempo stesso è facilmente collegabile ai principali impianti e servizi pubblici del capoluogo.criticità fragilitàL’elemento di criticità più rilevante è situato fuori dal confine comunale ed è costituito dall’impianto dell’oleificio. Si tratta di un tema che non può essere risolto all’interno del territorio di Oderzo ma che richiede di agire in collaborazione prima di tutto con il comune di Fontanelle e in secondo luogo con gli altri comuni vicini in modo da individuare un ambito di possibile trasferimento e da definire le misure compensative. Anche le scelte che si faranno sul futuro di questa area hanno un peso rilevante sul territorio comunale, ad esempio una sua eventuale trasformazione in residenziale comporterebbe una domanda di servizi che andrebbe verso Colfrancui e Oderzo piuttosto che verso Fontanelle il cui centro è più lontano.Un secondo elemento di criticità è rappresen-tato dal sistema viario e soprattutto dai tratti di connessione con la circonvallazione che attraversano il territorio agricolo e passano abbastanza vicini alle recenti espansioni.Infine il tessuto urbano consolidato richiede una attenta valutazione della rete viaria minore soprattutto in relazione ad eventuali espansioni edilizie.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La valorizzazione e la tutela dell’area SIC attraverso l’individuazione e il controllo degli ambiti agricoli adiacenti, la previsione di percorsi ciclabili che possono essere collegati alle reti esistenti e previste;- L’individuazione, la tutela e il completa-mento dei corridoi verdi esistenti in

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direzione est/ovest formati sia da ambiti agricoli che da aree a servizi o a parco, pubbli-che e private;- La tutela rispetto all’edificabilità degli ambiti a forte pericolosità idraulica;- Il completamento del sistema dei bacini di laminazione nei punti di maggiore rischio e in particolare nella zona della rotatoria lungo la circonvallazione;Sistema insediativo;- L’avvio di politiche di concertazione tra comuni interessati, provincia e regione per dare risposta al tema del trasferimento dell’impianto dell’oleificio;- L’individuazione di espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente che non compromettano aree di pregio e in relazione con la sostenibilità ambientale degli interven-ti;Sistema infrastrutturale- La conferma della necessità di un progetto di integrazione del tracciato della tangenziale all’interno delle diverse situazioni di contesto, edificate e agricole;- La lettura della situazione viaria interna al tessuto residenziale esistente con attenzione per la salvaguardia dei varchi esistenti e la soluzione dei nodi oggi insufficienti come condizione preventiva alla previsione di nuove aree edificabili;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

ATO 3L’ambito comprende la frazione di Camino definita verso ovest dal Monticano e verso est dalla strada provinciale 15 che la separa dalla zona industriale.Camino è un tipico nucleo residenziale con un centro storico di limitate dimensioni e un tessuto recente più ampio che è cresciuto soprattutto negli ultimi anni andando a completare molti dei varchi agricoli liberi.Lo sviluppo dell’impianto è organizzato lungo la via comunale di Camino che lo attraversa da nord a sud. La dotazione di servizi di quartiere è buona e la vicinanza con il sistema dei servizi di Oderzo consente di completare facilmente il fabbisogno dei residenti.valoriIl fiume che corre vicino al tessuto edificato costituisce la principale risorsa ambientale di Camino e l’opportunità per completare la dotazione di spazi verdi di servizio per la residenza.Il centro storico, pure se di dimensioni contenute, presenta elementi di interesse per la qualità delle architetture, ma alcune testimonianze di rilievo sotto il profilo architet-tonico sono presenti anche in ambiti esterni al perimetro del centro storico.criticità fragilitàLa principale criticità è rappresentata dalla vicinanza con la zona produttiva che comporta una particolare attenzione sia per il traffico che questa produce, sia per problemi derivanti dal rumore o dagli odori prodotti dalle lavorazioni.Anche la presenza della via Verdi, che soppor-ta un consistente volume di traffico può comportare alcune criticità sia direttamente, sia perché, se non adeguatamente controllata, porta traffico anche all’interno delle strade residenziali di Camino.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La valorizzazione e la tutela dell’area SIC attraverso l’individuazione e il controllo degli ambiti agricoli adiacenti, la previsione di percorsi ciclabili che possono essere collegati alle reti esistenti e previste anche fuori dal confine comunale;- La tutela della zona agricola compresa tra l’edificato di Camino e la via Verdi che, pur non presentando particolare interesse sotto il profilo paesaggistico o produttivo, costituisce un elemento di protezione e mitigazione tra la zona produttiva e le aree residenziali;- La tutela rispetto all’edificabilità degli ambiti a forte pericolosità idraulica; Sistema insediativo:- Il controllo dell’espansione residenziale, limitata al completamento delle aree già indicate negli strumenti urbanistici vigenti e agli eventuali lotti liberi interni alla città conso-lidata;- L’individuazione di un’area strategica in corrispondenza della struttura alberghiera esistente in previsione di un incremento dell’attività.Sistema infrastrutturale- Lo studio dell’asse di via Verdi in modo da salvaguardare i varchi liberi da edificazioni esistenti e impedire l’apertura di nuovi accessi;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente, soprattutto negli spazi lungo il Monticano dove è possibile ricavare facilmente collegamenti con il capoluogo e con le aree a servizi principali.

ATO 4L’ambito comprende la zona industriale nord e le aree agricole adiacenti.Si tratta di una zona sostanzialmente comple-tata in termini di infrastrutture anche se presenta al suo interno spazi ancora liberi da edificazioni.L’area è prevalentemente destinata ad attività produttive con un processo in parte già compiuto di conversione delle attività più prossime al centro abitato e alle principali vie di comunicazione in commerciale e direziona-le.Al suo interno l’articolazione dei lotti è varia e trovano spazio sia industrie di livello interna-zionale che occupano ampi comparti che attività locali.valoriPur non presentando particolari valori ambientali o architettonici, una risorsa impor-tante è costituita dall’impianto urbano che non presenta situazioni di degrado e invece è sostenuto da un disegno della viabilità efficiente e funzionale, caratterizzato da sezioni stradali ampie, spesso alberate e da una buona scorrevolezza.criticità fragilitàGli elementi di fragilità sono rappresentati dalle aree che hanno usi diversi da quello produttivo e commerciale e in particolare dalla zone agricole circostanti verso le quali non sempre l’espansione è avvenuta tenendo conto di un corretto inserimento ambientale e dalle aree residenziali comprese nel tessuto per le quali è importante salvaguardare le opportunità di ricavare diaframmi e protezio-ni dove confinano con le attività produttive.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- Il PAT stabilisce una prima classificazione dei margini tra attività produttiva e zona agricola, distinguendo tra limiti non valicabili e margini nei quali è ammesso il solo ampliamento delle attività esistenti, secondo le modalità e le procedure di cui al DPR 447/98. Il PI dovrà valutare attentamen-te e caso per caso questi ampliamenti indicando le adeguate misure di mitigazione.Sistema insediativo:- Rispetto al tessuto esistente il PAT indica negli assi stradali e negli spazi aperti gli elementi per completare la qualità urbana dell’edificato e per salvaguardare le zone agricole e residenziali dalle attività produtti-ve;Sistema infrastrutturale- All’interno di un progetto generale di riqualificazione dei viali urbani il PI indicherà eventuali norme specifiche sul trattamento delle sezioni stradali, le modalità di soluzione delle intersezioni, la conservazione e il completamento dei filari alberati, eventuali indicazioni su materiali e allineamenti;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

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ATO 5L’ambito comprende il centro di Fratta e le zone agricola adiacenti che si estendono a sud fino al Monticano.Si tratta di un ambito residenziale e agricolo che nasce da un nucleo storico formato da pochi edifici, tra cui la chiesa, sorti nei pressi del fiume e successivamente cresciuto attraverso la realizzazione di comparti edilizi sviluppatisi verso nord. Pur essendo molto vicino alle aree edificate del capoluogo, mantiene una sua identità per la presenza di ambiti agricoli che ne definiscono i confini.valoriIl fiume Monticano e le zone agricole adiacenti costituiscono il principale valore ambientale dell’ATO e una risorsa paesaggistica impor-tante.Dal punto di vista architettonico il piccolo nucleo formato dalla chiesa e da alcuni edifici adiacenti rappresenta un luogo centrale e riconoscibile che merita di essere tutelato e valorizzato.criticità fragilitàUn elemento di fragilità, che si ritrova anche in altri ATO, è costituito dalla natura dei terreni e dalla capacità di assorbimento e smaltimento delle acque. Nel caso dell’ATO 5 sono le aree immediatamente adiacenti al corso del Monticano a presentare i maggiori problemi, tanto da essere state classificate a pericolosità elevata anche dal PAI. Esiste però in generale un problema di regimazione delle acque soprattutto in caso di alta piovosità che i bacini di laminazione già realizzati non hanno risolto completamente, soprattutto le aree più basse di Fratta nelle quali si convogliano anche le acque provenienti dalla zona produt-tiva e dagli altri ambiti a nord.Un secondo elemento di fragilità è rappresen-tato dalla rete fognaria che in alcuni punti presenta problemi di manutenzione ed efficienza.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La valorizzazione e la tutela dell’area SIC attraverso l’individuazione e il controllo degli ambiti agricoli adiacenti, la previsione di percorsi ciclabili che possono essere collegati alle reti esistenti e previste anche fuori dal confine comunale;- La tutela rispetto all’edificabilità degli ambiti a forte pericolosità idraulica;- Il completamento del sistema dei bacini di laminazione nei punti di maggiore rischio e in particolare nella zona adiacente al Monticano e al depuratore;- La tutela delle aree agricole intercluse dall’edificato e dalle infrastrutture che sono interessanti per le qualità paesaggistiche e per il mantenimento degli ambiti visuali.Sistema dei servizi:- La valorizzazione della piazza della chiesa attraverso la previsione di spazi contigui da riservare a parcheggio;- Il completamento e la messa a punto della rete fognaria esistente.Sistema insediativo:- L’individuazione di espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente che non compromettano aree di pregio e in relazione con la sostenibilità ambientale degli interven-ti;- L’individuazione di un’area strategica, 5.1, nella quale è previsto il completamento del tessuto residenziale verso Oderzo, la costitu-zione di un corridoio verde di protezione

dall’infrastruttura stradale, di separazione tra zone edificate e di mantenimento dei varchi visivi, la realizzazione di una bacino di lamina-zione a potenziamento dell’esistente.Sistema infrastrutturale- La valorizzazione degli assi stradali di penetrazione verso il centro con funzione di distribuzione urbana piuttosto che di attraver-samento;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

ATO 6L’ambito comprende il centro antico di Piavon, le residenziali adiacenti, la zona produttiva e un vasto comparto agricolo che arriva fino alla circonvallazione da un lato e fino al confine comunale dall’altro. Piavon è il nucleo più consistente e articolato del territo-rio comunale dopo il capoluogo. Comprende, infatti, oltre a un buon numero di residenti anche una zona produttiva importante, recentemente completata e una buona dotazione di servizi. La zona agricola costituisce l’elemento di transizione con Oderzo e consente, oggi ancora di più con la presenza della circonval-lazione, di percepire chiaramente il passaggio da un nucleo all’altro.valoriDal punto di vista architettonico Piavon ha un centro storico abbastanza consistente che presenta caratteristiche proprie dei centri agricoli, quindi con un tessuto non continuo, ma formato da singoli edifici e dalle loro aree di pertinenza. Dal punto di vista ambientale è il corso del Piavon da cui prende nome il nucleo abitato a costituire il valore paesaggistico principale, ma anche la zona agricola e l’ambito dei Paludei rivestono un ruolo, oltre che nei confronti della regimazione della acque anche rispetto alla qualità del paesaggio.Sempre rimanendo nel contesto della zona agricola, costituiscono una risorsa importan-te, in parte ancora da valorizzare, i nuclei agricoli sparsi come quello di Ronche che hanno una loro consistenza e riconoscibilità e rappresentano modelli insediativi più ricchi e interessanti rispetto all’edificazione sparsa che si trova in generale su tutto il territorio comunale.criticità fragilitàL’elemento di fragilità, qui più rilevante che altrove, dipende dall’andamento dei terreni e delle acque che fanno della zona di Piavon uno dei principali bacini di raccolta. Il proble-ma già allo stato attuale è particolarmente evidente in situazioni di forte piovosità e costituisce un elemento di rischio ambientale, ma anche di forte disagio per le zone residen-ziali.Una parte consistente dell’ambito è classifica-ta sotto il profilo idrogeologico come non idonea all’edificazione proprio per la natura e il livello dei terreni.Un secondo punto critico, soprattutto in prossimità della zona residenziale è costituito dalla via Postumia che raccoglie il traffico proveniente da est e attraversa il centro abitato. In molti tratti soprattutto l’edificazione recente ha mantenuto una certa distanza dall’asse stradale e ricavato sul fronte spazi aperti, privati e pubblici. Si tratta di preservare tali spazi e aver cura nella definizione delel caratteristiche e dei materia-li in modo da dare qualità a uno dei principali arrivi.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La tutela rispetto all’edificabilità con particolare attenzione non solo a proteggere gli ambiti non idonei, ma anche le aree adiacenti;- Il completamento del sistema dei bacini di laminazione nei punti di maggiore rischio e in particolare nella zona adiacente alle zone residenziali verso il nucleo di Ronche;

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- Il riconoscimento e la progettazione delle aree agricole intercluse tra l’edificato e le infrastrutture che, pur non avendo particolare interesse agricolo o paesaggistico, svolgono la funzione di separazione tra gli ambiti e di conservazione dei corridoi verdi;- La tutela delle aree agricole intercluse dall’edificato e dalle infrastrutture che sono interessanti per le qualità paesaggistiche e per il mantenimento degli ambiti visuali.Sistema dei servizi:- Il completamento della zona a servizi all’interno dell’ambito già previsto dalla strumentazione urbanistica vigente;Sistema insediativo:- La valorizzazione del centro storico attraver-so uno studio dell’accessibilità e rafforzandone il ruolo centrale attraverso il completamento delle zone residenziali;- La non ulteriore crescita della zona produtti-va che allo stato attuale risulta sufficiente;- L’individuazione di espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente che non compromettano aree di pregio e in relazione con la sostenibilità ambientale degli interven-ti.Sistema infrastrutturale- La riqualificazione dell’asse stradale di penetrazione verso il centro in modo da attenuare gli effetti negativi indotti dal traffico e valorizzare il ruolo di distribuzione urbana;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

ATO 7L’ambito comprende il centro abitato di Rustignè, la zona produttiva adiacenta e quella a sud al confine con Ponte di Piave. E’ separato dalla frazione di Faè dalla fascia compresa tra la ferrovia e la Postumia. Il nucleo è di dimen-sioni ridotte, ma mantiene una propria autono-mia e riconoscibilità anche grazie al vasto compendio agricolo che interrompe la continuità con gli altri nuclei residenziali. La zona produttiva a sud, invece, costituisce un continuo unico e indifferenziato con quella di Ponte di Piave della quale fa parte dal punto di vista fisico.valoriDal punto di vista architettonico il nucleo storico non riveste particolare valore architet-tonico, ma rappresenta una testimonianza interessante di insediamento rurale per la collocazione e l’articolazione degli edifici e soprattutto per la presenza della chiesa in posizione aperta verso la zona agricola.Il corso del canale Bidoggia, pur non avendo le qualità ambientali del Monticano, costituisce un elemento importante del paesaggio e stabilisce un confine tra zone edificate e aperta campagna. L’affaccio sulla Postumia rappre-senta un elemento di valorizzazione delle attività produttive e commerciali, che possono beneficiare dei flussi di traffico che provengo-no da sud. La zona agricola in molte parti ha un pregio, sotto il profilo paesaggistico e produttivo, importante, superiore ad altre zone del territorio. Sono rilevanti anche alcune testimonianze architettoniche sparse nel territorio rurale, ma soprattutto è interessante il complesso di villa Mercante, sia per il valore di testimonianza storica, sia per la qualità degli edifici che per il parco che lo circonda.criticità fragilitàUn elemento di criticità è rappresentato dalla zona produttiva individuata in posizione non felice, adiacente al nucleo abitato. All’interno della zona già perimetrata dagli strumenti urbanistici vigenti sono presenti ambiti degra-dati e sottoutilizzati, soprattutto verso la via Postumia che richiedono una riqualificazione.obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La valorizzazione e la tutela della zona agricola sia negli ambiti collegati agli edifici vincolati che nelle zone di aperta campagna;- La conservazione di alcuni ambiti agricoli interclusi, in particolare verso la zona produtti-va e verso il canale Bidoggia;Sistema insediativo:- La salvaguardia del nucleo storico e dell’apertura visiva dalla chiesa verso la campagna aperta;- Il blocco della zona produttiva adiacente al centro e l’apertura verso azioni di riqualifica-zione dei comparti vuoti o degradati compresi nel perimetro dell’esistente;- La riqualificazione dei margini non risolti tra tessuto edificato e zona agricola;- L’individuazione di espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente che non compromettano aree di pregio e in relazione con la sostenibilità ambientale degli interventi;- L’opportunità di crescita della residenza per rafforzare la frazione.Sistema infrastrutturale- Lo studio dell’asse della Postumia salvaguar-dando i tratti aperti e con particolare attenzio-ne alla soluzione del nodo con la strada che proviene da Faè che rappresenta un punto critico;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

ATO 8L’ambito comprende il centro di Faè con le parti storiche e l’edilizia recente, il nucleo agricolo di S. Rocco e la zona agricola circostante fino alla ferrovia a est e a nord fino al canale Bidoggia.Anche Faè come Rustignè è una frazione di dimensioni limitate, ma con una precisa identità favorita dalla presenza di un’ampia zona agricola che la separa dagli altri centri abitati. valoriDal punto di vista architettonico il centro storico, con caratteri tipicamente rurali, mantiene la riconoscibilità dell’impianto e rappresenta un elemento da valorizzare.La campagna circostante conserva elementi di interesse sia dal punto di vista produttivo che per gli aspetti paesaggistici. criticità fragilitàL’ATO non è interessato da particolari elementi di fragilità o criticità fatta eccezione per la strada che conduce a Rustignè attraversando la zona agricola con una presenza rilevante di edificazioni lungo strada che pur corrispondendo al modello insediativo storico di Oderzo, è opportuno oggi non favorire. obiettivi specifici e strategieSistema ambientale:- La valorizzazione e la tutela della zona agricola costituisce l’obiettivo più rilevante sotto il profilo ambientale.Sistema dei servizi:- Il completamento delle zone adiacenti alla chiesa con l’introduzione di spazi per il parcheggio;Sistema insediativo:- La salvaguardia del nucleo storico anche individuando puntualmente edifici che sono fuori dal perimetro, ma immediatamente adiacenti e che presentano caratteristiche tali da essere salvaguardati;- La verifica puntuale degli edifici presenti lungo la via che conduce a Rustignè per verificarne la congruenza e le opportunità di trasferimento dei volumi impropri per ragioni o funzionali o architettoniche;- La salvaguardia del cono visivo dalla chiesa verso l’aperta campagna;- L’individuazione di espansioni edilizie in ambiti adiacenti al tessuto esistente che non compromettano aree di pregio e in relazione con la sostenibilità ambientale degli interven-ti.Sistema infrastrutturale- La verifica degli assi stradali di penetrazio-ne sia nei tratti compresi nella zona agricola che in quelli di attraversamento del centro abitato per salvaguardare i varchi aperti verso la campagna e limitare gli effetti negativi nel contesto urbanizzato;- Il completamento della rete delle piste ciclabili esistente.

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casse di espansione e bacini di laminazioneIl PAT individua alla base di qualunque politica di trasformazione che interessi il territorio di Oderzo una questione ambientale di primaria importanza che riguarda il problema dello smaltimento delle acque meteoriche . Si tratta di un tema che interessa molte delle zone edificate e agricole e che condiziona qualsiasi intervento futuro.La risposta consiste in un progetto di realizzazione di una serie di casse di laminazione individuate nei punti cruciali, la cui attuazione è considerata come una azione strategica del piano in quanto obiettivo di primaria importanza preliminare a tutti i nuovi interventi che comportino un aumento della superficie permeabile. Gli studi geologici sulla natura dei terreni e sull’andamento delle falde hanno consentito di elaborare un progetto complessivo che, una volta realizzato, dovrebbe dare una soluzione definitiva alla questione.Il Pat indica gli ambiti all’interno dei quali realizzare i bacini che troveran-no l’esatta definizione in termini di dimensioni e caratteristiche nel proget-to esecutivo.Gli ambiti destinati a casse di laminazione, anche se ceduti nel contesto dell’attuazione degli interventi, mantengono la destinazione agricola.

aree strategichePer garantire l’attuazione omogenea e coerente di alcuni ambiti di trasfor-mazione, il PAT indica tali ambiti come aree strategiche comprendendo al loro interno sia aree di nuova costruzione sia comparti destinati alla realizzazione di casse di laminazione o al completamento delle dotazioni territoriali. Un ambito di trasformazione di particolare interesse è quello della Caserma Zanusso che, se acquisita nal patrimonio comunale, potrà ospitare importanti servizi pubblici. L’estensione del comparto e la colloca-zione sono strategici per la realizzazione di strutture , anche private, legate al sistema produttivo, alla ricerca, a strutture di supporto e comple-tamento delle attività esistenti.

Foto aerea dell’ambito di trasformazione della Caserma Zanusso

Foto aerea di un ambito previsto per casse di espansio-ne e bacini di laminazione

condizioni per la trasformazione

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pri

ma 1800

1801-1945

1946-1967

1968-1991

dopo 1991

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città esistente

La città esistente, così come si è trasformata e consolidata nel tempo, costituisce un sistema complesso in cui si intrecciano usi diversificati, sistemi edilizi storici e recenti, ambiti produttivi e ampi parchi legati ai complessi monumentali inseriti all’interno delle maglie del tessuto edifica-to.Questa complessità e questa articolazione costituiscono un valore urbano importante, più legato alla qualità degli spazi e delle architetture nel caso del centro storico, e invece alla dimensione dell’abitare contemporaneo nelle zone residenziali che si estendono per una larga parte di territorio.Lavorare sulla città esistente non vuol dire rinunciare ad immaginare assetti futuri, oppure costruire la città a misura della società esistente, a partire da un progetto che si sviluppi tra le sue pieghe e che sia capace di esplorare le potenzialità inscritte nei diversi contesti. Si tratta di governare la trasformazione che nel tempo ha interessato in primo luogo gli edifici storici, ma che oggi si estende fino alle aree residenziali di completamen-to, oppure agli ambiti industriali di primo insediamento, incuneati all’interno del tessuto residenziale e oramai obsoleti.Si tratta di pensare ad un disegno complessivo di trasformazione, avendo un quadro generale dei possibili assetti futuri ed evitando che le operazioni di recupero e trasformazione siano legate a progetti episodici. Ben sapen-do che si tratta di aree con un alto valore, non solo economico, ma anche strategico per la riqualificazione del tessuto esistente, cogliendo l’opportunità per introdurre i servizi, le infrastrutture e le destinazioni d’uso oggi carenti. Anche quando esse si situano in prossimità dell’espansione edilizia più recente, caratterizzata da ambiti urbani che, seppure compiuti nella forma appaiono poveri di funzioni e di usi, il processo di trasformazione deve essere guidato in modo da aumentarne l’articolazione interna, innalzando il livello urbano del tessuto.

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città nuova

L’obiettivo principale è quello di concepire l’espansione della città in riferimento alle caratteristiche di qualità, densità e frammistione di funzio-ni che connotano il centro urbano, quindi caratterizzate da una più forte omogeneità funzionale e spaziale, e da un sistema degli spazi collettivi e della socialità.Questo modello progettuale comporta una attenzione particolare ai collegamenti viari e al ruolo delle strade più importanti che dalla periferia giungono al centro in modo da garantirne la funzionalità, ma anche l’immagine urbana, densificando la rete degli spazi e dei luoghi collettivi. Le nuove zone residenziali indicate dal PAT come linee preferenziali di sviluppo sono disegnate in modo da completare i varchi del tessuto esistente. Tutte le aree di espansione saranno soggette a perequazione secondo un criterio generale di equità che costituisce uno degli elementi-guida nelle scelte e nelle modalità di attuazione del PAT. Nell’individuare le possibili direzioni di sviluppo il PAT in primo luogo esclude le aree che per ragioni diverse sono comunque da salvaguardare, cerca un equilibrio tra la dotazione di servizi e la capacità di accogliere ulteriori residenti, tiene conto della possibilità per ciascuna frazione di avere una crescita commi-surata al fabbisogno e ad uno sviluppo ragionevole. All’interno delle possibilità introdotte con il PAT sarà il PI a scegliere di attivare le diverse zone tenendo conto delle strategie e priorità indicate dal PAT, del dimen-sionamento complessivo, dello sviluppo che si intende promuovere. Al fine di evitare la compromissione di aree ed ambiti di particolare interesse, il P.A.T. individua i limiti fisici degli insediamenti oltre i quali nessuna nuova edificazione è consentita, per motivi di carattere paesaggistico, ambienta-le, di salvaguardia del territorio agricolo, o di fragilità di diversa natura.

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edilizia diffusa

Gli insediamenti del territorio rurale sono costituiti da edifici e spazi inedificati di carattere pertinenziale, nonché dagli assetti e dalle infrastrut-ture territoriali che costituiscono elementi riconoscibili dell’organizzazione storica del territorio.Il PAT individua con un perimetro di edificazione diffusa i nuclei rurali, anche non aventi interesse ambientale, ma non in contrasto con l’uso agricolo del territorio, per i quali favorire il mantenimento e promuovere il recupero e/o l’eventuale potenziamento. Ai fini di limitare comunque l’edificazione sparsa in territorio agricolo, tali nuclei sono da considerarsi ambiti prioritari per l’edificazione consentita in tale territorio dalla legisla-zione vigente; al loro interno potrà applicarsi il credito edilizio volumetrico eventualmente maturato nel caso di interventi di eliminazione di situazioni di degrado nel territorio agricolo con modalità stabilite dal PI.

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produzione e commercio

Oderzo negli ultimi anni ha sviluppato un comparto produttivo articolato in quattro zone: Oderzo, Piavon, Rustignè e la zona a sud tra la ferrovia e la Postummia. Alcuni dei comparti previsti dal PRG sono ancora liberi da edificazione sia ad Oderzo che a Rustignè. In generale le zone produttive esistenti sono ben organizzate con un sistema di accessi e distribuzione formato da strade con sezioni ampie, spesso alberate. Molti degli incroci sono attrezzati con rotatorie che facilitano lo scorrimento. Non sono emersi durante la discussione del Preliminare e successivamente durante l’elaborazione del PAT particolari esigenze di ampliamento delle zone produttive. Il PAT, pertanto, non prevede espansioni, ma piuttosto si occupa di definire i margini delle zone esistenti individuando i margini da bloccare e quelli che possono invece essere meglio definiti. In particolare l’indicazione del PAT è di bloccare la zona produttiva di Rustignè, ritenendo che abbia una collocazione impropria a ridosso del centro abitato, in un contesto agricolo. Anche per la zona del capoluogo, per alcuni tratti, è indicata la necessità di un margine non ulteriormente espandibile nei contesti più prossimi alle zone agricole o a quelle residenziali. Per l’eventuale ampliamento di attività esistenti il PAT prevede il ricorso al DPR 447/98 oppure all’utilizzo del credito edilizio. Per entrambe le procedure il PAT indica le modalità e i parametri da utilizzare.Anche per la rete commerciale non sono previsti ampliamenti se non quelli derivanti da nuove attività da insediare nel contesto delle aree residenziali a completamento del mix funzionale delle nuove zone. Saranno dunque attività di dimensioni contenute a completamento della rete esistente, mentre non sono previste nuove aree a specifica destinazione e anche l’inserimento di grandi strutture di vendita sugli ambiti esistenti potrà avvenire solo per trasferimento di superfici commerciali già presenti all’interno del territorio comunale.

foto aerea della zona industriale

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Oderzo

Colfrancui

Camino

Fratta

Piavon

Rustignè

Faè

estratto dalla Kriegskarte di Anton Von Zach del 1798-1805

centri storici

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foto aerea centro storico, Oderzo

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Il nome di Oderzo deriva dal latino Opitergium che a sua volta deriva dal venetico Opterg, ovvero "Piazza del mercato". L'antico nome sopravvive nell‘aggettivo che indica l'appartenenza alla città, ovvero Opitergino.Inserito nel cuore della pianura veneta , il territorio del Comune di Oderzo, prevalentemente pianeggiante, è attraversato dal fiume Monticano, che origina a nord di Conegliano e confluisce nella Livenza nel comune di Motta di Livenza, e da numerosi altri corsi d'acqua minori, naturali oartificiali, peculiarità che da sempre rende questa zona particolarmente fertile e quindi adatta all'agricoltura.Il centro storico della città si sviluppa a sud di Piazza Grande, la sua piazza principale, ricalcando l'assetto urbanistico di epoca romana e medievale, lambito ad est dal corso del Monticano. La pianta della zona è caratterizzata da strade strette e lastricate in pavé sulle quali si affacciano edifici signorili architettonicamente di ispirazione veneziana. A partire dalla seconda metà del XX secolo la città ha visto un notevole sviluppo urbani-stico in ogni direzione.Oderzo nasce attorno all'XI secolo a.C. ad opera dei Paleoveneti. Dopo essere passata pacificamente sotto la Repubblica Romana, raggiunge il massimo splendore nel I-II secolo.La città sente in pieno le conseguenze della caduta di Roma subendo per secoli le conseguenze delle scorribande dei barbari e delle guerre tra Bizantini e Longobardi: inizierà a riprendersi soltanto dopo l'anno 1000, pure senza mai tornare agli antichi fasti. Risale al 1380 il passaggio sotto il controllo della Repubblica di Venezia, che durerà fino all'arrivo di Napo-leone (1797). La città diventa quindi austriaca nel 1815 e italiana nel 1866. Nel 1917 la ritirata di Caporetto porta alla città gravi danni, tra cui la distruzione dell'archivio comunale e lo scempio di varie opere artistiche e architettoniche. A partire dal 1943, è teatro come tutta la zona di asprissimi scontri tra fascisti e partigiani.

Oderzo,1870

Torresin, Oderzo

edificio centro storico, Oderzo

centro storico oderzo

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foto aerea centro storico, Piavon

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Il paese prende il nome dal canale artificiale omonimo che lo attraversa, scavato dai Caminesi in epoca medioevale traendolo dal Lia e dal Montica-no, sul tracciato di un ramo navigabile del Piave esistente fino al 589, il quale poi proseguiva verso nord ovest andando a servire il porto di Opiter-gium. Si divide essenzialmente in tre nuclei abitativi: Ronche, Valentigoe Frassenè.Il canale Piavon, nome che deriva da quello del Piave dal vocabolo celtico avon che significa fiume, è una via d'acqua lunga circa 18 Km che nasce a Colfrancui dalle acque del fiume Lia, assumendo il nome Navisego nel tratto anche sotterraneo di Oderzo, per divenire poi un canale, nella zona di Valentigo. Per Piavon, l’elemento aggregatore è stata la presenza dellachiesa. La campagna di Piavon è caratterizzata, diversamente da altre parti del territorio comunale, da diversi agglomerati edilizi prevalentemen-te organizzati lungo i percorsi per Chiarano e per Motta. Proprio l’attuale centro appariva non edificato quasi a voler testimoniare una discontinuità nello sviluppo; la conservazione dell’attività rurale ha comportato la salvaguardia dell’originario modello insediativo, mentre le nuove attivitàeconomiche, non strettamente legate al settore primario, hanno dato origine ad una Piavon con caratteristiche urbane, che si è affiancata alla precedente senza sostituirla. Nella zona erano diffusi ovunque casolari bassi, angusti, costruiti in alcuni casi su palafitte chiusi con bacchette intonacate di fango e coperti di strame.A Piavon di Oderzo in via Frassenè esiste uno dei rari casoni della provin-cia di Treviso, un'abitazione rurale povera, con molti secoli di storia alle spalle ( 300 o forse 400 anni ). Nel 1982, mediante una permuta con l'azienda agricola Rechsteiner, il Comune di Oderzo diventa proprietario del casòn. Grazie alla memoria storica di alcuni anziani del paese, è statopossibile realizzare la mappa dei casoni di Piavon. Nel 1938 i 25 casoni presenti erano dislocati prevalentemente in via Ronche di Sotto e di Sopra, la zona più povera del paese abitata dai contadini e dai repetini, più poveri dei contadini perché non avevano terra da lavorare. Alcuni erano nelle vicinanze della Villa Rechsteiner dove si è riusciti a conservare l’ultimo dei casoni oggi rimasto. In qualche casòn abitavano anche venti persone. In un casòn di via Ronche dimoravano fino agli anni ’50 due nuclei familiari, i Redigolo ed i Cia, tanto che fu chiamato Casòn bi-familiare. Nel territorio è rimasta purtroppo solo qualche esile traccia di queste abitazioni.

chiesa di Piavon

mappa storica, Piavon

casone

centro storico piavon

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foto aerea centro storico, Camino

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Il paese nasce già probabilmente alla fine del primo millennio d.C. in una località a nord di Oderzo dove forse già in tarda epoca romana esistevano alcune fornaci dalle quali ha preso il nome. Il paese si espande dopo il 1089 quando ci si stabiliscono i Conti da Montanara, che da lì in poi si chiameranno da Camino, costruendovi il loro castello: diventeranno la più importante famiglia nobile trevigiana del Medioevo, arrivando a possederequasi tutto il Veneto orientale e parte del Friuli. Anche nel caso di Camino il nucleo originario, composto da poche abitazioni, è sorto per aggregazio-ne in prossimità della chiesa lungo il percorso per Lutrano, Fontanelle, Conegliano, alla confluenza di strade rurali minori. Ad ovest il territorio è decisamente delimitato dal Monticano, causa di frequenti allagamenti, mentre ad est era collegato agli insediamenti sparsi da una discreta reteinterpoderale. Il collegamento tra Camino e la sua area agricola è stato compromesso prima con la realizzazione di via Verdi e quindi con l’attuazione della zona industriale. Attorno alle preeesistenze della frazione si è consolidato uno sviluppo residenziale di moderata entità, in forma prevalentemente lineare lungo la strada comunale, lungo via Bosco di Camino e, in modo più rado, lungo via Boarie e via Girardini – Tonello. Lo sviluppo più significativo si è avuto a partire dal 1968, oltre via Verdi, coninsediamenti di tipo artigianale-industriale di ampie dimensioni che deter-minano la connessione tra la frazione e le aree urbane oltre il Monticano. Tra l’abitato e Via Verdi si è mantenuta una zona agricola con funzione di filtro. A sinistra è riprodotto un particolare di una grande carta topografica del Comune di Oderzo risalente al 1969 esposta a Palazzo Moro presso l'Ufficio Urbanistico Comunale. Il paese con una percentuale di addettiall'agricoltura ancora alta e non ancora diviso dalle strade e dai capannoni. L'unico presente balza subito agli occhi al centro della cartina: è il grande edificio sede della "Società Opitergina Lavorazione Elettrodomestici" (SOLE). Da notare anche l'ampia presenza di canali di irrigazione artificiali e naturali, tra cui la "fossa dei negadi", linea di confine tra Camino e Mansuè a nord. Si può notare inoltre come il percorso del Monticano sia stato nel frattempo modificato in prossimità della golena a sud del paese.Non c'è ancora traccia della circonvallazione (via dei Camaldolesi) né di conseguenza del ponte sul Monticano; mancano tutte le strade tracciate negli ultimi trent'anni soprattutto in centro e nella zona delle Dorotee, ma sopratutto manca appunto la zona industriale che oggi occupa il centro geografico del paese, dividendolo. Il paese allora sorgeva lungo pochi assi viari: le attuali via Comunale, via san Bortolo, via Bosco, via Boarie, viaGirardini e Tonello, più la strada, di cui oggi ne esiste solo un breve tratto, che collegava il centro ai terreni di proprietà del parroco e al cimitero. Un altro piccolo gruppo di case formava il borgo di Stalla, lungo le sponde del Monticano ai confini con Oderzo (attuali vie Manin e Cesare Battisti). Da notare come il Monticano segua un percorso leggermente diverso dall'at-tuale in prossimità di San Bortolo, della golena e del centro di Oderzo.Alcune abitazioni sono affiancate da un nome. In particolare un edificio in prossimità dell'attuale via Le Castellette è chiamato "Le casellette". La casa colonica di via Comunale 98 è invece chiamata "I Comuni": fungeva quindi forse da "sede amministrativa" del paese. Il cimitero è uno degli edifici aggiunti.

mappa del catasto austriaco, 1841-1900

carta geografica del territorio trevigiano, 1643 (particolare)

mappa dei beni di Valentigo, XVII secolo

centro storico camino

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Colfrancui si estende intorno alla confluenza del canale Piavon con il fiume Lia, il cui corso in questa zona fa da confine naturale tra i due comuni di Oderzo e di Fontanelle. Sorta lungo la strada comunale per Ormelle, è costituita da un nucleo di edifici isolati con al centro la Chiesa. La viabilità e i corsi d’acqua sembrano essere gli unici fattori condizionanti ’insedia-mento, di estensione poco limitata.A unire le due parti del paese è un piccolo ponticello di età romana, ancora utilizzato. Il paese prende il nome probabilmente da un antico proprietarioterriero, tale Francuio, che possedeva degli appezzamenti nella zona dove ora sorge il paese.Di notevole interesse storico è la Mutera, una piccola collina artificiale di epoca paleovenetache fungeva da punto di osservazione astronomico, da tomba o da avamposto militare: nel 1982 vi fu trovato lo scheletro di un cavallo in buono stato e frammenti di un vaso decorato.

foto aerea centro storico, Colfrancui

centro storico colfrancui

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Faè è una frazione del comune di Oderzo.Il nome del paese deriva dal latino "faetum", ovvero faggeto. In epoca romana e medievale infatti la zona era prevalentemente boscosa. Dal nome latino del paese deriva l'aggettivo che indica l'appartenenza al paese, ovvero "faetano". In epoca romana, in località Tre Piere, passava la congiunzione di tre strade romane, tra cui la Postumia, importante arteriaedificata nel 148 a.C. che partiva da Genova per giungere ad Aquileia dopo aver attraversato tutta la Pianura Padana.La prima citazione del paese risale al 1334; Faè viene eretta a parrocchia il 26 settembre 1612 dal vescovo di Ceneda Leonardo Mocenigo.La chiesa parrocchiale, risalente al 1954, sostituisce un edificio preesisten-te; all'interno è conservato un tabernacolo in marmo di Carrara del 1700, opera del maestro veneziano Paolo Rusteghello.Il campanile, più antico, è crollato l’11 gennaio 1977 per le conseguenze del terremoto in Friuli del 6 maggio 1976, e non più ricostruito.

centro storico faè

foto aerea centro storico, Faè

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Fratta, frazione di Oderzo, si trova in un’area compresa tra la Postumia e il Monticano che è stata interessata da esondazioni da variazioni degli alvei, e da zone “basse” tuttora esistenti. Il toponimo indicherebbe lìesistenza di un punto di osservazione, probabilmente a guardia del Monticano, ma, ancora una volta, l’elemento di coagulazione è costituito, e si esaurisce, nella chiesa.La prima citazione della parrocchia risale al 1176. Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio del decennio successivo fu edificata a nord della Postu-mia una nuova, grande zona residenziale.

chiesa di Fratta

foto aerea centro storico, Fratta

centro storico fratta

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Rustignè è la più piccola delle sei frazioni del comune di Oderzo.Il paese prende il nome dalla grande boscaglia di "rusco", detta anche "Selva Magna", che si estendeva in epoca medioevale ad oriente fino a Gorizia. La prima citazione della parrocchia, con il nome di "Cambulpo", risale al 1326: il paese assunse il nome odierno nel XV secolo.La chiesa parrocchiale attuale è stata edificata dopo il 1882, anno in cui è stata demolita la chiesa più antica, dedicata a santa Margherita di Antio-chia, edificata alla fine del XV secolo. La piccola frazione contava una fermata lungo l'antica linea ferroviaria Treviso-Portogruaro, prima che quest'ultima fosse chiusa nel 1966 dopo i danneggiamenti dovuti ad un'alluvione.Di un certo interesse storico-artistico è il complesso della Villa Mercante, ex Villa Ottoboni, con annessa una pregevole chiesetta dedicata a San Gaetano Thiene. All'inizio del XVII secolo ci passò la sua infanzia Pietro Vito Ottoboni, futuro papa Alessandro VIII.

foto aerea centro storico, Rustignè

centro storico rustignè

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5

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attuazione del PAT

55stima della popolazione futura

dimensionamento residenziale del piano

perequazione urbanistica

superficie agricola trasformabile dal PAT

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Così come previsto dalla L.R:11/04 il PAT è formato da elaborati grafici e da elaborati descrittivi e normativi.In particolare la parte grafica è formata da sei planimetrie:- TAV. 1: Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale che contiene una ricognizione dei vincoli esistenti sul territorio comu- nale.- TAV. 2: Carta dei valori individuati dal PAT (le invarianti) che rappresenta le invarianti e i valori presenti nel territorio, sia che facciano parte del patrimonio naturale che di quello edificato.- TAV. 3: Carta della fragilità teritoriale nella quale sono messe in luce le criticità dovute alla natura dei terreni e al sistema idrogeologico.- TAV. 4a: Carta delle trasformabilità. Individuazione degli Ambiti Territoriali Omogenei che riporta la suddivisione in ATO mettendo in evidenza gli elementi di connessione e relazione tra ciascun ambito.- TAV. 4b: Carta delle trasformabilità. Azioni nella quale sono individuate le strategie e le azioni sul territorio.- TAV. 4c: Carta delle compatibilità del PAT con il PRG adottato nella quale sono evidenziate le compatibilità e le parti non compa- tibili mettendo in relazione le previsioni del PAT e quelle del PRG adottato.Gli elaborati descrittivi sono formati da:- relazione di progetto che determina gli obiettivi e le scelte del PAT di relazione con la struttura del territorio. Pur non avendo contenuti prescrittivi, la relazione è comunque uno strumento per una maggiore definizio- ne delle scelte del PAT e degli indirizzi per il PI.- relazione tecnica- relazione paesaggistica- relazione storica- relazione di sintesi che riassume i contenuti degli elaborati grafici e descrittivi e i contenuti del quadro conoscitivo.- norme di attuazione organizzate in un testo generale e in cinque allegati su temi specifici. I contenuti del sistema normativo hanno valore prescrit tivo sia per gli elementi che sottopone a tutela, sia per il governo della città esistente sia per le trasformazioni. Gli allegati fanno riferimento a: - ALL. A: ambiti territoriali omogenei e aree strategiche - ALL. B: centri storici - ALL. C: direttive, prescrizioni e vincoli sugli edifici di pregio - ALL. D: indirizzi e criteri per l’incentivazione della qualità architettonica - ALL. E: direttive, prescrizioni e vincoli per le zone agricole- banca dati alfa-numerica e vettoriale contenente il quadro conosci- tivo- VAS - valutazione ambientale strategica con allegata la carta della suscettibilità alla trasformazione inse- diativa (redatta in scala 1:10.000)- VINCA - valutazione incidenza ambientale

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ipotesi di baseipotesi di base

Ipotesi 1Ipotesi 1

Ipotesi 2Ipotesi 2

19413

19413

19413

20540

20560

20636

20761

21104

22719

20062006popolazione realepopolazione reale

proiezioniproiezioni20112011

Previsionidella popolazione residente

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Oderzo

(1) Coorte: gruppi di persone accomunate dall’aver sperimentato l’evento d’analisi nella medesima unità di tempo. Un tipico esempio di coorte è la generazione (2) Intuitivamente, un ventenne l’anno prossimo avrà ventun’anni con una probabilità di non morire pari al tasso di sopravvi-venza sx. Si può perciò procedere calcolando: 1Px+1=0Px* sx. La popolazione al tempo uno in età x +1 è pari alla popolazio-ne al tempo zero in età x per il tasso di sopravvivenza, quest’ultimo si ricava dalle tavole di mortalità pubblicate dall’Istat a livello provinciale. Per il futuro è opinione diffusa che i tassi di sopravvivenza non varieranno consistentemente così come è stato per tutto il secolo scorso, è perciò ipotizzabile che rimangano stabili.

20172017

ipotesi di base

Ipotesi 1

Ipotesi 2

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Per il futuro di Oderzo le tendenze demografiche degli ultimi anni eviden-ziano una continua e progressiva crescita. Le stime condotte per ottenere previsioni di popolazione sono state effettuate utilizzando il cosiddetto metodo analitico o per componenti. Si analizzano e si prevedono singolar-mente le dinamiche dei fenomeni che condizionano la popolazione futura, che dipende non solo dalla sua situazione attuale, ma anche da natalità, mortalità, immigrazione ed emigrazione. Il metodo, procedendo per coorti (1), proietta la popolazione odierna nel futuro applicando i tassi specifici di mortalità (2). Per quanto concerne la dinamica della fecondità da un punto di vista teorico bisognerebbe prevedere longitudinalmente i tassi specifici di fecondità, ma nella pratica è possibile farlo solo per strutture territoriali di una certezza grandezza non per i piccoli comuni. Per i comuni, la metodo-logia più opportuna è quella di calcolare il tasso grezzo di fecondità per l’ultimo anno disponibile, nati sulla popolazione femminile in età fertile (N/Pf[15-49]), e aggiornare tale tasso annualmente in base alla popolazio-ne femminile prevista. Il totale dei nati viene poi scomposto per genere in base al coefficiente di mascolinità alla nascita (pari a 105 maschi su 100 femmine).

L’ultimo fenomeno da prendere in considerazione sono le migrazioni, data la loro imprevedibilità è indispensabile formulare delle diverse ipotesi. Le ipotesi elaborate sono le seguenti.Ipotesi di base: la popolazione immigrata e quella emigrata vengono proiettate linearmente tenendo conto del loro trend negli ultimi 20 anni, analizzando le dinamiche anche per tipo di immigrazione (dall’estero o da altro comune) e di emigrazione (per l’estero o per altro comune).Ipotesi 1: il saldo sociale tende dal 2010 a stabilizzarsi nell’arco di una quindicina d’anni; tende, cioè, a essere pari a 0 nel 2025.Ipotesi 2: la popolazione emigrata, verso altro comune, dal 2010 tende a dimezzarsi nell’arco di quindici anni; tende, cioè, ad essere pari alla metà nel 2025, il saldo sociale determinato dai flussi migratori da e verso l’estero tende dal 2010 a stabilizzarsi nell’arco di una quindicina d’anni; tende, cioè, a essere pari a 0 nel 2025.L’analisi dei processi di sviluppo dei settori economici e produttivi registrati nell’ultimo decennio fornisce ulteriori informazioni di rilievo per l’elaborazione di scenari per gli anni a venire. Secondo le ipotesi considerate in prima approssimazione si può stimare che la popolazione e le famiglie riferite sia al 2011 che al 2016 siano comprese nella forbice di riferimento tra ipotesi di base e ipotesi due. Nel 2017 gli abitanti previsti saranno compresi tra 20.761 e 22.719, mentre le famiglie previste sono comprese tra 7.985 e 8.738 unità.In sintesi e in base alle previsioni, si stima che la popolazione residente nel comune al 2017 sarà di circa 22.000 abitanti, con un aumento di circa 2500 abitanti rispetto al 2006. Le analisi demografiche e le previsioni tendenziali forniscono le indicazioni per determinare l’obiettivo del dimensionamento abitativo del piano. Le risposte ai fabbisogni vengono individuate in modo di predisporre una nuova offerta residenziale variegata che faccia fronte a diversi livelli della domanda non ultima quella di qualità; nuova offerta che non significa sempre nuove aree di espansione, quanto piuttosto di ristrutturazione urbanistica di aree oggi dimesse o degradate o in altri casi bisognose di ricuciture del tessuto edilizio e di quello paesaggistico.

ipotesi di base

Ipotesi 1

Ipotesi 2

2006popolazione reale

proiezioni2011

Incrementodella popolazione residente al 2017

Fonte: Elaborazione Sistema su dati Ufficio Anagrafe del Comune di Oderzo

2016

ipotesi di baseipotesi di base

Ipotesi 1Ipotesi 1

Ipotesi 2Ipotesi 2

1348

1691

3306

stima della popolazione futura

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59.331

49.344

1.705

10.474

60.000

23.954

14.600

20.337

ATO 1

ATO 2

ATO 3

ATO 4

ATO 5

ATO 6

ATO 7

ATO 8

197.739

45.000

1.200

2.000

62.250

11.977

5.840

18.593

aree cedute per dotazioni urbanistiche

mc. residenziali aree strategiche e linee di

espansione

mc. residenziali realizzabili nella città consolidata

aree residenziali

226.851

45.000

1.000

2.000

65.699

43.147

7.300

12.579

TOTALE 239.745 409.345 344.599 185.852

797

116

-

-

167

0

0

50

ATO 1

ATO 2

ATO 3

ATO 4

ATO 5

ATO 6

ATO 7

ATO 8

abitanti teorici delle aree strategiche del PRG confermate dal PAT

abitanti teorici della città consolidata

TOTALE ABITANTI TEORICI

145

98

8

10

130

57

28

39

TOTALE 1.130 515 885 2.530

nuovo volume residenziale

530.415

942

214

8

10

286

57

28

89

abitanti teorici TOTALE aree strategiche e linee di espansione

1.645

abitanti teorici nuove aree strategiche e

linee espansione PAT

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dimensionamento residenziale del piano

La nuova legge urbanistica regionale ha introdotto una novità relativamen-te al rapporto tra abitante e volume residenziale. Pur confermando il parametro previsto dalla L.R.61/85 di 150 mc ad abitante, si introduce ora la facoltà di rideterminare tale parametro in relazione alle diverse conno-tazioni del tessuto urbano. Si è voluto in questo modo dare la possibilità di adeguare la metodologia di calcolo alle molteplici realtà insediative del territorio veneto. Nel comune di Oderzo si registra un valore medio di oltre 200 mc/abitante con zone che superano i 300 mc/abitante nelle frazioni.

L’analisi dei dati e la volontà di procedere ad una valutazione dei bisogni secondo una logica di contenimento dei consumi di territorio, ci ha portato comunque ad assumere il valore di 150 mc/abitante.

Considerando che le previsioni per i prossimi 10 anni saranno di 2.500 nuovi abitanti, il relativo dimensionamento per il comparto abitativo risulterà di 375.000 di metri cubi. Nella determinazione del rapporto volume residenziale abitanti si è tenuto conto dell’effettivo volume ad uso residenziale, a questo vanno aggiunte le quote di volume ad usi non residenziali (commercio, artigianato di servi-zio) legate all’abitare, stimabili nel 20% e corrispondenti quindi a 75.000 mc ed un incremento pari al 20% (altri 75.000 mc) corrispondente alla stima di minima di inedificato sulle previsioni. In questo modo la volume-tria di previsione dl PAT ammonta a 525.000 mc, pari a 210 mc ad abitan-te che comunque risulta al di sotto del valore medio comunale.Di particolare importanza nel determinare le scelte future del Piano Regolatore risultano i temi della ripartizione tra i vari comparti di interven-to delle volumetrie residenziali e della loro distribuzione territoriale tra gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO).

ATO 1

ATO 2

ATO 3

ATO 4

ATO 5

ATO 6

ATO 7

ATO 8

aree cedute per dotazioni urbanistiche

mc. residenziali aree strategiche e linee di

espansione

mc. residenziali realizzabili nella città consolidata

Dimensionamento del Pat, nell’arco di validità dello strumento, ripartito per ATO e tipologia di area di intervento delle superfici e volumi previsti

aree residenziali

TOTALE 227.566 420.016 339.148 185.852

ATO 1

ATO 2

ATO 3

ATO 4

ATO 5

ATO 6

ATO 7

ATO 8

abitanti teorici delle aree strategiche del PRG confermate dal PAT

abitanti teorici della città consolidata

TOTALE ABITANTI TEORICI

Dimensionamento del Pat, nell’arco di validità dello strumento, ripartito per ATO e tipologia di area di intervento degli abitanti teorici

TOTALE 1.130 485 885 2.500

nuovo volume residenziale

525.000

abitanti teorici TOTALE aree strategiche e

linee di espansione

1.615

abitanti teorici nuove aree strategiche e

linee espansione PAT

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Il valore del credito maturato dai proprietari del lotto è diverso per le varie zone del comune ed è quantificato tenendo conto delle caratteristiche di ciascuna zona e dei valori di mercato riportati dalla Agenzia del Territorio per il secondo semestre del 2006 che sono riassumibili attraverso la tabella che segue.

1850

2160

1530

1850

abitazioni civiliabitazioni civilival. min.val. min.

abitazioni civiliabitazioni civilival. max.val. max.

abitazioni economicheabitazioni economicheval. min.val. min.

abitazioni economicheabitazioni economicheval. max.val. max.

1220

1530

1110

1360

1110

1360

910

1220

centrale pregiata centrale semicentrale

Tabella A

AGENZIA DEL TERRITORIO - quotazioni immobiliari (valori in euro/mq.)AGENZIA DEL TERRITORIO - quotazioni immobiliari (valori in euro/mq.)

1530

1850

1220

1530

A B CZONA AZONA A

ZONA BZONA B

ZONA CZONA C

1 1,2 1,4 0,8 1 1,2

0,6 0,8 1

CREDITI ZONA DI TRASFORMAZIONE CREDITI ZONA DI TRASFORMAZIONE INDICE TERR. mc/mqINDICE TERR. mc/mq

CREDITI TRASFERIMENTI VOLUMICREDITI TRASFERIMENTI VOLUMI

Tabella B

0,5

0,4

0,3

periferica

La perequazione urbanistica si attua sia per la parte destinata a funzioni private che a funzioni pubbliche.Il valore del credito maturato dai proprietari del lotto è diverso per le varie zone del comune, ed è quantificato secondo la seguente tabella:

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la perequazione urbanistica

La nuova legge urbanistica del Veneto ha sancito l’introduzione dell’istituto della perequazione urbanistica quale strumento di gestione delle trasfor-mazioni urbane.Istituto che trova origine nella decadenza e l’indennizzabilità dei vincoli urbanistici e nella difficoltà di perseguire politiche attive nella costruzione della città pubblica attraverso l’acquisizione delle aree mediante esproprio. La perequazione, fondata sul principio di distribuire la capacità edificatoria dello strumento urbanistico su tutti i terreni coinvolti da previsioni sia pubbliche che private consente di perseguire tre importanti obiettivi:equità di trattamento per tutti i cittadini proprietari di terreni investiti da previsioni urbanistiche superando le ingiustizie del passato che non distribuivano in modo omogeneo la rendita fondiaria;superamento del contenzioso legato alle procedure espropriative mediante accordi attuativi con i proprietari su schemi d’intervento predisposti dagli uffici pubblici;sostanziale risparmio economico per le casse comunali che acquisiscono i terreni pianificati per standard pubblici a costo zero perché ceduti in cambio della possibilità edificatoria.Operativamente il modello della perequazione urbanistica si basa sul principio di riconoscere ai proprietari dei suoli urbani, individuati in trasfor-mazione, dei diritti edificatori e di separare tale diritto dall’edificazione sull’area di proprietà. Si assegna per ogni terreno una quota di volume edificabile, quindi si scinde il legame tra il diritto di edificazione del terreno e la realizzazione del volume su di esso. In questo modo a tutti i proprie-tari di aree coinvolte nella trasformazione si riconosce un diritto teorico all’edificabilità. Nell’attuazione del piano l’edificazione che ne consegue è concentrata su una parte limitata del comparto interessato dalla trasfor-mazione e le aree che eccedono, rispetto alla cessione delle dotazioni minime di standard di legge per opere di urbanizzazione primaria e secondaria, sono cedute al comune. L’utilizzazione di tali aree o l’acquisizione di opere primarie e secondarie permette all’amministrazione comunale di attuare in un'unica fase il disegno organico della città.Il Piano di assetto del territorio assume come principio fondamentale della pianificazione urbanistica a scala comunale la perequazione urbanistica e ne promuove l’attuazione con il Piano degli Interventi, nei Piani Urbanistici Attuativi, nei comparti urbanistici e negli atti di programmazione negozia-ta. Il Piano di assetto del territorio fissa le regole, i criteri, e le modalità per l’applicazione dell’istituto della perequazione. Nelle aree di trasformazione urbanistica l’indice di edificabilità viene valutato in ragione della quantità di terreno e/o opere che possono essere cedute e/o realizzate. Nel caso delle aree strategiche del PRG vigente confermate dal Pat si assumono gli indici e i parametri già previsti in sede di PRG controdedotto. Per quanto riguarda le aree strategiche introdotte dal Pat, gli indici e i parametri sono valutati e quindi riportati nelle schede allegate agli ATO. Le modalità perequative così definite vengono precisate e concordate attraverso il P.I., il quale prevede l’applicazione attraverso le procedure previste dall’art. 6 ex lege 11/2004. Nelle aree interessate dalle linee di espansione residenziale la modalità perequativa prevista dal Pat consta nella cessione del 50% da destinare a dotazione urbanistica e/ o per il trasferimento di crediti edilizi dell’area che il P.I. attiverà.Fanno comunque parte di diritto dell’ambito territoriale assoggettato a perequazione urbanistica tutte le aree destinate a dotazioni territoriali di servizi, ad esclusione di quelle già nella disponibilità dell’Amministrazione comunale alla data di adozione del Piano di assetto del territorio. La partecipazione di tali aree alle regole della perequazione urbanistica costituisce compensazione per il vincolo preordinato all’esproprio che grava su di esse. I diritti di edificazione attribuiti dalle regole della perequazione urbanistica, insieme a quelli costituenti, in qualsiasi forma, compensazioni e crediti edilizi, sono liberamente commerciabili e sono annotati in un apposito registro a cura dell’Amministrazione comunale.

abitazioni civilival. min.

abitazioni civilival. max.

abitazioni economicheval. min.

abitazioni economicheval. max.

AGENZIA DEL TERRITORIO - quotazioni immobiliari (valori in euro/mq.)

ZONA A

ZONA B

ZONA C

CREDITI ZONA DI TRASFORMAZIONE INDICE TERR. mc/mq

CREDITI TRASFERIMENTI VOLUMI

ZONA Acentro del capoluogoZONA Bzone di espansione di Oderzo , la zona industriale nord, le frazioni di Camino, Colfrancui, Fratta e PiavonZONA Cfrazioni di Faè e Rustignè e alla zona agricola sud

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STC

viabilitàferroviaidrografiazone urbanezone Fcave e discarichetotale

SAU

SAU/STC

MQ

ATO 1

ATO 2

ATO 3

ATO 4

ATO 5

ATO 6

ATO 7

ATO 8

TOTALE

SAU Trasformabile

ATO TRASFORMAZIONE TOTALE TRASFORMAZIONE SAU

SAU trasformabile 554.297

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superficie agricola utilizzata trasformabile dal PAT

Coerentemente con i principi di tutela del consumo di territorio agricolo che, sotto la spinta di processi di urbanizzazione e industrializzazione, ha trasformato in modo significativo l’assetto del territorio, la Giunta Regiona-le ha emanato un Atto di Indirizzo con il quale sono stati stabiliti dei criteri per determinare la quota della Superficie Agricola Utilizzata che potrà essere trasformata, con destinazioni urbanistiche diverse, in sede di elaborazione del Piano di Assetto del Territorio. Il calcolo effettuato per il comune di Oderzo ha portato ad un valore potenziale di 554.297 mq del territorio comunale. Tali valori, rilevanti in termini assoluti, anche se ridotti in termini percentuali (1,3% della super-ficie del territorio comunale) vengono comunque giudicati coerenti con gli obiettivi del piano emersi anche in ambito della concertazione. Obiettivi che derivano dalla valutazione che il consumo di territorio abbia inciso sia sul settore produttivo agricolo, sia sulla più generale funzione di salva-guardia del sistema idrogeologico, del paesaggio agrario e dell’equilibrio ecologico e naturalistico provocando cambiamenti profondi e irreversibili del territorio e che quindi diventi prioritario contenere il consumo di risorse territoriali.

Il PAT ha individuato, attraverso il disegno di assetto definito con le tavole di piano, diverse tipologie di aree su cui la trasformazione urbanistica produrrà interventi. Queste prefigurazioni che sono demandate nella loro attuazione al PI definiscono ambiti di intervento e direttrici di crescita che non sempre agiscono su aree oggi destinate a superficie agricola, anzi nella maggioranza dei casi si tratta di interventi in ambiti già urbanizzati.

Valutazione della SAU trasformabile

STC

viabilitàferroviaidrografiazone urbanezone Fzone umidetotale

SAU

SAU/STC

MQ

42.638.260

1.703.80185.254

883.9157.569.0251.136.117

24.60511.402.717

31.235.543

0,73 >61,3%

ATO 1

ATO 2

ATO 3

ATO 4

ATO 5

ATO 6

ATO 7

ATO 8

TOTALE

SAU Trasformabile

aree di trasfor-mazione PAT

466.440

89.999

26.215

10.474

125.699

55.123

14.600

34.168

822.718

SAU trasformabile 406.062

SAU massima prevista dal PAT

superficie già compresa nel PRG adottato

383.276

33.366

14.000

-

34.412

-

-

13.831

478.885

bacini di laminazione

45.000

-

-

-

52.570

31.169

-

-

128.739

trasformazione SAU

38.164

56.633

12.215

10.474

38.717

23.954

14.600

20.337

215.094

406.062