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Impronte – Anno XXXI - N.4 – Maggio 2014 - Iscr. Trib. Roma 50/84 – Reg. Naz. Stampa 40/86/1993 – Roc. 2263 – Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana – Direttore resp. Maria Falvo Ciro Troiano Crimini sessuali contro gli animali Caratteristiche, comportamento e profili di politica criminale Foto Dreamstime

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Impronte N.4 – Anno XXXI - Maggio 2014

AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993ISCR. ROC 2263 - anno 2001

Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)

DIRETTORE RESPONSABILE Maria Falvo

DIREZIONE E REDAZIONESede Nazionale LAVViale Regina Margherita 177 – 00198 RomaTel. 064461325 – fax 064461326 www.lav.it

GRAFICAFabiola Corsale

STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” - Via di Tor Cervara 171 - Roma

CHIUSO IN TIPOGRAFIA: Dicembre 2014

© COPYRIGHT LAVViale Regina Margherita 177 - 00198 Roma

Riproduzione consentita citando, anche per le singole parti, la fonte: CIRO TROIANO, “Crimini sessuali contro gli animali”, LAV, Roma, 2014

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Sommario

Che cos’è la zooerastia? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Motivazioni e giustificazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5

Il fenomeno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Gli aspetti giuridici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Le misure da adottare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

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CHE COS’È LA ZOOERASTIA?

La zooerastia, che con linguaggio desueto po-tremmo definire una deviazione o perversionesessuale, è una parafilia, un disturbo sessualecaratterizzato dall’eccitazione erotica o dallafantasia di avere rapporti sessuali con animali, odal praticare attività sessuali con gli stessi inmodo non occasionale. E’ considerata una psi-copatologia solo se è compulsiva e se è suscet-tibile di procurare danni seri al funzionamentopsicologico dell’individuo.Bestialità, zoofilia erotica, zooerastia, terminiancora sconosciuti al grande pubblico, ma chesempre più frequentemente circolano in rete, inparticolare sui social network, e che spesso sonousati a sproposito. Le notizie che circolano so-vente sono inesatte, errate e in alcuni casi privedi fondamento. Le parole più utilizzate per indi-care le attenzioni sessuali da parte di umani neiriguardi di animali, bestialità, zoofilia erotica ezooerastia, appunto, anche se usate come sino-nimo, in realtà tecnicamente stanno ad indicareaspetti diversi. Nel linguaggio comune, però, ledifferenze sono annullate e vengono utilizzatetutte con lo stesso significato: l’abuso sessualedi animali.Con bestialità (bestialitas), termine originaria-mente di uso giuridico e della teologia morale,si intende l’accoppiamento o il contatto di or-gani genitali umani con quelli animali, di natu-ra non patologica, privo di qualsiasi coinvolgi-mento emotivo, frutto essenzialmente di “bassamoralità” e figlio di ambienti sociali marginali odi una società rurale dove il desiderio sessuale,quando non vi era la possibilità di essere soddi-sfatto in modo “naturale”, veniva appagato con

il contatto fisico con un animale. Simile alla be-stialitas, la zooerastia indica il contatto sessua-le, ma con una componente decisamente pato-logica. La zoofilia erotica, invece, implica uncoinvolgimento non solo fisico, estetico, ma an-che emotivo, una relazione che va al di là delraggiungimento del piacere sessuale. Il piacerederivante da atti di libidine con animali vieneconsiderato un vero “atto d’amore”, un “donaree ricevere piacere”. Per alcune persone, fare ses-so con “amanti” animali può rappresentare mol-to di più di una semplice sostituzione del sessopraticato con umani. Per loro il sesso con glianimali non umani rappresenta la cosa migliore,una scelta “naturale” e spontanea.Vi è poi lo zoosadismo, ovvero una forma di sa-dismo avente per oggetto gli animali. Si trattadi una pulsione aggressiva di origine sessualeche trova il proprio soddisfacimento in azionilesive o in uccisioni di animali, nonchè nell’assi-stere a scene cruente di questo tipo. Il DSM-5, Manuale diagnostico e statistico deidisturbi mentali, include la zooerastia tra i “Di-sturbi parafiliaci con altra specificazione”.“Questa categoria si applica alle manifestazio-ni in cui i sintomi caratteristici di un disturboparafiliaco, presenti per almeno 6 mesi, checausano disagio clinicamente significativo ocompressione del funzionamento in ambito so-ciale, lavorativo o in altre aree importanti, pre-dominano ma non soddisfano pienamente icriteri per uno qualsiasi dei disturbi della clas-se diagnostica dei disturbi parafiliaci. Una pa-rafilia è una condizione necessaria ma non suf-ficiente per avere un disturbo parafiliaco”(DSM-5).La Classificazione Statistica Internazionale delleMalattie e problemi correlati alla salute, pone

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l’attività sessuale con gli animali tra “Gli altridisturbi delle preferenza sessuale” (F65.8).«Le pratiche sessuali e i disturbi oggi denomi-nati parafilie o disturbi parafilici venivano untempo chiamati perversioni. (…) Pur segnalan-do la diffusione e la “normalità” della coesi-stenza di pratiche “perverse” a fianco di quelle“normali”, la psicanalisi classica tendeva a re-putare patologici i casi in cui queste praticheescludevano o sostituivano in modo stabile eprolungato il rapporto sessuale “normale”».1

Alcune forme di zooerastia sconfinano in altre,spesso il soggetto mette in atto nello stessotempo diversi tipi di parafilie, o la sostituiscecon un’altra meno pericolosa o più adatta allasituazione. «Il perverso sa benissimo che sta fa-cendo qualcosa di “cattivo”, moralmente sba-gliato, socialmente condannabile, ma parte delsollievo che prova dalla perversione provieneanche dalla sfida e superamento dei codici mo-rali “comuni”».2 Tra le varie parafilie sono pre-senti, o lo possono essere, il voyeurismo, il sadi-smo sessuale e il disturbo pedofilico. Per quanto

riguarda la pedofilia, ad esempio, sono state ac-certate in sede giudiziaria connessioni tra pedo-fili e zooerasti. Uno dei metodi utilizzati è quel-lo di avvicinare i bambini con la scusa di farvedere immagini di animali, o di parlare di caniecc. Numerosi i video sequestrati in indaginisulla pedopornografica che riguardano animalie bambini. In ogni caso si tratta di connessionie aspetti che non coinvolgono l’intera categoriadegli amanti dell’ “animal sex”.E’ possibile suddividere le condotte sessuali conanimali in tre tipi di attività:a) occasionale o opportunistica (avere esperien-ze occasionali con animali per la non disponibi-lità di partner umani, o per curiosità, o, ancora,per fare “esperienza”);b) permanente o esclusiva (avere rapporti conanimali in modo stabile e prolungato, con la so-stituzione o limitazione dei rapporti sessuali“normali”, o contemporaneamente ad essi);c) sadica (avere rapporti che implicano l’usodella violenza e che procurano lesioni, ferite omorte dell’animale).

MOTIVAZIONI E GIUSTIFICAZIONI

Le componenti che spingono le persone a sod-disfare i propri bisogni sessuali con gli animalisono diverse. Si va dal divertimento alla lussu-ria, dalla curiosità al sadismo al senso di onni-potenza che comprende anche il controllo dellavita e della morte dell’animale, come avviene inalcune pratiche zoosadiche. Non ultimo, anzi si-curamente è tra i più diffusi, è l’atteggiamentodi chi prova per gli animali emozioni vere, reali,relazionali, e non solo basate sull’attrazionesessuale fine a se stessa.«Da ragazzino (penso come molti di voi) sogna-vo le mie prime fantasie erotiche con i perso-naggi dei cartoni animati, chi si ricorda neglianni 80 l’invasione dei cartoni giapponesi dove

c’erano delle sexy ragazzine scosciate che gira-vano perennemente in minigonna o mezze sve-stite..? (…) Successivamente non so come, lemie fantasie iniziarono a riguardare anche icartoni con protagonisti gli animali, ora non ri-cordo tutti i titoli ma ce n’erano parecchi consexy conigliette, cagnette e volpine..!! Da licrescendo ho spostato le mie attrazioni ses-suali dalle ragazze dei cartoni, a quelle vere, edagli animali antropomorfi, e quelli reali, anchese a dir la verità questa passione è rimasta unpo’ sopita finché mi è capitato di vedere le pri-me riviste animal che hanno risvegliato in mel’eccitamento verso il sesso animale, anche sel’eccitamento maggiore più che farlo io, è ve-dere una donna che lo fa con l’animale e parte-cipare attivamente..!». Si legge in un forum ita-

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liano. Un altro utente del forum afferma: «Ioamo queste cose fin da quando ero piccolo, eho sempre pensato che sono nato così, e non losono diventato vedendo filmati o sentendoracconti, fantasticavo su queste cose fin daquando ancora non sapevo neanche che esi-stessero questo genere di cose o che fosseroreali...».“Quello con l’animale è un rapporto diverso,che alcune donne preferiscono perché dà lasensazione di essere quella che gestisce la si-tuazione, cosa che con il maschio della specieumana di solito non accade. Lui, l’amante cani-no o equino, è docile, arrendevole…” Si legge inun forum. In alcune riviste zoopornografichepossiamo leggere: “La bestia, l’essere inferiore,riesce a scatenare una vera e propria tempestadi impulsi. Impulsi modificati nel corso dellastoria dell’umanità, sono invece rimasti immu-tati negli animali. Quelle onde di bestialità fan-no sentire primitivi e pronti ad ogni schifezza eperversione sessuale”. Ancora: “Se l’uomo ha ildifetto di essere rozzo e brutale nell’erotismo,un animale privo di capacità di ragionamento èin grado, invece, di scopare seguendo il primor-diale impulso sessuale comportandosi in unamaniera genuina e naturale”.Si tratta sempre, in ogni caso, di un rapporto dipotere perché gli animali non scelgono volonta-riamente di diventare “partner sessuali”.Guardando le immagini e i film, l’uomo si iden-tifica con la parte attiva e vigorosa: l’animale. E’lo stallone, il toro, il cane possente, capace disoddisfare i piaceri e i desideri “bestiali”; il ma-schio che si bea delle sue dimensioni animale-sche e virili, ma molto probabilmente la realtà èsolo come riportato rozzamente da una rivista:“Mio marito è proprio un pirla. Siccome da unpo’ di tempo il suo tiraggio lascia alquanto adesiderare, ogni giorno cerca di scovare un si-stema per (…) senza darmi troppo del suo. E’una lodevole intenzione, ma finora mi avevaafflitto con aggeggi strani che mi davano piùfastidio che altro. Ma quando ha avuto idea dimettermi un paio di anguille non ho potutofingere”. Un utente di un forum, invece, dice:

«Secondo me nell’uomo si risveglia l’istinto del-la monta senza dovere per forza pensare ancheal piacere della donna; il cane monta da sel-vaggio pensa solo al suo piacere ecco perchéagli uomini piace vedere le donne che fannosesso con i cani».Le persone che si identificano come “zoofili”,nell’eccezione che qui esaminiamo, sentono illoro “amore” per gli animali come romantico,sentimentale e non come semplice attrazione obisogno sessuale, e questo li fa sentire diversi daquelli che commettono atti sessuali motivati damera bestialità. In questa prospettiva viene ne-gato energicamente che da tale condotta possaderivare offesa o sofferenza per l’animale. “Glianimali non giudicano. Un animale domesticoama incondizionatamente e dà amore incondi-zionato (…) Gli animali non ti giudicano; tiamano e godono del piacere del sesso senzatante polemiche”. “Tra me e il mio cane c’è dav-vero qualcosa in più che la solita amicizia, ilsodalizio animale-padrone. Sentiamo una for-tissima attrazione reciproca, fatta di un’inquie-tate mistura di affetto e sensualità” queste al-cune spiegazioni riportate nelle riviste.Nella realtà le cose stanno in modo diverso.Quando le persone consumano atti sessuali su-gli animali, essi vengono condizionati nella lorospecificità e semplicemente non hanno altrascelta che fare quello che viene loro chiesto. Ciòche viene interpretato come espressione di pia-cere e di “benessere” ricambiato, è in realtà uncondizionamento che determina risposte soloapparentemente positive, ma che, come hannosottolineato molti studiosi, sono solo il frutto diviolazioni etologiche e comportamentali. Perchi sostiene di amare gli animali, la loro dignitàdovrebbe essere una priorità assoluta. Questadignità viene completamente ignorata e offesanon solo in caso di stupro, ma anche con quellepratiche apparentemente non violente che sot-tomettono l’animale e lo riducono a mero stru-mento sessuale.Nei forum su Internet gli estimatori della zooe-rastia prendono le distanze dalla violenza e insi-stono sul fatto che non maltrattano gli animali,

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anzi, secondo loro gli animali condividono il lo-ro desiderio di avere rapporti sessuali. Su un si-to si legge: «Siamo persone cattive solo perchéamiamo gli animali un po’ di più rispetto al re-sto della popolazione?» L’autore si spinge anco-ra oltre: «oserei dire che molto zoofili trattano iloro cani meglio di molti altri proprietari». «…premesso che io trovo eccitante solo un rap-porto sessuale donna-cane non vedo cosa cisia di sbagliato anche in altre tipologie: se unanimale non apprezza che certe attenzioni glivengano rivolte, sessuali o meno, lo rende deci-samente esplicito dal suo comportamento!!Non credo che ci voglia Dog Whisperer per“leggere” un eventuale rifiuto, se ciò accade bi-sogna fermarsi altrimenti è maltrattamento(questa volta davvero!!!), e lo considero gravis-simo». Questo il parere di un utente di un fo-rum.I sostenitori della zoofilia erotica sostengonoche essa è etica fino a quando non si trasformain sofferenza per gli animali o in crudeltà neiloro riguardi. Per costoro la zoosessualità nondeve essere considerata un’offesa per l’animalenon umano, poiché genera relazioni tra soggettiche possono trovare reciproco benessere e piacere. Si arriva addirittura a sostenere chel’avversione per la zoofilia erotica è in parte ge-nerata da un irrazionale “specismo e antropo-centrismo”, poiché gli esseri umani sono animalie pertanto la zoosessualità non sarebbe “inna-turale” o “intrinsecamente sbagliata”. Per giusti-ficare ciò richiamano i casi di sesso interspecieche si verificano in natura. Molti di questi “zoo-fili” si considerano difensori del benessere ani-male nonché zoofili nell’eccezione comune, ov-vero amici e protettori degli animali.«Il concetto di “contronatura” non esiste in na-tura, è un concetto inventato dall’uomo. Ho vi-sto molte immagini di animali di specie diverseaccoppiarsi spontaneamente tra loro, del restol’uomo è un animale. Quello che dovrebbe pre-occupare è chi reprime i propri, e gli altrui,istinti sessuali per motivi religiosi o filosofici,autentici pericoli per l’umanità, poiché neppurela religione e la filosofia esistono in natura...ve

lo immaginate un canguro che si astiene daltrombare perchè contrario alla religione inven-tata dai canguri?». Così un utente di un forumitaliano.Come abbiamo avuto modo di affermare altro-ve, trovare un motivo razionale per giustificaregli atti sessuali con animali è impossibile, a me-no che non si voglia ricorrere con deferenza (estupidità) alla nostra visione del mondo antro-pocentrica. Il trionfo dello specismo e dell’an-tropocentrismo risiede proprio in coloro chedell’animalità umana fanno motivo di giustifi-cazione di condotte che non sono né umane néanimali. Certamente non devono essere ignora-te le emozioni, i sentimenti e le relazioni vere esentite che possono accompagnare tali condot-te, ma un rapporto veramente reciproco è quel-lo tra soggetti realmente consenzienti, basatosul consenso reale dei partner sessuali, che nonsia fonte di disagio, sofferenza o problemi legaliper nessuno dei partecipanti.3

Si individuano negli argomenti giustificazioni-sti le classiche tecniche di neutralizzazione tesead escludere o attenuare la responsabilità indi-viduale della propria condotta negando l’illicei-tà della stessa: deresponsabilizzazione, ovverola negazione della propria responsabilità (amoil mio cane, ci lega un rapporto bellissimo, nonfaccio nulla di male); minimizzazione del dan-no arrecato (non maltratterei mai il mio ani-male, quello che faccio non gli procura danno,ma solo piacere); negazione della vittima (è uncane depravato, «un vero “porco cane”, mi sipermetta il gioco di parole. E’ ipocrita, per dipiù, infatti con gli estranei si comporta da per-fetto gentleman. Invece appena è solo…», silegge su una rivista); condanna di chi condan-na (come potete giudicarci? Che ne sapete voidi quello che facciamo e cosa proviamo per glianimali? Il vostro è solo perbenismo ipocrita);richiamo ad ideali più alti (la zooerastia è sem-pre esistita, nell’antichità era comune, anchegli Dei la praticavano e in diversi rituali venivaesercitata collettivamente. Le arti figurative dasempre celebrano l’accoppiamento uomo-ani-male). E’ significativo che le stesse tecniche,

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con motivazioni diverse, sono utilizzate dai pe-dofili.Una delle critiche principali alla zooerastia èche tali attività sono dannose per gli animali eintrinsecamente coercitive, perché gli animalinon sono in grado di dare o rifiutare il consen-so. Il presupposto è che ogni attività sessualetra gli umani e gli animali costituisce un abuso,indipendentemente dal fatto che si tratti didanno fisico o meno. In un suo articolo del1993, il dottor Frank Ascione ha affermato chela “bestialità può essere considerata abusivaanche nei casi in cui un danno fisico ad un ani-male non si verifica”. Indipendentemente dal ti-po di forza impiegata e le reazioni degli anima-li, quindi, tutti gli atti sessuali tra umani eanimali sono sbagliati. In ogni caso si trattasempre di un coercizione: fisica, psicologica,emotiva, etologica. Tom Regan sostiene che

l’esperienza del dolore non è una condizionenecessaria del danno: “Non tutti i danni procu-rano dolore, così come non tutti i dolori procu-rano danni (...) Non è necessario che la vittimasi renda conto del danno che subisce o chequesto le procuri sofferenze fisiche o psicologi-che (...). A volte, anzi il danno è tanto più gravequanto più la vittima ne è inconsapevole”.L’elemento decisivo è che una delle parti coin-volte non può dare il consenso o comunicare lasua volontà. Anche volendo tenere presente lavisione della zoofilia erotica secondo la quale sitratterebbe di relazioni tra soggetti che danno ericevono piacere, resta il fatto che una relazioneper essere paritetica, entrambe le parti devonoessere consapevoli, pienamente informate, al fi-ne di essere in grado di dare un consenso vero eproprio, rispondente ai loro desideri.

IL FENOMENO

Dati e numeri sul fenomeno scarseggiano. InItalia non vi sono dati e ricerche attendibili. Lazooerastia è un argomento di cui è difficile par-lare. Rari anche i casi clinici seguiti nei centri diigiene mentale o dai liberi professionisti. La si-tuazione è leggermente diversa all’estero, ma sitratta sempre di stime approssimative. Dall’ana-lisi dei dati di una ricerca condotta quest’annodall’Università del Québec su oltre 1500 parte-cipanti di entrambi i sessi, sono state riscontra-te due fantasie sessuali “rare”: fare sesso con unragazzo/a con meno di 12 anni e fare sesso conun animale. La scala utilizzata valuta la fantasiasessuale da 1 (assente) a 7 (molto intensa). Lafantasia sessuale è stata definita comune secondivisa da almeno il 50% dei partecipanti,inusuale dal 15%, rara dal 2%. Uno studio con-dotto in Internet su 93 praticanti la zoofiliaerotica (82 uomini e 11 donne con un’età media

di 38 anni) più della metà degli intervistati hadichiarato di essere più attratto agli animali chealle persone.4

Sarebbe un grossolano errore ridurre tutto allostereotipo della cultura rurale o del soggettoemarginato con problemi mentali, in realtà lericerche statunitensi hanno dimostrato chespesso si tratta di persone istruite, professionistio comunque con una solida posizione sociale. C’è un mondo sommerso, però, ricco e variofatto di siti internet, chat, gruppi, riviste e fil-mati, negozi che vendono articoli specializzati,annunci di scambisti di animali, viaggi all’esteroin posti dove la zooerastia è legale o tollerata.Le guardie zoofile della LAV hanno fatto un’in-dagine conoscitiva visitando in incognito venti“sex shop” sparsi in tutta la Penisola. In tutteerano in vendita video “animal sex” prodottiall’estero. In alcune sono state trovate rivistezoopornografiche in lingua italiana, prodotte inItalia alcuni anni fa, e tuttora in vendita: tre di-

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verse riviste con svariati numeri ognuno pienezeppe di foto, descrizioni e racconti. Altri nego-zi, anche on-line, offrono in vendita riproduzio-ni anatomiche di falli di animali, dal cavallo alleone, al cane, offrendo anche servizi e “guideper principianti” su come addestrare e abituaregli animali all’accoppiamento. “Ripetiamo, perchi si apprestasse per la prima volta alla prati-ca della zoofilia, zooerastia o sesso animaleche, nella in fase di addestramento e comesuccede per ogni normale e moderno addestra-mento, la tecnica si deve basare sul metodogentile che è consigliato per ogni tipo di ani-male, indipendentemente dalla razza, dall’età edalle caratteristiche individuali, per ottimi ri-sultati”. Così si legge su un sito che ha appositepagine di “consigli tecnici” sulle varie pratichesessuali con animali.Nell’indagine conoscitiva svolta dalle GuardieZoofile della LAV è emerso che alcuni venditoridi video hanno riferito di essere capaci di soddi-sfare qualsiasi richiesta: “basta che mi dici qua-le animale vuoi…” Cani e cavalli sono quelli piùutilizzati nei filmati, ma la scelta è varia: maiali,tori, mucche, anguille, serpenti ecc. Un vero“bestiario”, ma non animale, umano….Dall’analisi di siti, di immagini e di video, sievince che la stragrande maggioranza dei con-tenuti vedono protagoniste donne, da sole o incoppia, impegnate in atti sessuali con animali.La presenza di uomini è complementare o deltutto residuale, solo in una minima parte delmateriale esaminato, infatti, è stata riscontratala presenza di maschi. Nei forum, invece, le per-centuali cambiano vistosamente: gli uominirappresentano la maggioranza degli utenti. Anche le donne sono vittime del voyerismo ma-schile per la produzione di video hard con ani-mali, che sono essenzialmente il frutto di fanta-sie maschili. Nel corso di un’inchiesta a carico diun uomo condannato per la produzione di vi-deo pornografici con cani, è emerso che lo stes-so aveva proposto ad una ragazza ventenne dipartecipare a un film pornografico nel quale

avrebbe dovuto avere rapporti sessuali con cani,a fronte di un compenso di duemila euro. Al dilà degli esiti giudiziari, è palese l’induzione acommettere atti zoopornografici dietro il paga-mento di una somma di danaro. La ragazza sirifiutò, ma i scenari dello sfruttamento sonochiari. In indagini fatte all’estero, molte donne hannodenunciato la violenza, non solo fisica, subitada mariti o compagni che le costringevano afare sesso con animali, un’esperienza drammati-ca che lascia segni indelebili, danni permanenti.Questo tipo di bestialità viene usato dal domi-nante per sottomettere e umiliare il partner.Negli Stati Uniti molti rifugi per donne maltrat-tate ricevono segnalazioni da parte di donneche sono state costrette ad avere rapporti ses-suali con gli animali. Cani, gatti, pesci, cavalli, asini, cammelli, cervi,mucche, vitelli, antilopi, galline, oche, anatre,maiali , capre, pecore, conigli , serpenti,delfini: quasi nessun animale è al sicuro dagliabusi sessuali. Quando si tratta di soddisfare bi-sogni sessuali viene sviluppata una sconfinatafantasia e una crudele creatività. La gamma diatti sessuali con animali è infinita quanto per-versa. Il cane è l’animale più sfruttato e questo perchéè sicuramente più “pratico” rispetto ad altri, èl’animale più comune e presente nelle abitazio-ni, il legame che lo lega agli esseri umani favo-risce ogni sorta di abuso. Spesso vengono soc-corsi cani abbandonati con vistose ferite elesioni ai genitali o nella zona anale, o che pre-sentano comportamenti anomali e riconducibiliad un condizionamento alle pratiche sessuali.Fase una stima degli animali coinvolti è impos-sibile, ma non è azzardato ipotizzare che si trat-ti di migliaia. Il giro d’affari è sicuramente co-spicuo, basti pensare che un cd con filmatizoopornografici può arrivare a costare anche50,00 euro, una rivista 10,00 euro, un fallo inlattice di leone 190,00 euro.

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GLI ASPETTI GIURIDICI

Ci sono molte forme di bestialitas sia per il tipodi animali sfruttati sia per l’entità del danno oper la sofferenza che provocano a un animale.Quando un animale viene ferito o subisce lesio-ni da atti sessuali è chiaramente una violazioneal reato di maltrattamento. A volte però è diffi-cile provare che un animale abbia subito violen-za o abbia sofferto. Anzi, in alcuni casi vienenegato energicamente che da un “atto d’amore”possa derivare sofferenza, oppure si argomentache la gratificazione sessuale di una personavale molto di più della sofferenza o dei presuntidanni subiti dalla “bestia”. La Cassazione ha confermato la condanna permaltrattamento di animali per un allevatore diBolzano accusato, tra le varie cose, di aver sot-toposto animali “a comportamenti insopporta-bili per le loro caratteristiche etologiche, inquanto faceva in modo che gli stessi avesserorapporti di natura sessuale con una donna”. Inparticolare si trattava di cani utilizzati per pro-durre film a carattere zoosessuale. E’ la primapronuncia della Suprema Corte in merito a que-sto argomento che ha confermato l’impiantoaccusatorio già sostenuto nei due gradi di giu-dizio precedenti. Il GUP di Bolzano nella suasentenza ebbe modo di precisare che «I concettidi “comportamenti insopportabili per le carat-teristiche etologiche” e di “condizioni incompa-tibili con la natura degli animali” descrittivi delmaltrattamento devono essere interpretati an-che alla luce della classificazione data dal legi-slatore ai reati di maltrattamento quali “delitticontro il sentimento per gli animali” dandoquindi tutela funzionale al contempo al senti-mento sociale verso gli animali secondo quelloche è ormai la percezione comune e all’animalestesso quale essere vivente dotato di sensibilitàe quindi portatore di interessi vitali quali il di-ritto a non soffrire. Ne consegue che alla stre-gua di siffatta interpretazione nel concetto dimaltrattamento così delineato – che si potreb-be definire come concetto involucro – trovano

spazio e rientrano tutte quelle condotte che of-fendono la sensibilità psicofisica degli animaliquali autonomi esseri viventi capaci di reagireagli stimoli, ovvero cagionano all’animale unalesione ovvero lo sottopongono a sevizie o co-munque a comportamenti insopportabili per lecaratteristiche etologiche dell’animale». L’imputato aveva fatto ricorso, dopo la confer-ma della condanna da parte della Corte di Ap-pello, sostenendo “l’insussistenza del reato dimaltrattamenti” per il fatto che nelle condottein esso descritte non trova collocazione l’attivitàdi sesso con gli animali. Sostiene la Supremacorte che «Come già detto, l’art. 544 ter c.p.prevede il fatto di colui che, tra l’altro, sotto-ponga l’animale “a sevizie o comportamenti o afatiche o a lavori insopportabili per le sue ca-ratteristiche etologiche”. L’analisi letterale ditale periodo comporta, a ben considerare, chela nozione di “insopportabilità”, lungi, ovvia-mente, dal potere essere interpretata con riferi-mento a criteri di gradazione tipici delle naturaumana, vada invece rapportata, stante la stret-ta connessione emergente, alle caratteristicheetologiche dell’animale senza che si possa pre-tendere che la stessa debba necessariamenteconseguire a comportamenti che travalichino,sovrastandole ed annullandole, le capacità “fi-siche” dell’animale; se, infatti, così fosse, si fi-nirebbe, tra l’altro, per attribuire al concetto di“comportamenti” un significato sostanzialmen-te coincidente con quello di “fatiche” quandoinvece, come reso evidente dalla norma, il legi-slatore ha utilizzato entrambi i concetti, attri-buendo a ciascuno un significato proprio edautonomo. Se quindi è necessario attribuire al-la nozione di “comportamenti” un significatoche, da un lato, deve essere raccordato alle ca-ratteristiche etologiche della specie, animale edall’altro non si esaurisca in quello di “fatiche”,la nozione di “insopportabilità” deve arrivare aricomprendere nel proprio perimetro anchequelle condotte che, come quella descritta alcapo k (sottoporre un cane a rapporti sessualicon una donna ndr) dell’imputazione, siano in-sopportabili nel senso di una evidente e concla-

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mata incompatibilità delle stesse con il “com-portamento animale” della specie di riferimentocome ricostruito dalle scienze naturali, in talsenso dovendo infatti intendersi il concetto dicaratteristiche etologiche impiegato dalla nor-ma. Ed allora, se così è, non può non seguirnela corretta attribuzione alla condotta di specie,consistita nella coazione all’accoppiamento conuna donna finalizzata alla realizzazione di unfilm pornografico, della qualificazione di “mal-trattamenti”, non potendo esservi dubbio sullaassoluta contrarietà di una simile condotta allecaratteristiche etologiche del cane. Proprio lanecessità di interpretare il concetto di compor-tamenti insopportabili in connessione con i dueprofili sopra richiamati, consente, dunque, di ri-condurre all’interno della norma le pratiche di“zooerastia” o “zoopornografia” senza necessi-tà di una apposita, specifica, previsione (comeaccade, ad esempio, nella legislazione francese,ove l’art. 521-1 del codice penane contemplaanche il fatto di esercitare, nei confronti di unanimale domestico, sevizie “di natura sessua-le”). Una tale interpretazione si pone, peraltro,in sintonia con la ratio della incriminazioneche, come indicato dalla collocazione della fat-tispecie all’interno del titolo IX bis, dedicato aidelitti contro il sentimento per gli animali, con-siste nella compassione suscitata agli occhidell’uomo dall’animale maltrattato, tanto piùassumendo disvalore, in un tale contesto, prati-che come quella in oggetto. Ne consegue che il

giudizio operato sul punto dal giudice di primogrado e ripreso dalla Corte territoriale, allor-quando ha argomentato su un trattamento delcane assolutamente estraneo alle leggi dellabiologia e della zoologia e, in quanto tale, in-sopportabile per le sue caratteristiche etologi-che, appare, alla luce dell’interpretazione chedella norma si deve dare, esente da censure».È da sottolineare che tale interpretazione cogliein pieno la ratio della normativa contro i mal-trattamenti degli animali che mira a salvaguar-dare la loro integrità e identità psico-fisica, ecensura ogni condotta che non rispetti le legginaturali e biologiche, fisiche e psichiche, di cuiogni animale, nella sua specificità, è portatore.Con questa sentenza viene confermato il princi-pio che la zooerastia, nelle sue varie forme, co-stituisce reato. Recentemente sono circolati inrete allarmi e appelli relativi ad una presuntaimpunibilità di tali condotte, la cosa è destituitadi qualsiasi fondamento: ogni abuso su animalidi natura sessuale integra il reato di maltrat-tamento di animali. Partendo da questo puntofermo, si possono poi fare diverse valutazioni.Siamo convinti che, vista la complessità del fe-nomeno e i vari aspetti che coinvolge, sia ne-cessaria un’articolata rivisitazione della que-stione anche sotto il profilo sanzionatorio e unagiusta collocazione del precetto in seno al codi-ce penale. Resta il fatto però, ed è bene ribadir-lo, che tali condotte trovano censura penale nelreato di maltrattamento di animali.

LE MISURE DA ADOTTARE

I servizi sociali, i dipartimenti di igiene mentale,dovrebbero adottare, in sinergia con le associa-zioni animaliste, protocolli di intervento tesinon solo al trattamento delle persone coinvolte,ma anche al recupero degli animali abusati. Si ènotato, infatti, anche in altre forme di maltrat-tamento perpetrati in ambiti di disagio socialeo agiti da soggetti clinici, che l’interesse per glianimali è del tutto residuale e che solo rara-

mente vengono attuate iniziative per sottrarliagli abusi.Sotto il profilo della tutela penale, riteniamo,vista la complessità del fenomeno, che sia op-portuno prevedere apposite disposizioni all’in-terno del Titolo IX-bis del codice penale tese asanzionare penalmente le condotte zooporno-grafiche. In particolare si ritiene necessario pu-nire con sanzioni che prevedono la reclusione ela multa le seguenti condotte:a) compiere atti sessuali su animali o utilizzarli

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NOTE

1 V. Lingiardi, F. Gazzillo, “La personalità e i suoi disturbi”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014. 2 R. Vincenzi, “Perversioni sessuali”, roberto-vincenzi.com.3 Cfr. L. Penna, “Un approccio clinico alla zoofilia”, 2003.4 J. Bering, “Animal Lovers: Zoophiles Make Scientists Rethink Human Sexuality”, 2010.

per atti di zooerastia, o favorire, sfruttaregestire, organizzare o controllare lo sfrutta-mento sessuale di animali. La stessa penadeve essere prevista per chiunque utilizzan-do animali realizza esibizioni o spettacolipornografici ovvero produce materiale zoo-pornografico o ne fa com mercio.

b) preparare o addestrare animali a tali prati-che, vederli, cederli o prestarli.

c) divulgare, diffondere, distribuire o pubbli-

cizzare, detenere anche per via telematica, ilmateriale zoopornografico.

d) organizzare viaggi all’estero finalizzati allafruizione di attività di sessuali con animali ocomunque comprendenti tale attività.

Ciro TroianoCriminologo,

resp. Osservatorio Naz. Zoomafia LAV

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L’AUTORE

Ciro Troiano, napoletano, perfezionato in “Antropologia criminale e metodologie investigative” e inCriminologia, ha fondato nel 1999 l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV. Il suo nome è legatoa numerose operazioni di polizia in difesa degli animali e della fauna. È stato più volte vittima di mi-nacce e aggressioni. È stato direttore di corsi di formazione regionali per guardie zoofile e ha insegnato,presso le scuole della Polizia, dei Carabinieri e della Forestale, “tecniche di contrasto alla zoomafia” e“criminologia dei diritti animali”. Nel 1997 ha ricevuto il premio nazionale “Miglior azione di conser-vazione” per la sua attività svolta in condizioni ambientali di notevole difficoltà. Nel gennaio 2001 larivista “La Nuova Ecologia” lo colloca tra “i cento Eroi mondiali dell’Ambiente”. Nel 2009 è stato insi-gnito del “Premio San Francesco Città di Genova”. Nel 2011 gli è stato assegnato il “Premio Agorà”che viene conferito a “Uomini Normali” che si sono imposti per la loro “extra ordinarietà”, ad “eroi deinostri tempi che, alla legalità, alla ricerca, alla cultura in genere, dedicano la loro quotidianità”. Curaannualmente la stesura del Rapporto Zoomafia della LAV. È autore di numerosi saggi e articoli. Tra isuoi testi: “Zoomafia, mafia, camorra & gli altri animali” (ed. Cosmopolis, Torino, 2000); “Criminologiadei diritti animali (Torino, 2001); “Bracconaggio & Criminalità” (Roma, 2001); “Combattimenti traanimali - manuale tecnico-giuridico per un’azione di contrasto” (Roma, 2006); “Il maltrattamento or-ganizzato di animali – Manuale contro i crimini zoomafiosi” (Roma, 2007); “Criminalità e animali:analisi criminologica del fenomeno e profili di politica criminale” (Roma, 2007). Cura la parte relativaalla tutela giuridica degli animali di “Il Codice dell’Ambiente”, CELT. Ha scritto, inoltre, le voci “Eco-mafia” e “Zoomafia” per il “Nuovo Dizionario di Mafia e Antimafia”, a cura di M. Mareso e L. Pepino,EGA, (Torino, 2008); la voce “Zoomafia” per il volume “Altri versi – Sinfonia per gli animali a 26 voci”(Oltre la specie, 2011); il capitolo “Zoomafia, sanzioni penali e funzioni di vigilanza” per il volume “Laquestione animale”, a cura di S. Castignone e L. Lombardi Vallauri, del “Trattato di Biodiritto”, direttoda S. Rodotà e P. Zatti (Milano, 2012); la voce “Zoomafia” per il “Dizionario Enciclopedico di mafie eantimafia” (Torino, 2013). Nel 2014 ha scritto “Ho ucciso un po’ di lucertole”, una ricerca su preado-lescenti e animali in un’indagine svolta nelle scuole medie.

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