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TORINO, 7|Marzo 1920. IG^ER^Oeil Une, pagi n&L. 200 ^ di pagine. I • 100 ì. » {^BBOGIA/ABSlTl A^no L.10 ESTERO L . l 5 - £ E MESTRE - 5 - .. 7-50 D IRETTORE : GUATAVO VEP^OMA TO R i r\o Via Davide Bertolotti,3 Il Transatlantico FIAT " ARF „ con 5 persone a bordo, ha battuto il record mondiale di velocità a 261 Km. all'ora. - In piedi, presso l'aeroplano, l'ideatore ing. Rosatelli ed il ten. Brach Papa. Clichés eseguiti da Carlo Crespi - Via Canova - Torino

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TORINO, 7|Marzo 1920.

I G ^ E R ^ O e i l Une, pagi n&L. 200 ^ di pagine.

I • 100 ì . »

{ ^ B B O G I A / A B S l T l

A ^ n o L.10 ESTERO L . l 5 -£ E MESTRE - 5 - .. 7-50

DIRETTORE : GUATAVO V E P ^ O M A

TO R i r\o V i a D a v i d e B e r t o l o t t i , 3

Il Transat lant ico FIAT " ARF „ con 5 persone a bordo, ha bat tuto il record mondiale di velocità

a 261 Km. al l 'ora. - In piedi, presso l 'aeroplano, l ' ideatore ing. Rosatelli ed il ten. Brach Papa.

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Riunione di caccia.

L'Huntsman ed il Whip. L'huntsman (cacciatore) ed il whip (la frusta)

erano un tempo esclusivamente inglesi, e sebbene parlassero correttamente l'italiano non dovevano rispondere che in inglese. Guai a chi avesse loro rivolto la parola in altra lingua. Ora parlano ita-lianoJ(perchò sono italiani) con tut t i meno che coi cani "ai quali forse non sanno neppur loro che lingua parlino: però li capiscono benissimo pro-babilmente per effetto della frusta che è un modo di farsi intendere mondiale.

Appartengono al personale stipendiato e la caccia è per essi il risultato di continue istruzioni ricevute e impartite ai cani.

Col soprabito rosso, portano il berretto come il master di cni stanno sempre agli ordini.

E' maraviglioso il vederli condurre una trentina di coppie di cani (i caui della caccia a cavallo si contan sempre a coppie) e con quanta sollecita-dine fanno, con un semplice suono gutturale, tornar nelle file quelli i quali tentano di sbandarsi.

Anni dietro anche i pacifici cittadini trat tenuti in città dai proprii affari, potevano vedere un par di volte la settimana la muta quando andava alla caccia : ora i cani son portati e ripresi in furgoni di Gondrand, e i sullodati pacifici non vedono più nulla.

I cacciatori. Son molti, moltissimi, perchè sebbene la tassa

annuale di socio sia molto elevata, non manca modo di procurarsi degli inviti.

E son moltissimi anche perchè non è necessario di seguire il master fino alla fine — specie quando tra il principio e la fine vi sono lunghi galoppi e salti di fossi, macerie e staccionate. Eppoi le staccionate si possono anche passare dai cancelli aperti. Mica tutt i son nati per le tre-filagne !

L'interessante è di farsi vedere in abito irre-prensibile e con un discreto cavallo — bere il cognac sotto la tenda — e di partire in gruppo. Meglio ancora arrivare quando la caccia è partita da pochi minuti — così uno può farsi ammirare da solo nel galoppo per raggiungerla — liberi poi liberissimi di fermarsi o di tornare indietro quando un sonoro Tally ho! fa palpitare i cuori degli appassionati e valorosi.

I curiosi.

Quando il tempo è bello e il meet vicino sono numerosissimi.

E' un'occasione come un'altra per riunirsi e far magari un po' di maldicenza.

Eppoi tornandojin città uno può sempre dire di essere stato alla caccia — con il soprappiù di cinque o sei istantanee nelle quali pur sembrando di non accorgersene, ha degnamente figurato.

Sono la risorsa dei fotografi professionisti: Sbisà, Lucchesi, Coccanari e numerosissima compagnia.

I CUCCE R CRVRLLO La volpe.

A tout seigneur tout honneur! Un vecchio proverbio dice che: pour faire un

ivet il faut un lièvre: affinchè una caccia alla •olpe riesca, abbisogna una volpe.... od almeno la i(i88ata di una volpe — ciò che è quasi la stessa osa: il resto è affare dei cani. Quante volte nella vita corriamo dietro a ciò

he non scorgiamo mai e che perseguitiamo icuri di non raggiungerlo! Tutto il divertimento, tutte le emozioni, tut t i pericoli della caccia sono nell'inseguimento del

lovero animale che ritiene tutt i quei bravi giovani, a ardite amazzoni, non nemici della di lui vita, uà anelanti la sua testa o la sua coda.

Fugge: s'intana quando può in un angolo di atacomba o cerca di guadagnare la macchia.... ler salvare la coda.

Una volpe che si lascia subico acchiappare è na cattiva volpe : quella che fa galoppare a per-lifiato e salva la coda è un'ottima volpe.

I cani. Subito dopo la volpe vengono i cani—.ameno

he non vi s ' inframmetta qualche pecoraio, o [ualche cacciatore stordito o trascinato dal cavallo.

I fox hounds devono alla loro nazionalità l'esser eloci, docili e di gran fondo, e per servirsi di m termine speciale de ne presque point avoir la •orge. Gran virtù il silenzio!

Di tutti quelli che prendon parte alla caccia tranne i mariti i quali accompagnano le proprie •logli) i cani son quelli che si divertono meno — i che condùcono tutto l 'anno una vita monotona, ubordinata, sotto la frusta della frusta.

Questa la storia dell'animale cui diamo il nome li nostro migliore amico » e che alimentiamo on carne del cavallo che è « la più nobile delle lostre conquiste ».

Il Master of the hounds. II Master è nel fulgore della sua autorità. Forte in sella, naturalmente elegante, di sobria

loquenza, di temperamento freddo e vigoroso, on lascia i cani che quando, in lontananza, ii ole sparisce dietro lunghe strisele rossastre ; llora soltanto, cedendo alla notte, con alti modi i gentiluomo dice ai pochi intrepidi (tra i quali sempre almeno una amazzone): «Credo, signori,

he iremo tornare » e con un semplice sguardo resa la direzione trotta verso il luogo dell'ap-uutamento che pare s'allontani sempre più. Durante la caccia, nulla sfugge al suo occhio

'gilè..., e sorride ironicamente quando qualche tesperto cavaliere fa rifiutare un povero cavallo spostissimo a saltare.

(Fot. Strazza - lastre Cappelli).

L'ottura-buchl. E' il più modesto della cui opera molti fruiscono

senza saperlo, ragione di più per non essergliene riconoscenti.

Prima della caccia esso, armato di un'elegan-tissima pala, scruta la campagna che sarà battuta ed ha l'incarico di ostruire le buche dove la volpe potrebbe rintanarsi.

Beninteso che questa si avvia poi sempre verso quella che per dimenticanza non è stata chiusa. Non si può mica prender tutto.

EBBO è il gerente responsabile di ogni errore — ma fino dal giorno avanti si è armato d'indiffe-renza e di rassegnazione consolandosi col vino delli castelli.

Frustino.

Un principe di sangue reale alle Olimpiadi. L'Auto di Parigi ha da Copenhaghen la notizia

che il principe Knud, secondogenito del Re di Danimarca, ha manifestato il desiderio di pren-dere parte, e precisamente come concorrente, ai Giuochi Olimpici di Anversa.

11 principe Knud ha ottenuto dei resultati non comuni nella velocità pura di corsa a piedi e nel salto in altezza.

La navigazione aerea negli Stati Uniti. A Washington è stata costituita una compagnia,

presieduta dall'ammiraglio Lucary, per la costru-zione di incrociatori aerei di grande cubatura, da servire ad un regolare servizio per viaggiatori e merci tra gli Stati Uniti e l'Europa, tra gli Stati Uniti e il Sud America, tra New-York e San Fran-cisco di California.

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Le gare di sky a Bardonecchia.^ Un completo successo ha arriso alia rianione

di sky di Bardonecchia che si svolse in Valle Stretta : un pubblico numerosissimo è venuto da Torino e da molti centri della vallata per assi-stere alle gare. Moltissimi specialmente erano i soci della sezione torinese del C. A. I., della S. A. R. I., dello Sky Club. Nel folto gruppo la nota simpatica e vivace era data dalla presenza di numerose signore e signorine.

Le gare erano bandite dall 'autorità militare e va notato che il Comando della divisione di To-rino nell 'intento di dare incremento ad uno sport così utile e così sano ha favorito sotto ogni aspetto l'organizzazione, della quale spetta merito particolare al colonnello Trivulzio, al colonnello Vialardi, al maggior Bollea, al capitano Talucchi.

Ecco i risultati della riunione : Primo giorno (sabato, 28 febbraio! — Percorso

km. 12 con 500 in. di dislivello. Gara Valligiani — 1. Orcellet Edoardo di Me-

lézet in ore 1,38' ; 2. Lantelmo Massimino di Mele-zet in 1.44' ; 3. Prin Giuseppe di Cesana in 1,45 ; 4. Ragano E tore in 1,49'45" ; 5. Jurdand G. B. in 2,4'35". Partenti 14.

Gara Juniores — 1. Teppati Guido della S. A. R. I. in 1,33' ; 2. Nnvoli, id., in 1,38'5' '; 3. Ca-valla, id., in 1,38'30".

Secondo giorno (domenica, 29 febbraio), km. 20 con 800 m. di dislivello.

Gara Omnium — 1. Guy Antonio di Melézet (la cat. Valligiani) in 1,59'31" ; 2» Lietta Rodolfo del 3° reggimento alpini (1° dei militari) in 2,7',12"; 3. Orcellet Edoardo di Melézet in ore 2.7'30" ; 4. Crapiz ten. Guerrino in 2.10'40" ; Santi avv. Et-tore di Torino (1° cat. C. A. I.) in 2,13'35" ; 6. Masset Antonio di Bardonecchia in 2,18'31".

Aviatore che batte il record d'altezza e diventa cieco per il freddo.

Telegrafano"" da^New York che" il record del mondo di altezza in aeroplano è stato battuto dal maggiore americano Schroeder, sul campo di aviazione di Dayton, nello Stato di Ohio. Il mag-giore si è elevato all'altezza di 12.020 metri. Lo

Maccario dello « S. C. Vir tus » di Genova, 10 ar-rivato nel Cross Country per il Campionato italiano.

(Fot. Guarneri - lastre Cappelli).

Schroeder fu vittima di una terribile sventura durante il suo volo. Quando egli giunse ai 12 mila metri qualche oosa è esploso, si crede il serbatoio dei gas per la respirazione artificiale. Lo Schroeder perdette i sensi e l'apparecchio co-minciò a precipitare come una massa e scese così vertiginosamente per parecchi minuti fino all'altezza di 800 metri. Allora miracolosamente l'aviatore riprese i sensi e istintivamente riuscì a stabilizzare l'aeroplano e a tornare a terra Benza ulteriori incidenti. Svenne però subito. Quando fu dichiarato fuori pericolo era divenuto cieco, si crede causa il freddo intenso che gli aveva con-gelato gli occhi. Anche le mani ed i piedi Bono congelati. Non si dispera però di salvarlo.

FflnflbI per CICLI

Campionato Italiano di Cross Country. — L'arrivo di Maccario. La partenza dei 74 concorrenti. (Fot. Guarneri - lastre Cappelli).

Il Campionato Cross Country vinto da Maccario,

Il campionato di cross-country, organizzato dal-'Ardita Spartana, è terminato in una protesta presentata da ben sei Società partecipanti, le piali chiedono senz'altro l 'annullamento del titolo di campionato alla gara.

Il percorso avrebbe dovuto essere di circa 8 Km., ma per un errore o per insufficienza di segnalazioni i concorrenti non ne hanno compiuto forse nemmeno 5, tanto che il primo arrivato ha impiegato 18 minuti circa.

I concorrenti sono stati 55. La formazione delle maggiori squadre era la seguente:

Internazionale F. C. di Milano : Colombo, Bru-netti, Zonna, Steis.

S. C. Virtus di Genova : Maccario, De Bene-detti, Dalmazzo, Costa, Terzi, Pozzuolo.

S. G. Bergamasca: Susanna, Rocca, Castagna. U. S. Legnanese : Re, Ravelli, Vignati. Brescia F. C. : Ambrosini, Marengo, Ciullo,

Zonàro. Ardita Spartana : Cocchetto, Grasso, Canepa,

Ferrerò, Ranzani. Trionfo Ligure : Bizzocoli, Tasin, Fasciolo, Na-

stasio, Risso, Garaventa. Speroni si è ritirato a metà percorso. Ecco l'ordine d'arrivo : 1. Maccario Augusto

dello Sporting Club Virtus; 2. Ambrosini, Erne-sto del Brescia F. B. C., a 30 metri ; 3. Lussana Costante della Bergamasca Ginnastica e Scherma, ii 60 metri ; 4. Marengo Giuseppe del Brescia di Brescia ; 5. Tartaglia Carlo della Virtus di Spezia; 5. Brunelli Amilcare dell'Internazionale ; 7. Zonna Mario dell'Internazionale ; 8. Parisio Lazzaro del

Brescia ; 9. Sega Angelo del Trionfo Ligure ; 10. De Benedetti Stefano dello Sporting Virtus ; 11. Benedetti Florestano della Sportiva Pro Livorno; 12. Cocchetto Ernesto dell 'Ardita Spartana ; 13. Mangiante Mario dello Sport Aurora di Chiavari.

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Le meravigliose prove del Transatlantico FIAT " ARF „ Con cinque persone a bordo raggiunge la velocità di 261 Km. all'ora

Prima di salire a bordo del Transatlantico FIAT " ARF „ pilota e passeggeri vengono pesati dal cav. Quagliotti.

carie condizioni statiche e le caratteristiche di volo, pure già così limitate, mentre la tra-versata esigeva almeno 3100 Kg.

Era tutto un inquinamento di metodi e si-stemi che veniva alla luce. Fossilizzata la tec-nica dell'aviazione italiana intorno a poche

IJS protagonisti della straordinaria performance avia-tor ia . — I n piedi a terra : il tenente aviatore Bradi Papa. A bordo: I, aviatore Bonacini. —II, meccanico ragliero. -I I I , pubblicista Casalbore - IV, meccanico Roba.

fame usurpate mercè il concorso della stampa e di aderenze politiche, si la-sciarono durante la guerra i vari tec-nici muffire negli affici militari privi di qualsiasi ingerenza tecnica all'infuori di quella limitata al loro meschino im-piego. Sembra incredibile, ma la condi-zione necessaria, per essere spedito in gualche ditta ove solo era possibile ideare e progettare, era quella dell'asso-lala ignoranza nella nuova branca. Tal-lodò si svolgeva sotto la maschera che i veri tecnici dovevano essere trattenuti negli ambienti militari per le revisioni, per coprire la vera ragione che era quella di limitare, la concorrenza a certe ben pasciute sanguisughe dell'aviazione militare. La verità in questo campo non passerà molto che verrà detta sana ed intera. E' pur vero che l'Italia è il paese delle grandi menti che spesso non riescono a farsi strada, ma è altresì vero che l'Italia è il paese ove più ab-bondano fame usurpate con danno gra-ve della nostra Nazione.

Fu così che l'ing. Rosatelli riuscì solo verso il mese di agosto del 1918, quando la guerra volgeva al suo ter-

mine, ad ottenere l'autorizzazione ad elabo-rare quel meraviglioso apparecchio B. Ri da bombardamento, del quale si è tanto parlato e che se fosse uscito durante la guerra avrébbe apportato un rivolgimento decisivo nei metodi dell'offensiva aerea. Il bombardamento in pie-

no giorno delle capitali e dei centri di j produzione nemici con forti carichi di ' esplosivo e a velocità non ancora oggi raggiunte dai più moderni apparecchi da | caccia, avrebbe prodotto effetti spavenle- j voli. Il bombardamento in tali condizio- ! ni, permettendo la precisa individualiz-1 zazione del punto sensitivo del nemico ed il perfetto puntamento, mentre avrebbe 1 risparmiato vittime innocenti ed inutili, j non avrebbe mancato di portare lo scom-piglio negli stabilimenti militari nemici, rendendo poco proficuo il lavoro degli operai e costringendo il nemico ad una j costosa serie di difese antiaeree.

Fu così che, malgrado l'indifferenza del governo, l'ing. Rosatelli, sotto gli au-spici della F ia t che non voleva ad ogni '• costo restare estranea alla grande prova , aerea dell'Atlantico, iniziò lo studio del- j /'A. R. F., il nuovo gigante dell'aria, ! proprio nel tempo in cui gli apparecchi inglesi ed americani si trovavano già pronti a Terranuova. Il progetto elabo-rato con mente ferma e sicura era già in piena costruzione nel mese di giugno quando arrivò la notizia del grande suc-cesso inglese. Per la limitazione delle spese, data l'indifferenza governativa, il lavoro fu concentrato solo su due cam-pioni: uno quello inviato a Parigi lo scorso novembre, l'altro quello che ha battuto il r ecord mondiale di velocità pochi giorni or sono.

L'ing. Rosatelli non ha menomamente errato nelle sue illuminate previsioni che sono anzi state sorpassate dallo svolgi-mento delle prove.

Se un tale apparecchio fosse uscito in tempo debito, la traversata dell'Atlantico

avrebbe riservata all'Italia la più grande gloria aviatoria. I cinquemila Km. di raggio d'azione dell'A. R. F., in un colla elevata velocità, lo avrebbero reso indif-

II g rande aeroplano t ransat lant ico A. R. F. da poco ul t imato nei Cantieri areonaut ici della Fiat, ha iniziato i suoi voli al Campo di Mirafìori a Tor ino con-quis tando un meraviglioso record mon-diale di velocità. Esso è stato bat tuto dal pilota Francesco Rrak Papa, il quale, p o r t a n d o a bo rdo quat t ro pas-seggieri, raggiungeva l ' impress ionante velocità di 261 chi lometr i all 'ora!

Tale record, ot tenuto seguendo tutte le norme della Federazione Internaz. Aeronaut ica e ufficialmente controllato dai commissar i dell 'Aero Club d'Italia, comm. Ceirano e cav. uff. Gustavo Ve-rona, e dagli ufficiali dell 'Aviazione mi-li tare i taliana, capi tano Carignami, te-nenti Muraro, Fantauzzi , Torello e ma-resciallo oav. Piccioni , ai quali trova-vasi affidato il control lo degli appa-recchi elettrici di misura, segna una svolta veramente decisiva nello svi luppo dell 'Aviazione e dimostra con quanta larghezza di mezzi la grande Gasa ita-liana, già così nota per la sua multi-fo rme attività nei diversi rami dell 'in-dustria, persever i nello studio di que-sta nuova b ranca dell ' ingegneria alla quale è cer tamente r iservato un radioso avve-nire. L ' apparecch io A. R. F., ideato e progettato dal l 'ing. Celestino Rosatelli, ben noto nel campo dell 'aviazione, è quello stesso che nello scorso d icembre alla Esposizione Internazionale di Pa-rigi r i ch iamò su di sè l ' ammirazione dei tec-nici pe r la sua poderosa mole che non distruggeva affatto l 'eleganza, la snel-lezza e l ' a rmonia delle forme.

Questo apparecch io (biplano a fusole-r ia azionato dal potente motore A 14 da 700 IIP., anch'esso opera della Fiat) può contenere oltre al personale di bordo ed agli i s t rument i di rotta, ben t renta ettolitri di combustibile, sufficiente al-l 'a l imentazione del motore pe r venti ore di seguito, ciò che, data l 'alta velocità, permet te al velivolo di copr i re senza sca-lo l ' enorme percorso di c inquemila Km., mentre la t raversa ta dell 'Atlantico ne compor ta solo tremila!. . .

L'ala più perfet ta . Quest'arduo problema, che fece scor-

rere in passato fiumi d'inchiostro, non mancò dopo l'armistizio di aguzzare la facoltà inventiva dei tecnici aeronautici, già così riattata dalle necessità della guerra per la sua realizzazione. La scelta del momento non poteva essere più op-portuna, specialmehte per l'Inghilterra, l'America (e in parte la Francia) che già verso la fine delle ostilità avevano por-lato i loro apparecchi da carico ad un alto grado di sviluppò. Così mentre verso i primi del 1919 ben 7 apparecchi inglesi e tre americani si trovavano In istato di potere, se non altro, tentare l'arduo ci-mento, l'Italia non ebbe nulla da mettere in gara.

Lo stesso triplano Caproni, uno dei nostri più reputati apparecchi da carico che portava ordinariamente non più di 2000 Kg. di carico utile, non avrebbe po-tuto percorrere più di 2000 Km. senza scalo nella rosea supposizione che si fosse potuto elevare a 4000 Kg. il suo ca-rico utile senza danneggiare le già pre-

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S P O f t T S M E N L adoperate le

LASTRE CAPPELLI ISTANTANEE P E R F E T T E

MASSIMA RAPIDITÀ' E TRASPARENZA VENDITA OVUNQUE - KHPQKTAZ1QN«

OWiri Caialega tilt Ditti M. CAPPELLI • li» friii • Ml lw.

Il Commissario dell'Aero Club d'Italia, Cav. U f f . Gustavo Verona, nella cabina di cronometraggio cnv-tro'la le segnalazioni elettriche e ne calcola la velocità.

ad un esame assai superficiale della complessa questione, pare che abbia trovato anche all'e-stero autorevoli sostenitori.

Uno degli elementi indispensabili al succes-so era senza dubbio l'alta velocità: e anche da questo punto di vista l'A. R. F. non è venuto meno al suo intento. I suoi 250 Km. di velocità media gli avrebbero permesso di superare l'o-ceano in meno di 13 ore!...

Fu per questa precipua esigenza che il pro-gettista si decise a rinunziare all' apparecchio marino. Il fattore tempo è della più.alta im-portanza, sia nei riguardi degli eventuali cam-biamenti delle condizioni atmosferiche, sia so-pratutto in quelli del funzionamento del mo-tore, in quanto, come è noto, te irregolarità di funzionamento di questo crescono in ragione più che diretta che non le ore di volo.

Effettuare il tragitto a grande velocità vo-leva dire essere meno esposti all'azione del vento ed avere anche sotto questo aspetto una maggiore probabilità di riuscita.

Che cosa sarebbe stato di fronte a tutti i vantaggi suesposti l'ipotetica garanzia di sal-vezza offerta ai piloti dal tenuo guscio di noce di un idrovolante esposto con le sue ali alle raffiche di vento dell'oceano? Non avrebbe d'altra parte una tale garanzia fatto perdere all'impresa quel carattere di temerarietà che faceva sembrare cosi bello l'ardire dei piloti che votavano la loro vita ad un cimento cosi leggendario?...

A questo apparecchio uscito perfettissimo sotto ogni aspetto, oggi che la prova dell'At-lantico si appaleserebbe inferiore alle sue pos-sibilità, è senza dubbio riservato un grande avvenire.

La F ia t con i suoi mezzi potenti approfitterà senza dubbio di un tale apparecchio. Ma il Governo, quello a cui incombe sovratutto in-incoraggiare un'industria nazionale che tanto contribuì alla vittoria e tanto onorò nel mondo

ente all'azione del vento che co-'inse gli inglesi a compiere il tra-tio in sento inverso da Terramiova ; Irlanda per sfrattare il vento stes-

coine elemento imprescindibile di ,'ccesso. Da questo punto di vista di-',,10 che la traversata medesima, per condizioni in cui si svolse, perdette

na non lieve parte della sua impor-mza. Per ultimo diremo che potrà inbrare strano che per la traversata

di'Atlantico si sia scelto un appa-•cchio monomotore. Invece la cosa ull è stata fatta senza un ponderato filine. Il forte carico di combustibife chiesto per un così lungo tragitto astringe l'apparecchio a trovarsi tan-rnle. per un lungo tratto del viaggio asiechè in tali condizioni l'arresto di no qualsiasi dei motori significa u-nalineiite l'ammarraggio forzato: Nel i>lo su terra il parziale funzionamen-, dei motori prolungando il p iane po-•ebbe ancora riuscire di grande uti-tù, permettendo il raggiungimento di n prossimo campo di atterraggio, ma ell'aperto oceano un tale beneficio on fu altro che ritardare di ben poco i tragica discesa in acqua.

fi tei unte-pilota Torelli controlla il 10 traguardo elettrico.

Da questo punto di vista vuol dire che al-ieno nel primo tratto del viaggio in cui gli ecidenti più facilmente si verificano, il poli-iotore avrà rispetto al monomotore altrettan-

probabilità sfavorevoli, quanti sono i suoi Rotori. Ma se anche il guasto a qualcuno di pesi; si verificasse nell'ultimo tratto del viag-F'O, col derapamento e lo squilibrio al quale F luogo la mancata trazione di una delle eli-ve e con la forte diminuzione di velocità, è i,va' diffìcile che l'apparecchio possa prose-l'ire per lunghe ore ancora in questa marcia 1regolare.

scelta del monomotore che sembrava a |[fa prima così arrischiata nei riguardi della prezza alla maggior parie dei tecnici, solo

rchè questi si erano generalmente limitati

I tenenti-piloti Muraro e hantauzzi .controllano il 2° traguardo elettrico.

maestro della tecnica del volo, ha saputo oggi come ieri facilmente famigliarizzare con la macchina aerea ideata dal Rosatelli e costruita dalla F i a t ; a Lui che ha voluto fare rilevare pra-ticamente al mondo intero gli altissimi pregi della nuova costruzione affidatagli, sottoponen-dola ad una delle più difficili prove, giunga gradita l'espressione della nostra ammirazione più sincera.

GUSTAVO VERONA.

I v e g l g e t e e d i f f o n d e t e

La STAMPA SPORTIVA ( n v e n d i t a C e n t . S O l a c o p i a .

Chiedetela a tutte le edìcole.

il nome italiano, deve non trascurare questo gioiello di costruzioni aeronau-tiche che forma oggi t'Ala p iù pe r fe t t a .

La Direzione Generale d'Aeronauti-ca, che tanto favorisce il Raid Roma-Tokio, la cui organizzazione costa al-l'Erario statale milioni e milioni, ha il dovere di rendersi ragione di quan-to l'industria nostra produce e pre-senta.

L'apparecchio A, R. F. deve formare per l'aviazione militare oggetto im-mediato di studio e di adozione. Lo impongono le sue eccezionali qualità.

E prima di terminare di esporre il nostro pensiero ci sia permesso di mandare da queste colonne il più ca-loroso saluto, i migliori rallegramenti, il più fervido augurio a chi è oggi l'autore dell' Ala p iù pe r fe t t a . All'in-gegnere Rosatelli onore e vanto della terra Sabina, di dove trasse i suoi na-tali; a lui che modesto ufficiale quale tenente della Direzione Tecnica del-l'Aviazione contribuì non poco al suc-cesso di quello che durante la guerra riuscì il migliore apparecchio: lo Sva.

Al tenente cav. Brah Papa che, quale pilota ardito e prudente, vero

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GIUOCO DEly CALCIO

Campionato ita.lie.iio di l a Categoria

S e m i f i n a l i . = Q u i n t a g i o r n a t a ( 2 9 F e b b r a i o 1 9 2 0 ) .

H

I risultati: а) « Pro Vercelli » e « Genoa » 1-1. — « Ales-

sandria » batte « Milan » 2-0. — « Venezia » e « Legnano » 1-1.

б) « Juventus » batte « U. S. M. » 3 0. — « Bre-scia » e « Casale » 0 0. — « Modena » batte « Pa-dova » 4-2.

c) « Internazionale » batte « Novara » 5-2. — « Bologna » batte « Torino » 2-1. — « Doria » batte « Enotria » 3-1.

"Pro Vercell i , , e "Genoa,, pari 1 ad 1. Il risultato di questa gara non è certo il giusto

esponente del valore diversamente dimostrato dalle squadre in campo. Alcuni supporters genoani, cui certamente faceva velo il grandissimo amore per i loro colori, asserivano dopo la gara che il « Genoa » fu perseguitato dalla « guigne ». Noi asseriamo decisamente che ciò può esser vero qualora si chiami sfortuna il non aver avuto uomici capaci di imporre il loro gioco ad una squadra privata per tut to un tempo di uno dei migliori elementi di difesa. Che se invece consi-deriamo la rabbiosa foga, io slancio, l'abnegazione, l 'entusiasmo con cui giocarono la più difficile carta i bianchi vercellesi, se teniamo conto che per tutto il primo tempo e parte anche della ripresa essi tennero, con indiscutibile superiorità, l 'attacco, diremo a coloro che imprecavano alla « guigne » del « Genoa», che il « Genoa » stesso fu ben for-tunato nell'essersela cavata con un match pari e che la sfortuna fu invece con i vercellesi che per l 'incidente capitato a Binaschi, oltre perdere l'am-mirevole terzino, dovettero spostare alcuni ele-menti togliendo alla squadra quella coesione che indiscutibilmente si rivelò nel primo tempo.

Date adunque le squadre presentatesi in campo, « Pro Vercelli » meritava di vincere : la sorte avversa che ha fiaccato i bianchi compagni di Ara a Legnano, ingiustamente, li ha segniti sotto altra forma sul loro campo. Non conta: se pure sembra ormai giocata quasi irrimediabilmente la posizione di privilegio in classifica, non hanno queste due ultime gare spenta la fiducia che la « Pro Vercelli » si è conquistata in questo ritorno magnifico di vita e di entusiasmo e noi che non mancheremo mai di rilevare tuttavia i difetti e le pecche che si potranno eventualmente riscon-trare, diciamo ai bianchi vercellesi tut ta la nostra ammirazione, la nostra parola di conforto, di in-coraggiamento.

« Per aspera ad astra » adunque, o compagni e giovani successori di Milano 1°.

Solo chi conosce l'anima della laboriosa citta-dina piemontese può comprendere tu t ta l'amarezza di quei cuori nel constatare il risultato della gara disputata con epica baldanza. Solo chi conosce l 'anima della laboriosa cittadina piemontese può giustificare anche le lagrime di molti vercellesi senza trovare in tale fatto qualche cosa di enorme. Si pensi che Vercelli ha tenuto alto il nome d'Italia nel foot-ball, si pensi che dopo un periodo di crisi, ora si stava per rinnovare il passato, e si comprenderà come gli animi di tutta quella gente che vive per la sua squadra bianca, fossero esasperati quasi, per il risultato che toglie quasi tu t te le probabilità di andare in finale.

Tut to ciò può dare un'idea abbastanza precisa di quello che fu il match. Se entusiasmo però animava i vercellesi, non certo i genoani eran venuti a Vercelli sfiduciati, chè, sebbene l'espe-rienza del passato li ammonisse seriamente, essi avevano buone speranze di conquistare anche i due punti disponibili con una vittoria. Nè è a dire

che a torto pensassero ciò, poiché la squa/b genoana, se pure handicappata per l'assenza Sardi e Bergamino 1°, anco una volta ha dim0' strato ad ogni modo di essere una squadra (jil classe, anche se la sua linea di sostegno non fi, • come al solito, che appena sufficiente. Arninù I voli furono infatti gli uomini del trio centrale ùj I attacco e quelli della estrema difesa. « Vercelli >1 questa volta era tuttavia superiore: prima lineai decisa, ben condotta, in cui un solo uomo, jj ; Mattuteia, sembrò inferiore al compito affidatogli .,4 seconda linea superba, estrema difesa eccellente -fra linea e linea coesione sufficientissima, specie da parte della seconda, spesso protesa essa p u r e :

all'attacco in accordo con la prima. Così potè « Vercelli » tenere una evidente su.j

periorità nel primo tempo, in cui i suoi uomini penetravano continuamente nella difesa avver-saria, marcando un punto per merito di Rami pini IV0 fin dai primi minuti di gioco. Il «Genoa» ebbe in questo tempo attacchi a folate, con la sna tecnica preferita poggiante sulle ali, ma non riuscirono i suoi attaccanti a sorpassare i terzini vercellesi potenti e sicuri.

Nel secondo tempo il « Genoa» tenne l'attacco' per circa 20 minuti, ma poi è « Vercelli » che, nonostante l'assenza di Binaschi e quindi con la prima linea ridotta a quattro uomini, essendosi spostato Milano III in difesa, prevalentemente ha attaccato.

Il « Genoa » ha ottenuto il pareggio al 25° mi-; nuto di questo tempo.

Le squadre erano scese in campo nella seguente \ formazione:

Pro Vercelli: Barberis, Rosetta e Binaschi; Ara, Parodi e Degora ; Rampini II, Matuteia, Milano III, Rampini IV e Corna.

Genoa Club: Terzi, Giugliano e De Vecchi;; Barbieri, Bergamino I I e Traverso ; Leale, Saiita-j maria, Brezzi, Della Casa e Capurro,

Arbitro fu il Cav. Giuseppe Varetto che dir MI] il difficile incontro in modo lodevole.

"Juventus,, batte "U. S. Milanese,, 3 a 0, Alla presenza di un pubblico numerosissimo a

è svolta la tanto attesa parti ta che doveva deci dere la superiorità di una delle due squadre mei glio piazzate nella classifica del girone B Ld

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m

-i ,- T- , ; • Match « Genoa-Vercelli ». — Un Vercellese tenta

vela. : V f;

Juventus » ha vinto nettamente, senza lasciar |lito a discussione, convincendo pubblico ed av-irsarì sulla sua ottima forma, confermando alfine e non solo a fortuna essa deve il suo posto

jtuale di prima classificata, ma bensì anche al »lcre, alla fusione, alla foga dei suoi uomini che bn inquadrati han saputo trarre occasione in filanti azioni di dimostrare quella sicurezza che eeie nella prima linea molte volte era venuta a ineare. Lo scarto dei punti indica esattamente valore delle squadre in campo e tuttavia non

onde al bello slancio del quale gli unionisti a mo conteso, specie nel primo tempo, la vittoria 1 juventini. L'innesto di Bona nella prima linea degli stri-nimi torinesi ha avuto buon effetto tanto più

questo simpaticissimo leale giocatore alla in-avolata sua consueta foga ha saputo unire una (piente sicurezza nel curare anche il gioco d'as-enie sia con il centro avanti che con la sua trema. Così, assieme a Ferraris, che fu meraviglioso, ;li ,vvivò la prima linea costantemente e «Ju-ntns» non ebbe le note incursioni saltuarie, a bensì i suoi attacchi condusse con costanza tessendoli con buone combinazioni, con un si-Ima quasi nuovo di penetrazione sì dà sorpren-de e sgominare spesse volte la non debole difesa 'vcrsaria. E se il gioco del duo Bona-Ferraris ben coadiu-ito dal tardo, ma preciso Giriodi, oggi assai in-sp osto, avesse avuto nelle ali maggiore sostegno,

aie alla sinistra, che Varalda a destra eviden-w n t e apparve preoccupato più di aiutare Mattea

ridurre a zero l 'att ività di Paride che di coa-uvare l'attacco, se avesse avuto, dico, maggiore 'Stegno nelle ali, certamente il risultato della rtita avrebbe potuto essere ancor più brillante. [E poiché stiamo considerando il gioco, della bina linea juventina, noi vedremmo volentieri e a Bona e Ferraris fosse unito nel trio centrale attacco un altro irruente juventino, il quale ha ito molte prove ormai per meritarsi il posto suro in prima squadra : diciamo di Sesia. Ciò, rò, ove si trovi una combinazione possibile, nza sacrificare Giriodi che è tuttavia il migliore dista degli avanti bianco-neri. Problema di non «ie attuazione, date le attitudini di questo gio-|°re, ma pure meritevole della più seria con-Jorazione. Nonostante però la brillante affermazione della uadra torinese noi, forse eccessivamente meti-

b abbiamo notato come, pur essendo affiatata 1 l a prima linea, la linea di sostegno juventiua te»g" un po' troppo in difesa e da questa non Pl'ia sempre passare con decisione all'attacco 'rendo assai di più che non faccia i propri ant,. p o r s e I a j ; n e a gjjg consideriamo è onesta-l e conscia del grave compito affidatole ed in

lj Iempo della sua non superiore efficienza, ma ' «teniamo, che data la forza del trio estremo

Mattea, Marchi II e Masera potrebbero

caricare il portiere Terzi, cade nella rete ed il pallone Fot. Guarneri - lastre Cappelli).

tentare assai di più anche la tattica di attacco. Mattea fu ad ogni modo ottimo : al nuovo posto egli si trova a suo agio: Eccellente nel posta-mento, da questo sa trarre i vantaggi che non può avere dalla velocità, assai scemata in lui ; buon distributore, anche se non ad immediato contatto della prima linea egli sa piazzare sempre con criterio il pallone.

Non così preciso è nel tiro in goal allorquando in occasione favorevole tale occasione non si lascia sfuggire.

Marchi II ha momenti brillantissimi, però non è quel forte atleta che esigerebbe il suo posto.

Masera gioca bene ed assolve con coscienza il suo compito.

Dell 'estrema difesa non occorre dire: ormai Giacone, Novo e Bruna si sono imposti alla con-siderazione di tutti , solo accenneremo che Giacone ebbe parate buone anche se ancor ferito alla mano, il che gli rese difficile molte volte la presa e che Novo si rivelò in costante aumento di forma.

L' « U. S. Milanese » è una squadra simpaticis-sima. Anzitutto gioca correttamente, inoltre ha le sue linee abbastanza equilibrate, i suoi uomini abbastanza provati, talché non si fiaccano di fronte ad un insuccesso. Se pure questa squadra dovette spesso subire la superiorità degli avversari, ebbe momenti felicissimi e portò alla rete juventina

attacchi pericolosi, nei quali emersero il Dagradi e quando potè anche Paride, che con un traver-sone per poco non sorprese Giacone. La linea di sostegno degli scacchi bianco-neri ebbe il suo punto debole al centro. Il simpatico, generoso Monti si esaurì presto e non fece certamente una bella partita. Egli troppo si preoccupa di animare i suoi compagni sull'ala e fu questo un grave difetto oggi in quanto aveva di fronte invece Ferraris e Bona che lo passarono spesso a loro agio.

Buoni i terzini; non più all'altezza di un dì De Simoni, pur essendo egli sempre un portiere abbastanza valoroso.

La « Juventus » si affermò fin dal primo tempo, e per quanto non abbia segnato (un goal di Fer-raris fu annullato per offside) non vi era dubbio che il vantaggio doveva o prima o poi venire. Infatti l'inizio del secondo tempo ebbe qualche cosa del travolgente ed in pochi minuti Ferraris Begnò due mirabili goals. A questi seguì più tardi il terzo fatto classicamente, il più bello. Ferraris passò la palla a Bona, questi a Marchi 1° che con una bella centratura diede modo allo stesso Fer-raris di marcare irresistibilmente con un colpo di

"testa che scaraventò il pallone in un angolo della rete di De Simoni. Azione questa fulminea e con-dotta con i minimi mezzi possibili.

Nell'ultima parte della gara 1' « U. S. M. » ebbe ancora qualche bel ritorno, ma la fine trovò ancora la « Juventus » ancor protesa all'attacco per me-rito di Bona, che non riuscì mai a segnare, ina che spesso, durante i due tempi, mise a serio pericolo la rete di De Simoni.

Le squadre giocarono nella formazione seguente: Juventus: Giacone, Novo e Bruna; Mattea,

Marchi II e Masera; Varalda R., Giriodi, Ferraris, Bona e Marchi I.

U. 8. Milanese: De Simoni, May e Carmelo; Bellandi, Monti e Bosi; Clivio, Dagradi, Robecchi, Crocco e Paride.

Arbitrò egregiamente il ragioniere Terzolo del « Genoa Club. »>

Le altre gare: L' « Alessandria «T ha battuto nettamente il

« Milan » e così le sue azioni sono in rialzo, mentre per i rosso e neri non vi è più speranza, pare, per il primo posto.

Il « Legnano » a Venezia ha dovuto acconten-tarsi dijun matchjalla pari, e così pure il « Casale <•> a Brescia.

Il « Modena » invece ha dominato i padovani, come 1' « Andrea Doria » ha fatto con 1' « Enotria » a Genova.

L ' « Internazionale » ha battuto il « Novara » con 5 goals a 2, ma sembra che il risultato non risponda alla forza delle due squadre in campo. Avvennero anche spiacevoli incidenti dovuti, pare, all 'arbitro cui si vuole imputare una decisione ingiustificata e grave a carico dei novaresi che si videro annullare un goal regolarmente fatto, al-lorquando la partita non era ancora decisa.

Accipiter.

Iwjnm

Match « Genoa-Vercelli ». — La squadra del « Genoa » a Vercelli. (Fot. Guarneri - laBtre Cappelli).

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Attorno allo Sport $ — — — — — _ I !

Per il popolo... ma senza il popolo

( I l c a r o - s p e t t a c o l o . . . ) .

A b b i a m o constatato — specie in qnesti ultimi nesi. da quando cioè più si r isente il caro-viveri n ogni manifestazione della vita — che gli or-,drizzatori — persone o società o anche giornali 1 di spettacoli sportivi si sono dati, come gli mpresari di cafè-chantants, bah tabarins, teatri e inematografi, alla pazza gioia degli aumenti di irezzo nelle entrate e nei posti dei luoghi dove ppuato si svolgono gli spettacoli sportivi. Nel contempo — oh buffa contraddizione in

ermìnis... gli stessi, coprendosi sotto il manto di ienefattori dell 'umanità come propagandisti di nell'educazione fìsica che in questo caso ha il no principio e la... sua fine nel cassetto porta-nonetej reclamano ad alta voce dal governo 'abolizione della tassa sugli spettacoli, perchè lo port non deve avere nò tasse, nè restrizioni, nè trettoie, nè inciampi. Come se al povero pub-ilico che paga per un posto venti franchi possa are impressione l 'aggiungervi una o due lirette li tassa governativa. Siamo serii. Serii nell 'organizzare, serii nel

eclamare, al tr imenti quei nemici che abbiamo, i ne abbiamo, ingrosseranno le loro file ed avranno ielle loro mani la peggiore delle armi, quella del idiculo. Dicono alcuni di questi organizzatori: ma oggi

ntto è caro ed anche noi dobbiamo aumentare i irezzi se vogliamo cavarcela. Diciamo noi : è un ìatcolo sbagliato quello che voi fate, perchè, se a matematica questi tempi di troppi azzecca-garbugli non è diventata una vera opinione, io ri posso dimostrare come dieci posti a lire 10 'armo cento, come cento a lire una fanno la stessa jifra, e che a voi converrebbe, moralmente e iportivamente parlando, aver cento persone ad iss tenti dello spettacolo anziché dieci con gli litri novanta posti vuoti .

Non vogliamo apportare esempi per quanto ne avremmo sottomano dei recentissimi. In questi giorni, per una exibition che doveva tra l 'altro, servire con l'incasso ad un ' opera nobilissima, lucila di raccogliere fondi per la partecipazione taliana alle Olimpiadi, si verificò questo fat to in due città: a Milano — prezzi altissimi — inter-denti > scarso e di quelli che hanno il biglietto da cento a portata di mano, a Genova intervento di buon mercato ed assenza dei facoltosi.

Perchè ciò? Perchè in ambedue i casi gli or-ganizzatori non pensarono che si t ra t tava di far lenaro, è vero, ma di fare contemporaneamente buona propaganda per uno sport che ormai si va pianificando fra i primi, fra i più at t raent i e f ra i più sani anche, salvo le sue deformazioni sulle inali ci sarà tempo e luogo d ' intrat tenersi quando un maggiore divulgazione di esso l ' imporrà per svitare le dispiacevoli esagerazioni.-

Noi battiamo da anni ed anni, e nulla ci farà smuovere dal nostro proposito, sempre sullo stesso chiodo : lo sport, che non è se non l'esplicazione dell'educazione fisica, deve essere alla portata di tutti, deve entrare nella persuasione di tutt i , in alto ed in basso, e non deve costituire un privi-legio. Si combatte tan to nel ramo intellettuale P«r avere l 'ar te a buon mercato, per renderla popolare e vorremmo noi, con l 'esagerazione di spettacoli a prezzi proibitivi, r idurre lo sport ad

l'occasione, sia come spettatori quando si ha da ammirare chi ha saputo emergere in una delle discipline sportive, o si ha da assistere alla scelta dei più forti, come avviene nelle gare. Ecco per-chè noi patrocinammo sempre, come faremo fin-ché non avremo ottenuto la realizzazione dei nostri ideali, l ' istituzione delle grandi palestre, dei grandi campi sportivi dove si potranno svol-gere gare e spettacoli, e dove la grandiosità degli ambienti , e la proprietà comune, darà modo di avere con pochissimi soldi il diri t to all 'assistenza, e ad organizzatori e società permetterà di com-piere l 'opera santa e benefica di propaganda senza giuocare l 'alea di una perdita.. . commerciale.

Ma per ora pazienza e considerazione. Non ci mischiamo alle al tre imprese, teniamoci da parte, coi nostri principii, con le nostre fisime — sieno pur fisime — con i nostri ideali, con i nostri scopi da raggiungere. Nè badiamo a quello che fanno in America, in Inghil terra, in Francia, in... Pau-

Carpentier, ti Campione europeo di boxe, accompagnato da alcuni pugilisti milanesi a bordo di una splen-dida vettura automobile Lancia visita la Città di Milano. (Fot. Strazza - lastre Cappelli).

Se voi dite ad nn operaio: dammi tre lire e ti faccio assistere ad una gara di foot-hall, dam-mene cinque e ti faccio assistere ad una gara ciclistica, damméno venti e ti mostro nn at leta moderno che intasca milioni in pochi secondi e con pochi pugni bene assestati si, ma che son sempre pugni i quali non cambiano la faccia del mondo come il telegrafo senza fili, l 'operaio vi risponde : io vado all 'osteria, risparmio e bevo, o vado al cinematografo dove apprendo a svali-giare il prossimo e le mie donne ammirano le toilettes... ed il modo di procurarsele.

1 prezzi altissimi imposti negli spettacoli spor-tivi mi fanno pensare a quei libri di morale e di educazione i quali restano a dormire nelle biblio-teche perchè a causa del loro prezzo nessuno li compera. Noi dobbiamo intendere lo sport come una educazione da impartire a tut t i e però si d'ève agire in modo che tu t t i possano parteciparvi sia come attori, quando venga il loro turno e

un puro passatempo e diletto di quei pochi — anche comprendendovi ora Ics nouveaux rictus della guerra — i quali possono, senza spostare il proprio bilancio, gettar via venti o cinquanta franchi per assistere ad una gara ? E come avrem-mo dopo ciò il coraggio di chiedere appoggi mo-rali e materiali a governo e comuni, mentre non saremmo che degli esosi impresarii di spettacoli, senza alcun fine alto da raggiungere per il bene della comunità?

Rifacciamoci alle nostre origini, ritorniamo sui nostri principii, pensiamo a quello che vogliamo ed ai mezzi veramente adatt i per ottenere il no-stro scopo. Noi vogliamo che il popolo venga a noi, sia con noi, viva in mezzo a noi, abbando-nando le sue vecchie e malsane abitudini, allon-tanandosi da quei piaceri, o cosiddetti piaceri che finora lo rovinavano moralmente e materialmente, ma per far ciò non dobbiamo creargli impedimenti di alcuna sorte, ma dobbiamo anzitutto agevo-largli questo intervento, facilitargli in ogni modo, con ogni mezzo, la sua partecipazione a queste nostre feste dello sport, a queste nostre riunioni le quali non sono e non devono diventare rap-presentazioni.G Q Q S TE-- FE£S

ESTRATTO DI CARNE

SOLE,. PRODOTTI ALIMENTARI "5QLE..TDRIND

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• VITA M O N D A N A TORINESE © •=

AMBROSIO Spettacoli di pr im'ord ine

e di prima visione.

" Le vittime espiatorie, ; avvincente dramma di amor filiale.

— Nuovo programma. — Nuovo interesse e continua folla.

Bravissimi e veramente efficaci sono tutti gli artisti che rappresen-tano in modo mirabile i vari perso-naggi del forte d r a m m a : Le vittime espiatorie. Ammiratissima la messa in scena della Casa Cines di Roma.

Quanto prima verrà proiettato in veste cinematografica: La contessa Sara, uno dei migliori romanzi di Giorgio Ohnet. Ne sarà protagonista Francesca Bertini ed è questa la sua più suggestiva interpretezione.

AMERICAN BAR

Volete bere una buona tazza di caffè?

Recatevi in Galleria Nazionale dai Fratelli Saracco.

Ricercate uno sportsman? Lo troverete all'American Bar. Amate la musica ? Ebbene il più buon concerto

10 potrete udire allo stesso caffè. Per la sua centralità, per la

sua ampiezza, per là sua elegan-za, l'American Bar è divenuto 11 ritrovo preferito dagli uomini d'affari che visitano la metropoli piemontese.

IL MISTERO DELLA DOPPIA CROCE La seconda serie di questo originale

romanzo ha avuto al « Cinema Borsa » il più entusiastico dei successi. Continuano a tutto domenica le repliche.

Gli sportsmen torinesi che hanno fatto del vecchio e simpatico ritrovo di via Roma il convegno quotidiano preferito, non si lasciano passar l'occasione per assistere ad uno spettacolo pieno di emo-zioni e interesse come quello in corso di

BORSA rat ppresentazione.

Il successo di un cinematografo dipende essenzialmente dalla scelta del programma che deve essenzialmente rispondere al gusto del pubblico frequentatore.

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GHERSI Il più importante CINEMA

d'Italia

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ITALA

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FRIVOLITÉ Dal 1° Marzo 1920 si è inaugurata

la riproduzione di una grande film di arte francese ; FR IVOLITÉ , commedia drammatica in 4 atti interpretata dai migliori artisti dei teatri parigini.

Il programma artistico ed interes-sante si completa con Gaumont At-tualità n. 6, con la Moda a Parigi e le Feste in onore della nave italiana « Cavour » a Filadelfia.

Se volete passare una buona ora gustando un vero programma d'arte e varietà cinematografica, fate una sosta all'elegante e grandioso Cinema Ghersi.

Leoni, Pantere,

Elefanti, Gorilla...

La nuova grandiosa film che richia-ma un pubblico fittissimo all' Itala, si potrebbe intitolare la film delle belve. Essa si svolge nell'Africa semi-miste-riosa, ai margini di una colonia inglese ed è ricchissima di ogni sorta di epi-sodi impressionanti ed emozionanti.

La sensazionale film, che si inizia con numerosi episodi vivacissimi e attraenti, trionfa e se ne aspettano già con ansia il seguito e gli sviluppi.

II successo di : " I FIGLI DEL MARE,, Lo spettatore si trova dinnanzi dei ma-

gnifici quadri di vita semplice e rustica, tra marinai brettoni e contadine nei loro pittoreschi costumi, sulle coste bizzarre, irte di scogli della splendida Bretagna.

Tra quelle anime rudi e primitive il fi-dramma si svolge forte e terribile la- E sciando nel pubblico una incancellabile gr impressione... Il successo di: I figli del fi-mare è stato grandioso e caloroso; spe- fe cialmente ammirate le superbe vedute ri-di poetici esterni ; molto apprezzata e fi. gustata la coloritura e mirabile interpre- fi tazione. R"

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noi dobbiamo amare e proteggere lo sport e una conquista della civiltà e del progresso,

o m e tale essa va difesa da ogni possibile con-one con ciò che è puro divertimento, che è plico allettamento, che è anche inutile, se non noso, passatempo. periamo di esserci spiegati anche senza toc-

direttamente quelli che andrebber forse con vior severità rimessi sulla retta via. Ma a

sto fare dovrebbero soccorrere più che noi, eri sorittorelli in eterna lamentazione, le Fe-

loni, le grandi unioni che governano, o do-,bero governare, le società; esse, soltanto esse rebbero imporre quelle norme moralmente ttive del movimento sportivo ed impedirne le enerazioni. Attendiamo — se avranno i loro genti il tempo e l'occasione di leggerci — che ta da questi enti codificatori e direttori — Ile leggi e quegli ammonimenti che richia-

sulla buona e retta via organizzatori e so-ricordando loro — per amore e per forza —

sport è di tutti e per tutti, e che se si 1 tentare delle imprese finanziarie si può vol-5 la fatica verso altri cespiti senza demora-ire una delle migliori conquiste della ci-

Uno spettatore.

;1 mondo dei motociclisti La " la Coppa d'Inverno „.

nnpleto successo ha ottenuto la riunione motoel-ica indetta dall'U. S. Giovanni Ravelli di Brescia, la quale si inaugurava la serie delle manifesta-i motociolistiche italiane. Il percorso Brescia--iheno-Edolo e ritorno (km. 200 circa) offriva dif-tà non lievi : aspro sopratutto era il tratto fian-r tianfce il lago d'Iseo,

strade erano buone, nessun incidente grave ha ilio la gara. Gli iscritti erano 30, i partiti 20, gli

vati 14: fra i ritirati Maggi, Moroni, Bertasio. issime le corse di Amerio e di Castagneto : questo, ito ultimo, ha superato tutti i concorrenti por-ri vicinissimo ad Amerio ; però incidenti vari uno rallentata la marcia nell'ultimo tratto. Ecco

mltati: . tmerio Pasquale (Sunbeam) in ore 3 1'; 2° Casta-

gneto Renzo (Frera) in 3 12' 30"; 3» Mancini (Sun-beam) in 3 24' 1"; 4° Gambini (Douglas), primo della categoria 350 cm„ in 3 28' 45"; 5° Fortunati in ore 3 35? 33"; 6° Poletti in 3 86' 55" ; 7» Catalano ; 8" Pu-starla ; 9" Taroni ; 10° Russo.

Delle équipe è prima la Sunbeam con Amerio, Man-cini e Rnsso ; seconda la Triumph con Pusterla, Ta-roni e Capitani. Dei militari è primo Amerio.

Il Cross ciclo-motociclistico dello S. C. Milano.

La prima manifestazione ciclo-motociolistica della stagione ha sortito un esito felice. Dei 40 concorrenti al Cross ciclistico non si sono presentati allo starter i seguenti corridori: Croce, Scaloni Carlo, Aliprandi, Rocci, Gremo, Capri, Elio, Seregni. Il percorso di km. 18 circa era Taliedo, Monluè, Lambrate, Cascina Castello, Taliedo. Notata l'assenza dei torinesi Rocci e Gremo.

Alle ore 14 39' 25" lo starter ha dato il via ai 32 oiclisti. Il gruppo capitanato da Vay ha coperto il primo tratto a forte velocità. Prima del controllo di Lambrate un primo gruppo, composto da Vay, Cle-rici, Santagostino. Vanini, Cotti e Preti, ha errato percorso, lasciando cosi il controllo di Lambrate. Dietro Magri che oonduceva i ritardatari ha infilata la strada segnata dagli organizzatori. Altri concor-renti non hanno transitato per Lambrate e cioè : Gior-getti, Bossi, Valsassina, Villa e Marchesi, i quali sono stati regolarmente squalifioati.

L'ordine d'arrivo è stato il seguente: 1" Magri Luigi, dello S. C. Milano, alle ore 15 13' 27" ; 2" Ce-reda Luigi, del Velo Sport Gorla, alle ore 15 15'27"; 3' Scaioni Giovanni, del Velo Sport Gorla; 4" Prada Luigi, dello Sport Club Milano; 5° Monti Enrico, del Velo Sport Gorla; 61 Possini Luigi, di Lodi; 7° Po-lenghi Piero.

Il percorso per i motociclisti era il seguente: Ta-liedo, Lambrate, Segrate, Mozzate, Taliedo, km. 30. Dei 16 inscritti si sono ritirati Reinach e Monteverde.

Prima della prova, Gregoris, provando il percorso ha investito un velocipedastro, cadendo egli pure c ferendosi gravemente.

Il favorito Miro Matt'eis che era riuscito con Platè ad avvantaggiare sugli avversari ha sbagliato strada a Linate perdendo cosi del tempo prezioso.

L'ordine d'arrivo è stato il seguente: 1" Rovida Felice, dell'IT. C. M„ in 36' 45"; 2° Maffeis Miro, in 36' 51"; 3° Platè Gigi in 37'; 4° Barozzi Carlo, in 37' 29"; 5" Cavazzoni Luigi, in 37' 48"; 6' Scotti Edoardo in 37' 49"; 7° Sivocci Icilio, in 37' 54"; 3" Lo catelli Franco, in 38' 11".

Il premio di rappresentanza è rimasto allo Sport Club Milano; al più giovane, a Cavazzoni A.

Per una Federazione degli "Azzur r i , , e dei "Ross i , , Domenica 22 Febbraio, a Torino, nella Società

Ginnastica, si sono riuniti una sessantina fra rap-presentanti di società, di appassionati, di giocatori e di impresari del giuoco del pallone, per decidere sulla formazione di una Federazione nazionale. Numerose furono le adesioni specialmente da parte delle Società liguri, fra le quali vanno notate quelle della Cristoforo Colombo e dell 'U. S. Sanremese.

Dopo il saluto portato ai convenuti dal dottor Monti, direttore della Società Ginnastica in Torino, l'assemblea chiamò a presiedere l 'adunanza il dot-tore Calissano. La discussione fu subito animata e vivace, ma in tutti è tosto prevalsa l ' idea delia necessità di costituire una Federazione nazionale del giuoco del pallone. Dopo varie proposte fatte dai signori Varetto, Squarzini, Bonino, Pozzi, For-naseri, rag. Giovine, ing. Peri, Nurisio e Grandi, venne approvato all 'unanimità il seguente ordine del giorno presentato dal Varetto;

« I convenuti alla Società Ginnastica di Torino per discutere sulle sorti e sull'indirizzo da darsi al giuoco del pallone nella sua triplice manife-stazione (bracciale, tamburello, a mano) approvano che in Italia venga costituita una Federazione la quale disciplini non soltanto le regole del giuoco, ma anche in tutto e per tutto gli obblighi delle società, dei giuocatori e degli impresari, tuteli nello stesso tempo i diritti di tutt i quanti pra-ticano questo sport ». Dopo l'approvazione di questo ordine del giorno l'assemblea passa alla discussione di quelle che dovranno essere le linee generali dello statuto della Federazione e delibera all 'unanimità di demandare il sollecito studio di questo schema di statuto ad un Comitato prov-visorio clie rimane formato dalle seguenti persone: dott. Calissano, Varetto, geom. Squarzini, Casal-bore, ing. G. Peri, Silvio Fornaseri, dott. Bechis, Sassone Annibale, Gay Domenico, rag. Bonino, Grandi Tesio e Pozzi Ernesto.

_I convenuti hanno infine preso formale impegno di interessarsi alacremente per la costituzione nei vari paesi di nuove società per lo sport del pal-lone, ove già non esistano, società che farebbero capo alla Federazione. Per ora il recapito del Co-mitato è presso il signor Fornaseri Silvio, via La-grange 29, Torino, ove si potranno chiedere tut t i gli schiarimenti por la creazione di nuove società.

LA PIÙ' IMPORTANTE GARA DI REGOLARITÀ' DEL MONDO 13-16 Febbraio 1920 Km. I200

MOTO "ROVER,, dopo aver lottato vittoriosamente contro le gravi difficoltà del percorso e l'inclemenza della stagione, battendo

juiia numerosa e fortissima schiera di agguerriti concorrenti e macchine di potenzialità superiore,

si classifica: l a con BARTHELEMY 3 a con REX MUNDY - 4 a con L. PSALTY (con sidecar)

della categoria 500 cmc., riaffermando la sua assoluta superiorità anche all'inizio dell'anno sportivo 1920, ed aggiudicandosi in pari tempo

il Premio H A M O N — il Premio del M I N I S T E R O DEGLI I N T E R N I il Premio del M. C. N. — la Coppa del "Pet i t Journal,, équipe M . C . F.

M A U T O S Agenzia Generale per l'Italia e Colonie IAURI & TOSCANI Telefono N. 7 0 - 7 3 — M I L A N O — 5 8 , Via Moscova

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con 5 persone a bordo, pilotato dal tenente Brach Papa, batte il record mondiale di velocità a

261 km. all'ora.

Aerodromo di Mirafiori - 26 Febbraio 1920

*«I1. 8.T.K.*. (BsaUth Tipoz»eoe KMtrtee N.ii.n»1* Ponzo GIOVANNI, Gerente responsebile.