O 1,00 · Cirkus Columbia Da venerdì 3 a mercoledì 8 giugno 2011. Spettacoli ore 20,00 e 22,00....

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Primo Piano. 63 a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana Focus. L’incontro con Cristo: un avvenimento che rigenera l’io ed esalta la ragione PAG. 17 PAG. 11 PAG. 4 Classi di scuola media, Ginnasio e Liceo Classico “S. Cuore” del Seminario Diocesano Classi di scuola media, Ginnasio e Liceo Classico “S. Cuore” del Seminario Diocesano Vita di Diocesi. Si è concluso il corso formativo per animatori dei catechisti parrocchiali 1,00 Settimanale di informazione, attualità e cultura dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino ANNO XVIII - N. 21 FOGGIA 3.06.2011 A vrebbe compiuto 79 anni il prossimo 6 giugno mons. Cosmo Francesco Ruppi, morto nei giorni scorsi a causa di una lunga e grave malattia. Era stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1954 dal Vescovo di Conversano mons. Gregorio Falconieri; partecipò anche al Concilio Vaticano II in qualità di segretario dell’allora Arci- vescovo di Bari. Il 13 maggio 1980 fu nominato Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino e successivamente consacrato Vescovo il 29 giugno 1980 ad Alberobello. Il 7 dicembre 1988 fu nominato Arcivescovo Me- tropolita di Lecce e nella Diocesi salentina ha svolto il suo ministero episcopale fino al 4 luglio 2009 giorno dell’insediamento del suo suc- cessore mons. Domenico D’Ambrosio. Queste brevi e scarne notizie biografiche non fanno emergere la straordinaria passione e il grande impegno che mons. Ruppi ha profuso nel suo ministero sacerdotale ed episcopale. Non si può dimenticare la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II a Lecce il 17 e 18 settembre 1994 per l’inaugurazione del nuovo Seminario, voluto proprio da mons. Ruppi, e la meravigliosa e calorosa accoglienza della Chiesa salentina. Si pensi, ancora, a quanto fatto per i tanti profughi giunti nella terra di Puglia e accolti nella casa “Regina Pacis” di San Foca o al suo grande impegno sociale a favore degli ultimi. È divenuta ormai celebre la sua frase: “La Chiesa è povera, ma ricca di poveri”. Una grande passione l’ha dimostrata anche nell’uso dei mezzi della comunicazione sociale che mons. Ruppi ha considerato sempre come degli strumenti di evangelizzazione. Innumerevoli, a riguardo, i suoi interventi e le sue collaborazioni con la carta stampata e con emittenti televisive per la realizzazione di rubriche sui più importanti temi della Chiesa. Insomma, un Vescovo col cuore di pastore, sempre attento alle varie esigenze del popolo di Dio a lui affidato, ma soprat- tutto pronto a leggere, con intelligenza, i segni dei tempi, nel desiderio di dare risposte efficaci ai tanti problemi dell’uomo di oggi. La Chiesa pugliese perde una figura di riferimento e di spicco nell’au- torevolezza del Magistero e nella testimonianza di vita che, durante la sua esistenza terrena, mons. Ruppi ha saputo donare. L’intera Redazione del nostro settimanale diocesano ricorda con affet- to e commozione mons. Ruppi che per tanti anni ha seguito il nostro lavoro in qualità di abbonato e lettore. Il Direttore don Antonio Menichella

Transcript of O 1,00 · Cirkus Columbia Da venerdì 3 a mercoledì 8 giugno 2011. Spettacoli ore 20,00 e 22,00....

  • Primo Piano.63a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana

    Focus. L’incontro con Cristo: un avvenimento che rigenera l’io ed esalta la ragione

    PAG. 17PAG. 11PAG. 4

    Classi di scuola media, Ginnasio e Liceo Classico

    “S. Cuore”del Seminario Diocesano

    Classi di scuola media, Ginnasio e Liceo Classico

    “S. Cuore”del Seminario Diocesano

    Vita di Diocesi.Si è concluso il corso formativo per animatori dei catechisti parrocchiali

    1,00

    Settimanale di informazione, attualità e cultura dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino

    ANNO XVIII - N. 21FOGGIA 3.06.2011

    Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 6 giugno mons. Cosmo Francesco Ruppi, morto nei giorni scorsi a causa di una lunga e grave malattia. Era stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1954 dal Vescovo di Conversano mons. Gregorio Falconieri; partecipò anche al Concilio Vaticano II in qualità di segretario dell’allora Arci-vescovo di Bari. Il 13 maggio 1980 fu nominato Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino e successivamente consacrato Vescovo il 29 giugno 1980 ad Alberobello. Il 7 dicembre 1988 fu nominato Arcivescovo Me-tropolita di Lecce e nella Diocesi salentina ha svolto il suo ministero episcopale fi no al 4 luglio 2009 giorno dell’insediamento del suo suc-cessore mons. Domenico D’Ambrosio. Queste brevi e scarne notizie biografi che non fanno emergere la straordinaria passione e il grande impegno che mons. Ruppi ha profuso nel suo ministero sacerdotale ed episcopale. Non si può dimenticare la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II a Lecce il 17 e 18 settembre 1994 per l’inaugurazione del nuovo Seminario, voluto proprio da mons. Ruppi, e la meravigliosa e calorosa accoglienza della Chiesa salentina. Si pensi, ancora, a quanto fatto per i tanti profughi giunti nella terra di Puglia e accolti nella casa “Regina Pacis” di San Foca o al suo grande impegno sociale a favore degli ultimi.

    È divenuta ormai celebre la sua frase: “La Chiesa è povera, ma ricca di poveri”. Una grande passione l’ha dimostrata anche nell’uso dei mezzi della comunicazione sociale che mons. Ruppi ha considerato sempre come degli strumenti di evangelizzazione. Innumerevoli, a riguardo, i suoi interventi e le sue collaborazioni con la carta stampata e con emittenti televisive per la realizzazione di rubriche sui più importanti temi della Chiesa. Insomma, un Vescovo col cuore di pastore, sempre attento alle varie esigenze del popolo di Dio a lui affi dato, ma soprat-tutto pronto a leggere, con intelligenza, i segni dei tempi, nel desiderio di dare risposte effi caci ai tanti problemi dell’uomo di oggi. La Chiesa pugliese perde una fi gura di riferimento e di spicco nell’au-torevolezza del Magistero e nella testimonianza di vita che, durante la sua esistenza terrena, mons. Ruppi ha saputo donare.L’intera Redazione del nostro settimanale diocesano ricorda con affet-to e commozione mons. Ruppi che per tanti anni ha seguito il nostro lavoro in qualità di abbonato e lettore.

    Il Direttoredon Antonio Menichella

  • 2 Voce di PopoloTe s t i m o n i a n z e

    RACCOLTI FONDI PER LA CASA IN COSTA D’AVORIO E PER I BIMBI DISABILI A BETLEMME

    [ Giustina Ruggiero ]

    “Un sorriso su ogni viso”

    Voce di PopoloSettimanale di informazione, attualità e cultura dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino

    anno XVIII n. 21 del 3 giugno 2011

    Direttore responsabileAntonio MenichellaHanno collaboratopadre Valter Arrigoni, Damiano Bordasco, don Donato Coco, don Stefano Caprio, Antonio Daniele, Francesca Di Gioia, Monica Gigante,Giuseppe Marrone, Enza Moscaritolo, Vito Procaccini, Valerio Quirino, Giustina Ruggiero, Lucio Salvatore, Francesco Sansone, Nicola Saracino.

    Editore: NED S.r.LDirezione, redazione e amministrazionevia Oberdan, 13 - 71100 - FoggiaTel./Fax 0881.72.31.25e-mail: [email protected] grafi ca e Stampa: Grafi che Grilli srlLa collaborazione è volontaria e gratuita. Articoli e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono.Chiuso in redazione il 31.05.2011

    Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

    e alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

    Successo per lo spettacolo di benefi cenza dei Piccoli di Karol

    Film in salaCirkus ColumbiaDa venerdì 3 a mercoledì 8 giugno 2011.

    Spettacoli ore 20,00 e 22,00.

    Regia Danis Tanovic. Cast Miki Manojlovic, Mi-ra Furlan, Boris Ler, Jelena Stupljanin, Milan Strljic..

    Programmazione Sala della Comunità Mons. Farina

    Trama Bosnia ed Erzegovina, 1991. Il comunismo è caduto e Divko Buntic torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, Divko arriva con la sua Merce-des rosso fi ammante accompa-gnato dalla giovane e sexy fi -danzata Azra, il gatto nero for-tunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi.

    Eventi specialiGiovedì 9 giugno alle ore 20. 30, avrà luogo la proiezione del fi lm “Ju tarramutu”. Al termine, incontro-dibattito con il regista Paolo Pisanelli. Ingresso gratuito.

    Per informazioniwww.salafarina.it; email: [email protected]; tel. 0881/756199.Via Campanile, n. 10 – Foggia

    Foggia dal Papa

    Il Centro Diocesano per la Pastorale dei Pellegrinaggi, del Turismo e del Tempo Li-bero organizza per mercole-dì 22 giugno un pellegrinag-gio per partecipare all’Udien-za Generale del Santo Padre Benedetto XVI che si terrà in piazza San Pietro a Roma, al-le ore 10,00.

    Per presentare la doman-da è necessario recarsi pres-so l’uffi cio sito nel Palazzo Vescovile, in via Oberdan 13. L’uffi cio è aperto al pubbli-co il lunedì dalle ore 9,00 al-le 11,30, e il giovedì dalle ore 16,00 alle ore 18,30. Per in-fo: Tel. 0881/723125 email: [email protected]; www.diocesifoggiabovi-no.it.

    Un’organizzazione impecca-bile quella dello spettacolo dei giorni scorsi al Teatro del Fuo-co, che dimostra come I Picco-li di Karol, attivi dal 2004, co-stituitisi in associazione onlus nella primavera del 2009, siano diventati grandi.

    Luca Zizzari, fondatore e pre-sidente dell’associazione, ci ha informato che addirittura nello statuto è stabilito che l’espres-sione artistica in tutte le sue forme faccia parte integrante del modus operandi degli as-sociati.

    Il titolo scelto per lo spetta-colo di benefi cenza è stato “Un

    sorriso su ogni viso”, e, in effet-ti, molti sorrisi hanno strappa-to gli sketch e gli interventi del gradito ospite Michele Norillo che invano cercava di declama-re una sua poesia intitolata “La Crisa”, visto che dal pubblico un disturbatore lo esortava a esi-birsi in qualcosa di comico.

    Ma ogni storiella apparente-mente ridicola serviva per ri-fl essioni un po’ amare sulla ma-leducazione, sui rapporti tra ge-nitori e fi gli, sulla crisi econo-mica…

    Anche gli sketch che sono stati scritti dagli stessi prota-gonisti hanno proposto rifl es-

    sioni sulle esagerazioni di cer-te formalità, come i festeggia-menti pacchiani e costosi per una prima comunione.

    Ma l’arte coinvolge e dà felici-tà anche per se stessa: e così al-tri attori hanno proposto pezzi comici di artisti come Ficarra e Picone, Aldo Giovanni e Gia-como; un bel gruppo si è esibito con gioia ed entusiasmo in bal-li di gruppo; molto simpatiche le uscite in forma di mimo dei due pinguini innamorati. Gran-de suggestione hanno creato le coreografi e di Spazio Danza di Lucia Fiore, sia quelle femmini-li “Sport in Danza” e “Deep Fo-

    rest”, sia l’assolo di un bravissi-mo Alessandro Longo in “Per-corsi”. Molti i ragazzi, soprat-tutto di San Giovanni Battista, ma non solo, che hanno realiz-zato quella “fantasia di carità” che Giovanni Paolo II esortava a mettere in pratica “andando incontro ai poveri, recando sol-lievo a malati e sofferenti”.

    I fondi raccolti sono stati de-stinati alle due realtà missiona-rie che l’associazione segue in Costa d’Avorio e a Betlemme. Tutto viene fatto per i piccoli che soffrono.

    Dal 2004 il gruppo, con la so-lidarietà di molti, ha edifi cato la Casa delle Giovani, inaugu-rata nell’agosto 2009, a Yakas-sé-Feyassé in Costa D’Avorio, dove a tutt’oggi sostiene anche 53 bambini.

    Il sostegno destinato a Bet-lemme va ai piccoli di una ca-sa di accoglienza di bambini di-sabili gestito da suore. Un ge-mellaggio all’insegna del servi-zio e del pellegrinaggio ai luo-ghi santi.

    Il legame con questi luoghi è tanto forte che Luca Zizzari torna da 6 anni in Costa d’Avo-rio per seguire l’opera e ricevere linfa di entusiasmo e amore dai sorrisi dei bambini. “In Africa – dice – non c’è solo povertà, ma anche tanta ricchezza”.

    I pensieri e le rifl essioni sui viaggi sono state raccolti in un libro i cui proventi avranno sem-pre la stessa destinazione. Mi-chela e Vittoria, le due vicepre-sidenti, si dividono il ruolo del-la formazione e dell’organizza-zione. Vittoria la scorsa estate è stata in Africa: “camminare per il villaggio e vedere i bambini che ci venivano incontro, le fa-miglie che ci accoglievano nel-la semplicità della loro casa, le donne che ci salutavano al no-stro passaggio, mi riempiva il cuore di gioia. Questa gente non ha nulla di materiale, ma una ricchezza interiore che fa paura a vederla, ero partita per aiutare ma alla fi ne sono stati loro ad aiutare me”.

    Per info I Piccoli di Karol, c/o Suore Domenicane del SS. Sacramento - Via San Laz-zaro, 63 - 71121 Foggia. Tel. 0881.723785; ref. Luca Zizzari; cell. 392.9377241; url http://ipic-colidikarolonlus.blogspot.com.

  • 3N. 21 del 3 giugno 2011 C h i e s a U n i v e r s a l e & E u r o p e a [ don Stefano Caprio ]

    Chiesa UniversaleLa gioia del Vangelo

    Chiesa EuropeaDialogo tra le religioni

    “Là dove arriva il Vangelo, fi o-risce la vita”: lo ha detto dome-nica 29 maggio Benedetto XVI, prima di guidare la recita del Re-gina Cæli in piazza San Pietro, gremita di fedeli. Il Papa ha riba-dito che anche oggi la vocazione della Chiesa è l’evangelizzazione e ha defi nito Giovanni Paolo II “un grande missionario”, con uno scroscio di applausi da parte dei fedeli. Nel libro degli Atti degli Apostoli si racconta che, dopo una prima violenta persecuzione, la comunità cristiana di Gerusa-lemme, eccettuati gli apostoli, si disperse nelle regioni circostanti e Filippo, uno dei diaconi, rag-giunse una città della Samaria, dove predicò Cristo risorto, e il suo annuncio fu accompagnato da numerose guarigioni. “La con-clusione dell’episodio – ha sotto-lineato il Santo Padre – è molto si-gnifi cativa: ‘E vi fu grande gioia in quella città’”. Leggendo questo brano, secondo il Ponte-fi ce, “viene spontaneo pensare alla forza risanatrice del Vangelo, che nel corso dei secoli ha ‘irri-g a t o ’ ,

    come fi ume benefi co, tante po-polazioni. Alcuni grandi Santi e Sante hanno portato speranza e pace ad intere città – pensiamo a san Carlo Borromeo a Milano, al tempo della peste; alla beata Madre Teresa a Calcutta; e a tanti missionari, il cui nome è noto a Dio, che hanno dato la vita per portare l’annuncio di Cristo e far fi orire tra gli uomini la gioia pro-fonda”. “Mentre i potenti di questo mondo cercavano di conquistare nuovi territori per interessi poli-tici ed economici – ha aggiunto il Santo Padre –, i messaggeri di Cristo andavano dappertutto con lo scopo di portare Cristo agli uomini e gli uomini a Cristo, sapendo che solo Lui può dare la vera libertà e la vita eterna”. Anche oggi “la vocazione della Chiesa è l’evangelizzazione: sia verso le popolazioni che non sono state ancora ‘irrigate’ dall’acqua viva del Vangelo; sia verso quelle

    che, pur avendo antiche radici cristiane, hanno bisogno di

    nuova linfa per portare nuovi frutti, e risco-

    prire la bellezza e la gioia della fe-

    de”. Un pensie-ro quindi al be-ato Giovanni Paolo II, che “è stato un g r a n d e missiona-rio, come documenta anche una mostra alle-stita in que-sto periodo a Roma. Egli ha rilanciato la missione ad gentes e, al tempo stes-

    so, ha promosso la nuova evan-gelizzazione”. “Affi diamo l’una e l’altra all’intercessione di Maria Santissima. La Madre di Cristo accompagni sempre e dovunque l’annuncio del Vangelo, affi nché si moltiplichino e si allarghino nel mondo gli spazi in cui gli uomini ritrovano la gioia di vivere come fi gli di Dio”, è stato l’auspicio. Dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto XVI ha ricor-dato che “ieri, a Cerreto Sannita, è stata proclamata beata Suor Ma-ria Serafi na del Sacro Cuore di Gesù, al secolo Clotilde Micheli. Originaria del Trentino, fondò in Campania l’Istituto delle Suore della Carità degli Angeli. Mentre ricordiamo il centenario della sua nascita al Cielo, ci rallegriamo con le sue fi glie spirituali e con tutti i suoi devoti”. Nei saluti in varie lingue, rivolgendosi ai pel-legrini polacchi, il Papa ha ricor-dato anche che ieri ricorreva “il 30° anniversario della morte del cardinale Stefan Wyszyński, il pri-mate del Millennio”. “Invocando il dono della sua beatifi cazione – ha sostenuto –, impariamo da lui il totale abbandono alla Madre di Dio. La sua fi ducia espressa con le parole: ‘Tutto ho posto su Maria’ sia per noi un particolare modello. Ricordiamo questo al termine del mese di maggio dedicato in modo particolare alla Madonna”. Ha poi salutato i docenti e gli studenti del Pontifi cio Istituto di musica sacra, di cui si celebra il centena-rio di fondazione, e, tra i pellegrini italiani, l’associazione “Apostoli della Divina Misericordia con Maria Regina della pace”, la Co-rale “S. Roberto Bellarmino” di Davoli, i bambini della Prima Co-munione della parrocchia di San Tommaso Apostolo in Roma, la scuola “Figlie di Gesù” di Carrara e la Federazione Italiana Hockey, che oggi ha organizzato una ma-nifestazione sportiva in Piazza

    S. Pietro. “Saluto con partico-lare affetto – ha concluso – i

    bambini colpiti da ernia diaframmatica e i loro

    genitori, e ricordo che oggi ricorre la Giornata nazionale

    del sollievo, dedi-cata alla solida-

    rietà con i malati”.

    È ormai diventato un appun-tamento tradizionale e atte-so quello fra le istituzioni Ue e i rappresentanti delle principa-li religioni presenti nel Vecchio continente.

    L’incontro annuale, fissato quest’anno per lunedì 30 mag-gio, è espressione dell’articolo 17 del Trattato di Lisbona, che regola un dialogo aperto, strut-turato e regolare tra sfera po-litica europea e “uomini di fe-de”. Ma, ben al di là del Tratta-to, esso costituisce un momen-to sempre apprezzato, libero, a tratti persino informale, in cui esponenti delle istituzioni e ve-scovi, rabbini e imam, si siedo-no allo stesso tavolo avendo co-me prima preoccupazione il be-ne degli europei. In tal senso, in passato (gli incontri “uffi ciali” si svolgono dal 2005, anche se altri appuntamenti erano stati promossi prima di allora) si è di-scusso di tematiche vicine agli interessi e ai sogni dei cittadini dell’Unione: la lotta alla povertà, la tutela dell’ambiente e la “dife-sa del creato”, i giovani e il loro futuro, la promozione della fa-miglia e della natalità, la conci-liazione tra vita professionale e domestica, il volontariato, il so-stegno al dialogo tra le culture e le religioni.

    Al meeting del 30 maggio a Bruxelles erano presenti una ventina di esponenti di religio-ne cristiana, ebraica, musulma-na e buddista, provenienti da 13 Stati membri più Russia e Bo-snia-Erzegovina e “si è discus-so – come spiega una nota della Commissione –dell’importanza di un’azione in favore dei diritti e delle libertà democratiche sia nell’Ue sia nell’ambito delle poli-tiche di vicinato”. Il riferimento va agli avvenimenti in corso in Nord Africa e in Medio Oriente

    e, più in generale, al bacino del Mediterraneo, culla delle gran-di religioni monoteiste. Per l’oc-casione, la delegazione cattolica sarà guidata dal cardinale Péter Erdö, presidente Ccee, e da mon-signor Adrianus van Luyn, pre-sidente Comece. Per l’Ue sa-ranno presenti il presidente del Consiglio, del Parlamento e del-la Commissione, ossia Herman Van Rompuy, José Manuel Bar-roso e Jerzy Buzek. Proprio in vista dell’appuntamento, sono risuonate interessanti le parole pronunciate dal cardinale An-gelo Bagnasco, presidente del-la Conferenza episcopale italia-na, che il 27 maggio, nel corso di una conferenza stampa a Ro-ma, ha parlato di “Europa co-me casa, come famiglia unica”, benché “rispettosa delle diver-se tradizioni e storie”. Il porpora-to, facendo riferimento ai recen-ti fenomeni migratori dal sud del Mediterraneo, ha auspicato che “il cammino dell’unità europea, nelle sue diverse storie naziona-li, trovi una sintesi superiore che sia da una parte rispettosa del-le singole popolazioni e delle lo-ro storie e dall’altra anche suf-fi cientemente unitaria per con-sentire loro di identifi carsi e ap-partenere alla realtà europea”. È esattamente questa “sintesi su-periore” che l’Ue come istituzio-ne politica dovrebbe costruire e rappresentare rispetto ai singoli Stati aderenti, ai popoli, alle cul-ture, alle fedi che “abitano” og-gi l’Europa stessa. E le relazioni tra i “volti” della politica e quel-li delle Chiese dovrebbero signi-fi care, su questa strada, stima e riconoscimento reciproci, auto-revolezza, vicinanza alla gente e un comune orizzonte – per il be-ne delle donne e degli uomini di oggi – tra la polis e il riferimen-to al trascendente.

  • Sabato 14 maggio, presso la parrocchia B.M.V. Madre della Chiesa, si è concluso, con la con-segna degli attestati di frequenza ai 56 partecipanti, il corso per ani-matori dei catechisti parrocchia-li organizzato dall’UCD della Arci-diocesi di Foggia- Bovino.

    A settembre dello scorso an-no, durante la prima riunione dei referenti parrocchiali, il Diretto-re dell’UCD, mons. Vincenzi Iden-ti, aveva illustrato l’importanza di avere in ogni parrocchia degli ele-menti qualifi cati per l’animazione e il coordimanento dei gruppi di catechisti. A questo fi ne ogni par-rocchia era stata invitata a pre-sentare i nomi di due o tre perso-ne, approvate dal parroco, che vo-

    lessero impegnarsi in questo ser-vizio. La risposta è stata positi-va. Sono stati iscritti 85 candida-ti, provenienti da molte delle par-rocchie della Diocesi.

    Il corso, con frequenza mensi-le, è iniziato nell’ottobre scorso e ha avuto come coordinatore-rela-tore don Giuseppe Morante, pro-fessore emerito di catechetica, che ha saputo coinvolgere con la sua competenza e pazienza tutti gli ascoltatori. Nel primo incontro programmatico, don Giuseppe ha illustrato le fi nalità, gli obiettivi e i contenuti del corso, seguendo il testo dell’Uffi cio Catechistico Nazionale: “Orientamenti e itine-rari di formazione dei catechisti”: “Un itinerario inteso a formare,

    all’interno della pluralità di fi gu-re di catechisti, persone capaci di accompagnare altri catechi-sti , singolarmente e in gruppo, nel loro servizio ecclesiale e a vi-vere con loro una esperienza di corresponsabilità , sostenendoli nel loro cammino di fede”.

    Per questo l’animatore deve im-parare a promuovere e coltivare nei catechisti una corretta menta-lità educativa, pastorale e catechi-stica; accompagnare i catechisti a leggere e valutare le diffi coltà in-contrate nel loro servizio di edu-cazione alla vita di fede; curare e sviluppare nei catechisti una soli-da spiritualità ecclesiale in termi-ni di apertura missionaria; fonde-re le competenze acquisite nell’at-to della comunicazione della fede; animare la vita del gruppo all’in-terno della pastorale unitaria del-la comunità; progettare, insieme al parroco, il cui ministero di co-munione resta insostituibile, dei momenti di formazione spiritua-le per la vita di fede dei catechi-sti della comunità parrocchiale. L’animatore deve essere forma-to ad alcuni atteggiamenti fonda-mentali che tengano presenti tut-ti gli elementi infl uenti sull’azione pastorale e, quindi, sull’animazi-ne catechistica:

    I Area antropologica: in ascolto dell’uomo

    (Conosciamo le esigenze del contesto socio-culturale in cui vi-viamo e in cui siamo chiamati con la nostra comunità parrocchiale ad annunciare il Vangelo?).

    II Area biblico-teologica: in ascolto della Parola

    (Conosciamo la Storia della Salvezza e sappiamo comunicar-la in modo vitale, affi nché ogni fe-dele riconosca che a questa sto-ria appartiene anche la propria vicenda personale?).

    III Area ecclesiale : per vivere e celebrare la fede nella comunità

    (Che cosa è il Regno di Dio e come lo possiamo rendere visi-bile nella “nostra” comunità par-rocchiale? “La diakonia - la koino-nia - il kerigma - la liturgia”. Quale ruolo ha o potrebbe avere la cate-chesi nel progetto pastorale par-rocchiale dell’annuncio del Re-gno di Dio? Quali cambiamenti adottare perché si possa passare da una “parrocchia sociologica” – tradizionale richiesta dei sacra-menti – ad una “parrocchia comu-nità” in cui il senso di appartenen-za derivi da una scelta libera e re-sponsabile?).

    IV Area della comunicazio-ne: per comunicare la fe-de nel Signore Risorto

    (Conosciamo i processi che regolano la comunicazione e, in particolare, la comunicazione della fede? Sappiamo comuni-care il messaggio della Salvezza attraverso un linguaggio com-prensibile all’uomo di oggi? )

    Per dare indicazioni concre-te sul come gestire la formazio-ne dei catechisti, ognuno di que-sti nuclei tematici è stato appro-

    fondito negli incontri successivi, avvalendosi di vari orientamen-ti metodologici, in modo partico-lare attraverso: il confronto con l’esperienza; l’attività di labora-torio; il contributo contenutisti-co; i momenti di ricerca persona-le e di gruppo; l’elaborazione del-le proposte operative; non trala-sciando il riferimento ai docu-menti uffi ciali della Chiesa.

    In conclusione, cosa deve sa-per fare il catechista animato-re? Qual è il suo compito nella comunità?

    Deve avere capacità di ascol-to, di dialogo, di mediazione, di progettualità, di comunicazio-ne, di testimonianza, di servizio e di presenza operativa nel so-ciale, di fi ducia e di speranza, di vivere e suscitare ministerialità e comunione, di essere sogget-ti di evangelizzazione e di azio-ne pastorale personalizzata e di-versifi cata.

    L’animatore non deve lasciar-si scoraggiare da un senso di impotenza e inadeguatezza, ri-conoscendo che solo il Signo-re è il vero “educatore”, che non lascia mai soli i suoi discepoli nell’opera educativa che ha lo-ro affi dato.

    Adesso il testimone passa al-le comunità parrocchiali perché sappiano mettere a frutto que-sto servizio catechistico per una nuova e sempre più qualifi cata attività evangelizzatrice.

    L’Uffi cio Catechistico Diocesano

    V i t a d i D i o c e s i

    Per una “parrocchia comunità”

    4 Voce di Popolo

    UCD, si è concluso il corso formativo per animatori dei catechisti

    MONS. IDENTI, IN OGNI PARROCCHIA ELEMENTI QUALIFICATI PER L’ANIMAZIONE E IL COORDINAMENTO

    05/06 Alle ore 11,00 presso la parrocchia del Sacro Cuore celebra le Cresime. Alle ore 20,30 presso la parroc-chia della B.M.V. Immacolata celebra la S. Messa e il Battesimo di 3 catecumeni.

    06/06 È a Turi (BA) per i lavori della Conferenza Episcopale Pugliese.

    07/06 Alle ore 20,30 presso la parrocchia della B.M.V. Im-macolata celebra le cresime.

    08/06 Alle 20,00 presso il Santuario dell’Incoronata celebra la S. Messa per l’inizio del mandato dei nuovi respon-sabili della Comunità Magnifi cat Dominus.

    09/06 In mattinata presiede il Consiglio Episcopale. Alle ore 19,00 presso la parrocchia di S. Pasquale Baylon celebra la S. Messa nella tredicina per la festa di S. Antonio di Padova.

    Agenda dell’Arcivescovo5 - 10 giugno 2011

  • 5N. 21 del 3 giugno 2011

    I GIOVANI, DAI 18 AI 28 ANNI, IMPEGNATI NELLE ATTIVITÀ DELLA FAVORE DEGLI ULTIMI

    V i t a d i D i o c e s i

    Cambiare, cambiandoci A settembre parte il progetto di “Volontariato sociale” della Caritas

    Azione Cattolica, l’Acqua un bene essenziale, un dono che serve

    Anche la Caritas Diocesana di Foggia-Bovino supporta e pro-muove il progetto di volontariato sociale, il programma voluto e so-stenuto da Caritas Italiana e fi na-lizzato alla promozione dell’impe-gno dei giovani a favore degli “ul-timi”. Un’esperienza questa che si traduce nel donare un anno di ser-vizio gratuito a tempo pieno per le persone più deboli ed emargina-te. Un “farsi prossimo” attuato in maniera radicale per educarsi alla responsabilità, dettata dalla pre-senza dell’altro accanto a noi.

    La Caritas Diocesana di Fog-gia—Bovino, in collaborazione con la Fondazione “Fasano-Po-tenza” Onlus, Pastorale Giovani-le e Azione Cattolica e le parroc-chie Sacro Cuore e San Pio X , aderisce a questa iniziativa con la volontà di proporre ai giovani dai 18 ai 28 anni (italiani, sogget-ti a pena, diversamente abili) un

    percorso di crescita e di cittadi-nanza attiva, nel quale accanto a momenti di formazione pastora-le, vi sia impegno e lavoro nelle opere segno della Caritas, ovvero i servizi di solidarietà e carità per le persone in disagio economico e sociale. Con il progetto, infat-ti, si vuole far riscoprire al giova-ne volontario il valore della soli-darietà, della pace, della non-vio-lenza e della comunione nella vi-ta di relazione.

    Il percorso di formazione ve-drà i volontari coinvolti in incon-tri con i soggetti formatori esper-ti aventi come oggetto le attività, il ruolo e le funzioni della Caritas sul territorio diocesano. Un modo per promuovere le attività di soli-darietà e per stimolare la parteci-pazione ad esse.

    Oltre a questo, vi è la parte del-le attività concrete a favore degli ultimi, attività che si svolgeran-

    no presso la “Casa Santa Maria del Conventino” e presso le par-rocchie aderenti al progetto “San Pio X” e “Sacro Cuore” . Il lavo-ro del volontario prevede 4 ore di servizio articolate su due giorni settimanali presso la “Casa santa Maria del Conventino” e due ore, sempre articolate su due giorni settimanali, presso le due parroc-chie, accanto agli “ultimi”: poveri, stranieri, anziani, ecc.

    La principali attività che i vo-lontari andranno a svolgere du-rante il percorso, saranno ineren-ti ai servizi, rivolti a persone in situazioni di disagio: Attività di ascolto; Mensa; Dormitorio; Am-bulatorio medico; Servizio doc-ce e Distribuzione indumenti; La-boratori di informatica e di lin-gua italiana.

    Il progetto, che partirà il pros-simo settembre, ha durata di un anno e l’orario di servizio non

    potrà essere inferiore alle 24 ore mensili.

    Il progetto non prevede un compenso economico ma, se be-ne condotto a termine, sarà valu-tato come servizio di volontaria-to pregresso, qualora si parteci-passe ad un bando di servizio ci-vile nazionale della Caritas dioce-sana di Foggia-Bovino.

    Infi ne, l’esperienza di volonta-riato sociale offre crediti formati-vi e/o tirocini universitari, previsti per convenzione stipulata presso la Facoltà di Lettere e Filosofi a dell’Università degli Studi di Fog-gia, laurea in Scienze della For-

    mazione continua*, e prevede il rilascio di un attestato dalla Fon-dazione Fasano-Potenza Onlus in cui vengono riconosciute le com-petenze acquisite durante il servi-zio svolto.(*) nei limiti dei posti disponibili.

    Per maggiori informazioni e per partecipare al proget-to, è possibile rivolgersi alla Caritas Diocesana di Foggia-Bovino, tel. 0881.776835 o ai parroci della Diocesi, già in-formati sul progetto.

    Referendum Acqua. La Presi-denza diocesana dell’Azione Cat-tolica di Foggia-Bovino invita ad andare a votare il prossimo 12 e 13 giugno. L’acqua è un bene es-senziale, ma per il credente è un dono che serve. Per questo moti-vo, la Presidenza diocesana Ac ri-tiene che:- sia doveroso partecipare al re-

    ferendum abrogativo del 12 giugno prossimo ed esprimere il proprio voto in libertà di co-scienza;

    - sia necessario informarsi in modo completo e senza la-sciarsi irretire dalle diverse strumentalizzazioni politiche.La Presidenza diocesana AC

    aggiunge inoltre un proprio pa-rere, auspicando possa essere un

    utile contributo per un dibatti-to serio e sereno. La Pre-

    sidenza è nel complesso scetti-ca verso misure legislative che mirino a introdurre la logica del profi tto nella gestione di un dono che ha a che fare con l’esistenza delle persone. Appare necessa-rio che i legislatori trovino forme più equilibrate della legge Ronchi per tutelare l’assoluta fruibilità dell’acqua per ogni persona, spe-cialmente le più bisognose. È al-tresì importante che il ruolo degli enti locali, quali garanti della giu-sta ed equa distribuzione dei beni, non venga sacrifi cato in nome di un’iniziativa privata della quale non si riesco-no a prevedere con certez-za i limiti, i

    contorni e i risultati. La Presiden-za riconosce l’essenziale contri-buto dell’iniziativa privata per la crescita del Paese, ma ritiene che quando si parla di acqua non so-no ammesse – nell’interesse di tutti, ma soprattutto dei cittadini – fughe in avanti, né tanto meno scelte legislative assunte senza il dovuto e approfondito confronto con i soggetti della società civile più attenti ai bisogni degli ultimi. Il referendum-day propone altri

    due quesiti di estrema delicatezza e complessità. In breve e semplifi -cando: un pronunciamento sul ri-torno di centrali nucleari sul terri-torio italiano; un pronunciamen-to sul cosiddetto “legittimo impe-dimento”, legge che permette al-le principali cariche pubbliche di non presenziare ad udienze giudi-ziarie se coincidenti con impegni politici. Anche per questi due que-siti la Presidenza diocesana AC auspica un’ampia, consapevole e libera partecipazione al voto.

    Nel merito, la Presidenza dio-cesana, come contributo al dibat-tito, ritiene di poter condivide-

    re con l’opinione pubblica due principi:- per quanto riguarda il nucle-are, la necessità di sondare ogni parere, incentivare la ricerca e mettere in campo qualsiasi approfondimen-to prima di assumere scelte

    che potrebbero arre-care rischi alla salu-te dei cittadini. La sa-

    lute della persona, come l’in-dispensabilità dell’acqua, sono temi per i quali è richiesto sem-pre e in ogni caso il massimo del confronto, evitando derive ideologiche;

    - per quanto riguarda il “legit-timo impedimento”, la Presi-denza diocesana ritiene che sia da salvaguardare, in un perio-do così complesso dal punto di vista sociale, etico e morale, l’uguaglianza dei cittadini di-nanzi alla legge.Si ribadisce che lo sforzo

    dell’associazione, su tutti i quesi-ti referendari, sarà quello di mo-tivare la partecipazione al voto e informare/formare con la massi-ma obiettività. Ai soci dell’asso-ciazione, e a tutti i cittadini, chie-diamo di presentarsi al voto con senso di responsabilità, concre-ti strumenti di valutazione e, so-prattutto, libertà di coscienza.

  • 6 Voce di PopoloV i t a d i D i o c e s i[ Nicola Saracino ]

    Stili di vitaBISOGNA PROMUOVERE AZIONI DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE PER IL BENESSERE DEL CUORE

    L’Istituto “Suore Pie Operaie di San Giuseppe” per una scuola di cuore

    Ricordo della nostra amica, Maria VaccaroAvevo 18 anni e mi ero appe-

    na iscritta all’Università, quan-do un’amica di vecchia data mi invitò a frequentare la F.U.C.I.. Era la Federazione Universita-ria Cattolica Italiana, quell’As-sociazione che ha segnato la giovinezza di molti ed anche la mia.

    Ebbi allora la fortuna di co-noscere l’assistente spirituale del gruppo di Foggia mons. Renato Luisi, quell’ecceziona-le sacerdote e maestro che si prendeva cura paterna delle nostre anime.

    Alla Fede, già presente in ciascuno di noi, egli aggiunge-va e ci comunicava il desiderio grande di conoscere e di amare sempre più il Signore, di appro-fondire il Vangelo e soprattutto di viverlo.

    La sua parola lucida, profon-da, incisiva è stata per lunghi anni nutrimento per noi. I suoi

    pensieri e le sue meditazioni erano destinati a rimanere den-tro di noi per sempre.

    In quel periodo e in quel con-testo, noi giovani siamo stati fortunati: sentivamo di ricevere quotidianamente una ricchez-za che non ci poteva venire da nessuna altra parte. Perché la F.U.C.I. è stata per noi impegno spirituale, culturale, caritativo, sociale ma è stata anche stile di vita, freschezza, gioia. Essa rispondeva a tutti i bisogni del-la nostra vita, anche a quello dell’amicizia. E, a proposito dell’amicizia, è stato allora che ho conosciuto amiche vere, quelle che sono rimaste tali nel tempo. Ce n’è stata una, tra le altre, che mi colpì fin dal primo incontro: Maria Vaccaro.

    Alta, bella, con una massa di capelli scuri e ricci – in con-trasto con i suoi occhi chiari – che si faceva notare per la sua

    vivacità, per il suo sorriso. Io pensavo a lei come all’imma-gine stessa della giovinezza e della gioia di vivere. Scoprii che questo derivava dalla sua natu-ra ricca, dalla sua intelligenza, ma soprattutto dalla sua gran-de Fede. Tutto nei suoi discorsi ella riferiva al Signore. In tutte le sue azioni si domandava se fosse nella Volontà di Dio. Era per me un grande esempio. Ma-ria, come tanti di noi, ha vissuto veramente bene gli anni della giovinezza e della F.U.C.I. fa-cendo tesoro dei molti stimoli umani e spirituali ricevuti e che le hanno permesso di costruire qualche cosa di grande che è rimasto per sempre.

    Dopo la laurea – conseguita col massimo dei voti - Maria ha insegnato filosofia nei licei e poi ha sposato Carmelo Torrente, preside in varie scuole superio-ri, e simile a lei per sensibilità e

    “Una scuola di cuore” per promuovere stili di vita per il benessere del cuore. Si è svol-to mercoledì 25 maggio nella Sala Rosa dell’Istituto “Suore Pie Operaie di San Giuseppe”, il convegno dal titolo “Una scuola di cuore. Prevenzione e stili di vita”, organizzato dall’Asses-sorato alle Politiche Sociali del Comune di Foggia con il patro-cinio della Provincia di Foggia, dell’Associazione Nazionale

    Famiglie Numerose, dell’Uffi-cio Scolastico Provinciale di Foggia e dell’Ordine del Medici e degli Odontoiatri di Foggia. All’iniziativa hanno partecipato il Presidente dell’Ordine del Me-dici della provincia di Foggia, Salvatore Onorati; l’Assessore provinciale alla Salute, Matteo Cannarozzi de Grazia; l’Asses-sore alle Politiche Sociali del Comune di Foggia, Pasquale Pellegrino; la poetessa e inse-

    gnante Maria Antonietta Paglia-ra che ha recitato due poesie, la prima in dialetto foggiano, la seconda in salernitano, romano e in italiano. A moderare l’in-contro il professor Domenico Di Molfetta, componente dell’Uffi-cio Educazione Fisica dell’Uf-ficio Scolastico Provinciale di Foggia. Genitori ed alunni hanno allietato la giornata con esibizioni teatrali e recite di fine anno aventi come protagonista sempre lui, il cuore.

    Ringraziamenti per l’operato dell’Istituto San Giuseppe, che agisce ormai da 30 anni sul ter-ritorio di Capitanata, e per suor Emanuela, sono stati espressi da Pasquale Pellegrino, che ha sottolineato l’impegno dell’Am-ministrazione Comunale per le tematiche relative alla salute: “A causa della crisi siamo stati costretti a tagliare del 30% la spesa corrente ma il sociale non è stato mai toccato”, afferma. L’Assessore alle Politiche So-ciali ha, poi, ricordato che Fog-gia fa parte ormai stabilmente della rete delle “Città Sane”, di cui detiene la vice-presidenza,

    promuovendo progetti capaci di migliorare lo stato di salute della comunità. “Per migliorare è tuttavia necessaria una siner-gia tra le politiche della salute e quelle che operano sul territorio – ha aggiunto Pellegrino – cer-cheremo di continuare nell’ope-ra di assistenza dei cittadini sin dalla piccola età”.

    Per Mimmo Di Molfetta “si tratta sicuramente di un mo-mento non facile per Foggia ma stiamo portando avanti progetti importanti come l’alfabetizza-zione motoria che con l’aiuto di esperti di educazione fisica potrà dare una mano significa-tiva al corretto stile di vita dei bambini”. Un impegno che coin-volge tutte le istituzioni, anche la Provincia di Foggia, come so-stiene l’Assessore Cannerozzi: “L’impegno della Provincia ad avere strutture del genere sul territorio continua – afferma – è vero che ci sono tante difficoltà però dobbiamo anche comincia-re a valorizzare le tante risorse ambientali che ci sono su Fog-gia”. L’Assessore ha posto sul ta-volo un importante traguardo:

    la realizzazione di un’“Agenzia degli Stili di Vita”, che coinvol-ga Coni, Provincia di Foggia e Ordine dei Medici nella “consa-pevolezza di favorire iniziative che guardano al benessere della comunità”. Proprio l’Ordine dei Medici gioca un ruolo importan-te nella partita della salute del territorio. Ne è convinto anche Salvatore Onorati, che sottoli-nea come Foggia sia piena di “piccole isole, come l’Istituto San Giuseppe. Lo stile di vita è un comportamento dettato dalle abitudini, dall’esperienza e, quindi, a volte difficilmente modificabile. Prendiamo, ad esempio, il concetto di obesità: a volte, si tende a considerare questa patologia in maniera leggera, ciò accade perché ab-biamo dei modelli culturali in-culcati che ci impediscono di mutare i nostri comportamenti. Si deve, invece, cooperare tutti assieme affinché si promuova una formazione e una informa-zione diverse, consapevoli che col tempo anche i comporta-menti inadeguati possono es-sere modificati in positivo”.

    correttezza morale. Ha avuto la gioia di quattro figli che a Genova, dove si erano trasferi-ti, si sono bene affermati nelle rispettive professioni.

    Non sono certo mancate a Maria le prove della vita, ma noi siamo portati a pensare – e ce ne hanno dato conferma i fi-gli – che tutte le abbia superate col conforto della preghiera e dei Sacramenti, sostenuta da

    quella Fede così grande man-tenuta viva fino alla fine.

    Il ricordo di Maria Vaccaro, per noi che l’abbiamo cono-sciuta e tanto amata, sarà sem-pre vivo, dolce, incancellabile.

    Bianca Mastelloni Cela

    Nella foto:Convegno di Salerno 1948

  • 7N. 21 del 3 giugno 2011 V i t a d i D i o c e s i[ Monica Gigante ]

    Il Teatro del Fuoco di Foggia, sabato scorso, ha aperto il sipa-rio ad un moltitudine di colori e di giovani che hanno dedica-to il proprio tempo e le proprie energie per realizzare un musi-cal davvero spettacolare: “Ala-din”. L’iniziativa è stata organiz-zata dall’Oratorio Sacro Cuore ed ha coinvolto oltre 30 ragaz-zi, che, con ruoli diversi, han-no collaborato alla realizzazio-ne dell’iniziativa. Nonostante il cast artistico avesse carattere amatoriale, i giovani hanno di-mostrato serietà, professionali-tà e dedizione al lavoro. La sce-neggiatura è stata, opportuna-mente, rideclinata al presente, con un linguaggio che bene si adattava alle nuove generazio-ni. La scenografia è stata costru-ita con dovizia di particolari e i costumi sono stati confezionati con una particolare cura. I canti sono stati eseguiti con passione e consapevolezza, la recitazione non ha avuto incertezze. Infine, la presenza scenica del gruppo, nel suo complesso, è sicuramen-te degna di nota. Dalla folta pla-tea era possibile percepire l’en-

    tusiasmo e lo stile collaborativo dei giovani “professionisti”, lì ri-uniti per raggiungere un mede-simo obiettivo: poter contribu-ire, con il ricavato del musical, alla raccolta di fondi pro-ora-torio, finalizzata a coprire la ra-ta mensile del mutuo decennale di trecentomila euro riguardan-te l’opera. Lo spettacolo, quindi, ha rappresentato una nuova ini-ziativa per continuare ad inve-stire nell’oratorio del Sacro Cuo-re di Foggia, un importante luo-go aggregativo ed educativo, che ha portato lo stile pedagogico di don Bosco anche nelle periferie del capoluogo dauno.

    La storia messa in scena, ispi-rata ad una famosa fiaba, ha ac-compagnato lo spettatore tra le affascinanti atmosfere d’orien-te in compagnia di Aladin, un giovane ladruncolo non per vo-cazione, ma per necessità. Lo sventurato, però, ha un sogno: un mondo e una vita migliore. Questo sogno, che è anche una speranza, tra mille peripezie e mirabolanti avventure, si realiz-zerà, portando Aladin a non de-linquere più e a riscoprire i valo-

    ri della vita: l’amore, l’amicizia, il rispetto dell’altro, la solidarie-tà e la carità.

    Il musical ha avuto un’evi-dente finalità educativa, come ha giustamente sottolineato lo stesso don Pino Ruppi, parroco della parrocchia di Sacro Cuo-re, che, durante la presentazio-ne, ha ricordato l’importanza e l’urgenza di un risveglio cultura-

    le per costruire una città più giu-sta, più sicura, più solidale.

    Inoltre, la fantastica storia, ha cercato di diffondere un mes-saggio di incoraggiamento ver-so tutti i ragazzi, un invito a spe-rare e a impegnarsi per cambia-re in positivo il proprio futuro, ma anche quello della propria comunità. Lo spettacolo musi-cale ha dimostrato, ancora una

    volta, il grande contributo che i salesiani danno all’educazione giovanile degli italiani.

    Durante lo spettacolo, gli or-ganizzatori hanno presentato la campagna in favore del 5x1000 alla federazione scs/cnos - sale-siani per il sociale e hanno pro-mosso il tesseramento all’asso-ciazione di promozione sociale Sacro Cuore.

    AladinL’IMPORTANZA E L’URGENZA DI UN CONCRETO RISVEGLIO CULTURALE

    I giovani del “Sacro Cuore” al Teatro del Fuoco di Foggia

    Balli, canti, tanta allegria e voglia di stare insieme. Le ban-diere di diversi Paesi del mon-do a ricordarci la dimensione

    universale dell’essere “Chiesa” e “Comunità”.

    Questi sono stati i tratti ca-ratteristici della Festa del-

    la Gioia che dopo diversi an-ni è tornata ad animare la vi-ta parrocchiale nella popolo-sa comunità dell’Immacolata,

    Parrocchia Immacolata, tutti alla Festa della Gioia!nel cuore di Foggia, per volon-tà del giovane parroco fr. Pa-squale Cianci che ha inteso ripristinare questa significa-tiva attività.

    Sin dalle prime ore del mat-tino i parrocchiani, insieme a numerosi volontari, hanno al-lestito un gazebo nel piazzale antistante la chiesa, addob-bato la scalinata, preparato festoni e palloncini. Nutrita è stata la partecipazione per questo evento perfettamen-te riuscito, complici anche le favorevoli condizioni mete-reologiche che hanno regala-to a tutti un assaggio di esta-te. Tra i momenti clou biso-gna segnalare il festoso cor-teo dei più piccoli, che ha sfi-lato per le strade del quartie-re, e la festa danzante grazie all’associazione culturale fog-giana “Musica è” che propo-ne danze e balli folkloristici

    appartenenti a diverse cultu-re e popolazioni, con l’obietti-vo di favorire la conoscenza e l’intercultura. Un’occasione, dunque, per rinsaldare amici-zie e per sentirsi davvero co-munità in grado di sostener-si e di lavorare fianco a fian-co, in un’atmosfera autentica-mente gioiosa. Non sono man-cate iniziative a sostegno del-le associazioni di volontariato per ricordare sempre chi sof-fre e chi ha bisogno di aiuto e sostegno, tra cui l’Operazione Mato Grosso di Foggia che ha esposto i suoi prodotti artigia-nali realizzati dai ragazzi del-le missioni in America Latina: anche l’artigianato e l’appren-dimento della manualità può essere un modo per emanci-parsi dalla povertà che afflig-ge quelle zone del mondo.

    Enza Moscaritolo

  • 8 Voce di PopoloR u b r i c h e[ Monica Gigante ]

    L’appuntamento è sul mon-te della Galilea, da dove tutto aveva preso inizio, predicazione e opere del Signore tra noi, e da dove tutto riparte fi no agli estre-mi confi ni della terra, ma sem-pre con la presenza del risor-to, tutti i giorni, fi no alla fi ne.Dopo le donne, Gesù si fa incon-tro agli undici che, essendosi fi da-ti dell’annuncio di quelle prime te-stimoni, ora lo vedono e lo adora-no. Il persistere nel dubbio – “Es-si però dubitarono” – dice la lo-ro fragilità a confronto con la pie-nezza del potere dato a Gesù dal Padre, come frutto del sacrifi cio di Pasqua.

    Il comando – “Andate, dun-que!” – dice che ora il Signore af-fi da tale potenza ai suoi in vista della missione universale di am-maestrare, battezzare, insegnare a osservare. Una successione che mostra quanto sia vasto e miste-rioso il procedere di Dio nei cuo-ri e nella storia. Su tutto sta la sua promessa di restare con noi tutti i giorni fi no alla fi ne del mondo. Un impegno mantenuto; senza la sua presenza nessun cristiano, nessun missionario, nessun san-to, per quanto ognuno si sia rico-nosciuto ferito, peccatore, mala-to. Ancor più splendente è il se-gno della misericordia.

    È la fi ne del Vangelo di Mat-teo. Ed è un grande inizio! I di-scepoli vedono Gesù come Egli è, come nella trasfi gurazione. E lo adorano, prostrandosi in se-gno di consegna e di abbandono totale. Su questo rapporto d’amo-re poggiano le prospettive uni-versali di una esistenza nuova, il cammino storico della comuni-tà credente.“E disse: Pace a voi tutti anda-te! / Sopra di loro lo vela una nu-be / così dispare in un nembo di sole. / Come faremo Signore, ad andare? / Agnelli in mezzo ai lu-pi saremo: / a due a due di por-ta in porta / e neppur certi di es-sere creduti! / Cristo che sali al trono di Dio, / il nostro cuore in-nalza e conforta: / il fuoco man-da del santo tuo Spirito / che tra-sfìguri la polvere in gloria ... Tu sei disceso nel buio degli inferi / e dell’abisso hai violato i confi ni: / ora nell’alto ascendi portando / come trofeo le nostre catene. / Del Padre a destra sedendo beato / ti muova sempre la stessa pietà ... / Sii tu, o Cristo, la nostra certez-za / la nostra fi ne futura di giu-sti: / tu gioia e premio dei tuoi fedeli / che qui ti seguono ora e per sempre”. (Turoldo)

    Angelo Sceppacerca

    Dott. Cela lei è il Direttore Amministrativo dell’Associa-zione “Giovanni Paolo II On-lus”, che si caratterizza per la sua attenzione alle emer-genze sociali del nostro ter-ritorio e per il suo impegno in attività di sostegno alle fasce svantaggiate della po-polazione…

    “Da Statuto ed Atto Costituti-vo, l’Associazione ‘Giovanni Pa-olo II – Onlus’ si impegna in at-tività di natura sociale e socio-sanitaria. Il ‘sociale’ è inteso sia come aiuto a persone in stato di disagio fi sico e psichico, sia co-me sostegno alle famiglie che vi-vono una situazione di disabili-tà o che hanno anziani incapaci

    Un impegno per il socialeINTERVISTA AL DOTT. ROBERTO CELA, DIRETTORE AMMINISTRATIVO DELL’ASSOCIAZIONE

    Associazione “Giovanni Paolo II Onlus” di Foggia

    Ascensione del Signore - Anno A. 05.06.2011

    La parola della domenica

    AssociazioneGiovanni Paolo II

    Onlus

    di provvedere a se stessi al pro-prio interno. Questa ultima at-tività di ‘sostegno’, che va oltre la dimensione sociale, si confi -gura anche come attività ‘socio-sanitaria’. In ogni caso, sia che si tratti di attività ‘sociale’, in sen-so stretto, sia che si tratti di atti-vità ‘socio- sanitaria’, l’Associa-zione ‘Giovanni Paolo II – On-lus’ si propone di essere un aiu-to concreto e di rappresentare una fonte di ispirazione cristia-no-cattolica per tutte le famiglie del nostro territorio con gravi problemi sociali”.

    Quali sono i vostri servi-zi per fornire una risposta concreta ed immediata alle situazioni di disagio profes-sionale e/o economico?

    “Premetto che l’Associazione ‘Giovanni Paolo II - Onlus’ ha due ‘indirizzi’ di attività: sociale e socio-sanitario. (A queste atti-vità si aggiungano anche quel-le legate alla formazione n.d.r.). Quindi, i nostri servizi si rivol-gono alle famiglie del territorio allo scopo di facilitare la ricer-ca del lavoro, di fornire un so-stegno ed una formazione spe-cifi ca alle fasce della popolazio-ne strutturalmente deboli: i di-soccupati di lunga durata, gli im-migrati e i disabili (attività so-

    ciale). Inoltre, forniamo un’as-sistenza mirata alle famiglie con anziani non autosuffi cien-ti o con disabili (attività socio-sanitaria)”.

    A quali tipologie di doman-de cercate di dare una rispo-sta con i vostri servizi?

    “La nostra attività sicura-mente favorisce l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, anche in considerazione degli alti tassi di disoccupazione del nostro territorio. Inoltre, con il nostro lavoro intendiamo offri-re una risposta adeguata alla do-manda delle famiglie con situa-zioni di disabilità, che cercano servizi socio-sanitari, che i pub-blici servizi non sempre posso-no garantire adeguatamente”.

    Come è possibile contat-tarvi per ricevere informa-zioni?

    “Siamo aperti, alcune ore, sia la mattina e sia il pomeriggio dal lunedì al venerdì. Qualche volta siamo aperti al pubblico anche il sabato mattina. La nostra sede è presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Foggia, si-to in via Oberdan, 23. Gli interes-sati possono rivolgersi alla sig.ra Liana Tamma. Tel. 0881-753444; Fax 0881-727469; Cell. 339-4531652”.

  • 9N. 21 del 3 giugno 2011

    Si dice di NOI…

    [ Marcello Marino ]

    M u s i c a

    Commento ad un brano dell’ultimo lavoro di Tom Russell

    Propongo, per questa setti-mana, ai lettori di Voce di Po-polo un brano che è una storia, il racconto del ritorno a Casa dell’autore, il californiano Tom Russel.

    La canzone è Guadalupe ed è tratta dal suo ultimo disco “Blood and candle smoke”, tito-lo suggestivo di quel mondo che abbiamo ritrovato, per esem-pio, in scrittori come Flannery O’Connor.

    Russell abita a El Paso, non lontano dalla frontiera messi-cana, circondato dal paesaggio ruvido e assolato caro a Cormac McCarthy. Ha avuto, sin qui, una vita per nulla tranquilla e non sempre si è ben accompagnato (tra i suoi più affezionati sodali annovera Charles Bukovsky). Come quasi tutti, del resto. La notte di Natale di qualche anno fa si è recato in pellegrinaggio al santuario della Virgen de Gua-

    dalupe e in questa ballata narra di come, in modo del tutto inat-teso, “questo vecchio, dubbioso Tommaso che affoga nelle lagri-me” si sia sentito investito dallo sguardo tenero di una Madre e avvolto dall’abbraccio di quel Padre “commosso per il nostro niente… per la nostra povertà rozza, dimentica e traditrice”. E si è ritrovato felicemente men-dicante al cospetto di quella Presenza dimenticata e tradita

    (“sono l’ultimo dei tuoi pellegri-ni qui/sono quello che ha più bi-sogno di speranza” – scrive nel testo), ma finalmente a Casa. Non so se Tom Russell abbia mai ascoltato la popolare canzo-ne brasiliana Romaria, giacché è commovente cogliere nel suo resoconto le stesse espressioni del povero contadino paulista. A pensarci bene, però, in fondo non ha importanza in quanto egli racconta un’esperienza

    fortemente umana, comune a chi si abbandoni in tutta one-stà ai moti del proprio cuore. E, conseguentemente, non può far altro che sussurrare un grazie commosso, allo stesso modo del cantautore alla “Virgen Moreni-ta”: “A Lei la chitarra semplice di Russell rivolge la sua armonia texana in cerca di compassio-ne”, suggerisce a commento un nostro amico. E questa armonia culla le struggenti parole del-la ballata: “La mia preghiera è che piovano rose su di me/da Guadalupe sulla sua collina/ma chi sono io per dubitare di que-sti misteri/tirati su in secoli di sangue e fumo di candele/… ma eccomi qua, il tuo miscredente straccione”.

    Davvero è una bella storia perché racconta della vita di ognuno di noi, del cammino ver-so la dimora del bello, del vero e della felicità.

    Cammino costellato da rovi-nose cadute, certo, ma anche da altrettante riprese, sostenu-te da una Compagnia fedele e caritatevole, affonda le radici in quei misteri “tirati su in secoli di sangue e fumo di candele”.

    Secoli di sangue e fumo di candeleGUADALUPE: UN INNO DI AMORE INASPETTATO ALLA “VIRGEN MORENITA”

    La scuola media “U. Fosco-lo” ha partecipato alla 3ª edi-zione del Concorso Nazionale Musicale “U. Giordano”. L’ap-puntamento si è svolto pres-so l’Aula Magna della Facol-tà di Economia e Commer-cio dell’Università degli Studi di Foggia dal 18 al 20 maggio 2011. Vi hanno partecipato più di novecento studenti prove-nienti da molte scuole secon-darie di 1° e 2° grado del Cen-tro-Sud e Nord Italia diven-tando occasione di confron-to tra alunni di diverse regio-ni, scuole e realtà. Il concor-so, articolato in diverse sezio-ni e categorie ha visto una lu-singhiera affermazione della scuola “U. Foscolo” in quan-to molti sono stati gli alunni e le formazioni premiate. Per la sezione “solisti” di pianoforte

    si è classificata nella categoria B (2ª media) Amelia Merlino (2ª G) con lo “studio nn 2” di Kachaturian; al 2° posto Da-vide Castrucci (2ª B) con le va-riazioni di Mozart “Ah! Vous, dirai - Je Maman”, e il presti-gioso 1° posto guadagnato da Giovanni Lauda (2ª B) con il brano “Pulcinella” di Villa Lo-bos. Nella categoria C sono state premiate al 2° posto Vir-ginia Tiso ed Alice Amatore (3ª B) rispettivamente con la “Sonata in Fa minore” di Bee-thoven e “La Caccia” di Men-delssohn dalle “Romanze sen-za parole”. Tutti i pianisti pre-miati sono alunni della prof. Lorenza Bellino. Nella sezio-ne 2 ª musica d’insieme si sono classificati al 1° posto gli alun-ni della classe di percussione del prof. Leonardo Marcanto-

    nio: Matteo Daniele, Giusep-pe Padalino, Mirko Patella, Francesca Angelone, France-sco Daniele, Davide Carretta, Daniele Tancredi con i brani More Than Four e Rag gedy Ragtime Rags. La sezione più prestigiosa è quella riguardan-te l’Orchestra. Nell’immensa sala della Facoltà l’attesa e la tensione di venerdì 20 maggio

    erano palpabili. Tante le or-chestre ad attendere gli esiti della propria esibizione. Tut-te di ottimo livello e tra que-ste si è distinta la formazio-ne orchestrale/corale di “No-ta in Nota” della scuola “Fo-scolo”, classificatasi al 3° po-sto. Il programma presentato ha come tema il 150° dell’Unità d’Italia, dall’Inno dei Carbona-

    ri al brano di Mercadante “Chi per la Patria muor”, dal cele-berrimo “Nabucco” per con-cludere con l’Inno di Mameli e il noto “…S’è desta…” a testi-moniare che la scuola è agen-zia educativa e culturale e che rappresenta nei suoi ragazzi la risorsa futura del nostro ter-ritorio.

    Sarah Salvatore

  • 10 Voce di PopoloI n t e r v i s t e[ Monica Gigante ]

    [ Giuseppe Marrone ]

    Le voci del Consiglio degli Studenti

    La Consulta Provinciale degli Studenti

    In occasione della nomina del nuovo Presidente del Consiglio degli Studenti dell’Università de-gli Studi di Foggia, Voce di Popo-lo ha intervistato il presidente entrante e quello uscente.

    Intervista a Vincenzo Padalino, neo-Presidente Consiglio degli Studenti

    Cosa prevede il suo pro-gramma operativo per il pros-simo triennio 2010 -2013?

    “Sostanzialmente intendo operare in continuità con ciò che è stato fatto dalla presiden-za uscente. Infatti, mi considero ‘discepolo’ del dott. Amorese. In-tendiamo, quindi, creare ulterio-ri e sempre nuovi servizi per gli studenti, cercando di interveni-re laddove l’Università non rie-sce ad arrivare, anche in conside-razione dell’attuale momento di crisi. Tra le proposte: intensifica-re i servizi di segreteria e svilup-pare azioni di fund raising, attra-verso la partecipazione a specifi-

    ci bandi, che possano far cresce-re e migliorare l’università”.

    Perché si è candidato?“Mi è sembrato naturale can-

    didarmi, dopo tanti anni di impe-gno e presenza nell’associazione (n.d.r. Area Nuova). Inoltre, mi è sembrato doveroso nei confronti dei miei sostenitori”.

    Qual è il suo ideale di uni-versità?

    “Un’università aperta a tutti e che tuteli sempre i diritti”.

    Intervista a Claudio Amorese, Presidente uscente del Consiglio degli Studenti

    Qual è il bilancio delle atti-vità realizzate durante la sua presidenza?

    “Tra le cose più importanti portate a termine, mi preme ri-cordare la lotta contro l’aumen-to delle tasse universitarie. In quest’occasione, infatti, siamo riusciti a creare un forte coinvol-gimento di associazioni studen-tesche. Poi, abbiamo intensifica-to i servizi agli studenti, siamo intervenuti sulle borse di studio e abbiamo realizzato una rete WI-FI. Quindi, abbiamo cercato

    Alla baldanza giovanile dell’in-tervento, ovvero, del fare vita pubblica attiva, si sostituisce il demone dell’incuranza, dell’in-differenza, insomma, della po-chezza di argomenti frustrati sul nascere dalla mancanza di inter-locuzione. Fortunatamente, si verifica ciò che smentisce quan-to detto e forme di partecipazio-ne convincente alla vita pubbli-ca emergono prepotentemente. Per Voce di Popolo abbiamo in-contrato Felice Piemontese, Pre-sidente della Consulta Provin-ciale degli Studenti, espressio-ne della volontà dei ragazzi del-la provincia.

    Mi parli della Consulta e delle sue iniziative…

    “La Consulta è un’istituzio-ne che dipende dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed è dislocato in tutte le province italiane pres-so gli uffici scolastici regionali e quelli degli ambiti territoriali. Si compone di due rappresentanti eletti per scuola secondaria di se-condo grado che costituiscono, in assemblea plenaria, lo stru-

    mento di elezione del presiden-te, vicepresidente, del segreta-rio, degli assessori e di tutti i de-legati alle varie attività (istruzio-ne, università, politiche giovani-li, pari opportunità, partecipazio-ne attiva, legalità e politiche am-bientali). Le attività investite dal-la Consulta sono state molte e, si-curamente, usciamo da una che ha fatto il “botto” e, cioè, la gior-nata provinciale dell’arte e del-la creatività studentesca ricono-sciuta dal Ministero come attivi-tà scolastica a tutti gli effetti. Ab-biamo interessato un’area corri-spondente al centro di Foggia, il suo cuore, con spettacoli in cui i ragazzi sono stati protagonisti con bande musicali in concerto e sport come tornei di calcio, ba-sket e pallavolo, mentre, alla fi-ne c’è stato un evento cui hanno partecipato i comici di Zelig e Co-lorado Cafè.

    Questo mandato ha avuto im-portanti riconoscimenti come quello conferito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napo-litano, nella forma di una meda-glia e del tricolore per i 150 an-

    ni dell’Unità d’Italia e quello del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni”.

    Le prossime iniziative?“Per l’estate, contiamo di orga-

    nizzare un campo estivo assieme al Parco Nazionale del Gargano; a settembre, intendiamo ripren-dere col Vertice Nazionale sul-la Legalità, il cui Consiglio Na-

    zionale ha delegato noi per or-ganizzare qualcosa su scala na-zionale; poi, ci sarà il viaggio di una nostra delegazione a Savo-na in vista di un gemellaggio ed un viaggio a Bruxelles al Parla-mento Europeo. In chiusura di mandato, tra ottobre e novem-bre, organizzeremo una confe-renza quale momento per trac-

    ciare quanto fatto in questi due anni. Spero che quanto fatto dia modo ai ragazzi di fare la scel-ta consapevole della partecipa-zione perché non si dica più che nulla è fatto per i giovani, perché non siano poi loro stessi a man-care di partecipazione. Tutto ciò perché i giovani diventino prota-gonisti e non spettatori”.

    di portare innovazione sul piano tecnologico e sul piano dei dirit-ti agli studenti”.

    Quali suggerimenti si sen-te di dare al suo successo-re?

    “Credo che il presidente en-trante non abbia bisogno di par-ticolari consigli, tuttavia, gli sug-gerirei di essere sempre atten-to alle istanze degli studenti, ac-cordandole alle finalità propria-mente accademiche dell’univer-sità. Inoltre, gli direi di ascoltare sempre le voci di tutti, anche di coloro che non l’hanno sostenu-to. Infine, gli consiglierei di man-

    tenere un rapporto costante sia con gli studenti sia con il ramo amministrativo dell’università (presidi, rettore, ecc.)”.

    Qual è il suo ideale di uni-versità?

    “Un’università realmente al servizio degli studenti, che pun-ti alla socializzazione e alla tu-tela della libertà di espressione. Un altro ideale di riferimento po-trebbe essere un sogno che, no-nostante gli sforzi, non è mai sta-to realizzato: il campus universi-tario. Infine, penso all’università come una comunità aperta alla dimensione sociale”.

  • 11N. 21 del 3 giugno 2011

    Nella consueta conferenza stampa al termine dei lavori del-la 63a Assemblea Generale dei ve-scovi, svoltasi a Roma dal 23 al 26 maggio scorsi, il cardinale An-gelo Bagnasco, presidente della Cei, ha risposto alle diverse do-mande dei giornalisti: dall’unità naziona le alla vertenza Fincan-tieri, dall’emergenza immigrazio-ne al rilancio delle scuo le di for-mazione alla politica.

    Non è mancato il riferimen-to all’attuale situazione politica italiana e, indirettamente, al voto amministrativo dei giorni scor-si. “I cattolici – ha detto – siano uniti sul terreno dei valori irri-nunciabili. Vita, famiglia, libertà edu cativa”. “Su tale fondamento – ha continuato – vanno impian-tati i valori dell’etica sociale, che sorgono dall’etica della vita, sen-za la quale prima o poi l’etica so-ciale viene meno o si deforma”. Secondo Bagnasco, è questo il principale criterio per orientarsi nel voto. E, a proposito dei catto-lici impegnati in politica, ha sot-tolineato che “se è vero che non c’è più un partito unitario dei cat-tolici, c’è però un terreno unita-rio che è proprio quello dei valo-ri non negoziabili”.

    Sull’unità nazionale il presi-dente dei vescovi italiani ha af-fermato che “è un valore impre-scindibile, e una conquista irri-nunciabile. Tutto il resto, le va-rie proposte, anche il federali-smo solidale, deve essere al ser-vizio di questa unità di popolo e nazione”. E sul rapporto fra nord e sud d’Italia e sull’ipotesi che al-cuni ministeri vengano trasferiti a Milano, Bagnasco auspica che “sull’unità del nostro popolo, del-la nostra nazione e del nostro Stato non ci siano e non ci pos-sano essere dubbi”.

    Quanto al tema dell’immigra-zione, citando l’esempio degli abitanti di Lampedusa e di Li-nosa, ha sottolineato che “quan-to hanno fatto per accogliere i ri-fugiati dai Paesi arabi deve esse-re un richiamo a non avere pau-ra dello straniero. Deve essere un messaggio forte a tutto il pae-se: tutti dobbiamo sentirci conta-giati da questo esempio di Lam-pedusa, tutta l’Italia nella sua in-terezza”.

    Sulla situazione della Fincan-tieri, l’Arcivescovo di Genova ha detto “che non riguarda solo la Liguria ma il lavoro di molte per-

    sone e famiglie in diversi parti d’Italia”. “Auspico – ha aggiun-to – e ho fiducia nella volontà di un apporto unitario, propositivo e guardo con fiducia all’impresa e ai sindacati”. Anche il prospet-tato incontro con il Ministro, se-condo Bagnasco, “è un segna-le positivo” e potrà aiutare nel senso di “salvaguardare l’occu-pazione dei dipendenti che ov-viamente esprimono la loro for-te preoccupazione”. Tutto ciò, come è evidente, può avveni-re “a fronte di innovazione e ag-giustamenti imprenditoriali che i tempi che viviamo forse richie-dono”.

    Infine, sull’ultimo caso di pe-dofilia il presidente della Cei ha detto che “ci si può trovare di fronte a situazioni che sono co-me un fulmine a ciel sereno”. A tal proposito il cardinale ha ri-cordato le linee guida anti-pedo-filia che la Conferenza Episcopa-le Italiana sta elaborando, in ade-sione alla recente Lettera circo-lare della Congregazione per la Dottrina della fede. “Sarà sicu-ramente messa nero su bianco l’esortazione ai vescovi affinché invitino le persone a fare denun-ce e segnalazioni” dei casi di abu-si sessuali da parte di sacerdo-ti. “Questa cosa è già nella pras-si di fatto, ma sarà messa nelle li-nee guida nazionali”, ha conclu-so Bagnasco.

    Nonni e padrini da riscoprireAnche il Vescovo di Albano e

    presidente della Commissione Epi scopale per la dottrina della fede, l’an nuncio e la catechesi, Mar cello Semeraro, ha risposto alle domande dei giornalisti, sot-tolineando che al centro dell’as-semblea dei vescovi è stata l’edu-cazione alla fede e l’attenzione sulle strategie concrete per tra-durre nella pastorale di parroc-chie e dioce si gli Orientamenti del decennio 2010-20. Sul sacra-mento della cresima e sull’età in cui lo si riceve ha ribadito che “nella Chiesa c’è una legittima diversifi cazione tra le diocesi sull’età in cui ammettere i ragaz-zi a questo sacramento”, anche se “l’età è un fattore importante, ma non è l’unico aspetto da tene-re presente”.

    Per quanto riguarda la neces-sità di rivalutare nonni, padrini e madrine, Semeraro ha riferito che molti interventi nei gruppi di studio hanno indicato in lo-ro “non solo figure di aiuto nel-la vita quotidiana, ma anche nel delicato compito di introdurre e accom pagnare i piccoli nel cam-mino di cre scita cristiana. Il ruolo dei nonni, dei padrini e delle ma-drine va ripen sato in senso me-no tradizionale che nel passato. Cioè non semplicemen te come coloro che accompagnano il gio-

    vane sino al sacramento della Co-munione o della Cresima, ma co-me una specie di “tutor” che lo af-fianca nel cammino quotidiano di fede. I nonni, in particolare, dato l’impegno lavorativo dei genitori, rappresenta no spesso l’anello ge-nerativo alla fe de dei nipoti”.

    Il Vescovo di Albano si è anche soffermato sui cosiddetti ‘rico-mincianti’, coloro, cioè, che per qualche motivo si sono allontana-ti dalla Chiesa e che vogliono far-vi ritorno, sottolineando il ruolo della parrocchia affinché costo-ro non ritrovino nella comunità lo stesso clima per il quale ave-vano deciso di andarsene.

    Il Rosario col Papa“L’Italia, celebrando i centocin-

    quant’anni della sua unità politi-ca, può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chie-sa. Essa non persegue privilegi né intende sostituirsi alle responsa-bilità delle istituzioni politiche; rispettosa della legittima laicità dello Stato, è attenta a sostenere i diritti fondamentali dell’uomo”.

    Queste le parole di Benedetto XVI durante la preghiera del Ro-sario nella Basilica Santa Maria Maggiore a Roma, recitato coi ve-scovi italiani, compiendo con es-si l’atto di affidamento dell’Italia alla Madonna, in occasione dei 150 anni dell’unità del Paese. A conclusione dell’assemblea ge-

    nerale, il Vescovo di Roma e i ve-scovi italiani hanno voluto riunir-si nella Basilica mariana quasi a volervi riunire l’Italia, ricongiun-gerla e affidarla alla Madre di Ge-sù, Madre nostra, Maria, Madre di Dio invocandola come Mater uni-tatis, Madre dell’unità.

    Rivolgendosi ai vescovi, il Pa-pa ha detto che “la Chiesa, for-te di una riflessione collegiale e dell’esperienza diretta sul terri-torio, continua a offrire il pro-prio contributo alla costruzione del bene comune, richiamando ciascuno al dovere di promuove-re e tutelare la vita umana in tut-te le sue fasi e di sostenere fat-tivamente la famiglia; questa ri-mane, infatti, la prima realtà nel-la quale possono crescere perso-ne libere e responsabili, formate a quei valori profondi che apro-no alla fraternità e che consento-no di affrontare anche le avversi-tà della vita”. “La fede – ha con-cluso Benedetto XVI – non è alie-nazione, sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uo-mo e la qualità della convivenza sociale! In ogni stagione storica l’incontro con la parola sempre nuova del Vangelo è stato sorgen-te di civiltà, ha costruito ponti fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città, esprimendo-si nella cultura, nelle arti e, non da ultimo, nelle mille forme del-la carità”.

    P r i m o P i a n o[ Lucio Salvatore ]

    Uniti nei valoriPAPA, “L’INCONTRO CON LA PAROLA SEMPRE NUOVA DEL VANGELO È STATO SORGENTE DI CIVILTÀ”

    63a Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana

  • 12 Voce di PopoloA s s o c i a z i o n i[ Damiano Bordasco ]

    “Siamo felici per quella che è stata la riuscita del progetto a Foggia e vorremmo ringraziare, ancora una volta, i gestori dei locali che hanno permesso tali lusinghieri risultati. Quest’ul-tima fase di ‘Operazione Naso Rosso’, mira a creare consape-volezza negli addetti ai lavori del divertimento notturno per

    un comportamento sano e re-sponsabile da parte dei giovani frequentatori di locali e discote-che”. A parlare è Silvia Raschi-ni responsabile dell’unità ope-rativa locale del “Progetto Na-so Rosso”, l’iniziativa promos-sa dal Ministro della Gioven-tù e dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con

    il Mo.d.a.v.i. Onlus, rivolta a tut-ti i giovani che frequentano i lo-cali notturni e che rischiano di mettersi alla guida in stato di ebbrezza.

    La scorsa settimana, nella sala giunta di Palazzo Dogana a Foggia, nell’ambito del sud-detto progetto, è stata presen-tata la Formazione a Distanza

    (F.A.D.) per gli opera-tori e i gestori di locali notturni. L’attività for-mativa rientra nelle fa-si fi nali di “Naso Ros-so”, per la promozione di una strategia globale di contrasto e prevenzione alle stragi del sabato sera.

    La formazione che si inten-de offrire, fanno sapere dal co-ordinamento provinciale del Mo.d.a.v.i., ha una logica aper-ta, fi nalizzata a migliorare le conoscenze di ciascun opera-tore impiegato nei diversi ruo-li, con l’intenzione di favorire una più ampia consapevolezza sull’importanza dell’assunzio-ne di un comportamento sano e responsabile da parte di tutti i giovani frequentatori di loca-li notturni.

    L’intervento sarà struttura-to tramite la formazione a di-stanza che consentirà di segui-re direttamente da casa, attra-verso il proprio computer, tutti i moduli formativi in maniera se-quenziale e poter ricevere un at-

    F.A.D. per “Naso Rosso”PRESENTATA A PALAZZO DOGANA L’INIZIATIVA DEL MO.D.A.V.I.

    Coinvolti ancora una volta gli operatori e i gestori dei locali notturni

    Un “girasole” per famiglie e minori disagiatiAl servizio dei minori e delle

    famiglie in diffi coltà. Storie di volontariato, di aiuti concreti a chi ne ha bisogno quotidiana-mente. Storie di Foggia, una cit-tà spesso alla ribalta delle cro-nache per fatti negativi ma in cui vivono realtà, come l’asso-ciazione “Il Girasole”, che svol-gono un piccolo grande servi-zio per la comunità.

    L’associazione di promozio-ne sociale, nata tre anni fa e affi liata all’AICS (Associazio-ne Italiana Cultura e Sport) di Foggia, si propone di promuo-vere e collaborare in attività di sensibilizzazione sulle pro-blematiche del disagio sociale, dell’affi do, dell’adozione, della disabilità, delle problematiche infantili, adolescenziali, fami-liari, di coppia, e della tutela dei loro diritti. Tante le attivi-tà dell’associazione, presieduta dall’avv. Fuiani, che compren-dono assistenza e sostegno psi-

    cologico individuale, familiare e di coppia, tutela legale, me-diazione familiare, informazio-ni su affi do e adozioni, soste-gno alla genitorialità, attività di logopedia terapia della Neuro e Psicomotricità, percorsi di pre-parazione alla nascita dei bam-bini e assistenza alle mamme nella fase post-partum con il corso di “Massaggio Infantile” che consente loro di essere aiu-tate in un periodo in cui spesso l’assistenza manca.

    “È una bella esperienza – sot-tolinea la vice-presidente Cri-stina Bubici – perché ci permet-te di confrontarci con genito-ri e insegnanti nell’attività di supporto ai ragazzi e alle fami-glie in diffi coltà e sulle temati-che dell’educazione infantile”. Un’attività a 360 gradi, quella svolta dall’associazione “Il Gi-rasole” di Foggia, che consen-te di affrontare anche casi par-ticolari, come spiega la dott.

    ssa Bubici: “Abbiamo avuto an-che a che fare con bimbi dia-lettici, autistici o con disturbi di attenzione e apprendimen-to, ma grazie all’aiuto dei ge-nitori e delle scuole siamo ri-usciti a compiere tanti picco-li miracoli, come quello di un bimbo che balbettava ma che è riuscito successivamente a guarire. La cosa più bella è ve-dere negli occhi della gente che aiutiamo la soddisfazio-ne e la gratitudine per quello che facciamo”. L’associazio-ne, nata senza scopo di lucro, viene incontro alle esigenze dei più piccoli bisognosi di aiuto organizzando anche la-boratori di lettura e scrittura e di psicomotricità, con valu-tazioni logopediche gratuite. Tanti anche i progetti avviati, come “Capiamoci”, organizza-to a favore dei bimbi diversa-mente abili, in particolare au-tistici, in collaborazione con

    la scuola elementare Manzoni-Montessori, oppure il progetto “Happy Family” per i minori e famiglie a rischio di disagio e disabili e il progetto “Sos fami-glia” per le famiglie in diffi coltà e ragazzi a rischio dispersione scolastica; o ancora le “Bom-boniere solidali”, che vengo-no realizzate e vendute per de-volvere fondi a sostegno di chi

    ne ha bisogno. Proprio le fa-miglie sono il fulcro dell’attivi-tà dell’associazione “Il Giraso-le”: il prossimo 5 giugno, infat-ti, l’ente di promozione socia-le parteciperà come co-orga-nizzatore alla Festa della Fa-miglia, in programma nel ca-poluogo dauno.

    Nicola Saracino

    testato di partecipazione fi nale che certifi ca l’avvenuta forma-zione da parte dell’Istituto Su-periore di Sanità, del Silb-Fipe e da parte del Sindacato dei PR Giovanotte.

    Presenti all’incontro con la stampa anche Antonio Monta-nino, Assessore Provinciale al-la Solidarietà e alle Politiche Sociali; Valerio Ferrara, gesto-re artistico delle discoteche Re-play e Histoire; Carlo Rubino, Presidente della Federazione provinciale del Mo.d.a.v.i.,

    Tutte le informazioni relati-ve a Naso Rosso è possibile ri-levarle dal sito internet www.operazionenasorosso.it e sulla relativa pagina Facebook.

  • 13N. 21 del 3 giugno 2011

    L’Italia è davvero il Paese del-le cento città. A quelle più cele-brate (Roma, Firenze, Venezia, Milano, Napoli, Palermo) fa da corona un nugolo di città che so-no “minori” soltanto per ragioni demografi che e non certamente per il patrimonio artistico e cul-turale che custodiscono. Tra que-ste città una posizione di rilievo assume Forlì, patria di Melozzo, che a partire dal 2005 ha inanel-lato ai Musei San Domenico mo-stre prestigiose dedicate a Mar-co Palmezzano, Silvestro Lega, Guido Cagnacci, Antonio Cano-va e “I Fiori”.

    La mostra che si protrarrà fi no al 12 giugno si colloca in questa scia, è dedicata al suo cittadino più illustre, il pittore Melozzo di Giuliano degli Ambrosi (1438-94) e si avvale di un comitato scien-tifi co presieduto da una eminen-za tra gli esperti d’arte: Antonio Paolucci.

    Il tema, Melozzo da Forlì. L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello, è ambizio-so, degno di una personalità co-me il prof. Paolucci e riteniamo che abbia potuto affrontarlo par-tendo da due condizioni partico-lari. È originario di Rimini, a due passi da Forlì e il suo particolare impegno per questa mostra è an-che un tributo alla sua terra. È di-rettore dei Musei Vaticani e que-sta qualifi ca ha certamente faci-litato la disponibilità per questa mostra di opere di artisti di pre-gio che hanno segnato la storia dell’arte del nostro Paese e non solo: Mantegna, Piero della Fran-cesca (con la Madonna di Seni-gallia, appena splendidamente restaurata), Berruguete, Perugi-no, Benozzo Gozzoli, Paolo Uc-cello, Bramante, Raffaello.

    Sisto IV, mecenate e nepotistaNell’impossibilità di trattare,

    se pure sinteticamente, le opere esposte e sorvolando sulla con-sumata consuetudine del “pit-tore degli angeli”, preferiamo esporre qualche considerazione su uno dei più importanti affre-schi di Melozzo, Sisto IV nomi-na Bartolomeo Platina prefetto della Biblioteca Vaticana.

    Bartolomeo Sacchi (é questo il vero nome) era originario di Pia-dena (Cremona), il cui nome lati-no era, appunto, Platina. Studio-

    so di tradizioni popolari e di let-teratura, era una fi gura rilevante di umanista rinascimentale.

    Al suo attivo, tra l’altro, c’è il Liber de vita Christi ac om-nium pontifi cum, che raccon-ta la biografi a dei papi e il De ho-nesta voluptate et valetudine, un curioso testo di gastronomia, con annotazioni su come affron-tare fi sicamente e igienicamen-te la vita.

    Sisto IV, Francesco della Ro-vere, aveva fondato nel 1475 la Biblioteca Vaticana, mostrando una sensibilità culturale all’avan-guardia e due anni dopo aveva nominato il Platina prefetto del-la stessa. Melozzo si candida a ricordare l’evento scrivendo al papa: “Vorrei che ti venisse in mente di realizzare nei locali del-la Biblioteca Vaticana un affre-sco celebrativo della fondazio-ne della medesima, un affresco nel quale non è completamen-te da escludere che io stesso po-trei avere una presenza di qual-che rilievo”.

    Ottenuto l’incarico, realizzò l’affresco (che è stato poi stac-cato), e le cui dimensioni (cm 370 x 315) lasciano comprendere perché non è mai uscito dai Mu-sei Vaticani. L’esposizione a For-lì non poteva avvenire in circo-stanze più favorevoli.

    Non fu facile, però, per Me-lozzo avviare il lavoro commis-sionatogli, perché troppi erano coloro che volevano comparirvi per vedere rappresentato in ma-niera uffi ciale il loro ruolo, nella fi erezza del portamento. Il risul-tato della mediazione dell’arti-sta è notevole, ma non riesce ad evitare un certo affollamento dei personaggi in primo piano, che la prospettiva dal basso riesce ap-pena ad attenuare.

    L’affresco presenta assiso sul-la destra Sisto IV (il primo papa veramente rinascimentale, ovve-ro il primo papa-re, secondo Gre-gorovius); di fronte a lui il Plati-na è inginocchiato al momento di ricevere l’investitura di custos et gubernator. Melozzo lo “fa parla-re”, rappresentandolo col dito in-dice puntato verso il basso in di-rezione di una lunga iscrizione in cui è magnifi cata l’attività realiz-zatrice del papa, coraggioso arte-fi ce della renovatio urbis: “Tem-pli, ospedali, vicoli, piazze, mura, ponti; hai restaurato l’acquedot-

    to dell’Acqua vergine di Trevi; e hai stabilito di rendere ai navi-ganti gli antichi vantaggi del por-to, o Sisto, e di cingere di ponti il Vaticano”. Ma soprattutto “la cit-tà ti deve di più, perché la Biblio-teca che languiva nello squallo-re si offre ora in un logo illustre” (Plus tamen urbs debet: nam quae squalore latebat: cernitur in celebri biblioteca loco).

    È la consacrazione del ruolo fondamentale che la Chiesa assu-me sul fronte della cultura, tanto che il prof. Paolucci sostiene che “È l’alleanza tra la Chiesa e la cul-tura che qui viene messa in fi gu-ra”. E prosegue poi con entusia-smo: “Tutto quello che accadrà dopo sotto il cielo di Roma,…tut-to quello che ha fatto la visibile immagine d’Italia, discende dal-la lucida premessa che in quell’af-fresco celebre è signifi cata”.

    Non meno rilevante, per docu-mentare il costume del tempo, è l’individuazione degli altri quat-tro personaggi che assistono al-la scena. A sinistra ecco Girola-mo Riario e Giovanni della Rove-

    re, nipoti laici del papa; altri due nipoti giovanissimi da lui nomi-nati cardinali sono Pietro Riario al centro, noto in città per la sua erudizione e per le feste sfarzo-se, emblema della vanitas va-nitatum e morto a soli 28 anni; alla destra del papa, infi ne Giu-liano della Rovere (futuro Giulio II). È la semplifi cazione del nepo-tismo e, per inciso, Sisto IV, con due fratelli e quattro sorelle, an-noverava ben 15 nipoti.

    Dal punto di vista stilistico, la composizione rivela come Me-lozzo abbia assorbito al meglio la lezione di Piero. Inquadra la sce-na in uno sfondo solenne, conso-no alla rilevanza dell’evento, cre-ando un’autentica rigorosa sca-tola prospettica che, vista dal basso, convoglia lo sguardo ver-so il fondo, dove una colonna di dubbia funzione architettonica, divide esattamente gli spazi. An-cora più oltre, una luce intensa, entrando da due fi nestroni, inon-da una superba trabeazione pro-spettica, facendo brillare le dora-ture dei pilastri e dei cassettoni

    che si scuriscono alquanto avan-zando sul fonte dell’edifi cio di classica raffi natezza. L’eleganza antica si travasa nel mondo del-la Chiesa contemporanea.

    In questa perfetta prospettiva architettonica i personaggi ben si inseriscono con i loro volumi so-lidi; sono perfettamente caratte-rizzati con la precisa defi nizione dei volti (di ispirazione mante-gnesca) e acquisiscono una con-sistenza “storica”, che va oltre la quiete immutabile e la fredda astrattezza di Piero.

    Erano dunque tante le ragioni che, dopo quest’opera celebrati-va, indussero Sisto IV a nominar-lo pictor papalis.

    SchedaMelozzo da ForlìL’umana bellezza tra Pierodella Francesca e RaffaelloForlì – Musei San Domenico fi no al 12 giugno 2011Info: tel. 199.75.75.15 www.mostramelozzo.itCatalogo Silvana Editoriale

    C u l t u r a[ Vito Procaccini ]

    Melozzo da Forlì, non solo angeliNELL’AFFRESCO COMMISSIONATO DA SISTO IV LA CELEBRAZIONE DEL MECENATISMO DELLA CHIESA

    Ai Musei San Domenico la mostra del “pictor papalis”

  • 14 Voce di PopoloV i t a d i C i t t à

    LA SOVRANITÀ ALIMENTARE DEI POPOLI E LA “TRASPARENZA” DELLE INFORMAZIONI

    [ Monica Gigante ]

    [ Giuseppe Marrone ]

    “Etica + Etichetta = Trasparen-za per i Prodotti Agroalimenta-ri”. Questo è il titolo del conve-gno che si è tenuto, venerdì scor-so, presso la Sala della Comunità “Mons. Farina”, per discutere il te-ma dell’etichettatura sui prodot-ti agroalimentari. L’evento mira-

    va ad analizzare le problematiche legate alla trasparenza delle in-formazioni utili per ricostruire la storia e l’identità dei prodotti, per tutelare i produttori contro azio-ni di concorrenza sleale e i con-sumatori contro frodi e pubblici-tà ingannevoli, per promuovere

    prodotti agroalimentari sosteni-bili dal punto di vista ambientale e sociale. Il convegno, che rientra nell’ambito della VI Giornata Na-zionale Mangiasano 2011, è sta-to promosso da “Verdi Ambiente e Società Onlus” (VAS), associa-zione nazionale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), con il patroci-nio della Facoltà di Agraria, Uni-versità degli Studi di Foggia. Per questa sesta edizione CIA e VAS hanno proposto l’introduzione dell’“etichetta etica”, che conter-rà, oltre alle informazioni obbli-gatorie per legge, la firma del pro-duttore e le generalità dell’azien-da, le tecniche colturali impiega-te, quelle di trasformazione e il re-lativo impatto ambientale, a par-tire dall’uso di acqua ed energia. Ripartire dall’etichettatura, per i promotori dell’iniziativa, signifi-ca riallacciare il concetto di so-vranità alimentare dei popoli a quello della “trasparenza” delle informazioni. Attualmente, le eti-chette non determinano con pre-

    cisione la qualità del prodotto e la sua storia. Insomma, è neces-sario ridefinire una carta d’iden-tità dell’alimento non solo per il diritto all’informazione del con-sumatore, ma anche per evitare seri danni sulla salute delle po-polazioni.

    L’idea dell’“etichetta etica”, come quella del suo contenuto, è partita dai risultati di un’inda-gine di CIA e VAS sul rapporto tra italiani e sicurezza alimenta-re. Secondo lo studio, ben il 91 per cento dei consumatori chiede per il cibo un’etichetta semplice e di facile comprensione, ma con più informazioni rispetto ad og-gi. Inoltre, l’“etichetta etica” pre-vede l’inserimento della scrittu-ra braille per rendere fruibili an-che ai non vedenti le informazio-ni relative al prodotto.

    Al convegno sono intervenuti Filomena Casoli (Direttore CIA Foggia), Mimmo Di Gioia (Diri-genta VAS Onlus), don Alfonso Celentano, Agostino Sevi (Presi-de della Facoltà di Agraria), Car-la Severini (Docente di Scienze e Tecnologie Alimentari, Facoltà di

    Agraria, Università degli Studi di Foggia), Lelio Pagliara (Direttore Ufficio Pastorale Sociale, Dioce-si di Foggia), Pasquale Ventrella (Dottore di Ricerca, Associazio-ne Verdi Ambiente e Società On-lus), Vera Scarpiello (Presiden-te, Federconsumatori Foggia), Giuseppe Potenza (Presidente, Adiconsum Foggia), Alessandro Scarpiello (Presidente, Adoc Foggia), Mario Colasante (As-sociazione Libera- rete di asso-ciazioni contro le mafie, Foggia). L’evento, quindi, ha stimolato, an-che nella nostra città, un’atten-ta riflessione sullo stato dell’arte del sistema di etichettatura per i principali prodotti agroalimen-tari, sia in ambito comunitario sia nazionale. Inoltre, l’ingresso della dimensione etica nei pro-cessi di etichettatura favorisce il confronto tra i principali sog-getti della filiera agroalimentare (produttori, trasformatori, con-sumatori), migliora la compren-sione delle informazioni conte-nute nelle etichette e caratterizza i prodotti per la loro qualità, etici-tà e salubrità.

    “Etichetta etica”Anche a Foggia la VI Giornata Nazionale Mangiasano

    “Ho sognato un mondo senza cancro”La nostra esistenza è una sto-

    ria fatta di personalissimi av-venimenti, ma alcune storie, è lecito dirlo, costituiscono un esempio che va oltre quello in-dividuale, diventano valide per un numero di persone che au-menta con l’incremento della validità dell’esempio dato. Una vita vissuta alla volta dell’au-silio al vicino, al prossimo, col mezzo della ricerca medica è uno splendido esempio di uma-nesimo, un atto di rilevanza ec-cezionale per mostrare cosa sia porre al centro della pro-pria esistenza la persona. Que-sta è la vita di Franco Mandel-li come è raccontata in un’ope-ra dal titolo difficile: “Ho sogna-to un mondo senza cancro”, un romanzo dalla lettura veloce e scorrevole, che è stato presen-tato il 28 maggio, presso l’Isti-tuto “O. Notarangelo-G. Rosa-ti”. All’evento hanno partecipa-to diverse personalità del terri-torio. Il primo a prendere la pa-

    rola è il Procuratore Capo del-la Repubblica Vincenzo Russo: “Nel breve saluto che porgo ai presenti, mi faccio forte della testimonianza di chi ha cono-sciuto la crudeltà della malattia da vicino e condivido la pienez-za di ciò che rappresenta que-sto sogno di un mondo senza cancro e, ancor prima di questo stesso sogno, saluto con com-mozione la capacità dimostra-ta dal professore di sapere ge-stire la realtà del rapporto col paziente e con i suoi cari nel rispetto dell’identità ‘paziente persona’”.

    Celestino Ferrandina, Presi-dente Ail Foggia: “Il compito del nostro Presidente naziona-le è un lavoro intenso e pieno d’amore. Il mondo dell’Ail è di-namico ed in continuo diveni-re, una complessità che è sta-ta letta benissimo da chi que-sto stesso mondo lo ha fondato, unificandone le diverse entità territoriali italiane, divenendo-

    ne anima e motore dell’ottimiz-zazione, dirigendo questo oriz-zonte del volontariato che è di-ventato col tempo ausilio inso-stituibile delle strutture emato-logiche e delle persone che ne fanno parte”.

    Il professor Franco Mandel-li così interviene: “Questo libro apre in me la riflessione sulle cose di cui serbo ricordo, le uni-che della mia memoria, le sole del mio cuore. La festa dei miei settant’anni apre il racconto, l’occasione speciale di quell’av-venimento, che mi colpì per le persone invitate. C’erano oltre gli operatori sanitari un bruli-chio di bambini, erano i figli di quelle donne malate e guarite dalla malattia che le aveva col-pite. Mi hanno ricordato l’impe-gno per una vita normale e per la qualità della vita stessa, scel-te che abbracciano la mia voca-zione medica che fu un difficile divenire in una famiglia con vo-cazione tecnica, tutti ingegneri.

    I volontari dell’Ail danno tantis-simo all’ematologia, ma ricevo-no molto ed in una