Nuova Scaletta x Il 13

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DIPARTIMENTO LAVORO SCALETTA PER RIUNIONE DEL 13 SETTEMBRE FOCALIZZARE LE QUESTIONE PRINCIPALI DELL’AUTUNNO L’obiettivo della prima riunione del dipartimento lavoro post ferie è quella di individuare, approfondire, ad adottare decisioni in merito alle iniziative prioritarie per il prossimo autunno. Questa scaletta questo propone alla discussione. Ovviamente tutto questo va inquadrato all’interno di un quadro complessivo che parte dalle tante valutazioni sugli avvenimenti principali appena trascorsi, in particolare il referendum con le sue implicazioni politiche, sindacali e sociali, alcune vicende contrattuali, la fase complessa e contraddittoria sul piano internazionale, guerra e questione economica, gli effetti che questa ha sul governo (pensioni e finanziaria). Siamo dentro una crisi del neoliberismo che per un verso vede indurire ed estremizzare le proposte della destra e dall’altra il centro sinistra si propone come miglior realizzatore del neoliberismo stesso. Dentro il quadro delineato proponiamo alla discussione le seguenti priorità: 1) la questione salario. È’ questa una questione che poniamo da anni. Ma ormai la perdita di potere d’acquisto, la diminuzione del monte salari rispetto ai profitti ed alle rendite ha assunto dimensioni insopportabili che si riverbera in modo evidente sui consumi. Questo andamento è emblema e simbolo dell’andamento dei rapporti di classe: riduzione dei diritti e riduzione del salario, precarietà e salario, riduzione dell’occupazione e/o sostituzione di lavoratori con buoni stipendi con lavoratori precaria a bassi salari a fronte di anni di produttività a livelli ultragiapponesi, salario orario, salario/sicurezza sul lavoro. La questione inflazione programmata e reale pone la questione dell’attacco ai salari ben oltre il divario numerico, poiché a differenza di qualche decennio fa tutti i parametri sono

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DIPARTIMENTO LAVORO SCALETTA PER RIUNIONE DEL 13 SETTEMBRE

FOCALIZZARE LE QUESTIONE PRINCIPALI DELL’AUTUNNO

L’obiettivo della prima riunione del dipartimento lavoro post ferie è quella di individuare, approfondire, ad adottare decisioni in merito alle iniziative prioritarie per il prossimo autunno.Questa scaletta questo propone alla discussione.

Ovviamente tutto questo va inquadrato all’interno di un quadro complessivo che parte dalle tante valutazioni sugli avvenimenti principali appena trascorsi, in particolare il referendum con le sue implicazioni politiche, sindacali e sociali, alcune vicende contrattuali, la fase complessa e contraddittoria sul piano internazionale, guerra e questione economica, gli effetti che questa ha sul governo (pensioni e finanziaria). Siamo dentro una crisi del neoliberismo che per un verso vede indurire ed estremizzare le proposte della destra e dall’altra il centro sinistra si propone come miglior realizzatore del neoliberismo stesso.

Dentro il quadro delineato proponiamo alla discussione le seguenti priorità:

1) la questione salario. È’ questa una questione che poniamo da anni. Ma ormai la perdita di potere d’acquisto, la diminuzione del monte salari rispetto ai profitti ed alle rendite ha assunto dimensioni insopportabili che si riverbera in modo evidente sui consumi. Questo andamento è emblema e simbolo dell’andamento dei rapporti di classe: riduzione dei diritti e riduzione del salario, precarietà e salario, riduzione dell’occupazione e/o sostituzione di lavoratori con buoni stipendi con lavoratori precaria a bassi salari a fronte di anni di produttività a livelli ultragiapponesi, salario orario, salario/sicurezza sul lavoro. La questione inflazione programmata e reale pone la questione dell’attacco ai salari ben oltre il divario numerico, poiché a differenza di qualche decennio fa tutti i parametri sono negativi. Ma il salario ci parla anche di una competitività internazionale del “sistema paese” basata sul basso costo del lavoro che vede in breve tempo l’Italia dentro una crisi industriale fatto di chiusura d’aziende e perdita di posti di lavoro e risorse umane, e un internazionalizzazione con saldo negativo che oltre alla chiusura di aziende vede il migrare all’estero delle conoscenze. A partire dalla crisi Fiat si è parlato di crisi di classe dirigente e si è aperto anche nel campo avverso una discussione sul modello di capitalismo italiano. La questione salario è stata, inoltre, una delle discriminanti della recente fase contrattuale a partire dalla fiom e dal contratto metalmeccanici, ma anche dalla sigla unitaria di altri contratti che non hanno recuperato il gap inflativo. La questione salario risponde ad una questione redistributiva dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i lavoratori sempre più poveri, pone/costringe, se concepito come vincolo interno all’economia, di quale politica industriale affrontare: qualità degli investimenti, della ricerca, della produzione e dei prodotti. La questione salariale è dunque una questione politica generale ancor prima che sindacale. Che fare? a) riprendere una campagna generale sul salario come asse di lettura di classe della situazione, compresi i problemi che stanno facendo implodere il governo e la finanziaria o con richieste di aumenti salariali generalizzati, e/o con forte campagna per il rilancio della scala mobile. Nella situazione di frammentazione del lavoro e quindi di debolezza dei lavoratori la scala mobile è un po’ come l’articolo 18, un meccanismo/diritto minimo del lavoratore. La campagna sulla scala mobile va impostata verso i lavoratori, verso le forze dei comitati del sì, e

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dovrebbe vedere le sinistre sindacali come uno dei motori. b) organizzare una più concreta, efficace, visibile iniziativa sindacale rispetto ai contratti ancor aperti. c) ridefinire in modo più concreto la questione del salario minimo intercategoriale come momento di unità e di lotta al lavoro precariato e alla legge 30. d) continuare iniziative per quanto riguarda il salario sociale (ad esempio riflettendo in merito alla legge che stà per essere approvata dalla regione Campania).

2) pensioniLa questioni delle pensioni non è altro dalla questione salariale, essendo per noi, salario differito, né altro per quanto riguarda la lotta ad una società basata sulla precarizzazione nel lavoro e che quindi crea un incertezza totale nella vita. Né la questione pensioni sono altro da un modello economico che taglia lo stato sociale per finanziare le borse, quindi privatizzare i servizi pubblici, e fare Pil con le grandi opere. Tuttavia le pensioni, come nel 94, dimostrano di essere un punto dolente per il governo che, al momento in cui scriviamo questa nota è ancora in alto mare e ancora non ha deciso il mix di intervento ponendo, peraltro, la stessa finanziaria in assoluta incertezza.Si tratta quindi di discutere un’impostazione generale: non toccare i diritti acquisiti (un processo di omogeneizzaione è già stato fatto, mentre vanno rivendicati interventi per i lavori usuranti, (legge), contrastare la decontribuzione per evitare di fare saltare il sistema per tutti, porre con forza il problema delle pensioni dei lavoratori atipici che allo stato attuale non avrebbero pensioni o pensioni misere legando la questione pensione alla questione salariale (salario minimo intercategoriale) come facce della stessa medaglia (questo ultimo punto è centrale perché riguarda il futuro, e pone oggi la questione centrale dell’unificazione di classe e del contrastato alla precarietà), aumentare (il milione) le pensioni minime e sociali.Si tratta qui di operare, come per il salario, con una campagna unificante e nello stesso tempo in grado di interloquire con le diverse situazioni rispetto alla pensioni. Una campagna anche da pensare/articolare nei luoghi territoriali: i posti di lavoro tradizionali, il precariato diffuso, i luoghi di vita dei pensionati attuali (mercati ecc.)Per il lancio di questa campagna pensiamo ad una conferenza con Bertinotti

3) ancora sulla legge 30Abbiamo svolto un primo seminario di cui pubblichiamo alcuni contributi. Abbiamo necessità di approfondire ancora lo studio e l’analisi dei decreti sia per conoscerli poiché con queste norme dovremo configgere per molto tempo, ma anche per capire come contrastarle sul piano sindacale, giuridico, istituzionale.Per un verso chiediamo a* compagn* esperti di legislazione del lavoro un contributo in questi approfondimenti, magari diviso per capitoli al fine di evitare la genericità.Per altro si tratta anche di sperimentare iniziative di lotta pilota d’intesa con i giovani comunisti ed il tavolo della precarietà.

Legge 30, regioni ed enti localiUna parte dei decreti attuativi della legge 30 rimandano a passaggi regionali. E’ un punto, anche questo, di importante iniziativa politica e sindacale. In questo caso devono essere coinvolti i nostri regionali, i gruppi consiliari, gli assessori che abbiamo dove siamo in maggioranza. Ma la questione si estende anche agli enti locali e ai servizi sociali in generale che sono fra i settori più precarizzatio, precarizzandi.Per questo motivo, in accordo con il dip. Enti locali ed il compagno Marco Nesci, stiamo organizzando un seminario per mercoledì 29 ottobre

4) la cgil, la sinistra sindacale cgil e le sinistre sindacali

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Le questioni fin qui elencate: salario, pensioni ed in particolare l’approccio all’attuazione della legge 30, delineano i temi delle politiche sindacali per il futuro ed in particolare la collocazione della Cgil. Più volte abbiamo detto che se per un verso erano condivisibili le posizioni prese dal gruppo dirigente nazionale della cgil fino alla campagna per il sì al referendum, per l’altro verso era evidente la mancanza di una politica contrattuale coerente e conseguente. Del resto la questione Fiom è ancor aperta. Da questo punto di vista alcuni recenti contratti hanno risollevato il tema, ma hanno dimostrato che il problema sussiste anche sul fronte della sinistra sindacale cgil. Quindi su salario, pensioni, contratti si tratta di condurre una battaglia per una nuova politica sindacale e contrattuale che faccia del recupero salariale, della difesa ed estensione delle pensioni pubbliche, della lotta alla precarietà, della democrazia i capisaldi di un nuovo modo di fare sindacato. Si tratta anche di affrontare in modo deciso il problema del modello contrattuale là dove i processi di esternalizzazione e appalto hanno e proliferano arbitrariamente le tipologie contrattuali semplificazione e unificazione. Dobbiamo anche tener conto che ancor più del settore privato, è il settore pubblico e dei servizi ad aver, per vari motivi, una precarietà ancor più strutturale e vasta. Per quanto riguarda invece la posizione da adottare nei confronti dei decreti attuativi: enti bilaterali, ricezione nei contratti dei decreti stessi, parti ancora da contrattare, si gioca lo stesso modello sindacale ed il rapporto con il governo e le sue politiche. Anche in questo modo si contrasta il patto per l’Italia che, differenza di qualche mese fa, restringendosi i margini di manovra, è a rischio. Fiom La vertenza fiom appare dunque in tutta la sua importanza sindacale e politica. La decisione coraggiosa di organizzare una campagna di lotta articolata, la costituzione delle casse di resistenza, deve vedere tutto il nostro sostegno. In ogni realtà deve esserci una nostra iniziativa creando attorno a queste lotte il massimo di consenso sociale.

Il diritto di sciopero e le forme di lottaL’attacco al diritto di sciopero che si fa sempre più duro nei servizi ma, come dimostrano i fatti recenti, si sta allargando al diritto di sciopero in quanto tale.Si tratta qui di superare incapacità di iniziative unitarie e generali riguardo al diritto di sciopero, ma anche di riflettere sull’uso dello stesso. La ritualità delle indizioni di sciopero oggi appare inadeguata alla radicalità dello scontro posto dai padroni che possono essere piegati solo se vengono effettivamente e materialmente danneggiati nei loro interessi. Se cancellare lo sciopero è un elemento della competitività, la particolare architettura della produzione (just in time e fabbrica diffusa), e la competizione globale a volte rendono i padroni molto esposti. Le forme di lotta tuttavia non possono essere discusse a prescindere dal tema dell’unificazione di classe, dei modelli sindacali, ecc.ecc.

Le sinistre sindacali: cgil, sindacati di base

Va avviato una discussione e un chiarimento per quanto riguarda la sinistra sindacale cgil che, ha vissuto in modo incerto, contraddittorio, un po’ di rendita per gli obiettivi conseguiti, la fase post congressuale e i cambiamenti di collocazione generale della cgil. Lungi dall’esaurirne il ruolo, questa nuova fase dovrebbe e potrebbe esaltare invece il ruolo della sinistra sindacale cgil. È però necessario non attorcigliarsi sulle questioni della gestioni interna o autobloccarsi in una gestione unitaria per tornare a parlare di contenuti contrattuali ma anche di modello sindacale. I cambiamenti intervenuti già pesantemente nel mondo del lavoro, le politiche contrattuali, l’introduzione della legge 30, ma anche il permanere dopo molti anni di una profonda divisione sindacale, l’inedita e difficile collocazione della cgil nel quadro politico, ci parlano della necessità di continuare la battaglia politica per l’innovazione sindacale per una nuova confederalità. Una nuova confederalità come parte importante di un nuovo movimento operaio, necessaria in questa

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fase storica fatta di questioni organizzative, innovazioni contrattuali, unità di classe in forme nuove, una nuova collocazione nel quadro politico in evoluzione. Quindi permane un ruolo forte che può svolgere la sinistra sindacale proprio a partire dalle due ore di sciopero/discussione indetta dalla cgil, riguardo alla vertenza Fiom ed alla più generale politica contrattuale, come ruolo ponte con le sinistre sindacali esterne e riguardo alla questione movimento/lavoro.

La nuova collocazione cgil non ha tolto spazio al sindacalismo di base. Tuttavia permangono grandi difficoltà a costruire processi aggregativi che soli potrebbero moltiplicarne l’efficacia ed il ruolo. In alcuni casi c’è una gestione chiusa/settaria dell’organizzazione (rdb Cub). Nel caso dei cobas si gioca sull’equivoco del sindacato/movimento/partito. Fatto positivo è stata la costituzione del sult, sindacato dei trasporti che unifica ucs, Sulta; Cnl, o le camere del lavoro unitarie dei sindacati di base delle Marche. Esempi che vanno seguiti a partire da pratiche unitarie.

i comitati del sìSia i temi che le posizioni delle varie organizzazioni sindacali e politiche pongono il problema del come ed in quale forma dare continuità alla battaglia del referendum, ai comitati del sì con l’attenzione alla cgil che nei comitati non ha mai aderito. Al di là della forma questa aggregazione che dobbiamo avere sempre presente come orizzonte.

5) il lavoro e le prospettive politiche

Non è la priorità che intendiamo discutere anche se è all’ordine del giorno. Questa discussione avrà altri percorsi interni al partito. Appare chiaro, tuttavia, che tutto ciò si inserisce nell’obiettivo di costruire un movimento antiberlusconiano di sinistra che per noi trova nel lavoro e nella riconquistata visibilità della questione lavoro (referendum) un punto fondamentale. Per altro verso qui passa anche una parte fondamentale della costruzione della sinistra d’alternativa con un’accelerazione data dalla costruzione del partito unico dell’ulivo. dobbiamo costruire atti e fatti che devono cambiare i rapporti di forza con l’ulivo in vista delle campagne per la cacciata di Berlusconi e delle prossime politiche.

Accenniamo ad altre questioni

A) Politiche industriali. B) La riduzione di posti di lavoro e la crisi dei grandi gruppi e del sistema industriale nel suo

complesso fino ai distretti necessita di affrontare la questione delle politiche industriali. Proponiamo a tutti i dipartimenti dell’area lavoro un seminario introdotto da una relazione di Luciano Gallino. Per altri versi di politiche industriali discuteremo anche nella convocazione dei coordinamenti nazionali.

B) europee e social forum A dicembre si terrà il 2° social forum europeo a Parigi e nel 2004 ci saranno le elezioni europee. Proponiamo un seminario da realizzare con il Gue.

Innovazione partito e questione lavoro

E’ nostra intenzione convocare una riunione del dipartimento sulla questione innovazione/partito/lavoro con l’invio di un documento ad hoc.

Nel frattempoa) nel frattempo dobbiamo partire con la costruzione di coordinamenti nazionali larghi senza i

quali non si può intervenire in modo efficace nelle vertenze e sui temi più generali.

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Dovremo in questo fare forzature perché ci sono sempre scadenze che fino ad ora hanno impedito la convocazione.

b) Continuare, implementare il lavoro che abbiamo avviato e che va esteso anche alle federazioni di costruzione di iniziative sinergiche con i giovani comunisti, il forum delle donne in materia di lavoro. In particolare, dovremo partecipare attivamente alla conferenza che verrà convocata sull’immigrazione.

c) Il percorso di discussione interna, la nostra iniziativa e presenza nei vari conflitti, pensiamo possa avere un punto di riflessione e di sintesi a gennaio/febbraio nella convocazione della Consulta nazionale. Avremo tuttavia modo di discuterne in altra occasione e di fare anche il bilancio critico di Terni.

d) Da ottobre uscirà regolarmente l’inserto del lavoro su Liberazione. Dobbiamo trovare il modo di discuterne l’impostazione, ma anche il tipo di utilizzo da fare nei luoghi di lavoro.

e) Sarà pubblicato senza un particolare regolarità, ma secondo necessità, un bollettino che conterrà materiale utile per i compagni. Nei prossimi numeri conterrà materiale su Legge 30, decreto orario e delega su sicurezza.

f) All’inizio di ottobre sarà presentata dal governo la finanziaria 2004, come avete visto, la questione, a partire dalle pensioni, è complessa. E gran parte della questione lavoro è ormai nelle deleghe ed in altri provvedimenti. Il partito ha deciso di presentare una propria finanziaria alternativa e, stante le premesse, non sappiamo fino a che punto sarà possibile inserirvi tematiche che riguardano il lavoro. Quando avremo la bozza di proposta sarà nostra cura inviarla per ricevere suggerimenti e proposte. Non avremo la possibilità di fare una riunione sul tema, ma la questione potrà essere comunque ripresa, ancor in tempo utile al seminario che realizzeremo con il dip. Enti locali.

scadenze a breve:1) sciopero/discussione cgil2) 28/9 manifestazione festa nazionale3) 4/10 manifestazioni a Roma4) 17 manifestazione nazionale Fiom