Nuova edizione semestrale dal 2001 N. 9 giugno 2005 · Il Mondragone _____ calessino che un amico...

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Associazione ex Alunni Nobile Collegio Mondragone Fondata il 2 febbraio 1922 __________________________________________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________________________ Nuova edizione semestrale dal 2001 Primo numero 14 luglio 1866 - Oggi on-line sul sito www.collegiomendragone.com Nuova edizione semestrale dal 2001 N. 9 giugno 2005 Le prime divise dei convittori

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Associazione ex Alunni Nobile Collegio Mondragone Fondata il 2 febbraio 1922

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_____________________________________________________________________________________________ Nuova edizione semestrale dal 2001

Primo numero 14 luglio 1866 - Oggi on-line sul sito www.collegiomendragone.com

Nuova edizione semestrale dal 2001 N. 9 giugno 2005

Le prime divise dei convittori

Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________

COLAZIONE DI PRIMAVERA 23 aprile 2005

Elenco dei presenti:

Gabriele Fiastri

Maria Massimo Lancellotti Roberto Buonasorte

Giuliano Mauro

Francesco Autuori Felice Cafiero

Giuseppe Carafa Jacobini Massimo Carafa Jacobini Enrico Corsetti Antonini

Luigi Devoti Vincenzo Falzacappa

Luigi Filograsso Enrico Fiorelli

Gastone Fiorelli Maurizio Fiorelli Costanzo Gionni

Antonio Gnoni Mavarelli Silvio Irace Eros Leonzi

Ferdinando Massimo Giuseppe Moroni Fiori Manfredi Pio di Savoia

Franco Puca Graziano Sonnino

Mario Sonnino Vittorio Spadorcia Giorgio Trombetti

Fabio Valerj

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Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________

UN NATALE PARTICOLARE

Era un sabato pomeriggio di fine aprile 1950 ed ero in 3ª liceo. Mi trovavo solo in cortile a Mondragone e mi guardavo intorno pensieroso. Domenica non sarei andato a casa a Roma nonostante un bel biglietto “rosso” ma già da un paio di anni mi accadeva spesso di preferire di restare in Collegio perché quando c’erano pochi convittori mi sembrava che tutto mi appartenesse. All’improvviso vidi passare un Padre gesuita che non conoscevo. Era giovane, non molto alto, capelli neri a spazzola, occhi neri intensi, labbra leggermente incurvate. Non l’avevo mai visto prima. Aveva un tipico accento bolognese e scambiammo qualche parola. Era lì forse per riposo. Lo incontrai ancora e venni a sapere che era laureato in Matematica e Fisica. Gli dissi che “odiavo” queste due materie perché non le capivo. Propose di darmi alcune lezioni la mattina presto e chiesi il permesso a Padre Luigi Parisi S.I., mio prefetto. Così alle 5,30 del mattino era nella mia cameretta e, libri alla mano, incominciarono le ripetizioni. Dopo circa una settimana il Prof. Corsi mi interrogò e rimase sbalordito. Presi il primo 8 della mia vita in Fisica. Poi fu la volta del Prof. Caruso, che spesso mi diceva: “de Angelis non hai capito un tubo!”, e anche lì presi 7 ! Ma non è tutto; c’era la gara Apostolica di Religione per la Diocesi Regione Lazio e, non ricordo per quale motivo, avevo deciso di presentarmi. Ero l’unico della mia classe e il povero Enzo Macrì “pallone”, mio inseparabile amico (fino alla sua tragica ed immatura fine), mi prendeva in giro dicendo che non sarei mai riuscito a vincere. Così, anche per questo motivo, ore intense

di studio con Padre Ugo Mesini S.I. che ce la metteva tutta entrando anche nella pura Teologia. Nella gara Catechistica ebbi il diploma di 1° grado con medaglia d’argento. Peccato! Luigi Lajolo, come il solito, mi soffiò la medaglia d’oro! Sei anni orsono parlando dell’incontro di Ugo con Padre Luigi Parisi S.I. mi disse che Padre Mesini si trovava a Galloro e mi dette il suo numero telefonico. Tornato a Strasburgo mi misi in contatto con lui. La voce la riconobbi all’istante. Sì era lui col suo accento bolognese! A maggio tornai in Italia e lo andai a trovare a Galloro e l’incontro fu davvero commovente. Ecco, era proprio lui, capelli un po’ grigi a spazzola, occhi neri furbissimi, labbra rivolte, accento bolognese e…ahimè un po’ ricurvo per il peso degli anni…ben 82! (Oggi ne ha 85). Padre Mesini ricordava poco dell’aiuto che mi dette ma l’essenziale era esserci ritrovati dopo…una vita. Ci incontrammo altre volte e l’ultima volta gli domandai se voleva trascorrere qualche giorno a Strasburgo insieme alla mia famiglia. Accettò volentieri e venne lo scorso luglio. Conobbe la mia famiglia e tutti noi fummo veramente entusiasti della sua persona al punto che, su desiderio anche dei miei figli, gli chiedemmo di passare il Natale 2004 con noi. A dicembre prese l’aereo e lo andammo a prendere all’aeroporto di Baden-Baden e poi in auto fino a Strasburgo. La vigilia di Natale fu meravigliosa. Dopo il “ Cenone” andammo tutti in Cattedrale per la SS.Messa di Natale. Il 24, Santo Stefano e il 1° gennaio, Padre Ugo celebrò la S. Messa a casa, sulla tavola da pranzo addobbata per l’occasione ad altare.

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I miei figli, Yvon, Cindy e Paul-Joseph, rimasero incantati nel vedere questo Gesuita, un po’ curvo negli anni che parlava e ci faceva sentire viva la parola di Gesù in italiano, francese ed inglese. Avendo grossi problemi di vista fui costretto a leggergli il testo del messale oltre a fare il chierichetto.

Forse per la prima volta capirono cosa era la S.Messa e…….la voce del Signore. Furono giorni pieni di allegria, di pranzi luculliani non innaffiati di “Lacum-Ailek” che invece bevemmo nel 1950 nella mia casa romana di via Panama quando andammo con Padre Chiti insieme ad alcuni del 3° liceo! Vero…Manfredi Pio di Savoia ed Ugo Harvey? Peccato gli assenti: P.Chiti, Macrì e…Jatta (Fortunello).

Così arrivò il 2 gennaio 2005, giorno della partenza: Il distacco fu un po’ triste soprattutto per i miei figli che avevano tanta ammirazione per questo Padre così giovanile, così pieno di vitalità e…soprattutto per i discorsi così pieni di convinzione e di entusiasmo. Ora siamo soli; ma c’è il ricordo stupendo che sulla nostra mensa quotidiana si è svolta una cosa meravigliosa e soprannaturale: il sacrificio della S.Messa come fece Gesù nella ultima cena tanto che Leandra, mia moglie ed i miei tre figli dicono che la vera Messa è quella detta e celebrata da P. Ugo Mesini!

***

Il Padre Ugo Mesini S.I. sarà presente quest’anno alla Giornata degli Ex a Mondragone e questo con mia grande gioia.

Ennio Claudio de Angelis ( in collegio dal 1946 al 1950)

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La favola di Briciola di Carlo Fallace

La nostra attività di adozione dei cavalli dismessi, perché giudicati inutilizzabili, prevede non solo il loro pensionamento definitivo, ma anche il loro eventuale recupero e.la.loro.riabilitazione.

Il caso di Briciola sembra una favola.

Briciola si esibisce a Piazza di Siena

Alcuni mesi fa ci fu portata una cavallina haflinger, ritenuta definitivamente lesionata e quindi non più utilizzabile, che era stata adoperata in una scuderia di cavalli a nolo. Per sua fortuna una frequentatrice del posto, mossa a pietà, si era adoperata affinché la cavallina non fosse mandata al macello, ma consegnata a noi. Così ci arrivò su di un furgone, privo di rampa di carico e scarico, dal quale fu fatta saltare giù prima che ci si potesse rendere conto di quel che succedeva Camminava a fatica e per la lunga incuria i ferri erano incassati nell'unghia, che, crescendo, li aveva incorporati.

In uno dei posteriori al posto della forchetta c'era un buco, che faceva temere un cancro del fettone. Non conoscendone il nome, la chiamammo "Briciola".

Dopo averla sistemata in un bel box comodo e pulito, le togliemmo i ferri ( che fatica!) e dopo averle fatto un corretto pareggio dell'unghia abbiamo cominciato a curarla con amore e pazienza. Le abbiamo dovuto dedicare molto tempo, perché si muoveva malissimo e inciampava ogni tre passi. Quando veniva messa al prato con i suoi compagni, si muoveva a piccoli passi e non rispondeva ai loro inviti al gioco e alla corsa.

Allineata per gli onori

Ginnasticata giornalmente alla corda con un lavoro appropriato e mai più ferrata, Briciola cominciò pian piano a migliorare, finché fu in grado di trottare e galoppare e anche di sgroppare giocando con i suoi compagni. Scoprimmo, quasi incidentalmente, che nella sua avventurosa e triste vita precedente Briciola era stata attaccata. Decidemmo di fare una prova con un

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calessino che un amico ci mise a disposizione e il risultato fu sorprendente

Il Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri si congratula con il Prof.

Faillace

Il 26 maggio 2002, al termine del Concorso Ippico Internazionale di Roma, in una piazza di Siena in veste notturna, gremita di pubblico e resa ancor più suggestiva dalle luci dei riflettori e dalla musica dei valzer viennesi, Briciola si è esibita insieme agli altri attacchi del settore attacchi della F.I.S.E. trottando a volontà e applaudita come una "star" sul campo equestre più famoso d'Italia, calpestato dai più famosi cavalli della storia.

e... premia Briciola

Quando le luci di Piazza di Siena si sono spente, dopo essere stata prova vivente e testimonianza di come i cavalli possono essere salvati e recuperati, Briciola è tornata soddisfatta a casa, dove vive con i suoi compagni libera, felice e amata. Chissà, forse si sarà addormenterà nel suo box sognando la sua avventura di vita, che l'ha vista passare dalle stalle alle stelle

Briciola.premiata

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Carlo Faillace, Professore di storia antica e medievale e di lingue e letterature romanze, deve la sua cultura equestre alla Scuola di Equitazione Piero Dodi, (Società Ippica Romana), dove è stato allievo del M.llo Aurelio Landi e del Col. Giuseppe Chiantia. Ha, poi, prestato servizio militare come sottotenente nel IV Reggimento Carabinieri a Cavallo, agli ordini di Raimondo D'Inzeo. Ha pubblicato diversi articoli sull'equitazione, di carattere storico e tecnico. Ha fondato Proequo di cui è il presidente.

Vive in campagna con i suoi amici cavalli, cani e gatti. La sede operativa si trova ad Apecchio (PU). Tel.:0722.99342 e-mail: [email protected] Sito: http//www.proequo.it

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AD MAIORA !

Era l’anno di grazia 1936, i miei genitori dopo un passato matrimoniale alquanto burrascoso avevano deciso di separarsi. Con mio fratello Fabio, più grande di me di tre anni eravamo sbattuti a turno in giro tra i vari parenti. Alla fine dopo un lungo consiglio di famiglia, fu deciso che era necessario metterci in un buon collegio. Ma quale e dove? Questo era il problema. Ognuno secondo le proprie convinzioni civili o religiose disse la sua: alla fine mio padre scelse un nome misterioso e, almeno per me, inquietante: Mondragone collegio in quel di Frascati dei R.R.P.P Gesuiti; questa scelta fu forse l’unica volta che mio padre e mia madre furono d’accordo.

Camerata dei piccoli 1939 Padre Umberto

Damiani S.I. con Claudio Sabatini Comunque per me quei nomi Mondragone e Gesuiti erano fonte di notevole ansietà,per un ragazzino di appena nove anni facevano balenare terribili storie di sette segrete e di chissà quali altre diavolerie.

Assistevo rassegnato, ma non convinto, alla preparazione del corredo sul quale dalle nonne era cucita la matricola di collegiale rispettivamente per me 130 e per mio fratello 131 e qualche tempo prima dell’inizio delle lezioni scolastiche ci preparammo al grande passo: l’entrata in collegio! Erano quelli tempi di grande entusiasmo nazionale ci si preparava alla definitiva conquista dell’Impero, si cantava dovunque “Faccetta Nera” o “Roma rivendica l’impero” e noi giovani eravamo affascinati dalle divise color kaki e dai caschi coloniali dei nostri “legionari”. Con la occupazione di Addis Abeba il 5 Maggio del 1936 avevamo, tra l’altro, vendicato la sconfitta di Adua. Mio padre sentenziò: scivoleremo nell’abisso senza accorgercene. Fu purtroppo buon profeta per gli eventi dolorosi che seguirono negli anni a venire. Ci beffavamo delle”Inique Sanzioni”e della Società delle Nazioni che ce le avevano decretate, comunque tutto sembrava filare per il meglio. Ad onor del vero debbo dire che mio padre allora capitano di complemento dei Bersaglieri Richiamato alle armi fece completamente il suo dovere di ufficiale così come aveva fatto nella prima guerra mondiale, fu ferito in Grecia e promosso maggiore e poi tenente colonnello, si oppose con il suo battaglione bersaglieri scarsamente armati allo sbarco Alleato in quel di Licata. Prima di essere fatto prigioniero dagli Americani il suo Reggimento fu citato per eroismo sul bollettino di guerra. Ma torniamo alla mia entrata in quel di Mondragone.

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Ci condussero al collegio nostro zio Augusto Croci, proprietario di una grossa Lancia Artena e mio nonno paterno Paride, perchè mio padre era in servizio militare da qualche parte. Ancora oggi a tanta distanza di tempo ricordo i particolari del breve tragitto da Roma a Frascati: leggevo con trepidazione le indicazioni che annunciavano il Collegio. Una in particolare posta prima del molino Nobiloni che con una strana freccia segnalava il Mondragone. Arrivammo che i pochi convittori presenti a quella data, i primi giorni di ottobre,erano a ricreazione nel corridoio entrando a sinistra davanti a dove era il cinema. Mio fratello sparì quasi subito tra i più grandicelli ed io rimasi in compagnia della mia nostalgia verso la mia mamma che era dovuta restare a Roma. Era tutto nuovo per me ed aveva un sapore particolare che non saprei descrivere. Dopo cena, dette le orazioni, noi i più piccini fummo condotti in una grande camerata che a me sembrava sconfinata, poi si spensero le luci e rimase un tenue chiarore azzurrino. Mi rintanai sotto le coperte, forse avevo qualche luccicone agli occhi, ad un tratto emerso dal buio apparve la figura di un

Padre Gesuita, era la modesta figura di Padre Damiani, mio futuro prefetto, che mi fa una carezza e mi dice parole di conforto, poi come per una magia mi infila tra le coltri un grosso bambolotto raffigurante Topolino. Caro ed indimenticabile Padre Damiani, chi avrebbe mai pensato che tanti anni dopo questi avvenimenti ti avrei rivisto in televisione chiudere gli occhi alla salma di Moro, adagiato nel retro di una auto, in Via Caetani a Roma. Amarcord? Non credo: fa parte della nostra vita che è purtroppo costellata di tante assenze, (“desiderati sunt” citando Cesare, avrebbe detto Padre Mazzoni) ma anche fortunatamente di tante presenze che riescono ad allietare i nostri vecchi cuori di “superstiti”. Ad Maiora! Claudio Sabatini (in collegio dal 1936 al 1946)

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ARMIAMOCI E PARTITE ! (la filosofia di Giorgio Trombetti)

Un vecchio arabo residente negli States da più o meno quarant'anni vuole piantare delle patate nel suo giardino, ma arare la terra è diventato un lavoro troppo pesante per la sua veneranda età. Il suo unico figlio, Ahmed, sta studiando in Francia. Il vecchio manda una e. mail a suo figlio spiegandogli il problema: "Caro Ahmed sono molto triste perché non posso piantare patate nel mio giardino quest'anno, sono troppo vecchio per arare la terra. Se tu fossi qui tutti i miei problemi sarebbero risolti. So che tu dissoderesti la terra e scaveresti per me. Ti voglio bene. Tuo padre." Il giorno dopo il vecchio riceve una e. mail di risposta da suo figlio: "Caro papà, per tutto l'oro del mondo non toccare la terra del giardino! Lì è dove ho nascosto ciò che tu sai... Ti voglio bene anch'io. Ahmed". Alle 4 della mattina seguente arrivano la polizia, gli agenti dell’ FBI, della CIA, gli SWAT, i RANGERS, i MARINES, Steven Seagal, Silvester Stallone, Arnold Schwarzenegger ed i massimi esponenti del Pentagono che rivoltano il giardino come un guanto, cercando materiale per costruire bombe,antrace o qualsiasi altra cosa. Nontrovando nulla, se ne vanno con le pive nel sacco... Lo stesso giorno l'uomo riceve una mail da suo figlio: "Caro papà, sicuramente la terra adesso è pronta per piantare le patate. Questo è il meglio che ho potuto fare date le circostanze. Ti voglio bene, Ahmed."

(tradotto liberamente da un articolo su: O GLOBO scritto da Paolo Coelho)

Questa rubrica si basa su storie che giungono da tutto il mondo e da culture diverse ed esprime i tratti fondamentali della filosofia di Coelho.

È pubblicata anche in Messico, Argentina, Cile, Bolivia e Polonia.

Paolo Coelho (Rio de Janeiro 1947) prima che autore di best-seller è stato commediografo, direttore teatrale, hippy e noto autore di canzoni per alcune tra le più famose pop star brasiliane tra cui Elis Regina e Raul Seixas. Successivamente ha lavorato come giornalista e autore televisivo. Paulo Coelho è autore di una rubrica domenicale su "O Globo", uno tra i quotidiani a maggior tiratura in Brasile.

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LA CORRISPONDENZA DELL’ASSOCIAZIONE

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Telegramma al Sottosegretario Onorevole Silvano Moffa:

Memori di felici proficui contatti con gli auguri per il Nuovo Anno Le inviamo

vivissimi rallegramenti per la nomina che conferma l’importanza

del suo contributo all’opera del Governo.

Il Presidente Ferdinando Massimo ed i Consiglieri tutti della

Associazione Ex Alunni del Nobile Collegio Mondragone

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Caro.Vittorio, ti mando un saluto affettuoso (di questi tempi auguri e felicità varie mi sembrano fuori luogo) e ti comunico che ho spedito alla mailing list del mio sito web www.proequo.it questo appello alla solidarietà che mi hai mandato. Spero, in tal modo, di essere utile. Sto pensando a scrivere un articolo al quale unirlo e pubblicarlo come editoriale, così resta fisso nel sito. Tanto sarà una necessità che si protrarrà nel tempo. E poi c'è maggiore garanzia a mandare fondi ai nostri gesuiti che ai vari apparati burocratici, che disperderanno sicuramente molte risorse (vedi quello che hanno detto l'onorevole Bonino e la delegata ... della quale ora non ricordo il nome.

Io già mi interesso da anni al SET

(Student Educational Trust) che si occupa di permettere di seguire tutto l'iter scolastico dalle elementari all'università a ragazzi Tailandesi meritevoli, ma poveri.

Speriamo di riuscire a fare qualcosa di buono durante il 2005 non solo per gli animali, ma, nella situazione odierna, sopratutto per i nostri fratelli umani. A presto Carlo Faillace

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RICHIESTA notizie di Giuseppe Vaccario da parte del dr. Massimo Alvisi

Gent.mo Dott. Massimo Alvisi, con riferimento ad una sua e-mail in cui chiedeva notizie del suo familiare, solo adesso siamo riusciti a consultare il registro di classe del 1920 in cui risulta, come da allegato, che Giuseppe Vaccario entrò in collegio nel 1918 e che nel 1920 frequentava la 3 media. Altre notizie di archivio non siamo riusciti a trovare. Cordiali saluti Associazione Ex Alunni Nobile Collegio Mondragone.

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*********************************** Ringrazio vivamente per le notizie fornitemi, in relazione al mio familiare. E' un piccolo tassello, comunque utile...alla ricostruzione...ma molti ancora ne rimangono. Ad esempio sono riuscito a sapere che è emigrato in America...ma poco altro... comunque ancora grazie per quanto fatto. Distintamente

Massimo Alvisi.

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Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________ Abbiamo ricevuto la seguente comunicazione: Desidero avere notizie di Padre Caneparo. Prego comunicare inoltre a questo indirizzo Email xx l'importo della quota di iscrizione per l'anno 2005. Grazie Girolamo Piervitali

*** Al P. John Caneparo, un gesuita che si è prodigato nell'apostolato giovanile dopo gli anni '50, è stato intitolato il Palazzo delle Palestre di Ferrara. Lo ha comunicato la Giunta Comunale di Ferrara in data 24.08.2004, attraverso la lettera del Dirigente del Servizio Sport-Giovani che ha ricordato Padre. Caneparo s.i. come una persona “che per tanti anni ha generosamente promosso lo sport nella nostra città stando vicino ai giovani con totale e umile dedizione". La consegna della struttura con la targa commemorativa è stata rimandata alla fine dei lavori di ristrutturazione

*** Caro Segretario, Ringrazio per la comunicazione. A distanza di tanti anni, ricordo il P. Caneparo con affetto. Ci voleva bene. Fu lui che si accorse che avevo un difetto alla vista, ed in seguito portai gli occhiali. Verificava che avessi fatto i compiti, specialmente di latino, dove ero un po' debole. Mi mandava da fratel Corsi per la medicazione alla gola. Con quella sua aria un po' triste, ma rassicurante, si occupava di tutti noi e per tutti aveva una parola adatta, anche quando mi puniva con una mezz'ora di silenzio. Riposi in pace il nostro terreno angelo custode di quell'epoca. Un saluto. Girolamo Piervitali (in collegio dal 1950 al 1951)

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Il carro ha effettivamente ricevuto il 1° premio per il Carnevale di Rio 2005. Caro Vittorio, hai ragione: quando è Carnevale non ci sono regole né orari. Alle 5 di questa mattina vedendo dal mio terrazzo la sfilata del Carnevale di Rio ho ammirato il carro di Beija-Flor che quest'anno ha avuto come tema la Compagnia di Gesù che convertiva i Guarnì -popolo indio indigeno del Brasile- . Ti traduco alcune delle parole cantate nella sfilata : “la Compagnia di Gesù ristabilisce la fede e semina la pace-i gesuiti vennero da oltre-mare a catechizzare e a civilizzare con la forza della fede- ho sentito la voce di questi missionari, in quest'angolo del Brasile, dove hanno costruito sette Missioni di amore”. Mi potevo perdere un'occasione del genere? Anche per testimoniare, non ti pare ? Beija- Flor è una delle" Escolas de samba" più grandi e prestigiose del Carnevale di Rio, ha sfilato con 4500 persone . Ha vinto già le ultime due volte e, quest'anno, potrebbe essere tricampione, se Sant' Ignazio l'aiuta. Giorgio Trombetti

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Il Signor Paolo Migneco ci invia questa e-mail

Sarei interessato a trovare sommarie notizie sul Rev. Lorenzo Rocci, autore del noto Vocabolario greco e già docente presso codesto.Istituto. Dove posso trovarle? Mi basterebbero date di nascita e morte, luoghi di residenza e simili. La ricerca è finalizzata ad individuare possibili contatti di studio con Giovanni Luzzi, che diresse la redazione della Riveduta, in quanto, curiosamente, il Rocci richiama, alla voce eulàbeia del Vocabolario, Eb 5,7 e ne dà la traduzione che soltanto la Riveduta usa. Grazie e cordiali saluti. Gentile Signor Paolo Migneco, chi Le risponde è il segretario dell'Associazione Ex Alunni del Nobile Collegio Mondragone chiuso nel 1953. In riferimento a quanto richiesto inviamo in allegato tre pagine copiate dal giornale che

si stampava in collegio che riguardano in parte notizie di Padre Lorenzo Rocci S.I. Se vuole avere notizie più approfondite è meglio rivolgersi al webmaster della Compagnia di Gesù: Padre Tiziano Repetto S.I. L’indirizzo per la posta e-mail è il seguente: [email protected] Distinti saluti. *** Ill.mo Sig. Segretario, Le sono infinitamente grato della rapidità e della cortesia della risposta. Ho già letto quanto mi ha inviato ed ho chiesto qualche integrazione al Rev.do Tiziano Repetto.

Molti cordiali saluti ed auguri

Paolo Migneco

Gentile responsabile, sono una ricercatrice del Museo d'arte moderna e contemporanea "Arte e Spiritualità" di Brescia. Mi permetto di disturbarla in quanto sto cercando informazioni su un artista di nome Lorenzo Gigotti. Attraverso una prima ricerca nel web ho scoperto che è nato a Roma nel 1908. Il motore di ricerca mi ha poi inviato nel vostro sito dove ho visto che nell'elenco

degli alunni figura un Micheli Gigotti Lorenzo iscritto nel 1917. Volevo dunque sapere se erano in vostro possesso altre informazioni riguardo la biografia di questo artista e nel caso poterle conoscere. Ringraziandola d'anticipo per l'attenzione che vorrà prestare a questa richiesta colgo l'occasione per porgerle distinti saluti. Roberta Simonetto

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VIAGGIO IN ANTARTIDE dell’ Ambasciatore Luca Cortese

Ho lavorato per oltre quarant’anni nella carriera diplomatica, interessandomi delle questioni più diverse e ficcando il naso un po’ dovunque nei quattro angoli del mondo, ivi compreso l’Oceano Artico, ma non quello Antartico; per uno strano caso del destino, in questi ultimi tre anni mi sono invece occupato di Antartide. Un mio recente viaggio in quel continente sembra avere suscitato la curiosità di alcuni amici, ai quali ho mostrato con sfacciato orgoglio le fotografie diapositive del viaggio; la Direzione de “Il Mondragone” è giunta a chiedermi addirittura di pubblicare un articolo in proposito: e la cosa mi ha profondamente lusingato….

Grazie alla mia proverbiale pigrizia l’articolo non avrebbe mai visto la luce, se non fosse che l’offerta di Vittorio Spadorcia ha solleticato la mia vanità: la quale

naturalmente ha avuto la meglio sulla pigrizia. Quella che segue è una sintesi della breve relazione redatta al mio ritorno in patria. Ciò serve a spiegare, fra l'altro, lo stile un po’ burocratico del linguaggio e l’assenza di riferimenti agli aspetti più entusiasmanti e più poetici di quel viaggio e cioè la descrizione dei paesaggi e delle caratteristiche assolutamente eccezionali di quell’ambiente. In verità gli scenari che si pongono alla vista del visitatore, l’immensità degli spazi, la maestosità dei ghiacci, le straordinarie variazioni della luce (che in quella stagione non incontra mai la notte), gli improvvisi incontri con i vari esemplari della fauna locale, gli indescrivibili silenzi del continente bianco, tutto questo provoca nello spettatore sensazioni profonde, che sono difficili da descrivere ma che per la loro eccezionalità e grandiosità costituiscono un’esperienza straordinaria, sconvolgente e

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Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________ stimolante; insomma – per banale che possa sembrare l’espressione – un’esperienza davvero unica ed indimenticabile. Per chi non fosse molto addentro alla questione potrà forse essere utile ricordare che lo “status” del continente antartico è regolato da un Trattato internazionale, firmato a Washington nel 1959, al quale l’Italia ha aderito nel 1981, e nel cui ambito si è venuto creando un complesso reticolo di istituzioni ed organismi multilaterali – a loro volta basati su Accordi di natura settoriale (protezione delle foche e degli uccelli marini, limitazioni della pesca, divieto di sfruttamento di risorse minerarie, ecc) – che è stato definito il Sistema del Trattato Antartico. Semplificando un poco le cose, si può dire che il Trattato ha stabilito tre princìpi essenziali: 1) l’Antartide è di tutti e pertanto nessun Paese può avanzare pretese territoriali; 2) l’Antartide può essere utilizzato esclusivamente a fini pacifici: è quindi proibita ogni installazione di basi militari nonché l’uso delle medesime per scopi militari; 3) viene affermata l’esigenza dello scrupoloso rispetto dell’ambiente, in tutte le sue componenti, di questo continente, che è l’unico rimasto finora incontaminato. E’ viceversa consentita, ed anzi incoraggiata con ogni mezzo, la ricerca scientifica in tutti i campi, in vista della quale gli stati firmatari sono sollecitati a sviluppare fra loro la massima collaborazione possibile. Nella seconda metà di novembre dello scorso anno, su invito dei dirigenti del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA), mi sono recato a visitare la base antartica italiana, ubicata a Baia Terranova, sul Mare di Ross. L’invito mi era stato rivolto a suo tempo dal Direttore del suddetto Programma nella mia qualità di responsabile presso il Ministero degli Esteri del settore antartico nonché di Capo della

delegazione italiana alle numerose riunioni internazionali che si svolgono nel contesto del Sistema del Trattato Antartico.

La decisione di accettare l’invito era maturata soprattutto in considerazione dell’opportunità di rendere esplicito, con un gesto concreto, l’interesse per l’attività svolta in Antartide dai vari operatori italiani del settore, manifestato da parte del Ministero degli Esteri, organo deputato alla gestione di tutti i rapporti a livello internazionale nelle materie disciplinate dal Trattato Antartico. La scelta dei tempi del viaggio è stata determinata dall’esigenza di ridurre al minimo i relativi costi. Nella prima metà di novembre, infatti, lo scrivente si trovava in Tasmania per guidare la delegazione italiana alla riunione annuale del CCAMLR (Convenzione per la Conservazione delle Specie Marine Viventi in Antartide) ed era conveniente approfittare, per il successivo trasferimento in Antartide, del volo (a costo zero per l’Amministrazione) effettuato per mezzo dell’aereo da trasporto militare (un C-130 noleggiato dal PNRA) che nel periodo novembre-gennaio collega - sia pure con periodicità alquanto irregolare - la base antartica italiana con la Nuova Zelanda. Mi sono pertanto recato a Wellington e da lì a Baia Terranova, trattenendomi per diversi giorni presso la base italiana ed impiegando il tempo in una approfondita e minuziosa visita, oltre che delle sistemazioni e dei laboratori della base, anche di tutte le

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Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________ installazioni, gli osservatorii ed in generale i siti “esterni”, distribuiti in un raggio di parecchie decine di chilometri intorno alla base e contenenti le più diverse apparecchiature ed i più sofisticati strumenti di misurazione scientifica. La visita, grazie anche all’estrema disponibilità e competenza del personale della base, si è rivelata di eccezionale interesse; e vale la pena riassumerne qui di seguito taluni aspetti, ponendo in luce le principali caratteristiche della nostra stazione antartica e delle attività che vi si svolgono. Il Programma italiano di ricerca in Antartide, posto sotto l’egida del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, include numerose discipline, fra le quali si annoverano geologia, vulcanologia, sismologia, glaciologia, scienze della Terra, fisica dell’atmosfera, oceanografia, cosmologia, biologia, medicina, scienze dell’ambiente, tecnologie varie, ecc. Nel corso del suo sviluppo il programma è stato sempre più orientato verso studi multidisciplinari aventi per oggetto fenomeni globali, in particolare quelli che avvengono all’interno dell’atmosfera, della biosfera e della geosfera. L’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA) provvede, d’intesa con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e con altri Istituti nazionali per i contenuti scientifici, all’attuazione del programma, nell’ambito di un Consorzio di recente istituzione. Numerose Università ed Istituti di ricerca italiani (Osservatorio Geofisico Sperimentale, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ecc.) garantiscono la fornitura del personale e della strumentazione.

Vari Ministeri sono pure coinvolti nella realizzazione del Programma. Il Ministero della Difesa, ad esempio, provvede ad assegnare alle spedizioni personale specializzato ed a sviluppare temi di ricerca specifici quali l’idrografia (Istituto Idrografico della Marina), la cartografia (Istituto Geografico Militare Italiano) e la meteorologia (Aeronautica Militare). Il Ministero degli Affari Esteri svolge naturalmente la funzione politico-diplomatica dell’Italia alle riunioni internazionali nel quadro del Trattato Antartico.

Il PNRA ha portato finora a termine, tra il 1985 e il 2005, venti campagne scientifiche nazionali, realizzando dapprima a Baia Terranova una base permanente sulla costa antartica ed avviando quindi la costruzione di una seconda base (denominata “Concordia”), in collaborazione con la Francia, nell’interno del Continente.

La base italiana di Baia Terranova - ora denominata Stazione “Mario Zucchelli”, in memoria dell’uomo che è stato al tempo stesso la mente ed il braccio instancabile del PNRA per molti anni e che è recentemente scomparso - si trova sulla costa della Terra Vittoria settentrionale, sul Mare di Ross, ed è costruita su una piccola penisola, che

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Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________ dispone di agevole accesso al mare: in tal modo la nostra nave polare, la “ITALICA”, che ogni anno giunge dall’Italia con il materiale destinato alla campagna di ricerca, può avvicinarsi alla riva, nel breve periodo in cui la crosta di ghiaccio si scioglie (gennaio-febbraio), procedendo alle operazioni di carico e scarico.

La stazione, che è in funzione durante

l’estate antartica (ottobre-marzo), è utilizzata anzitutto per fornire l’alloggio al personale durante le spedizioni annuali (circa 70 persone); quindi per assicurare il supporto logistico ai ricercatori che operano in campi lontani dalla base e infine per le attività di laboratorio (chimica, biologia, geologia, elettronica e calcolo, ecc.).

I servizi della base includono una sala radio; infermeria e pronto soccorso; locali mensa e per il tempo libero; magazzini di ogni genere; officine; serbatoi di kerosene e di gas liquido, ecc.

Completano le attrezzature della base una serie di osservatorii permanenti per il magnetismo terrestre, le misure ionosferiche, i movimenti sismici, le maree, i riferimenti geodetici e un’intera rete, sorvegliata da satellite, di stazioni meteorologiche, che copre l’intera regione.

Un importante traguardo tecnologico è

stato raggiunto con l’attivazione a Baia Terranova di una stazione automatica che resta in funzione per tutti i mesi invernali in cui la base è chiusa. Questi dispositivi automatici hanno finora coperto con pieno successo gli intervalli invernali. La base italo - francese di “Concordia”, in parte già operativa ed in parte tuttora in fase di sviluppo, si trova invece a circa 1200 km dalla costa ed a 3230 m di altitudine, in una zona denominata “Dome C”. A partire dalla fine di quest’anno la base sarà pienamente operativa e potrà rimanere aperta tutto l’anno (con punte di temperature esterne, a luglio-agosto, di 70 gradi sotto zero!). Molti programmi di ricerca nella nuova stazione (astrofisica, fisica dell’atmosfera, sismologia, climatologia, ecc.) hanno in realtà già avuto inizio utilizzando l’attuale campo estivo.

A Concordia italiani e francesi hanno

avviato un’attività scientifica di particolare rilievo: la trivellazione profonda del ghiaccio, il recupero e lo studio delle “carote” estratte, nell’ambito del programma EPICA. L’attività di carotaggio, che si appoggia ad un campo per ora solo estivo, è giunta ad una profondità di scavo record di quasi 3 Km (2850 m) dove il ghiaccio ha un’età di quasi un milione di anni.

Finora l’Italia ha investito nel PNRA

circa 480 milioni di euro: in questa somma rientrano le spese per le ricerche in

Antartide o sull’Antartide nonché per

l’organizzazione delle spedizioni annuali, la

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Il Mondragone _____________________________________________________________________________________________ costruzione della base nazionale a Baia Terranova e di quella italo-francese a Dome C. Sono state messe a punto tutte le tecnologie necessarie ed è stato sviluppato un programma mirato a comprendere non soltanto i fenomeni peculiari dell’Antartide, ma anche quelli di portata globale, così da raggiungere obiettivi che sono comuni a tutta la comunità internazionale.

L’elenco delle ricerche effettuate o in corso di attuazione è pressoché infinito, perché l’Antartide offre a quasi tutte le discipline scientifiche spunti d’interesse. Ci si potrebbe a questo punto domandare fino a quando dovrebbe durare questo impegno nazionale. Il Protocollo di Madrid fissa al 2041 la data (minima) fino alla quale i Paesi firmatari si sono impegnati ad uno scrupoloso rispetto ambientale nel continente. E’ evidente che un Paese come l’Italia, che ha acquisito notevolissime competenze e posizioni internazionali di grande prestigio, non dovrà rischiare di disperdere in alcun modo questo patrimonio.

Dalla visita è emerso chiaramente, fra le altre cose, che per un Paese come il nostro lavorare in Antartide significa confrontare il proprio programma scientifico con quelli dei migliori Istituti polari al mondo. L’Antartide è una sorta di crocevia per gli scienziati di tutte le nazionalità.

La raccolta di dati e campioni e l’attività

degli osservatori permanenti, anno dopo anno, genera in ogni Paese - e quindi anche in Italia - una vasta ricaduta di ricerche collegate; mentre, su scala internazionale, diviene sorgente di fruttuose collaborazioni, che arricchiscono in definitiva l’insieme delle conoscenze e delle capacità di tutti e di ciascuno.

Questa breve relazione non può

concludersi senza che sia posto in rilievo un elemento che, più di ogni altro riscontrato in questo viaggio, è apparso di singolare valore allo scrivente tanto per il suo significato intrinseco quanto per le implicazioni circa l’immagine dell’Italia sul piano internazionale. Si tratta dell’elemento umano presente a Baia Terranova, caratterizzato nella stragrande maggioranza dei casi, a tutti i livelli ed in tutti i settori, da un indice eccezionalmente elevato di impegno professionale e morale, con esempi assai edificanti di dedizione, di passione e di disponibilità alla collaborazione più aperta.

Verso gli operatori della base antartica italiana chi scrive ha un enorme debito di gratitudine per il modo in cui è stata resa possibile questa visita che ha costituito una delle più affascinanti esperienze che mi siano capitate nella vita.

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E’ praticamente impossibile illustrare con quali doti di sapienza, di pazienza, di abilità e di tenacia queste persone mi hanno fatto conoscere questo mondo fantastico, con viaggi di ore sulle motoslitte, sugli elicotteri e sui piccoli aerei (con i pattini per l’atterraggio), in giro per montagne e ghiacciai, alternando le più dotte spiegazioni scientifiche sulle loro ricerche ai momenti di spensieratezza e di allegria come se si fosse trattato di tranquille gite in tempi di vacanza.

Impossibile esprimere le emozioni provate nel vedere dall’elicottero centinaia di foche sul pack con i propri cuccioli; nell’ammirare ghiacciai “azzurri” al sole, grandi trenta volte quelli cui siamo abituati sulle Alpi; nell’osservare le splendide orche marine avvicinarsi a pochi metri dal bordo del pack; o nel trovarsi da solo e per alcune ore “a colloquio” con una straordinaria colonia di pinguini Imperatore - oltre 15.000 con molte centinaia di cuccioli - bellissimi, pieni di dignità, per nulla impauriti, ma anzi pieni di curiosità e di voglia di fraternizzare…

A queste persone, insolitamente impegnate, competenti e motivate, il sottoscritto crede di avere portato un tangibile segno dell’interessamento ed incoraggiamento della nostra Amministrazione, ricevendone in cambio - al di là delle motivazioni per una autentica gratificazione sotto il profilo del mio proprio interesse personale e professionale - la manifestazione da parte loro di una implicita quanto legittima aspirazione a vedere sempre meglio compresa e valorizzata la loro opera al servizio del Paese e della scienza.

Luca Cortese ( in collegio dal 1949 al 1953)

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LO “SPIRITO” DEI GESUITI

Un gesuita ed un domenicano, provenienti da Curie diverse si incontrarono nello stesso convento per il periodico ritiro spirituale. I due, entrambi accaniti fumatori, non si conoscevano. Il primo giorno, passeggiando col breviario in mano nel chiostro del convento, il domenicano vide che il gesuita spipacchiava beatamente le sue sigarette durante la lettura. Passeggiando e pregando sui lati opposti del chiostro, i due non si incontravano mai... Il domenicano, cui era stato proibito dal Priore di fumare, si poneva l'interrogativo come mai il gesuita fumasse così tranquillo. Il secondo giorno, nervoso e con le guance rosse per mancanza di nicotina, il domenicano accelerò il passo fin quasi a raggiungere il gesuita e inspirando voglioso le nuvolette di fumo emesse dall'altro decise di fermarlo e di parlargli:

"Ma a te il Superiore ha dato il permesso di fumare?". E il gesuita: "Certo!". Il domenicano: "E allora perché a me no?". Il gesuita: "Ma tu che gli hai chiesto?". Il domenicano: "Bèh, gli ho chiesto se, durante la preghiera potessi fumare... e me lo ha negato!!!". E il gesuita: "E' qui che hai sbagliato, fratello, infatti io gli ho chiesto se mentre fumavo potessi anche pregare..." *** Betlemme anno Zero. Il Bambino sentendo il fiato caldo del bue e dell'asinello si volta e sorride... Dice "Ah... e sarebbe questa la Compagnia di Gesù?". *** Un giorno un tale chiede ad un gesuita: "Perché voi gesuiti rispondete sempre a una domanda con un'altra domanda?" E il padre: "Chi le ha detto questa falsità?". *** Quali sono le tre cose che neppure il Padreterno conosce? 1) Da dove prendono i soldi i salesiani. 2) Quanti sono gli ordini femminili 3) Che cosa pensano i gesuiti.

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ABBIAMO RICEVUTO:

Vancouver, 2 maggio 2005 Ho ripreso dagli “Archivi” di casa la foto che avevo in mente di mandare. Questa è la squadra che ha partecipato a quella specie di campionato formato da squadre frascatane e la San Giorgio. Mondragone si era appena riaperto (la guerra non era ancora finita, Roma era stata liberata l’anno precedente) e le varie squadre di Frascati erano state messe insieme da alcuni patiti di calcio e non so chi avesse proposto questo torneo al Rettore. Alberto Parisi era il prefetto dei “grandi”, era l’anno in cui ebbe quel terribile incidente con le bobine del film che gli si incendiarono bruciandogli il volto e le mani. Si giocava in nove, come potete vedere. Non so se a causa del nostro campo, in po’ piccolo, o a causa della mancanza di giocatori frascatani che cominciavano a riorganizzarsi. Nella foto dalla sinistra in piedi: Jak Serreqi, Fiorello Silla, Giacomo Attolico, Delmirani, Gianni Salaroli (detto Cavallo), Fratel Nieto, xxx, Enzo Paoletti. In prima fila: Leonardo Silla, xxx, Di Stefano, Tommy Maglione, Stefano Maresca di Serracapriola. Fiorello Silla giocava in difesa ma era un giocatore completo, decisamente il migliore.

Attolico e Salaroli facevano da P.R. e non so che facessero oltre che farsi fotografare: Delmirani era nell’ordine dei gesuiti e non ricordo come mai stesse a Mondragone, ma aveva la reputazione di buon giocatore…devo dirvi che ricordo poco di lui. Fratel Nieto era venuto dalla Spagna e lavorava con Cuccumetta: aveva un tiro tanto micidiale quanto impreciso, ma in campo era piccolo e perciò la sua presenza abbastanza utile. Paoletti si era poi laureato in ingegneria, molto bravo, e morì in un incidente aereo. Era il più alto e molto atletico, solido in mezzo campo dove giocavo anch’io. Nando Silla, il più piccolo di statura, molto attivo, teneva i collegamenti tra attacco e mediani. Maresca, sempre molto controllato. Buon dribbling, non aveva un gran tiro in porta…ma c’era Nieto. Formazione (come me la ricordo): Portiere: Tommy Maglione Difesa: Fiorello Silla, xxx, Di Stefano Centro campo (mediani): Delmirani, Paoletti, Serreqi Attacco: Leonardo Silla, Nieto, Maresca Salutini ai nostri amici Jak Serreqi ( in collegio dal 1938 al 1948)

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Padre Enea Cassoni 1940-42

Padre Donato Mazzoni S.I.

Padre Paolo Chiti S.I.

Padre Alessandro De Giudici-Albergotti Rettore 1935-41 1950-53

Padre De Ganthuz-Cubbe Ministro 1937-41 Rettore 1942-1943

Hanno collaborato a questo numero: Luca Cortese

Ennio Claudio de Angelis Carlo Faillace

Padre Tiziano Repetto S.I. Claudio Sabatini

Jak Serreqi Vittorio Spadorcia Rolando Tonarelli Giorgio Trombetti

Fabio Valerj

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