Numero speciale 30 novembre 2017 - unisob.na.itCup regionali, con un montepremi complessivo di circa...

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ella Start Cup Cam- pania che avuto l’onore di dirigere, sono confluite idee innovative nate in quel formidabile laboratorio di ricerca, studio e sperimentazione costituito dal sistema universita- rio regionale. Sette atenei hanno lavorato insie- me per trasformare idee in atti- vità imprenditoriali, offrendo un servizio al territorio. Ed è proprio con questo territorio vivo e proat- tivo che la Start Cup tesse siner- gie, come è testimoniato dal sup- porto ricevuto dall’imprenditoria locale, dai business angels, dagli specialisti in startup innovative, dagli istituti bancari, dagli ordi- ni professionali, dalle istituzioni pubbliche e private, dagli enti territoriali. Un dato interessante di quest’an- no è stato fornito dalla nutrita partecipazione di gruppi prove- nienti dai poli umanistici, con un forte incremento di progetti social: e questa presenza di ri- cercatori e aspiranti stratupper di formazione umanistica esal- ta le potenzialità, l’operatività e l’interesse del Premio, aprendo alle contaminazioni tra saperi e a nuovi orizzonti di sviluppo. Il bilancio è dunque positivo ma il percorso è appena cominciato: le start up già inserite nel percor- so saranno accompagnate nel mondo del lavoro attraverso pre- sentazioni e incontri. Intanto i vincitori di Start Cup Campania si misureranno pro- prio qui a Napoli, all’interno del Premio Nazionale dell’Innova- zione, con i vincitori delle Start Cup delle altre Regioni, in un incontro di grande portata e di grandi speranze. La storia e le novità della Coppa dei Campioni delle nuove imprese raccontata da chi ha sempre seguito la competizione: Mario Raffa. Il referente nazionale del Pni si dice entusiasta della scelta di accogliere ancora una volta, dopo dieci anni, la competizione. Spiega perché il campus universitario di San Gio- vanni a Teduccio rappre- senta «la Napoli che ce l’ha fatta» e individua nei sape- ri umanistici il motore per rendere in futuro le startup sempre più competititve e innovative. La startup spin-off dell’Uni- versità di Napoli Federico II, fondata da Flavio Farroni (nel- la foto a sinistra), Francesco Timpone e Aleksandr Sakhne- vych, ha vinto il premio spe- ciale Shark Bites alla scorsa edizione del Premio naziona- le dell’Innovazione. Un anno dopo MegaRide già lavora con importanti aziende del settore motorsport, come Ducati che ha stretto con il team napoleta- no una partnership biennale. I tre giovani ingegneri difendo- no la scelta di restare a Napoli e rilanciano: «Vogliamo trattene- re i talenti in questa città, culla di idee innovative». Così gli atenei fanno squadra per l’innovazione IL SALUTO Raffa: «Perchè a Napoli» Futuro, 65 idee pronte per l’uso Industria 4.0, competenze digitali, oc- cupazione giovanile, ma anche svilup- po dell’innovazione e università come motori di sviluppo imprenditoriale. Parole che acquistano vita, spessore e realtà nella due giorni Connecting to the Future, che Napoli è pronta a ospitare il 30 novembre e 1° dicembre. In occa- sione della 15ma edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, il campus del dipartimento di Ingegneria dell’U- niversità Federico II di San Giovanni a Teduccio si fa cornice della più grande e capillare business plan competition d’Italia. Protagonisti i migliori progetti d’im- presa hi-tech italiani nati in ambito universitario, provenienti dalle 17 Start Cup regionali, con un montepremi complessivo di circa 1,6 milioni di euro. Le finaliste sono state scelte tra oltre 500 candidature presentate da quasi 2800 aspiranti imprenditori. Riguardano gli ambiti di energia, industria, salute e informatica. Rappresentano il meglio di quel mondo universitario in grado di dare vita a oltre il 20 per cento delle startup innovative in Italia. Per questo inseguono quattro premi settoriali di 25mila euro ciascuno. Riconoscimento più ambito il Pni, che garantirà all’isti- tuzione accademica di provenienza la Coppa Campioni Pni e al progetto vin- citore un ulteriore riconoscimento di 25mila euro da reinvestire nelle proprie attività hi-tech. Ma l’edizione 2017 sarà caratterizzata anche da numerosi eventi sulle temati- che di business, innovazione e cultura: dagli Incontri tra espositori, investitori, imprenditori e manager alle testimo- nianze di storie d’impresa di successo al femminile. Un evento per connettersi al futuro tessendo un fil rouge che metta in rete università, impresa, finanza, ponendo l’innovazione a comun denominatore. N Anna Capasso pag. 2 Mariavaleria del Tufo Alla Apple Academy di San Giovanni si sfidano le migliori startup universitarie italiane Più di 1 milione e mezzo di finanziamenti per il 15esimo Pni Parla il referente nazionale del Pni 2017 Periodico della Scuola di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli diretto da Marco Demarco Numero speciale 30 novembre 2017 Sono sanità e ambiente i settori più esplorati Il chip anti-contraffazione, l’orologio per monitorare il Parkinson, il polsino “rileva-diabete”, organi stampati in 3D. Queste alcune delle idee presenti al Pni. Esposito, Lamorte, Missione pagg. 2 e 4 I progetti Carolina Mautone pag. 3 «Noi già scelti dalla Ducati» Flavio Farroni è uno dei vincitori del 2016 Davide Uccella

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ella Start Cup Cam-pania che avuto l’onore di dirigere, sono confluite idee innovative nate in

quel formidabile laboratorio di ricerca, studio e sperimentazione costituito dal sistema universita-rio regionale. Sette atenei hanno lavorato insie-me per trasformare idee in atti-vità imprenditoriali, offrendo un servizio al territorio. Ed è proprio con questo territorio vivo e proat-tivo che la Start Cup tesse siner-gie, come è testimoniato dal sup-porto ricevuto dall’imprenditoria locale, dai business angels, dagli specialisti in startup innovative, dagli istituti bancari, dagli ordi-ni professionali, dalle istituzioni pubbliche e private, dagli enti territoriali. Un dato interessante di quest’an-no è stato fornito dalla nutrita partecipazione di gruppi prove-nienti dai poli umanistici, con un forte incremento di progetti social: e questa presenza di ri-cercatori e aspiranti stratupper di formazione umanistica esal-ta le potenzialità, l’operatività e l’interesse del Premio, aprendo alle contaminazioni tra saperi e a nuovi orizzonti di sviluppo.Il bilancio è dunque positivo ma il percorso è appena cominciato: le start up già inserite nel percor-so saranno accompagnate nel mondo del lavoro attraverso pre-sentazioni e incontri. Intanto i vincitori di Start Cup Campania si misureranno pro-prio qui a Napoli, all’interno del Premio Nazionale dell’Innova-zione, con i vincitori delle Start Cup delle altre Regioni, in un incontro di grande portata e di grandi speranze.

La storia e le novità della Coppa dei Campioni delle nuove imprese raccontata da chi ha sempre seguito la competizione: Mario Raffa. Il referente nazionale del Pni si dice entusiasta della scelta di accogliere ancora una volta, dopo dieci anni, la competizione.

Spiega perché il campus universitario di San Gio-vanni a Teduccio rappre-senta «la Napoli che ce l’ha fatta» e individua nei sape-ri umanistici il motore per rendere in futuro le startup sempre più competititve e innovative.

La startup spin-off dell’Uni-versità di Napoli Federico II, fondata da Flavio Farroni (nel-la foto a sinistra), Francesco Timpone e Aleksandr Sakhne-vych, ha vinto il premio spe-ciale Shark Bites alla scorsa edizione del Premio naziona-le dell’Innovazione. Un anno dopo MegaRide già lavora con

importanti aziende del settore motorsport, come Ducati che ha stretto con il team napoleta-no una partnership biennale. I tre giovani ingegneri difendo-no la scelta di restare a Napoli e rilanciano: «Vogliamo trattene-re i talenti in questa città, culla di idee innovative».

Così gli ateneifanno squadra per l’innovazione

IL SALUTO

Raffa: «Perchè a Napoli»

Futuro, 65 idee pronte per l’uso

Industria 4.0, competenze digitali, oc-cupazione giovanile, ma anche svilup-po dell’innovazione e università come motori di sviluppo imprenditoriale. Parole che acquistano vita, spessore e realtà nella due giorni Connecting to the Future, che Napoli è pronta a ospitare il 30 novembre e 1° dicembre. In occa-sione della 15ma edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione, il campus del dipartimento di Ingegneria dell’U-niversità Federico II di San Giovanni a Teduccio si fa cornice della più grande e capillare business plan competition d’Italia.

Protagonisti i migliori progetti d’im-presa hi-tech italiani nati in ambito universitario, provenienti dalle 17 Start Cup regionali, con un montepremi complessivo di circa 1,6 milioni di euro. Le finaliste sono state scelte tra oltre 500 candidature presentate da quasi 2800 aspiranti imprenditori. Riguardano gli ambiti di energia, industria, salute e

informatica. Rappresentano il meglio di quel mondo universitario in grado di dare vita a oltre il 20 per cento delle startup innovative in Italia. Per questo inseguono quattro premi settoriali di 25mila euro ciascuno. Riconoscimento più ambito il Pni, che garantirà all’isti-tuzione accademica di provenienza la Coppa Campioni Pni e al progetto vin-citore un ulteriore riconoscimento di 25mila euro da reinvestire nelle proprie attività hi-tech.

Ma l’edizione 2017 sarà caratterizzata anche da numerosi eventi sulle temati-che di business, innovazione e cultura: dagli Incontri tra espositori, investitori, imprenditori e manager alle testimo-nianze di storie d’impresa di successo al femminile.

Un evento per connettersi al futuro tessendo un fil rouge che metta in rete università, impresa, finanza, ponendo l’innovazione a comun denominatore. 

N

Anna Capasso pag. 2

Mariavaleria del Tufo

Alla Apple Academy di San Giovanni si sfidano le migliori startup universitarie italiane

Più di 1 milione e mezzo di finanziamenti per il 15esimo Pni

Parla il referente nazionale del Pni 2017

Periodico della Scuola di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli diretto da Marco Demarco

Numero speciale 30 novembre 2017

Sono sanità e ambientei settori più esploratiIl chip anti-contraffazione, l’orologio per monitorare il Parkinson, il polsino “rileva-diabete”, organi stampati in 3D. Queste alcune delle idee presenti al Pni.

Esposito, Lamorte, Missione pagg. 2 e 4

I progetti

Carolina Mautone pag. 3

«Noi già scelti dalla Ducati»Flavio Farroni è uno dei vincitori del 2016

Davide Uccella

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«San Giovanni rappresen-ta la Napoli che ce l’ha fatta». Così Mario Raffa, referente nazionale del Premio nazio-nale dell’Innovazione (Pni), esprime entusiasta la scel-ta di ospitare nel capoluogo campano la 15esima edizione della competizione. Dopo 10 anni Napoli ospita una due giorni che vedrà confrontarsi i migliori progetti d’impresa hi-tech italiani nati in ambito universitario.

Com’è nato il Pni?«Nel 2003 prendemmo d’e-

sempio una competizione che si organizzava a Oxford e Cambridge tra studenti, do-centi e ricercatori. Si sfidavano nell’ideare un prodotto o un servizio che veniva poi valuta-to da una giuria di esperti per verificare se aveva le caratteri-stiche per andare sul mercato. A valutarli non erano profes-sori ma investitori, imprendi-tori e business angels. Ci siamo rifatti a questo modello. Il suc-cesso fu incredibile. Nel giro di 3 anni dovemmo cambiare lo Statuto per l’ampia adesione. Nel 2003 partimmo con 5 uni-versità: il Politecnico di Tori-no e di Milano, il Sant’Anna di Pisa, il Tor Vergata e la Federi-co II. Dopo 3 anni erano già 20 le università partecipanti, oggi ne sono 45».

In cosa consiste?«È una festa dell’innovazio-

ne. Una festa di chi mette in-

Raffa: «La nuova frontiera?Innovare in campo umanistico»Anna Capasso

Sono cinque le startup campane in corsa

sieme creatività e business. Si tratta di una coppa dei cam-pioni delle nuove imprese, na competizione che ha lo scopo di promuovere e diffondere la cultura imprenditoriale in am-bito accademico, e stimola il dialogo tra ricercatori, impre-sa e finanza».

Chi può partecipare?«Tutti quei gruppi che in

società hanno almeno una persona legata ad uno degli atenei partecipanti. Da uno studio effettuato sui compo-nenti dei 65 gruppi finalisti di quest’anno è emerso che circa il 25% dei partecipanti sono studenti. Solo il 24% è acca-demico o ricercatore, gli altri sono professionisti o uomini del business. 15 anni fa non era così. Prevalevano i profes-sori. Poi ci si è resi conto che

per fare impresa e andare sul mercato ci vogliono le compe-tenze di marketing, di gestio-ne, amministrative e di leader-ship. Se non ci stanno queste competenze manageriali e di business le imprese hanno un grado di sopravvivenza basso. I progetti che hanno successo sono quelli con team più equi-librati rispetto alle necessità che hanno».

Per la creazione di una startup può essere utile ave-re anche una competenza umanistica?

«I contenuti delle università umanistiche sono struttural-mente importanti come quel-le tecnologiche. Nella società della conoscenza non bastano le tecniche per gestire, ma ci vogliono le persone e quindi i saperi umanistici hanno, sem-

L’intervista Ricordi e ambizioni del referente nazionale del Premio nazionale dell’Innovazione

Dal polsino per misurare il diabete al chip per individuare la merce rubata e contraffatta

Mario Raffa, referente nazionale del Premio nazionale dell’Innovazione

pre più, un peso crescente. Per stare sul mercato non basta la tecnica».

10 anni fa fu scelta Città della Scienza, quest’anno San Giovanni a Teduccio. Perché?

«Sono due esempi di opere moderne riuscite con i soldi europei. La sede di San Gio-vanni si trova sulle riviste di architettura come lo era Città della scienza 15 anni fa. San Giovanni è un esempio di ar-chitettura moderna e negli ultimi 10 anni non ce ne sono altri a Napoli».

Quali sono le novità di quest’anno?

«L’ammontare dei premi li-quido che verrà dato alle im-prese è aumentato di circa il 10%. Si consolida il premio della social innovation e delle pari opportunità. Crescono le imprese a maggioranza donne rispetto al passato. Aumenta, inoltre, la percentuale delle imprese finaliste con studenti. Nella finale regionale di Napo-li, il 40% dei componenti delle imprese erano studenti».

Qual è il futuro delle star-tup?

«In questo mondo delle nuo-ve imprese ogni 5 anni stiamo assistendo ad una rivoluzione. Le accelerazioni innovative sono forti e, di conseguenza, anche le nuove aziende devo-no riformarsi negli stessi tem-pi. Per questo motivo le star-tup hanno cambiato la loro vita. Prima si cercava di anda-re direttamente sul mercato ora, invece, le grandi aiutano e investono sulle startup».

Come si può incrementare il loro sviluppo?

«Tutti gli attori, università, imprese e istituzioni devono sviluppare un ambiente che permetta di far dialogare que-sti soggetti».

Studi umanistici«Non basta la tecnica, servono anche capacità umanistiche per stare sul mercato»

Futuro«La nuova strategia delle grandi imprese è aggregare e investire in startup»

Le ideeQuattro dei progetti sono dell’Università Federico II di Napoli, uno di quella degli studi di Salerno

Alzeranno una vera e pro-pria Coppa dei Campioni gli ideatori della startup che si aggiudicherà il 15esimo Pre-mio nazionale per l’Innova-zione 2017 nella cerimonia finale al Complesso dell’Uni-versità Federico II a San Gio-vanni a Teduccio. Un trofeo secondario, considerando che all’istituzione accademi-ca di provenienza e al pro-getto scelto verrà garantito un finanziamento di 25mila euro. Tuttavia un simbolo si-gnificativo di una competi-zione ormai definita come la Champions League delle star-tup italiane. Tra i 65 progetti di impresa selezionati attra-verso il round preliminare delle Start-Cup regionali an-che cinque realtà campane. Idee di sviluppo e innovazio-ne incaricate di rappresen-

tare la ricerca nella regione in una cerimonia speciale tenutasi al Museo Archeolo-gico Nazionale di Napoli lo scorso 13 ottobre, all’ombra dell’imponente scultura del Toro Farnese.

Ad aggiudicarsi il primo posto tra i campani il Team R-Factory, della stessa Uni-versità Federico II, che ha ideato il chip nemico della merce rubata o contraffatta. Un progetto, quello dell’avvo-cato Neil MacLeod e dell’in-gegnere Sara Coppola, che consente l’implementazione e la commercializzazione di sistemi di identificazio-ne e tracking di beni mobili registrati. Sistema possibile grazie a un chip funzionante a radiofrequenza, dotato di memoria e inserito diretta-mente nell’oggetto. Un mec-

canismo utile a tracciarlo nella fase di produzione, as-sistenza e utilizzo del bene. All’idea è stato assegnato anche il primo premio della Finance Start Up Cup 2017, competizione organizzata dall’Ordine dei Commerciali-sti di Napoli. 

Della Federico II anche gli altri classificati, ad eccezio-ne del secondo. Soft Mining, dell’Università degli Studi di Salerno, punta a risolvere problemi di costi ed efficien-za di nuovi farmaci lavorando con le stesse case di produ-zione. Terzo rappresentante, il team Sanitup che ha ideato il polsino sensorizzato contro il diabete. «Nostro obiettivo era sviluppare un dispositivo non invasivo che garantisse l’attendibilità della misura-zione dei livelli di glucosio in

modo continuativo, soprat-tutto durante le ore di sonno e di attività sportiva», spiega Davide Pistorio, nel team di G.L.o.W. (questo il nome del polsino speciale, che sta per Glucose Level on Wrist). Alla quarta posizione del girone regionale il gruppo Pop-up, iniziativa volta alla produzio-ne di dispositivi medicali per il prolasso degli organi pel-vici (Pelvic Organ Prolapse) anteriori nelle donne. Quinta posizione conquistata invece dal collirio per la cornea pro-mosso dal progetto Hydro-Blink. Una soluzione oftalmi-ca brevettata con l’obiettivo di rigenerare il tessuto cor-neale a seguito di interventi di chirurgia refrattaria per contrastare miopia e astig-matismo.

Antonio Lamorte

GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE

Da sinistra Davide Pistorio e Riccardo Esposito, del team Sanitup, premiati per il progetto G.L.oW.

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Antonio Lamorte

GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE | pagina 3

arà un caso. Ma men-tre la Ducati di Andrea

Dovizioso, lo scorso agosto, raggiungeva per prima il tra-guardo di due Gran Premi di fila (quello d’Austria e quello di Gran Bretagna), la casa mo-tociclistica bolognese annun-ciava la firma di un accordo biennale con MegaRide, star-tup tutta napoletana fondata dal trentaduenne Flavio Farro-ni insieme con i giovani inge-gneri Aleksandr Sakhnevych e Francesco Timpone. L’azien-da, nata solo poco più di un anno e mezzo fa come spin-off accademico all’interno del dipartimento di ingegneria industriale dell’Università Fe-derico II, ha ricevuto già im-portanti riconoscimenti come il premio Start Cup Campania 2016 e quello speciale Shark Bites al termine della scorsa edizione del Premio naziona-le dell’Innovazione. «Ma non ci montiamo la testa» scherza Farroni.Flavio, partiamo dal nome. Megàride o Mega Ride (pro-nunciato in inglese)?«Vanno bene entrambe le pro-nunce. Giochiamo molto sul nome dell’azienda. Se pro-nunciato in inglese, ride è il verbo che si usa per indicare il viaggio su ruote. Così striz-ziamo l’occhio al mercato in-ternazionale. Megaride, però è anche il nome dell’isolotto su cui sorge Castel dell’Ovo e su cui, secondo la leggenda, si sarebbe arenato il corpo della sirena Partenope che ha dato origine a Napoli. Questo per-ché teniamo a mantenere il le-game con la nostra città».Di cosa si occupa la vostra startup?«Sviluppiamo dei software che sono simulatori di guida e consentono di avere un livel-lo di realismo molto elevato, ma anche specifici dispositivi pensati per essere installati direttamente sulle vetture allo scopo di facilitarne la guida».E perché Ducati ha scelto proprio voi?«Per Ducati progettiamo dei software che sono in grado di predire e simulare il compor-

Storia di MegaRide, l’azienda campanache corre con Ducati e trattiene i talenti Carolina Mautone

tamento degli pneumatici, stimando i livelli di aderenza della moto al suolo. Ottimiz-zare il legame tra performance e temperatura delle gomme è fondamentale nelle gare. Po-terlo anticipare rafforza la si-curezza del veicolo ed è sicu-ramente un vantaggio».Da progetto di ricerca ad azienda. Com’è nata l’idea?«Volevamo far conoscere a una platea più ampia i pro-dotti sviluppati dai ricercato-ri della Federico II. Abbiamo pensato che alcuni progetti fossero troppo preziosi per restare chiusi nel cassetto. Vo-levamo cercare un canale di dialogo diretto con il mercato. Da qui la decisione di costitu-ire un’azienda. Certo ci sono delle criticità».Che tipo di criticità?«Lo spin-off accademico viene ancora concepito come cana-le di successo personale del singolo e non dell’università. Invece dovrebbe rappresen-tare motivo di orgoglio per un ateneo. In ambiente uni-versitario non sempre viene incoraggiata la creazione di un’azienda. Peccato perché, in questo modo, molte idee

L’intervista Flavio Farroni racconta l’esperienza della startup che ha vinto lo scorso anno il premio speciale Shark Bites

Da sinistra Francesco Timpone, Flavio Farroni e Aleksandr Sakhnevych, fondatori di MegaRide

imprenditoriali valide non si concretizzano. E così i giovani sono costretti a cercare lavoro all’estero. Noi invece stiamo cercando di trattenere i mi-gliori talenti in Campania».Tu stesso non hai voluto la-sciare l’Italia e neppure la tua città…«È così. Amo tantissimo Napo-li e non immagino la mia vita altrove. Sono sempre in giro e lavoro soprattutto con aziende emiliane leader nel settore del motorsport. Ma lo faccio be-nissimo anche a distanza».Si può dire che Napoli, or-mai, è una grande incubatri-ce di idee innovative?«Certo. E lo dimostrano tante esperienze di successo. Penso alla Apple Academy. Ma an-che al fatto che la nostra re-gione è quella dove si fondano più startup. Tutto ciò sta fa-cendo crescere un ecosistema. E il Pni a Napoli è l’ennesima prova del fatto che la tecnolo-gia qui trova terreno fertile».Quanto sono stati decisivi i riconoscimenti vinti per far decollare l’azienda?«Al di là del contributo eco-nomico dei premi che pure ci è servito per comprare i primi software commerciali e regi-strare il marchio, occasioni come il Pni e Start Cup Cam-pania sono state importanti per ampliare la nostra rete di contatti. Sono vetrine di inesti-mabile valore perché ospitano investitori e grandi esperti di diversi settori tecnologici».Che consigli daresti a chi vuole fondare una startup?«Diventare veramente esperti di qualcosa, curare la rete di contatti e non arrendersi da-vanti alle difficoltà, credendo fortemente nel proprio pro-getto».Si sa che le startup, se hanno successo, poi vengono acqui-state. Cederesti la tua idea?«Di certo tra i nostri obiettivi c’è quello di camminare con le nostre gambe andando oltre il contesto accademico. La ces-sione di parti dell’azienda non deve essere per forza qualcosa di traumatico. Se dovesse av-venire, però, avrei una sola ri-chiesta: che la sede operativa restasse a Napoli».

S

Master di Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di NapoliPresidente Lucio d’ AlessandroDirettore Marco Demarco Responsabile inchieste biennali per la collana “Cronaca e Storia” Paolo Mieli Responsabile formazione radio-tv Pierluigi Camilli

Direttore delle testateMarco Demarco

Coordinamento redazionaleCarla Mannelli

Coordinamento tecnico audiovisiviGiuliano Caprara

Segreteria didatticaNancy Polverino In redazioneFilomena Avino, Antonio Buonansegna Alessandra Caligiuri, Anna CapassoAlessandro Cappelli, Paola CoronaGiuseppe Di Martino, Antonio Esposito Antonio Lamorte, Emanuele La Veglia Maurizia Marcoaldi, Carolina Mautone, Emilia Missione, Fausto Egidio Piu, Davide Uccella, Erminia Voccia

GraficaCarmine Marra

StampaCentro Stampa di Ateneo

RegistrazioneTribunale di Napoli n. 5210 del 2/5/2001

EditoreUniversità degli Studi Suor Orsola Benincasa081 2522236

La partnershipMegaRide ha svilup-pato il software per controllare l’aderenza delle moto Ducati

L’idea«Volevamo portare i nostri progetti oltre l’universitàe farli conoscere»

Andrea Dovizioso, pilota di MotoGP

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ostenibilità ambientale e innovazione biomedica.

Sono le scommesse sul futuro di alcune delle startup finali-ste al Pni e vincitrici del torneo StartCup delle loro regioni.

«L’idea è nata nell’estate del 2015. Stavo aiutando mio padre nella nostra azienda agricola. Faceva molto caldo e sposta-vamo gli impianti d‘irrigazione ogni due giorni, comportando-ci come se avessimo acqua illi-mitata. Allora mi chiesi: «Come irrigare al meglio ogni coltura e risparmiare acqua?». A parlare è Matteo Cunial ideatore, insie-me con Simone Di Domenico, Francesco Mosciano e Alessan-dro Brusciarelli, di Idroplan, la startup lombarda che propone un modello intelligente di irri-gazione. Grazie a un sistema di sensori, che monitorano i prin-cipali parametri del suolo, gli agricoltori possono pianificare al meglio l’irrigazione riducen-do il consumo di acqua fino al 30%.

Sembra un orologio da polso ma in realtà Pd Watch è un di-spositivo in grado di registrare i sintomi della malattia di Par-kinson in ogni momento della giornata. L’ideatore è Luigi di Battista, ingegnere biomedico lucano, che ha già messo alla prova il suo progetto nell’ambi-to di uno studio condotto pres-so l’Ospedale “San Carlo” di Po-tenza. «Grazie al monitoraggio continuo – spiega di Battista - è possibile tenere sotto controllo

il decorso della malattia e veri-ficare l’efficacia della terapia».

«La mission di HoMoLoG è di aiutare la ricerca scientifi-ca, medica e farmacologica a migliorare il trattamento delle patologie umane attraverso la produzione di tessuti biologici, tumori e mini organi stampati in 3D».

Quella di HoMoLoG è una squadra di ricercatori con alte competenze scientifiche che, insieme da 6 anni, lavora allo sviluppo e alla caratterizzazio-ne funzionale di modelli in vi-tro di tessuti umani derivanti da cellule riprogrammate. «Questi sistemi – ci racconta la biofisica Silvia Di Angelantonio - rappre-sentano una frontiera nello svi-luppo di nuovi farmaci e per la predizione della loro tossicità».

«Relicta risolverà le proble-matiche legate allo smaltimen-to dei rifiuti plastici. Lo farà entro il 2019 quando introdurrà sul mercato la tecnologia per lo stampaggio della plastica pro-dotta dagli scarti dell’industria della lavorazione del pesce». A parlare è Mariangela Melino, economista della startup che ha ideato il materiale biode-gradabile che, grazie alla sua solubilità in acqua, potrà essere smaltito dal consumatore e me-tabolizzato dai microorganismi naturali.

«Il vantaggio principale delle bioplastiche – continua Meli-no – è che derivano da fonti rinnovabili contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra».

Da Nord a Sudquattro esempidi idee giovaniAntonio Esposito

Il giornale che sta-te leggendo è stato prodotto dagli allievi della scuola di giorna-lismo dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Siamo 16 giovani giornalisti che condividono la passio-ne per l’informazione e l’attualità. Ci con-frontiamo ogni gior-no, prima durante la rassegna stampa, poi producendo telegior-nali, notiziari radio, e il nostro periodico Inchiostro. Due mesi all’anno con uno stage formativo ci mettiamo alla prova nelle prin-cipali testate giorna-listiche nazionali, da Repubblica al Corriere del Mezzogiorno, dalla Rai a Mediaset e Sky, da Fanpage all’agenzia di stampa AdnKronos.La scuola, conven-zionata con l’ordine nazionale dei giorna-listi, offre un piano di-dattico finalizzato alla preparazione dell’e-same necessario per diventare professioni-sti. La pratica incrocia la teoria durante le lezioni volte ad appro-fondire materie come la geopolitica, l’econo-mia, il diritto e la storia del giornalismo. Grazie a incontri e con alcuni tra i più impor-tanti professionisti italiani della comu-nicazione, abbiamo acquisito gli strumen-ti per affrontare le sfide quotidiane di un mestiere in continua evoluzione.

Chi siamo

Noi giornalisti della scuoladi Suor Orsola

Sostenibilità, agricoltura e innovazione biomedica

GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE

S

IdroplanNel 2015 mentre aiutavo mio padre nell’azienda agricola di famiglia mi resi conto che dovevamo ottimizzare le risorse

Pd Watch Ho ideato un orologio in grado di monitorare costan-temente i pazienti affetti da malattia di Parkinson

HoMoLoG Stampiamo in 3D organi e tessuti biologici su cui testare l’efficacia e la tossicità di nuovi farmaci

RelictaUna bioplastica prodotta con gli scarti della lavorazione del pesce che il consumatore può smaltire autonoma-mente

Emilia Missione

A. E. e E. M.