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1 tra noi Numero 3 Marzo 2015 Mensile di informazione della Comunità Pastorale "SANTA CROCE" in Garbagnate Milanese Dialogo PASQUA: TEMPO DI VITA CHE SI RINNOVA

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tra noi

Numero 3Marzo 2015

Mensile di informazione della Comunità Pastorale "SANTA CROCE" in Garbagnate Milanese

Dialogo

PASQUA: TEMPO DI VITACHE SI RINNOVA

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L’editoriale

Rifl essioni dal Mondo

Qui nella Comunità

Qui in Oratorio

Qui a scuola

Qui a scuola

Nel tempo libero

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Storia locale

Qui associazioni

Qui libri

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sommariopag.

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Dialogo tra noiMensile delle parrocchie “Santi Eusebioe Maccabei”, “Santa Maria Nascente”,“S. Giuseppe Artigiano” e “S. Giovanni Battista”in Garbagnate MilaneseAnno XLVII, n° 3 - Marzo 2015Proprietà della Parrocchia Santi Eusebioe Maccabei, via Gran Sasso, 12 - tel. 02.9955607.www.comunitasantacrocegarbagnate.iteusebio.maccabei@tin.it

Direttore responsabile: don Claudio GalimbertiHanno collaborato: Lella Fierro Almiento,Giorgio Montrasi, Roberto Gianotti, Matteo Comi,Diana Toresini.Registrato al Tribunale di Milano il 15.09.1969 aln.249MCAziendagrafi ca, Via A. De Gasperi, 4 - 22072 CERMENATE (CO)Abbonamento annuale 18 euro

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In copertina: Entrata della processionedelle Palme in Basilica

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Pasqua. Anche quest’anno ci facciamo gli auguri, ma percepiamo, no-nostante qualche spiraglio di luce, un senso di incertezza: crisi econo-mica, mancanza di lavoro, persecuzioni contro i nostri fratelli cristiani,città avvelenate dalle industrie, corruzione a tutti i livelli, incapacità dicomprendersi. Insomma, sembra proprio che tiri aria di morte!

E forse l’uomo del terzo millennio si è abituato a quest’aria. Forse, sebbene in-soddisfatto, ha trovato un posto comodo nella tomba.Ma l’aria di morte è soffocante, non fa respirare; rende la gioia e la speranza pa-squale, elementi assolutamente necessari per essere in vita, qualcosa di opaco,quasi una delusione. Vorremmo che la Pasqua fosse vita nuova, speranza certa.Ed ecco un grido nella Veglia Santa della notte: Cristo, mia speranza, è Risorto!È il grido del parto, della vita nuova che nasce! Con la sua resurrezione, Cri-

sto inaugura la vita nuo-va. Dico “vita nuova”, nonsemplicemente “rinnova-ta”. Gesù Risorto ci portauna vita nuova, del tuttodiversa rispetto alla prece-dente. È una vita non de-

stinata a ritornare nella tomba, ma ad aprirsi all’eternità. È una vita che lascia latristezza nella tomba vuota, che attraversa la sofferenza e porta alla gioia, unagioia piena, che mette le ali dell’entusiasmo anche ai più rassegnati, anche aiprofeti di sventura che continuano a percorrere le vie del nostro mondo.Cristo è Risorto, è vivo e anche tu con Lui! Ogni battezzato è già in possesso delgerme della resurrezione. E allora la Pasqua di Gesù Cristo è anche la nostraPasqua; la Sua nuova vita è anche la nostra nuova vita. Con l’Incarnazione,Gesù si è talmente unito alla nostra umanità che ormai la Sua sorte è la nostrasorte.Ma dobbiamo accettare que-sta logica di Dio. È una logicalontana da quella del mondo,perché è fondata sull’amoreche si offre, sul dono totale eirreversibile di sé, sull’offertadella propria vita perché l’al-tro abbia vita!Che bello sapere di essereconsiderati amici da Uno che

l’editoriale

PASQUA: TEMPO DIVITA

CHE SI RINNOVA

Con la sua

resurrezione,

Cristo inaugura

la vita nuova.

Dico “vita nuova”

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dona la Sua vita perte! E Gesù ha fattoquesto per me e perte!E allora cambia l’ariache tira: è aria fresca,nuova, di gioia, divita, di resurrezione,di Amore!Qualche pessimi-sta incallito potrebbechiedere: “E con que-sto? I problemi del-la mia vita non sonocambiati con la re-surrezione di Cristo!”.È vero, fratello, mapuoi cambiare tu! Puòcambiare il tuo modo di metterti dinanzi ai problemi. Puoi vedere perfi no la crisi economica non come il baratro di povertà sul quale ci troviamo, ma come unaesperienza di essenzialità a cui siamo chiamati, come l’invito alla solidarietà econdivisione che hanno il sapore della fratellanza e dell’amicizia.È Pasqua! Questa è l’aria nuova che tira! Questo è il dono che il Padre, nella Suafedeltà e misericordia, ci ha fatto nella Resurrezione del Figlio Gesù Cristo.Non inquiniamo quest’aria! Respiriamola e invitiamo i nostri amici e anche i nostrinemici a respirarla.Auguro a tutti una Buona Pasqua, una vita nuova, una gioiosa speranza. Vi be-nedico tutti!

Il Vostro aff.mo ParrocoDon Claudio

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rifl essioni dal Mondo

Discorsi a braccio, un liguaggio semplicee immediato e tanti neologismi, a metàtra spagnolo e italiano. Sono i due

anni di pontifi cato di Papa Francesco. Era il 13 marzo 2013 quando Bergoglio divenneil primo Pontefi ce proveniente dall’America Latina, il primo Pontefi ce dell’ordine della Compagnia di Gesù, i gesuiti. La Chiesa diFrancesco, come lo chiamano i fedeli, è unachiesa all’insegna della semplicità che vuoleessere più vicina alla gente. In due anni tan-te le denunce: contro il listino dei prezzi deisacramenti, contro le esclusioni sociali e leiniquità, contro le leggi di mercato. Al centrosempre la famiglia, la missione della Chiesae dei parroci e il contatto continuo e costan-te con i fedeli come raccontano le sue visi-te alle periferie romane e i suoi viaggi. PapaBergoglio ha inventato un nuovo linguaggiofatto di contatti con i fedeli, di selfi e, di baci e benedizioni ai bambini, di parole semplici,ma effi caci. Un linguaggio a metà tra l’italia-no e lo spagnolo che sembra arrivare dritto alconcetto. Come “mafi arsi” pronunciata al Te Deum contro i mali della corruzione nel perio-do dell’inchiesta di “Mafi a Capitale”. Oppure “orfanezza” per parlare dell’assenza dei padrinella crescita dei fi gli o la malattia del “mar-

talismo”, che viene da Marta, la malattia cioè“della eccessiva operosità”, di coloro che “siimmergono nel lavoro trascurando inevitabil-mente la parte migliore, il sedersi ai piedi diGesù”. Fino alla “messicanizzazione”, parlan-do della droga in Argentina, una parola cheha creato polemiche in Messico. Un linguag-gio immediato e comprensibile che si rifl et-te anche nella scelta di utilizzare un mezzonuovo e inusuale per un Papa: twitter. Noveaccount linguistici, 10 milioni i seguaci di @Pontifex. Tanti gli hashtag creati per pregareper la Siria, i cristiani, la pace e la strage diCharlie Hebdo.Nella stanza 201 della “Domus Sanctae Mar-tae” la sveglia suona puntuale ogni mattinaalle 4.45, le luci si accendono alle fi nestre del secondo piano che si affacciano a Nord sullapiazzetta e la facciata meridionale della Ba-silica di San Pietro. Non ci sono aiutanti dicamera né procedure di vestizione, Bergogliofa da sé e non si cura di quanto è sempre ac-caduto, con variazioni inessenziali, nei secoliprecedenti.Prima di scendere per la Messa delle sette- ogni mattina dal lunedì al venerdì, tranneil mercoledì dell’udienza generale - il Papagesuita, formato alla meditazione ignaziana,

I DUE ANNI DIPAPA FRANCESCO

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resta per due ore da solo in camera. Uffi cio mattutino, preghiera dei Salmi, Letture delgiorno e preparazione dell’omelia. Qualcheminuto prima delle sette è già nella cappellain fondo all’atrio che si riempie ogni giorno didipendenti vaticani e di fedeli delle parrocchieromane. Il Papa saluta e parla con tutti, sisofferma ancora a pregare, quindi va a farecolazione nel «refettorio» comune.Poi gli impegni cominciano. Nello studio delPapa arrivano i «cifrati» dalle nunziature delmondo, la rassegna stampa, una selezionedelle migliaia di lettere che gli arrivano daifedeli, documenti vari. Le udienze di tabellae gli incontri avvengono di norma al Palaz-

zo apostolico così Francesco si sposta quasiogni mattina nella residenza uffi ciale: nella bella stagione si concede una passeggiata,sorvegliata con discrezione dai gendarmi va-ticani, ma di solito usa la Ford Focus blu cheera assegnata ai servizi generali prima cheBergoglio («ecco, quella per me va bene») lavedesse per caso parcheggiata. Avanti e in-dietro dal Palazzo apostolico a Santa Marta,da una a tre volte al giorno secondo i casi.Verso le 13 Francesco torna nel refettorio,dove pranzano anche gli altri ospiti e il per-sonale. Capita che vada a salutare in cuci-na. Qui si misura la portata della scelta diBergoglio, capace di spezzare quel clima da«corte» rinascimentale nel quale il «potere»in Vaticano era misurato dall’essere o meno

ammessi all’appartamento del Papa. Dopopranzo Francesco risale in camera per unamezz’ora di riposo, poi si ricava un altro spa-zio di preghiera prima di ricominciare a la-vorare nello studio di Santa Marta per tuttoil pomeriggio. Incontri, lettere, telefonate. Chigli è vicino racconta di ritmi serrati, le unichepause dedicate al Rosario. La cena è alle 20,ma «la sera, tra le sette e le otto, sto davan-ti al Santissimo per un’ora di adorazione. Lapreghiera per me è sempre una preghiera“memoriosa”... Per me è la memoria di cuiSant’Ignazio parla nella prima settimana de-gli Esercizi nell’incontro misericordioso conCristo Crocifi sso. E mi chiedo: “Che cosa ho

fatto per Cristo? Che cosa faccio per Cristo?Che cosa devo fare per Cristo?”».Dal refettorio, fi nito di cenare, Francesco tor-na in camera presto, intorno alle 21. Il lettosormontato da un Crocifi sso, un armadio, un mobile con sopra una statuetta di legno po-licroma che si è portata da Buenos Aires eraffi gura San Giuseppe dormiente. «Il riposo di Giuseppe gli ha rivelato la volontà di Dio»,raccontava in gennaio alle famiglie di Manila.«Sul mio tavolo ho un’immagine di San Giu-seppe che dorme. E mentre dorme si prendecura della Chiesa. Quando ho un problema,una diffi coltà, io scrivo un foglietto e lo metto sotto San Giuseppe, perché lo sogni».

Questo è Papa Francesco.

rifl essioni dal Mondo

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qui nella Comunità

Pubblichiamo la seconda parte dellacondivisione a gruppi vissuta durantela festa della Famiglia del 25 gennaio

scorso. Queste due rifl essioni hanno per ar-gomento il rapporto con i parenti e la rela-zione nella vita di coppia.

Custodire le relazioni.... con i Parenti

Nel confronto di grup-po siamo stati tuttid’accordo nell’afferma-re – e diverse espe-rienze riportate hannoavvalorato questo pen-siero – che il rapportodi coppia va consolida-to ancora dopo il matri-monio, anzi soprattuttodopo il matrimonio:bisogna pian pianoimparare a gestire lanuova relazione conle famiglie di origine eaffrontare da subito laquestione del “confi ne” da posizionare intornoalla nuova famiglia. Ilrapporto con gli altridiventa positivo, e ad-dirittura una risorsa,nella misura in cui gli sposi acquisiscono ematurano nel tempo una identità di coppia.Questo, ovviamente, non va confuso con lachiusura della coppia in se stessa, anzi: seuna relazione – di amicizia, di fratellanza…– con una persona esterna alla famiglia fastar bene un componente della coppia, que-sto benessere andrà senz’altro a vantaggiodi entrambi.

Alcuni di noi hanno riportato l’esperienza diaver vissuto, da adolescenti o giovani, con inonni in casa e la convinzione che sia statauna presenza molto positiva per la loro cre-scita perché, pur non sostituendosi ai genito-ri, né assumendo la fi gura di un amico, hanno saputo accompagnare e insegnare (soprat-tutto i “rituali” e la preghiera in famiglia). Inol-tre l’impegno di doverli aiutare e accudire, ha

trasmesso l’importanza il valore del servizioche ancora oggi conservano nel cuore.Altri di noi, invece, hanno identifi cato nei ge-nitori la fonte principale della propria educa-zione alla fede. Si sono detti grati della pos-sibilità loro data, dai genitori, di allontanarsianche dalla fede e dai loro insegnamenti... edi potervi successivamente ritornare: quelloche era stato seminato, infatti, ha dato poi isuoi frutti.

CUSTODIRE LE RELAZIONIIN FAMIGLIA

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qui nella ComunitàCustodire la relazione…nella Coppia

Nel nostro gruppo la ri-fl essione ci ha portato a considerare il fatto che:un uomo e una donnache decidono di costruireuna famiglia, inizialmentehanno molto entusiasmo,passione, attenzione ver-so l’altro.Le esperienze reciproche,gli impegni familiari, lediffi coltà della vita e gli in-teressi del singolo posso-no minare la relazione dicoppia o semplicementemodifi care il rapporto co-niugale.Quando i fi gli crescono, qualche volta, i co-niugi scoprono di non avere più niente da dir-si, soprattutto perché non hanno “custodito” illoro rapporto. Da qui la necessità di porre lagiusta attenzione sulla vita di coppia.I fi gli sono una risorsa per la famiglia e richie-dono molto tempo e dedizione. Essi diventa-no anche l’occasione, in molti casi, per intes-sere relazioni con la comunità e permetterealla coppia di non chiudersi in se stessa.Durante la condivisione ci siamo posti unadomanda che ci sembrava essere molto in-

teressante: il lavoro, i fi gli e gli hobby, sono ostacoli per il rapporto di coppia o questisono solo pretesti?In realtà, in alcuni casi, ci si dimentica di cu-stodire ciò che è “caro”, non si guarda piùquello che di positivo c’è nel proprio partner,la quotidianità rischia di intiepidire il rapporto.Venirsi incontro, rifl ettere sempre sull’impat-to che può aver ogni scelta che facciamo,perché diventi veramente una ricchezza perentrambi e non sia subíta dal coniuge o dal-la famiglia. Rispettare le esigenze dell’altro,sia che riguardino la sfera motivazionale siaquella fi sica, sono tutti aspetti fondamenta-li per costruire una relazione duratura. Unacoppia che funziona fa funzionare anche lafamiglia!Per custodire la relazione di coppia non oc-corre molto tempo, ma è importante che siaun tempo di “qualità”. Piccoli gesti quotidiani,accompagnati da parole di attenzione esplici-ta. Osservare, rispettare e conoscere appro-fonditamente l’altro, senza volerlo cambiarea nostra immagine, sono alcuni dei passi chepossiamo compiere per mantenere vivo ilrapporto di coppia e alimentare l’amore reci-proco che ci è stato donato.

don Andreacon il Gruppo Famiglie

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qui nella Comunità

Domenica 1 marzo si è conclusala terza edizione del Festival del-la Fede. Un’iniziativa nata con lo

scopo di parlare della fede, ma con unlinguaggio nuovo, che uscisse anche dal-le chiese e dai luoghi sacri e dimostrassedi sapersi amalgamare a tutti gli aspettidella vita di ogni giorno.Così è stato, e anche questa terza edi-zione ha dimostrato come i garbagnate-si, non solo i fedeli parrocchiani, abbia-no apprezzato le proposte in calendario:eventi molto diversi si sono, infatti,susseguiti da giovedì 26 febbraioa domenica 1 marzo, tutti con unbuon successo di pubblico; eventicosì diversi da toccare tanti aspet-ti della società, senza trascurare illegame con Expo e le tematichedel cibo, ambiente ed economia.Nei quattro giorni di Festival sisono svolte conferenze, tavole ro-tonde, eventi conviviali come pran-zi e cene, sempre però legate alladiscussione di grandi tematiche; epoi ancora spettacoli e momenti

più spirituali come la Via Crucis e la cele-brazione della Messa domenicale.“Quando si fa della cultura e quando leproposte sono di grande interesse, la ri-sposta della gente è sempre buona”, èil commento soddisfatto del Parroco edel Presidente del Gruppo culturale “LaPiazza” che ha organizzato e realizzatoil Festival.

FEDE E AMBIENTEIl Festival della fede si è aperto giovedì

FESTIVAL DELLA FEDETERZA EDIZIONE

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qui nella Comunità26 febbraio con una tavola rotonda sultema “Fede e Ambiente” con la parte-cipazione del Prof. Piero Bosello (docen-te dell’Università Cattolica e Dirigente diun Istituto Superiore di Gallarate) e delneo presidente del “Parco delle Groane”,Dott. Roberto Della Rovere. Interessan-te la lettura del tema dell’ambiente comeambito dell’umano e della ipotesi di solu-zione di tanti problemi ecologici e moralisul tema, con l’introduzione del tema del-la “fraternità universale”. Un grazie perl’ospitalità all’Hotel Virginia Palace.

VIA CRUCIS TRAARTE e FEDEOgni evento ha visto una partecipa-zione attenta. In particolare, nellaserata di venerdì 27, la Basilica deiSS. Eusebio e Maccabei era pienadi garbagnatesi per assistere aduna Via Crucis inusuale, racconta-ta tra “Arte e fede”: a rappresen-tare le varie stazioni la voce e leparole di Carlo Sacchi, che hannoaccompagnato l’ingresso “in sce-na” dell’attore Umberto Terruso.Suo è stato il compito di imperso-

nare Gesù e i momenti più importanti del-la sua Passione, momenti arricchiti dalloscorrere di immagini, selezionate e mon-tate da Chiara Bolzoni, che rappresen-tavano opere d’arte: statue, bassorilievi,dipinti e affreschi della nostra Basilica.Sottofondo di questa rappresentazione,messa in scena da Christian Silva, le mu-siche di J. S. Bach.

FEDE E RISORSEALIMENTARISabato mattina, presso l’Aula Magna

dello Stabilimento Bayer di Gar-bagnate, un interessante incontrocon la Dott. Paola Sidoti (di BayerCropScience) sul tema attualis-simo “Fede e risorse alimenta-ri”. Con la presentazione di slidee cortometraggi, ha introdotto iltema dell’uso delle scienze nelletecniche di produzione del cibo.La Dott. Roti, della FondazioneFrancesca Rava, ci ha propostoun progetto col marchio EXPO2015 contro la malnutrizione, ri-volto a studenti haitiani in visita al

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qui nella Comunitànostro paese. Infi ne la Dott. Francesca Sparvoli del CNR ha prodotto un’interes-sante lettura sul tema “Nutrire il pianeta:cibo per tutti. Quali scelte per il futuro?”.Grande interesse da parte dei molti par-tecipanti, ai quali poi è stato offerto unpranzo nella mensa della Bayer. Un gra-zie sincero al Dott. Sergio Re, direttoredello stabilimento, per la grande disponi-bilità.

FEDE E MIRACOLI -ETICA ED ECONOMIANel pomeriggio, dopo un incontro mol-to bello e partecipato, presso il salonedella Parrocchia di S. Giovanni Battistaalla Serenella, sui miracoli di Lourdes,la biblioteca comunale ha ospitato laconferenza su “Fede ed economia”:ha stupito molti la grande affl uenza di pubblico, e il relatore, il Dott. GiuseppeGuzzetti presidente della FondazioneCariplo, non ha deluso i presenti.Tanti sono stati gli aspetti toccati, mamolte anche le domande del pubblico:uno scambio ricco che ha riguardatoanche gli aspetti più quotidiani dell’eco-nomia di tutti i giorni, che riguarda davicino ogni famiglia e i suoi risparmi.

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IL PADREE I DUE FIGLISabato sera è stato il mo-mento del teatro con lospettacolo “Il padre e idue fi gli”: l’opera è scrittada Elena Bono e diretta daClaudia Koll, interpretatadai giovani attori dell’Ac-cademia Star Rose Acca-demy. Un Teatro Italia “tut-to esaurito” ha applauditoquesta messa in scena del-la parabola del fi gliol prodi-go, ma “rivisitata” in chiavemoderna e poetica. Il Figliolprodigo non è semplice-mente un ragazzo in cercadi piaceri, ma un “Ulisse”,un uomo che vuole cono-scere il mondo e la naturaumana, lasciando casa efamiglia per scoprire il mon-

do. Lo spettacolo, un misto tra teatro e opera musicale, con danze e coreografi e, ha lasciato al pubblico un grande messaggio di pace e amore.

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IL SENSODELL’ESISTENZADomenica mattina il Festivalsi è aperto con la celebrazio-ne della S. Messa celebratada Monsignor Gian AntonioBorgonovo, Arciprete del Duo-mo di Milano: suo il compitodi dipanare il “Senso dell’e-sistenza” attraverso la letturadella Bibbia e di inaugurare lamostra fotografi ca sulla costru-zione del Duomo di Milano “Adusum fabricae”.

qui nella Comunità

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qui nella ComunitàFEDE ETECNOLOGIA- FEDE EASSISTENZADi grande interesse an-che la conferenza delpomeriggio, in Audito-rium S. Luigi, su “Fedee tecnologia”: la rela-trice Viola Schiaffonati,docente al Politecnicodi Laboratorio di intel-ligenza artifi ciale, ha affrontato il “dilemma”

della frontiera etica dellemacchine e tecnologierobotiche, interrogandoi presenti sull’intelligen-za artifi ciale, i benefi ci e i “confi ni” da non violare nell’applicazione delletecnologie.Il Festival ha chiusopresso il salone del Ri-storante Villa Magnolie,con un tema di grandeattualità: “Fede e as-

sistenza”. Hanno lascia-to una grande emozionegli interventi dei relatori: ladott. Suor Annamaria Villadell’Opera S. Francesco, laDott.ssa Annamaria Fioren-za dirigente Medico pressol’ospedale di Garbagnate eil bravissimo giornalista diAvvenire Dott. Paolo Lam-bruschi.

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LE MOSTREA coronamento tre belle mostre: la giàcitata mostra “Ad usum Fabricae” sul-la storia del Duomo di Milano, simbolodella Città che ospita EXPO 2015; “Inbuona fede”: foto bellissime del foto-

grafo pluripremiatoUmberto Somma-ruga e “Il sacronella quotidiani-tà” dello scultore econcittadino PaoloCiaccheri.L’ottima riuscita delFestival della Fedeè buona prospetti-va per una prossi-ma edizione.

qui nella Comunità

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Sull’onda dello slogan di questo annooratoriano “Solo insieme”, per farcomprendere l’importanza e la bel-

lezza del vivere comunitario, domenica 22febbraio, in occasione della prima dome-nica di quaresima, la Comunità PastoraleSanta Croce di Garbagnate ha organizza-to, per i ragazzi di quinta elementare dellequattro parrocchie cittadine, un pomeriggiodi ritiro e condivisione con le proprie fami-glie al Duomo di Milano, dove hanno in-contrato l’arciprete mons. Borgonovo che liha accompagnati in una speciale visita delDuomo potendone ammirare parti non ac-cessibili ai turisti.I ragazzi, pieni di entusiasmo e guidati dalsempre frizzante don William, hanno primapotuto accedere alla parte retrostante l’al-tare maggiore, dove è stata spiegata la sto-ria del Duomo e alcuni signifi cati architet-tonici. Successivamente hanno animato la

S. Messa, presieduta dal Cardinale AngeloScola, con la consegna dei doni all’altare,mentre il cardinale ha voluto somministrarepersonalmente l’eucarestia al folto gruppo

della Comunità Santa Croce.Il Cardinale, dopo aver proce-duto con il rito dell’imposizio-ne delle ceneri, si è fermatoa salutare affettuosamentei nostri ragazzi e i loro ca-techisti che gioiosamentesi sono stretti intorno a lui.L’arcivescovo non ha persol’occasione per complimen-tarsi con don William per l’ini-ziativa che ha riscosso molteadesioni.

M.F.

qui in OratorioI RAGAZZI DI 5A ELEMENTARE DELLA

COMUNITÀ SANTA CROCE INCONTRANO

IN DUOMO, CON GRANDE ENTUSIASMO,

IL CARD. ANGELO SCOLA

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RIFLESSIONI DI UN CATECHISTAConosco il Duomo, nel senso che lo frequentoquasi quotidianamente per via della S. Messaall’ora di pranzo, tanto comoda per chi, comeme, esercita la propria attività professionale incentro Milano.La circostanza per visitarlo con i miei bambi-ni, è diventata l’occasione leggera e convivialeper una passeggiata, dove lo spazio alla chiac-

chiera e la condivisio-ne del tempo ha potutoconsentire l’approfon-dimento dell’amicizia edella conoscenza delcarattere dei miei picco-li amici. In genere si hacosì poco tempo oltre imomenti dedicati alla le-zione…Inoltre, il fascino di san-tifi care la festa coman-data in una cornice cosìimponente, e guidati dalVescovo della Diocesi,è sempre di grande ef-fetto. Ma in realtà l’ariaè cambiata: le grandidimensioni si sono rim-

picciolite, gli ampi spazi si sono idealmente ri-dotti alla nostra dimensione di chiesa familiare,perché la chiesa siamo noi.La sensazione è stata che tutto ruotasse intor-no a noi come la domenica mattina a casa, inBasilica: l’area sud delimitata per noi, gli ad-detti alla sicurezza e ai fl ussi dei partecipan-ti attenti alle nostre esigenze di collocazione,l’attenzione del Cardinale Angelo Scola e il suocoinvolgimento tra noi al termine della celebra-zione. Tutto questo ci ha fatto sentire a nostroagio, come con Don William.I miei bambini, poco importa se della mia clas-se o no, allegri e talvolta insofferenti per la loroesuberanza, come a casa del resto, hanno vis-suto la visita e la celebrazione eucaristica congioia e curiosità e con l’intima convinzione chesiamo sempre a casa del Signore.E il Signore è veramente in ogni luogo consa-crato: ci guarda, ci accoglie, ci assiste e ci in-terroga a fi n di bene.Da oggi in avanti il Duomo di Milano ci saràancor più familiare e magari ci sentiremo adisagio se qualche altro visitatore, arrivato lìsolo per ammirarne le bellezze artistiche, nonsi comporterà o non vestirà secondo il luogo incui è entrato, perché non è a casa sua, ma è acasa nostra e del Signore.

Donato

qui in Oratorio

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Domenica 15 febbraio, nel pomeriggio,nel salone dell’oratorio di S. Maria, èandato in scena uno spettacolo dav-

vero speciale: un gruppo di genitori – soprat-tutto mamme, ma si è visto anche qualchetimido papà – ha messo in scena la storiadi “Giacometto e l’oca d’oro”, una favola diEnrico D’Alessandro. A rendere speciale lospettacolo non è stata solo la compagnia chelo ha realizzato ma soprattutto il pubblico: adapplaudire mamme e papà sono stati, infat-ti, i loro piccoli e tutti i bambini della Scuoladell’Infanzia Cabella.Lo spettacolo dei genitori della scuolaCabella non è, in realtà, una novità ma unaconsolidata e divertente tradizione: quest’an-no è stato il 29° spettacolo realizzato grazieal decennale impegno di Nella, una nonnaormai, che si impegna nel trovare la sceneg-giatura, scrivere il copione etrasformare mamme e papàin attori in erba. Un impegnolodevole di genitori che han-no saputo mettersi in gioco,divertirsi, creare un gruppo erelazioni più forti e ha diver-tito i bambini, coinvolgendoliin una storia fatta apposta perloro.

Andrea Fregi

Anche quest’anno, per il car-nevale, i genitori della ScuolaMaterna “Cabella” di S. MariaRossa hanno proposto un po-meriggio in allegria, offrendouna simpatica fi aba da loro recitata. Questo spettaco-lo è ormai entrato nel solco

della tradizione della scuola, infatti tutto ciòha avuto inizio ventinove anni fa. Lo scopo,nelle intenzioni di suor Felicita, la direttricedi allora, era quello di far divertire i bambi-ni attraverso il coinvolgimento dei genitori,che avevano così la possibilità di frequentar-si, fare amicizia e legarsi all’ambiente in cuii loro fi gli venivano educati. L’idea è subito piaciuta ed in tutti questi anni non è mai man-cata l’adesione a questa proposta. Anche chitimidamente si è via via aggregato con l’ideadi non saper recitare, quantomeno di nonsentirsi un attore consumato, alla fi ne della prima esperienza si è dovuto ricredere. Lapolvere da palcoscenico, che purtroppo nonabbiamo più, non avendo neanche il teatro,ha insinuato la voglia di buttarsi ancora peraltre recite scanzonate e coinvolgenti per ibimbi. È un’esperienza che richiede il sacrifi -

qui A Scuola

PICCOLI, GRANDI APPLAUSIPER “GIACOMETTO

E L’OCA D’ORO”

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cio di un po’ di ore serali, allena la memoria,aguzza la creatività e, soprattutto, gratifi ca chi ne è coinvolto. Lascia, cioè, il desiderio diriprovare e, quando i fi gli passano alla scuola elementare, la nostalgia di questo breve tem-po “favoloso”. Dietro le quinte c’è poi il lavorodi chi non ci mette la faccia ma l’operositàe la creatività, collaborando per i costumi e

la scenografi a. Il bello di tutto questo sono anche le prove, dove le papere sono motivodi divertimento e dove, spesso e volentieri, siparla dei fi gli o dei papà lasciati alle prese di pigiama e abitudini varie prima della nanna.Così l’incantesimo è fatto e già ci si preoccu-pa di sapere cosa si metterà in cantiere per ilcarnevale che verrà.

Quest’anno è stata rappresentata lafi aba “Giacometto e l’oca d’oro”, rive-duta e riadattata a testo teatrale. Lamagia di quest’oca ha creato situazio-ni divertenti e appassionanti, in più diun’occasione i bimbi sono intervenutidando suggerimenti ai personaggiin scena e Giacometto e compagniabella hanno allietato il pubblico strap-pando applausi a scena aperta.A chiusura dello spettacolo, gli “attori”hanno coinvolto i bambini, abbigliatiin coloratissimi costumi carnevale-schi, in uno strepitoso ed appropriato“Ballo del qua qua”. A conclusione diquesto festoso pomeriggio di carne-vale potevano mancare le stelle fi lan-ti? No, e allora stelle fi lanti a volontà!

Nella

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ANDEMM AL DOMM:UNA TRADIZIONE

CONSOLIDATA PERLA SCUOLA S. LUIGI

qui A Scuola

Partecipare alla marcia “Andemm alDomm” è diventato per gli alunni, i ge-nitori e il personale della Scuola S. Lu-

igi, un appuntamento tradizionale molto pia-cevole, ma anche signifi cativo, e ci accorgia-mo che ogni anno lo diventa sempre di più,perché sempre più necessario è far com-prendere a tutti il vero signifi cato, ed il vero valore, della scuola cattolica. Troppe, infatti,sono ancora le distorsioni legate al concettodi scuola paritaria e, soprattutto, di libertà discelta educativa compiuta dai genitori chedecidono di iscrivere i fi gli ad una scuola cat-tolica, ma anche dal personale che decide dilavorare nella scuola non statale.Nonostante fosse sabato, la giornata nonproprio primaverile e la sveglia prevista pri-ma del solito, la partecipazione di alunni, maanche intere famiglie della scuola, è statamolto positiva, soprattutto perché abbiamopartecipato con rappresentanti di tutte lenostre scuole dell’infanzia, della primaria edella secondaria di primo grado, tutti con ilpettorale con il logo della manifestazione,pronti e orgogliosi di rappresentare la no-stra scuola, che quest’anno ha potuto an-che contare sulla presenza della mascotteTiffany, una simpatica cagnetta a cui piacestare tra i bambini.Il lungo serpentone colorato e canterino, ra-dunato in piazza duca d’Aosta, ha preso il viaalle 9.30 e si è articolato lungo un percorsodi qualche chilometro, attraversando le viedel centro, salutato da persone alle fi nestre

dei palazzi affacciati e da negozianti curiosi,e soprattutto non preoccupati di dover blin-dare i negozi per paura di devastazioni, or-mai, purtroppo, all’ordine del giorno per qua-si tutte le manifestazioni, e ciò non è passatoinosservato neanche agli oratori che si sonosusseguiti sul palco in piazza Duomo.Arrivati in piazza Duomo, tutte le scuole del-la diocesi di Milano sono state intrattenuteda canti e balli di ragazzi delle scuole stesse,in attesa di ascoltare le parole del cardinaleAngelo Scola, arcivescovo di Milano.Il tema della marcia di quest’anno è stato “Li-beri di educare la libertà”, e su questo aspet-to fondamentale dell’educazione sono stateincentrate le parole del cardinale, ancora piùdirette ed incisive, sostenute da un’acco-glienza calorosissima di una piazza gremita:“La vostra presenza in questa piazza è unesempio di democrazia sostanziale. Il segnodi persone attente al grande problema dell’e-ducazione. Un gesto che spiega cosa inten-diamo con educazione: il passaggio di stilidi vita capaci di realizzare fi no in fondo l’uo-mo e la donna, una trasmissione di valori tragenerazioni. Un passaggio che è caposaldoper la buona vita nella società. Perché unasocietà senza questa educazione, senzaquesto passaggio, non cresce, non maturae si spegne.” Per rendere possibile la rea-lizzazione di ciò, è indispensabile che “nonsmettiamo di chiedere a tutti gli organismi,che sono alla guida del paese, che libertà dieducare si affermi in modo fi nalmente com-

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piuto, anche qui come avviene in quasi tuttii paesi avanzati. Una libertà di educare cheavvenga in scuole libere”.Si tratta di un percorso lungo, che deve par-tire da un aspetto basilare che l’Arcivescovoinquadra in modo chiaro e fi ssa con parole semplici, ma molto precise: “È necessariopassare dal sistema di scuola paritaria, cheè comunque una tappa importante del cam-mino svolto, a una scuola libera, in cui i sog-getti che vogliono fare scuola possano farescuola e che ottengano un accreditamentopresso lo Stato. Uno stato che deve gover-nare il sistema e non gestirlo. Non possiamocontinuare a mantenere un pluralismo den-tro l’unica scuola dello Stato, ma dobbiamoarrivare a un pluralismo di tutte le scuole li-bere. Il pluralismo di scuole libere sarebbeun bene per tutto il paese”. Tale libertà, però,non può esistere se non sussiste anche unaparità economica, e su questo punto il car-dinale ha sottolineato come “è ingiusto che igenitori che scelgono la scuola paritaria per i

loro fi gli debbano pagare due volte: la prima con le tasse e la seconda con la retta”, masenza retta le scuole paritarie non potrebbe-ro esistere, perché i fi nanziamenti statali, a differenza di quanto troppe persone credo-no, sono minimi e non consentirebbero allescuole come la S. Luigi di svolgere l’azioneche quotidianamente conducono. Le ultimeparole del discorso si sono riferite ai miglio-ramenti degli ultimi anni, ma sono state co-munque un invito a “continuare a metterci lafaccia con serietà, attenzione allo studio, allacondivisione, all’espressione di un giudiziosulla realtà per creare realmente una scuoladi uomini liberi. Se non compiamo con serie-tà questo sforzo, il nostro progetto rimarràidea teorica”.Un altro intervento deciso, e diretto aglistudenti, è stato quello di suor Anna Mo-nia Alfi eri, presidente regionale della Fidae lombarda che, riferendosi agli studenti chesolo il giorno prima per protestare contro lariforma della scuola hanno lanciato la ver-

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nice ai poliziotti, ha invitato ipresenti in piazza Duomo a “farconoscere l’esatta realtà, per-ché spesso quanti protestanosono privi di vere informazioni enotizie certe”. Ha chiesto a tuttidi fare molta attenzione perché“i primi servi, schiavi sono quelliche non ragionano, che mettonoil cervello all’ammasso. E con iragazzi è un gioco facilissimo,per questo deve essere fattachiarezza. Infatti, uno dei padro-ni che impediscono la libertà discelta e consentono a certe ideesbagliate e distorte di radicarsiè il nostro silenzio, che avalla l’incapacità dicombattere.”Sicuramente è un segnale positivo che trai partecipanti ci fosse anche Milena Spiani,rappresentante dell’Associazione GenitoriScuole Statali, che ha dichiarato di aver ac-cettato con felicità l’invito alla marcia, perché“Siamo presenti nella scuola statale, ma con-dividiamo la battaglia per la libertà di scelta.Nella scuola statale c’è a volte confusione”.Parole così dirette fanno capire quanto siaimportante esserci ogni anno, attraversarela città e arrivare in piazza Duomo, per far

sentire la nostra voce e far capire, a chi ciconsidera erroneamente un peso, che nonchiediamo nulla di diverso dall’essere rico-nosciuti per quello che siamo e che facciamoquotidianamente. Non portiamo via nulla allasocietà, anzi concorriamo a crescere uominie donne del futuro, capaci di essere liberi e,in quanto liberi, capaci di accogliere ed es-sere tolleranti verso tutti. L’importante è cre-derci sempre!Il pomeriggio è poi proseguito all’insegna delrelax per i grandi, del gioco per i piccoli edello stare insieme con un bel pic-nic al Par-

co Sempione, nella corni-ce del Castello Sforzesco.Un’altra occasione perconoscerci meglio oltre ibanchi e le cattedre.Rientrando in pullman cisiamo ripromessi di ritro-varci il prossimo anno,mossi dallo spirito semprepiù convinto dell’importan-za di esserci e condividerele nostre idee e la nostravoglia di fare bene in piaz-za Duomo, con la speran-za di essere ogni annosempre più numerosi.

Prof.ssa Dora Meroni

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qui Nel tempo libero

Stagione teatrale

Giovedì 23 aprile 2015 – ore 21

NON SONO BELLO…PIACCIOCon: Jerry Calà

Torna a teatro un fuoriclasse della comicità italiana:Jerry Calà, che con il suo nuovo entusiasmante showmusicale “Non sono Bello… Piaccio!” ripercorre i suoi40 anni di carriera… una storia che ha scritto alcunepagine del Cinema della commedia all’Italiana.Un mix tra battute, aneddoti e tante canzoni, conuna big band da 10 elementi ad accompagnareJerry sul palco.Sia da adolescente come attore di cabaret, musicistae cantante, sia come protagonista al cinema, la vita di Jerry Calà è sempre stata accompa-gnata da bellissime canzoni che hanno fatto da colonna sonora ai suoi spettacoli, cominciandodagli albori con il gruppo dei Gatti di Vicolo Miracoli, proseguendo la sua carriera artistica coni fi lm, che hanno rilanciato vecchi successi degli anni ’60 e ’70 e naturalmente degli anni ’80. Chi meglio di lui, allora, per raccontare la musica italiana dagli anni sessanta ai giorni nostri.Così il geniale attore, attraverso irresistibili racconti di vita vissuta, divertenti gag e canzoniindimenticabili, coinvolge il pubblico travolgendolo per due ore di grande divertimento.

CINETEATRO ITALIA

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Sabato 14.2 si è tenuto a Bollateil raduno di minivolley presso lasocietà GOSS in cooperazione

con il CSI. Le squadre si sono pre-sentate in maschera ed ogni societàha deciso un tema. La POSCAR conbimbe allenatrici/dirigenti si sono ma-scherate da cagnolini della Carica dei101.Alla fi ne delle partite una succulenta merenda offerta dalla squadra ospi-tante e premiazioni:La squadra più numerosa: POSL DU-GNANOLa bimba più piccola: SERENAGRASSIA della POSCARLa mascherina più simpatica: I Nanet-ti di Biancaneve

qui Sport

BARIANA POSCAR

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qui Sport

VOLLEY STAGIONE 2014/20151. Open femminile: 16 iscritti2. Juniores: 5 iscritti3. Open mista: 14 iscritti4. Allieve: 9 iscritti5. Under13: 13 iscritti6. Primo e minivolley: 25 iscritti7. Under11: 17 iscritti

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storia Locale SS. Eusebio eMaccabei

IL SANATORIODI GARBAGNATE:

IMMAGINI DEL TEMPO

Sul numero scorso abbiamo pubblicato,per la nostra rubrica di storia locale, unarticolo, particolarmente interessante

ed apprezzato, dedicato al Sanatorio di Gar-bagnate e alla sua storia che, iniziata circaun secolo fa, si è esaurita sul fi nire degli anni ‘50 del secolo scorso. Per un contrattempooccorso durante la fase di stampa, le foto-grafi e che accompagnavano l’articolo sono risultate purtroppo indecifrabili.La Redazione di Dialogo tra noi, scusandosicon le proprie lettrici ed i propri lettori, ha vo-luto ovviare all’inconveniente riproponendoed arricchendo qui il repertorio fotografi co che ritrae il Sanatorio negli anni ’30-’40 delsecolo scorso, quando il nosocomio era al

culmine della sua operatività e della sua no-torietà: una eccellenza del territorio che vedeoggi come suo erede il nuovo Ospedale diGarbagnate.Da queste immagini è possibile considerarequanta strada è stata fatta dalla tecnologia,nell’ambito sia della medicina e sia delle stru-mentazioni in dotazione negli ospedali.Il nuovo Ospedale, che sarà inaugurato abreve, verrà dotato di attrezzature all’avan-guardia che faranno di questa struttura, nuo-vamente, il fi ore all’occhiello di Garbagnate e dintorni.

(Le immagini sono tratte da “Book Salvini” diEmanuela Torregiani e Donata Castelli)

Ingresso del Sanatorio

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storia Locale SS. Eusebio eMaccabei

Gabinetto Raggi X

Laboratorio analisi

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storia Locale SS. Eusebio eMaccabei

Veranda padiglione donne

Padiglione bambini

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Il modello 730 precompilato, annunciatoa più riprese dal governo quasi come una“rivoluzione copernicana” in campo fi scale

e atteso dai contribuenti, è ormai una realtà.Sarà disponibile, ha comunicato l’Agenzia del-le Entrate, entro il 15 aprile prossimo.Contrariamente a quanto si pensava, però,non verrà inviato agli interessati, ma potràessere recuperato dal sito internet www.agen-ziaentrate.gov.it. Il contribuente può accederedirettamente al sito purché in possesso del“pin” che deve essere richiesto all’agenzia del-le Entrate secondo le seguenti modalità: onli-ne, entrando nel sito dell’Agenzia e inserendoalcuni dati personali; per telefono, chiamandoil servizio di risposta automatica al numero848.800.444; in uffi cio, presentando un docu-mento di identità. Una volta ottenuto il “pin”,il contribuente può accedere alla verifi ca del modello precompilato sul sito, quindi può ac-cettarlo, modifi carlo o integrarlo, confrontando i dati esposti con quelli in suo possesso e poiinviarlo per via telematica. Questa operazione,che va gestita solo automaticamente online ègratuita, ma sembra non sia tanto semplice.Per l’accesso al proprio modello 730 precom-pilato, il contribuente può, inoltre, rivolgersi alCaf. A tale riguardo, il Circolo Acli “Carlo Ca-stiglioni” di Garbagnate dispone di operatoriadeguatamente preparati, pertanto in grado di

offrire un servizio effi ciente e tutte le garanzie necessarie in una materia così delicata. Perpoter usufruire di questo servizio, il contribuen-te è tenuto a consegnare preventivamente ladelega che consente al Caf di gestire la sua“precompilata” predisposta online dall’Agen-zia delle Entrate sulla base dei dati ricevuti dalsoggetto erogatore del reddito. Il Caf diventatotalmente responsabile delle dichiarazionigestite e, di conseguenza, chiede a coloro chead esso si rivolgono la massima correttezza everidicità riguardo ai dati che vengono forniti. IlCaf è tenuto a conservare tutta la documenta-zione del contribuente che deve anche rappre-sentare nei rapporti con l’Agenzia delle Entra-te per tutte le eventuali contestazioni relativeai dichiarativi gestiti. Pertanto, proprio per laresponsabilità e gli eventuali oneri che il Cafsi assume nei confronti del contribuente, per ilservizio sarà richiesto un contributo, sul qua-le ai tesserati Acli sarà applicato uno sconto(la tessera consente anche l’acquisto, tramitele Acli, di biglietto d’ingresso all’Expo al costoridotto di 20 euro, più 2 euro come contributoper spese di segreteria).Per la presentazione del 730 precompilatotramite il Caf (o professionisti abilitati), il con-tribuente è tenuto ad esibire: Certifi cazione Unica (ex Cud), e altre certifi cazioni che docu-mentano le ritenute; scontrini, fatture e quie-tanze che provano le spese sostenute; atte-stati di versamento d’imposta effettuati con ilmodello F24; dichiarazione modello unico incaso di crediti per cui il contribuente ha richie-sto il riporto nella successiva dichiarazione deiredditi.

Vincenzo Quartu

qui Associazioni

PER IL 730 PRECOMPILATO IL

CAF ACLI TI DÀ UNA MANO

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Credo che possano risultare utili le rifl essioni di seguito riportate e maturate in occasionedi due eventi recenti: il Festival della Fede,

organizzato nell’ambito della Comunità Pasto-rale di Garbagnate, e la Presenza della Chiesaall’EXPO 2015, organizzato per la Zona di Rho dalMovimento Terza Età e dalla Caritas Ambrosiananell’ambito dei tradizionali incontri formativi.Anche quest’anno il “Festival della Fede” (terzaedizione) ha offerto l’occasione a molti fedeli, pra-ticanti e non, di arricchire la propria esperienza eformazione religiosa e culturale.La partecipazione di ciascuno anche a più eventi(conferenze, mostre, spettacoli, celebrazioni re-ligiose) è stata motivata dall’interesse personaleper le varie tematiche proposte: fede, ambiente,arte, risorse alimentari, etica, economia, assisten-za, tecnologia. Molto interessanti le tre relazioni su“Fede e risorse alimentari”, in particolare quantoproposto sull’argomento specifi co “come nasce quello che mangiamo? Il vero racconto dei prodot-ti della terra”.A chi appartiene alla fascia della terza età, comeme, le parole e le immagini proposte hanno fattorivivere, con nostalgia e profonda emozione, l’e-sperienza vissuta nelle campagne, come contadinie braccianti, che la dura fatica quotidiana rendevaprotagonisti e testimoni di un mondo produttivo,che la tecnologia ha cambiato per sempre. Quantooggi viene narrato e illustrato alle nuove genera-zioni con i testi scolastici, le pubblicazioni ed i varistrumenti di comunicazione e formazione, noi del-la terza età l’abbiamo vissuto dal vivo, dando an-che un contributo di lavoro, secondo la nostra etàed esperienza. Le nostre mani hanno sudato lavo-rando nei campi con aratro, falce, zappa, vanga edaltri attrezzi agricoli, assistendo al miracolo rinno-vato ogni anno dalla natura nelle diverse stagionie scoprendo “come nasce quello che mangiamo”:dalla semina al raccolto, dalla trasformazione allaconservazione ed al consumo dei prodotti dellaterra. Ritorna in mente con nostalgia il lavoro dellenostre mamme e delle nonne, impegnate nel durolavoro di casalinghe, di contadine, di braccianti,quando si preparava la pasta, la polenta, il riso, ilpane e la minestra con i prodotti dell’orto.

Il 13 marzo, presso il Collegio Padri Oblati di Rho,la Responsabile Caritas di Zona, Anna Tosi, hasvolto una dettagliata relazione su “Nutrire il pia-neta, energia per la vita”, evidenziando, con l’ausi-lio di alcune immagini, il signifi cato della presenza della Chiesa, con un proprio padiglione, all’EXPO2015. È stata richiamata l’attenzione dei presen-ti sui signifi cati spirituale, educativo, sociale ed economico dell’Expo, che non deve essere ridottosolo ad una esposizione di tecnologie, alimenti,tradizioni, stili di vita dei vari paesi presenti, madeve essere occasione per eliminare le cause del-la povertà e stimolare la solidarietà, dando cosìattuazione concreta alla “Dichiarazione universalesui diritti dell’uomo” che, dal 1948, ha sancito cheil cibo è un dei diritti umani fondamentali, ma an-cor oggi circa un miliardo di persone non ha cibosuffi ciente! Al termine dell’incontro è stato messo a dispo-sizione un pieghevole con testi e fotografi e, che invitano ciascuno ad operare per contribuire a re-alizzare “Una sola famiglia umana, cibo per tutti:è compito nostro”. Una guida semplice, pratica ebreve per rifl ettere ed operare “7 azioni per sette giorni”: 1 evita lo spreco; 2 coltiva la pace; 3 evitala cattiva fi nanza; 4 fatti prossimo; 5 consuma re-sponsabilmente; 6 chiedi una fi nanza più giusta; 7non essere ingordo. Mi limito a citare la didascaliache completa il punto 7, espressione della saggez-za delle nonne e quindi delle persone della terzaetà: “Mio nonno diceva sempre…non avere gli oc-chi più grandi della bocca, metti nel piatto solo ciòche pensi di mangiare”.

Calogero Raviotta

MOVIMENTOTERZA ETÀ

qui Associazioni

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La Chiesa sarà presente all’Esposizione Universale con due padiglioni: unodella Santa Sede e uno della Caritas Internationalis. La Diocesi di Milanodà la possibilità di acquistare, a prezzo speciale, tagliandi in data libera pervisitare EXPO 2015 che daranno diritto a pacchetti particolari con agevola-zioni (pranzo a prezzo solidale, assicurazione sanitaria ecc…), soprattuttoper coinvolgere il maggior numero di famiglie.Fino al 15 aprile 2015 è possibile prenotare i biglietti presso la segreteriadella parrocchia SS. Eusebio e Maccabei.

WALTER KASPER

Papa Francesco – La rivoluzionedella tenerezza e dell’amoreRADICI TEOLOGICHE E PROSPETTIVE PASTORALIEd. Queriniana - Febbraio 2015 - Pag. 136 - €.13La dimensione teologica di papa Francesco. Le radici teologiche delpensiero di Jorge Mario Bergoglio, ma anche le prospettive pasto-rali del suo pontifi cato aperte da quei contenuti teologici, sono qui tratteggiate con intelligente competenza e con squisita empatia dauno dei più stretti collaboratori di papa Francesco: il cardinal WalterKasper. «Papa Francesco annuncia il messaggio sempre valido delvangelo nella sua eterna novità e freschezza, senza ridurlo a unqualche schema preconfezionato.

ENZO BIANCHI

La violenza e DioEditore: Vita e Pensiero - Collana:Grani di senape -Pubblicazione 2013 - Pag. 112 - € 12Cristianesimo come religione dell’amore. L’identifi cazione è imme-diata, ma spesso rischia di trasmettere un’immagine edulcoratadella fede cristiana, che invece ha a che fare, in modo speciale, an-che con la violenza e il male. Il priore di Bose aff ronta a viso aperto questo tema leggendo i “salmi impreca tori”, testi biblici di solitopoco frequentati proprio perché ricchi di immagini di violenza chedisturbano la nostra sensibilità e ci mettono a disagio. Una violenzache viene portata davanti a Dio come grido di dolore, invocazione diuna liberazione, ma anche invettiva. Perfi no nella preghiera, il grido delle vittime innocenti di fronte al male dilagante e impunito arrivaa mettere in questione la stessa bontà di Dio, la sua vicinanza, la

sua capacità di giustizia. L’esperienza del male appartiene ineludibilmente alla vita.

qui Libri

I BIGLIETTIPER EXPO 2015

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