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Ricercatori Missione impresa E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Settori Distretti “glocal” La sfida delle idee Focus Nautica superstar Crescita a due cifre Aziende Manager “on the road” Lo stile di Piquadro Scenari AlmaLaurea, occupati nove “dottori” su dieci Turismo Parola d’ordine conquistare gli stranieri GEN/FEB 2007 Settori Distretti “glocal” La sfida delle idee Progetto M-Aster, per formare i professionisti del trasferimento tecnologico Dalle torri d’avorio degli atenei alle reali esigenze del sistema produttivo Spedizione in A.P. -45% - Art.2 comma 20/b L. 662/96, filiale di Bologna Spedizione in A.P. -45% - Art.2 comma 20/b L. 662/96, filiale di Bologna

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RicercatoriMissioneimpresa

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

SettoriDistretti “glocal”La sfida delle idee

FocusNautica superstarCrescita a due cifre

AziendeManager “on the road”Lo stile di Piquadro

ScenariAlmaLaurea, occupatinove “dottori” su dieci

TurismoParola d’ordineconquistare gli stranieri

GEN/FEB2007

SettoriDistretti “glocal”La sfida delle idee

Progetto M-Aster,per formare i professionisti

del trasferimento tecnologicoDalle torri d’avorio degli atenei

alle reali esigenzedel sistema produttivo

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EDITORIALE

Un miliardo e quattrocento-mila euro. È questa ladistanza che a fine settem-bre 2006 separava le

esportazioni dell’Emilia-Romagna daquelle del Veneto. Solo un annoprima il differenziale tra le due regio-ni era di due miliardi e settecentomi-la euro, praticamente il doppio. Sequesto troverà conferma nei mesi avenire, sembra essere prossima ladata del passaggio di testimone traVeneto ed Emilia-Romagna qualeseconda regione italiana leader nelleesportazioni, alle spalle dellaLombardia.La crescita dei flussi commercialidell’Emilia-Romagna verso l’esteroviaggia ad una velocità differenterispetto alle altre regioni leader: negliultimi quindici anni le esportazioniregionali, a valori correnti, hannosegnato un incremento del 126 percento, contro il 99 per cento delVeneto, il 54 per cento dellaLombardia e il 14 per cento delPiemonte (la variazione nazionale èstata pari al 73 per cento). Gli anninovanta si sono caratterizzati per lamaggior vivacità delle regioni delnord-est rispetto a quelle delle nord-ovest: è del 2000 il sorpasso dell’ex-port dell’Emilia-Romagna su quellodel Piemonte. Negli anni duemilal’Emilia-Romagna mostra di avereingranato una marcia superioreanche nei confronti del Veneto, evi-denziando una diversa capacità dirisposta alla fase di stagnazione. Allamaggior dinamicità dell’export corri-sponde poi un’analoga tendenza delprodotto interno lordo regionale, aconferma dell’effetto traino che ilcommercio con l’estero esercita sullosviluppo economico complessivo.Le ragioni del diverso andamentodell’export emiliano-romagnolorispetto a quello veneto vanno ricer-cate sia nelle strategie di internazio-nalizzazione seguite, sia nella diffe-

rente composizione del portafoglioexport delle due regioni. La disaggre-gazione dei flussi export per tipologiae per mercati di destinazione offrespunti per differenti chiavi di lettura.È nella varietà dell’offerta exportregionale, nella presenza capillare intutti i Paesi e, soprattutto, nella capa-cità di aggiornare “in tempo reale” ilportafoglio export - sia nella suacomposizione merceologica sia neimercati di riferimento – che vannoricercate le determinanti che stannoportando l’Emilia-Romagna ad esse-re la seconda regione italiana pervalore delle esportazioni e, probabil-mente, la prima per dinamicità.Questo, con prodotti di qualità edinnovativi in grado di competere sumercati difficili qualiquello statunitense edell’Unione europea, e diessere concorrenziali inquelli emergenti.In anni in cui crescita delcommercio estero èsinonimo di sviluppoeconomico, diventaprioritario favorire l’ul-teriore espansione delprocesso di internazio-nalizzazione, sia allargando la basedelle imprese esportatrici, sia sup-portando in maniera sempre piùpuntuale quelle che già operano suimercati.Tra gli strumenti volti al raggiungi-mento di questo obiettivo, si pone loSportello regionale per l’internazio-nalizzazione dell’Emilia-Romagna(“Sprint-ER”), operativo da iniziodicembre 2006 a livello provincialenelle Camere di commercio e struttu-re camerali specializzate, a seguito delProtocollo firmato da Regione eUnioncamere Emilia-Romagna,Ministero per il Commercio interna-zionale, Istituto per il Commerciocon l’estero, Sace e Simest, e aperto aulteriori sinergie con le associazionidi categoria.È l’inizio di una nuova fase dell’atti-vità di Sprint-ER, caratterizzata daun ulteriore avvicinamento alleimprese: un nuovo passo nel percor-so di collaborazione tra Regione esistema camerale, per rendere piùincisiva l’integrazione dei programmiche sostengono le aziende nel farebusiness all’estero.

* PresidenteUnioncamere Emilia-Romagna

diAndreaZanlari*

Il segreto,essere presentisu tutti i mercati,nel segno di qualitàe innovazione

L’export regionalemette la freccia

Emilia-Romagna con una marcia in piùSi va riducendo la distanza dal Veneto

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Anno XIII - n. 1/2Gennaio/Febbraio 2007Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto srlBarbara GalzignaGiuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50

FotoPaolo Righi e Andrea SamaritaniMeridiana Immagini,Voli Soc.Coop

Progetto grafico e impaginazioneContesto S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.66.41Fax 059-29.23.126e.mail [email protected]

Concessionaria per la pubblicitàAfc Associati S.n.c.via Rosaspina n. 540129 BolognaTel.- Fax 051-359933

StampaLabanti e NanniIndustrie grafichevia Parini 1040033 Casalecchio di Reno (BO);tel. 051-6133555 - fax 051-6142247;e - mail: [email protected];

Autorizzazionedel Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994Spedizione A.P. - 45%art. 2 comma 20/b P. 662/96Filiale di Bologna

in copertina: elaborazione su fotoMeridiana Immagini agenzia fotogiornalistica

SOMMARIO

1 EDITORIALEL’export regionalemette la frecciaDI ANDREA ZANLARI

4 IN BREVE

6 VANNO E VENGONO

8 PRIMO PIANOUn esercito di ricercatoria scuola di “concretezza”DI SILVIA SARACINO

12 SETTORIDistretti “glocal”La sfida delle ideeDI SIMONA POLI

12 SCENARIAlmaLaurea, i neodottoriconquistano il postoDI ALBERTO NICO

16 Non solo agroalimentareIl futuro delle zone ruraliDI GIUSEPPE SANGIORGI

20 TURISMOMarchio Emilia-RomagnaAccoglienza a tutto campoDI NATASCIA RONCHETTI

23 INDAGINEIper ma non troppoE la “bottega” resisteDI ANTONELLA CARDONE

26 EXPORTMondo Arabo, qui viveil business del futuroDI GIUSEPPE SANGIORGI

QUADERNI&DOCUMENTIOsservatorio regionaleinternazionalizzazione

29 INFRASTRUTTURELa Bologna del futuroPioggia di investimentiDI GIANPAOLO ANNESE

32 FOCUSNautica superstarCrescita a due cifreDI ENRICO VINCENZI

35 AZIENDEManager “on the road”Uno stile inconfondibileDI DARIO GIORDO

38 La campagna di Russiadella “parigina” SafwoodDI ALBERTO NICO

40 INNOVAZIONEDai laboratori a distanzaalle tac tridimensionaliDI THOMAS FOSCHINI

43 SPECIALE LOGISTICAINSERTO PUBBLIREDAZIONALE

53 LIBRICulatello di ZibelloBassa Parmense DopDI GIUSEPPE SANGIORGI

54 FINANZA D’IMPRESAAziende impreparateall’esame del ratingA CURA DI FIDINDUSTRIA

55 FLASH EUROPAA CURA DI STEFANO LENZI

Mensile dell’Unione regionaledelle Camere di commerciodell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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Una sorpresa, martedì 30gennaio, per lettori bolo-

gnesi del Corriere della Sera.Allegato al loro quotidianopreferito, infatti, hanno trova-to il Corriere di Bologna, frut-to delle scelte editoriali di Rcsnella direzione di un più forteradicamento nelle realtà locali.Bologna, spiega Rcs, rappre-senta “una tappa strategica diquesto processo, per il suoruolo di grande città, motore

di importanti avvenimentilocali e nazionali, laboratoriodi esperienze in cui spesso sianticipano più vaste tenden-ze”. Alla direzione del nuovoquotidiano – 16 pagine a colo-ri, in edicola tutti i giorni tran-ne il lunedì – è stato chiamatoArmando Nanni, ex capore-dattore del Resto del Carlino,cronaca di Bologna.Partecipata al 50,1% per RcsQuotidiani, la nuova societàeditrice della testata si avvaledel contributo di setteimprenditori locali, StefanoBorghi (Site), Gino Cocchi(Carpigiani), Giorgio Dome-nichini (Inver), Gaetano Mac-caferri (Maccaferri-Seci),Maurizio Marchesini (Mar-chesini Group), Paolo Ottani(Nch), Alberto Vacchi (Ima).Novità editoriali anche perModena, con la nascita del set-timanale “Emme”, 64 pagine,edito dalla locale Confindust-tria. Alla direzione, Pier LuigiRonchetti, già al timone di“Sorrisi e Canzoni tv”,“Tutto” e Ciak”.

Il “Corrierone” mette radici sotto le Due TorriL’edizione bolognese

è in edicola dal 30 gennaio

PARMIGIANO-REGGIANORIPRESADEI CONSUMIDOMESTICI

Cala la produzione neiprimi otto mesi del 2006,meno 1,48%, ma ilPramigiano-Reggianopuò contare sulla ripresadei consumi domestici,più 2,1%, e sulla crescitadell’export, 4,9%, chesale all’8,2 nei paesi extraUe per sfiorare l’11,4%negli Usa. È la fotografiadel primo anno di applica-zione del piano produtti-vo quinquennale delConsorzio: nel 2007,

ancora più attenzione alconsumatore con la com-mercializzazione dell’an-nata 2005, anno dell’en-trata in vigore del piùrigoroso disciplinare diproduzione. Tra le prio-rità, la lotta, anche in sedeUe, contro le imitazioni.

CALCIOPARMA FC:DEFINITALA PROPRIETÀ

Il Parma FC è uscito dal-l’orbita Parmalat dopo 16anni, passando alla societàEventi Sportivi detenutaper l’80% dagli imprendi-tori bresciani TommasoGhirardi e Angelo Mene-ghini, e per il 20% da

Banca Monte di Parma.Presidente della squadraducale è stato nominato lostesso Ghirardi, mentre lapresidenza onoraria èandata al numero uno diBanca Monte ParmaAlberto Guareschi.

DISTRETTINASCECONFINDUSTRIACERAMICA

Alla base del rinnovamen-to, l’allargamento dellapropria base associativa asettori merceologici conti-gui a quelli finora rappre-sentati.

Così Assopiastrelle cambianome in ConfindustriaCeramica, con lo scopo diguidare, da Sassuolo, l’in-tera industria ceramicanazionale, e ponendosi aiprimi posti, in Italia, tra leassociazioni rappresentati-ve di settori manifatturieri.

IN BREVE

InternazionalizzazioneI finanziamentie le opportunitàdi Sprint-er

Oltre 7.000 imprese coinvol-te tra il 2003 e il 2006 nei

programmi dello Sportello regio-nale per l’Internazionalizzazionedelle Imprese; 75 missioni all’e-stero, a fronte di 76 delegazioniinternazionali che hanno visitatol’Emilia Romagna, per un totaledi 1.330 imprese coinvolte. Equasi mille aziende che ognianno usufruiscono, in formaaggregata, delle opportunitàfinanziare previste dai bandi.L’occasione per fare il punto, ilconvegno “Per un sistema regio-nale di servizi alle imprese”, in cuiEmilia-Romagna e Unioncamerehanno rinnovato l’accordo di col-laborazione operativa sul fronteinternazionalizzazione. Tra lenecessità individuate, l’aumentodel numero di imprese esportatri-ci: improrogabile, in questosenso, un maggiore impegno daparte della politica nazionale peril decentramento dei servizi sulterritorio.

Democenter-Sipe, ricerca al servizio delle impreseSportello unico per l’innovazioneIl presidente di Democenter-Sipe, Alberto Mantovani, e il rettoredell’Università diModena e Reggio Emilia, Giancarlo Pellacani, hannofirmato un importante accordo volto al rafforzamento del legame,peraltro già consolidato in questo territorio, tra ricerca e innovazione.Tra le necessità individuate dal protocollo, l’istituzione di un punto diaccesso unico per le richieste di innovazione provenienti dalle impre-se: in pratica un ufficio per il trasferimento tecnologico in grado di for-nire alle aziende competenze, conoscenze e soluzioni innovative.Obiettivo dell’intesa, valorizzare il rapporto tra l’ateneo eDemocenter-Sipe, costruendo – sulla base della condivisione di stru-menti e risorse umane – una “cerniera” tra ricerca e imprese.

Il presidente di AssopiastrelleAlfonso Panzani

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FIEREREGGIOSCEGLIECARIPARMA

Le Fiere di Reggio Emiliahannorinnovato l’accordodicollaborazione e sponsoriz-zazione con Cariparma ePiacenza, in essere dal 2004.Il nuovo accordo, che scadràil 31dicembre 2009, confer-ma la volontà di accompa-gnare il polo fieristico reggia-no verso una nuova fase dicrescita.

SPORTPOKEROLIMPICOPER TECNOGYM

L’investitura ufficiale diTecnogym – 334 milionidi euro di fatturato nel2006 – l’8 febbraio aPechino, di fronte alComitato organizzatoredelle Olimpiadi 2008.

Così l’azienda diGambettola (Fc) si è con-fermata per la quartavolta, dopo Sydney Atenee Torino, fornitore ufficia-le di una manifestazioneolimpica. “Un successoper il made in Italy e per ilsistema Paese”, ha dettoil fondatore NerioAlessandri, soddisfatto diavere battuto agguerriticompetitor cinesi e statu-nitensi. Da Gambettola aCarpi, dove la ChampionEurope – 200 milioni difatturato – sta puntandodecisa alla conquista delmercato dell’est Europeo:appena siglato un accor-

do di distribuzione conun’azienda bulgara, checommercializzerà i pro-dotti Champion in quelPaese. L’obiettivo, accele-rare lo sviluppo del brandsui mercati emergenti

SOFTWARESINFO PRAGMA,NEL 2006 VOLAIL FATTURATO

Sinfo Pragma chiude il2006 con 15,7 milioni dieuro di fatturato, registran-do una crescita a due cifre,un incremento delle risorseumane, ma soprattutto undeciso allargamento del

portafoglio clienti, tra cui siregistrano nomi qualiNuova Conserve-Fini,Sangemini, CosmoProject,Iccrea, Iside. La softwarehouse parmigiana è specia-lizzata in servizi di consu-lenza, sviluppo software,integrazione di sistemi eoutsourcing applicativo.

L’accordo con l’università di TongjiGiovani laureati cinesi

a scuola di Emilia-Romagna

Una rete telematica da 1000Mbit al secondo; 17mila stu-

denti collegati gratuitamente ainternet e un’infrastruttura tele-matica integrata che permetteràdi risparmiare 550mila euro l’an-no. Questi i primi risultati dellacollaborazione tra RegioneEmilia-Romagna e Università diFerrara nell’ambito del progettoLepida@Unife: una rete metro-politana in fibra ottica, messa adisposizione dalla Regione sfrut-tando l’infrastruttura della reteLepida, che unisce le sedi dell’a-teneo ferrarese aumentando di500 volte la disponibilità dibanda. Tre i nuovi servizi: Wi-Fe,per internet senza fili, Desktop-Fe, piattaformaweb per l’accessoa dati e applicazioni, e VoIP-Fe,per la telefonia su internet. E saràproprio la telefonia digitale aconsentire di risparmiare risorse.“Servizi – ha dichiarato l’assesso-re alle Attività produttive DuccioCampagnoli – che entro l’annosaranno estesi a tutte le ammini-strazioni della regione”.

Missioni imprenditorialiIndia seconda,ma ancoraper poco

IN BREVE

FerraraMatrimoniotra Lepidae università

La constatazione, gli straordi-nari ritmi di crescita dell’India

sul mercato globale. La consape-volezza, da parte di economisti eistituzioni, che di questo passo ilPaese asiatico raggiungerà,entro cinque anni al massimo, illivello di sviluppo del vicinocolosso cinese. Da qui l’ultimamissione in India organizzata daConfindustria dal 9 al 15 feb-braio scorsi. L’Emilia-Romagnaha preso parte ai seminari dilavoro – organizzati a Bangalore,Kolkata e Mumbai – nell’ambitodi una progettualità rivolta inparticolare alle piccole e medieimprese, nei settori dell’agroali-mentare e delle Ict.Alla missione hanno partecipatoalcune tra le aziende più attive edinamiche della regione: dalConsorzio Expotech e Expotra-de, Place srl e Distillerie Bonollo(Modena), alle bolognesi Grbspa e Interporto Bologna spa.Quindi Trevi Group (Cesena),Albini e Fontanot spa (Rimini) eGolfera spa (Ravenna).

Un importante accordo, siglato in videoconferenza conShangai tra Regione Emilia-Romagna e università di

Tongji. Oggetto, l’avvio di un primo corso di formazioneprofessionale destinato a venti giovani ingegneri cinesi, chestudieranno il sistema produttivo emiliano-romagnolo.L’intesa, firmata dall’assessore regionale alle Attività pro-duttive Duccio Campagnoli e dal presidente dell’universitàdi Tongji Wan Gang, coinvolge lo stesso ateneo, di recen-te visitato dal presidente del consiglio Prodi, dove si è deci-so di istallare un campus Italia-Cina.Il corso, che si svolgerà tra marzo e giugno 2007, è realiz-zato dal Forum permanente per la collaborazione indu-striale fra Italia e Cina – sorto per iniziativa della Regionepresso il Collegio di Cina, promosso con l’università diBologna, che ospita quasi 200 studenti cinesi – da CofimpApi Bologna e Fondazione Aldini Valeriani. Formazioneprofessionale, qualità del lavoro, organizzazione di reti diimprese: questo il tratto peculiare dell’economia regionaleche il corso si propone di esportare: destinatari, giovanicinesi laureati in economia ed ingegneria, interessati alleopportunità lavorative in imprese emiliano-romagnole –ormai una sessantina – che abbiano interessi commercialiin Cina.

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VANNO EVENGONO

Giovanni Luppi al comando delle “agricole”Il consiglio regionale di Legacoop Agroalimentare ha eletto GiovanniLuppi al posto del dimissionario Sergio Nasi, passato a Coopfond, ilfondo mutualistico di Legacoop. Dal 1975 nel movimentocooperativo, 50 anni, guiderà 250 cooperative che fatturano, intotale, oltre 4 mliardi all’anno. Nuova guida anche per il CentroItaliano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Socialedi Bologna, istituzione culturale fondata dal 1988 sotto la spinta diLegacoop Bologna per creare un luogo per la raccolta dei materialidocumentari sul movimento cooperativo: il senatore Giancarlo

Pasquini, già presidente di Legacoop Bologna, regionale e nazionale, quindiSenatore della Repubblica dal 1996, subentra a Enea Mazzoli.

Umberto Calizzaniguiderà la Fiarc

È Umberto Calizzani, modenese,il nuovo presidente regionaledi Fiarc Confesercenti, laFederazione italiana degli agentie rappresentanti di commercio.Calizzani, agente dal 1978, è statoeletto all’unanimità dall’assemblearegionale formata da un centinaiodi delegati provenienti dalleprovince emiliano-romagnolein rappresentanza dei 6.000agenti iscritti. Cresciutoprofessionalmente nel set-tore alimentari, Calizzaniè stato presidenteprovinciale di FiarcConfesercentiModena

Il testimonea Fabio Fabbri

Romano Caravita, presidentedal 1972, anno della fondazionedi Cosepuri, ha passatoil testimone a Fabio Fabbri,responsabile della divisione Bus.Il nuovo corso della cooperativadi trasporti bolognese avrà inizioin maggio con il rinnovo dellecariche sociali. Cosepuri fattura 30milioni di euro, ed è leadernel settore con oltre 500 addettie una flotta da 480 mezzi.

LEGACOOP

Alla dirigenzaClaudio Ferrari

Claudio Ferrari, assessorealla Pianificazione territorialee infrastrutture della Provinciadi Reggio Emilia, già sindaco diCorreggio, è il nuovo presidentedi Fer (Ferrovie Emilia-Romagna).Ferrari, che ha esperienza comedirigente sia nel settore pubblicoche in quello privato, ha presoil posto di Roberto Soffritti.

FERROVIE ERREGIONE

Cambio della guardiaper vertici regionali e localiCambio al vertice di Unionapi EmiliaRomagna, con Silvano Groppi, chesuccede a Nerio Bentivogli.Quattro i vicepresidenti: NelloFerraroni, Fulvio Forti, DinoPiacentini e Giorgio Carretti. Nuovedirigenze anche per i Gruppi Giovanidelle Api di Reggio e Parma. Vertice“rosa” per i piccoli industriali reggianiche, dopo Giannicola Albarelli,si affidano a Cinzia Rubertelli; duei vice: Claudio Lodi e Ivan Brini. AdApindustria Parma, Cristiano Casa,succede a Francesca Longhi.

ONLUS

Prodi scegliel’economista Zamagni

Il presidente del ConsiglioRomano Prodi ha nominatoStefano Zamagni, professore diEconomia a Bologna e figura diprestigio internazionale,alla presidenza dell’Agenzia perle Onlus, l’organismo che dal

2000 ha il compito di vigilaresul no profit. Una nominanel segno della continuità:Zamagni, infatti, durante ilprimo primo governo Prodi,fu il padre della legge 406

del 1997 sulleorganizzazioni

non lucrativee di utilità

sociale.

Tutte le novità del 2007Nuovi incarichi alla Regione Emilia-Romagna. Cambia il direttore generale dell’assemblea legisla-tiva: nominato Luigi Benedetti. Tre i neo direttori:Giuseppe Bortone, Ambiente e difesa del suoloe della costa, Valtiero Mazzotti, Agricoltura, Paolo Ferrecchi, Reti infrastrutturali, logistica e siste-mi di mobilità. Cambi della guardia anche per l’Agenzia regionale per lo sviluppo dei mercati tele-matici Intercent-Er, ad Anna Fiorenza, e per l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricolturaAgrea, a Gianni Mantovani. Assunti a tempo determinato per incarici dirigenziali, invece, CarloBasilio Bonizzi (Agricoltura),Marco Calzolari (Organizzazione, sistemi informativi e telematica) eLeonardo Draghetti (Programmazione territoriale e sistemi di mobilità). Sei i direttori generali con-fermati, Cristina Balboni (Cultura), Morena Diazzi (Attività produttive), Gaudenzio Garavini(Organizzazione), Bruno Molinari (Programmazione territoriale), Luciano Pasquini (Risorse finan-ziarie), Filomena Terzini (Affari istituzionali). Nulla di nuovo alla direzione generale Sanità, in quan-to non ancora scaduto l’incarico del responsabile.

CONFESERCENTI

COSEPURI

API

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Cso: arriva l’espertoLuciano Trentini

Nuova guida per il Cso di Ferrara,il centro servizi ortofrutticoli natoper creare sinergie tra gli operatori:è Luciano Trentini, già dirigentedell’Assessorato Agricoltura dellaRegione Emilia-Romagna, dovesi è occupato di ricercae sperimentazione ortofrutticola.Trentini è anche presidente diArefhl, l’Associazione delle regioniortofrutticole europee, ed è interlo-cutore dell’intergruppo ortofrutti-coli al Parlamento europeo.

Il Comitato Piccola Industria elegge Riccardo Casadei

Il Comitato Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna ha elettoRiccardo Casadei come nuovo presidente per il biennio 2007-08. Casadei,che succede a Giovanni Caffarelli, è presidente di Presco Pool S.p.A., azien-da, con sede a Forlì che si occupa di progettazione, produzione e installazio-ne di arredamenti e attrezzature per strutture commerciali. È presidente dellaPiccola Industria di Confindustria Forlì-Cesena, consigliere della Fondazionedella Cassa dei Risparmi di Forlì e vicepresidente di Assoservizi Romagna.Riccardo Casadei entra così a far parte come vicepresidente del comitato dipresidenza di Confindustria Emilia-Romagna guidato da Anna MariaArtoni, e del consiglio centrale della Piccola Industria di Confindustria. Noncambiano le presidenze del gruppo Giovani di Confindustria di Bologna eModena dove Giovanni Mistè e Rossella Po sono stati confermati. ABologna, Giovanni Mistè è affiancato dai vicepresidenti Andrea Ghiaroni,Cristina Mezzetti, Averardo Orta, Gian Guido Riva. A Modena, conRossella Po, i nuovi vicepresidenti sono Ilario Benetti, Lorenzo Bottan,Davide Malagoli, Marco Stella.

ORTOFRUTTA

CONFINDUSTRIA

Tanti volti nuoviper obiettivi ambiziosi

Su indicazione della CapogruppoIntesa Sanpaolo, il consiglio di ammini-strazione di Carisbo ha nominatoGiuseppe Feliziani nuovo direttoregenerale, al posto di Maria LuciaCandida che assumerà altri incarichi.La scelta rientra nella generale riartico-lazione del Gruppo Intesa Sanpaoloavviata a seguito della recente fusione.Feliziani ha percorso tutta la carrieraall’interno del Sanpaolo fino a diventa-re direttore della rete di sportelli dell’a-rea tirrenica. E proprio dall’esperienzamanageriale in Carisbo e San Paolo Imiviene Leone Sibani, neopresidente diNeos Banca, società di credito al con-sumo del Gruppo Intesa Sanpaolo.Passaggio di consegne anche perMediocredito Trentino-Alto Adige.Leopoldo Scarpa, già vice direttore dal2000, succede a Giovanni Caffarellialla direzione generale. Tra gli obietti-vi, l’ulteriore sviluppo nei mercati diVeneto ed Emilia-Romagna, e unacrescente specializzazione nei servizialle imprese. In questa logica, laresponsabilità dell’area affari è stataaffidata a Diego Pelizzari, già referen-te dell’area Nord Est di Banca IntesaMediocredito.Dopo Angelo Vibi, è il luccheseRobertoMenchetti a guidare la BancaMonte Parma. Il nuovo vertice è statodesignato su indicazione dellaFondazione MonteParma con l’as-senso dell’azionista e partner MontePaschi Siena. Menchetti, già membrodel Cda di Banca Monte Parma, halavorato in MPS nel ruolo di respon-sabile di gruppo delle politiche delcredito.Alberto Mantovani è salito al verticedella BancaModenese, controllata delGruppo Carife, in luogo di GianpieroSamorì. Grande esperienza bancariaalle spalle- dal 1981 al 2001 è stato alvertice della Cassa di Risparmio diMirandola e sino al 1993, della omo-nima Fondazione- Mantovani, dal1998 è presidente della Camera diCommercio di Modena e dal 2003vice presidente di UnioncamereEmilia-Romagna

CANTINE SORBARA

Al timoneEmore TommasiniNel comparto vitivinicolo,la Cantina di Sorbara societàcooperativa agricola aderentea Confcooperative Modenaelegge alla presidenza EmoreTommasini, imprenditoreagricolo residente a SanProspero. Tommasini, chesuccede a Carlo AlbertoGasparini, guiderà unastruttura che conta 460soci e può trasformareoltre 120 milaquintali d’uva.

BANCHE

Silvia Bartolini alla testa della rinnovata ConsultaCon decreto del presidente Vasco Errani, è statanominata la nuova Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo, l’organismo istituzionaledi rappresentanza all’estero.Oltre alla neo presidente Silvia Bartolini –due legislature come consigliere regionaleed attualmente presidente regionale dell’Aiccre,l’associazione per il Consiglio dei Comuni edelle Regioni d’Europa – che ha presoil posto di Ivo Cremonini, l’organismo rinnovatoconta 52 membri, più giovani e 14 in menorispetto al passato.

EMILIANO-ROMAGNOLI NEL MONDO

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Sono i commessi viaggiatoridella ricerca industriale, ilmotore dell’innovazione delsistema produttivo regionale,

ma anche dell’intero Paese. Unamacchina pensante, quella guidatadai “trasferitori di tecnologia”, chedispone delle più alte competenzetecnico-scientifiche maturate negli

atenei della regione ecostituita da giovaniche cercano di creareun’unica comunitàprofessionale, dall’i-dentità chiara, ingrado di dialogare conun interlocutore trop-po distante: il mondodelle imprese.Cosa vogliono leaziende, di quali inno-

vazioni ha bisogno un determinatosettore, com’è strutturato il merca-to, come nasce un’impresa da un’i-dea innovativa. Sono tutte domandedi non facile risposta per un giovanericercatore che ha passato moltianni chino sui libri a studiare. Perquesto la Regione ha invitato i ricer-catori a tornare a scuola con l’ini-

ziativa M-Aster: un ciclo di lezioni econvegni pensati non per approfon-dire i fondamenti della chimica maper capire meglio come funziona ilmercato e come instaurare collabo-razioni fruttuose con le imprese.Il progetto risponde a una dupliceesigenza: quella dei ricercatori – 300tra laboratori e centri, quasi 900nelle imprese – di applicare concre-tamente i propri studi trovando unosbocco nel mercato del lavoro, maanche quella delle aziende, chedovrebbero poter utilizzare le sco-perte innovative al fine di migliora-re prodotti e processi produttivi,guadagnandone in competitività.“Vogliamo creare una nuova pro-fessione: quella del trasferitore tec-nologico, del giovane che nell’uni-versità ha le sue conoscenze tecno-logiche e scientifiche ma è capace ditrasferirle alle imprese perché saparlare con l’impresa, interpretarnei bisogni e le esigenze. Questo èmolto importante per fare nuovaricerca, nuova impresa e nuovaindustria”, ha spiegato l’assessoreregionale alle Attività produttiveDuccio Campagnoli. M-Aster ha

preso il via il 15 dicembre e si con-cluderà in luglio 2007 sotto lagestione di Aster. Si tratta di un per-corso gratuito rivolto non solo aigiovani ricercatori della Retedell’Alta Tecnologia, ma anche atutti coloro che in regione si occu-pano di ricerca. “Per giovani ricer-catori non si fa riferimento all’etàanagrafica – precisa Marina Silverii,di Aster, responsabile del progetto –ma a tutti coloro che non sonoancora completamente strutturati inun percorso di ricerca specifico, chenon hanno ancora individuato lapropria applicazione”.M-Aster è quindi un percorso perapprofondire le questioni chiave cheriguardano il trasferimento tecnolo-gico e si divide in tre sezioni: M-Aster Eventi, ciclo di conferenzeaperte a tutti e in particolare ai gio-vani che fanno ricerca industriale inEmilia-Romagna, M-Aster Lab,percorso formativo destinato princi-palmente ai ricercatori della Retealta tecnologia e ai ricercatori deicentri di ricerca, laboratori universi-tari e imprese e M-Aster Doc,modulo formativo per i dottorandi

diSilviaSaracino

Campagnoli:“Vogliamo crearedei professonisti

in grado di relazionarsicon le aziende

Al via M-Aster, lezioni e convegni per capire le vere esigenze del sistema produttivo

Un esercito di ricercatoria scuola di “concretezza”

PRIMO PIANO

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I FINANZIAMENTI

“È il programma di ricerca a finanzia-mento pubblico più grande del pia-

neta: l’obiettivo è portare la ricercafuori dai laboratori e al centro della vitadelle imprese”. Roberto Santaniello,Direttore della Rappresentanza aMilano della Commissione Europea, haillustrato il VII Programma Quadroeuropeo Ricerca e Sviluppo alla plateapresente all’incontro di Modena, orga-nizzato da Confindustria Emilia-Romagna e Confindustria Modena incollaborazione con la Commissione.Un’iniziativa che ha riunito 120 impre-se di tutta la regione, interessate a nonfarsi scappare il treno dei finanziamen-ti europei per la ricerca: ben 53 miliardimessi in palio da Bruxelles con ilProgramma Quadro per il periodo2007-2013. Nella corsa italiana aifinanziamenti, che ha l’obiettivo di por-tare a casa 7-8 miliardi – pari al 14%del budget comunitario – Confindustriae Regione Emilia-Romagna non resta-no a guardare, e si stanno dando dafare per coinvolgere imprese e centri diricerca del territorio. La sfida è quella diuscire dal contesto regionale e presen-tare progetti all’altezza della dimensio-ne europea della ricerca. “Sicuramentela dimensione delle nostre imprese èpiù piccola di quella di altri paesi euro-

pei e questo è forse stato finora unfreno per l’accesso ai fondi comunitari,in considerazione dell’enorme burocra-zia a cui sono sottoposti questi proget-ti – ha sottolineato in occasione dell’in-contro il vice presidente diConfindustria Emilia-Romagna eConfindustria Modena Pietro Ferrari –ma poiché questo Programma Quadroha pensato anche alle Pmi, destinando-vi una parte consistente delle risorse, ègiunto il momento per allargare gliorizzonti”.Necessaria, per partecipare alProgramma, una maggiore collabora-zione tra imprese del territorio e centridi ricerca, ma anche tra le stesse impre-se: “È particolarmente utile – ha spie-gato Mario Riciputi, vicepresidente diConfindustria Emilia-Romagna – lapossibilità di partecipare come partnera progetti di altre imprese: un casoemblematico è quello di piccole emedie imprese che partecipano insiemecon i loro committenti esteri”.L’impegno di Confindustria, ha aggiun-to Riciputi, è quello di “individuaresegmenti del VII Programma realistica-mente accessibili alle nostre piccole emedie imprese e supportarle nell’acces-so e nell’utilizzo ottimale di questaopportunità”.

Modena, l’incontro di Confindustria con 120 imprese della regione

In arrivo i fondi dell’Unione Europeanell’ambito del settimo “Programma Quadro”

degli atenei dell’Emilia-Romagna.Le lezioni di M-Aster Lab, in parti-colare, saranno condotte da docen-ti universitari ed esperti sui temitrattati durante gli eventi, conapprofondimenti sul trasferimentotecnologico divisi per settori dellaricerca e project work, ovverogruppi di lavoro finalizzati a svilup-pare progetti inerenti alle tematichetrattate nei corsi.Un’offerta formativa, dunque, fina-lizzata a valorizzare il capitaleumano del nostro territorio:“Questa iniziativa – sottolinea ilpresidente di Aster GabrieleFalciasecca – cerca di aggiungerequel quid ai nostri ricercatori per-ché possano diventare protagonistidell’innovazione in modo totale, ingrado di proteggere le idee, trasfor-marle in modo concreto in start-upe di guidare il processo innovativodelle aziende che vorranno assu-merli”. Le iscrizioni – obbligatorieper M-Aster Lab e Doc mentre perMaster-Eventi occorre dare confer-ma di partecipazione come a unnormale convegno – si sono apertea dicembre e si chiuderanno il 23febbraio e le domande sono giàoltre le aspettative. “Sono 372 –rileva Marina Silverii – le personeche hanno manifestato interesseall’iniziativa registrandosi sul sito edi queste 242 si sono iscritte al per-corso formativo, superando lanostra previsione di 150 ricercato-ri”.Alla prima lezione di M-Aster lab,“Innovare in impresa” erano pre-senti 169 persone e sono intervenu-ti i docenti Gianni Lorenzoni,Maurizio Sobrero e Silvano Bertinidell’assessorato alle Attività pro-duttive della Regione: si è parlato ditecnologia e struttura di mercato,posizione competitiva e risorse tec-nologiche, ruolo del pubblico e delprivato nello sviluppo tecnologico.Nel secondo incontro del 23 feb-braio, dal titolo “L’impresa innova-tiva”, si è invece parlato di temati-che relative alla creazione di unimpresa da un’idea innovativa:dagli strumenti di supporto al busi-ness plan, dal piano di marketingalla gestione economica e finanzia-ria; relatori, Rosa Grimaldidell’Università di Bologna e il con-

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“La Regione Emilia-Romagna raddop-

pierà le risorse destina-te alla ricerca investen-do 300 milioni di euronei prossimi tre anni”:lo ha annunciato l’as-sessore regionale alleAttività produttiveDuccio Campagnolinel corso del conve-gno “Il futuro dell’in-dustria è nella ricerca”che si è svolto a Bologna lo scorsodicembre alla presenza del ministrodello Sviluppo economico Pier LuigiBersani, la presidente regionale diConfindustria Anna Maria Artoni, ilrettore dell’Università di FerraraPatrizio Bianchi e il presidente diAster Gabriele Falciasecca. Un impe-gno dunque, quello della Regione,nel segno della forte continuità contutto quello che è stato fatto finoranel campo della ricerca e del trasfe-rimento tecnologico alle imprese: “Ilsistema Emilia-Romagna – ha sotto-lineato il ministro Bersani – con l’in-

tegrazione molto fortetra centri di ricerca,laboratori, e imprese èun modello per le poli-tiche industriali nazio-nali”.Negli ultimi tre annila Regione, con ilprogramma Prriitt(Programma per laricerca industriale e iltrasferimento tecno-logico, Programma

Triennale per le Attività Produttive,Piano Telematico, Obiettivo 2) hainvestito quasi 160 milioni di europortandosi al primo posto in Italiaper quota di risorse destinate alsostegno di ricerca e innovazionesul totale degli aiuti regionali alleimprese. I finanziamenti hannomesso in moto circa 380 milioni diinvestimenti nel biennio 2005-2006 e hanno consentito di avvia-re 62 progetti messi a punto dailaboratori della rete, quindi di farnascere 93 nuove imprese (Spin-off)

Ricerca, la Regione alza la postaL’impegno: “Nei prossimi tre anni 300 milioni di euro”

sulente aziendale Marco Bartolotti.“Mi sono iscritto a M-Aster perchévolevo capire le dinamiche del tra-sferimento tecnologico, utili per chicome me lavora in uno spin-off.Dopo l’università di ingegneria, chefornisce un’ottima formazione dibase, ho bisogno di capire cometrasferire le mie competenze teori-che in un’azienda”. Questa l’espe-rienza di un ricercatore presente aentrambi gli incontri, Alessio Tosi,del laboratorio dell’Università diBologna Arces (centro di ricerca suisistemi elettronici per l’ingegneriadell’informazione e delle telecomu-nicazioni). Tosi, ricercatore a soli25 anni, ha cominciato a collabora-re con il laboratorio mentre prepa-rava la tesi, quindi è rimasto a farericerca partecipando anche allo

Spin-off Mavigex, costituito nel2005 e specializzato nel settoredella Mobile-Tv. La consapevolez-za, che il ricercatore spesso nonconosce le dinamiche del mercato efatica ad inserirsi ma è vero ancheche la sua ambizione spesso loallontana dalle vere esigenze richie-ste dal sistema produttivo. E airicercatori i docenti di M-Asterhanno chiesto: “Preferite essere unpesce grande in un acquario picco-lo o un piccolo pesce nell’Ocea-no?”. “È una giusta riflessione –risponde Tosi – perché molti ricer-catori ambiscono ad occupare unagrossa fetta del mercato regionale,ma non si può sopravvivere in que-sto modo: occorre guardare ai mer-cati più ampi, come quellocinese”

Applicare la propria conoscenza per creareun’impresa innovativa per la produzione e

commercializzazione di antiossidanti naturali,estratti dagli scarti dell’agroindustria. E riuscire avendere subito il prodotto sul mercato. Arriva dallaboratorio bolognese Litcar della Rete alta tec-nologia, specializzato nel controllo ambientale nelciclo di vita dei rifiuti, un’esperienza di successoche racconta come un gruppo di ricercatori siariuscito a trasferire il proprio know how nella rea-lizzazione dello spin-off Phenbiox che a pochimesi dalla nascita, in novembre del 2006, ha giàvenduto nel settore della cosmetica.Dopo l’esperienza maturata presso Litcar, i ricer-catori Dario Zanichelli, Alessandro Filippini eFrancesco Carloni hanno infatti costituito lo spin-off pensando di sfruttare alcuni estratti vegetalicontenuti negli scarti della lavorazione industriale,per creare prodotti spendibili nel settore dellacosmetica, in particolare nelle creme. I derivatidella crusca, delle vinacce e delle olive hannoinfatti importanti proprietà anti-età, idratanti,nutrienti, anti-infiammatorie, hanno effetti positi-vi sulla circolazione e proteggono dai raggi UV.Una catena di centri estetici ha già comprato iprodotti della Phenbiox e ora i ricercatori punta-no ancora più in alto, al settore alimentare e poialla farmaceutica.Tutti e tre si sono iscritti a M-Aster per capiremeglio come incontrare le esigenze di impresepotenziali clienti. “Ogni ricercatore vive per i pro-pri studi e pensa che la propria ricerca sia lamigliore”, spiega Zanichelli. “Le esperienze comeM-Aster, ma anche come Ricubo, la vetrina dedi-cata alle nuove imprese hi-tech, sono utili per‘disinnamorarasi’ della propria ricerca, scontran-dosi con la concreata applicazione sul mercato evederne quindi i limiti e la forza”

PRIMO PIANO

IL CASO

L’esperienza dello spin-off PhenbioxUn salto di successodall’ateneo all’industria

LE RISORSE

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Celebrati in passato comeunico modello esistente edivenuti per alcuni inade-guati di fronte alle sfide

della globalizzazione, oggi i distret-ti emiliano-romagnoli dimostranodi aver resistito alla crisi e di recu-perare terreno, cambiando pelle.Si globalizzano e diventano più

immateriali, sono chia-mati “sistemi produtti-vi locali” ma continua-no ad essere la rispostatipica della piccolaimpresa per competereal meglio.Ne è convinto GabrieleMorelli, segretario ge-nerale di Cna Emilia-Romagna, che harecentemente presenta-

to i risultati di due progetti:D.E.S.K. (District and local systemEnhancement trough SharingKnowledge) e Change (Competenzeper il cambiamento nei distretti enei sistemi produttivi locali), finan-ziati dalla Regione attraverso iFondi strutturali europei. Circa unmilione e mezzo di euro in tre anni

per individuare le conoscenze, lecompetenze e i bisogni di 700imprese insediate in 9 sistemi pro-duttivi della regione: il biomedicaledi Mirandola, la plastica diCorreggio, il packaging della Vald’Enza, la ceramica di Sassuolo, iltessile di Carpi, il calzaturiero diFusignano e del Rubicone, le filieredella nautica di Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini edell’Automotive Ducati del bolo-gnese. Il lavoro di analisi su questidistretti condotto dalla Cna regio-nale è stato pubblicato nel volumedi Franco Angeli “Sistemi produtti-vi locali in Emilia Romagna”.“L’elemento nuovo della ricerca –afferma Gabriele Morelli – sta nellalettura dei distretti dal punto divista dell’economia della conoscen-za, quindi di quanto i fattori imma-teriali della Net and Knowledgeeconomy sono detenuti da impresee territori e di come incidono sullacompetizione”. Sistema relazionalee capacità di creazione della cono-scenza sono i due indicatori chehanno permesso di cogliere i puntidi forza e di debolezza di ogni

impresa, e gli elementi di rilanciodei distretti, che risultano per fattu-rato assai diversificati al loro inter-no. Guardando ai bilanci 2003, siva infatti dai 2.012.686 euro mediper azienda del calzaturiero diFusignano, a 1.574.462 della cera-mica, da 1.257.331 della nautica ai92.561 del biomedicale; fino ai71.437.000 euro dell’automotiveche ha registrato il più forte incre-mento rispetto al 1999 (38,85%).In questo quadro, la percentuale difatturato dedicata all’innovazione,è in crescita; gli investimenti effet-tuati rappresentano il 10% perl’automotive, con un incremento diquasi il 5% rispetto al 1999. Anchei distretti della ceramica, calzaturie-ro del Rubicone, tessile e packa-ging, investono oltre il 4%. In cia-scun sistema produttivo è cresciutadal 1999 al 2003, la quota media,con variazioni che vanno da 0,20punti percentuali del distretto delpackaging a 4,55 punti percentualidella filiera dell’automotive.L’innovazione di prodotto risultarelativamente alta, anche se la com-posizione del portafoglio prodotti

diSimonaPoli

Le radici restano, ma si pensa in grande: come cambiano i sistemi produttivi locali

Distretti “glocal”La sfida delle idee

SETTORI

Punto di forza,“la capacità di creare

la conoscenza”Resta da risolvereil gap organizzativo

Gabriele Morelli,segretario

generale di CnaEmilia-Romagna

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“Un centro risorse che si configuricome un broker con le competenze

per coordinare le strutture esistenti sulterritorio, raccogliere le richieste delleaziende e trovare le soluzioni ai proble-mi”. Mirco Pisi della Cna Val d’Enzadescrive così, il nuovo soggetto chenascerà nel distretto, frutto del progettoChange (Competenze per il cambiamen-to nei distretti e nei sistemi produttivilocali), che ha individuato la necessitàper il distretto industriale del packagingdella Val D’Enza di un punto di riferi-mento in grado di coordinare un tessutoricco di soggetti forti, attivi e operantima che spesso corrono da soli.Situato a cavallo fra Reggio e Parma, ildistretto fonde la tradizione meccanicareggiana con la produzione alimentareparmense, dando vita ad una filiera dicirca 458 aziende che operano nella fab-bricazione di attrezzature per la mecca-nizzazione e l’automazione delle impresealimentari e del packaging. Un’areacaratterizzata dalla presenza di istituzioniforti come gli assessorati alle attività pro-duttive dei 9 comuni e dell’IstitutoScolastico Superiore della Val d’EnzaSilvio D’Arzo, che in questi anni perrispondere alle esigenze del distretto haattivato nuovi indirizzi di studio nellameccanica e nell’elettronica passando da500 a mille studenti iscritti. Il progettoChange ha costituito tavoli di incontrotra questi soggetti e le imprese arrivandoa siglare a dicembre un protocollo d’in-

tesa per la creazione di un Centro risor-se, di fatto è già operante. “Il centrosfrutta l’esistente – spiega Pisi – metten-dolo a sistema; infatti avrà sede nei loca-li dell’Istituto scolastico dove si costituiràun centro documentale che si avvarràdelle competenze Cna per quantoriguarda l’osservatorio permanente,implementando un lavoro di ricerca conil supporto di 120 imprenditori chehanno sottoscritto il protocollo”.Un esempio dei servizi del nuovo centrorisorse, sono i piani di sviluppo per sin-gole aziende o gruppi – network marke-ting – con analoghe esigenze apparte-nenti al distretto della Val D’Enza. Unadelle prime necessità manifestate dallestesse imprese – specie quelle medio-pic-cole, senza le necessarie risorse e com-petenze per approntare un efficacepiano marketing – entrare in nuovi mer-cati. Come Asotec srl, 30 dipendenti eun milione e ottocento mila euro di fat-turato che progetta macchine riempiticied etichettatrici. “In questi anni siamocresciuti – spiega il proprietario LuigiPovesi – e avevamo bisogno di passareda una metodologia empirica a metodidi marketing professionali. Dopo un’at-tenta analisi, i consulenti Cna hannoorientato il piano di sviluppo sul mercatonazionale, dove c’erano ancora marginidi penetrazione, ma soprattutto, cosapiù importante, siamo venuti a contattocon metodi e strumenti professionali chenon conoscevamo”

Nuovi servizi per gli imprenditori del packaging

“Change”, il futuro della Val d’Enza

IL PROGETTO

titivi divengono immateriali emer-ge, secondo Cna, la necessità diattivare nuovi meccanismi di incen-tivazione non solo sui terreni del-l’innovazione e della ricerca, maanche sul tema dell’adattabilità dilavoratori, imprese e imprenditori,promuovendo attività di adegua-mento e assetto organizzativo delleimprese, favorendo la creazione dinuove professionalità nel campodei servizi alle imprese, con parti-colare riferimento alla gestione e altrasferimento della conoscenza

in base alla loro età è diversa perdistretto.Si tratta, secondo l’analisi Cna, disistemi produttivi dove, senza per-dere le radici nel territorio, si evol-vono filiere che rafforzano ulterior-mente la già elevata vocazioneall’export e si agganciano a opera-tori e luoghi lontani. Filiere che,partendo dal distretto locale, sispingono a cercare fornitori, servi-zi, competenze e appoggi commer-ciali a scala più ampia, creando neifatti piattaforme produttive allar-gate. In questa evoluzione si accre-sce il contenuto immateriale del-l’attività e dei conseguenti investi-menti. Nelle filiere globali entranogli specialisti che producono cono-scenza e la mettono al serviziodegli altri operatori: specialisti inprogettazione e design, logistica ecommercializzazione, marchi etutela della proprietà intellettuale,contrattualistica internazionale.È in sostanza su questo terreno chesi gioca la capacità competitiva deidistretti, visto che, spiega Morelli,nelle reti si vendono idee e servizi,non solo prodotti e lavorazioni:“Diventa quindi estremamenteimportante sviluppare la capacitàorganizzativa delle aziende.Esistono imprese superdotate tec-nologicamente che non sono ingrado di acquisire modelli organiz-zativi moderni ed efficienti. Adesempio non fanno piani di marke-ting, magari non riuscendo a man-tenere un investimento nel tempo.Da qui il grosso margine di mano-vra dei sistemi produttivi locali,soprattutto nel miglioramentodella gestione e dell’organizzazio-ne”. Il tutto, conclude Morelli,senza perdere quei nuclei di “indu-stria intelligente” che possono con-tinuare a competere con i cinesiperché usano conoscenze che nonstanno nelle macchine e nel softwa-re, ma nella testa della gente e neicircuiti culturali e comportamenta-li della società locale.Le ragioni di questo gap organizza-tivo, sostiene la Cna, sono attribui-bili in parte anche ai meccanismi diincentivazione, che fino ad orahanno premiato chi compravanuove macchine e attrezzature spe-ciali. Ma oggi che i fattori compe-

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14 GEN/FEB 2007

AlmaLaurea, i neodottoriconquistano il posto

Il più importante database italiano di laureati, ponte tra università e imprese

Una laurea in tasca è semprepiù indispensabile perentrare nel mondo del lavo-ro dalla porta principale.

Lo sanno bene i neolaureati nelleUniversità dell’Emilia-Romagna, chea cinque anni dal titolo accademicoper il 90,3% sono tutti impiegati.Una percentuale quasi “bulgara”, che

premia evidentemeneteil sistema universitarioregionale, in prima filain Italia nel garantire aisuoi neolaureati la for-mazione adeguata alleesigenze del mondo dellavoro. E questo è tantopiù vero se si considerache la media italiana dioccupati a cinque annidalla fine degli studi

universitari è nettamente più bassa:86,3%.

I dati sulla condizione occupazionaledei laureati arrivano dall’ultimo Rap-porto del Consorzio AlmaLaurea, chepartito in forma embrionale nel 1988su iniziativa dell’ateneo bolognese,gestisce oggi una delle più completebanche dati di laureati d’Europa.Contiene infatti i profili del 70% deineodottori italiani, che si laureanonelle 45 Università aderenti. “Ognianno – spiega il direttore e fondatoredel Consorzio, Andrea Cammelli –AlmaLaurea realizza indagini sul pro-filo e la condizione occupazionale deilaureati italiani e, grazie alla sua bancadati con quasi 800 mila curricula dineolaureati ma anche di laureati conpluriennale esperienza alle spalle, age-vola l’incontro tra domanda e offertadi lavoro. Non abbiamo fatto altroche fare sistema superando la logicadei mercatini locali. E cioè quasi unmiracolo”.E in effetti, visto il proliferare di ser-vizi per l’impiego più o meno attendi-bili e di saltuaria efficacia, quello diAlmaLaurea si presenta invece comeun collaudato e robusto sostegno chepermette ai neolaureati l’ingresso nelmondo del lavoro. “Siamo riusciti apassare dai proclami sull’importanzadi gettare un ponte tra Università eimprese a uno strumento concreto, inun settore tra l’altro nel quale il lavo-ro è ancora in gran parte frutto direlazioni personali e familiari”,aggiunge Cammelli. Ma come fun-ziona la banca dati? Al momento dilaurearsi ogni studente compila unquestionario, indicando ogni infor-mazione utile sul proprio percorsoaccademico e formativo, inclusi even-tuali stage aziendali in Italia o all’e-stero e le lingue conosciute.I dati di ogni neolaureato entranocosì nel sistema informatico diAlmaLaurea, per essere poi consulta-ti a pagamento dai clienti delConsorzio. Ovvero, imprese, entipubblici, amministrazioni locali e più

in generale ogni potenziale interessa-to ad assumere personale con forma-zione superiore.“Nel 2006 - prosegue il direttore diAlmaLaurea - abbiamo ceduto alleaziende 430 mila curricula di laureatiitaliani. I nostri servizi arrivano finoall’individuazione dei profili che cer-cano le aziende attraverso più dicento caratteristiche, indipendente-mente dal tipo di contratto di assun-zione. Una quota rilevante dei curri-cula viene ceduta alle aziendedell’Emilia-Romagna, le prime a par-tire. A questo si sono aggiunte le con-venzioni, in continua crescita.Abbiamo siglato accordi, per fare unesempio, con Assindustria di Bolognae Reggio Emilia, le Cna di Bologna eFerrara, Assopiastrelle”.Scorporando a livello regionale i datidel Rapporto è così possible tracciareun identikit dei profili accademici chein Emilia-Romagna sono sinomino diposto di lavoro. In pole positionArchitettura (100% di occupati a cin-que anni dalla fine degli studi),

diAlbertoNico

Il Consorzio bolognesemette a disposizionei profili professionalidi 800 mila giovanidi 45 atenei italiani

SCENARI

Lavora Non cerca Cercalavoro lavoro

Agrario** 82,5 11,1 6,4Architettura 100,0 - -Chimico-farmaceutico 92,4 4,5 3,1Economico-statistico 96,7 1,3 1,9Geo-biologico** 73,3 15,6 11,1Giuridico 88,2 6,6 5,1Ingegneria 97,2 1,8 1,1Insegnamento 91,1 3,8 5,1Letterario 87,1 5,0 7,9Linguistico 88,1 5,7 6,2Medico** 64,0 28,2 7,8Politico-sociale 94,3 2,1 3,6Psicologico 89,2 6,0 4,9Scientifico 83,3 7,4 9,3Totale Emilia R. 90,3 5,4 4,3Totale Italia 86,3 6,2 7,5* si intende la residenza alla laurea** elevata quota di laureati che non cercano lavoro perché ancora in

formazione post-laurea (scuola di specializzazione, dottorato, ecc.)

Laureati 2000 residenti in Emilia-Romagna*

Condizione occupazionale a CINQUE anni dal conseguimento del titoloper gruppi di corsi di laurea

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seguite da una “classico” comeIngegneria (97,2%), Economico-sta-tistico (96,7%), Politico-sociale(94,3%) e Chmico-farmaceutico(92,4%). Al di sotto delle aspettativei corsi di laurea scientifici (83,3%),mentre chiudono la graduatoriafacoltà come Medicina, Agraria oGeologia e Biologia in quanto almomento dell’indagine i laureatierano ancora impegnati in percosi dispecializzazione o stage.Passando invece agli atenei regionali,il rapporto mette in luce il primato diRmini (sede distaccata dell’Universitàdi Bologna): lavora l’88% degli inter-vistati, laureati dal 1999 al 2003. AFerrara, invece, è occupato il 59% deineodottori a un anno dal titolo, seguepoi l’ateneo parmigiano i cui laureatisono occupati per il 57%, al pari diquelli che hanno conseguito il titolo aBologna, mentre all’Università diModena e Reggio sta lavorando il55% dei neodottori.Ma dove lavorano i neolaureati? ABologna, per esempio, le indagini diAlmaLaurea dicono che il 77% èoccupato nei servizi, soprattutto nelsettore istruzione e ricerca, e nel com-mercio (13%), mentre il 21% lavoranell’industria. Ma se il lavoro si trova,è in prevalenza precario. Un datoconfermato anche dalla recente inda-gine Excelsior della Camera diCommercio di Bologna che ha regi-strato nel 2006 il sorpasso dei preca-

ri sui lavoratori stabili nelle nuoveassunzioni in Provincia di Bologna.Infatti, secondo i dati del Consorzio,a un anno dalla laurea il lavoro atipi-co (tempo determinato e collabora-zioni) riguarda 56 laureati su cento.Gli occupati precari erano il 48% nel-l’indagine sui neolaureati 2002, il53% dei neolaureati 2003, ben il56% dei neolaureati 2004.

Un’AlmaLaurea sempre più internazionale,per sostenere imprese e occupazione

qualificata sul mercato globale. AndreaCammelli, direttore e fondatore del Consorzio,analizza e presenta le nuove strategia di cre-scita della banca dati.Come è cambiato il mercato del lavoro?“Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito aun calo progressivo dell’occupazione, dellastabilità e delle retribuzioni. Un fenomeno cheguardiamo con preoccupazione. In questocontesto il mercato del lavoro regionale èmeglio collocato, e costituisce un potente fat-tore di attrazione per studenti universitari datutta Italia. Certo il nostro sguardo va oltre:AlmaLaurea segnala da tempo la difficoltà deltessuto produttivo italiano nel valorizzazione ilcapitale umano formato ai più alti livelli. Perquesto abbiamo chiesto il riconoscimento diagevolazioni per l’assunzione di laureati. Unaazione a sostegno dei giovani e delle imprese,soprattutto medio-piccole, in difficoltà a gesti-re ricerca, innovazione ed internazionalizza-zione”.In che modo il progetto si è internazionaliz-zato?“I primi di marzo a Bologna abbiamo pre-sentato il prototipo di banca dati internazio-nale, realizzata con il sostegno della Com-missione europea. I laureati italiani avrannocosì la possibilità di pubblicare il curriculum ininglese aumentando la loro visibilità all’este-ro, mentre gli studenti comunitari potrannooffrirsi al nostro mercato interno. Facciamoanche parte di un network euro-latinoameri-cano che promuove le metodologie di inda-gine sulla condizione occupazionale dei lau-reati. Il nostro sito è tradotto anche in cine-se, nuova frontiera dell’economia. Già nella

versione italiana, AlmaLaurea ha rapportistabili con aziende inglesi e relazioni in cre-scita con aziende in Francia, Austria,Germania, Spagna e Messico”.Come coniugare stabilità occupazionale eflessibilità?“In uno studio pubblicato su Il Mulino,MauroSylos Labini evidenzia come i laureatiAlmaLaurea abbiamo più chance occupazio-nali di chi non è presente in banca dati. Quelloche facciamo è valorizzare i giovani formati ailivelli più alti di istruzione mettendo in compe-tizione, sulla qualità del capitale umano, lestesse aziende che vogliono assumere. Così sipuò rispondere all’esigenza di flessibilità,senza far venir meno la stabilità. In prospetti-va, punteremo sempre più su servizi in gradodi rispondere a un mercato del lavoro interna-zionale e ormai è senza confini. Oltre ai110mila mila laureati che hanno una cono-scenza ottima dell’inglese, in AlmaLaurea cene sono quasi 25mila che conoscono lo spa-gnolo, seimila il portoghese, 4.524 ilrusso, 2.521 l’arabo, 1.826 ilgiapponese, oltre 1.400 ilcinese, e persino 160 l’hindi.Ogni volta che leggo que-sti numeri penso che sideve fare di più per valo-rizzare la ricchezza intel-lettuale del Paese”

Pronto il prototipo di banca dati realizzato con il sostegno dell’Ue

Mercato del lavoro senza confiniEcco i nuovi servizi “internazionali”

IL PROGETTO

Neodottori precari che vivonosoprattutto di collaborazioni(30%) e contratti a tempo determi-nato (23%). Sempre a un annodalla laurea il lavoro stabile (lavo-ro autonomo e a tempo indetermi-nato) riguarda il 32,5% degli occu-pati (era il 37% nella precedenteindagine), comunque meno dellamedia italiana (39%)

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Andrea Cammelli

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milioni di euro. Altri 9 milionisaranno infine destinati all'assisten-za tecnica.“Il Piano – ricorda Rabboni – è statoelaborato con il contributo di tutte lecomponenti del mondo agricolo,delle associazioni ambientali, delleProvince e delle Comunità montanedel sistema imprenditoriale, dei sin-dacati e dei rappresentanti delmondo ambientalista e dei consu-matori. Guarda non solo agli inte-ressi dell’agricoltura, ma anche aquelli generali dell’Emilia-Romagna,individuando in modo selettivo isoggetti finanziati, concentrando gli

Mercato, territorio, mul-tifunzionalità: questele parole chiave delProgramma Regionale

di Sviluppo Rurale (Prsr) 2007 -2013, lo strumento destinato agovernare nei prossimi sette anni losviluppo del sistema agroalimentareemiliano-romagnolo. Il nuovo Prsr,

da poco varato da VialeAldo Moro, è ora alvaglio della Commis-sione di Bruxelles, cheha sei mesi di tempo peresaminarlo ed appro-varlo definitivamente: iprimi bandi dovrebberoessere emanati dallaRegione entro la finedell’estate.“Con questo piano –

spiega l’assessore regionale all’Agri-coltura Tiberio Rabboni – vogliamooffrire un insieme di opportunità peril rafforzamento delle imprese agri-

cole e del rapporto con il mercato,ma anche uno strumento per miglio-rare la qualità ambientale e favorirela crescita generale dell’economia edella società emiliano-romagnola”.Il programma può contare comples-sivamente, considerando sia i finan-ziamenti comunitari sia la comparte-cipazione statale e regionale, su 934milioni di euro, 75 in più rispettoalla precedente programmazione2000-2006. Risorse che, con laquota di cofinanziamento privato,consentiranno di attivare investi-menti per quasi 2 miliardi di euro.Quattro gli assi di intervento: ilprimo, “competitività del settoreagricolo e forestale”, a cui andranno383 milioni di euro; il secondo,“miglioramento dell’ambiente edello spazio rurale”, 397 milioni; ilterzo, “qualità della vita e diversifi-cazione delle zone rurali”, 97 milio-ni; quindi l’“iniziativa comunitarialeader”, che avrà risorse per 48

SCENARIdiG

iuseppeSangiorgi

Non solo agroalimentareIl futuro delle zone rurali

Al via il Piano di sviluppo 2007-2013: finanziamenti per oltre 900 milioni di euro

Favorire l’accesso al credito delle impreseagricole e agroalimentari emiliano-roma-

gnole, aumentando le risorse a disposizione edampliando la gamma dei servizi offerti. Vannoin questa direzione le iniziative messe a puntodalla Regione nell’ultimo periodo, e che prelu-dono a una proposta complessiva sul tema delcredito in agricoltura, prevista nei prossimimesi.Alla legge di riforma per migliorare l’operativitàe incentivare l’aggregazione degli ottoConsorzi Agrifidi, è seguito l’accordo quadrofirmato con l’Ismea (Istituto di servizi per ilmercato agricolo alimentare) che mette adisposizione 10 milioni di euro nell’arco di 5anni, stanziati dai due contraenti al 50%, asostegno del capitale di rischio delle imprese eper la copertura degli intervenenti di garanzia,

controgaranzia e cogaranzia. Fra la Regione ele banche tesoriere UniCredit Banca, Bancapopolare dell’Emilia-Romagna e BancoPopolare di Verona e Novara è stato poi atti-vato il programma “Investiagricoltura”, chevuole sostenere la competitività delle impreseagricole e facilitarne l’accesso al credito met-tendo a loro disposizione 30 milioni di euro peril periodo 2007-2010 a un costo del denaro piùbasso di quello di mercato. Ultima in ordine ditempo, l’iniziativa della Banca Popolaredell’Emilia-Romagna per fornire ad allevatori ecaseifici aperture di credito a condizioni van-taggiose, in modo da fronteggiare la crisi cheda tempo investe il settore del ParmigianoReggiano e del Grana Padano, e che solo negliultimi mesi ha mostrato segnali in controten-denza

L’ACCORDOLe iniziative dell’assessorato regionale

Più credito all’agricoltura

Tra le priorità:la montagna,

più competitivitàe un ricambiogenerazionale

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L’indagine della Fondazione ‘Qualivi-ta’ riconferma la validità del model-

lo produttivo emiliano-romagnolo edelle politiche di valorizzazione che leistituzioni hanno avuto da anni, con ilcostante coinvolgimento dei produttorie dei Consorzi di tutela”. Così l’assesso-re regionale all’agricoltura TiberioRabboni commenta il recente studio,realizzato per conto del Ministero dellePolitiche agricole, sul valore e sulle pro-spettive di mercato dei 155 prodottiDop e Igp italiani. La ricerca assegnaall’Emilia-Romagna, con 25 produzionitutelate dai marchi dell’Unione euro-pea, il primato nella classifica delleregioni per numero e per valore econo-mico delle produzioni tutelate.“È il risultato di un lungo lavoro –aggiunge Rabboni – molti produttorihanno compreso l’importanza della qua-lità per conquistare nuovi mercati, e iConsorzi stanno avviando politiche sem-pre più mirate al miglioramento dellecaratteristiche dei propri prodotti”. Purein una fase economica complessa perl’agricoltura italiana, dovuta alla pro-gressiva riduzione del sostegno comuni-tario e alla concorrenza di Paesi emer-genti, per l’assessore “esistono marginidi miglioramento per qualificare ancora inostri prodotti, ampliando le azioniintraprese per la qualificazione delle pro-duzioni e assegnando, nella concessionedi contributi, priorità ai progetti cheriguardano prodotti Dop e Igp e ilmiglioramento della promozione all’e-stero dell’agroalimentare”

IL COMMENTO

interventi dove esistono le condizio-ni per una crescita più duratura, eandando nella direzione di unamoderna riorganizzazione del setto-re”. Tre sono gli obiettivi di fondo,infatti, il sostegno alla competitivitàdelle imprese, soprattutto sui merca-ti globali, la valorizzazione del terri-torio rurale come elemento distinti-vo delle produzioni agricole permigliorare qualità, tipicità e tuteladell'ambiente a partire dalle areemontane, la promozione della multi-funzionalità delle imprese agricole:queste ultime, in particolare,dovranno sempre più offrire servizianche in campo energetico, turistico,ambientale, oltre al tradizionalecomparto alimentare.Tra le novità del Piano di SviluppoRurale, la centralità di un approccioper filiere, ossia il tentativo di indi-rizzare il sostegno alle aziende in uncontesto di organizzazione piùampio. È una filosofia nuova chevuole stimolare le imprese a misu-rarsi con un mercato sempre piùglobale, nell’ottica di ottimizzare leproduzioni per recuperare quote divalore aggiunto in fase di commer-cializzazione. Il piano punta quindia sostenere anzitutto la competiti-vità delle imprese agricole regionalipromuovendo una maggiore capa-cità distintiva dei prodotti emilia-

no-romagnoli, di cui devono essereimmediatamente identificabili qua-lità, salubrità, sicurezza, legamecon il territorio. “Ciò significa –aggiunge l’assessore all’Agricoltura– mettere in campo una nuova stra-tegia commerciale in grado diaggregare l’offerta di prodotto,costruire rapporti più efficaci con lagrande distribuzione, migliorarel’organizzazione di filiera, perchéoggi il valore aggiunto si gioca nonsui singoli segmenti della produzio-ne, ma sull’intero processo dal pro-duttore al consumatore”.Il Prsr pone particolare attenzione acome si realizzeranno i contratti difiliera, a seconda del prodotto equindi “a geometria variabile”. Tragli obiettivi specifici del primo“asse” vi sono l’aggregazione delleimprese per superare la frammenta-zione commerciale ed acquisiredimensione più solida, lo sviluppodi nuovi prodotti, processi e tecno-logie, le misure per favorire la qua-lità, l’innovazione dei processi, laformazione. Il programma investeanche a favore dell’insediamentodei giovani agricoltori. “Per favori-re turn over e ricambio generazio-nale – precisa Rabboni – è previstoun premio da 15 mila ai 40 milaeuro come contributo per l’insedia-mento, mentre ancora i giovani

Indagine Qualivita: i risultati

“Su Dop e Igpsiamo i primidella classe”

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under 40, a parità di proposta,avranno priorità nell'accesso aifondi”. Tra gli obiettivi forti delprogramma vi è anche il rafforza-mento del ruolo della montagna,ponendo un argine al suo spopola-mento, per consolidare quindi nellearee appenniniche la presenza diimprese agricole competitive ingrado di svolgere un’efficace azionedi presidio del territorio e di svilup-po dell’economia. “Tra le misureinserite nel Prsr per favorire la per-manenza degli agricoltori in questearee – ricorda Rabboni – c’è l’au-mento del 5% dei contributi delprimo asse, se destinati a impresenelle aree appenniniche, la triplica-zione degli importi delle indennitàcompensantive per le zone svantag-giate, indipendentemente dall’indi-rizzo produttivo aziendale. Inoltresarà concentrata in montagna laquota prevalente dei pagamentiagro-ambientali”.Il secondo asse del programmapunta a qualificare il territoriorurale e l’ambiente: tra gli obiettivispecifici, tutelare il paesaggio agra-rio e le risorse “acqua e suolo”, sal-vaguardare la biodiversità, contri-buire al miglioramento della qua-lità dell'aria, sostenere metodi diallevamento ottimali per il benesse-re degli animali, mantenere attivitàagricole sostenibili nelle aree colli-nari e montane. Il terzo asse si con-centra invece sulla promozione delruolo multifunzionale delle aziende,orientandole ad attività comple-mentari: dallo sviluppo della filieraagroenergetica (biomasse, fotovol-taico, solare termico, eolico), all’a-griturismo, alla ristrutturazione diedifici di carattere storico.“Una novità assoluta – concludeRabboni – è la maggior attenzioneal ruolo degli enti territoriali”: aProvince e Comunità montaneandrà infatti il 65% delle risorsecomplessive (nella precedente pro-grammazione era il 30%) per unamigliore valorizzazione delle pecu-liarità locali e delle caratteristichedel territorio. Oltre l’80% dellerisorse disponibili andrà diretta-mente agli agricoltori, mentre quelche resta verrà destinato a impreseagro-alimentari, cooperative e loroconsorzi, enti e istituzioni

Una grande P verde, con unafoglia icona incastonata al cen-

tro, che simboleggia la naturalità deiprodotti agroalimentari. E’ il simbolografico di “Piacenza 100 Sapori”, ilmarchio collettivo voluto dallaCamera di commercio con l’intento divalorizzare e promuovere l’immaginedei prodotti agroalimentari piacentinidi qualità. Ideato da Gianni Bortolotti,grafico di livello internazionale, ilmarchio rappresenterà in modo ine-quivocabile la qualità piacentina.“Tutelare i nostri prodotti di qualitàcertificata dalla concorrenza - dice ilpresidente dell’ente camerale, Giu-seppe Parenti – e avere uno stru-mento capace di distinguere la pia-centinità nel mondo sono le moti-vazioni che ci hanno spinto allacreazione del marchio. “Piacenza100 sapori” – aggiunge - costituiràun’iniziativa unificante per il nostroterritorio e ne promuoverà l’imma-gine in Italia e all’estero senzadisperdere la visibilità soggettivadei produttori”.Consistente il patrimonio enogastro-nomico della provincia di Piacenza:tre i salumi DOP, due i formaggi IGP,ben 20 i vini DOC. Accanto a questi,molto estesa è la casistica dei pro-dotti “tradizionali”, per i quali la pro-tezione comunitaria non risultaapplicabile, ma si ritiene necessariointervenire per arrestare salvaguar-darli. Attualmente 96 -un primatonazionale – sono , inseriti in un elen-co regionale approvato dal Ministerodelle Politiche Agricole e Forestali.Un paniere di tipicità va valorizzato,

sempre nel segno della qualità certifi-cata.“Ecco il perché del marchio collettivo–precisa il presidente Parenti - perassociare con un segno forte, distinti-vo e riconoscibile le eccellenze agroa-limentari del territorio”.Il marchio andrà a contraddistingueretutti i prodotti rispondenti agli elevatistandard controllati, contenuti in spe-cifici disciplinari. Quelli aventi già unriconoscimento che impone un livelloqualitativo -Doc, Dop, Igp, Igt, e amarchio Natural Valley - potrannoutilizzarlo senza ulteriori verifiche, acondizione di esplicita richiesta allaCamera. Gli altri potranno avvalerse-ne solo dopo la redazione, con la col-laborazione dell’Università Cattolica,di specifici disciplinari e dopo chesaranno stati certificati come confor-mi ai disciplinari. Il marchio saràaccompagnato da unmanuale d’uso:un documento ufficiale per indicare lecorrette modalità di applicazione. Inattesa dei primi disciplinari che fissino-per le diverse categorie di prodotti-le caratteristiche necessarie per poterlifregiare del marchio “Piacenza 100sapori”, saranno i Doc, i Dop, gli IGTe gli IGP i primi ambasciatori dell’ine-dito riconoscimento

SCENARI

I PROGETTI

Uno strumento per distinguere le vere tipicitàLogo “Piacenza 100 sapori”

Garanzia di qualità e provenienza

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Reduce da un 2006 per nien-te avaro di gratificazioni, ilturismo emiliano roma-gnolo si è affacciato sul

nuovo anno strizzando l’occhio almercato statunitense, corteggiandola Germania (che pare intenzionata aricambiare le effusioni) e intensifi-cando le relazioni con la Russia, per

raggiungere anche ilmercato siberiano.Primo banco di provadella sua capacità diattrazione, la vetrinadella Borsa internazio-nale del turismo diMilano, dal 22 al 25 difebbraio. Si è trattato diun’occasione importan-te, per l’Azienda di pro-mozione turistica emi-

liano-romagnola, per presentare unariorganizzazione del comparto capa-ce di soddisfare la funzione principa-le che le viene assegnata dalle modi-fiche alla legge 7 (la legge regionalesulla promo-commercializzazione):raggiungere, e se possibile conquista-re, i mercati esteri.Una prima novità del 2007, la ricon-ferma dell’interesse degli operatoriper il mercato statunitense, in parti-colare per quello newyorkese:“Abbiamo l’occasione di far leva sulvolo diretto Bologna-New York –dice il presidente di Apt MassimoGottifredi – per verificare la possibi-lità di acquisire fette di quel mercato.Si tratta di un cauto tentativo, mavogliamo andare a vedere se l’oppor-tunità si rivela ghiotta”. Per il restoApt, che quest'anno si è vista ricon-fermare dalla Regione la stessa dota-zione di risorse del 2006 (7,2 milionidi euro), si propone di consolidare illavoro degli anni passati, che vedenella Germania e nella Russia interlo-cutori privilegiati.Sulla Germania, in particolare, siconcentrano investimenti significativi

per la promozione. Ed è proprio dalmercato tedesco che stanno arrivan-do segnali incoraggianti di un’inver-sione di tendenza, dopo un periodo direlativa freddezza nei confronti del-l’offerta turistica dell’Emilia-Romagna: “Herr Fritz” pare nuova-mente gradire le proposte che arriva-no dalle Unioni di prodotto (costa,appennino e verde, città d’arte, cultu-ra e affari, terme, salute e benessere).In Germania, Apt cercherà di raffor-zare relazioni di affezione storiche – edi aprire nuove brecce di interesse –con una campagna che ruota intornoal claim “italiano originale”: “Conquesto slogan – prosegue Gottifredi –vogliamo consolidare un rapporto:una relazione che vogliamo accredita-re con l’idea tutti i valori positivi pro-pri dell’Italia trovano in Emilia-Romagna una summa significativa.Lavoreremo sull’area sud dellaGermania, dalla quale siamo facil-mente raggiungibili con il trasportosu gomma, ma anche su Berlino eFrancoforte, grazie a collegamentilow cost da Rimini e Forlì che parto-no dal periodo pasquale, e che l’annoscorso hanno dati buoni risultati.Quest’anno li supporteremo anchecon campagne promozionali”.All’insegna del consolidamento edella ricerca di nuovi clienti da fide-lizzare, anche la promozione sul mer-cato russo. E se Mosca e SanPietroburgo continuano ad esserepunti di riferimento, nuovi mercatipotrebbero aprirsi a Ekaterinburg enelle città siberiane, con campagne dico-marketing portate avanti in siner-gia con i tour operator russi che neiloro cataloghi propongono l’EmiliaRomagna, e che negli ultimi cinqueanni hanno visto aumentare del 30per cento il lavoro sulle destinazionidi vacanza della regione.Tra i punti fermi, il tramonto defini-tivo dell’era delle campagne generali-ste, a “ombrello”. Così, ci saranno

azioni mirate in Gran Bretagna, inScandinavia, in Olanda, in Francia. Eproprio sui mercati esteri si consu-merà la sfida più importante. È quiche l’Emilia Romagna – che su 100presenze ne incamera 80 italiane –risente maggiormente della concor-renza: l’occasione per sfidarla, ilnuovo portale di e-commerce, chedovrebbe essere pronto entro l’estate,per la prenotazione e l’acquisto viaweb di singole camere o pacchettituristici. Secondo Gottifredi, un vec-chio sogno che si realizza: il portale,la cui gestione sarà affidata ai priva-ti, sarà concepito, dice, come “unluogo dove ci si informa e si acqui-sta”. Così anche attraverso il web siaall’estero che in Italia gli operatoriemiliano-romagnoli potranno pre-sentarsi con numeri che danno lamisura della forza del turismo regio-

diNatasciaRonchetti

Bologna-New Yorkper conquistaregli Stati Uniti

Germania e Russiapartner privilegiati

Azioni mirate per attirare gli stranieri. La nuova sfida, il portale di e-commerce

Marchio Emilia-RomagnaAccoglienza a tutto campo

TURISMO

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nale: 51 milioni di presenze l’anno(41 sulla riviera). Tra gli italiani, intesta ci sono i lombardi, mentre del20% di stranieri stranieri una quotapreponderante, 40-45%, va ai tede-schi. Ma attenzione, avverte il presi-dente dell’Unione di prodotto costa,Andrea Corsini: guai a pensare dipoter competere sui prezzi. “Noi –dice – dobbiamo puntare sulla qua-lità dei servizi e dell’ambiente urba-no”. E a chi lamenta una crisi delbalneare risponde: “Abbiamo tuttele potenzialità per superare qualchesituazione di difficoltà. Gli indicato-ri sono confortanti, gli operatoririlevano interesse e c’è una ripresa diattenzione da parte del governo neiconfronti del turismo. Noi, comeUnione di costa, all’estero ci concen-treremo su Germania, Francia, Esteuropeo e Benelux, mentre, perquanto riguarda l’Italia, lo sforzomaggiore sarà rivolto verso ilCentro-Sud”. I punti di debolezza?“I prezzi alti e in alcuni casi la diffi-coltà a raggiungere le nostre località.Ci vogliono infrastrutture che perònon si possono realizzare in tempibrevi, per questo ci stiamo concen-trando sugli aeroporti e sui voli lowcost. In questo senso, un’importante

novità di quest'anno è il collegamen-to aereo Amsterdam-Rimini”.In crescita, le città d’arte si aspettanoinvece buoni risultati dal voloBologna-New York. “Abbiamo ten-tato questa operazione oltreoceano –dice il presidente dell’Unione di pro-dotto città d’arte, cultura e affariMario Lugli – con New York che èun serbatoio per il turismo culturale:ora si tratta di entrare più stabil-mente nei cataloghi dei tour opera-tor statunitensi”. Nel 2007 per lecittà d’arte si punta a rafforzare l’im-magine di un circuito rinforzato dalvalore aggiunto del marchio Emilia-Romagna, con la consapevolezza dinon poter concorrere con città comeFirenze o Venezia ma facendo levasu una qualità dell’accoglienza checomprende anche l’enogastronomia.Sul fronte del marketing è previsto ilreplay di azioni come quella realiz-

zata durante le festività di fine annocon la proposta di un pacchettounico, da Rimini a Piacenza, per unweek end in albergo a 35 euro anotte. “Uno schema da seguireanche in altre occasioni”, dice Lugli.Quanto alle risorse a disposizionedel turismo, per tutti è arrivato unsospiro di sollievo con la riconfermada parte della Regione degli stanzia-menti del 2006: 15,7 milioni di europer il finanziamento della legge 7. Laconferma riguarda anche un taglio –rispetto a due anni fa, quando fufinanziata la legge nazionale quadro135 – alla dotazione alle Provinceper i Piani territoriali di promozionelocale che dovrebbe però esseresanato in parte, come ha annunciatol'assessore regionale al TurismoGuido Pasi, con l’assegnazione alleRegioni dei fondi (21 milioni, giàripartiti) del portale Italia.

“Siamo la Formula Uno del turi-smo nazionale, invece di fare una

politica rivendicativa nei confrontidel Governo e della Regione ci siamochiesti come la macchina del turismoregionale, di cui siamo il traino,possa aumentare la propria velo-cità”. A parlare è l’assessore provin-ciale al Turismo di Rimini AndreaGnassi. Terminata la fase della con-flittualità con Bologna, ora ilRiminese si candida a contribuire allacostruzione di un “pensiero turisticostrategico”. A partire da “uno sce-nario che per noi rappresenta unasfida – dice Gnassi - abbiamo ragio-nato sul fatto che il turismo è unaindustria, ha bisogno di ricerca e

innovazione”. Da qui la proposta,per le strutture ricettive, di favorire ilpassaggio dagli affitti alla proprietà,e di agevolare l’accorpamento diimprese alberghiere per liberarespazi da riempire con servizi turistici.Quest’anno Rimini si muoverà sudue linee: internazionalizzazione egrandi eventi (come per esempio laNotte Rosa, che nel 2006 ha prodot-to un milione di presenze) per ripo-sizionare l’immagine della riviera. “Isegnali sono buoni – dice Gnassi – cimuoveremo come distretto – andan-do sui mercati esteri insieme all’aero-porto con operazioni di co-marke-ting in collaborazione con iprivati”

Rimini si prepara a guidare la ripresa del settore

“Serve un pensiero strategico”

IL COMMENTO

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tipologia del supermercato e dalla suadiffusione sul territorio in modosostanzialmente equilibrato. Inoltre lepiccole botteghe dei centri storici odei paesi, a rischio chiusura per l’a-vanzare di sempre nuovi mega store,hanno subito in questi ultimi anni unimportante processo di riqualificazio-ne, guidato dagli entilocali attraverso i pro-getti di valorizzazionecommerciale o i piani diintervento locali. In que-sto senso tra il 2001 e il2005 la Regione ha con-cesso contributi perquasi 56 milioni di euroa 596 progetti presenta-ti da enti pubblici e 821progetti di operatori pri-vati. Le imprese coinvolte sono statequasi cinquemila, e gli investimentiattivati ammontano complessiva-mente a 453 milioni di euro.L’Osservatorio emiliano-romagnolonasce nel 1999, in attuazione dellariforma Bersani sul commercio, cheintrodusse la prima grande liberaliz-zazione nel settore. La struttura, che

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Una rete moderna, diffusa ecapillare, che non dimenti-ca di moderare il suoimpatto urbanistico e di

garantire quantità e qualità per i ser-vizi ai consumatori. Quello del com-mercio è anche un settore produttivoimportante, che garantisce occupa-zione pur frammentandosi in quasi70 mila punti vendita diversi, ditteindividuali, società di persone o dicapitali, e, al polo opposto, grandimultinazionali e colossi cooperativi.È, insomma, un comparto “in discre-te condizioni di salute”, come ha sot-tolineato l’assessore regionale alTurismo e al commercio Guido Pasi.Perché “nonostante tutto – ha rileva-to Pasi – siamo riusciti a mantenereun buon equilibrio tra le diverse tipo-logie, contenendo la crescita dellagrande distribuzione organizzata. Inegozi di vicinato tengono, la deserti-ficazione che molti temevano è statafermata”. Perché il commercio, al dilà dell’importanza che riveste comesettore economico, a differenza dialtri ha un importantissimo valoresociale e urbanistico: di questo si èdiscusso a Bologna poche settimanefa, nel corso del convegno“L’Osservatorio regionale del com-mercio, uno strumento per il monito-raggio e la valutazione dell’efficaciadelle politiche pubbliche”.

Il nostro è un sistema commerciale,rileva l’Osservatorio, che a differenzadi quanto accade in regioni simili èparticolarmente capillare e moderno.Infatti il numero di punti vendita permille abitanti è in Emilia-Romagnaleggermente superiore alla medianazionale (16,85 contro 16,52) e net-tamente più elevato di quello veneto elombardo (14,79). Inoltre è costanteil processo di ammodernamento dellarete: basta pensare alle nuove tipolo-gie di aggregazioni commerciali sortenegli ultimi anni, dai factory outlet aiparchi commerciali fino alle areecommerciali integrate, come ilMeraville di Bologna. E se sono rela-tivamente pochi gli ipermercati(10,36 ogni milione di abitanti), sonosempre più diffusi i supermercati(154,18 ogni milione di abitanti): dal1998 al 2004 in tutta l’Emilia-Romagna sono sorti sei nuovi “iper”e 91 “super”. Questo perché, comeaccade ad esempio in Spagna, ma nonin Gran Bretagna o Francia, qui si èprivilegiata una modernizzazioneimportante, ma meno dirompente,caratterizzata principalmente dalla

diAntonella

Cardone

Enti Locali e Regionein prima filaper riqualificarei piccoli esercizinei centri storici

Osservatorio regionale sul commercio: uno sviluppo equilibrato e sostenibile

Iper ma non troppoE la “bottega” resiste

INDAGINE

Guido Pasi,assessore regionale

al Turismoe al commercio

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INDAGINE

LA RICERCA

Corre e consuma, l’Emilia-Romagna,una regione che supera costantemen-

te se stessa nella scalata ai vertici per livel-li di reddito e quantità di acquisti. Il 2006è stato l’anno della ripresa economica, e ilprimo settore a beneficiarne è stato quel-lo dei consumi: in quella che è la regionepiù ricca del paese, lo scorso anno gliacquisti si sono attestati alle quote quanti-tative più alte d’Italia, e i consumatori sipreparano al 2007 con ottimismo e fidu-cia, rileva una ricerca Findomestic.Ecco i numeri: nella regione con il redditopiù alto d’Italia (21.786 euro, contro ineanche 18 mila della media italiana),Bologna svetta con una cifra che oltrepas-sa i 23 mila e 300 euro a testa. Ma, chia-risce la tredicesima rilevazione dell’Osser-vatorio di Findomestic Banca sul consumodei beni durevoli in Emilia-Romagna, ben-ché siano i più ricchi, non sono i bologne-si i più spendaccioni. I più alti livelli di spesasi hanno, ad esempio, a Reggio Emilia perle auto nuove (1.400 euro a famiglia), aModena per le macchine usate (840euro), a Rimini per le moto e i mobili(rispettivamente, 224 e 706 euro). I ferra-resi conquistano il podio più alto in Italiaper la spesa in elettrodomestici bianchi(184 euro), i forlivesi quello per hi-fi,videoregistratori e simili, i cosiddeti elet-trodomestici bruni.

All’opposto di quanto accade in Riviera,gli abitanti di Modena spendono solo91 euro per i motoveicoli, chiudendo laclassifica regionale e posizionandosisotto la media nazionale, 120 euro.Ferrara ha la più alta concentrazione digrande distribuzione organizzata con11,77 metri quadrati ogni 100 abitanti,la città della bandiera invece chiude laclassifica con soltanto 2,91 metri qua-drati. Da ricordare anche Reggio, fana-lino di coda in regione nell’acquisto dielettrodomestici: cionostante, nel 2006,il settore in Emilia-Romagna è andatomolto bene, con particolareriguardo a navigatori satel-litari e asciugatrici. Più 4%la crescita del settoremobili, trainati in partico-lare da quelli “imbottiti”,come poltrone e divani. Ilmercato degli elettrodo-mestici bianchi (frigorife-ri, lavatrici e simili) hachiuso il 2006 con un più5%, con un trend positi-vo sia dei prodotti free-standing sia di quelli daincasso. All’ottimo trenddelle asciugatrici, segue quello –anch’esso positivo – delle lavastoviglie.Buone performance anche per i piccolielettrodomestici, bilance da cucina,grill, bistecchiere, asciugacapelli e bolli-tori, con dati in linea con la medianazionali. Anche il comparto degli elet-trodomestici bruni registra un aumentodelle quantità (+5%), con navigatorisatellitari e lettori digitali di musica inpole position.Peculiare il dato sulle due e quattroruote. In regione, il mercato dell’auto sipolarizza, con un boom di acquisti dipiccole cilindrate e di macchine oltre i2000cc. E se l’Emilia-Romagna ha la piùalta spesa in motoveicoli d’Italia, leimmatricolazioni complessive in regionehanno segnato nel 2006 una crescitadel 3%. Meno della metà delle immatri-colazioni è attribuibile alla sostituzionedello stock esistente, mentre la restanteparte è domanda aggiuntiva

Una mappa dei consumi nelle città più ricche d’Italia

Elettrodomestici, mobili e motori

nella fase di avvio ha potuto contaresulla collaborazione di UnioncamereEmilia-Romagna ed Ifoa, svolgeannualmente indagini quantitative equalitative che si focalizzano su variaspetti, dai progetti locali di valoriz-zazione commerciale, passando perle reti dei pubblici esercizi, fino aimercati su aree pubbliche, coinvol-gendo nella rilevazione Comuni eProvince. Le banche dati così costi-tuite e il rapporto annuale sul com-mercio consentono di monitorare l’e-voluzione del settore e costituisconoun patrimonio conoscitivo utile per idecisori pubblici nel momento divalutazione delle politiche di urbani-stica commerciale e di definizionedelle scelte di sviluppo della rete.Punto di forza dell’Osservatorio,come ricorda il segretario generaleUnioncamere Emilia-Romagna, “losviluppo di un monitoraggio analiti-co su tutte le tipologie ed i compartidi attività di vendita: non solo gliesercizi di vicinato, le medie e grandistrutture e i centri commerciali, maanche i pubblici esercizi di sommini-strazione, le rivendite di giornali e ilcommercio su aree pubbliche”.Diverse le possibili nuove frontiere dianalisi, per fotografare sempremeglio l’esistente, ma soprattutto percogliere le prospettive di sviluppo delsettore. “Parallelamente al monito-raggio della rete di vendita – notaancora Girardi – si potrebbe ripren-dere lo studio della domanda e delcomportamento dei consumatori, ol’analisi delle vendite nella grandedistribuzione organizzata. Oppure sipotrebbero elaborare informazionisulla dinamica di crescita delleimprese commerciali a titolaritàextracomunitaria, un fenomenoemergente. In questo senso,l’Unioncamere regionale è pronta amettere a disposizione la propriaesperienza per ogni tipo di futura col-laborazione”

Reddito e consumi nelle provincedell’Emilia-Romagna

Province Reddito disponibile pro capite Consumi medi*Bologna 23.323 19.054Ferrara 21.369 17.287Forlì-Cesena 20.144 21.215Modena 22.700 16.137Parma 22.467 18.543Piacenza 21.551 16.750Ravenna 21.229 19.208Reggio Emilia 20.313 14.388Rimini 19.712 19.950Emilia-Romagna 21.786 19.950Italia 17.816 14.904*indicizzati alla popolazione residente, comprendonoanche le spese dei turisti. Dati in euroFonte: Osservatorio Findomestic su 2006

Paola Castellini, Responsabile servizio programmazionedella distribuzione commerciale Regione Emilia-Romagna

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Educazione e sicurezza alimentare:Dalla terra alla tavola

SPECIALE IRECOOPInserto pubbliredazionale

L’educazione alla scelta dei cibi e la loro‘sicurezza’ sotto il profilo sanitariosono ormai diventati punti fermi per

il settore agroalimentare moderno. Ne sonoprove la sensibilità e l’interesse dei cittadiniemiliano-romagnoli per un consumo consa-pevole di cibi garantiti, sul piano della qua-lità, della tipicità e su quello della ‘salute’.Una nuova consapevolezza, quindi, che haspinto le imprese a migliorare la comunica-zione nei confronti del consumatore, spie-gandogli cosa succede ai prodotti lungotutta la filiera, dalla coltivazione alla vendita,ma anche quali sono i vantaggi della valo-rizzazione delle produzioni tipiche regionali.L’obiettivo è stato raggiunto grazie ad azio-ni educative e di informazione specifiche, trale quali la più importante è ‘IN TERR NETDalla Terra alla Tavola’, un progetto integra-to regionale, giunto all’edizione 2006-2007,che fa parte del ‘NETWORK FILIERALI-MENTARE: educazione e sicurezza alimen-tare’ col quale il mondo delle impreseagroalimentari è in grado di ‘comunicare’ einformare con i consumatori, in particolareinsegnanti, studenti e famiglie.Il soggetto a cui le aziende diConfcooperative hanno affidato la messa inpratica del progetto è Irecoop EmiliaRomagna (che in questo caso lavora in col-laborazione con Nuovo Cescot e Cesvip).L’istituto di formazione di Confcooperative(associazione che riunisce importanti coope-rative agricole ed agroalimentari) lavora daanni nell’attività di informazione ed educa-zione alla corretta alimentazione ed è quin-di in grado di mettere a disposizione lecompetenze e l’esperienza necessarie a farein modo che “IN TERR NET Dalla Terra allaTavola” ottenga i risultati che le imprese siaspettano.L’edizione 2006-2007 ha preso il via a otto-bre dell’anno scorso, coinvolgendo le coo-perative agroalimentari, Confcooperative, leassociazioni dei consumatori, gli istituti sco-

lastici e le università. Nel concreto, il proget-to prevede tre filoni di attività da realizzaresul territorio regionale: la produzione di sus-sidi didattici, corsi di formazione per inse-gnanti e formatori dell’educazione alimen-tare, un’azione di sensibilizzazione per valo-rizzare tradizioni gastronomiche e produzio-ni tipiche. L’integrazione fraattività di produzione sussidi estrumenti didattici ed attivitàformative permette agli inse-gnanti non solo di acquisire unbagaglio utile di conoscenze ecompetenze, ma anche di veri-ficare durante le attività scola-stiche quanto appreso durantei corsi e le visite alle imprese.L’esperienza del ciclo di iniziati-ve ‘Dalla Terra alla Tavola’ –che sono attuate in collabora-zione con la regione Emilia-Romagna – ha confermato inquesti anni l’utilità del dialogoe del confronto fra il mondodelle aziende agroalimentari equello della scuola. Si è infattiinstaurato fra istituzioni prepo-ste all’educazione ed impreseproduttive, un rapporto di col-laborazione sulle tematichedella sicurezza alimentare edell’educazione alla salute. Icittadini hanno maturato neltempo la consapevolezza diquanto questi temi sianoimportanti per mantenereun’alta qualità della vita. Cosìcome si sta diffondendo lavoglia di approfondire la cono-scenza della cultura ambienta-le e tradizionale legata almondo rurale e contadino.I progetti ‘Dalla terra alla tavo-la’ propongono un approccioal consumo consapevole del

prodotto alimentare: sono le generazioni piùgiovani che in genere hanno bisogno diavvicinarsi ‘ex novo’ alle conoscenze legatealla tradizione agricola, al ciclo di vita di unprodotto, alla stagionalità delle produzioni. Ilvivere quotidiano offre rare occasioni perentrare in contatto con il mondo rurale, non

agevolando una scelta e un usoconsapevoli dei prodotti agroa-limentari.Il sistema delle imprese collega-te a Confcooperative EmiliaRomagna attraverso il soste-gno ai progetti “IN TERR NETDalla Terra alla Tavola”, riaffer-ma in questi anni la volontà dimantenere un rapporto privile-giato con il sistema scolastico e,più in generale, con il mondodei consumatori. Allo stessomodo è intenzionato a valoriz-zare i requisiti di ‘qualità e sicu-rezza’ delle produzioni agroali-mentari, favorendo anche unpiù diffuso apprezzamentodelle tradizioni gastronomichee di tutte le produzioni tipicheche si possono trovare sul terri-torio regionale.

Progetto NETWORKFilierAlimentare”In Terr net DallaTerra alla Tavola: sussidi didattici pereducare ad una consapevolee sana alimentazione”Rif.PA0368/RER/06; attività cofinanziatadall’Unione Europea (FSE)nell’ambito Ob.3 Misura C4,approvazione con deliberaG.R. n 1156 del 5/8/2006.

Progetto integrato”NETWORKFilierAlimentare:Educazione e sicurezza alimentare”(Rif:PA I 0064/RER /2006)

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Ipaesi del Golfo Persico, in parti-colare l’Arabia Saudita, gliEmirati Arabi e il Kuwait, rap-presentano una delle aree geo-

grafiche attualmente a più alto svi-luppo e con maggiore concentrazionedi ricchezza. Un crocevia sempre piùimportante che può diventare unbaricentro nell’economia, con una

crescita molto dinamicaa cui stanno contribuen-do vari fattori: un siste-ma sempre più apertoalle privatizzazioni, maanche una nuova classedi giovani imprenditori.Da non dimenticare, levarie riforme legislativevarate per attrarre eproteggere gli investitoricon incentivi ed esenzio-

ni: per esempio, stanno proliferandole free zones. L’area del GulfCooperation Council – Oman,Quatar, Kuwait, Bahrain, ArabiaSaudita ed Emirati Arabi Uniti – èquindi un mercato dalle opportunitàstraordinarie. Tra i diversi settori,sono l’immobiliare, le costruzioni e ilcommercio a vivere una fase di parti-colare espansione, ma richiamanoallo stesso tempo grande interesse enotevoli investimenti l’energia, lafiliera della salute e benessere, il turi-smo, l’Ict, le telecomunicazioni.Anche nel settore alimentare, poi –dato che solo il 10% è prodotto inloco mentre il 90% deriva da impor-tazioni – gli spazi sono notevoli. Unasituazione dove è forte la concorren-za di molti operatori esteri, ma è sem-pre maggiore la propensione ai pro-dotti italiani: “Le nostre imprese –dice Corrado Chiarentin, dellasocietà di consulenza Rois Bmm –devono puntare su prodotti di altolivello e servizi di qualità, ad altovalore aggiunto. Questo significa chele aziende devono proporre un’offer-ta specializzata, capacità di assistenza

al cliente ed innovazione tecnologica,L’immagine del made in Italy è moltoapprezzata, ma l’ingresso in questimercati non è immediato, va costrui-to con professionalità”.Per le imprese emiliano-romagnole sipossono aprire adeguati spazi anchegrazie il supporto delle istituzioni edelle associazioni di categoria, chestanno mettendo in campo alcune ini-ziative. La Camera di Commercio eConfindustria di Forlì-Cesena, peresempio, hanno promosso un proget-to per aziende dei settori edilizia earredamento della provincia, conclu-sosi con una missione di imprese inArabia Saudita, nella capitale Riyadhe poi nell’emirato di Dubai. Sono statirealizzati incontri con una sessantinadi operatori selezionati, gruppi azien-dali e studi di architettura.“Gli imprenditori – spiega ValentinaBugani di Confindustria – hannoavuto anche la possibilità di verifica-re personalmente, con visite a stabili-menti produttivi e a show room, lecaratteristiche dei potenziali partner,le opportunità offerte, le tecnologieutilizzate, il livello di innovazioneraggiunto”.Il valore del mercato delle costruzioninei paesi Gcc è di 881 miliardi di dol-lari. In tutta l’area del Golfo sono in

corso di realizzazione straordinariprogetti nel campo delle infrastruttu-re, con investimenti imponenti. “Nonci sono pause – precisa Marco Palazzidella società di consulenza EcoBusiness Consulting di Bologna –l’Arabia Saudita è il il mercato piùgrande, con 24 milioni di abitanti e inteoria più aperto, ma non facile per-chè gli interlocutori sanno fare busi-ness e sono esigenti. Occorre puntaresull’eccellenza”.Particolarmente vivace è la crescita diuno dei sette emirati, Dubai, hubcommerciale e finanziario di livellointernazionale, rispetto al qualel’Italia è tra i primi 10 partner. Il suorapido sviluppo (crescita media delPil reale 6%) è stato costruito sullosfruttamento dei giacimenti petrolife-ri, i cui proventi sono stati reinvestitiin attività produttive non oil che nefanno una delle economie più diversi-ficate del pianeta. Aumenta ladomanda di beni e servizi nella filierasalute e benessere (biomed, biotech,farmaceutico): la crescita della spesasanitaria è stata pari al 6% annuo edentro il 2010 è prevista l’apertura di23 ospedali, 383 cliniche, 39 labora-tori e centri radiodiagnostica. Allarecente fiera Arab Health hanno par-tecipato con uno stand autonomo 13

diG

iuseppeSangiorgi

La concorrenzaè spietata,

ma il made in Italyrisponde

a colpi di qualità

Opportunità commerciali e di investimento uniche, in economie in perenne ascesa

Mondo Arabo, qui viveil business del futuro

EXPORT

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aziende emiliano-romagnole, inaggiunta alle 16 ospitate presso lostand della Regione Emilia-Roma-gna. “Considerate queste premesse ele prospettive – spiega Matteo Setti,referente regionale per il MedioOriente – abbiamo pensato fosseassolutamente strategica la promo-zione internazionale di una dellenostre eccellenze produttive”.Un’altra fonte di crescita per Dubai èil turismo: attualmente sono in faseesecutiva progetti per 220 miliardi didollari. I transiti di passeggeri, ora dioltre 20 milioni l’anno, saliranno a60 entro il 2018, mentre l’offertaalberghiera triplichcerà il 2010. Qui,dal 4 al 6 marzo, sbarcherà RiminiFiera, con il supporto dell’Ice e incollaborazione con la RegioneEmilia-Romagna, esportando il Sia,la manifestazione sulle forniturealberghiere, al Burj al-Arab – inarabo “Torre degli Arabi” – l’impo-nente albergo a 7 stelle a forma divela diventato simbolo dell’emirato.“Stiamo mettendo a punto – dice ildirettore generale di Rimini Fiera,Piero Venturelli – una strategia fina-lizzata a favorire l’incontro tra leimprese italiane e un mercato dalleprospettive straordinarie. Sia GuestDubai presenterà in modo completoed esclusivo il made in Italy del com-parto ai principali player locali”.Sempre negli Emirati Arabi Uniti, maa Sharjah, nell’Expo Center, l’Ice staorganizzando, con la collaborazionedi Cna e Confartigianato, una collet-tiva di imprese italiane in occasionedella quarta edizione della fieraItalian Lifestyle in Emirates. “Lamostra – dice Mauro Marzocchidella Camera di commercio italiananegli Emirati – risponde alla necessitàdi offrire una variegata gamma diprodotti di alta qualità, tipici del set-tore dell’artigianato e delle Pmi ita-liane, in grado di attirare l’interessedegli operatori degli Emirati e nellearee geografiche di influenza e sulpubblico dei consumatori finali”.Un’altra tappa a Dubai è prevista pernovembre, con la Big 5 Show specia-lizzata nei prodotti e attrezzature peredilizia, per la quale Promec,Azienda Speciale per l’internaziona-lizzazione della Camera di commer-cio di Modena, sta organizzando unacollettiva di aziende

FORMAZIONE

Prenderanno il via in aprile i dueMaster universitari di secondo livel-

lo per esperti in commercio con l’esteropromossi dalla Regione Emilia-Romagnae dall’Ice, Istituto nazionale per il com-mercio l’estero, in collaborazione con leUniversità di Bologna e di Modena-Reggio Emilia e con la Banca popolaredell’Emilia-Romagna.L’iniziativa, la prima di questo genere inregione, ha l’obiettivo di formare figureprofessionali con competenze manage-riali e conoscenze degli strumenti, delletecniche e delle forme di collaborazioneindustriale necessarie per competere nelmercato globale. L’obiettivo è quello difornire alle imprese un esperto in gradodi supportare i processi di internaziona-lizzazione, con attenzione alla creazionedi reti e organizzazioni di vendita di pro-dotti e servizi. “Un buon servizio alPaese– ha spiegato Massimo Mambertidirettore generale dell’Ice - una buonaalleanza tra strutture pubbliche per leimprese”. Non a caso l’Ice ha sceltol’Emilia-Romagna per realizzare per laprima volta master di secondo livello,con crediti formativi riconosciuti dalleuniversità. “I corsi – sottolinea Giovanni

Boncagni direttore del DipartimentoFormazione e Studi dell’Ice – sono afavore di un territorio che vanta unsistema produttivo regionale di piccole emedie imprese internazionalizzate e par-ticolarmente all’avanguardia, che per-tanto necessitano di giovani risorse alta-mente qualificate”.I corsi dureranno nove mesi di cui cin-que di lezioni in aula e quattro di stage:due in Italia presso imprese regionaliesportatrici, loro consorzi e altri soggettiimpegnati in processi di internazionaliz-zazione e due all’estero in uno degli uffi-ci della rete estera dell’ice o nella sedeestera dell’impresa in cui si è svolta laprima fase dello stage. Tecniche delcommercio internazionale, strategie perl’internazionalizzazione delle imprese emarketing internazionale, organizzazio-ne aziendale e cross cultural manage-ment, logistica internazionale, economiainternazionale, mercati finanziari efinanziamento dell’internazionalizzazio-ne. Queste le aree tematiche delle lezio-ni, che si svolgeranno a Bologna nellasede di Alma Graduate School di VillaGustavillani e a Modena nei locali dellaBanca popolare dell’Emilia-Romagna

I corsi partiranno in aprile all’Università di Modena e Reggio-Emilia

Ice, al via due master di secondo livelloper imparare a competere sul mercato globale

Burj al-Arab“Torre degli Arabi”l’albergoa forma di veladiventato simbolodell’emirato

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QUADERNI&DOCUMENTI

PREMESSA

L’Accordo di collaborazione per leattività di internazionalizzazione,sottoscritto nel dicembre 2005dall’Assessorato regionale alleAttività produttive e dall’Unionca-mere Emilia-Romagna, ha spinto aintensificare il comune impegnoper rendere più efficaci le stategiedi intervento e di accompagna-mento delle imprese nei mercatiesteri.Successivamente alla stipula nelnovembre 2006 di un Protocollooperativo traMinistero per il com-mercio internazionale, Regione eUnioncamere Emilia-Romagna,Ice, Sace e Simest-, l’Accordo ha

consentito l’attivazione dal 1dicembre di una rete di sportelliterritoriali presso le Camere dicommercio e le loro strutturespecializzate, al fine di potenzia-re lo Sportello regionale per l’in-ternazionalizzazione garanten-do alle imprese punti di accessodecentrati ai servizi degli entipubblici coinvolti. Sono allo stu-dio programmi per integrarel’attività promozionale dei sog-getti pubblici verso Paesi priori-tari per l’economia regionale; insintonia con le Linee direttricidell’attività promozionale 2007del Ministero del commerciointernazionale che sottolineanol’esigenza di interventi basati

“su priorità geografiche, setto-riali, strategie di rete”, per sup-portare l’inserimento delle PMInei mercati internazionali. Intale direzione spinge anche ilrecente Protocollo di collabora-zione quadriennale tral’Assessorato regionale all’Agri-coltura e l’Unioncamere per lapromozione all’estero dei pro-dotti agroalimentari di qualità.

L’Accordo Quadro per la com-petitivita’ e per una nuova fasedi sviluppo, stipulato traRegione e Unioncamere nell’a-prile 2006, ha sottolineato l’im-portanza di integrare anchesistemi informativi, archivi ebanche dati, utilizzandoli comebussola per orientare più effica-cemente gli interventi pubblici asostegno delle imprese emilia-no-romagnole, soprattutto inmateria di internazionalizzazio-ne e innovazione, leve determi-nanti per aumentare la produtti-vità e cogliere le opportunitàofferte dal commercio globaliz-zato.All’interno dell’articolato qua-dro di collaborazioni in corso traRegione e sistema cameralerientra l’Osservatorio regionaledell’internazionalizzazione,volto ad approfondire la cono-scenza delle dinamiche del com-mercio con l’estero e dell’anda-mento dei mercati internaziona-li. L’attività di analisi avviata nel-

I PERCORSI DI INTERNAZIONALIZZAZIONEDELLE IMPRESE EMILIANO-ROMAGNOLE*

* Documento predispostoin occasione del convegno“Per un sistema regionaledi servizi alle imprese.L'accordo Regione -Unioncamere Emilia-Romagnaper lo Sportello regionaleper l'internazionalizzazionedelle imprese”(Bologna, 23 gennaio 2007)

OSSERVATORIO REGIONALE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE

Convegno sull'internazionalizzazionedelle imprese: da sinistra, il Presidente

di Unioncamere Emilia-Romagna,Andrea Zanlari, il Sottosegretario

del Ministero del CommercioInternazionale, Mauro Agostini

e l'Assessore alle Attività Produttivedella Regione Emilia-Romagna,

Duccio Campagnoli

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Quaderni&documenti

II GEN/FEB 2007

l’ambito dell’Osservatorio del-l’internazionalizzazione verràraccolta in un Rapporto annuale(parallelo a quello realizzatocongiuntamente sull’economiaregionale) con indicazioni con-giunturali e approfondimentistrutturali; per consentire tem-pestive verifiche dell’attivitàdello SPRINT e delle strategiepubbliche di promozione, l’Os-servatorio produrrà periodica-mente report sintetici, utilizzan-do gli aggiornamenti delle stati-stiche ufficiali e degli indicatorisul commercio con l’estero.Questo documento costituisce,dunque, una prima elaborazio-

ne ed analisi di dati, utili a con-testualizzare il quadro all’inter-no del quale la rete degliSportelli per l’internazionalizza-zione sarà chiamata a muoversi.

IL QUADRO REGIONALE

Nei primi nove mesi del 2006 leesportazioni dell’Emilia-Romagnasono cresciute del 9 per cento, afronte di un incremento del valorenazionale pari al 7,4 per cento(tavola 4). Se si confronta la dina-mica del commercio estero emilia-no-romagnolo con quello nazio-nale in un’ottica di lungo periodo,per esempio dal 1991 ad oggi,

emerge una maggior vivacità del-l’export regionale; in particolare sipalesa una più elevata capacità difar fronte alle fasi congiunturalimeno favorevoli. Tale tendenzaappare ancora più evidente negliultimi cinque anni.Nel biennio 2002-2003 le espor-tazioni dell’Emilia-Romagna sonorimaste sostanzialmente invariate,riflettendo la fase di ristrutturazio-ne e di riposizionamento sul mer-cato attraversata da molte impre-se localizzate in ambito regionale;nello stesso periodo l’exportnazionale è apparso in flessione.Dal 2004 il commercio estero emi-liano-romagnolo ha ripreso a cre-scere a ritmi sostenuti, superiori aquelli italiani, forte di una ritrovatacompetitività delle produzioniregionali.

Nelle produzioni più esposte allaconcorrenza, come nel sistemamoda, le imprese emiliano-roma-gnole hanno saputo ritagliarsiquote importanti di mercato pun-tando sulla qualità e su beni difascia alta e medio-alta. Nel setto-re della metalmeccanica si registraun progressivo spostamento versoproduzioni a maggior contenutotecnologico, frutto della leadershipche l’Emilia-Romagna detiene nelcampo dell’innovazione.

A conferma dello spostamentodelle produzioni regionali versomerceologie più competitive, vasottolineata la crescita sostenutadi esportazioni ad alto contenutotecnologico nel periodo 2001-2005. È possibile riassumereattraverso un unico indicatore,l’indice high tech, il grado tecno-logico delle esportazioni: grazie alcontributo del comparto mecca-nico, sempre più caratterizzato daproduzioni a tecnologia medio-alta, l’Emilia-Romagna si collocaal quarto posto tra le regioni ita-liane per tale indice, mentre nel2001 occupava l’ottava posizioneNonostante una dinamica di cre-scita superiore a quella naziona-le, anche l’Emilia-Romagna haperso quote di mercato mondia-le, passando dallo 0,52 per centodel 1997 allo 0,44 per cento del

Tavola 4. Tassi di crescita delle esportazioni dell’Emilia-Romagna e dell’Italia.Anni 2001-2005 e variazione primi nove mesi 2006 rispetto ai primi nove mesi 2005

Tavola 5. Quota delle esportazioni classificate in funzione del contenuto tecnologicodelle produzioni. Anni 2001-2005.

Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT

EMILIA-ROMAGNA ITALIAVar% Incid. Var% Incid.

Tipologia attività .000 2001-05 2005 .000 2001-05 2005Agricoltura 618.775 -7,29 1,67 4.062.787 -6,26 1,36Energetici e loro derivati 478 114,93 0,00 62.474 51,54 0,02Materie prime e simili, 32.396 12,57 0,08 989.128 43,52 0,30Tradizionali 2.700.144 1,92 7,36 39.715.356 5,72 13,82Tradizionali in evoluzione 8.047.673 10,04 21,74 81.831.075 13,61 27,05Standard 7.071.643 8,06 19,41 45.230.431 2,87 15,42Specializzati 14.516.406 17,27 38,93 81.293.436 10,31 27,67"High tech" 4.141.684 28,59 10,80 42.554.247 -2,85 14,37

Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT

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GEN/FEB 2007 III

2005. Una riduzione dovuta allaentrata sul mercato di nuovi Paesima, probabilmente, anche adun’attività di commercializzazioneall’estero che resta affidata a unnon elevato numero di imprese.Al 2005 l’archivio detenuto dallaCamere di commercio sulle societàoperanti all’estero (SDOE) contie-ne informazioni relative a circa12.783 imprese esportatricidell’Emilia-Romagna, il 2,7 percento del totale delle società (afronte del valore complessivo del3,1 per cento a livello nazionale).Meno di un quarto delle imprese

manifatturiere emiliano-romagno-le opera sui mercati esteri, oltredue terzi del fatturato exportregionale è realizzato da poco piùdi 2.000 imprese.

I PRODOTTICOMMERCIALIZZATIALL’ESTERO

Quasi un terzo delle esportazioniregionali riguarda il settore dellemacchine ed apparecchi meccani-ci, per un valore che sfiora i 10miliardi di euro (tavola 6).All’interno del settore metalmec-

canico è il comparto dei metalli aregistrare la crescita più consisten-te (+ 24 per cento) nei primi novemesi del 2006 rispetto allo stessoperiodo dell’anno precedente. Atrainare la crescita contribuisce, inmisura significativa, anche il setto-re agro-alimentare; i primi novemesi 2006 segnalano una ripresaanche delle produzioni più tradi-zionali e maggiormente espostealla concorrenza estera, come nelcaso dei mobili e dei prodotti inlegno. Per quanto concerne ilsistema moda si evidenzia unabuona crescita per il comparto

delle pelli, cuoio e calzature, men-tre l’aumento dell’industria tessilee dell’abbigliamento risulta ascrivi-bile in larga parte alla commercia-lizzazione di produzioni di fasciaalta e medio-alta.Al terzo posto, in ordine di inci-denza sul totale export regionale,le vendite di ceramica e vetro, chea settembre 2006 si sono avvici-nate ai tre miliardi di euro, 7,6 percento in più rispetto all’anno pre-cedente. Con riferimento al perio-do 2001-2005 la ceramica, assie-me agli articoli a maglia, all’agri-coltura, alle calzature e alle mac-chine utensili fa parte delle classimerceologiche in flessione, cioèquelle che hanno maggiormenteridotto la propria incidenza nelleesportazioni emiliano-romagnole.Viceversa, il comparto automobili-stico, le macchine per impiegogenerale e per la produzione del-l’energia meccanica si presentanocome i settori che hanno aumen-tato la loro importanza nel por-tafoglio export regionale (tavola7).Nel dato sull’export in crescitaoccorre segnalare la presenza dellavoce “altri articoli di abbigliamen-to”, ad ulteriore conferma chedove si è riusciti a puntare sullaqualità i risultati positivi non sonomancati, anche in settori maggior-mente esposti alla concorrenza.Oggi più che in passato, nell’ana-lizzare le dinamiche settoriali sirileva una tendenza di fondo, mala competitività si gioca in misurasempre maggiore sulla capacitàdelle singole imprese. Non sor-prende, dunque, trovare impreseche conseguono eccellenti risultatiall’estero nonostante appartenga-no a comparti considerati “matu-ri” e scarsamente concorrenziali.

I MERCATI DI RIFERIMENTO

Quasi il 70 per cento delle espor-tazioni dell’Emilia-Romagna ven-gono commercializzate nel merca-to europeo, per un valore che nelsettembre 2006 ha sfiorato i 21miliardi di euro (tavolo 8). Adessere maggiormente dinamico èil mercato dei Paesi dell’Europacentro orientale, con una crescita

Tavola 6. Esportazioni dell’Emilia-Romagna per settore nei primi nove mesi 2006. Valori assoluti,variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, incidenza sul totale

Tavola 7. Prodotti in crescita e in flessione. Analisi di medio periodo, 2001-2005.

Classi merceologiche in crescita Classi merceologiche in flessioneRank Rank SETTORE Differenza Rank Rank SETTORE Differenza2005 2001 quota 2005 2001 quota

7 8 Autoveicoli 1,3 19 9 Articoli a maglia -1,21 1 Macchine impiego generale 0,7 3 2 Piastrelle in ceramica -1,05 6 Altri articoli di abbigliamento 0,6 17 14 Agricoltura e orticoltura -0,44 4 Macchine prod. energia mecc. 0,5 26 21 Calzature -0,46 5 Parti e accessori per auto 0,5 8 7 Macchine utensili -0,3

Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat.

Settore Esportazioni Var.% IncidenzaAgricoltura 462.402.588 4,1% 1,5%Pesca e piscicoltura 27.161.801 4,6% 0,1%Minerali energetici 259.633 -30,0% 0,0%Minerali non energetici 29.555.638 30,2% 0,1%Alimentare, bevande e tabacco 2.053.162.330 11,0% 6,8%Industrie tessili e abbigliamento 2.543.710.523 5,9% 8,4%Cuoio, pelle e similari 537.984.774 10,9% 1,8%Legno e prodotti in legno 132.208.441 15,7% 0,4%Carta e prodotti di carta 268.225.814 33,9% 0,9%Coke, prodotti petroliferi raffinati 21.629.200 20,9% 0,1%Chimica e fibre sintetiche e artificiali 1.893.575.659 8,2% 6,3%Gomma e materie plastiche 757.184.325 3,7% 2,5%Lavorazione di minerali non metalliferi 2.960.174.279 7,6% 9,8%Metalli e prodotti in metallo 2.312.756.808 24,0% 7,7%Macchine ed apparecchi meccanici 9.743.471.670 7,9% 32,3%Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche 2.100.861.745 7,0% 7,0%Mezzi di trasporto 3.619.400.759 6,6% 12,0%Altri prodotti manifatturieri 668.893.122 10,8% 2,2%Energia elettrica,gas e acqua - - -Attivita' informatiche, prof. Ed imprenditoriali 12.895.103 42,6% 0,0%Altri servizi pubblici, sociali e personali 3.017.879 140,5% 0,0%Merci dichiarate come provviste di bordo 9.589.958 -11,6% 0,0%Totale 30.158.122.049 9,0% 100,0%

Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT

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superiore al 24 per cento. Ingenerale, si riscontra una crescitasostenuta delle esportazioniregionali verso le aree con mag-giori tassi di sviluppo – Asia,America Latina, Africa – mentrerisulta minore la capacità di pene-trazione nelle economie avanzate.

La Germania si conferma il princi-pale mercato di riferimento per leesportazioni emiliano-romagno-le, raccogliendo beni per un valo-re di 3,7 miliardi di euro. Nei priminove mesi del 2006 la crescitaverso il mercato tedesco è stataapprezzabile, +11,5 per cento,favorita dal quadro congiunturalein miglioramento manifestatodall’economia della Germania(tavola 9). Francia e Stati Unitioccupano, rispettivamente, laseconda e la terza posizione. Conun incremento del 41 per cento laFederazione russa supera laSvizzera come sesto partnerregionale, mentre i Paesi Bassiscavalcano il Belgio all’ottavoposto. Tra le economie in grandeespansione, le esportazioni regio-nali verso la Cina sono aumenta-te del 17,9 per cento, quelleverso l’India de 13,3 per cento. Inforte aumento la commercializza-zione diretta verso il Cile,l’Argentina e, in misura minore, ilBrasile.

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IV GEN/FEB 2007

Aree geografiche Esportazioni Var.% IncidenzaEUROPA 20.968.561.719 10,1% 69,5%Unione Europea 25 Paesi 17.076.246.481 7,7% 56,6%Area Euro 12.835.058.659 7,5% 42,6%Europa Centro Orientale 3.972.464.059 24,2% 13,2%AFRICA 1.093.251.492 19,5% 3,6%Africa settentrionale 656.989.532 22,0% 2,2%Altri Paesi africani 436.261.960 16,0% 1,4%AMERICA 4.241.634.919 5,0% 14,1%America settentrionale 3.361.681.752 2,6% 11,1%America centro-meridionale 879.953.167 15,5% 2,9%ASIA 3.447.093.514 5,6% 11,4%Medio oriente 1.193.666.835 5,3% 4,0%Asia centrale 367.602.126 16,8% 1,2%Asia orientale 1.885.824.553 3,8% 6,3%OCEANIA E ALTRI TERRITORI 407.580.405 2,0% 1,4%TOTALE 30.158.122.049 9,0% 100,0%Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT

Tavola 9. Esportazioni dell’Emilia-Romagna per Paesi di destinazione nei primi nove mesi 2006. Primi10 mercati di riferimento e altri Paesi di particolare interesse. Valori assoluti, variazione percentualerispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, incidenza sul totale

Paesi Esportazioni Var.% Incidenza1 - Germania 3.692.818.360 11,5% 12,2%2 - Francia 3.470.903.903 3,5% 11,5%3 - Stati Uniti 3.050.212.003 1,5% 10,1%4 - Spagna 2.056.267.837 5,2% 6,8%5 - Regno Unito 1.825.916.378 0,6% 6,1%6 - Federazione russa 1.028.691.530 41,1% 3,4%7 - Svizzera 843.908.038 3,7% 2,8%8 - Paesi Bassi 761.593.945 9,5% 2,5%9 - Belgio 756.925.858 4,6% 2,5%10 - Austria 717.955.215 11,9% 2,4%Altri paesi di particolare interesseCina 458.546.099 17,9% 1,5%Romania 409.987.515 13,7% 1,4%Brasile 206.035.748 21,7% 0,7%India 202.630.517 13,3% 0,7%Messico 201.034.486 -6,7% 0,7%Venezuela 88.419.475 10,2% 0,3%Cile 76.082.697 35,5% 0,3%Argentina 75.653.419 52,7% 0,3%Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT

Tavola 10. Paesi in crescita e in flessione. Analisi di medio periodo, 2001-2005.

Classi merceologiche in crescita Classi merceologiche in flessioneRank Rank SETTORE Differenza Rank Rank SETTORE Differenza2005 2001 quota 2005 2001 quota14 26 Turchia 0,8 1 1 Germania -1,57 12 Russia 0,7 2 2 Francia -0,54 5 Spagna 0,7 9 6 Paesi Bassi -0,423 42 Iran 0,5 5 4 Regno Unito -0,416 27 Romania 0,4 34 22 Brasile -0,3

Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat.

Tavola 8. Esportazioni dell’Emilia-Romagna per area geografica nei primi nove mesi 2006. Valori asso-luti, variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, incidenza sul totale

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GEN/FEB 2007 V

Negli ultimi anni si sta assistendoad una ricomposizione dei merca-ti di riferimento regionali, con unaminor attenzione verso i paesi tra-dizionali (Germania, Francia, PaesiBassi, Regno Unito) ed una fortecrescita delle esportazioni versonuove aree, Turchia, Russia,Spagna, Iran e Romania (tavola10).

Nel corso del 2006 UnioncamereEmilia-Romagna ha realizzatoun’indagine sull’internazionalizza-zione delle imprese regionali, con

l’obiettivo di disporre di informa-zioni sui comportamenti delle sin-gole aziende. Con riferimento aimercati di destinazione delle pro-prie produzioni, dall’indagineemerge che circa un quarto delleaziende esportatici commercializzacon al massimo due Paesi, mentrela metà si orienta verso almeno seimercati differenti.Tendenzialmente sono i settori piùtradizionali a mostrare una minordiversificazione. Chimica, mecca-nica, elettronica e ceramica i com-parti con attività di commercializ-zazione più articolata.

Per quanto riguarda la classifica-zione per dimensione, come eralecito attendersi, tra le imprese piùpiccole solo il 16 per cento dichia-ra di avere un portafoglio exportcomposto da almeno dieci Paesi,quota che raggiunge il 70 percento per le grandi imprese (tavo-la 11).

Nelle classifica delle rotte com-merciali maggiormente percorsedalle imprese emiliano-romagno-le, i Paesi dell’Europa Occidentaleoccupano 9 posizioni su 10, con-fermando l’Unione Europea come

principale mercato di riferimento.La Francia rappresenta il mercatoprincipale per un’impresa esporta-trice su due, seguita dallaGermania con il 46 per cento. Inquesto caso la prossimità geogra-fica gioca un ruolo determinantenella scelta dei produttori. Unquinto delle imprese esportatici(soprattutto nel comparto dellameccanica) si rivolge al mercatostatunitense, il terzo mercato pervalore delle esportazioni, mentrela percentuale supera il 50 percento per le grandissime imprese(con oltre 250 addetti). Tra i Paesidell’Est europeo il mercato cheraccoglie maggiori attenzioni èquello russo, con l’8,5 per centodelle società che vi commercializ-zano, seguito da Polonia, Sloveniae Romania. Per le imprese più pic-cole i Paesi europei non apparte-nenti all’Unione costituiscono ilsecondo mercato di sbocco piùimportante, seguito dal mercatoasiatico ed americano. Le impresemaggiori si rivolgono maggior-mente al mercato americano.Ancora marginale il mercato cine-se. Complessivamente le aziendeche esportano in Cina sono menodel 4,2 per cento delle esportatrici,un mercato ancora inesploratocostituito potenzialmente da cen-tinaia di milioni di consumatori.In sintesi, sono soprattutto legrandi imprese a rivolgersi ai mer-cati non europei, ma la quota difatturato realizzata in questi mer-cati è ancora modesta, indicandoun’elevata diversificazione deiPaesi di riferimentoma, anche unaforte dipendenza, in termini di fat-turato, dal mercato dell’UnioneEuropea. Viceversa le piccoleimprese che commercializzanoverso America ed Asia sono relati-vamente poche, ma in queste areerealizzano quote importanti di fat-turato. Sistema moda, ceramica emeccanica sono i settori con un’e-levata percentuale di imprese chesi rivolgono ai mercati extraeuro-pei e in essi conseguono largaparte dei propri ricavi. Alimentare,metalli e chimica sono, invece, icomparti meno dinamici al di fuoridei confini europei. Passando aldato sulle previsioni espresse dagli

Tavola 11. Mercati di destinazione. Numero di Paesi verso i quali si esporta.Valori percentuali per classe dimensionale

Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna

Da sinistra,Andrea Zanlari, Mauro AgostiniSottosegretario del Ministerodel Commercio Internazionale,Duccio Campagnoli, Morena DiazziDirettore generale Attività ProduttiveCommercio e Turismo della RegioneEmilia-Romagnae il moderatore Giorgio Costa,Capo servizio del Sole 24 OreCentro Nord

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VI GEN/FEB 2007

imprenditori intervistati nell’inda-gine Unioncamere Emilia-Roma-gna sono le imprese più grandi amostrare una maggior volontà diampliare il proprio portafoglioexport. Tra i principali Paesi diinteresse sia mercati tradizionaliquali Stati Uniti e Germania, siamercati meno convenzionali comeRussia, Cina, Bulgaria, Polonia eRomania.

Se si allarga l’orizzonte tempora-le ad una prospettiva di medioperiodo, secondo le previsionidelle imprese il mercato che offrele prospettive più interessanti è laRussia, seguita dalla Cina. Alcontrario, tra le imprese di minordimensione che ancora non sonouscite dai confini europei, il mer-cato statunitense rappresentaun’importante opportunità di

crescita. Riscuotono particolareinteresse Polonia, Brasile, India eUngheria. L’analisi di questi daticonferma alcuni elementi negati-vi del tessuto imprenditorialedella regione, dove rimane moltoelevate la percentuale di imprese(oltre 50%) che, anche in pre-senza di condizioni congiunturalifavorevoli, non intende ampliarela propria attività commercialeall’estero. Ne emerge che ladicotomia tra imprese piccole egrandi sembra riguardare nonsolo i comportamenti attuali suimercati esteri, ma anche quellifuturi.

CONSIDERAZIONICONCLUSIVEUn duplice ordine di riflessionipossono venire sviluppate, in sin-tesi, sulla base dell’analisi e dell’os-servazione dei dati. La prima,basata sulle statistiche del com-mercio estero, colloca l’Emilia-Romagna tra le regioni italiane piùvirtuose, con produzioni che perinnovazione e qualità riescono acompetere con successo sui mer-cati internazionali. La secondariflessione, che trae origine dall’in-dagine Unioncamere, individuanel commercio estero una delleleve competitive più rilevanti,forse la più importante, nelladeterminazione della crescita edello sviluppo, ma, allo stessotempo, rileva come questa levacompetitiva sia azionata solamen-te da un numero ancora troppo

ristretto di imprese.L’aspetto che appare maggior-mente critico è l’assenza di unavisione strategica integrata voltaall’internazionalizzazione, da largaparte delle imprese di minordimensione. Molte di esse nonesportano; per altre il commerciocon l’estero è vissuto come un’at-tività marginale e residuale chenon si ha intenzione di sviluppareulteriormente. Prima ancora dieventuali vincoli oggettivi cheostacolano la presenza sui mercatiesteri, sembrano pesare limiti cul-turali, una “non volontà” ad intra-prendere percorsi di crescita diffe-renti da quelli sperimentati.Probabilmente è una cultura cheha le sue radici in molteplici ele-menti, derivati dall’abitudine adecenni di crescita economicaapprezzabile, da un sistema orga-nizzativo fortemente legato al ter-ritorio che ha premiato le aziendeche ne facevano parte, da unmodello di sviluppo che ha con-sentito di crescere delegando adaltre imprese il ruolo di essere pre-senti sui mercati esteri, da unmanagement, spesso familiare,non sempre adeguato e sufficien-temente motivato ad affrontare lesfide del mercato.

Oggi lo scenario competitivo sipresenta cambiato e in perennericonfigurazione. Alle imprese sirichiedono capacità e velocità diadattamento, caratteristiche chehanno sempre caratterizzato ilsistema imprenditoriale regionale.Ma la sfida si gioca anche agendosu leve competitive differentirispetto al passato. Ma questoaspetto sembra essere al momen-to colto solo in parte dalle impreseemiliano-romagnole. Soprattuttoquelle di dimensione più ridottaevidenziano preoccupanti ritardinell’adeguarsi ai mutamenti delmercato globalizzato. Sceglierepreventivamente di non affronta-re i mercati esteri potrebbe rivelar-si, nel breve periodo, una sceltapericolosa e scarsamente lungimi-rante.Esiste, tuttavia, una parte diimprese che ottengono all’esterorisultati eccellenti, consolidandosi

Tavola 12. Strategie di medio periodo

Fonte: elabor. Unioncamere Emilia-Romagna su dati ISTAT

Imprese che affronteranno nuovi mercati Principali nuovi mercati di interesse

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GEN/FEB 2007 VII

sui mercati tradizionali e affaccian-dosi con successo su nuove aree.Queste aziende non sono, come cisi potrebbe aspettare, tutte schie-rate sulla frontiera dell’alta tecno-logia. Molte di esse sono specializ-zate in produzioni tipiche del“made in Italy”, operano in setto-ri considerati tradizionali e forte-mente esposti alla concorrenza deinuovi competitors. Sono le stesseimprese, generalmente di mediedimensioni, che per decennihanno fatto da traino a tutto ilsistema territoriale, creando edistribuendo ricchezza. Sono leimprese del “quarto capitalismo”,per usare una terminologia invoga tra gli economisti.Queste dinamiche di sviluppo, cosìcome la dicotomia tra piccola egrande dimensione, hanno dasempre caratterizzato il modellodistrettuale e le reti d’impresa inambito regionale. Si tratta di unsistema di organizzazione econo-mica che negli ultimi decenni hagarantito all’Emilia-Romagna unageneralizzata crescita: la diffusarete di relazioni tra aziende haconsentito che il valore aggiuntorealizzato dalle realtà medio-gran-di – anche attraverso il commerciocon l’estero - determinasse unaricaduta positiva su larga partedelle aziende del territorio. Oggi,come testimoniano i dati, il mec-canismo sembra essersi inceppato.Il radicale cambiamento dello sce-nario competitivo - in atto datempo, ma più evidente negli ulti-mi anni – ha spinto inevitabilmen-te le medie e grandi imprese a cer-care nuovi percorsi di sviluppo, trai quali quello di delocalizzare all’e-stero quote non irrilevanti dell’atti-vità. Si determina come principaleconseguenza uno spostamentodella distribuzione della ricchezzanei territori verso i quali si trasferi-sce la produzione, indebolendopericolosamente il circolo virtuosoche permette di creare e distribui-re ricchezza.Da questo punto di vista, il recu-pero di competitività delle impresedi minor dimensione passa perl’aggregazione, anche attraversomodalità innovative. In un merca-to globalizzato non si può rimane-

re competitivi a lungo operandoda soli. Ciò spega perché negliultimi anni ha acquistato consi-stenza lo sviluppo di reti, di formeassociative e consortili, soprattuttodi gruppi di impresa con incrocisocietari. Le imprese sono chiama-te a fare sempre più gioco di squa-dra, unendo i vantaggi (soprattut-to in termini di flessibilità ed elasti-cità) della ridotta dimensione conla ricerca di economie di scala.Attraverso la capacità di stringerealleanze si può vincere sui mercatiinternazionali. In altri termini, èpossibile operare con la mentalitàdi un’impresa grande senza diven-tare necessariamente un’impresadi grandi dimensioni.Alla luce delle tendenze in atto, sipuò affermare che l’attività diinternazionalizzazione non puòpiù essere affidata a poche, grandiimpresema deve rappresentare unfattore strategico per tutto il siste-ma regionale. In estrema sintesi, sicresce in misura apprezzabile suimercati internazionali, ma proba-bilmente meno di quanto poten-zialmente si potrebbe fare allar-gando la base delle imprese impe-gnate su questo versante.Dunque, tra i compiti degli entipubblici che si occupano di inter-

nazionalizzazione e del mondoassociativo si deve annoverareanche quello di diffondere la “cul-tura dell’internazionalizzazione” edi attivare tutti gli strumenti utili afavorire l’attività all’estero, stru-menti che per essere efficaci devo-no essere modellati sulle esigenzedelle imprese e maggiormenteintegrati. Un’offerta di servizi chesappia crescere insieme all’impre-sa, che sia in grado accompagnar-la nei primi passi verso l’estero -anche nei mercati più vicini qualiGermania o Francia - che sia disostegno quando il processo diinternazionalizzazione diventa piùintenso, che offra consulenza edassistenza per penetrare nei mer-cati più difficili. In conclusione,un’offerta di servizi tagliata sul-l’impresa e che sappia evolverecon essa.

L’Accordo tra Unioncamere eRegione Emilia-Romagna, cosìcome l’avvio operativo degliSportelli territoriali per l’internazio-nalizzazione costituiscono unpasso fondamentale in questadirezione. Per conseguire l’obietti-vo, il sistema camerale regionale èpronto ammettere a disposizionela sua rete e il bagaglio di espe-

rienze accumulate nel tempo. Iltema dell’internazionalizzazione èal centro della programmazionedel sistema camerale, come dimo-strano le numerose iniziative por-tate a termine ogni anno, soprat-tutto in favore delle imprese diminore dimensione, autonoma-mente o in sinergia con altri enti, alivello provinciale, regionale enazionale. Le attività promoziona-li delle Camere di commercio sonosintonizzate con le strategie delMinistero del CommercioInternazionale e rientrano negliobiettivi del Piano Triennale dellaRegione; lo sforzo di allineamentotende appunto a rendere più effi-cace le azioni di sostegno allacompetitività del sistema-paese.Come attesta l’esperienza di altricontesti regionali, gli sportelli terri-toriali attivati dal dicembre 2006presso le Camere di commerciopossono assolvere, in conclusione,un’importante funzione anche inEmilia-Romagna, per diffondere egarantire un agevole accesso aiservizi di carattere finanziario,assicurativo, informativo e pro-mozionale, avvicinandoli all’uten-za e modulandoli sulla base dellepeculiarità dei diversi contesti ter-ritoriali.

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GEN/FEB 2007 29

Un piano lungimirante per cambiare il volto della città dopo decenni di stasi

diG

ianpaoloAnnese

INFRASTRUTTURE >>

Una mappa per comprende-re come cambierà il voltodi Bologna nei prossimianni, uno strumento per

leggere in che direzione sta evolvendoil territorio. PromoBologna, l’agenziaper la promozione economica e ilmarketing territoriale, ha presentatola “Banca Dati Investimenti”, unmonitoraggio dei principali progettiinfrastrutturali e urbanistici in pro-gramma nel capoluogo emiliano: perla prima volta in un unico data baseperiodicamente aggiornato sono rac-colti gli interventi che ridisegnerannola città, modificandone sensibilmenteaccessibilità, caratteri urbani e voca-zioni, condizioni di competitività e diattrattività. “Si tratta – spiega il diret-tore di PromoBologna GiuseppinaGualtieri – di uno strumento pensatoinsieme a Comune e Provincia che hauna duplice valenza: è una leva indi-spensabile di marketing territoriale inchiave di promozione internazionalee di attrazione di potenziali investi-tori. In secondo luogo, classificainformazioni utili a un governo siste-mico del territorio perché pone in

relazione competenze e aree di inter-vento diverse”.Dal potenziamento del SistemaAutostrada-Tangenziale di Bolognaal Sistema Ferroviario metropolitano,dal People mover alla Variante diValico, passando per il Civis, il nuovopadiglione della Fiera, la linea 1 dellametrotramvia, il nuovo insediamentoBertalia-Lazzaretto, il Business Park,nella “Banca Dati Investimenti” scor-rono in rassegna le 51 opere diimportanza strategica per un nuovoassetto del territorio, riordinate perstato del progetto, risorse previste esomme stanziate. Per ogni singolavoce, per ogni singolo progetto d’in-vestimento sono indicate le informa-zioni più rilevanti: la descrizione sin-tetica, lo stato d’avanzamento, itempi di realizzazione, i soggettifinanziatori, l’importo complessivo,la stazione appaltante, i principalisoggetti attuatori. Da questi dati ela-borati da PromoBologna balza all’oc-chio in primo luogo la grande quan-tità di risorse totali in ballo: ammon-tano a 6,5 miliardi di euro gli investi-menti censiti che si realizzeranno nei

prossimi anni su Bologna e provincia,che sommati ai 15 miliardi delleopere infrastrutturali nazionali chegravitano intorno all’area (lineedell’Alta Velocità Bologna-Milano,Bologna-Firenze, la Variante diValico e il raddoppio della lineaBologna-Verona), portano a oltre 21miliardi il valore finan-ziario complessivo degliinvestimenti strategiciper il territorio. Dei seimiliardi e mezzo di eurostrettamente previsti perBologna e provincia, inparticolare, 2,5 miliardisi riferiscono a progettidi viabilità e trasporto incorso di realizzazione,“vale a dire operazioni –spiega il direttore di PromoBologna –che oltre a integrare meglio le diversearee consentiranno un contributofondamentale al sistema logisticolocale. Un aspetto rilevante non soloper la mobilità delle persone, maanche per migliorare il sistema eco-nomico: basta ricordare che l’inci-denza dei costi di trasporto e logisti-

Lo sviluppo partiràda nuove risorseper la mobilitàe per la crescitadel “terziario”

Pioggia di investimentiper la Bologna di domani

In alto, il plasticoBertalia LazzarettoFonte: Comunedi Bologna

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ca sul totale dei costi delle imprese èstimata in una percentuale di circa il20 per cento”.Sempre all’interno dei 6,5 miliardi sievidenzia che oltre un miliardo diinvestimenti riguarda interventiurbanistici destinanti alla riqualifica-zione di punti importanti della città,mentre 400 milioni sono destinati aoperazioni collegate principalmenteai “poli funzionali” dell’area metro-politana (per esempio il polo chirur-gico delle emergenze, la sede unicadel Comune, un nuovo padiglioneper la Fiera). Il lavoro precisa inoltreche ammontano a 1,2 miliardi gliinvestimenti in opere programmateche richiedono ancora il reperimentodel 75 per cento delle risorse e che unulteriore miliardo attiene ai progettiin fase di discussione, fra cui ilPassante Nord e la Nuova grandestazione.La raccolta e la classificazione delle

strategico che Bologna gioca nel-l’ambito delle reti di trasportonazionali. Questi soggetti rappre-sentano congiuntamente quasi il 42per cento dell’importo complessivodegli investimenti con un quadrofinanziario chiuso (opere cioè per lequali è stato previsto un ammonta-re attendibile, per le quali sono stategià stanziate le risorse e si conoscechi sono i soggetti finanziatori).Comune di Bologna, Provincia eRegione Emilia-Romagna copronouna quota pari al 9,2 per cento,mentre le risorse private sono il 28per cento degli investimenti previsti,anche per il ricorso sempre più fre-quente da parte degli enti locali astrumenti di project financing, “atestimonianza – spiega Gualtieri -che nel territorio si stanno già con-cretamente avviando le partnershippubblico-privato che rappresentanouno strumento che sarà negli anni avenire sempre più utilizzato”.Quanto ai tempi di realizzazione, laBanca Dati Investimenti attesta chesarà il periodo 2007-2010 quello incui si concentreranno le principalirealizzazioni. “Entriamo in una fasedelicata – avverte il direttore diPromoBologna – non solo per le ine-vitabili difficoltà e i disagi derivantidalla realizzazione e dalla messa incantiere di opere infrastrutturali eurbanistiche, ma anche per i possibi-li impatti di natura economica su cuisarà importante concentrare l’atten-zione: il territorio in questi annidiventerà protagonista di una tra-sformazione come non succedeva dadecenni e questo non potrà che inci-dere sulle sue future linee di svilup-po”. Ed è anche per governare que-sta evoluzione che PromoBolognacoordinerà la partecipazione del ter-ritorio a iniziative di promozioneinternazionale, la prima delle qualisarà il MIPIM 2007, la principaleesposizione europea per promuovereil territorio e attrarre investitori incampo immobiliare e infrastruttura-le. Il capoluogo emiliano sarà pre-sente come Bologna System, uninterlocutore unico che include nonsolo gli enti locali, ma anche Fiera,Aeroporto, Interporto, FinanziariaBologna Metropolitana e altri sog-getti direttamente interessati chestanno aderendo all’iniziativa

informazioni consente anche unalettura sinottica di come si sta muo-vendo il territorio, la direzione versocui è diretto: nelle infrastrutture ditrasporto prevalgono per esempio lenuove realizzazioni rispetto alleriqualificazioni e gli adeguamenti,mentre cresce l’offerta degli spaziper uso direzionale e commerciale,“a testimonianza – dicono aPromoBologna - che il terziariodiventerà sempre di più una compo-nente importante del sistema econo-mico locale anche a supporto delsistema industriale”.Il rapporto consente inoltre unadisamina delle diverse fonti di finan-ziamento e il relativo grado di par-tecipazione di ciascuna, tra le qualiemerge il ruolo importante dellesocietà di gestione delle grandiinfrastrutture di interesse nazionale,RFI, TAV, ANAS e la societàAutostrade: a conferma del ruolo

INFRASTRUTTURE

INVESTIMENTI IN CANTIERE PER SOGGETTO FINANZIATORE

Soggetti finanziatori Importo complessivo % PER SOGGETTO(valori in euro) FINANZIATORE

Comune di Bologna 117.465.000 4,5%Provincia di Bologna 6.386.000 0,3%Regione Emilia-Romagna 116.610.000 4,5%Altri enti Pubblici del territorio 63.899.000 2,5%Società partecipate Enti Locali 112.064.000 4,3%Università 12.911.000 0,5%Società a partecipazione pubblica 1.619.129.000 62,5%Ministeri 209.400.000 8,1%Privati 334.782.000 12,9%Totale 2.592.646.000 100,0%

Investimenti con un quadro finanziario chiuso (risorse già stanziate e soggetti finanziatori noti)

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Bologna sempre più cerniera del traffi-co tra Nord e Sud. Dalla Banca Dati

Investimenti presentata da PromoBologna, l’agenzia per la promozioneeconomica e il marketing territoriale,emerge il tentativo di valorizzare la cen-tralità del capoluogo emiliano come nodostrategico del flusso che scorre in vertica-le da un parte all’altra del Paese.E il “pacchetto” di opere infrastrutturalipensato a Roma e previsto sul territoriobolognese si muove proprio in questadirezione: nei prossimi anni sono previstila realizzazione delle linee dell’AltaVelocità Bologna-Firenze e Bologna-Milano, il raddoppio della line Bologna-Verona, ma anche la Variante di Valico, ilpotenziamento della Rete Autostradale e

della Tangenziale di Bologna, oltre allacostruzione della Nuova GrandeStazione.Ma il capitolo infrastrutture prevedeanche un paragrafo dedicato alla mobilitàinterna: per il trasporto passeggeri è inprogramma la costruzione del SFM(Servizio Ferroviario Metropolitano), ilCivis (tram su gomma), la Metrotramvia,il People Mover che collegherà la stazio-ne all’aeroporto, mentre con riferimentoal trasporto merci, arriveranno nuoveopportunità dallo scalo di Imola e dal-l’ampliamento dell’interporto.Saranno potenziate inoltre le infrastruttu-re dell’aeroporto, incluse le sale d’attesa,e il servizio parcheggi in città che potràavvalersi di 7mila nuovi posti auto

La mappa dettagliata della Banca Dati Investimenti

Scelte per un nodo strategico

IL PACCHETTO

People MoverStazione di via del Lazzaretto"Fonte: Comune di Bologna"

Su ermesimprese.it tutte le news dal mondo dell’im-prenditoria e delle associazioni di categoria, tutti ifinanziamenti per le imprese dell’Emilia-Romagna, leinformazioni per accedervi e la modulistica scaricabile

PRONTOECONOMIA

www.ermesimprese.it

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Èun comparto che sta viven-do una fase dinamica, diforte crescita, e può diven-tare ancora più importante

nel futuro dell’economia del territo-rio, se si riusciranno a cogliere tuttele potenzialità. Questa l’istantaneafornita dallo studio “CompartoNautico, le cifre sul territorio, inda-

gine svolta nelle pro-vince di Forlì-Cesena eRavenna”, promosso efinanziato dalle dueCamere di commerciocon il supporto dellerispettive Aziende Spe-ciali Cise e Sidi Euro-sportello e la collabora-zione scientifica del Poloscientifico-didatticodell’Università di Forlì e

del consorzio Centuria Rit (RomagnaInnovazione Tecnologia).La ricerca fotografa dettagliata-mente l’assetto di un settore che,nato negli anni Settanta con la pro-duzione di vetroresina, ha acqui-stato nel tempo un peso sempremaggiore, distinguendosi per inno-vazione e produttività. Secondo idati pubblicati da Ucina nell’ulti-mo Rapporto “La Nautica in cifre2006”, il contesto di riferimento, alivello nazionale, coinvolge 7000imprese, occupando 25mila addet-ti. L’Emilia-Romagna si colloca alquarto posto per numero di azien-de (9,3%) e al secondo per addetti(15,5%).I dati delle due province romagno-le sono omogenei: 103 imprese (13cantieri e 90 fornitori) a Forlì-Cesena, 91 (9 fabbriche e 82 forni-tori) a Ravenna. L’indagine cam-pionaria coordinata dal professorPaolo Zurla, presidente del polouniversitario, ha coinvolto 207imprese (22 cantieri e 185 fornito-ri) distinte in tre categorie sullabase dell’incidenza del nautico

rispetto al loro fatturato 2005:delle imprese considerate, quasi il40% sono ad alta specializzazione,l’8,7% semi-specializzate e circa il51% non specializzate. Il volumed’affari del comparto è di 446,3milioni di euro, 321,8 (72,1%) daicantieri e 124,5 dai fornitori.Netto il trend di crescita: più11,8% medio annuo in cinqueanni: addirittura più 47,1% se siconsidera il solo aggregato dei for-nitori. Buona la propensione delleimprese all’export, con due impre-se su dieci che producono per ilmercato internazionale (lo stessonumero per il mercato Ue ed extraUe), mentre, tra quelle fornitrici, il75% opera per clienti emiliano-romagnoli. Di particolare rilievo,la dimensione d’impresa il 64% deicantieri ed il 61% dei fornitorisono concentrati nelle fascia com-presa fra i 2 e i 19 addetti, 2.200 intutto il comparto. Soltanto quattro

cantieri (18,2%) dichiarano oltre100 dipendenti; tre ne presentanooltre 200. La dotazione media è diquasi 65 lavoratori per cantiere,dato che scende a 15 addetti per ifornitori. Riguardo alle professio-nalità, i più valorizzati sono i mae-stri d’ascia, difficilmente reperibili,seguiti dai falegnami generici,molto richiesti ma meno specializ-zati.Come crescere ancora? In un con-testo di forti mutamenti del merca-to – cresce la domanda di prodottidi sempre maggiore qualità edimensione – e di aumentata con-correnza, risulta necessario, secon-do la ricerca, migliorare i processiproduttivi interni alle aziende,magari collocando la propria unitàall’interno di un polo tecnologicospecializzato e di un polo nauticocon area water front. Quasi l’iden-tikit del polo nautico che dovrebbesorgere a Ravenna nell’area ex

FOCUS

Le potenzialità di un comparto di importanza crescente per l’economia del territorio

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Emilia-Romagnaseconda in Italia

per numero di addettiE il fatturato vola

a quota 500 milioni

diEnricoVincenzi

Nautica superstarCrescita a due cifre

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Sarom: “Lo studio mette in risaltol’importanza di assicurare ai nostricantieri uno sbocco diretto a mare– sottolinea il presidente dellaCamera di Ravenna, GianfrancoBessi – e ci aiuta a dare l’avvioconvinto al distretto della nauticada diporto”. Restano i punti diforza, in primo luogo la capacitàdel territorio di coprire una partesignificativa della filiera produtti-va: localizzazione territoriale delcomparto, qualità delle competen-ze artigianali e capacità imprendi-toriali hanno inoltre reso possibileuna produzione di imbarcazioni dielevata qualità, da fascia alta delmercato dei beni di lusso. Proprioda qui nascono alcune debolezze:il posizionamento nella fascia altaha determinato infatti il cosiddetto“gigantismo”, ossia una produzio-ne di imbarcazioni da diporto amotore di dimensioni sempre cre-scenti. Ciò pone due problemi: lanecessità di ampliare gli spazi per icantieri e quella di migliorare laviabilità verso il mare. Risulta infi-ne problematica la spinta all’inno-vazione continua del settore, inparticolare tramite l’attività diricerca industriale e lo sviluppo diservizi avanzati, inferiore all’asce-sa della competizione internazio-

Il distretto del mare punta su ricerca e innovazione. Grazie allavoro di analisi condotto con il progetto “Desk: i sistemi pro-

duttivi locali nell’economia della conoscenza – la Nautica” su146 imprese situate tra le province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, l’innovazione tecnologica è stata individuatacome la prima leva su cui puntare per sostenere il settore. “Unsistema locale che mostra una grande vitalità – spiega MaurizioGaravini, responsabile della Cna Nautica Forlì-Cesena – con datidi fatturato in forte incremento da un anno all’altro. In questocontesto il tema dell’innovazione tecnologica, del rapporto delleimprese col sistema della ricerca e in particolare con l’Universitàdi Forlì-Cesena, appare, in prospettiva, come la leva più impor-tante per l’affermazione della competitività del nostro sistemaproduttivo della nautica, dove, ricordiamolo, buona parte del-l’innovazione passa anche attraverso il sistema della subfornitu-ra e delle Pmi, ed è per questi motivi che negli ultimi tempi tantoci siamo impegnati come Cna in questo versante”.Proprio per incoraggiare la produzione di nuove idee e la crea-

zione di progetti innovativi per le imprese – utilizzando i ricerca-tori a disposizione dei centri di ricerca e attivando collaborazio-ni con Università ed Enti – nasce nel novembre del 2005 il pro-getto “Idee Eccellenti: innovazione tecnologica attraverso le retid’impresa per il settore della Nautica”, con il supporto di Astered Ecipar. Grazie a questo progetto un gruppo di imprese hannopartecipato al bando Regione-Miur dell’Hi-Mech, presentandoquattro progetti di sviluppo tecnologico del proprio prodottoper un valore complessivo di oltre 5 milioni di Euro.“Da questi incontri tra imprese e ricerca – spiega BarbaraCasadei di Cna Forlì-Cesena – è emersa ad esempio la possibi-lità di applicare le tecnologie del settore aerospaziale alla nauti-ca, come i sensori per superfici veliche che nascono da quelliapplicati alle ali dei velivoli”. In quest’ottica si inserisce il proget-to di creazione di un Centro di trasferimento tecnologico, finan-ziato dalla Regione, a cui hanno aderito 35 imprese del distret-to: compito, “trasferire” la tecnologia proveniente da altri set-tori alla nautica

Tecnologia aerospaziale: la nuova frontiera della navigazioneUn rapporto sempre più stretto tra imprese del settore e università

IL FUTURO

nale. Criticità che esigono rispostenon solo al livello di singolaimpresa o gruppi di imprese, masoprattutto in relazione al coordi-namento tra i diversi soggetti terri-toriali pubblici e privati. “Lo stu-dio – conclude Sergio Mazzi, presi-dente della Camera di commerciodi Forlì-Cesena – mette in luce lepossibilità di crescita di un settoreche è sicuramente strategico per ilterritorio. È opportuno che le isti-tuzioni delle due province lavorinoinsieme travalicando i tradizionaliconfini, per creare le condizionifavorevoli al rafforzamento dellestrutture aziendali, organizzandonuovi servizi e indispensabili infra-strutture”

L’EVENTO

A Ravenna il 2 e 3 marzo

NauticaMedNuovi mercatiall’orizzonteAppuntamento il 2 e 3 marzo 2007, a

Ravenna, per il NauticaMed World.L’evento, organizzato da Sidi-Eurosportel-lo – Azienda Speciale della Camera dicommercio – in collaborazione con l’Icerappresenta un’interessante opportunitàper tutti gli operatori del settore cheintendono esplorare e consolidarsi suimercati internazionali. Tra le proposte, lapromozione di stabili rapporti commercialicon le aziende dei paesi esteri selezionati,organizzando incontri tecnico-commer-ciali tra operatori italiani ed esteri.Un’appuntamento che per la quarta voltaesce dai confini del Mediterraneo peraprirsi a nuove aree quali Australia,Nuova Zelanda, Cina, Hong Kong,Taiwan, Canada e Brasile. Coinvolti i set-tori della cantieristica da diporto e del suoindotto: dalla subfornitura ai cantieri nau-tici, dalla componentistica all’arredamen-to e accessori, dai servizi turistici e di char-tering a progettazione e design

Sergio Mazzi, presidenteCamera di commercio

di Forlì-Cesena

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Uno stile inconfondibileper manager “on the road”

Pelletteria Piquadro, tecnologia e marketing al servizio della creatività

diDario

Giordo

250 corner. Prossima la realizzazionedi una joint venture con un distribu-tore, la Luxeway International Ltd.,trading company specializzata nelladistribuzione di prodotti europeiesclusivi sul mercato di Hong Kong,per l’inaugurazione di altri mono-marca in Asia, e forte la volontà direplicare un successo tutto italianoma sempre più globale,che conta attualmentesu 600 punti vendita.Estero vuol dire ancheprodurre in Cina: “Lalavorazione in Cina –precisa Palmieri – incidesul fatturato per un22%, ma le materieprime provengono pre-valentemente dall’Italia.

AZIENDE

sceglie Piquadro: “Il nostro è un tar-get medio-alto – prosegue Palmieri –chi sceglie i nostri prodotti viaggiamoltissimo, spesso si tratta di dirigen-ti, imprenditori e liberi professionisti.Insomma, figure professionali affer-mate e dinamiche. È nostro desiderio,poi, dare un’interpretazione dell’esse-re itineranti: chi acquista Piquadrodeve sentire di amare ciò che portacon sé”.Una filosofia vincente, che ha portatol’azienda a una felice espansione oltreconfine. Prima con l’export versol’Europa – in particolare Germania,Spagna, Francia e Russia – el’Estremo Oriente – Cina, Giapponee Hong Kong – poi con l’apertura diventi negozi monomarca nel mondo,di proprietà e in franchising, e oltre

>>

Dai poli produttividi Gaggio Montanoe Zhong Chang (Cina)ai 600 punti venditain tutto il mondo

Trentadue milioni di euro difatturato, ricavi per 23milioni, utile netto di oltre 2milioni e mezzo, margine

operativo lordo a 6 milioni e una cre-scita del 30% rispetto al 2005.Queste le cifre di Piquadro, azienda diGaggio Montano leader nel settoredella produzione e della lavorazionedella pelle.E pensare che tutto è nato quasi percaso, vent’anni fa. Nativo di Milanoma di famiglia bolognese, MarcoPalmieri, fondatore, attuale presiden-te e amministratore delegato diPiquadro, studiava informatica e perarrotondare lavorava prodotti inpelle per conto terzi. Poi nel ’98 l’ideadi fare sul serio: insieme al fratelloPier Paolo, che riveste ora i panni didirettore commerciale, decide di fon-dare un brand. È la svolta: i primivagiti di Piquadro, PalmieriPelletteria, partono dal marketing, edallo studio attento del target. Daallora una crescita continua, con un+26% annuo a testimoniare il gradi-mento da parte del mercato.Due i punti di riferimento: gli stabili-menti di Gaggio Montano e di ZhongChang, in Cina. Il primo dà lavoro a80 dipendenti, in maggioranzadonne, il secondo addirittura a 450.Chiara la mission: “La nostra azien-da – racconta Palmieri – si distinguenon per il fatto di fare moda, ma perle elevate prestazioni. Piquadro fadesign, e la differenza consiste nellacura della componente estetica, nelcomfort di utilizzo e nella nostracapacità di soddisfare i bisogni piùdiversi”. Una dinamica professionaleche può declinarsi in tanti modi,come testimoniano le centinaia diprodotti dell’azienda emiliana. Dallepregiate borse per pc agli zaini porta-casco, che possono rivelarsi di grandeutilità per chi viaggia spesso in moto,magari per lavoro.Preciso, al contempo, il profilo di chi

Marco e PierpaoloPalmieri

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tentativo di cercare di mantenere atutti i costi le posizioni storicamenteacquisite. Inoltre, il vero made inItaly è l’immaginario, il senso esteti-co, il design del prodotto e soprattut-to l’esperienza”.Tra le prospettive di sviluppo diPiquadro, l’installazione del sistemagestionale di data mining MicrosoftNavision, un metodo che si basa sucomplessi algoritmi in grado di clas-sificare i clienti in base a dati anagra-fici e tendenze di acquisto. “Un pro-getto ancora in fase di sviluppo –spiega il presidente – che ci aiuterà aclusterizzare i clienti. Vogliamo esse-re molto analitici, conoscere le abitu-dini di consumo di chi si rivolge anoi, per poter profilare una correttatipologia dell’acquirente e soddisfar-lo di conseguenza”. Utile, anche, dif-ferenziare i canali di vendita, sfrut-tando le potenzialità della tecnologia:già possibile ordinare direttamente lamerce su www.piquadro.com, con

C’è modo e modo di investire, ePiquadro tiene tantissimo alla difesadell’eticità della professione”. E pro-durre in Asia significa anche con-frontarsi con una realtà diversa daquella italiana. “In Cina si presenta-no problematiche che non siamo abi-tuati a gestire – prosegue il presiden-te – se non altro in termini numerici.La concorrenza è nettamente supe-riore, e non di rado i dipendenti pos-sono essere attratti da offerte di lavo-ro più convenienti. Ma il livello pro-fessionale cinese può essere anche distampo occidentale, proprio comequello che offriamo ai nostri operai:ottima qualità degli ambienti di lavo-ro, orari che non superano le otto orequotidiane, ferie, permessi per malat-tie”. Una concorrenza talmente forteda mettere in discussione la preroga-tiva italiana del know how. Ma quiPalmieri chiarisce: “Non credo che ilproblema italiano sia il rischio di per-dere il know how. Il vero errore è il

AZIENDE

consegna effettuata nel giro di 48-96ore grazie a un magazzino completa-mente automatizzato.“Marginale”, per ora, spiegaPalmieri, l’incidenza della venditaon-line: “Il riscontro è modesto, nonè una nostra priorità, anche se abreve inaugureremo un nuovo sito”.Ma anche per Piquadro le opportu-nità della rete sono sempre più allet-tanti. Un esempio, l’idea del “marke-ting virale”, strategia per catturareclienti tramite i canali virtuali, primifra tutti i blog: “Il marketing virale –spiega Palmieri – è un nuovo modoper inseguire il consumatore nellarete e comunicare messaggi sui nostriprodotti. I nostri investimenti più

Una sequenza di enormi cingoli in cui il metallo si alterna alvetro mentre tutto intorno domina il verde dei colli bolo-

gnesi. Una struttura modulare, estesa per 8.000 metri quadrati eslanciata per 13, in cui tra magazzino e uffici vengono gestitiordini da tutto il mondo. Il nuovo stabilimento di Piquadro aGaggio Montano (Bologna) ha pochi mesi di vita: inaugurato ametà dicembre con la “benedizione” del ministro per lo Sviluppoeconomico Pierluigi Bersani, è stato realizzato dall’architettoKarim Azzabi.Un serpentone metallico costruito in un paio di anni e fortemen-te voluto dal fondatore e amministratore delegato dell’azienda,Marco Palmieri che, in nome delle sue origini bolognesi, ha scel-

to, per la nuova sede, il cuore dell’Appennino tosco-emiliano. Unmodo per sottilineare quello che viene considerato il marchio difabbrica di Piquadro: il connubio tra design, qualità e comfort. Uninvestimento costato più di 8 milioni di euro per un risultato cherappresenta uno dei pochi esempi di architettura industriale dellaregione.Lo stabilimento copre un’area di 22 mila metri quadrati, la mag-gior parte dei quali destinati alla logistica, con un magazzino da6.000 posti in cui si preleva un pallet ogni 25 secondi e gli ordinisono evasi nel giro di uno o due giorni: destinazione, 48 Paesi delmondo, primi fra tutti i 650 punti vendita italiani. Merito di unabase logistica altamente computerizzata dotata di un magazzinoautomatico gestito da terminale per la movimentazione e lo stoc-caggio dei materiali. Nel resto dell’edificio, spiccano i 2.000 metriquadri destinati agli uffici della “Ricerca e sviluppo”, con enormifinestre di vetro che corrono lungo il perimetro. “Coerentementecon il nostro passato – spiega Palmieri – abbiamo scelto di inve-stire in Italia realizzando qui un nuovo stabilimento all’avanguar-dia sia dal punto di vista tecnologico che architettonico.Volevamo una sede che rispecchiasse i valori di Piquadro e il suoapproccio contemporaneamente globale e locale”. Un risultatoottenuto grazie alla professionalità di Azzabi, designer milanesedi origini libiche, che vanta, in curriculum, progetti per i Lavazzabar, le sale Bingo e Snai, e molto legato all’azienda di GaggioMontano: è stato lui a seguire l’evoluzione del brand image dal-l’apertura del primo punto vendita in via della Spiga aMilano finoalla progettazione della nuova sede, apprezzata pubblicamenteanche da Vittorio Sgarbi

Uno stabilimento avvenieristico inaugurato alla presenza del ministro BersaniIl design? Letteralmente, un “marchio di fabbrica”

L’ARCHITETTURA

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Nelle immagini,il nuovo stabilimentodi Piquadro disegnato

dall’architettoKarim Azzabi

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I PRODOTTI

Per tutti i gusti e per ogni esigenza ma,soprattutto, di classe. Sono i prodotti

Piquadro, che coniugano capacità d’utilizzo estile, strizzando l’occhio non solo all’imprendi-tore e al manager ma anche alla donna in car-riera. Le idee per un buon acquisto non man-

cano, e sono accessibili anche dal sito inter-net dell’azienda. E per un mondo incostante movimento – non solo quellodegli affari – le linee Piquadro offronouna gamma completa. Il viaggio comeesigenza principale del cliente, dunque,pensando a lunghi soggiorni ma anchea tappe a più brevi. Spiccano i borsonicon trolley, i trolley cabina con portabi-ti interno, custodie termoformate percellulare e bottiglia d’acqua, ma ancheborse di dimensioni più modeste, contracolla e trolley per non trascurare ilcomfort, e i borsoni per il tempo libe-

ro Per gli spostamenti di tutti i giorni il riferi-mento sono gli zaini, i monospalla, i borselli ei marsupi, e, per strumenti ormai di largo con-sumo come notebook e palmari, 36 diversesoluzioni per la loro custodia. Non mancanopoi oggetti più semplici, come i portachiavicon anelli o ganci. Al passo coi tempi perquanto riguarda gli accessori da abbinare allatecnologia, Piquadro non trascura il vintage,offrendo ai clienti una linea dedicata ai set dascrittoio, composti da sottomano, tagliacarte,porta penne, vaschette e portacenere.Vasta scelta anche per le signore. Si va dalleborse di grandi dimensioni con tasche e tra-colla, porta computer in neoprene estraibile ecustodie esterne sganciabili, a quelle più clas-siche, anche verticali, con due manici, fino ashopping bag e cartelle. Soluzioni diverseanche per i portafogli femminili, a doppiapatta o a soffietto

cospicui, però, non sono destinati ainternet, ma alla creatività”.Tanti fattori, dunque, alla base delsuccesso di un’azienda ormai conso-lidata, ma nessuno di questi, secondoil manager di Piquadro, è stato deter-minante: «Si tratta di un mix di ele-menti – afferma – che ha come puntodi partenza l’amore per il prodotto.Fondamentale per la realizzazione diogni idea, poi, è la comprensionedel cliente, facendo in modo chepossa inseguire con successola felicità». Obiettivoampiamente raggiunto,proprio nel ventennale del-l’azienda. Ma a Piquadropreferiscono il basso profi-lo: “Il ventennale? Logiuro, non ci avevo ancorapensato. Però una cosa èsicura: non amiamo l’au-tocelebrazione. Moltomeglio sarebbe finanziarericerca e marketing”

Una gamma completa di prodotti, accessibile anche dal sito webParole d’ordine, qualità, funzionalità e classe

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Parigi ama Safwood eSafwood ama Parigi. Nonpuò che essere questo il lietmotiv (o meglio, in questo

caso, il fil rouge!), che lega l’aziendapiacentina al paese transalpino.E a testimoniare il feeling arrivano inumeri: un +30% di rialzo del titoloal listino Alternext della Borsa pari-

gina dopo un anno diquotazione. Con unascelta abbastanza raranel panorama dellePmi, non solo regionalima anche nazionali,Safwood sbarca nel feb-braio del 2006 al listinodella piazza francese,dove sono quotate lepiccole e medie imprese.E alla seduta d’esordio

attira subito le attenzioni degli anali-sti finanziari: da semisconosciuto iltitolo segna un +20%, attestandosipoi su una media semestrale del 13

per cento. Da Piacenza, dove opera ilquartier generale che gestisce le atti-vità finanziarie, la logistica e la partecommerciale, la società si è afferma-ta in poco tempo come leader inItalia nella commercializzazione elavorazione del legname, chiudendoil bilancio 2006 con un giro d’affariconsolidato di circa 80 milioni dieuro (erano 70,2 milioni di euro nel2005, dopo i 30,5 milioni dell’eserci-zio dell’anno prima).Quella di quotarsi in Francia, perl’ex-matricola, sembrava allora unascelta in salita, stando a sentire iprincipali advisor italiani dell’epoca..“La decisione di quotarci in Franciarisale di fatto a tre anni prima –ricorda l’amministratore delegatoGiampaolo Paraboschi – dopo cheper motivi dimensionali – fatturava-mo circa 20 milioni di euro - non erapossibile accedere alla Borsa diMilano, dove tra l’altro allora nonesisteva il segmento Expandi. A

Parigi, come a Londra, invece operada tempo un listino dove anche lepiccolissime aziende possono quotar-si. E così abbiamo fatto noi con laBorsa francese, dove però abbiamoritardato il debutto perché stavamnoacquisendo una nuova aziendaall’Est europa”.Collocato a un prezzo iniziale di 3,01euro per azione, il titolo ha ben pre-sto cominciato a salire, fino a chiude-re l’anno scorso una quota media di4,10 euro. Su Alternetx, la societàpresideuta da Markus Odermatt hapiazzato circa il 37% del capitalesociale, grazie all’ingresso nella com-pagine azionaria di un nutrito gruppodi investitori istituzionali del calibrodi Ubs, Axia, Banque d’Orsay, CreditAgricole Am, Dexia, ecc. “In questoanno di quotazione – prosegueParaboschi – il titolo non è andatocertamente male, anche se è statoscambiato poco. Questo è dipeso dalfatto che i nostri azionisti sonosoprattutto fondi e banche, cheimmobilizzano l’investimento per unperiodo di tre-cinque anni”.Nonostante l’appeal finanziario delsuo titolo sulla piazza francesce, lamission di Safwood è tutta legata aun settore economico molto “old”come quello della lavorazione e ven-dita di legname, che l’azienda produ-ce e compra in Russia dove controlladue società e altrettanti stabilimenti(si veda box, ndr), cui si aggiungeanche un impianto produttivo inPolonia.Dagli uffici piacentini vengono invecegestite le vendite ed inoltre viene con-trollata tutta la parte logistica relativaai trasporti ferroviari, marittimi e sugomma, a partire dagli stabilimenti diproduzione di proprietà e non, finoad arrivare al cliente finale, così puretutte le operazioni doganali di impor-tazione del materiale, le fatturazioni ela relativa gestione finanziaria. Conun totale di 13 dipendenti nella sede

diAlbertoNico

In un annocrescita del 30%

per il titolo collocatosul listino francese

delle Pmi

Importatore di legname leader in Italia, la società piacentina è quotata a Parigi

AZIENDE

La campagna di Russiadella “parigina” Safwood

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ticabilità del terreno, di solito gelatoin profonditá in questa epoca del-l’anno”.Ora, dopo aver spento la candelinadell’anno appena concluso a Parigi,Safwood punta a incrementare ilvolume d’affari ulteriormente.“Abbiamo registrato negli ultimianni una crescita costante del fattu-rato e degli utili – sottolineaParaboschi - Per il 2007 prevedia-mo di raggiungere un fatturato di100 milioni di euro, con utili aquota tre milioni, anche se laperformance di quest’ultimo indi-catore dipende da quando finiremoil nuovo stabilimento (si veda sem-pre box, ndr) in Russia”.La campagna di Russia, sostenutadai capitali parigini, è infatti destina-ta a continuare in grande stile. Perora, in attesa di terminare i nuoviimpianti, la piacentina Safwood hagià raggiunto il terza posizione tra lesocietà leader produttrici di segati sulmercato del grande paese euro-asiati-co, mantenendo ben saldo anchel’ottimo piazzamento tra i primiimportatori italiani

emiliana, la gran parte degli addetti èimpiegata in Russia (1.300 unità) e inmisura minore in Polonia (120). Unaiuto alle performance positive del-l’azienda è arrivato con i rialzi deiprezzi del legname sui mercati mon-diali dal 2005. “Alla fine del terzotrimestre dello scorso anno avevamogià registrato un aumento dell’utiledel 30% rispetto alla previsione del-l’anno intero”, ricorda l’amministra-tore delegato.Il 50% del legname prodotto vienevenduto in Italia, e la parte restantesui mercati del bacino delMediterraneo, che “sono aree in cre-scita stabile, molto interessati allenostre produzioni e rispettosi deitempi di pagamento”. In Italia iclienti principali dei Safwood sonosia le grandi catene di distribuzioneche di trasformazione del legno, oltreche il settore edile e delle grandiopere infrastrutturali. Una delle diffi-coltà che l’azienda emiliana si è trovaattualmente ad affrontare “è que-st’inverno estrememanete mite, chenon permette di lavorare al meglionelle aree forestali russe per l’impra-

“Nuovo impianto russo pronto a settembre”Al via in maggio l’aumento di capitale per sostenere l’aumento della produzione

”Entro maggio faremo un aumento di capitale persostenere gli investimenti in corso in Russia”.

L’amministratore delegato di Safwood, GiampaoloParaboschi, precisa che questa operazione (da oltre 10milioni di euro totali) è da tempo a conoscenza degliazionisti, i quali interverranno a sostegno della costru-zione di un nuovo stabilimento e dell’ampliamentosignificativo di uno già in produzione. Il tutt, in unaremota regione, la Repubblica di Komi, a nord-est dellacapitale russa. “Prevediamo di terminare il nuovoimpianto entro settembre di quest’anno”, annunciaParaboschi. L’impianto userà gli scarti della produzionedegli altri due stabilimenti del gruppo per la produzionedi pannelli truciolari destinati al mercato locale. In que-sto modo, sarà possibile per la società emiliana ridurre icosti sostenuti finora per lo smaltimento degli scarti,oltre che incrementare i ricavi per la vendita della pro-duzione da questi derivata. E disporre anche a costozero del 25% della materia prima necessaria per la pro-duzione dei pannelli.Ma Safwood, in terra russa e non solo, è di fatto un veroe proprio gruppo industrial-commerciale. Oltre al nuovo

impianto, infatti, la società piacentina ha il controllo diLdk, che con sede a Syktyvkar (Repubblica di Komi)possiede uno stabilimento per la produzione di tavole diabete e pino essiccate. La segheria è costruita su un ter-ritorio di oltre 350.000 metri quadrati ed è raccordatacon linea ferroviaria. Gli impianti permettono di produr-re ed essiccare oltre 140.000 metri cubi l’anno di tavoledi abete e pino, con una concessione al taglio per unadurata di 25-49 anni in oltre 120.000 (aumentabili finoa circa 350.000) ettari di foresta su cui attualmente è incorso la certificazione FSC (Forest Stewardship Council).Nella stessa repubblica russa Safwood controlla anche lasocietà Leskom (altra segheria per la produzione ditavole di pino-abete essicate). L’impianto è costruito suun’area di oltre 100.000 metri quadrati, e dispone dioltre 65.000 ettari di foresta in concessione.Ma non è tutto: il gruppo piacentino in Est Europa è pre-sente anche in Polonia, dove controlla a Konskie anchela società MD Sp Zoo, che possiede uno stabilimento di35.000 metri quadrati. Nell’impianto polacco ogni annovengono prodotti circa 15.000 metri cubi di pannellilamellari a lista unica, travi lamellari e profili piallati

L’INVESTIMENTO

Giampaolo Paraboschiamministratore delegato

di Safwood

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L’obiettivo, permettere agliutenti di fruire dei vantag-gi delle tecnologie multi-mediali, senza costringerli,

ogni volta, a cominciare “da zero”.Sì, perché di solito in questo campofunziona così: ogni esigenza deveessere “implementata” con appositesoluzioni hardware e software, men-

tre le diverse retidigitali di supportospesso esigono solu-zioni applicativededicate. Scopo delprogetto Summit,sviluppato nell’am-bito del Piano tele-matico regionalecon sette partnercoinvolti in associa-zione temporanea –

in prima fila il consorzio Aster – svi-luppare “tecnologie abilitanti”, indi-rettamente fruibili dall’utente. Inpratica tecnologie standard, valideper le applicazioni più diverse, eadattabili a qualsiasi tipo di reteinformatica, via cavo o wireless.“Abbiamo sviluppato librerie eapplicazioni – nota Daniele Sangior-gi di Aster – a partire dalle grandi reti

disponibili, come Lepida o ilCnit, Consorzio nazionaleinteruniversitario delle tele-comunicazioni”.Rivoluzionaria una primasoluzione applicativa, svi-luppata nell’ambito diSummit in collaborazionecon gli Istituti ortopediciRizzoli: la cosiddetta “tactridimensionale”, che nonsolo permette di acquisireimmagini in 3D, come la tactradizionale, ma permette digestirle attraverso l’utilizzodi un particolare joystick.“Quando l’immagine passaal software – nota Sangiorgi– si può tagliare, ruotare,

gestire in ogni senso, mentre il joy-stick è costruito in modo da ripro-durre la sensazione di resistenza pro-pria degli oggetti fisici”. Come se sitoccasse, dunque, e non è un caso seattualmente la tecnologia è in fase ditest nella mani di vari chirurghi euro-pei: attraverso la tac tridimensionaleè infatti possibile una digitalizzazio-ne della produzione di protesi pervedere, in fase preoperatoria, se que-sta si adatta alla fisionomia delpaziente. “Ma lo stesso principio –nota Sangiorgi, tanto per sottolinea-re che quelle sviluppate da Summitvogliono essere tecnologie standard,utili per applicazioni diverse – puòvalere nei musei, per lo studio deireperti archeologici: un’anfora, peresempio, può essere acquisita dalloscanner laser, poi la si può toccarevirtualmente, sentirne scanalature eimprecisioni”.Altro risultato del progetto Summit,coordinato dall’ingegner KussaiShahin, l’ideazione di una piattafor-ma di lavoro cooperativo: “Se l’uni-versità dispone di strumentazione dipregio – rileva Sangiorgi – come ana-lizzatori di spettro e oscilloscopi,anche una piccola azienda con risor-se limitate può, grazie a questa tec-nologia, effettuare le misurazioni inremoto, senza costosi spostamenti dipersonale. Per rendere remoto l’inte-ro laboratorio, abbiamo poi svilup-pato, in collaborazione con il Cnr, unsistema di videoconferenza in gradodi operare su ogni tipo di rete tele-matica, con la condivisione ‘peer topeer’ di documentazione tecnica edesperienze”.Infine i servizi per i supermercati,basati sulla localizzazione del cliente:una guida multimediale su palmareche sfrutta la tecnologia blue-tooth –a bassissimo consumo energetico –per fornire in tempo reale informa-zioni utili sui prodotti, sviluppata inpartnership con Coop Adriatica. Ilfuturo di Summit? “Dipenderà dallerisorse assegnate – concludeSangiorgi – per il momento a porta-re avanti queste innovazioni sono leuniversità, in particolare i diparti-menti di ingegneria di Ferrara,Parma e Bologna. La nostra speran-za è che non si lasci cadere questoprogetto, che si è rivelato molto pro-mettente”

INNOVAZIONE

diThomasFoschini

Per le Pmicon poche risorsegrandi opportunitàdalle “piattaforme

di lavoro cooperativo”

Dai laboratori a distanzaalle tac tridimensionaliProgetto Summit, “tecnologie abilitanti”

per una multimedialità a tutto campo

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SPECIALE LOGISTICAInserto pubbliredazionale

Affrontare nuove sfideQuali i fattori chiave

La competitività delle imprese e del tessuto economico-pro-duttivo di un territorio si giocano attualmente non solosulle strategie produttive e di marketing, ma in maniera

sempre più accentuata sulla capacità di “creare valore" attra-verso servizi, oltre che qualità e prezzo. Saper fornire un livelloadeguato alle esigenze dei mercati minimizzando il consumo dirisorse (economiche, territoriali, ambientali) dipende infatti dal-l’organizzazione strategica di un efficiente ed efficace sistemalogistico e di trasporto. Come rilevato da stime Confetra(Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e dellaLogistica) i costi logistici pesano infatti sui prezzi di vendita delprodotto in media per il 20%, con punte del 31% nel settorealimentare.

Inoltre, il valore complessivo della logistica italiana è stimato paria 190 miliardi di euro (13% del totale europeo) e a circa il 12%del Pil nazionale. Per poco più del 50% deriva da servizi vetto-riali in senso stretto (in gran parte terziarizzati), e per la diffe-renza da servizi di logistica, per lo più ancora svolti in conto pro-prio dalle imprese industriali e commerciali, anche se la ricercadi una maggiore efficienza del sistema produttivo, sta portandoad una progressiva esternalizzazione a terzi specializzati (+15-20% all’anno nei paesi industrializzati).Il sistema logistico richiede quindi sempre più una visione inte-grata. L’ Emilia-Romagna, che riveste un ruolo centrale nellaprospettiva del grande business del trasporto delle merci e dellalogistica, presenta esperienze significative a questo riguardo.

Trasporti, un settore sempre più strategico per lo sviluppo economico del territorioInterporti e piattaforme logistiche adeguate sono ormai strumenti indispensabili

Razionalizzazione di attività e tempi per le operazioni sulle merci,sicurezza, gestione efficiente ed efficace per supportare esigen-

ze di consegna giocate sul just in time: sono queste le caratteristicherichieste alla logistica in outsourcing dalle aziende produttrici, levariabili che intervengono nella scelta del partner logistico.Affidabilità e riduzione dei costi sono le carte vincenti in un mercatoancora oggi parcellizzato e privo di quelle reti tra operatori chedovrebbero garantire (attraverso l’integrazione tra modalità digestione delle diverse fasi logistiche) competitività e qualità per i pro-dotti.“Per questo motivo, CePIM Spa – ricorda il presidente SebastianoMarzani - ha puntato su una logistica avanzata, sviluppando part-nership con operatori dell’intermodalità, implementando nuovi siste-mi di gestione della sicurezza e della tracciabilità delle merci e apren-do ad iniziative che si prefiggono la sostenibilità economica quantol’ecocompatibilità”.CePIM Spa, che da decenni opera come Logistic Services Providerall’Interporto di Parma, è leader nella gestione dei depositi (compre-si i magazzini ‘doganali’, ‘di temporanea custodia’ e in regime disospensione d’imposta) nella movimentazione delle merci, nel con-

Cepim: partner nella logistica avanzata

CePIM offre una risposta concreta al ciclo della distribuzione dei prodotti,guardando oltre le tradizionali strutture per realizzare una rete efficiente,a vantaggio del cliente.

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trollo degli ordini in radiofrequenza, nelle funzioni di distribuzione,trasporto ed attività accessorie.Per i suoi servizi – certificati ISO 9001:2000 – CePIM si avvale di unasset composto da 350mila m2 di aree esterne, 70mila m2 di magaz-zini, 2.300 m2di strutture direzionali, e 120mila m2 di depositi a tem-peratura controllata (-28° C): tanto che è uno degli operatori piùdotati e flessibili nel panorama dell’offerta logistica del territorionazionale.Il magazzino a temperatura controllata (-28°C), è il fiore all’occhiel-lo. La struttura, dotata delle tecnologie più avanzate, si compone didue comparti separati per un volume complessivo di 120mila metricubi. Suddiviso in più ambienti, con possibilità di mantenere tempe-rature diverse e svolgere attività di picking e operazioni di carico e

scarico nella salvaguardia della catena del freddo, il magazzino èdotato di 11 banchine di carico coperte.A garantire la sicurezza è un sistema computerizzato di controllo emonitoraggio continuo (sia a livello locale che in remoto) delle tem-perature, dell’umidità relativa e delle aree critiche. La presenza digeneratori di energia elettrica, assicura poi il mantenimento costan-te dei valori ottimali anche in caso di prolungata sospensione dienergia.Il cablaggio in fibra ottica, gli applicativi della ICT, i sistemi per latracciabilità delle merci e per la loro sicurezza, completano il quadrodi una dotazione che offre un servizio integrale e flessibile, modula-to su esigenze specifiche per garantire una prestazione flessibile,competitiva sul piano dei costi e della qualità.

Inserto pubbliredazionale

SPECIALE LOGISTICA

Interporto di Bologna: più servizi per l’internazionalizzazione

Si estende su 427 ettari di terreno, con 300 mila metri quadricoperti, due terminal ferroviari tra i più grandi d’Europa: è

l’Interporto di Bologna, nodo nevralgico nelle comunicazioni e il traf-fico merci via terra tra il Mediterraneo, l’Italia e il centro-norddell’Europa.Nell’area bolognese e sulle infrastrutture varie e ferroviarie transitanoil 35% delle merci nazionali ed il 16% di quelle europee. Nel 2006,rispetto al 2005, i traffici transitati attraverso l’Interporto sono cre-sciuti del 3% e sono aumentate le tonnellate di merci movimentate.“Un dato da sottolineare della crescita - dice il presidente AlessandroRicci- è l’intermodalità, che ha registrato un incremento del 21%,cifra assai significativa in un quadro generale del settore non confor-tante. Il successo dell’Interporto è nell’aver perseguito nei suoi 35anni di vita tre obiettivi essenziali: portare il traffico pesante fuori dallacittà; spostare il trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia, svilup-pando l’intermodalità; porre a disposizione delle imprese servizi effi-cienti e a valore aggiunto. Tra le azioni di maggior rilievo sono la pro-mozione e il sostegno economico nella fase di start-up di nuovi col-legamenti ferroviari nazionali ed internazionali.”Per i collegamenti nazionali, l’Interporto sta mettendo in atto azionisinergiche sul territorio dell’Emilia-Romagna e nelle regioni confinanti.“Ne è un esempio – spiega Ricci -il disegno complessivo di realizza-re una relazione ferroviaria Bologna Interporto – Ferrara – Ravenna–Imola – Bologna Interporto. Utilizzando tratte ferroviarie poco fre-quentate come la Ferrara – Ravenna e la Ravenna – CastelBolognese, è stato possibile l’attivazione della connessione Porto diRavenna – Interporto di Bologna due volte la settimana creandoBologna Interporto come hub di distribuzione sulle aree industrialidell’Emilia-Romagna. Questa soluzione consente di ipotizzare neltempo una relazione con Imola Scalo, e la costruzione in quest’areadi un nuovo terminal ferroviario. L’ Interporto di Bologna è poi impe-

gnato nella gestione dell’handling del Terminal Container diModena.”Interporto punta a confrontarsi con paesi che stanno moltiplicandol’ influenza sugli scambi commerciali mondiali. “Bologna, insiemecon gli interporti di Padova, Verona, Jesi, Parma e Rivalta Scrivia –sottolinea il presidente -ha dato vita ad una società, Inlog spa perpromuovere il primo distretto industriale/logistico italiano in Cina.Nell’ambito degli accordi bilaterali siglati tra l’Italia e la Cina, ne hasottoscritto uno che consente, con concessione di 50 anni, la realiz-zazione del progetto su 500 mila metri quadrati di Tianjin, città indu-striale con 10 milioni di abitanti a 140 chilometri da Pechino, con unporto che oggi muove cinque milioni di teu e che nel 2010 arriveràa movimentarne il doppio”.L’Interporto di Bologna sta lavorando sulla Russia con uno studiofinalizzato ad una piattaforma logistica sul Baltico, altri riguardanoRomania e Tunisia.“Dobbiamo essere attivi– conclude il presidenteRicci – là dove vogliono posizionarsi le nostre aziende”.

L’ Interporto di Bologna per il 58% è di proprietà di enti localicome il Comune, la Provincia, la Camera di commercio diBologna e per il resto in mano ai privati, tra cui Assindustria,alcune banche e il Gruppo Ferrovie dello Stato

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SPECIALE LOGISTICA

Inserto pubbliredazionale

Da sei anni in attività, Lugo Terminal è la piattaforma logistica dellaRomagna. Una struttura che sa offrire alle imprese valore aggiun-

to, attraverso continui progetti di sviluppo. Anche il 2006 si è chiusoin crescita con un aumento del 20% sui volumi di merce movimenta-ti e del 10% del fatturato. .Dal 2001 ad oggi, “abbiamo ampliato l’operatività del centro inter-modale di Lugo– ricorda Enzo Poli -amministratore delegato di ImolaLegno e presidente di Lugo Terminal - solo con investimenti privati”.Lugo Terminal si estende su un’area di 19 ettari, di cui 50 mila metriquadrati di capannoni, 8 binari ferroviari per una lunghezza comples-siva di 7 km, capaci di ricevere contemporaneamente fino a 8 treniblocco. Dispone di 80 mila metri quadrati di piazzali asfaltati, 24 par-cheggi attrezzati per container frigoriferi con sistema di controllo dellatemperatura. A supporto dell’intermodalità ferro-gomma sono stati

costruiti oltre 600 container suddivisi tra box, high cube e tank, utiliz-zabili per il trasporto di merci sia pallettizzate che sfuse e liquide.Particolarmente di successo l’investimento in 32 Tank containers per iltrasporto di prodotti vinicoli, per merci che provengono dalle regionidel mezzogiorno destinate alle cantine dell’ Emilia-Romagna e delVeneto.Tra le attrezzature specializzate, si segnalano 3 macchine reach stakerin grado di sollevare e trasportare container, casse mobili e semirimor-chi fino a 45 tonnellate, oltre a una ventina di carrelli elevatori con por-tata fino a 32 tonnellate. Lugo Terminal dispone di un locotrattoreZephir per la movimentazione interna dei convogli ferroviari, di pesecertificate per autocarri e carri ferroviari, di servizio doganale e di unaflotta di 65 unità tra autotreni e autoarticolati.La struttura dispone inoltre di un nuovissimo impianto completamen-te automatizzato di confezionamento ed imballaggio per merci sfusesia in sacchi che big-bags, con una capacità di produzione oraria di1.200 sacchi o 30 big-bags, utilizzata attualmente per il confeziona-mento di sale, pellets di legno e crusca, inerti, concimi, torba.A Lugo dalla piattaforma di Villach, in Austria, arrivano ogni settima-na tre treni che trasportano le merci provenienti dal Nord Europa: pro-dotti forestali, pannelli e carta, torba e fertilizzanti. E’ l’effetto di unodegli accordi bilaterali con operatori esteri, ma gli imponenti volumi dimerce raggiunti sono cresciuti anche in virtù del traffico di inerti pro-venienti dal terminal di Apricena, in provincia di Foggia. Il sud ed il suotraffico intermodale sono i punti cardine del futuro di Lugo Terminal“Su questi obiettivi - sottolinea Enzo Poli – stiamo investendo: è in fasedi ultimazione la nuova piattaforma intermodale nello scalo merci diGiovinazzo, in provincia di Bari, che sarà collegata con tre treni setti-manali per il trasporto e la distribuzione di prodotti soprattutto agroa-limentari. Lugo Terminal-conclude il presidente–sta avviando in accor-do con imprenditori locali un ulteriore collegamento con la piattafor-ma già esistente a Surbo in provincia di Lecce, in modo da costituireun asse di trasporto ferroviario che dalle tre piattaforme pugliesi si col-lega a Lugo e di qui al Nord Europa, fino al porto di Lubecca inGermania.”

Cts: trasporti sempre più internazionali

Lugo Terminal: la piattaforma della Romagna

Dalla seconda metà del 2006 CTS, Compagnia Trasporti eSpedizioni, è diventata una società Cooperativa Consortile

per azioni, in pratica, un Consorzio di imprese specializzate.“E’ il primo passaggio di un progetto – sostiene Daniele Sansavini,direttore generale di Cts –di riorganizzazione della struttura.L’obiettivo è di fare gruppo con altre imprese del settore per sod-disfare mercati specializzati o di nicchia. L’aggregazione di impre-se altamente specializzate crea valore aggiunto ai servizi offerti,consente un’elevata potenzialità di intervento, rende possibilecoordinare gli investimenti e finalizzarli agli obbiettivi”.Cts ha trasferito la sede operativa e commerciale nel centro logi-stico nella zona artigianale di Roncalceci, fra Ravenna e Forlì,composta da oltre 15 mila metri quadrati tra uffici, capannoni perdepositi e ricovero mezzi e uffici, piazzali per parcheggio auto-mezzi e depositi. Il parco veicolare, è forte di oltre un centinaio dimezzi dotati dei più moderni sistemi elettronici di controllo, ed ècomposto da unità semoventi modulari Scheurle per un totale di

In costante crescita di merci movimentate, la struttura lughesesta ampliando la propria operatività con investimenti sulla struttura,l’ampliamento di altre piattaforme collegate nel sud Italia e accordianche con realtà estere

L’attività principale di CTS è il trasporto eccezionale con particolarespecializzazione nelle movimentazioni industriali e nei sollevamenti.

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SPECIALE LOGISTICAInserto pubbliredazionale

22 linee di assi, tali da movimentare e trasportare pesi fino ad 800tonnellate, una quarantina di trattori stradali, una dozzina dimotrici per traino carrelli eccezionali, 50 rimorchi e semirimorchi,cavallette idrauliche di sollevamento da 540 tonnellate di portatae sollevatori elettrici da 320 tonnellate.Numeri e dati che esprimono gli investimenti importanti eseguitida Cts per migliorare le attrezzature e le tecnologie in uso, e sup-portare lo sviluppo, finalizzato all’ampliamento della quota dimercato con una penetrazione più incisiva nei trasporti eccezio-nali e grandi movimentazioni industriali. Novità per i mezzi adisposizione, ma anche dal punto di vista organizzativo.“La società– conferma Sansavini -si è dotata di strumenti, strut-turali e finanziari, per soddisfare con dinamiche veloci e puntualile esigenze della committenza internazionale. Siamo un’impresa

di servizi e ci poniamo nei confronti dei clienti come partner e noncome semplici fornitori, in un rapporto virtuoso con il territorio”.Cts lavora in tutta l’Europa comunitaria, in particolare in Spagnae Portogallo, e nel 2006 ha ampliato l’ operatività nei paesidell’Est, Polonia, ed Ucraina dove è stata eseguita l’installazionedi pesanti presse e mulini in nuovi stabilimenti per la produzionedi piastrelle.“Rivolgiamo particolare attenzione – conclude il direttore di Cts -alla filiera dell’industria ceramica e possiamo sottolineare il rap-porto di partnership con la Sacmi, azienda leader mondiale nellaproduzione di impianti e stabilimenti del settore. Forniamo però ilnostro servizio anche nei settori dell’energia, delle carpenterie,dell’offshore e della cantieristica nautica da diporto.”Tutte le informazioni sul sito web www.ctstrasporti.it

Prezzo del gasolio per autotrazione fra i più elevati in Europa,alti costi di manutenzione dei mezzi, tariffe autostradali in

ascesa, carenze infrastrutturali, burocratizzazione del sistema:sono queste le cause che condizionano negativamente la mobilitàdelle merci in Italia e chi opera nel settore con gravi ripercussionisul prezzo finale dei prodotti, su cui la filiera logistica incidepesantemente. Una fetta considerevole dell’autotrasporto è rap-presentata da aziende di dimensione medio-piccola sottocapita-lizzate, da singoli artigiani, i cosiddetti “padroncini” che in questasituazione possono solo sopravvivere: nella maggioranza dei casi,alla fine, le imprese offrono solo la prestazione di trasporto deiprodotti.La risposta a queste difficoltà, alle crescenti richieste di una com-mittenza attenta, e alla concorrenza estera, sta in un’offerta allar-gata. Il meccanismo delle alleanze tra singoli, consorzi e coopera-tive può portare le imprese più strutturate a proporre alla com-mittenza servizi di logistica integrati (dal confezionamento dellemerci, allo stoccaggio, alla bollettazione ed alla consegna al clien-te o al consumatore) ed annessi al trasporto delle merci.La Cooperativa Ciclat Trasporti e la sua adesione al ConsorzioNazionale Ciclat mette in rete un sistema in grado di program-mare, gestire ed organizzare in modo sinergico fra le varie sedi ilservizio di mobilità delle merci.“Negli ultimi anni –dice Sauro Bettoli, dirigente logistica eambiente del consorzio- Ciclat ha accresciuto la sua presenzaaumentando il numero degli associati, il quantitativo di merci tra-sportate, la gamma dei servizi offerti, con un incremento del trenddel fatturato”.Ciclat Trasporti offre un servizio completo che prevede, oltre altrasporto su strada, la combinazione delle varie modalità, il caricodegli autocarri utilizzando diverse tipologie di mezzi e attrezzatu-re, la gestione anche in proprio di magazzini e l’emissione deidocumenti.

“E’ un processo di terziarizzazione o di Global Service dell’autotra-sporto. – conclude Bettoli -Con il fine di migliorare le prestazioniofferte e ogni segmento di attività, Ciclat intende proporsi semprepiù non come autotrasportatore, bensì come partner industrialenella distribuzione delle merci e della logistica integrata”.La cooperativa è stata la terza in Emilia-Romagna ad ottenere laCertificazione di Qualità ISO 9001, a cui è seguita la ISO 14000in materia ambientale. Un ulteriore sviluppo è proprio nel settoredell’ecologia con riferimento alla raccolta e trasporto con autoriz-zazione di RSU, rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi: graziealle esperienze acquisite, Ciclat gestisce appalti su tutto il territo-rio nazionale.

Ciclat Trasporti: un’efficace rete per la mobilità

Ciclat fa parte di un consorzio nazionale.Un esempio di aggregazione di impreseper rispondere alle esigenze del mercato

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SPECIALE LOGISTICAInserto pubbliredazionale

Nato a Faenza, il CTF è un consorzio che opera su tutto il territo-rio nazionale, in particolare su quello emiliano-romagnolo. “Nel

corso degli anni – dice il presidente Riccardo Ferrucci – Ctf ha saputoevolvere la sua struttura riuscendo, attraverso cooperative e societàcontrollate e collegate, a divenire un punto di riferimento forte e cre-dibile, non solo nell’autotrasporto merci, ma anche in attività correla-te come il trasporto e lo smaltimento di rifiuti, la gestione di impiantidi riciclaggio, la conduzione di magazzini di logistica e in altre attività.”La storia di CTF comincia nel lontano 1956. La denominazione di allo-ra era GARF, Gruppo Autocarri Ribaltabili Faenza. Col passare deglianni, fusioni e incorporazioni di altre società di autotrasporto – quelledi Brisighella, Solarolo, Castel Bolognese eMassa Lombarda – e il con-tributo di quanti vi hanno lavorato e tuttora vi svolgono la loro atti-vità, il Consorzio ha assunto le dimensioni e la struttura di una gran-de impresa. A dirlo sono i numeri nei quali si riassume la crescitacostante registrata in 50 anni di lavoro: 170 soci artigiani, quasi 100soci lavoratori, 50 dipendenti. I campi di intervento spaziano in quat-tro grandi settori: sfruttamento di cave e movimento terra, con tra-sporti, escavazioni, demolizioni e commercio di materiali per l’edilizia;ecologia, smaltimento e riciclaggio di rifiuti, con trasporto di rifiutispeciali e solidi urbani, raccolta differenziata, gestione di impianti diriciclaggio e di servizi di smaltimento; logistica, con deposito e stoc-caggio di merci, distribuzione e servizi di corriere; trasporti nazionalied internazionali, per l’industria in genere e per quella alimentare, perl’ambiente, l’edilizia e l’agricoltura.“La sfida per il futuro si annuncia sempre più ardua- aggiungeFerrucci - La strategia di CTF nell’affrontarla è rivolta in termini pro-

positivi all’innovazione e all’integrazione fra le varie modalità di tra-sporto che il mercato e i suoi sviluppi futuri impongono: gomma,ferro, cielo e mare. Consolidando al tempo stesso le proprie radici nelproprio territorio.”In questo processo di crescita e di innovazione, i principi della solida-rietà e della cooperazione conservano per CTF tutto il loro significato.E’ per questo che attribuisce un valore crescente all’informazione ealla formazione dei soci e dei dipendenti, alla partecipazione di tutti alconseguimento degli obiettivi di ulteriore sviluppo e alla qualificazio-ne delle molteplici attività in cui è impegnato.

CTF: da oltre cinquant’anni un punto di riferimento

Dalla sua fondazione, nel 1977, Adriatic Air cargo, società cheopera nel settore dei trasporti e della logistica integrata, si è posta

l’obiettivo di fornire una gamma completa di servizi, studiati per le spe-cifiche esigenze di ogni cliente.“La nostra azienda-spiega Davide Gallina, responsabile markerting - èsufficientemente grande per poter offrire soluzioni globali affidabili, maanche abbastanza piccola da evitare il rischio di un servizio anonimo espersonalizzato.”Adriatic Air Cargo si distingue nel mercato dei trasporti per la sua atti-vità consulenziale. “I nostri consulenti- aggiunge Gallina -propongo-no soluzioni in linea con le reali esigenze dei clienti, studiano il mezzoe le metodologie di trasporto più idonee per ogni spedizione, sia inimport che in export.“ La fitta rete di corrispondenti permette adAdriatic Air Cargo di offrire un servizio globale, mantenendo però unlegame personale con i clienti, che possono contare su un partnerattento e sempre presente. Adriatic Air Cargo è composta essenzial-mente da persone legate da saldi vincoli familiari: ciò ha permesso ilraggiungimento di un livello collaborativo che garantisce un’eccellen-te fluidità tra i diversi processi lavorativi e la più ampia disponibilitàverso il cliente. La tempestività e la cura del servizio hanno portato

Adriatic Air Cargo ad essere tra i fornitori di alcuni tra i principali grup-pi industriali dell’ area di riferimento. “L’approccio professionale com-binato ad un contatto diretto di tipo familiare- precisa Daniele Gallina- ci permette di soddisfare anche le richieste della clientela apparte-nente alla piccola e media impresa.”A fianco dei servizi da e verso le tradizionali destinazioni commercialicome Nord America, Medio ed Estremo Oriente, Adriatic Air Cargogarantisce spedizioni sicure e puntuali verso la Russia e le altreRepubbliche ex Sovietiche. “Grazie alla presenza a Mosca- sottolineail responsabile marketing di Adriatic Air Cargo - di un nostro ufficiocon operatori sia russi che italiani, rendiamo la merce Ddp (consegnaa domicilio sdoganato) alle città della Federazione Russa direttamen-te con nostro personale.”Il sistema adottato permette di consegnare, una volta compiute le for-malità doganali e previo contatto telefonico, la merce nelle mani deldestinatario, senza ulteriori soste o passaggi. Inoltre, è possibile paga-re il servizio indifferentemente in Italia o alla consegna della merce inRussia. “Un altro mercato di estremo interesse che raggiungiamo piùvolte a settimana- conclude Gallina - è quello kazako: il flusso inexport verso questo Paese, curato direttamente da Adriatic Air Cargo,ha raggiunto nel 2006 il milione di chilogrammi.”

Alla sede di Riccione, Adriatic Air Cargo affianca uffici a Bologna e MoscaPer la professionalità e l’attenzione al cliente, l’azienda ha ottenuto nel 2000 lacertificazione ISO 9001 (www.adriaticargo.com)

Adriatic Air Cargo: trasporti mondiali a misura di cliente

Ctf è impegnata nella realizzazione del futuro nuovo scalo merci di Faenza

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Sono bastati dieci anni percapovolgere radicalmente unintero territorio: Polesine Par-mense, Busseto, Zibello, Sora-

gna, Roccabianca, San Secondo,Sissa e Colorno, otto comuni chehanno ormai acquisito notorietàinternazionale. La Bassa Parmense,un lembo di pianura che scende dol-

cemente verso ilfiume Po: qui è natoil Culatello di Zibel-lo, che trae il suoinconfondibile pro-fumo e sapore dagliinverni umidi e dalleestati afose.Un rapporto unicoche viene messo afuoco dal libro “IlCulatello di Zibello,

da prodotto a marca”, una pubblica-zione, rivisitata e ampliata, della tesidi laurea di Elisabetta Bertuzzi. Oltrea dimostrare grande attaccamentoper la terra in cui vive, l’autrice spie-ga come un prodotto di eccellenzapossa assumere il ruolo di “marca”di un territorio nella sua positivaaccezione, cioè esserne origine edessenza, quasi fosse un “genius loci”non solo gastronomico, ma ancheculturale.“Questo libro – afferma MassimoSpigaroli, presidente del Consorziodel Culatello di Zibello – rappresentaun’analisi rigorosa di territorio e pro-dotto, e di come questi vengono per-cepiti”. Il Culatello è infatti passatodallo status di prodotto di qualità aquello di marca dall’identità solida,che trae la sua forza dai valori legatiall’antica tradizione locale, oggiapprezzata e conosciuta nell’affollatocomparto delle produzioni tipiche.Un notevole passo avanti da quando,nel 1993, alcuni produttori dellazona fondarono un’associazione persalvaguardare e rilanciare la produ-zione artigianale. L’Associazione

diventò Consorzio nel 1996, anno incui il Culatello di Zibello ottenne ilriconoscimento Dop. La produzione,allora, ammontava a 600 pezzi; ilsalume era poco conosciuto e i pro-duttori lo utilizzavano per lo più perautoconsumo o lo vendevano inquantità limitate. Oggi, i pezzi certifi-cati sono diventati più di 20 mila.Questo magnifico prodotto gastro-nomico, che rischiava di scomparirecome produzione artigianale tradi-zionale, è diventato un simbolo dellaBassa, richiamando turisti, esperti digastronomia, e posizionandosi salda-mente nell’immaginario collettivo deigourmand. Poche, chiare e precise lescelte strategiche portate avanti daiproduttori, che hanno puntato sul-l’alta qualità, su quantità limitate e suun rigido disciplinare: forti caratteri-stiche di territorialità, quindi, conuna zona di produzione ben identifi-cata da sapore e gusto unici. Allabase del successo, anche la decisionedi mantenere prevalentemente in locoil consumo di Culatello: si stima chel’80% del prodotto venga consuma-to e acquistato direttamente negliotto comuni di origine. Questa terra,un tempo zona depressa con scarsepossibilità di crescita economica, èquindi divenuta meta per un turismod’elite. Così l’occupazione aumenta,negli stabilimenti artigianali come neiristoranti e negli alberghi e nei servi-zi correlati, e i giovani, che dovevanorecarsi altrove per trovare lavoro,possono tornare ad apprezzare l’an-tico e faticoso mestiere di norcino.Un processo virtuoso analizzato nellibro di Elisabetta Bertuzzi alla lucedi fenomeni mondiali, la resistenza elo sviluppo, nonostante gli inarre-stabili processi di globalizzazione, dialcuni casi di localizzazione. E il“caso Culatello di Zibello” è unottimo esempio di come globale elocale possano coesistere. E unanuova sfida si prepara anche per laSpalla Cruda di Palasone, altro salu-me tipico della Bassa Parmense cherichiede 15 mesi di stagionatura. Lapromozione del salume – passato dapoche unità a 2000 pezzi l’anno –sarà affidata proprio al ConsorzioCulatello di Zibello. Anche qui, rigi-do disciplinare, e territorialità radi-cata negli otto comuni del CulatelloDop

LIBRI

diG

iuseppeSangiorgi

Un prodotto artigianalequasi scomparso,

ora diventato un “must”per il turismo

enogastronomico

Culatello di ZibelloBassa Parmense DopUn caso emblematico di valorizzazione

delle migliori peculiarità del territorio

Per richiedere copia del volume:Consorzio del Culatello di Zibello,

(fino ad esaurimento)www.consorziodelculatellodizibello.it,[email protected],

tel. 0524-99131

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FINANZA D’IMPRESA

Pmi non ancora attrezzate per relazionarsi direttamente con gli istituti di credito

Aziende impreparateall’esame del rating

Con l’entrata in vigore dell’accordodi “Basilea 2” le banche dei paesiaderenti devono accantonare quotedi capitale proporzionali al rischioderivante dai vari rapporti di creditoassunti, valutati con lo strumento delrating. Come si stanno avvicinandole imprese emiliano-romagnole adaffrontare il passaggio che sarà defi-

nitivo tra un anno, alloscadere della prorogaconcessa da una diretti-va europea.I dati dell’OsservatorioBasilea 2 (che monitoraoltre 450 aziende sulterritorio regionale) resinoti da Confidi Emilia-Romagna Servizi eAsam (Associazione pergli Studi Aziendali e

Manageriali Università Cattolica diMilano), frutto di un test di autoana-lisi disponibile gratuitamente sul sitowww.analisiaziendale.it, evidenzianouna situazione in cui gran parte dellePmi non sono ora in grado di supe-rare “l’esame del rating”.

In particolare difficoltàle “family business”

Il professor Claudio Devecchi, diret-tore scientifico di Asam e curatoredell’Osservatorio, precisa che «I datiindicano che il 55,3% delle Pmi stan-no “in difesa”, nel senso che sonoimpreparate a gestire in modo cor-retto i rapporti con le banche; il25,1% giocano “a centrocampo” (sache si tratta di una priorità ma nonha ancora adottato misure concrete);soltanto il 19,6% dichiara di essersistrutturata in modo completo,andando “in attacco”. Le principaliindicazioni – prosegue il professorDevecchi – sono che l’impresa italia-na si sta dimostrando forse disatten-ta al cambiamento imposto da

Basilea 2; le Pmi devono migliorare ipropri sistemi di programmazione econtrollo per dare maggiore attendi-bilità alla stima del dato prospettico;hanno assoluto bisogno di valididirettori amministrativi e finanziariche mettano subito mano al miglio-ramento sostanziale dell’impiantocontabile e alla reportistica, impa-rando anche a “mettere nero su bian-co” il loro piano d’azione. Le familybusiness devono cambiare alcuneabitudini di gestione dell’impresa,introducendo una mentalità manage-riale più avanzata, delineando unprofilo di rischio dettagliato dell’im-prenditore e indicando le azioni pre-viste per una sua mitigazione. Il datoforse più allarmante è che anche lamedio-grande impresa è in ritardonell’affrontare Basilea 2: ben il 64%delle imprese che si sono sottoposteall’autodiagnosi dichiarano di esserecarenti sui sistemi di reporting digruppo e di non aver ancora unbilancio consolidato certificato».

Confidi: “Vogliamoregistrare i bisogni”«L’iniziativa –spiega Ottavio Righini,presidente di Confidi Emilia-RomagnaServizi e di Cofiter – nasce dal nostroimpegno per migliorare la cultura d’im-presa e registrare i bisogni, che diven-tano input fondamentali per le strategiefuture. Per le imprese commerciali, turi-stiche e dei servizi sarà fondamentaleavere una migliore comprensione deltema, anche attraverso il più qualificatorapporto con i professionisti che spessodetengono tutto il sapere finanziariodell’impresa». Per Elio Bagnari, presi-dente di Fidindustria, «Dall’indagine,emerge il problema della capitalizzazio-ne, che è variabile fondamentale permigliorare i rating d’impresa. Anchequesto test dimostra l’esistenza di unadiffidenza culturale nei confronti delleoperazioni di equity, che saranno inve-ce fondamentali per la tenuta del siste-ma delle Pmi industriali anche nella fasedi passaggio generazionale che stannoattraversando». Secondo DanielePassini, presidente di Coop.E.R. Fidi «Ènecessario che le banche gestiscano ilpassaggio a Basilea 2 con la massimatrasparenza, dato che sembra che leimprese, cooperative e non, siano diso-rientate da una informazione troppofrazionata o incompleta». Infine, perl’Assessore alle Attività Produttive,Duccio Campagnoli «Quella presentataè una ricerca di grande interesse.Basilea 2, come a suo tempo l’euro,rappresenta un’asticella da superare.Occorre che divenga diritto al credito enon problema per il credito. Per questo,le imprese devono riformarsi.Come Regione Emilia-Romagna siamoimpegnati, con i Consorzi Fidi, a tutte leiniziative rivolte a migliorare la culturad’impresa».

OsservatorioBasilea 2:monitorate

oltre 450 impresedella regione

Claudio Devecchi,direttore scientifico

di Asam

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DIRITTO D’AUTOREE DIRITTI CONNESSI

Il Parlamento europeo e il Consigliohanno emanato due direttive, entrambein vigore dal 16 gennaio 2007, volte adarmonizzare alcuni rilevanti aspetti dellelegislazioni degli Stati membri in materiadi diritto d'autore e di alcuni diritti con-nessi.La direttiva 2006/116/CE stabilisce unadurata di protezione del diritto d'autore(con esclusione dei diritti morali) identi-ca per tutta la Comunità, nonché talunemodalità di attuazione quali il momentoa decorrere dal quale ciascuna durata diprotezione è calcolata. Il livello di prote-zione del diritto d'autore viene elevato asettant'anni dopo la morte dell'autore (odell'ultimo di più coautori) o dalla data incui l'opera è stata lecitamente messa adisposizione del pubblico. Per i diritticonnessi, invece, la protezione vieneestesa a cinquant'anni dall'evento che fadecorrere la protezione, in quanto si ritie-ne che questi diritti siano indispensabilialla creazione intellettuale. L'evento inquestione si considera costituito dall'ese-

cuzione, dalla fissazione, dalla trasmis-sione, dalla pubblicazione lecita e dallalecita comunicazione al pubblico, a pre-scindere dal paese in cui essa ha luogo.La direttiva 2006/115/CE ha lo scopo difavorire l'adeguamento della protezioneofferta dal diritto d'autore e dai diritticonnessi al diritto d'autore in materia diproprietà intellettuale ai nuovi sviluppieconomici, quali le nuove forme di utiliz-zazione economica. In particolare, ilprovvedimento prevede una tutela giuri-dica comunitaria armonizzata concer-nente il diritto di noleggio e il diritto diprestito dei diritti d'autore, così dagarantire livelli di reddito adeguati emaggiori possibilità di recupero degliinvestimenti per gli artisti e per gli opera-tori del settore, dando la possibilità adetti soggetti di affidare l'amministrazio-ne di tali diritti a società di gestione col-lettiva che li rappresentino.La direttiva introduce un quadro giuridi-co comunitario che stabilisce il riconosci-mento da parte degli Stati membri deidiritti di prestito e noleggio a determina-te categorie di titolari, oltre a prevedere idiritti di fissazione, distribuzione, radio-diffusione e comunicazione al pubblico afavore di alcune categorie di titolari con-nessi.(Rif.: G.U.U.E. L 372/06)

FORMAZIONE PROFESSIONALEDEI CONDUCENTI DEI VEICOLIADIBITI AL TRASPORTO DI MERCIPERICOLOSE SU STRADA

Il decreto 6 ottobre 2006 del Ministerodei Trasporti, di attuazione della diret-tiva 94/55/CE, concerne le disposizionirelative alla formazione professionaledei conducenti di veicoli che trasporta-no merci pericolose su strada, nonchéquelle per il conseguimento del relativocertificato di formazione professionale.Il certificato è rilasciato dai competentiuffici del Ministero dei trasporti, secon-do le disposizioni impartite dallaDirezione generale per la motorizzazio-ne, sulla base di un modello conformea quanto previsto dalla normativacomunitaria. Il conseguimento di talecertificato è subordinato alla frequenzadi un corso di formazione ed al supera-mento del relativo esame finale, nelrispetto delle prescrizioni previste dallanormativa comunitaria. I corsi per ilconseguimento dei certificati di forma-zione professionale sono svolti da orga-nismi legalmente costituiti, quali auto-

Normativacomunitaria

FLASH EUROPAUnione regionale delle camere di commercio dell’Emilia-Romagnain collaborazione con la rete Eurosportelli delle Cciaa dell’Emilia-Romagna

Recepimentodel diritto comunitario

In sei mesi, 979 imprese artigianehanno programmato investimenti per136 milioni di euro in Emilia-Romagna. E’ questa, in sintesi, la con-seguenza del provvedimento legislati-vo della Regione Emilia-Romagna peril sostegno degli investimenti delleimprese artigiane, attraverso un con-tributo in conto interessi sui finanzia-menti bancari o sui contratti di leasing.L’intervento è concertato con unaconvenzione sottoscritta dalla Regio-ne, Artigiancredit Emilia-Romagna ealcune banche-società di leasing, incui sono definite le condizioni finan-ziarie da prevedere nei contratti di lea-sing e mutui bancari che le impreseartigiane stipulano con gli intermedia-ri finanziari.Delle 979 imprese il 32% sono ditte

individuali e il 68% sono impresecostituite in forma societaria (srl, snc,sas). Le province con maggior opera-tività sono state Reggio Emilia con 28milioni di finanziamenti per 220imprese e Bologna con 25 milioni difinanziamenti per 155 imprese. Tutti ifinanziamenti richiesti dalle impreseartigiane, se in possesso dei requisitifissati dalla normativa, possono esseregarantiti sino all’80 % e beneficiare diinteressanti riduzioni di tasso.La tipologia degli investimenti rilevataè per il 30% di acquisto e costruzionedelle sedi aziendali e il restante per“innovazione di processi produttivi,organizzativi e tecnologici”. Le previ-sioni per il primo semestre 2007 siattestano nell’ordine di un altromigliaio di domande presentabili.

Investimenti per 130 milioniI risultati della convenzione tra Regione e Artigiancredit

AcuradiStefanoLenzi

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Rete degli Eurosportellidelle Camere di Commercio I.A.A.dell’Emilia-Romagna relais EIC IT 369

Eurosportello Ufficiale EIC IT 369CCIAA RavennaViale L.C. Farini 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731Posta elettronica: [email protected]

C.I.S.E. CCIAA Forlì-CesenaEIC RELAISC.so della Repubblica 5 - 47100 ForlìTel. 0543 38213 - Fax 0543 38219Posta elettronica: [email protected]

PROMEC CCIAA ModenaEIC RELAISVia Ganaceto n. 113 - 41100 Modenatel. 059 208270 fax. 059 208520E.mail: [email protected]

Eurosportello CCIAA ParmaEIC RELAISVia Verdi 2 - 43100 PARMATel. 0521 210241 - Fax 0521 282168Posta elettronica: [email protected]

I.D.D. Ufficio InternazionalizzazioneCCIAA Reggio EmiliaEIC RELAISPiazza Vittoria 1 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236-796242 - Fax 0522 796300Posta elettronica: [email protected]

Ufficio Internazionalizzazione delle impreseCCIAA Rimini - EIC RELAISVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363735 - Fax 0541 363747Posta elettronica: [email protected]

Eurosportello CCIAA BolognaP.zza della Costituzione 8 - 40128 BolognaTel. 051 6093286 - Fax 051 6093225Posta elettronica: [email protected]

Eurosportello FerraraEIC RELAISVia Darsena,79 - 44100 FerraraTel. 0532 783813 – Fax 0532 [email protected]

FLASH EUROPA

scuole abilitate all'effettuazione di corsiper tutti i tipi di patenti di guida, talunienti di diritto pubblico e organizzazionioperanti nel settore della formazioneprofessionale che presentino determi-nate caratteristiche.L'esame per il rilascio del certificato diformazione professionale deve esseresostenuto e superato entro sei mesi daltermine della frequenza al corso.Qualora il richiedente non venga rite-nuto idoneo, potrà ripetere l'esamesolo una seconda volta, non prima chesia trascorso un mese. Nel caso di unsecondo esito negativo l'ammissionead ulteriori esami è subordinato allafrequentazione di un nuovo corso diformazione. Gli esami sono svolti informa scritta con il sistema a quiz ed itesti sono predisposti a cura dellaDirezione generale per la motorizzazio-ne. (Rif.: G.U. n. 295/06)

FORMAZIONE E INFORMAZIONEIN FAVORE DELLE ORGANIZZA-ZIONI DEI LAVORATORI

Sul sito della DG Occupazione è statopubblicato un invito a presentare propo-ste volto a sostenere il finanziamento diazioni di informazione e formazione afavore delle organizzazioni dei lavoratori.Il programma si rivolge alle organizza-zioni delle parti sociali che rappresenta-no i lavoratori a livello europeo, nazio-nale o regionale. Il presente invito apresentare proposte riguarda un impor-to di 3.600.000 euro, da utilizzareesclusivamente per specifici progetti diinformazione e di formazione. Almenodue terzi degli stanziamenti sono desti-nati a proposte presentate da organiz-zazioni europee.Il bando copre fino al 90% dei costitotali ammissibili del progetto. Ledomande dovranno essere inviate entroil 30 aprile 2007 al seguente indirizzo:Commissione europea - DG EMPL/F.1J-37 03/23B–1049 Bruxelles [email protected] ulteriori informazioni sulle misure ei candidati ammissibili, le quote di cofi-nanziamento e altre disposizioni sirimanda alla guida completa con leistruzioni per i candidati sul seguentesito web:

http://ec.europa.eu/employment_social/emplweb/tenders/tenders_en.cfm?id=1006. (Rif.: Banca dati Merlino,http://www.mondimpresa.it/Pagine.aspx?idMenu=24 )

AGEVOLAZIONI ALLE PMIPER PRODUZIONE DI ENERGIADA FONTE RINNOVABILE

È disponibile nei siti del Ministerodell'Ambiente e del Mediocredito cen-trale un avviso relativo alla pubblicazionedi un bando per l'incentivazione dell'usodelle fonti rinnovabili per la produzionedi energia elettrica e termica.Possono presentare istanza le PMI ancheraggruppate in consorzi e società con-sortili cui possono partecipare anche inmisura minoritaria enti pubblici per pro-getti che prevedono l'installazione diimpianti per la produzione di energiaelettrica e di calore secondo le seguentitecnologie:- impianti fotovoltaici connessi alla rete dipotenza nominale complessiva com-presa tra 20 kWp e 50 kWp;

- impianti eolici connessi alla rete dipotenza nominale complessiva com-presa tra 20 kWp e 100 kWp;

- impianti solari termici per la produzionedi calore a bassa temperatura cheimpiegano collettori piani vetrati, sotto-vuoto e piani non vetrati, di superficielorda compresa tra 50 e 500 mq equi-valenti a 35 e 350 kW;

- impianti termici a cippato o pellets dabiomasse per la produzione di calore dipotenza nominale compresa tra 150 e1000 kW. Per i suddetti interventi ven-gono concessi contributi in conto capi-tale secondo le seguenti percentuali:

- impianti fotovoltaici: 50% per PMI,55% per PMI in zona 87.3.c e 60%per PMI in zona 87.3.a;

- impianti eolici: 30%;- impianti solari termici: 30%;- impianti termici a biomasse: 30%.Le domande devono essere inviate apartire dal 25 febbraio 2007 alMediocredito centrale. I documentisono disponibilisul sito www.incentivi.mcc.it owww.minambiente.it .(Rif.: G.U.n. 12/07)

Bandi di garae appuntamenti

Finanziamentialle imprese

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Page 67: GEN/FEB 2007 - ucer.camcom.it · sistema Paese”, ha detto il fondatore Nerio Alessandri, soddisfatto di avere battuto agguerriti competitorcinesiestatu - nitensi. Da Gambettola

Pubb

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Page 68: GEN/FEB 2007 - ucer.camcom.it · sistema Paese”, ha detto il fondatore Nerio Alessandri, soddisfatto di avere battuto agguerriti competitorcinesiestatu - nitensi. Da Gambettola

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