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Supplemento al Bollettino della Società Paleontologica Italiana v.46 n.1 Poste Italiane S.p.A.- Sped.Abbon.Posale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB, Bologna CPO SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA MODENA Newsletter della Società Paleontologica Italiana Numero 16 Maggio 2007 PaleoItalia

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SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA

MODENA

Newsletter della Società Paleontologica Italiana

Numero 16Maggio 2007

PaleoItalia

PALEOITALIA 1

Numero 16

Dopo qualche numero molto ricco di contenuti, grazie alla relativa ab-bondanza di contributi, abbiamo fatto un passo indietro. A prima vista que-sto fascicolo può sembrare corposo come i precedenti, ma lo è solo inquanto contiene l’elenco dei soci, che occupa una decina di pagine, mentreil numero degli articoli è drasticamente calato. Ci siamo “salvati” grazie airiassunti di due ottime tesi di dottorato e alla presentazione di un museopaleontologico (rubrica che da molto tempo andava deserta...). Spero chequesta inversione di tendenza sia un fatto occasionale, perchè alternativa-mente dovremo porci delle domande sul fututo di PaleoItalia.

Nella sua consueta lettera ai soci (a pag.2) il Presidente introduce alcuneimportanti iniziative che il Consiglio ha voluto intraprendere.

La parte finale del fascicolo è dedicata all’indirizzario dei soci: siamotutti pregati di controllare la correttezza dei nostri indirizzi, soprattuttoquellidi posta elettronica, e di segnalare eventuali errori e/o omissioni inviandoun messaggio e-mail alla Segreteria ([email protected]) e alla Te-soreria ([email protected]) della Società.

Buona lettura!

Carlo Corradini

IN COPERTINAPhlyctenodes dalpiazi Fabiani, 1911

Riprodotto da: Fabiani R., 1911, Di una nuova specie di Phyctenodes(Phl.Dalpiazi) dell’Oligocene dei Berici: Bollettino Museo civico diVicenza, 1(3) (1910), 3-6.Fig. 1.

Per saperne di più vedere le “Notizie Italiane” a pag. 31

Ai sensi dell’art. 8, commi 8.2 e 8.3 del Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica(ICZN, 4a edizione), i nomi di taxa citati in PaleoItalia non hanno validità nomenclaturale.

PALEOITALIA2

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Cari Soci,

questo numero di PaleoItalia viene distribuito direttamente ai partecipantialle Giornate di Paleontologia 2007, il nostro tradizionale incontro annuale,che si tiene a Barzio (Valsassina, Lecco) dal 6 al 10 giugno 2007. Non possonon cogliere l’occasione del punto di incontro tra i due principali strumentidi collegamento tra tutti i componenti del popolo di appassionati cultoridelle cose della Paleontologia (Giornate di Paleontologia e PaleoItalia),per richiamare tutti alla maggiore partecipazione possibile.

Abbiamo deciso di scannerizzare tutti gli articoli apparsi sul Bollettinofin dall’anno ormai lontano della sua prima uscita (1960). Tale impegnativaoperazione, una volta portata a termine, permetterà un facile accesso allaminiera di dati e di lavori accumulati in quasi cinquant’anni di ininterrottaattività editoriale e potrà permettere, anche, una più incisiva presenzainternazionale della nostra rivista.

Al contempo, alcune raccolte di fascicoli arretrati vengono destinati amusei, associazioni, centri di studio, distribuiti sul territorio nazionale. Ladisponibilità della serie dei bollettini finora stampati, ancorché in molticasi parzialmente incompleta, soprattutto delle prime annate, permetterà unsicuro ancoraggio scientifico alle attività paleontologiche sul nostro territorio.

Tale operazione, nel segno della missione più alta della Società, quella didiffondere la cultura paleontologica, servirà anche a mitigare i gravi e urgentiproblemi connessi con lo stoccaggio delle riserve.

La nostra Società è tra le tre Società fondatrici della FIST (FederazioneItaliana delle Scienze della Terra, federazione alla quale ad oggi aderisconoben 14 Società o Associazioni). La FIST organizza nel settembre 2007 ungrandioso meeting a Rimini, con numerose e articolate manifestazioni,prevalentemente scientifiche. Tra di esse, ne segnalo alcune di più specificointeresse paleontologico (Paleontologia generale - conveners F. Bosellini eFranco Russo; Icnologia - conveners Antonietta Cherchi, Tina D’Alessandroe Umberto Nicosia; Micro e meioorganismi come indicatori ambientali epaleoambientali - convener Rodolfo Coccioni; Metodologie integrate inBiostratigrafia - convener Agata Di Stefano ). Tutte le informazioni e ildettaglio delle attività sono visibili sul sito Geoitalia (http://www.geoitalia.org).

In chiusura, sollecito tutti i Soci che dispongono di un indirizzo e-mail acomunicarlo al segretario della Società, prof. Nino Mariotti([email protected])

Ringraziandovi, invio a tutti i miei più cordiali saluti

Il PresidenteRUGGERO MATTEUCCI

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Inizia da questo numero diPaleoItalia una serie di articolidedicati ad un lungo periodo ditempo della storia umana in cui ifossili sono stati considerati oggettiappartenenti ad ambiti mitologici,leggendari o magici. Fino al XVIsecolo, infatti, sono stati consideratifossilia tutti gli oggetti che vengonoscavati dalla terra (dal latino fodere,scavare). I minerali sono fossilia, ifossili veri e propri sono anch’essifossilia. Talvolta le distinzionivenivano operate in base alla forma.Non si parlava assolutamente di unaorigine organica di queste stranepietre che talvolta somigliano adanimali. Del resto, anche gli animaliviventi erano fino a quel tempo pococonosciuti.

Durante il Medioevo, queste pietredalle forme strane venivano spiegate,insieme ai minerali, come formazionidi una vis plastica della terra,secondo tre teorie principali. Lateoria delle influenze celesti, attribuitaad Aristotele, riconduceva l’originedei fossili (in senso ampio, inclusi iminerali) ad esalazioni della terraprodotte dall’azione dei raggi solari.La teoria del seme pietrificante eraanch’essa riconducibile alla filosofiaaristotelica e prevedeva che i fossilipossedessero un’anima vegetativa enascessero da un favorevole incon-

FOSSILI ... CHE MITO!

ANTONELLA CINZIA MARRA

tro tra il vapore prodotto dal contattodell’acqua piovana con il fuocointerno alla terra. Il vapore, in condi-zioni opportune, sarebbe stato unasorta di seme maschile che, fermen-tando avrebbe prodotto un elementofemminile con cui unirsi per dare unseme. La teoria del succus lapide-scens (o humor lapidescens) preve-deva l’esistenza di un fluido (o diun vapore chiamato aura lapidifica)nell’acqua e nell’aria capace dipietrificare alcune sostanze.

Queste teorie saranno suc-cessivamente confutate, ma sarànecessario un intero secolo, il XVI,perché con i nuovi impulsi nelle artie nelle scienze si possano acquisirele conoscenze utili ad aprire ladiscussione sulla natura dei fossili.

I naturalisti del XVI secolo ave-vano un intero mondo da osservaree studiare e non sprecarono l’oppor-tunità. Tra l’altro, la recente intro-duzione della stampa consentiva didiffondere più facilmente ed in ungran numero di copie non solo i testi,ma anche le illustrazioni. Moltinaturalisti cominciavano a racco-gliere, descrivere, illustrare eclassificare. In questo ambienteculturale cominciava la lenta nascitadella Paleontologia. E i fossilipassavano dalla fase magico-mitologica a quella scientifica.

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La pietra rospina, o bufonite obatrachite, era nota ad àuguri edindovini sin dall’antichità: per i Greciera batrachites, così come riportatoda Plinio il vecchio nella sua HistoriaNaturalis, per i Romani bora. Piùtardi, durante il Medioevo, la pietraè stata conosciuta, oltre con il nomelatino di bufonius lapis, comecrapaudine, in francese, krötensteino krottenstein, in tedesco(Cattabiani, 2002), toadstone, ininglese.

Il nome di questa piccola pietra,dalla forma sferoidale e dalledimensioni di una nocciola, eralegato alla sua presunta origine: siriteneva che crescesse all’internodella testa dei rospi, nella fronte onel cervello (Gayrard-Valy, 1986).Soltanto i rospi vecchi e grossi lapossedevano e, per entrarne inpossesso, bisognava indurli avomitarla oppure estrarla conmetodi particolari (Mizaldus, 1574).Perchè il rospo vomitasse la pietra,era necessario costringerlo ad entrarein una buca, sospingendolo con unpanno rosso, e lasciarlo esposto alsole. Provato dal caldo e dall’ir-radiazione, il rospo avrebbe vomitatola pietra, che andava recuperatavelocemente perchè l’animaleavrebbe potuto ingoiarla di nuovo(Mizaldus, 1574; Topsell, 1608). Unaltro metodo, più cruento e letale perl’animale, consisteva nell’imprigio-

nare il rospo dentro un contenitoredi terracotta forato e deporlo in unformicaio. Dal povero animale,letteralmente spolpato fino all’osso,si sarebbe così recuperata la magicapietra (Mizaldus, 1574; Lupton,1627).

In effetti, tanta fatica veniva svoltadalle fattucchiere che estraevano,confezionavano e vendevano lapietra in virtù del potere magicoattribuitole (Lancre, 1613). Poichési riteneva che trasudasse allapresenza dei veleni, gli uominipotenti e influenti, temendo attentatialla loro vita, consideravano la pietrarospina un amuleto raro e prezioso,oltre che utile. I gioiellieri spessomontavano le pietre rospine in ricchecoppe, oppure in anelli, in modo chefosse a contatto con la pelle. Oltreal potere di rivelare la presenza deiveleni, alla pietra venivano attribuiteproprietà mediche: appoggiata ostrofinata su una parte infiammatadal contatto con animali, portava allaguarigione; era efficace anche control’epilessia (Taylor, 1998). Nel XVIIsecolo l’impiego in medicina eraabbastanza importante (Baldwin,1993). Si preparavano amuleti conmiscugli contenenti polvere di pietrerospine da portare al collo o ai polsicontro piaghe e bubboni. Le pietrepiù apprezzate e costose erano quelleche riportavano un disegno a formadi stella o di rospo. L’ampio utilizzo

Bufonius lapis: dalla testa dei rospi alle fauci dei pesci

ANTONELLA CINZIA MARRA

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delle pietre faceva sì che compa-rissero tanto nei Lapidari (libridedicati alla descrizione dellamorfologia e delle proprietà dellepietre) che negli inventari di gioielli.Sembra che, a livello popolare, lecredenze sul potere delle pietre comeamuleti taumaturgici siano soprav-vissute fino all’inizio del XX secolo(Charbonneau-Lassay, 1940).

Probabilmente l’utilizzo terapeu-tico era legato alla presunta origine“rospina”. L’aspetto rugoso dellapelle dei rospi che secernevano lapietra, per i principi omeopatici dellamedicina e della magia tradizionale,rendeva la bufonite efficace nellacura di piaghe e bubboni della pelle.Inoltre, il rospo era presente nelletradizioni di magia e stregoneria, conuna simbologia precisa (Chevalier eGheerbrant, 1969). Un rospo sullaspalla sinistra di una strega era unaforma assunta dal demonio. Perquesta vicinanza con il diavolo, lestreghe accudivano i rospi, libattezzavano, li vestivano di vellutonero e legavano campanellini alleloro zampe (Chevalier e Gheerbrant,1969).

Tuttavia, le bufonius lapides nonerano una concrezione della testadei rospi e non provenivano daisacrifici delle povere bestiole. I primiindizi circa un’origine diversa eranogià noti alla fine del 1500, a seguitodelle indagini condotte da FerranteImperato su molti esemplari di rospi(Findlen, 1994). Imperato seguivauna tendenza dei naturalisti del tardoRinascimento, che consisteva nellostudio della natura attraversol’indagine diretta e al fine dimigliorarne l’utilizzo in medicina.Tale approccio si diversificava allatendenza che aveva in Della Porta ilsuo capofila, che intendeva la naturacome preludio alla magia naturale(Findlen, 1994). Nonostante fosseun farmacista, Imperato collaboròcon molti accademici dei Lincei, tracui anche Colonna, partecipandocosì alla discussione sull’origineorganica dei fossili (Findlen, 1994).La pietra rospina, tuttavia, non entrònella serie di studi e osservazionisull’origine organica dei fossili.Infatti, prima bisognava slegarla daun’origine organica attuale, comeconcrezione dei rospi viventi.

Estrazione e impiego dellaBufonis lapis in un’anticaincisione su legno.

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In seguito, fu chiarita la veraorigine delle pietre rospine, cherisiedeva nel tempo profondo delnostro Pianeta ed emergeva dalMesozoico, l’Era dei Dinosauri. Lepietre identificate come rospineerano in realtà i denti di Lepidotes,un pesce osseo Neopterigio lungofino a 1,7 metri, diffuso nei maripoco profondi del Mesozoico (da250 a 65 milioni di anni fa).

Presentava i caratteri tipici deiprimi Neopterigi: mascelle corte emobili, corpo rigido grazie allacopertura di scaglie sovrapposte ategola e coperte da uno strato dismalto, numero di raggi della pinnaanale uguale al numero delle ossache li sostengono, lobi superiore edinferiore uguali. I denti di Lepidoteserano ovoidali e disposti in più file,adatti a rompere le conchiglie deimolluschi di cui si nutriva. Resti diLepidotes sono stati trovatiall’interno della cassa toracica di unesemplare dello spinosauro Baryonixlungo 10 metri.

Baryonix, come gli altri dinosaurispinosauri, era specializzato nellacaccia dei pesci, infatti possedevamascella e mandibola allungate, conmolti denti affilati e le narici posteall’indietro. Probabilmente ilpossente Baryonix era capace ditirare su dall’acqua il grandeLepidotes, aiutandosi anche con ilgrosso artiglio di cui era munto ilprimo dito dell’estremità anteriore(Lambert et al., 2001).

Inesorabilmente, le pietre rospineerano passate dalle mani dellestreghe alle fauci dei dinosauri!

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CATTABIANI, 2002. Acquario. MondadoriCHARBONNEAU-LASSAY, L., 1940. Il Bestiario

del Cristo.CHEVALIER, J. & GHEERBRANT, A., 1969.

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FINDLEN P., 1994. Possessing Nature.Museums, Collecting and ScientificCulture in Early Modern Italy. Universityof California Press, 1-449

GAYRARD-VALY Y., 1986. Les fossiles,empreinte des mondes disparus.Gallimard, paris. Ed. Italiana : 1992, Ifossili, orme di mondi scomparsi. Electa/Gallimard

LAMBERT D., NAISH D. & WYSE E. (Ed.s),2001. Encyclopedia of Dinosaurs andPrehistoric Life. Dorling Kindersleylimited, London; Ed. Italiana: Dinosauri,Mondadori.

LANCRE, de P., 1613. Tableau del’inconstance des mauvais anges etdémons. Paris, II, 4.

LUPTON, T., 1627. A thousand notable thingof sundrie sortes: whereof some arewonderfull, some strange, some pleasant,divers necessary, a great sort profitable,and many very precious. London, Wright& Bird.

MIZALDUS (Antoine Mizauls), 1574.Memorabilium sive arcanorum omnigeneris. Köln, IX, 4.

Plinio il Vecchio, Historia NaturalisTAYLOR, P.D., 1998. Fossils in folklore.

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TOPSELL, E. 1608. The Historie of Serpents.London, Jaggard.

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TESI DI DOTTORATO

Gli scavi paleontologici condottia partire dal 1998 nei deposititardopleistocenici della Grotta di S.Teodoro di Acquedolci (Messina)hanno portato alla luce un riccodeposito fossilifero contenente restidi macromammiferi, micromam-miferi, uccelli, rettili, molluschi, restivegetali e una enorme quantità dicoproliti di iena.

Questa ricerca è finalizzataprincipalmente al riordino deinumerosi resti fossili di macro-mammiferi, mediante l’identifi-cazione e la descrizione preliminaredei taxa presenti; la ricerca sipropone, inoltre, di studiare gliaspetti quantitativi del deposito, il cuiprincipale agente di accumulo è laiena, attraverso l’analisi della fre-quenza dei taxa e della distribuzionedegli elementi anatomici.

I materiali in esame provengonodalle prime 5 campagne di scavo(1998, 2002, 2003, 2004, 2005),mentre non rientrano in questo studioi materiali recuperati nel corso

dell’ultima campagna di scavo(2006), che sono tuttora in fase dipreparazione. In totale sono statiesaminati 3254 resti scheletrici dimacromammiferi e 6235 coproliti diiena. Quasi tutti i resti ossei sonoframmentari e la maggior parte diessi (2860) è costituita da piccoliframmenti e schegge anatomica-mente e tassonomicamente nondeterminabili. I resti determinabili(398) sono rappresentati da 198frammenti ossei, 72 frammenti dipalchi e 128 denti sciolti. La quasitotalità dei resti presenta i tipici segnidi danneggiamento dovuti all’attivitàdelle iene (fratturazione, masti-cazione, rosicchiamento, digestione).

L’associazione faunistica ècomposta da Elephas mnaidriensis,Cervus elaphus siciliae, Bosprimigenius siciliae, Equushydruntinus, Sus scrofa, Crocutacrocuta spelaea, Canis cf. lupus eVulpes vulpes. Questa associazione,rinvenuta per la prima volta neidepositi della Grotta di S. Teodoro,

Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra - XIX cicloUniversità degli Studi di Messina

IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA E STUDIOQUANTITATIVO DEI RESTI DI

MACROMAMMIFERI DELLA GROTTA DI S.TEODORO

(SICILIA NORD-ORIENTALE)

GABRIELLA MANGANO

Tutore: Prof.ssa Laura Bonfiglio

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rappresenta per la Sicilia un nuovoComplesso Faunistico (C.F. “Grottadi S. Teodoro-Contrada Pianetti”)riferibile al tardo Pleistocenesuperiore. Una datazione effettuatacol metodo del Th230/U234 su unaconcrezione carbonatica intercalataa due livelli argillosi contenenti restifossili ha dato un’età di 32.000 +4.000 anni, assegnando al depositoun’età di poco precedente l’ultimomassimo glaciale (stadio isotopico 2-3).

I taxa contenuti nei depositi dellaGrotta di S. Teodoro derivano ingran parte dal precedente ComplessoFaunistico (C.F. a “Elephasmnaidriensis”, diffuso in Sicilia dallafine del Pleistocene Medio fino alPleistocene Superiore) (Elephasmnaidriensis, Cervus elaphussiciliae, Bos primigenius siciliae,Sus scrofa, Crocuta crocuta spelaea,Canis cf. lupus) o rappresentanonuovi arrivi (Equus hydruntinus,Vulpes vulpes). L’esclusiva appar-tenenza della volpe alla fase

dispersiva che ha dato origine al C.F.“Grotta di S. Teodoro - ContradaPianetti” non è sicura: questo taxon,infatti, è segnalato a livello genericonei depositi della grotta di Spinagallo(SR), del Pleistocene Medio iniziale(C.F. a “Elephas falconeri”), e nonè presente nel successivo C.F. a“Elephas mnaidriensis”.

Dai dati raccolti e dai confrontieffettuati è emerso che i taxaendemici ereditati dal precedenteC.F. a “Elephas mnaidriensis”(Elephas mnaidriensis, Cervuselaphus siciliae, Bos primigeniussiciliae) hanno sostanzialmentemantenuto gli stessi caratterimorfologici e biometrici. I caratterimorfologici di alcuni resti attribuiti aBos primigenius presentano alcuniaspetti poco chiari che richiedonoulteriori approfondimenti e confrontiper la possibilità che possano essereattribuiti a Bison priscus siciliae,taxon già presente nel C. F. a“Elephas mnaidriensis”. Equushydruntinus rappresenta il più

Planimetria della Grotta di S. Teodoro. L’ingresso è indicato dalla freccia. α: trinceascavo 1998; β: trincea scavi 2002, 2003, 2004, 2005, 2006 (modificato da Bonfiglioet al., 2001, Boll. Soc. Paleont. Ital., 40 (2): 149-158).

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importante taxon continentale dinuovo arrivo; in base ai confrontieffettuati con i resti continentali diGrotta Romanelli, i resti della Grottadi S. Teodoro presentano dimensionigeneralmente inferiori e leggere masignificative differenze relative aicaratteri morfologici dei denti. I datibiometrici relativi a Crocuta crocutaspelaea indicano una sostanzialecorrispondenza con quelli delle ienediffuse nel Pleistocene europeo(Inghilterra, Francia, Spagna). Taledato si ritiene particolarmentesignificativo e merita un appro-fondimento, considerata anche lalatitudine della Sicilia.

Cervus elaphus siciliae è laspecie più rappresentata, a cuiappartiene oltre la metà dei resti

identificati, seguita da Equushydruntinus, Elephas mnaidriensis,Bos primigenius siciliae, Crocutacrocuta spelaea, Sus scrofa, Vulpesvulpes e Canis cf. lupus, rappre-sentato da un solo resto. Larappresentatività degli elementischeletri mostra delle differenze neivari taxa. Il cervo endemico èrappresentato in prevalenza daporzioni craniali e denti; l’idruntinoquasi esclusivamente dai denti;nell’uro endemico predominano iresti postcraniali; nell’elefanteprevale la parte assile e quellapostcraniale; la iena è rappresentataprevalentemente da resti craniali edentari.

I dati quantitativi relativi alladistribuzione dei taxa evidenziano

Distribuzione tassonomica ed anatomica dei resti di macromammiferi della Grotta diS. Teodoro.

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l’assoluta predominanza deglierbivori (92% dei resti), mentre iresti di iena rappresentano il 6% equelli degli altri carnivori il 2%.Questi dati trovano confronti conquelli noti per le tane di iena delPleistocene europeo, che sonocaratterizzate da un’alta percentualedi erbivori e dalla predominanza dellaiena tra i carnivori. Anche i dati sulladistribuzione degli elementi sche-letrici risultano comparabili conquelli relativi alle tane continentali,in cui i cervidi sono rappresentatiprevalentemente da parti craniali, ibovidi da parti postcraniali e gli equidida parti dentarie.

Un discorso a parte va fatto peri resti di elefante. Nelle tane di ienedel Pleistocene europeo i resti dielefante (Mammuthus primigemius)sono rappresentati solo da piccoliframmenti di denti e metapodiali.D’altronde, le dimensioni dell’ele-fante della grotta di S. Teodororendono improbabile una suapredazione da parte della ienaCrocuta crocuta spelaea. Ladistribuzione dei resti di elefante,rappresentati in genere da frammentied elementi di piccole dimensioni, èsolo in parte analoga a quella dei restidegli altri grandi mammiferi, chesono disarticolati, frammentari e

Coppia di tibie e fibule di Elephas mnaidriensis appartenenti ad un unico individuo.

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distribuiti in maniera omogenea pertutta l’estensione del depositoindagato. Infatti, sono stati ritrovatiresti di elefante adulto, disarticolatima vicini, spesso integri e/o conpoche tracce di danneggiamento adopera delle iene. In particolare sonostate messe in luce due tibie e duefibule, rispettivamente destre esinistre, complete e allo stesso stadiodi sviluppo, e altri elementi degli artiche rappresentano un unicoindividuo.

Questi primi elementi tafonomiciportano nuovi contributi allaconoscenza delle modalità di

frequentazione delle tane di ienafossili anche da parte di altri taxa,per i quali i dati disponibili in let-teratura sono assai scarsi, e suggeri-scono una frequentazione saltuariadella grotta da parte dell’elefante,delineando la possibilità che aintervalli (stagionali?) la grotta possaessere stata frequentata non da ienema da altri taxa.

L’approfondimento dei caratteritafonomici individuati durante questaricerca potrà confermare le analogietra l’associazione “insulare” studiatae quelle note per le tane di ienecontinentali europee e africane.

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TESI DI DOTTORATO

IntroduzioneI nannofossili calcarei del

Pleistocene sono stati l’oggetto distudio della tesi la cui finalità eraquella di analizzare le relazioni tra ilplancton calcareo marino (inparticolare i coccolito-foridi) e lefluttuazioni climatiche negli oceanidel Quaternario.

Per raggiungere questo obiettivosi è pensato di svolgere, grazie anche

alla collaborazione di altri ricercatori,uno studio multidisciplinare su caroteoceaniche del Pleistocene che hariguardato l’analisi del contenuto innannofossili calcarei, il paleo-magnetismo, la mineralogia delleargille e la stratigrafia isotopica delcarbonio e dell’ossigeno (fig.1).

Questa ricerca si basa sul fattoche la biosfera ed il sistema climaticointeragiscono ed hanno presu-

Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra - XIX CicloUniversità degli Studi di Pavia

IL NANNOPLANCTON CALCAREO E LE SUERELAZIONI CON IL SISTEMA CLIMATICO

NEGLI OCEANI DEL QUATERNARIO

CLAUDIA LUPI

Tutore: Prof.ssa Miriam Cobianchi

Fig. 1 - Esempi di coccosfere di coccolitoforidi studiati in questa tesi. a) Gephyrocapsaoceanica; b) Umbellosphaera irregularis. Immagini tratte da Andruleit et al., 2006.

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mibilmente interagito in diversi modi.E’ noto, infatti, che il clima è in gradodi influenzare la vita sulla Terra,tuttavia anche la biosfera è in gradodi amplificare o ridurre gli effetti delclima attraverso alcuni meccanismidi feedback.

Il ruolo della biosfera nel sistemaclimatico è determinante in quantoessa influenza il ciclo del carboniosia producendo CO

2, uno dei

maggiori gas serra, sia sottraendo Cdall’atmosfera e dagli oceani perimmagazzinarlo nei sedimenti.Inoltre, gli organismi fotosinteticiattraverso i fenomeni di fioriturastagionale aumentano l’albedo dellasuperficie degli oceani provocandouna maggior dispersione di calore.

Materiali e MetodiL’area di studio scelta per la tesi

è un transetto N-S (fig. 2) che siestende dall’Oceano Pacifico sudoccidentale ad alcuni settoridell’Oceano Meridionale. Nellospecifico esso è costituito dallacarota IMAGES MD 97-2114,prelevata a latitudini subtropicali(42°22.32’ S, 171°20.42’W), dallacarota PNRA Anta 95-157, prelevatain prossimità del Fronte PolareAntartico (62°05.95’S, 175°17.34’E)e dalla carota ODP 188-1165,prelevata poco a nord dellaDivergenza Antartica (64°22’S,67°13’E).

La scelta delle carote da studiarenon è stata casuale ma dettata daldesiderio di comprendere meglio ledinamiche della maggior cella dicircolazione oceanica, la OceanicConveyor Belt che è responsabile deltrasporto di calore sulla superficieterrestre e degli scambi di calore tra

masse d’acqua ed atmosfera. Lecarote studiate, infatti, si trovanolungo la porzione australe di questacella di circolazione e possonofornire informazioni circa la suarecente evoluzione (fig. 3).

Questa area, inoltre, è già stataoggetto di studio da parte dinumerosi gruppi di ricerca poiché lacalotta glaciale antartica ed ilcircostante Oceano Meridionale sonostati e sono componenti chiave delregime climatico e della distribuzionedei biota a partire dal Cenozoico.

Per quanto riguarda lo studio delcontenuto in nannofossili calcarei,fulcro della ricerca svolta, sono statipreparati un totale di 454 campionisecondo la tecnica standard dellosmear slide. Su ciascun campione èstato eseguito un conteggio di 650individui in tre distinte fasi secondoun metodo quantitativo messo apunto durante la tesi. Gli stessi

Fig. 2 - Mappa e posizione geograficadei pozzi costituenti il transetto N-Sstudiato.

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campioni sono stati utilizzati ancheper le analisi isotopiche e mine-ralogiche mentre le analisi pa-leomagnetiche sono state eseguite incontinuo grazie alla tecnica u-channel.

Risultati e conclusioniPer ogni singola carota sono stati

ottenuti risultati di tipopaleontologico, paleoecologico epaleoceanografico. La lorocorrelazione ha permesso di giungerealle conclusioni di seguitosinteticamente elencate.

In tutte le carote è statadocumentata la presenza dinannofossili calcarei nell’intervalloPleistocene inferiore-Olocene,

tuttavia essi sono presenti concontinuità solo nella carota MD 97-2114, mentre sono presenti in mododiscontinuo nella carota PNRA Anta95-157 e ODP 188-1165.

Nella carota MD 97-2114 inannofossili sono particolarmenteabbondanti e ben conservaticonsentendo di documentare lapresenza di numerosi bioeventi siastandard che secondari. Tra ibioeventi secondari sono statiriconosciuti gli intervalli di acme dellespecie Gephyrocapsa caribbeanica,G. aperta e G. muellerae. Comeosservabile nella Tabella (a lato),esiste un buon sincronismo tra l’etàdei bioeventi registrati in questa tesie quelli documentati da altri autori

Fig. 3 - Mappa dell’andamento della cella di circolazione termoalina, “ConveyorBelt”, e posizione geografica delle carote studiate. Modificato da: http://www.conservationisconservative.org/webreport5-04.html

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dimostrando come l’introduzione diquesti bioeventi secondari potrebbemigliorare il grado di risoluzione deglischemi biostratigrafici attualmente inuso.

Inoltre si è tentato di verificarela riproducibilità di questi stessischemi biostratigrafici alle alte

latitudini sia del Fronte PolareAntartico che della DivergenzaAntartica, notoriamente inadatte allaproliferazione del nannoplanctoncalcareo. I bioeventi standardriconosciuti sono stati datatiattraverso la calibrazione con lamagnetostratigrafia e la stratigrafia

Confronto tra la calibrazione isotopica di alcuni eventi a nannofossili calcareiriconosciuti nella carota MD 97-2114 e le calibrazioni disponibili in letteratura.Significato sigle utilizzate: LO: lowest occurrence; HO: highest occurrence; HCO:highest consistent ocurrence; AB: Acme Begging; AE: Acme End.

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isotopica. Procedendo dalle medieverso le alte latitudini, essi risultanolievemente diacroni, testimoniandoun trend latitudinale di comparsa/scomparsa dei diversi marker.

Dal punto di vista paleoecologicosono state verificate le affinitàpaleoecologiche delle principalispecie utilizzate come indicipaleoclimatici e sono state carat-terizzate le associazioni osservate neidiversi contesti paleoceanograficievidenziando come: 1) alle latitudinisubtropicali, le associazioni anannofossili subiscano variazionisignificative in funzione delladisponibilità dei nutrienti e dellastratificazione della colonna d’acquapiuttosto che della temperatura esalinità delle acque superficiali. 2)Alle latitudini del fronte polare e delladivergenza antartica, i nannofossilifossero presenti solo in quegliintervalli di tempo nei quali le acquesuperficiali erano libere da ghiaccio,consentendo la penetrazione dellaluce necessaria all’espletamento dellafotosintesi clorofilliana e le tem-perature limite per la riproduzionedel nannoplancton calcareo eranoraggiunte e superate.

Sulla base dei dati a nannofossilicalcarei e della loro integrazione coni dati paleomagnetici e geochimicidell’intero transetto, si sono potutericonoscere 3 principali tappedell’evoluzione paleoceanograficadell’emisfero meridionale. Inparticolare si è stabilito che:a) durante il Sottocrono Jaramillo(1.07-099 Ma), la calotta antarticaorientale (EAIS) era instabileconsentendo il proliferare deinannofossili calcarei a latitudini in cuioggi il nannoplancton è com-

pletamente assente come nell’areadi Prydz Bay (circa 65°S) (questidati sono in via di pubblicazione inVilla, Lupi, Cobianchi, Florindo andPekar).b) A partire dal top del SottocronoJaramillo ebbe inizio un trend diraffreddamento a lungo terminedocumentato dalla curva del δ18Oricavata nell’area di Prydz Bay. Taleraffreddamento, tuttavia, non fulocale ma influenzò tutti i settorioceanici dell’emisfero meridionale.c) Presumibilmente a partire dalPleistocene medio si instauròl’attuale circolazione termoalina. Lefasi di adattamento e di modificadella circolazione avvennero attra-verso due fasi maggiori concentratea 850 e 450 ky che coincisero inparte con la variazione di periodicitàdelle fasi glaciali/interglaciali ed illoro passaggio da un sistemaclimatico lineare ad uno non-linearein cui le fasi glaciali erano molto piùlunghe delle fasi interglaciali(considerazioni circa le variazionidella circolazione oceanica durantela Mid-Pleistocene climate Re-volution sono in via di pubblicazionein Venuti, Florindo, Michel and Hall).

Infine sono state discusse lepossibili relazioni di azione eretroazione intercorrenti tra levariazioni climatiche documentateed il comportamento dei cocco-litoforidi. Allo stato attuale dellaricerca non si hanno ancora datiprecisi circa l’entità degli effettiprovocati dalla biosfera sul climacome, invece, è stato documentatoper altri fenomeni geologici comel’eruzione di grandi vulcani e laconseguente emissione nell’atmo-

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sfera di ceneri e gas che modifi-carono l’albedo della Terra.Per quantificare l’influenza del ruolodel nannoplancton sulle fluttuazioniclimatiche sarà necessario monito-rare la produttività biologica e le suerelazioni con l’alternarsi delle fasiclimatiche o con eventi climatici diparticolare intensità.

RingraziamentiCome accennato in precedenza, questaricerca si è avvalsa della collaborazionedi alcuni esperti che desidero ringraziareper l’aiuto fornitomi sia in fase analiticache di discussione dei dati, in particolare:la Prof.ssa Giuliana Villa, dell’Universitàdi Parma, per il materiale ODP e per ilcontinuo sostegno; la Dott.ssa Marian-

gela Ravaioli e la Dott.ssa LucillaCapotondi, dell’Istituto per la GeologiaMarina - CNR di Bologna, per il materialePNRA; la Dott.ssa Elisabeth Michel, delCNRS di Gif sur Yvette (Parigi), per ilmateriale IMAGES; il Dott. FabioFlorindo e la Dott.ssa Alessandra Venuti,dell’INGV di Roma, per le analisimagnetostratigrafiche; il Prof. MassimoSetti ed il Dott. Luigi Marinone,dell’Università di Pavia, per le analisimineralogiche; la Prof.ssa ValeriaLuciani, dell’Università di Ferrara, perle analisi relative ai foraminiferiplanctonici. Infine, vorrei ringraziare ilProf. Andrea Di Giulio e la Dott.ssaNicoletta Mancin, dell’Università diPavia, e la Prof.ssa Alessandra Negri,dell’Università Politecnica delle Marche,per l’accurato lavoro di revisione e letturacritica dell’intero testo della tesi.

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LE ESCURSIONI DEI PALEONTOFILI

JORDI ORSO

Chi ha visitato il Museo di StoriaNaturale di Milano sarà senz’altrorimasto affascinato da quell’enormelastra nera di scisto bituminoso chesi trova nella sala subito dopo lasezione di mineralogia, e dalla qualeemerge il rilievo dello scheletro diun rettile marino, un ittiosaurofemmina, di notevoli dimensioni.Che sia una femmina è evidenziatodalla presenza, nel ventre del fossile,di sei scheletrini embrionali. Unariproduzione tridimensionale del-l’animale, così come doveva appa-rire nel Triassico, sovrasta la lastraper la gioia dei bambini, e non solo.Un gruppo di soci paleontofili dellaSPI, guidato dal Dr. Cristiano DalSasso, ha avuto l’opportunità diandare a vedere il giacimento diBesano (Varese), dove è statorinvenuto questo ittiosauro.

Dopo aver lasciato le auto alparcheggio di Besano ci incam-miniamo verso lo scavo, gestito dalMuseo di Storia Naturale di Milano,a mezz’ora di distanza presso il RioPonticelli. Strada facendo Cristianoci racconta i retroscena della scopertadel Besanosaurus leptorhynchus.

L’area di Besano è famosa giàdall’800 per il ritrovamento di moltifossili importanti, cioè da quando siaprirono le miniere per lo sfrutta-mento degli scisti bituminosi locali,con scopi non tanto scientificiquanto pratici. Infatti, dagli scisti siestraeva una sostanza, l’ittiolo, chein forma di pomata trovava impiegonella cura di malattie dermatologiche.Contemporaneamente, trattandosi disostanza bituminosa, si stavaprogettando l’estrazione a scalaindustriale per illuminare, tra l’altro,le strade di Milano. Il nome “ittiolo”indicava l’abbondanza di fossilimarini trovati negli strati delleminiere. Il Museo di Storia Naturaledi Milano, grazie alle iniziative delsuo direttore di allora, l’AbateStoppani, aveva raccolto una riccacollezione di importanti reperti che,sfortunatamente, andò quasicompletamente distrutta durante ibombardamenti della seconda guerramondiale. Solo pochi esemplari sisalvarono perché erano stati cedutiin prestito al Politecnico di Zurigo.

Il museo di Milano decise diriaprire gli scavi per sostituire i fossili

Pesca grossa nel mare di Besano (VA)

Guida scientifica: Dr. Cristiano Dal Sasso, Museo di Storia Naturale di Milanodata: 7.5.2006località: Besano, Rio Ponticelli, Sasso Caldoetà geologica: Triassico inferiorepartecipanti: 10

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perduti e ottenne la concessione nel1975. Per anni negli scavi in localitàRio Ponticelli, dagli scisti bituminosidella Formazione di Besano, furonoestratti migliaia di fossili marini,soprattutto rettili, pesci e invertebrati.Nel 1985 iniziarono i lavori nelloscavo chiamato “Sasso caldo”,dove, nel 1993, avvenne la clamoro-sa scoperta dello scheletro delbesanosauro, il più grande rettilemarino rinvenuto in Italia.

Lo scavo vero e proprio somigliain modo sorprendente ad unanfiteatro in miniatura, con la paretedell’affioramento messa al posto delpalcoscenico. Cristiano ci spiegabrevemente il quadro geologico. Lerocce del Sasso caldo risalgono alTriassico. Attraverso la datazione di

due strati di cenere vulcanica,intercalati tra i livelli dell’affio-ramento, l’età è stata stabilita in 232milioni di anni con un margine dierrore di 5 milioni di anni, il che

L’affioramento al “Sasso caldo” con numerazione degli strati.

Alternanza di strati dolomitici con stratipiù sottili di scisto bituminoso.

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colloca le rocce al limite tra Anisicoe Ladinico. Ci meraviglia la regolaritàdell’alternanza di strati bianchi congli strati scuri più sottili checaratterizza tutto l’affioramento. Sitratta di dolomia microcristallina edi scisti bituminosi scuri che,insieme, compongono la Formazionedi Besano (già Scisti Ittiolitici). Pervia del maggiore spessore delladolomia si ipotizza che quegli stratisi siano formati per franamentoperiodico di grosse quantità di fangocalcareo, provveniente dai versantidel bacino, che si depositava suifondali poco ossigenati.

Cristiano ci descrive l’anticoambiente: nel Triassico le terreemerse sono invase dal mare.Nell’Anisico l’area di Besano si trovacoperta da un mare tropicale pocoprofondo, che si va progressiva-mente approfondendo per trasfor-marsi finalmente in un bacinoprofondo. Il bacino è delimitato dauna scogliera di alghe calcaree oltrela quale si estende una laguna, e da

bassi fondali che, insieme con lascogliera, rendono difficile loscambio regolare con le correntiesterne. Il fondo del bacino ècaratterizzato dalla mancanza diossigeno, che permette la perfettaconservazione degli organismi mortiche vi si posano. Lunghi periodi dicalma e deposizione di materiaorganica si alternano con periodi piùbrevi e turbolenti di sedimentazioneproveniente dalle strutturecarbonatiche circostanti il bacino.

Lezione di paleonto-logia all’aperto.

Detriti interessanti.

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Besanosaurus leptorhyncus (Museo di Storia Naturale di Milano).

Negli scisti bituminosi sonoconservati fossili di organismi siamarini che terrestri. Questi ultimiprovenivano dalle terre emerse nonlontano dal mare di Besano. Matorniamo al nostro affioramento.Tutti gli strati sono stati numerati,un numero per ogni coppia di stratodi dolomia e di scisto bituminoso.Cristiano indica il numero 65 e cipresenta lo strato che aveva ospitatoil besanosauro. Ci racconta cheall’inizio si poteva intravedere soloil rostro del cranio e niente fecesupporre di avere a che fare con unoscheletro intero. Con molta curafurono estratte tutte le lastre scistose

che nel loro insieme contenevano ilfossile. Cristiano osserva che solograzie all’assenza di faglie erapossibile di trovare uno scheletrointero di quelle dimensioni. Dopol’estrazione, tutte le lastre furonoportate al Policlinico di Milano perun esame radiologico in modo dapoter lavorare all’estrazione delfossile, seguendo le immaginiradiografiche, con la massimaprecisione. La sua mole eraimpressionante. Misura 5,80 m e cisono volute 16.500 ore di lavorocertosino per avere il risultato cheoggi possiamo ammirare al Museodi Storia Naturale di Milano, dove è

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Ecco come doveva apparire il Besanosauro nel suo habitat (Disegno di Fabio Fogliazza- Museo di Storia Naturale Milano).

Museo Civico dei Fossili di BesanoVia Prestini, 5 – 21050 Besano (Varese)tel. 0332-919.200e-mail: [email protected]: 1 giugno – 30 settembremar.-ven.: 10.00-12.30 e 14.00-16.00domenica: 11.00-12.30 e 14.30-18.301 ottobre – 31 maggiomartedì e giovedì: ore 9.30 – 12.30domenica: 14.30 – 17.30

Museo Civico di Storia NaturaleCorso Venezia, 55 – 20121 Milanotel. 02-8846.3280orario: 9-17.30 orario continuatofermata metropolitana rossa n. 1“Palestro”

esposto l’originale, mentre uncalco fedele si trova nel museo diBesano, in buona compagnia conmolti fossili originali di rettiliimpressionanti, pesci, invertebratie vegetali, tutti originari dell’area.La visita al museo è un assoluto“must”.

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PaleoRoma è il sistema infor-mativo territoriale sui siti pa-leontologici della provincia di Romaed è il risultato di un progettofinanziato dalla Provincia per lapromozione dell’ambiente. Ilprogetto prevede la realizzazione, lagestione e la presentazione alpubblico di un sistema informativoterritoriale sui siti paleontologici dellaprovincia di Roma, accessibiletramite Internet (www.paleoroma.it).Il sito sarà completato per ottobre2007 .

L’obiettivo di PaleoRoma èdiffondere la conoscenza dei luoghidistribuiti nel territorio della provinciache conservano testimonianze fossili,spesso di grandissimo interessescientifico, come centri di ricerca,musei, scuole, oltre ai siti all’ariaaperta visitabili. Saranno inoltrepresentati i siti d’importanzascientifica oggi non più esistenti.Esempio per tutti Saccopastore,cancellato dall’espansione urbana diRoma del dopoguerra e che harestituito ben due crani di uomo diNeandertal arcaico, oggi conservatipresso il Museo di Antropologia(Roma).

Il fascino esercitato dai fossili sulgrande pubblico costituisce uno

strumento formidabile per avvi-cinare anche i non addetti ai lavorialla comprensione della storianaturale del territorio. Lo studio deisiti paleontologici è di crucialeimportanza per la ricostruzione delletrasformazioni ambientali, inparticolare quelle riguardanti gli ultimidue milioni di anni (periodo in cui siassiste all’evoluzione dell’uomo).

PaleoRoma è stato ideato erealizzato da “Serendip”, Asso-ciazione per la Diffusione dellaCultura Scientifica.

Caratteristiche di PaleoRomaAttraverso PaleoRoma è

possibile avere informazioni, relativea siti e reperti, nonchè visualizzarela loro distribuzione spaziale.

In questa prima fase, leinformazioni riguarderanno esclu-sivamente l’Era Quaternaria, gliultimi due milioni di anni della storiadel nostro Pianeta. E’ proprio inquesto intervallo “recente” di tempoche il territorio della provincia diRoma viene ad assumere laconformazione che lo caratterizza.Eventi come l’attività vulcanica deiSabatini e dei Colli Albani, leglaciazioni e i corrispondenticambiamenti del livello marino,

PALEOROMA: UN ESEMPIO DIPALEONTOLOGIA ON-LINE

ROSSELLA MORTELLARO, ROBERTO BRUNOTTI & RAFFAELE SARDELLA

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hanno lasciato tracce profonde sulnostro territorio, che nel corso delPleistocene è teatro di un altroevento di grande importanza: ladiffusione dell’uomo. Il territorio diRoma e della sua provincia è riccodelle testimonianze di fasi assaiprecoci della storia umana, delletrasformazioni degli antichiecosistemi e degli ambienti in cui inostri antichi progenitori hannoiniziato ad operare. Un territorio cheha fornito preziosi indizi a geologi,paleontologi ed archeologi preistorici,un territorio che ha ancora moltestorie antiche da raccontare…

“Il Territorio racconta”PaleoRoma è la continuazione

naturale del progetto di Serendip “IlTerritorio racconta”, partito circadieci anni fa.

Il progetto “Il Territorio racconta”è nato con l’intento di valorizzare,attraverso la mediazione delle scuole,i siti d’interesse scientifico situatinelle aree perturbane di Roma. Inquesto senso si è sviluppata lacollaborazione con la Scuola MediaStatale “Leonardo Albertini” diTorrimpietra, per il sito pleistocenicodi Torre del Pagliaccetto e con laScuola Media Statale “Saxa Rubra”di Roma, per i siti dislocati tra la viaFlaminia e il Tevere nell’area Norddi Roma.

I siti d’interesse scientificorisultano essere di fondamentaleimportanza per la conoscenzadell’ambiente e della storia della città(siti paleontologici, biotopi, antichi

insediamenti industriali, aziendeagricole storiche, ecc.). Serendip èconvinta che il loro studio e ladiffusione delle conoscenze ad essicorrelate contribuiscano a rafforzarel’identità e il senso di appartenenzadelle comunità locali.

La locandina del convegno di presenta-zione di PaleoRoma, svoltosi nell’ambitodella Settimana della Cultura Scientificae Tecnologica.

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Il museo paleontologico earcheologico “Virginio Caccia” sitrova nel centro storico del comunedi San Colombano al Lambro inprovincia di Milano. Dal 1980 èsituato all’ultimo piano di PalazzoPatigno.

Nelle bacheche della sezionepaleontologica sono esposti i repertirinvenuti nel territorio di SanColombano al Lambro dal Dr.Virginio Caccia all’inizio delnovecento e donati al Comune nel1927. Tali reperti oltre ad essereraffigurati dallo stesso Caccia (1929)furono studiati negli anni sessanta eottanta dall’università di Pavia sotto

la guida del prof. Giacomo Anfossie successivamente esposti alpubblico nell’ attuale sede.

Nel corso degli anni la raccoltasi è arricchita per merito di altriappassionati, che hanno portato allaluce nuovi esemplari di fossili,soprattutto molluschi.

Le attività principali del museohanno uno scopo principalmentedidattico e divulgativo: far conoscerela storia geologica e ambientale deicolli di San Colombano al Lambro;fin dalla sua creazione gruppi diappassionati locali organizzano visitegratuite per privati e scolaresche.

Le collezioni di fossili sonodisposte in vetrine tematiche cheillustrano le faune provenienti daivari affioramenti del Colle quali laformazione miocenica (Tortoniano)delle Marne di Sant’Agata Fossili,la formazione di San Colombano dietà Pleistocenica (Calabriano) e i varidepositi alluvionali del fiume Lambroe del Po dell’Olocene.

La prima vetrina dell’esposizionecomprende le diverse unitàlitologiche delle formazioni sopradescritte. Si possono osservare isedimenti d’origine marina quali leargille mioceniche grigio-azzurre e i

IL MUSEO PALEONTOLOGICO“VIRGINIO CACCIA”

DI SAN COLOMBANO AL LAMBRO (MI)

DARIO MARCELLO SOLDAN & TAZIO CUCCARO

MUSEI PALEONTOLOGICI

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5-28

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calcari conglomeratici di scogliera ele argille grigie corrispondenti allediverse facies costituenti gliaffioramenti calabriani.

Le vetrine successive, dedicateagli invertebrati, contengono soprat-tutto i numerosi molluschi (gaste-ropodi, lamellibranchi e rari scafo-podi) provenienti dalle diverse

facies. Notevoli sono i fossili benconservati dei gasteropodi dei generiCerithium, Astraea e Nassa. Nume-rosi sono gli esemplari di Turritellache provengono dalla facies argillosaaffiorante sul lato occidentale deiColli. Per quanto riguarda ilamellibranchi sono ben rappresentatiil genere Glycimeris e vari generidelle famiglie Pectinidae, Carditidaee Veneridae. La grande abbondanzadi questi molluschi bivalvi nelterritorio di San Colombano hapermesso di fare un’approfonditaricerca di carattere paleoecologico epaleoambientale (Anfossi & Bram-billa, 1981).

Molto particolari e interessantisono le cosiddette “faune nane”, acui è dedicata una vetrina, studiatedal Patrini (1930) che gli attribuìerroneamente un’età pliocenica;

Reperti ossei di Bos taurus.

Esposizione dei lamellibranchi.

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sono inoltre presenti nella stessabacheca un raro echinoderma,anellidi e piccole chele di crostaceirinvenute isolate nei calcari costituitiin prevalenza da alghe corallinacee.

Una vetrina è dedicata ai nume-rosi foraminiferi presenti nei varisedimenti, dove grandi fotografiemostrano i residui ottenuti conlavaggi, contenenti ricche micro-faune sia di foraminiferi che di altriinvertebrati “incrostanti” della faciesdi scogliera quali i briozoi ed i coralli.

Tra le vetrine più suggestive visono sicuramente quelle dedicate airesti dei grossi vertebrati ritrovati neidepositi fluviali del Lambro. Nellavetrina centrale è esposto un rarocranio completo e ben conservatodel rinoceronte Dicerorhinus ritro-vato in una cava di ghiaia e descrittoin un articolo scientifico da Canta-luppi (1969). Oltre ai resti di rinoce-ronte nelle vetrine sono espostinumerosi resti del bovide Bos taurus,un molare e alcuni frammenti di ossa

dell’elefante Elephas primigenius,e un corno di cervo, tutti rinvenutinei sedimenti fluviali di etàquaternaria.

L’ultima vetrina, oltre a esporrei resti di Equus costituiti da alcuniframmenti ossei, contiene rari restidi Homo sapiens: una porzione dicalotta cranica e un grosso fram-mento di mandibola. Purtroppo nonsi conosce la precisa età di questiresti umani poiché al momento delritrovamento non furono presirilevamenti stratigrafici, ma con-frontando i reperti con quelli prove-nienti da altre località vicine dellaPianura Padana e dal grado difossilizzazione è possibile attribuirlial Paleolitico superiore.

In conclusione possiamo sicu-ramente affermare che vale la penadi visitare il piccolo ma ben curatomuseo di San Colombano al Lambropoiché i fossili in esso esposti sonouna preziosa testimonianza di unaparte importante della storia

Sezione dedicata ai mammiferi del Quaternario.

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geologica recente della PianuraPadana.

BibliografiaAnfossi G. & Brambilla G. (1981). La fauna

pleistocenica del Colle di San Colombanoal Lambro (Lombardia). I Lamellibranchi.Atti dell’Istituto di Geologiadell’Università di Pavia, 29: 49-68.

Caccia V. (1929). Geo-storia del Colle di SanColombano al Lambro e di alcune altrezone fra l’Adda ed il Ticino, Stradella ePiacenza. 502 pp. Tip. Edit. Cairo,Codogno.

Cantaluppi G. (1969). Il rinoceronte di SanColombano al Lambro. Atti dell’Istitutodi Geologia dell’Università di Pavia,20: 67-81.

Patrini P. (1930). La fauna nana pliocenicadel Colle di S. Colombano al Lambro.Rivista Italiana di Paleontologia, 36:33-44.

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Notizie italianeSono riportati i principali risultati delle ricerche riguardantiil territorio italiano, ma pubblicate in riviste straniere, quindidifficilmente accessibili a un pubblico esterno al mondo accademico.

a cura di Carlo [email protected]

Per facilitare la stesura della rubrica “Notizie Italiane”, la Redazione invi-ta tutti coloro che pubblicano in riviste straniere articoli riguardanti il ter-ritorio italiano a far pervenire via e-mail i riferimenti bibliografici comple-ti e alcune righe di riassunto in italiano, con taglio divulgativo, appena ilavori sono stati stampati. Grazie per la collaborazione.

MODO DI VITA DEL BIVALVE AMBROGIA

Il bivalve plio-pleistocenico Ambrogia mytiloides è un insolitorappresentante della famiglia Arcidae, fornito di una conchiglia allungata,liscia e di grandi dimensioni (fino a 130 mm). E’ presente anche una leggeratorsione che crea una beanza in posizione antero-ventrale. Sulla base deicaratteri morfologici e di osservazioni di esemplari in posizione di vita, siipotizza che Ambrogia mytiloides vivesse in condizioni infaunali bissate, inposizione verticale e col margine posteriore in corrispondenza della superficiesedimentaria. Ambrogia rappresenta il massimo grado di adattamento dellafamiglia Arcidae alla vita infaunale, attraverso un lungo percorso evolutivodi ri-adattamento ai fondi mobili.LA PERNA R., 2006. Life habit and ontogeny of the unusual arcid bivalve Ambrogia mytiloides(Brocchi, 1814). Lethaia, 39, 245-255 [in inglese].

I PIU’ RECENTI COCCODRILLI EUROPEI

La revisione del materiale fossile proveniente dai riempimenti delle fessuredette “terre rosse” del Gargano ha consentito di rivedere l’opinione comuneche gli ultimi coccodrilli che hanno abitato l’Europa siano stati deglialligatoroidi a muso breve appartenenti al genere Diplocynodon o dei “falsigaviali” appartenenti ai generi Gavialosuchus e/o Tomistoma (l’identitàgenerica dei resti di questi organismi è ancora un argomento dibattuto).

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Sembra che queste forme si estinsero rispettivamente6.2 e 10 milioni di anni fa. I fossili di coccodrilliprovenienti dalle località del Miocene finale-Plioceneiniziale del Gargano hanno invece consentito di identificare i caratteridiagnostici del genere Crocodylus. I resti del Gargano, rappresentando altempo stesso la prima testimonianza della presenza del genere Crocodylusin Europa e la presenza geologicamente più recente dei coccodrilli in questocontinente, hanno quindi permesso di cambiare le nostre conoscenze sulleultime tappe europee della storia evolutiva di questi organismi. Il genereCrocodylus sembra essere comparso nel corso del Miocene in Africa, dadove si è rapidamente diffuso in altri continenti grazie alla capacità disopravvivere anche in acqua salata.DELFINO M., BÖHME M. & ROOK L., 2007. First European evidence for transcontinental dispersalof Crocodylus (late Neogene of southern Italy). Zoological Journal of Linnean Society,149, 239-307. [in inlgese]

PRIMO RECORD MESOZOICO DELL’ESACORALLOMADREPORA

Questo articolo riguarda il più antico record fossile del genere Madrepora,esacorallo ben noto nei mari ed oceani attuali quale importante componentedi estese biocostruzioni profonde. Gli esemplari tardo-cretacei esaminatiprovengono da calcari silicei maastrichtiani della Polonia (NasiB´ow,Bochotnica, Blizow). I coralli sono essenzialmente preservati come impronteesterne e modelli interni ma conservano ancora importanti caratterimorfologici che ne consentono l’identificazione a livello generico. Questicaratteri, sia macro- che microscopici sono stati confrontati con quelli diesemplari attuali (atlantici e mediterranei) e plio-pleistocenici (Italiameridionale, Reggio Calabria) della specie biocostruttrice Madrepora oculata.La disposizione distica dei coralliti, la loro taglia, il numero dei setti (3 cicliregolari) e, soprattutto, la peculiare morfologia “reticolata” del cenosteoinducono ad ipotizzare strette affinità tra il taxon maastrichtiano e la specieattuale M. oculata. Il basso numero di esemplari, la loro piccola taglia el’assenza di evidenze di rimaneggiamento nei depositi polacchi suggerisceche la Madrepora cretacea non formasse vere e proprie biocostruzionibensì popolasse il substrato con piccole ed isolate colonie, come talorariscontrato per M. oculata in fondali attuali.STOLARSKI J. & VERTINO A., 2007. First Mesozoic record of the scleractinian Madreporafrom the Maastrichtian siliceous limestones of Poland. Facies, 53, 67-78 [in inglese].

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OSTRACODI QUATERNARI DELMONTEFELTRO

Le associazioni ad ostracodi salmastri della sezione di Perticara(Montefeltro) sono state analizzate per ricostruire l’evoluzionepaleoambientale degli ultimi 15.000-20.000 anni del Messiniano superiorein facies di lago-mare. Le 22 specie di ostracodi costituenti le associazionisono state sottoposte ad analisi di struttura di comunita’ e processate constatistica multivariata (DCA e Cluster Analisi). Sono state individuatevariazioni cicliche (indotte da cicli astronomici) riguardanti la salinita’ e laprofondita’ dell’ambiente di sedimentazione: dal mesoalino al dulcicolo eda acque sottili (pochi metri) a acque piu’ profonde (qualche decina dimetri). In particolare, la minore salinita’ e la massima profondita’ sonoraggiunte in corrispondenza della deposizione di un livello calcareo(“colombaccio”), caratterizzato da una peculiare ostracofauna dominatadal gruppo delle cosidette “Candoninae appuntite” (qui rappresentate daigeneri Camptocypria, Lineocypris, Pontoniella e Zalanyiella). Le restantiporzioni della successione sono invece caratterizzate dalla dominanza diLeptocytherinae e Loxoconchidae, a testimonianza di una massa d’acquapoco profonda e a salinita’ mesoalina.GLIOZZI, E. & GROSSI, F., 2004. Ostracode assemblages and palaeoenvironmental evolutionof the latest Messinian Lago-Mare event at Perticara (Montefeltro, Northern Apennines,Italy). Revista Espanola de Micropaleontologia 36, 157-169 [in inglese].

PICCOLI GRANCHI NEI MARI EOCENICI DELLA TETIDE

I brachiuri attribuiti al genere Phlyctenodes A.Milne Edwards, 1862costituiscono un ristretto numero di specie fossili di età eocenica diffusesolo in Europa; presentano carapace ovale, largo e bombato, ornato dagrossi tubercoli arrotondati, più numerosi ed evidenti nelle regioni anteriori.Si tratta di forme adattate ad ambiente corallino, ambiente non favorevolealla conservazione dei granchi per cui ne sono conosciuti rari individui.In occasione dello studio di alcuni esemplari depositati presso il Museocivico “G. Zannato” di Montecchio Maggiore (Vicenza) è stata effettuatauna revisione del genere che ne ha chiarito la posizione sistematica, sempreproblematica nel caso di forme che conservino solo il carapace: il taxon èstato inserito nella famiglia Xanthidae ed evidenti sono le affinità con Actaeapolyacantha (Heller, 1861) che vive tra i coralli nel Mar Rosso e nell’Indo-

Notizieitaliane

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NotizieitalianePacifico. Per la prima volta è stata pubblicata

testimonianza fotografica dei tipi di tutte le specie diPhlyctenodes descritti nell’800 e nella prima metà del‘900; tra gli altri sono stati presentati esemplari conservati presso il Museogeologico e paleontologico dell’Università di Padova (coll. Fabiani: P.dalpiazi Fabiani, 1911), il Museo civico di Storia Naturale di Verona (coll.Nicolis: P. nicolisi Bittner, 1884) ed il Museo geologico “G.G. Gemmellaro“di Palermo (coll. Checchia Rispoli e Di Salvo: P. krenneri Lörenthey, 1898).BUSULINI A., TESSIER G. & BESCHIN C., 2006, The genus Phlyctenodes A. Milne Edwards,1862 (Crustacea: Decapoda: Xanthidae) in the Eocene of Europe. Revista Mexicana deCiencias Geológicas, 23(3), 350-360 [in inglese].

I DEPOSITI CARBONATICI MARINI TEMPERATI DELMONTE CETONA

Durante il Pliocene ed il Pleistocene il Monte Cetona (Appennino Set-tentrionale, Italia Centrale) faceva parte di un arcipelago di isole sviluppatein direzione N-S. I sedimenti del Pliocene Medio nell’area del Monte Cetonasono rappresentati da depositi carbonatici marini d’acqua bassa ricchi inalghe calcaree corallinacee e briozoi.

Lo studio ha analizzato la composizione tassonomica, le morfologie dicrescita e gli aspetti tafonomici delle comunità a corallinacee presenti inquesti depositi carbonatici. L’associazione ficologica consta di otto specieappartenenti alle Sottofamiglie delle Melobesioideae, Mastophoroideae eLithophylloideae. Tra le componenti biotiche, insieme alle corallinacee, sonocomuni briozoi, balanidi, serpulidi, echinoidi e foraminiferi bentonici. I se-dimenti carbonatici del Monte Cetona si depositarono appena al di sotto dellivello medio di base del moto ondoso, in un ambiente marino temperatod’acqua bassa che doveva caratterizzare l’area orientale del Mar Tirrenodurante il Pliocene Medio.CHECCONI, A., BASSI, D., PASSERI, L. & RETTORI, R., 2007. Coralline red algal assemblagefrom the Middle Pliocene shallow-water temperate carbonates of the Monte Cetona(Northern Apennines, Italy). Facies, 53(1), 57-66 [in inglese].

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Paleo newsa cura di Paolo [email protected]

GLI “UCCELLI DELTERRORE” NONINCONTRARONO GLIUOMINI

Titanis walleri, del Pliocene (5-1,8 milioni di anni fa) del NordAmerica, era un uccello di grandidimensioni con i suoi 2 m di altezzae un peso stimato di oltre 150 kg.Incapace di volare, questo animale,appartenente alla famiglia deiPhorusrhacidae, era carnivoro ecacciava grazie alle sue poderosezampe e al suo formidabile becco.Fino a poco tempo fa si credeva cheil genere Titanis si fosse estinto circa10.000 anni fa e che fosse cosìvenuto a contatto con l’uomo. Oraun team di ricercatori americano,guidato da MacFadden, del Museodi Storia Naturale della Florida, haportato l’età dell’estin-zione a circa2 milioni di anni fa. T. walleri siritiene sia stato il più granderappresentante della “famiglia degliuccelli del terrore”. Quest’articolo èapparso su Geology (vol. 35 (2),febbraio 2007).

ALCUNI DINOSAURIAVEVANO DITA OPPONIBILI

Phil Senter della Texas StateUniversity (USA), nel corso di unostudio condotto su Bambiraptor hascoperto che questo dinosauro, undromeosauride di circa 75 milioni dianni fa (Cretacico superiore) lungo

al massimo 2 metri, era in grado diafferrare la preda grazie alle sue ditaopponibili. Questo carattere non eramai stato riscontrato in nessundinosauro. L’esemplare di Bam-biraptor preso in esame, pur in“eccezionali” condizioni di conser-vazione, non mostra penne sebbeneil più vecchio rappresentante delgruppo dei “dromeosauridi”, Micro-raptor, presenti penne sugli artianteriori e posteriori, a testimonianzadella loro parentela con gli odierniuccelli. L’articolo è apparso sulJournal of Vertebrate Paleontology(vol. 26 (4), gennaio 2007).

L’AMBRA REGALA ANCORASORPRESE…

Un minatore dello statomessicano del Chiapas ha fatto unascoperta sensazionale: all’interno diun blocco di ambra ci sono i resti diuna rana lunga solo 1 cm.L’esemplare del piccolo anfibio,secondo lo studioso Gerardo Carbot,dell’Istituto di Storia Naturale edEcologia del Chiapas, sembraappartenere al genere Craugastor.Questo genere comprende variespecie di rane native dell’AmericaCentrale. Sebbene l’età del repertonon sia stata ancora “certificata”tuttavia è certo la roccia cheinglobava l’ambra risalerebbe a 25milioni di anni fa (Oligocenesuperiore). La speranza di Carbot è

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Paleo newsdi estrarre il DNA della rana per“riportarla in vita” ….Jurassic Parkdocet. La notizia è reperibile ininternet in vari siti, come per esempioNationalGeographic. com.

I DINOSAURI SCAVAVANOTANE

Sebbene la scoperta risalga al2004, solo ultimamente è statariportata la notizia della scoperta diun nuovo dinosauro. La nuovaspecie di dinosauro hypsilofodonte,chiamata Oryctodromeus cubicu-laris del Cretacico medio dellaBlackleaf Formation nel sud-ovestdel Montana (USA), dimostra chealcune specie di dinosauri potevanoscavare e vivere in tane. Orycto-dromeus era un dinosauro bipede, adieta vegetariana, lungo circa 2 m epesante circa 30 kg. Aveva il muso

modificato e lo scheletro irrobustitoper meglio scavare la propria tana. Iresti scheletrici, rinvenuti all’internodella tana, appartengono a unesemplare adulto e a due giovani.Le dimensioni dei due esemplarigiovani dimostra che i piccolirimanevano all’interno della tana persvariati mesi a dimostrazione dellacure parentali dei giovani. Questoritrovamento è stato fatto da un teamdi paleontologi guidato da D.Varricchio della Montana StateUniversity at Bozeman. Secondo iricercatori americani la capacità discavare gallerie avrebbe dato nonsolo protezione ai piccoli ma anchela possibilità di sopportare meglioambienti particolarmente aspri.L’articolo lo si può trovare neiProceedings of the Royal Society Bal collegamento “FirstCite EarlyOnline Publishing”.

“GIOCO A PREMI: SCOPRI L’INTRUSO”

...scoperto dinosauro chescavava gallerie

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Paleo newsI SAUROPODI NONAVEVANO NEL LOROSTOMACO UN “MULINOGASTRICO”

Una nuova ricerca condotta dalDr. Martin Sander dell’Università diBonn e il Dr. Oliver Wingsdell’Università di Tübingen mette indubbio una delle “pietre miliari” nellostudio sui dinosauri: i gastroliti, cioèle pietre che si riteneva venisseroingerite dai dinosauri vegetariani per“macinare” i vegetali di cui sicibavano, non avrebbero avutonessuna influenza nella digestione diquesti animali. Infatti esperimenticompiuti con gli struzzi hanno

confermato che le pietre ingoiate daquesti uccelli sono in parte “digerite”dagli acidi e che il numero di pietrecorrisponde soltanto al 1% dellamassa totale dell’animale. Nel casodei dinosauri la quantità di pietrerinvenute è veramente molto bassarispetto alla massa totale e comun-que non sempre vengono rinvenuteassociate ai resti fossili. Secondo idue autori le pietre potevano essereingerite inavvertitamente durante ilpasto o al più servissero come “sup-plemento di minerali”. Il risultatodella ricerca lo si può trovare nelnumero 1610 (Volume 274) delProceedings of the Royal Society B.

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Paleolibreriaa cura di Annalisa [email protected]

Evoluzione geologica delle Alpi Carniche, diCorrado Venturini; Edizioni del Museo Friulanodi Storia Naturale, Udine, 2006, rilegato, 208pp., 20€.

Friuli e Carnia sono le sole aree dellapenisola italiana in cui si possono vedere roccee raccogliere fossili dell’intera scala del tempogeologico, dal Paleozoico fino al Quaternario,attraverso Mesozoico e Terziario, per unospessore cumulativo di oltre 14 chilometri distrati. Le aspre e ripide valli carniche mostranocompiutamente aperte, strato per strato, leinnumerevoli pagine di pietra che raccontanola storia di questa terra. La successionerocciosa che forma l’ossatura portante dell’alto

Friuli è rappresentata da una sequenza di strati sedimentari e in piccolaparte vulcanici, spessa, strato su strato, oltre 10 chilometri; essa può essereparagonata ad uno speciale libro dalle infinite pagine, tutte scritte in unalingua ai più sconosciuta.

Il volume è stato concepito con l’intenzione di avvicinare i non specialistidel territorio alla comprensione degli affascinanti cambiamenti geologici emorfologici che l’alto Friuli ha attraversato nell’ultimo mezzo miliardo dianni.

Il testo si basa sulla ventennale esperienza geologica e geomorfologicamaturata dall’autore sui territori carnico-tarvisiani e friulani in genere. Ilrigore scientifico della trattazione è filtrato da un approccio semplice, ditipo descrittivo, al fine di rendere percepibile anche ai non esperti (studenti,appassionati, ...) i risultati dell’attività di ricerca che una carta geologicasolo in piccola parte riesce ad esprimere. L’evoluzione del territorio èpresentata descrivendo gli effetti e analizzando le cause che stanno alla

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base delle modificazioni puntualmente registrate nella serie stratigrafica delleAlpi Carniche.

In questo volume, che rappresenta la chiave di lettura, in versionesemplificata e facilmente fruibile, della “Carta Geologica delle Alpi Carniche”alla scala 1:25.000, edita dal Museo Friulano di Storia Naturale di Udine,l’evoluzione dell’alto Friuli è descritta e commentata in “presa diretta”utilizzando l’espediente del viaggio temporale che, dal lontano OrdovicianoSup. (460 milioni di anni fa), ci conduce verso il presente attraversando iltempo geologico e i progressivi mutamenti del territorio. Il racconto èriccamente illustrato da oltre 250 splendide immagini (bellissime in particolarele fotografie dei fossili!) che ne agevolano la comprensione.

I singoli capitoli corrispondono ai periodi geologici (Ordoviciano,Siluriano, Devoniano,... o parte di essi). Per ognuno la descrizione evolutiva(“Viaggiando nel tempo”) è seguita da una “Scheda delle unità” che riportai dati salienti delle unità stratigrafiche deposte nel relativo intervallo temporale.Le unità sono le stesse utilizzate nella “Carta Geologica delle Alpi Carniche”e presenti nella relativa legenda. In “Affioramenti” sono elencate le fasce e/o i nuclei caratterizzati dall’esposizione delle varie unità stratigrafiche. Inoltre,il paragrafo “Punti... di vista” suggerisce, per ogni unità e relativamente ai1.000 km2 di territorio cartografato, l’ubicazione degli affioramenti di voltain volta più significativi con l’indicazione di massima del percorso diavvicinamento. Ogni capitolo si conclude con una serie di suggerimentibibliografici (“Per saperne di più”), volti ad approfondire interessi specificiattraverso la lettura di articoli stampati nella letteratura scientificaspecializzata.

Il volume termina con il capitolo “Itinerari nel passato” in cui l’autoredescrive alcuni semplici itinerari geologici sul territorio, attraverso i qualiappassionati ed escursionisti possono imparare a leggere la geologia delleAlpi Carniche osservando in maniera diversa quelle particolarità del paesaggioche spesso incuriosiscono e nelle quali, se guidati da un esperto, è possibilericonoscere i tanti tasselli che opportunamente ordinati permettono diricostruire la storia remota della Carnia.

Il volume è distribuito dal Museo Friulano di Storia Naturale, viaMarangoni 39, 33100 Udine. Per informazioni: tel. 0432 584711, e-mail:[email protected]

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PALEOWEBa cura di Maurizio Gnoli

[email protected]

Siamo al No. 16 della rubrica PaleoWeb ecome sempre cerchiamo dimettere assieme qualche bella navigata attraverso la rete. Per puro caso misono imbattuto, o meglio, previo suggerimento dal National GeographicItalia, nel quale si riportava una bella immagine digitale di una felce, misono incuriosito e cercando un po’ mi sono imbattuto nel sito http://www.lifethroughtime.com/. Nella videata iniziale compaiono tre iconeprincipali: Start the Journey, More about LIFE, Purchase the Book.Cliccando sul titolo della primaicona compare un’immaginesottotitolata “ELEMENTS” al disotto del quale compare la scrittaSkip, cliccandoci sopra compareuna splendida immagine di unacolata lavica con due scritte: “viewthe timeline” e “view theslideshow”. Cliccate quest’ultimae state a vedere! Il programma,con Internet Explorer, e credoanche in Mac, procede da solofacendovi lustrare gli occhi con 86stupende immagini digitali sottotitolate. Non vi dico altro…. È tutto daesplorare! Ogni tanto anche gli occhi vogliono la loro parte. Per i più curiosiè possibile accedere alle immagini in vari modi che scoprirete da soli. Potetesalvarle, proiettarle, organizzarle in spettacolino, ecc.

Come vedete non mi faccio più tanti pensieri per le lingue straniere e aquesto proposito, tornando alla Paleontologia più pragmatica, suggerirei divisitare la home page di Klaus Ebel, un ingegnere specializzato inbiomeccanica, che esprime le sue idee paleo ed autecologiche,apparentemente insolite, molto bene http://www.ebel-k.de/Aims/aims.html.Andate al sito http://www.ebel-k.de/index.html e se volete potete limitarvialle pagine in lingua inglese riguardanti il modo di vita delle ammoniti infunzione del loro guscio http://www.ebel-k.de/Ammoniten/Ammovortrag1/ammovortrag1.html, la biomeccanica dei dinosauri http://www.ebel-k.de/

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dinosaurs1/dinosaurs1.html, comefunziona la locomozione natatoria deivertebrati http://www.ebel-k.de/Loco1/loco1.html, http://www.ebel-k.de/Swimmers/swimmers.html, e tantoaltro.

Visto che siamo passati a siti piùarticolati andate al http://palaeo.gly.bris.ac.uk/dinosaur/Allobone.gifper vedere in dettaglio come simuoveva l’Allosaurus o uno scontrofra Velociraptor con Protoceratopshttp://www.amnh.org/exhibitions/fightingdinos/video2.html

Tanto, tanto tempo fa nel BurgessShales Lagerstätte http://homepage1.nifty.com/burgess/aa.html nuotava il primo grande predatore della terra:l’Anomalocaris canadensis, che condivideva l’ambiente con altri stranissimianimali quali Opabinia regalis, Marrella splendens e tanti altri che potetetrovare al http://www.geo.ucalgary.ca/~macrae/Burgess_Shale/. I cinesi

hanno trovato nel Chengjiang la stessasorprendente fauna primordiale, avolte meglio conservata di quella diBurgess, e dell’Anomalocaris nehanno ricostruito un modellomeccanico. Da qui alle animazionicomputerizzate il passo è stato breve.

Adesso cambiamo argomento:quando da ragazzo stavo guardandoin televisione il primo sbarco dell’uomosulla Luna avevo accanto mia nonnaEmma, alla quale espletavo il miogiovanile entusiasmo. Mi guardò, emolto soavemente aggiunse: haistudiato tanto ma sei rimastoignorante, non vedi che è un film!Perché vi dico questo? Perché “non è

oro tutto quello che luccica”! Si è detto e scritto tanto sull’estinzione deidinosauri avvenuta 65 milioni d’anni fa dovuta all’impatto del meteorite“Chicxulub”, e poi altrettanto validi scienziati con altrettanto validi motivine discutono ancora. Curiosità forse, in http://geoweb.princeton.edu/people/faculty/keller/chicxpage1.html , e non solo dalla rete, s’impara che forseesistono grosse discrepanze specialmente riguardanti la data (5 milioni d’anninon sono un inezia) dei due eventi.

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GLI INDIRIZZI ELETTRONICI DELLA S.P.I .

Bollettino della Società Paleontologica Italiana [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected]

... E QUELLI DEI CURATORI DELLE RUBRICHE DI PALEOITALIA

Notizie Italiane [email protected] PaleoLex [email protected] [email protected] Paleoweb [email protected] [email protected] Agenda [email protected]

Per ultimo, a chi piacciono ledino-ricostruzioni, magari contanto colore, può visitare il sitoh t tp : / /www.cr i t te rs .p ixe l -shack.com/GalleryA.htm e conquesto credo proprio di averesoddisfatto le vostre aspettative.

Navigate, navigate tanto dapotermi scrivere con le vostreproposte. La rete è grande comeil mondo, alias “World WideWeb”. Alla prossima!

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AgendaConvegni e Congressi

Federazione Italiana di Scienze della Terra

Geoitalia 2007VI Forum Italiano diScienze della Terra

12-14 settembre 2007Rimini

Per informazioni: www.geoitalia.org

Subcommision on Silurian Stratigraphy

Time and Life in the Silurian:a multidisciplinary approach

4-11 giugno 2009Cagliari

Per informazioni: www.unica.it/silurian2009e-mail: [email protected]

Stato dell’arte della ricercapaleobotanica e palinologica

in Italia dal Plioceneal Pleistocene medio

17-18 dicembre 2007Roma

Vedere la finestra a pag. 43

30 milioni di anni fa una forestatropicale a Stella Santa Giustina

17 aprile – 29 luglio 2007Genova

Museo di Storia Naturale“G. Doria”, via bri-gata Liguria 9, Genova

Orario: mar-ven 9.00-19.00sab-dom 10.00-19.00

Vedere la finestra a pag. 42.

Mostre

Miniere e mineralidella montagna friulana

giugno– novembre 2007Ampezzo (UD)

Museo geologico della Carnia, piazza Roma,Ampezzo (Udine)

Per informazioni: www.carniamusei.it

Società Geologica Italiana

xx riunione estiva dellaSocietà Geologica Italiana

15-17 settembre 2008Sassari

Per informazioni: www.socgeol2008.org

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UNA MOSTRA SULLE FILLITI OLIGOCENICHE DEL SAVONESE

30 milioni di anni fa una foresta tropicalea Stella Santa Giustina

17 aprile – 29 luglio 2007Genova

Museo di Storia Naturale “G. Doria”

Nell’ambito Bacino Terziario Piemontese la zona di S. Giustina assume unaparticolare importanza per la ricchezza in resti fossili di piante superiori, le cosiddetteFilliti, risalenti all’Oligocene inferiore. Le ricostruzioni paleoambientali disegnano l’areacome un’antica pianura alluvionale con aree di esondazione, meandri, piccoli laghi,dove potevano accumularsi grandi quantità di resti vegetali. Il complesso di specieindividuate, caratterizzato tra l’altro dalla presenza di felci arboree e di palme di grandidimensioni, ha un carattere di tipo tropicale e permette di individuare un ambienteconfrontabile con quello di molte foreste tropicali umide attuali.

La scoperta delle Filliti di S. Giustina, una delle più importanti flore oligocenicheeuropee, è legata alla figura di Don Deogratias Perrando, parroco di Stella S. Giustinadal 1857 al 1889, appassionato naturalista, amico e guida di geologi e paleontologicome L. Pareto, E. Sismonda, G. Michelotti, T. Taramelli e, soprattutto, A. Issel. Egliraccoglie una imponente collezione di rocce, minerali, reperti paletnologici e fossili, dicui le Filliti costituiscono uno dei nuclei più importanti. Sotto la direzione di Issel lacollezione di Filliti viene affidata per lo studio prima a S. Squinabol e poi a P. Principi,che pubblicheranno su di esse importanti monografie. La Collezione attualmente faparte del patrimonio museale del Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sueRisorse dell’Università di Genova (Dip.Te.Ris.). La presenza di questa notevoleemergenza paleontologica rappresenta uno dei punti più importanti del Parco del Beigua- Beigua Geopark, territorio riconosciuto a livello internazionale come GeoparcoEuropeo e Mondiale sotto l’egida dell’UNESCO.

La mostra vuole portare un contributo alla diffusione della cultura geologica e inparticolare alla conoscenza del patrimonio geo-paleontologico del territorio ligure.

Oltre a pannelli esplicativi verranno esposti esemplari tra i più significativi dellecollezioni del Dip.Te.Ris. e del Museo di Storia Naturale “G. Doria”.

La mostra, frutto della collaborazione tra l’Ente Parco del Beigua, Dip.Te.Ris. -Università di Genova e Museo di Storia Naturale “G. Doria”, è allestita nella Sala diPaleontologia del Museo Civico di Storia Naturale “G. Doria”, via brigata Liguria, 9- Genova.

Orari di aperturamartedì-venerdì 9.00 – 19.00sabato-domenica 10.00 – 19.00lunedì chiuso.

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WORKSHOP

Stato dell’arte della ricerca paleobotanica e palinologica in Italiadal Pliocene al Pleistocene medio

17 e 18 dicembre 2007Roma, Università “La Sapienza”

I titoli dei contributi (solo orali) dovranno essere spediti alla dott. Sadori ealla prof. Mazzanti entro il 30 settembre, l’abstract è da inviare entro il 30ottobre. Una mezza giornata sarà impiegata per il confronto sui fossili in unlaboratorio attrezzato.

Per informazioni:Dr. Laura Sadori - Dipartimento di Biologia Vegetale , Università “La Sapienza”, P.le A.Moro 5, 00185 Romae-mail: [email protected] fax +39 06 49912279

QUANTE VOLTE TI HODETTO DI NON METTERTI

IL DITO SU PER ILNASO!!!

scoperto l’uso del pollice in Iguanodon

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ELENCO ALFABETICO DEI SOCIal 31 dicembre 2006

I soci sono pregati di controllare i loro indirizzi di posta elettronica e di segnalareeventuali errori e/o omissioni inviando un messaggio di posta elettronica alla Segre-teria ([email protected]) e alla Tesoreria ([email protected]) della So-cietà. Grazie per la collaborazione

ABBAZZI Laura; Viale Alessandro Volta 43; 50131 Firenze; [email protected] SINICA (Library) - Nanjiing Institute of Geology and Paleontology; Chi Ming Ssu; 210008 Nanjing;

CinaACCORNERO Gualtiero; Via Sempione 256; 10154 Torino; [email protected] UNIT (DSC-AO); British Library; Boston Spa; LS23 7BQ Wetherby -W Yorks; United KingdomAGOSTI don Guido; Via D. Zeffirino Iodi 2; 42100 Reggio EmiliaAGOSTINELLI Giorgio; c/o SITEP E&P; Technical Serv. Dpt., Via dei due Macelli, 66; 00187 Roma;

[email protected] Silvano; Soprintendenza Archeologica- Serv.Geol.Pal.; Via dei Tintori 1; 66100 Chieti;

[email protected] Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S.Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;

[email protected] Sara;Via di Santa Angela Merici 70; 00100Roma; [email protected] Giovanni; Via Fonda 111; 41053 Maranello (Mo)ANGELELLI Francesco; Dipartimento Servizi Tecnici Nazionali; Via Curtatone 3; 00185 Roma;

[email protected] Chiara; Via Berengario 11 A; 00162 Roma; [email protected] Lucia; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] Deborah; Via S. Marco 51; 34100 Trieste; [email protected] Marisa; Via Logudoro 10; 08025 Oliena (Nu)ARENA Concetto; Via Gianforma 32; 97010 Frigintini (Rg); [email protected] Patrizia; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 Perugia; [email protected] Antonio; Via Mazzini 21; 33017 Tarcento (UD); [email protected] Giovanni; Via Alle Ville 14\; 23815 Introbio (LC); [email protected] Gabriele; Via Martiri della Libertà 203D; 48024 Massalombarda (Ra)ASSOCIAZIONE ONLUS G.E.A; Piazza Farinata degli Uberti 8; 50053 Empoli (Fi)ASSOCIAZIONE PALEONTOLOGICA MICHELE GORTANI; Villa Comunale; Via Seminario 5; 30026 Portogruaro

(Ve)ASTRACEDI Marco; Via G. D’Annunzio 11, fraz. S. Biagio; 60027 Osimo (An) [email protected] Marco; Museo Tridentino di Scienze Naturali; Via Calepina 14; 38100 Trento; [email protected] Augusto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze;BACCHI Manuele; Via Alessandro Volta 149; 50131 Firenze; [email protected] Andrea; Via Vincenzo Ferrari 2/1; 42100 Reggio EmiliaBAGLIONI Francesco; Via G. Ricci Curbastro 56; 00149 RomaBAGNOLI Gabriella; Dipartimento Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] Eugenio; Via Mossi 30; 27100 Pavia; [email protected] Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] Filippo; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;

[email protected] Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;

[email protected] Roberto; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;

[email protected] Ugo; Via Achille Papa 20; 25100 Brescia; [email protected] Stefania; Via Giampaolo Orsini 28; 50126 FirenzeBARRA Diana; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 NapoliBARTOLI Omar;Via Pini 9; 06122 Bagnolo in Piano (RE)BARTOLUCCI Stefano; Via Etruria 12; 06018 Trestina (Pg); [email protected] Davide; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Saragat 1; 44100 Ferrara; [email protected]

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BASSO Daniela; Dipartimento di Scienze Geologiche; Piazza della Scienza 4; 20126 Milano;[email protected]

BEI Domenico; c/o Museo dei Fossili e dei Minerali di M. Nerone; Via XX Settembre; 61042 Apecchio (Pu)BELLAGAMBA Mariella; Via B. Sforza 49; 61029 Urbino (Pu)BELLOMI Alessandro; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 MilanoBELLOMO Ernesto; Via Boner 49; 98121 MessinaBENETTI Attilio; Via Covolo 1; 37030 Velo Veronese (Vr)BENETTI Giuseppe; Via Montini 11; 25062 Concesio (Bs); [email protected] BIBLIOTHEK; Agricolastrasse 10; D-09599 Freiberg; GermaniaBERGAMIN Luisa; Via Duchessa di Galliera 76/19; 00151 Roma; [email protected] Maurizio; Via L. Spallanzani 45; 41100 ModenaBERNARDINI Ettore; Via Roma 108; 47025 Mercato Saraceno (Fc)BERNASCONI Maria Pia; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata Di

Rende (Cs); [email protected] Francesca; Via della Colombella 115; 43039 Palestrina (RM); [email protected] Fabrizio; Parco Fluviale Regionale dello Stirone; Via Loschi 5; 43039 Salsomaggiore Terme (Pr)BERTAMINI Roberto; Via A. Pacinotti 4/1; 16510 GenovaBERTINI Claudio; Via Pedemontana 34; 06144 Vignale di Traversetolo (PR)BERTOIA Fabio; Via G.R. Fogliani 51; 42100Reggio Emilia; [email protected] Luca; Via Manzotti 35; 42015 Correggio (Re); [email protected] DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via Trentino 51; 09127 CagliariBIBLIOTECA AREA TECNICO-SCIENTIFICA; Università della Calabria; Campus Arcavacata, Piazzale Chiodio/

Blocco 2; 87036 Arcavacata Di Rende (Cs)BIBLIOTECA CENTRALE; Università degli Studi, Fac. Scienze MM.FF.NN.; Nucleo S. Miniato, Via A. Moro 2;

53100 SienaBIBLIOTECA CIVICA; Via Museo 12; 36061 Bassano Del Grappa (Vi)BIBLIOTECA FAC. DI SCIENZE MM.FF. NN.; C. di Laurea Scienze Geologiche, Via dei Vestini; Campus

Universitario di Madonna delle Piane; 66013 Chieti Scalo (Ch)BIBLIOTECA GEOLOGIA-SCIENZE DELLA TERRA MILANO C/O LICOSA; Via Duca di Calabria 1/1; 50100 FirenzeBIBLIOTECA GEOMINERALOGICA; Via La Pira 4; 50100 FirenzeBIBLIOTECA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI URBINO; Area Scientifica; Località Crocicchia; 61029 UrbinoBIBLIOTECA UNIVERSITAT DE BARCELONA; Secciò de Geologia; Marti i Franques s/n.; E-08028 Barcelona; SpainBIBLIOTHEQUE DE L’UNIVERSITÉ DE BOURGOGNE; Section Sciences Economie; 6 rue Sully; F-21000 Dijon;

FranceBINUTTI Romano; Via Forame 10; 33040 Attimis (Ud); [email protected] Francesca; Via Vestina 352; 65016 Montesilvano (PE); [email protected] Fabrizio; Cannaregio 1269/A; 30121 VeneziaBONCI Maria Cristina; Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse; Corso Europa 26; 16132

Genova; [email protected] Alessio; Via dei Ciclamini 1; 30030 Oriago di Mira (VE); [email protected] Laura; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Sperone 31; 98166 S. Agata Di Messina;

[email protected] Francesca; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4; 41100

Modena; [email protected] Alessandro; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] Alberto; Via Schubert 2; 36078 Valdagno (Vi)BOTTINO Cecilia; Via Garigliano 72; 00198 Roma; [email protected] FORGIOT Lisa; Via Roma 4; 10010 Alice Superiore (To); [email protected] Gian Pietro; C.P. 793; 35122 Padova Centro; [email protected] Giuseppe; Via Pittoni 16; 34100 Trieste; [email protected] David; Via Himmelreichstrasse 6; 39031 Brunico (Bz)BRIGUGLIO Antonino; Via Pietro Maffi 67; 00168 RomaBRUNETTI Mauro; Via 28 Settembre 1944, n. 2; 40040 Rioveggio (Bo); [email protected] Neldo; Via del Monte 2; 63020 Smerillo (Ap)BUCCHERI Giuseppe; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 PalermoBUELLI Federico; Via G. Pascoli 17; 24060 Telgate (BG); [email protected] F. GEOWISSENSCHAFTEN & ROHSTOFFE; Bibliothek; Stilleweg 2 - Postf. 510153; D-30655

Hannover; GermaniaBURATTI Helmuth; Viale Druso 335/c int.7; 39100 BolzanoBUSULINI Alessandra; Via Cà Rossa 117/3; 30174 Mestre (Ve); [email protected] Roberto; Via de Nicola 27; 09027 San Sperate (Ca)CACCAMO Giuseppe; Via S.Assemani 92; 00125 Acilia (Roma); [email protected]

PALEOITALIA46

CALZADA S.; Museo Geologico del Seminario; C/Diputacion 231; E-08028 Barcellona 7; SpagnaCANZONERI Vincenzo; Via Floreastano Pepe 6; 90139 Palermo; [email protected] Pierfrancesco; Via A. da Sangallo 4; 37138 VeronaCARAMIELLO Salvatore; Sovrintendenza Archeologica, Via dei Tintori 1; 66100 ChietiCARAVÀ Nunzia; Via Palmerino 69; 90129 PalermoCARBINI Enrico; Piazza Vittoria 20; 60036 Montecarotto (An)CARBONI M. Gabriella; Dip. Scienze della Terra, Università La Sapienza; P.le A. Moro 5; 00185 Roma;

[email protected] Maurizio; Via XX Settembre 65; 22026 Maslianico (Co); [email protected] Giorgio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S: Maria 53; 56100 PisaCAROSI Michelangelo; Viale De Gasperi 35; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)CARTA Nicola; Via E. Lussu 21; 09040 Settimo San Pietro (Ca); [email protected] Brunella; Casella postale 12; 50014 Fiesole (Fi)CASALINI Dorotea; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)CASALINI Francesco; Casella Postale 12; 50014 Fiesole (Fi)CASALINI Michele; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)CASALINI Simona; c/o Casalini Libri; Via Benedetto da Maiano 3; 50014 Fiesole (Fi)CASIERI Sara; Via Pietro Ubaldo Angeletti 58b; 00166 Roma; saracasieri@hotmailCASSARINO Giovanni Silvio; Via Carducci 139; 97100 Ragusa; [email protected] Luciano; Via G. Orosi 35; 57121 LivornoCAVALAZZI Barbara; Via Massari 37; 70050 S. Spirito-Bari; [email protected] Alberto; Via dell’Arcolaio 44/A; 50137 FirenzeCECCA Fabrizio; Lab. de Micropaléontologie,Univ. Pierre et Marie Curie; - ParisVI, Case 104 - 4 Place

Jussieux; F-75525 Paris Cedex 05; Francia; [email protected]. Reg. per la Progettazione e il Restauro e le Scienze Naturali ed Applicate ai Beni Culturali; Via Cristoforo

Colombo 52; 90142 PalermoCERATI Roberta; Via Rosselli 26; 21057 Olgiate Olona (Va); [email protected] Alessandro; Via Felsina 29; 40139 Bologna; [email protected] Federico; Via Maccagnano 170; 42100 Reggio EmiliaCESTARI Riccardo; Via F. Lanciani 32; 48100 RavennaCHECCONI Alessio; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università 1; 06100 PerugiaCHERCHI Antonietta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] Barbara; Via G. Parini 4; 09100 Serramanna (Ca)CHIARI Marco; C.N.R. - Istituto di Geoscienze e Georisorse; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 CamerinoCIAMPO Giuliano; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 NapoliCIMINELLI Francesco; Via dei Saraceni 7; 87012 Castrovillari (Cs)CIOPPI Elisabetta; Museo di Storia Naturale - Sez. Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] Gaetano;Via Einaudi 6/A; 24055 Cologno al Serio (Bg)CITA SIRONI Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 MilanoCOBIANCHI Miriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected] Rodolfo; Istituto di Geologia dell’Università; Campus Scientifico, Località Crocicchia; 61029 Urbino

(Pu); [email protected] Maria Alessandra; Dipartimento di Scienze della Terra, Università; La Sapienza, P.le Aldo Moro 5;

00185 Roma; [email protected] Stefano; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena; [email protected] DE CASTRO Maria Grazia; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli;

[email protected] Carlo; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] Domenico; Piazza Martiri Partigiani, 36; 41049 Sassuolo(Mo); [email protected] Maria Giovanna; Via dei Tulipani 21; 09047 Selargius (Ca); [email protected] Nicola; Via della Repubblica 28B; 64029 Silvi Marina (Te); [email protected] Elena; Via Pranu de Funtana; 09021 Barumini (Ca);CROVATO Paolo; c/o Società Reggiana di Malacologia; Casella Postale 436; 80100 NapoliD’ALESSANDRO Assunta; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 BariD’ARPA Carolina; Via Regione Siciliana SE 702; 90129 PalermoD’ORAZI Porchetti Simone; Via Centuroni 27; 02100 RietiDA PRATO Simone; Via Venezia 179; 55048 Torre del Lago (Lu); [email protected] VECCHIA Fabio Marco; Via Marche 33; 33100 Colloredo Di Prato (Ud); [email protected] Giovanni; Via Romana 10; 42020 Borzano Di Albinea (Re)DE ANGELIS EVANS Liliana; Viale Muratori 189; 41100 ModenaDE BLASIO Fabio; Lillevannsveien 22D; 0788 Oslo; Norvegia

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DE CAPOA Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] CASTRO Piero; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] FIORIDO David; Località Santa Croce 579; 34100 TriesteDE TUONI Francesco; Via Galilei 1; 31027 Spresiano (Tv)DEL RE Maria Carmela; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 NapoliDEL RIO Myriam; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] Massimo; Via San Grato 12; 10090 Romano Canavese (To); [email protected] Romano; Via Lauro Rossi 8; 62100 MacerataDHONDT Annie V.; Dept. Paleontology, Koninklijk BelgischInstituut voor Natuurwetenschappen; Vautierstr.

29; B-1000 Brussel; Belgio.DI BELLA Letizia; Via Nicolò Piccinni 25; 00100 RomaDI CANZIO Emanuele; Contrada Colle della Corte 10; 64020 Montepagano (Te); [email protected] CENCIO Andrea; Via Pescara 24 ; 66013 Chieti Scalo (Ch)I; [email protected] DONATO Valentino; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 NapoliDI GIACOMO Giorgio; Via Giovanni Muriana 36; 97015 Modica (Rg)DI PRIZIO Giuseppe; Via Cesare Battisti 247; 70019 Triggiano (Ba); [email protected] STEFANO Agata; Via Cervo 42/A; 95024 Acireale (Ct); [email protected] STEFANO Giuseppe; Via Pomposa 11; 00142 RomaDIECI Giovanni; Via Moreali 214; 41100 ModenaDIENI Iginio; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;

[email protected] DI GEOLOGIA E GEOFISICA; Campus Universitario; Via E. Orabona 4; 70125 BariDIPARTIMENTO DI GEOLOGIA, PALEONTOLOGIA E GEOFISICA; Via Giotto 1; 35137 PadovaDIPARTIMENTO DEL MUSEO DI PALEOBIOLOGIA E DELL’ORTO BOTANICO; Via Università 4; 41100 ModenaDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Via S. Maria 53; 56126 PisaDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Università “La Sapienza”; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 RomaDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca R. Malaroda; Via Valperga Caluso 35; 10125 TorinoDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca, Sig.ra Giovanna Cricchi; Piazza dell’Università; 06123

PerugiaDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Parco Area delle Scienze 157/A; 43100 ParmaDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Blocco B, Via Saragat 1; 44100 FerraraDIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA; Biblioteca; Largo S. Marcellino 10; 80138 NapoliDIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146 RomaDIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE; Sezione di Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 57; 95129 CataniaDIPARTIMENTO DI SCIENZE GEOLOGICHE, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 2 Comprensorio S. Giovanni;

34127 TriesteDIVERSI Stefano; Via Don Luigi Sturzo 21; 60044 Fabriano (An)DOMENELLA Paolo; Via Regina Margherita 180; 62012 Civitanova Marche (Mc)DONADEO Giuseppe; Via Medico Longo 4; 73024 Maglie (Le)DONZELLI Stefano; Via Mameli 13; 61011 Gabicce Mare (Pu); [email protected] LIBRARY; Cornell University; Carpenter Hall; 14853-2201 Ithaca (N.Y.); U.S.A.ERBA Elisabetta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] Daniela; “Dip. di Scienze della Terra, Università “”La Sapienza”””; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma;

[email protected] -BIBLIOTHEK; Erdwissenschaften; Raemistrasse 101; CH-8092 Zürich; SvizzeraFAKULTÄTBIBLIOTHEK FÜR NATURWISSENSCHAFTEN; Hellbrunnerstrasse 34; A-5020 Salzburg; AustriaFAMIANI Federico; Via Monteverde 16; 06029 Valfabbrica (Pg); [email protected] Fabio; Via Cagliari 37; 08045 Lanusei (Nu); [email protected] Giovanni Paolo; Viale dei Tigli 4; 33038 San Daniele Del Friuli (Ud)FASSI Paolo; Via Molinetto di Lorenteggio 47; 20094 Corsico (Mi)FERRARI Alessandro; Via Mazzini 12; 41057 Spilamberto (Mo)FERRARI Chiara; Via Baldini 1; 41057 Spilamberto (Mo)FERRARI Roberto; Via Cividale 48/A; 34076 Romans d’isonzo (GO)FERRERO Elena; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;

[email protected] Alberto; Via Mariotti 13; 61043 Cagli (Pu)FERRETTI Annalisa; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4; 41100

Modena; [email protected] Marco Peter; Via Capanna 11; 60019 Senigallia (An)FIGUS Billy; Via S. Pasquale 137; 34100 Trieste; [email protected] Giulia ; Via dei Leo 10; 34141 Trieste; [email protected] Maurizio; Via Grocco 16; 50047 Prato; [email protected]

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FRAVEGA Patrizia;Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse; Corso Europa 26; 16132Genova.

FREDIANI Piero; Via G. Masini 148; 50051 Castelfiorentino (Fi)FREGNI Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale S. Eufemia 19; 41100 Modena;

[email protected] Virgilio; Via Salaria 93; 00016 Monterotondo (Rm)FRISATTO Walter; Via C. De Maria 5; 10086 RIVAROLO C.Se (TO); [email protected] Stefano; Via Salento 73; 00162 Roma; [email protected] Maurizio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;

[email protected] Hans; Strada Bergamina 61; 43100 Parma; [email protected] Enrico; Via Bidone 10; 10125 TorinoGARILLI Vittorio; Via Alla Falconara 34; 90136 Palermo.GARONETTI Paolo; Via Michele Moretti 22; 47900 Rimini.GATTO Roberto; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;

[email protected] Jean; Rue du Docteur Magnan 17; F-75013 Parigi; FranciaGENNARI Alberto; Via Galilei 58; 73020 Cavallino (Ve)GEOLOGICAL SURVEY LIBRARY- EXCHANGE; PS 85 Klarov 3; 11800 Praha 1; Repubblica CecaGEOLOGICAL SURVEY OF CANADA; Library; 3303 33rd Street; T2L 2A7 N.W. Calgary (Alberta); CanadaGEOLOGISCH-PALAONTOLOGISCHES INSTITUT; Universitat Munster Bibliothek; Corrensstrasse 24; D-48149

Munster; GermaniaGEOLOGY LIBRARY; Yale University; P.O. BOX 208109; CT 06520 New Haven 8109; U.S.A.GIACCONE Thalassia; Via XX Settembre 27; 95027 San Gregorio Di Catania (CT); [email protected] Amedeo; Via Monviso 6; 21054 Fagnano Olona (Va)GIANOLLA Daniele; Via E. Carciolli 3; 00156 Roma.GIGLIO Salvatore; Contrada Settefrati; 90015 Cefalu’ (Pa)GIOVINAZZO Caterina; Via Leonardo da Vinci 41; 00030 Labico (Roma); [email protected] Angela; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via E. Orabona 4; 70125 Bari; [email protected] Paolo; Via Laurentina 622; 00143 RomaGIULINI Saverio; c/o Dipartimento di Matematica; Via Dodecaneso 35; 16146 GenovaGIUNTELLI Pietro; Via Torino 60; 10076 Nole C.Se (To); [email protected] Elsa; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145 Roma;

[email protected] Maurizio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ; 41100

Modena; [email protected] Carlo; Viale A. Des Genejs 43/2; 16148 GenovaGOZZI Erika; Via S. Bernardo 21; 33010 Reana Del Rojiale (UD)GRAMIGNA Pierparide; Via Aldo Moro 15; 87010 Malvito (Cs); [email protected] Stefano; Via Terracini 4; 43015 Noceto (Pr)GRECCHI Glauco; Via Cenisio 74; 20154 MilanoGRECO Antonio; Via Aquileia 5; 90144 PalermoGROSSI Francesco; Dip. Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00145

Roma; [email protected] GEO-PALEONTOLOGICO VOGHERESE; Museo di Paleontologia e Scienze Naturali; Via Gramsci 1;

27058 Voghera (Pv)GRUPPO NATURALISTA BUSTESE; “c/o Centro Socio Culturale “”Il Cortiletto”””; Via Biagio Bellotti, CP 79;

21052 Busto Arsizio (Va)GRUPPO PALEONTOLOGICO “LA XENOPHORA”; c/o Moroni Giovanni; Via Bezzecca 1; 29017 Fiorenzuola

D’arda (Pc)GRUPPO SPELEOLOGICO MONFALCONESE, A.D.F.; c/o Museo Paleontologico Cittadino; Via Valentinis 134,

C.P. 43; 34174 Monfalcone (Go)GUERRI Tiziana; Via Catte 53; 08100 Nuoro; [email protected] Adriano; Dipartimento di Scienze della Terra , Università della Calabria; 87036 Rende (Cs)GUIDOTTI Guido; Via Selvelli 3; 61032 Fano (Pu); [email protected] Vittorio; Via Belluno 40; 41100 ModenaHISTON Kathleen; Via Mazzini 4, Ganna; 21039 Valganna (Va); [email protected] GEOLOSKI INSTITUT; Knjiznica, Sachsova 2; 10000 Zagreb; CroaziaINSTITUT FÜR GEOLOGIE-PALÄONTOLOGIE; Universität Graz; A-8018 Graz; AustriaINSTITUT FÜR PALÄONTOLOGIE; Der Universität Würzburg; Pleicherwall 1; D-97070 Wurzburg; GermaniaINSTITUTO GEOLOGICO & MINEIRO; Nucleo de Biblioteca e Publicaoes, Estrada da Portela Zambujal, Apartado

7586; P-2720 Alfragide; Portogallo

PALEOITALIA 49

ISTITUTO DI SCIENZE GEOLOGICHE MINERALOGICHE; Corso Angioy 10; 07100 SassariJELLINEK Thomas; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberganlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main;

Germania; [email protected] Michael A.; Department of Geological Science University College; Gower Street; WC1E6BT London;

Inghilterra; [email protected] Tassos; Dip. di Scienze Geologiche, Università di Roma 3; Largo S. Leonardo Murialdo 1; 00146

Roma; [email protected] Evelyn; Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige; Via Bottai 1; 39100 Bolzano;

[email protected] PERNA Rafael; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70123 Bari; [email protected] Luciano; Via San Donato 52; 43100 Parma; [email protected] Giuseppe; Via Crispi 36; 31012 Cappella Maggiore (Tv)LECCHI Gabriella; c/o SIAP INTERNATIONAL SRL; Via Chiossetto 18; 20122 MilanoLEONE Francesco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] Mario; Via C. Linneo 6; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)LIBRARIAN AUSTRALIAN GEOLOGICAL SURVEY Organisation; G.P.O. Box 378; ACT 2601 Canberra; AustraliaLIBRARIAN (Acquisitions); Institute of Geological and Nuclear Sciences; bOx 30-368; Lower Hutt; Nuova

ZelandaLIBRARY INSTITUT VOOR AARDWETENSCHAPPEN; Budapestlaan 4; P.O.B. 80.021; 3508 TA Utrecht; OlandaLIBRARY OF EARTH SCIENCES; University of Vienna; Althanstraße 14; A-1090 Wien; AustriaLIGIOS Silvia; Dipartimento di Scienze Geologiche; Largo S.L. Murialdo 00146 Roma; [email protected] HALL LIBRARY; Serial Department 5109 Cherry; 64110 Kansas City, Mo; U.S.A.LOZAR Francesca; Dipartimento di Scienze della Terra; Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;

[email protected] Manuela; Via Anacarsi Nardi 35; 41100 Modena; [email protected] Claudia; Via Bogatto 2; 13100 VercelliLUZI Tiziano; Via degli Iris 1; 63100 Ascoli Piceno; [email protected] Francesco; Via Sacco e Vanzetti 25; 06063 Magione (Pg)MAGENES Paolo; Via Bari 22/A; 20143 Milano; [email protected] Michele; Via Barcellona 3; 86021 Boiano (Cb)MALAGOLI Paolo; Via Tosatti 48; 41038 San Felice Sul Panaro (Mo)MALAGUTI Giuseppe; Viale XX Settembre 7; 41049 Sassuolo (Mo)MAMMINO Armando; Via Povegliano 8 - Camalò; 31050 Povegliano (Tv); [email protected] Davide; Corso Traiano 24/8; 10135 Torino; [email protected] Giovanni; Via R. Bonu 3; 09170 OristanoMANAZZONE Rafaello; Dean Funes 1465 I°P.D.6; 1244 Buenos Aires; ArgentinaMANCIN Nicoletta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 Pavia; [email protected] Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc);

[email protected] Giuseppe; Dipartimento di Biologia Evolutiva; Via Mattioli 4; 53100 SienaMANGANO Gabriella; Via Padre Popieluszko 17; 98040 Giammoro (Me); [email protected] Riccardo; Box 11, Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma; [email protected] Vittorio; Via S. Bellotti 5-24; 16144 GenovaMARCHIONNE Enrico; Vocabolo S. Giovanni 11; 05032 Calvi Dell’umbria (TR); [email protected] Federica; Via Angiolo Tommasi 27; 57128 Livorno; [email protected] Marta; Dipartimento di Scienze della Terra; Via G. la Pira 4; 50121 Firenze;

[email protected] Maria Concetta; Via Paolo Vasta 50; 95024 Acireale (Ct); [email protected] Nino; Via Val di Lanzo 93; 00141 RomaMARRA Antonella Cinzia; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31 - CP 54 -; 98166 Messina-

Sant’agata; [email protected] Maurizio; Via Filippo Turati 132; 93100 CaltanisettaMARSIGLI Sandro; c/o Museo di Ecologia e Storia Naturale; Piazza Matteotti 28; 41054 Marano Sul Panaro

(Mo)MARSILI Stefano; Via Abruzzi 8; 55045 Pietrasanta (Lu)MARTINETTO Edoardo; Via Ciriè 22; 10070 San Carlo Canavese (To); [email protected] Federico; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 PalermoMASSAMBA N’SIALA Isabella; Via J. Da Todi 46; 41100 Modena; [email protected] Adelaide; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Arcavacata di

Rende (CS); [email protected] Ruggero; Dip. di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; Piazzale Aldo Moro 5; 00185

Roma; [email protected]

PALEOITALIA50

MAZZA Daniela; Via San Rocco 5; 74024 Manduria (Ta); [email protected] Paul; Museo di Storia Naturale - Sez. di Geol. e Paleont.; Via G. La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Lsterina 8; 53100 SienaMAZZINI Ilaria; Via Mario Menghini 36; 00179 RomaMEDICI Maria Chiara; Dipartimento di Scienze Geologiche; Largo S.L. Murialdo; 00146 Roma;

[email protected] Antonio; Via A. Catalani 9 (Pal. Poloni); 73100 LecceMELIS Romana; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste;

[email protected] Luciano; Via Scutari 1; 20127 Milano; [email protected] Nico; Via A. Ristori 7; 20129 MilanoMICARELLI Aurora; Via Narco 16; 62032 Camerino (Mc)MICULAN Pietro; Via Oberdan 7; 29107 Fiorenzuola D’arda (Pc); [email protected] Dick J.; Gudumholm 41; 2133 HG Hoofddorp; OlandaMONARI Stefano; CNR - Ist. Geologia Ambientale e Geoingegneria, Dip. di Scienze della Terra; Piazzale Aldo

Moro 5; 00185 RomaMONCHARMONT Zei Maria; Via Aniello Falcone 88; 80127 NapoliMONTAGUTI Bruno; Via Casella Gatta 4; 41058 Vignola (Mo)MONTAGUTI Michele; Via Belvedere 82; 40069 Zola Predosa (Bo)MUNICIPIO DI REGGIO EMILIA; Direzione Civici Musei e Gallerie; Via Spallanzani 1; 42100 Reggio EmiliaMURRU Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] ARCHEOLOGICO E DI SCIENZE NATURALI; Biblioteca Civica G. Ferrero; Via Paruzza 1; 12051 Alba (Cn)MUSEO CARSICO GEOLOGICO E PALEONTOLOGICO; c/o Zimolo Ferdinando; Via Bidischini 4; 34072 Gradisca

D’isonzo (Go)MUSEO CIVICO; Borgo S. Caterina 41; 38068 Rovereto (Tn)MUSEO CIVICO “CRAVERI “; Palazzo Craveri; 12042 Bra (Cn)MUSEO CIVICO “GEOLOGIA E ETNOGRAFIA”; Piazza SS. Filippo e Giacomo 1; 38037 Predazzo (Tn)MUSEO CIVICO DEL FINALE; Chiostri di S. Caterina (Borgo); 17024 Finale Ligure (Sv)MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Pordenone; Corso Vittorio Emanuele II, 64; 33170 PordenoneMUSEO CIVICO DI PALEONTOLOGIA E PALETNOLOGIA; Decio de Lorentiis; Via Vittorio Emanuele 113; 73024

Maglie (Le)MUSEO CIVICO DI SCIENZE NATURALI; Via Ozanam 4; 25128 BresciaMUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Corso Venezia 55; 20121 MilanoMUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via Cortivacci 2; 23017 Morbegno (So)MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Comune di Piacenza; Via Taverna 37; 29100 PiacenzaMUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Piazza A. Hortis 4; 34100 TriesteMUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Lungadige Porta Vittoria 9; Corso Venezia 55; 37100 VeronaMUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Biblioteca; S. Croce 1730; 30125 Fontego Dei Turchi (Ve)MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE; Via De’ Pisis 24; 44100 FerraraMUSEO CIVICO DI VIGNOLA; Piazza Carducci 3; 41058 Vignola (Mo)MUSEO DI SCIENZE NATURALI “E. CAFFI”; Biblioteca; Piazza Cittadella 3; 24100 BergamoMUSEO DI STORIA NATURALE E ARCHEOLOGIA; Via Piave 51; 31044 Montebelluna (Tv)MUSEO FRIULANO DI STORIA NATURALE; Via Lionello 1; 33100 UdineMUSEO PALEONTOLOGICO; Comune di Mondaino; Piazza Maggiore 1; 47836 Mondaino (Rn)MUSEO TRIDENTINO DI SCIENZE NATURALI; Via Calepina 14; Casella Postale393; 38100 TrentoMUZZIOLI Daniele; Via Tito Speri 7; 41051 Castelnuovo Rangone (Mo); [email protected] Carlo; Via del Palazzone 9; 52044 Cortona (Ar)NATIONAAL NATUURHISTORISCH MUSEUM; Bibliotheek; Postbus 9517; 2300 RA Leiden; OlandaNATUR MUSEUM ROTTERDAM; Westzeedijk 345; Postbus 23452; 3001 KL Rotterdam; OlandaNEGRINI Alessandro; Via Vallere 64; 27027 Vigevano (Pv); [email protected] Alda; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] Umberto; Via Poggio Verde 40; 00148 Roma; [email protected] STAATS & UNIVERSITAETS; Bibliothek; Goettinger Sieben 1; D-37070 Goettingen; GermaniaNOVARO NOVAK Luciana; Via Illesberg 13; 34136 TriesteNOVELLI Mauro; Via Agricola 13; 10137 Torino; [email protected] Micaela; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazzale Aldo Moro 5; 00185 Roma;

[email protected] STATE UNIVERSITY LIBRARIES; Continuation Division; 1858 Neil Avenue; 43210 1286 Columbus Ohio;

U.S.A.OLIVIERI Stefano; Via Mar della Cina 166; 00144 Roma; [email protected] Oreste; Via Cavour 3; 63039 S. Benedetto Del Tronto (Ap)ORSO Jordi Barbara; Via Bertinoro 9/E; 20145 Milano; [email protected]

PALEOITALIA 51

ORZI Angelo; Via Trento 25; 43036 Fidenza (Pr)PADOVANI Veronica; Piazza Roma 37; 41100 Modena; [email protected] Arturo; Dipartimento di Biologia - Polo 06 Biologico; Via G. Colombo 3/ Via U. bassi 58B; 35121

Padova; [email protected] Franco; Via Marradi 21; 42100 Reggio EmiliaPALÄONTOLOGISCHES INSTITUT UND MUSEUM; Karl Schmid-Strasse 4; CH-8006 Zuerich; SwitzerlandPALCI Alessandro; Via Roma 1; 33020;Forni Avoltri (Ud); [email protected] Vincenzo; Via Mancini 2; 47033 Cattolica (Rn)PALOMBO Maria Rita; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5";

00185 Roma; [email protected] Cesare Andrea; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico; Via Università 4 ;

41100 Modena; [email protected] Guido; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 Perugia; [email protected] Giulio; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Accademia delle Scienze 5; 10123 Torino;

[email protected] Marco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino; [email protected] Luca; Via S. Pertini 29; 44046 San Martino (Fe); [email protected] Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Parco area delle Scienze 157/A; 43100 ParmaPERRI Edoardo; Via Città di Ponti 5; 87045 Dipignano (Cs);PERRI Maria Cristina; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;

[email protected] Maria Rose; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano.PETRONIO Carmelo; Dipartimento di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”; piazzale A. Moro 5; 00185

Roma; [email protected] Fabrizia; Via Nino Bixio 1; 50131 FirenzePETRUSO Daria; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 PalermoPETTI Fabio Massimo; Via Angelo Emo 147; 00136 RomaPEZZONI Nicola; Via Bonfatti 69; 46019 Viadana (Mn)PICCINI Stefano; C/O GEOFIN srl; Zona Industriale Località PIP; 33040 TORREANO Di Cividale (UD);

[email protected] Resta Giuseppe; Via Puccini 24; 73050 S.Maria Al Bagno, Nardò (LE);PICCOLI Giuliano; Dipartimento di Geologia, Paleontologia e Geofisica; Via Giotto 1; 35137 Padova;

[email protected] Rita Maria; Via Umberto I° 65; 00020 Marano Equo (Rm).PIGNATTI Johannes; Dipartimento di Scienze della Terra,; Università “La Sapienza”, piazzale A. Moro 5";

00185 Roma; [email protected] Gian Luigi; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] Giovanni; Viale Cassiodoro 1; 20145 Milano; [email protected] Sergio; Via Menotti 4F; 09047 Selargius (Ca); [email protected] Radrizzani Camilla; Via Europa 28; 20097 S.Donato Milanese (Mi)PITTAU Paola; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Trentino 51; 09127 Cagliari; [email protected] Andrea; Via Cesare Abba 7; 41037 Mirandola (Mo).PIZZAFERRI Claudio; Via Abbeveratoia 13; 43100 ParmaPLEBANI Pierina; Via Einaudi 6A; 24055 Cologno Al Serio (Bg); [email protected] ALLAY Stefano; Via Pedretti 6; 43100 Parma; [email protected] Renato; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara;

[email protected] Maria; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Gentile III da Varano; 62032 Camerino (Mc)POZZA Ermanno; Via Fago 5/D; 39100 BolzanoPOZZI Enrico; Via S. Eurosia 1; 21040 Menzago Di Sumirago ( Va)PRADELLA Chiara; Via della Piazzuola 16; 50133 Firenze; [email protected] Silva Isabella; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano;

[email protected] Prinoth; Via Stufan 15; 39046 Ortisei (Bz)PRIORA Giuseppe; Via E. Pellini 4; 20125 MilanoPROGEMISA S.p.A.; Via Luigi Contivecchi 7; 09122 CagliariPROTO Decima Franca; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Via Giotto 1; 35137 PadovaPUGLIESE Nevio; Dip. di Scienze Geologiche, Ambientali e Marine; Via Edoardo Weiss 1; 34127 Trieste;

[email protected]È Melucci Ilaria; Via del Molinello 48; 60019 Senigallia (An)RAGAINI Luca; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] Eugenio; Via Don L. Milani 39 int. 16; 35020 Albignasego (Pd); [email protected]

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RAGAZZINI Sauro; Frazione Lisciano 90; 63100 Ascoli PicenoRAGUSA Michela; Via Etruria 14; 00183 Roma; [email protected] Anna; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Bucci; 87030 Rende (Cs)REBECCHI Angelmario; Viale Dante Alighieri 45; 29100 Piacenza; [email protected] Silvio; Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale; Via Dunant 3; 21100 Varese;

[email protected] Gianantonio; Residenza del Cantone - Milano 2 -; 20090 Segrate (Mi);

[email protected] LIBRARY; Natural History Museum; 900 Exposition Boulevard; CA 90007 Los Angeles 4057;

U.S.A.RETTORI Roberto; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza dell’Università; 06100 Perugia; [email protected] Rodolfo; Via Udine 30; 33054 Lignano Sabbiadoro (Ud)RIGO Roberto; Via delle Scuole 18; Località Rizzi; 33100 UdineRINDONE Antonino; Via Conca d’Oro; Res. Le Serre - Sc. C; 98168 Messina; [email protected] DI MEANA Maria Gabriella; Via Pineta Sacchetti 175; 00100 RomaRIZZO Roberto; Via Confalonieri 55; 09047 Selargius (Ca); [email protected] Guido; Località Santa Lucia dei Monti 30/A; 37067 Valeggio S/M (Vr); [email protected] Carmen; Dipartimento di Scienze della Terra; Università della Calabria; 87036 Rende (Cs)ROMEO Maria; Istituto di Scienze della Terra; Corso Italia 55; 95129 CataniaROMPIANESI Pietro; Via Camaiore 107; 41100 ModenaROOK Lorenzo; Via del Ghirlandaio 9/b; 50121 Firenze; [email protected] Francesco; Via B. Buozzi 49; 61043 Cagli (Pu)ROSSETTI Giampaolo; Dipartimento di Scienze Ambientali; Parco Area delle Scienze 33A; 43100 ParmaROSSI Maria Adelaide; Via E. Bruno 18/B; 66100 Chieti; [email protected] Pier Francesco; Corso Vittorio Emanuele II, 17; 41100 ModenaROSSINO Roberto; Via M. Rossellò 9; 09129 CagliariROSSO Antonietta; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia; Corso Italia 55; 95129 Catania;

[email protected] Livio; Viale dell’Aquilone 159, Giogilorio; 73010 Surbo (Lecce); [email protected] Antonio; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100

Modena; [email protected] Bianca; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo San Marcellino 10; 80138 Napoli; [email protected] Franco; Dipartimento di Scienze della Terra; 87036 Arcavacata di Rende (Cosenza); [email protected]À Domenica; Dipartimento di Scienze della Terra; Salita Sperone 31; 98166 MessinaSACCHI Eva; Via Trevi 163; 05100 TerniSALA Benedetto; Dipartimento di Geologia e Paleontologia; Corso Ercole I° d’Este 32; 44100 Ferrara;

[email protected] Leonardo; Via del Colle Belvedere 18; 00036 Palestrina (Roma)SALVATORINI Gianfranco; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Laterino 8; 53100 Siena; [email protected] Rossana; Dip. di Scienze Geologiche, Sez. Oceanologia e Paleoecologia; Corso Italia 55; 95129

Catania; [email protected] Giuseppe; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Ferrata 1; 27100 PaviaSANTUCCI Luca; Via dei Cappuccini 6; 02042 Collevecchio (Ri); [email protected] Raffaele; Piazza Grazioli 5; 00186 Roma; [email protected] Simone; C.P.149; 50052 Certaldo (Fi); [email protected] Carlo; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;

[email protected] Samuele; Via Porrettana 115; 40135 BolognaSARTOR Guido; Vicolo S. Bartolomeo 8; 31100 TrevisoSASSAROLI Stefano; Via San Michele 33; 60030 Rosora (An)SCARPONI Daniele; Via Napoli 7; 47900 S. Giovanni In Marignano (Rn); [email protected] Michael; Nonnenstrombergstrasse 10; D-50939 Köln; Germania.SCHROEDER Rolf; Forschungsinstitut Senckenberg; Senckenberg-Anlage 25; D-60325 Frankfurt Am Main;

Germania.SCHWANKE Rudolf; Hainholzer Strasse 13; D-30159 Hannover 1; GermaniaSCIUTO Francesco; Dipartimento di Scienze Geologiche; Corso Italia 55; 95129 Catania; [email protected] Pier Enrico; Via L. Alzona 3; 15030 Villanova Di Monferrato (Al); [email protected] Serafina; Via Giovanni XXIII 22; 09070 Paulilatino (Or)SEGURINI Romualdo; Via O. Guerrini 32; 48020 S. Alberto (Ra)SERIALS ACQUISITION UNIT ; Libraries, University of Texas; PCL 1.114; TX 78713-8916 Austin (Texas);

U.S.A.SERIALS ACQUISITIONS; University of Iowa Library; 100 Main Library; 52242 Iowa; U.S.A.

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SERVENTI Paolo; Via Firenze 12; 43100 Parma; [email protected] Enrico; Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico ; Via Università 4; 41100

Modena; serpagli@unimore,itSERVICIO BIBLIOGRAFICO; Campus Miguel de Unamuno; Plaza Univ. de Bolonia, Planta Sotano; E-37037

Salamanca; SpagnaSETTEMBRINI Antonio; Via Carpignano zona PIP; 73020 Cursi (Le); [email protected] Franco; Via Giacomo Leopardi 44; 60030 Serra dei Conti (An)SIMONETTO Luca; Via Palestro 35; 33100 Udine; [email protected] AKADEMIJA ZNANOSTI IN UMETNOSTI; Biblioteka, Novi TRG 3-5 / P.P. 323; 1000 Ljubljana;

SloveniaSOLDAN Dario Marcello; Via Melegnano 12, 20070 Vizzolo Predabissi (Mi); [email protected] Donato; Corso Sonnino 115/B; 70100 BariSONCINI Edda; Via Luigi Cozzani 27; 19100 La Spezia.SORBINI Chiara; Dipartimento di Scienze della Terra; Via S. Maria 53; 56126 Pisa; [email protected] FRIGO Margherita; Via Trainotti 2; 37122 VeronaSOSSO Maurizio; Via Bengasi 4/int.4; 16153 Genova; [email protected] Valeriano; Via Augusto Toti 6; 52046 Lucignano (Ar)SPALLETTA Claudia; Dip. di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali; Via Zamboni 67; 40126 Bologna;

[email protected] Eleonora; Via Angelo Olivieri 81; 00122 Ostia Lido (Roma)STEFANELLI Simona; Dipartimento di Geologia e Geofisica; Via Orabona 4; 70125 BariSTIVALETTA Nunzia; Via Palermo 16; 66054 Vasto (Ch)STOLARSKI Jarostaw; Institut Paleobiologii Pan; Twarda 51/55; 00-818 Warszawa, Polonia;

[email protected] Tomida; Chukyo Gakuin Univeristy, 1-104; Sendanbayashi; 509-9195 Nakatsugawa City, Gifu Pref.;

GiapponeTABANELLI Cesare; Via Testi 4; 48010 Cotignola (Ra); [email protected] Ruggero Emma; Dipartimento di Scienze della Terra; Largo S. Marcellino 10; 80138 NapoliTANFI Alberto; Via Roma 71; 19121 La SpeziaTANGOCCI Francesca; Via Michele Amari 7; 50137 Firenze; [email protected] Alceo; Via S. Martino 42; 34142 Trieste; [email protected] LIBRARIAN; Department of Earth Sciences; Downing Street; CB2 3EQ Cambridge; InghilterraTINALLI Lavinia; Via G. Tilli 80; 06127 Perugia; [email protected] Andrea; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Mangiagalli 34; 20133 Milano; [email protected] Marco; Via Picasso 15; 42048 Rubiera (Re); [email protected] Stefania; Piazza Vittorio Veneto 7; 10070 Cafasse (To); [email protected] Caterinella; Via Dalmazia 31; 08100 NuoroUCLA SCIENCES & ENGINEERING LIBRARY; Geology Collection; 8251 Boelter Hall, Box 951598; CA 90095-

1598 Los Angeles; U.S.A.UNIL SCIENCES DE LA TERRE; Bibliotheque; BFSH 2; CH-1015 Lausanne; SvizzeraUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA; Centro Serv. Bibl. di Biol., Scienze della Terra e del Mare; Palazzo delle

Scienze, Corso Europa 26; 16132 GenovaUNIVERSITAT DE GRANADA; Facultad de Ciencias, Biblioteca; C/O EBSCO P.o. BOX 750; 1430 AT Aalsmeer;

OlandaUNIVERSITAT ERLANGEN; Institut fur Palaontologie; Lowenichstrasse 28; D-91054 Erlangen; GermaniaUNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK STUTTGART; Zeitschrifenstelle, Holzgartenstrasse 16; P.O. Box 10 49 41; D-70043

Stuttgart; GermaniaUNIVERSITY OF OKLAHOMA LIBRARY; Library Serials-Room LL 211; 001AEH9193, 401 Broocks Street; OK

73019 Norman Oklahoma; U.S.A.UNIVERSITY OF OTAGO; Science Library; P.O. Box 56; Dunedin; Nuova ZelandaUNTI Mario; Dipartimento di Geologia e Geodesia; Corso Tukory 131; 90134 PalermoVAIANI Stefano; Via Ronzani 35; 40033 Casalecchio di Reno (BO); [email protected] Mara; Piazza Armenia 16; 00185 Roma.VALENZUELA RIOS José Ignacio; Departamento de Geologia; Dr Moliner 50; E-46100 Burjassot; Spagna;

[email protected] Gigliola; Dipartimento Scienze della Terra; Via La Pira 4; 50121 Firenze; [email protected] DER MADE J.; Museo Nacional de Ciencias Naturales; José Gutierrez Abascal 2; E-20006 Madrid; SpagnaVANNUCCI Bocca Grazia; Dipartimento per lo studio del Territorio e; delle sue Risorse, DIP.TE.RIS, Corso

Europa 26; 16132 Genova; [email protected] Angelo; Via Str. Giuffrè I, 32; 89122 Reggio Calabria; [email protected] Enrica; Via Leonardo da Vinci 27; 84025 Eboli (Sa); [email protected] Marco; Via Salesiani 19; 55045 Pietrasanta (Lu); [email protected]

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VENIER Umberto; Via Borgo Leone 14; 33090 Domanins (Pn); [email protected] Federico; Dipartimento di Scienze della Terra; Piazza Università; 06100 PerugiaVERRUBBI Vladimiro; Via Francesco Selmi 16; 00156 Roma; [email protected] Agostina Valeria; Via dei Miti 35; 95100 Catania; [email protected] Alessandro; Via Nervi 52; 41100 Modena; [email protected] Giuliana; Via D.M. Villa 5; 43100 Parma; [email protected] Mauro; Via Lubiana 168; 09013 Carbonia (Ca); [email protected] Donata; Dipartimento di Scienze della Terra; Via Valperga Caluso 35; 10125 Torino;

[email protected] Viviana; Via Manzoni 211/A; 80100 Napoli; [email protected] Alexander; Casella Postale 21; 71013 S. Giovanni Rotondo (Fg)WILD Rupert; Paläont. Abtlg., Staatliches Museum für Naturkunde; Rosenstein 1; D-70191 Stuttgart; GermaniaWOOD Adrian M.; Geography Department, Coventry University, Priory Street; CV1 5FB Coventry, West

Midlands; InghilterraZACCHIGNA Davide; Scala Bonghi 86; 34139 TriesteZANINETTI Louisette; Departement de Geologie et Paleontologie,; 13, rue des Maraichers; CH-1211 Geneve 4;

Switzerland; louisette. [email protected] Simone; Via Tiepolo 1; 09121 Cagliari; szannotti @tiscali.itZAPPA Luigi; Via Luigi Cozzani 27; 19100 La Spezia.ZOBOLI Daniel; Piazza Garibaldi 7/3; 09013 Carbonia (Ca); [email protected]

65 milioni di anni fa...

odio farequestolavoro

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LA SOCIETÀ PALEONTOLOGICA ITALIANA

La Società Paleontologica Italiana è stata fondata nel 1948 con lo scopo di promuove-re la ricerca scientifica paleontologica. L’associazione è aperta sia alle istituzioni, sia aisingoli interessati alla paleontologia, sia a livello professionale che amatoriale. Per l’anno2007, le quote associative sono le seguenti:Socio Ordinario (paesi europei) 35 €Socio Ordinario (extra U.E.) 45 €Socio junior (under 30) 21 €Istituzioni 100 €

Fin dal 1960 la S.P.I. pubblica il Bollettino della Società Paleontologica Italiana,che è una rivista scientifica a valore internazionale, rivolta prevalentemente al mondoaccademico e, conseguentemente, scritta quasi interamente in lingua inglese.

Dal 2000 il Bollettino viene affiancato da un supplemento semestrale in italiano,PaleoItalia, diretto a tutti gli appassionati e cultori della paleontologia.

PALEOITALIA

Supplemento al Bollettino della Società Paleontologica Italiana, v.46, n.1, 2007

Direttore Responsabile: Enrico SerpagliSegretario di Redazione: Carlo CorradiniIndirizzo della Redazione: Dipartimento del Museo di Paleobiologia e dell’Orto Botanico,

Università di Modena e Reggio Emilia, via Università 4, 41100 Modena. Tel. 059-2056523.Stampa: Tipografia Moderna, via dei Lapidari 1/2, Bologna.Autorizzazione Tribunale di Modena n. 616 del 16-09-1978

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

Tazio Cuccaro, Via G. Di Vittorio 116, 20097 San Donato Milanese (MI); [email protected] Lupi, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Pavia, via Ferrata 1,

27100 Pavia; [email protected] Mangano, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Messina, Salita

Sperone 31, 98166 Messina-Sant’Agata; [email protected] Cinzia Marra, Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Messina,

Salita Sperone 31, 98166 Messina-Sant’Agata; [email protected] Orso, via Bertinoro 9/E, 20145 Milano; [email protected] Sardella, Dipartimento di Scienze della Terra, Università “La Sapienza”, Piaz-

zale Aldo Moro 5, 00185 Roma; [email protected] Marcello Soldan, Via Melegnano 12, 20070 Vizzolo Predabissi (MI); [email protected]

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INDICE

Numero 16, Carlo Corradini p. 1

Cari soci, Ruggero Matteucci p. 2

Fossili, che mito!, Antonella Cinzia Marra p. 3

Identificazione tassonomica e studio quantitativo dei resti dimacromammiferi della grotta di S. Teodoro (Sicilia nord-orientale)Gabriella Mangano p. 7

Il nannoplancton calcareo e le sue relazioni con il sistemaclimatico negli oceani del Quaternario, Claudia Lupi p. 12

Le escursioni dei paleontofili, Jordi Orso p. 18

PaleoRoma: un esempio di paleontologia on-line,Rossella Mortellaro, Roberto Brunotti e Raffaele Sardella p. 23

Il museo paleontologico “Virginio Caccia” di San Colmbanoal Lambro (MI), Dario Marcello Soldan e Tazio Cuccaro p. 41

Elenco alfabetico dei soci al 31 dicembre 2006 p. 44

RUBRICHE

Notizie Italiane, Carlo Corradini p. 29Paleo news, Paolo Serventi p. 33Paleolibreria, Annalisa Ferretti p. 36Paleoweb, Maurizio Gnoli p. 38Agenda p. 41

NOTE PER GLI AUTORIGli articoli non devono superare le tre pagine dattiloscritte.Gli autori possono fornire, se lo ritengono utile, alcune note bibliografiche,

uniformandosi allo stile del Bollettino della Società Paleontologica Italiana.È gradito un corredo iconografico (fotografie, disegni, grafici, …); tutte

le immagini devono essere ben contrastate, in modo da avere una buona resase pubblicate in bianco e nero. Le immagini digitalizzate vanno salvate comefile bmp, tif o jpg, ad almeno 300 dpi. Esse vanno salvate con il nome dell’au-tore e un numero progressivo (es. TopolinoFig1.jpg)

Gli articoli e il materiale illustrativo devono essere inviati esclusivamen-te per posta elettronica all’indirizzo: [email protected]

In caso di file particolarmente pesanti, si prega di contattare la redazioneper concordare la forma di invio.

Di norma gli autori non avranno la possibilità di visionare le bozze. Agliautori non saranno forniti estratti degli articoli; dopo la pubblicazione posso-no richiedere un file PDF del loro lavori.