NULLA SARà più COME pRiMA - ilcittadino.it · occupato della guerra in Libia, ... e il bagno di...

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Anno 19 - Numero 6 - 1 Giugno 2011 I l nostro “Ossigeno” si è già occupato della guerra in Libia, che sta continuando anche se si parla di meno di bombardamenti e vittime.Vorremmo riprendere questa notizia ormai “stravecchia” (ma passata totalmente sotto silenzio) di un intervento delle Chiese cristiane di quel paese, cui ha dato voce il vicario apostolico cattolico di Tripoli, monsignor Martinelli. * * * Tripoli (Agenzia Fides) -“Le violenze e il bagno di sangue devono finire immediatamente, perché la guerra non è la soluzione dei problemi” afferma la dichiarazione del Con- siglio Ecumenico delle Chiese di Tripoli (Libia) consegnata oggi, 13 aprile, al locale Ufficio delle Nazioni Unite. La dichiarazione, in arabo ed in inglese, è stata inviata all’Agenzia Fides da Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apo- stolico di Tripoli. Nel preambolo si afferma: “come comunità di credenti siamo profondamente rattristati dai tragici eventi accaduti di recente che stanno lacerando il Paese con continue sofferenze, paure e angosce per il suo popolo, e desi- deriamo esprimere la nostra soli- darietà con questa dichiarazione”. Le Chiese cristiane chiedono “un immediato e incondizionato cessate il fuoco a tutte le parti coinvolte nella disputa e l’assistenza umanitaria per le vittime”. Si afferma inoltre che “il dialogo e la riconciliazione devono essere la strada maestra per trovare una soluzione amichevole e portare la pace”. “Per questo - continua il messaggio - appoggiamo con decisione ogni sforzo ed iniziativa degli anziani del Paese, che conoscono gli autentici sentimenti e aspirazioni del popolo libico, e di tutte le organizzazioni internazionali, volte a creare un’at- mosfera di confidenza per trovare una soluzione pacifica”.“Continue- remo a pregare in solidarietà con tutti i musulmani libici che lottano per la pace e la giustizia in questo momento difficile della storia del loro Paese” conclude il comuni- cato. (L.M.) (Agenzia Fides 13/4/2011) U n’altra notizia di un adole- scente ricoverato/a in coma etilico, e ritrovato/a nel par- cheggio di un locale del Lodigiano. Non è la prima volta.Il giornalista che riporta i fatti, si attiene alle informazioni certe: non si sa come la persona sia arrivata lì. E il giornalista fa bene, perché dare le notizie riscontrate è il suo mestiere. E poi è notorio, l’alcool lo si trova non solo nei locali, anche nei “Mall”, a poco prezzo, e potrebbe averlo acquistato un amico maggiorenne; e quindi un minorenne sta male, rischia, ma non si cercherà nessun colpevole. Ci sarebbe una spiegazione molto più semplice e logica, che gli operatori dei mezzi di soccorso intuiscono facilmente, e cioé che i ragazzini che stanno male “si trascinano”, con l’aiuto di qualcuno sufficientemente robusto, fuori dai luoghi dove hanno bevuto troppo. L’alcool fa male in generale, ma è devastante per i ragazzi: questo è scientificamente provato, e non è contestabile. Le statistiche, del nostro territorio e non solo, mostrano un aumento preoccupante del consumo di alcool tra gli adolescenti, e addirittura tra i preadolescenti. Dunque c’é qualcuno che lucra sulla salute fisica e mentale, a breve e lungo periodo,dei nostri minorenni.Mi auguro di cuore che a questo qualcuno gli rimorda la coscienza da non dormir la notte, perché una coscienza ce l’hanno tutti, anche se purtroppo si può aneste- tizzare. Noi non possiamo chiudere gli occhi su questo vero e proprio spaccio, tra l’altro molto esteso. Mi si dirà che sono favorevole al proibizionismo e alla repressione. E’ chiaro come il sole che la prima arma contro tutto questo è l’educazione,e su questo la Pastorale giovanile,inserita in una rete di realtà e forze, con poche risorse ma tanta passione si muove da anni, da prima che il sottoscritto avesse la responsabilità dell’UPG. Educare e prevenire è il nostro compito e la priorità. E ci sono esempi, come il “M’interessi”, di luoghi giovanili dove l’alcool non entra. Non ne faccio una questione di proibizionismo, ma di legalità. La legge c’é, bella o brutta che sia, peraltro coe- rente con le ricerche scientifiche. Se ci lamentiamo che in questo paese le leggi non sono rispettate, che c’é l’industria dell’illegalità, allora dobbiamo essere coerenti fino in fondo, e a chi ha la responsabilità di far rispettare le leggi dobbiamo chiedere che faccia il suo mestiere. E anche qui va bene fare l’alcooltest a chi guida, ma i minorenni non guidano, e se qualcuno vende loro alcool è colpevole e va perseguito, chiunque sia, e anche se ha dalla sua parte il potere del denaro, e magari anche altri poteri. E speriamo che municipalità e asso- ciazioni di promozione del territorio non cavalchino il guadagno facile o la popolarità servendosi dell’alcool: è iniziata la stagione delle feste della birra, è ora di spezzare gli assurdi legami tra musica e alcool, tra festa giovanile e alcool. L e comunità di viaggio si sono costi- tuite, in questi giorni iniziano a incontrarsi i gruppi per prepararsi alla Gmg, per conoscersi, per entrare nello spirito della Giornata. La macchina organizzativa è ormai pienamente avviata, anche se sappiamo bene per esperienza che le notizie su dove i lodigiani e gli amici di Como, Pavia e Vigevano saranno ospitati a Madrid arriveranno tra parecchie settimane. Una bella novità di questi giorni è la colla- borazione con Radio Lodi, che ha mandato in onda alcune brevi catechesi proposte dai sacerdoti responsabili delle comunità di viaggio sul messaggio del papa, trasmissioni che si possono scaricare e riascoltare, oggi i mezzi moderni permettono anche questo. Ma con la nostra radio la cooperazione ci sarà anche durante la Gmg: ogni giorno ci sarà un appuntamento in diretta con uno dei gruppi lodigiani che racconteranno i vari momenti, e si potrà anche interagire con i classici messaggi per sms. Questa è la Giornata mondiale della gio- ventù, come una specie di calamita che a poco a poco attira e orienta tante realtà, di giovani ma anche di altre persone che in vari modi si interessano, si fanno coinvol- gere, entrano, anche a distanza, nella Gmg. È stato bello che nella processione tradi- zionale dell’Ausiliatrice, vissuta lo scorso 24 maggio a Lodi, e quest’anno improntata alla preghiera per la nostra nazione nei centocinquant’anni della sua unità, il nostro Vicario generale abbia fatto un riferimento ai giovani che andranno a Madrid. Senza esagerare, mi sembra di poter dire che dopo ogni Gmg le cose non sono più le stesse. I giovani partecipanti tornano cambiati dall’esperienza, ciascuno a suo modo ma tutti, o quasi tutti, con un salto di qualità nel loro cammino di fede. Ma anche i gruppi giovanili si trasformano dopo la Gmg, soprattutto se c’è stato un vero cammino di preparazione. E in qualche modo anche le nostre comunità ricevono qualcosa di importante e innovativo, senza parlare poi della nazione ospitante che solitamente dopo la Gmg ha un impulso di pastorale giovanile e di vocazioni molto sensibile. Qualcuno dirà che queste cose sono delle esagerazioni, e facilmente sfodererà la lista dei problemi, dei difetti, e delle leggerezze di qualche giovane partecipante. Io dico che la Gmg è un momento di grazia. Credo che le grandi celebrazioni, le migliaia di giovani che ascoltano le catechesi,che si confessano, che pregano, il segno che è il Santo Padre, il segno che sono i giovani, il clima di frater- nità tra gente di tutto il mondo siano tutti contributi che creano le condizioni perché ci sia un’occasione di vera grazia. C’è gente che torna da certi santuari, approvati ufficialmente o no, raccontando del clima di preghiera, di conversione La Gmg è come un grande santuario,approvato dal papa, per i giovani. Come ogni tempo di grazia, deve essere accolto, la cosa non è scontata, le persone possono essere immerse in una possibilità di crescita della fede e restare indifferenti e impermeabili. L’accoglienza della grazia non è automatica, c’è di mezzo la libertà delle persone, ma intanto il Signore offre una possibilità di ascolto, di preghiera, di decisione, di dono di sé. La vogliamo disprezzare con la solita sufficienza? Madrid si avvicina, al prossimo numero di Ossigeno già avremo foto, racconti, espe- rienze da comunicare. Perché la nostra Chiesa, i nostri giovani, tutti noi possiamo vivere questo tempo di grazie, c’è bisogno, come sempre, di preghiera. I nostri giovani la chiedono a tutti. DON ANGELO MANFREDI Il conflItto contInUa nell’IndIfferenza generale Libia, i cristiani chiedono pace IndIgnamocI contro chI specUla sUglI adolescentI La piaga subdola dell’etilismo Il grande appUntamento dI agosto a madrId è l’evento centrale della prossIma estate NULLA SARà PIù COME PRIMA la giornata mondiale della gioventù si conferma un tempo di grazia

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Anno 19 - Numero 6 - 1 Giugno 2011

Il nostro “Ossigeno” si è già occupato della guerra in Libia, che sta continuando anche se si

parla di meno di bombardamenti e vittime. Vorremmo riprendere questa notizia ormai “stravecchia” (ma passata totalmente sotto silenzio) di un intervento delle Chiese cristiane di quel paese, cui ha dato voce il vicario apostolico cattolico di Tripoli, monsignor Martinelli.

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Tripoli (Agenzia Fides) - “Le violenze e il bagno di sangue devono finire immediatamente, perché la guerra non è la soluzione dei problemi” afferma la dichiarazione del Con-siglio Ecumenico delle Chiese di

Tripoli (Libia) consegnata oggi, 13 aprile, al locale Ufficio delle Nazioni Unite. La dichiarazione, in arabo ed in inglese, è stata inviata all’Agenzia Fides da Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apo-stolico di Tripoli. Nel preambolo si afferma: “come comunità di credenti siamo profondamente rattristati dai tragici eventi accaduti di recente che stanno lacerando il Paese con continue sofferenze, paure e angosce per il suo popolo, e desi-deriamo esprimere la nostra soli-darietà con questa dichiarazione”. Le Chiese cristiane chiedono “un immediato e incondizionato cessate il fuoco a tutte le parti coinvolte nella disputa e l’assistenza umanitaria per le vittime”. Si afferma inoltre

che “il dialogo e la riconciliazione devono essere la strada maestra per trovare una soluzione amichevole e portare la pace”. “Per questo - continua il messaggio - appoggiamo con decisione ogni sforzo ed iniziativa degli anziani del Paese, che conoscono gli autentici sentimenti e aspirazioni del popolo libico, e di tutte le organizzazioni internazionali, volte a creare un’at-mosfera di confidenza per trovare una soluzione pacifica”. “Continue-remo a pregare in solidarietà con tutti i musulmani libici che lottano per la pace e la giustizia in questo momento difficile della storia del loro Paese” conclude il comuni-cato. (L.M.)

(Agenzia Fides 13/4/2011)

Un’altra notizia di un adole-scente ricoverato/a in coma etilico, e ritrovato/a nel par-

cheggio di un locale del Lodigiano. Non è la prima volta. Il giornalista che riporta i fatti, si attiene alle informazioni certe: non si sa come la persona sia arrivata lì. E il giornalista fa bene, perché dare le notizie riscontrate è il suo mestiere. E poi è notorio, l’alcool lo si trova non solo nei locali, anche nei “Mall”, a poco prezzo, e potrebbe averlo acquistato un amico maggiorenne; e quindi un minorenne sta male, rischia, ma non si cercherà nessun colpevole. Ci sarebbe una spiegazione molto più semplice e logica, che gli operatori dei mezzi di soccorso intuiscono facilmente, e cioé che i ragazzini che stanno male “si trascinano”, con l’aiuto di qualcuno sufficientemente robusto, fuori dai luoghi dove hanno bevuto troppo.L’alcool fa male in generale, ma è devastante per i ragazzi: questo è scientificamente provato, e non è contestabile. Le statistiche, del nostro territorio e non solo, mostrano un aumento preoccupante del consumo di alcool tra gli adolescenti, e addirittura tra i preadolescenti. Dunque c’é qualcuno che lucra sulla salute fisica e mentale, a breve e lungo periodo, dei nostri minorenni. Mi auguro di cuore che a questo qualcuno gli rimorda la coscienza da non dormir la notte, perché una coscienza ce l’hanno tutti, anche se purtroppo si può aneste-tizzare. Noi non possiamo chiudere gli occhi su questo vero e proprio spaccio, tra l’altro molto esteso.Mi si dirà che sono favorevole al proibizionismo e alla repressione. E’

chiaro come il sole che la prima arma contro tutto questo è l’educazione, e su questo la Pastorale giovanile, inserita in una rete di realtà e forze, con poche risorse ma tanta passione si muove da anni, da prima che il sottoscritto avesse la responsabilità dell’UPG. Educare e prevenire è il nostro compito e la priorità. E ci sono esempi, come il “M’interessi”, di luoghi giovanili dove l’alcool non entra. Non ne faccio una questione di proibizionismo, ma di legalità. La legge c’é, bella o brutta che sia, peraltro coe-rente con le ricerche scientifiche. Se ci lamentiamo che in questo paese le leggi non sono rispettate, che c’é l’industria dell’illegalità, allora dobbiamo essere

coerenti fino in fondo, e a chi ha la responsabilità di far rispettare le leggi dobbiamo chiedere che faccia il suo mestiere. E anche qui va bene fare l’alcooltest a chi guida, ma i minorenni non guidano, e se qualcuno vende loro alcool è colpevole e va perseguito, chiunque sia, e anche se ha dalla sua parte il potere del denaro, e magari anche altri poteri.E speriamo che municipalità e asso-ciazioni di promozione del territorio non cavalchino il guadagno facile o la popolarità servendosi dell’alcool: è iniziata la stagione delle feste della birra, è ora di spezzare gli assurdi legami tra musica e alcool, tra festa giovanile e alcool.

Le comunità di viaggio si sono costi-tuite, in questi giorni iniziano a incontrarsi i gruppi per prepararsi

alla Gmg, per conoscersi, per entrare nello spirito della Giornata. La macchina organizzativa è ormai pienamente avviata, anche se sappiamo bene per esperienza che le notizie su dove i lodigiani e gli amici di Como, Pavia e Vigevano saranno ospitati a Madrid arriveranno tra parecchie settimane. Una bella novità di questi giorni è la colla-borazione con Radio Lodi, che ha mandato in onda alcune brevi catechesi proposte dai sacerdoti responsabili delle comunità di viaggio sul messaggio del papa, trasmissioni che si possono scaricare e riascoltare, oggi i mezzi moderni permettono anche questo.

Ma con la nostra radio la cooperazione ci sarà anche durante la Gmg: ogni giorno ci sarà un appuntamento in diretta con uno dei gruppi lodigiani che racconteranno i vari momenti, e si potrà anche interagire con i classici messaggi per sms.Questa è la Giornata mondiale della gio-ventù, come una specie di calamita che a poco a poco attira e orienta tante realtà, di giovani ma anche di altre persone che in vari modi si interessano, si fanno coinvol-gere, entrano, anche a distanza, nella Gmg. È stato bello che nella processione tradi-zionale dell’Ausiliatrice, vissuta lo scorso 24 maggio a Lodi, e quest’anno improntata alla preghiera per la nostra nazione nei centocinquant’anni della sua unità, il nostro

Vicario generale abbia fatto un riferimento ai giovani che andranno a Madrid.Senza esagerare, mi sembra di poter dire che dopo ogni Gmg le cose non sono più le stesse. I giovani partecipanti tornano cambiati dall’esperienza, ciascuno a suo modo ma tutti, o quasi tutti, con un salto di qualità nel loro cammino di fede. Ma anche i gruppi giovanili si trasformano dopo la Gmg, soprattutto se c’è stato un vero cammino di preparazione. E in qualche modo anche le nostre comunità ricevono qualcosa di importante e innovativo, senza parlare poi della nazione ospitante che solitamente dopo la Gmg ha un impulso di pastorale giovanile e di vocazioni molto sensibile. Qualcuno dirà che queste cose sono delle

esagerazioni, e facilmente sfodererà la lista dei problemi, dei difetti, e delle leggerezze di qualche giovane partecipante. Io dico che la Gmg è un momento di grazia. Credo che le grandi celebrazioni, le migliaia di giovani che ascoltano le catechesi, che si confessano, che pregano, il segno che è il Santo Padre, il segno che sono i giovani, il clima di frater-nità tra gente di tutto il mondo siano tutti contributi che creano le condizioni perché ci sia un’occasione di vera grazia. C’è gente che torna da certi santuari, approvati ufficialmente o no, raccontando del clima di preghiera, di conversione La Gmg è come un grande santuario, approvato dal papa, per i giovani. Come ogni tempo di grazia, deve essere accolto, la cosa non

è scontata, le persone possono essere immerse in una possibilità di crescita della fede e restare indifferenti e impermeabili. L’accoglienza della grazia non è automatica, c’è di mezzo la libertà delle persone, ma intanto il Signore offre una possibilità di ascolto, di preghiera, di decisione, di dono di sé. La vogliamo disprezzare con la solita sufficienza?Madrid si avvicina, al prossimo numero di Ossigeno già avremo foto, racconti, espe-rienze da comunicare. Perché la nostra Chiesa, i nostri giovani, tutti noi possiamo vivere questo tempo di grazie, c’è bisogno, come sempre, di preghiera. I nostri giovani la chiedono a tutti.

DON ANGELO MANFREDI

Il conflItto contInUa nell’IndIfferenza generale

Libia, i cristiani chiedono paceIndIgnamocI contro chI specUla sUglI adolescentI

La piaga subdola dell’etilismo

Il grande appUntamento dI agosto a madrId è l’evento centrale della prossIma estate

NULLA SARà più COME pRiMAla giornata mondiale della gioventù si conferma un tempo di grazia