Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

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    Viva tutti i soldatisconfitti e tutti

    gli Eroi schiacciatidal nemico nella

    battaglia perduta.Perch la sconfittanon pu togliere

    la gloria.Walt Whitman

    N. 1

    2006CENTRO STUDI DI STORIA CONTEMPORANEAAnno I

    NUOVA

    Natale 1944: loffensiva in Garfagnana della Divisione Monterosa

    Battute le truppe americaneQuella della Divisione Monterosa della R.S.I. in Garfa- gnana fu lunica operazione offensiva riuscita sul

    fronte Sud. A 62 anni di distanza, la ricordiamo attraversoalcuni passi tratti dal diario del suo comandante, generaleMario Carloni.

    Verso la seconda decade di dicembre fu decisa unoperazioneoffensiva [...].

    Le truppe destinate ad agire lungo le rive del Serchio doveva-no, in un primo tempo, premere sul fronte nemico con una seriedi attacchi di sorpresa; per i varchi aperti da queste prime opera-zioni, dovevano successivamente irrompere colonne leggeredattacco con il compito di ampliare le brecce e marciare quindisugli obbiettivi stabiliti [...] La notte dal 25 al 26 dicembre 1944,lintero dispositivo si mise in movimento. Il fronte era in perfetta

    quiete quando, dalle due rive del Serchio, le colonne di fanteriauscirono dalle loro postazioni e si diressero verso quelle nemi-che. Alcune ore prima aveva avuto inizio la manovra della colon-na destinata allaggiramento delle posizioni americane sulla sini-stra del fiume [...].

    La reazione avversaria fu fiacca. Fu chiaro che la sorpresa erariuscita in pieno e che il nemico era disorientato da questo nuovogenere di attacco non preceduto da alcuna azione di artiglieria. E-videntemente lavanzata della colonna aggirante, che continuavaad infiltrarsi nel vivo dello schieramento americano, era causa didemoralizzazione, tanto che, dopo unazione di artiglieria disor-dinata e inefficace, le truppe americane sulla sinistra del Serchioabbandonarono le posizioni e si ritirarono in direzione di Bagnidi Lucca, lasciando sul terreno materiali e armamento in notevoliquantit, nonch un rilevante numero di prigionieri [...].

    Gli americani sorpresi e battuti dovunque, dopo resistenze pio meno accanite, abbandonarono in fretta le loro posizioni in tut-ta la Valle del Serchio.

    Il giorno 30 dicembre, infine, raggiunti ormai tutti i nostri ob-biettivi e rammaricati perch la mancanza di truppe e di mezzi ciaveva impedito di portare a fondo lo sviluppo della brillante of-fensiva, ordinammo alle truppe di schierarsi sulle nuove posizioni [...].

    NELLE PAGINE 2 - 5 NELLE PAGINE 11 - 12 NELLE PAGINE 23 - 26

    CON GLI ALLEATI

    LA CAMORRA RINASCEA NAPOLI

    di Giovanni Bartolone

    LULTIMO DISCORSO

    DI MUSSOLINIIL 24 APRILE 1945

    di Aurelio Garobbio

    FAMIGLIE ITALIANE

    DISTRUTTE DALLAVIOLENZA PARTIGIANA

    (Primo elenco: Piemonte)

    Poste Italiane - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/02/2004 nr. 46) Art. 1, comma 2, CNSO/CBPA-N.O./Torino

    Trimestrale Ottobre - Dicembre

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    denza s'erano serviti della ca-morra. Erano ancora vivi tanticamorristi di vecchia scuola,ma nel clima autoritario diquegli anni non ci tenevano amettersi molto in vista. Sispiega, quindi, perch allora inmolti dichiarassero morta e se-polta la camorra. Nei centridella provincia, nelle campa-gne, si segnalavano di tanto intanto regolamenti di conti framalavitosi, ma c'era la con-vinzione che la consorteria cri-minale non avrebbe n osaton potuto ricompattarsinellItalia di Mussolini (3). E-ra ormai un fenomeno residua-le, senza alcuna presa sui gio-vani educati al clima dellanuova Italia fascista.

    Di chi sono dunque le re-sponsabilit per la sua rinasci-

    ta? E quando tornata a nuova

    Napoli martoriatadai bombardierialleati.Uno scorcio dellabasilica di SantaChiara, chiostrodelle Clarisse,dopo unaincursione aerea.

    GLI ALLEATI E LA RINASCITA DELLA CAMORRA

    La crocifissione di NapoliDa qualche tempo Napoli occupa le prime pagine deiquotidiani per i numerosi ed eclatanti omicidi di

    stampo camorristici. Eppure la camorra, in quanto setta, fu debellata nel 1912 dopo il processo Cuocolo, grazie

    allopera del capitano Carlo Fabbroni, come la mafia fusconfitta nel 1928 dal prefetto Cesare Mori (1). Nel 1915lallora capo della camorra napoletana Del Giudice la di-

    chiar sciolta (2). Col processo Cuocolo i camorristi per-sero quell'alone di potere tenebroso e indiscutibile che ave-vano ereditato, nell'opinione dei ceti diseredati, dalla favo-

    revole stagione ottocentesca.

    Il governo fascista impiegnelle zone di tradizione ca-morristica i metodi sperimen-tati dal prefetto Mori in Sici-lia. Su scala inferiore, ma con

    eguale efficacia, fu presa dimira anche la camorra rurale,extra-urbana: nella sola zonadi Caserta furono eseguiti cir-ca 4 mila arresti e tanti facino-rosi, affiliati o meno, guappiisolati e gruppi daspiranti ca-morristi finirono in prigione eal confino. Il fascino protervodei camorristi non trovava fa-cilmente platee favorevolinemmeno nei bassi della Na-poli pi disgraziata. Resistetteil mito del "guap-po", ma or-

    mai era il richiamo ad una Na-poli lontana nel tempo, fattadimmagini sfocate e un po'patetiche, come quelle dellevecchie cartoline del tempodella nonna. La fine della ca-

    Un colpo decisivo allacamorra in una foto storica:1912, Corte dAssisedi Viterbo. Camorristi ai ferrinel processo Cuocolo.

    vita? La rinascita della camor-ra, insieme alla formidabileripresa della mafia originadal pernicioso, corrotto e cor-

    ruttore Governo Militare Alle-ato dOccupazione (AMGOT)(4), seguito allo sbarco in Sici-lia. Napoli fu occupata dalletruppe anglo-americane il 1ottobre 1943. Subito dopo lacitt, che aveva con dignit edorgoglio sopportato i sacrificidi una guerra, che la maggio-ranza voleva vittoriosa, diven-ne oggetto della big robbery,la grande ruberia. La nefastaazione delle truppe alleate

    doccupazione, insieme ai traf-

    morra come consorteria orga-nizzata non signific, natural-mente, la fine della criminalita Napoli e nei centri limitrofi.

    Il richiamo ai codici camor-ristici, al gergo dei capintriti edei guappi rimase vivo nelleprigioni e nelle isole, nei vico-letti della vecchia Napoli dovedelinquenti isolati ostentavanoatteggiamenti da guappi. Il fa-scino canagliesco della "bellamamma" non c'era pi neglianni Venti e Trenta del secoloscorso, non c'era soprattutto lasua capacit d'intimidazione enon c'era il gioco ambiguo dei

    pubblici poteri che in prece-

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    fici di una minoranza di napo-letani, trasform la citt. Na-poli, utilizzata come retroviadello sforzo bellico anglo-

    americano, divent conosciutanel mondo come la Shangaidel Mediterraneo e furonogettate le basi per la rinascitadella Camorra. La fame allen-t in molti ogni freno morale etutto divent possibile. La sto-ria di Napoli dalle cosiddettequattro giornate (5) alla finedella guerra fu per colpa di u-na minoranza un calvario umi-liante. Durante questo vergo-gnoso periodo la delinquenza,

    giunta al seguito delle salme-rie delle truppe alleate, spa-droneggi. Le province del"Regno del Sud" erano flagel-late dall'inflazione galoppanteprovocata dalle Am-lire, stam-pate senza alcun limite dagli"Alleati". Nella Kings Italy,cos gli anglo-americani chia-mavano il Regno di VittorioEmanuele III, il costo della vi-ta aument del 750 per cento(il settecentocinquanta!), men-tre i salari erano stati incre-

    mentati appena del 30%: un o-peraio aveva una paga mensileoscillante tra le 1.000 e le1.500 Lire quando un soldatoamericano ne prendeva 6 mila,un tenente 27, un capitano in-

    glese 26. Ufficiali e soldati"alleati", in combutta con ca-morristi, mafiosi e profittatorinostrani, partecipavano alla

    "big robbery"'. Vendevano tut-to, tutto si avviava al mercatonero, tutto si poteva comprare,ma a caro prezzo. Eroismi, i-dealismi, principi morali cheavevano guidato il comporta-mento delle persone negli anniprecedenti, furono seppellitida un mare di fango e di mo-neta doccupazione.

    Per sopravvivere in quei tri-sti giorni bisognava rinunziarea dettami etici ormai "anti-

    quati", superati dalla "nuovacivilt" democratica. Era unaquotidiana, contaminante le-zione di vita. Una lezione innegativo che fece smarrire lavia a molti. Chi non volle onon seppe scendere a patti conla propria coscienza, per so-pravvivere dovette sacrificarequel che aveva ereditato oconquistato in una vita done-sto lavoro e di duri sacrifici. Inmolti scelsero la via del Nord,della Repubblica Sociale Ita-

    liana, o delladesione al Fasci-smo clandestino.

    L avventura del noto ma-fioso Tommaso Buscetta co-minci nel 1943, quando senand a fare il protagonista

    madri in vendita (7). Conun pacchetto di sigarette si po-tevano comprare tre chili dipane (8). Nellagosto del 1944un militare alleato potevaportare a letto una ragazzina di12 anni regalandole una coper-ta: equivaleva alla paga setti-

    manale di un operaio (9).A Napoli pot essere distri-buita fino al 10 dicembre 1943solo una razione giornaliera di100 grammi di pane in citt edi 50 in provincia e, fino al 7febbraio, una di 125 gramminel capoluogo e di 100 in pro-vincia. Alla fine del 1943 po-tevano essere fornite solo 478calorie, salite nel marzo suc-cessivo, nella migliore delle i-potesi, a 620, una quota moltodistante non solo dalle 2.623

    calorie della dieta media deinapoletani di prima della guer-ra, ma anche dalle 2 mila ca-lorie giornaliere previste origi-nariamente nei piani alleatie poi diminuite pi realistica-mente a 1006 dal gennaio del1944 (10).

    Mortificato di quanto vede-va, Alan Moorehead, australia-no, scriveva: Stavamo assi-stendo al crollo morale di unpopolo. La lotta per l'esistenzadominava tutto. Il cibo. Nien-t'altro contava... (11).

    La fame induceva molti na-poletani a far qualsiasi cosapur di guadagnare una scato-letta di corned beef o di razio-ni K, facendo infrangere ognilegge, lacerare principi e sen-timenti tradizionali. Tutto erain vendita. Tutto si poteva tro-vare. Bastava chiedere e poipagare. Perfino a qualche scu-gnizzo, dotto nove anni, finirbene: imbrogliando, commer-

    ciando, rubando, affittandostanze, offrendo zie e sorelle,far un sacco di soldi senzanemmeno saperli contare. Da-to che la prostituzione era ilcommercio pi redditizio, in

    a Napoli contro i tedeschi. Ilquindicenne Masino, gibello e grosso, part in compa-gnia di quattro giovani gi am-messi in Cosa Nostra, tuttistipati dentro una Topolino.Al termine di un viaggio pienodi peripezie i mafiosi ricevet-

    tero dai partigiani le armi conle quali fecero fuoco contro itedeschi. Tra i partecipanti allasquadra di Buscetta cera unpicciotto, Enzo Castellano,poi morto sotto le bombe ame-ricane (6). Trovare unauto, labenzina, un permesso di viag-gio e di attraversare lo Strettodi Messina, passare le lineeecc., con le strade interrotte, avolte bloccate per giorni per ilpassaggio dei convoglialleati, erano tutte difficolt

    quasi insuperabili nella Siciliae nel sud della Penisola di finesettembre del 1943, a meno diavere alte protezioni tra i verti-ci alleati. Oltre il consensodei boss di Cosa Nostra.

    Per il famoso regista JohnHuston: Gli uomini e le don-ne di Napoli erano un popolodiseredato, affamato, dispera-to, disposto a fare assoluta-mente tutto per sopravvivere.L'anima della gente era statastuprata. Era veramente unacitt senza Dio. Una citt do-ve: Le sigarette erano la mer-ce di scambio comunementeimpiegata e per un pacchetto sipoteva fare qualsiasi cosa. Ibambini offrivano sorelle e

    Sopra, da sinistra a destra:le foto segnaletiche di VitoGenovese e LuckyLuciano. In ordine ditempo capi della famigliamafiosa di New York,solerti collaboratori delleForze alleate in Italia. A

    fianco, Vito Genovese indivisa americana ripresoin Sicilia insiemea Salvatore Giuliano.Sotto, unimmaginegiovanile, dietro le sbarre,di Tommaso Buscetta.

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    Scafati della ferrovia Vesuvia-na. Qui confluivano le derratealimentari provenienti dalla

    piana del Sele e dalla Terra diLavoro, frutto del racket orto-frutticolo, e i beni rubati daidepositi militari americani.Trasportate su autocarridellesercito, guidati daglistessi militari americani, cosee prostitute erano scaricate,giorno e notte, sotto controlloarmato, per poi essere avviatea destinazione su autocarri etreni nel resto del Meridione.La perfetta rete di distribuzio-ne, creata da Vito Genovese,

    si rivel cos perfetta da forni-re un modello operativo alsuccessivo racket dei mercatiortofrutticoli, gestito dalla ca-morra. A causa della politicadellAMGOT che, soprattutto

    decine di migliaia vi si dedica-vano. Alcuni autisti parteci-pando al contrabbando di mer-ce alleata potevano guada-gnare anche 100 mila lire algiorno (12). Forcella, da annisulla cronaca nera dei giornali,nasce come mercato nellotto-bre del 1943, quando dei sol-dati americani bontemponi inservizio in un deposito di viaSantAgostino alla zecca, re-galarono a dei bambini alcunescatole di chewing gum, stec-che di sigarette, scatole di pa-raschegge, eufemismo per in-tendere i profilattici. La mercefu venduta in alcune bancarel-le improvvisate. Lamicizia trai forcellesi e i militari si raf-forz dando luogo a proficuiaffari. I militari erano alla ri-cerca di denaro per lacquisto

    di souvenir, vino o dalcune o-re di piacere con le segnorine.Fino a quel momento a Forcel-la la borsa nera era stata prati-cata nella stessa misura diqualsiasi altro rione di Napoli.Criminalit zero o quasi (13).

    Mercato nero e inflazione ri-ducevano il livello di vita deiceti medi a reddito fisso e diquelli popolari. Al disagio dimolti faceva riscontro il rapidoe facile arricchimento di colo-ro che sinserivano nel circuito

    parassitario extralegale delmercato nero. Il contrabbandoera il vagone di merce scom-parso alla stazione o al porto,le tipografie che stampavanole tessere annonarie false, i ri-fornimenti UNRRA (14) nondistribuiti alla popolazione efatti affluire al mercato nero,ed, ancora, le tonnellate di fa-rina sottratte alla produzionedi pane per il mercato legale edestinati al mercato nero, la

    falsa qualifica di partigianovenduta per poche centinaia dilire.

    Una capillare organizzazionecriminale, che prosperava nelclima dillegalit esistente,sorreggeva la rete dellintral-lazzo. Le bande agivano perzone. Le pi importanti eranole bande di Iorio, La Marca,Nardiello e Nasti che operava-no specialmente nel Nolano enell'area vesuviana. Il mercatonero si alimentava ed a sua

    volta, contribuiva a propagare-modelli di comportamento il-legali, diffusi a livello di massa.

    Centro organizzativo del ra-cket, di borsaneristi e militaristatunitensi, era la stazione di

    ra, deportati. Con i proventidel furto... la camorra torna inauge, dividendosi in zone lacitt, e, insieme, lucrosi profit-

    ti. Intorno ai mercati clandesti-ni, essa organizza unefficien-te cintura di sicurezza, fatta dispie, di posti d'avvistamento, edi una serie di corrieri a voceche segnalano ogni movimen-to sospetto, compreso l'arrivodegli agenti... (17).

    Il 60 per cento delle merciscaricate finiva nei trafficiclandestini. Il mercato nerodella roba americana nascevanei depositi del porto, dai qua-

    li sottufficiali traffichini face-vano uscire casse di liquori,stecche di sigarette, razioni K,scatole di carne e fagioli, sac-chi di polvere d'uovo, di zuc-chero o di farina, coperte. Avolte erano gli ufficiali a ven-dere un autotreno carico divettovagliamenti. Prezzo ri-chiesto 6 milioni. Qualcunofece addirittura scomparire 7camion, autisti e soldati discorta compresi (18).

    Si diceva che i depositi ame-

    ricani scarseggiassero di peni-cillina, le farmacie nerano ri-fornite raramente, gli ospedaline ottenevano un numero in-sufficiente di dosi, ma sulmercato nero - a prezzi altissi-

    sponibilit individuali dei sol-dati e la scarsit di beni dispo-nibili per i civili. Fu questo ilmotivo principale che favor ilmercato nero. Il quale altri-menti avrebbe avuto un ruolomeno importante nell'econo-mia cittadina.

    Oltre alla mancanza di beni,lalto livello raggiuntodallinflazione nella Kings I-taly era provocato anche dallepesanti condizioni darmisti-zio - il costo dell'occupazioneanglo-americana era intera-mente a carico dello Stato ita-liano - e dai pesantissimi cam-bi lira-dollaro e lira-sterlinastabiliti. Al momento dellosbarco in Sicilia il cambio del-la Lira fu fissato, grazie allepressioni inglesi che volevanofar pagare allItalia la ribellio-

    ne al vecchio ordine mondialedominato dagli inglesi, con-quistando lEtiopia, a 400 persterlina inglese e a 100 per undollaro.Il peggioramento dellecondizioni di vita, seguito al-loccupazione della citt, por-tava molti a Napoli, come gia Palermo, a dire: Quandocerano i tedeschi mangiava-mo una volta al giorno. Ades-so che sono venuti gli ameri-cani mangiamo una volta allasettimana (15).

    Non cerano confini tra ma-lavitosi e faccendieri. Per tuttila speranza di far soldi comin-ciava con l'acquiescenza o lacollusione di un paisano.Spostati, bari, camerieri ditransatlantici, parassiti, condu-centi di camion, ruffiani e le-stofanti, riescono, in questoquotidiano disordine che a po-co a poco diventa stabile eprende forma, a costruirsi unaposizione. Basta loro incontra-

    re qualche conoscente italo-americano per aprirsi una stra-da... S'intruppano cosi nei co-mandi, dove ottengono una ca-rica e indossano perfino la di-visa cachi... Si gettano le basidei futuri grandi affari, dellefuture concessioni, dei per-messi dellAMGOT. Su que-sto primo nucleo si va co-struendo la nuova classe diri-gente italiana (16). Si rubavadi tutto e in mille modi dai de-positi alleati. Sigarette, sale,

    zucchero, scarpe, filo del tele-fono, vestiti, automobili, ani-mali ecc. I ladri si spacciavanoper carabinieri, M.P., funzio-nari pubblici, reduci, epurato-ri, sindacalisti, vedove di guer-

    nei primi mesi delloccupa-zione, sottovalut l'importanzadi un rifornimento adeguato di

    generi alimentari alla popola-zione, si cre cos uno squili-brio tra l'abbondante dotazio-ne dell'esercito alleato, glistracolmi spacci militari e,conseguentemente, tra le di-

    Sopra e in basso: i mafiosiCalogero Vizzini e GencoRusso nominati da Poletti,quandera Governatore inSicilia, sindaci di Villalta edi Mussomeli.

    Il regista americano JohnHuston, testimone deldegrado napoletano.

    Genco Russo.

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    mi - ce n'era uninfinit. Era,questo, il commercio sottoban-co pi odioso. Urlava ipocrita-mente il governatore CharlesPoletti al microfono di RadioNapoli: Un nucleo dorganiz-zati vampiri fa pesare sul po-polo l'incubo del mercato ne-ro. Considero questa specula-zione come il peggior banco distrozzino che abbia mai cono-sciuto (19). Aveva al suofianco il capomafia Vito Ge-novese, colui che reggeva lefila della great robbery. Erastato arrestato 11 volte negliStati Uniti: omicidio, furto, ra-pina ecc. Genovese era fuggitodagli States nel 1939 perchaccusato domicidio. Don Vi-tone aveva alte protezioni: fa-ceva linterprete e lautistapersonale di Charles Poletti,

    capo dellAMGOT, ed era ca-po di una vasta rete di contrab-bandieri. Trattavano dollari,grano, olio, merce ed autocarrirubati nei depositi delleser-cito americano. Egli aveva ilparziale controllo del comples-so che forniva elettricit al cir-condario di Nola (Quartier ge-nerale di Poletti) e ne usava ascapito dimprese industriali ecommerciali.

    Ritornato nel 1945 negliStates, Genovese fu processato

    e fu assolto per assassinio. Ep-pure tutte le sue attivit eranoben note al C.I.C. (20),sapevano che era stato il nu-mero due della famiglia ma-fiosa di New York, chi avevapreso il posto di Lucky Lucia-no imprigionato. Il C.I.C. peraveva imparato in fretta a te-nersi alla larga da qualsiasi af-fare in cui ci fosse lo zampinodi Genovese (21). Oltre a farnominare numerosi sindaci nel

    Nolano, Genovese riusc, gra-zie agli appoggi godutinellAMGOT, a far nominareun amico giudice al Tribunaledi Napoli (22).

    Poletti al ritorno a casa saraccusato di essere stato inviatosu indicazione di Lucky Lu-ciano. Fu denunciato, inoltre,da alcuni industriali italiani,primo tra tutti Remo Cademar-tori di Milano, che erano statisuoi soci in certi affari e che siritenevano da lui danneggiati.

    Poletti smenti sempre (23).In precedenza Poletti aveva

    ricoperto lincarico di gover-natore in Sicilia. Parte dell'in-quinamento delle pubblicheamministrazioni in Sicilia,

    figlio della "epurazione ragio-nevole" degli Alleati. Nu-merosi mafiosi o amici degliamici furono nominati a rico-prire cariche pubbliche."Erano mafiosi, sicuramente,Calogero Vizzini, fatto sinda-co di Villalba, Serafino Di Pe-ri di Bolognetta, VincenzoLandolina di Misilmeri, Giu-seppe Scarlata di Lercara

    Freddi(24). Giuseppe GencoRusso di Mussomeli. Il mol-to"chiacchierato" SalvatoreMalta a Vallelunga (25). Forsenon vero che tutti gli uomininominati dagli Alleati sinda-ci in Sicilia fossero mafiosi,ma " vero che quasi tutte lenomine fatte dagli anglo-americani riguardavano uomi-

    ni dal sentire mafioso , il chepoi la stessa cosa" (26).

    Un attento osservatore dellacriminalit organizzata napo-letana, Vittorio Paliotti a pro-posito della rinascita della ca-

    morra scrive: All'origine del-la ricomparsa in Italia della ca-morra e della mafia, c l'A-merica: quella dei gangster,ma anche quel la deiliberatori. Fu l'oriundo sici-liano Lucky Luciano, espo-nente del Sindacato del Crimi-ne, a collaborare, dal chiuso diun penitenziario, con la NavalIntelligence, attivando vecchi

    mafiosi per favorire lo sbarcoin Sicilia; e fu l'oriundo napo-letano (nolano per la precisio-

    ne) Vito Genovese, scampatoalla sedia elettrica, a cucire irapporti, indossando la divisadi ufficiale americano, fra ilresponsabile del Governo Mi-litare Alleato a Napoli, Char-les Poletti, e gruppi di vecchi enuovi malviventi a vocazionecamorristicaaccanto al go-vernatore Charles Poletti tro-viamo, in qualit di interpretee in divisa dell'esercito ameri-cano, Vito Genovese, ex vice-capo del Sindacato del Crimi-

    ne, sostituto di Lucky Lucia-no. Dire che Genovese pren-desse contatti con gli esponen-ti della vecchia camorra signi-ficherebbe sostenere una cosanon vera, dal momento che la

    Bella Socit Riformata erastata sgominata trent'anni pri-ma e che i capi storici eranoormai vecchi: accertato, tut-tavia, che l'ex gangster, oltre ainvischiare nell'affarismo leautorit di occupazione, stabiluna rete di interessi con i gros-sisti del contrabbando e dellaborsa nera. La popolazione diun'intera citt, a quell'epoca,

    riusciva a sfamarsi e a soprav-vivere grazie solo ai mercaticlandestini. Dilagavano traffici

    illeciti e prostituzione. Era fa-tale che prima o poi, esponentidel contrabbando e della borsanera diventassero succubi ditaglieggiatori: a meno che nonfossero taglieggiatori essi stes-si. Caratteristica della delin-quenza vincente quella di al-largarsi ed espandersi; non so-lo il mercato nero, ma anche ilmercato ortofrutticolo cadderoin preda a taglieggiatori che,se non proprio camorristi, era-no almeno guappi. Guappi e

    dunque autonomi e non appar-tenenti a una associazione. Lichiamavano e si facevanochiamare carte di tressette.

    SI GETTANO LE BASI DEI FUTURI GRANDI AFFARI,DELLE FUTURE CONCESSIONI. SU QUESTO

    PRIMO NUCLEO SI VA COSTITUENDOLA NUOVA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA

    Charles Poletti (al centro)in una immagine del 1945mentre riceve dal sindacodi Milano Greppi, quale

    governatore alleatodellItalia settentrionale, ilgonfalone della citt.

    (Continua a pagina 26)

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    parata alla guerra era la Ger-mania. Anche perch - sembraun paradosso - aveva perso laPrima Guerra Mondiale ed a-veva dovuto ricostruire ex no-vo i suoi arsenali con armi chepossiamo definire di secondagenerazione rispetto a quelledei futuri avversari.

    Tanto per fare un esempio: ilrinnovo delle artiglierie italia-ne in una economia non diguerra ma secondo i ritmi diuna economia di pace avrebberichiesto circa 20 anni (Studioaffidato nel 1929 dal Capo diStato Maggiore Bonzani alCol. Guzzoni e al Gen. Giuriaispettore dellArma di Arti-glieria). In pi, un pezzo da149/35 nel 1915 chiedeva cir-ca 1200 ore di lavoro. Nel

    1938 il 149/40 ne chiedevadieci volte tanto.Problemi di questo genere,

    validi per tutte le armi, eranocomuni a tutte le Potenze checonseguentemente si presenta-rono impreparate allo scoppiodella Seconda Guerra Mondia-le, ad eccezione appunto dellaGermania e in certa misura delGiappone.

    Non a caso la nostra Aero-nautica - che rispetto alle altreera unArma giovane - fu me-

    no soggetta a questi problemi.E non fu un caso che i nostriapparecchi siano stati alla parie a volte anche superiori aquelli stranieri. Dice beneFranco Bandini : Pi di ogni

    PRIMA PARTE

    Sfatiamo innanzitutto illuogo comune che

    rimprovera al Duce di essereentrato in guerra senzaaspettare di essere prontovisto che le precedenti guerredi Etiopia e di Spagna avevano

    effettivamente salassato nonpoco il nostro Esercito.

    Esiste una legge ben precisache regola i rapporti di forzatra le Potenze e che si pu sin-teticamente esprimere cos:La potenza A dominantepermetter alla Potenza B e-mergente di svilupparsi fino aun livello tale da non pregiudi-care e mettere a rischio la pre-minenza della stessa PotenzaA. A quel punto scatteranno

    diverse iniziative (diploma-tiche, politiche, economiche,ricerca di alleanze) che posso-no anche culminare in unaguerra preventiva da parte del-la Potenza A.

    La Potenza B ha davanti as solo due strade: o arrestareil proprio sviluppo o accettarelipotesi di un conflitto secon-do la teoria del rischio calcolato,scendendo in guerra quandopensa di essere sufficiente-mente pronta e comunque pri-

    ma che la Potenza A dispie-ghi tutto il suo potenziale.Purtroppo da noi nessuno hacapito il meccanismo intimo diquesta legge che inizi a fun-zionare nel momento in cui di-

    Prima di affrontare il complesso (e delicato) ar- gomento sul livello della preparazione militare ita-liana, riteniamo opportu-

    no premettere alcune con-siderazioni di ordine gene- rale idonee a introdurre

    gli specifici e successivicapitoli sulle Forze Arma- te italiane, che verrannopubblicati sui prossimi nu-meri.

    La preparazione alla guerra

    nel Secondo conflitto mondiale

    Corazzate della Home Fleetin navigazione nelMediterraneo (nella fotola Repulse e la Hood).

    ventammo Potenza marittimae coloniale (vedi lo spiega-mento della Flotta inglesenel Mediterraneo nel Settem-bre 1935 poco prima dellacampagna dAbissinia).

    Per la Gran Bretagna questalegge agiva da sempre comeun riflesso automatico e condi-zionato. (Un esempio: il Trat-tato di Utrecht del 1712-1713con la proposta inglese di darela Sicilia a Vittorio Amedeo II

    di Savoia per farne elementodi equilibrio nel Mediterraneo,legandolo allInghilterra dallamancanza di una Marina siamercantile sia militare. Van-taggio per la Gran Bretagna:

    una terza base dopo Gibilterrae Minorca).

    Lunico a capire perfetta-mente questo meccanismo fuHitler e lo spiega anche chia-ramente nel Mein Kampf(capitoli XIV e XV). La pre-parazione della Germania fufinalizzata, per tappe successi-ve e coerenti, allappuntamen-to con la guerra che sarebbedovuta scoppiare nel momentoin cui i rischi notevoli poteva-no essere almeno in partecompensati da tutta una seriedi vantaggi, quali la scarsapreparazione degli avversari ela quasi sicurezza della nonentrata in guerra degli Stati U-

    niti, almeno non nellimme-diato. (Vedi indagine Roperdel Settembre 1939: la corren-te interventista era il 2,5 percento della popolazione).

    Quindi lunica nazione pre-

    Allentrata in guerra, la flotta italiana potevavantare nel Mediterraneo una superiorit suciascuno dei Gruppi navali inglesi di Gibilterrae Alessandria (nella foto la corazzata Littorio).

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    rente.A questo punto si impone u-

    na considerazione: per giudi-care gli avvenimenti passati

    dobbiamo calarci integralmen-te in quel periodo come se civivessimo con le conoscenze,la mentalit e quantaltrodellepoca, senza farci condi-zionare dalle conoscenze suc-cessive. Sulla base di questoassunto si pu affermare che lenostre Forze Armate, pur connumerose deficienze e man-chevolezze, erano perfetta-mente in grado di svolgere illoro compito e non erano af-fatto inferiori allavversario,

    come dimostreremo esaminan-do nei prossimi interventi Ae-ronautica, Marina, Esercito.

    Unultima nota: compito diuno Stato Maggiore Generalenon baloccarsi con una verao supposta inferiorit, ma trar-re il meglio dalle risorse esi-stenti. Nellultima guerra i no-stri vertici militari sono stati lanostra vera inferiorit e debo-lezza.

    Luciano Perocchio

    (1 - Continua)

    Bibliografia essenzialeCarlo De Biase LAquiladOro Edizioni Il Borghese.Franco Bandini Tecnica dellasconfitta Longanesi Edizioni.Angelo Jachino Tramonto diuna grande Marina Monda-dori.Enzo Biagi La SecondaGuerra Mondiale FratelliFabbri Editori.Valerio Naglieri Carri armatinel deserto Ermanno AlbertelliEditore.Eddy Bauer Storia controver-sa della Seconda Guerra Mon-diale Edizioni De Agostini.Adolf Hitler Mein Kampf.

    nei diversi scacchieri e che laperdita nel Mediterraneo odaltrove di un paio di corazzatepoteva determinare una crisi

    gravissima. Come in effetti av-venne in pi occasioni nel cor-so delle operazioni.

    Egualmente nessuno cap ovolle capire quale fosse il no-stro fronte di guerra. Vedia-

    mo: i Tedeschi attaccano laFrancia il 10 Maggio 1940.Noi entriamo in guerra il 10Giugno con la Francia giprossima ad arrendersi, il 22Giugno c larmistizio Fran-co-Tedesco, il 24 quello conlItalia. chiaro che il nostrounico fronte di guerra quelloLibico e lunico fronte maritti-mo il Mediterraneo dove,sparita la flotta francese, ab-biamo la superiorit se non

    proprio assoluta almeno relati-va rispetto a ciascuno dei dueGruppi navali inglesi di Gibil-terra e Alessandria. Noi siamonel mezzo. Vantaggio tattico eanche strategico non indiffe-

    altra Arma, lAeronautica ita-liana aveva compreso abba-stanza per tempo che non sa-rebbe mai stato possibile di-sporre di una linea sempre esicuramente moderna, e chequindi meglio sarebbe conve-nuto sterzare denari e mezzial rafforzamento di una indu-stria capace di lavorare a pienoritmo soltanto schiacciando unbottone. Se poi questo non av-venne o avvenne meno bene diquanto si sarebbe potuto spe-rare, per questioni che nonavevano nulla a che fare con il

    metodo, ma con le persone chedovevano metterlo in pratica, esoprattutto per la mancanza diuna chiara teoria della guerraaerea (ma non solo) che indi-casse con precisione quali

    mezzi dovevano essere prodot-ti.

    Nonostante la preparazionemilitare finalizzata alla guerra,il nerbo delle forze corazzatetedesche nel 1939/40 era costi-tuito dal PKW II 8,6 T armatocon un 20/55, largamente usa-to in Polonia e Francia comecarro dassalto. Poi, fino al1942, il nerbo delle forze co-razzate fu il PKW III da 20 Tarmato con un 50/42 affianca-

    to dal PKW IV da 21 T arma-to col 75/ 24, nella quantitstandard di circa 20 unit perbattaglione corazzato.

    Da parte francese, per con-verso, abbiamo il caso del car-

    ro B che avrebbe dovuto for-mare con un migliaio di esem-plari lossatura di sei Divisio-ni. Fino al 30 Aprile 1940 nefurono assegnati 176. Inoltresolo un carro su cinque era do-tato di apparato rice-trasmit-tente.

    In definitiva, nel primo pe-riodo della guerra giov piche altro ai tedeschi lusospregiudicato e poco ortodos-so - per i canoni dellepoca -dei loro mezzi, come luso tat-tico delle forze corazzate.luso in branco dei sommer-

    gibili, luso dello Stuka (aereoa carrello fisso!) come canno-niera volante ante litteram.

    Per quanto ci riguarda, en-trammo in guerra convinti del-la nostra totale impreparazione

    ed inferiorit in senso assolu-to. .Non fummo capaci di va-lutare la nostra situazione insenso relativo alla necessit eagli impieghi delle nostre For-ze Armate. Un esempio pertutti. LAmmiraglio Jachinonel suo libro Tramonto di unaGrande Marina a pagina 15scrive: (...) a Roma si ritene-va molto pericoloso uno scon-tro tra noi e gli Inglesi in con-siderazione delle ampie riserve

    che la Marina britannica avevain altri scacchieri. A Roma,evidentemente, nessuno com-prese che per i suoi moltepliciimpegni la Marina britannica,obbligatoriamente, era sparsa

    Allentrata in guerra, malgrado numerosedeficienze, le Forze Armate

    italiane erano in grado di svolgere il lorocompito e di competere con il nemico

    Sopra, un gruppo diStuka autentichecannonierevolanti. A fianco, ilgenerale Gamelin(secondo da destra)Capo di S.M.

    dellEsercitofrancese. Indicatoquale responsabiledella mancatapreparazione delleForze Armatee della sconfitta:tra laltro non seppeimpedirelo sfondamentotedesco nelleArdenne.

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    La storiografiaufficiale del dopoguerra ha del tuttoignorato (salvosporadici cenni)la presenza delleForze Armate della

    RSI sul fronteorientale italiano.Una presenza fortedi oltre 40.000uomini che hannopresidiato e difesofino allultimo terreitaliane.

    Dopo aver proposto sul numero 16 di Historica lo schieramento dei Repartidelle Forze Armate della R.S.I. dislocate sul fronte occidentale, Carlo Cu-cut ci propone un quadro sintetico di tutti i Reparti presenti lungo il fronte o-rientale, dal confine con lAustria alle isole dellIstria. Sono state inserite tuttequelle formazioni che hanno svolto attivit militare nellOZAK, indipendente-

    mente dalla loro appartenenza, quindi sono presenti Reparti dellENR, della

    MNR, dellANR, della GNR/MDT, delle BB.NN., ecc. con una indicazione dimassima della loro consistenza. Dove possibile stata segnalata anche la sedeoperativa e leventuale scioglimento anticipato prima della fine delle ostilit. I-noltre sono stati anche inseriti quei Reparti che hanno operato direttamente sot-to il Comando tedesco.

    Fanteria (Difesa Costiera)1 Btg. Fucilieri O.P. Trieste2 Btg. Fucilieri O.P. Gorizia3 Btg. Fucilieri O.P. Udine4 Btg. Fucilieri O.P. Fiume1a Cp. Fucilieri O.P. Fiume1a Cp. Autieri Trieste

    XIV Btg. D.C. Fiume Gorizia e Pro-vinciaXV Btg. D.C. (Btg. Bersaglieri Benito

    Mussolini) Valle del BacciaXVI Btg. D.C. FiumeRgt. Alpini Tagliamento (2 Btg. Alpi-ni e 1 Btg. Bersaglieri) Udine - Goriziae vallateBtg. Volontari di Sardegna Villa Opici-na (poi disciolto)Btg. ex partigiani David - Sagrato (poidisciolto)1a Cp. Alpini Julia (poi XVI Btg. D.C.) FiumeO.K.W.516 Btg. E.R.I.Totale Forza 5.279

    Artiglieria (Postazione Costiera)X Gruppo Prosecco/OpicinaXI Gruppo FiumeXII Gruppo FiumeXIII Gruppo PolaXIV Gruppo TriesteXV Gruppo TriesteXVII Gruppo Muggia/TriesteReparti Autonomi1a Btr. Someggiata da 65/17 1a Btr. Ip-

    potrainata da 75/27 Btr. T.M. 100/22 Opicina9a Btr. P.C. TriesteTotale Forza 3.200

    La R.S.I. sul fronte orientale

    (Nella foto, bersaglieri delBattaglione Mussolini

    impiegato nel Goriziano).

    204a Cp. Sanit TriesteMagazzini e Depositi materiali Genio eArtiglieriaUfficio Stralcio ex Comando TerritorialeUdine TriesteSAF (Servizio Ausiliario Femminile)Totale Forza Comandi e Servizi 3.800

    ESERCITO NAZIONALEREPUBBLICANO

    204 CMR - Com. Mil. Reg. - Trieste31 CMP - Com. Mil. Prov. - Trieste32 CMP - Com. Mil. Prov. - Gorizia33 CMP - Com. Mil. Prov. - Udine34 CMP - Com. Mil. Prov. - Pola

    35 CMP - Com. Mil. Prov. Fiume1 Btg. Ftr. Presidiario - Trieste2 Btg. Ftr. Presidiario - Gorizia1a Cp. Ftr. Presidiaria - Udine1 Btg. Ftr. Presidiario - Pola1a Cp. Ftr. Presidiaria - Fiume204 Tribunale Mil. Regionale Trieste204 Ufficio Genio Militare Trieste204 Ufficio Artiglieria Trieste204 Ufficio Commissariato TriesteDirezione Sanit TriesteUfficio Giustizia Militare Trieste94 D.M. Trieste95 D.M. Gorizia

    96 D.M. Udine97 D.M. PolaOspedale Militare Generale Trieste2a Cp. Sanit GoriziaOspedale Militare Sussidiario Gorizia95a Cp. Sanit Gorizia Nella foto, alpini del Tagliamento

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    O.K.W.Gr. Art. E.R.I.Genio1 Btg. Costruttori Fiume4 Btg. LL (IML) - Udine5 Btg. Artieri Prevallo/Villa del Nevo-so2 Btg. Artieri Stradali Villa Opicina6 Btg. Artieri Pola1a Cp. Guastatori Pola2a Cp. Trasmissioni Gradisca4a Cp. Trasmissioni CormonsIII/147 Btg. Tecnico TurriacoIV/132 Btg. F.C. UdineTotale Forza 2.337

    O.K.W.40 Btg. Misto15 Btg. Costruzioni57 Btg. LLAbt. Bau 118a Div. JagerCarristiGruppo Squadroni Corazzati San Giu-

    sto - Corona/Mariano del FriuliTotale Forza 120/130

    Servizi Logistici1a Colonna Salmerie/Carreggio Fiume2a Colonna Salmerie/Carreggio Fiume3a Colonna Salmerie/Carreggio UdineCp. Autieri di manovra FiumeTotale Forza 535

    MARINA NAZIONALEREPUBBLICANA

    Ufficio Collegamento MNR

    Comando Marina TriesteComandi Servizi Marina FiumeComando Marina Pola PolaCapitaneria di Porto TriesteCapitaneria di Porto FiumeBtg. Fucilieri di Marina San Marco PolaOspedale Militare M.M. PolaBatterie CostiereTrieste Pola Lussino MonfalconeTotale cannoni in servizio suddivisi tracirca 60 batterie: n. 251 di tutti i calibriTotale Forze 2.355

    O.K.M.Personale imbarcato (MNR-KM/Adria)Totale Forza 640

    Xa Flottiglia Mas *Comando Marina Xa Mas PolaSqd. Sommergibili CB/CM PolaBase Operativa Est MTM/SMA BrioniBtg. San Giusto TriesteCp. Adriatica ChersoCp. Sauro PolaCp. DAnnunzio Fiume/LauranaScuola Sommozzatori PortoroseNucleo SAFTotale Forza 3.200

    * Occorre ricordare che nel novembre del1944 la Divisione Decima si spost inVeneto, con alcuni Reparti di F.M. chesino al febbraio 1945 vennero schierati

    nel Goriziano, con sede del Comando aGorizia, operando durante loperazioneAdler e nella Selva di Tarnova. I Re-parti interessati furono: Btg. Fulmine,Sagittario, N.P., Valanga,Sagittario, Freccia e Gr. Art. SanGiorgio.

    AVIAZIONE NAZIONALEREPUBBLICANA

    1 Gruppo C.T. Campoformido2 Gruppo C.T. Aviano/OsoppoGruppo A.S. Buscaglia MernaNuclei presidiari aeroportuali e idroscaliReparti di Protezione e Nucleo Antipara-cadutistiNucleo Allievi Ufficiali/Sottufficiali pi-loti - OsoppoBtg. Allievi Reclute - VertoibaScuola Allievi Specialisti - Udine

    Gruppo Trasporto Velivoli S. Pietro diGoriziaGruppo Trasporto De Camillis S.Pietro di GoriziaNucleo Sorveglianza Tecnica CRDA Monfalcone

    S.S.A.Totale Forza 3.500

    O.K.L.Personale italiano FlakTotale Forza 1.200

    MILIZIA DIFESA TERRITORIALE(G.N.R.)

    Comando Superiore MDT - Trieste1 Rgt. MDT Trieste2 Rgt. MDT Pola3 Rgt. MDT Fiume4 Rgt. MDT Gorizia5 Rgt. MDT Udine1 Btg. MDT Confinaria TriesteCp. Aut. MDT Confinaria TolmezzoCp. Aut. MDT Confinaria FiumeCp. Aut. MDT Confinaria TarvisioPostelegrafonicaForestaleFerroviariaPortuariaStradale

    Totale Forza 10.144

    BRIGATA NERAE REPARTI DEL P.F.R.

    Brigata Nera Tullio CividinoGruppo dAzione Femminile NormaCossettoSquadre dAzione delle Federazioni Pro-vincialiTotale Forza 1.500

    GUARDIA REPUBBLICANAdi FINANZA

    Legioni: Udine e Trieste

    Le localit sedi di presidiodei reparti della Rsi sullafrontiera orientale.

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    Cp. Autonome: Zara e Slovenia(Cirquenizza)Le Brigate erano: Stanziali, Volanti, diConfine, di Porto; le Compagnie com-prendevano Unit della G.F. Mare e diNaviglio; erano presenti Nuclei di PoliziaTributaria.Totale Forza circa 2.400

    POLIZIA REPUBBLICANA

    Questure1 e 5 Btg. Autonomo Polizia Repubbli-canaReparti Mobili del Btg. Arditi di PoliziaPietro CarusoNuclei Speciali

    Ispettorato Generale di P.S. per la Vene-zia Giulia (ISPG/VG)Totale Forza 1.200

    GUARDIA CIVICA

    Guardia Civica di TriesteGuardia Civica di GoriziaTotale Forza 1.550

    NotaSono stati elencati i Reparti costituiti dal-le Forze Armate della R.S.I. che operaro-no nel territorio dellOZAK senza una in-dicazione temporale, quindi un elencocomplessivo ma non esaustivo, delle For-ze che, durante il periodo dall8 settem-bre 1943 al maggio 1945, difesero il con-fine orientale e lIstria. Inoltre anche leindicazioni delle localit, a parte natural-mente le Sedi dei Comandi o delle strut-ture sanitarie o dei Servizi, sono indicati-ve, visto la mobilit durante il periodo diimpiego nelle varie zone di operazione

    BibliografiaArena N. - Soli contro Tutti - Edizioni Ultima Crociata - 1993

    Arena N. - R.S.I. Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana - Volumi I/II/III - AlbertelliAss. Red. Alpini Tagliamento Reggimento Alpini "Tagliamento" - Stampato in proprioBonvicini G. - Decima Marinai ! Decima Comandante ! - Mursia 1988Buonaprole F. - Morte a partita doppia - Ed. Lo Scarabeo - 2003Campoccia A.S. - Per l'Onore e per la Patria. Dalla difesa dei confini orientali d'Italia al campodi concentramento di Coltano - A. Maioli Editore - 2002Francesconi T. - Bersaglieri in Venezia Giulia 1943/1945 - Casa Editrice del Baccia - 1969Francesconi T. - Gorizia 1940/1947 - Editrice Uomo Libero 1990Francesconi T. - Battaglione Bersaglieri Volontari Benito Mussolini. Combattere per lonoredItalia 1943 1945 Marvia Edizioni - 2004Gamberini M. Maculan R.- Battaglione Fulmine X^ Flottiglia Mas 1944/1945 - Editrice Lo Sca-rabeo - 1994

    Di Giusto S. - Operationszone Adriatisches Kustenland Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lu-biana durante loccupazione tedesca 1943-1945 - Ed. IFSML - 2005La Serra R. - Il Battaglione Guastatori Alpini Valanga 1999

    Nesi S. - Decima Flottiglia Mas - Mursia 1986Perissinotto M. - Duri a Morire - Storia del Btg. F.M. Barbarigo - Albertelli Editore 1997Perissinotto M. - Panzarasa C. - Come la Fenice , Storia del Gruppo Artiglieria San Giorgionella Decima Mas - Editoriale Lupo - 2003Petacco A. - L'Esodo - Mondadori Editore - 1999Pisan G. - Storia delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana - Fascicoli vari - C.D.L.Pisan G. - Gli Ultimi in grigioverde Edizioni FPE - 1967

    Sotto: il Macchi 205 del capitanoAdriano Visconti, comandante del IGruppo da Caccia della RSI, ripresoin volo nel cielo dellAlta Italia.Il comandante Visconti verr uccisodai partigiani a guerra finita.

    LA LOTTA NEI CIELIDEL VENETO

    DELLAVIAZIONEREPUBBLICANA

    Giornata infernale. Ci siamo scon-trati su Conegliano. Loro erano tanti,tantissimi, forse 200. La Caccia era

    pi su, oltre i diecimila metri. Sonoarrivati addosso, sparando come be-stie, velocissimi ... Dun tratto eccoancora i Lightning, sei,otto, di pi, dipi. Alla stessa quota vengono incon-tro da sinistra.

    Spariamo tutti e ci incrociamo tra icolpi e il fumo perdendoci nella velo-cit. Vedo altri Macchi, li raggiungoe mi stringo sotto. Intorno a noi gira-no gli americani, girano ma non at-taccano.

    Andiamo verso casa, sotto di noi il

    Tagliamento, attorno a noi i Li-ghtning. E non mollano. Proseguiamostretti stretti verso casa con attornoquella muta di cani arrabbiati ... Duntratto i proiettili scoppiano in mez-zo a noi e anche in mezzo a loro. Poisi vedono decine di aerei arrivare danon so dove. Tutti in rovesciamento:fugone generale tra gli scoppi. Viaventre a terra con il collo svitatoallindietro! Poi si capisce che i nuovigiunti sono gli ME.109 di Lavariano.

    A terra ci siamo contati, mancaqualcuno ma non c tempo, non fi-

    nita. Vola sul campo un razzo rosso!Partenza, partenza! Ci arrivano so-pra!... Tutto il gruppo si leva in volo con-tro una formazione di quadrimotori in-tercettato nella zona di Comacchio...Alla fine del combattimento due qua-drimotori e sei Lightning sono precipi-tati sotto i colpi precisi dei nostri cac-ciatori.Gli abbattitori sono i tenentiTalamini, Levrini, Rosati, Piittini, Lu-gari e Sajeva e i sergenti maggioriVeronesi e Marconcini. Dei cacciatorirepubblicani cade il sergente Capattidella 2squadriglia; il tenente Pittini,costretto a lanciarsi col paracadute,subisce lamputazione di una gambaper le ferite riportate.(Dal Diario del sergente pilota LuigiDi Cecco del 1Gruppo da Caccia Storia delle Forze Armate della Re-pubblica Sociale. di Giorgio Pisan).

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    (...) Bench la presenza diMussolini a Milano fosse risa-puta e la sua residenza a Pa-lazzo Monforte conosciuta an-che dalluomo della strada,nessun speciale servizio disorveglianza era stato predi-sposto.

    Gi il 14 aprile, ricevendomia Gargnano, Mussolini mi ave-va detto che avrebbe portato lasede del Governo in Milano,fissando in pari tempo la suaresidenza in una villa alla peri-feria di Monza. I Ministeri or-mai avevano quasi completatoquello che doveva essere il lo-

    Dobbiamo a Aurelio Garobbio, giornalista e scrittore, u-na diretta e preziosa testimonianza sugli ultimi incon- tri e discorsi di Mussolini in Prefettura a Milano (Palazzo Monforte) del 23 e 24 aprile 1945. Una testimonianza cheapparve per la prima volta su Avanguardia Sociale del 28 a-prile 1948 e in seguito su Studi sul fascismo repubblicano, diretto da Fabio Gabrielli, del settembre 1990. Particolar-

    mente evocativo, pur nella sua sintesi, il resoconto di Garob-bio sulle ore convulse del 24 aprile in Prefettura, trascorseda Mussolini in un susseguirsi di udienze e contatti con mi-nistri e alte personalit della Repubblica accorse a Milano, e concluse con un discorso dal balcone di Palazzo Monforte ai Militi della Brigata Nera Aldo Resega. Pubblichiamo iltesto nelle sue parti essenziali

    di Mussolini

    cortile, ma vedendo funzionarie uscieri alle finestre, preso danaturale curiosit mi affacciaie scesi di corsa in cortile.

    Gli ufficiali stavano schiera-ti, divisi in due plotoni. Mus-solini usc dalla porta delloscalone di ponente e li passin rivista, con passo lento manon stanco. Mussolini guardin viso uno a uno gli uominiimmobili. Poi si port al cen-tro e parl. (...)

    ro trasferimento, in una villadi via XX Settembre, n.18 gliEsteri, a Palazzo Clerici laCultura Popolare.

    Quel 23 aprile, quando i plo-toni degli ufficiali della GNRlasciarono via Monforte, en-trando nel cortile della Prefet-tura, non pochi curiosi li se-guirono, completamente indi-sturbati, e sotto il porticato eb-bero modo di assistere alla ras-segna e di udire il discorso.

    Mi trovavo al piano superio-re della Prefettura, rispondenteallo scalone di levante. Ignora-vo cosa stesse accadendo nel

    24 Aprile 1945: il Capo del Fascismo parla ai Militi dellaBrigata Nera di Milano Aldo Resega dal balcone di Pa-lazzo Monforte. La fine si sta avvicinando.

    Lultimo discorso

    (Del breve discorso di Mus-

    solini agli ufficiali della GNR,

    Garoppo riporta nella sua te-

    stimonianza una sola frase che

    gli rimase particolarmente im-

    pressa: Ricordatevelo, uno

    straniero sempre un nemico,anche se ci viene incontro con

    un mazzo di fiori. Una frase

    che Mussolini, ricevendolo, gli

    ripet il mattino del 25 aprile)

    Dalle sedici del 24 aprile mitrovavo a Palazzo Monforte, eprecisamente nella sala di rice-vimento cui fa capo lo scalonedi ponente. La prima sala, en-trando, fungeva da stanza diattesa. Mussolini lavorava inquella immediatamente a sini-

    stra. A destra si aprivano duesaloni aperti nei quali si alter-navano ministri e alti funzio-nari. Lusciere del Prefetto sta-va sulla sinistra della portadingresso. Mi spiace dis-se - oggi non posso lasciarvipassare. Gli spiegai che ave-vo unudienza con il Duce.Non mi risulta - e cerc laconferma nel consueto elenco.Il vostro nome non c.Eppure ludienza era per leore sedici.... Aspettate qui -

    fece due passi e, prima discendere di corsa lo scalone, sivolt: Non lasciate entrarenessuno, si raccomand. Ri-torn poco dopo.

    Anche nella lista del giorno

    Dallalto in basso : BenitoMussolini in Prefettura il 23e il 25 aprile 1945.

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    seguente, il 25 aprile, il mionome non figurava, eppureludienza ebbe luogo alle diecidel mattino. Che non figurasseme lo disse a Bologna, annidopo, Giorgio Pini, quando glichiesi come mai nella storiascritta insieme a Susmel, miavesse ignorato. Abbiamo u-tilizzato una lista trovata inPrefettura.

    Con questa mia pur doverosaaggiunta al testo del 1948, hointerrotto il filo del discorso.Come ho detto, ludienza erafissata per le ore sedici. Men-tre attendevo il mio turno, arri-v Sandro Giuliani (1). Ti farperdere poco tempo - disse;aveva una risposta da portareal Duce e non si sarebbe tratte-nuto a lungo. Povero Musso-lini, lhanno tradito tutti

    unaltra volta! esclam scon-solato. Poi, riprendendosi, intono deciso, quasi aggressivo:Noi finiremo, il fascismo no.Ci ammazzeranno uno a unoma il fascismo vivr!.Lusciere lo invit ad entrare;dopo qualche minuto usc.

    Mussolini ricevette ancora lavedova Resega che accompa-gnava una signora a me scono-sciuta; poi un giovanotto in di-visa dellesercito. Giunse il se-gretario particolare Luigi Gat-

    ti, da Gargnano, con una volu-minosa cassa di zinco chiusa achiave, sorretta da due uscieri,e che fu subito portata nellostudio di Mussolini. GiunseGraziani, accompagnato da ungenerale, e fu immediatamentericevuto, restando a colloquioper pi di mezzora. GiunseMezzasoma, accompagnatodal segretario particolare manon fu introdotto e sost qual-che tempo a parlare con altri

    gerarchi, ripartendo.Le ore passavano. Il salonedi attesa nel quale mi trovavoera semideserto. Un sottuffi-ciale germanico, gi anziano,stanco della giornata, si era se-duto su una seggiola. Gli u-scieri stessi si erano ritirati,fuor che il pi giovane di loro,quello che introduceva daMussolini. Si chiamava Dego-le o qualcosa di simile, e i col-leghi lo motteggiavano chia-mandolo generale e dicendo

    che mai un De Gaulle avrebbedovuto finire come usciere delDuce!

    Bombacci, che da tempo sta-zionava tra luno e laltro deisaloni successivi, mi disse: A

    Lultimo foglio delle udienzeufficiali di Mussolini in data 24aprile, stilato dal segretarioLuigi Gatti.

    costo di dormire qua dentro,questa sera voglio parlare con

    Mussolini!. Giunse Pavolini,salendo le scale di corsa, entrda Mussolini, usc, ritorn pitardi. Giunse Liverani, il qualeinsistette con Gatti perch loannunciasse subito: Bisognache sistemi lo sciopero dei fer-rovieri - fu la frase che udii.E anchegli fu introdotto nellostudio di Mussolini, dove gistavano Pavolini e altri.

    La sera scendeva. Dalla stra-da giunse un clamore di vociconfuse, di gente che si avvici-

    nava. Pavolini usc dallo stu-dio di Mussolini, chiese al pri-mo che incontr che stessesuccedendo e senza attendererisposta scese di corsa le scale.

    Stavo seduto sul divano di

    legno, che fra le due finestredella sala daspetto. Scambiaiunocchiata con uno scono-sciuto che mi era vicino, ci in-tendemmo senza parlare. Diarmato nelle sale cera soloquel vecchio sottufficiale tede-sco, stanco e assente. Le guar-die al portone erano mezzadozzina. Anche le sentinelledonore delle SS erano state ri-tirate.

    Assicuratosi di che si tratta-va, Pavolini sempre a passo dicorsa risal le scale ed entrnello studio di Mussolini, chequasi immediatamente usc.Mi scorse e con mia grandemeraviglia, mentre attraversa-va il salone: Dovete tornare

    domattina - disse chiamando-mi per nome. - Questa se-ra ... - e chiuse il discorso conun ampio gesto del braccio si-nistro, come per aggiungere:lo vedete quanto ho da fare.

    A qualche distanza da Mus-solini, i ministri lo seguivano.Egli avanzava, diretto al bal-cone centrale di Palazzo Mon-forte, dalla strada si levaronovoci calde di incondizionatadedizione. Erano militi dellaBrigata Nera (2).

    Imbruniva. Dalle nubi sullastrada una luce metallica. Dauna delle finestre laterali, scor-gevo Mussolini, udivo le sueparole. Nessuno le stenograf.Nessuno prese appunti. Ma illoro senso, se non le preciseparole, bene impresso nellamia mente.

    Mussolini raccolse la profes-sione di fede dei Militi, ribadil concetto dellassoluta neces-sit di essere pronti alla massi-ma prova, di difendere lItaliacontro lo straniero, specifican-

    do che al di sopra di ogni idea-le deve costantemente starelamore di Patria. I Militi in-terruppero pi volte il suo di-re, rispondendo alle frasi, inquel tipico dialogo tra oratoree folla che tutti conoscono.

    Poi Mussolini salut. Segui-to dai ministri ritorn nel suostudio. Le finestre di PalazzoMonforte si richiusero.

    Mancavano pochi minuti al-le otto e non possedevo alcunpermesso di circolazione per il

    coprifuoco. Scesi frettolosa-mente le scale, uscii. La stradaera ritornata deserta.

    Note(1) - Il giornalista Sandro Giuliani ,gi redattore capo del PopolodItalia, verr fucilato dai partigianidopo un processo sommario.(2) - In proposito cos annota Bru-no Spampanato nel suo Controme-moriale (Vol. V) : Il 24 Mussoli-ni, ancora per un istante, aveva do-vuto sperare qualcosa. La BrigataNera Resega aveva concentrato a

    Via Torino 18 autocarri carichi dibrigatisti, 23 motocarri con mitra-gliere, molte mitragliatrici, 2 pezzianticarro e 4 pezzi trainati. La co-lonna sfil per i rioni popolari. Pas-s in un silenzio grave e compatto.Arriv fino a Via Monforte per so-stare sotto la Prefettura. Il rombo deimotori e le grida altissime degli uo-mini richiamarono Mussolini al bal-cone. Sentimmo solo una sua frase:... in questo grave momento la fe-delt delle Camice Nere mi dimostrache il fascismo non morto.

    Sandro Giuliani: PoveroMussolini, lhanno tradito tuttiunaltra volta ... Noi finiremo,

    il Fascismo no.Ci ammazzeranno uno a uno

    ma il Fascismo vivr!

    A PAGINA 23LE FAMIGLIE ITALIANE

    DISTRUTTE DALLAVIOLENZA

    PARTIGIANA

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    13/2813

    Con le azioni congiunte programmate per il 16 marzo1945, il Comando partigiano intende dimostrare diessere in grado di poter attaccare pi obiettivi contempora-

    neamente muovendo migliaia di uomini. Nel rapporto del14 marzo, tenuto alla cascina Montalbano, presso Boca,viene messo a punto il piano di attacco ai presidi fascisti di

    Borgosesia, Romagnano Sesia e Fara Novarese. Partico-larmente robuste le forze messe in campo da Moscatelli pereliminare il presidio di Borgosesia tenuto dalle Compagnie

    Savino e Tedeschi della Legione Autonoma EttoreMuti, con il supporto di un carro leggero e di una auto-blinda del Gruppo Leonessa.

    Alla 6o Brigata Nello viene assegnato il compito di at-taccare ed eliminare il presidio, e di bloccare la strada Va- rallo-Borgosesia. Alla 118a Brigata Servadei il compito

    di partecipare allattacco ebloccare la strada Maggiora-Borgomanero, alla salita diMaggiora. Alla 86a BrigataCuriel viene assegnatolobiettivo di bloccare la stra-da Gozzano-Borgosesia, allagalleria della Cremisina, men-tre la Brigata Redi dovrsvolgere azioni diversive con-tro i presidi del Cusio e la 12a

    Nedo attaccare e tenere im-pegnati i presidi della Val Ses-sera. La reale dislocazione del-

    l e B r i g a t e p a r t i g i a n enellattacco del 16 marzo aipresidi della Valsesia, moltoconfusa, impossibile da stabi-lire con precisione data la loroframmentazione, cos come laloro partecipazione agli attac-chi a ogni obbiettivo.

    Lazione su Borgosesiainizia alle ore 6 circa, dopoche i gruppi partigiani sonoriusciti a occupare, senzamettere in allarme, le case

    attorno al presidio piazzandoviuna ventina di mitragliatori e,agli angoli della piazza, duemortai che aprono contempo-raneamente il fuoco. Alcunipartigiani sfruttano lelementosorpresa e il fuoco di coperturaper portarsi sotto le finestredella caserma (la locale scuolaelementare) e lanciare allin-terno alcune bombe a mano.

    La reazione dei Legionari immediata, il loro fuococontrobat te quel lo dei

    partigiani che dopo due ore dicombattimento richiedonorinforzi. Verso le ore 8, unfatto nuovo capovolge lasituazione: una pattuglia dellaMuti del presidio di

    autoblinda del GruppoCorazzato Leonessa inviatain perlustrazione dal Comandodel presidio di Varallo Sesiadopo linterruzione dei contattitelefonici. Lautoblinda, conlaiuto della squadra delsergente Vitali, supera agevol-mente linterruzione stradale einsieme agli uomini dellaMuti giunge alle spalle deipartigiani che assediano ilpresidio. Colti a loro volta disorpresa, abbandonano il cam-

    po lasciando sul terreno novemorti e numerosi feriti, oltread armi e munizioni.

    I Legionari della Muti la-mentano due caduti, il Capita-no Martinelli mentre allo sco-perto aziona la mitragliatrice,e lArdito Casapulla colpitomentre cerca di recuperare ilcorpo del Capitano. I combat-timenti a Borgosesia hannocoinvolto soltanto il presidiodella Muti, ignorato dai par-

    tigiani quello tedesco di stanzaa Villa Magni.Mario Cassano

    UN EPISODIO DELLA GUERRA CIVILE NEL NOVARESE

    16 Marzo 1945: attacco a Borgosesia

    In alto: Marzo 1945 inValsesia. Il sergente Vitali,a sinistra, con lo stena spalla. Sopra: CinoMoscatelli, a sinistra, aDomodossola.

    Crevacuore, al comando del

    sergente Vitali, in perlustra-zione lungo la strada della ValSessera, richiamata dagli

    spari, cerca di portarsi suBorgosesia. Segue uno scontroa fuoco con i partigiani chebloccano il ponte pedonale diAgnona. Dopo un brevescambio di colpi i partigiani sidanno alla fuga riuscendo per

    a far brillare una mina cheprovoca un cratere nella sedestradale. Sopravviene una

    Presidi della Legione Ettore Mutiin Valsesia e Val Sessera

    Borgosesia Compagnia Savino e TedeschiVarallo Sesia Compagnia Figini e CasalecchiCrevacuore Compagnia SalinesPraj Biellese Una squadra Compagnia BardelliCoggiola Una squadra Compagnia Bardelli

    e una della Compagnia Tedeschi

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    14/2814

    Da oltre mezzo secolo lafavola dei soldati ameri-

    cani apportatori di libert edemocrazia non conosce so-sta nelle sue repliche, soggettoimmutato di un teatrino allacui ribalta si affacciano perio-dicamente i servi sciocchi delGrande Fratello doltre Atlan-

    tico. Lultima replica (per noiItaliani) ha avuto quale inter-prete principale lex Presiden-te del Consiglio in trasferta e-lettorale a Washington il 1marzo 2006. Le cronache deltempo ci hanno informati co-me di fronte al Congresso a-mericano egli si sia commossoe abbia commosso, parlando diquello che gli evocava la vi-sione della bandiera a stelle estrisce, e dei giovani corag-giosi venuti a morire in Euro-

    Libert e democrazia a

    Robert McNamara, Segretarioalla Difesa dal 1961 al 1968.

    pa per portarci la libert e lademocrazia. Rappresentantiin armi di una Nazione (questala vulgata) depositaria dei su-

    premi valori democratici, ov-viamente da esportare. Sullareale consistenza di questivalori democratici made inUSA, crediamo necessarie al-cune considerazioni che chia-riscano quale sia la strutturaportante dellosannata demo-crazia americana, e di conse-guenza quali siano stati i verivalori imposti allEuropadallintervento americanonellultimo conflitto.

    Gi tra il 1835 e il 1840 Ale-xis de Tocqueville scrisse chenon era il popolo a dirigere ilgoverno della cosa pubblica inAmerica, ma coloro che ave-vano il favore del popolo. Unadistinzione che permette di a-gire in nome della nazionesenza consultarla e di estorcer-ne la riconoscenza calpestandola.

    Oggi si scoperto che vi so-no al mondo tirannie legittimee ingiustizie sante, perch e-sercitate in nome del popolo.

    Da oltre centocinquant'anni,ma forse anche da prima, ilgoverno degli Stati Uniti uncomitato d'affari, espressionedegli interessi di potenti grup-pi finanziari, uniti nel perse-

    guire le strategie e divisi solosui metodi e sulle tattiche daadottare di volta in volta, (adesempio: oro o diritti speciali

    di prelievo come garanzia nel-le grandi transazioni patroci-nate dal Fondo Monetario In-ternazionale). Confortati o nodal voto del popolo, banchieri,finanzieri e grandi industrialiassumono incarichi di gover-no, identificando la cura della

    Nella pagina a fronte: lesedi della Banca CentraleEuropea e della Bank forInternational Settlementsdi Basilea al vertice di unsistema monetariointernazionale nelle manidi banche private.

    cosa pubblica con quella degli

    interessi propri e dei gruppicui appartengono. Senza infie-rire sulla dinastia dei Bush,basti pensare a Baker, Boot,Cheney, Collins, Corzine, Da-nilou, Feith, Geithner, Harri-man, Haas, Holbrooke, Hub-bard, Janow, Jordan, Kagan,Kissinger, Kleinfeld, Luti, MacDonough, McNamara, Perle,Reed, Rockefeller, Ross, Rum-sfeld Schnabel, Schultze, Wo-hlstetter, Wolfenson, Wolfo-witz e cos via, avanti per un

    bel pezzo.Sessantacinque anni fa, tanto

    per dare un'idea, i fratelli Al-

    lan e John Foster Dulles, altidirigenti della Sullivan &Cromwell (Gruppo J. HenrySchrder), attraverso il Coun-

    cil for Foreign Relations, fon-dato dai Rockefeller, passaro-no: Allen alla direzione delloOSS, (nel 1947 trasformato inCIA), e John Foster alla Se-greteria di Stato degli Stati U-niti. Il Rapporto del Comitatosu Banche, Gruppi societari e

    Sotto il tallonedei banchieriinternazionali

  • 8/6/2019 Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

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    IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI UN COMITATO DAFFARI, ESPRESSIONE

    DEGLI INTERESSI DI POTENTIGRUPPI FINANZIARI, UNITI NEL PERSEGUIRE

    LE STRATEGIE E DIVISI SOLO SUI METODI ESULLE TATTICHE DA ADOTTARE

    stelle e strisceCircolante presentato alla Casadei Rappresentanti, 94 Con-gresso, 2a Sessione, nell'agosto1976 (trent'anni fa) dal Federal

    Reserve Directors Board rive-lava in modo molto netto laconnessione lineare tra i Ro-thschild, la Bank of England ele case bancarie londinesi, chein definitiva controllano lebanche della Federal Reservecon la detenzione delle loro a-zioni e di quelle delle societsussidiarie di New York.

    I due principali rappresen-tanti dei Rothschild a NewYork, J.P. Morgan e Kuhn,

    Loeb & Co. (in seguito Le-hman Brothers), furono le so-ciet che organizzarono il con-vegno segreto di Jekill Island,dove fu formulata, con la su-pervisione di Paul M.Warburg,la bozza del Federal ReserveAct, che ispir la successivacampagna, conclusasi con suc-cesso, per trasformare il pro-getto in legge da parte delCongresso. Nel 1914 acquisi-rono anche il pacchetto azio-nario di controllo della Federal

    Reserve Bank di New York.

    A sinistra, un disegnosatirico sulla dottrinaKissinger nei confrontidel Vietnam

    Nel 1914 quelle societ aveva-no i loro principali funzionarinel Consiglio dei Governatoridella Federal Reserve e nel-

    l'Assemblea Consultiva Fede-rale. Nel 1914 poche famiglie,in relazioni di parentela o d'af-fari, possedendo azioni di con-trollo delle banche esistenti,costrinsero quelle banche adacquistare pacchetti di control-lo delle banche regionali dellaFederal Reserve.

    Si pu quindi affermare chel'enorme debito pubblico degliStati Uniti (8 milioni di miliar-di di dollari nel 2003) nelle

    mani di un ristretto gruppo difamiglie. Il controllo finanzia-rio negli Stati Uniti e, ahim,in quasi tutti i paesi del mon-do, saldamente in mani pri-vate. Esso esercitato in modofeudalistico dalle banche cen-trali nazionali e dalla BancaCentrale Europea, che agisco-no di concerto, con accordi se-greti che stringono in frequentiriunioni e conferenze. Il verti-ce del sistema la Bank forInternational Settlements, la

    Banca per i Regolamenti Inter-nazionali, con sede a Basilea,in Svizzera. La BIS una ban-ca privata, posseduta e con-trollata per il 60% dalla Fede-ral Reserve e dalla Bank of

    England. Il restante 40% nel-le mani di altre banche centra-li, anch'esse private. Ogni ban-ca centrale controlla le opera-zioni del Tesoro, gli scambicon l'estero, l'economia nazio-nale e la politica estera delproprio governo, con l'obietti-vo di conseguire sempre mag-

    giori utili.Rimanendo negli Stati Uniti,si possono citare le parole delCongressman Wright Patman,Presidente dello House Ban-

    king Committee: "La Federal Reserve controlla l'emissione

    della nostra moneta e i tassi

    d'interesse. Manipola l'intera

    economia creando inflazione o

    deflazione, recessione o svi-

    luppo. Manda su o gi, a pia-

    cimento, il mercato azionario.

    Oggi, negli Stati Uniti, abbia-

    mo in effetti due governi ... ab-biamo il governo debitamente

    costituito ... poi abbiamo un

    governo indipendente, incon-

    trollato e non coordinato, nel

    sistema della Federal Reserve,

    che esercita il potere di emet-

    tere moneta, potere che la Co-

    stituzione riserva al Congresso."

    Se lo dice un uomo delCongresso degli Stati Uniti, sipu credere che vi sia del ve-ro! Del resto, non pi possi-bile ignorare che la lobby e-braico-sionista riuscita adimpossessarsi delle leve di co-mando degli Stati Uniti che u-tilizza per i propri fini.

    Quanto ai giovani coraggio-si che diedero la loro vita perportare in Europa e in altreparti del mondo libert e de-mocrazia, esiste solo l'imba-razzo per la scelta dei libri daleggere. Resta lo sconcerto, difronte all'ignoranza e allamancanza di stile dei propri

    governanti. "Giovani corag-giosi venuti a morire in Euro-pa per portarci la libert e lademocrazia?" Ma per carit !

    Toni Liazza

    Dallalto : i fratelli Allane John Foster Dulles

  • 8/6/2019 Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

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    IIIIl volto del Bolscxevismo di Ren Fulop-Miller viene stampato in Italia daBompiani nel 1930 con prefazione di Curzio Malaparte e traduzione di GiacomoPrampolini. Gi dalla sua prima uscita in Europa raccoglie ampi consensi sulle pagine deipi autorevoli quotidiani. The Times: Lo studio pi ampio del Bolscevismo, che di questod limmagine pi completa.... The New York Times: Un quadro della Realt che nonha leguale in tutta la letteratura sullargomento. E Il Corriere della Sera: Di fronte altentativo di unindagine esauriente del caos politico e spirituale che da oltre un decenniosconvolge la Russia, Rn Fulop-Miller si trovato in una posizione di privilegio. Da unlato lha soccorso la conoscenza da vicino del soggetto da trattare, dallaltro la qualit di

    Austriaco, cio di europeo. In effetti, lAutore raccoglie nel volume le esperienze di unlungo soggiorno nella Russia sovietica illustrandone con estremo distacco la nuova realt.

    Particolarmente interessanti il settimo e lottavo capitolo che riportiamo integralmente dedicati al richiamo esercitato dal sistema industriale americano sullo stesso Bolscevismo,

    un modello che assume valenza comune in nome del nuovo culto per le macchine.

    Chicago, sogno bolscevico

    Capitolo VIIPer i bolscevichi lAmericaindustrializzata diventata laterra promessa. Se un tempolintellighentsia aveva cer-cato i suoi modelli in Europa,ora la meta di tutti i sogni Chicago. Gi nei primi annidella rivoluzione, Sosnovski, illetterato aulico del bolscevi-smo, aveva proposto di...

    trasformare dei Russi in Ame-ricani: ...nel 1923 il nuovopartito dei russi-americani, peri quali non per nulla necessa-ria la dimora in America, di-chiarer una guerra di stermi-nio a tutti i balordi russi....

    Questa grottesca sproporzio-ne fra gli scopi e i mezzi a di-sposizione, appunto uno deitratti pi caratteristici del bol-scevismo. In Russia il tecnicoprovetto diventa lapportatoredelle pi alti verit, lannun-

    ciatore di magnifiche rivela-zioni. Bisogna aver sentito iltono di ingenuo e fanatico en-tusiasmo con cui i bolscevichiparlano delle pi semplici con-quiste tecniche, lestasi reli-

    giosa con cui farneticano dimeccanismi e automi, per com-prendere quanto sia intenso illoro desiderio di tutti quei pro-digi della civilt americana,che sinora sono stati loro ne-gati.

    Maiakovski, in un suo poe-metto che dipinge lAmericacome la terra della perfezionetecnico-meccanica, ha datosfogo al romantico entusiasmosuscitato nei bolscevichi dallontano paese dei dollari:Chicago: citt costruita so-

    pra una vite! citt elettro-

    meccanica! a forma di spira-

    le sopra un gigantesco disco

    dacciaio ad ogni ora gira

    intorno a se stessa 5000

    grattacieli soli di grani-

    to! ....

    Capitolo VIII

    Una volta accettato come

    dogma il principio dellimper-sonalit e della meccanizza-zione, era naturale che si scor-gesse un contenuto religioso inentit, come la tecnica elorganizzazione, collegate

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    LOTTADI CLASSE

    Noi ripudiamo - disseLenin in un discorso aigiovani - ogni moralitche proceda da idee so-prannaturali o estranee al-le concezioni di classe.

    Per noi la moralit su-bordinata in tutto e pertutto agli interessi dellalotta di classe; morale tutto ci che necessarioper lannientamento dellavecchia societ sfruttatri-ce e per lunificazione delproletariato; la nostra mo-ralit consiste perci sol-tanto nella rigida discipli-na e nella lotta coscientecontro gli sfruttatori. Noinon crediamo nei principieterni della morale, e sma-

    schereremo questa frode.La morale comunista si i-dentifica con la lotta per ilconsolidamento della dit-tatura proletaria.

    Secondo E. Preobra-scenski, scolaro e segua-ce di Lenin, deriva logica-mente che nessun mezzo,n la menzogna n la fro-de, n il delitto, pu esse-re riprovevole se usatoper uno scopo utile: ...Nella lotta di una classe

    sfruttata contro i suoi ne-mici la menzogna e la fro-de sono spesso armi mol-to importanti; tutto il lavo-ro sotterraneo delle orga-nizzazioni rivoluzionariedipende dallabbindolareil potere dello Stato. Lostato operaio, circondatoda ogni parte da paesi ca-pitalistici ostili, trova lamenzogna molto necessa-ria e utile per la sua politi-ca estera ... La menzogna una conseguenza del-loppressione di un uomoper parte di un altro, il ri-sultato della guerra diclasse e di gruppo. Spari-r dalla terra soltantoquando sar cessata la di-visione della societ inclassi.

    con levoluzione collettivista.Gli elementi del marxismosbagliarono di stanza entrandonella coscienza russa; finirononel cantuccio delle icone delsuo cervello-cuore ardente.

    Di colpo gli oggetti pi sem-plici della tecnologia diventa-rono per il bolscevico ortodos-so strumenti di culto sacro efeticci, e bast soltanto un pic-colo errore di pensiero per ar-rivare infine a una venerazioneidolatra della macchina, inquanto espressione supremadel soggiogamento meccanicodella vita.

    Se le macchine un tempo e-rano malamente adoperate aservizio di interessi privati ca-pitalistici, ora che grazie allarivoluzione erano cadute inmano alle masse, dovevano di-

    ventare lo strumento miglioredegli interessi collettivi. Esserappresentavano per, non sol-tanto il mezzo pi acconcioper lappagamento dei bisognigenerali, bens anche il princi-pio meccanico-collettivo, lim-magine di una pi alta legalite verit.

    Limitazione della macchi-na fu presto innalzata a esi-genza religiosa, come unaspecie di Imitatio Christi:tutta la societ umana doveva

    essere organizzata secondo

    principii tecnici, modificando

    in corrispondenza ognimanifestazione di vita. Se untempo i pii mistici tendevano adiventare immagini di Dio e adissolversi in lui ora i modernifanatici del razionalismo sisforzarono di diventare similialla macchina, di ridursi a unacompagine di cinghie ditrasmissione, bielle motrici,valvole e volanti. Cominciaro-no anche a ricercare nelluomogli elementi di naturamacchinale, le attitudini tec-

    niche dellorganismo corpo-

    reo, che dovevano essere sti-molate e artificialmente svi-uppate, si ingegnarono a sche-matizzare tutti i movimentiorganici in funzioni meccani-che, per giungere a concepire

    ogni espressione di vita comeuna funzione parte di unmondo di automi, dal battitoregolare.

    Cos, in mezzo alle rovinedella vecchia fede, apparve ilnuovo culto della macchina,che di quella portava seco tuttii fenomeni concomitanti, tutti irequisiti di cerimoniale,luguale fanatismo e la stessaintolleranza. In questo cultobolscevico per le macchinesembra rivivere quella bizzarramania per gli automi, dalla

    Un fotogramma del filmTempi moderni del 1936di Charles Chaplin, unaferoce satira dellAmericaindustrializzata.

    A fianco, due disegni diKrinski sullindividuomeccanizzato che diventaun semplice elemento dellamassa ridotta a macchina.

    quale al principio del secolodecimottavo furono prese inEuropa la filosofia e la tecni-ca.. Una chimera ugualmenteingenua e fantastica tiene oggi

    prigionieri gli spiriti dei bol-scevichi: lidea di potere ungiorno catturare la vita infinitain costruzioni puramente mec-caniche fabbricate dalluomo,di produrre un nuovo essere,un homunculus nato nel ca-lore del lambicco rivoluziona-rio. Soltanto, ora non si trattapi della generazione artificia-le di un singolo essere vivo,bens di un gigantesco automaumano collettivo, costruito so-ciologamente, che, mosso da

    un meccanismo funzionantecon precisione, dovrebbe so-stituire e superare tutto ci chesinora stato considerato vita.

    Folle interpretazione delsignificato di macchina! .

  • 8/6/2019 Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

    18/2818

    Arabi ed ebrei si confron-tano in armi sin dal 1948

    quando lONU vot la crea-zione in Palestina dello Statodi Israele. Sulle guerre che neseguirono i mass-media italia-ni hanno documentato batta-glie, armistizi, interventi di-

    plomatici e tracciato esaurientiprofili dei protagonisti di unatragedia medio-orientale cheancora oggi si sviluppa in tuttala sua virulenza. Ma in tale e-same rimasto pressoch inombra un elemento che ha in-vece giocato un ruolo nonmarginale nella resistenza po-polare araba contro Israele: lapropaganda. Una propagandadefinita da osservatori israelia-ni di derivazione nazista,ma che in realt interpreta e

    sintetizza le aspirazioni di in-teri popoli impegnati in unadura guerra di liberazione.

    AllEgitto di Nasser e allaSiria, in preparazione e conco-mitanza con lattacco a Israeledel 1967, spetta il ruolo diprincipali promotori di unacampagna propagandistica an-tisionista che ha inciso profon-damente sulla convinzione deipopoli arabi di combattere peruna causa vera e giusta, secon-

    do valori legati alla loro storiae alla loro stessa indipendenza.

    Dallalto in basso:caricature apparse sulgiornale egizianoAkhbar-El-Yom, sullibanese Al-Djarida,sullegizianoAl Goumhourya e sulsiriano Al-Madhak Al-Mabki, tutti ispirati allaguerra di liberazione ealla sconfitta di Israele.

    LA PROPAGANDA ARABA CONTRO ISRAELE

    Una guerra senza quartiere

    per regolare i contiContro un sionismo che stravolge il diritto delle genti

    In primo piano si colloca lasemplificazione dellobbietti-vo da raggiungere: Cancel-lare Israele dalla carta geogra-fica, gettare gli ebrei a mare emettere fine allesistenza sio-nista con la forza. E sui gior-nali arabi entrano prepotente-mente in campo, con lesalta-zione delle Forze armate ara-be, le caricature del nemico,elementi di una battaglia ideo-logica senza chiaroscuri, dai

    tratti netti, a diretto supportodi una campagna radiofonica

  • 8/6/2019 Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

    19/2819

    tutta improntata a una guerrasenza quartiere.

    Oggi iniziata la battaglia

    pi santa, la battaglia vendica-trice che gli arabi hanno attesoper ventanni alfine di regolarei conti con Israele (Radio Cai-ro 5 giugno 1967). E ancora:La Siria pronta alla batta-glia. Le forze della rivoluzionearaba non arretreranno di unpasso prima di aver annientatototalmente lesistenza sionistasulla terra degli Arabi (Radio Damasco 5 giugno 1967).

    Nessuno ci impedir di pro-seguire la battaglia e di realiz-

    zare il nostro scopo principale:la cancellazione di Israele dal-la terra (Radio Bagdad 8giugno 1967). Lesistenza diIsraele un errore che bisognariparare. Questa loccasioneper cancellare lonta che ab-biamo subito dopo il 1948.Lobiettivo evidente: cancel-lare Israele dalla carta geogra-fica (Il Presidente irachenoAref a Radio Bagdad).

    Sulla stessa linea di Egitto e

    Siria si collocano i giornali delLibano, Irak, Giordania e Ara-bia Saudita pur con differen-ziazioni grafiche che traduco-

    Contro Israele, i cannonipuntati di otto paesi:Sudan, Algeria, RepubblicaAraba Unita, ArabiaSaudita, Giordania, Irak,Siria e Libano.

    no una visione pi semplicisti-ca del messaggio e una diver-sit socio-culturale. Elementodel tutto comune la personi-ficazione del male nei con-

    fronti di un sionismo che stra-volge il diritto delle genti oc-cupando terre arabe. Un leitmotiv che col passare degli an-ni si spento gradualmente alivello governativo in alcuniPaesi arabi, ma che permaneancora oggi, pi vitale chemai, nellanimo e nelle co-scienze delle masse arabe.

    A questo punto ci sembra o-opprtuno sottolineare come ilGoverno israeliano di frontealla propaganda antisionista

    dei Paesi arabi sia riuscito asfruttarla a proprio vantaggiodandole la massima diffusionenon soltanto allinterno delproprio Paese per provocareuna prevedibile reazione

    dellopinione pubblica, ma so-prattutto in alcuni ambienti eu-ropei e statunitensi apertamen-te schierati con la politica e-spansionistica israeliana.

    Le vignette arabe che pub-blichiamo sono tratte da unapubblicazione del luglio 1967dellEsercito israeliano e dif-fusa allestero con una calibra-ta introduzione in arabo, ingle-se e francese. Persino troppoevidente chiarirne lo scopo:proporre le tematiche arabe diannunciato annientamento diIsraele come fossero unacontinuazione delle teorie na-ziste, estrapolandole totalmen-te da un contesto che vedeva

    Israele quale Stato occupantenella regione. Un ricatto emo-zionale indubbiamente abile,che in campo internazionalerivel tutta la sua efficacia.

    Giovanni Di Conti

    Da sinistra a destra:due illustrazioniricavate dalle rivisteufficiali dellEsercitosiriano LArme duPeuple e Salem

    lArme. Sotto,lunione degli arabicontro Israele vistadalla pubblicazione

    egizianaRose-el-Youssef.

    Una lotta di liberazione contro un

    errore dellONU da cancellare

  • 8/6/2019 Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

    20/2820

    Come gi nelle ultime set-timane, la giornata del 22

    Aprile 1945 trascorre a Kiel inuna atmosfera da Apocalisse.Gli attacchi aerei di bombar-dieri e caccia anglo - america-ni sono incessanti. Lo scopo preciso: impedire o almenocontrastare lesodo via maredella popolazione civile tede-sca e dei feriti dallOst-Preus-

    sen e dalla Slesia dove sonorimasti isolati in seguito allarepentina avanzata dellArma-ta Rossa. Soltanto lostinatoimpegno della Flak e dellaKriegsmarine riescono a tene-re in piedi questultimo colle-gamento col resto della ma-drepatria, con considerevoliperdite dellaviazione al-leata.

    Naviglio tedesco di ogni ti-po, scortato da corvette e mo-tosiluranti, sfida incessante-

    mente loffensiva degli aereinemici e soprattutto durante lanotte le perdite vengono con-tenute in limiti sopportabili.

    Verso le ore 20, il Capitanodi Vascello Fehlers, coman-dante del sommergibile U-234, riceve via radio lurgentecomunicazione da Lubek di te-nersi a disposizione con tuttolequipaggio per una missioneimportante e segretissima cheinizier nella notte del 24 A-prile 1945.

    LU-234 uno dei pochisommergibili ancora disponi-bili dopo che le basi atlantichedella costa francese sono stateoccupate dagli Alleati eloffensiva contro i convoglinemici stata perci sospesa.LU-234 appartiene alla Clas-se C ed in grado di effettuarelunghe trasferte potendo rag-giungere una velocit in emer-sione di 20 nodi e una profon-di in immersione di 150 metri

    (in confronto, i migliori sotto-marini italiani avevano comelimite 11 nodi e non potevanoimmergersi a pi di 80 metri).

    Lordine prevede di renderelibero il pi possibile linterno

    U-BOOT 234: L ULTIMA MISSIONE

    La Germania in agonia

    Da Kiel verso il GiapponedellU-Boot rinunciando a tut-to quanto fosse superfluo perfar posto a un carico molto in-gombrante di importanza ecce-zionale. Verso sera arriva unaautocolonna della Wehrmachtscortata da Panzer delle SS. Iltrasbordo del materiale iniziafebbrilmente: si tratta di uncaccia a reazione del tipo Mes-serscmitt ME-262 accurata-

    mente smontato ma la cui car-linga occupa da sola gran partedellinterno del sommergibile,di alcune casse in legno conte-nenti dipinti di grande valore,e di un misterioso e volumino-

    so contenitore in acciaio accu-ratamente sigillato e il cui con-tenuto assolutamente segre-to. I soli a conoscerlo sono ilComandante Fehlers e due uf-

    ficiali della Marina imperialegiapponese che si unirannoallequipaggio e saranno gli u-nici ad avere a disposizione u-na cabina. Nel contenitore so-no collocati 560 Kg. di ossido

    LU-Boot 234 solca le acquedellAtlantico.

    La durata del viaggio di cir-ca 20.000 Km. prevista in120 giorni salvo complicazio-ni. La rotta, che prevede ilpassaggio fra Inghilterra e Ir-landa per poi affrontarelimmensit dellAtlantico fi-no a doppiare Capo Horn

    allestremo sud dellAmericameridionale, la stessa chepermise a James Cook di sco-prire nel lontano 1770 Poline-sia, Australia e Nuova Zelanda.

    Comandante ed equipaggio

    si rendono perfettamente contoche si tratter della loro ultimamissione in una guerra ormaidefinitivamente perduta e cheforse non rivedranno pi laGermania e i loro cari; la lun-ghezza del percorso e i perico-li da affrontare non lasciano u-na qualsiasi speranza. Ma in-tatta rimane la coscienza deldovere da compiere fino in

    fondo, e con scrupolo si prepa-rano per la missione, conge-dandosi per quanto possibiledalle famiglie. Mentre i mari-nai imbarcano per ultimo leprovviste, e soprattutto lac-

    qua, tornano certamente allaloro memoria le vittoriosemissioni nellAtlantico setten-trionale e meridionale chehanno portato allaffondamen-to, in oltre cinque anni, diquasi mezzo milione di ton-nellate di naviglio nemico.

    possibile immaginare che nel-le loro menti rivedano i fe-steggiamenti con cui le autori-t e le ragazze tedesche efrancesi di La Rochelle li ac-coglievano al loro ritorno. A-

    di uranio, materiale indispen-sabile per la costruzione dibombe atomiche, una attivitormai impossibile in Germaniaa causa dei continui bombar-damenti aerei che impedisconoqualsiasi collegamento logisti-co e la realizzazione di nuoviimpianti dopo labbandonoforzato di quelli norvegesi.Anche la destinazione tenuta

    segreta sino allultimo e verrcomunicata da Fehlers alle-quipaggio solo poche ore pri-ma della partenza fissata per lasera del 24 Aprile: il Giappo-ne!

  • 8/6/2019 Nshistorican01bis Ottobre-dicembre Del2006

    21/2821

    desso tutto perduto, la spe-ranza in una vittoria lascia il po-sto a una triste rassegnazione,il futuro non lascia presagireche tristezza, lutti e rinunce.

    A tarda sera, appena cessa-to lultimo attacco aereo cheper fortuna non ha arrecatodanni alla base degli U-Bootsituata in un bunker in cemen-to armato, lU-234, dopo unabreve visita dellAmmiraglioKarl Dnitz giunto apposita-mente da Lubek, inizia il suolungo viaggio scivolando frale carcasse delle navi affonda-te e le motovedette intente aripescare i corpi dei pilotialleati abbattuti dalla Flaknelle ultime ore, destreggian-dosi nella rada in unatmosferairreale satura di fumo edellacre odore delle esplosio-

    ni. Nella notte lU-234 navigain emersione nel Mare delNord per risparmiare carbu-rante e batterie, e alle primeluci dellalba vira a Back-Bord

    e si immerge oltrepassando leisole Shettland fra Inghilterrae Irlanda. Adesso punta versosud nellOceano Atlantico conrotta Isole Azzorre dove speradi incontrare una delle ultimenavi-appoggio rimaste inquellarea o almeno un Tank-U-Boot per potersi rifornire dicarburante.

    Il Capitano Fehlers non rie-sce a prendere sonno, ha tra-scorso gran parte della nottesulla torretta in emersione

    scrutando lorizzonte assiemeai suoi ufficiali e ai due ospitigiapponesi che conoscono di-scretamente il tedesco facendoparte del Corpo di collega-mento nipponico presso la

    Kriegsmarine a Lubek. Senzaaver potuto stabilire contatticon navi di sostegno, il viag-gio continua sino al 30 Aprilesenza novit da segnalare, not-ti in emersione, di giorno navi-gando a 30 metri di profonditper non essere avvistati dallaricognizione aerea nemica.

    Improvvisamente la radiodiffonde la notizia che ilFuhrer caduto nella difesa diBerlino e che ha nominatosuo successore e nuovo Capodel Governo provvisorio tede-sco il Grandammiraglio D-nitz. Il 2 Maggio si apprendeche Dnitz ha costituito unaGeschaftsfuhrende Reichsre-gierung. Le notizie si susse-guono a ritmo serrato anchenei giorni successivi. Il 4Maggio viene firmata dal-

    lAmmiraglio von Friedebergla capitolazione delle Forze te-desche del fronte occidentale eDnitz spera di convincere gliAlleati a schierarsi con la Ger-

    Flensburg-Mrwik: Maggio

    1945: Dnitz il nuovoReichsprsident.

    mania per scongiurare unin-vasione sovietica del restodEuropa. I particolari suimassacri compiuti dai russicontro le popolazioni tedeschenei territori occupati sono oramotivo dangoscia per i mem-bri dellequipaggio provenien-ti da quelle zone, per lincolumitdelle loro famiglie.

    Nella notte fra il 7 e l8

    Maggio, fallito il tentativo diDnitz, viene firmata dal ge-nerale Jodl la capitolazione to-tale nel Quartier generale diEisenhower a Reims, mentre ilgiorno 9 la cerimonia viene ri-

    petuta a Berlino alla presenzadel Maresciallo Schukov perlUnione Sovietica.

    Intanto lU-234 ha raggiuntole Azzorre e le riserve di gaso-lio stanno per finire. Unica so-luzione sarebbe quella gi spe-rimentata e messa in praticapi volte nelle vittoriose scor-

    ribande del passato nel Nord eSud Atlantico: attaccare in e-mersione navi isolate nemichee costringerle a rifornire ilsommergibile di carburante edelle altre provviste necessa-rie. La notizia della resa elordine dellAlto Comandotedesco di interrompere qual-siasi operazione bellica e diconsegnare le armi agli Alleatigiunge a bordo dellU-234 coneffetto devastante. Malgradogli ufficiali e lequipaggio non

    riescano ad adattarsi allideadi arrendersi al nemico, la lorodecisione, dopo una lungaconsultazione, non pu essereche quella di obbedire, stabili-re un contatto con gli Alleati eporre fine alla missione in cor-so, in rispetto delle convenzio-ni internazionali di guerra.

    In un clima di immane tri-stezza e rassegnazione, il Co-mandante Fehlers ordina dinavigare in emersione metten-

    do in evidenza le previste se-gnalazioni internazionali. Peril giorno seguente viene pro-grammato lincontro con unincrociatore americano al qua-le lU-234 ha segnalato la pro-pria posizione. Nella notte idue ufficiali giapponesi, dopoessersi ritirati nella loro cabi-na, si congedano con una lette-ra dal Comandante Fehlers edallequipaggio scusandosi perla decisione presa di togliersila vita: non loro possibile

    prendere in considerazioneleventualit di consegnarsi alnemico, tanto pi che il Giap-pone si trova ancora in stato diguerra. Una forte dose di son-nifero mette fine alla loro vitadi soldati e le loro salme ven-gono sepolte in mare con glionori militari.

    Il Comandante Fehlers e isuoi marinai vengono presi abordo dellincrociatore statu-nitense e trasportati in un cam-

    po di prigionia. Lultima av-ventura dellU-234 ha cos ter-mine in quellOceano che loaveva visto vincitore durantecinque anni di guerra.

    Giancarlo Domeneghetti

    Un novello SavonarolaScriveva Don Calcagno suCrociata Italica, uno dei set-timanali pi diffusi nella Rsi:Noi, in obbedienza a Cristo,sopra ogni altra cosa al mon-do, pi della nostra vita, amia-mo la Patria nostra: lItalia vi-lipesa, schernita, abbandonata,tradita, oppressa, flagellata,coronata di spine ferrigne; ca-lunniata, infamata, ingiusta-mente condannata allo stermi-nio, caricata di croci, spoglia-ta, appassionata; fatta ludibrioed abiezione dei popoli e ven-duta, come schiava da Giuda,per una manciata di dollari.

    Il comunista De GasperiAppartiene a un discorso te-

    nuto al Teatro Brancaccio diRoma nel luglio 1944 da Alci-de De Gasperi una corposa di-fesa del comunismo a cui spet-tava - secondo il leader DC -il merito immenso, storico,secolare delle Armate organiz-zate dal genio di GiuseppeStalin ... C qualche cosa diimmensamente simpatico,qualche cosa di immensamen-

    te suggestivo (sic!) nella ten-denza universalistica del co-munismo russo ... Questo co-munismo anche nostro. E lepurghe staliniane? Parole diDe Gasperi: Vi ricordate chenoi credevamo che i processifosser