nozze in città magazine

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GUIDA AL MATRIMONIO IN PROVINCIA DI TRAPANI NOZZE IN CITTÀ UN MATRIMONIO PERFETTO SORELLE NELLA MODA Dalla sartoria Spezia all’atelier Spada Cosa unisce e cosa divide due generazioni Monsù Giuffrè In bilico tra modernità e tradizione Matrimoni, grandi ricevimenti e show cooking L’emozione in un click Piero Lazzari si racconta “Nozze in Città” - Periodico semestrale - Anno I / N. 1 - Distribuzione gratuita

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magazine sul mondo dei matrimoni

Transcript of nozze in città magazine

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GUIDA AL MATRIMONIO IN PROVINCIA DI TRAPANI

NOZZE IN CITTÀUN MATRIMONIO PERFETTO

SORELLENELLA MODADalla sartoria Speziaall’atelier SpadaCosa unisce e cosa dividedue generazioni

Monsù GiuffrèIn bilico tra modernità e tradizioneMatrimoni, grandi ricevimentie show cooking

L’emozionein un click

Piero Lazzari si racconta

“Noz

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

EDITORIALE

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Oggi più che mai l’idea delle nozze spa-venta i giovani fidanzati. Rispetto adun ventennio fa la scelta del matrimo-

nio è sicuramente più ponderata. Lo avvalorano le statistiche che vedono innal-zarsi l’età dai 26 ai 34 anni.Lo dimostrano gli stessi futuri sposi che tem-poreggiano sempre più, un pò per oggettiveragioni economiche, un pò per soggettiva…paura! Timore, angoscia e, perché no, anche panicoda cambiamento: lasciare la propria casa incui ancora “la mamma” porta a letto la cola-zione, lava con cura i calzini e li appaia, rifà illetto lamentandosi con l’insopportabile frase:questa casa non è un albergo!!! ma che acco-glie ogni sera a braccia aperte con supercaloricipiatti preparati con le sue mani. Ma prima o poi il momento di lasciare il nido espiccare il primo volo giunge per tutti. E così, finalmente, due fidanzati, decidono discegliere una casa tutta loro, nella quale con-dividere ambienti e spazi, usare gli stessi og-getti… fare progetti per il futuro… insommacambiare tutto! Prima non ci si pensava, si faceva e basta.Oggi, come detto, si temporeggia e si riflette alungo ma infine… ci si sposa e anche di più!!!Soprattutto in Sicilia come dimostrano i datiIstat relativi allo scorso anno.È dunque da un Sì che il nostro progetto edito-riale prende il via, intendendo fornire una ve-trina ai futuri sposi “paladini dell’amore per tuttala vita”.Una rivista e un portale sul web, strumenti traloro integrati ai quali potere accedere in qual-siasi momento, per confrontarsi con la realtàdell’organizzazione del matrimonio, fruendo deiconsigli degli esperti che nelle loro rubrichesvilupperanno, di volta in volta, temi sempreattualissimi.

Silvia Ippaso

Ricomincio da qui! Dopo anni di silenzio,durante i quali, per mia scelta, ho pre-ferito dedicarmi ad altro, eccomi qui!

Alle prese con un nuovo progetto editoriale.Quando Silvia Ippaso mi ha contattato, l’ideadi assumere la direzione di una rivista seme-strale non mi sfiorava minimamente ma illu-strandomi il suo progetto mi ha convinta, conla sua professionalità, che si trattava di un im-pegno serio e, fatti i dovuti scongiuri, ancheduraturo nel tempo. Perché si sa, si parte sempre con grandi ideee buoni propositi ma è necessario nel temporiuscire a mantenere vivo l’entusiasmo e a nonarrendersi se i risultati non arrivano subito.Ho accettato, quindi, di assumere la direzionenonostante i miei “anni sabatici” e benché nonabbia mai avuto a che fare con il tema portantedella rivista.Eccetto il mio matrimonio, di cui ricordo soprat-tutto la calura (44 gradi) e gli invitati che si scio-glievano come ghiaccioli al sole, non ho maiapprofondito l’argomento “Nozze” e mi sonoavvicinata a questo tema molto cautamente.In questi mesi ho imparato tanto e spero riu-sciremo ad informarvi attraverso gli articoli, leinterviste e le rubriche degli esperti. “Nozze in città” non è una rivista unica nel suogenere, altre simili ne vengono pubblicate nelresto del Paese, ma è certamente la prima inprovincia di Trapani. Cercheremo di soddisfarele vostre curiosità, di aggiornarvi sulle novità edi dare consigli o suggerimenti ai futuri sposi,con umiltà e professionalità. Auspicando che questo progetto cresca e mi-gliori nel tempo (anche se non dovessi essernepiù il direttore responsabile), rivolgo un grazieall’editore per questa nuova esperienza, ed ungrazie ai lettori per la fiducia che vorranno ac-cordarci.

Stefania Martinez

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Nel nostro sito troverete spazio per

soddisfare le vostre curiosità sul

mondo del matrimonio. Sezioni spe-

ciali, rubriche, interviste a professionisti e

tante novità per voi.

Un portale attraverso il quale potrete interagire

con la redazione, porre domande ai nostri

esperti, chiedere chiarimenti ai nostri inser-

zionisti. Nella community, potrete confrontarvi

con altre coppie che, si apprestano alle nozze,

e dopo il grande evento, se vorrete, pubblicare

le immagini più significative del vostro giorno

più bello. Nell’area personale potrete, inoltre,

stilare il calendario degli impegni per l’orga-

nizzazione del matrimonio.

Periodico SemestraleANNO I - N° 1NOVEMBRE 2010Distribuzione gratuita

NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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www.nozzeincitta.it

DIRETTORE RESPONSABILEStefania Martinez

COLLABORATORIFabio PaceSilvia AdamoIolanda FrazzittaCatia AmantiaFrancesco Giambanco

CONSULENZA EDITORIALEFabio Pace

PHOTO EDITORPiero LazzariArchivio “Nozze in città”

GRAFICA E IMPAGINAZIONECarla Mineo

PUBBLICITÀImpronta Grafica

STAMPATipografia Teti s.r.l. - Napoli

FOTO DI COPERTINAPiero Lazzari

RINGRAZIAMENTIA quanti hanno contribuito allarealizzazione di “Nozze in Città”e in particolare: Lilli Genco,Andrea Vulpetti, Antonella Gandolfo,Giacomo Palermo, Peppe Gianni,Giuseppe Sciascia.

Redazione:Via Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP)Tel. [email protected]à:Tel. [email protected]

Edito da:In Progress & C. di Silvia Ippaso s.a.sVia Caserta, 5 - Casa Santa Erice (TP)

In attesa di registrazione.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOSOMMARIO

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I PREPARATIVI46

www.nozzeincitta.it

GUIDA AL MATRIM

ONIO IN PROVINCIA DI TRAPANI

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In cammino verso una scelta consapevole

Matrimonio civile. Cosa fare

SORELLE NELLA MODASui binari del destino 8

IO & TU13161820

A tu per tu con la stilista

Attore non protagonista

Cose da… bimbi

Al “compare” le fedi

BELLEZZA & C.2224

Acconciate per la festa

Agenda di bellezza

SALUTE & C.2627

Dalle terme all’ambulatorio

I Consultori Familiari nell’ASP di Trapani

LA CERIMONIA313234373942

Dall’antica Roma alla “confettata”

Buon senso o bon ton?

Il bouquet: un’opera d’arte

La location. Questione di gusti

Monsù Giuffrè

L’emozione in un click

LA CASA DEI SOGNICasa dolce casa 45

LUNA DI MIELEIl sapore del miele 54

LE RUBRICHE7

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La parola all’ Avvocatoa cura di Iolanda Frazzitta

Le quattro C a cura di Catia Amantia

Stile & Stilia cura di Francesco Giambanco

Che matrimonio!

L’ Arte nelle nozze

REPORTAGE SPOSA ITALIAThe italian touch 28

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO I PREPARATIVI

La citazione dalle scritture è d’obbligo se sivuol guardare al matrimonio dal punto di vi-sta cristiano. Una unione che assume un

valore, non solo in senso antropologico e socio-logico, ma come “esigenza vera dell’essereumano: uomo e donna, chiamati, fin dalla loro ori-gine, a vivere nella comunione di vita e di amoree nella complementarità”. Un tema complesso,carico di implicazioni etiche oltre che strettamentereligiose. Il significato del matrimonio cristianonon è materia che si possa esaurire nelle pocherighe di un articolo. Tuttavia alcune indicazionigenerali possono essere utili, soprattutto se, dafidanzati si sta affrontando, come uso della stra-grande maggioranza delle parrocchie, “la prepa-razione al matrimonio”, un cammino che dovrebbepreparare alla vita coniugale. Uso del condizionale d’obbligo perché sono perprime le gerarchie dalla Chiesa Cattolica a porrein primo piano la necessità che una scelta unica,irripetibile ed irrevocabile sia matura e profonda.Appare quindi giusto chiedersi, e chiedere allecoppie, una reale preparazione a questo passoche è insieme cambiamento della propria vitaquotidiana e, più intimamente, un mutamento ra-dicale della predisposizione della propria psichee della propria anima.Per la Chiesa Cattolica (il rito maggiormente dif-fuso è certamente quello concordatario, ndr) lapreparazione al Sacramento del matrimonio, ealla vita che ne segue, è una necessità innanzi-tutto per il bene degli sposi, per tutta la comunitàcristiana e per la società. Per questa ragione sonocresciuti ovunque l'interesse e le iniziative perdare risposte adeguate alla preparazione al Sa-cramento del matrimonio. Anche Papa GiovanniPaolo II reputava «più che mai fondamentale lapreparazione dei giovani al matrimonio e alla vitafamiliare intendendo promuovere migliori e piùintensi programmi di preparazione, per eliminare,il più possibile, le difficoltà in cui si dibattonotante coppie e ancor più per favorire positiva-mente il sorgere e il maturare di matrimoni riu-sciti».Il Pontificio Consiglio per la Famiglia, in contattopermanente con le Conferenze Episcopali e i Ve-scovi, in occasione di vari incontri, ha elaboratoun documento orientativo, uno strumento per la

IN CAMMINO VERSOUNA SCELTA CONSAPEVOLE

«Non avete letto come il Creatore da prin-cipio li fece maschio e femmina? E disse:Per questo l’uomo lascerà il padre e la ma-dre e si unirà con la moglie, e i due sa-ranno una sola carne» (Mt 19, 4-5).

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Padre Antonino Adragna racconta l’esperienza della comunità di San Lorenzo

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOI PREPARATIVI

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preparazione dei fidanzati cristiani al matrimonio ealla vita che ne segue. Alla realizzazione di tale do-cumento hanno contribuito movimenti, gruppi e as-sociazioni che nelle diverse diocesi collaborano nella“pastorale familiare” offrendo il loro appoggio, i loroconsigli e l’esperienza del rapporto con le coppie. La preparazione al matrimonio cristiano si può quali-ficare come un percorso di fede, che non termina conla celebrazione del matrimonio ma che continua intutta la vita familiare; le sue tappe sono articolate,schematicamente e per semplificazione, in prepara-

zione remota, prossima e immediata.A Padre Adragna, parroco della Cattedrale di San Lo-renzo, a Trapani, abbiamo posto alcune domande percomprendere più chiaramente questo percorso.

Cosa si intende per preparazione remota, pros-sima e immediata? Non bisogna dare a questa “classificazione” un si-gnificato burocratico. È un discorso di fede, un cam-mino che va dal battesimo al matrimonio e che ha lesue tappe, giusto per rendere più chiaro il concetto,nei sacramenti della comunione e della cresima. Tantevolte, parlando con le giovani coppie che arrivano incattedrale scopriamo che alcune, poche per la verità,non hanno fatto neppure la prima comunione. Alloraaccanto alla preparazione al matrimonio, appunto lapreparazione prossima, abbiamo la necessità di af-fiancare la lettura della Bibbia e accompagnare i nu-bendi ai sacramenti che non hanno completato. È unpercorso lungo il quale conduciamo per mano i gio-vani verso l’iniziazione alla vita cristiana, recuperandola preparazione remota. Ci sono delle persone, degli‘oratori’ che seguono queste coppie. La preparazioneimmediata invece riguarda la cerimonia vera e pro-pria, la scelta dei passi della bibbia, le preghiere, ilsenso del rito.La parrocchia di San Lorenzo come si è attivataper i corsi di preparazione al matrimonio? È da anni che San Lorenzo è attiva in questo campo.Almeno dal 1974, da quando sono entrato in parroc-chia, ci sono i corsi. All’inizio si trattava di un corso

spirituale di una sola settimana, per altri aspetti dellavita di coppia operava invece un consultorio attra-verso personale specializzato. Poi, poco a poco, ab-biamo immaginato una presenza sempre più struttu-rata. Almeno quanto deve essere profondol’approccio al matrimonio. Già da alcuni anni orga-nizziamo una serie di incontri, non si può più parlaredi corso, che si sviluppano per diverse settimane.Quale è la risposta delle coppie alla proposta dellaparrocchia?Sono tantissime. E soprattutto molto motivate a sco-prire la loro fede, a coltivarla. Se non c’è la fede ilmatrimonio cristiano non esiste. Noi usualmente fac-ciamo un incontro generale con tutte le coppie. Sonogià 70 o 80 le coppie che, nel 2011, si sposeranno inCattedrale, a San Domenico o nella Chiesa del Col-legio. Si possono preparare con noi o in altre parroc-chie, come preferiscono. Il 25% delle coppie sonoproprio della Cattedrale. Un altro 25% viene da altreparrochie, ma magari hanno un legame forte con SanLorenzo: vi si sono sposati i nonni, i genitori, oppuresono cresciuti al centro prima di lasciarlo. Il 10% sce-glie la Cattedrale solo per l’aspetto architettonico, macerchiamo di scoraggiare queste scelte che nullahanno di profondo e sono slegate dal senso vero edintimo del matrimonio e della fede. C’è poi un 40% dicoppie che vengono da fuori, che vivono in altre cittào altri paesi ma i cui nonni o genitori sono legati allanostra parrocchia. Ovviamente a questi ultimi nonpuò essere richiesto di seguire i nostri corsi. Tutte lecoppie vengono seguite da me e da coppie già spo-sate che possono trasmettere la loro esperienza, dimatrimonio e di fede.Quale la prassi da seguire per l’iscrizione?Basta chiedere di essere inseriti nel nostro pro-gramma; o in quello della propria parrocchia.Quali sono i tempi di realizzazione di tali corsi?Più o meno il nostro ‘cammino’ impegna la coppiada ottobre fino a maggio, ovviamente non tutti i giorni.Molte coppie vengono da noi proprio perché ricono-scono il valore di questo percorso, che è anche inte-riore. Una parte è dedicata anche all’aspetto più ‘bu-rocratico’ del cosidetto processino matrimoniale, difatto una istruttoria del matrimonio.Il cammino degli sposi non termina con la cele-brazione del matrimonio. La chiesa come sostienele coppie durante il cammino di vita? Attraverso la comunità, attraverso il gruppo famigliee il gruppo coppie. Tutte attività che sono un prose-guimento di quel percorso che si avvia con la pre-parazione al matrimonio ma, sia bene inteso, mentrein qualche modo la preparazione è richiesta e sug-geriamo caldamente di seguirla, per il proseguio nonimponiamo nulla. Posso assicurare però che quellodi coppia nella comunità cristiana è un percorso forteed esaltante, che molti proseguono proprio per lapreparazione che hanno avuto. Abbiamo avuto ancherisultati belli ed ho avuto la gioia di celebrare il cin-quantesimo di molti matrimoni, o di celebrare le nozzedei figli di persone che ho spostato quando ero ungiovane prete.

R.N.C.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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I PREPARATIVI

Ecco il da farsi! Occorre che uno dei due fi-danzati, circa due mesi prima del matrimo-nio, si rechi presso l'ufficio di Stato Civile

del Comune di residenza, per firmare il documento(con i dati personali degli sposi) nel quale si chiedeufficialmente l’appuntamento per la promessa dimatrimonio. Fissata la data sarà compito dell’Ufficiorichiedere la documentazione necessaria, che do-vrà pervenire per il giuramento entro il termine fis-sato.All’incontro formale devono intervenire un testi-mone e un genitore (entrambi muniti di un docu-mento di identità valido).Effettuata la promessa, le pubblicazioni verrannoaffisse per otto giorni consecutivi alla porta nellecase comunali dei comuni di residenza di entrambigli sposi. Nell’atto saranno indicate le generalitàdegli sposi ed il luogo ove intendono contrarre ma-trimonio.Con le pubblicazioni si porta a conoscenza di tuttil’intenzione dei futuri sposi di contrarre matrimonioaffinché chiunque vi abbia interesse legittimo possafare opposizione.Concluse le pubblicazioni, gli sposi dopo quattro

giorni otterranno il “nulla osta” al matrimonio che,per essere valido, dovrà essere celebrato entro180 giorni, pena la decadenza di validità dei certi-ficati.Per quanto riguarda la celebrazione del rito pos-siamo dire che è breve ma essenziale: gli sposi af-fiancati dai testimoni si dispongono di fronte al sin-daco o a un Ufficiale di Stato Civile incaricato:questi legge gli articoli 143-144-147 del Codice Ci-vile e, finalmente, rivolge la fatidica e tradizionaledomanda “Vuoi tu...?” sia a lui che a lei; porge glianelli per lo scambio; firma e fa firmare agli sposie ai testimoni il registro comunale. I testimoni se-condo la legge, maggiorenni, devono essere al-meno due, uno per la sposa e uno per lo sposo,ma nulla vieta che siano quattro o sei. Trattandosidi un ruolo non solo formale ma anche simbolico,questi vanno scelti tra le persone, amici o parenti,particolarmente vicine alla coppia. Tra i loro compiti,quello di consegnare le fedi nuziali al celebrante ilgiorno del matrimonio e quello di firmare l’atto dimatrimonio, insieme agli sposi, alla fine della cele-brazione.

MATRIMONIO CIVILE, COSA FARE.Utili informazioni e prassi da seguire nel caso della celebrazione del matrimonio con rito civile.

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LA PAROLA ALL’AVVOCATO

NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTORUBRICA

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a cura diIolanda FrazzittaAvv. Civilista

Avvocato, quale regime è possibile determinareall’atto del matrimonio.«In seguito alla riforma del Diritto di famiglia, èdata la possibilità ai coniugi di determinare il regimepatrimoniale da applicare alla nuova famiglia. Il re-gime legale, che si applica cioè per legge in man-canza di diverso accordo tra i coniugi, è quellodella comunione legale dei beni: i coniugi mettonoin comune il loro patrimonio e ne sono proprietariin parti uguali. È però possibile che gli sposi dero-ghino a tale regime legale manifestando, al mo-mento della celebrazione del matrimonio, la con-corde volontà di optare per il regime di separazione.Va precisato che una simile scelta può essere fattadai coniugi con atto pubblico redatto da un notaioanche dopo la celebrazione del matrimonio. In ognicaso, la scelta del regime di separazione patrimo-niale dovrà essere annotato a margine dello statocivile dei coniugi. Sull’opportunità della scelta tra ilregime legale ed il regime convenzionale, cioè diseparazione patrimoniale, è consigliabile che i co-niugi si consultino con un legale che darà tutte lespiegazioni sulle conseguenze di questi regimi edun consiglio personalizzato».

Quali beni fanno parte del patrimonio comune? «Fanno parte della comunione tutti i beni acquistaticongiuntamente o separatamente dai coniugi dopo ilmatrimonio, compresi i risparmi dei coniugi. Marito emoglie sono proprietari dei beni che compongono ilpatrimonio familiare al 50%; entrambi possono agireseparatamente per compiere gli atti di ordinaria am-ministrazione del patrimonio comune mentre devonoporre in essere congiuntamente gli atti di straordinariaamministrazione (es. la vendita)».

Quali sono esclusi dalla comunione dei beni?«Sono esclusi dalla comunione secondo quanto pre-visto dall’art. 179 c.c. i beni di cui il coniuge era titolareprima del matrimonio; i beni acquistati da un coniugeper successione o donazione (salvo non sia espres-samente dichiarato che sono attribuiti alla comunione);i beni di uso strettamente personale; i beni che ser-vono all'esercizio della professione; i beni ottenuti atitolo di risarcimento danni; la pensione per la perditatotale o parziale della capacità lavorativa; ed i beniacquistati con il prezzo del trasferimento di altri benipersonali o con il loro scambio, purché espressamentedichiarato».

In quali casi si verifica lo scioglimento della co-munione dei beni? «Lo scioglimento della comunione si verifica quandosi realizza una delle ipotesi previste dalla legge; inparticolare quando si verifica la morte di uno dei co-niugi; per dichiarazione di morte o di assenza pre-sunta; per intervenuta sentenza di divorzio o per sen-tenza o decreto di omologa della separazionepersonale; per fallimento di uno dei coniugi; per an-nullamento del matrimonio; per accordo convenzio-nale di abbandono del regime di comunione legale;per separazione giudiziale dei beni. Con il venir meno della comunione, si può procederealla divisione giudiziale dei beni in comune. In ognicaso entrambi i coniugi sono obbligati a contribuirealle spese della famiglia, proporzionalmente alle loropossibilità».

Comunione o separazione dei beni?

Per qualsiasi chiarimento o domande su altri temi a carattere legale, potete contattare la redazione di“Nozze in città” citando la rubrica La parola all’avvocato.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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SORELLE NELLA MODA

Traversatolo, nel comune diParma, è una frazione non piùgrande di Borgo Annunziata, inse-

diamento di piccolissima borghesia agra-ria alla periferia di Trapani. Probabilmenteagli inizi del ‘900 non erano molto diversele dinamiche sociali. I figli maschi venivanoavviati ai lavori nei campi, nell’artigianato, nelcommercio; le figlie femmine destinate a dive-nire casalinghe, mogli, madri tutto al più, mae-stre o sarte.Le sorelle Fontana, Micol, Zoe e Giovanna, eranooriginarie di Traversatolo. Le sorelle Spezia, Vita,Palma, Giacoma e Maria erano di Borgo Annunziata.La linea ferroviaria è stata, forse, la discriminante didue diversi destini. Le une, sarte, sarebbero divenuteuna grande Casa di Moda a Roma e poi una dellepiù grandi firme della moda italiana tra gli anni ‘50 e’70; le altre, sarte e ricamatrici, avrebbero vissuto conla soddisfazione di aver raggiunto il massimo del ri-conoscimento possibile in una piccola città di provin-cia: Trapani.L’inizio della attività di Zoe Fontana, la più grandedelle sorelle, viene consegnata alla mitologia dellastoria del costume italiano. È la stessa fondazioneFontana (www.micolfontana.it), che custodisce l’ar-chivio di immagini, bozzetti, disegni e schizzi delletre stiliste, a raccontarla in questa chiave leggendaria:“La più grande, Zoe, decise un giorno di lasciare ilpaese natale per una grande città; indecisa tra ilnord e il sud lasciò al destino la scelta. Avrebbepreso il primo treno che transitava in stazione. Queltreno era diretto a Roma. Così come ogni fiaba chesi rispetti iniziò l'avventura delle Sorelle Fontana”.Fato, destino, fiaba… una casualità che consegnaperfino l’inizio carriera delle sorelle Fontana all’empi-reo dei grandi “predestinati” (è in lavorazione unosceneggiato, o come si dice oggi, una fiction, sullaloro vita). E invece le nostre sorelle Spezia? Nessun soggettistascriverà un copione su di loro. Vi raccontiamo noi laloro storia, grazie alla testimonianza di Giacomo Pa-

Sui binari deldestinodi Stefania Martinez

In alto:Le sorelle Spezia con

le giovani lavoranti (Trapani, 1947)Sedute da sinistra: Giuseppina (1),

Giacomina (3), Vitina (4), Ninetta (6),Mariuccia (8)

Sotto: modello di abito da sera realizzato

da Vitina Spezia.Sul retro del bozzetto

la descrizione e l’appuntodel costo di realizzazione

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOSORELLE NELLA MODA

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lermo, il figlio di Vitina Spezia. Una storia fatta di la-voro, duro, e anche di successi. Piccoli successi, macomunque successi. Trapani, negli anni ‘30, quando tutte le sorelle eranoadolescenti o poco più grandi, vive l’apice della suacrisi economica e sociale: con l’economia del porto,in passato affidata ai velieri, ormai travolta dall’avventodella navigazione a vapore; le industrie manifatturiereal colmo del collasso; l’economia agraria legata ai si-stemi di produzione arcaica del latifondo e non re-munerativa. In questa temperie economica anche la

famiglia di Giacomo Spezia, padre di 8 figli di cui 7femmine, subisce l’avverso destino. A Trapani la fer-rovia non passa! Termina. Non si può aspettare che ilfato scelga per te: nord o sud; Milano o Roma. Dopo essere state tutte dalla “mastra”, come si usavauna volta, le sorelle Spezia, si avviano alla attività disarte e ricamatrici a livello “professionale”. Vitina, Pal-mina, Giuseppina, e Ninetta diventano sarte; Giaco-mina e Mariuccia, ricamatrici. Ciascuna seguendo lapropria naturale inclinazione. Solo Vincenzina, la mag-

giore, diventa maestra. La guerra interrompe la loro ed ogni altra attività eco-nomica. Sfollate a San Giovannello e a Crocevie ri-prendono il lavoro in un Paese che si avvia al cam-biamento. Una foto, scattata nel primo laboratoriosartoriale delle sorelle Spezia, in via Marconi, angolovia tenente Pollina, nell’immediato dopoguerra le vedecircondate dalle loro “scolare”, scolareddre”, “appren-diste”, “lavoranti”. Donne lavoratrici cui la Repubblicariconosce finalmente anche il diritto al voto. Quello della sarta è un lavoro che, soprattutto Vitinae Palmina (saltuariamente collaborate da Giuseppinae Ninetta) decidono di tradurre in una attività econo-mica solida negli anni che preludono al boom eco-nomico. Nel 1960 – ci racconta Giacomo Palermo –Vitina e Palmina Spezia fondano la casa di moda‘Confezioni per donna Sorelle Spezia’ con sede invia Bastioni nel palazzo di Francesco Aula, neglistessi locali che ospiterà qualche anno più tardi ilConsolato Norvegese. A Roma le sorelle Fontana vestono Linda Christian,Maria Pia di Savoia, Mirna Loy, Barbara Stanwyck,Ava Gardner, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Grace diMonaco, Soraya, Maria Gabriella di Savoia, Jacque-line Kennedy. A Trapani le sorelle Spezia confezio-nano per tutte le signore e le signorine della solidaalta borghesia cittadina: Aula, Adragna, d’Alì, Fon-tana, Platamone, Solina. Vitina e Palmina confezio-nano anche gli abiti da sposa, alcuni dei quali, ven-gono ricamati dalle sorelle Giacomina e Mariuccia,specializzate anche nella produzione di corredi dinozze. Le clienti – racconta ancora Giacomo Palermo sulfilo della memoria – sceglievano gli abiti dai modellie dai figurini che giungevano dai grandi atelier ro-mani o milanesi.Poi gli abiti venivano tagliati su carta,fatti provare alle clienti, mo-dificati nei

Terrazza della Sartoriadi via Mercè (1972).

Al centro Vitina e Palmina Spezia.

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SORELLE NELLA MODA

dettagli e negli accessori, se necessario. Quindi ini-ziava il taglio della stoffa, l’imbastitura, le successiveprove e la realizzazione dell’abito. Mediamente unabito da sera erano due o tre settimane di lavoro contre o quattro prove. Un abito da sposa anche un paiodi mesi, di più se il ricamo doveva essere realizzatodalle altre sorelle, anziché applicato.I tessuti arrivavano dalle aziende manifatturiere dellaLombardia, gli accessori da una casa di moda di Bo-logna. Ma a volte le clienti recavano con loro i figurinied i modelli da realizzare. Conservo ancora – ricordail signor Palermo – una piccola rubrica. Una semplicerubrica telefonica, nella quale mia madre segnava lemisure delle clienti. Con una modernità sorprendente,oggi parleremmo di ‘wedding planner’, le sorelle Spe-zia spesso collaboravano con una modista (la signora

La Spena che aveva bottega in via Mercè) per le ac-conciature delle spose o da cerimonia, e con un cal-zolaio (il sig. Di Genova, che aveva bottega nel quar-tiere San Pietro) per le scarpe delle spose.L’ atelier è il massimo dell’essenzialità: due tavoli, unogrande, sul quale mia madre e mia zia disegnavanoe tagliavano; uno più piccolo con le lavoranti intorno,ognuna con il suo banchetto di legno, intente a cucire,ognuna con un suo ruolo diverso. Non una catena dimontaggio ma una gradualità legata alla esperienza.Ma prima di diventare sarte la strada era lunga. Unsistema antichissimo, tipico della scuola artigianaletradizionale, fatto del rapporto tra maestro e allievo,proprio come nelle botteghe medievali regolate dalle-

norme delle corporazioni. Ma il talento da solo nonbasta.È importante almeno quanto la disciplina; almenoquanto la formazione caratteriale al culto del lavoro.Le “mastre”, a questo punto Vitina e Palmina lo sono,prima di iniziare le giovani lavoranti alla sartoria neforgiano l’indole: come nei mantra delle discipline edelle arti marziali orientali, per svolgere l’attività è in-dispensabile essere ordinate e sistemare ogni cosaal proprio posto: rocchetti di fili disposti per colore ediverse consistenze; scampoli di stoffe di cotone, lino,seta (che possono tornare sempre utili); aghi di variagrandezza, tutto sempre meticolosamente sistematoal proprio posto. Quasi una concetto filosofico: è met-tendo ordine nel caos che si trova l’energia per creare.Nel caso: abiti, e abiti da sposa in particolare.Il processo di “fidelizzazione” è ormai consolidato:nei primi anni ’70 Vitina e Palmina Spezia trasferi-scono il loro atelier al 5° piano di un palazzo in viaMercè. Una attività rimasta molto attiva fino alla metàdegli anni 80, anche se Palmina, più grande dellasorella, ha nel frattempo lasciato il lavoro. Una attivitàperò sempre più compressa dalle produzioni indu-striali, e che, comunque, ha saputo ritagliarsi anchespazi di eccellenza nelle boutique di alta moda e so-prattutto negli atelier degli abiti da sposa. Una scuolasartoriale, ancora artigianale, che sopravvive e chesa ancora replicare le linee sobrie ed insieme fastosedegli abiti del passato.Un abito è solo un abito se non lo si guarda con at-tenzione: pizzi e merletti realizzati interamente dalleesperte mani di sarte e ricamatrici locali, come le so-relle Spezia, con lavoro metodico e certosino, impre-ziosivano le stoffe rendendo ogni modello unico nelsuo genere. È in questa unicità che l’artigianato siesalta fino a divenire una forma d’arte. Va detto, delresto, che anche le grandi firme del “continente” (dallesorelle Fontana a Valentino) trovano l’esaltazione delloro estro di stilisti, oltre che nel disegno dei modellie nella scelta dei tessuti, nelle capacità manuali ditagliatrici, sarte e ricamatrici.Maestranze senza le quali nessun grande stilista èin grado di piegare alla sua fantasia la materia primadelle stoffe. A questi artigiani, come furono le sorelleSpezia, che non presero mai un treno per Roma, ca-paci di esaltare le forme con la loro manualità, va lagratitudine delle donne trapanesi.

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Sede: PACECOVia Amendola, 11/13Tel. 0923 [email protected]

Agenzie: TRAPANIPiazza XXI AprileTel. 0923 593074

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Panarea

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOIO & TU

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Bianco, rosso, rosa e perché no, perfino nero.La moda detta le scelte ma, di sicuro, la valu-tazione e la preferenza per un abito da sposa

piuttosto che per un altro sono sempre più scrupo-lose.Lasciamoci guidare da chi di abiti da sposa se ne in-tende perché ha ereditato dai genitori la passione divestire le spose: Cristina Spada e la sorella Grazia.Insieme hanno intrapreso una nuova attività impren-ditoriale legata al mondo degli abiti da sposa e …non solo. Cristina, giovanissima e con una grinta da vendere,ci racconta cosa l’ha spinta ad occuparsi di questosettore. “Sbirciare” dentro i camerini le prove d’abito delle fu-ture spose e poi l’avere dato una mano all’azienda difamiglia hanno accresciuto il desiderio di occuparsiin maniera autonoma di questo settore.In lei, con il passare degli anni, si è manifestato quel-l’estro creativo che la spinge a disegnare abiti dasposa, sperimentando nuovi stili, carichi del tratto

personale, e adattandoli ad esigenze sempre nuove. Cristina decide, così, di trasferirsi nella capitale dellamoda. A Milano, intraprende un corso di studi, presso l’Isti-tuto Marangoni, scuola di moda e design tra le piùimportanti d’Europa. Un’esperienza che si rivela indi-spensabile e utile per la sua crescita, perché le forni-sce, insieme ad un solido know how, anche le giusteconoscenze. Il suo è un talento che emerge, tanto da essere notatoda famose case sartoriali che, durante gli stage,hanno avuto la possibilità di osservare sul campocome opera Cristina e con le quali inizia la sua colla-borazione imparando tutti i trucchi del mestiere.Cristina Spada, tuttavia, sente forte il richiamo dellasua terra e così rientra a Trapani determinata a rea-lizzare un grandissimo desiderio: creare una sua col-lezione di abiti da sposa.Nasce così la “CbyC” che non rappresenta solo unmarchio ma anche una firma. L’idea viene concretizzata durante un suo viaggio in

A TU PER TU CON LA STILISTA…

NO ATELIER, NO HAUTE COUTURE.

di Silvia Adamo

Grazia e Cristina Spada

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO IO & TU

treno verso Bologna. Fuori dai finestrini il paesaggioscorre come in un film; dentro la testa di Cristinascorrono le immagini della sua vita e delle sue recentiesperienze professionali. E forse guardandosi dentroscopre che la vera forza che la spinge verso nuovemete sta nella consapevolezza di essere quel che è. “CbyC” è una firma non in senso classico ma nelsenso più autentico del termine. Firma come identità, come imprinting di personalità.Quindi perché non scegliere il proprio nome?CristinabyCristina. L’affinità, la complicità e la grande intesa con la sorellaGrazia, irrinunciabile consigliera di ogni scelta, sem-brano costituire la formula vincente per un’attivitàcommerciale degna della città di Trapani. Le “SorelleSpada” sembrano, infatti, possedere le armi giusteper emergere nel settore degli abiti da sposa. Cristina e Grazia propongono non solo abiti da sposama anche abiti da sera e da cerimonia dalle lineepure ed essenziali. Nel suo biglietto da visita Cristina,

con intento provocatorio, scrive “NO ATELIER, NOHAUTE COUTURE”, per distaccarsi dagli stereotipidella moda che vede l’eleganza solo nell’eccesso,nella esuberanza, nella vistosità della “pompa ma-gna”.Cristina disegna gli abiti per quelle donne che credonoin se stesse e vogliono indossare, prima che un ve-stito, il proprio stile, magari anche attraverso un par-ticolare che le rende uniche. A questi abiti Cristina ha dato i nomi dei luoghi piùsuggestivi del nostro territorio traendo da ognuno diessi una ispirazione per le linee e le forme.Gli abiti delle sorelle Spada non passeranno inosser-vati. Noi ne siamo certi.Cristina e Grazia non svelano nulla della loro primacollezione ma, in via del tutto eccezionale per la re-dazione di Nozze in città, ecco qualche piccola anti-cipazione fotografica.

Ischia14

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Corso Italia, 77/BTrapani

Tel. [email protected]

Abiti:CbyC

Foto:Piero Lazzari

Acconciature e Make-up:Mimma Chiappara

Lipari

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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IO & TU

Se il vestito della sposa è “primo attore” di ognimatrimonio l’abito dello sposo è sicuramente“coprotagonista”. Semplice o eccentrico, ele-

gante e raffinato, ricco di accessori o sobrio, l’impor-tante è sorprendere. L’abito nuziale maschile deve valorizzare il fisico madeve anche rispecchiare la personalità di chi lo in-dossa, per essere all’altezza di quello della sposa.Fino agli anni 70 era rigorosamente grigio, con cami-cia bianca e cravatta nera ma, da quegli anni in avantic’è stata una svolta ed oggi lo sposo è al centro del-l’attenzione tanto quanto la sposa, con colori, tagli eforme inedite. Un abito, dunque, che si identifica conla contemporaneità di chi lo indossa.I grandi stilisti consigliano per la mattina il tight o, co-munque, abiti dalle tonalità chiare; mentre per il po-meriggio e per la sera smoking o abiti rigorosamentescuri. Quando si sceglie un vestito è necessario stare attentiai colori perché i giusti contrasti danno un’immaginefresca, dinamica e giovane, Dunque non deve esserenecessariamente tutto dello stesso colore o dellostesso tessuto. Da non trascurare gli accessori che devono esseresempre presenti, a secondo del gusto dello sposo, inmodo da arricchirne il look.Un tocco di classe è il fiore all’occhiello che denota

semplicità e, al tempo stesso,regala un tono aristocratico; adifferenza delle spille che, in-

vece, rappresentano un accessorio stravagante ca-pace di esaltare il tessuto o una particolarità dell’abitoma difficili da portare con disinvoltura. Insomma, se non lo avete ancora capito, un abito dacerimonia uomo deve infondere emozione per “met-tersi al pari” con quello della sposa.Tuttavia i protocolli vanno rispettati. Per le cerimoniereligiose e civili o per quelle più intime si consiglial’etichetta Gentleman mentre per le cerimonie più mo-derne l’etichetta Fashion.Ciò che conta è, comunque, la coerenza con la pro-pria personalità. Infatti, mentre per alcuni il classico èsuperato per altri è sinonimo di eleganza, per tanti ilmoderno è stravagante per taluni è fashion. Scegliere un abito nuziale da uomo non è comunquefacile. Il tight, abito elegante e raffinato, ad esempio,deve essere ben cucito, perché lo spacco deve caderealla perfezione mentre la vita deve risultare segnata

CIÒ CHE CONTAÈ ESSERE SE STESSI

ATTORE NONPROTAGONISTA

ed i fianchi fasciati. La moda uomo segue sempre le stesse linee e, dun-que, muoversi sul classico è sempre la scelta miglioreper evitare di cadere nel ridicolo alla ricerca di ec-centricità.Ultimi consigli: farsi aiutare da una sola persona di fi-ducia, non chiedere, dunque, consigli a più amici; te-nere sempre ben presente il proprio stile e personalità;scegliere in armonia con lo stile della sposa e dellalocation scelta.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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IO & TU

COSE… DA BIMBI!

Ricordate il film degli anni 50 “Il padre dellasposa” con Spencer Tracy e Elisabeth Taylor?

In una scena il padre procede con la figlia verso l’al-tare e inaspettatamente il pavimento della chiesa co-mincia a diventare impraticabile. Valichi altissimi se-parano i due dalla meta prefissata.Era un sogno del papà della sposa che, a qualchegiorno dalle nozze della figlia, veniva colto dal panico.Dopotutto a qualche giorno dalla fatidica data dellenozze il dubbio assale tutti i protagonisti delle nozze:dagli sposi ai genitori. E se qualcosa non dovesse andare? E se le damigellee i paggetti che dovrebbero aprire il corteo nuzialedecidessero di non giungere all’altare, ordinati percome predisposto? Eppure anche un fuori programma può risultare ca-rino!Abbiamo assistito ad una scena simile, ed è statodelizioso comunque!!! La damigella che apriva il cor-teo piuttosto che recarsi verso l’altare si è diretta versole braccia della mamma che l’ha accolta con tantoamore. Nessuna rimostranza, anzi tanti sorrisi tenerie comprensivi da parte degli invitati, più divertiti chesorpresi dalla imprevedibilità dei bambini. La tradizione di affidare a damigelle e paggetti l’aper-tura del corteo nuziale non ci appartiene come cul-tura, anzi è tipicamente anglosassone e noi, impor-tandola, l’abbiamo un pò modificata, adattandola allenostre tradizioni. Mentre in Inghilterra il compito viene affidato alle ami-che della sposa, donne adulte in età da matrimonio,da noi in Italia spesso sono bimbi, dai quattro ai 10anni, parenti o figli di amici degli sposi, ai quali ven-gono affidati hanno ruoli ben precisi. Le damigelle, in numero pari e non più di quattro,

hanno il compito di lanciare petali di fiori lungo la na-vata fino all’altare, o di reggere il velo della sposa nelcaso in cui questo sia lungo. I paggetti, invece, hannoil compito di reggere il cuscino porta fedi (in questocaso sarebbe opportuno che le fedi fossero finte pernon incorrere nel rischio di smarrirle per strada).Ovviamente anche il loro abbigliamento deve essereconsono all’occasione. Le bambine possono indos-sare dei vestitini che, per tessuto e colore, richiaminoquello della sposa e i paggetti allo stesso modo dellosposo, utilizzando tessuti eleganti come il taffetà op-pure l’organza, in estate, e il velluto, in inverno. Anche in questo caso però la scelta dipende dai gustidi ognuno: i vestitini possono essere meno formalima comunque deliziosi. Sobri o spiritosi, tutto si può,soprattutto per quanto riguardal’abbigliamento dei piccoli. Lo ri-badiscono i grandi stilisti che ten-dono sempre di più a deconte-stualizzare l’abito dalla cerimoniae a renderlo spiritoso e riadattabile anche per altreoccasioni.Fondamentale invece sarà la scelta della scarpinache, ovviamente, deve essere molto comoda! Infine, possono andar bene anche acconciature sofi-sticate, ma per le bimbe più “ribelli” meglio una sem-plice coroncina di fiorellini che richiami il tema florealedell’evento e… che il corteo abbia inizio!!!Ci sentiamo di tranquillizzare tutti dicendo che nonimporta se i compiti delle damigelle e paggetti nonvengono portati a termine alla perfezione, l’importanteè non responsabilizzarli eccessivamente… dopotuttosono bambini!!!

TESSUTI ELEGANTIMA LINEE SOBRIE

Dai paesi anglosassoni la tradizione di affidarea damigelle e paggetti l’apertura del corteo nuziale.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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IO & TU

L’anello è un simbolo che nei secoli ha rappre-sentato uno status. Ai tempi dei Romani, peresempio, gli uomini liberi portavano al dito uno

scintillante anello d’oro; per gli schiavi quell’anelloera di ferro; le matrone sfoggiavano anelli ove eraapplicata una piccola chiave, simbolo di autorità al-l’interno della famiglia. Quando l’anello ha cominciato a rappresentare lostato civile di uomini e donne? Bisognerà attendere il XVI secolo prima che l’anellonuziale diventi di uso comune, una vera e propriaconsuetudine; mentre risale al XVIII secolo l’abitudinedi far incidere i nomi degli sposi all’interno delle fedi.Ci siamo chiesti quali sono le tradizioni locali legatealla fede nuziale?Nulla di diverso rispetto al resto d’Italia, fatto ecce-zione che ancora oggi v’è l’usanza di ricevere le fedidal “compare d’anello”. Anche in questo caso ogni re-gione conserva le proprie usanze. In alcune zone delsud Italia c’è la tradizione secondo la quale il compareoffre in dono alla nubenda un anello, che non è lafede nuziale, e che deve essere indossato proprio ilgiorno delle nozze. La sposa si ritrova così nella si-tuazione imbarazzante di dover portare non uno madue anelli, entrambi importanti, nello stesso giorno.Paese che vai tradizione che trovi. In Sicilia all’iniziodel secolo scorso, la sposa veniva accompagnata inchiesa dal padre e dal compare d'anello che per lopiù era "u ‘mmasciaturi", colui il quale aveva presen-tato il futuro sposo alla famiglia di lei e col quale simanteneva un rapporto di rispetto reciproco tant'èche quando si passava davanti alla sua casa ci si to-glieva il cappello, anche in sua assenza, in segno dirispetto e di saluto.Il compare d'anello provvedeva a comprare le fedinuziali e a battezzare il primo figlio ed assumeva l'im-pegno morale di sostenere la famiglia ed il bambinoin caso di necessità .Oggi nonostante nella nostra provincia ci sia ancorala consuetudine di scegliere il compare d’anello traparenti o amici dello sposo, il suo ruolo è divenutoabbastanza marginale, limitandosi semplicementeall’acquisto delle fedi. Infatti la Chiesa non ha maiistituzionalizzato questo ruolo negando la possibilitàal “compare” di apporre la propria firma sui registri, ameno che non sia anche un testimone.

AL “COMPARE” LE FEDI

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO.

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BELLEZZA & C.

Icapelli, lo dimostrano la storia del costume e lastoria dell’arte, sono uno dei punti di forza dellabellezza muliebre. In talune civiltà, ed in deter-

minati periodi storici, hanno rappresentato il ca-none estetico principale e, perfino, lo status socialeo lo stato civile (se donne in età da matrimonio, segià sposate, se vedove e così via). La moda con-temporanea fa prevalere i principi di praticità e nonassegna più ai capelli una indicazione di status, inossequio alla piena emancipazione femminile. Tuttavia, nel giorno del matrimonio la donna, inutilenegarlo, torna a ricercare i parametri estetici delpassato, quando i capelli venivano riordinati e com-posti in trecce, ciocche, ciuffi e volute, adornaticon gioie, veli e fermagli; in una sola parola: ac-conciati. Acconciatura viene sinteticamente definito, ancoraoggi, l’attento lavoro di sistemazione dei capellisotto il velo. Predisporre i capelli per l’acconciatura necessitadi cure particolari che dovrebbero iniziare almenosei mesi prima. Quante donne, in prossimità delmatrimonio, decidono di fare allungare i propri ca-pelli nell’eventualità di un’acconciatura che neces-siti una certa lunghezza? Il rischio a cui si va in-contro, in questi casi, è di avere, sì, una foltachioma, ma senza alcuna forma. Fissare degli ap-puntamenti dal parrucchiere eviterà l’effetto “donnaprimitiva”. La cura dei capelli comincia dall’aiuto riparatore diuna buona maschera, da effettuarsi periodicamentenei tre mesi che precedono le nozze. Il colore deipropri capelli, è fondamentale, soprattutto per chidecidesse all’ultimo momento di cambiarlo. Noiconsigliamo di non stravolgere radicalmente

l’aspetto e la capigliatura con colori mai avuti prima,credendo che possano essere adatti al nostro viso,ma di avvicinarsi il più possibile a quelli che sonol’incarnato e il colore naturale dei capelli: proprioper non sentirsi totalmente diverse proprio quelgiorno.Per quanto riguarda invece la scelta dell’accon-ciatura un buon parrucchiere saprà dare i giusticonsigli tenendo in considerazione la forma delviso, l’abito da indossare, l’elaborazione del velo.Quando mancano appena sette giorni al matrimo-nio, bisogna ritoccare il taglio e ravvivare il colore.Si può ricorrere ai colpi di luce o di sole, per illumi-nare il viso, magari ciocche bionde su un castanochiaro; riflessi mogano per rafforzare il castanoscuro o blu corvino per rinvigorire il nero. Ogni so-luzione, presa nella giusta misura, può andar beneper rendersi e vedersi più belle.Il giorno prima del matrimonio, dobbiamo lavaremolto bene i capelli, accompagnando magari il la-vaggio, ad un massaggio rilassante, applicandoanche qualche prodotto rigenerante. Asciugandoli,si deve dare la piega per sostenere l’acconciatura.Ed ecco il gran giorno; il parrucchiere sarà prontoa realizzare l’acconciatura ma, a lavoro finito nonbisogna dimenticare di recare con sé un beauty.Affidatelo, se possibile, ad una amica di fiducia emetteteci le cose strettamente necessarie che pos-sono servire dopo la cerimonia e durante il ricevi-mento. Non devono assolutamente mancare: lacca,pettine a coda e qualche mollettina da utilizzarese, nel togliere velo, si scioglie qualche ciocca. Siete cosi pronte a vivere il giorno più bello perfet-tamente impeccabili!

ACCONCIATE PER LA FESTA

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Mimma Chiappara. Come descriverla con un solo aggettivo? Mimma è curiosa: nel corso della sua vita gira in lungo e in largoil mondo per scoprire nuove culture, stili e mode che appartengono ai luoghipiù diversi. Ne ricerca le peculiarità, le fa proprie, le rende uniche.Mimma è creativa: è una dote naturale, spiega, realizzo acconciature per le modelle e per lorocreo abiti da sposa andando alla ricerca di materiali sempre nuovi e inusuali.Mimma è infaticabile: gli incarichi professionali la portano a viaggiare in Italia per partecipare alle sfilate di famosi stilisti,come Giorgio Armani, che l’ha scelta per pettinare le modelle in occasione della Kore. La Wella le ha affidato il compito di in-segnare tecniche e proposte moda nel settore matrimoni. È stata scelta da Class Salon education style, come uno dei trenta ac-conciatori che entreranno nel backstage delle passerelle realizzando le acconciature e il make-up delle modelle per la sfilataPolimoda a Firenze e alla Mostra del Cinema di Venezia, entrambi eventi del 2011.Mimma è apprezzata: dalle sue clienti e da personaggi dello spettacolo da lei pettinati come Lavinia Biagiotti, SilvanaGiacobini e tanti altri volti noti dello spettacolo. In un’intervista Ornella Vanoni ha dichiarato di assegnare l’oscar dellapettinatura “a Mimma Chiappara, che mi ha lasciato esterrefatta per come mi ha saputo consigliare e trattare i capelli;abilissima perché non lavora solo in superficie”. In una battuta Mimma Chiappara è poliedrica perché in lei, come in un caleidoscopio, ogni sfaccettatura del suo carattere nela rende una professionista originale e dallo stile inimitabile.

Corso Armando Diaz, 61Mazara del Vallo (TP)Tel. [email protected]

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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BELLEZZA & C.

AGENDA DI BELLEZZAGuida pratica per la corsa contro il tempo. Cosa fare, e quando, prima della cerimonia

Definita la data del fatidico “sì” è fondamentalestilare nella agenda personale della futurasposa una lista di priorità: in termini di tempo

e di importanza. Sicuramente l’argomento bellezza ela cura della persona non passeranno in secondopiano, perché il giorno del matrimonio sarà la sposaal centro dell’attenzione, ammirata dal futuro sposoe dai tutti gli invitati.

La parola d’ordine, dunque, èbenessere; inteso non solo intermini estetici ma, soprattutto,come condizione psicologica

di serenità. Quella condizione dalla quale nasce,prima di ogni considerazione sui canoni estetici, labellezza di ogni donna. Tutte le nostre lettrici saranno consapevoli del fattoche per i preparativi occorre fare i conti con il tempoche, in questi casi, sembra non essere mai sufficiente.Occorrerà, perciò, fissare degli incontri con un centrobenessere ed affidarsi a mani esperte che riuscirannoa risolvere ogni problema in un lasso di tempo ragio-nevole.

Tracciamo in sintesi i punti di realizzazione di un pro-gramma ma, è chiaro, non esiste una tempistica

uguale per tutte: ciò dipende dalle esigenze di ognidonna. Occorre mettersi all’opera iniziando dalla cura delcorpo: eventuali piccoli inestetismi, legati ad una certasedentarietà, vanno curati intraprendendo non soloun percorso di attività fisica leggera che rimodelli ilcorpo ma, anche, una dieta disintossicante che agiscada formidabile agente di bellezza per la pelle. È fondamentale privilegiare l’alimentazione sana, sce-gliendo meglio gli ingredienti e abbinandoli in modocorretto tra loro. Eventualmente si potrà ricorrere atrattamenti specifici che agiscano localmente andandoa sciogliere gli eccessi di grasso sottocutaneo.

Tre mesi prima. ManiLe mani sono un dettaglio fondamentale, assoluta-mente da non trascurare per il giorno del matrimonio:saranno fotografate nel momento dello scambio deglianelli e quindi meritano cura particolare. Anche peresse inizia un percorso di bellezza che prevede esfo-liazione e idratazione quotidiana, con semplici tecni-che da praticare anche a casa propria, e una mani-cure almeno ogni quindici giorni. Bisogneràconcordare con il centro benessere il taglio delle un-ghie: squadrate, a filo o a mandorla, dipenderà dalla

PAROLA D’ORDINE:BENESSERE

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOBELLEZZA & C.

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forma della mano o anche dal tipo di abito e accessoriindossati. In questo modo si avrà il tempo di valutaree di cambiare qualora il taglio scelto non fosse ritenutoadeguato. Quando è bene pensarci?Tre mesi prima, per evitare che qualsiasi ripensa-mento legato al tipo di taglio possa risultare impossi-bile.

Un mese prima. Il truccoManca soltanto un mese alla data del matrimonio ela preparazione cominciata sei mesi prima, in terminidi sana alimentazione e di esercizio fisico, avrà datoi suoi risultati. Gli effetti sono ben visibili anche sulviso: la pelle, più distesa e con un colorito roseo, nonavrà bisogno di grandi cure e soprattutto di eccessivetrasformazioni. Ricordiamo infatti alle nostre lettriciche il trucco è bello quando non si vede, cioè non siaeccessivo. Semplice e naturale, deve esaltare losplendore del volto, anche senza abbronzatura. As-solutamente vietati i colori forti e i segni marcati.L’estetista saprà consigliare le future spose su comevalorizzare i tratti particolari che ha ciascun viso eche, in un giorno speciale come quello del matrimo-nio, ne metteranno ancora più in risalto la bellezza. Ènecessaria una prova trucco da effettuare alla stessaora del giorno della cerimonia. Alla sposa il compitodi giudicare in modo critico ciò che le piace e cosano.In questo modo si potrà aggiustare il tiro sino alla“perfezione”. La scelta più appropriata dei prodotti co-smetici, delle luci, delle ombre e dei colori permette-ranno alla sposa di sentirsi a suo agio per tutta la du-rata di un giorno così speciale e di presentarsi almeglio al suo sposo, agli invitati.

Dieci giorni prima. Esfoliazione del corpoSale marino, olio di mandorle e qualche goccia diolio aromatico, ad esempio alla rosa, alla lavanda orosmarino… Ecco gli ingredienti adatti per un bel trat-tamento esfoliante domestico per liberarsi dalle cellulemorte con un peeling delicato che potrà essere ap-plicato su tutto il corpo, e dopo… un piacevole bagnosenza relax. La pelle liscia è assicurata. E anche ilrelax!

Due giorni prima. Ultimi ritocchi con l’estetistaDepilazione, un ritocco alle sopracciglia, l’ultima ma-nicure, una tinta di smalto trasparente, propedeuticoper il grande giorno, alle unghia di mani e piedi etutto è quasi pronto. Una depilazione a cera partico-

larmente curata a gambe, inguine e ascelle sonod’obbligo, ma alcune donne preferiscono depilare an-che le braccia.La pedicure e la manicure seguiranno la stessa re-gola. Un trattamento alla paraffina, se le mani e ipiedi ne hanno bisogno regaleranno loro nuova vita.Via le macchie con una buona esfoliazione, via le ru-vidità e le pellicine, poi una mano di base trasparente.Lo smalto sarà posato poche ore prima della cerimo-nia, durante il trucco, per non rovinarne l’effetto.

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Inestetismo: sostantivo che, moderatamente, attenua i piùschietti termini di cellulite e adiposità. Inutile negarlo, però,quale che sia la scelta del nome l’obiettivo di ogni donna è eli-

minare, o almeno arrestare, l’insorgere degli inestetismi. Dallatradizione termale e dei trattamenti terapeutici per le malattie delsistema venoso giunge in soccorso la carbossiterapia, oggi pra-ticabile in ambulatorio. Saltiamo a piè pari tutte le applicazioni incampo prettamente terapeutico e concentriamo la nostra atten-zione sull’aspetto del trattamento di medicina estetica. Attenzione!“Medicina estetica”, senza mai disgiungere i due termini, poichépur sempre di un trattamento medico si tratta. Per l’approfondi-

mento di questa pratica ambulatoriale, in passato eslusiva degli stabilimenti termali perché possibile solonelle vasche, ci siamo rivolti al dottore Rosario Trippiedi, specializzato nella carbossiterapia:“cellulite e adi-posità localizzata vengono trattate, mediante la somministrazione per via sottocutanea di anidride carbonicamedicale (CO2) allo stato gassoso”.

NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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SALUTE & C.

Come avviene concretamente la somministra-zione sottocutanea?“Il trattamento avviene in ambulatorio e senza ricoveri,mediante microiniezioni in dosi variabili, effettuate so-litamente alla radice degli arti e nelle zone in cui vi èla cellulite, utilizzando aghi monouso molto sottili. Lafrequenza delle sedute è solitamente una alla setti-mana ed il numero di sedute di solito comprende unciclo di trattamenti di 12 – 15 sedute. La durata deltrattamento è in media di 15 – 20 minuti e il ritornoalle normali attività è immediato. Il trattamento di car-bossiterapia può essere associato, per ottenere unrisultato finale ottimale, anche alla mesoterapia”.Ma iniettare del gas sottopelle è sicuro?“La carbossiterapia è assolutamente sicura per lapaziente poiché l’anidride carbonica è atossica enon provoca embolia, è compatibile con l’organismoumano che la produce costantemente e la eliminatramite il sistema venoso per via polmonare”. Come agisce la CO2 e per quali inestetismi oforme patologiche è suggerita?“L’anidride carbonica iniettata localmente provocavasodilatazione facendo scorrere nuovamente e più

velocemente il sangue nei capillari chiusi. Aumentaanche il drenaggio venoso linfatico e favorisce la rot-tura delle cellule adipose ed il conseguente smalti-mento del grasso in eccesso. Il sangue scorre cosìpiù velocemente, i tessuti ricevono più ossigeno, letossine vengono smaltite e il grasso si riduce. Vaso-dilatazione e riattivazione del microcircolo, miglioranoil flusso sanguigno e il metabolismo cutaneo, aumen-tando l’ossigenazione. Con la carbossiterapia pos-sono essere trattati la cellulite; la stasi del microcir-colo e delle arteriopatie con conseguenti ulcere; sipossono trattare i tessuti atonici di collo, braccia, viso.Sulla cellulite, in particolare, agisce levigando la co-siddetta buccia d’arancia e la riduzione del volumedell’adiposità localizzata. La carbossiterapia è ancheindicata per ringiovanire il volto, soprattutto il doppiomento e il decollété. L’anidride carbonica, iniettata inqueste aree svolge una funzione antiaging, rivitaliz-zando i tessuti e rendendo la pelle più tonica e com-patta”.Cosa avverte il paziente durante il trattamento?“Durante la terapia è possibile avvertire un leggerobruciore o dolenzia nel punto di iniezione o a distanzada esso; inoltre alla fine di ciascuna seduta può ve-rificarsi una senso di peso agli arti inferiori cha hauna durata di pochi minuti. Nulla comunque di trau-matico”.Aspetto economico: è costosa la terapia?“Il costo di una seduta varia da 80 a 100 euro”.

DALLE TERMEALL’AMBULATORIOTra bellezza e salute scopriamo la carbossiterapia

Dott. Rosario TrippiediDermatologo

via degli Stabilimenti, 13 - TrapaniTel. 0923 [email protected]

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOSALUTE & C.

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I Consultori Familiarinell’ASP di Trapani

I Consultori Familiari sono strutture socio-sanitariedell’Azienda Sanitaria Provinciale, o private conven-zionate con la stessa, nate per rispondere ai bisognidella famiglia, della donna, della coppia, dell’infanziae dell’adolescenza. Le attività ed i servizi, all’interno dei Consultori Fami-liari, sono organizzati secondo il lavoro di équipe,professionisti specializzati in vari settori che collabo-rano, ciascuno in funzione delle proprie competenze,al fine di aiutare i cittadini a far fronte ai loro bisognied a garantire la tutela della salute.Nel Consultorio Familiare, dunque, lavorano in siner-gia varie figure professionali: il ginecologo, l’ostetrico,l’infermiere o l’assistente sanitario, lo psicologo e l’as-sistente sociale.I servizi erogati riguardano l’assistenza psicologica esociale per la preparazione alla maternità ed alla pa-ternità responsabile e per i problemi della coppia edella famiglia, la consulenza e la prescrizione di mezzicontraccettivi per prevenire le gravidanze indeside-rate, la tutela della salute della donna mediante visiteginecologiche e pap-test, la tutela della donna e delbambino durante la gravidanza, consulenze sanitarie,sociali e psicologiche.I motivi per recarsi presso un Consultorio Familiaresono dunque diversi.Se si è deciso di avere un bambino, ad esempio, inConsultorio Familiare è possibile ricevere delle con-sulenze preconcezionali, volte ad accertare eventualiincompatibilità genetiche che possono influire nega-tivamente sulla gravidanza.Durante il periodo della gravidanza, invece, gli ope-ratori del Consultorio Familiare accompagnano i futurigenitori nei cambiamenti e processi particolari che siverificano nel corpo della donna e nella relazione dicoppia.Oltre ad una puntuale assistenza medica per la gra-vidanza fisiologica, al Consultorio Familiare è possi-bile partecipare a momenti di incontro con professio-nisti e con altre coppie che aspettano un bambino.Ciò avviene all’interno dei corsi di preparazione allanascita.Vengono inoltre insegnate alcune tecniche di rilas-samento utili ad affrontare la paura ed il dolore delparto. Il Consultorio Familiare infine vuole essere unimportante punto di riferimento per gli adolescenti,un luogo in cui poter esprimere, da soli, in coppia oin gruppo dubbi o paure riguardo alla sessualità, allemalattie sessualmente trasmesse ed alla contracce-zione. Nella massima riservatezza (Spazio Giovani),gli operatori dei Consultori Familiari accolgono i ra-gazzi sostenendoli ed aiutandoli anche nei problemilegati ai rapporti con i coetanei, la scuola e la fami-glia.Tutti i servizi del Consultorio Familiare sono gratuiti evi si accede tramite prenotazione telefonica e senzaricetta medica.

C.F. Trapani 1 - Via Marino Torre, 216Tel. 0923.20962 - Fax 0923.24874 Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/13.00 - martedì e giovedì: ore 16.00/18.00

C.F. Trapani 2 - Via Saraceni, 2Tel. 0923.22723 Fax 0923.24204Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30

C.F. Erice - Viale della Provincia,1(Cittadella della Salute) - Palazzo UlivoTel.0923.472386/388 - Fax 0923.472388Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/13.00 - martedì e giovedì:ore 15.30/17.30

C.F. Valderice - Contrada CavalieriTel. 0923.891386 - Fax 0923.836388Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 8.40/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.00/17.00

C.F. ”Crescere Insieme” Trapani (consultorio privato convenzionato) Via Tenente Alberti, 21Tel. 0923.536411 - Fax 0923.536411Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 8.30/13.30 - lun., merc., ven.: ore 15.30/19.30

C.F. Pantelleria - Via Piazzale Almanza - Tel.0923.910263 Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/12.00 - martedì e giovedì: ore 16.00/18.00

C.F. Marsala/Bosco - Via Trapani, 346 Tel. 0923.968200 - Fax 0923.995777 Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30

C.F. Marsala/Centro - Piazza Marconi, 4Tel. 0923.712230 - Fax 0923.712230Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 8.30/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.00/17.00

C.F. Marsala/Petrosino - Via F. Cafiso, 80Tel. 0923.986437 - Fax 0923.985629Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 8.30/13.00 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.00

C.F. Mazara del Vallo - Via Castelvetrano, 28Tel. 0923/901617 Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni:ore 8.30/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.00

C.F. Salemi - c/o Ospedale Vittorio Emanuele IIIContrada Gibli - Tel. 0924.982166 - Fax 0924.983383Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30

C.F. Castelvetrano - Via Brandimarte,9Tel. 0924.930269 - Fax 0924.906076Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/12.00 - martedì e giovedì: ore 16.00/17.30

C.F. Santa Ninfa - Piazza Fleming, 3Tel. 0924.62022 - Fax 0924.62022Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/12.30 - martedì e giovedì: ore 15.30/ 17.00

C.F. Alcamo - Via Madonna del Riposo,151/BTel. 0924.28793 - Fax 0924.509566Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 8.30/12.00 - martedì e giovedì: ore 15.30/17.30

C.F. Castellammare del Golfo - Via Donizetti, 1Tel. 0924.30130 Fax 0924.35000 Orari di ricevimento al pubblico:tutti i giorni: ore 9.00/12.00 - martedì e giovedì: ore 15.00/17.30

CONSULTORI FAMILIARI IN PROVINCIA DI TRAPANI

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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THE ITALIAN TOUCH

L’Universo Sposa attraverso gliocchi, la maestria e la creativitàdei nostri migliori talenti.È stato definito “Italian touch”, let-teralmente tocco italiano, e ci si

riferisce espressamente al tocco di classe che carat-terizza da sempre gli stilisti italiani alle prese con leloro creazioni che anche quest’anno, nel mese diGiugno, sono scesi sulle passerelle di Sì Sposa Italia

Collezioni con i loro abiti, freschi di sartoria, antici-pando le tendenze relative all’anno 2011. Stiamo parlando della rassegna di riferimento a livellointernazionale nel mondo delle collezioni dedicateagli sposi e non solo. Grandi numeri per un settoreche è in continua crescita: 125 case di moda con iloro 159 marchi, per un totale di seimila abiti da sposaper lei e mille per lui. Grande classe degli stilisti italiani che coniugano gu-sto, estro, infinita creatività e soprattutto tradizionesartoriale. Il grande rilievo dato ai nomi italiani nonha tuttavia escluso gli espositori stranieri a cui è statodato ampio spazio. Ma vediamo quali saranno le ten-denze relativamente alla prossima stagione 2011. Il colore innanzitutto! Non più solamente il bianco o ilcrema ma tanti colori pastello, tutte tinte molto vivacie allegre fino ad arrivare al blu, ideale per una sposagiovane che nel suo anticonformismo sceglie di in-dossare un colore molto intenso senza però optareper il passionale “rosso”. Colore quindi indossato dalle future spose semprecon grande eleganza e spensieratezza. Per quanto riguarda le forme ad ogni sposa il suoabito: per le tradizionaliste ci sono tagli lunghi, lineemorbide, pizzi e ricami che richiamano un eleganzaun pò retrò. Al contrario c’è chi al lungo strascico edalle ampie balze preferisce il corto sopra il ginocchio,uno stile sbarazzino per una donna giovanissima e

dinamica. Il velo rimane anche quest’anno il grandeprotagonista: lungo, corto, di pizzo o tulle è comunqueun “must” per le spose 2011. Ma c’è tuttavia chi prefe-risce uscire fuori dagli schemi optando per acconcia-ture più eccentriche come quella realizzata su capellicrespati e adornati interamente con piume d’oca efermagli di strass. Si nota anche una tendenza versouno stile metropolitano attento al risparmio, largoquindi ad abiti da sposa che, eliminando la coda, sitrasformano in abitini da sera. Non possiamo non farvi notare che c’è chi invece, adispetto della crisi, propone un meraviglioso abito dasposa dal valore di ventimila euro, impreziosito dacentinaia di piume di struzzo e brillanti. A proposito di crisi, una cosa è certa: non ha mini-mamente intaccato i dati relativi alla partecipazione

ad un evento così atteso nel settore matrimoni. SposaItalia oltre ad avere incrementato del 5% il numerodelle aziende espositrici, ha registrato un +12% di vi-sitatori. Sempre maggiore il numero dei buyer stranieriche sono venuti da ogni parte del mondo dagli StatiUniti alla Russia e al Giappone, per visionare ed ac-quistare il meglio del Made in Italy, osannato ed ac-clamato in tutto il mondo.Il prossimo appuntamento per quanto riguarda lamoda si terrà a Roma dal 13 al 17 gennaio con un’al-trettanta rinomata rassegna Roma Sposi 2011, dedi-cata agli sposi della prossima stagione.

REPORTAGE SPOSA ITALIA

La tradizione sartoriale italiana protagonista delle passerelle milanesi

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTORUBRICA

a cura diCatia AmantiaGemmologa

Diamonds are a girl’s best friend. I diamanti sonoil migliore amico di una ragazza cantaval’esplosiva Marilyn Monroe nel film “Gli uomini

preferiscono le bionde”.Da questo assunto, reso immortale dalla altrettantoimmortale Marilyn, prende spunto la mia rubrica.In questa pagina, da donna e, soprattutto, in qualitàdi gemmologo, cerchèrò di consigliarvi sull’acquistodi quel gioiello o gemma che contribuirà a ricordarenel tempo una delle emozioni più belle della vostravita. “Diamante” deriva dal greco “adamas “ che significal’inconquistabile e richiama alla mente il trionfo el’eternità dell’amore.Spesso il futuro sposo regala un anello di famiglia,che quindi avrà anche un valore affettivo.Nel caso in cui il gioiello debba essere comprato, me-glio seguire alcune regole, indispensabili per far unbuon acquisto.Prima regola: fissare un budget.È bello parlar di sentimenti, ma nella scelta di unanello di fidanzamento il fattore economico contamolto. Oggi, comunque, le possibilità di scelta sonovastissime, e possono adattarsi a tutte le tasche.Seconda regola: recatevi dal vostro gioielliere di“fiducia”.Che sia in grado, cioè, di essere più di un bravo com-merciante e che sia, in primo luogo, un vero gemmo-logo. Il gemmologo è un professionista che ha conseguitoun diploma di gemmologia.Il mio consiglio è di acquistare la pietra senza monta-tura, che sceglierete successivamente, personaliz-zando e rendendo ancora più unico il vostro regalo.Risparmierete e avrete la possibilità di apprezzare lapietra nuda con tutti gli strumenti di precisione, oltrea poter sceglierne il taglio.Ma cos’è un diamante?È un minerale costituito quasi interamente da carbo-nio puro (composizione chimica) e cristallizzatosi nelsistema isometrico (struttura cristallina).Molte persone mi chiedono “ma che differenza c’ètra diamante e brillante?”.Questa è la prova che c’è ancora moltissima confu-sione…Per diamante si intende la gemma. Brillante, invece,è il taglio (57/58 faccette) che essa assume, poichéla maggior parte dei diamanti vengono tagliati con ta-

glio brillante; è diventato di uso commerciale indicarecon il termine “brillante” il diamante, ma non dimenti-chiamo che brillante può essere qualsiasi altra pietrache assuma questo taglio, naturale o sintetica che sia.Cosa chiedere, dunque, al gioielliere al momentodella scelta di un diamante?Le caratteristiche fondamentali che determinano il va-lore di un diamante sono le cosiddette “4C” : il peso(Carat) espresso in Carati (1 carato = 0,200 grammi),il colore (Colour), il taglio (Cut) e la purezza (Clarity).CARAT. Indica quanto è grande la pietra ed incideconsiderevolmente sul prezzo.Si potrebbe erroneamente pensare che un diamantedi un carato costi esattamente il doppio di un dia-mante di mezzo carato. Poiché i diamanti grossi sonopiù rari in natura, fattore che li colloca al vertice dellapiramide della qualità dei diamanti, un diamante daun carato costerà molto più del doppio di uno damezzo carato a parità di colore, purezza e taglio.COLOR. I diamanti sono classificati in base ad unascala di colore stabilita dal Gemological Institute ofAmerica (GIA). La scala varia da D (il “colore” più belloper eccellenza o se preferite il massimo dell’incolore)a Z.Un consiglio è quello di non scendere al di sotto di H,colore montato da gran parte delle aziende.CUT. Riguarda le proporzioni e la finitura di un dia-mante pulito. Il taglio più conosciuto e diffuso è quellorotondo, il più adatto al diamante in quanto permettedi sfruttare al meglio la forma ottaedrica del mineralegrezzo. CLARITY. Si riferisce alla collocazione della pietra inuna scala composta da 11 gradi che va dal “puro al-l’incluso”. competenza e della conoscenza della ma-teria.Superato questo ostacolo non rimane che sceglierela montatura.Optate per l’oro bianco, il platino alzerebbe il prezzoe non risulterebbe molto conveniente.Terza regola: non dimenticate di chiedere il certi-ficato di autenticità del vostro acquisto.Il certificato gemmologico, nel caso di acquisto di unapietra, non ne aumenta il valore, ma ne conferma l’au-tenticità e le caratteristiche specifiche, tutelando ilconsumatore.Interessante è l'uso al fine assicurativo, infatti questodocumento è indispensabile per un corretto calcolodel premio o per una richiesta di rimborso.

Carat, Color, Clarity, Cut.

Le Quattro C

Un diamante per amico

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOLA CERIMONIA

DALL’ANTICA ROMAALLA “CONFETTATA”

Simbolo di prosperità, felicità, abbondanza, iconfetti nell’antica Roma venivano utilizzaticome dono propiziatorio e di buon auspicio

verso gli sposi.Dopo la scoperta delle americhe, da queste nuoveterre si cominciò ad importare lo zucchero e i far-macisti di corte, elaborandolo, cominciarono a ri-vestire mandorle e frutta secca di piccole dimen-sioni, ribaltando radicalmente la consuetudine: daquel momento furono gli sposi a offrire i confetti indono agli invitati servendoli su grandi coppe.Indiscutibili nella versione classica, oggi sono incommercio varianti più gustose e sfiziose: dal pi-stacchio di Bronte a essenze fruttate come pera,pesca, arancia, fragola, limone, cocco… insommace n’è per tutti i palati.

La vera novità dell’anno è la “confettata”: una degu-stazione di confetti, tra loro diversissimi, disposti inmodo scenografico su un tavolo a cui affiancare lebomboniere.In ogni ciotola andrà aggiunto un cartoncino su cuisarà indicato il gusto dei confetti. La confettata saràallestita per accompagnare il taglio della torta, dasola o insieme a una degustazione di dolci o ciocco-latini.Un’idea originale per creare un angolo di atmosferae gusto che renderà la vostra festa ancora più unicae indimenticabile per voi e i vostri ospiti.Un consiglio però!!! La scelta dei confetti destinatialle bomboniere o ai sacchettini da regalare agli invi-tati deve essere rigorosamente classica.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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LA CERIMONIA

Diffusa in Italia a partire dagli anni settanta lalista nozze è diventata una consuetudine, ri-velandosi soluzione pratica, sia per gli sposi,

sia per chi deve affrontare il problema del regalo. Ha fatto storcere il naso alle signore alto-borghesipoiché non rientrava esattamente nelle regole cano-niche del bon-ton ma, oggi, non se ne può fare ameno.I futuri sposi danno ai loro invitati la possibilità di ri-sparmiare tempo e anche denaro, evitando inutili dop-pioni e, molto spesso, risolvendo l’imbarazzo dellascelta ai più indecisi.Benvenuti quindi nel favoloso mondo della lista nozze:una super lista nella quale inserire ciò che più serve,ciò che più piace, ciò che più “sfizia” praticamentetutto o quasi!La scelta su cosa inserire dipende dunque dalle esi-genze degli sposi: servizi di piatti e cristalleria, qual-che pezzo in argento, elettrodomestici e, perché no,anche ninnoli e gingilli. Sarà, comunque, cura degli sposi inserire regali didiverso valore, facendo in modo che i prezzi sianoaccessibili a tutti.Ma quali sono i tempi tecnici per organizzare e stilarela lista nozze? Almeno tre mesi prima del matrimonioe mai allegare alla partecipazione il cartoncino conindicato il nome e l’indirizzo del negozio dove è statadepositata la lista! Sarà un discreto passaparola traamici e parenti a dare l’indicazione giusta. Gli ospitipiù franchi ve lo chiederanno direttamente, soprattuttose consegnerete loro personalmente l’invito. Sarà infine compito del negoziante l’aggiornamentodei regali ricevuti e l’eventuale integrazione di nuoviregali. Per la consegna invece potrete scegliere: seavere l’intera lista prima della data del matrimoniooppure al ritorno dal viaggio di nozze.Suggeriamo quest’ultima soluzione. La casa dei neosposi sarà disabitata per la durata del viaggio e po-trebbe essere un azzardo lasciare i regali in balia diospiti indesiderati.Oggi, il termine lista nozze abbraccia diversi settoririspetto a un decennio fa. Suggeriamo ai futuri sposi, di attenersi, più che albon ton, al buon senso a meno che non vogliate esi-bire in salotto un elmo chiodato.

BUON SENSO O BON-TON?

Cercando su Internet “ matrimoni biz-zarri” si trova di tutto di più, perchéoggi, gli sposi amano stupire cele-brando il proprio matrimonio in modobizzarro: sott’acqua, con le bombole,col paracadute, in vetta alle montagne,sui pattini a rotelle, dentro una piscina.Tuttavia a nessuno è venuto in mente,finora, di organizzare la propria listadi nozze in un’armeria antiquaria.Il difficile sarà trovare una sposina di-sposta a ricevere da parenti e amici, alposto di un set di pentole a pressione,un Pickelhaube (elmo chiodato) dellaguardia personale del Kaiser, oppure,invece del solito, tv ultrapiatto, un ri-tratto a olio di Sua Maestà Umberto I. Eppure l’idea è venuta al proprietariodi un armeria che 40 anni fa mise inpiedi la sua galleria antiquaria grazie aun colpo di genio. Acquistava telefoniantichi, li faceva restaurare - a voltedorare - per creare fascinosi oggettid’arredamento. La trovata sortì l’ef-fetto, tanto che i più famosi divi del ci-nema, da Ingrid Bergman, a SteeveMcQueen, facevano a gara ad accapar-rarseli.

Regali “alternativi”

Inizialmente avversata la lista nozze toglie l’imbarazzodella scelta del regalo

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Al nostro appuntamento, fissato una settimanaprima, dopo vari contatti telefonici, mi accoglieil padre del titolare del negozio “Quartana Fiori”.

È un uomo molto interessante al quale chiedo subitodi raccontarmi come nasce l’attività commerciale difamiglia.Mi sorride, lui non è il signor Quartana ma spessotutti lo chiamano così.Racconta che suo suocero, anni addietro, dovendolasciare in eredità la sua attività decise di dargli un’op-portunità e lui, il signor Francesco Barbiera, con pas-sione e determinazione, mostra non solo di possederei requisiti per raccogliere gli insegnamenti di una vitama riesce ad accrescere il giro d’affari, specializzan-dosi nel settore “addobbi per matrimoni”, facendosiapprezzare in tutta la provincia. Così, dopo avermi

Il Bouquet:un’opera d’arte

QUARTANA FIORIADDOBBI FLOREALI

NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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LA CERIMONIA

di Silvia Adamo

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raccontato come nasce la “Quartana Fiori”, mi fa ac-comodare nel laboratorio dove opera il figlio Salvatore. Mi sono resa conto che quando hai davanti un artistate ne accorgi immediatamente. Si scusa subito di dover continuare a lavorare mentrelo intervisto. Oggi è il 7 luglio e si sa, questo è un periodo ricco diimpegni da rispettare improrogabilmente. Le sue abilimani sembrano essere completamente scisse dal re-sto del corpo. Ma mi accorgo che è il suo grandeestro a determinare la scelta dei fiori che uno allavolta vengono disposti uno affianco all’altro in manieracertosina, assolutamente non casuale studiata perrendere il bouquet della sposa un’opera d’arte, sicu-ramente diverso dagli altri. Con cura poi sceglie il fo-gliame per adornare il tutto e lo assembla creandosfumature mai viste prima. Ogni fiore è al posto giusto,ogni foglia ne delinea un fluido contorno. Infine un ultimo tocco finale: un fiocco realizzato condel nastro di organza di seta.Ed eccolo: il bouquet! Il sogno di una sposa, realizzatoda un artista.Salvatore Barbiera, di fiori se ne intende, ma a dirlatutta la sua arma vincente è quella di saper coglierequelle sfumature nel carattere della futura sposa es-senziali per una scelta floreale adeguata. Così glichiedo quanto sia importante per lui il primo approccio

QUARTANA FIORI

Via Mario Rapisardi, 5Marsala (TP)

Tel. 0923.951314Cell. 348.3119572

[email protected]

con i futuri sposi per la scelta del bouquet e dell’ad-dobbo. Mi risponde che reputa indispensabile che findall’inizio si instauri con la coppia un vicendevole rap-porto di fiducia e stima reciproca. Infatti è fondamentale che i clienti si lascino guidarenelle loro scelte e che si fidino della competenza dichi questo lavoro lo esercita con passione da tempo. Ho ancora tanto da chiedergli ma… dopotutto la miacuriosità di veder in opera un artista è stata abbon-dantemente soddisfatta. Prima di andare mi raccontadelle sue figlie, dei loro studi, della moglie e la suapassione per l’abbigliamento...

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Dal mondo giungono le notizie più stravaganticirca la scelta della location nel giorno del sì.C’è chi ha organizzato il proprio matrimonio

sul London Eye (la famosa ruota panoramica) perscambiarsi le fedi dominando dall’alto il Tamigi. Per isognatori esiste un castello, in Scozia, Skibo Castle,immerso in più di 850 acri di terreno, con i suoi verdiprati, dove tutto è estremamente in stile British… Ma

la nostra terra, non ha nulla da invidiare ad altre realtàa livello europeo. Come scegliere la location ideale è solo questione digusti; non esiste un metodo uguale per tutti se nonquello di lasciarsi guidare dalla propria personalità.Sicuramente una coppia romantica potrebbe scegliereuna villa antica. Chi invece ha una personalità sem-plice potrebbe preferire un ricevimento più informale,

LA LOCATIONQUESTIONE DI GUSTI

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scegliendo un casale rustico, o ancora una hall mini-malista di un albergo. Sicuramente a qualcuno di voi sarà capitato, almenouna volta nella vita, di dover percorrere parecchi chi-lometri per raggiungere la Chiesa in cui si celebranole nozze e poi molti altri per arrivare nel luogo sceltodagli sposi per il rinfresco. È consigliabile, tenereconto della distanza che intercorre tra il luogo dellacerimonia e quello del ricevimento; sarebbe quindiopportuno non allontanarsi troppo anche per non sot-toporre gli invitati ad estenuanti tour. Valutate bene le condizioni meteo prima di scegliereterrazze o giardini e, se avete stabilito la data del ma-trimonio in una stagione intermedia in cui non si hala certezza del tempo, scegliete accuratamente unlocale ove ci sia la possibilità di allestire sia al chiusoche all’aperto. Decidere che il ricevimento di nozzesia un buffet, un pranzo o una cena dipende dall'orarioin cui si svolge la cerimonia. Ma per questi aspetti la-sciatevi consigliare da chi opera nel settore.Da parte nostra alcuni suggerimenti. Una sinteticaselezione tra le numerose opportunità offerte dallaprovincia di Trapani. È solo una traccia indicativa enon una graduatoria di merito.

Un’oasi tra vigneti e uliveti…se volete affidarvi alla raffinatezza di un hotel 5 stellelusso come il Kempinsky di Mazara del Vallo. Adagiatoin una valle lussureggiante e immerso nella quiete diuliveti e vigneti, il Kempinski Hotel Giardino di Co-stanza è un edificio suggestivo, nel quale la replicadelle architetture arabe e normanne si combinanoper creare un’atmosfera incomparabile e in cui il per-sonale, con la sua squisita cortesia, contribuirà a ren-dere indimenticabile il vostro soggiorno.

L’incanto delle torri medievali…del castello Pepoli a Erice. Luogo suggestivo per fe-steggiare come in una fiaba il momento più bello dellavostra vita. L’intera struttura può essere riservata inesclusiva per il ricevimento di nozze. La costante pre-senza dei proprietari dell’antico maniero è garanziadi attenzione ad ogni dettaglio: dall’allestimento allaristorazione, all’accompagnamento musicale. Le Torri medievali, nei giardini a ridosso dell’anticoborgo, sono un luogo magico per un inizio di lunamiele indimenticabile..

L’anello incantato…di Villa Pilati, a Valderice, è una location perfetta perl’organizzazione di eventi. Un colonnato dal saporeantico, in un luogo in cui la natura domina e pervadel’atmosfera. Quasi una radura magica in cui gli ospitie degli sposi saranno circondati da agrumi e ulivi,

viali alberati, bambù, siepi di bosso, palme secolari,ampi prati.

Il parco botanico…del Disio Resort se, omen nomen, volete cedere aldesiderio di una ristorazione raffinata in una cornicesuggestiva come la splendida terrazza con piscinache domina su tutto il paesaggio circostante. Un resortmoderno, nelle campagne di Marsala, che offre ca-mere e appartamenti a misura di ogni esigenza dotatoanche di un campo di pratica golf, ed aree pensateper il divertimento ed il relax.

Gli archi a sesto acuto… in tufo dorato di Villa Favorita, a Marsala, raccontanoil lavoro dell’uomo. Gli ampi spazi ed i magazzinidella villa che videro l’operosità di intere generazionial servizio della vinicoltura oggi ospitano i saloni daricevimento. Una sapiente ristorazione, la possibilitàdi spazi diversi, una saletta liberty, il parco, il giardino,il bordo piscina rendono Villa Favorita una locationestremamente flessibile.

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Dalla salicornia allo show cooking

Sospeso tra modernità e tradizione; tra rap-presentazione di sé e autenticità; attrattodalla cultura internazionale, eppure intima-

mente legato alla sua sicilianità. Di più: alla suatrapanesità.Peppe Giuffrè è poliedrico: chef, organizzatore dieventi, wedding planner, show cooker, narratoredei piatti che cucina. Sapiente affabulatore, è ca-pace di costruire un racconto attorno alla prepara-zione di una pietanza. Ha cucinato davanti alle te-

lecamere della Rai; ha organizzato banchetti percapi di stato e reali; apparecchiato per pochi intimie con la stessa cura ed eleganza per centinaia dipersone. Memorabile, nel 2005, la cena in occa-sione dei Trapani Louis Vuitton Act 8 & 9, quandocon le sue pietanze ha incantanto il bel mondodella vela internazionale. È uno sperimentatore ar-dito della cucina contemporanea e insieme uncuoco tradizionalista. Per chi lo conosce, a Trapani,è solo Peppe: quello che “fa i matrimoni”.

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MONSÙ GIUFFRÈ

di Fabio Pace

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Giuffrè, nella sua esperienza cos’è che nondeve assolutamente mancare in un ricevi-mento di nozze, dal punto di vista gastro-

nomico?Il termine gastronomico va legato alle esigenze dichi si sposa. Diciamo che i matrimoni è come se fos-sero contenitori. Tanti contenitori in base al tipo diospite. Se c’è un ospite per il quale il cerimonialedeve essere curato, un po’ come a casa, allora devicercare di non fare mancare tutto ciò che ricordi l’at-mosfera che sia “casa”. Se invece si ospitano personeche hanno l’esigenza di vivere un matrimonio chesia schioppettante, eclatante, che cercano innovazionia dismisura, bisogna organizzare un contenitore chesia un po’ “fusion”. Se diversamente hai il tradiziona-lista, che immagina che si sia fermato il tempo, allora,almeno nel mio caso, percorri tre generazioni impe-gnate ad allestire matrimoni e ti ricordi come erano imatrimoni negli anni ‘70, ‘80, ‘90 e li organizzi. Peròc’è sempre un cerimoniale scritto. Si può chiamarlogalateo, si può chiamarlo protocollo… ma è fonda-mentale. Quando in una cerimonia la forma diventa so-stanza?Quasi sempre. Perché il primo impatto in un ricevi-mento è determinante: come si dispone la tavola,come si gestisce l’arrivo degli ospiti, come sono al-lestiti gli addobbi floreali, il momento musicale… Ilcibo gioca un ruolo incisivo, però posso assicurareche viene dopo. Prima vedi, poi magari senti qualcheodore…Quindi, non solo si mangia con gli occhi ma si ri-ceve, anche, con gli occhi… Se una persona arriva e non viene accolta, non avràla sensazione che starà bene. Si potranno anche faremirabilie ma l’ospite, senza un adeguato impatto ini-ziale, rimarrà sempre dell’idea che è ad un ricevi-mento mediocre. Se arriva e trova già una prima ac-coglienza elegante ed accorta, è portato a pensareche starà bene.Oggi Peppe Giuffrè è più chef o wedding planner?Io non amo definirmi. Ho una grande forza: aver pulitobicchieri, aver lavato per terra, aver fatto tutto quelloche si fa in questo mestiere, prima di mettersi ai for-nelli. Soprattutto mi sono sempre “allenato”. Una pa-lestra fondamentale è avere l’umiltà di non sentirsimai arrivati… Ti assicuro che ancora credo di nonaver fatto mai un “grande ricevimento”. Lei ha allestito ricevimenti anche al Quirinale nonè molto credibile che debba ancora maturareesperienza…Una delle più grandi gioie della mia vita è di averecollaboratori in grado di sostenere anche la com-plessa articolazione di un protocollo di Stato. Ricevi-menti che ho affrontato con al seguito ragazzi di 20,di 30 anni che si sono ritrovati a servire Reali o Capidi Stato senza che ci sia stato bisogno del breefingcon il “cerimoniale”. Se, invece, non si è raggiuntoquesto livello organizza tutto “il cerimoniale” e a te tifanno solo cucinare.

Considerato i suoi numerosi impegni, riesce a se-guire nel dettaglio i ricevimenti di matrimonio aTrapani o in Sicilia. Insomma lei c’è sempre o de-lega?Non faccio trecento ricevimenti l’anno. Il mio plafondè di 80 / 100 ricevimenti l’anno. Considerate che lo“stress matrimoniale” è nel fine settimana. Oggi ho lafortuna di poter scegliere. Ma non nel senso che dicosì a qualcuno e no ad altri. Il primo che viene da meper un sabato, se sono libero, mi avrà per il ricevi-mento. Al secondo dovrò dire no. Oggi, grazie all’or-ganigramma aziendale, ho una ristorazione da si-stema… ho il piacere di essere partner Rinascente,ma in Rinascente c’è la cucina da sistema “PeppeGiuffrè”, non certamente Peppe Giuffrè che cucina aifornelli. Posso assicurare che in un ricevimento dinozze sta tutto nella mia testa, nella creatività che homesso a servizio degli sposi. Io comunque seguosempre tutto, dall’inizio alla fine.Un ricevimento che deve risultare gradevole èsolo una questione di soldi o anche di metodo?Certo è importante avere dei budget che ti consen-tano di fare determinate cose. Però un ricevimentopuò essere estremamente simpatico, carino, diver-tente, può essere gradevolissimo anche con poco.Oggi c’è un termine molto in voga, utilizzato un po’da tutti: minimal. L’essenzialità, se praticata con buongusto, funziona bene.Peppe Giuffrè adesso è un nome tra gli chef ita-liani ma la ricerca di nuovi sapori, nuovi piatti èancora parte del suo lavoro?Sì… appena ieri (16 settembre 2010, ndr) sono andatoin salina a raccogliermi la salicornia (erba aromatica,

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ndr). Sono stato in cucina con i miei collaboratori a pulirla, a sbollentarla,a provarla sulla pasta, oppure nel condimento. È un apporto di innova-zione o, se vogliamo, di tradizione rivisitata: la salicornia la mangiavanoi salinai. Oggi c’è sete di sapere… per esempio come si mangiava aTrapani ai primi del ‘900Lo show-cooking (cucinare davanti ad un pubblico descrivendol’uso e l’origine degli ingredienti e degli alimenti, ndr) è ormai unatendenza internazionale, tutti gli chef si sperimentano nella cucinaall’istante, spesso davanti le telecamere. Fino a che punto è spet-tacolo e fino a che punto è alta gastronomia?Ci sono due parametri. Ci sono show-cooking che sono fatti per pro-fessionisti, ed allora è un momento di confronto, di crescita, di scambiodi know-how. C’è poi lo show-cooking fatto per il pubblico che ha setedi informazioni: quindi devi dare quelle pillole di storia, di sapienza, dicuriosità che circondano il piatto. A quel punto diventa una forma di“edonismo gastronomico” che è indirizzato ad assaggiare il cibo e adare anche gratificazione a chi lo prepara. Il pubblico in qualche modolegittima la tua capacità. Se oggi dovesse essere appellato con un titolo, preferirebbe quellodi chef o di monsù, come venivano chimati i cuochi delle famiglienobiliari siciliane nell’800 e nei primi anni del ‘900, insomma quellefamiglie immortalate ne “Il Gattopardo”?Entrambi pari sono, ma il titolo monsù mi fa accapponare la pelle. Hoavuto rapporti con l’antica nobiltà siciliana. Non c’è dimora storica inSicilia dove non sia entrato. Parliamo di contesse, principesse, mar-chesi… e del fascino di quel cerimoniale che è scritto nel galateo enella tradizione e che in quelle case ha ancora patria. Ha poi fatto, in-direttamente, una citazione di un luogo che mi sta molto a cuore: Pa-lazzo Ganci (la dimora nei cui saloni sono stsate girate le scene de “IlGattopardo” di Luchino Visconti, ndr).Tenga conto che sono il ristoratoreufficiale di casa. La principessa Karen Calvello di San Vincenzo siavvale di noi per i ricevimenti. Lei fa una ospitality un pò internazionale,non fa ricevimenti di nozze naturalmente, ma apre ai suoi amici il pa-lazzo, che è stato catalogato tra le dimore più importanti al mondo. Èuna grande emozione mettersi ai fornelli lì dentro.Ci sono punti di contatto tra la cucina nobiliare e quella popolare,anche da strada?Camminano di pari passo. La cucina povera emula, per quanto possi-bile, la cucina patrizia. Oggi la cucina si è stratificata e globalizzata,non ci sono più le tre linee di cucina. Io ho una visione abbastanzachiara, un display che per altro cedo ed interpreto per un grande mar-chio internazionale. Faccio uno show cooking per conto di una multi-nazionale in cui parlo dei tre modi di fare cucina in Sicilia: “la cucinadei buffettieri” che sarebbe la cucina di strada, quella poverissima; la“cucina povera” delle case popolari come della piccola borghesia; “lacucina del Gattopardo”, patrizia, nobiliare. Alla fine dello show cooking,dopo questi tre interventi e tre piatti, scopri che queste cucine, in defi-nitiva, di differente non hanno niente se non il costo degli ingredientiche all’epoca era la discriminante tra un piatto e l’altro ma che oggi sisono fusi.

Al termine dell’intervista, emerge un ennesimo aspetto della poliedricapersonalità di Peppe Giuffrè. Alla richiesta di qualche foto della sua at-tività apre un ipertecnologico I-PAD sul cui touch-screen fa scorrerecentinaia di foto di splendide tavole imbandite; ambienti sosfisticati esapientemente illuminati; pietanze allestite come fossero sculture; com-posizioni floreali in tono con i cibi. Foto dal taglio decisamente profes-sionale. Queste le ho scattate io – ci spiega – ditemi quali volete, ve lecomprimo e ve le invio. Monsù Giuffrè, l’uomo della salicornia e dellefoto da 15 megapixel, ci lascia con un palmo di naso.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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LA CERIMONIA

Nuovo locale, scelta delle luci accurata, pannellifotografici sospesi da cavi in acciaio, ritratti dimatrimoni, paesaggi e volti noti del mondo

del cinema visti e fotografati da Piero Lazzari che tra-spaiono dall’ampia vetrata che dà sulla centralissimaVia Manzoni. Ci fa accomodare, e subito ci mette anostro agio raccontandoci qualche aneddoto acca-dutogli durante i suoi servizi fotografici. Tra la redazione e Piero Lazzari intercorrono rapportidi amicizia e stima reciproca e il tono della conversa-zione è informale. Dopo qualche battuta gli chiediamo di raccontarci un

pò di sé. Quando si parla di la-voro assume un tono decisa-mente più serio, da professioni-sta. Uno che di scatti ne ha realizzatitanti e anche per committentiesigenti ed esperti di fotografia.Piero ci racconta dei suoi esordinel 1982 e di come, nel tempo,si sia specializzato nei servizimatrimoniali, approfondendo lesue conoscenze nel mondodella fotografia occupandosi an-che di fotografia per uso edito-riale, pubblicitario e cinemato-grafico.Nel suo percorso professionaleha tenuto stage, rivolti ad altrifotografi, per Kodak, Canon eNikon.Piero Lazzari è fiero di essere“figlio d’arte” con una tradizione

radicata in due generazioni. Suo padre e ancor primasuo nonno hanno esercitato l’attività di fotografo peranni e hanno colto dettagli della nostra città che sonorimasti immortalati nel tempo. La famiglia Lazzari havissuto l’evoluzione di uno strumento, la macchinafotografica, ed insieme di un linguaggio, quello fattodalle immagini, che, come la scrittura, ha le sue regoledi grammatica e di sintassi.Un linguaggio che, nella famiglia Lazzari, era, è stato,ed è di uso quotidiano e che, pure sfugge ad una de-finizione.“La fotografia – dice – ha questa magia. È qualcosache non si può spiegare con le parole. Una immagine,in particolare una immagine fissa, è un momento con-gelato nel tempo. Ogni scatto è diverso da quelloche avrei potuto scattare un attimo prima, oppure un

attimo dopo del momento in cui ho premuto”. Cosa consente di cogliere l’attimo?L’istinto o l’esperienza? Cos’è che fa inquadrare edecidere il momento del click? Una sensazione apelle o un freddo razionale ragionamento?“Ci sono diverse componenti: l’istinto, l’esperienza,la capacità di trovare il giusto mix tra luci e colori. Epoi, credo, l’emozione. La sfida, con me stesso, primache con gli altri, è quella di catturare un’emozione e,ancor di più di riuscire, in ogni singolo fotogramma atrasmetterla”Alla ricerca di questa emozione non si corre il ri-schio che il protagonista venga a trovarsi in realtàdietro l’obiettivo e non davanti?

L’emozione in un click

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOLA CERIMONIA

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“No! Soprattutto se la passione per il lavoro si sposacon la discrezione e il rispetto. Durante una cerimoniadi nozze cerco di cogliere i momenti importanti, dicreare un racconto per immagini, ma senza invaderetroppo ‘il territorio’ degli sposi. Mi riferisco al territorioemotivo, a quella particolare atmosfera che è solodella coppia. Tutto qui”.Le sue foto riflettono molto di questa filosofia di ap-proccio minimalista dalla quale emerge, anche, unaspiccata propensione per il ritratto fotografico e perl’uso essenziale della luce e delle ombre. Anche senzaessere degli esperti le immagini possono essere letteda chiunque e, soprattutto, non mentono: eleganzaformale e semplicità, sobrietà e naturalezza in ognifoto, senza effetti speciali, né rielaborazioni di scatti,sono il suo tratto distintivo.Chiaro e scuro nelle sue foto si rincorrono! Scattodopo scatto si alternano, si sostituiscono l’uno all’altro,dialogano. Questa capacità, che gli viene riconosciutaanche da molti suoi colleghi, si esalta nel bianco enero, foto nella quale i territori del grigio diventano in-finiti tra luci ed ombre.Inevitabilmente rispetto all’inizio della sua carriera difotografo si sono evolute le tecnologie. Su tutte l’usodella foto digitale e dei programmi di elaborazione fo-tografica. Sono strumenti che semplificano il lavoro?“Che lo rendano più semplice è certo. Ma attenzione:‘semplice’ non è, e non può essere, sinonimo di ‘facile’.Diffido molto della elaborazione digitale perché, il piùdelle volte il risultato è innaturale, senza anima. E senon c’è anima, non c’è emozione. Credo invece chebisogna sforzarsi di lavorare molto con l’obiettivoche, ancora, bisogna utilizzare la stessa sapienzache iscrive i fotografi alla categoria degli artigiani”. In base a quali elementi una coppia dovrebbe sce-gliere il fotografo?“Gli elementi sono diversi. Il primo è senza dubbio il‘riconoscersi’ nei suoi scatti. Domandarsi se davantiad una sua foto il nostro senso estetico è appagato,se si riesce a leggere emozione in quello scatto. Cer-tamente la discriminante principale non può essereil ‘prezzo concorrenziale’ o l’appetibilità di offerte epacchetti. Il giorno del matrimonio è speciale; riguar-dando le foto per le coppie è fondamentale ‘ritrovarsi’nelle immagini”.Un aspetto, meno noto, di Piero Lazzari è la sua atti-vità nelle produzioni cinematografiche. Gli chiediamocome ha iniziato il suo percorso: “Ho ricevuto la tele-fonata di un responsabile della produzione di un filmche, dovendo effettuare a Trapani le riprese, ha cer-cato su internet un fotografo locale. Da quella fortuitacoincidenza è nata la collaborazione”.

Recentemente è stato chiamato in Tunisia per leriprese di un’altra produzione: che ci dice di questanuova esperienza?“È una bellissima esperienza, carica di emozioni chemi arricchisce professionalmente e umanamente. Ma il mondo dei matrimoni rimane la mia vera pas-sione.”

FOTOGRAFIE LAZZARI Via Manzoni, 86

Casa Santa - Erice (TP)Tel. 0923.552062

[email protected]

R.N.C.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOLA CASA DEI SOGNI

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“Home sweet home” è la scritta posta davantil’uscio di molte case italiane. Chi vi abita auspicadi vivere in una casa dove regni la serenità,l’amore, l’unione, la gioia, l’allegria. Tutti concetti

legati alla casa intesa non dal punto di vista strutturalema sociologico: per questo motivo gli inglesi lingui-sticamente (dunque anche concettualmente) distin-guono i termini house e home, dove per house si in-tende fisicamente l’edificio, mentre per home coloroche unitamente abitano in quel luogo (tant’è chehome ha anche il significato di patria). Prima di parlare

di arredamento vorremmo quindi di-scutere di casa e di chi vi abitapartendo dal significato dellaparola abitare: “Essere ripa-rati, ma anche vivere ed esi-stere, rappresentare cioè unmodo di intendere la fami-glia”. Così i grandi dell’architetturacome Le Corbusier, Loos,Wright non tralasciano l’idea

primordiale dell’abitare e nefanno esplicito riferimento nei loro

scritti accennando al concetto di “primacasa” riferendosi a quella di “Adamo in paradiso”(Ry-chwert) o alle capanne degli uomini primitivi per av-viare un vero e proprio progetto sull’abitazione. Quindicapanna, grotta, caverna, tutti concetti ai quali anchei bambini si ispirano istintivamente nelle loro rappre-sentazioni figurative. Spesso il bambino che disegnala propria casa la fa simile ad una grotta tutta chiusacollegata al mondo esterno solo attraverso un piccolo

foro. Così come gli uomini primitivi usavano le grottecome riparo dagli attacchi dal mondo esterno ancheil bimbo fa esplicito riferimento ad una struttura entrola quale si sente protetto dal mondo che vi è fuori.Quindi se parliamo di casa è ovvio che il concettonon esula dal valore inestimabile della famiglia chela abita e dobbiamo constatare che oggi più che maianche l’assetto architettonico e l’arredamento sonostudiati apposta per favorire il benessere abitativo.Le giovani coppie sono sem-pre più alla ricerca di quei det-tagli che rendano la loro casaun vero e proprio luogo in cuivivere in armonia. Parlando di arredamento, dunque,cercheremo di dare consigli su come scegliere il mo-bile più adatto, quale la pavimentazione più adeguata,come scegliere gli infissi, che tipo di illuminazione…senza mai trascurare il principio secondo cui qualsiasiarredamento deve essere consono alle abitudini divita.All’interno della rivista ospiteremo la rubrica “Stile estili”, curata dall’architetto Francesco Gianbanco, nellaquale affronteremo diverse tematiche legate al mondodell’arredamento.

CASA DOLCE CASA

ABITARE:VIVERE ED ESISTERE

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOLA CASA DEI SOGNI

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Stili & Stilea cura diFrancesco GiambancoArchitetto

Il parquet, entrando in un’abitazione, è senz’altrouno degli elementi più importanti che coinvolge inostri sensi.

Percepiamo subito l’atmosfera quasi rarefatta conferitada un caldo parquet, diventa irresistibile la voglia ditoccarlo, di camminare a piedi nudi per carpirne lamatericità, ci lasciamo avvolgere dalla gradevolezzacromatica. Nient’altro, come il parquet, dona fascinoad ogni ambiente conferendo un’indiscutibile pregioe valore alla casa.Già nelle culture più antiche troviamo il pavimento inlegno negli spazi domestici e ancora oggi, grazie allasua flessibilità, è utilizzato sia negli ambienti in stileche contemporanei.La sua lunghissima durata, la facile rinnovabilità, lesue indiscutibile proprietà termiche ed ecologiche loclassificano come il prodotto per eccellenza da intro-durre nelle nostre abitazioni.Il mercato offre un’infinità di prodotti tra i quali non ècertamente facile effettuare la scelta più adatta e cor-retta in relazione sia al tipo di utilizzo ed alle caratte-ristiche ambientali che all’aspetto da conferire agliambienti. Tra tutte le caratteristiche che definiscono ilparquet proviamo brevemente ad elencarne le princi-pali.Il primo importante distinguo è tra gli elementi inlegno massello e quelli prefiniti multistrato. I primiformati da tavolette di un’unica essenza devono es-sere levigati e verniciati in opera non garantendo sem-pre corrispondenza tra le aspettative e il risultato fi-nale; i secondi (prefiniti), presentano invece l’essenzaprescelta soltanto nella parte superiore dello spessorenon inferiore ai 3,5 mm (spessore al di sotto del qualenon è più considerato parquet prefinito) con superficiegià levigata e verniciata con diversi strati resistenti airaggi UV in modo da garantire una maggior resistenzae con un aspetto simile al prodotto visto al momentodell’acquisto.Un’altra importante classificazione dipende dal si-stema di posa: i più diffusi sono gli elementi ad in-collare e quelli flottanti. Quelli ad incollare, general-mente di dimensioni più modeste, necessitano di unpiano di posa “perfetto”, coeso e asciutto. Il sistema di posa flottante necessita soltanto di unpiano di posa planare. Gli elementi flottanti, possonoessere applicati anche con condizioni ambientali e di

piano non ottimali, grazie al tappetino fonoassorbentee alla barriera al vapore costituita da un semplice fo-glio di polietilene. Generalmente di formato più granderispetto ai primi e a fronte di un prezzo di acquistoleggermente più alto, riducono il loro costo finale gra-zie ad un prezzo di collocazione più basso rispettoagli elementi ad incollare, levigare e lucidare in opera.Inoltre gli elementi flottanti appena collocati sono im-mediatamente calpestabili e rendono eventuali futuriinterventi edilizi agli impianti sottostanti (idrici, di ri-scaldamento ecc.) più facili ed economici. Un ulterioresistema di posa è “la chiodatura” oggi poco diffusaanche per la necessaria predisposizione che prevedel’inserimento nel massetto di “megatelli” sui quali in-chiodare il parquet.Indispensabile, a prescindere dalla tipologia di parquete del sistema di posa, è far valutare a un tecnico difiducia le condizioni ambientali presenti nell’unitàresidenziale e qualora necessiti una verifica dell’umi-dità del piano di posa accertandosi che questa vengaeffettuata esclusivamente con un igrometro al carburo,quelli elettrici o digitali risentono di troppe interferenzenon garantendo letture reali.Per una scelta estetica al passo con le più attuali ten-denze segnalo l’uso di parquet con finitura opacae spazzolata, ormai fornita da tutti i produttori, sullaquale anche i graffi più profondi non inficiano la bel-lezza della superficie.Diffidate assolutamente del rivenditore che pro-pone “occasioni” per poco credibili forniture di fineserie o vendite dirette dal produttore. Dietro tali offerte,si celano sempre forniture non certificate, di prove-nienza discutibile, formate spesso da una miscellaneadi prodotti non rispondenti alle richieste e quasi cer-tamente di qualità scadente.Il costo complessivo per un pavimento in legno ègeneralmente paragonabile e spesso inferiore aduna buona ceramica con il vantaggio della suafacile rinnovabilità e con la consapevolezza chenon passerà mai di moda.Un ultimo consiglio: non acquistate un gres porcella-nato che riproduce la finitura di un parquet, non ap-pena il vostro occhio si sarà allenato lo riconosceràcome un’imitazione, producendo una fastidiosa sen-sazione di falso.

A piedi nudi sul “parquet”

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOCHE MATRIMONIO!

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Il giorno del matrimonio è, per antonomasia, il giorno più bello,ma può anche divenire il giorno più strano della vita. In questa rubrica raccontiamo

di eventi particolari o situazioni paradossali accadute in ogni parte del mondo.

Immaginate un fondale marino dagli scenari inconfondibili e poi pensate a un matrimonio. Ebbene,c’è chi ha scelto le profondità dell’ isola d’Elba per il fatidico sì.Giampiero e Viola, proprietari di un diving center, con bombole al seguito, hanno voluto scambiarsi leloro promesse proprio sott’acqua, loro, che quei fondali li conoscono bene, hanno voluto coniugare lapassione per il mare all’originalità di un matrimonio fuori dal comune.Una cerimonia officiata dal sindaco del comune di Capoliveri, alla quale hanno partecipato 261 invitati,ovviamente con tanto di bombole!Proprio per il numero dei partecipanti, l’evento eccezionale è entrato a pieno titolo nel Guinness deiprimati.Ma ciò che ha emozionato di più, secondo quanto raccontato da coloro che hanno assistito alla ceri-monia è stato il modo in cui si sono svolte le nozze. Gli inviatati attendevano gli sposi attorno all’altare,per primo si è immerso Giampiero, con una muta nera e bianca, effetto smoking, e dopo Viola con unamuta bianca e con il velo (come da consuetudine).

Ospiti d’eccezione Antonella Elia e Gianluca Genoni, primatista mondiale diApnea.

Da sottolineare che il Sì non è stato pronunciato ma scritto sulloschermo del computer subacqueo. Alla fine della cerimonia si sono librati in aria… pardon inacqua, centinaia di palloncini e mille bollicine al posto deltradizionale lancio di riso.

E accaduto a Pontecchio (Rovigo) in una domenica di Giugno.Alle ore 11 in punto (da orologio svizzero) il parroco della Chiesa

Sant’Andrea Apostolo ha fatto suonare la marcia nuziale: nulla di stranose non fosse che all’altare non c’era nessuno. Sì perche lo sposo era fuori dalla chiesa adaspettare l’arrivo della sposa e, al suono della marcia, si è affrettato a raggiungere l’altare ead assistere alla funzione religiosa fino a quando, circa sette minuti più tardi, non è sopraggiuntala sposa. Solo dopo la liturgia della parola, il prete ha annunciato alla comunità religiosa la presenzadegli sposi ed ha officiato il rito del matrimonio. Grande rammarico da parte degli sposi di non essere stati abbastanza puntuali proprio ilgiorno del loro matrimonio. Il parroco ha dichiarato che la fiscalità dell’orario era dovuta alfatto che la messa fosse domenicale e che avrebbe avuto più tolleranza se il rito si fossesvolto in giornate feriali.

Raccontate i vostri episodi curiosi alla redazione. Le storie più simpatiche verranno pubblicate nel prossimo numero.

Testimoni aquattro zampe

Nozze senza… sposi!

Sabato 7 Agosto 2010nella sua villa di Beverly Hills Robbie Williams èconvolato a nozze con Ayda Field. Il matrimonio,però, si è rivelato tutto meno che convenzionale. Asfilare come testimoni d’eccezione sono stati gli ottocani della coppia che, al posto delle tradizionali dami-gelle e testimoni, hanno fatto bella mostra di sé contanto di collari a fiori ed hanno accompagnato glisposi all’altare. I sessanta invitati sono ovviamenterimasti piuttosto confusi di fronte alla scena. Lapop star ha dichiarato che spesso gli animali

sono più affidabili delle persone.Dobbiamo crederci???

Matrimonio da record

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Nell’arredare la vostra casa occorre non trascurare unaspetto fondamentale per la salute di ognuno: il vostroriposo.

Kanapè a Trapani è pioniera nell’avere diffuso la cultura deldormire bene, facendone una vera e propria filosofia aziendale.Diverse ricerche universitarie hanno dimostrato come per af-frontare la vita quotidiana è fondamentale adottare corretti stilidi vita. Partendo dal presupposto che trascorriamo un terzodella nostra vita a dormire, diventa indispensabile farlo utiliz-zando un sistema di riposo adeguato.

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Nella vasta esposizione di Kanapè è possibile scegliere fra 50 modelli tra reti e materassi, guanciali e accessorinecessari per il buon riposo. I materassi in lattice, realizzati con fibre di origine naturale, sono tutti anatomici,traspiranti ed antiacaro. Un diversificato sistema di fodere ne consente la scelta fra 7 modelli, tutti realizzati con

cerniere apribili ai 4 lati per consentire il lavaggio ad alte temperature in lavatrice. Nel caso in cui si prediliga un sistema a molle invece sarà possibile scegliere fra il materasso ortopedico con molle tra-dizionale e il materasso di nuova generazione, con molle indipendenti tra loro che rispondono autonomamente allepressioni del corpo assicurando un sostegno differenziato. Ed ancora la nuova linea Myform per garantire un riposo ad alta densità. Costruito con un materiale ad alta generazionedalle proprietà e peculiarità esclusive: la sua termovariabilità gli consente di conformarsiin funzione del calore del corpo.Le reti sono disponibili nei modelli ortopedici o in metallo nelle versioni fisse o conalzata manuale o elettrica. La vasta gamma di guanciali altamente tecnici dalla forma auto modellante a quellaauto cervicale assicurano un ottimo sistema di riposo integrato con gli altri accessori.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOL’ARTE NELLE NOZZE

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Ecco una bellissima poesia della poetessa grecaSaffo, vissuta tra il VII e il VI secolo a.C. che,

ispirata dall’amore, così scrive:

“Sposo beato, le nozze dei tuoi sogni sono compiute.È tua la fanciulla che ami. O sposa, tu sei tutta grazia: i tuoi occhi son dolci,il bel viso è tutto amore... O sposo, felice sposo, noi fanciulle canteremo questa notte, il tuo amore e la tua sposa profumatadi viola, canteremo questa notte”...

Per chi volesse saperne di più sul matrimonio nelle diverse espressioni artistiche,da quelle classiche alle più moderne (compresa la settima arte) proponiamo questanostra rubrica. Nella letteratura come in pittura, in poesia o nel cinema il matrimo-nio, in quanto espressione sociale ed umana, è al centro dell’interesse degli artisti.

Collocato nella pinacoteca di Brera, restaurato nel 2009, è un di-pinto di Raffaello Sanzio (olio su tavola 174 x 121 cm), realizzato

nel 1504 e commissionato dalla famiglia Albizzini di Città di Castello.Fu la prima opera datata e firmata dall’autore. In primo piano il sacerdote e i due sposi, la Madonna, affiancata daalcune donne, e San Giuseppe con a lato gli uomini. Davanti è com-preso per metà nella raffigurazione un uomo che spezza con il gi-nocchio un bastone; secondo un'usanza locale di allora si tratta diun pretendente della sposa che, nel momento del suo matrimoniocon un altro, dimostra pubblicamente, con questo gesto, di non avan-zare più alcuna pretesa nei confronti della donna. Oltre a recare lascena del matrimonio il dipinto ha una grande importanza per l’usodi linee, colori e di altre figure in secondo piano, alcune in controluce,che determinano una perfetta ed equilibrata prospettiva e per l’ar-chitettura, tipicamente rinascimentale del tempio alle spalle dellascena nuziale.

LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE.

Film del 1964 tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo “Filu-mena Marturano” vincitore di un Golden Globe come miglior

film straniero. Diretto da Vittorio De Sica con Sofia Loren che inter-preta Filumena Marturano e Marcello Mastroianni nel ruolo di Do-menico Soriano. È la storia di Filumena, giovane e bella, che fa laprostituta per vivere. Finché non incontra Domenico Soriano, pa-sticcere benestante, che la toglie dalla strada e ne fa la sua amante ecameriera. La donna, che vuole diventare la signora Soriano, esco-gita allora uno stratagemma per farsi sposare dall’amante: fingen-dosi moribonda chiede a Domenico, come ultimo desiderio, diprenderla in moglie e di farla morire in pace con Dio. Scoperto l'in-ganno, Domenico ottiene l'annullamento. Filumena a quel puntogioca il suo asso nella manica: tre figli cresciuti lontano dalle male-lingue, uno dei quali è l’erede di Domenico. Un film grottesco cheracconta di un’Italia in cui ancora molte donne ambivano al matri-monio come unica prospettiva di un futuro sereno.

MATRIMONIO ALL'ITALIANA.

“LO SPOSO.

MANUALE D’ISTRUZIONI”

Segnaliamo questo libro che stravolge le opi-nioni comuni sul ruolo dell’uomo nell’orga-

nizzazione del matrimonio.Scritto da Shandon Fowler e editoda Kowalski, è una simpatica guidache aiuterà l’uomo a sopravvivere, anziad essere parte attiva ai preparativi delmatrimonio. Spesso, infatti, sono ledonne ad occuparsi dell’organizza-zione del matrimonio e loro, gli uomini, le la-sciano fare asserendo che queste “sono cose dadonne”. Svegliatevi dunque uomini e comin-ciate a pensare che a loro faccia comodo così!!!

Kanapè

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTO

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LUNA DI MIELE

Da cosa deriva l’espressione “Luna di miele”?Ha origini antiche e si trovano tracce di questa“consuetudine” nel passato remoto della civiltà

mediterranea che al cibo, in questo caso il miele, at-tribuiva un valore che andava ben oltre quello nutri-zionale.Gli sposini dell’antica Roma dopo il matrimonio eranosoliti mangiare del miele per tutta la durata di “unaluna” chissà, forse per riprendere le forze dopo le in-tense giornate d’amore. Un’altra teoria, addirittura, farisalire l’espressione ai tempi del regno babilonese.In quel periodo sembra fosse uso comune regalarealle coppie di sposi una certa quantità di idromele (li-quore al miele) sufficiente per un mese. Allora si pen-sava che tale bevanda garantisse la fertilità. Nono-stante l’origine babilonese non sia certa, l’abitudinedi regalare agli sposi idromele, o bevande simili, eracomunque in uso nell’antica Roma e nei secoli suc-cessivi fino al Medioevo. In quel periodo, quando unafamiglia concedeva in matrimonio una donna all’uomo,la sposa portava con sé il miele, considerato costosoe simbolo di ricchezza. Qualunque sia l’origine dell’espressione una cosa è

certa: è il periodo più romantico e più bello che viveuna coppia. Un periodo di sogni, di grandi aspettative,ricco di passione, di incanto e di magia. Come scegliere un viaggio di nozze? Trattandosi diun viaggio fortemente simbolico, carico di valenze ericco di aspettative reciproche deve soddisfare i gustidi entrambi.Ecco perché è fondamentale che si decida insiemela destinazione, esaminando alcuni aspetti fondamen-tali. Innanzitutto il budget da destinare al viaggio. È ilcaso di ricordare che da qualche anno è di gran moda– se così possiamo dire – inserire il viaggio nella“lista nozze” con tanto di quote di partecipazione. So-litamente sono gli amici stessi degli sposi a proporsinell’acquisto del viaggio. Relativamente alla spesa dadestinare, sarà possibile scegliere le più belle e sug-gestive mete a seconda dei gusti di ognuno. C’è chi predilige una località al mare, magari unaspiaggia ai tropici con tanto di paesaggi mozzafiato:spiagge bianchissime, pesci dai mille colori e sfuma-ture, relax nei migliori villaggi. C’è chi preferisce co-gliere l’occasione per realizzare il viaggio da sempredesiderato, condito magari con un pizzico d’avventura;

IL SAPORE DEL “MIELE”Temperature tropicali, avventura, città d’arte, paesi freddi… quale che sia la vostra preferenzal’importante è non rinunciare mai al piacere di concedersi il viaggio di nozze.

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NOZZE IN CITTÁUN MATRIMONIO PERFETTOLUNA DI MIELE

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c’è ancora chi opta per una vacanza culturale in cittàd’arte. Insomma ognuno ha a disposizione un ventaglio didestinazioni tale da dover rivolgersi inevitabilmentead un’agenzia viaggi che sia in grado di consigliarele soluzioni migliori, per la scelta del luogo in relazioneal tipo di stagione, ottimizzando il rapporto qualità –prezzo. A tal proposito, dopo avere visionato insiemeall’operatore turistico le location ideali per il viaggio,è opportuno che non siano le foto a influenzare lascelta ma è indispensabile chiedere più informazioniper vivere serenamente la vacanza.È importante sapere usi e costumi delle località scelte,conoscere quali le precauzioni per scongiurare il ri-schio di possibili contagi.Da non sottovalutare nella scelta del viaggio i giorni adisposizione per i vari sposta-menti, i fusi orari, le attese agliimbarchi e agli aeroporti. Seil tempo a disposizione è“stringato”, non sarà possibiledi certo scegliere una cro-ciera che, per tipologia diviaggio, prevede tempi dispostamento molto lenti.In ogni caso, non rinun-ciate mai al piacere diconcedervi la luna dimiele.

• Partite informati sul luogoche visiterete, sulle abitudini,sulle possibili escursioni, ma-gari chiedendo anche a per-sone che ci sono già state.

• Consultate le condizioni me-teo per verificare che in quel pe-riodo dell’anno il clima sia favo-revole.

• Informatevi se la destinazione ri-chiede particolari accorgimenti epidemio-logici e prevenzione di malattie infettive.

• Adottate alcuni semplici e basilari ac-corgimenti alimentari: evitate di bere ac-qua dal rubinetto e utilizzate solo quellaimbottigliata; mangiate cibi freschi o ap-pena cotti.

• Per il viaggio vi consigliamo alcuni far-maci per un primo soccorso in caso disemplici malesseri: antipiretici, antistami-nici per reazioni allergiche, per le disi-dratazioni integratori vitaminici, collirio.

• Ricordatevi di fare una copia di tutti idocumenti, potrebbe esservi utile in casodi smarrimento degli originali.

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