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Pace nel Mediterraneo Il prossimo 14 gennaio, a Crotone, è in programma una spettacolare manifestazione con l’or-chestra composta da 4 ragazzi (più un Tutor musicale) per ogni Distretto, per un totale di 25musicisti che, appositamente selezionati, arriveranno dai Conservatori di Grecia, Spagna,Turchia, Sicilia-Malta e del nostro Distretto, e che frequenteranno per circa un mese i 5 Di-stretti - e quindi i 5 Paesi adagiati nel Mediterraneo - portando la musica come linguaggiouniversale per il raggiungimento della Pace. La manifestazione è stata finanziata dal Glo-bal Grant della Rotary Foundation per il raggiungimento del principio cardine del Rotary In-ternational: la Pace. La Pace nel Mediterraneo sarà un’occasione unica nel suo genere e saràinserita nel portale Rotary Showcase del sito MyRotary.Al Forum Multidistrettuale di Crotone prenderanno parte non solo i Governatori dei Distretti2100-2110-2203-2440-2470, ma eminenti ospiti che tratteranno i delicati temi della Pace,della Immigrazione e dell’Accoglienza.

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Direttore ResponsabileGiuseppe Blasi

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Rivis ta del Dis t ret to 2100 Rotar y In ternat ional - CAMPANIA - CALABRIA - TERRITORIO DI LAURIA n.3 novembre -dicembre 2016 - regis t razione del Tr ibunale di Napol i n.46 del 12 ot tobre 2016

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Direttore EditorialeGaetano de Donato

Presidente commissionepubbliche relazioni e comunicazioniMarcello Lando

Progetto graficoGianpiero Scafuri

Gaetano de Donato

Mattarella: “Vaccinazioni essenzialiper estirpare malattie pericolose”

Sergio Mattarella

Cento anni al servizio dell’umanitàSilvio Piccioni

Il Rotary ha saputo cogliere nell’uso dei vaccinil’obiettivo strategico dell’azione umanitaria

Alfredo Focà

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In Africa amore e solidarietàRosaria Bruno

26In Italia viviamo in tre Paesi diversi:

reale, mediatico, legaleVincenzo Boccia

L’Italia ha donato vita in Bulgaria Ilario Astinov

6Lettera del Governatore:

novembredicembre

Il Rotary e la prevenzione Ictus

29Ogni singolo Club

sia il “Rotary del fare”Raffaele Pallotta di Acquapendente

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Carissimi Amici Rotariani del Distretto 2100,il tema che, per questo mese, il calendario rotariano ci propone è la Fon-dazione Rotary o The Rotary Foundation (TRF), lo strumento, cioè, at-traverso cui passano i progetti d’intervento sul territorio e quelli di re-spiro internazionale. È lo strumento principe d’intervento, la vera epropria Banca del Rotary, che - alimentata dai nostri contributi e do-nazioni - gestisce tutte le disponibilità finanziarie necessarie a operarenel Mondo intero.Dal sito web del Rotary International, www.rotary.org, riporto un po’ distoria della Fondazione: In occasione del Congresso del 1917, il Presidentedel RI uscente, Arch C. Klumph, propose di istituire un fondo di dota-zione, destinato a “fare un po’ di bene in questo mondo”. Nel 1928 ilFondo fu ribattezzato “Fondazione Rotary” e divenne un'entità autonomaall'interno del Rotary International.Nel 1929, la Fondazione elargì la prima sovvenzione, devolvendo 500USD alla ISCC - la società internazionale per bambini paralitici creata dalRotariano Edgar F. “Daddy” Allen e che si sviluppò poi nella organizza-zione internazionale Easter Seals.Nel 1947, alla morte del fondatore del Rotary, Paul Harris, i contributiversati dai Rotariani di tutto il mondo alla sua memoria (Paul Harris Me-morial Fund) segnarono la rinascita della Fondazione.1947: Creazione del primo programma educativo della Fondazione (Fel-lowships for Advance Study), precursore delle Borse di Studio degliAmbasciatori.1965-66: Lancio di tre nuovi programmi: Scambi di gruppi di studio,Sovvenzioni per la formazione professionale, e Sovvenzioni per realiz-zare gli obiettivi della Fondazione Rotary, che divennero poi le Sov-venzioni paritarie.1978: Inaugurazione delle Sovvenzioni 3-H (Health, Hunger, Huma-nity). La prima sovvenzione del genere servì a finanziare un progetto perimmunizzare 6 milioni di bambini delle Filippine contro la poliomielite.1985: Lancio del programma Polio Plus mirante ad eradicare la polio intutto il mondo (che dovrebbe realizzarsi entro la fine dell’anno 2018).1987-88: Svolgimento dei primi Forum della pace, che portarono allacreazione delle borse di studio per la pace del Rotary.2013: Lancio delle nuove Sovvenzioni Globali (Global Grant) che con-sentono ai Rotariani di tutto il mondo di rispondere ai bisogni più rile-vanti del mondo.Dalla prima donazione di 26,50 USD nel 1917, il sostegno finanziario allaFondazione è stato di oltre 1 miliardo di dollari.La missione della Fondazione Rotary è di consentire ai Rotariani di in-

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Gaetano de DonatoI progetti della Rotary Foundation:salute, istruzione, lotta alla povertà

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tervenire sia localmente sul territorio di riferimento del proprio Club edel proprio Distretto (con interventi sostenibili di vario genere, ivi inclusala sovvenzione di borse di studio), e sia a livello internazionale, favorendol’incontro tra Club di diversi Paesi e Continenti per costruire insieme pro-getti d’intervento di ampio respiro e durata.La Fondazione Rotary, a livello più generale, interviene per promuoverela comprensione, la buona volontà e la pace nel Mondo, attraverso il mi-glioramento della salute, il supporto all'istruzione e la lotta alla povertà(non dimentichiamo, infatti, che il Rotary International è l’unica orga-nizzazione non governativa mondiale ad avere lo status consultivo piùelevato in seno al Consiglio economico e sociale dell'Onu, dove, nontutti sanno, parteciparono ben 49 rotariani con vari incarichi e a vario ti-tolo tra i delegati dei Governi partecipanti, in occasione della confe-renza costitutiva dell’Organizzazione nel 1949). La Fondazione Rotary è,infatti, alla guida delle campagne del Rotary a livello mondiale per era-dicare la poliomielite, per favorire la pace nel Mondo, per combattere lafame, l’analfabetismo e la malnutrizione.

Un caloroso caro salutoYours in Rotary

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Carissimi Amici Rotariani del Distretto 2100,il tema che il calendario rotariano ci propone per questo ultimo mesedel 2016 è la Prevenzione e la Cura delle Malattie. Un tema in conti-nuità con quello del mese precedente, dedicato alla Fondazione Rotary,e alle sue attività sul campo, per prevenire e sconfiggere malattie, maanche in perfetta concomitanza con la ricorrenza del 1° dicembre, incui si celebra la Giornata Mondiale per la Lotta all’Aids, ultimo mostrocontro cui lottare, e da debellare con una lotta senza quartiere.La Prevenzione e la Cura delle Malattie è un tema a me assai caro, es-sendo la medicina ciò cui ho dedicato la mia vita (e le mie migliorienergie), insieme alla famiglia (e forse, secondo i miei familiari, conben più attenzione e con maggiore intensità di quella riservata loro…).Il Rotary, a livello internazionale, distrettuale e locale è impegnato dasempre, in prima fila e senza risparmiare sforzi, mezzi ed ogni possi-bilità, nella lotta alle malattie.La campagna per l’eradicazione della Polio, che si spera di debellare de-finitivamente entro il prossimo 2018, il “Programma 3A” (AAA, Aneu-rismi Aorta Addominale), il Programma “Rotary No-Ictus / No-Stroke”, con più momenti di incontro itineranti nel Distretto e in Italia(uno dei quali anche all’interno dei Campus Salute annuali di Na-poli), e la sottoscrizione di più protocolli di studio con la ASL di Na-poli, sono solo alcuni tra i tanti esempi concreti e effettivi della perse-veranza nel perseguire la cura e la prevenzione delle malattie nelnostro Distretto. Ciò nella perfetta attuazione di due dei pilastri dellemai troppo ricordate 5 Vie di Azioni Rotariane, l’Azione Professionalee l’Azione di Interesse Pubblico.E ritornando al “No-Ictus / No-Stroke”, ci compiacciamo di riferirvidue fatti recenti: il primo, il 25 Novembre u.s. all’Institute di Madrid,dopo la presentazione in Seduta Plenaria, il suddetto No-Ictus è dive-nuta uno dei due Progetti Europei (Zona 12) della Rotary Foundation.Il secondo, a Sofia il 2 Dicembre u.s. abbiamo consegnato all’OspedaleCardiologico Nazionale le attrezzature elettromedicali per la Preven-zione dell’Ictus Cerebrale Ischemico, nell’ambito del Programma “Ro-tary No-Ictus / No-Stroke in Bulgaria”. La cerimonia ufficiale è avve-nuta all’Ambasciata d’Italia con la partecipazione di Sua EccellenzaStefano Baldi e dei Rotariani Bulgari. L’acquisto della strumentazioneè stata possibile grazie alle belle offerte dei singoli Club in occasionedelle Visite Ufficiali del Governatore: “non fiori, ma opere di bene”, hachiesto mia moglie Jose.

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Gaetano de DonatoLa grande sfida del Rotary:prevenzione e cura delle malattie

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Quanto sin ora fatto però non basta. Occorre andare avanti e, senza se-dersi sugli allori, progettare e programmare nuove iniziative. L’ob-biettivo dovrà essere quello di intervenire dal basso, perseguendo unaazione che tenda a migliorare le condizioni di vita di chi è meno for-tunato di noi, perché migliorando la qualità della vita di chi ci circonda,anche noi ne trarremo sicuramente beneficio.Si tratterà quindi di ideare e portare avanti, non solo grandi progettio iniziative, sempre lodevoli, ma anche, ad esempio, organizzando in-terventi nelle scuole, o offrendo il nostro contributo professionale aenti ed associazioni che operano per soccorrere i meno fortunati, pre-vedendo sessioni mediche gratuite nelle specializzazioni di base, spessomeno coperte dal Sistema Sanitario Nazionale (penso a iniziative giàsperimentate in Italia nel campo della prevenzione e cura della odon-toiatria, dell’urologia, della senologia).Tutto ciò lo immagino possibile con l’aiuto della Fondazione Rotary(The Rotary Foundation, TRF) e la disponibilità su base volontaria deinostri grandi professionisti del settore, ma anche col contributo attivoe fattivo dei giovani del Rotaract e dell’Interact, che avranno oppor-tunità di imparare molto, stando a contatto con il prossimo, talvolta in-visibile e lontano dal nostro usuale ambito di frequentazione.Nell’augurare a ciascuno di voi e alle vostre famiglie i miei migliori au-guri per le festività natalizie e per un fantastico 2017 da vivere sempreall’insegna dei valori rotariani.

Un caloroso caro salutoYours in Rotary

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Mattarella: “Vaccinazioni essenzialiper estirpare malattie pericolose”

Questo l’intervento del Presidente dellaRepubblica Sergio Ma!arella

pronunziato lo scorso 24 o!obre nellacelebrazione della Giornata

Nazionale per la Ricerca sul cancro

Rivolgo un saluto cordiale al Presidentedel Senato, al Presidente della Corte Co-stituzionale, alla Ministra della Salute.

Un saluto e un ringraziamento al DirettoreGenerale dell'Airc pregandolo di trasmetteregli auguri al Presidente per un pronto ristabi-limento, al Direttore Scientifico, alla dott.ssaLucia Del Mastro. E un saluto altrettanto cor-diale a tutti i presenti, che dedicano tantotempo, impegno, studio, intelligenza alla lottacontro i tumori.Sono lieto di darvi il benvenuto al Quirinale inuna ricorrenza importante per tutta la nostrasocietà, e di rinnovare così la consuetudine diquesto incontro nella sede della Presidenzadella Repubblica.Non si tratta soltanto di un atto che vuol sot-tolineare il vostro prezioso lavoro. Rappre-senta, ancor prima, il riconoscimento delgrande valore di questa impresa collettiva - laricerca sul cancro - che incide sulla qualitàdella vita di tante persone e sull'esercizio di di-ritti fondamentali.L'Organizzazione Mondiale della Sanità stimauna crescita consistente dei tumori nei pros-simi quindici anni su scala globale. Segno cheil tema davanti a noi è prioritario, e va affron-tato con impegno, serietà e continua innova-zione evitando di affidarsi all'inerzia del ritmodelle abitudini.Del resto, i dati che registriamo nel nostro Paeseci forniscono indicazioni incoraggianti. La mor-talità complessiva causata dai tumori è in di-minuzione, ed è aumentata la sopravvivenzaalla malattia, grazie a misure di prevenzione, a

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tdiagnosi precoci, agli avanzamenti delle terapie,ai risultati positivi di numerose ricerche. Que-sti risultati incoraggiano ad andare avanti. Anzi,se possibile, a procedere con passo più sicuro eveloce, con il sostegno generale.Il dramma personale e familiare, che il tumoreporta con sé, può essere illuminato, oggi più diieri, dalla speranza. Lo sconforto può trasfor-marsi in fiducia: in una accresciuta voglia di vi-vere. Una volta scoperto, la guarigione dal can-cro è possibile in molti casi. E la stessaconvivenza con il male può offrire ampi spazi divita attiva, sempre dignitosi, spesso normali.Consente il proseguimento e, talvolta, il raffor-zamento dei legami familiari, sociali, affettivi.Tutto questo anche in virtù di nuove tecnicheche consentono trattamenti meno invasivi.Ogni giorno scopriamo che nuovi passi avantivengono compiuti. La nostra esperienza quoti-diana ci insegna che tanti aspetti cambiano ve-locemente, che nuove opportunità si presen-tano, e che si sta vincendo quel pregiudizio che,talvolta, induce alla paura, alla passività, allarassegnazione.Queste finestre che si aprono sulla vita dellepersone dipendono molto dall'opera vostra edi chi vi ha preceduto nella ricerca, nella speri-mentazione, nella organizzazione delle cure. Ein quello straordinario impegno culturale, didiffusione delle conoscenze, di sensibilizzazioneal tema, che costituisce sempre condizione epremessa di un autentico progresso dellascienza e della medicina.In occasione della Giornata Nazionale per laRicerca sul Cancro desidero ringraziare in par-ticolare l'Airc, che da oltre cinque decenni sidedica alla promozione degli studi nelle diversebranche dell'oncologia e che, in nome di unabattaglia a tutto campo contro il tumore, conti-

nua a sollecitare la solidarietà dei cittadini e laresponsabilità delle istituzioni.L'Associazione Italiana per la Ricerca sul Can-cro è stata capace di raccogliere risorse rilevantida destinare a gruppi di ricerca, ha aiutato leuniversità a compiere scoperte di straordinariovalore, ha mobilitato testimoni in ogni camposociale e promosso tanto impegno volontario.Vi ringrazio. Siete riusciti a costruire unità at-torno a una causa giusta e importante. Avetesollecitato energie pubbliche e private a inte-grarsi tra loro, come sempre dovrebbe avve-nire. Avete aiutato il nostro Paese a rendere mi-gliori i servizi, ad accrescere la qualità di unambito cruciale della vita italiana.Grazie ai finanziamenti dell'Airc, anche nel-l'anno in corso, squadre di ricercatori italianihanno potuto realizzare scoperte di valore as-soluto, delle quali potranno beneficiare i nostriconcittadini e la medicina di tutto il mondo. Ri-cordo, tra le ricerche importanti presentate nel2016, la tipizzazione dei tumori al pancreas,traguardo raggiunto da scienziati dell'Universitàe dell'Azienda ospedaliera universitaria di Ve-rona, e la nuova terapia contro la leucemia lin-fatica cronica, messa a punto da ricercatori del-l'Ospedale San Raffaele di Milano. Peraltro, nelcampo delle leucemie il nostro Paese ha conse-guito nel tempo una serie di risultati di rile-vanza mondiale, grazie anche al lavoro delgruppo Gimema. Sono esempi - e diversi altripotrebbero essere proposti - che mostrano iltalento e l'eccellenza presenti nella nostra Italia:abbiamo risorse umane straordinarie e tantopossiamo dare al cantiere di un futuro migliore.Ai ricercatori italiani, nel nostro Paese e nelmondo, va tutta la nostra grande riconoscenza.È opportuno ricordarlo costantemente: inve-stire nella ricerca è sempre una scelta vincente.

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Avverto che questa convinzione si sta radicandosempre più nella coscienza civile, anche se il li-mite delle risorse non consente di fare tutto ciòche sarebbe necessario. È importante, natural-mente, spingere per fare sempre meglio e dipiù, e tuttavia è necessario valorizzare - e far co-noscere - i risultati che si conseguono.Forse mai, come nella ricerca medica, il pro-gresso scientifico procede, oggi, così vicino asentimenti profondi, che nella sofferenza sca-turiscono dall'animo delle persone e che sonocondivisi dall'intera società. Unirele persone attorno a un medesimoobiettivo è un grande moltiplicatoredi fiducia e di possibilità di successo.Naturalmente non vi può essere al-cuna discriminazione tra i malati: èindispensabile che i progressi dellascienza, delle terapie e delle tecnichediagnostiche vadano a vantaggio ditutti, confermando quel principio diuguaglianza sancito dalla Costitu-zione, senza che vi siano esclusioni odiscriminazioni sulla base delle con-dizioni economiche dei pazienti. Ènecessario che la speranza di vita di-gnitosa si consolidi come un benecomune, del quale l'intera comunità sia ga-rante e partecipe.Nella lotta contro il cancro rivestono grandeimportanza - accanto alle cure, ai farmaci, alleterapie - la prevenzione e la diagnosi precoce.Bisogna compiere ogni sforzo perché la pre-venzione entri nel nostro costume e nei modi divita. Tanto più va detto in questo mese di otto-bre, dedicato alla prevenzione del tumore alseno che, come abbiamo ascoltato, è oggetto digrandi contributi di ricercatori italiani. Bisognadiffondere la cultura della diagnosi precoce,

rendendo possibili screening di massa per lepatologie più ricorrenti e insidiose.Anche questo è un impegno di comunità, a cuitutti - le istituzioni pubbliche in primo luogo -siamo chiamati. È un impegno che coinvolge lostesso mondo della ricerca, i cui avanzamentipossono rendere più sostenibili i costi dei far-maci e delle terapie, e sempre più precisi glistrumenti di diagnosi.Occorre contrastare con decisione gravi involu-zioni, come accade, ad esempio, quando ven-

gono messe in discussione, sulla basedi sconsiderate affermazioni, prive difondamento, vaccinazioni essenzialiper estirpare malattie pericolose e perevitare il ritorno di altre, debellatenegli anni passati.Lo stesso contrasto va postoquando, con scelte causate soltantoda ignoranza, si negano a figli o al-tri familiari cure indispensabili. Oancora quando ci si affida a guari-tori, o a tecniche di cui è dimostratascientificamente l'inutilità. Sulla sa-lute pubblica occorre essere rigorosie usare fermezza quando la sceltatocca così direttamente la vita di un

bambino, o di qualunque persona; e comportaconseguenze per la condizione di salute deglialtri, dell'intera società.La lotta che, insieme, conduciamo contro il can-cro è collegata all'affermazione di un più generalediritto alla salute, e un ruolo di grande rilievo hal'informazione. Notizie infondate o campagne diindicazioni sbagliate possono provocare com-portamenti gravi e condizionare in senso nega-tivo la vita di persone sofferenti. Attenzione eserietà devono essere massimi. In materia di sa-lute, pubblicare notizie senza adeguata verifica

][Bisognadiffonderela cultura

della diagnosi

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aviola i principi basilari dell'informazione.È necessaria una alleanza virtuosa tra scienza emondo della comunicazione.Sui costi dei nuovi farmaci, dei nuovi esami dia-gnostici, delle nuove terapie, le istituzioni sonosfidate a garantire il diritto universale alla salutee a monitorare un mercato difficile, influenzatoda imprese transnazionali che, se contribuisconoin modo positivo alle attività di ricerca, vanno sol-lecitate a condividere la responsabilità della co-munità internazionale per la salute nel ventune-simo secolo, superando la contrapposizione tradiritti di proprietà intellettuale e diritti umani.L'accessibilità alle cure è parte importante dellacoesione stessa di una società. Va apprezzata lascelta - annunciata dal governo - di destinare unfondo ai farmaci innovativi per la cura del cancro.È questa una tendenza che va incoraggiata espero si sviluppi.Mentre si combatte la battaglia più avanzata persconfiggere il cancro, è anche necessario com-battere quella per rendere più dignitosa la vita dichi deve convivere con la malattia. E', questa,una straordinaria frontiera di umanità e di soli-darietà, che esprime, anch'essa, un contenutoscientifico e medico di assoluto rilievo, come di-mostrano le tante esperienze che si stanno dif-fondendo sulle cure palliative, e che impegnanooperatori di primissima qualità e tanti meravi-gliosi volontari.L'anno prossimo, quando ci rivedremo, avretefatto ancora nuove scoperte, altre vite sarannostate salvate, altri malati avranno avuto la possi-bilità di tante giornate serene con i loro cari: è unmessaggio di speranza che da qui oggi si muove.La vostra rappresenta una grande esperienza divita. La Giornata di oggi ci ricorda che, insieme,si può scrivere, nel nostro Paese, una storia diprogresso umano.

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Cento annial servizio dell’umanitàLa Fondazione Rotary è pronta per un altro secolo di successi

C’è aria di festa di compleanno: tutto ècominciato nel 1917 ad Atlanta duranteil congresso del Rotary quando il Pre-

sidente Arch Klumph propose l’istituzione diun fondo di dotazione allo scopo di “fare delbene nel mondo”.E ad Atlanta ci troveremo fra qualche mese perfesteggiare i successi dei primi cento anni di at-tività della “nostra Fondazione” e dare avvio aun nuovo secolo di servizio all’umanità.Gli inizi non sono stati facili: prima dona-zione 26,5 dollari Usa! La crisi mondiale del1929, la depressione, la seconda guerra mon-diale non consentirono un decollo adeguato.Forse l’idea della filantropia non era un con-cetto ancora ben saldo ed anche il semplicefondo di dotazione non aveva “appeal” pressoi rotariani. Anche la conoscenza al di fuoridegli Stati Uniti era ostacolata dalla difficoltàdelle comunicazioni, certamente non velocicome quelle di adesso.Ci sono voluti tredici anni (1930) per ero-gare la prima sovvenzione di 500 dollari allaInternational Society for Crippled Children.Nel frattempo era stata formalmente costi-tuita la Fondazione Rotary. Nel 1947, annodella morte del nostro fondatore Paul Harris,le casse della Fondazione cominciarono adessere alimentate in maniera costante, tantoda poter guardare al futuro strutturandonuovi programmi.Nello stesso anno nacquero le “Borse di stu-dio degli Ambasciatori” che, nel tempo hannoconsentito a 41.700 giovani di 130 nazioni distudiare in un paese diverso dal proprio,esportando gli ideali del Rotary, facendo co-noscere il proprio paese ed acquisendo co-noscenze e culture diverse dalla propria, ele-menti base per arrivare alla comprensioneinternazionale. Per anni il Rotary è stato

Silvio Piccioni*

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rl’ente privato che ha concesso annualmente ilmaggior numero di borse di studio senza ri-cevere contributi pubblici. Gli anni successivihanno visto la nascita di numerosi pro-grammi a carattere educativo ed umanitarioche hanno coinvolto migliaia di giovani econsentito l’erogazione di migliaia di sov-venzioni per migliorare le condizioni di vitadi comunità bisognose.Qualche numero a supporto di queste affer-mazioni mi sembra necessario: 15.400 squa-dre di giovani professionisti hanno parteci-pato al programma GSE - Scambio Gruppi diStudio; 200 paesi hanno potuto beneficiaredi 37.500 progetti finanziati attraverso Sov-venzioni Paritarie; 78 paesi hanno potuto be-neficiare di provvidenze per progetti d’im-porto elevato, erogate tramite il programma3 H - Health, Hunger Humanity.A queste si aggiungono poi le Sovvenzionidistrettuali semplificate, quelle per finan-ziare docenti universitari, ed altre a soste-gno dei servizi di volontariato.Il sistema continuava a svilupparsi, le richie-ste aumentavano. La crescita imponeva,però, un’attenta riflessione: senza adeguatiprovvedimenti si correva il rischio che il si-stema, ormai saturo, implodesse rimanendovittima del proprio successo. E qualche scric-chiolio organizzativo cominciava a sentirsi.Bisognava ammodernarsi: un sistema fatto dinumerosi (troppi) programmi, ognuno con lesue regole e con le proprie necessità buro-cratiche, non era più attuale. Bisognava es-sere più snelli, pur con regole precise, dandopiù autonomie ai Distretti, con conseguentimaggiori responsabilità.È nato quindi il nuovo modello entrato a re-gime nel luglio 2013, dopo una “fase pilota”durata tre anni che ha coinvolto cento Di-stretti in tutto il mondo. Con due soli tipi di

sovvenzioni, il nuovo sistema consente difare tutto ciò che prima si poteva fare attra-verso i numerosi programmi in vigore.Ma prima di affrontare una modifica così im-pegnativa bisognava delimitare un percorsoper correre tutti nella stessa direzione. E’stata quindi definita la “mission” della Fon-dazione che, nella prima parte, ripropone ilquarto punto dello scopo del Rotary ed indicapoi gli strumenti per raggiungere l’obiettivo:“Consentire ai Rotariani nel mondo di pro-muovere la comprensione, la buona volontàe la pace attraverso il miglioramento della sa-lute, il sostegno dell’educazione e la lotta con-tro la povertà”.È stato poi affermato il motto “Fare del benenel mondo” che richiama lo scopo inizialepensato da Arch Klumpf.Un ulteriore pilastro del nuovo modello è co-stituito dalle sei aree di intervento.L’esperienza del passato insegna che è im-produttivo disperdere le nostre energie introppi settori ed in progetti d’importo mode-sto. Per incidere in maniera più efficace sullecomunità beneficiarie è stato quindi elevatol’importo minimo dei nostri interventi assi-stiti da Global Grant e sono state individuatesei aree d’intervento. Un’accurata valutazionedei bisogni consente di individuare, le occor-renze primarie da soddisfare.Per accedere alle sovvenzioni globali i pro-getti devono rientrare in una o più delle areed’intervento: Pace e prevenzione/risolu-zione conflitti; Prevenzione e cura delle ma-lattie; Acqua e strutture igienico-sanitarie;Salute materna e infantile; Alfabetizzazionee educazione di base; Sviluppo economico ecomunitario;Attraverso le “areas of focus”, sostanzial-mente in linea con quelli che erano i “Mille-nium Development Goals” delle Nazioni

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Unite, si possono soddisfare le esigenze piùpressanti delle comunità bisognose.Le prime cinque aree sono propedeuticheallo Sviluppo economico e comunitario.Senza acqua, senza salute e senza un minimodi educazione scolastica, le comunità nonpossono crescere. E senza un minimo di be-nessere non si può raggiungere la pace.Per interventi di minor importo, in settori noncompresi nelle sei aree, si può fare ricorso aiDistrict Grants che consentono di agire in ma-niera molto snella sia a favore della comunitàlocale sia a livello internazionale.Il nuovo modello ha registrato una partecipa-zione entusiasta. Nei primi tre anni di vita ol-tre il 90% dei distretti del mondo ha richiestoSovvenzioni Distrettuali e sono state erogateoltre 3.100 sovvenzioni Globali per un valore di197 milioni di dollari. Rispetto al primo annodi attività il numero delle sovvenzioni mondialirichieste è aumentato del 35%.Al valore nominale dei progetti finanziati vaaggiunto il lavoro intellettuale e materialedei rotariani che mettono a disposizione leloro professionalità. Valore aggiunto inesti-mabile e indispensabile!Le sovvenzioni maggiormente richieste ri-guardano la salute e l’acqua. Le tipologied’intervento coprono in modo prevalente iprogetti umanitari (oltre 900). Minore l’in-teresse per le borse di studio e per i Gruppi diFormazione Professionale (VTT). Sono dueopportunità di servizio nelle quali dobbiamoimpegnarci di più.L’andamento del nuovo modello è continua-mente sotto monitoraggio e periodicamentevengono eseguiti sondaggi ad ogni livello perindividuare eventuali aree di criticità.Poco diffuse (trascurate?) dalle nostre parti, leBorse di Studio per la pace che, in un decennio,hanno consentito a un migliaio di giovani di120 paesi di conseguire titoli di studio che

aprono la strada a carriere nell’ambito del-l’edificazione della pace. Corsi biennali per ilconseguimento di un diploma di master si ten-gono nei “Centri per la pace del Rotary” istituitipresso alcuni dei più prestigiosi atenei inter-nazionali: Duke University of North Carolina(USA), International Christian University(Giappone), University of Bradford (Inghil-terra), University of Queensland (Australia) eUppsala University (Svezia).Un certificato di sviluppo professionale è inveceofferto dall’Università Chulalongkorn - Bangkokcon un corso ditre mesi. Moltiborsisti hannotrovato impe-gno presso Go-verni ed ammi-nistrazioni na-zionali, Ong,Nazioni Unite,Banca Mondia-le ed altre orga-nizzazioni in-ternazionali.Per una gestio-ne allineata ait e m p i, u n agrande organiz-zazione non può pensare di andare a ruota li-bera. Bisogna puntare ad un traguardo dosan-do le forze in materia razionale.Partendo dalle previsioni del piano strate-gico, per il triennio 2015/18 sono state stabi-lite quattro priorità. Ad ognuna sono statiassociati una serie di obiettivi misurabili darivedere ogni anno.Tali priorità mettono al primo posto l’eradi-cazione della polio, “ora e per sempre”. Ri-guardano poi: il coinvolgimento attivo dei ro-tariani ed il miglioramento della loro cono-scenza della Fondazione Rotary; una miglio-

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][Le sovvenzionirichieste

riguardanola salutee l’acqua

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re qualità dell’azione umanitaria attraverso lesovvenzioni per aumentarne l’impatto; mi-gliorare la consapevolezza e dare ampia pub-blicità ai successi ottenuti dalla Fondazione neisuoi 100 anni di attività, con particolare ri-guardo a PolioPlus.Effettivamente non siamo mai stati così vicinial traguardo di un mondo libero dalla polio etutti devono saperlo, anche noi rotariani che,pronti a dare il nostro supporto, molto spessonon abbiamo la curiosità di andare a vederecome stanno andando le cose.

Quest’anno, finoal 7 dicembre,nei tre paesi en-demici (Afgha-nistan, Pakistan,Nigeria) sonostati rilevati 34casi contro i 74dell’intero 2015(359 nel 2014).Nessun caso inpaesi non ende-mici. Ai non cu-riosi segnalo chetutte queste no-tizie sono facil-mente accessibi-

li nel sito ufficiale dedicato alla polio dal-l’Organizzazione Mondiale della Sanità.A margine mi piace far rilevare che nell’in-tero continente africano, a parte la Nigeria,non si rilevano infezioni dall’agosto 2014.Con questi dati mi vien proprio voglia di gri-dare al mondo intero che questa volta siamoveramente “this close to ending polio”.All’inizio di questa avventura, la più grandeoperazione in campo sanitario messa in piedida una organizzazione privata, ci trovavamodi fronte ad uno scenario tragico. Oltre 120paesi endemici in cui si contavano 350.000

casi l’anno: mille al giorno! Il nostro obiettivoera, ed è, la certificazione, da parte delle au-torità sanitarie, di un mondo libero dalla po-lio. Da allora sono stati vaccinati 2,5 miliardidi bambini. I numeri parlano chiaro: sonostati fatti passi da gigante, ma non si potràgridare vittoria fino a quando non sarà statovaccinato l’ultimo bambino. Bisogna rag-giungerlo ovunque sia, vincendo diffidenza,pregiudizi, gli ostacoli della politica, leguerre. E la diplomazia rotariana è all’opera!E i risultati di tanto lavoro vengono ricono-sciuti: il Premio Edison per le innovazioniintrodotte con il nuovo modello di sovven-zioni, il massimo rating (quattro stelle) attri-buito da Charity Navigator, il terzo posto frale dieci organizzazioni che hanno cambiato ilmondo e l’award di “Outstanding Founda-tion 2016” conferito dalla Association of Fun-draising Professionals.Da questa carrellata penso si possa dedurreche la “nostra” Fondazione è tutt’altro che unastanca centenaria, ma un’organizzazione mo-derna, al passo dei tempi, pronta per un altrosecolo di successi. I rotariani con la loro pas-sione e con l’aiuto della Fondazione sono ingrado di costruire un mondo migliore in cui ipopoli possono condurre una vita dignitosa, inbuona salute ed in pacifica convivenza.

y][Il nostro

obiettivoè un mondo

liberodalla polio

*Coordinatore Regionale Fondazione Rotary Zone 12 e 13B(Italia, Spagna, Portogallo). Past Governor Distre!o 2080

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La vaccinazione contro la polioè l’azione strategica del Rotary

Grazie Rotary! Un’emozione incoerci-bile irrompe e si coagula in un nodoin gola nel momento in cui una ma-

dre indiana affida il figlioletto alle mie brac-cia per procedere alla somministrazionedelle poche gocce del vaccino anti-polio.Eppure le comunità indiane sono abba-stanza timorose e diffidenti: è ben evidenteche è al Rotary che si aprono! A quel Rotaryche ha praticato, al di fuori delle enuncia-zioni ad effetto, una sorta di relativismoculturale che è parte integrante del “Mo-dello Rotary” e che comprova il grande pre-stigio di cui gode la nostra Associazione a li-vello internazionale: 1) mobilitazione deirotariani: studio di fattibilità, auto-finan-ziamento, acquisto vaccini e vaccinazionediretta; 2) Nid (National ImmunizationDay), comunicazione e informazione, sim-boli, etc.; 3) coinvolgimento di testimonial,di Oms, di Unicef, di Governi, Banche, diprivati, la fondazione Bill & Melinda Gates. La consapevolezza maturata in India, traNuova Delhi e a Moradabad (Uttar Pra-desh) sulla potenzialità di penetrazione epersuasione del Rotary, eretta sulla credi-bilità acquisita, è di quelle che lasciano unatraccia indelebile e che, malgrado la pre-sunzione di molti di noi di conoscere il Ro-tary, non smette di stupirci. Il piano strategico di eradicazione della po-liomielite in tutto il mondo ideato dal Ro-tary Club Treviglio e Pianura Bergamascadalla volontà illuminata di un rotarianoSergio Mulitsch di Palmenberg (1979), èpresto divenuto l’azione umanitaria dipunta del Rotary International e ciò peruna pluralità di motivi convergenti e moltosignificativi:1) L’elevata immunogenicità del vaccino(sviluppato, nella sua formulazione orale,da Albert Bruce Sabin), i risultati di effica-

Alfredo Focà*

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cia immediatamente misurabili e il potenteeffetto trainante per la risoluzione di unatavico problema sanitario e sociale; 2) Ilbasso costo di produzione del vaccino per ladichiarata volontà di Albert Sabin di nonsottoporre a brevetto il preparato per favo-rire la difesa dei bambini nei confronti del-l'ancestrale malattia; 3) Eradicare il viruscausa di malattia, altamente invalidante,colpisce il corpo e lo spirito, il singolo e lafamiglia, e la società.Albert Sabin:“Il faro della scienza non bril-lerà a pieno fino a quando questo vaccinonon raggiungerà la capanna più sperdutadel mondo. Voi rotariani ne sarete artefici”.Albert Sabin (1906-1993) propone (nel1957) l’utilizzazione del “suo” vaccino oralecon virus vivo (Opv, Oral Polio Vaccine),attenuato dopo passaggio ripetuto del virusselvaggio su colture cellulari. Il poliovirus mantiene un ottimo coeffi-ciente di replicazione a livello intestinale,ma non nel tessuto del sistema nervoso,esprimendo, quindi, un’ottima potenzialitàimmunizzante! Una singola dose di vaccinoorale antipolio di Sabin conferisce immu-nità verso i tre sierotipi di poliovirus nel50% circa dei soggetti vaccinati. Tre dosi diOpv stimolano la produzione di anticorpiprotettivi verso tutti i tre tipi di poliovirusnel 95% dei vaccinati. La vaccinazione con-ferisce un'eccellente immunità a livello in-testinale il che previene l’attecchimento delvirus selvaggio (patogeno).L’uso del vaccino ottiene l’autorizzazionealla somministrazione nel 1962. “Tanti in-sistevano perchè brevettassi il vaccino manon ho voluto: è il mio regalo a tutti i bam-bini del mondo” diceva Sabin. Il vaccinoSabin è molto ben tollerato dai pazienti egarantisce un basso profilo di tossicità: soloin occasioni estremamente rare (circa un

caso ogni 750.000 soggetti vaccinati), il vi-rus attenuato in OPV muta e torna in unaforma che può portare a paralisi. Le malattie da infezione, patologie trasmis-sibili o contagiose, comprese quelle ad etio-logia virale, come la poliomielite, sono co-nosciute fin dall’antichità. Patologie infettive che hanno flagellato econdizionato l’evoluzione dell’uomo con co-stanti diffusioni endemiche o con pauroseesplosioni a carattere epidemico-pande-mico che in alcuni casi provocarono grandidisastri con milioni di morti. L’uomo intuisce che l’unica ed efficace viadi protezione e prevenzione è l’interruzionedella peculiarità che contraddistingue que-ste malattie: la trasmissibilità; pertanto, at-tuando metodiche e programmi di preven-zione e profilassi e, in seguito, tramite ivaccini, è stato individuato uno strumentoprofilattico decisivo per l’eradicazione dialcune malattie flagello dell’umanità e traqueste la poliomielite.Si ricordano ancora le epidemie dell’anti-chità molto spesso provocate e diffuse daglieserciti in guerra: 1) morbo di Pott, nel Neo-litico (4000 a.C.); 2) la peste nella guerradel Peloponneso descritta da Tucitide; 3) lamalattia di Filottete, la peste; 4) vaiolo,nella guerra fra Ittiti ed Egizi (1350 a. C.); 5)carbonchio, responsabile forse della V e VIpiaga d'Egitto (1250 a.C. - Esodo); 6) vaiolo,morte di Ramsete V d’Egitto (1150 a.C.); 7)vaiolo, epidemia in Cina, via Egitto (1122a.C.); 8) vaiolo, tifo, carbonchio (?), guerraAtene-Sparta (430 a.C.); 9) colera in Asiadescritto da Ippocrate (V sec a.C.); 10) po-liomielite in Egitto (tempio a Menfi); 11)peste nel villaggio di Amarna, Egitto, doveè stata ritrovata la tomba di Tutankamon;12) peste in Italia e in Europa.Le malattie da infezione rappresentano un

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virtuale anello di congiunzione tra “medi-cina umanistica e medicina tecnologica”;inoltre, le infezioni hanno rappresentato erappresentano una patologia diversa,spesso evidenziata dalle cosiddette mo-struosità dell’epoca pre-antibiotica. Ciò no-nostante, a causa della loro trasmissibilità,le malattie da infezione fin dall’antichitàsono state sempre combattute con le normecomportamentali profilattiche note: l’iso-lamento, il fuoco, etc. Le infezioni sonostate, tuttavia, sempre e comunque consi-derate castigo divino, flagello di Dio. Probabilmente la più antica testimonianzascritta su malattie da infezione e contagio èun messaggio di Zimri-Lim (1725-1693 a.C.ca) re di Mari (città sull’Eufrate ai confinicon la Siria, oggi Tell Hariri). Alcuni aspettidella vita privata di Zimri-Lim ci sono per-venuti grazie alle tavolette custodite nell'ar-chivio di Mari (25.000 tavolette di argillascritte in lingua accadica).Egli scriveva da una campagna di guerra allamoglie Shibtu principessa di Yamkhad: “Hosaputo che la Sig.ra Nannamè, sebbene af-fetta da una piaga con fuoriuscita di materias’intrattiene nel palazzo e frequenta nume-rose donne. Devi proibire a chiunque di se-dersi sulla sua sedia e di coricarsi sul suoletto. Non devi stare a contatto con tutte que-ste donne perché la sua malattia “si contrae”.In un secondo scritto si legge:“poichè ri-schiano a causa sua di contrarre la malattiaoccorre isolarla in un ambiente a parte”.Nei papiri dell’antico Egitto sono trascrittedelle osservazioni circa una sorta di “resi-stenza” (immunità) di animali ed uominisopravvissuti ad alcune malattie da infe-zione ad essere reinfettati.Più recentemente, Edward Jenner (1749-1823) mise a frutto le osservazioni antichee moderne sull’immunizzazione con la som-

ministrazione sperimentale del vaccinocontro il vaiolo.Nel 1796 Jenner somministrò un preparatocontro il virus del vaiolo (smallpox). Laprima vaccinazione sul piccolo James Phippsdi 8 anni avvenne il 14 maggio 1796. Nel1801, Jenner pubblicò The Origin of the Vac-cine Inoculation, affermando che tra i sog-getti cui aveva somministrato il vaccino, al-cuni contraevano il vaiolo bovino mungen-do le mucche da latte, in quanto affette daun virus va-iolo diversoda quello checolpiva l'uomo(smallpox).Jenner nel1782 riconob-be tre forme divaiolo: lo smallpox, che col-piva l’uomo;il cow-pox,che colpiva lemucche dalatte e conta-giava i mun-gitori e unaterza forma che colpiva i cavalli, il grease. L’idea di Jenner era utilizzare un vaccinobasato sul cow-pox al fine di prevenire an-che le malattie da smallpox (inoculazioneJenneriana), e vi riuscì. Per la prima voltaun chirurgo di Plymouth Richard Dunning(1800) introdusse il termine vaccino/vacci-nazione in riferimento al solo vaiolo. Napo-leone in quegli anni rese obbligatorio il vac-cino per il suo esercito. Nel 1800 a Berlino fufondata la Royal Vaccine Institution; nel1820 il vaccino aveva già fatto il giro di tuttoil mondo. Nel 1881 Louis Pasteur volle ono-rare la scoperta di Jenner utilizzando il ter-

][Il terminevaccino

introdottonel 1800

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2mine per tutte le pratiche di immunizzazionecon prodotti microbici.Il recente caso di difterite, così come altricasi sporadici di infezioni che è possibilecombattere con l’uso dei vaccini (meningo-cocco C), debbono sostenere una responsa-bile e documentata riflessione sull’impor-tanza di non interrompere la pratica dellevaccinazioni. È gravissimo, vorrei dire cri-minale, diffondere notizie false e tenden-ziose sulle pratiche vaccinali evangeliz-

zando la “nonvaccinazione” eciò non sola-mente per ildanno procu-rato ad un bam-bino o a singolipazienti ma an-che per le rica-dute sulla co-munità con ilritorno di ma-lattie ormai di-menticate e perincrementare lacosiddetta “im-munità di greg-

ge”. D’altra parte, è superfluo ricordare come laprofilassi vaccinale rappresenti una più chevalida arma contro malattie come il tetano, ilmorbillo, la malaria, o malattie ad etiologiavirale associate con il cancro del fegato (epa-tite B) o il cancro della cervice uterina (pa-pillomavirus, (Hpv), senza dimenticare glienormi progressi fatti nella preparazione divaccini che con l’ausilio delle tecniche delclonaggio di geni nel Dna plasmidico per-mettono di ottenere vaccini sicuri e forte im-munogenicità.Una riflessione approfondita, comunque, è

necessaria circa il valore da attribuire aicontrolli post-vaccinali per verificare e de-terminare il grado di immunità protettivacosì come la conoscenza del periodo di co-pertura per poter eseguire delle dosi di vac-cino di “richiamo”.La storia della medicina è ricchissima diidee, invenzioni, medici di genio che hannocombattuto per l’affermazione della profi-lassi vaccinale per la lotta contro le malat-tie infettive, contro il cancro. Tra questi gi-ganteggia Albert Sabin e, dopo di lui, ilRotary. Il Rotary che ha saputo coglierenella vaccinazione l’obiettivo strategicodelle sue azioni umanitarie sfruttando inpieno le caratteristiche del vaccino (effica-cia, facilità di trasposto e somministrazione,buona tollerabilità) che hanno condotto al-l’eradicazione di una delle peggiori malattieda infezione.][È gravissimo

diffonderenotizie false

sulle pratichevaccinali

*Ordinario di Microbiologia. Docente di Storia della Medicinaall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Presidente delNucleo di Valutazione dell'Ateneo. Dire!ore dell'UOC di Mi-crobiologia Clinica. Governatore del Distre!o 2100 nel 2005-2006. Rappresentante distre!uale al Consiglio di Legislazionea Chicago. Assistente del Coordinatore Regionale della RotaryFounda#on - Zone 12 e 19. Ha partecipato agli Ins#tute diMaastricht, Lille, Sorrento, Milano e alle Conven#on Interna-zionali di Nizza, Chicago, Copenaghen.

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Va dove ti porta il cuore! Ed io ci sono an-data! Ho realizzato un sogno, grazie alRotary ed ai volontari del Rotary!

Ci siamo incontrati in un evento distrettuale, iltempo di dire “mi farebbe piacere essere deivostri”, e a mia insaputa ero stata arruolata, mala partenza era lontana. Un giorno squilla il cel-lulare e Pino mi chiede: “Andiamo in Ghana,vuoi venire con noi?”. Ho avuto un tuffo alcuore, in un attimo sono cadute le mie certezze,avevo due giorni di tempo per dare una rispo-sta! Allora ci ho pensato, seriamente, giorno enotte: da una parte la mia famiglia, i miei figli,il mio lavoro, le mie sicurezze, dall’altra il miodesiderio che sostava sospeso senza motiva-zioni se non quella di rendermi utile, di met-termi al servizio di un’umanità bisognosa. Nonci ho dormito! Scrupolosamente ho riflettutoininterrottamente sui lati negativi e positivi,sono passati al vaglio della mia mente tutti i ri-schi che avrei corso, ogni volta si accresce-vano, ma non riuscivano a spegnere la fiam-mella del desiderio che paradossalmente sialimentava di una irrazionalità sempre più dif-ficile da giustificare. Partire o rinunciare…giunsi alla conclusione che entrambe le deci-sioni erano giuste, ma solo una mi rendeva fe-lice e così scelsi di partire. Nessuna obiezioneseguì alla mia decisione, solo sguardi sconfittiche esprimevano stupore e timori. Provavouna tenerezza infinita quando ascoltavo le con-versazioni telefoniche dei miei figli con lanonna, o con gli altri della famiglia, sollecitatia dar conto delle ragioni della mia scelta ten-tando l’impresa impossibile di conciliare la so-lidarietà nei miei confronti e la giustificazionerazionale della scelta con argomenti difficil-mente comprensibili. I preparativi alla par-tenza: profilassi antimalarica, vaccinazioni perfebbre gialla, approvvigionamento di farmaci,

Rosaria Bruno*

In Africa amore e solidarietà

Tes"monianza di una volontaria rotarianaPersone senza farmaci, cure, acqua e scuole

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1di viveri, reperimento di scheda telefonica, ac-crebbero la loro preoccupazione, ma sempretaciuta! Poi la partenza per una delle espe-rienze più significative della mia vita! Siamo arrivati a Sogakope, un villaggio sullerive del Volta, ed abbiamo lavorato al Com-boni Hospital. Abbiamo portato valige di far-maci ed un cardiotocografo, per monitorare ilbattito cardiaco alla fine della gravidanza edin travaglio, utile per intervenire precoce-mente in caso di sofferenza ed evitare così lamorte del nascituro. Il capo e guida era ilgrande Ciccio Romano, rotariano e volontarioin Africa di lungo corso, che nonostante l’età,si ricaricava ogni giorno di nuova energia chedissipava nelle visite e negli interventi gine-cologici lavorando ininterrottamente fino allasera. Tante donne con problemi di sterilitàsono state visitate e curate, alcune hanno ef-fettuato anche isterosalpingografie, altrehanno potuto permettersi di rimuovere chi-rurgicamente un fibroma voluminoso. Abbiamo visitato bambini affetti da malaria eda malattie infettive di ogni genere. Grazie allapresenza dell’anestesista Pino Rossetti e di unesperto chirurgo è stato possibile effettuareanche interventi di chirurgia generale, mentreOlindo Baldari ha provveduto alle cure denta-rie. Giornate intense, faticose, ma la seraquando finalmente calava il sole ci ritrova-vamo allegramente intorno al tavolo, a rac-contarci storie di vita e condividere il piacere diuna straordinaria esperienza o riflessioni sumodi e mondi disperatamente diversi. Ho fis-sato il ricordo nel mio cuore e nella mia mentedi occhi neri e vivaci, di sorrisi e denti bian-chissimi di bambini che ci guardavano con ri-conoscenza e rispetto, che si ritenevano fortu-nati di incontrarci ma ignari di essere vittimedi una diseguaglianza sociale per il solo fatto di

essere nati in una terra povera che li condan-nava a non avere farmaci e cure, acqua escuole, ma felici e meravigliati, curiosi e sorri-denti come se avessero avuti tutti i privilegi delmondo! Il Rotary mi ha arruolato come operatore uma-nitario e mi ha dato l’opportunità di realiz-zarmi come operatore umanitario-missiona-rio. L’operatore umanitario-missionario è coluiche per seguire la vocazione al servizio vince itimori dei rischi e dei potenziali pericoli cui siespone e si reca nelle zone dove può contri-buire con il proprio apporto alla soddisfazionedei bisogni ed alla risoluzione di problemi. Ilvolontariato è una naturale forma di serviziodel rotariano, un’autentica testimonianza delservice oltre se stessi, le missioni sono fra le piùalte espressioni della vocazione al servizio al disopra di ogni interesse personale, perché teseal sostegno ed all’aiuto di popolazioni vulne-rabili. Service Above Self, vuol dire operareattivamente e gratuitamente nella società met-tendo a disposizione le proprie capacità umanee professionali al fine di migliorare le condi-zioni di vita in ogni luogo. Servire in manieragratuita vuol dire donare, trasferire qualcosada sé ad un altro in maniera spontanea, libera,disinteressata. La gratuità oggi desta sospetti,l’interesse privato si infiltra in ogni piega, “nonsi fa niente per niente”, il sospetto alimental’indifferenza che nega gli altri nei suoi bisogni,lo spegne, la negazione dell’altro produce vio-lenza che si esprime a vari livelli e con diversagradualità. L’indifferenza che è la dimensionedi difesa o di paura in cui ci si chiude, generasofferenza, ma non soffoca il bisogno naturaledell’uomo di amare ed essere amato, di inte-ragire con l’altro, così ognuno confina la pro-pria attenzione alla microcomunità di cui frui-sce, ossia ama i propri vicini, il prossimo

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stretto, chi possiede: figli, parenti, amici inuna gradualità a scalini, confinando le propriepotenzialità di donazione. Si realizza così unacondizione di isolamento planetario in micro-gruppi con potenzialità congelate, ognuno ope-rante per proprie finalità, la mancanza di inte-razione e cooperazione crea disuguaglianzasociale, che lede i diritti umani fondamentali egenera il conflitto. “Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali indignità e diritti. Essi sono dotati di ragione ecoscienza e devono agire gli uni verso gli al-tri in spirito di fratellanza” (DichiarazioneUniversale dei Diritti Umani 48). Il Rotariano in quanto operatore umanitario,mosso da principi di solidarietà, di fratellanzaverso l’altro, chiunque e dovunque esso sia, èanche un operatore di Pace ed il suo operato èla concreta realizzazione del Service AboveSelf, la sua filantropia lo rende libero perchévince timori e pregiudizi. Il vero amore per-vade l’altro non lo invade, non esige gratitu-dine è oblativo, non lo possiede. Ho testimo-niato ai miei figli che pratico quello che pensoe che credo in quello che dico:“Il vero amorenon è possesso”.

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* Dirigente Medico di Medicina di Emergenza ed Urgenzapresso Ospedale G. Di Guglielmo di Bisaccia. Istru!rice Ameri-can Heart Associa#on. Presidente dell’Osservatorio Regionaledella Campania per la violenza contro le donne. Membro delgruppo dei Volontari del Rotary. Ha promosso e partecipato anumerose a$vità di service ed ha ricoperto incarichi Is#tuzio-nali anche nella P.A. Presidente del Club Rotary Avellino Est nel2009. Ha ricoperto vari incarichi distre!uali.

Consegnadel cardiotocografo

Medici del Comboni

Visite con Pino Rosse$

Il mercato del villaggio

La dolcezza di bimbiche amano le coccole

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0L’emergenza ictus cresce. Nel mondo,

ogni anno, 15 milioni di persone (unaogni 6 secondi) sono colpite da ictus:

di queste 6,2 milioni muoiono. L'ictus è re-sponsabile di più decessi ogni anno di quelli at-tribuiti all'Aids, tubercolosi e malaria messiinsieme. L'ictus cerebrale costituisce la se-conda causa di morte a livello mondiale, e laterza causa di decessi nei Paesi del G8, prece-duto soltanto dalle malattie cardiovascolari edai tumori. Nell’agenda del nostro Governa-tore Gaetano de Donato in primo piano c’è unvasto programma di interventi e progetti per laprevenzione dell’ictus.In Italia, come in tutto il mondo occidentale,l'ictus è causa del 10-12% di tutti i decessi peranno, e rappresenta inoltre la prima causa diinvalidità permanente, nonché la secondacausa di demenza con perdita dell'autosuffi-cienza. Nel nostro paese si verificano oltre240.000 ictus ogni anno (660 casi al giorno).Di questi 240.000 pazienti, 40.000 muoionoentro breve termine, e altri 40.000 perdonocompletamente l'autosufficienza, cambiandoradicalmente la propria vita e quella delle lorofamiglie, che dovranno assisterli.“Ictus” è una parola latina, che significa“colpo”. Perché arriva proprio così, senzapreavviso. Si tratta di un danno cerebraleche si verifica quando l’afflusso di sangue di-retto al cervello si interrompe improvvisa-mente per la chiusura di un’arteria o quandoun’arteria cerebrale si rompe determinandoun’emorragia. Questa malattia costituisce laterza causa di morte dopo le patologie delcuore e i tumori. “Non si può quindi restare indifferenti - so-stiene il nostro governatore Gaetano de Dona-

Il Rotary e la prevenzione Ictus

Proge!o del Governatore Gaetano de Donato

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to - ed il Rotary attraverso i suoi Soci tende intutta umiltà, e senza appariscenza, di antici-pare i bisogni delle masse e di soddisfarne leesigenze. Infatti, anche al fine di meglio sotto-lineare l’ideale del service Rotariano, oltre checome idea, soprattutto come azione concretanell’interesse della società civile, dall’Apriledell’anno 2014 i dieci Rotary Club di Napoli(oggi 11 Club) e quello di Capri, hanno attuatoperciò un programma di screening per preve-nire l’insorgenza di un nefasto ictus cerebrale

ischemico. Es-sendo quest’ul-timo causato oda una lesionedelle carotidi, oda emboli dapartenza dalcuore, special-mente in pre-senza di fibril-lazione atriale(Fa), lo scree-ning consistenella effettua-zione di un eco-colordoppler

(Ecd) per la scoperta delle stenosi carotidee, edi un elettrocardiogramma (Ecg) per verifi-care la presenza eventuale di Fa. Il tutto graziead una Convenzione-Protocollo d’Intesa con laASL Napoli 1, l’Università di Foggia, e l’IrccsOsp. Casa Sollievo della Sofferenza di San Gio-vanni Rotondo, atto firmato l’11 luglio 2014”. de Donato riferisce che “nella prima fase delProgramma sono stati effettuati esami Ecoco-lordoppler ed Ecgrafici sui soggetti maggior-mente a rischio, come i pazienti nefropaticicronici in dialisi renale (uomini e donne) refe-

renti ai Centri di Emodialisi (Ospedalieri eConvenzionati) della Asl Napoli 1 Centro (cittàdi Napoli e Isola di Capri), per un totale dicirca 1.200 soggetti. In caso di riscontro al-l’Ecg di Fa è stata consigliata adeguata terapiaanticoagulante e antiaritmica, mentre in casodi riscontro di lesione carotidea “critica” (per-centuale di stenosi >75%) i pazienti sono statiindirizzati alla terapia chirurgica (open o en-dovascolare) per scongiurare un ictus poten-zialmente letale. Ai pazienti con stenosi minori(50-75%), se con precedenti episodi di ictusnell’anamnesi familiare, è stato consigliato dieffettuare la ricerca della mutazione del geneHdac9 (Histone DeACetylase 9) su un cam-pione di sangue venoso: questa mutazione, sepresente, raddoppia il rischio di un ictus ische-mico a partenza dalla carotide extracranica(Nature Genetics, 2012)”.“Il Programma Rotary No-Ictus - ha affermatoil governatore de Donato - sarà esteso succes-sivamente ai soggetti a rischio dell’intera cittàdi Napoli e dell’Isola di Capri, cioè gli ultra-cinquantacinquenni, uomini e donne, indivi-duati tramite il Servizio Anagrafe della Asl Na-poli 1 Centro e dei Comuni di Capri e Anacapri,acquisendo anche il loro indirizzo e numero ditelefono. In particolare sarà loro inviata unalettera sull’importanza dell’ictus cerebrale, inparole chiare e semplici, e di invito ad una vi-sita gratuita comprensiva di Ecocolordopplered Ecg (si prevede un’afferenza da un terzo ametà circa del totale dei soggetti a rischio).Contemporaneamente alla spedizione dellalettera, saranno dislocate nelle piazze cittadinealcune ambulanze attrezzate con Ecografo edElettrocardiografo per effettuare le prestazionidiagnostiche agli ultracinquantacinquenni chelo richiedano (si prevede un altro terzo dei

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][A Napolie Capri

“no ictus”per uominie donne

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soggetti). Un ulteriore terzo di soggetti po-tranno eseguire le consulenze con Ecolordop-pler dei tronchi sovraortici (Tsa) ed Ecg pressoi Distretti Sanitari dell’Asl Napoli 1, previaCampagna di sensibilizzazione a mezzoStampa o similari. Tutto ciò è reso necessariodal fatto che l’ictus non potendosi curare, sideve quindi necessariamente prevenire”. “L’ictus cerebrale - ha spiegato in più occa-sioni de Donato - può essere definito un in-farto del cervello, analogo a quello del cuore.Ma se le cellule cardiache vicine a quelle in-fartuate possono adempiere eventualmenteanche alle funzioni di quelle danneggiate daun infarto (nei casi ovviamente meno gravi),questo non avviene per le cellule del cer-vello, in cui ogni area ha una funzione spe-cifica, funzione che può esser svolta soltantoda quelle specifiche zone cerebrali. Le celluleche vanno in necrosi non potranno quindiessere sostituite dalle circostanti, e le fun-zioni perdute non potranno purtroppo es-sere recuperate”.Gravi i danni anche psicologici per i pazientie le loro famiglie, così come pesanti i costi peril servizio sanitario.L’unico modo per contrastare questa gravepatologia è, pertanto, la prevenzione.“Diversi Club del nostro Distretto - ha sotto-lineato de Donato - hanno già dato vita alprogramma di prevenzione attraverso un va-sto screening totalmente gratuito per i pa-zienti, utilizzando camper della salute concui raggiungere i cittadini, ma anche accordicon le Asl ed una capillare azione di infor-mazione della popolazione. Non tutti sanno,infatti, che prevenire l’ictus si può, ed in ma-niera anche semplice. Possono bastare unelettrocardiogramma ed un’ecografia dei

tronchi sovraortici, prima di decidere se pro-seguire con altri tipi di indagini diagnostiche.Il 10 marzo 2015, si è provveduto al conferi-mento di una Borsa di Studio alla dott.ssa Er-minia Fini per gli studi genetici sull’ictus, fi-nanziata dal Rotary. Con la prevenzionedell’ictus si possono salvare moltissime viteumane, ed inoltre si possono risparmiare tan-tissime risorse economiche. Il costo sanitarioglobale per un paziente con ictus è stimato in60.000 euro, e la patologia incide sulla spesasanitaria annuaper 7 miliardidi euro, a cuivanno aggiuntialtri 13-14 mi-liardi di costiper le famiglie,sulle quali lamalattia ha unimpatto deva-stante. Inoltre icosti indiret-ti/sociali (as-petto psicolo-gico, personalee familiare) ri-sultano difficilmente calcolabili, ed allora, peri motivi sopra esposti, l’ictus rappresenta unvero e proprio problema sociale. Quindi pre-venire l’ictus significherebbe da un lato sal-vare più vite umane, e dall’altro avere menopazienti che saranno costretti a vari ricoveriper la riabilitazione, con inoltre svariati costiper la famiglia che deve aiutare un congiuntocon conseguenze da ictus”.Nella Regione Campania si verificano 66 casidi ictus al giorno, e cioè 24.090/anno, conuna spesa di 1,445 miliardi di euro all’anno.

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0][Il costo

di un pazientecon ictusè stimato

in 60 mila euro

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Rotariani di Bulgaria: sapete che nel no-stro paese oltre 20.000 bulgari la-sciano questo mondo stroncati da ic-

tus? Sapete che questo triste numerocomprende anche persone di età tra 27 e 30anni? Sapete che la Bulgaria detiene il pri-mato nel campionato dell’Unione europea dimortalità per ictus? E sapete che aspetto haquesta triste statistica per l’Israele - un paesecon popolazione quasi uguale a quella dellanostra Patria? Probabilmente non lo sapete -ve lo dico: quasi 3.900 persone l’anno. Unadelle serie ragioni per questo invidiabile ri-sultato è l’intenso lavoro sulla prevenzionedell’ictus in Israele. Qualcosa che da noi nonsi fa affatto - secondo l’informazione degliesperti dell'Ospedale Nazionale di Cardiolo-gia (Onc).A proposito di esperti dell’Onc - sapete che nelnostro paese gli esperti in angiologia (che sioccupano di questa maledetta patologia) sonoSOLO 10, e 5 dei quali sono a Sofia? Ecco,questa è la situazione! Da qualsiasi punto divista - questo è un problema umanitario moltoserio! Un problema, per la cui soluzione iprimi passi sono stati fatti dai nostri amiciRotariani del Distretto 2100 - Italia.Che cosa hanno fatto? Hanno fatto aderire ilnostro paese al Programma europeo “RotaryNo-Ictus / No-Stroke” - Programma rota-riano di livello europeo per la lotta contro l’ic-tus. Hanno raccolto fondi ammontanti a ol-tre 10.000 (in lettere diecimila) dollari USA.Hanno acquistato due apparecchi portatiliminiaturizzati di ultima generazione, eco-co-lor-doppler ed elettrocardiografo. Hanno in-gaggiato 2 professionisti, collaboratori delProf. de Donato, medici dell’Ospedale SanGiovanni Bosco di Napoli (ai quali hanno co-

Ilario As#nov*

L’Italia ha donato vita In Bulgaria il proge!o “No-Ictus / No-Stroke”

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perto le spese di viaggio e alloggio). Hannoinsegnato a 4 giovani specializzanti e dueprincipali professionisti dell’Onc come lavo-rare con queste moderne apparecchiature.Il gruppo del Distretto 2100 comprendeva ilprof. Gaetano de Donato, Governatore di-strettuale, e sua moglie Jose, il generale Gio-vanni Albano (ex addetto militare nel nostropaese ed ex comandante di truppe dellaNato) e il dott. Luigi Velardo (RC Pompei),l’avv. Gennaro Famiglietti (Console Onorariodella Repubblica di Bulgaria a Napoli), non-ché i medici, il dott. Antonio Ma-iello, la dott.ssa Antonella Gram-matico e il dott. Luigi Della Rossa.Gli amici italiani sono arrivatil’1.12.2016 e sono ripartiti il4.12.2016.Il programma della loro visita com-prendeva: Incontro Ufficiale conRotariani Distrettuali a Sofia e Plov-div; Formazione di esperti dell’Oncper il lavoro con le apparecchiaturedonate; Incontro - colloquio con ladirezione del D2482 sulla prepara-zione di una sovvenzione comuneper la fornitura di apparecchiaturedi diagnostica e prevenzione dell’ic-tus, con la partecipazione complessiva di 6distretti rotariani di 6 Nazioni (Italia-Bulga-ria-Turchia-Spagna-USA-Malta). Natural-mente non è stato solo lavoro. Abbiamo por-tato i nostri ospiti a visitare i luoghid’interesse di Sofia, la meravigliosa Kopriv-shtitsa e i posti incantevoli dell’antica città diPlovdiv.Quanto è importante questa iniziativa e qualeè stata la sua portata? Fate le conclusioni dasoli: Il Vicesindaco del Comune di Sofia Don-cho Barbalov (Vicesindaco per l’ambito della

“Sanità pubblica di Sofia-Capitale”) ha ac-colto i nostri amici che gli hanno illustratol’iniziativa. Il Sig. Barbalov ha manifestatol’interesse per una futura partecipazione delComune di Sofia in iniziative analoghe. Unabuona parola dobbiamo spendere anche perla Sig.ra Malina Edreva (Presidente dellaCommissione comunale di cultura), la qualeha ritagliato dal proprio tempo per organiz-zare e presenziare a questo incontro; l’Am-basciatore della Repubblica Italiana StefanoBaldi, ha aperto l’ingresso principale del-

l’Ambasciata d’Italia a Sofia per ac-coglierci e conoscere lo stato del-l’iniziativa, promettendo pienacollaborazione; il prof. Mario Stan-kev, Direttore dell’Onc, nonostantela sua giornata difficile e qualcheproblema di salute ha ritagliato dalproprio tempo per partecipare alleattività dell’iniziativa; la Doc. De-telina Lukanova ha dedicato 3giorni (uno feriale e due festivi),garantendo la presenza e la forma-zione dei 4 giovani specializzantidel reparto di angiologia presso laclinica di chirurgia vascolare del-l’Onc e fornendoci delle consulenze

in merito a questioni operative legate allapreparazione della sovvenzione globale; gliesperti dell’Onc - la prof.ssa Nina Gocheva(Responsabile della clinica di cardiologia),la dott.ssa Elina Trendafilova (Responsabiledel reparto di terapia intensiva - cardiologiad’urgenza) e il dott. Hristo Mateev (Respon-sabile del reparto di cardiologia invasiva) conlegittimo orgoglio hanno fatto conoscere agliospiti la struttura dell’ONC, compreso il re-parto di elettrofisiologia invasiva nella car-diologia - reparto unico nel suo genere in

][ Corsidi formazioneper giovani

presso la clinicadi chirurgia vascolare

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tutto il paese che esamina, diagnostica etratta tutti i tipi di aritmie cardiache. InoltreDimitar Dimitrov (Governatore distrettuale),Emil Kotsev (Governatore distrettuale e-letto), Veselin Dimitrov (Governatore di-strettuale nominato), Nina Miteva (Past Go-vernatore distrettuale), Hristo Mihaylovski,Assistente Governatore distrettuale di Zona 1(RC Sofia), Evgeniy Makaveev, AssistenteGovernatore distrettuale di Zona 2 (RC Sofia-Vitosha), Slavi Serbezov, Assistente Gover-natore distrettuale di Zona 14 (RC Balchik),Assistente Governatore distrettuale, VeselinPavlov (RC Plovdiv Filippopoli), HristinaDzhundrekova e Dimitar Dimitrov (RC Sofia-Serdica) hanno partecipato attivamente ehanno collaborato nelle varie tappe dell’ac-coglienza e del lavoro con i nostri amici ita-liani. Sono stati 4 giorni tesi, ma entusia-smanti per il mio past presidente - IvanBatakliev e per me. Con piacere abbiamo as-sunto l’intera responsabilità e l’organizza-zione per assicurare la visita degli Amici ita-liani nel nostro paese con la chiara coscienzadi fare un’opera non solo Rotariana ma anchenobile. Sarà stato così? Ho chiesto alla Doc.Lukanova se con l’apparecchiatura donataavremo salvato almeno una vita umana. Leimi ha guardato meravigliata e mi ha rispostocon una contro domanda: “come almenouna?! Ne salveremo tante!”.Grazie, nostri amici italiani! Grazie non tantoda parte del D2482, non tanto da parte ditutti i bulgari - Rotariani e professionisti chehanno partecipato a questa iniziativa…so-prattutto grazie da parte delle persone la cuivita sarà salvata con il vostro gesto! Grazieanche da parte dei loro parenti e cari. Graziedi aver donato vite umane, che non si misu-rano in euro, oro o altro.

* PDG D2482, Bulgaria. Professore Ordinario di IngegneriaUniversità di Sofia, MSc, PhD

Cerimonia all’AmbasciataItaliana in Bulgaria

con la consegna ufficiale delle a!rezzature

ele!romedicali

La delegazione del Distre!o 2100

e del Distre!o 2482 ricevuta dal Sindaco

di Sofia

Seminario di istruzione a Medici e Specializzandiall’Ospedale Cardiologico

Nazionale a Sofia

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Grazie Ambrogio Prezioso per aver ele-vato le aspettative del mio intervento egrazie all’Unione Industriale di Napo-

li che, in collaborazione con il Gran Prioratodi Napoli e Sicilia, soprannominato Ordine diMalta, ha organizzato questo momento. Saluto i relatori, mons. Sciacca, Fra’ Luigi Na-selli, Andrea Pisani Massomormile, LucioIannotta, e ringrazio anche il direttore Lignoladell’Unione Industriale di Napoli.Può sembrare un tema che non c’entra moltocon l’economia e invece non è così. Vorrei ri-collegarmi ad alcune cose dette da Ambrogio efare un collegamento su quello che è l’idea dirappresentanza che stiamo cercando di porta-re all’attenzione del Paese in questa dimensio-ne etica dei comportamenti, di visione com-plessiva della società italiana e non solo. Ed èsignificativo che lo si faccia a Napoli - quindisono doppiamente grato ai miei colleghi del-l’Unione Industriale di Napoli - per la simbo-licità di questo luogo e di questa città in rapportoal Mezzogiorno e al Paese.Il profitto non è un valore in sé perché se fos-se un valore la mafia sarebbe un valore, e quin-di c’è una questione che deve essere chiaritaper evitare confusioni. Infatti, la nostra ideadi crescita nel racconto di politica economi-ca in chiave Paese - e non solo - è che la cre-scita per noi è una precondizione per com-battere disuguaglianza e povertà, non è il fine.E qui già c’è un elemento di convergenza, daquesto pensiero largo espresso dai nostriamici ed il nostro, tra alcune dichiarazioni di

Vincenzo Boccia

Reale, mediatico, legale

Le persone, in Italia, ogni giornosi riscoprono in tre Paesi diversi

Pubblichiamo la relazione tenuta lo scorso 2 dicembre dal presidente della Confindustria

Vincenzo Boccia al convegno dell’Unione Industriali di Napoli sul tema:

“Gius"zia e Misericordia”

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Papa Francesco sull’idea del futuro di una so-cietà; e allora ha ragione Ambrogio quandonelle sue parole pone l’idea di un obiettivo cheva raggiunto come società. Ed è esattamentequesto il punto, cioè qui si parte dall’etica pas-sando per il nostro pensiero che sembrereb-be prettamente economico, ma così non è, per-ché ha dei fili di collegamento e costruisceun’idea di società, di comunità (perché le im-prese sono micro-comunità di imprenditori elavoratori). E questo ci aiuta anche a raccon-tare quella parte di impresa-comunità, partedi una grande comunità-Paese,per quella che abbiamo definito lalegittimazione sociale del ruolodelle imprese. Non a caso la re-sponsabilità sociale d’impresa èstata inserita, come gruppo di la-voro, sotto la vice presidenza allePolitiche Industriali; per noi nonè una questione culturale, è unaquestione di visione complessivadell’orientamento dell’industriaitaliana e delle imprese italiane, ec’è un collegamento rilevante trasviluppo e solidarietà determi-nante. In questa considerazione, laConfindustria ha tenuto, a dicem-bre, una lezione di Angelo Costa -Angelo Costa è stato uno dei Presidenti di Con-findustria negli anni 60’- e, giustappunto inoccasione della lezione, si parlava di disu-guaglianza e povertà. L’economista Rodrik haspiegato la questione della globalizzazione cheha allargato i divari tra Paesi ricchi e Paesi po-veri, ha allargato le diseguaglianze e ha ridottole povertà in alcuni Paesi. Rodrik ha rivolto poiuna domanda ai presenti - una sorta di pro-vocazione - : “Vorreste essere ricchi in un Pae-se povero o poveri in un Paese ricco?”, inse-rendo il concetto di povertà relativa, perchési è poveri quando si ha un differenziale di 5

volte il reddito di un Paese e quindi il ricco inNigeria è meno del povero in Norvegia (inNorvegia, infatti, un povero è chi ha un red-dito di 19mila euro, un povero in Nigeria, in-vece, è una persona che ha un reddito moltobasso). Questo discorso è utile per inquadra-re la centralità della persona in termini di la-titudine. E questa è una domanda che dob-biamo porci. Quando diciamo che vogliamomettere la persona al centro, stiamo parlan-do della persona di questa città, di questa re-gione, di questa paese, oppure stiamo par-

lando soltanto della persona? Per“persona” s’intende colui che pre-scinde dalle latitudini e quindi devefarci avere il dovere di una visione lar-ga, partendo chiaramente dal nostroPaese, avendo quindi chiara la que-stione italiana, la questione europea,la questione globale. Perché se lapersona prescinde dalle latitudini - elo dico da un popolo di migranti - chedimentica a volte la sua storia e si faprendere dalla paura, dai nazionalismie dai protezionismi, che sono ansietàe assuefazione di una società e sono ilprincipio del declino di una società.E questo racconto di politica econo-mica converge con una dimensione

etica e ci dice quello che tentiamo di portareall’attenzione del Paese, ovvero che è arriva-to il momento di passare dagli interessi alleesigenze del Paese, di difendere la lucidità delcapire, di avere chiaro che l’ottimismo è unacategoria della volontà, la fiducia della ragione(e, in sintesi, dobbiamo avere fiducia perchéragioniamo). Questo racconto ci dice ancheche questo mondo è un mondo in cui dob-biamo imparare - e qui sottolineo la gratitu-dine per essere presente in un momentocome questo - a riflettere, approfondire, stu-diare, agire, appassionarci.

][È il momentodi passare

dagli interessialle esigenze

del Paese

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Questi elementi, che collegano la crescitaeconomica con l’idea di combattere le disu-guaglianze e la povertà, messe insieme non de-terminano un elemento di contrasto, infattinon c’è conflittualità in una logica modernae sana e virtuosa, tra crescita o tra sviluppo esolidarietà, bensì un elemento di convergen-za. Se si vuol immaginare un qualcosa di di-verso che partendo dalla questione di politi-ca economica in realtà ha un’idea chiara di so-cietà del futuro. Jean Monet diceva: “I mieiobiettivi sono politici, le mie spiegazioni sonoeconomiche”; noi, soggetti eco-nomici, dobbiamo contribuire conproposte di spiegazioni economi-che, obiettivi politici di una visio-ne di società aperta che include,non esclude, coerenti con la storianostra e dei nostri nonni, rispettosidella persona a prescindere dallelatitudini. Quando allora Ambro-gio Prezioso domanda al Presi-dente di Confindustria: “Ma noiche facciamo in tutto questo?”,rispondo che noi abbiamo un’ideache parte da questo paradigma dipensiero e che agisce però su duelivelli. Il primo livello è attualissi-mo nel Paese, il secondo, invece, èmeno attuale, ma comunque importante e at-tuale dal punto di vista del dibattito perchéproprio recentemente si è aperto a Roma il Fo-rum del Dialogo Mediterraneo e noi in Con-findustria abbiamo aperto un confronto conil Presidente di Business Europe e le Confin-dustria dei Paesi del Mediterraneo e del Me-dio-Oriente (molti dei quali sono in guerra elì c’è un problema di pace e di rispetto dellepersone, da cui deriva il problema dei mi-granti, che sono i poveri del mondo, che si spo-stano verso i Paesi ricchi). E da questo con-fronto internazionale (arricchitosi con un

incontro informale con la Presidente di Con-findustria Tunisia e Premio Nobel per laPace) è maturata l’idea di approcciare almondo - e, quindi, agli altri Paesi non italia-ni in via di sviluppo, a partire da un paesecome la Tunisia - non nella logica di vende-re, ma di quello che abbiamo definito parte-nariato per il co-sviluppo, nell’interesse di tut-ti e non contro qualcuno. A febbraio condur-remo una missione in Tunisia, costruiremo unpercorso in termini di settori e costruiremoun ponte di collegamento culturale sostanziale

nella logica di costruire una crescitadi co-sviluppo e non nell’interesse sol-tanto di alcuni. Inoltre, abbiamo concluso il contrattodi Federmeccanica che va esatta-mente nella linea di pensiero di que-sta Confindustria e che pone due ele-menti fondamentali: uno di metodol’altro di merito. L’accordo, spingendo a fare accordiaziendali nello scambio salario-pro-duttività, propone che una parte del-la ricchezza prodotta venga distri-buita anche ai lavoratori. Bisogna,quindi, costruire un’azienda compe-titiva nell’interesse di tutti e una par-te di ricchezza può essere distribuita.

Si parla di imprese competitive che partonodalla politica dell’offerta per essere più pro-duttive, e quindi più forti, per salari più alti,ed è questa la logica esatta di quella che ab-biamo definito la collaborazione per la com-petitività nella consapevolezza che nella fab-brica il problema non è il conflitto all’internodella fabbrica, bensì il conflitto tra fabbrichee mondo esterno. Ma se si riuscirà a costrui-re in queste comunità, che sono micro-co-munità in rapporto al Paese, una dimensio-ne di collaborazione per la competitività,questo rappresenterà un esempio di linea di

][In Tunisia,a febbraio,

per condurrela missione

sviluppo

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direzione di un Paese che vive di confronto emuore di conflitto, perché in Italia, quandouna persona si sveglia la mattina, si trova con-temporaneamente in tre paesi diversi: il Pae-se reale, il Paese mediatico e il Paese legale.Bisogna capire che se si vuole costruire unapropria dimensione nel Paese mediatico, ilconflitto è un capolavoro perché basta dire unacosa contro qualcuno affinché domani com-paia su tutti i giornali. Quindi si parla di Pae-se mediatico (senza nulla togliere alla me-diaticità) in cui circolano principalmente no-tizie mediatiche rispetto alle noti-zie di contenuto.Allora se si vuole costruire una di-mensione di coerenza dobbiamoinnanzitutto partire da noi stessi.Qualche anno fa, ho letto un librodi natura aziendalistica che ripor-ta la seguente citazione: “Quandohai un problema, la mattina guar-dati allo specchio e la causa è difronte a te”. Noi in Confindustriastiamo facendo questo percorso fa-cile: la mattina, il Presidente diConfindustria, quando ha un pro-blema, si guarda allo specchio e sisente causa del problema e, quin-di, corresponsabile di un progettocomplessivo, senza chiedere alibi agli altri, macostruendo un’idea di pensiero, di progetto,di società che parte dalla politica economicaper una Confindustria equidistante dai par-titi politici, ma non dalla politica, per una Con-findustria che vuole rappresentare ed essereponte tra gli interessi delle imprese e quelli delPaese. Ma, in realtà, ha ragione il prof. Ian-notta quando dice che queste non sono cosenuove: infatti, se andiamo a riprendere unafrase di Angelo Costa, che è stato Presidentedi Confindustria negli anni 60’, leggeremoquanto segue: “L’imprenditore ha doveri più

gravi degli altri uomini perché ha più possi-bilità con la sua opera di influire sul benesseredel prossimo”. Quindi, noi imprenditori ab-biamo doveri più gravi e maggiori responsa-bilità. E in questa stagione di consapevolez-za, di corresponsabilità, di circolo virtuoso del-l’economia che dobbiamo essere in grado diraccontare senza timidezza, con orgoglio e conidentità, costruendo equilibrio, buon senso,pragmatismo, visione e soluzioni, concen-trando le questioni nazionali con quelle eu-ropee e globali, in questa logica sana, virtuo-

sa e coerente perché l’etica deve essereanche coerente ed esemplare.Non so se ho raggiunto l’obiettivo distupire il mio amico Ambrogio Pre-zioso in termini di aspettative, ma miaccontento se la sala si è stupita del-la mission di Confindustria.][L’imprenditore

ha doveripiù gravidegli altri

uomini

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In un periodo così difficile e ricco di povertàe di violenza, nel quale sembrano disper-se le qualità spirituali della condivisione

e della solidarietà fattiva e non parolaia, c'è bi-sogno di precise e razionali scelte morali edetiche, compiute prima di tutto sulla propriapelle, nel proprio privato, come singoli indi-vidui, ma non basta. Non è pensabile crede-re di poter vivere in un'isola esistenziale la-sciando tutto il resto al di fuori. È necessarioimpegnarsi per rafforzare comportamentisociali coerenti e per non rendere le propriescelte inutili e senza effetti. È ora di preten-dere coerenza e di trovare alleati nelle personecon le stesse necessità d'impegno morale disolidarietà collettiva. È questo il percorso cheabbiamo scelto accettando di fare parte del Ro-tary ed è questo il percorso da intraprendereper la ricerca di nuovi amici (quello che chia-miamo rafforzare l'effettivo) che siano deci-samente convinti della necessità di un impe-gno volontario per cercare di migliorare la qua-lità di vita di ogni essere umano, iniziando daquelli che fanno parte della nostra comunità.I nostri amici anglosassoni asseriscono che:“Rotary is the civil service to improve the qua-lity of life; It is solidarity and personal com-mitment. But it's never a charitable service”.Noi latini, per la nostra tanto più antica civiltà,potremmo aggiungervi: “portato avanti conl'amore e l'allegria che proviene dal sapere la-vorare fattivamente per la nostra comunità eper le comunità meno fortunate del mondo,senza interessi personali e di lobby”.Paul Harris ci ha sempre ricordato nei suoiscritti che: “Lo sforzo individuale, quando bendiretto, può fare molto, ma il bene più gran-de deve necessariamente provenire daglisforzi congiunti di molti uomini. Lo sforzo in-

Raffaele Pallo!a di Acquapendente*

Ogni singolo Club del Distretto sia “Rotary del fare”

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dividuale può essere indirizzato alle esigen-ze individuali, ma lo sforzo congiunto do-vrebbe essere dedicato al servizio del genereumano. Il potere degli sforzi congiunti non co-nosce limiti”.Se questa è la ragione per la quale siamo in-sieme, che significato “Rotariano” hannoquei club che passano da convivi basati sulledivulgazioni filosofiche, artistiche, culturali escientifiche (per altro acquisibili, con ogni pro-gramma dedicato, su internet), alla ricerca diconversatori conosciuti e alla moda, a perso-naggi che ci intrattengo su bana-lità pseudo culturali o di tradizio-ne popolare che dovrebbero farcitrascorrere una serata divertente,a riunioni inter club senza un pro-gramma socialmente utile da per-seguire insieme, a visite guidate, aviaggi cosiddetti d'amicizia, a ri-cevimenti vari e anche a seratedanzanti?Vi sembra utile fare programma-zioni a lungo periodo, perdendo ilcontatto diretto con l'attualità equindi non essere pronti a ri-spondere Rotarianamente in tem-po reale a quanto avviene intornoa noi?Potremmo riunirci mentre vi è una congiun-tura tragica, per sentirci illustrare un’operad'arte o un bene architettonico.È ben vero che un nostro antico e indimenti-cabile Governatore diceva che: “il Rotary è cer-tamente un impegno particolarmente serio,ma non per questo necessariamente tragico”.Ma tutti gli sforzi e le risorse che s'impegna-no nell'organizzare eventi diversivi culturalie mondani possono costituire solo una mini-ma parte della nostra vita di club, per allietaree rinforzare la nostra amicizia. A questo sono

d'altronde deputate le nostre numerose esimpatiche fellowship.Noi siamo nei nostri club per tentare, con pro-poste e interventi razionalmente fattibili, dimigliorare la qualità della vita della partemeno fortunata della nostra gente e quella dialtre realtà esistenti.Ricordava quel grande Rotariano che, centoanni fa, fondò quella che sarebbe diventata lanostra inimitabile Rotary Foundation, Archi-bald Klump, che ogni presidente di Rotary Club,ogni sera prima di riposare, avrebbe dovuto

porsi davanti allo specchio e doman-darsi se quel giorno la comunità in cuioperava il suo club si fosse accorta diavere un Rotary. Se, con la massima eumile sincerità, avesse ritenuto di po-tersi rispondere “si”, avrebbe potutoandare a dormire tranquillo; se nonfosse riuscito a rispondersi, avrebbe do-vuto prima di dormire valutarne le ra-gioni e studiarne i correttivi; se aves-se ritenuto che la risposta sarebbestata un deciso “no”, forse era il casoche pensasse a possibili dimissioni.Andiamo avanti, care Rotariane e cariRotariani, adoperiamoci tutti perché ilnostro Club sia o diventi sempre più eal più presto, il Rotary del Fare.

][Noi Rotarianinon dobbiamo

perdereil contatto

con l’attualità

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* È stato il pioniere della Medicina Iperbarica in Italia e nel mondo.Ha ricevuto numerose medaglie d’oro. Docente universitario a r. È stato presidente del Rotary di Napoli, Governatore del Distre!o 210 (Basilicata, Calabria,Campania e Puglia ) nel 1987/88. Ha ricoperto importan# incarichi rotariani sul piano internazionale. Socio Onorario di numerosi club italiani e stranieri.

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