Illustrate da Paola MarchiNOVE NOVELLE SUFI

NOVE NOVELLE SUFIIllustrate da Paola Marchi

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Gentile Genitore,prima di cominciare la lettura di questo libro prenditi 5 minuti per riflettere sulle seguenti poche regole, l’utilizzo delle quali ti permetterà di trarre il maggior beneficio possibile dalla sua fruizione. Questo libro infatti costituisce una preziosa possibilità di benessere sia per te che per tuo figlio.

1. Leggi una fiaba per volta e lascia trascorrere almeno 3 giorni prima di passare alla successiva.

2. Assicurati di essere in un momento di tranquillità e intimità con tuo figlio.3. Non forzare mai il bambino a leggere da solo o controvoglia.4. L’insegnamento veicolato dalle novelle deve attraversare la soglia

cosciente, quindi non importa se vi sembra di “non capire” subito. 5. Ricorda che la comprensione segue sempre e stupisce nel tempo, per la

sua caratteristica di lampo improvviso.

L’Autrice e l’Editore vi augurano un buon viaggio!

NOVE NOVELLE SUFI

Paola Marchi

27.5 x 21 cm8097888987504812018Fontana EditoreCorso Ausugum, 98Borgo Valsugana (Tn)38051 Italyinfo@fontanaeditore.comwww.fontanaeditore.com

Scelte e Illustrate da Paola Marchi

Un ringraziamento di cuore a Marco Tortelli per la sua disponibilità umana e l’aiuto tecnico.

Un ringraziamento anche a tutti coloro che, silenziosamente, hanno appoggiato la pubblicazione di questo libro.

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro senza il permesso scritto dell’Editore.

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SommarioIntroduzione 4Paola Marchi 6 I tre pesci 9 II racconto delle sabbie 17 L’asino 23Il grammatico e il derviscio 33 Nella strada dei profumieri 39 L’idiota e il cammello che brucava 45 L’uccello indiano 51L’uomo che camminava sulle acque 59La carrozza 69

Note storiche 73Bibliografia 77

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L’idea di illustrare alcune novelle appartenenti alla tradizione sufi, nasce dall’esigenza di poter trasmettere anche ai bambini i semi di saggezza in esse contenuti.

Le novelle sufi infatti si inseriscono in una tradizione che affonda le sue radici nella cultura persiana, araba, turca, sia scritta che orale. Per questo motivo non sono riconducibili a nessun autore specifico e questo ha costituito un grande motivo di fascino per me. Sono onorata di poter dare il mio piccolo contributo a questa catena invisibile di saggezza viva.

A questo proposito, voglio raccontare un aneddoto che, negli anni, ha assunto la forma di una specie di benedizione. Scrissi infatti una email al, mai abbastanza compianto, Gabriele Mandel Khan, raccontandogli sinceramente quello che sentivo e cioè l’impulso a illustrare alcune delle novelle, per poter offrire ai miei figli prima e a tutti i bambini poi, uno strumento utile per affrontare la vita.

All’epoca avevo illustrato solo tre novelle e ne avevo fatto un librino a mano, che desideravo spedirgli come dono. Ricordo che, con mio grande stupore, mi rispose subito, gentilissimo, proponendomi di pubblicarle tramite la confraternita dei sufi Jerrahi-Halveti di Milano, di cui

Introduzione

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all’epoca (2010) era Vicario Generale (Khalyfa). Ci fu un breve scambio di mail, nelle quali ebbi modo di constatare, da parte sua, una gentilezza paterna nei miei confronti, gentilezza che mi ha accompagnata negli anni e che tuttora continuo a sentire. La vita poi, fa il suo corso, e purtroppo non ho avuto la possibilità di poterlo incontrare di persona. Ricordo l’ultima email che mi scrisse: “solo per dirle che il suo librino mi tiene sempre compagnia”, alla quale seguì la comunicazione ufficiale della sua partenza verso la Casa del Padre.

Il librino è rimasto così, cristallizzato per otto anni, se si esclude qualche compleanno di mio figlio, nel quale ho potuto raccontare ai suoi amichetti la storia dell’asino caduto nel pozzo, quella dei tre pesci e il racconto di come il fiume riuscì a superare il deserto aiutato dal sole e dal vento.

Oggi finalmente, grazie all’incontro con l’editore Fontana, vedo realizzarsi questo piccolo contributo che offro a una causa molto più grande, quella di nutrire la parte viva di ogni essere umano.

Paola Marchi

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Paola Marchi, artista poliedrica, si contraddistingue grazie alla sua capacità di evoluzione e di costante crescita personale, spirituale ed artistica. Donna in continuo mutamento.

Profondamente introspettiva è sempre alla ricerca di nuovi mezzi per trasmettere i frutti della sua ricerca, umana prima che artistica. La sua crescita inarrestabile è data dal mettersi costantemente in discussione. Una vera forza della natura.

Donna, arista e madre... un’energia incontenibile che da sola riesce a incanalare. Vive in uno splendido luogo circondato dal verde ed immerso nel silenzio, condizione indispensabile alle pratiche di meditazione e creazione. L’Arte vive con lei ed attraverso di lei. Divide la sua vita tra lo studio, la ricerca e la creazione.

Dopo la maturità scientifica, consegue la laurea in lettere moderne all’università di Pisa.

Approfondisce lo studio del simbolismo e si appassiona ai Tarot di Marsiglia. La vivace curiosità la porta a fare scoperte interessanti e a lasciare il suo contributo nella ricerca artistica contemporanea.

Paola Marchi

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Da due anni, porta avanti un progetto di esposizioni personali che costituiscono il prodotto delle sue continue scoperte in ambito umanistico. La prima mostra effettuata in questo ambito, dal titolo “Santa Subito” risale al 2017 e si è tenuta a Massa (MS) presso il Castello Cybo-Malaspina.

La seconda, dal titolo “Le stanze dell’apprendimento” si è conclusa quest’anno e si è tenuta a Pietrasanta, presso la Sala delle Grasce, nel complesso museale di Sant Agostino. Si ricorda anche la personale dal titolo “Chi guarda chi” tenuta presso la galleria Studio38 Contemporary Art di Pistoia.

Ha inoltre partecipato a numerose collettive, presso enti pubblici e privati.

Lavora prevalentemente su committenza estera.

È autrice di un blog che tratta tematiche inerenti ai rapporti che intercorrono tra Arte e Spiritualità: http://chiaralampo.blogspot.it/

Selenia Eyre

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I tre pesci

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C’erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno:Uno era intelligente, un altro lo era a metà,e il terzo era stupido. La loro vita era quelladi tutti i pesci, finchéun giorno arrivò un uomo con una rete.

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Il pesce intelligente decise allora di passare all’azione. “Dato che ci sono pochi posti dove nascondersi in questo stagno, farò finta di essere morto”, pensò. Raccolte tutte le sue forze, balzò fuori dall’acqua e atterrò ai piedi del pescatore, che si mostrò piuttosto sorpreso. Tuttavia, visto che il pesce tratteneva il respiro, l’uomo lo credette morto e lo ributtò nello stagno. Allora, il nostro pesce si lasciò scivolare in una piccola cavità sotto la riva.

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Il secondo pesce, quello semi intelligente, non aveva capito bene quanto era accaduto. Chiese spiegazioni al pesce intelligente. “È semplice”, disse il pesce intelligente, “ho fatto finta di essere morto e così mi ha ributtato in acqua”. Immediatamente il pesce semi intelligente balzò fuori dall’acqua e cadde ai piedi del pescatore. “Strani”, pensò il pescatore, “...questi pesci che saltano fuori dappertutto!”. Ma il pesce semi intelligente si era dimenticato di trattenere il respiro.

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Così il pescatore si accorse che era ancora vivo e lo mise nel suo secchio, ma si dimenticò di chiuderlo. Quando il pesce semi intelligente se ne accorse, riuscì a saltare nello stagno. Andò a raggiungere il primo pesce e, ansimando, si nascose accanto a lui.

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Ora, il terzo pesce, quello stupido, non era in grado di trarre insegnamento dagli eventi, neanche dopo aver ascoltato il racconto del primo e del secondo pesce. Allora riesaminarono ogni dettaglio con lui, sottolineando l’importanza di non respirare quando si finge di essere morti. “Molte grazie, adesso ho capito!” disse il pesce stupido, e con quelle parole si lanciò fuori dall’acqua e andò ad atterrare proprio accanto al pescatore. Ora, il pescatore aveva già perso due pesci,

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lo mise subito nel secchio senza preoccuparsi di verificare se respirava o no. Poi lanciò ancora ripetutamente la sua rete nello stagno, ma i primi due pesci erano ormai al sicuro, nella cavità sotto la riva. E questa volta il suo secchio era ben chiuso. Il pescatore finì per rinunciare. Aprì il secchio, si accorse che il pesce stupido non respirava,

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Lo portò a casa e lo diede da mangiare al gatto.

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L’idea di illustrare alcune novelle appartenenti alla tradizione sufi, nasce dall’esigenza di poter trasmettere anche ai bambini i semi di saggezza in esse contenuti. Le novel-le sufi si inseriscono in una tradizione che affonda le sue radici nella cultura persiana, araba, turca, sia scritta che orale. Per questo motivo non sono riconducibili a nessun autore specifico e questo ha costituito un grande motivo di fascino per me. Sono ono-rata di poter dare il mio piccolo contributo a questa catena invisibile di saggezza viva.

Paola Marchi è nata a Seravezza nel 1975. Con-segue la Laurea in Lettere Moderne presso l’u-niversità di Pisa e pubblica la tesi di Laurea dal titolo “Cinema e Pittura in Giorni d’amore” nel volume Giorni d’amore, Lindau, Torino, 2003. Frequenta la scuola di nudo presso l’Accademia d’arte di Carrara (Ms) dove impara le basi del disegno a mano libera e le tecniche di incisio-ne. Si dedica attivamente all’attività pittorica e vende su committenza italiana e straniera.

www.fontanaeditore.com