NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA - Fedeltà del Suono · Béla Fleck, Juno concerto Béla Fleck è...

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Andris Nelsons,GewandhausorchesterLeipzigAnton Bruckner – Sinfo-nia N. 3Con questa registrazioneprende avvio l’integralesinfonica di Bruckner conAndris Nelsons alla guidadel Gewandhausorchesterdi Lipsia, un progetto mo-numentale che sarà com-pletato nell’ottobre 2021.Il direttore lettone sarà Ka-pellmeister di questa cele-bre compagine dalla sta-gione 2017/18 conservan-do il ruolo di direttore mu-sicale alla Boston Sym-phony Orchestra.L’album comprende l’Ou-verture dal Tannhahuser diWagner, compositore cheBruckner ammirava mol-tissimo tanto da dedicargliproprio la Terza Sinfonia.(Deutsche Grammophon)

Vince Abbracciante,SincreticoEsce per Dodicilune - di-stribuito in Italia e al-l’estero da IRD e nei mi-gliori store digitali - Sin-cretico, nuovo progetto di-scografico del fisarmoni-cista e compositore pu-gliese Vince Abbraccian-te. L’uscita del disco sarà

accompagnata da un tourdi concerti che lo vedran-no esibirsi in Italia e inBrasile. Sincretico è unconcept album di ottocomposizioni originali perfisarmonica, chitarra equintetto d’archi che sfug-ge a un’unica definizionedi genere e rappresentauna sintesi delle esperien-ze musicali in cui Abbrac-ciante si è misurato nelcorso della sua attività ar-tistica. Il jazz, la musicapopolare brasiliana, la can-

zone italiana, il tango, lamusica classica, le colonnesonore, la musica balcani-ca e le collaborazioni in or-chestra confluiscono in unmagma emozionale checaratterizza l’intero lavoro.Un melting pot di sugge-stioni e atmosfere “medi-terranee”. Spinto, audace,magnetico, materico, chesconfina. Come il virtuo-sismo di Vince Abbrac-ciante e del suo accordéon,sostenuto dal passo di-screto della chitarra diNando Di Modugno, dalcontrabbasso di GiorgioVendola e dalla texturevellutata degli archi del-l’Alkemia Quartet compo-sto da Marcello De Fran-cesco e Leo Gadaleta (vio-lino), Alfonso Mastrapa-squa (viola) e GiovanniAstorino (violoncello).(Dodicilune)

Massimo Salvagnini –Sandro Gibellini,When your drummer hasgone“La musica nasce prima di es-sere attribuita ad un genere.In questo caso, Sandro Gi-bellini ed io siamo stati d’ac-cordo nell’idea di registrarebelle canzoni nel miglioremodo che ci fosse possibile,

evitando di usare i brani solocome schemi su cui improv-visare. I brani che abbiamoscelto sono delle perle musi-

cali assolute, con melodie edarmonie perfette. Hanno solobisogno di musicisti che leamino e le suonino con pas-sione. E’ come accendere unfuoco sulla spiaggia, in unanotte troppo ruvida. A quelpunto, c’è da condividere ilpiacere con le persone cheabbiamo vicino”. MassimoSalvagnini(Velut Luna)

Cristiana Verardo,La mia voceA maggio esce il discod’esordio della cantautricesalentina Cristiana Verardodal titolo “La mia voce”,pubblicato dall’etichettadiscografica Workin’ Labelper la distribuzione di IRDIl disco contiene 8 canzonioriginali frutto di una te-nace ricerca compositivaintrapresa da Cristiana ne-gli ultimi anni alcune del-le quali hanno già ottenu-to riscontri di critica vin-cendo premi in concorsinazionali. Lo stile è se-gnato dall’influenza delcantautorato italiano comeDalla, De Andrè, Gianma-ria Testa e la scuole geno-vese, romana, bologneseche hanno cantato l’amore,il disagio e le nostre inna-te debolezze, ma si arric-chisce di ritmi contempo-ranei derivanti dallo stu-dio del jazz. Il disco suonacome “megafono” per vitesemplici eppure irripeti-bili. I testi delle canzonisono in parte dedicati a fi-

82 FDS 257 ▼ NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA • a cura di Giada Ventura

Libri, notizie, appuntamenti e curiosità dal mondo della musica

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gure femminili, donne sco-nosciute, dalle vite com-plesse, donne comuni ep-pure uniche, nella loro dol-cezza, nel loro concedersicon grazia e intelligenza, acui Cristiana porge una“carezza”. Gli altri testisono frammenti di vita,armonici racconti di quo-tidianità e luoghi in cuitrovare sempre riparoquando tutto sembra sco-nosciuto e distante. Ar-rangiato da Carolina Bub-bico, il cd è realizzato conuna nutrita line-up di mu-sicisti salentini: DanieleVitali, Massimo Donno,Stefano Rielli e AntonioDe Donno, per la sezioneritmica; Roberta Mazzot-ta, Armando Ciardo, Clau-dia Fiore, per la sezione ar-chi; Alessandro Dell’Anna,Dario Stefanizzi, ChristianBevilacqua, Federico Del-l’Anna per la sezione fiati.Hanno collaborato alle re-gistrazioni Enza Pagliara,Andrea Musci, Valerio Da-niele, anche curatore delleriprese e del missaggio deldisco e co arrangiatore in-sieme alla Bubbico del bra-no “Nannerl”. (Workin’ Label)

Gino Marinuzzi,Sinfonia in La, Suite sici-liana (prima registrazionemondiale)

Giuseppe Grazioli e l’Or-chestra Sinfonica di Mila-no Giuseppe Verdi apronoun parentesi nel progettoRota per realizzare que-sta pregevole incisione de-dicata a Gino Marinuzzi,celebre direttore d’orche-stra e raffinato composi-tore. L’album contiene laSinfonia in la e la PRIMAREGISTRAZIONE MON-DIALE della Suite Sicilia-na. Le ampie note di co-pertina sono tratte dal li-bro di Paolo Isotta “Altricanti di Marte” (Venezia,Marsilio, 2015).(Decca)

Accordo dei contrari,Violato Intatto

«Violato Intatto è, tra tuttigli album realizzati, quelloche più rispecchia l’essenza diAccordo dei Contrari. E’ pos-sibile distinguere un’identi-tà diversa per ogni brano e ri-conoscervi forme diverse re-ciprocamente integrate. MaViolato Intatto è l’esatto op-posto di un collage: compat-to e unitario, fluido e artico-lato, attraversato sempre, an-che nei momenti meno ir-ruenti e più contemplativi, oin quelli più onirici, da unastessa forza riconoscibilissi-ma, in continuo moto e in pe-renne proiezione. Questo èAccordo dei Contrari». Nonpotevano presentare me-glio il loro nuovissimo al-bum, i quattro membri diAccordo dei Contrari: aquindici anni dai loro esor-di, dopo tre dischi ap-prezzati in Italia e al-l’estero, i musicisti bolo-gnesi definiscono final-

mente la loro proposta ar-tistica con Violato Intatto.Un doppio album - condistribuzione Self - cheracchiude e sintetizza ele-menti, direzioni, obiettivie ambizioni di una carrie-ra, all’insegna di una mu-sicalità che rifugge dallaconnotazione di genere.

Lucia Minetti,Fil Rouge

Lucia Minetti torna ad in-cantare con la sua vocedal timbro unico, elegantee sensuale nel suo nuovolavoro discografico cheparla d’amore. Un raccon-to in punta di labbra mor-bido, sfaccettato, dolcissi-mo ed intenso. Un discoemozionante nel senso piùautentico del termine, ric-co di fascino, lirismo e in-tense evoluzioni di unagrande interprete dellascena italiana. (Velut Luna)

Béla Fleck, Juno concertoBéla Fleck è spesso consi-derato il più importanteinterprete del banjo nelmondo. Vincitore di ben 15premi Grammy, Fleck haricevuto riconoscimenti eottenuto fama nel mondodel jazz, della world mu-sic, della musica classica,del folk, del bluegrass, delpop strumentale, del Go-spel e non solo. Il suo nuo-vo album intitolato “JunoConcerto” e pubblicatodalla Rounder Records,presenta il suo omonimoconcerto per banjo e or-chestra, registrato a marzo2016 con la Colorado Sym-phony diretta da Jose LuizGomez. L’album contiene

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anche due pezzi per banjoe quartetto d’archi, ese-guiti con i Brooklyn Ri-der. Il concerto prende ilnome del figlio di BélaFleck, Juno. “Ogni notadel concerto è colorata dal-l’esperienza di essere pa-dre, e come questo abbiacambiato ciò che è impor-tante per me come perso-na, così come quello chedesidero esprimere attra-verso la musica” spiegaFleck, che è diventato pa-dre per la prima volta a 55anni. “Per Juno Concerto,ho preso quello che ho im-parato nella scrittura e in-terpretazione del mio pri-mo concerto, The Impo-stor, che è stato scritto nel2011 e che ho eseguito piùdi 50 volte da allora. Que-sta volta ho cercato di mi-gliorare la mia scritturaorchestrale, concentran-domi meno sulle parti so-liste e facendo sì che lamusica fluisca spontanea-mente, invece che spin-gerla costantemente al li-mite”. Béla Fleck si è ap-procciato alla musica clas-sica nel 2001 con PerpetualMotion, il suo acclamatoalbum con John Williams,Joshua Bell, Evelyn Glen-nie, Chris Thile, Edgar Me-yer e altri. Nel 2003, Flecke Meyer hanno scritto un

doppio concerto per la Na-shville Symphony, orche-stra con cui hanno colla-borato nuovamente nel2006 per The Melody ofRhythm, un triplo concer-to per banjo, basso e tabla.Tutto questo ha portato alprimo concerto scritto dalsolo Béla Fleck, il già cita-to The Impostor, commis-sionato dalla NationalSymphony nel 2011.(Egea Records)

Valentina Casesa,Orior“Se qualcuno pensa che

io abbia deciso di realiz-zare un disco, si sbaglia.Tecnicamente ho solo ini-ziato ad unire dei punti, si-tuati in varie parti del tem-po e del globo terrestre,per cercarne come un’es-senza comune. Non è facile viaggiare co-stantemente, prendere ae-rei, fare bagagli, magarihai anche lavoro, casa, fa-miglia, devi vivere in qual-che modo. Ma nulla ti vie-ta di viaggiare resistendo,anche ad occhi aperti, sen-tire gli odori dei luoghi incui sei, fotografarne i co-lori”. Nasce così un nuovoalbum pianistico di Al-mendra Music, ancora unavolta da percorsi, da geo-grafie umane e artistiche,da sensazioni tradotte inmusica e offerte all’imma-ginazione e alla sensibilitàdell’ascoltatore: è Orior,debutto discografico di Va-lentina Casesa. Orior è composto da cin-que brani: una sorta dipiccolo scrigno “modernclassical” che Valentina hasigillato prima di partireper questa avventura di-scografica che la vedrà tor-nare in studio per il suo al-bum di lunga durata nel2017. Ciononostante, Oriorè un’opera di significativameditazione sul suono esul suo significato più pro-

fondo, prendendo permano l’ascoltatore: “La ri-cerca di “essenza del suo-no” è stata la estrema con-centrazione sulla vita delsuono e sulle sue trasfor-mazioni, per ogni brano,per ogni singola frase mu-sicale, ogni nota, ogni sin-golo respiro, la trasforma-zione degli armonici in al-tri armonici, anche conl’uso del pedale come ul-teriore e specifico stru-mento all’interno del pia-noforte. Mi è piaciuta mol-to l’idea - prima con la re-gistrazione in presa diret-ta e poi col missaggio - disentire ogni suono vivo,presente, e di portarel’ascoltatore dentro il suo-no avvolto dallo stesso,come se il mio suono fos-se una calda coperta inuna fredda sera d’inver-no”.(Almendra Music)

Inside jazz quartet,Four by four“Four by Four” è unomaggio che l’“Inside JazzQuartet” ha voluto rende-re ad alcuni fra i più im-portanti e significativicompositori jazz del No-vecento: Billy Strayhorn,Charles Mingus, DaveHolland e Kenny Wheeler. Ognuno dei componentiha selezionato due songdei compositori scelti edha scritto un brano dedi-cato e ispirato allo stiledegli stessi. Ne è scaturitoun “concept album “ sem-plice, efficace, intrigantee soprattutto magistral-mente condotto da 4 arti-sti, che certamente rap-presentano una parte delmeglio dell’attuale scenaeuropea.(Abeat records)

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FDS 257▼ IL DISCO DEL MESE • di Mauro Bragagna86

Aveva la dote che distingue i bravi strumentisti daiMaestri: un suono immediatamente riconoscibile.Come Knopfler o come Gilmour, anche se a livel-

lo di popolarità globale stiamo confrontando dei continenticon il Liechtenstein. Oppure, più propriamente, con Ca-serta. Fausto era nato lì, e ha scritto la piccola storia del-la canzone italiana con la Piccola Orchestra Avion Travel.Inseguendo con la sua chitarra la voce di Peppe Servillo,fratello dell’attore italiano più premiato degli ultimi anni.Quante volte, a proposito di un film, avete sentito la fra-se “con un indimenticabile Toni Servillo”? In Italia è piùindicato fare cinema d’autore, con la musica si rischia dirimanere ai margini persino se ticapita di vincere il Festival di San-remo, come hanno fatto nel 2000con Sentimento. Le vendite degliAvion Travel non sono mai stateproporzionate alla qualità – alta- dei dischi, dove la chitarra diMesolella era il valore aggiunto diun gruppo comunque notevole,dolcissima o pungente a secondadelle occasioni. Anche gli altriprogetti non hanno portato aFausto la popolarità di un Mon-talbano, ma almeno il riconosci-mento di tutti gli appassionati piùattenti. Il nuovo album con ilNada Trio è ancora fresco distampa, perciò ci piace ricordar-lo – per chi non lo sapesse, un in-farto se lo è portato via a sessan-taquattro anni - con due dischiche conosciamo a menadito. Il pri-mo è un album rigorosamente strumentale registrato nel-la tana di Jacopo Fo vicino a Gubbio, Live ad Alcatraz. Sol-tanto Fausto Mesolella e la sua chitarra, accompagnato dal-la pedal steel di Ferdinando Ghidelli. Non c’è bisogno d’al-tro, né di una voce né di una sezione ritmica. La sua acu-stica riempie lo spazio con arpeggi cesellati, utilizzandoquando serve i pedali e gli affetti dell’elettrica. Così riu-sciva a suonare sempre diverso, passando con naturalez-za dalle atmosfere elegiache della musica napoletana clas-sica agli stridori dell’indie rock. La scaletta sembra quel-la tipica dei dischi per audiofili, più da esibire che da ama-re, con tanti classici iper-sfruttati come Somewhere overthe Rainbow oppure Libertango di Astor Piazzolla, unaO Sole Mio destrutturata, un Nino Rota prestato al cine-ma di Zeffirelli anziché a quello di Fellini, Ai Giochi Ad-dio… Il suo tocco non è forzatamente originale, ma conl’agilità del fioretto riesce a superare indenne anche i mo-menti più rischiosi, come la Imagine di John Lennon cheinterseca la Black or White di Michel Jackson. La musicadalle intenzioni troppo buone rischia di annoiare, ma le ditadi Fausto riescono a mantenere vigile l’attenzione. Per chi

vuole qualcosa di più ardito ecco Dago Red, nomignoloinventato dagli americani per indicare gli immigrati ita-liani (dago) che erano soliti bere vino rosso (red). È ancheil titolo di un libro di John Fante. Il disco è prodotto da Me-solella, che si avvale della voce impegnativa di Raiz (Al-mamegretta) per dare vita ad una serie di contaminazio-ni mai sentite prima: Lacreme Napulitane di Libero Bo-vio si incrocia con Immigrant Punk dei Gogol Bordello,Carmela di Sergio Bruni con I’m Your Man di Leonard Co-hen; Tu ca nun Chiagne con See Me Feel Me di The Who;il momento più ardito e riuscito è l’esperimento della se-sta traccia, che parte con l’Hendrix di Third Stone from

the Sun, prosegue con ‘O Surdato‘nnammurato e si conclude conGive me Love di George Harri-son. Creando qualcosa di nuovosotto il sole, come direbbe RandyNewman, con una chitarra che sifa amare ascolto dopo ascolto. Ci-tavamo all’inizio Gilmour eKnopfler ma, considerata la suacuriosità musicale, l’eclettismo, lecolonne sonore ed il suo lavoro disession man, ci viene in mentepiuttosto Ry Cooder. Una com-pagnia che a Mesolella certo nondispiacerebbe.

Live ad Alcatraz. Ha le pretese di un disco audiophile emantiene le promesse. Che si scelga il CD, anzi: il Sacd, op-pure il vinile 180 grammi in tiratura di 496 copie, si ottieneun suono decisamente superiore alla norma, con un sen-so dello spazio degno di rilievo. Come nel caso delle ri-stampe Fonè dei dischi di Vasco, la vera sorpresa para-dossalmente è la qualità del dischetto digitale, che perdedi un niente rispetto al disco nero. OTTIMODago Red. Non è un disco audiophile, ma è la dimostra-zione della versatilità di Fausto Mesolella che lo ha regi-strato, mixato e masterizzato. A differenza di Live ad Al-catraz non è nato per il mercato audiofilo, ma lambisce sem-mai quello dell’indie-rock. In questo contesto, si rivela unapiacevole sorpresa, anche dal punto di vista tecnico. Daquello artistico ricordiamo che ha vinto la Targa Tenco 2014come miglior disco di canzoni non proprie. BUONO

LP Fonè Jazz 062 - CD Cni Music CNDL27908

IL DISCO DEL MESEFAUSTO MESOLELLA “LIVE AD ALCATRAZ”

RAIZ/MESOLELLA “DAGO RED”

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88 FDS 257▼ ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI • di Mauro Bragagna

The Magnetic Fields “50 Song Memoir” 5 CD Nonesuch Records

The Magnetic Fields, il logo dietro il quale sinasconde quel genietto di Stephin Merritt,hanno realizzato ottimi lavori, ma non c’èdubbio che siano identificati con il loro discomonstre sul sesso e sull’amore, 69 Songs(1999). Un album con 69 canzoni inedite inscaletta. Un elogio dell’arte come espres-sione del lavoro, concetto tipicamente ame-ricano: James Brown si vantava di essere“the hardest-working man in show busi-ness”. Oggi il titolo spetta per acclamazionea Merritt, che per festeggiare il suo cinquan-tesimo compleanno ha realizzato 50 SongMemoir, una autobiografia sonora con unacanzone a rappresentare ogni anno della suavita. Che scegliate il CD o il vinile i dischisono 5, uno per decennio. Si parte con ’66Wonder Where I’m From e si conclude con’15 Somebody’s Fetish. Per dare un’ideadello sforzo produttivo pensate a … no, nonci viene in mente niente, non esistono para-goni. Non si può dire, come capita con i di-schi troppo lunghi, che avrebbe fatto meglioa tagliare qua e là, salvando il meglio. Inquesto caso le regole del gioco non lo per-mettono. Per rendere l’ascolto un’autenticaesperienza, Stephin ha suonato un centinaiodi strumenti diversi e ha applicato alla mu-sica la consueta dose di intelligenza, le suecanzoni non sono mai scontate e sono spessodivertenti. Ad esempio ’70 They’re KillingChildren Over There, dove racconta di es-sersi spaventato ad un concerto dei JeffersonAirplane al seguito di mamma, quandoGrace Slick urlò dal palco che “stanno ucci-dendo i bambini, là fuori”: il piccolissimoStephin non sapeva che parlava del Viet-nam. Un disco enorme, in senso letterale,pieno di invenzioni e trovate, che non riesceperò ad ovviare all’unico neo dei MagneticFields: il canto baritonale di Merritt è leg-germente monocorde. Ma le voci indimenti-cabili sembrano appannaggio degli AnniSessanta e Settanta, perciò la nostra ammi-razione non è meno convinta.

Abbiamo sostenuto il disco nero quandonon se lo filava nessuno, carta canta, eadesso che è diventato una moda ci lascianoperplessi certe scelte commerciali. In questocaso i 5 CD, inseriti in un gradevole box contanto di libretto, si acquistano per una tren-tina di euro, mentre per il vinile di euro cene vogliono almeno centoventi. Viva il CDallora, che propone un suono funzionale eraccolto, non particolarmente definito o di-namico, ma piuttosto gradevole. DI-SCRETO/BUONO

Non basta venire da Memphis, Tennessee,per realizzare buona musica, ma certamentenon è un ostacolo. Valerie June è nata nel1982 e quando i parenti ne ascoltarono iprimi vagiti, la loro reazione fu di preoccu-pato stupore: “Sembra la voce di una vec-chia!”. Non potevano immaginare chesarebbe stata la sua fortuna. Anche se gliinizi non sono stati facili e il suo primoalbum distribuito con tutti i crismi, Pushin’Against a Stone (2013), era uno sberleffo atutte le difficoltà che aveva incontrato. Nonaveva più l’impressione di spingere una pie-tra, la produzione era di Dan Auerbach deiBlack Keys, e con un mentore così potente èfacile fare bella figura. In realtà si capiva su-bito che la ragazza aveva un talento non co-mune, la sua voce selvatica, a momentipersino sgraziata, veniva dalla strada, nonaveva bisogno degli elogi di una cartellastampa per lasciare il segno. The Order ofTime si è fatto aspettare più del previsto,l’ingombrante Auerbach non c’è più ma Va-lerie se la cava bene anche se esce da sola,con tutto il rispetto per il nuovo produttoreMatt Marinelli. La sua voce è sempre ru-spante e si appoggia su suoni concreti ereali, lontani dalla freddezza della musicastudiata e composta al computer. Valeriepreferisce le radici, quelle nere del soul e delgospel, ma certo non disdegna il folk degliAppalachi, che così bene si sposa con la suavoce da radio days. I suoni sono ruvidi, madietro la scorza troviamo il gusto per il la-voro fatto bene, gli arrangiamenti sono cu-ratissimi e non è un caso se in tre branitroviamo ai cori un’ospite come NorahJones, che quando non fa la lady sofisticataè sempre interessata alla musica americanadelle radici. Anche se in realtà quasi non sisente, il mixaggio l’ha praticamente nasco-sta. Ma la regina stavolta è Valerie.

Matt Marinelli (Bad Brains) non è famosocome Dan Auerbach, ma conosce le regoledel gioco: non solo ha prodotto l’Album, malo ha anche registrato e mixato, lasciando alsolito Greg Calbi il mastering. Il risultato èun vinile 180 grammi tutta polpa. Detta-gliato senza eccedere, con una dinamica piùche discreta, e una vocina miagolante tenutasotto controllo, vivace ma senza spigoli.BUONO.

Valerie June “The Order of Time” LP + download Concord Records

CRE00209

Paolo Benvegnù “H3+” LP + download Woodworm Music

WM048LP

Leggiamo sul sito dell’artista: H3+ è dedicatoalla perdita, all’abbandono e alla rinascita,un’antologia di visioni, dove la grazia, la mole-cola alla base della vita, riempie gli spazi fra leemozioni, conservando la memoria di quello chesiamo stati e quello che saremo. Giorgio Gaberstimava Ivano Fossati, ma gli suggeriva diessere più chiaro, meno criptico. Chissà cosaavrebbe suggerito a Paolo Benvegnù, scrit-tore di canzoni ermetiche dapprima con gliScisma e poi in proprio. Perché essere chiari,poi? Gli anglosassoni spesso non lo sono.Non si è ancora capito se Forbidden Colorsdi David Sylvian (musicata da Sakamoto)sia ispirata a Yukio Mishima o Gesù Cristo,o di cosa parlino alcune canzoni dei R.E.M....Dopo Hermann e Planet Earth, ecco undisco ambizioso che si intitola come la mo-lecola diffusa nelle regioni vuote che sepa-rano le stelle, conosciuta come ionetriatomico di idrogeno. Secondo gli astrologipotrebbe nascondere i segreti della forma-zione delle primissime stelle dopo il BigBang. Una particella da cui Benvegnù trovaspunto per descrivere un viaggio interstel-lare del suo alter ego, Victor Neuer. Un con-cept album di cui inizialmente non si capiscebene il contenuto, ma le cui canzoni sono il-luminate dalla luce degli astri ma soprat-tutto da quella dell’ispirazione. Da quantotempo non ascoltavamo un disco di Paolocosì brillante? Dal memorabile Piccoli Fra-gilissimi Film (2004), che oggi ha final-mente trovato un degno erede. Canzoniscritte in lingua Benvegnù, con titoli genialicome Olovisione in Parte Terza o AstrobarSinatra. Così accade che in Goodbye PlanetEarth la musica citi esplicitamente il Bowiedi Ashes to Ashes, e tale omaggio non ap-paia per nulla velleitario, ma quasi naturale.Anche se ai tempi di Ziggy Stardust non siconosceva ancora la molecola H3+, chequando è eccitata inizia a vibrare in varimodi.

Non ho mai capito perché nei dischi in vi-nile degli artisti italiani non sia mai disponi-bile il codice per il download. H3+ speriamodia il buon esempio. La nostra versione gri-gio trasparente è anche stampata moltobene, piatta e silenziosa, e ci propone unsuono efficace, con le parole che si com-prendono perfettamente senza doversi con-centrare. La musica non si accontenta distare sullo sfondo, orgogliosa delle sue geo-metrie così originali. Discreta la trasparenza,buona la definizione. DISCRETO/BUONO

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ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI▼ FDS 257 89

Ibibio Sound Machine “Uyai” LP+ Download Merge Records MRG585

Sono appena arrivati al secondo album, magodono già di una fama consolidata, soprat-tutto per la qualità delle loro travolgenti esi-bizioni live. Come suonano? Più o menocosì: prendete la musica africana, l’Afrobeatnigeriano in particolare, alternate nel cantola lingua inglese e quella Ibibio (parlata nelsud-est della Nigeria) e trattatela con la mu-sica elettronica che in Inghilterra suonanobenissimo da decenni. Un matrimonio ap-parentemente non facile, che in realtà si ri-vela facilissimo, e felicissimo. Uyai, inlingua Ibibio, vuol dire bellezza. Il chitarri-sta Alfred Kari Bannerman viene dal Ghana,il percussionista Anselmo Netto dal Brasile,il batterista Jose Joyette da Trinidad, il pro-duttore/sassofonista Max Grunhard è au-straliano. Ma al centro di tutto spicca lacantante Eno Williams, che è nata a Londra,si è trasferita in Nigeria ed è tornata indietroperché le piacciono le libertà ed i diritti dellesocietà occidentali. Così in Give Me a Rea-son si chiede “perché alle ragazze debba es-sere negato il diritto all’istruzione e ingenerale perché la gente non dovrebbe farequello che vuole della sua vita”. Si riferiscealle 286 studentesse rapite nella scuola diChibok, Nigeria, dai terroristi islamici diBoko Haram, la cui sorte è ancora un mi-stero. Colpevoli di andare a scuola. Concettiche nella loro ragionevolezza sarebbero pia-ciuti a Giovanni Sartori. È musica che non sinasconde, come tende a fare quella occiden-tale politicamente corretta, ma nonostantetutto riesce ad essere piacevole come un ape-ritivo nel tardo pomeriggio, Non teme di es-sere “facile”, la band ha preso il nome dallospumeggiante gruppo di Gloria Estefan, iMiami Sound Machine.

Registrato, mixato e masterizzato da GuyDavie a Londra, il vinile ha il pregio di cat-turare gran parte dell’energia che gli IbibioSound Machine esprimono sul palco, sotto-lineando la vocalità felina della Williams.Meno apprezzabili la dinamica e la defini-zione, che cedono alla Loudness War, maconsiderato che è catalogato come “musicada ballo” poteva andare molto peggio. DI-SCRETO

I fratelli Severini sono nati militanti e con illoro gruppo, i Gang, sono sempre stati divi-sivi, non hanno mai accettato compromessi.Si possono apprezzare se non si amano CheGuevara e l’Internazionale? Forse no, maSandro e Marino continuano a seguirel’esempio del loro eroe, Joe Strummer, anchese hanno abbandonato il combat-rock deiClash per avvicinarsi ad un folk-rock di ma-trice americana. Calibro 77 è prodotto daJono Manson e suonato da musicisti dell’en-tourage di Hall And Oates e Blues Traveler,oltre a quel Clark Gayton che ha suonato perPrince, Springsteen, Quincy Jones e StevieWonder. Da Filottrano al New Mexico, unsuono americano per un album di cover checelebra il cantautorato italiano degli AnniSettanta, spaziando da Eugenio Finardi(Sulla Strada) a Claudio Lolli (Io ti rac-conto), da Giorgio Gaber (I Reduci) a Ivandella Mea (Sebastiano), da Fabrizio DeAndrè (La Canzone del Maggio) a EdoardoBennato (Venderò), da Francesco De Gre-gori (Cercando un altro Egitto) a FrancescoGuccini (Un Altro Giorno è Andato). Al-l’epoca c’era una contrapposizione netta frai cantautori italiani, molto politicizzati mapoveri strumentalmente, e la musica ameri-cana ricca di suoni, sia che venisse dalla spi-golosa East Coast che dalla West Coast piùsognante. Calibro 77 nel suo piccolo è undisco storico perché unisce due mondi, maè arrivato fuori tempo massimo, quando leregole del gioco le stabiliscono Fedez e Gab-bani. I padroni non ci sono più, rimangonogli imprenditori, magari cinesi. Eppure ilvento soffia ancora, come cantava quel Pie-rangelo Bertoli che nella scaletta dell’albumci sarebbe stato benissimo.

Sono andati in New Mexico per cercare uncerto suono, messo a punto da Jono Manson,che lo ha registrato e mixato a Santa Fe,mentre il mastering è stato realizzato daDavid Glasser all’Airshow di Boulder, Colo-rado. Artisticamente niente da dire, ma dalpunto di vista tecnico le sonorità appaionopiuttosto timide, per non dire spente, c’è bi-sogno di alzare il volume per trovare un po’di dettaglio. DISCRETO

Gang “Calibro 77” Rumble Beat Records 88985418942

Depeche Mode “Spirit” 2LP+ download Mute Record/Sony 88985

41165 1h

Gli Ibibio Sound Machine piangono le vit-time di Boko Haram e la cantante Eno Wil-liams ha abbandonato la Nigeria, ma i loroalbum esprimono energia e gioia di vivere. IDepeche Mode non hanno assistito a episodidi particolare violenza, al massimo si sonodedicati ai vizi autodistruttivi delle rockstar,nel 1996 per tre minuti Dave Gahan è statodichiarato clinicamente morto per overdosedi speedball, ma oggi, anziché spassarsela alBillionaire Club, hanno preferito realizzareun album che è un Requiem per l’Umanità.Senza appello. Se i Devo teorizzavano la de-voluzione dell’uomo con un certo umori-smo, i Depeche Mode non ci lascianosperanze: stiamo andando indietro, armati dinuove tecnologie, stiamo tornando all’età dellapietra, dichiarano in Going Backwards. Nonsolo stiamo precipitando, ma lo stiamo fa-cendo senza reagire, così in Where’s the Re-volution si lasciano andare ad un sarcasticoattacco alla nostra mancanza di iniziativa.Fail chiude le danze, tristi, ammettendo chele nostre coscienze sono bancarotta, abbiamo fal-lito. Sarà anche l’album più politico dellaloro carriera, il quattordicesimo, respirandoquell’aria di Trump che da Hollywood stadilagando in tutta la cultura liberal delmondo, ma il malessere che esprime è piùprofondo. Anche se in realtà, sotto il cieloplumbeo di Spirit, sembra di intravvederedegli artisti in posa, più che degli uomini di-sperati. L’arrivo del produttore dei SimianMobile Disco, James Ford, non ha cambiatopiù di tanto la grammatica del synth-popdecadente della band, curatissimo e detta-gliato, anche se leggermente manierista.Dopo tutti questi anni è difficile capire se ilbicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto. Seconsideriamo gli inutili remix della deluxeedition andiamo a capofitto verso il “mezzovuoto”, molto meglio la versione standard.

Il CD è così compresso da essere difficil-mente apprezzabile. Con il vinile – doppioma inciso su tre facciate- si passa da un DR6 a un DR 11, verrebbe da dire che si giocaun’altra partita ed in gran parte è vero. Il mi-crocontrasto è buono e consente di apprez-zare le minute variazione dell’elettronica,sofisticata come sempre. Il racconto della Di-sfatta dell’uomo avrebbe comunque meri-tato un suono più organico. Un passoindietro rispetto al già non memorabileDelta Machine. DISCRETO

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Dal 16 al 28 maggio Tori-no, Teatro RegioIl flauto magicoRegista: Roberto AndòDirettore: Asher FischOrchestra: Orchestra eCoro del Teatro RegioCoro: Claudio Fenogliomaestro del coro, solistidel coro di voci bianchedel Teatro Regio e del con-servatorio G. VerdiMusiche: Wolfgang Ama-deus MozartPrincipi salvati da reginemisteriose, apparizionimagiche, effetti speciali: èla Zauberoper (opera ma-gica), genere musicale par-ticolarmente amato dalpubblico tedesco, dove ap-punto i temi erano il ma-gico, il comico e il tragico.Il flauto magico di Mozartnasce proprio come Zau-beroper; molte sono le fon-ti che lo ispirarono, ma lapiù accreditata è Lulu, ov-

vero il flauto magico diAugust Jakob Liebeskind.Mozart scrive Il flauto ma-gico per l’amico massoneEmanuel Schikaneder, at-tore e impresario teatraleche gestiva il Theater aufder Wieden di Vienna, ilquale ne scriverà il libret-to e sarà anche il primo in-terprete di Papageno.L’opera, che andò in scenail 30 settembre 1791 (la ce-lebre ouverture con il so-lenne triplice accordo ini-ziale venne scritta solo duegiorni prima), è un Sin-gspiel, genere che alternadialoghi parlati e musica.Dopo le prime repliche,Mozart scrisse alla moglieCostanza: “Sala semprepiena. Il duetto “Mannund Weib” (quello tra Pa-mina e Papageno), il Gloc-kenspiel del primo attosono stati bissati come alsolito. E così pure al se-condo atto il trio dei pag-

gi. Ma quel che mi fa piùpiacere è il consenso si-lenzioso! Si vede comel’opera sale sempre piùnella stima generale”. Siracconta che Mozart, sulletto di morte, avesse chie-sto che gli venissero can-tate proprio le arie di Pa-pageno. “Il flauto magicoè forse il capolavoro poe-tico dell’Illuminismo”. Pa-rola di Eugenio Montale.

20 maggio Roma,Stadio di DomizianoToscaPreparatevi ad entrare inuna vera e propria mac-china del tempo, a pochimetri di profondità dallafrenetica vita della Capi-tale. I resti dello Stadio diDomiziano, costruito dal-l’omonimo imperatore, sitrovano oggi nei sotterra-nei di Piazza Navona, nelcuore di Roma, e rientranoa pieno titolo nel circuitoturistico-culturale della“romanità”, diventandoanche un luogo d’incontroe socializzazione. L’importanza dello Stadiosta nel desiderio dell’Im-peratore di sensibilizzare ecoinvolgere i romani a pra-ticare di più l’atletica, sportper eccellenza, e gli sportnon violenti. Nell’affasci-nante cornice dello Stadiodi Domiziano, tra le rovi-ne della zona archeologicadi piazza Navona, saretetravolti dalla passione del-la musica dei grandi com-positori. Le sublimi vocidei cantanti lirici vi con-

durranno per mano nelcuore pulsante dell’anticaRoma, alla scoperta delleOpere che emozionaronotutto il mondo.Potrete raccontare di avervissuto un’esperienza uni-ca lasciandovi emozionareda questa speciale serata,in un luogo tutto da sco-prire, nel cuore della RomaAntica.

23 maggio Bologna,Auditorium Teatro Man-zoniUto Ughi e Andrea Luc-chesini

È il violinista italiano piùamato, celebre in tutto ilmondo: Uto Ughi, accom-pagnato dal pianista An-drea Lucchesini, al Bolo-gna Festival per un pro-gramma interamente de-dicato a Brahms e alle so-nate per violino e piano-forte: Johannes Brahms, Sonata n.1 in sol maggiore op. 78 perviolino e pianoforte

90 FDS 257 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO • a cura di Giada Ventura

Rassegna di concerti ed eventi di tutti i generi musicali per lasciare, una volta tanto, l’impianto spento. O, quantomeno, in stand-by...

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91APPUNTAMENTI D’ASCOLTO▼ FDS 257

Johannes Brahms, Sonata n.2 in la maggiore op. 100 perviolino e pianoforte

Dal 25 al 31 maggio Ra-venna,Basilia di San Vitale,Variazioni Goldberg

Trio Quodlibetviolino Mariechristine Ló-pezviola Virginia Lucavioloncello Fabio Fauso-neJohann Sebastian BachVariazioni Goldberg Bwv988 (1741-1745)Aria – 30 Variazioni – Ariada capo Versione per trio d’archi diBruno GiurannaLa percezione di perfezio-ne che rapisce chi entranella Basilica di San Vita-le, immerso nella bellezzache scaturisce da quel-l’equilibrato intreccio difede e matematica, spiri-tualità e geometria, è lostesso che avvolge l’ascol-tatore che si introduce nelperfetto equilibrio armo-nico della musica di Bach,ineffabile sintesi, anch’es-sa, di arte e geometria,rapporti numerici e spiri-tualità. Cosa ci può essere di piùaffascinante e coinvolgen-te dell’ascoltare uno deimassimi capolavori di Jo-han Sebastian Bach, le Va-riazioni Goldberg nellaversione per trio d’archi diBruno Giuranna, eseguitodal Trio Quodlibet sottol’oro dei mosaici di San Vi-tale?

25 maggio Firenze,Opera di FirenzeStefano Bollani«L’azzurro ci dice: ascoltatevoi stessi e gli altri. Create!Disobbedite! – ci dice ancoral’ azzurro. Non tace mai,l’azzurro». La prima ese-cuzione assoluta del con-certo azzurro di StefanoBollani con l’Orchestra delMaggio Musicale Fioren-tino diretta da Kristjan Jär-vi rappresenta un eventoimportante nel panoramamusicale contemporaneo.La partitura, preparata daPaolo Silvestri, prevedevari momenti di improv-visazione affidata al pia-noforte. Una scelta di li-bertà, azzurra come il cie-lo:Stefano Bollani, Concertoazzurro per pianoforte e or-chestra Arrangiamento diPaolo SilvestriPrima esecuzione assolutaPëtr Il’ič Čajkovskij, Il lagodei cigni, sinfonia dram-matica (adattamento diKristjan Järvi).

25 maggio Milano,MI AMI Festival,Henry Beckett

Dopo l’uscita del suo EP diesordio “Heights”, il can-tautore milanese dalle sfu-mature alt-country si esi-

birà in un solo acustico alMI AMI Festival in unaserata con Carmen Conso-li, The Zen Circus, il Pandel Diavolo, Nicolò Car-nesi, Lucio Corsi, Pieral-berto Valli, Dimartino eFabrizio Cammarata,Campos, KIOL ed Eva Pe-varello. Premiato come mi-glior nuova proposta allive contest in diretta suRadio Popolare a dicembre2016, Henry Beckett è unodei più interessanti prota-gonisti emergenti dellascena musicale indipen-dente. Il singolo “Why WeDance” tratto da“Heights”, prima ancoradella pubblicazione del-l’EP, è entrato a far partedella Compilation n. 89 diRockit.

28 maggio Ravenna,Palazzo Mauro De AndréSemyon Bychkov e Jean-Yves ThibaudetMunich Philharmonicdirettore Semyon Bychkov

pianoforte Jean-Yves Thi-baudetTchaikovsky Pëtr Il’ičConcerto per pianoforte e or-chestra n. 1 in si bemolleminore op. 23Louis-Hector BerliozSymphonie fantastique (Épi-sode de la vie d’un artiste) op.14Quegli inesorabili, celebri

accordi con cui il piano-forte si impone da subitoall’orchestra non andaronogiù al grande Nikolaj Ru-benstein cui erano desti-nati: un inaccettabileschiaffo alla tradizione cheTchaikovsky pose allora

nelle mani di Hans vonBülow (era il 1875 quandolo eseguì per la prima vol-ta, a Boston) e che quiascoltiamo da un pianistadi classe eccelsa come Thi-baudet, capace di fonderel’impeto rapsodico ro-mantico con il più cristal-lino dei suoni. Così comeelegante e intimamenteespressivo è il suono cheSemyon Bychkov, dall’altodi una carriera che da Le-ningrado l’ha portato aconquistare il mondo, saimprimere all’orchestra,rinnovando ogni voltaquel senso di assoluta no-vità, timbrica e strutturale,che emana dall’imponentepoema sinfonico di Ber-lioz.

6 giugno Bergamo,Teatro DonizettiMarta Argerich

In occasione della 54° edi-zione del Festival Piani-stico Internazionale di Bre-scia e Bergamo, un con-certo eccezionale con lapresenza della straordina-

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ria pianista Martha Arge-rich; al pubblico del TeatroDonizetti di Bergamo ver-rà proposto il seguenteprogramma:C. Saint-Saëns, Il carnevaledegli animaliL. van Beethoven, Concerton. 2 in si bemolle maggioreper pianoforte e orchestra op.19

13, 14 giugno Roma,Terme di CaracallaLudovico Einaudi

Ludovico Einaudi torna,a distanza di due anni,nello splendido scenariodelle antiche Terme. Trale rovine risuoneranno lemusiche del nuovo album,Elements (16 ottobre 2015,Decca Records – UniversalMusic Group), in un con-certo live nelle due unichedate italiane del tour 2017.Ludovico Einaudi non saràsolo sul palcoscenico. Conlui Federico Mecozzi alviolino, Redi Hasa al vio-loncello, Alberto Fabris albasso elettrico e live elec-tronics, Riccardo Laganàalle percussioni e France-sco Arcuri alle chitarre.

Dal 16 giugno al 1 luglioFirenze,Cortile di Palazzo PittiLa TraviataDirettore, Francesco Pa-squalettiRegia, Alfredo CornoScene, Angelo SalaCostumi, Alfredo Corno eAngelo Sala

Luci, Alessandro TutiniMaestro del Coro, LorenzoFratiniInterpreti:Violetta, Jessica NuccioAlfredo Germont, Ales-sandro Scotto di LuzioGiorgio Germont, Marcel-lo RosielloOrchestra e Coro del Mag-gio Musicale Fiorentino

22 giugno Pescara,Teatro G. D’Annunzio23 giugno Roma,Auditorium Parco dellaMusicaJethro Tull by Ian Ander-sonIl leader della storica bandJethro Tull, Ian Anderson,torna con la sua band.L’uomo che ha reso popo-lare il flauto nel mondo eche conta all’attivo più di65 milioni di dischi ven-

duti e più di 3.000 concer-ti in 40 paesi, prosegue lasua lunga stagione creati-va, continuando ad attrar-re le platee di tutto il mon-do, accompagnandole suisentieri del suo lungo pas-sato e del repertorio stori-co della band.Un’occasione imperdibileper riascoltare dal flauto edalle note di Ian Andersone della sua band il migliorrepertorio dei Jethro Tull,Locomotive Breath, Aqua-lung, Living in the Past,Boureé, e molti altri in unconcerto-spettacolo unicodove il viaggio musicale èaccompagnato dalla pro-iezione sullo sfondo dinuovi suggestivi video ri-creando quanto più fedel-mente sia possibile le in-distinguibili atmosfere chehanno segnato l’incredi-

bile avventura dei JethroTull; un’ esperienza tantoaffascinante quanto unicache coinvolge tutti i sensidello spettatore.Sul palco Ian Andersonsarà affiancato dai musici-sti che lo accompagnanoda diverso tempo: JohnO’Hara alle tastiere, DavidGoodier al basso, FlorianOpahle alla chitarra, ScottHammond alla batteria.

25 giugno Carpi (MI),Piazza dei MartiriFranco Battiato e la RoyalPhilharmonic Concert Or-chestra

I grandi brani di Battiatosaranno per l’occasione in-terpretati in chiave sinfo-nica per una serie di sera-te eccezionalmente propo-ste con l’accompagna-mento della Royal Phil-harmonic Concert Orche-stra, dove vivranno nel-l’esecuzione dell’orchestralondinese diretta da CarloGuaitoli con Angelo Pri-vitera alle tastiere e pro-grammazioni. La Royal PhilharmonicConcert Orchestra, con cuiil cantautore ha in passatogià collaborato per la re-gistrazione di alcuni suoilavori di studio, ha ac-compagnato diversi artistidi fama internazionale tracui nomi illustri della mu-sica lirica come José Car-reras, Lesley Garrett, BrynTerfel, Renée Fleming, Kiri

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Te Kanawa e Luciano Pa-varotti, ma anche iconedella cultura pop comeBurt Bacharach, Tina Tur-ner, Henry Mancini, LizaMinnelli, Barry Manilow,Sting e Stevie Wonder. Inscaletta, oltre alle canzonipiù celebri, alcuni branirappresentativi della suamultiforme carriera arti-stica che si completanocon un impianto scenicoche ne esalta la storia mu-sicale.

28 giugno Roma,Auditorium Parco dellaMusicaGino Paoli e Danilo Rea

“3” è il nuovo album diGino Paoli e Danilo Reaper la Parco della MusicaRecords, disco dedicatoalla canzone francese cheverrà presentato dal vivoin prima assoluta in SalaSanta Cecilia. Sempre allaricerca di nuovi stimoli esperimentazioni musicali,Paoli e Rea aprono cosìun nuovo capitolo dellaloro avventura: dopo “Duecome noi che…” (2012) e“Napoli con amore”(2013), “3” è il terzo albumdel fortunato duo che siera incontrato nel 2011 perdare vita a “Un incontro injazz” (2011). In questo al-bum, dopo il “songbook”americano e il canzonierenapoletano, i due musici-sti decidono di affrontare ilrepertorio della chansonfrançaise, brani di autoriimmortali della musica ditutti i tempi come Charles

Trenét, Jacques Breil, Gil-bért Becaud, Serge Gain-sbourg, Léo Ferré.

5 luglio Roma, Auditorium Parco dellaMusica, CaveaStefano Bollani Sinfonico

Orchestra dell’AccademiaNazionale di Santa Cecilia Kristian Jarvi direttoreStefano Bollani pianoforte I concerti estivi all’apertodell’Accademia Nazionaledi Santa Cecilia sarannoinaugurati dall’ecletticoStefano Bollani che, conl’Orchestra di Santa Ceci-lia diretta da Kristian Jär-vi, siederà al pianoforteper Concerto Azzurro -una sua nuova composi-zione per pianoforte e or-chestra - e l’intramontabi-le Rhapsody in Blue diGeorge Gershwin. A com-pletare il programma,un’altra composizione di‘jazz classico’ tra le piùfamose di Gershwin - UnAmericano a Parigi - e laprima esecuzione italianadi Morphic Waves del-l’olandese Joey Ruckens,brano sinfonico minimali-sta rielaborato con un’or-chestrazione in cui hannoparticolare risalto le per-cussioni.

6 luglio Milano,Arena Civica,Vittorio GrigoloGrazie alla collaborazio-ne tra Citysound Events eil Comune di Milano, que-st’estate l’Arena Civica ria-prirà i battenti con un mu-sical lirico dalla messa inscena imponente.

Giovedì 6 luglio il tenoreVittorio Grigòlo, straordi-nario interprete del bel-canto e ambasciatore del-l’eccellenza italiana nelmondo, porterà in scena ilsuo spettacolo ITALIA,UN SOGNO, un recitalcon proporzioni da kolos-sal voluto e progettato dalMaestro per presentare lamagia dell’opera in unaveste moderna e non con-venzionale.Non solo. Il sentimentoche ha spinto Grigolo aimbarcarsi in questa gran-de avventura artistica èl’amore e l’orgoglio versoil nostro Paese. E’ il sognodi un giovane artista che,divenuto a soli 39 anni iltenore più celebrato delmomento, acclamato dalpubblico e dalla criticamondiali, desidera condi-videre con gli spettatoriitaliani il suo inno all’Ita-lia e alla sua incontestabi-le grandezza.Con ITALIA, UN SOGNO,dunque, si superano i con-

fini del melodramma tra-dizionale. Vittorio Grigolo,con grande carisma e pro-fondità, racconta quadridella storia d’Italia, dalRinascimento alla DolceVita, abbinandovi 14 arieclassiche del repertorio ita-liano – da “La donna èmobile” a “Una furtiva la-grima”, passando per “Ve-sti la giubba”, “Che gelidamanina” e “Nessun dor-ma” – e trasformando lospettacolo in una straor-dinaria festa del belcanto.Sul palco, infatti, Grigolosarà accompagnato da uncast di 14 artisti, tra can-tanti e attori, un’Orche-stra Sinfonica di 65 ele-menti e un coro di 40 pro-fessionisti magistralmentediretti dal regista ingleseJohn Pascoe.Una grande produzioneteatrale classica al con-tempo caratterizzata dauna scenografia innovati-va che vibra e si modificainsieme agli artisti attra-verso proiezioni tridimen-

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sionali e tecnologie avan-zate.ITALIA, UN SOGNO nonè un semplice recital diarie d’opera, ma uno spet-tacolo completo e contem-poraneo che rivisita inchiave nuova il linguaggiodell’opera. Un progettocon il quale Grigolo in-tende rivoluzionare la tra-dizione: “L’opera non mori-rà mai, ha solo bisogno di in-dividuare nuove strade, nuo-vi luoghi, nuovi linguaggi perdiffonderne i contenuti”.Il giovane tenore è ferma-mente convinto che questolinguaggio musicale abbiala forza di coinvolgere lenuove generazioni e sot-tolinea: “Questo sogno ita-liano dovrebbe entrare inogni scuola! Bisogna smet-terla di pensare che tuttoquello che viene da fuori è me-glio del nostro. Il meglio sia-mo noi. E’ da qui che dob-biamo partire”.

dal 13 maggio al 30 di-cembre 2018 Venezia,Museo DiocesanoViva Vivaldi – The FourSeason MysteryPer la prima volta le Quat-tro Stagioni di Vivaldi sipossono non solo ascolta-re ma contemporanea-mente vedere e respirare.Un modo del tutto nuovoe hi-tech di vivere la mu-

sica del celebre violinistaveneziano che da maggio2017 viene offerto a Vene-zia con “VivaVivaldi. TheFour Season Mystery”, unnuovo format artistico apochi passi da Piazza SanMarco. Videomapping,ambienti immersivi, au-dio multidirezionale ed ef-fetti olfattivi: la tecnologiapiù innovativa per

un’esperienza dallo stra-ordinario impatto emotivoche consente allo spetta-tore di scoprire attraversoi sensi la bellezza del con-certo più eseguito al mon-do. Un percorso diviso insequenze, come fosse unapartitura musicale.Un’esperienza musicale esensoriale mozzafiato, uni-ca, imperdibile.

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Il Festival dei 2 Mondi diSpoleto si svolge que-st’anno dal 30 giugno al 16luglio e riserva al suo pub-blico 17 giorni di grandieventi, trasformando la cit-tà in un vero e propriopalcoscenico che ospiteràspettacoli di opera, musi-ca, teatro e danza, mostre,appuntamenti cinemato-grafici e tantissimi ospiti.Alla 60a edizione, il Festi-val di Spoleto conferma ilsuo carattere originale e ilprestigio di un importan-te appuntamento interna-zionale. Storico luogo diincontro tra culture diver-se, offre oggi una consoli-data vetrina ai grandi ar-tisti e a quelli emergenti esoprattutto è inarrestabileofficina di produzioni ori-ginali.In attesa di scoprirne dipiù, per il momento eccoalcune anticipazioni sul-l’edizione 2017: l’opera diapertura scelta è il “DonGiovanni” di Mozart, checonclude il progetto arti-stico triennale della trilogiadi Mozart/Da Ponte, rea-lizzato grazie alla colla-borazione con il RavennaFestival, l’Orchestra Gio-vanile Luigi Cherubini e ilTeatro Coccia di Novara. Il concerto di chiusura, in-vece, vedrà esibirsi Ric-cardo Muti che dirigerà lasua amata Orchestra Gio-vanile Luigi Cherubini dalui stesso fondata nel 2004.Il Festival vuole inoltrededicare un momento diriflessione e raccoglimen-to al terremoto che ha col-pito il centro Italia, soffo-cando centinaia di storie.Per l’occasione ha com-missionato a Silvia Cola-santi la scrittura di un Re-

quiem, per Soli, Coro eOrchestra: appuntamentoper il 2 luglio in PiazzaDuomo.Dal 7 al 9 luglio, verràpresentato uno spettacoloin lingua cinese tratto dal-la commedia “Aveva duepistole con gli occhi bian-chi e neri”, che Dario Foscrisse nel 1960. Con la re-gia del più innovativo e ce-lebrato regista teatrale ci-nese, Meng Jinghui, questaprima messa in scena inItalia del testo di DarioFo, in cinese, sarà unomaggio al nostro grandeautore e premio Nobel perla letteratura, oltre che unsegnale evidente del reci-proco interesse in ambitoculturale che sta crescendofra Italia e Cina.Altro evento da non per-dere, al Teatro Caio Melis-so, lo spettacolo “La Scor-tecata”, liberamente trattoda “Lo cunto de li cunti”di Giambattista Basile conCarmine Maringola e Sal-vatore D’Onofrio e il testoe la regia di Emma Dante.

Per maggiori informazionie biglietti:www.festivaldispoleto.com

30 giugno, 2 luglio Spoleto (PG),Teatro Nuovo Gian CarloMenotti,Davinia Rodriguez inDon GiovanniIl Festival dei Due Mondidi Spoleto, fondato dal leg-gendario compositoreGian Carlo Menotti nel1957, come l’anno scorsoconterà su Mozart e sul so-prano spagnolo DaviniaRodríguez. Il 30 giugno ilFestival italiano alzerà il si-pario con il Don Giovanni

di Mozart con la cantantedelle Canarie nel ruolo diDonna Elvira, che Rodri-guez canterà per la primavolta nella sua carriera.“Nel mese di febbraio hocantato Donna Anna nellastagione ABAO-OLBE diBilbao e a Spoleto inter-preterò la stessa opera, maquesta volta dal punto divista del ruolo rivale e,contro il libertino Don Gio-vanni, alleato”, dice il so-prano. “Cantare Donna El-vira, in una produzionefirmata dal direttore diSpoleto, Giorgio Ferrara, èper me una fantastica op-portunità di assimilare intutta la sua magnificenzala complessità del miticoDon Giovanni. Elvira ècosì innamorata di Don

Giovanni che lo cerca dicittà in città, fino a quandolo incontra a Siviglia. E lì,vedendosi una volta an-cora respinta, si allea conAnna e Ottavio per vendi-carsi del suo innamorato,anche se penso che se DonGiovanni le avesse detto“vieni con me, preferiscote” sicuramente Elviraavrebbe lasciato tutto perandare con lui. E fino allafine del mondo”.In questa nuova produ-zione di Don Giovanni,che a Spoleto conclude larevisione della trilogia Mo-zart-Da Ponte che il festi-val italiano sta realizzandoda tre anni, conterà sulmaestro James Conlon sulpodio. Uno spettacolo chepotrà essere visto in duefunzioni i giorni 30 giugnoe 2 luglio.Davinia Rodríguez, questaestate, sarà anche al Festi-val di Macerata come Liùin Turandot (Pucci ni) e ini-zierà la prossima stagionea ottobre tornando al Tea-tro San Carlo di Napolicome Amelia in SimonBoccanegra.

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Page 18: NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA - Fedeltà del Suono · Béla Fleck, Juno concerto Béla Fleck è spesso consi-derato il più importante interprete del banjo nel mondo. Vincitore di
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