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Materia cani randagi anno 2006

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Materia cani randagianno 2006

Si sono preparati per un abbandono.Sono in attesa di un abbandono. Si presentano a sè stessi.Così come sono?Combattere fino all'ultimo respiro. Sentire che le dita dei piedisono lì. Hanno costruito la loro scena.Personaggi per passione.La figura che si portano sulle spalle è leggera,il vestito rosso di paillettes. Tre parole scritte nella terra dafonderia: torpore, divertimento, disperazione.Ancora una volta il vetro ci separa da loro. Con una piroettalei si affaccia. Scherza col fuoco di una passione che la divo-ra, pone le gambe in avvitamenti, le braccia a sostenerla.Senza sguardo, necessari a sè stessi si armano di solitudine.Viaggiano su binari, vicini? lontani? Mah, che importa. Sannoche saremo noi a disegnare la loro storia. Muti bambini in-quieti. Attori. Uomini. Corpi senza corpo. Voci.Se alzi lo sguardo … Cadono.Perennemente cadono. Come sostenuti da pesi. Contrariamenteda quanto si aspetterebbero dal loro destino, escono quandol'uomo si siede. Qui, tch, tch, tch, non si scherza.Ed è allora che lascia cadere lo spolverino.Abbandona il legno, che arde, non di fuoco, e arretra finoallo scranno di metallo. Accompagnata dall'altro che, nudo collescarpe in mano, affila i tacchi per l'ansia e la sorpresa di tro-varsi lì, con loro, cosa mai aspettata, neppure immaginata. Ilclarinetto lo tocca e lo sospinge, avvolge l'aria delle sue note.Come fossero grimaldelli dell'avvenire, qualcuno traccia il cammino,e già lo si ritrova solo. Non può farlo. Non posso farlo, si urlaaddosso per quell'agire che non gli appartiene. La rosa gli sidisfa nella mano. Deve resistere, o meglio, deve aver pazienza.Che rida, se vuol ridere. Gli altri sono già pronti, chiudono lecorsie della scena, affondano col ballo uno spazio che si allargacome l'acqua che cade, dovrebbe cadere, copiosa. Cade e siriprende.ll vetro trattiene il fulmine sulla chioma di un minuscolo albero,mentre su un altro vetro le scie viscose aiutano la ragazza atogliersi di torno il nulla. Rendersi necessari è quello che eglicomanda loro. Varca la soglia di un paesaggio senza confine, manon infinito. Costretto a quell'abbandono, egli si permuta in preci-se combinazioni, richiama a sé il fuoco di uno zolfanello, faarretrare le porte dell'incanto. Se la macchina da presa si ripren-de lo spazio che le spetta, la stanza dello sguardo allora siallarga, a dismisura. Ancora lì, a quel tavolo. Una goccia cade erimbalza sulla piastra levigata. L'arco, allora, si lancia all'insegui-mento di uno stare che non trova pace.

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dal film Perdizione, regia di Béla Tarr

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foto di: Mario Cossu

Materia cani randagi trae la sua origine dagliscritti di Carlo Michelstaedter, in particolare è“La Persuasione e la Rettorica” a condurcinell’universo del non finito, del movimentointerrotto, della impossibilità di finitudine dell’-atto attorico.

“…la vita sarebbe se il tempo non leallontanasse l’essere costantemente nelprossimo istante …”.

Sull’opera del giovane filosofo, morto suicidanel 1910 all’età di 23 anni, si innestano levisioni del regista ungherese Béla Tarr.Tre delle sue opere sono attualmente fontedi lavoro e di ispirazione: Perdizione(1987), Sátántangó (1994), Le Armonie diWerckmeister (2000).L’esigenza dell’organicità tra l’azione e lospazio, che attraversa tutti gli spettacoli diMasque, rivolge con questo spettacolo, losguardo al cinematografo.Se nel paesaggio e nel primo piano ne co-glie le caratteristiche salienti, è fondamental-mente in quest’ultimo che Masque teatroindividua la specificità del proprio agire nellascena: al primo piano cinematografico affiancaun costante isolamento della figura; gli attoriagiscono secondo una logica che escludel’altro.Questa separazione, impedendo relazioni in-tellegibili, mette al riparo da un regime ditipo narrativo, consentendo allo spettatore diessere creatore di relazioni.

Devo puntualizzare che non si può dubitare nemmeno per un istante che non siamo di fronte a unaquestione tecnica, bensì tipicamente filosofica. Nelle ricerche sul sistema tonale in oggetto, giungiamoinevitabilmente a riesaminare le nostre convinzioni.Dobbiamo chiederci:" S u c o s a s i b a s a l a n o s t r a o p i n i o n e ? "Ne consegue che in effetti dobbiamo parlare non tanto di ricerche musicali, quanto piuttosto delriconoscimento di un fatto antimusicale. Della rivelazione risoluta di uno scandalo accettato da secoli eparticolarmente sconfortante. Infatti la situazione vergognosa è che ogni singolo accordo di capolavori disvariati secoli è falso fino al midollo. Questo significa che l'espressione musicale, quella magiainsuperabile, fatta di assonanze e accordi, di fatto si basa semplicemente su un inganno. Si, senzaalcun dubbio, dobbiamo parlare di un vero inganno, anche se i più insicuri, per addolcire la faccenda,cianciano di compromesso.Che genere di compromesso, quando la maggioranza afferma che il tono musicale puro è soloun'illusione. Per essi di fatto non esistono accordi musicali puri. E' ora di richiamare l'attenzione sulfatto che ci sono state epoche più fortunate della nostra, per esempio quella di Pitagora e Aristosseno,quando i nostri avi usavano s t rumen t imusicali accordati in maniera naturale. Lorosi accontentavano di suonare solo in alcunitoni, perché non erano tormentati da dubbi,sapevano che l'armonia divina appartiene aglidei. Più tardi, tutto questo non valse più un fico secco. Infatti la presunzione confusa si sarebbeappropriata di tutta l'armonia divina. A proprio modo c'è anche riuscita. Affidando la questione ai tecnici,prima a un Pretorius, a un Salinas, e infine ad Andreas Werckmeister, il quale assolse il suo compitodividendo semplicemente in dodici parti uguali il sistema divino della ottave. Di due semitoni, uno è unartificio. Egli usò solo cinque tasti neri, invece di dieci, suggellando così la situazione. Dobbiamo ancheaffrontare lo sviluppo dell'accordatura degli strumenti, il cosiddetto temperamento uniforme e la sua tristestoria e ripristinare il diritto all'accordatura naturale. Con cura dobbiamo correggere gli errori diWerckmeister. Dobbiamo vedercela con quelle sette note in sequenza non come equivalenti a un'ottava,bensì come sette, sette qualità distinte come sette sorelle sulla volta celeste. Questo è ciò chedovremmo fare, però dobbiamo prendere coscienza che questa accordatura naturale ha i suoi limiti, èuna limitazione peraltro preoccupante che esclude decisamente l'utilizzo dei toni in chiavi musicali piùalte.

(dal fim Werckmeister Harmoniak, Béla Tarr)

Le kell szögeznem, nem kétséges egy pillanatra sem, hogy ebben al esetben nem technikai,hanem jellegzetesen filozofiai kérdésröl van szó. Nevezetesen arról, hogy a szóban forgóhangrendszer kutatàsok révén, elkerülhetetlenül eljutunk egy bizonyos hitvizsgálatig amikor isföltesszük, mire alapozzuk abbèli meggyözödésünket, hogy az a harmonikus rend, amireminden remekmü, a maga megfellebezhetetlensègèben utal, lètezik-e egyáltálan...Ebbölkövetkezik, hogy voltakèpp nem is zenei kutatásokról, hanem egyetlen, zene elleneselismerésröl, egy èvszàdok òta elkendõzött ès különösen kètsègbe ejtõ botrány, határozottleleplezèsèröl kell beszèlnünk. A megszègyenitö helyzet ugyanis az, hogy több èvszazadmestermüveinek minden egyes hangzata, velejèig hamis…..

(testo recitato in ungherese)

L ' o r d i n e a r m o n i c o , al quale ognicapolavoro fa riferimento nella propria

inappellabilità, e s i s t e d a v v e r o ?

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A-KÊDOS [ACEDIA]mancanza di cura, di preoccupazione, di sollecitudine,difetto di operosità, negligenza, indolenza. Incapacità di volere in mododeciso.L’incapacità di volere è senza dubbio i l perno su cui gravi taun’eccezionale esperienza in ter iore e poetica .

[ACEDIA]demone meridianoL’esistenza che trascorre all’insegna della propria sterilità e di unacondanna irrevocabile alla solitudine.

[ACEDIA]posizione di stallorispetto alla realtà, agli affetti, ai progetti personali

foto di: Lorenzo Bazzocchi

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Temperamento

Termine dato ai vari sistemi di corre-zione dell’intonazione naturale per adat-tarla agli intervalli musicali codificati diun determinato sistema musicale. Nellamusica occidentale una prima correzionesi rese necessaria nel sec. XVI peradattare la scala pitagorica (basata sulciclo delle quinte e con l’intervallo diterza dissonante) alle nuove esigenzedi una concezione armonica basatasull’accordo perfetto (costruito appuntonell’intervallo di terza. La scala zarli-niana che ne derivò (basata sull’inter-vallo di terza e sui rapporti fra i primiarmonici naturali) presentava a suavolta delle difficoltà per gli strumenti aintonazione fissa (in pratica, gli stru-menti a tastiera) sui quali risultavanoimpraticabili le tonalità e modulazioni amano a mano che si allontanavano dalfondamentale do maggiore. Si ovviòall’inconveniente adottando il cosiddettot. eguale (o equabile), cioè unasuddivisione simmetrica dell’ottava in 12semitoni identici, nella quale tutti gliintervalli (a eccezione di quello diottava) risultavano leggermente corretti,cioè “temperati”, rispetto alla notanaturale. In pratica, si fece in modoche sulla tastiera un solo tasto servissecome diesis della nota precedente ecome bemolle di quella seguente. Ilsistema, già applicato empiricamente, fucodificato dall’organista e teorico An-dreas Werckmeister nei trattati Musikali-sche Temperatur – 1691 e Hypomne-mata musica – 1697, ed esemplificatonella sua globalità qualche decenniodopo da Bach nei due volumi delClavicembalo ben temperato.

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foto di: Lorenzo Bazzocchi

foto di: Paolo Pennuti

foto di: Paolo Pennuti

foto di: Paolo Pennuti

Te vagy a Nap,a Nap nem mozog, csak így csinàl ..Te vagy a Föld,a Fold elöszor ide àll és aztànforogni kezd a Nap körülés most, olyan magyaràzatot kapunk,amiböl mi egyszerü emberek ismegèrthetunk valamit a halhatatlansàgbòl.Azt kérem csak, hogy velemegyütt lépjenek ki egy hatàrtalan tèrbe,ahol az àllandòsa’g, a nyugalom és a béke,a végtelen üresség az ùr; és képzeljèk csak el,hogy itt ebben a vègtelen zengö csendben,mindenfelè àthatolhatatlan sötètsèg van.Itt egyenlöre mèg csak az àltalànosmozgaàst èszleljük,és eleinte észre sem vesszük,milyen rendkivüli esemènyek szemtanùi vagyunka Nap ragyogò fénye,mindig meleget és vilàgossàgotàraszt a Földnek arra a feléreamelyik éppen a Nap felé fordul;és mi itt àllunk a tündöklésbenez a holt,a holt forgo moz gast vegez a föld körulmi történik? Azt làtjuk hirtelen,hogy a Hold korongja, hogy a Hold korongja,a Nap làngolò gömblyét Behorpasztjaés a horpadàs, a sötét àrnyék egyre nö és nö..és ahogy egyre jobban eltakarja,a Napbòl lassan màr csak egy keskeny sarlòmarad.Egy vakìtò sarlò. És a következö percben,a következö percben mondjuk,hogy dèli egy òrakkor egyszeriben dràmai fordulatàll be.E pillanatban a levegö vàratlanul lehül.Érzik màr?Az ég beborul, egészen besötétedik. Felvonyìtanaka kutyàk, maglapul a nyùl Fut a szarvascsorda, fut,riadtan menekulÈs ebben a fèlelmetes ès felfoghatatlan alkonyatbanMèg a madarak is à madarak is megzavarodnakès fèszkukre szàllnak riadtan, ès akkor nèma csendMinden èlolèny elnèmul.Vajon megindulnak a hegyek?Rànk dol a mennyboltozat? Beomlik a Fold?Nem tudjuk mi lesz. Nem tudjuk mi lesz, mert beàllta teljes Napfogyatkozàs. De, de nincs ok afèlelemre, Mèg nincs vège.Mert a Nap izzò gombjènek tùloldalàn, lassankiùszik a Hold.Ès a Nap most ùjbòl felragyog és a Foldre, lassanvisszatèr a fèny,ès àradni kezd ùjbòl a meleg ès mindenkitmegindultsàg fog el,Hogy felszabadul a sotètsèg sùlya alòl..

Tu sei il sole, il sole non si muove, fa solo così.Tu sei la terra.La terra prima si mette qui, e poi comincia a girareintorno al sole.Ed ora, avremo una spiegazione grazie alla qualeanche noi persone semplici potremo comprendere qual-cosa sull’immortalità.Vi prego soltanto di venire con me in uno spaziosconfinato, lì regna la stabilità, la serenità, la pace, eil vuoto infinito.Immaginate, che qui, in questo infinito silenzio sonoro,tutto sia avvolto da una oscurità impenetrabile per ilmomento, percepiamo solo un movimento generico. Inprincipio, neanche ci accorgiamo di quali avvenimentistraordinari siamo testimoni.La luce sfolgorante del sole diffonde sempre calore eluce sulla metà della terra, che è rivoltata in quelmomento contro di esso. E noi siamo in questosplendore. Questa è la luna, la luna effettua un movi-mento rotatorio intorno alla terra.Ma che sta succedendo, all’improvviso vediamo che ildisco della luna, il disco della luna, si sovrappone alglobo fiammeggiante del sole creando una cavità, equesta cavità un’ombra scura che cresce sempre piùman mano che lo copre; del sole non rimane che unafalce sottile, una falce accecante.Un minuto dopo, un minuto dopo, diciamo verso letredici, improvvisamente scoppia il dramma. In quelpreciso attimo, l’aria si raffredda inaspettatamente. Losentite anche voi? Il cielo si scurisce e tutto diventabuio i cani guaiscono, le lepri si nascondono, il cervocorre impazzito, in questo tramonto, spaventoso einconcepibile anche gli uccelli, gli uccelli sono turbati evolano ai loro nidi. Tutte le creature viventi ammutoli-scono. Le montagne si muoveranno?La volta celeste precipiterà su di noi?La terra sprofonderà? Non lo sappiamo.Non possiamo saperlo, Perché ora c’è l’eclissi totaledel sole. Però, non c’è motivo di avere paura, non èancora finita sul lato opposto del globo solare, lenta-mente spunta la luna, il sole ora torna a splendere esulla terra lentamente torna la luce, e riprende a dif-fondersi il calore. Tutti sono presi dalla commozione,perché si liberano dall’oscurità.

testo recitato in ungherese

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posso fare di te quello che voglio… foto di: Lorenzo Bazzocchi

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...difenditi… foto di: Lorenzo Bazzocchi

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foto di: Lorenzo Bazzocchi

foto di: Lorenzo Bazzocchi

[MELANCHOLIA]

BILE NERAMELAS – neroCHOLÉ – bi le

Stato d’animo che tendealla tristezza,vago senso di abbandono,accompagnato dasentimento diraccoglimento disolitudine;s i a t t ribuisce nonsolo a lle persone maanche alle cosecapaci di produrrequesto statod’animo.l’oscura e presuntuosacertezza di essere giàcondannati in anticipo.

MELANCHOLIADESPE RATI OTORP OR

condizione sp ir i tua le contemporanea

foto di: Rosanna Lama

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foto di: Rosanna Lama

foto di: Rosanna Lama

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foto di: Paolo Pennuti

foto di: Paolo Pennuti

foto di: Lorenzo Bazzocchi

con:Eleonora SedioliAndrea BastiMatteo GattiLorenzo BazzocchiCatia Gatellie con:Bevano Est (musicisti)Vanni BendiGiampiero CignaniDavide CastigliaStefano Delvecchio

scene:Lorenzo BazzocchiEleonora Sedioli

musiche:Bevano Est

luci:Lorenzo Bazzocchi

elettronica:Matteo Gatti

organizzazione:Catia GatelliRosanna Lama

produzione:Associazione CulturaleMasque

ideazione e regia:Lorenzo Bazzocchi

Pr inc ipa l i rapp resentaz ionigiugno 2006, Rassegna Un Altro Teatro, Forlìdicembre 2006, Teatro delle Passioni, ERT, Modenamarzo 2007, Laboratori DMS, La Soffitta, Bolognagiugno 2007, Un Altro Teatro, Forlìsettembre 2007, Festival Crisalide

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