Notiziario_dicembre2010

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Notiziario Dicembre 2010

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Direttore ResponsabileFelice Bongiorno

Registrazione:Tribunale di CataniaN. 15 dell’11-04-2008

RedazioneFelice Bongiorno (coordinatore redazionale)Edoardo CutuliDomenico LuvaràMarcello MazzeoAntonino Rubino

CollaboratoriVittorio CastiglioneDomenico PaternòSalvatore SpitaleAndrea StranoAntonio Villari

Direzione e redazioneVia Del Bosco, 71 - 95125 CataniaTel. 095 336369Fax 095 339720E-mail: [email protected] web: www.sdbsicilia.org

Stampa digitaleScuola Grafica SalesianaCatania-Barriera

SS oo mm mm aa rr ii oo

Messaggio del Rettor Maggiore pag. 1Lettera dell’Ispettore » 4Convegno su Don Rua » 6Formazione » 8Pastorale Giovanile » 11

Animazione Missionaria » 16Associazioni » 19Comunicazione Sociale » 22

Famiglia Salesiana » 25Momenti di famiglia » 29Dalle case salesiane » 31Frammenti di memoria » 50Guardando altrove » 51

In copertinaNatività di Gaudì.

Foto: Sebastiano Auteri.

EditorialeGloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in

terra agli uomini che egli ama!Anche quest’anno celebriamo un even-

to lontano più di venti secoli che tornaancora una volta vivo e attuale. Gesù na-scendo porta per tutti una speranza chenon muore facendo “ricapitolare in setutto il mondo” e dona al mondo una no-vità “che fa nuove tutte le cose” (Ap.21,5).

Il Natale è luce, e Benedetto XVI ci ri-corda che: “Per giungere fino a Lui ab-biamo bisogno anche di luci vicine – dipersone che donano luce traendola dallasua luce ed offrono così orientamentoper la nostra traversata. E quale personapotrebbe più di Maria essere per noi stel-la di speranza – lei che con il suo «sì»aprì a Dio stesso la porta del nostro mon-do; lei che diventò la vivente Arca del-l’Alleanza, in cui Dio si fece carne, diven-ne uno di noi, piantò la sua tenda inmezzo a noi (cfr Gv 1,14)?”.

Che il Natale di quest’anno ci aiuti avedere i piccoli segni di speranza intornoa noi, lì dove i giovani riflettono sull’im-portanza di essere “partecipi alla costru-zione di una società migliore” e gli adul-ti, di fronte alle molteplici forme di vio-lenza giovanile, riscoprono l’urgenza ditornare ad essere modelli educativi cre-dibili e autentici per le nuove generazio-ni. Sono alcune delle piccole “luci” chefanno sperare!

Una preghiera: “Santa Maria, Madre diDio, Madre nostra, insegnaci a credere,sperare ed amare con te. Indicaci la viaverso il suo regno! Stella del mare, brillasu di noi e guidaci nel nostro cammino!”(Spe Salvi n. 50).

La redazione augura Buon Natale eFelice Anno Nuovo.

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1Insieme

“La vita con-sacrata non potràmai mancare némorire nellaChiesa. fu volutada Gesù stessocome porzione ir-removibile dellasua Chiesa”. (Be-nedetto XVI aiVescovi dellaConferenza epi-scopale regionaleSud 2 del Brasile

in visita “ad limina”, OR sabato 6 novembre2010, p. 8).

Carissimi confratelli Ispettori dell’Europa,Ho voluto incominciare questo mio di-

scorso di apertura dell’Incontro degli Ispetto-ri di Europa con le parole che il Santo Padre,Benedetto XVI, ha rivolto venerdì 5 novem-bre ai Vescovi della Conferenza Episcopale –Regione Sud 2 – del Brasile, in visita “ad limi-na”.

Quella del Papa è una voce rassicuranteche suona inconfutabile: il calo delle vocazio-ni, l’invecchiamento degli Istituti non sono ilsegno di un declino che porterà prima o poiall’estinzione della vita religiosa nella Chiesa.Semplicemente, essa non potrà scomparireperché “ha avuto origine con il Signore stes-so che scelse per sé questa forma di vita ver-ginale, povera e obbediente”.

Con questo mio intervento, che voglio siatanto spontaneo come chiaro, desidero nonsolo fare il punto sul cammino di riflessioneche stiamo portando avanti insieme con il“Progetto Europa”, ma soprattutto aiutarvi acentrare il lavoro da fare in questi giorni iden-tificando le sfide concrete che affrontiamo esegnalando le opzioni di governo da attivare.Lo faccio servendomi della riflessione che iSuperiori Generali hanno compiuto sul temaEuropa; così il mio contributo si presenta piùautorevole e ci libera della paura di essere isoli ad affrontare questa situazione critica.

Dapprima mi riferirò ai fatti della crisiculturale e morale che nell’Europa incidono

maggiormente sulla Vita Consacrata (VC), ingenere, e sulla nostra vita salesiana. Poi, se-gnalerò le sfide che questa situazione presen-ta alla VC e gli spazi che si aprono ad essa.Per finire, elencherò le scelte strategiche digoverno, che dovremmo studiare ed assume-re per farle criterio della nostra animazionenelle Ispettorie.

AAssppeettttii ddeellllaa ccrriissii eeuurrooppeeaa cchhee ttooccccaannoo llaaVVCC

La situazione attuale della VC in Europanon è da viversi in senso soltanto o soprattut-to negativo: può diventare addirittura un’op-portunità, un passaggio in cui quello chemuore deve morire perché nasca qualcosa dinuovo. […]

La VC è chiamata a fare uno sforzo perrecuperare una sua voce dentro la società eu-ropea, non tanto o non solo per ricuperare lospazio sociale ma per rimanere fedele alla suavocazione. Non è questione di fascino bensìdi fedeltà.

Tutto questo esige un’analisi profondadei fenomeni che caratterizzano questa socie-tà e una grande chiarezza riguardo alle pro-spettive nelle quali la VC vive e si situa con isuoi pronunciamenti.

Il problema sta anche nel far giungere ilmessaggio a chi non è interessato ad ascoltar-lo: per poter raggiungere le persone dell’Eu-ropa di oggi, la VC dovrà assumere una veraattitudine di dialogo con la cultura e una rea-le sintonia con la vita della gente.

SSffiiddee,, ppoossssiibbiilliittàà,, sseeggnnii ddii ssppeerraannzzaa

Le sfide che abbiamo davanti ci indicanopure degli spazi nuovi e propri che si apronoalla VC nell'Europa di oggi, pur nell'avverti-ta consapevolezza della nostra fragilità. Sem-brerebbe paradossalmente che quanto più bi-sogno ha della VC questa Europa, tanto me-no pronta essa sia per questa missione.

– La sfida più grande che la VC deve af-frontare è se stessa, ricominciando ad averepiena fiducia che il Signore, come al Mar Ros-so, apre sicuramente una strada per superarele difficoltà.

MMeessssaaggggiioo ddeell RReettttoorr MMaaggggiioorree

VViittaa ssaalleessiiaannaa nneellll ’’EEuurrooppaa dd’’ooggggii

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– Vi è poi la sfida del linguaggio, della ca-pacità di far comprendere la VC. Molto spes-so ci rendiamo conto che la gente ha una co-noscenza limitata e distorta dei religiosi. Oc-corre individuare modalità nuove per far per-cepire quello che siamo e viviamo. Non è so-lo questione di "abito", ma della capacità difarci percepire come persone che vivono in-sieme per un ideale, che esprimono un'auten-tica fraternità, che operano, non per volontàdi potenza, ma per rendersi samaritani versoi poveri.

– Altra sfida è di riaffermare valori che cicontraddistinguono e che forse non vengonopiù capiti: la definitività di una scelta di con-sacrazione, la castità, l'obbedienza, ecc.: ladifficoltà a far comprendere il valore di que-ste scelte non ci esime dal testimoniarle congioia e dal continuare a proporle ai giovani,che, pur confusi e frammentati, sono ancoraaffascinati da scelte radicali e da figure vera-mente profetiche ed alternative.

– Un'ulteriore sfida è la testimonianzadella comunione a tutti i livelli (anche fra Isti-tuti e fra carismi differenti): trovarci insieme,riflettere insieme, lavorare insieme in una so-cietà che si divide, che si chiude nel privato enell'individualismo.

– C'è una grande sfida che riguarda la po-sizione della vita consacrata nella Chiesa:sembra necessario "declericalizzare" la VC,in una Chiesa che si presenta spesso moltoclericale; in alcune Congregazioni. infatti, ilmodo di esercitare il ministero sacerdotalesembra aver annullato alcuni aspetti più ca-ratteristici della VC.

– Siamo oggi sfidati nel vivere il voto dipovertà, come stile di vita (potremmo chie-derci, per esempio. quanto ci tocca o ci hatoccato la crisi economica mondiale), ma an-che come capacità di situarci sulla frontieradell'emarginazione. Lasciare che i poveri sia-no i nostri maestri. Povertà vissuta anche co-me libertà di fronte alle strutture: a volte sem-briamo come soffocati nella gestione di strut-ture che non hanno futuro. Forse ci sonostrutture che non rispondono più ai bisogniodierni... E già sappiamo – come dice Gesù –che gli otri vecchi non possono contenere ilvino nuovo! Bisogna forse pensare la nostravita in un altro modo, sbarazzandoci corag-

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giosamente di molte cose che ci impedisconodi essere con quelli cui dovremmo essere vici-ni. Questo modo di vivere la povertà è fedel-tà allo Spirito ed è una testimonianza cui lasocietà odierna è molto sensibile.

– Una sfida importante oggi - anche nellaformazione – è l'uso adeguato delle nuovetecnologie, in modo che ci aiutino ad incre-mentare il nostro servizio, anziché essere unostacolo. Di certo esse incidono nella nostravita comunitaria, nella nostra vita personale:occorre discernimento.

– La situazione generazionale" della VCin Europa (tanti anziani e pochi giovani) èuna doppia sfida: anzitutto la sfida a valoriz-zare gli anziani che sono fra noi, a non farlisentire un peso nelle nostre comunità, mapiuttosto a valorizzarli come una risorsa diesperienza, di fedeltà e di saggezza; e, nelcontempo, ad educare ed educarci a invec-chiare bene, per poter continuare a dare ilproprio positivo contributo nella comunità enella missione. Allo stesso tempo, c'è la sfidadi un'adeguata integrazione dei religiosi piùgiovani, poiché spesso manca una generazio-ne intermedia che faciliti questa integrazione;c'è da porsi il problema di come dare mag-gior protagonismo ai giovani: a volte, sonosuperprotetti, perché sono pochi o forse nongli si dà responsabilità; a volte però, sono so-vraccarichi di lavoro e hanno la responsabili-tà di portare avanti opere oltre misura.

– In generale, ci viene richiesta un'atten-zione speciale alla situazione dei giovani. Bi-sogna imparare a dialogare con loro, usando iloro linguaggi ed educare noi stessi a sinto-nizzarci con le loro aspirazioni e le loro pre-occupazioni. Spesso i giovani non compren-dono il nostro linguaggio, né incontrano, confrequenza, nelle nostre comunità chi li ac-compagna nei loro itinerari spirituali e quelleesperienze di fraternità che vanno cercando.Nei processi formativi bisognerà essere di-sposti ad accompagnare e a lasciare che sianogli stessi giovani che trovano le nuove espres-sioni del carisma che poi si traducano in ri-sposte valide perle sfide del mondo odierno.

Come accogliere i giovani d'oggi? C'èuna sfida di visibilità, ma ricordiamoci che ilvero segno di visibilità è l'amore che noi ab-biamo gli uni per gli altri, anzitutto nella no-stra vita comunitaria che deve essere nutrita

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dal rispetto per l'altro nella sua originalità,dall'apertura nell'accoglienza. Essa deve po-ter essere guardata dai giovani come affasci-nante e piena di senso. Nelle periferie carat-terizzate da una forte presenza di stranieri, lanatura internazionale ed interculturale dellenostre comunità può essere una testimonian-za profetica che si può vivere bene insieme,anche se si è differenti. [...]

Gli impegni per noi sono:• costruire comunità dove si vive con gio-

ia il dono della fraternità: in una società spes-so multiculturale che soffre tensioni a causadi questo, la testimonianza di comunità for-mate da persone di differente provenienzageografica e culturale che vivono gioiosamen-te il dono della fraternità, è una testimonian-za importante del potere trasformante delVangelo e, allo stesso tempo, è una parabolache indica cammini di futuro per le societàeuropee;

• offrire itinerari seri di cammino spiri-tuale a quelle persone che cercano risposte al-le loro inquietudini religiose e sentono unacerta nostalgia di Dio. Questo esige, natural-mente, che noi approfondiamo la nostraesperienza spirituale e creiamo ambienti eprogetti comunitari che aiutino in tal senso;

• recuperare la centralità della missione eservirla con più trasparenza. La VC devesmettere di pensare primariamente a se stes-sa, e collocare invece al centro delle sue pre-occupazioni le sfide della missione. In talecontesto risulta imprescindibile ripensare icarismi e le loro espressioni;

• valorizzare l'esperienza della condivi-sione dei laici che desiderano vivere il cari-sma di un Istituto. Il ruolo dei religiosi inquesto contesto è quello dell'accoglienza,della formazione, dell'accompagnamento;

• sostenere le nuove presenze apostolichemesse in atto in questi ultimi tempi da diver-si Istituti religiosi. Tornare nelle periferie, aimargini, essere meno istituzionalizzati signifi-ca, tra l'altro, recuperare una dimensione nel-la quale la VC è stata sempre particolarmen-te significativa;

• vivere in profondità l'esperienzade11'interculturalità, nella prospettiva del-l'arricchimento reciproco, senza sensi di su-periorità, e tornare, in Europa, a "respirarecon i due polmoni": uno sguardo più attento

all'Oriente ci potrebbe offrire spunti di ri-pensamento e di azione.

Dobbiamo, e possiamo, guardare al futu-ro con speranza.

L'ascolto delle vere necessità dei giovaniè la norma e il cammino del discernimentoche ci porterà a incontrare quello che vuoleDio per le sue chiese". I giovani d'oggi spes-so non danno voce ai loro desideri e necessi-tà, a volte perché non li riconoscono, a volteper paura di mostrare debolezza. Siamo noiche dobbiamo fare, con loro e per loro, il di-scernimento e sentire la voce di Dio nei gridie nei silenzi dei giovani.

Il cammino di conversione e discerni-mento è un processo comunitario. La comu-nità locale, guidata ed accompagnata dallacomunità ispettoriale, esamina la validità ca-rismatica della presenza nel territorio. La co-munità ispettoriale, che ha stabilito i critericomuni di ricerca, studia la mappa dell'operee decide come situarsi nel territorio.

Nucleo animatore del processo è la co-munità di consacrati. Tutti, membri della FS,laici collaboratori, giovani.... ne sono respon-sabili, ma è la comunità a loro inviata da Dioche deve guidare e sostenere i processi.

Nelle comunità, adulti e giovani sono mu-tuamente attori imprescindibili del processo.Gli anziani hanno un ruolo fondamentale:hanno impegnato la vita nelle opere esistentia favore della missione salesiana e portanocon sé la memoria storica e il vissuto reale delcarisma salesiano in loco. Ma i giovani, su cuisarà caricato il peso del cambio e la responsa-bilità di realizzarlo, devono essere non soloascoltati ma soprattutto coinvolti in tutto ilprocesso.

Il Progetto Europa è, innanzitutto, endo-geno. Prima di pensare a ricevere aiuto e ri-sorse da altrove, le Ispettorie devono pro-grammare la loro 'rinascita' in un piano orga-nico. elaborato, discusso e accettato in As-semblea ispettoriale, consapevoli che si trattadi una rinascita spirituale del carisma in cia-scuno dei confratelli, di una necessaria ri-strutturazione delle presenze salesiane, diun'apertura incondizionata ai nuovi missio-nari.

Salesianum, 26 Novembre 2010.

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LLeetttteerraa ddeellll’’IIssppeettttoorree

AAllllaa ssccuuoollaa ddii DDoonn RRuuaaCari Amici,vi raggiungocon questonuovo numerodi Insieme or-mai nel climadelle festivitànatalizie e col-go l’occasioneper augurarviun Santo Nata-le e un 2011ricco della gra-zia del Signore

e di serenità. Il mistero del Natale ci coinvolgedirettamente nella nostra vocazione cristiana,sapendo che Dio, nel suo Figlio incarnato havoluto avere bisogno degli uomini. Dio vuole lanostra collaborazione per la salvezza del mondonella costruzione del Suo Regno. Il nostro pri-mo modello è Gesù stesso che ha realizzato lasua missione, accettando la sofferenza e la mor-te. Quando la collaborazione con Dio diventapiù difficile possiamo richiamare alla menteproprio il senso più profondo di un Dio che si facarne umana e condivide in tutti i suoi aspettil’esperienza dell’uomo.

Continuo la presentazione della figura didon Rua, accennando in questo numero al lega-me profondo tra il primo successore e il fonda-tore.

AAllllaa ssccuuoollaa ddii DDoonn RRuuaa

Mi mantengo su questo filone della santitàoriginale del più fedele figlio di don Bosco,concentrandomi su alcuni aspetti che mi sem-brano fecondi per la nostra riflessione e so-prattutto per la nostra testimonianza. Vi invitoa considerarli in chiave di futuro per intuirecome essi possano alimentare la vostra identi-tà di salesiani consacrati e apostoli dei giovani.

11.. DDoonn BBoossccoo sseemmpprree nneell ccuuoorree

All’una e mezza del 31 gennaio 1888 donBosco entra in agonia. Don Rua, che aveva in-dossato lo stola, la cede a Mons. Cagliero,passa alla destra di don Bosco e sussurra alsuo orecchio: “Don Bosco, siamo qui noi, i

suoi figli. Le domandiamo perdono di tutti idispiaceri che per causa nostra ha dovuto sof-frire. In segno di perdono e di paterna bene-volenza, ci dia ancora una volta la sua benedi-zione”! (A. Amadei, Un altro don Bosco, pag.192). Facendosi violenza per dominare lacommozione, facendo anche allora con lui ametà, alza la destra paralizzata di don Bosco einvoca la benedizione di Maria sui figli pre-senti e sugli altri sparsi per il mondo.

L’8 febbraio 1888 don Rua scrive a tutti isalesiani tra l’altro: “Cari confratelli, d’ora inavanti sia il nostro motto d’ordine: La santitàdei figli sia prova della santità del Padre: que-sto accrescerà il gaudio del nostro amato donBosco, che già speriamo accolto in seno diDio, mentre ridonderà a grande nostro spiri-tuale profitto” (o.p. pag. 200).

È saggio non dare per scontata la santità.Beh… per quanto riguarda la nostra è segnodi prudente umiltà e saggia modestia! A volteDon Rua appare come santo da sempre e ilprotetto speciale di don Bosco. Dalle sue bio-grafie se ne trae una verità più consolante, al-meno per noi…

Durante un viaggio su di un baroccio tra-ballante sulle sponde del fiume Orco, quasi abruciapelo Don Bosco chiede a don France-sia: “Nel caso che morisse don Bosco chi cre-di possa succedergli?” “In questo caso, ri-sponde don Francesia dopo essersi schernito,chi possa in verità succedere a don Bosco, amio giudizio sarebbe uno solo!”. “Uno solo!Oh no, no, dice don Bosco, io credo che ve nepossano essere più di uno, due e anche tre!

“Più tardi sì, replica don Francesia, maper adesso ve n’ha uno solo!

“E chi è dunque, dice don Bosco, secon-do il tuo parere, questo solo”?

“Mi dica prima don Bosco i suoi due edanche i suoi tre”!

“Te li dirò, ma prima dimmi il tuo uno!“È don Rua, risposi, il solo don Rua”!Poi Don Bosco rivelò il nome degli altri,

ma soggiunse: “Tuttavia credo che hai indovi-nato; abbiamo un solo don Rua! Egli è sem-pre stato ed è il braccio destro di don Bosco”.

“E non soltanto braccio, replica don

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Francesia, ma anche testa, occhio, mente ecuore” (Amadei, o.c. pag 150-151)

Cagliero era di una pasta diversa da quel-la di Rua. Vivace, pronto, creativo, esuberan-te, magari anche impaziente. Significativaproprio per questa diversità è la sua testimo-nianza magistrale su don Rua da cui leggo sol-tanto un piccolo stralcio: “Ripieno dello Spi-rito di Dio e forte nella divozione a Maria SS.Ausiliatrice, egli fu l’aiuto, l’appoggio e ilbraccio destro di don Bosco. Retto di spiritoed umile di cuore, ne seguiva i precetti nonsolo, ma ne indovinava il pensiero, ne intuivai disegni, ne secondava i desideri, sicché danoi era tenuto e predicato qual modello delvero salesiano, del pio sacerdote e del santoreligioso” (Amadei, o.c. pag. 176).

Commuove oggi, a distanza di tanti anni,l’umiltà vera di don Rua, che, dopo la mortedi don Bosco si affretta a dichiarare di non es-sere degno di essere Rettor Maggiore, scriven-do al Papa testualmente : “Beatissimo Padre,considerando la mia debolezza e incapacità,trovomi spinto a farVi umile preghiera di vo-ler portare su altro soggetto più adatto il sa-piente vostro sguardo, e dispensare lo scriven-te dall’alto ufficio di Rettor Maggiore, assicu-randoVi però che, coll’aiuto del Signore, noncesserò di prestare con tutto l’ardore, la debo-le opera mia in favore della Pia nostra Socie-tà, in qualunque condizione venissi colloca-to”. (Amadei, 200-201).

Sono i membri del Capitolo Superiore asottolineare invece la loro gioia che sia donRua il nuovo Superiore per la sua vicinanza adon Bosco, le sue virtù e la sua capacità di go-verno.

Commuove nel leggere quanto scrive do-po aver accettato di essere Rettor Maggiore:“Vi posso dire in verità che vorrei avere uncuore grande e tenero come il caro don Bo-sco, per amarvi al pari di lui: Che se il miocuore non può stare al pari del suo, ciò nonostante, farò del mio meglio per dimostrarvil’affetto mio fraterno nelle occasioni che sipresenteranno. Sempre rimirerò in voi i figlidi don Bosco, l’oggetto della più viva affezio-ne del nostro compianto Padre; sempre rico-noscerò in voi i miei diletti fratelli” (Amadei,pag. 204).

“Prostrato davanti alla fredda salma piansie pregai lungamente…Per dire tutta la verità

devo aggiungere che feci al nostro buon Padresolenni promesse. Poiché mi vedevo costretto araccogliere la sua eredità e a mettermi a capodella Congregazione (…) gli promisi che nullaavrei risparmiato per conservare, per quantostava in me, intatto il suo spirito, i suoi inse-gnamenti e le più minute tradizioni della suafamiglia.(…)” (Don Rua, Lettere Circolari,1965, pag. 431).

22.. LLaa ffeeddeellttàà ddeell ““ffaarree aa mmeettàà””

I biografi sottolineano in modo inequivo-cabile che don Rua fu il collaboratore più vi-cino e più fedele a don Bosco. Gli aneddotisono innumerevoli al riguardo. Un primoaspetto di questa fedeltà è stata la sua dispo-nibilità totale a don Bosco e al suo progetto.C’è bisogno di un direttore a Mirabello, donRua è disponibile. E’ urgente che Rua torni al-l’Oratorio, dopo due soli anni e don Rua ri-parte per Torino con il solo breviario ad ac-compagnarlo e lasciando sua madre a Mira-bello: diviene il prefetto, responsabile del-l’amministrazione e della disciplina. “L’ascetacon la maschera della disciplina e con il fervoredel Santo preveniva ogni disordine, sicché irimproveri erano rarissimi e i castighi comple-tamente eliminati. Il Fondatore, se non avesseavuto a fianco il Primogenito non avrebbe po-tuto splendere come astro della bontà e manife-starsi come il più amabile dei padri.” (A. Larco,o.c., pag. 29).

Aggiungo altre due testimonianze fornitedai biografi. Scrive don Auffray: “La suagrande, la sua unica preoccupazione conti-nuava a essere quella di alleggerire il lavoro didon Bosco, e permettergli così di attuare libe-ramente i disegni che il Signore gli ispirava”(A. Auffray, Beato Michele Rua, pag. 107).

“Ho sempre visto don Rua al fianco di donBosco come uno dei suoi figli più amorevoli,più generosi, più umili, sebbene fosse il suo rap-presentante. Ho sempre davanti agli occhi comeegli si chinasse, pieno di solerzia e servizievole,per cogliere ogni sua parola. Lo vedo ancora co-me lo sorreggeva nel camminare, come lo pren-desse per braccio quando si alzava, e quanta cu-ra ponesse nel volgere l’attenzione di tutti sul-la persona di don Bosco” (A. Amadei, Il Servodi Dio Michele Rua, vol I).

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SSaann CCaattaallddoo

CCoonnvveeggnnoo ssuu DDoonn RRuuaa

“Ricordando Don Rua”, – così Don pa-scual Chiavez, Rettor Maggiore dei salesiani,– vivremo quest’anno 2010 come un cammi-no spirituale e pastorale. Esso inizierà il 31gennaio, solennità di Don Bosco, giorno cheogni anno ricorda la morte del Santo: è a par-tire da quel 31 gennaio, nel 1888, che DonRua prese il testimone, per continuare la stes-

sa strada percorsa dalFondatore”.

Il Convegno su Don Rua – che ha avutoluogo domenica, 21 novembre 2010 alle10,00 presso l’Oratorio Salesiano “San Lui-gi” di San Cataldo (CL) – ha visto raccoltisalesiani, suore e numerosi esponenti dellaFamiglia Salesiana per celebrare l’anno cen-tenario del primo successore di Don Bosco.

Con l’introduzione di Don AntoninoRubino, Vicario ispettoriale, dopo aver por-tato a tutti i partecipanti i saluti del Sig.

Ispettore, Don Gianni Maz-zali e dopo il ringraziamentodegli organizzatori ha presoavvio il convegno.

Don Paolo Terrana hapresentato Don Rua nellastoria della CongregazioneSalesiana, Don Luigi Calapajha presentato Don Rua allaguida della Congregazione edella Famiglia Salesiana.

La figura spirituale diDon Rua è il tema della terzarelazione, di Don GianniMazzali, letta da Don Rubi-no. “Mi sono proposto, diceDon Gianni, due obiettivi:sforzarmi di capire l’origina-lità e unicità della personali-tà e pertanto della santità didon Rua, tentare di trasmet-

ê Da sin.: Don L. Calapaj,Don A. Rubino, Don P. Terrana.

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tere a voi il contenu-to solido e autenticodella vita e degli in-segnamenti del pri-mo successore didon Bosco, senzasconti e senza trop-pe sfumature”.

“Don Bosco,continua Don Gian-ni, fu considerato esi definì lui stesso untemerario per la sal-vezza delle anime.Don Rua espresse lastessa passione tra-volgente con la pa-rola “audacia”. L’au-dacia dell’amore na-turalmente, l’affetto

per i giovani, la passione totalizzante per lasalvezza delle anime.

Il Sen. Giuseppe Alessi conclude così lasua prolusione nell’Aula Magna dell’alloraPontificio Ateneo Salesiano a Roma, in oc-casione della beatificazione di don Rua: “Labontà di don Rua fiorisce da queste radici,dall’amore senza misura verso Dio Padre edalla carità assidua verso i confratelli e gliassistiti dalla Missione Salesiana, che eglichiamava i miei carissimi figli” (G. Alessi, indon Rua vivo, pag. 65).

Concludo questi pensieri con una breve

citazione dalla primalettera che don Ruascrisse come Rettor Maggiore: “Non ho ere-ditato le virtù del grande Fondatore, ma il suoamore per i suoi figli sento che il Buon Diome lo ha concesso (...) Prego per voi, penso avoi, lavoro per voi, come fa una madre per ilsuo unico figlio” (Beato Michele Rua).

é Celebrazione Eucaristicanella cappella dell’Istituto.

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8 Insieme

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EEMMiillaannoo -- CCoonnffeerreennzzaa SSuuppeerriioorrii MMaaggggiioorrii

5500°° AAsssseemmbblleeaa GGeenneerraallee CCIISSMMDal 2 al 6 novembre 2010 si è svolta la

50° Assemblea Generale della CISM a Mila-no-Segrate con la partecipazione di circa 200Superiori Maggiori Regionali di tutte le Con-gregazioni ed Ordini religiosi maschili d’Ita-lia.

È stato un momento di grande comunio-ne non solo fra i Religiosi ma anche con laChiesa per la presenza costante del NunzioApostolico d’Italia, di diversi Vescovi dellaLombardia e la Presidenza dell’Eucarestiadel Cardinale di Milano e del Cardinale Ba-gnasco.

Numerosi riconoscimenti e messaggi so-no giunti anche da varie Autorità civili, fra iquali dal Presidente della Repubblica e dalSindaco di Milano.

Ma ciò che più di ogni altra cosa ha ca-ratterizzato questa assemblea è stata la vivacoscienza che c’era in tutti del grande valo-re della Vita Consacrata ancora oggi sia nel-la Chiesa come nel mondo civile.

Questo non per le opere sociali, caritati-ve ed educative che i Religiosi svolgono dasecoli in Italia come nel mondo, ma piutto-sto per quella dimensione spirituale della vi-ta umana, che essi rendono presente ed af-fermano in ogni contesto sociale, e che dàall’uomo un orizzonte di infinito che lo ele-va in dignità al disopra di ogni altra creatu-ra.

Anche in una società dove domina unacultura “liquida e relativistica”, come oggiviene definita, la Vita Consacrata con tutti isuoi valori vissuti e testimoniati sfida l’uomodi oggi e gli indica il senso pieno della vitaumana che si può trovare soltanto in Dio.

È stato messo in evidenza come la VitaConsacrata, nel silenzio e nel nascondimen-to, abbia dato un forte contributo alla vitadella Chiesa nei decenni postconciliari, af-fermando la centralità della Parola di Dio,attuando la riforma liturgica e promuoven-do il dialogo ecumenico.

Ugualmente si è affermato che la VitaConsacrata oggi, nonostante l’invecchia-mento e la riduzione numerica, non ha per-

so la forza profetica che essa porta in se stes-sa; anche se essa deve ricercare quei segni egesti idonei che gli permettano di essere si-gnificativa anche ai giovani di oggi, perchérende presente “quell’Uomo di Nazaret, Fi-glio di Dio, così imperdonabile da essere as-sassinato dagli uomini, ma così decisivo perla salvezza dell’umanità, da essere risuscita-to dal Padre” (F. Scalia).

La Vita Consacrata infatti “è una vita ri-schiosa, persino avventurosa, per niente cal-colata ed affatto comoda tuttavia è giocatain forza della fiducia che i consacrati ripon-gono in un Altro…

E se oggi i consacrati e le consacrate so-no un popolo umile e debole, come unaquercia sfrondata di cui è rimasto solo iltronco, quel tronco sarà seme santo (Is.6,13). Purchè la Vita Consacrata torni ad es-sere spazio dove tutti possano abitare, per-ché deposito enorme di energia e di amore,

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EEdi generosità ed altruismo, di vitalità e bellezza, al quale ognuno può liberamente attingere,e senza il quale il mondo sarebbe tutto più povero ed egoista, più brutto ed inabitabile”. (P.Cencini).

“Come si fa ad avere speranza in tempi come questi? Questo non è tempo di progetti, di-ce il giornalista Rai Paolo Giuntella. È vero. Ma io non credo nell’eclissi della speranza. Lanon speranza è il non cristianesimo. La speranza cristiana non coincide con la conversionedel mondo ed il trionfo del bene sul male sulla terra… essa è una tensione escatologica cheridimensiona ogni illusione ed ogni progetto umano “, ma che in Cristo ha la certezza che lavita ha vinto e vincerà definitivamente sulla morte.

Infatti i consacrati e le consacrate leggono la storia a partire dal suo compimento che è laPasqua di Gesù.

DDoonn AAnnttoonniinnoo RRuubbiinnoo

Dal 26 al 28 novembre si è svolto il 3° in-contro degli Ispettori d’Europa nella CasaGeneralizia a Roma sul “Progetto Europa”.

I vari interventi che si sono susseguiti delRettor Maggiore, di don A. Bregolin, dei Con-siglieri Regionali ed i lavori dei gruppi e del-l’assemblea, hanno descritto sempre più con-cretamente la complessità di tale progetto, mane hanno anche definito gli elementi e gli ob-biettivi da perseguire.

Possiamo sintetizzare alcuni fondamentalielementi che devono caratterizzare il progetto di ri-evangelizzazione dell’Europa rilanciandoil Carisma salesiano. Non si tratta di confermare e consolidare le Opere già presenti nelle di-verse nazioni dell’Europa, ma piuttosto rendere vivo il carisma di don Bosco riaccendendonel cuore dei Salesiani la passione educativa verso i giovani. Questa passione educativa ha lesue radici nel messaggio evangelico ed ha come obiettivo la visione evangelica della vita e del-la storia da trasmettere ai giovani di oggi come risposta alle sfide che la società contempora-nea pone alla cultura cristiana.

Non possiamo affermare di conoscere ecomprendere sufficientemente gli elementivariegati della cultura europea e giovanile at-tuale, in tutti i suoi valori e disvalori. È neces-sario uno studio ed un confronto accurato etempestivo sui segni che essa esprime ed i fe-nomeni che la caratterizzano, coglierne le sfi-de che da essa ci vengono e rispondere ad es-se con altre sfide che sono presenti nel cuoredella fede cristiana.

Tutto questo chiede ai Salesiani d’Europaun processo di conversione e di docile obbe-dienza alla Parola di Dio per poter “annuncia-

RRoommaa -- 33°° iinnccoonnttrroo IIssppeettttoorrii dd’’EEuurrooppaa

PPrrooggeettttoo EEuurrooppaa

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EE re la speranza, celebrare la speranza, testi-moniare la speranza” (Ecclesia in Europa).Si tratta di vivere la vita consacrata così co-me deve essere, come aspetto primario efondamentale della propria identità, contutta la sua austerità, la sua precarietà spiri-tuale e materiale nella quale si radica l’ab-bandono fiducioso e filiale in Dio; lontanaquindi da ogni ricerca di sicurezza e di be-nessere. Non si può essere evangelizzatori senon si è evangelizzati nella cultura e nella vi-ta concreta e quotidiana.

È necessario essere presenti accanto aigiovani, li dove i giovani di oggi stanno scri-vendo, fra luci ed ombre, la loro storia; percondividere la fatica che stanno facendo nel-la ricerca della verità e della vita ed essereloro compagni di strada illuminati e sapien-ti. Questo processo richiede un modo diver-so ed evangelico di guardare e leggere la si-tuazione in cui la Congregazione si trovanelle varie nazioni dell’Europa oggi, chenon è un declino inesorabile ed inarrestabi-le, perché, come dice il Rettor Maggiore“non importa se nell’Europa odierna siamopoco conosciuti, meno apprezzati, non rite-nuti necessari, … ma importa essere fino infondo ciò che siamo chiamati ad essere nel-la Chiesa e nel Mondo…” per accenderequella speranza (che è Dio) che l’umanità dasola non potrà mai trovare.

Per raggiungere tale obbiettivo ci vorràla mobilitazione dei salesiani e dei laici dellafamiglia salesiana che credono nella forzadel vangelo e dell’amore verso i giovani, co-me lo ha sentito e vissuto don Bosco. Primifra tutti i salesiani e i laici dell’Europa, poicon spirito di corresponsabilità e condivisio-ne i salesiani di tutta la Congregazione che sipongono a disposizione per la realizzazionedi tale progetto.

Questo obiettivo di ri-evangelizzazionedell’Europa rendendo vivo il carisma sale-siano richiederà una adeguata ricollocazionedelle presenze salesiane, lasciando morirequello che deve morire, e vivificando la pre-senza li dove si può essere significativi e ri-sposta efficace alle sfide che la società ed igiovani ci pongono oggi.

DDoonn AAnnttoonniinnoo RRuubbiinnoo

PER UN NATALE SOLIDALE…AIUTA LE MISSIONI SALESIANE

“Vi è più gioia nel dareche nel ricevere” (At 20,35).

Caro lettore,un proverbio africano dice: “Una

formica da sola non può spostareun elefante ma se tante formiche simettono insieme, allora trasporte-ranno un elefante”. Se uniamo lenostre forze riusciremo ad andarelontano e a raggiungere tanti obiet-tivi affinché la presenza viva deiSalesiani nelle terre di missionicontinui ad offrire educazione inte-grale ai ragazzi e ai giovani tutelan-do i loro diritti e contrastando lapovertà per uno sviluppo umano esostenibile.

Quest’anno ti invitiamo a vivereun “Natale Solidale” aiutando ibambini in difficoltà e vivere real-mente lo spirito del Natale.

Per inviare le offerte si pos-sono utilizzare a scelta uno di que-sti conti correnti:

Conto Corrente Postale n.14635957 intestato a CENTROISPETTORIALE MISSIONI SALESIA-NE Via Cifali, 7 - 95123 Catania (in-dicare la causale).

Banca Intesa SanpaoloIBAN IT11 Q030 6916 9011 00000000 004 intestato a CENTROISPETTORIALE MISSIONI SALESIA-NE (indicare la causale).

La redazione

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EEPPaassttoorraallee GGiioovvaanniillee

DDiiaarriioo ddii BBoorrddoo ddeellllaa PPGGSiamo ormai alla fine del 2010 e vi rac-

conto, brevemente, le esperienze/itinerari diPastorale Giovanile realizzate in questo pri-mo trimestre.

CCoonnvveeggnnoo ddeellllaa CCEESSII ppeerr ggiioovvaannii ee ffaa--mmiigglliiee: realizzato al Saracen di Palermodall’1 al 3 ottobre. Un convegno a cui han-no preso parte più di 1500 tra giovani e fa-miglie provenienti dalle varie diocesi e deimovimenti siciliani. Una bellissima espe-rienza di formazione, di preghiera, di con-fronto e di fraternità intitolata “Si FIDA diTE. Lo sguardo del coraggio… per un’edu-cazione alla speranza”. Il titolo del conve-gno gioca su una doppia opportunità di let-tura dello slogan. Una prima accezione sirealizza leggendo tutto il titolo: Gesù si fidadi te per cambiare il mondo e rendere piùbella la nostra terra di Sicilia. Una secondaaccezione deriva dalla lettura delle sole let-tere maiuscole del titolo, lo slogan risulta ilseguente “SFIDATE” e rappresenta l’invitodelle Chiese di sicilia ai giovani e alle fami-glie di sfidare quella cultura, mentalità equegli atteggiamenti di rassegnazione, disin-teresse, apatia molto presenti nel cuore deisiciliani. Il convegno oltre le relazioni dellaprofessoressa Gensabella e del professoreLavanco ruotava attorno a 5 laboratori:scuola e università, lavoro, cittadinanza atti-va, lavoro, legalità.

11aa CCoonnvveennttiioonn ddeellllaa SSccuuoollaa ee ddeellllaa FFoorr--mmaazziioonnee PPrrooffeessssiioonnaallee, svoltasi a CataniaMaria Ausiliatrice il 9 ottobre ha visto lapartecipazione di più di 600 tra docenti, for-matori, tutor che si sono confrontati insiemesul ruolo e sugli atteggiamenti di un educa-tore salesiano. La giornata ha visto la matti-na la relazione dell’ispettore e dell’ispettriceche hanno presentato il tema dell’incontro eil pomeriggio l’avvio di una ventina di labo-ratori all’interno dei quali i partecipanti sisono confrontati su alcune delle aree di for-mazione: area educativo-pastorale, area teo-logico-ecclesiale, area spirituale-carismatica,area etico-sociale, area didattica.

Tra ottobre e novembre hanno preso ilvia i vari “GGRR”” iittiinneerraarrii iissppeettttoorriiaallii ddii ffoorr--mmaazziioonnee ee ddiisscceerrnniimmeennttoo vvooccaazziioonnaallee. GRLeader per i ragazzi della scuola media (50partecipanti), GR ADO per i ragazzi dai 14ai 18 anni (60 partecipanti), GR Scelta percoloro che si interrogano sulla vocazione al-la vita consacrata nella congregazione sale-siana (15 partecipanti). Partirà a fine dicem-bre, dal 28 al 30 l’ultimo itinerario che por-ta il titolo di GR Discernimento e si rivolgeai giovani dai 18 anni in su che vogliono do-narsi un anno per pensare al progetto cheDio ha sulla loro vita.

È partito nel mese di ottobre anche ilpercorso di formazione per giovani universi-tari che si tiene a CT Cibali, ogni 15 giorni,giovedì sera e che attraverso l’itinerario del-la LLeeccttiioo accompagna attraverso il Vangelodella domenica una ventina di giovani nelloro itinerario di formazione.

Il 30 e 31 ottobre si è svolta la secondaccoonnssuullttaa rreeggiioonnaallee ddeell MMGGSS. Una trentinadi giovani, SDB, FMA e Salesiani Coopera-tori provenienti da varie case della sicilia sisono incontrati per riflettere e programmarealcune esperienze importanti per il Movi-mento Giovanile Salesiano: Confronto Gio-vani, Meeting Adolescenti, Giornata Mon-diale della Gioventù.

Si è realizzato anche il CCoonnffrroonnttoo GGiioo--vvaannii ee ll’’AAsssseemmbblleeaa nnaazziioonnaallee MMGGSS.. Di am-bedue gli eventi trovate un articolo detta-gliato di presentazione.

Il 1° dicembre 113 giovani hanno inizia-to la loro esperienza di SSeerrvviizziioo CCiivviillee inquasi tutte le case salesiane di Sicilia. Sonostati selezionati tra 700 candidati e interver-ranno su 4 ambiti diversi: oratorio centrogiovanile, scuola e formazione professiona-le, recupero tossicodipendenti, minori disa-giati.

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Prossimi appuntamenti

26-28 dicembre: GR Discernimento,

Tabor

3-5 gennaio: Meeting Adolescenti,

Acireale

3-6 gennaio: PGS formazione dirigen-

ti, Gambarie

10-12 gennaio: Formazione residen-

ziale Servizio Civile Nazionale, Acireale

13 gennaio: Lectio giovani, CT Cibali

16 gennaio: Giornata Missionaria Sa-

lesiana – Harambée ispettoriale, CT Ci-

bali

22-23 gennaio: GR Leaders, CT San

Nullo

22-23 gennaio: GR Discernimento,

Tabor

27 gennaio: Lectio giovani, CT Cibali

29-30 gennaio: GR Scelta, Tabor

5-6 febbraio: Cammino per fidanzati,

Tabor

10 febbraio: Lectio giovani, CT Cibali

12-13 febbraio: GR Ado oratorio/par-

rocchia, Tabor

16-17 febbraio: GR Ado scuola/FP,

Caltavuturo

19-20 febbraio: GR Discernimento,

Tabor

20 febbraio: PGS formazione interzo-

nale dirigenti e allenatori, CT Barriera

24 febbraio: Lectio giovani, CT Cibali

25-26 febbraio: Convegno di Anima-

zione Vocazionale Scuola/FP, Acireale

26-27 febbraio: GR Leaders, CT San

Nullo

26-27 febbraio: GR Scelta, Tabor

27-28 febbraio: Convegno di Anima-

zione Vocazionale Oratorio/Parrocchia,

Acireale.

““VVeenniittee ee vveeddrreettee””Inizia il GR Leaders per ipreadolescenti di Sicilia…

Inizia anche quest’anno il cammino diformazione e spiritualità per i ragazzi dellaScuola Media delle Ispettorie SDB ed FMAdi Sicilia: il GR Leaders. Si tratta di 4 finesettimana (13-14 Novembre 2010, 8-9 Gen-naio, 26-27 Febbraio, 2-3 Aprile 2011) du-rante i quali i pre-adolescenti delle nostreopere si interrogheranno, guidati da Salesia-ni, Fma e Giovani, alla scoperta del grandedono della vocazione, intesa ovviamentenon in senso stretto, ma come “chiamata”ad un vita al TOP, straordinaria nell’ordina-rio, secondo quella che è la volontà di Dio inciascuno di loro. Il tutto in linea con gliorientamenti pastorali dettati dal nostroRettor Maggiore nella Strenna 2011 “Venitee Vedrete”.

Il luogo scelto per gli incontri è la casadelle Fma “San Benedetto” di Acireale el’equipe, per quest’anno, è composta da: Sr.Agata La Rosa, Don Arnaldo Riggi, Sr. Sera-fina Massa e i volontari del servizio civiledell’ufficio di PG dell’ispettoria. Il coordi-namento è, chiaramente, dei due delegatiispettoriali, Don Marcello Mazzeo e Sr. As-sunta Di Rosa. Numerosi i ragazzi che han-no preso parte al primo degli incontri, tenu-tosi il 13 e il 14 novembre scorso.

L’accoglienza del 13 pomeriggio, coordi-nata da Donatella Inferrera di Messina, èstata festosa e ha contribuito a creare sin dasubito un bel clima di famiglia. Molti i “vol-ti nuovi”, ma tutti desiderosi di accoglierel’invito di Gesù “Venite e vedrete” nella gio-ia e nell’allegria di scoprirsi creature fatte asua immagine e somiglianza. Questo il temache è stato il leitmotiv degli interventi di Sr.Agata e Don Arnaldo: “Dio plasmò l’uo-mo”(Gn 1,24-27.2,7), attraverso cui, a con-tatto con il Libro della Genesi, abbiamo ri-scoperto le origini della nostra esistenza eringraziato Dio per il dono della vita, primomomento della nostra Vocazione. I ragazzihanno risposto con serietà e partecipazioneai momenti formativi e di preghiera propo-sti e hanno compreso appieno il vero sensodel termine “Vocazione”, che non è legato

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solo alla chiamata a diventare preti e suore,ma che appartiene a ogni uomo e donna.Abbiamo continuato la nostra riflessione ladomenica mattina e concluso con la Cele-brazione Eucaristica, presieduta da DonMarcello Mazzeo.

Il prossimo appuntamento è fissato il 22e 23 gennaio per continuare il nostro viaggioinsieme verso la vera Vita, Gesù.

La formazione dei giovani è stata affida-ta a due personaggi d’eccellenza: don FabioAttard, consigliere mondiale per la Pastora-le Giovanile dei Salesiani, e Padre Eric Ja-quinet, dal 2009 responsabile della sezioneGiovani del Pontificio Consiglio per i Laici.Nella forma di una tavola rotonda, i due sa-cerdoti sono stati a lungo interpellati da do-mande molto importanti, riguardanti il cam-mino della Chiesa, la salesianità, il modo peressere “radicati, fondati, saldi”, l’universali-tà della Chiesa Cattolica e molto altro. I duepresbiteri hanno risposto con passione e ar-dore a tutte le domande, riuscendo ad in-fiammare i cuori dei giovani convenuti. Laformazione ha visto anche una parte “espe-rienziale”, con un percorso che attraversodei video riguardanti quanto è contrario al-l’essere “radicati, fondati, saldi” (cioè l’esse-re “sradicati, sgretolati, deboli”) ha condot-to i giovani alla consapevolezza del loro es-sere “radicati, fondati e saldi”, secondo ilmessaggio di S. Paolo.

La domenica mattina è stata tutta dedi-cata alla costituzione e all’avvio dei lavoridelle équipes operative: i partecipanti si so-no divisi in 5 équipes (animazione, liturgia,segreteria, materiali, formazione) che porte-ranno avanti in senso pratico il lavoro in vi-sta della GMG.

Ciò avviene perché, secondo una deci-sione presa in Consulta Nazionale MGS, si èdeciso di partire per Madrid come MGS Ita-lia e non come singole realtà ispettoriali; perquesto il workshop era a livello nazionale.L’MGS Italia si inserirà nel cammino propo-

sto dalla CEI ma ci saranno anchedei momenti solo salesiani; i giova-ni dovranno dunque lavorare sumolti fronti. Don Fabio Attard, du-rante la Messa, ha ancora una voltaacceso i cuori di tutti, ricordandocome il lavoro che ci si accinge a fa-re è una vera missione. L’evento hacreato un notevole senso di condi-visione e di appartenenza al MGSItalia, e ci auguriamo che ciò di-venti un’occasione per creare unarete tra tutti i giovani del Movi-mento Giovanile Salesiano.

MMGGSS--IIttaalliiaa:: WWoorrkksshhoopp nnaazziioonnaallee

Dal 19 al 21 novembre 2010 si è svolto ilWorkshop nazionale MGS Italia a Genzanodi Roma, con il tema “Radicati e fondati inCristo, saldi nella fede”, ovvero lo stesso slo-gan della prossima GMG di Madrid. Gliobiettivi delle giornate sono stati la forma-zione dei giovani che vi hanno partecipato ela costituzione di équipe operative in vistadella GMG.

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EECCoonnffrroonnttoo GGiioovvaannii 22001100

““VViittaa:: llaa ccoossaa ppiiùù bbeellllaa cchhee cc’’èè””Dal 26 al 28 novembre 2010 ad

Acireale (CT), si è svolto il ConfrontoGiovani ispettoriale, un incontro cheha coinvolto giovani dai 18 anni in sudi tutta la Sicilia. Il tema, di grandeattualità, era “VITA: la cosa più bellache c’è”. Il tema della vita interpella igiovani (e meno giovani) ogni giorno,e la nostra società chiama ciascuno afare delle scelte quotidianamente. Iltaglio dato alla questione, di per sémolto ampia, è stato quello dell’aper-tura alla vita; per questo si è scelto dipartire da un approccio multidiscipli-nare sul tema. Gli input dati da donMarcello Mazzeo, nel pomeriggio divenerdì, partivano dall’enciclica pa-pale Humanae Vitae, tentando di tra-durre le linee del Papa in terminicomprensibili anche per coloro chenon avessero alle spalle uno studio diteologia morale. L’impatto è stato no-tevole, infatti l’uditorio ha continuatoper tre giorni ad interrogarsi sul prin-cipio del male minore o sulla giustez-za del fine citati dal delegato di PG.

Questa relazione è stata la baseper il lavoro del giorno successivo, che ha vi-sto degli approfondimenti importanti sudue nuclei fondamentali: contraccezione edaborto. La mattinata si è aperta con deglistand di taglio giuridico e medico, tenuti dagiovani esperti, che hanno contribuito a get-

tar luce (ognuno dal proprio punto di vista)su questi due temi; in assemblea, i giovanipresenti hanno avuto la possibilità di ascol-tare e confrontarsi due persone molto com-petenti: la prof.ssa Roccasalva, ginecologa edocente all’Università di Catania, e laprof.ssa Gensabella. Professore associato diBioetica all’Università di Messina e membrodel Comitato Nazionale di Bioetica. La pri-ma ha dato un ulteriore panorama scientifi-co a proposito di contraccezione ed aborto;la seconda ha dato un taglio bioetico (e pro-fondamente cristiano) alla questione, mo-strando la differenza etica tra i metodi natu-rali e le barriere contraccettive di tipo mec-canico; i primi, nell’ottica di una coppia ma-tura, hanno in sé un’intrinseca apertura allavita, mentre le seconde tendono a chiudersialla vita stessa, giacché con queste l’uomotenta di dominare la propria capacità di ge-

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nerare figli, mentre con i metodi naturali lavolontà dell’uomo deve adattarsi ai “limiti”imposti dal nostro corpo.

Il pomeriggio è proseguito con le do-mande ai relatori e con un momento densodi testimonianze importanti. La domenicamattina, dopo una breve relazione di donDomenico Luvarà che ha sapientementecollegato l’apertura alla vita con il dono del-la stessa, ciascuno secondo la propria voca-zione, i giovani si sono spostati alla profes-sione perpetua di sr. Francesca Scibetta, gio-

vane FMA che ha detto il suo sì per semprea Dio e alla vita a cui Lui l’ha chiamata. Nonpoteva esserci migliore conclusione di que-sta per un Confronto sulla Vita, vissuto al-l’insegna dello spirito di fraternità e dellagioia tipicamente salesiane.

Speriamo che la franchezza, la consape-volezza e la libertà con cui sono stati affron-tati i temi in oggetto servano, seppur inminima parte, alla costruzione e al rafforza-mento della coscienza critica dei parteci-panti!

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Si è svolta tra il 13 ed il 14 novembrescorsi l’assemblea nazionale formativa per isoci del VIS, presso l’istituto Sacro Cuore diRoma. Il tema era incentrato su L’associ-azionismo salesiano e la cornice istituzionaledel CNOS, ospite d’onore don Luigi Perrel-li, presidente del Centro Nazionale OpereSalesiane. Dopo il saluto d’apertura e dibenvenuto del presidente delegato CNOSdel VIS don Franco Fontana, don Perrelliha aperto i lavori rivolgendo un pensiero albeato Artemide Zatti – laico coadiutore par-tito per le impervie regioni della Patagoniache per tutta la vita si dedicò alle necessitàdei bisognosi – e a tutti i volontari del VISche quotidianamente operano nel mondoper il progresso di molti giovani. Un inter-vento ricchissimo di spunti di riflessione e dicontenuti dato che in questo particolare pe-riodo il volontariato attraversa un “costrut-tivo” momento di crisi che costringe la con-gregazione tutta a riflettere a valutare a pen-sare, a lavorare soprattutto come famigliad’insieme. Attualmente a livello governativonazionale si registra il totale disinteresse ver-so la cooperazione allo sviluppo e vi è l’es-plicita volontà di non rispettare gli impegniinternazionali in materia di lotta alla

povertà, contrariamente agli altri stati del-l’Unione Europea che, nei loro bilanci han-no riservato, nonostante il periodo difficilis-simo, almeno una percentuale economica dadestinarsi a questo scopo. Oggi il VIS siregge esclusivamente sulle proprie gambe esulle tante, tantissime donazioni che con-sentono all’organismo di portare avanti ipropri progetti. Don Perrelli ha invitato tut-ti, inoltre, a lavorare sul carisma o meglio acome far trasparire il carisma, che è tesseri-no di credibilità, fuori dai nostri abienti chesono quelli strettamente relativi all’opera didon Bosco.

Antonio Raimondi, ex presidente dellaong salesiana, ha delineato un interessanteexcursus storico riguardante L’associazionis-mo nell’evoluzione del panorama italiano. Ilvero e proprio boom delle ong italiane si èregistrato negli anni ‘60 a seguito degli im-put lanciati dal Concilio Ecumenico Vati-cano II e dalla successiva Populorum pro-gressio (1967), l’enciclica di Paolo VI che haavviato la Chiesa verso la modernità e sensi-bilizzato le coscienze del mondo. Da lì, poi,la strada in salita è stata davvero lunga: dadon Ugo Decenzi con le spedizioi in MatoGrosso alla fondazione di Terra Nuova, laong salesiana che poi divenne prettamentelaica, sganciandosi dai suoi intenti originari.E poi la legge 1222 del 1971, prima leggedello stato italiano sul volontariato inter-nazionale e il 24 giugno 1970 la nascita del-l’associazione ex allievi salesiani, proprionell’anno del centenario della prima spedi-zione missionaria di don Bosco in Patago-nia. Del 1979 è la legge Pedini n. 38, primavera legge della cooperazione che nasce dalbasso, per pressione delle ong cattoliche,laiche, di sinistra. Ma è negli anni ‘80 cheprendono vita le ong legate alle profession-alità meno ideologizzate e che faranno dellaprofessionalità il cardine del proprio oper-are. Infine si arriva alla legge n. 49 del 1987,purtroppo ancora l’attuale legge italiana

AAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa

FFoorrmmaazziioonnee ee ccaarriissmmaa::ll’’aanniimmaa bbiiffrroonnttee ddeell VVIISS

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esclusivamente allo stadio primario che èquello di beneficiare meramente dei fondieconomici. Si assiste dunque alla crescitadell’aggregazione stessa e di chi la guida, au-menta l’offerta formativa manageriale. InItalia le ong sono medio-piccole se parago-nate a quelle del resto del mondo. ACTION-AID, per esempio, raccoglie in media all’an-no 50.000.000 di euro. La forte componentedi queste ong è volontaristica, tuttavia spes-so c’è poca competenza. L’approccio è perlo più basato sui bisogni dei singoli indi-vidui attraversato da tanta autoreferenzialitàe trascurando invece un approccio più isti-tuzionale per così dire. La più grande ag-gregazione europea di organizzazioni nongovernative si chiama Concorde che oggi èdivenuto un organismo federale di interven-to dell’Unione Europea, passaggio fonda-mentale perché si è compreso che non es-istono più solamente i paesi poveri ma an-che le persone povere dentro i paesi ricchi.E da qui il passo è stato davvero breve perunire le forze tra chi lotta contro la povertàin Africa e chi lotta contro la povertà inItalia. L’aiuto pubblico allo sviluppo è unmodo in cui un paese manifesta il suo livel-lo di civiltà ed attualmente attraversiamo inItalia un periodo davvero buio. Tuttavia oc-corre ripartire da noi, da quanto sapremoben utilizzare le risorse umane e quantosapremo investire sulle loro competenze la-vorando di concerto con le imprese. Intantoil VIS si sta armando di due strumenti fon-damentali alla propria crescita e per la pro-pria credibilità esterna: il codice etico e il bi-lancio sociale forti strumenti di democraziapartecipata con la base associativa.

EErrmmiinniiaa SSccaagglliiaa

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EEdella cooperazione. Nel 1986 a Torino, donAngelo Viganò, recentemente scomparso, efratello dell’allora rettor maggiore donEgidio Viganò, insieme ai cooperatori, allesuore e ai sacerdoti, fonda il VIS: Volontari-ato Internazionale Salesiano o per lo Svilup-po che dir si voglia: quello salesiano di fattoè un carisma legato all’educazione dei gio-vani ed implica pertanto lo sviluppo. Nel1988 il delegato del CNOS alla guida delVIS è don Ferdinando Colombo che haprecedentemente fondato a Treviglio gliAmici del Rwanda, dal 1992 Amici deiPopoli. Nel 1993 il VIS ha il suo primo pres-idente laico nella figura del relatore AntonioRaimondi, oggi sindaco di Gaeta ed il VIS èpromosso dal CNOS che ha il dovere dicontrollare il carisma di don Bosco all’inter-no dell’organismo e per tenere vivo il rap-porto tra laici e salesiani.

Un ospite d’eccezione è stato don DanteCarraro, direttore del CUAMM Medici conl’Africa, che recentemente ha festeggiatoben 60 anni della propria storia tant’è che lacerimonia è stata presenziata dal Presidentedella Repubblica Giorgio Napoilitano. Lafrase che credo riassuma meglio l’interventodi don Dante nel suo excursus storico,riguardante l’associazione e i suoi tanti annidi attività, non è che la filosofia che questaha sempre perseguito e cioè quella di assec-ondare non le esigenze del donatore o delvolontario, ma il grido dell’ultimo deipoveri.

Infine Massimo Zortea, attuale presi-dente eletto, riprendendo le fila dell’inter-vento di Raimondi, ha analizato il problemaattuale delle ong dal punto di vista socio-logico, sottolineando come la centralità del-la Pubblica Amministrazione sul fronte del-la cooperazione allo sviluppo dagli anni ‘70ad oggi si sia andata via via attenunuandodando maggiore rilievo alle stesse ong chenegli anni ‘80 si trasformano da non profitproduttive a vere e proprie imprese socialiper poi strutturarsi in associazione. Neglianni ‘90 invece prende piede una nuova cul-tura della pubblica sovvenzione, si passadalla contrattazione al convenzionamento,la ong è cioè in grado di stabilire con lo sta-to un impegno ben preciso non arrestandosi

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Dopo pranzo c’è stato l’incontro forma-tivo MGS zonale, tenuto da Don FrancescoBontà, che ha visto la partecipazione deglianimatori di Palermo, Trapani e Marsalacon lo svolgimento di una tematica di grup-po. Dopo i ragazzi sono stati coinvolti intornei di calcio e ad assistere alla rappresen-tazione di una scenetta dal titolo “Venite evedrete”.

La giornata si è conclusa con un lanciodi caramelle a tutti i ragazzi.

FFeessttaa pprroovviinncciiaallee PPGGSS eeiinnccoonnttrroo ffoorrmmaattiivvoo MMGGSS

Domenica 7 novembre 2010 si è svoltapresso l’Oratorio Opera Divina Provviden-za di Marsala la festa provinciale PGS e l’in-contro formativo MGS della zona di TP-PA.

Nel corso della mattinata abbiamo par-tecipato alla celebrazione Eucaristica segui-ta da una caccia al tesoro con la divisionedei ragazzi in squadre per età.

AAnniimmaazziioonnee MMiissssiioonnaarriiaa

GGiioorrnnaattaa MMiissssiioonnaarriiaa SSaalleessiiaannaa eeHHaarraammbbèèee RReeggiioonnaallee ddeeii ggiioovvaannii

Carissimi amici e confratelli,come da programmazione ispettoriale, vi segnalo due importanti appuntamenti che ci siamo

prefissati tra gli obiettivi dell’Animazione Missionaria per l’anno pastorale 2010/2011.Abbiamo fatto la scelta di accorpare i due eventi per sottolineare l’importanza del volontaria-

to missionario per la causa del Vangelo e per rinvigorire il protagonismo giovanile nella missione sa-lesiana. La Giornata Missionaria Salesiana e l’Harambèe dei giovani avranno un unico tema: “AN-DATE IN TUTTO IL MONDO… VOLONTARI PER PROCLAMARE IL VANGELO”. Interverrà Don Franco Fon-tana, animatore missionario nazionale e vice presidente del VIS. Sono invitati a partecipare i giova-ni dai 17 anni in su, sensibili alle tematiche di missionarietà e di volontariato internazionale.

L’evento si svolgerà a Catania presso l’Istituto “San Francesco di Sales” il 16 gennaio 2011 dal-le ore 09.30 alle ore 17.00; vi chiediamo di far pervenire le adesioni entro e non oltre il 10 gennaio.

Grati per la vostra collaborazione, vi attendiamo numerosi.

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

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EEAAssssoocciiaazziioonnii -- CCNNOOSS SSppoorrtt

PPeerrccoorrssoo ffoorrmmaattiivvoo ppeerr rreeffeerreennttiieedduuccaattiivvii nneelllloo ssppoorrtt iinn aammbbiieennttee ssddbbQQuuaallii oobbiieettttiivvii vvoogglliiaammoo rraaggggiiuunnggeerree nneell lliivveelllloo llooccaallee ((iinnooggnnii OOppeerraa SSDDBB)) ddeellllaa pprraattiiccaa ssppoorrttiivvaa?? 1. Approfondire coi dirigenti la vision e la mission dell’offer-ta di pratica sportiva negli ambienti SDB (PES Nazionale).2. Favorire la formazione dei giovani alleducatori della fasciapiù matura del MGS, che operano già all’interno delle nostreOpere SDB, in modo che diventino educatori competenti.3. Suscitare o consolidare la reale convergenza educativa conle CEP (Comunità Educativo - Pastorali) locali, così da sa-per interagire con l’ambiente educativo locale (scolastico,oratoriano, parrocchiale).

AA cchhii rriivvoollttoo iill ppeerrccoorrssoo ffoorrmmaattiivvoo??– Ai dirigenti/allenatori provenienti dalle opere locali SDB.

LLee ttaappppee zzoonnaallii ddeell ppeerrccoorrssoo (dalle ore 16.00 alle 18.30).

11.. FFoorrmmaazziioonnee IInntteerrzzoonnaallee::2288 nnoovveemmbbrree 22001100 (D. EdoardoCutuli - Catania-Barriera) Provin-cia di CT – ME – RG + Gela.1122 ddiicceemmbbrree 22001100 (D. MarcelloMazzeo - Palermo G. Adol.) Pro-vincia di PA – TP – CL – AG.

22.. FFoorrmmaazziioonnee IInntteerrzzoonnaallee::2200 ffeebbbbrraaiioo 22001111 (D. MarcelloMazzeo - Catania-Barriera) Pro-vincia di CT – ME – RG + Gela.66 mmaarrzzoo 22001111 (D. Edoardo Cutuli– Palermo G. Adol. ) Provincia diPA – TP – CL – AG.

MMooddaalliittàà ddii ssvvoollggiimmeennttooOgni incontro prevede un lavoro di approfondimento, di condivisione e di confronto tra ipartecipanti.

TTeemmaattiicchhee cchhee ssii aaffffrroonnttaannoo– “Strategie ed attenzioni nel percorso educativo sportivo”;– “Educare con e nello Sport”;– “Workshop e condivisioni in plenaria”.

N.B.: È necessario comunicare almeno tre giorni prima di ogni incontro il numero dei parte-cipanti ai responsabili dell’incontro.

(D. Edoardo Cutuli: 338.2410676 – D. Marcello Mazzeo 340.5546126)

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CCoorrssaa ddeeii SSaannttii 22001100Una tre giorni eccezionale e intensa

quella vissuta dai circa 800 giovani che dal30 ottobre sono stati a Roma in occasionede ‘‘La Corsa dei Santi’’, che (fra la corsacompetitiva e quella amatoriale) ha visto lapartecipazione di oltre 4500 persone.

I giovani convenuti a Roma dai centrisalesiani provenivano da Sondrio, Santera-mo, Cuneo, Ivrea, Novara, Vercelli, Bolo-gna, Mogliano Veneto, San Donà del Piave,

Molfetta, Arese, Taranto, Foggia, Torre Annunziata, Salerno, Corigliano Calabro e Catania.

Ospitati nelle case salesiane di Romaper i pasti hanno usufruito della mensadell’università Salesiana e per i momenticulturali sono stati ospiti del teatro Viga-nò presso la parrocchia Santa Maria dellaSperanza.

L’evento sportivo è stato anticipatoda due giorni intensi promossi dal Cgs(Cinecircoli Giovanili Socioculturali) edal Tgs (Turismo Giovanile Sociale).Quest’ultimo ha curato la visita guidatasui passi di Don Bosco a Roma, mentre il Cgs ha dato vita a un ensamble di eventi davveroben riusciti: il 30 sera il musical “Destinazione l’isola che non c’è”, sul personaggio Peter Pan;poi il film che tratta la storia del giudice Livatino, vittima di un killer e per il quale si è aper-

to il processo di beatificazione; e infine lospettacolo ‘‘Cose di cuore’’ che raccontaai giovani, con il loro linguaggio Don Bo-sco e il suo messaggio”.

Ecco alcune testimonianze che ren-dono ancora meglio la significatività dellamanifestazione e che fanno capire ancoradi più ciò che ognuno ha portato con sédopo questi gironi intensi.

“I nostri ragazzi – spiega Antonio daFoggia - sono rimasti contenti e soddisfatti di un’esperienza che davvero può far crescere epuò farsi confrontare con tante realtà differenti”.

Il dott. Antonio Grimaldi della segreteria della Basilica Papale di San Pietro in una mailha scritto che Sua Eminenza il Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica PapaleVaticana, ha espresso il suo apprezzamento per il modo in cui la celebrazione Eucaristica delprimo novembre si è svolta all’interno della basilica di San Pietro, presieduta da don PascualChávez.

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EEBarbara (la coordinatrice del gruppo

delle sbandieratrici di Sondrio) si è inve-ce espressa così: “Roma è davvero specia-le e davvero speciale è stato essere lì inPiazza San Pietro fin dal mattino con lacelebrazione: in quell’attimo d’attesa pri-ma di ricevere l’eucarestia da Don Pa-scual Chávez i pensieri e le emozioni so-no corsi veloci. Le mie ragazze hanno tro-vato dentro di sé il coraggio e la forza peressere lì a sbandierare davanti al Papa e,nonostante l’acqua, o forse proprio per

merito della pioggia incessante, hanno saputo dare ancora più valore al momento che stava-no vivendo. Spero ci possano essere altre occasioni per misurarsi e crescere all’interno dellaComunità Salesiana”.

Significativa poi la mail di Ar-turo, uno dei due registi del recitaldel gruppo di Cuneo “Quando,più di un anno fa, la nostra “nave”è salpata “Destinazione l’isola chenon c’è” mai avrei pensato ad unviaggio così affascinante, lungo epieno di sorprese. Quello di Roma,inaspettato all’inizio, poi immagi-nato, sognato, desiderato è stato loscalo più bello: qui abbiamo rice-vuto un’accoglienza speciale, fattadi mille attenzioni grandi e piccole, di premurosa cura per tutto e tutti, in spirito e stile sale-siano. Per questo il mio enorme grazie anche da parte di chi, non potendolo fare direttamen-te, mi ha pregato di farlo. Un grazie che sono certo rivolgerai a tutti coloro che in questo pe-riodo ti hanno aiutato nella realizzazione di un evento così importante, significativo e coin-volgente: in Piazza San Pietro, e nella Basilica prima della partenza, sul percorso (affrontatocon la dovuta calma!) poi e infine all’arrivo, non c’erano l’Oratorio di Sondrio o di Tarantoo di Molfetta o di Novara, c’era l’Oratorio di Don Bosco e basta, fatto di ragazzi e giovani

ma anche di famiglie, di adulti re-sponsabili, di gente che ha ancoravoglia di credere e crescere nel-l’allegria e nella preghiera, nellosport e nella cultura”.

E poi ancora: “I ragazzi sonostati entusiasti dell’esperienza vis-suta a Roma, grazie alla Corsa deiSanti” scrive Stefano Maria, sale-siano di Arese e infine “Grazieper l’ospitalità e per il lavoro nonindifferente svolto. Siamo rimastimolto contenti dell’esperienza”ha scritto invece don Mimmo diTaranto.

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EECCoommuunniiccaazziioonnee SSoocciiaallee

IInnccoonnttrroo ddeelleeggaattii iissppeettttoorriiaallii ddii CCSSI delegati ispettoriali di comunicazione

sociale si sono ritrovati a Roma, CNOS, ViaMarsala 42, martedì 9 novembre 2010, coninizio ore 10:15, per conoscersi, informaresulla situazione delle ispettorie e confrontar-si su alcuni aspetti nodali del servizio nazio-nale e ispettoriale.

Presenti, attorno a don Luigi Perrelli,Presidente CNOS e Segretario CISI: Bon-giorno Felice, ISI - Demarie Livio, ICP e in-caricato del servizio nazionale di comunica-zione sociale - Diotto Mariano, INE - La-notte Pierluigi, IME - Placci Piergiorgio,ILE - Pussino Gian Luigi, ICC. (Vedi foto).

Nel pomeriggio ci ha presentato la suaesperienza Al Rai Munir, per MOR.

La mattina:11 –– IIll ssaalluuttoo ee ll’’iinnttrroodduuzziioonnee ddeell PPrreessiiddeenntteeCCNNOOSS ddoonn LLuuiiggii PPeerrrreellllii..

La grande scommessa degli Ispettori, hadetto don Luigi, è “costruire un’Italia sale-siana” anche nelle comunicazioni. Ciò che

l’équipe di comunicazio-ne farà sarà sempre in di-

retto collegamento con il CSPG e quindicon gli Ispettori. Pur trovandoci in un mo-mento di cambiamento, che potrebbe crea-re problemi – ha continuato - l’Italia salesia-na sta esprimendo vivacità e delegati ispet-toriali motivati e progettuali.

22 –– CCoonnoosscceennzzaa ee bbrreevvee ssoottttoolliinneeaattuurraa ddii aall--ccuunnee iinniizziiaattiivvee iissppeettttoorriiaallii..

Dopo il saluto di don Livio Demarie, in-caricato del servizio nazionale, sono iniziatigli interventi dei delegati.

DDoonn FFeelliiccee BBoonnggiioorrnnoo, parlando del no-tiziario ispettoriale, ha sottolineato il prezio-sissimo lavoro dell’équipe di pastorale gio-vanile; i temi trattati e gli articoli si decido-no insieme. Presto si darà vita ad una festa ead un gruppo di gestione delle varie attivitàdi comunicazione.

DDoonn LLiivviioo DDeemmaarriiee ha presentato il suc-cesso del notiziario ispettoriale “scaricabile”in pdf. Dieci anni fa sono state unificateprogrammazione e contrattazione delle saledella comunità grazie all’Associazione Cat-tolica Esercenti Cinema nella quale sonoê I delegati ispettoriali di

comunicazione sociale.

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EEpresenti diversi confratelli. Buona la sinergiaradio salesiane – pastorale giovanile – ufficiostampa ispettoriale e rapporti con i medialocali.

DDoonn MMaarriiaannoo DDiioottttoo ha presentato ilnuovo sito dell’ispettoria, completo di new-sletter e notiziario online. Importantissimi ipassi decisi dall’ispettoria: particolarmentel’esistenza di una redazione che con la pa-storale giovanile pubblica Donboscoland e,di recente, l’ assunzione di un laureato in co-municazione per la cura del sito ispettorialee la creazione di materiali di riflessione ine-diti. Presto si darà vita all’ufficio stampaispettoriale, servizio che in questo momentoè affidato, in alcune occasioni, al Servizioper la Comunicazione della Diocesi di Pa-dova.

DDoonn PPiieerrlluuiiggii LLaannoottttee ha evidenziato illavoro di formazione in collaborazione conl’animazione missionaria. Nel calendario an-nuale non mancano i campi di comunicazio-ne. Uno, sui diritti umani, ne ha esaminato itagli comunicativi, un altro, in preparazioneè composto da laboratori per imparare asfruttare gli strumenti di comunicazione eda una sei giorni di incontro e discussionecon professionisti del settore.

DDoonn PPiieerrggiioorrggiioo PPllaaccccii ha parlato delnotiziario ispettoriale e del sito MGS. Inispettoria cominciano a lavorare insieme leequipe di comunicazione con l’animazionemissionaria anche in vista di una feconditàvocazionale.

DDoonn GGiiaann LLuuiiggii PPuussssiinnoo ci ha presenta-to la scelta di valorizzare al massimo le atti-vità e gli strumenti già presenti, insieme, alDon Bosco di Cinecittà: radio – incontri cul-turali – sala della comunità. Anche per que-sto si sta formando un gruppo di lavoro contre – quattro persone a tempo pieno e, in vi-sta di un ufficio stampa ispettoriale, si sonoavviati i contatti con un collaboratore laico.

33 –– AAttttiivvaazziioonnee ddii uunn uuffffiicciioo ssttaammppaa nnaazziioo--nnaallee..

Si tratta di avviare, mantenere contatti e“pubbliche relazioni” con i principali ope-ratori italiani della comunicazione (stampa,

video e internet) e con i canali satellitari delMedio Oriente.

Sarà un lavoro delicato e lungo che - at-traverso mailing-list, contatti telefonici email, oltre che con eventuali conferenzestampa - dovrebbe portare a diffondere sulterritorio regionale e su quello nazionale/in-ternazionale le notizie e le riflessioni che piùci stanno a cuore.

È comunque necessaria una riflessionedegli Ispettori su quali notizie vogliamo co-municare, tenendo conto che non siano “adintra”, e su chi deve parlare. Praticamentechi dice cosa?

Intanto i delegati di CS si prendonoquesti impegni:

a) ogni delegato costituisca una mailinglist con nomi di tutte le testate (carta/ra-dio/tv/internet) e di giornalisti presentisul proprio territorio, da utilizzare in se-de ispettorialeQuesta lista è da trasmettere contempo-raneamente alla sede nazionale.b) dopo averne parlato con l’Ispettore econ il suo placet, si elenchino i confratel-li preparati ad intervenire su temi educa-tivi, in risposta a fatti di cronaca, sulmondo della formazione professionale edei giovani lavoratori, sulle leggi e la pa-rità scolastica, sul servizio civile, ecc. A questi confratelli si richieda il serviziodi rispondere ai giornalisti dopo esserestati contattati dal delegato di comuni-cazione (o dal capo ufficio stampa) e ri-lascino dichiarazioni o riflessioni dopoessersi confrontati con i superiori.Questa lista è da trasmettere contempo-raneamente alla sede nazionale.c) ogni delegato organizzi un sistema dicomunicazione tra case ed ispettoria(per esempio via fax, se questo facilita lecose) in modo da conoscere il maggiornumero di attività e riflessioni che na-scono nelle case. Le utilizzerà o per ilnotiziario - sito ispettoriale o per l’uffi-cio stampa.All’inizio ritrasmetterà il tutto anche al-l’incaricato del servizio nazionale chesceglierà quali notizie pubblicare.

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EE 44 ––CCoossttiittuuzziioonnee ddii uunnaa ““ccoonnssuullttaa”” ddii ggiioorr--nnaalliissttii ccaattttoolliiccii..

Don Livio Demarie ha chiesto consiglioper contattare giornalisti cattolici che lavo-rano a Roma, con i quali riflettere e confron-tarsi su scelte d’informazione più incisive,secondo il linguaggio dei media laici.

Vengono fatti i nomi di Carlo Di Cicco,Giuliano Ferrara, Margherita Ferrandino,Piero Damosso, Enzo Romeo, Guido Vec-chi, Santonastaso de Il mattino, GaetanoPedullà de Il Tempo.

a) Altri che verranno in mente sarannoconsigliati a don Livio.

Il pomeriggio i lavori sono proseguiticosì, a partire dalle ore 15:

55 ––IInnccoonnttrrii ccoonn ii ddeelleeggaattii iissppeettttoorrii aallii ddii ccoo--mmuunniiccaazziioonnee..

Insieme sono state fissate le date deiprossimi due incontri:

a) Lunedì 24 gennaio 2011, Roma,CNOS, via Marsala 42, dalle 10 alle 17.b) Venerdì 15 aprile 2011, Roma,CNOS, via Marsala 42, dalle 10 alle 17.Viene richiesto di mettere nell’ordine

del giorno del primo incontro, 24 gennaio,la presentazione delle seguenti esperienze:

INE: Convegno sull’educazione e inau-gurazione dell’anno accademico (con glistudi su adolescenti e media)

IME: Collaborazione animazione mis-sionaria – HRC e campi estivi sulla comuni-cazione.

Si conviene insieme, infatti, che sonomodelli facilmente “esportabili” nelle altreispettorie.

66 ––DDoonnbboossccoonneewwss ee DDoonn BBoossccoo IIttaalliiaa..Osservando insieme i vari siti ispettoria-

li, compreso quello della MOR e Donbosco-news ci si accorge che non esiste una presen-tazione ufficiale ed istituzionale dei Salesia-ni d’Italia.

Così si pensa sia bene, confortati anchedalla riflessione di don Piergiorgio, chiedereall’Ispettoria ILE di condividere il dominiosalesiani.it per tutta l’Italia. Questo compor-terebbe la realizzazione di un sito che imme-diatamente farebbe conoscere chi siamo,dove siamo, cosa facciamo. Di conseguenza,

grazie a piccoli lavori di natura esclusiva-mente tecnica, quindi senza nulla richiedereai confratelli né cambiare, ogni salesiano po-trà essere raggiunto con l’intuitiva email [email protected] come già fanno iGesuiti e i Paolini.

Nel frattempo si chiede l’autorizzazionedi realizzare l’home page www.donboscoita-lia.it che aggregherà tutte le ispettorie e cheun giorno sarà anche – se verrà approvatodalla CISI – www.salesiani.it . Questo evite-rà anche la creazione di tanti doppioni e sa-ranno promossi particolarmente i siti delCNOS, Donboscoland. E Donbosconews.

Alla CISI, che in luglio ha progettatouna serie di contenuti tematici e ipotesi diconfratelli di riferimento, i Delegati CS fan-no notare che la richiesta di riflessioni spe-cializzate – editoriali – rubriche sulla storiadella Congregazione, ecc… non compete,come anche detto nel CSPG, al servizio dicomunicazione sociale. I responsabili dei va-ri settori produrranno i materiali e il serviziodi comunicazione lo metterà in rete. Le mo-dalità opportune di inserimento sarannostudiate.

Specificatamente su Donbosconews sidecide:

a) rimozione dei “doppioni interni alsito;b) rimozione dei bottoni “DB news so-cial network” e “Archivio notizie”. Ven-gano sostituiti da “Download” per lacondivisione di documenti aperti alla ri-flessione di tutti;c) aggiornamento dei contenuti;d) i delegati invieranno regolarmente(come già detto) contenuti e notiziepubblicabili sul sito nazionale. Al servi-zio nazionale spetta suddividere i mate-riali a seconda delle varie categorie.

Si richiede al CNOS di acquistare anchei domini: salesianidonbosco. com, .net, .org,.info, .eu e di chiarire come recuperare sale-sianidonbosco.it

Alle 17:15 si è concluso l’incontro.

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VV II CCoonnggrreessssoo iinntteerrnnaazziioonnaalleeIl VI Congresso Internazionale di Maria

Ausiliatrice si terrà dal 3 al 6 agosto 2011 aCzestochowa in Polonia, presso il Santuariodi Jasna Gora, ove si venera la MadonnaNera.

Riconosciamo innanzitutto la grazia dicelebrare il Congresso in un luogo santo ric-co di fede, storia e spiritualità e segnato dal-la testimonianza di santità di tanti uomini edonne di Dio. Vogliamo fin d’ora preparar-ci a questo avvenimento di Famiglia Salesia-na, che verrà ufficialmente annunciato du-rante le Giornate di Spiritualità del gennaio2010 e cominciare a pensare modalità e ini-ziative per far sì che tanti giovani, famiglie,gruppi da ogni parte del mondo possano es-sere presenti. Sarà un dono speciale perl’Associazione e per la Famiglia Salesianasoprattutto nella grande sfida della difesadella vita, del rinnovamento della famiglia edell’evangelizzazione dei giovani.

Giornate formative per i delegati italiani dei SalesianiCooperatori e degli Exallievi/e di Don Bosco

Salesianum di Roma, 18-21 novembre 2010

Guidati da don Enrico Peretti, delegato nazionale, 50 salesiani delle Ispetto-rie italiane hanno approfondito le motivazioni del loro impegno a favore dellaFamiglia Salesiana.

Gli interventi formativi sono stati presentati da don Antonio Mastantuono,assistente del Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica dal dott.Bernardo Cannelli, presidente na-zionale degli Exallievi di don Bosco;dall’ing. Roberto Lattanzi, respon-sabile nazionale della Formazionedei Cooperatori; da don José PastorRamírez, delegato mondiale degliExallievi/e e Coordinatore della FS.

Alle giornate sono intervenutianche il Rettor Maggiore, che haportato l’assemblea a riconoscerenella passione di don Bosco l’iniziodella Famiglia Salesiana, e donAdriano Bregolin, che ha presenta-to una riflessione sulla ChristifidelisLaici.

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OOrrddiinnaazziioonnee pprreessbbiitteerraallee ddiiDDoonn FFrraanncceessccoo BBoonnttàà

Con tanta commozione rin-grazio Dio che nella sua grandemisericordia mi ha chiamato aseguirlo più da vicino nel suo fi-glio Gesù. Ringrazio sua Ecc.zareverendissima Mons CalogeroLa Piana che per le imposizionidelle sue mani oggi ho ricevutoil dono di Dio e sono diventatosacerdote. Il sig. ispettore donGianni Mazzali, don RaimondoGiammusso e la mia comunitàdel “Gesù Adolescente” con igiovani e le famiglie dell’orato-rio Villaurea di Palermo. Ringra-zio per il servizio liturgico i con-fratelli studenti e tutta la comu-nità del “San Tommaso”di Messina, che in que-sti anni con pazienza e affetto mi hanno segui-to nel mio cammino formativo. Ringrazio i mieigenitori e i miei fratelli Gaetano e Martina peravermi, anche loro, seguito in questi anni passodopo passo nel mio discernimento vocazionale:

insieme abbiamo fatto un cammino cristiano esalesiano. Ringrazio Don Paolo e don Antonel-lo che in questi giorni di preparazione si sonosempre resi disponibili; Ringrazio mons. Vin-cenzo Sauto vicario episcopale per la vita consa-crata della diocesi di Piazza Armerina, il coro diGiostra che questa sera ha animato questa cele-brazione; i confratelli qui presenti in questa oc-casione e tutti i confratelli che per motivi di im-pegni si sono resi presenti con la preghiera. Rin-grazio il sig. sindaco, l’amministrazione comu-nale, i vigili, il comandante e l’arma dei carabi-nieri. Ringrazio le suore qui presenti, voi giova-ni e famiglie che siete venuti da varie parti dellaSicilia e dalle varie regioni d’Italia, non vogliocitare i luoghi di provenienza perché non vorreitralasciare nessuno. Ringrazio tutte le famiglie ei giovani di Riesi che hanno collaborato in que-sti giorni per la realizzazione di questa celebra-zione.

Ringrazio Dio, datore di ogni bene, per ildono immenso che mi ha concesso questa sera,l’ordinazione sacerdotale. Lascio a voi immagi-nare l’emozione, ma anche l’affetto, la parteci-pazione e l’intensità di questo momento. Pensa-vo in questi giorni di preparazione che tutti icristiani sono chiamati, e non solo i sacerdoti. IlSignore non ha parlato solo ai Dodici quandoé Don F. Bontà e Mons. C. La Piana.

Saluto di ringraziamento di Don FrancescoRiesi, 11 dicembre 2010

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ha annunciato le beatitudini, il Signore non ha parlato solo ai tre che erano sul monte Tabor, ne so-lo ad alcuni dei suoi discepoli quando ha detto: “voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padrevostro celeste”. Nessun battezzato può dire: io non sono coinvolto nella chiamata ad essere un san-to. Ognuno di noi è chiamato ad essere santo, nel proprio stato , nelle proprie responsabilità, nellecircostanze in cui il Signore ci pone. Tutti dobbiamo essere santi. Naturalmente colui che il Signorechiama a determinati ministeri, a determinate missioni, ha una chiamata particolare, perché il mini-stero è dato per gli altri e quindi questa santità deve brillare in un modo più luminoso. Questa serachiediamo al Signore il dono della disponibilità, il dono della santità. Chiediamo al Signore che difronte ai bisogni immensi della Chiesa susciti numerose vocazioni in modo particolari quelle sacer-dotali. Questa vigna è devastata. Pensate qui a Riesi ma anche nelle nostre città di origine, devastateda tanti mali, da tante indifferenze, da tante chiusure, da tanti egoismi. Ognuno pensa a risolvere ilproblema, e quando l’ha risolto non gli interessa degli altri. Abbiamo bisogno di aprire il nostro cuo-re, perché la gente senta di essere amata e servita, abbiamo bisogno di sacerdoti veri che seguano Cri-sto, che lo seguono veramente da vicino e, seguendolo da vicino palpitano con il loro cuore e chepossano andare a cercare la pecorella smarrita, possono prendersi cura di chi soffre nell’anima e nelcorpo.

Il 29 ottobre scorso,presso il Savio di Messina,si sono tenute le Professio-ni Perpetue di 5 confratelli.Ha presieduto la celebra-zione eucaristica il Sig.Ispettore Don Gianni Maz-zali.

I confratelli che hannoprofessato sono: AuberlinDoulchard Razafimandim-biarisolo; Hermann Solo-nomenjanahary (MDG);Josè Nicolas Razafinjatovo(MDG); Placido TeofiloFreitas (ITM); VincentiusPrastowo (ITM).

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é Foto di gruppo.

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LL’’oorraattoorriioo èè vviittaaA più di 80 anni dalla nascita del nostro

Oratorio, i barcellonesi rinnovano giornodopo giorno, anno dopo anno l’amore perl’Oratorio… punto di riferimento per ragaz-zi, giovani e adulti, famiglie della nostra cit-tà. Le attività che l’Oratorio offre sono mol-teplici. Tra quelle sportive non può mancareil calcio con la P.G.S. Or.Sa, società nata sindai tempi della nascita dell’Oratorio, anima-ta da grande spirito di gruppo e lealtà, par-tecipa sia ai campionati di P.G.S. che federa-li, in tutte le categorie. Inoltre l’hochey suprato, con la P.G.S. Don Bosco 2000 chequest’anno festeggia i suoi 25 anni dalla na-scita, offre la novità nei campi dell’oratorioe molti ragazzi si cimentano in questo sport.Poi il Basket, con la P.G.S. Or.sa , rinnova-tasi quest’anno su spinta di molti genitori,sport del quale in città si parla tanto vista lapresenza in lega2 della Sigma Barcellona;grazie ai genitori alimentati dall’amore perl’oratorio, a breve ci sarà una nuova costru-zione nel nostro Oratorio, un pala tendache permetterà ai ragazzi di giocare al co-perto e in estate di avere un po’ di ombra.Tra le attività musicali l’oratorio offre ai ra-gazzi non soltanto un’ottima sala musicalecon impianto registrazioni ma anche corsi dichitarra e pianoforte, inoltre vi è la presenzadi un coro costituito per lo più dai ragazziche frequentano o che hanno frequentato ilcatechismo da poco tempo. In un Oratoriodi Don Bosco di certo non può mancare ilTeatro, ed ecco il gruppo Savio Arte, costi-tuito da ragazzi,giovani e anche adulti, cherinnova ogni anno i suoi appuntamenti tea-trali a dicembre e a maggio. Ma vi è anchel’Associazione Teatrale Cattafi,la quale offrenon solo agli oratoriani ma anche alla cittàspettacoli divertenti, riflessivi, di cultura.Non vanno dimenticati i carissimi Ex-allievie Gex, e i cooperatori salesiani, punto di ri-ferimento dell’Oratorio per il grande contri-buto formativo e culturale. Nota brillantedel Centro Giovanile Barcellona P.G. sono iragazzi dai 7 ai 18 anni che animano rumo-rosamente, allegramente e con gioia i grup-

pi formativi, divisi in fasce d’età abbiamo:Catechismo 7-10 anni, Gruppo Savio Club9-10 anni, il gruppo Società dell’Allegria 9-10 anni (post comunione), il gruppo Taos11-12 anni, il Gruppo Arcobaleno 11-12 an-ni nato da un post-comunione, il gruppoGreen Teen 13-14-15 anni e infine il Grup-po Rdb 16-17-18 anni. Non per ultimo me-no importante, il Gruppo giovani dai 18 an-ni in su. Proprio in occasione della Festadell’Immacolata nonché Compleanno del-l’Oratorio tutti i gruppi, associazioni del-l’Oratorio hanno rinnovato le loro promesseaffidandosi alla Madonna. Grande festa, ini-

ziata al mattino con la cele-brazione eucaristica, animatadal cerchio mariano che ha visto la presenzadi ben 800 persone,il nostro cortile era ungran colpo d’occhio. Nel pomeriggio nel no-stro Teatro l’Accademia che ha visto la pre-senza di 500 persone e molte sono rimastefuori a causa della mancanza di spazio. L’ac-cademia è stata motivo di presentazione deigruppi, promesse, e tanta tanta gioia… e perconcludere i giovani dell’oratorio SDB e igiovani della casa FMA hanno condiviso lacena insieme all’insegna della gioia e del di-vertimento. Il nostro Oratorio è vita, questoci spinge a fare sempre di più con l’ausilioamorevole dei nostri Salesiani.

AAnnggeellaa PPuulliiaaffiittoo

é Gruppo giovani Rdb.

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CCaattaanniiaa--BBaarrrriieerraa

CCeennttrroo aaccccoogglliieennzzaa ppeerrllaa vviittaa ee llaa ffaammiigglliiaa

Il Centro di accoglienza per la vita e lafamiglia è sorto da qualche mese, pressol’Oratorio-Centro Giovanile Salesiano “Sa-cro Cuore” di Catania-Barriera, stimolatoda alcune richieste di aiuto da parte di don-ne e di ragazze, anche minori, in attesa e inforte difficoltà psicologiche ed economiche:abbiamo facilitato l’accettazione da partedelle mamme del proprio bambino, grazieanche all’appoggio determinante di alcuniVolontari del Centro di Aiuto alla Vita diGiarre (CAV del Movimento per la vita), chesono stati molto vicini alle ragazze in attesa,con supporto medico-ginecologico ed eco-nomico, attingendo anche al “Progetto Gem-ma” e alla “carità parrocchiale”.

Attorno a questi “lieti eventi” si sonoraccolto numerosi “volontari”, che hannocondiviso la proposta offerta dall’OratorioSalesiano di creare un movimento di opinio-ne a favore della vita e della famiglia: è cosìnato l’11 ottobre 2010 il “Centro di acco-glienza per la vita e la famiglia”, che racco-glie ad oggi circa 20 volontari di varie pro-fessionalità (alcuni medici, avvocati, psicolo-gi, assistenti sociali, insegnanti…) ed estra-zioni sociali e culturali, giovani e adulti, chehanno offerto la propria professionalità espazi del proprio tempo per diffondere lacultura della vita e difendere e favorire i va-lori della famiglia, come recita il volantinoapprontato per favorire la conoscenza delCentro stesso, i cui Volontari si propongonodi “impegnarsi per la difesa della Vita nascen-te (art. I legge 194) e per la promozione dellaFamiglia (art. 29 Costituzione italiana)”.

L’azione nel Centro di accoglienza siesprime in svariate forme dal sostegno mo-rale (preghiera, partecipazione alle iniziati-ve), a quello finanziario (offerte per adozionia distanza di mamme e bambini, attrezzaturee abbigliamento utile…), alla disponibilitàpersonale (“mettersi in gioco” con la propriaprofessionalità e il proprio tempo… per sensi-bilizzare all’amore alla famiglia e alla vita).

Fondamentale è la collaborazione all’in-terno della realtà parrocchiale e salesiana el’inserimento del Centro di Accoglienza nel-la Caritas Parrocchiale, che unifica le realtàsociali e di volontariato del nostro ambien-te, con momenti formativi unitari, e il colle-gamento col Movimento per la vita di Giar-re (Centro di Aiuto alla Vita – CAV); altret-tanto importante, riteniamo che sia, il lavorodi rete con Parrocchie, realtà sociali ed edu-cative del Territorio. Importante l’utilizzodei mass media, in particolare internet (pagi-na di Facebook, sito…).

La formazione degli operatori viene mo-dulata da incontri mensili aperti ai volontarie simpatizzanti (in genere il primo lunedì delmese alle ore 19.15), da incontri con la Cari-tas (abbiamo programmato per gennaio al-cuni incontri con l’Ufficio diocesano dellaCaritas) e per febbraio-aprile altri incontried esperienze col Movimento per la vita;mentre per la formazione dei giovani e dellefamiglie abbiamo programmato tre incontriaperti ad adolescenti, giovani e dei genitoricon presenze significative, a livello di conte-nuti e di testimonianze, da realizzare nei pri-mi mesi del 2011 col tema: “Giovani e adole-scenti: educazione all’amore”.

IInnccoonnttrrii ddii ffoorrmmaazziioonnee ee iinnffoorrmmaazziioonnee ppeerraaddoolleesscceennttii,, ggiioovvaannii ee aadduullttii ssuull tteemmaa ddeellllaaVViittaa ee ddeellllaa FFaammiigglliiaa iinn lliinneeaa ccoonn gglliiOOrriieennttaammeennttii PPaassttoorraallii ppeerr iill 22001100--22002200..

MMeerrccoolleeddìì 2266 ggeennnnaaiioo 22001111 oorree 1188..4455Giovani e adolescenti: educazione al-

l’amore nella famiglia oggi a Catania.P. Enzo Fatuzzo, parroco di S. Agata al

Borgo, vicario del IV Vicariato; AnnamariaMuscuso, psicologa; Rosanna Riela e RosarioCatalano, genitori e insegnanti; RosellaAcunto, avvocato, moderatrice.

MMeerrccoolleeddìì 2233 mmaarrzzoo 22001111 oorree 1188..4455Giovani e adolescenti: educazione al-

l’amore. Valore della sessualità e procreazioneresponsabile.

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Don Gianni Russo, Preside Istituto Teolo-gico S. Tommaso-Messina, Direttore Scuola dispecializzazione in Bioetica e Sessuologia; RosaMaria Barone, medico ginecologo; Giusy e An-tonino Pulvirenti, Ufficio Diocesano di Pasto-rale Familiare; Renata Cantarella, medico gine-cologo, moderatrice.

MMeerrccoolleeddìì 44 mmaaggggiioo 22001111 oorree 1188..4455Giovani e adolescenti: educazione all’amo-

re. Valore e difesa della vita umanaP. Valerio Di Trapani, Direttore dell’Uffi-

cio Diocesano della Caritas; Ginevra e CesareScuderi, Centro di Aiuto alla Vita; Paola Caru-so, Movimento per la vita (Giarre); SalvatoreGarraffo, medico ginecologo, moderatore.

Gli Incontri si svolgeranno presso il Salone dell’Opera Salesiana “S. Cuore” di Barrierain Via del Bosco 71 – Catania 095.2247111/231/213.

Invitiamo i Genitori a partecipare insieme ai propri Figli adolescenti e giovani per un dia-logo sereno e costruttivo su temi fondamentali.

Per informazioni e comunicazioni utilizzare anche il sito:www.oratoriosalesianobarriera.org ; www.salesianibarriera.org e le E-mail: [email protected]; [email protected]; Facebook: [email protected]

DDoonn GGaaeettaannoo UUrrssoo

MOVIMENTO PER LA VITAS.O.S. per la Vita

CCaattaanniiaa--SSaalleettttee

CCoonn MMaarriiaa ee DDoommeenniiccoo SSaavviiooaappeerrttii aall ffuuttuurroo ee aallllaa ssppeerraannzzaa

L’otto dicembre 2010, la comunità oratoriana e parrocchiale della “Salette” di Catania hacelebrato la Festa di Maria Immacolata vivendo un momento di particolare gioia.

Trenta fanciulli e ragazzi appartenenti al “Savio Club”, dopo aver pronunciato la promes-sa che li impegna a imitare San Domenico Savio, hanno ricevuto la tessera di appartenenza“ufficiale” al Club.

Una mamma, a nome di tutti i genitori, qualche minuto prima, aveva manifestato l’affi-damento dei ragazzi al “piccolo-grande” Santo della gioventù.

La Celebrazione è stata presieduta da don Domenico Luvarà che, esprimendo felicità edemozione, ha ricordato come anch’egli, cresciuto nell’Oratorio della Salette, è stato un mem-bro del Savio Club da ragazzo prima e da giovane animatore in seguito.

Il messaggio che ha voluto lascare ai ragazzi è un invito a essere sempre nella gioia, in gra-zia e in gamba.

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Nella Chiesagremita da un’As-semblea che, conaffetto, si è strettaattorno a questipiccoli abitanti delquartiere che rap-presentano un“investimento”sano e pieno disperanza per lacomunità civile edecclesiale, si è vis-suta una Celebra-zione Eucaristica,animata magistral-mente dai giovani

oratoriani e catechisti della parrocchia guidata da don Enzo Andronaco, in cui si percepivala reale presenza di Maria.

Alla fine della Santa Messa, i circa quattrocento partecipanti, si sono recati nel cortile del-l’Oratorio accolti dall’incaricato don Luigi Calapaj; dopo la drammatizzazione/ricordo del-l’arrivo dei primi tre Salesiani alla Salette (uno di essi, don Di Mauro, era presente), il tradi-zionale cerchio mariano con la recita dell’Ave Maria.

Erano presenti tutti i Salesiani SDB della Comunità guidata da don Troina e una foltarappresentanza di altri componenti della famiglia Salesiana. Per concludere, offerti dal loca-le Gruppo degli exallievi, panini e mortadella per tutti.

DDoonn DDoommeenniiccoo LLuuvvaarràà

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Nel salone-teatro dell’Istituto salesianoSan Giovanni Bosco, in via Santa Maria del-la Salette a Catania, sabato 27 novembre, acura della locale Unione Exallievi, si è tenu-to il convegno “Legalità e sviluppo a SanCristoforo. È ancora possibile la rinascitadel quartiere?”.

Il convegno è stato aperto dal saluto del-l’Arcivescovo metropolita Mons. SalvatoreGristina che ha sottolineato la centralità delterritorio per la rinascita economica e socia-le e come luogo di formazione e crescita.

Dopo i saluti del direttore dell’Istituto,don Giuseppe Troina, e del delegato del-l’Unione Exallievi, don Rodolfo Di Mauro,

il presidente dell’Unione, Salvatore Caliò,ha stigmatizzato la situazione di degradoeconomico, sociale e strutturale in cui versada mezzo secolo il quartiere, chiedendo airelatori quale sia la strada percorribile per larinascita di San Cristoforo.

L’arch. Rosanna Pelleriti, responsabiledel Programma Integrato San Cristoforo, haillustrato i lavori sin qui fatti lamentando,giustamente, gli atti di vandalismo perpetra-ti dai soliti ignoti che non sentono questispazi comuni come propri e quindi da pro-teggere. Il Viceprefetto, dott. Anna MariaPolimeni, ha ricordato che purtroppo que-sta è una piaga comune in tutta la città e che

CCoonnvveeggnnoo:: ““LLeeggaalliittàà ee ssvviilluuppppooaa SSaann CCrriissttooffoorroo””

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forse il problema si potrebbe risolvere coin-volgendo gli abitanti nella gestione di questispazi.

Altro punto essenziale è l’evasione dal-l’obbligo scolastico, come ha evidenziato ladott. Silvia Vassallo, sostituto Procuratoredel Tribunale dei minori, con l’incrementodella devianza minorile, sostenendo che lascuola, insieme alle famiglie, ha il compitoimportante di educare alla legalità, oltre cheallo studio, le nuove generazioni. A tal pro-posito, agli alunni delle scuole del quartiereè stato proposto un tema dal titolo: “Cosa èper te la legalità?”. La giuria composta dalprof. Guglielmo Longo, presidente, docenteuniversitario, da don Enzo Giammello, de-legato ispettoriale dell’Unione Exallievi sici-liani, dal prof. Ezio Donato, docente univer-sitario e responsabile della Scuola di recita-

zione dl’arte drammatica del Teatro Stabiledi Catania, dalla dott. Maria Lombardo,giornalista e docente universitario, e daldott. Salvatore Scalia, scrittore e giornalista,ha premiato l’alunna Maria Grazia Fusellidella Scuola primaria dell’Oratorio salesia-no San Giovanni Bosco - Salette, classifica-tasi al primo posto, 2° classificato (ex ae-quo) Marina Foti dell’Istituto comprensivoLivio Tempesta, Alessia Spampinato delCorso di formazione professionale della Sa-

lette e l’Istituto comprensivo Cesare Battistiper il video “La scuola è vita”. Un premiospeciale della giuria è stato assegnato a Se-bastiano Conte dell’Istituto comprensivoLivio Tempesta.

Padre Valerio Di Trapani, direttore del-la Caritas diocesana, in rappresentanza del-l’Assessorato ai Servizi Sociali, propone dilavorare sull’accoglienza (nel quartiere c’èuna nutrita rappresentanza di extracomuni-tari), promuovere nuove iniziative culturalie dare spazio al gioco e alla fruizione dellestrutture esistenti nel quartiere. Infine, donEnzo Giammello ha spiegato il progetto fi-nanziato dalla “Fondazione per il Sud”composto da 30 associazioni (capofila i Sale-siani della Salette) che promuove tutta unaserie di iniziative che possano far da leva al-lo sviluppo economico del quartiere con

particolare attenzione agli aspetti sociali ededucativi e ai centri di aggregazione per iminori. Il convegno è stato coordinato e mo-derato dalla giornalista dott. Pinella Leoca-ta, attenta osservatrice di tutte le realtà e deiproblemi che affliggono le periferie dellacittà.

é Don G. Troina, direttore dell’Istituto salesiano,don E. Giammello, delegato ispettoriale Unione Exallievi,

S. Vassallo, sostituto Procuratore del Tribunale dei minori,P. Leocata, moderatrice, R. Pelleriti, responsabile del

Programma Integrato S. Cristoforo, S. Caliò, presidentedell’Unione Exallievi, S. Ecc. Mons. S. Gristina.

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MMaarrssaallaa

IIll cceenntteennaarriioo ddeellllaa mmoorrttee ddeellBBeeaattoo DDoonn MMiicchheellee RRuuaa,, pprriimmoossuucccceessssoorree ddii SSaann GGiioovvaannnnii BBoossccoo

Si sono conclusi venerdì 29 ottobre u.s.presso la Casa Salesiana Divina Provvidenzai festeggiamenti del primo centenario dellamorte del beato Don Michele Rua, I Succes-sore di San Giovanni Bosco

La famiglia salesiana di Marsala ( Comu-nità Salesiana; Salesiani Cooperatori; Ex Al-lievi/e; Adma e per adozione l’Azione Cat-tolica parrocchiale) per tale evento ha orga-nizzato tre avvenimenti che hanno coinvoltotutta la cittadinanza: una mostra fotograficadal 20 al 31 ottobre presso la pinacoteca co-munale raffigurante la vita le opere e i viag-gi del Beato, all’inaugurazione erano presen-ti il Vicario Ispettoriale Don Antonino Ru-bino, il Vice Sindaco Michele Milazzo e dal-l’Assessore alle politiche giovanili Avv. AnnaBandini; una conferenza nello stesso localelunedì 25 tenuta dal Prof. Aldo GioacchinoRuggeri e dall’Avv. Diego Maggio entrambiEx Allievi della Casa Divina Provvidenza;venerdì 29 ottobre, giorno liturgico del Bea-to Michele Rua, la Santa Messa Solenne pre-sieduta da Sua Ecc.za Mons. Domenico Mo-gavero.

Come è noto ai mar-salesi la Casa DivinaProvvidenza nasce die-tro desiderio del Cano-nico Mons. SebastianoAlagna che insieme adaltri benefattori si sonofatti promotori pressoDon Bosco perché arri-vassero i salesiani a Mar-sala. È stato lo stessoDon Bosco ad indicareal Canonico Alagna co-me doveva essere co-struita la struttura e ilnome che doveva assu-mere una volta comple-tata la costruzione. An-

che se la Casa Divina Provvidenza cominciain parte la sua attività nel 1882 i salesiani ar-riveranno a Marsala solo nel 1895, otto annidopo la morte di don Bosco. A mandare laprima “squadra” di Salesiani è stato proprioil Beato Michele Rua che Marsala ha avutola gioia di accogliere in visita per ben duevolte.

La Famiglia Salesiana di Marsala ricono-scenti al Beato Michele Rua e al CanonicoMons. Sebastiano Alagna ha voluto colloca-re sulla facciata dell’Opera Salesiana una la-pide commemorativa di questi due grandipersonaggi che per Marsala hanno dato unamano concreta per l’educazione e la crescitamorale e cristiana di tantissimi ragazzi, chepassando dalla Casa Divina Provvidenza

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hanno trovato una casa che accoglie, un cor-tile che educa alla vita, e un luogo dove in-contrare il Signore.

IIll DDiirreettttoorree eellaa FFaammiigglliiaa SSaalleessiiaannaa ddii MMaarrssaallaa

Un incontro caratterizzato dal clima difamiglia che i nostri ex allievi/e marsalesihanno saputo creare attraverso una organiz-zazione impeccabile della giornata che haavuto tre momenti fondamentali: il saluto ela presentazione del piano formativo ispet-toriale seguito dalle programmazioni dellevarie unioni presenti all’incontro; la celebra-zione eucaristica alle 12 con la tradizionalefoto di gruppo; l’agape fraterna con unabreve visita al centro storico e alla mostra fo-tografica del Beato Michele Rua ancoraesposta presso la pinacoteca comunale.

Durante gli interventi della mattinata siè sottolineato molto come sia importante ri-

scoprire il senso dell’exsallievità come sensodi appartenenza alla famiglia salesiana maanche e soprattutto come impegno nel so-ciale per portare il carisma di Don Bosco,attuale oggi più che mai, in tutte quelle si-tuazioni di disagio giovanile che nella no-stra città e non solo, si va diffondendo neidiversi aspetti morali, economici, familiariecc… Gli ex allievi/e di marsala hannoavanzato una proposta agli altri componentidella famiglia salesiana e al consiglio pasto-rale della parrocchia salesiana di far nascereuno sportello di ascolto e di accompagna-mento al lavoro. Con la dovuta formazionedegli adulti che si metteranno a disposizionedi questo sportello che sarà organizzata dalcentro ispettoriale. Ci auguriamo che ancheai nostri giorni la famiglia salesiana dia unchiaro e incisivo segno della presenza diDon Bosco a Marsala.

Gli Ex Allievi/e marsalesi si incontranocon il loro delegato Don Giuseppe Pinellaogni 24 del mese alle ore 18.00 presso la Ca-sa Divina Provvidenza.

IIll CCoonnssiigglliioo ddeeggllii EExx AAlllliieevvii//ee(Giovanni Casubolo, Claudia Pizzo, Pino Maggio,

Claudio Sancilles, Antonello Parrinello,Sebastiano Tumbarello, Giuseppe Longo)

GGllii EExx AAlllliieevvii//ee ddii DDoonn BBoossccoossii rriittrroovvaannoo pprreessssoo llaa

CCaassaa DDiivviinnaa PPrroovvvviiddeennzzaa

Domenica 31 ottobre, presso la Casa Di-vina Provvidenza si è svolto l’incontro degliEx Allievi/e di Marsala, Trapani, Palermo eAgrigento.

A presenziare l’incontro è stato il Presi-dente regionale dell’Unione Ex Allievi Giu-seppe Orlando, il delegato dell’IspettoreDon Enzo Giammello e il tesoriere regiona-le Pancrazio Di Bernardo.

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L’azione formativa è sempre stata per il CePAS una delle attività qualificanti la propria esi-stenza e il proprio operato. Nell’ambito della formazione particolare attenzione abbiamo riserva-to alla Scuola.

La Scuola è infatti l’Istituzione dove, per la prima volta, avviene il trasferimento di saperi e diregole a livello intergenerazionale, dove vengono elaborate e fatte proprie le regole della convi-venza civile, dove studenti e insegnanti insieme a genitori e volontari sono stati, in questi anni,soggetti attivi di percorsi formativi sui temi della legalità, della partecipazione responsabile e del-la crescita individuale e collettiva.

Oggi, la sfida che ci attende è quella di costruire, ancora insieme, un percorso di educazionealla legalità che realizzi attraverso l’elaborazione di norme di convivenza e di democrazia, quel“patto sociale” al quale ogni cittadino è chiamato a partecipare attivamente e criticamente.

Ritenendo, perciò, l’Istituzione-Scuola protagonista nelle formulazione e nella diffusione del-la cultura della legalità, cercheremo di realizzare non un corso di educazione civica ma un percor-so dove gli Attori siano da un lato la Scuola in tutte le sue articolazioni (studenti, insegnanti e ge-nitori) e dall’altra le Regole, intese come “strumenti condivisi da tutti e indispensabili per una ci-vile convivenza. Studenti, genitori ed insegnanti non saranno destinatari passivi delle norme, macustodi attivi delle regole fondamentali della nostra Carta Costituzionale… Solo così si potràcomprendere che diritti e doveri non sono termini astratti ma rappresentano valori, battaglie, pro-cessi storici… che devono portare a società più giuste, attraverso il principio della responsabilitàche diventa cemento fra generazioni e tutela degli interessi collettivi (don Luigi Ciotti).

EEnnzzaa SSooffoo (Resp. Formazione), DDoonn UUmmbbeerrttoo RRoommeeoo (Pres. CePAS), DDoonn EEnnzzoo SScchhiilliirròò (Dir. Savio)

MMeessssiinnaa--SSaann DDoommeenniiccoo SSaavviioo

PPrrooggeettttoo LLeeggaallooppoolliiss

PPeerrccoorrssoo -- MMoodduullii ddii ssvvoollggiimmeennttoo::

11°° MMOODDUULLOO:: Giovani protagonisti di un laboratorio di scrittura creativa, con Guido Di Bella,per costruire nuovi alfabeti culturali di legalità.22°° MMOODDUULLOO:: Giovani protagonisti di un laboratorio di recitazione, con Cinzia Muscolino, pernarrare la legalità.33°° MMOODDUULLOO:: Giovani protagonisti di un laboratorio per la costruzione di una rete, con Ales-sandra Piccolo. L’intero percorso sarà attivo su una piattaforma web, luogo di incontro/confron-to/dialogo tra giovani, genitori e adulti sul tema della legalità.MMoommeennttii ffoorrmmaattiivvii:: I moduli saranno preceduti e integrati da incontri di riflessione che coinvol-geranno giovani e adulti.2244 nnoovveemmbbrree oorree 1166..0000:: “Scelte di legalità per costruire “giustizia”. Lucrezia Piraino, Consulen-te filosofica e Salvatore Rizzo, Formatore Centro Studi Ecos-Med.11 ddiicceemmbbrree oorree 1166..0000:: “L’ impegno della società civile e l’impegno delle Istituzioni”.Piero Campagna, fratello di Graziella martire della mafia e Carmelo Gugliotta, Questore di Mes-sina.1155 ddiicceemmbbrree oorree 1166..0000:: “La Costituzione, le Regole, la Giustizia”.Guido Lo Forte, Procuratore Capo della Repubblica e Antonio Saitta, Docente di Diritto Costi-tuzionale, Università di Messina.2255 ggeennnnaaiioo oorree 1166..0000:: “Il ruolo dell’associazionismo nella costruzione della legalità”.Ivo Blandina, Presidente Confindustria Messina e Tano Grasso, fondatore della prima associazio-ne anti-racket della Sicilia.Incontri insieme, giovani e adulti, per vivere e dialogare situazioni di vita stimolati da Film e da“pillole di Costituzione”.Gli incontri si terranno nella Sala Riunione dell’istituto.

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MMeessssiinnaa--SSaann TToommmmaassoo

IIll rriisscchhiioo vviirrttuuaallee ggiioovvaannii,, aadduullttii eeffaammiigglliiee nneellll ’’eerraa ddii iinntteerrnneett

Nel titolo di questa prolusione compareil termine «rischio». Vale la pena di fermar-si un momento, in via preliminare, per esa-minarne lo spessore semantico. «Rischio»,infatti, è un concetto più complesso di quel-lo di «pericolo». Con quest’ultimo terminesi indica, di solito, una minaccia incomben-te a cui bisogna cercare in tutti i modi di sot-trarsi. «Correre un pericolo» è una possibi-lità interamente negativa, che nessuno si au-gura. Il rischio implica, certamente, anche lapossibilità di una perdita, e sotto questoaspetto ricorda il pericolo. Ma è inseparabi-le dal suo significato anche l’idea di una op-portunità che, realizzandosi, comportereb-be un guadagno. Da questo punto di vista«correre un rischio» può essere il frutto diuna scelta consapevole e ponderata, fattanella prospettiva dei vantaggi che ne potreb-bero derivare e di cui esso è condizione ine-ludibile. […] Appare, in questa prospettiva,del tutto appropriato il termine «rischio»

applicato al virtuale. Anche se a volte si as-siste a tentativi di ridurlo a un pericolo e,perciò, di demonizzarlo, esso costituisce inrealtà un’immensa opportunità, di cui sa-rebbe assurdo vedere solo gli aspetti negati-vi. […]

I nuovi mezzi di comunicazione, con letecnologie che essi presuppongono, non ri-guardano solo il fare e l’agire dell’essereumano, ma coinvolgono radicalmente il suostesso essere, il suo rapporto col mondo,con gli altri, con la vita. È questa la posta ingioco! Non si tratta di chiederci soltantoquali siano le conseguenze di televisione, in-ternet, telefonini, sulla condotta dei giovani,degli adulti, delle famiglie, ma chi siano inuovi individui umani che vengono prodot-ti dall’uso di queste tecniche comunicative econ quale realtà abbiano ormai a che fare.[…]

I viaggi tradizionali si facevano solita-mente insieme ad altri. E, in molti di essi, la

compagnia eracostituita da qual-cuno che avevaun ruolo autore-vole di guida. Inquelli biblici èDio stesso che ac-compagna primaAbramo, poi Mo-sè. Nel viaggio diDante si succedo-no Virgilio, sim-bolo della ragio-ne, e Beatrice,simbolo della fe-de. In quello di

Alcuni passi della Prolusione (12 novembre 2010)

ç Don G. Mazzali, Mons. C.La Piana, Prof. G. Savagnone,

Don G. Russo.

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NNEE Pinocchio sono punti di riferimento mastro

Geppetto, il Grillo parlante ma, soprattutto,la Fata Turchina. È il modello pedagogico: sicresce con l’aiuto di maestri e in dialettica –non sempre facile – con loro.

Il modello nomadico di Internet consen-te un immenso allargamento dei confini delmondo e del campo delle relazioni umane.Si è passati dal clan familiare ad un più am-pio ambito consentito dalla circolazione deilibri e dei giornali, alla mondializzazioneprovocata da Internet. Dati, notizie, opinio-ni, su tutto, sono ormai accessibili immedia-tamente, da ogni parte del mondo.

Anche a livello di rapporti personali, si èpassati dalla comunicazione faccia a faccia,in un ristretto ambito spazio-temporale, aquella con chiunque, di qualunque conti-nente, in tempo reale. Su questa linea, anchela diffusione del cellulare ha reso chiunquereperibile da chiunque in qualunque mo-mento e in qualunque luogo.

Già questo dato elementare rende pro-blematica la tradizionale struttura delle co-munità. Un individuo prima era caratteriz-zato dal suo luogo e dal suo ambiente fami-liare, regionale, nazionale. Ora è, fin da gio-vanissimo, un cittadino del mondo. Gli anti-chi muri di contenimento scoppiano, tuttele comunità sono relativizzate.

In questo allargamento è subito percepi-bile una serie di effetti negativi. Uno sradi-camento dalla dimensione comunitaria, in-nanzi tutto. Il pianeta non è una comunitàconcreta ed essere in rapporto con tuttiequivale a non esserlo in modo pieno connessuno. Ci si conosce, si «chatta», si diven-ta «amici» su Facebook, ma i rapporti che sistabiliscono non sono profondi né duraturi.Nella relazione reale con qualcuno – emble-matico il caso della vita familiare – i suoipregi si manifestano nell’esperienza di ognigiorno alla prova dei fatti; analogamente, siurta contro i suoi limiti e si impara ad accet-tarli nel corso delle vicende di cui si è insie-me protagonisti. Nella comunicazione vir-tuale tutto questo non c’è. Dell’altro si per-cepisce solo ciò che vuole mostrare. Egli esi-ste solo nell’immagine che lo rappresenta eche diventa il suo Avatar.

Tra tutte le relazioni, quelle che più di-rettamente vengono colpite sono quella fa-miliare e quella educativa. Si possono averemolti interlocutori, ma non vincoli di gene-razione. Abbiamo già parlato di un mondovirtuale dove non ci sono né padre né ma-dre in riferimento al viaggio. Ora la stessaosservazione va fatta in riferimento alla sfe-ra comunitaria. La stessa cosa si può aggiun-gere per gli educatori. Si possono avere mol-

tissime informazioni, manon si hanno maestri. Né cen’è bisogno, perché non si èdiretti da nessuna parte euna guida non serve. Più ingenerale, non ci sono autori-tà. Si è tutti sullo stesso pia-no, e ognuno procede per lasua strada, che si può incro-ciare con quella di altri, masolo per caso. […]

Però non bisogna cederealla tentazione di fermarsiagli aspetti più problematici.Ce ne sono di positivi. Gliorizzonti si sono allargati.Con tutti i suoi limiti quali-tativi, la rete di comunica-zione di Internet e dei cellu-lari è infinitamente più am-

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pia e più variegata di qualunque possibile le-game comunicativo fondato sui canali delpassato. E si formano nuove agorà, nuovispazi pubblici, in sostituzione di quelli costi-tuiti un tempo dal corso, dalla piazza, dalbar, compensando il proliferare dei «nonluoghi» che, a livello urbanistico, ha annul-lato, in molti casi, lo scambio e il confrontoa livello fisico.

C’è, senza dubbio, uno sradicamentodalle comunità tradizionali. Ma ciò compor-ta anche la liberazione dai pesanti condizio-namenti dovuti al retroterra familiare, socia-le, nazionale, con le barriere che ne deriva-vano. In Internet questo ingombrante baga-glio viene meno, le parole non sono esposteal filtro del pregiudizio. Si vale e si è giudi-cati per quello che si dice in quel dato mo-mento. L’individuo, che nelle comunità ar-caiche fuori della propria comunità era«nessuno» – è il nome che Ulisse si dà, par-lando con Polifemo, per indicare la sua con-dizione di straniero – , che ancora nel mon-do moderno era fortemente identificato dalsuo essere tedesco o italiano, nobile o ple-beo membro di una famiglia ricca o di unapovera, ora si trova a partire da zero e ad es-sere solo se stesso.

Allo stesso modo, non ci sono più nep-pure quelle appartenenze culturali eredita-rie e totalizzanti che in pas-sato hanno spesso determi-nato un clima di intolleran-za e di fanatismo, come an-cora accade nel mondo isla-mico. Nel grande gioco diInternet ogni partecipante«nasce», come Adamo, sen-za cordone ombelicale. E’sicuramente un problema,ma è anche un’opportunità.[…] In questa vertigine dimolteplicità è l’io a frantu-marsi e disintegrarsi. Più amonte, è la stessa nozione diio a essere rimessa in discus-sione, pirandellianamente(uno, nessuno, centomila).Tutto ciò stabilisce un nessoprofondo tra il virtuale e la

concezione che vede nella persona umanauna tappa destinata ad essere inevitabilmen-te superata e di cui già fin da ora si deve de-nunziare il carattere mistificante. Già perNietzsche l’io è solo «una favola, una finzio-ne, un gioco di parole» (Nietzsche, 72). Sul-la sua scia, una parte significativa della filo-sofia contemporanea muove oggi un attaccoall’idea stessa di un soggetto unitario e teo-rizza la sua riducibilità a una «società perazioni», così come c’è un attacco all’idea cheesso persista nel tempo e si teorizzi la sua di-scontinuità da un momento all’altro della vi-ta. […] «Ne esce un’immagine non più indi-viduale del soggetto e dell’identità, bensìplurale, definibile con concetto di multivi-duo» (Marchesini, Post-human, 2005,p.179). Anche la trasgressione, in questaprospettiva di anonimato, di frantumazione,di auto-creazione e moltiplicazione dell’io,diventa del tutto innocente. Come a Carne-vale, quando, dietro la protezione delle ma-schere, «ogni scherzo vale». Non ci sonopiù peccati, anzi nemmeno colpe, ma solo«problemi», da affrontare non col confesso-re, ma con lo psicoanalista, e non per pentir-si, tanto meno per cambiare vita, sforzando-si di superare le pro-prie contraddizioni,ma solo per impara-

ê Don G. Mazzali, Mons, C. LaPiana, Prof. G. Savagnone,

Don G. Russo.

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re a convive-re con esse.

Si capisce, in questo contesto, perchénel nostro tempo si diventato molto proble-matico fare scelte veramente impegnative edurature. Lo si constata ogni giorno, nel-l’eclisse, per esempio, del concetto di «voca-zione». Per un verso, la difficoltà nasce dal-la molteplicità indefinita di prospettive, dipossibilità che si offrono ormai nell’univer-so virtuale.

Ma il problema riguarda innanzi tutto ilsoggetto stesso che deve scegliere. Se si è,dentro di sé, in tanti, se si cambia continua-mente, se non esiste più alcun confine tranormale e anormale, tra vero e falso, traumano e non umano, come darsi totalmen-te? […]

Non dimentichiamo però che anche suquesto fronte gli aspetti ci sono aspetti posi-tivi che sarebbe sbagliato sottovalutare. Ladissoluzione dell’identità rigida del passatoè anche liberante. Dietro le figure di perso-nalità tutte d’un pezzo che emblematica-mente rappresentavano il tipo di uomo delpassato – don Camillo, Peppone – c’è unamortificazione della molteplicità presente inognuno di noi e che la comunicazione tradi-

zionale mortificava e reprimeva, lasciandolelibero sfogo solo a Carnevale, cioè in un am-bito ristretto, quasi a sottolineare la paurache se ne aveva.

Nessuno in realtà è un blocco monoliti-co, come per tanto tempo si è lasciato crede-re. E molte volte sui volti si appioppata unamaschera di ferro, che, coprendoli, ha na-scosto, mortificandoli, i loro lineamenticomplessi. Quella di Pirandello è la denun-zia della relatività dell’immagine che si è co-struita negli anni di fronte agli altri e del-l’ipocrisia borghese, che non consente diesplorare i lati bui della propria personalitàse non nella forma demoniaca dei MisterHyde, invece di portarli alla luce nella sere-na consapevolezza della propria complessi-tà.

Il virtuale ha liberato questa complessi-tà. Lo ha fatto in modo ambiguo, avallando-ne e amplificandone talora anche le formepiù aberranti, ma non è un buon motivo pergettare l’acqua insieme al bambino. Il ri-schio è la legge di ogni crescita. E noi siamochiamati a vivere coraggiosamente e sapien-temente il nostro.

GGiiuusseeppppee SSaavvaaggnnoonnee

é Don G. Mazzali, Mons. C. LaPiana, Prof. G. Savagnone,

Don G. Russo, Mons. G. Costa.

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XXIIVV CCoorrssoo nnaazziioonnaallee ddiiaaggggiioorrnnaammeennttoo ddeeggllii iinnsseeggnnaannttiiddii rreelliiggiioonnee ccaattttoolliiccaa

Il Corso Nazionale di aggiornamentoper Insegnanti di Religione Cattolica di ogniordine e grado sul tema «Essere adulto oggi.Maestro di pensiero, testimone di vita: sfidaeducativa» si è tenuto a Messina, pressol’Istituto “S. Tommaso” (via del Pozzo, 43),dal 25 al 26 novembre 2010.

Il Corso è stato organizzato per Conven-zione tra l’Ispettoria Salesiana Sicula “S.Paolo” con sede a Catania, e l’Istituto Teo-logico “S. Tommaso d’Aquino” di Messina(parte integrante dell’Ispettoria Salesiana Si-cula), aggregato alla Facoltà di Teologia del-l’Università Pontificia Salesiana di Roma. IlCorso ha avuto la previa autorizzazione daparte della Conferenza Episcopale Italiana,Settore Scuola, in data 30 novembre 2009.Ha avuto la durata di 12 ore: giovedì 25 no-vembre 4 ore al mattino e 4 ore al pomerig-gio; venerdì 26 novembre 4 ore al mattino.

Direttore del Corso è stato il prof. donFranco Di Natale, Docente di Teologia Pa-

storale presso l’IstitutoTeologico “S. Tommaso” di Messina aggre-gato all’Università Pontificia Salesiana diRoma. I docenti in servizio iscritti sono stati70, appartenenti ai diversi ordini di scuola:scuola dell’infanzia ed elementare, seconda-ria inferiore, secondaria superiore, prove-nienti da varie province d’Italia: Agrigento,Brindisi, Caltanissetta, Catania, Lecce, Mes-sina, Napoli, Ragusa, Reggio Calabria, Ta-ranto, Trapani.

La cartella del Convegnista contenevaampi schemi delle singole relazioni e docu-menti didattici utili per il lavoro nei labora-tori e più in generale per l’insegnante di re-ligione cattolica, per un totale di 120 fogli,una penna, vari depliants informativi. Lacartella conteneva inoltre una copia saggiodi “Itinerarium”, rivista multidisciplinaredell’Istituto Teologico “S. Tommaso”.

Messina, 25-26 novembre 2010

ê Don F. Di Natale.

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NNEE Il Corso, specificatamente rivolto agli

Insegnanti di religione cattolica di ogni ordi-ne e grado, è il primo di una trilogia e af-fronta una questione sempre più centrale,quella dell’emergenza educativa. Il Corsonazionale 2010, che focalizza l’attenzionesulla figura dell’insegnante, maestro di vita edi pensiero, e, più in generale, dell’adulto, èil primo di una trilogia dedicata al tema del-le emergenze educative (gli altri due corsi,previsti per gli anni 2011 e 2012, affonde-ranno i temi della GRATUITA’ DEL-L’EDUCAZIONE, nella cultura dell’indivi-dualismo competitivo e della mercificazionedei valori; e della RICCHEZZA DELLADIVERSITA’, nella cultura della massifica-zione, dell’intolleranza, del conflitto).

Una delle principali emergenze educati-ve è data dalla mancanza di ‘maestri’ autore-voli, che sappiano non solo insegnare concompetenza, ma anche fornire agli studentile ragioni per impegnarsi in un percorso dicrescita umana che richiede motivazione,impegno personale, disponibilità ad appren-dere, apertura agli altri e al mondo. C’è bi-sogno di chi sappia connettere due paroleche rischiano di essere interpretate comepoli opposti e irriducibili: autorità e libertà.

L’insegnante di religione cattolica è chia-mato in prima persona a mettersi in gioco,non solo in quanto membro attivo di unaspecifica comunità scolastica, ma in quantochiamato a presentare contenuti disciplinariche chiamano in gioco non semplicemente ilpiano degli obiettivi didattici da raggiunge-re, ma il piano valoriale. La professionalitàche si richiede non è solo di tipo didattico-disciplinare, ma include aspetti più ampi eumanamente rilevanti (capacità empatica, diascolto autentico, di incoraggiamento, dicollaborazione, di testimonianza). Gli sichiede, in particolare, di essere consapevoledel contesto culturale nel quale oggi i giova-ni vivono e, rispetto a questo, la capacità diessere propositivo, pienamente partecipedell’elaborazione di un progetto educativoorientato ai valori della persona e della co-munità.

Il Corso si è sviluppato attraverso lezio-ni frontali, per l’aspetto teoretico inerente i

processi atti a stabilire reti di collaborazionein vista dell’educazione dei giovani, attra-verso il confronto assembleare per l’appro-fondimento delle relazioni dei docenti, ed ilconfronto di gruppo.

I nuclei tematici del Corso sono stati or-ganizzati attorno a tre moduli:

- Il bisogno di maestri nell’epoca del diso-rientamento. Si può insegnare a pensare?- Si possono insegnare i valori.L’uso del digitale tra educazione e imita-zione.- L’insegnate “educato” educatore. Trattidi conversione, credibilità e competenza.La prima giornata di lavoro (25 novem-

bre) ha avuto inizio con il saluto del reveren-dissimo Preside dell’Istituto Teologico SanTommaso, D. Giovanni Russo, che ha rivol-to il proprio saluto ai corsisti specificando ilsenso del Corso di formazione per Inse-gnanti di Religione Cattolica e le finalità chel’Istituto si propone nell’attuare attivitàorientate alla formazione. Il direttore delCorso il Prof. Sac. Franco Di Natale intro-duce i lavori, presentando, attraverso delleslides gli obiettivi, il contenuto e il metododel Corso. Il Prof. Sac. Franco Di Natale,inoltre, tiene una lezione magistrale sul rap-porto esistente tra insegnamento della Reli-gione cattolica e sfide educative: si ribadi-sce a questo proposito il “qualificato contri-buto che il docente di religione cattolicapuò dare in tal senso; egli infatti insegna unadisciplina curricolare che è inserita a pienotitolo nelle finalità della scuola e promuoveun proficuo dialogo con i colleghi a serviziodella comunità ecclesiale e della istituzionescolastica”. Il relatore, inoltre, rispondepuntualmente alle domande dell’assembleae invita tutti ad ulteriori riflessioni utili al-l’approfondimento del tema trattato.

La relazione della Prof.ssa SerenellaMacchietti (Università di Siena), sviluppa ilseguente tema: “Il bisogno di maestri nel-l’epoca del disorientamento. Si può insegnarea pensare? Si possono insegnare i valori”. ).La relazione mette in risalto tre aspetti fon-damentali: la formazione di un ambiente incui circolano i valori quali l’amore per la ve-rità, desiderio del bello, aspirazione a un di

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più di conoscenze signi-ficative, rispetto per l’al-tro in quanto persona enelle sue idee, amicizia,dialogo; La capacità diascolto degli alunni:l’empatia dell’educatore-docente non è un “farfinta” di mettersi neipanni dell’altro, ma de-nota sincera volontà dimettersi in sintonia con ilmodo di sentire dei ra-gazzi; Non aver paura diindicare sempre più im-pegnativi e qualificanti.

La relazione, seguita con grande interes-se dai presenti in aula è arricchita dal dialo-go assembleare con i corsisti che sottolinea-no aspetti ritenuti fondanti, formulano do-mande, richiedono integrazioni di contenu-ti. La relatrice brillantemente risponde, ap-profondisce e orienta l’assemblea.

La relazione dell’Avv. Prof. Luigi Leonedal titolo: “L’uso del digitale tra educazione eimitazione”, argomenta sul bisogno che, difronte allo strapotere digitale, i soggettisvolgano indispensabili compiti educativi:“occorre ristabilire i ruoli pedagogici fonda-mentali, ormai spodestati dagli odierni “ca-pezzoli di vetro” (Ellison, 1970) affinché,grazie ad una ritrovata autorevolezza, possa-no tornare a svolgere il compito cruciale diinterprete-mediatore”. Alla relazione segueun interessante dibatto assembleare. La te-matica risulta vitale per la professionalitàdell’Insegnante di religione cattolica. Sitraggono conclusioni ed orientamenti ope-rativi utili per la professionalità del Docen-te.

La relazione del Prof. Giuseppe Rutasdb, dal titolo: “L’insegnate “educato” educa-tore. Tratti di conversione, credibilità e com-petenza”, offre, in una prospettiva tridimen-sionale, la personalità-in-azione dell’educa-tore/insegnante. Il relatore considera esor-cizzate sia l’idea secondo cui gli educatori egli insegnanti siano deputati a questo servi-zio prezioso, perché meno capaci o perchépiù sfaccendati di altri nella comunità civile

e religiosa, sia ogni forma di contrapposizio-ne tra educazione e pastorale, con la dichia-razione di principio o di fatto a favore diquest’ultima. Sulla scia di alcuni pensatoridel panorama pedagogico ed esponenti del-la storia dell’educazione, oltre che degliOrientamenti CEI per il decennio 2010-2020, si argomenta attorno a tre caratteristi-che fondamentali per l’insegnate educatore“educato”: la conversione, la credibilità e lacompetenza. Ne segue un interessante di-battito concluso dalle considerazioni dellostesso relatore.

Infine, il Prof. Sac. Franco Di Natalepresenta le conclusioni dei lavori svolti eprospetta possibili percorsi formativi chepotranno intraprendersi durante il prossimoanno. A conclusione, il direttore propone dieffettuare la revisione-valutazione del Corsoattraverso la compilazione di un appositoquestionario.

Al termine del Corso viene consegnato aciascun partecipante un attestato in cui figu-ra il numero di ore effettivamente frequen-tate. Presso la Segreteria dell’Istituto “S.Tommaso” si conserva il registro con le fir-me di presenza.

A quanti ne fanno esplicita richiesta vie-ne consegnato, su supporto magnetico, tut-to il materiale multimediale usato e prodot-to durante il Corso stesso.

PPrrooff.. DDoonn FFrraannccoo DDii NNaattaallee(Direttore del corso)

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MMooddiiccaa

IIll nnuuoovvoo ggrruuppppoo VVIISS ddii MMooddiiccaaFinalmente anche

a Modica il gruppoVIS! Tante sono statele richieste per aderi-re a questo nuovo

gruppo che, differentemente di un gruppoformativo, interpreta la volontà specificadella missionarietà. Ragazzi e animatori del-l’oratorio che hanno voluto gettare le basi diun nuovo progetto per scoprire una nuova

faccia della sale-sianità: il volonta-

riato internazionale per lo sviluppo.Un primo incontro è stato fatto per ini-

ziare questa nuova esperienza che ha desta-to molto interesse. Don Domenico ha illu-strato la situazione attuale, le nuove sfide ele prospettive del VIS.

Altri incontri invece settimanali hannoprogrammato gli obiettivi del nuovo gruppo

VIS Modica, puntando l’attenzione sullamissionarietà sia a livello mondiale, che nelnostro oratorio/quartiere. Tante le iniziativeproposte per il raggiungimento dei dueobiettivi fondamentali del nostro gruppo:SENSIBILIZZAZIONE e MISSIONARIE-TÀ. Ogni mese ci sarà una domenica missio-naria dove verranno proposte iniziative al fi-ne di sensibilizzare e raccogliere fondi, co-me ad esempio l’“aperitivo solidale” e la

“fiera del dolce”. Per la festedi Maria Immacolata abbiamopensato di organizzare laSETTIMANA MISSIONA-RIA dal 5 al 12 dicembre.Tante iniziative in questa setti-mana che hanno come sfondoi nostri obiettivi, si parte dallacommedia teatrale del gruppogiovani C.G.S. di domenica 5,il sorteggio della nutellone da5 kg, alla vendita di stelle diNatale, oltre a dare un tagliomissionario ai momenti dipreghiera proposti in queigiorni. Tutto il ricavato andrànelle casse del VIS Modicache li destinerà alla realizza-zione di progetti come la co-struzione di un campo intito-lato a “Giuseppe Brafa”, unsostegno ai progetti VIS nelmondo e tanti altri. Ad ognibanchetto di offerta e ad ogniiniziativa di solidarietà ne saràaffiancato un altro per la sen-

sibilizzazione e i chiarimenti dei dubbi a tut-ti coloro che ci saranno accanto non solomaterialmente ma con un grande senso diresponsabilità morale e civile.

Giorno 18 faremo un’incontro in unascuola media del quartiere per promuoverele nostre iniziative. E poi……

Il gruppo VIS di Modica è partito!

IIll ggrruuppppoo VVIISS ddii MMooddiiccaa

é Alcuni componenti del nuovogruppo VIS durante una

rappresentazione teatrale.

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Giorno 8 dicembre 2010, inoccasione della festività del-l’Immacolata, nel cortile del-l’Oratorio Salesiano di Ragusasi è rinnovato un gesto checoinvolge milioni di persone intutto il mondo. A mezzogiornocentinaia di giovani e adulti,dandosi la mano, si sono messiin cerchio per ricordare l’istitu-zione dell’Oratorio da parte diDon Bosco. Un momento bre-ve con lettura del racconto delprimo incontro tra don Bosco eil ragazzo Bartolomeo Garelli, epoi l’Ave Maria che diede inizioall’opera del Santo dei giovani.Nel corso delle messe del matti-no e in quella del pomeriggio igruppi formativi e le associazio-ni hanno presentato le loro atti-vità affidandole alla Madonna.

In contemporanea semprenel cortile oratoriano c’è statoun bel gesto di solidarietà conla fiera del dolce e delle pianti-ne. Il ricavato andrà a sostenerele iniziative dell’oratorio volan-te di Giampilieri, in provinciadi Messina, devastata dall’allu-vione dell’anno scorso.

La festa in onore dell’Im-macolata Concezione era inizia-ta il giorno prima con una ve-glia di preghiera e si è conclusain serata con il tradizionalespettacolo con balli e canti por-tati in scena dai ragazzi deigruppi. Questa performance èstata molto apprezzata sia dalpubblico sia dal responsabiledell’Oratorio Don Franco Cri-mì e sia dal Direttore della Ca-sa Salesiana Don Gianni LoGrande.

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é Il cerchio Mariano.

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PPiiaazzzzaa AArrmmeerriinnaa

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Dal 28 ottobre al 2 novembre il Consi-glio dell’Oratorio-Centro Giovanile “SacroCuore” di S. Gregorio si è recato in pellegri-naggio ad Assisi per vivere un momento se-gnato da preghiera, formazione e fraternità.

Durante il nostro itinerario, benché l’ar-co di tempo avuto a disposizione è statodavvero limitato, abbiamo comunque avutola possibilità di vivere momenti di grandeintensità spirituale. Rivisitando i luoghi incui hanno vissuto Francesco e Chiara, ab-biamo percepito la presenza di Dio. In par-ticolare quando, la sera del 30 novembre,abbiamo partecipato alla preghiera del rosa-rio nella Basilica di Santa Maria degli Ange-li, per poi unirci alla breve processione nelpiazzale antistante la Basilica.

Particolarmente forti sono stati i mo-menti di riflessione e formazione tenuti daAnna Voltaggio, educatrice dell’Oratorio sa-lesiano di Trapani. Il tema dei nostri incontriè stato: Il rapporto di amicizia tra Francescoe Chiara, testimonianza dell’amore di Dio.Le parole di Anna, semplici ma allo stesso

tempo chiare e di grande profondità spiri-tuale, hanno guidato la nostra riflessione.

Non sono mancati i momenti per espri-mere in vario modo la nostra fraternità tipi-camente salesiana: durante gli spostamentiin bus, nei momenti di pausa, in modo spe-ciale nei dopo cena. Abbiamo anche avutola gioia di partecipare dal vivo al musical“Chiara di Dio” di Carlo Tedeschi proprionella terra natia di Santa Chiara.

Da ritorno da questa bellissima espe-rienza che ha certamente contribuito a rin-saldare i rapporti tra di noi e soprattutto arinvigorire lo spirito all’inizio di questo nuo-vo anno pastorale ci portiamo nel cuorel’esempio di Francesco e Chiara, prova dicome un uomo ed una donna possano esse-re uniti nella totale purezza, lontani da ogniconcupiscenza ed egoismo, totalmente unitiperché totalmente liberi; totalmente donatil’uno all’altro perché totalmente offerti aCristo ed ai fratelli. Un rapporto d’amiciziacosì umana e profonda, di vero amore, chelascia sempre Dio al primo posto, in manie-

ra stabile e definitiva. Essirappresentano l’incarna-zione limpida dell’Amoredi Dio, l’Amore vero.Quell’Amore che è pro-prio di un cuore poveroma ricco di Dio. Quel-l’amore che ci fa assapora-re la libertà piena, la pacedell’anima, il coraggio diamare i fratelli senza riser-ve o logiche umane. Unamore che ci rende forticontro le fragilità delle no-stre debolezze. Un Amoreche ci fa essere testimonicredibili del Cristo risorto.

Lodiamo e benedicia-mo il Signore per il donodi questa iniziativa.

IIll CCoonnssiigglliioo ddeellll’’OOrraattoorriioo

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II ggiioovvaannii ddeellll’’oorraattoorriioo ssaalleessiiaannooiinnccoonnttrraannoo iill PPaappaa aa PPaalleerrmmoo

Il 12 e 13 settembre 2010 siè tenuta presso la sede salesianadi San Cusumano di Trapanil’incontro con i ragazzi pre-ado-lescenti tra gli 11 ed i 13 anniche avevano partecipato alGrest.

Momento predominante èstata la presentazione del temaformativo dell’anno 2010-2011“Venite e vedrete”.

Il tema è stato affrontato at-traverso scenette, lavori di grup-po, presentazioni power point egiochi (caccia al tesoro a tema).

La domenica, dopo la cola-zione, Don Alessandro Damia-no è intervenuto sul tema af-frontato e dopo ha celebrato iSacramenti della Riconciliazionee dell’Eucarestia.

Il giorno 2 ottobre 2010 alcuni ragazzi dell’Oratorio Salesiano di Trapani insieme ad al-tre diocesi si sono recati a Palermo per partecipare all’incontro dei giovani con il Papa Bene-detto XVI previsto il 3 ottobre.

Arrivati a Palermo i ragazzi si sono sistemati presso l’Oratorio Santa Rosalia e in seguitohanno partecipato all’incontro con ilVescovo della città presso la cattedraledi Palermo dove è stato affrontato iltema della famiglia.

In serata sono stati coinvolti i gio-vani ad una festa a Piazza Politeama.

Il giorno 3 mattina il Papa ha cele-brato la Santa Messa al Foro Italico esuccessivamente al pranzo c’è stato unnuovo incontro con il Papa a PiazzaPoliteama fino alle ore 18 quando si èritornati in sede.

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MMeemmoorriiaall ““DDoonn VViinncceennzzoo SSccuuddeerrii””Il 21 novembre, in

occasione del 28° anni-versario della morte diDon Vincenzo Scuderi,presso l’Oratorio di SanGregorio, si è svolto unMemorial strutturato indue momenti: testimo-nianze - preghiere e untorneo di calcetto dispu-tato fra tre squadre. Do-po il benvenuto rivoltoda Don Giuseppe Rai-mondo, responsabiledell’Oratorio e il salutodel direttore della casaDon Lillo Augusta, ilgruppo missionario“Don Scuderi” ha pre-sentato una breve testimonianza documen-tata da una sequenza di foto proiettate. Si ètrattato della rievocazione dei momenti piùsignificativi vissuti con Don Scuderi conparticolare sottolineatura della sua grandesensibilità missionaria. Don Domenico Lu-varà, delegato ispettoriale per le missioni,ha offerto una ricostruzione della figura di

Don Scuderi con testimonianze

raccolte tra coloro che l’hanno conosciutofacendo rilevare in modo particolare l’azio-ne di Don Scuderi come fondatore e promo-tore di SI.SA.MI. Ha cercato con le sue pa-role piene d’entusiasmo di coinvolgere i gio-vani presenti tracciando un’immagine diDon Scuderi come di un vulcano, “un gran-de innamorato di Dio”, che ancora oggi è unpunto di riferimento per chi si vuole spen-dere per gli altri. Don Domenico augurando

ai giovani un sano divertimentoper le partite che avrebbero di-sputato, li ha esortati a rivolgereil loro pensiero anche durante ilgioco a quei ragazzi malgasci, dalui incontrati, che pur animatidalla stessa passione per il gioconon hanno la fortuna di avere uncampo di calcio. Infine abbiamopregato insieme chiedendo al Si-gnore la grazia di essere più at-tenti alle necessità di chi soffre aldi là delle differenze che diventa-no senz’altro motivo di arricchi-mento se consideriamo l’altro co-me fratello da amare e portatoredi valori.

SSaallvvaattoorree GGaarroozzzzoo

ê I nostri missionariin Madagascar.

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L’Arcivescovo di Palermo Mons. PaoloRomeo è stato nominato, dal Papa BenedettoXVI, Cardinale.

La cerimonia, svoltasi all’interno della ba-silica di San Pietro ha visto la nomina, oltreche del prelato, di altri 24 cardinali tra cuiMons. Angelo Amato sdb. Nel consegnare lo-ro la berretta, il Santo Padre ha citato il passodel Vangelo in cui si dice che “chi vuole di-ventare grande tra di voi sarà vostro servitore,chi vuole essere primo sarà schiavo di tutti”.

Mons. Paolo Romeo è nato ad Acireale il20 febbraio 1938; ordinato presbitero il 18marzo 1961; eletto alla Chiesa titolare di Vul-turia e nominato nunzio apostolico in Haiti il 17 dicembre 1983; ordi-nato vescovo il 6 gennaio 1984; nominato nunzio apostolico in Colombia il 24 aprile 1990;nominato nunzio apostolico in Canada il 5 febbraio 1999; nominato nunzio apostolico in Ita-lia e nella Repubblica di San Marino il 17 aprile 2001; nominato arcivescovo di Palermo il 19dicembre 2006; creato cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010.

SS..EEcccc.. MMoonnss.. AAnnggeelloo AAmmaattoo, attuale se-gretario della Congregazione per la Dottrinadella Fede. Salesiano, è entrato nella Congre-gazione di don Bosco nei primi anni Cinquan-ta ed è stato ordinato sacerdote il 22 dicembre1967. Studiò all’Università Pontificia Salesia-na e, a partire dal 1968, alla Gregoriana. Sispecializzò in Cristologia. Nel 1972 cominciòad insegnare all'Università Salesiana come as-sistente. Nel 1974 conseguì il dottorato conuna dissertazione su I pronunciamenti triden-tini sulla necessità della confessione sacra-mentale nei canoni 6-9 della Sessione XIV; re-latore era p. Zoltan Alszeghy.

Negli anni 1978-79 fu borsista del patriar-cato ecumenico di Costantinopoli a Salonicco in Grecia, presso il mo-nastero ortodosso Moní Vlatá-

don, sede del rinomato Istituto patriarcale di studi pa-tristici. Contemporaneamente frequentò anche l'Uni-versità civile di Salonicco. Nel 1988 trascorse un annosabbatico a Washington D. C., negli Stati Uniti, doveiniziò a studiare la teologia delle religioni.

Amato è stato poi ordinato vescovo il 6 gennaio2003, da Giovanni Paolo II che gli ha conferito il tito-lo arcivescovile di Sila. Angelo Amato ha al suo attivodiverse pubblicazioni teologiche, tra le quali un l’im-portante trattato di cristologia Gesù il Signore, editodalle Edizioni Dehoniane di Bologna.

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é S. Em. P. Romeo.

é S. Em. A. Amato.

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Nella sala del Teatro Pirandello di Agrigento, si è tenuta la cerimonia di consegna dellaXVIII edizione del premio internazionale “Empedocle” per le Scienze Umane, in memoria

di Paolo Borsellino, pro-mosso dall’Accademia diStudi Mediterranei di Agri-gento, presieduta dal Prof.Carmelo Mezzasalma.

Alla presenza di nume-rose autorità religiose, poli-tiche, diplomatiche, civili,militari e personalità italianee straniere della scienza edella cultura, la giuria della

I Sezione “Filosofia e Teologia”, presieduta da S.Em.za. Cardinale Raffaele Farina, Archivi-sta e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha assegnato il Premio a S.E. l’Arcivescovo Sal-vatore Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evan-gelizzazione.

Per la II Sezione “Diritto, Economiaed Etica”, presieduta da S.E. Mons. Ma-rio Toso, ha ricevuto il Premio S.E. l’Ar-civescovo Francesco Coccopalmerio,Presidente del Pontificio Consiglio per iTesti Legislativi. Nell’ambito della ceri-monia, il Sindaco di Agrigento, Marco

Zambuto, ha confe-rito la CittadinanzaOnoraria a S.E. Mons. Carmelo Ferra-ro, Arcivescovo Emerito dell’Arcidioce-

si di Agrigento. Di se-guito, è stata assegnata

la Borsa di Studio “Vincenzo Tagliasco” aMario Morena, studente palermitano,laureato in Ingegneria Informatica, cheha realizzato la migliore Idea Progetto supossibili applicazioni dell’e-Democracy.E, per ultimo, l’Accademia di Studi Me-diterranei di Agrigento, nella persona del Presidente Onorario, Prof.ssaAssunta Gallo Afflitto e, del Presidente, Prof. Carmelo Mezzasalma, ha conferito la Medagliadi Rappresentanza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle figlie di Vincen-zo Tagliasco, Giovanna e Marianna.

é S. Em. R. Farina.

é Mons. S. Fisichella.

é Mons. C. Ferraro e Mons. E. Dal Covolo.

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Il libro è curato da Giovanni Russo, Preside dell’IstuitutoTeologico “San Tommaso” di Messina, membro della

Pontificia Accademia per la Vita.Questo sussidio si propone di aiutare quanti sentono

fortemente le questioni della vita e operano per lapromozione di una cultura a suo favore.

Si rivolge alle singole persone per meditare, riflettere epregare a favore della vita (incoraggiare una spiritualità per

la vita); ma anche per i movimenti per la vita, gli operatori delsettore della salute, pastorale animazione di gruppi giovanili,

gruppi famiglia.Il libro può essere particolarmente utile all’inizio di un

incontro, come breve momento di preghiera, oppure prima di un dibattito, per la catechesi dei giovani. Lo schema seguito

dal sussidio è molto semplice, nella sua suddivisione in ambiti di specifico interesse, che vanno dalla difesa della vita

in generale, alla vita nascente, alla malattia, al morire umano, all’ambiente, ecc.

Ci si augura, come scrive il curatore del libro, Don Giovanni Russo, che in questo modo si possa anche realizzare

l’esortazione di Giovanni Paolo II: «Tutti insieme sentiamo il dovere di annunciare il Vangelo della vita, di celebrarlo nella

liturgia e nell'intera esistenza, di servirlo con le diverse iniziative e strutture di sostegno e di promozione»

(Evangelium vitae, n. 79).

Rivisitando i viaggi di Don Rua in Sicilia, forse,siamo rimasti esterefatti e increduli davanti allemanifestazioni tributategli da paesi interi e da singolepersone. Sono archi di trionfo, sono mortaretti, sonopiù bande contemporaneamente che suonano,

sono evviva, sono masse che si accalcano, che vogliono toccare ed essere toccati e benedetti. Sembrano cose impossibili. Eppure ci sono i diari diquesti viaggi scritti da persone degne di fede:

Don Barberis, Don Bretto, il Coad. Rossi; ci sono letestimonianze di Salesiani e FMA, primo fra tutti

Don Piccollo, Ispettore.Non sono cose impossibili. Sentite ciò che scrive Don Eugenio Ceria nella sua biografia del Servo di Dio DonMichele Rua a pag. 322: “dalla cronaca del viaggio, scritta minutamente quasi giorno per giorno dal Salesiano che lo accompagnava, è facile rilevare esuberante espansività dell’anima siciliana, espansività che altrove potrebbe sembrare eccessiva, ma che era espressione sincera di veraci sentimenti; si vede pure la religiosità di quel popolo, che, intuendo nell’uomo il santo, non sapeva mettere limiti alla sua venerazione. Si dovrebbero perciò ripetere le stesse cose ad ogni fermata: Catania, S, Gregorio, Pedara, Trecastagni, Bronte, Randazzo, Mascali, Vizzini vorrebbero tutti la loro pagina”, Se c’era cuore e religiosità, allora tutto era bello.

Speciale Insieme “Don Rua e la Sicilia”a cura di Don Salvatore Spitale

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