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Edy Bernasconi Edy Bernasconi Noti Noti cine cine Persone di musica che vissero a Persone di musica che vissero a casa nostra! casa nostra! CARLO POZZI di CASTEL S. PIETRO CARLO POZZI di CASTEL S. PIETRO editoredi musica a Firenze,Milano e MENDRIS IO editoredi musica a Firenze,Milano e MENDRIS IO Noticine, cioè appunti, estratti o ritagli della nostra storia, quella di casa nostra, il Ticino, che ci sono appartenuti, ma… passati e…, purtroppo, così in fretta dimenticati. A PROPOSITO DI… A PROPOSITO DI…

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Edy BernasconiEdy Bernasconi

NotiNoti cinecine

Persone di musica che vissero aPersone di musica che vissero a casa nostra!casa nostra!

CARLO POZZI di CASTEL S. PIETROCARLO POZZI di CASTEL S. PIETRO

editore di musica a Firenze, Milano e MENDRISIOeditore di musica a Firenze, Milano e MENDRISIO

Noticine, cioè appunti, estratti o ritagli della nostra storia, quella di casa nostra, il Ticino, che ci sono appartenuti, ma… passati e…, purtroppo, così in fretta dimenticati.

A PROPOSITO DI…A PROPOSITO DI…

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CARLO POZZI di CASTEL S. PIETROCARLO POZZI di CASTEL S. PIETRO

editore di musica a Firenze, Milano e MENDRISIOeditore di musica a Firenze, Milano e MENDRISIO

Carlo Pozzi nacque a Castel San Pietro il 2 giugno 1803 ed ivi morì il 28 giugno 1886 di “catarro senile” come riporta l’atto di morte. Era figlio di Francesco e di Maddalena nata Perucchi e venne battezzato con i nomi di Carlo Felice Francesco Benedetto.

Si conosce poco della sua formazione scolastica se non la frequenza alla scuola elementare affidata al sacerdote Albino Carabelli che la istituì l’8 dicembre 1811 “a favore degli allievi dai 5 ai 15 anni” e fino al momento in cui si unì in matrimonio con Giulietta Ricordi (Milano 1812 - Varese 6 marzo 1870), figlia dell’editore milanese Giovanni (1). Tale unione legò il destino del Pozzi alle fortune del celebre editore milanese che dal 1816 reclamizzava in Ticino la propria casa musicale fondata a Milano nel 1808.

E’ infatti grazie al suocero che il Pozzi, nel 1826, venne associato a Stefano Jouhaud nella gestione della sede fiorentina della ditta che era stata aperta nel 1824, sotto la denominazione Ricordi-Grua, divenuta poi “Ricordi, Pozzi e Comp.” “In Firenze sulla piazza del Duomo in fondo alla via Calzajoli”.

Il Pozzi fu attivo a Firenze fino all’inizio del 1828, anno nel quale la “Ricordi, Pozzi e Comp.” cambia denominazione in “Ricordi e Compagno”.

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Il 14 febbraio 1828, Carlo Pozzi, scrisse una lettera al fratello Gaetano a Castel San Pietro nella quale dichiarava il suo grande interesse nel progetto di promuovere all’interno della Svizzera lo smercio della musica stampata dal suocero.

Gli assaggi sul mercato svizzero devono essere stati positivi, se il Pozzi decise di trasferirsi a Mendrisio con lo scopo di diventare il distributore delle edizioni Ricordi nel nostro paese.

Il nostro Carlo Pozzi ritornò in Ticino forse anche motivato da una certa paura che si era creata attorno a lui nella bollente Milano risorgimentale del 1842. Infatti il conte Luigi Bolza, attuario della direzione centrale della polizia austriaca di Milano, rubricò [N.d.R. pare di suo pugno e secondo un’annotazione di Cesare Cantù] fra i 158 “pregiudicati politici ticinesi” [N.d.R. «pregiudicati», ovviamente, per il corpo che dirigeva] anche Carlo Pozzi con la seguente motivazione: - Caldo partitante degli esaltati, che colla rivoluzione del 1839 seppe procurarsi il Consigliato. Non ricco, vive con straordinario sfarzo (fatto misterioso). Si sposò a una figlia dell’Editore di musica Gio. Ricordi di questa Milano, e sono in attività nella sua casa parecchi torchi per la ristampa di musica per conto dello stesso Ricordi. Nasce il sospetto che si abusi di tali torchi adoperandoli in danno della buona causa -.

Caricatura del conte Bolza, la terribile iena esecutrice degli infami ordini della polizia austriaca in Milano

In verità, sotto la sua etichetta venne diffusa in Svizzera gran parte della musica che Ricordi stampava a Milano: spartiti d’opere teatrali di Donizetti, Meyerbeer, Verdi, ecc., romanze, pezzi caratteristici e metodi didattici.

Anche le prime edizioni a stampa delle nove sinfonie di Beethoven (1844-46), con la riduzione per pianoforte a piè di pagina ritrovate in Italia, portavano il nome Pozzi ma solo, probabilmente, per simulare un’edizione straniera. Si trattava infatti di materiale che usciva dallo stabilimento di Milano e che appariva contemporaneamente anche nei cataloghi Ricordi.

Come riportato precedentemente, la concessionaria di casa Ricordi, con sede a Mendrisio, funzionò in proprio e quale tipografia.

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La conferma dell’attività di stampatore sono contenute in due lettere: la prima, indirizzata da Giovanni Ricordi alla figlia Giulietta (23 novembre 1837) in cui parla della «faccenda della stamperia» e del «torchio» che “facilmente potrà spedirsi mercoledì”, la seconda di Tito Ricordi allo stesso Pozzi (11 ottobre 1842) dove il cognato gli riferiva che “…L’altro ieri... ti ho spedite tutte le prove corrette (seguono i numeri), più altre 30 lastre bianche…”. L’ulteriore motivazione della sua attività in questo campo è documentata anche da Augusto Giudici (altro editore dell’Ottocento di Torino), che, nel suo curriculum, dice “ ... d’aver imparato l’arte d’incisore di musica oltre che dal Ricordi a Milano anche, e dal 1853, presso il Pozzi a Mendrisio!…”.

Il 9 gennaio 1843 Giovanni Ricordi invitò il genero a inviare una petizione al Consiglio di Stato del Cantone Ticìno allo scopo di far intervenire le autorità contro l’altra stamperia locale nata attorno al 1833, l’Euterpe Ticinese di Chiasso, la quale, come affermava il Ricordi, pubblicava senza autorizzazione lavori di sua proprietà.

La vicenda si trascinò a suon di “Avvisi musicali e diffidazioni“ tra il Pozzi e Gioachino Spinelli [N.d.R. proprietario della tipografia di Chiasso] e per parecchio tempo finchè, con la firma dei trattati sulla proprietà letteraria da parte del Cantone Ticino del 20 maggio 1835, venne stabilita la base legale per ottenere una regolamentazione di tale attività.

Ciò è messo ancora più in evidenza da una lettera del 9 gennaio 1835, nella quale Carlo Pozzi, a nome del suocero Giovanni Ricordi, si rivolge a Vincenzo Dalberti per chiedergli come proteggere i diritti editoriali da “…una stamperia eretta a Chiasso…”che ristampava “…tali sue proprietà…e per introdurle di contrabbando nel Regno Lombardo-Veneto…”. Il Dalberti in un suo scritto del 4 giugno 1836 all’avvocato Giacomo Luvini-Perseghini, difensore del Pozzi, indica come procedere secondo la legge cantonale del 20 maggio 1835 sulla difesa della proprietà letteraria, che però non serviva al caso del Ricordi, che stampava a Milano e non in Ticino. In seguito però suggerisce di fare una petizione per “…assicurarsi la vendita esclusiva di alcune opere di musica di cui è divenuto cessionario per il Canton Ticino.”.

La soddisfazione sia del Pozzi sia dello Spinelli d’aver partita vinta sul rivale ebbe poca durata e alle loro iniziative si aggiunsero, però, nuove leggi.

Nel 1839, Carlo Pozzi, venne eletto in Gran Consiglio, quale deputato del Circolo di Balerna e nel 1841, durante i dibattiti sull’adesione del Cantone Ticino al “Trattato tra Austria e Piemonte per la garanzia della proprietà letteraria”, egli si fece promotore di una mozione, con emendamento, riguardante la ristampa di opere in musica. Chiaramente il nuovo trattato non ebbe il successo sperato perché, in una lettera del 26 maggio 1841, comunicava alla moglie le sue apprensioni:

“…Io non so che avverrà della nostra stamperia… “. La sua attività editoriale tuttavia continuò e quale rappresentante della Ricordi figurò sulle stampe fino al 1856 circa.

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Frontespizio dell’unica edizione a stampa di Antonino Nosotti (2) “Psiche-Waltzer” per pianoforte op. 2.

In basso: “MENDRISIO presso C. POZZI” e sotto: “Milano presso G. Ricordi”. (250x350)

Qualche anno più tardi, sulle musiche stampate dalla Ricordi, non si leggerà più il nome del Pozzi ma quello Achille Bustelli-Rossi Castel S. Pietro e in seguito Achille Bustelli-Rossi Arzo. Questa rappresentanza durerà sino al 1867, anno nel quale cesseranno i contatti tra la casa editrice di musica Ricordi e il Ticino.

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Frontespizio dell’unica edizione a stampa dell’opera Giovanna di Guzman (In seguito indicata col titolo I Vespri siciliani)

di Giuseppe Verdi. In basso a sinistra: Mendrisio, Pozzi (350x250)

Frontespizio della scena e terzetto dall’opera “Un ballo in maschera” di G. Verdi. (1859). In basso a destra: “Arzo li 28 febbraio [ms.] 1859 Achille Bustelli-Rossi”. (350x250)

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1) Giulietta Ricordi, andata sposa al Pozzi, lo seguirà prima a Firenze, dove il marito regge per qualche anno la filiale Ricordi, poi a Mendrisio, dove apriranno una propria fortunata casa editrice che rimarrà collegata ai Ricordi di Milano per parecchi anni. Oltre che per la produzione editoriale, i Pozzi saranno in contatto con la casa milanese per accogliere presso di loro gli esuli che fuggivano dalla capitale lombarda di quel periodo tormentato dalle rappresaglie e repressioni politiche. Oltre all’esule Emanuele Muzio saranno ospiti anche Giudici e Strada, gli incisori educati in casa Ricordi, “…che poi, dopo la bufera risorgimentale, si stabiliranno a Torino…” (Cfr. Casa Ricordi: 1808-1958: profilo storico: itinerario grafico editoriale.- Milano: Ricordi, 1958. – Pagg. 45-46).

2) Antonino Nosotti (Lugano 1817 – ivi 1887) fu professore di musica e organista della Cattedrale di Lugano.

BIBLIOGRAFIA: E. Bernasconi, Nei pensieri di Giuseppe Verdi ci fu anche Mendrisio, Mendrisio, 2001

© 2006 Edy Bernasconi, Via dei Barchetta 3a, CH 6926 Montagnola© 2006 Edy Bernasconi, Via dei Barchetta 3a, CH 6926 Montagnola