NOTE SUL TESTO DELLA « QUINTA CATILINARIA » E DELLA « RESPONSIO CATILINAE »: Piis Manibus Hygini...

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NOTE SUL TESTO DELLA «QUINTA CATILINARIA »E DELLA «RESPONSIO CATILINAE »: Piis Manibus Hygini Funaioli Author(s): MARIA DE MARCO Source: Aevum, Anno 34, Fasc. 4 (LUGLIO-AGOSTO 1960), pp. 281-297 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20859337 . Accessed: 14/06/2014 14:58 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.106 on Sat, 14 Jun 2014 14:58:47 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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NOTE SUL TESTO DELLA «QUINTA CATILINARIA »E DELLA «RESPONSIO CATILINAE »: PiisManibus Hygini FunaioliAuthor(s): MARIA DE MARCOSource: Aevum, Anno 34, Fasc. 4 (LUGLIO-AGOSTO 1960), pp. 281-297Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20859337 .

Accessed: 14/06/2014 14:58

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MARIA DE MARCO

NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA ? E DELLA cc RESPONSIO CATILINAE ?

Piis Manibus Hygini Funaioli

La presunta origine umanistica della cosiddetta Quinta Catilinaria e della relativa Responsio Catilinae^ sostenuta dal piu recente editore,

Mario Esposito \ fu confutata da A. Wilmart, fortunato scopritore dei

due testi in un codice francese del s. XII ex., il Reg. lat. 84 2. Quelle opere furono cosi fatte risalire indietro nel tempo e collocate tra i pro dotti delle scuole del s. XI-XII, legate alPambiente di Chartres 3.

Un rapido confronto fra Pedizione e R rivelo gia al Wilmart sensibili differenze 4, le quali aumentano notevolmente per importanza e per numero se si voglia approfondirne Pesame e condurlo in modo

sistematico.

Sia detto innanzi tutto che Pedizione delPEsposito non e altro che la trascrizione di un codice di Dublino 5; essa manca di un vero

apparato in quanto, in nota, compaiono solo le corrispondenti lezioni

del Rinkes 6

e quelle di un incunabolo sallustianio 7. L9editore, dun

que, che pure aveva notizia ? forse per via indiretta ? delPesistenza

1 M. Esposito, Textes et etudes de litterature ancienne et medievale9 I, Florence, 1921

/. Pastiches Ciceroniennes: La cinquieme Catilinafre et la Reponse de Catilina, pp. 1-7; p. 3.

L'editore corregge l'errore in cui era caduto il Rinkes che, precedendolo nel curare la stam

pa delle due orazioni, le aveva ritenute inedite: cfr. S. H. Rinkes, Disputatio de Oratione

Prima in Catilinam a Cicerone abiudicanda. Accedunt Duae Catilinariae Ineditae, Lugduni

Batavorum, 1856, p. XLIH; pp. 51-54; 55-58. (Questa edizione si basa sui codice di Leida,

Bibl. univ. B.P.L. 63, a. 1467). 2 Descritto da A. Wilmart, Codices Reginenses Latfad, I, In Bibliotheca Vaticana

MDCCCCXXXVII, pp. 184-186. Esso sara indicato con la sigla R; le correzioni, di mano

coeva, con r. 3 A. "Wilmart, Analecta Reginensia, in ?Studi e Testi?, 59, Citta del Vaticano,

MDCCCCXXXIII, p. 289. 4 Wilmart, op. cit., pp. 290 sg., e note.

5 Dublino, Trinity College, K. 4. 32 (Abbott 926), s. XV (= D). 6 Cfr. sopra, n. 1. La sigla R dell'Esposito e qui stata modificata, per chiarezza, in ri. 7

Esposito, op. cit., p. 1; p. 4. La sigla S usata dall'editore <e stata qui trasforma

ta in sa.

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282 M. DE MARCO

di altri undici manoscritti 8

e di una dozzina di edizioni a stampa corn

parse tra il 1475 e il 1590 9, ha ritenulo inutile collazionare tutto il materiale a lui noto

10 in quanto, dopo aver consultato due incunaboli

sostanzialmente uguali a D n, si e convinto che il testo tramandato da

quel codice, nonche dagli altri da cui avevano avuto origine le antiche

edizioni da lui preferite, fosse genuino o, per lo meno, piu vicino alPori

ginale di quello edito dal Rinkes 12. Da tale convinzione ? o pregiu dizio? ? egli e stato indotto a riprodurre D fedelmente, perfino nella grafia 13, evitando di correggerne le lezioni e rifiutando quindi di acco

gliere nel testo le varianti di sa, r/, che pure talvolta potevano miglio rarlo notevolmente. Un tale metodo non ha per6 dato buoni risultati, come dimostrano i pochi esempi che qui si riportano:

4,10. Qui ad honorem sibi per vos negatum... L'editore non ha creduto necessario ripristinare Popportuno iure

premesso a sibi da sa, rZ, ma omesso da D.

4,32. Accinctus gladio domos familiares circuit...

Prima di circuit tramandano nocte sa, rf, caduto in D.

5,2. ...nos ignaros somno et ventri deditos...

Non potevano sussistere dubbi fra ignaros di D e ignavos di sa, W,

eppure e stata accolta la lezione peggiore.

5,19. ...ruina quorum sibi daret assensum.

La lezione assensum di D, sa e stata a torto preferita ad ascensum

di r?, senza dubbio autentica.

5,35. Cur ille tuus exercitus, qui intra menia clausus est, non erumpit?

D ha omesso, prima di non erumpit, la determinazione di luogo, certamente essenziale (e presente in sa, ri) in Capitolium 14.

II testo, dunque, avrebbe potuto essere corretto in molti luoghi dalPeditore stesso con il solo sussidio del materiale a lui noto diret

tamente.

D'altra parte, poiche la sua emendazione diventa molto piu age

8 Esposito, op. cit., p. 3.

9 Ibid., p. 1.

10 Lo ha probabilmente dissuaso da un lavoro piu impegnativo il credere che le due

orazioni fossero prive di valore o di interesse. 11

Esposito, op. cit., p. 1. 12

L'opera del Rinkes non e soddisfacente per l'Esposito, che ritiene che il suo pre decessore abbia commesso errori anche nella lettura del codice (op. cit., pp. 1 sg.).

13 Come dichiara egli stesso [op. cit., p. 2, n. 2). 14 Cfr. Wilmart, op. cit., p. 290, n. 4.

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NOTE SUL TESTO DELL A (( QUINTA CATILINARIA )) ECC. 283

vole dopo la scoperta di /?, e opportuno procedere ad una collazione

completa, esaminando separatamente le due orazioni, composte, come

si vedra, con intendimenti ben diver si.

QUINTA CATILINARIA

L'orazione e stata costruita con una certa abilita, secondo lo schema

della retorica tradizionale. Si divide, infatti, nelle cinque parti, che essa

esige: Vexordium, costituito da un brevissimo preambolo; la narratio, in cui si traccia il ritratto di Catilina e se ne espone la funesta attivita; la confirmation in cui si ribadiscono i capi d'accusa; la confutatio, con

tenente una vibrata protesta contro l'insensibilita e Pignavia dei se

natori, nonche un'invettiva contro Catilina; la peroratio, con la richie

sta d'un voto che sancisca Pesilio del traditore.

L'autore ha per lo piu mano felice nei nessi che legano tra di loro le varie parti: attraverso di essi il discorso fluisce agevolmente nel suo logico svolgimento. L'unica eccezione e quella presentata dalla

confirmation nella quale si nota invece un brusco ritorno sugli argo menti precedentemente trattati. Qui Poratore, dopo essersi attribuito

il merito di avere trasformato le dicerie popolari in informazioni si

cure, mediante la concessione delPimpunita ai complici che svelassero

i particolari della congiura, riprende ad illustrare la scelleratezza e

Fimpudenza di Catilina; passa quindi a rimproverare ai senatori di non aver saputo reagire tempestivamente ed energicamente.

La ripresa del ritratto di Catilina, o meglio il completamento di

quello gia tratteggiato nella narratio, si puo ritenere fuori posto? Se

cio fosse, la conclusione del brano non coinciderebbe con precisione con

Pinizio della parte seguente, come in realta avviene. Di conseguenza, e possibile congetturare che il passo in questione, nel testo originale, fosse preceduto da una breve frase introduttiva, che aveva la funzione

di presentare la relazione delle confessioni rese dai complici stessi. Nel

testo edito il brano si presenta come segue 15.

cc Nam vestri consulis prouidentia 16, immo vestro decreto, scelerum

impunitas concessa est omnibus qui consilia patefecerunt. 17

Vigilat dies et noctes, cibum non nisi fame coactus appetit, iugu lis nostris intentus. De quibus oculorum ipsius feditas et maculata fa

des dubitare nos non patitur. Accinctus gladio domos familiares circuitt

15 Esposito, op. cit., pp. 4-5. La grafia ? quella usata dalFeditore.

16 Siamo nella parte centrale della confirmatio. 17

Qui dovrebbe essere inserita una frase come a quibus hec accepi, o altra del genere.

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284 M. DE MARCO

alloquitur singulos, hortatur multis racionibus; postulat ut sese ministro

vel dace potius ad libertatem, honores, diutias eos transire non pigeat. Ostendit ad hec gerenda tempus idoneum, suos fortes magnanimos, nos ignaros, somno et ventri deditos, et nobis cum diuiciis animum et

etatem consenescere, quasi patriam et rem publicam armis inuadere

esset fortasse timori nullus timidus. Hie laudat Marium Syllamque, cruentos Fenices felices indicat, quibuscum magnanimis consilia sua

communicare sors attulit 18.

Sed profecto, patres conscripti, si nos iudicat ignauos et negli

gentes Catilina non fallitur... ? 19.

La lacuna, se la congettura e probabile, risale ad un'epoca piut tosto antica; essa compare, infatti, non solo nel testo edito, ma anche

in /?, Tunico testimone del s. XII 20. Nonostante quest'omissione e

qualche altro errore, il testo presenta in questo antico codice tali carat

teristiche di superiorita, che vale la pena di metterle in evidenza: alcuni

passi molto oscuri, anche se non segnalati come tali dall'editore, risul

tano invece abbastanza chiari, ne mancano casi di espressioni mutile

che vengono completate felicemente, di parole convenzionali che acqui stano rilievo per proprieta di lingua, di lezioni errate che vengono so

stituite da altre assai piu. sicure.

I

Alcuni luoghi poco chiari migliorano sensibilmente nella lezione

che ne presenta R: bastino a dimostrarlo pochi esempi 21.

R

Ostendit ad haec gerenda tempus idoneum, suos fortes magnanimos, nos ignavos, somno et ventri dedi

tos, et nobis cum divitiis aetatem

et animum consenescere, qua re

patriam et rem publicam armis in

vadere esse fortassis timori timidis, nullis periculo 23.

(f. 27r, 6-12)

Es

Ostendit ad haec gerenda tempus

idoneum, suos fortes magnanimos, nos ignaros

22 sommo et ventri de

ditos, et nobis cum diuiciis animum et etatem consenescere quasi pa triam et rem publicam armis inua

dere esset fortasse timori nullus

timidus.

(p. 5,1-4)

18 Qui ha termine la confirmatio. 19 L'inizio della confutatio b ben legato alia parte precedents

20 Non si dimentichi che gli altri manoscritti appartengono tutti ai secoli XIV e XV. 21 L'edizione dell'Esposito sara indicata con la sigla Es. 22 Cfr. sopra, p. 282. 23

periculis R. Si noti la posizione chiastica delle ultime parole.

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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINT A CATILINARIA )) ECC. 285

II brano, contenente alcune rivelazioni dei complici sui discorsi

pronunziati da Catilina per eccitare i congiurati alia temeraria impresa, e evidentemente intessuto di reminiscenze sallustiane 24; esso si con

clude con una frase priva di senso in ?5, ma non cosi in JF?, dove con

qua re (non quasi) viene introdotta la logica conseguenza della tesi

dimostrata.

R Es ...nostri consilii particeps, no- .., nostri consilii partecipes ut

lat et designat quemque uestrum notet et designet quemque nostrum

quemque videt rei publicae esse in- ad necem et rei publice cognoscat 25

tentum . intentus.

(f. 27r, 28-27v, 2) (p. 5,16-18)

Anche qui ci troviamo di fronte ad una frase conclusiva errata, di cui Peditore ha tentato di dare una giustificazione plausibile facendo ricorso ad un post-classico intentus, -us (

= intentio)i 26. Tale difficolta

non si presenta in R il cui testo e molto piu sicuro 27.

II

La possibility di completare alcune espressioni del testo edito era

gia sembrata al Wilmart una delle caratteristiche fondamentali di R 28. Chi voglia collazionare sistematicamente il codice si trover a, pero, di fronte ad altri brani, oltre quelli gia noti, le cui lacune, sebbene di minore estensione, sono anch'esse completate da R con esattezza.

R Es ...ad honorem iure sibi negatum ...ad honorem sibi per vos ne

viam parare cupit... gatum viam parare cupit...

(f. 26v, 2-3) (p. 4,10)

E9 piu che giusto, secondo Toratore, che Catilina non ottenga il

consolato: iure e percio elemento essenziale 29. Non altrettanto si puo dire di per vos, con cui vengono indicati gli oppositori; Pespressione manca in /?, ma si ricava facilmente dal contesto.

24 Sall., Cat., 2, 8: ...dediti ventri atque somno...; ibid., 20, 10: ...victoria in menu

nobis est. Viget aetas, animus valet; contra illis aunts atque divitiis omnia consenuerunt., etc. 25 In R, diversamente che in Es, nos e vos (come i rispettivi derivati) compaiono in

funzione dello spirito polemico di cui e pervaso il testo; l'oratore identifica se stesso

con l'assemblea o se ne separa, a seconda delle circostanze. 26

Es, p. 3. 27 Cfr. Cic, in Cat., I, 1, 2: ...notat et designat oculis ad caedem unum quemque

nostrum. 28

Wilmart, op. cit., p. 290. 29 jR non e il solo che conservi iure (cfr. sopra, p. 282).

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286 M. I>E MARCO

R

Postremo, dando et pollicendo sic inter se etiam fidos

30 effecerat

ut filii familiarum parentum iugu los, servi dominorum necem et do

morum incendia9 populi Romani

detrimental curarent.

(f. 26v, 12-16)

Es

Postremo, dando et pollicendo, sic eos et inter se effecerat ut filii

familias parentum iugulos, serui

dominorum necem, domorum in

cendia minarentur.

(p. 4,18-20)

L'espressione populi Romani detrimenta, tramandata da R, con

clude il brano in cui si descrive la delittuosa attivita dei congiurati, sottolineando la generale rovina che la rivoluzione avrebbe prodotto: la sua autenticita non dovrebbe essere posta in discussione. II testo

appare in R in una lezione migliore anche in altri particolari; si osservi la felice integrazione fidos, di derivazione sallustiana 31.

R Es

...nisi ab eiusdem sceleris con- ... nisi ab eisdem consciis scele

sciis mihi cognita patuissent... rum cognita patuissent...

(f. 26v, 21-22) (p. 10,25)

Cicerone rivendica a se il merito di avere scoperto la congiura: il

mihi che in R precede cognita non puo dunque essere trascurato.

R Es ...sceleris impunitas concessa est ...scelerum impunitas concessa

omnibus quicumque Catilinae con- est omnibus qui consilia patefece silia patefacerent. runt.

(f. 26v, 25-26) (p. 4,28)

R premette a consilia, opportunamente, Catilinae, elemento neces

sario per precisare Pautore dei piani scellerati; sostituisce inoltre alPin

determinato scelerum il preciso sceleris, a qui, molto felicemente, qui

cumque e, di conseguenza, a patefecerunt, proprio delPuso classico,

patefacerent. R Es

...si nos ignavos et negligentes ...si nos iudicat ignauos et negli iudicat Catilina, non fallitur cum gentes Catilina, non fallitur cum sit experientia certus. scit experientia.

(f. 27r, 15-16) (p. 5, 7-8)

30 filios R. 31

Sall., Cat., 14, 6: ...dum illos obnoxios fidosque sibi faceret...; ibid., 22, 2: ...quo inter se fidi magis forent..., etc.

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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA ? ECC. 287

R tramanda, alia fine della frase, certus, che e elemento essenziale, da unire a sit. La sua scomparsa ha determinato poi la trasformazione

dell'originariao sit 32

in scit.

R Es

Si enim vestram non novisset in- Si enim nostram non venisset in

curiam, proditor patriae33 non ve- curiam...

nisset in curiam.... (p. 5, 8-9)

(f. 27r, 17-18)

Come gia aveva osservato il Wilmart, il testo edito e mutilo (per

omoteleuto) di una espressione che ne compromette la chiarezza; R lo

completa.

R Es Vobiscum loqui non timet, quos Nobiscum loqui non timet; meam

iam morti decreverat; meam accu- accusationem... non timet.

sationem ...nihil timet. (p. 5,23-24)

(f. 27v, 8-10)

Anche la possibility di completare questa frase per merito di R era nota al Wilmart 34. Si osservi inoltre come vobiscum di R (del pari che vestram delTesempio precedente) sia piu rispondente alia situa

zione, in quanto l'oratore vuole mettere in luce il suo contrasto con

Tassemblea 3d.

R Es Cur ille tuus exercitus, qui in- Cur ille tuus exercitus, qui intra

tra moenia clausus est, in Capito- menia clausus est, non erumpit? tolium non erumpit? (p. 5, 35-36)

(f. 27v, 24-25)

Gia il Wilmart aveva segnalato questo caso, facendo presente che

R conserva la necessaria determinazione di luogo 36.

Ill

Non e certo pregio inferiore a quelli gia esaminati il fatto che R abbia conservato un testo esente da corruzione anche nei riguardi di

singole parole, che sembrano tramandate da esso nella loro genuinita

32 Sit e attestato anche da sa (Es, p. 5, n. 6). 33 In R si legge patrie, non patria, come scrive il Wilmart (op. cit., p. 290, n. 2). 34

Wilmart, op. cit., p. 290, n. 3. 35 Cfr. sopra, n. 25. 36

Wilmart, op. cit., p. 290, n. 4, e sopra, n. 14.

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288 m- de mabco

o in forma piu vicina alPoriginale di quanto lo siano le lezioni accettate dalPeditore. Si osservino percio alcuni degli esempi piu indicativi 37.

R Es Non amplius tempus otii, Patres Non est amplius tempus otii, Pa

Conscripti, non est locus amplius tres Conscripti. Non est amplius pietati. locus potestatum.

(f. 26r, 21-23) (p. 4,3-4)

Pietati e lezione da preferire, sia in correlazione a otii, sia perche potestatum non da un senso plausibile.

R Es ... et vires immensas suscipit38... ...ac vires maximas suscipit.

(f. 26r, 25) (p. 4,5) Immensas e piii preciso del banale maximas.

R Es

...postquam res suas et famam ...postquam omnes suos et fa

perniciose vivendo perdidit... mam viuendo perniciose perdidit...

(f. 26v, 5-6) (p. 4,11-12)

La lezione di R res suas e di chiara derivazione sallustiana 39.

R Es ...

quos ... servos noverat et fa- ... quos ... nouerat, seruosefwira

miliarum filios rerum novarum cu- familiares9 filios nouarum rerum

pidos... cupidos... (f. 26v, 8-9) (p. 4, 14-15)

Etiam familiares del testo edito non e altro che la corruzione di et familiarum

40 attestato da R.

R Es ...exulibus patriam 41, servis li- Exulibus patriam, seruis liber

bertatem, pauperibus opes, priva- tatem, pauperibus opes, priuatis tis honores, ingloriis gloriam, om- honores, singulis gloriam, omnibus

nibus omnia dare pollicitus. omnia dare pollicitus est.

(f. 26v, 10-13) (p. 4, 16-18) *

37 Questa caratteristica di R e molto spesso evidente nei passi presi in considera

zione per altri motivi: e che quindi non ripeteremo. 38 Scil. incendiunu 39

Sall., Cat., 5, 7: Agitabatur... animus ferox inopia rei familiaris...; ibid., 13, 5: ...eo profusius omnibus modis quaestui atque sumptui deditus erat.

40 Sa tramanda f am Hi as (Es, p. 4, n. 11). 41 papatriam R.

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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA )) ECC. 289

Ingloriis e in perfetta correlazione con gloriam, come lo sono le

altre categorie nei riguardi dei premi promessi.

R Es ...sibi erat impedimertto rei fa- ...sibi erat detrimento rei fami

miliaris inopia... 42

liaris inopia...

(f. 26v, 16-17) (p. 4,21)

Impedimento aderisce meglio alia situazione di quanto non faccia detrimento.

R Es .. .ut novae coniugis opibus frue-

.. .ut noue coniugis potiretur opi retur... bus...

(f. 26v, 18) (p. 4, 22)

Frueretur e piu preciso di potiretur.

R Es

...per me tamen in vestram au- ...per me tamen in vestram pre

dientiam 43

non venissent... sentiam non venissent...

(f. 26v, 20-21) (p. 4, 24)

Le voci relative ai moti rivoluzionari dovevano, piu che giungere

alia presenza dei senatori, essere da loro ascoltate: inoltre audientiam

di /? e certamente la lectio difficilior.

R Es ...cibum nisi fame coactus, iu- ...cibum non nisi fame coactus

gulis nostris intentus, non suscipit. appetit, iugulis nostris intentus.

(f. 26v, 27-28) (p. 4, 29-30)

R Es ...oculorum ipsius foeditas et ...oculorum ipsius feditas et

maculenta facies... maculata fades...

(f. 26v, 28-27r, 1) (p. 4, 30-31)

Maculenta 44 e senza dubbio preferibile, sia per il criterio della

lectio difficilior, sia perche piu rispondente alia descrizione sallustiana 45.

42 Cfr. sopra, n. 39. 43 obedientiam R audidientiam r 44 Da correggere in momenta? Anche in Virgilio {Aen., I, 173) si legge maculenta cor

pora nel senso di macie confecta; cfr. Thesaurus linguae latinae, s.v. 45

Sall., Cat., 15, 5: ...color exanguis, foedi oculi...

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290 M. DE MARCO

R Es Accinctus gladio domos

46 f avert- Accinctus gladio domos familia

tium sibi circuit node... res circuit...

(f. 27r, 2-3) (p. 4, 32)

Secondo la lezione di R, Catilina visita di notte le case dei suoi fautori; (non dei suoi famigliari); node e elemento essenziale 47.

R Es Hie laudat Marium Cinnamque.. Hie laudat Marium Syllamque...

(f. 27r, 12) (p. 5, 4-5)

In 7? si legge Cinnamque e non v9e dubbio che si tratti di una lezione genuina, di cui Syllamque rappresenta la corruzione; era pro

verbiale, come Pinimicizia tra Mario e Silla, l'identita di vedute che

legava intimamente Mario e Cinna.

R Es

...machinatur in dies... ut Roma Machinatur in dies... ut iubeat

suomet pereat gladio... Roma suomet pereat gladio...

(f. 27r, 25-26) (p. 5, 12-14)

R omette iubeat, che e elemento superfluo.

R Es ... ruina quorum sibi daret ascen- ... ruina quorum sibi daret assen

sum. sum.

(f. 27v, 3-4) (p. 5,19)

Ascensum di R esprime Tidea del desiderio di Catilina di dare la scalata al potere 48.

J? Es ...hos in nocte persequitur. ... bos in nocte prosequitur.

(f. 27v, 4-5) (p. 5, 20)

R Es Confidit enim in eloquentia sua, Confidit enim in eloquentia sua

qua partem civium detraxit in cla- que maximam partem ciuium de

46 domus R. 47 Cfr. sopra, p. 282. 48 Cfr. sopra, p. 282.

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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINTA CATILINARIA )) ECC. 291

dem, qua sibi tot sceleratorum co

pias comparavit, qua mendacio ve

ritates et mendacia veritate deco

lor at.

(f. 27v, 12-16)

traxit in cladem, qui igitur scelera torum hominum tot copias com

parauit, qui mendacia veritate et

mendacio veritatem color at.

(p. 5, 26-29)

R corregge gli errori e le impropriety che si trovano nel testo edito.

R

Audietis eum, Patres Con

scripti, audietis eum? Tacetis?

proh pudor...

(f. 27v, 16-17)

R 0 Camilli! 0 Fabricii! vos uti

nam adessetis.

(f. 27v, 18-19)

Es Audietis eum, Patres Conscripti,

audietis eum. Tacetis; pro dolor!

(p. 5,29)

Es 0 Camilli! 0 Fabiil Vos utinam

essetis.

(p. 5, 31)

Gli appartenenti alia gens Fabricia, celebrati universalmente per

integrity di costumi e per valore guerriero, sono frequentemente ri

cordati insieme con i Camilli (o con i Curii) 4% non pero con i Fabii. Fabii del testo edito puo essere corruzione di Fabricii delPoriginale.

R Audire volunt ilium, qui expi

rantis filii preces audire noluit...

(f. 27, 19-21)

Es Audire vellent ilium, qui expi

rantis filii preces audire noluit...

(p. 5, 32)

L'indicativo e qui richiesto dal tono della requisitoria contro i

senatori indolenti.

Responsio Catilinae

Lo scopo fondamentale delPautodifesa di Catilina e di dimostrare che Paccusa di Cicerone e disonesta ed inutile. L'autore esprime tale

concetto dopo un'introduzione in cui, ad captandam benevolentiam,

sottolinea la sua inferiority rispetto alia valentia delPavversario 50

e

ribadisce piu oltre Pidea, dividendo cosi addirittura Porazione in due

49 De Vit, Totius Latinitatis onomasticon, s.v. 60

Es., p. 6, 35: ...earn (scil. sententiam aduersarii) inhonestam et inutilem fatebimini.

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292 M. DE MARCO

parti 51. La prima di esse risulta dedicata alia dimostrazione della diso nesta delPaccusa ciceroniana: Pawersario viene presentato come abi lissimo nel fare apparire colpevoli gli innocenti e meritevoli delPesilio i cittadini piu integri e nobili; la seconda serve poi a tentare di demo lire i capi d'accusa ed a considerare i tristi effetti delPeventuale espul sione di Catilina, che verrebbe condannato a cosi grave pena solo per

istigazione di Cicerone e non in base a provate accuse sulPesistenza e sulla portata del moto rivoluzionario.

Anche il testo di questa seconda orazione e senza dubbio conser vato da R in condizioni migliori che nel manoscritto su cui si fonda Pedizione. I risultati della collazione sistematica saranno qui presentati secondo il criterio gia seguito per la prima orazione.

I

R off re un aiuto efficace per migliorare il testo in alcune frasi, che guadagnano in chiarezza.

Es

Coniurationem namque indi

gnum facinus ostendere laborauit, cum an coniuratio facta sit ambi

gatur, et de ea quasi non sumptum

supplicium de qua nondum consti tutum est indicium clamat et dolet.

(p. 7, 18-22)

R ... coniurationem namque indi

gnum facinus ostendere labora vit 52. Cum autem coniuratio an

facta sit ambigatur et de ea [qua re] sumptum non esse supplicium, de qua nondum sit constitutum iu

dicium, clamet 53, delirat.

(f. 29r, 10-14) II testo non e molto sicuro neppure in /?, ma non e difficile emen

darlo. Delirat dovrebbe essere autentico, perche Catilina vuole presen tare Cicerone come un folle, che rimprovera alPassemblea di non avere

gia concluso con una condanna un processo non ancora istruito.

R Es Illud potius admonendum 54

pu- IUud michi potius adiuuandum to, nemini mirandum si solus om- puto neminem mirandum si solus nium Catilinae prolocutor appa- omnium Catilina prelocutor ap

ream. paret.

(f. 29v, 8-10) (p. 7, 38-40)

51 Es., p. 7, 11-12: ...qualiter sit inhonesta

inutilis attendite. 52 Scil. adversarius. 53 clamat R. 54 admouendum jR.

huius accusatio cognoscitis, nunc qualiter sit

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NOTE SUL TESTO DELL A ? QUINTA CATILINARIA )) ECC. 293

Catilina osserva con rincrescimento di essere l'unico difensore di se stesso, prolocutor, secondo la lezione di R 55.

II

/? non e di minore utilita nel completare il testo edito, che risulta mutilo di taluni elementi, tramandati invece fedelmente dal codice piu antico.

R

Si 56 quo igitur in 57 loco pro

dicendi inopia mea oratio 58

vacil

labit, vestri acuminis examine sup

pleatur. Vestrae namque pruden tiae et bonitatis est non falerata

verborum agmina, non canoras nu

gas, non 59

festivitatis et concinni

tatis splendentiam, sed pondus sententiae ad ipsum sagaci inda

gatione perscrutari et aequali lan ce trutinare.

(f. 28r, 27-28v, 5)

Es Si quo igitur in loco pro dicendi

inopia mea vacillabit oratio, non

illius falerata verborum agmina et

canoram festiuitatem atque concin

nitatis splendentiam sed pondus sententie ac ipsum sagaci indaga tione perscrutari et equali lance

trutinare debetis 60.

(p. 6, 28-32)

Gia il Wilmart osservava che debetis del testo edito e un'aggiunta posteriore necessaria per completare la frase, rimasta priva di elementi

essenziali61. La lezione di R e generalmente sicura; si noti in partico lare ad ipsum, di cui e palese corruzione ac ipsum.

R Es Absit Scipionis indoles luculen- Absit Scipionis indoles luculen

ta; assit balatronis soboles lutulen- ta. Quid si Scipio... ta 62. Quid si Scipio... (p. 7, 5-6)

(f. 28v, 21-23)

La frase si trova alia fine di una serie di dicola che, ispirati ad una

55 L'editore sottolinea l'appartenenza di prelocutor al latino medioevale (Es., p. 7, n. 7). 56 II passo h stato edito dal Wilmart (op. cit., p. 290) con la riproduzione esatta della

grafia di R. 57 In e stato aggiunto dal Wilmart (op. cit., p. 290, n. 5). 58 Oratio h correzione del Wilmart per racio di R (op. cit., p. 290, n. 6). 59 Non <e integrazione del Wilmart (op. cit., p. 290, n. 8). 60 L'editore ha segnalato l'appartenenza alia lingua del M. Evo di due vocaboli,

splendentia e trutinare (Es, p. 6, n. 11; 12). 61

Wilmart, op. cit., p. 290, n. 10. 62 luculenta R.

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294 m. de marco

idea presente nelVInvectiva in Ciceronem 63> sono imperniati sulPas

surdita di una eventuale condanna alPesilio inflitta a Catilina: do

vrebbe uscire dalla citta il civis e restarci Yinquilinus, andare in esilio un Romano e rimanere in patria un Arpinate, vivere fuori di Roma un illustre discendente di Scipione e dominare in essa un uomo di oscuri

natali. II testo prosegue con la ripresa absit Scipionis indoles luculenta, che ribadisce Pidea gia in altro modo espressa, senza pero esaurirsi in

un unico membro: quello antitetico, in perfetta corrispondenza con i

casi precedenti, e stato conservato felicemente da jR, la cui lezione

balatronis e sufficiente a togliere qualsiasi dubbio sull9autenticita 64.

R Es ... quia ignoti, noti, cives, pere- Quia ignoti, noti, ciues, peregri

grini, nobiles et ignobiles domum ni9 nobiles domum eius frequen eius frequentant... tant...

(f. 29r, 22-23) (p. 7, 29-30)

In R segue a nobiles un termine antitetico, come nei membri che

precedono, et ignobiles.

R

Quod si ab hominibus amari, frequentari, visitari, deduci9 redu

civ consuli 65, id demum coniura tionem vocamus, iam Cato quoque, Lelius 66, Scipio, quivis praeterea liberalis et dapsilis

67 coniurationis

accersitur 68. Quibus hie omnibus ve

69 cognoscitur ignorata proprie

tas? has tamen suspiciones refelle re volui. Nam Mud quod...

(f. 29r, 26-29v, 5)

Es

Quod si ab hominibus amari, frequentari, consuli, visitari, co

niurationem vocamus, iam Catili

na, item Lelius et Scipio, preterea liberales et dapsiles coniurationi

accrescunt. Quod vero de filii ne

ce...

(p. 1, 32-35)

E9 evidente Papporto di R alPemendazione del testo con la con

servazione non solo di elementi essenziali poi scomparsi, ma anche di

63 1, 1: ...quasi unus reliquus e familia viri clarissimi, Scipionis Africani, ac non reper

ticius, accitus ac paulo ante insitus huic urbi civis; 3, 4: ...homo novus Arpinas...; 4, 7:

...Romule Arpinas...; cfr. anche Sall. Cat., 31, 7: ...M. Tullius, inquilinus civis urbis Romae. 64 La frase e caduta per omoteleuto. 65 11 Wilmart, che ha pubblicato il brano (op. cit., p. 290), ritiene che consuli non

esista nel testo edito; in realta non si tratta di un'omissione, ma di uno spostamento. 66 lesius R (Wilmart, op. cit., p. 290, n. 12). 67 et h aggiunto dal Wilmart, cui si deve anche la correzione in dapsilis di dapsibilis tramandato da R (op. cit., p. 290, n. 13). 68 II Wilmart scrive accerditur (op. cit., p. 290, n. 14), ma in R si legge accersitur.

69 omnisue R (Wilmart, op. cit., p. 290, n. 15).

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NOTE SUL TESTO DELLA ? QUINT A CATILINARIA ? ECC. 295

lezioni originarie, come Cato invece di Catilina 70

e, meglio ancora, coniurationis accersitur 71.

Finalmente, sara qui da ricordare che che Torazione in jR continua con una conclusione, edita dal Wilmart 72, il quale ritiene che la diffi colta delPinterpretazione ne abbia determinato la scomparsa.

Ill Non sara inopportuno passare in rassegna alcune varianti, limi

tate a singole parole, di /?, che risultano preferibili alle corrispondenti del testo edito.

R Es ... quae sit praesentis actionis ... que sit presentis auctoris con

controver sia... trover sia...

(f. 28r, 9) (p. 6, 14) Si tratta di una controversia giuridica; actionis di jR e evidente

mente la lezione autentica.

jR Es ... qui magis in dolosis fraudu- ... qui magis in dolosis fraudu

lentisque versutiis quam in aequi- lentis versutisque rebus quam in tate et ratione confidit. communi etate confidit.

(f. 28r, 13-15) (p. 6, 17) II testo edito e corrotto; in communi etate non da senso.

R Es ... ne plus hodie valeat palliata ... ne hodie plus valeat polita et

et erudita calliditas quam nuda et erudita calliditas quam nuda et vul

vulgaris simplicitas... garis simplicitas... (f. 28, 23-25) (p. 6, 26) Palliata in evidente contrapposizione a nuda e la lezione origi 73

naria .

R Es Exeat hinc Scipionis generosa Exeat hinic Scipionis nobilis pro

propago et regnet istic natus de pago et regnet illic natus de pau

paupere pago 74. pere pago.

(f. 28v, 20-21) (p. 7, 5-6)

70 Catone e ricordato insieme con Lelio e Scipione come cittadino illustre, superiore ad ogni sospetto, il che non si pu6 dire di Catilina.

71 La corrispondente lezione del testo edito non da senso. 72

Wilmart, op. cit., p. 291. 73 Palliata e inoltre lectio difficilior rispctto a polita. 74 Si noti l'assonanza propago-pago. Nella frase che segue l'autore ricorre alia stessa

preziosita (cfr. sopra, n. 64).

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296 M. DE MARCO

II testo edito e banale; quello di R assai piu precise

R Es ... vos ibi nepotes meos morari ... vos me ibi morari non sinitis.

non sinitis? (p. 7, 10) (f. 28v, 28)

La frase appartiene al discorso immaginario di Scipione, che si

lamenterebbe, secondo la fantasia di Catilina, che uno dei suoi discen

denti sia trattato come un comune cittadino, o addirittura peggio, per

gli intrighi di Cicerone. L'ingratitudine dei Romani consiste percio non

nelPimpedire il soggiorno in patria di Scipione stesso (me, come vuole il testo edito), ma dei suoi discendenti, nepotes meos9 come si legge in R.

R Es ... vobis ipsis mortale odium... ... vobis ipsis immortale odium...

conflabitis. conflabitis.

(f. 29r, 5-6) (p. 7, 15)

Immortale sembra essere corruzione di mortale.

R Es ... incredibile est ut sine ratio- ... incredibile est ut sine ratione

num patfocinio deleatur. patrocinium deleatur.

(f. 29v, 5-6) (p. 7, 36)

La frase si riferisce alPaccusa delPassassinio del figlio, che Cati

lina respinge senza ricorrere a discussioni, tanto egli la ritiene assurda!

I pregi di R sono, come si e potuto osservare, di grande rilievo.

Per darne pero un giudizio imparziale bisognera aggiungere che esso

non e del tutto esente da errori e che in taluni casi le sue varianti

danno luogo a perplessita. Bastano qui pochi cenni e qualche esempio, perche una piu ampia trattazione si potra solo dare dopo aver proce duto a collazionare R con altri codici 75.

R Es ... qui avorum famam depecu- ... qui aliorum famam depecu

lans, urbes quoque pessumdare lans, urbes quoque mendacio pes mendacio consuevit. sundare consueuit.

(f. 28r, 20-22) (p. 6, 23-24)

75 Mi sia concesso rimandare ad altri lavori, di prossima pubblicazione, che serviranno a preparare l'edizione delle orazioni pseudo-ciceroniane, da me curata per il Centro di

Studi Ciceroniani.

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NOTE SUL TESTO DELLA (( QUINTA CATILINARIA ? ECC. 297

Aliorum del testo edito sembra autentico, perche trova riscontro

in un'espressione pseudo-ciceroniana 76.

R Es ... cuius maiores earn fundave- ... cuius maiores earn fundaue

re, condidere, ab hostibus prote- re, construxere, et ab hostibus

xere... pr otexer e...

(f. 28v, 10-11) (p. 6, 36-37)

Construxere del testo edito e senza dubbio preferibile a condidere

di R.

La tradizione manoscritta della Quinta Catilinaria e della Respon sio Catilinae e dunque rappresentata da un unico codice del sec. XII ex.,

J?, e da un gruppo di codici appartenenti ai secoli XIV e XV, tra cui e compreso D, scelto dall'Esposito per la sua edizione. La lettura dei

passi esaminiati induce a supporre che non si tratti di una tradizione

unit aria, ma di due rami, il piu antico discendente dal testo originale, il piu recente derivante da una rielaborazione posteriore. Tale conclu

sione deve per altro considerarsi provvisoria, perche si potra giungere a risultati sicuri solo dopo avere esaminato tutte le testimonianze

a noi pervenute.

76 Rhet. Her., IV, 39, 51:... aliorum famam depeculans... II testo non e di Cicerone

per noi, ma l'autore non aveva dubbi in merito.

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