Norme Per La Redazione Della Tesi Aprile 2011

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  Facoltà di lettere. Numismatica (L-ANT 04) (prof.ssa P. Calabr ia  dott. F. Di Jorio) http://w3.uniroma1.it/numismatica 1 Norme per la redazione della tesi Per quanto riguarda la stesura della tesi dalla segreteria della Facoltà di Lettere, per il momento, non sono state stabilite delle regole: si consiglia agli studenti di visionare gli elaborati degli anni precedenti per avere un’idea generale su come impostare il lavoro. Non è stata nemmeno fissata una lunghezza standard in numero di pagine. Tutte le indicazioni valgono sia per una tesina da presentare a un singolo esame che per la tesi triennale e magistrale. 1. Norme e indicazioni di carattere generale Per indicare la lunghezza di un testo scritto si usa il termine cartella, che corrisponde a circa 2000/2100 battute: nel conteggio delle battute (i singoli caratteri) per riga vanno compresi anche gli spazi bianchi tra le parole. Moltiplicando il numero di battute per il numero di righe si otterrà il numero di battute per pagina (es. 60 battute per riga x 30 righe per pagina = 1800 battute per pagina); dividendo il numero delle battute totali del nostro testo (esiste un apposito comando nei programmi di word processor per verificare il numero dei caratteri) per 2000/2100 avremo il numero di cartelle (o pagine) che compongono l’elaborato. La scelta del tipo di carattere dipende dal gusto personale, però si ricorda che questo deve risultare leggibile, chiaro e pulito . I font più utilizzati sono: Times New Roman (preimpostato nelle versioni di Word fino alla 2003), Arial, Book Antiqua e Verdana. Nella versione di Word 2007 il carattere predefinito è il Calibri, corpo 11 con interlinea 1,5.  Un esempio di impaginazione (l ayout) potrebbe essere questo: - Carattere: Times New Roman; - Titoli capitoli: corpo 14; - Titoli paragrafi: corpo 12; - Testo: corpo 12 (giustificato); - Interlinea doppia; - Note: corpo 10 (oppure 9 o 8), interlinea singola (giustificato).- La pagina può essere stampata anche fronte/retro: in questo caso si ricorda che nelle pagine di sinistra vanno i numeri pari, in quelle di destra i dispari. Per quanto riguarda le bozze da sottoporre al docente si consiglia vivamente di presentarle corredate da un indice (o sommario) anche se provvisorio, con le pagine numerate e interlinea doppia, i margini destro e sinistro impostati a minimo 2,5-3 cm, in modo da permettere correzioni chiare e comprensibili; il piè di pagina a 1,5. Si ricorda di consegnare, a fine lavoro, un cd-rom con il testo e le immagini. Corsivo.  Si usa per i titoli dei libri, le parole latine inserite in un testo italiano, i termini stranieri non entrati completamente nella lingua italiana. «d» eufonica. Impiegare la «d» eufonica solo davanti alle parole che cominciano con la stessa vocale.

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Norme per la redazione della tesi 

Per quanto riguarda la stesura della tesi dalla segreteria della Facoltà di Lettere, per il momento, non sonostate stabilite delle regole: si consiglia agli studenti di visionare gli elaborati degli anni precedenti per avere

un’idea generale su come impostare il lavoro. Non è stata nemmeno fissata una lunghezza standard in

numero di pagine.

Tutte le indicazioni valgono sia per una tesina da presentare a un singolo esame che per la tesi

triennale e magistrale.

1.  Norme e indicazioni di carattere generale

Per indicare la lunghezza di un testo scritto si usa il termine cartella, che corrisponde a circa 2000/2100

battute: nel conteggio delle battute (i singoli caratteri) per riga vanno compresi anche gli spazi bianchi tra leparole.

Moltiplicando il numero di battute per il numero di righe si otterrà il numero di battute per pagina

(es. 60 battute per riga x 30 righe per pagina = 1800 battute per pagina); dividendo il numero delle battute

totali del nostro testo (esiste un apposito comando nei programmi di word processor per verificare il

numero dei caratteri) per 2000/2100 avremo il numero di cartelle (o pagine) che compongono l’elaborato. 

La scelta del tipo di carattere dipende dal gusto personale, però si ricorda che questo deve risultare

leggibile, chiaro e pulito. I font più utilizzati sono: Times New Roman (preimpostato nelle versioni di Word

fino alla 2003), Arial, Book Antiqua e Verdana. Nella versione di Word 2007 il carattere predefinito è il

Calibri, corpo 11 con interlinea 1,5. 

Un esempio di impaginazione (layout) potrebbe essere questo:

-  Carattere: Times New Roman;

-  Titoli capitoli: corpo 14;

-  Titoli paragrafi: corpo 12;

-  Testo: corpo 12 (giustificato);

-  Interlinea doppia;

-  Note: corpo 10 (oppure 9 o 8), interlinea singola (giustificato).-

La pagina può essere stampata anche fronte/retro: in questo caso si ricorda che nelle pagine di sinistra

vanno i numeri pari, in quelle di destra i dispari.

Per quanto riguarda le bozze da sottoporre al docente si consiglia vivamente di presentarle

corredate da un indice (o sommario) anche se provvisorio, con le pagine numerate e interlinea doppia, i

margini destro e sinistro impostati a minimo 2,5-3 cm, in modo da permettere correzioni chiare e

comprensibili; il piè di pagina a 1,5. Si ricorda di consegnare, a fine lavoro, un cd-rom con il testo e le

immagini.

Corsivo. Si usa per i titoli dei libri, le parole latine inserite in un testo italiano, i termini stranieri non entrati

completamente nella lingua italiana.

«d» eufonica. Impiegare la «d» eufonica solo davanti alle parole che cominciano con la stessa vocale.

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«è» maiuscola. Evitare la forma E’; impiegare invece È *ALT0200 (Tn1)].

Numeri di nota. I numeri di nota possono essere inseriti all’interno della frase o, più comunemente, a

esponente dell’ultimo termine della frase a cui si riferiscono. In questo caso nessuno spazio va tra il numero

a esponente e la parola che lo precede; il segno di punteggiatura va inserito dopo l’esponente, senza alcunospazio. 

Punteggiatura. I segni di punteggiatura sono sempre seguiti, ma mai preceduti, da uno spazio. Il contrario

vale per le virgolette e le parentesi: la parola o frase racchiusa non vuole spazi con i segni. L’apostrofo diarticoli e preposizioni non vuole spazio, né prima né dopo (parola+apostrofo+parola).

Trascrizioni di testi epigrafici e simili. Per la trascrizione di epigrafi attenersi alle norme impiegate

nell’epigrafia. Per le leggende delle monete v. il par. 8.1. 

Trattini. Gli incisi nella frase vanno racchiusi fra trattini di lunghezza media “–“, sempre preceduti e seguiti

da uno spazio. Il trattino breve “-“ serve per separare elementi in stretto legame fra loro, non vuole lo

spazio né prima né dopo. Per indicare un intervallo (pagine o date) usare il trattino medio. 

2.  Elenco di alcune abbreviazioni comunemente adottate

articolo, articoli = art., artt.

avanti Cristo, dopo Cristo = a.C., d.C.

bibliografia = bibl.

capitolo, capitoli = cap., capp.

circa = ca. (non corretto, ma diffuso: ca)

collana = coll.

collezione = collez.

colonna, colonne = col., coll.

confronta = cfr.

cosiddetto, cosiddetti = c.d.

Eadem = EAD. (maiuscoletto)

eccetera = ecc.

edizione, edizioni = ed., edd.

estratto = estr.

et alii  = et al. (et alii)

fascicolo = fasc.

frammento, frammenti = fr., frr.

figura, figure = fig., figg.

Ibidem = ibid .

Idem = ID. (maiuscoletto)

illustrazione = ill.

inventario, inventari = inv.

libro, libri = l., ll.

manoscritto, manoscritti = ms., mss.

nota = nota

numero, numeri = n., nn.

opera citata = op. cit. 

pagina, pagine = p., pp.

paragrafo, paragrafi = par., parr.

per esempio = p. es. (oppure per es.)

1Tn = tastierino numerico.

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ristampa = rist.

secolo = sec.

seguente, seguenti = s., ss.

sezione = sez.sub voce  = s.v.

supplemento, supplementi = suppl., suppll.

tabella = tab.

tavola, tavole = tav., tavv.

tomo, tomi = t., tt.

vedi = v. (oppure vd.)

volume, volumi = vol., voll.

Le sigle delle misure di lunghezza, peso, ecc. sono quelle stabilite dalle norme matematiche e non sono mai

seguite dal punto perché NON SONO ABBREVIAZIONI.

millimetro = mm

centimetro = cm

metro = m

chilometro = km

grammo = g

Ai numeri romani non si aggiunge ma lo ° in esponente: questo va impiegato solo nei numeri arabi. Es.: 7° e

non VII°.

3.  parti della tesi 2 

In questo paragrafo si presenta uno schema generale di struttura, con la collocazione delle varie parti che

costituiscono una tesi. Tali informazioni vanno considerate come indicazioni di massima perché, a seconda

del tipo di testo che dobbiamo elaborare, alcuni componenti potranno variare o non essere presenti

(attenersi alle indicazioni del docente o dei collaboratori).

In una tesi le componenti sono:

Frontespizio Sempre

Indice generale (o sommario) SempreElenco delle illustrazioni, tabelle, grafici

Ringraziamenti

Introduzione Sempre

CAPITOLI DELLA TESI

Conclusioni Sempre

Appendici (foto, documenti d’archivio) 

Bibliografia e elenco delle abbreviazioni Sempre

In linea di massima il frontespizio è così composto: (seguire le indicazione della segreteria)

2Per una trattazione più ampia e particolareggiata di tutti gli argomenti indicati cfr. U. ECO, Come si fa una tesi di laurea. Le materie

umanistiche, (Tascabili Bompiani), Milano 1977 e successive ristampe.

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-  Logo e nome dell’università;

-  Nome della facoltà;

-  Nome del corso di laurea (specificando se triennale, specialistica o dottorato di ricerca);

Titolo (e sottotitolo) della tesi;-  Nome del docente;

-  Nome del correlatore (se previsto);

-  Nome e cognome del candidato (Laureando/a: …); -  Anno accademico.-

La pagina 1 è quella del frontespizio (dove non va indicato il numero).

I titoli dei capitoli vanno allineati a sinistra e composti in carattere M/m 3. All’interno del testo si possono

usare tutti i segni di interpunzione, tranne il punto al termine del titolo.

3.1 Sezioni 

La struttura logica della tesi (ossia i vari capitoli) è costituita da una serie di suddivisioni che servono per

trattare i diversi argomenti. Le suddivisioni maggiori sono denominate sezioni, distinte da un titolo e da una

numerazione progressiva. Le cifre possono essere arabe oppure romane. Si può anche omettere la

numerazione, ma occorre distinguere graficamente le sezioni. Le eventuali suddivisioni degli altri livelli

sono strutturate come quelle di primo (numero progressivo e titolo). Nei testi spesso le sezioni di primo

livello costituiscono i capitoli (cfr. 3.2).

1. La suddivisione del testo

1.2 La suddivisione dei capitoli

La suddivisione del testo

La suddivisione dei capitoli  

3.2 Capitoli e paragrafi 

I capitoli sviluppano degli argomenti di una certa complessità. Sarebbe logico fare in modo che tutti i

capitoli abbiano la stessa lunghezza (anche se nella pratica spesso è molto difficile). Essi hanno tutti una

numerazione progressiva; nel caso i capitoli facciano parte di sezioni, il numero progressivo deve essere

preceduto da quello della sezione a cui il capitolo fa riferimento.

Per paragrafo si intende una porzione di testo (non eccessivamente lunga) grammaticalmente chiusa

da un punto fermo, e compresa tra due ritorni a capo. Il paragrafo sviluppa delle argomentazioni di senso

compiuto. Per distinguere i vari paragrafi, oltre ad andare a capo, si impiegano i rientri a inizio riga. In un

testo la lunghezza dei paragrafi varia la le 10 e le 20 righe (in questo elaborato, ad es., la lunghezza dei

paragrafi è anche minore).

3.3 Livelli di suddivisione del testo

Per quanto riguarda la suddivisione del testo, è consigliabile non andare oltre il terzo livello (in molti casi

bastano anche solo due livelli). Per le suddivisioni successive è preferibile indicarle solo con il titolo.

Esempio di suddivisione : 1 (1° livello), 1.1 (2° livello), 1.1.2 (3° livello), Titoli delle sezioni.

La struttura logica della tesi deve essere rispecchiata nell’indice. 

3M/m indica iniziale maiuscola e resto minuscolo. Es.: Numismatica.

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3.4 Indice

L’indice riflette la suddivisione della tesi in sezioni, capitoli, ecc. Costituisce uno degli elementi più

importanti di un elaborato. La sua funzione è quella di presentare l’argomento trattato e le linee guida dicome verrà sviluppato nel corso del lavoro.

Indice

1.  Norme e indicazioni di carattere generale………………………………………………………. 1

2.  Elenco di alcune abbreviazioni comunemente adottate………………………………….. 2

3.  Parti della tesi…………………………………………………………………………………………………. 3

3.1 Sezioni……………………………………………………………………………………………………………. . 4

3.2 Capitoli e paragrafi…………………………………………………………………………………………. 4

3.3 Livelli di suddivisione del testo………………………………………………………………………… 4

Tutti i programmi di videoscrittura (Microsoft Word, OpenOffice, iWorks, ecc.) e quelli di desktop

publishing (Adobe InDesign, Scribus, ecc.) hanno una funzione per creare automaticamente l’indice.

4.  Bibliografia ed elenco delle abbreviazioni

La bibliografia è la raccolta dei testi che sono serviti come riferimento per la stesura della tesi. Nella

bibliografia i titoli vanno inseriti in ordine alfabetico per cognome dell’autore. Nel caso di una bibliografia

critica o una rassegna di fonti si può anche seguire l’ordine cronologico, dal più antico al più recente.

4.1 Elenco delle abbreviazioni dei periodici

Si riportano tutte le abbreviazioni dei periodici e repertori utilizzati con il relativo scioglimento. Nel campo

archeologico e numismatico in genere si adottano le abbreviazioni dell’Archäologische Bibliographie,

oppure quelle dell’Année Philologique; in assenza di abbreviazioni il titolo deve essere indicato per intero.

Gli autori antichi devono essere citati secondo le norme del Thesaurus Linguae Latinae (autori latini) e il

Liddel-Scott (autori greci). Questo elenco in genere precede la bibliografia finale.

4.2 Abbreviazioni bibliografiche

Per quanto riguarda l’abbreviazione bibliografica da riportare in nota a piè di pagina , si consiglia (anche

perché è comunemente adottato ormai da diversi anni nella bibliografia archeologica e numismatica) il

sistema AUTORE DATA: COGNOME (in maiuscoletto) seguito dalla data di pubblicazione, virgola, p./pp. e il

numero della pagina o delle pagine e il punto finale. Se gli autori sono più di due, scrivere i primi due

separati dal trattino, far seguire et al. (in corsivo) e l’anno. Nel caso in cui un autore ha pubblicato nello

stesso anno due o più articoli, dopo la data si aggiungono le lettere a, b, c, ecc., senza spazio. Se l’autore èpiù volte citato nella stessa nota, ma riferendosi a diversi testi: ID. 1987, p. 22, oppure EAD. 1997, p. 470

(Idem se uomo, Eadem se donna).

BERNARDINI 1977.

FINETTI 1987, p. 19.SAVIO 2001, pp. 24, 86-94.

CANTILENA - GIOVE et al. 1986, pp. 101-115

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Per la citazione bibliografica completa attenersi a queste norme generali:

4.2.1 Monografia:

1)  Nome abbreviato seguito da cognome;

2)  Titolo e sottotitolo dell’opera, in corsivo (titolo e sottotitolo, se non diversamente

specificato, vanno divisi da un punto);

3)  Numero dei volumi che compongono l’opera. Se il testo è costituito da 2 o più volumi (2voll.). Per opere composte nell’arco di diversi anni si indicherà l’anno di pubblicazione delprimo e dell’ultimo volume. Nel caso ci si riferisca a uno solo dei volumi allora l’anno diedizione sarà quello del volume stesso;

4)  Nome della collana (facoltativo);

5)  Luogo di edizione: in lingua originale;

6)  Anno di edizione: all’esponente il numero di edizione o ristampa. 19802Se di opere

straniere esiste una traduzione in italiano, va specificato (trad. it.) indicando luogo diedizione e anno. Allo stesso modo si indica una traduzione che non è in lingua italiana (trad.

fr./ingl./ted., ecc.).-

E. BERNAREGGI, Istituzioni di numismatica, Milano 1985.

PH. GRIERSON, Introduzione alla numismatica, Oxford University Press 1975, trad. it. Roma 1984.

4.2.2 Articoli di periodici:

1)  Autore: come per le monografie;

2)  Titolo dell’articolo, in corsivo; 3)  Abbreviazione (o titolo esteso) del periodico, in corsivo, preceduto dalla preposizione in;

4)  Numero progressivo: in cifre romane l’annata, in arabe il fascicolo: XX, 2; 5)  Anno di pubblicazione: (non sempre corrisponde all’anno di uscita del periodico); 6)  Pagine: si indica la prima e l’ultima pagina di tutto l’articolo considerato. Indicare anche la

presenza di eventuali tavole.-

O. MURARI, Sui denari di Pisa e di Lucca dell’imperatore Federico I , in RIN, LXXX, 1978, pp. 143-147,

tav. I.

4.2.3 Articoli in opere collettive, atti di convegni, studi in onore e cataloghi di mostre , documenti d’archivio :

Si impiegano le stesse norme seguite gli articoli di periodici con la differenza che, dopo il titolo del

contributo, va indicato il nome del curatore o dei curatori dell’opera e il relativo titolo. L’indicazione della curatela di un volume va fatta nella lingua dell’edizione, seguita dal nome del curatore.Italiano: a cura di; latino: ed. (plurale edd.); inglese: ed. (plurale eds.); francese: èd.; tedesco: hrsg. von/vom

(a cura di/curato dallo, dalla, ecc.).

L. TRAVAINI, Le aree monetarie italiane alla fine del Medioevo, in Le Italie del Tardo Medioevo, a cura

di S. GENSINI, Atti del 2° Convegno del Centro di Studi sulla Civiltà del tardo Medioevo, San Miniato

(Pisa) 1988, Firenze 1990, pp. 361-389.

P. CALABRIA, I ritrovamenti di moneta di bronzo e d’argento dal sottosuolo di largo Argentina, in XII

Internationaler Numismatischer Kongress, Berlin 1997, Berlin 2000, pp. 466-471.

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4.2.4 Cataloghi di mostre:

1)  Titolo sintetizzato, in corsivo;

2) 

Anno di pubblicazione.-

Memorie dal sottosuolo 2006 = Roma. Memorie dal sottosuolo. Ritrovamenti archeologici 1980 / 

2006, a cura di M.A. TOMEI (Roma, Olearie Papali, 2 dicembre 2006 – 9 aprile 2007), Roma 2006.

Nelle note a piè di pagina il riferimento a una singola scheda può essere indicato così:

a)  G. ANGELI BUFALINI, II.449, in Memorie dal sottosuolo 2006, p. 308.

b)  ANGELI BUFALINI 2006, p. 308.

4.2.5 Documenti d’archivio o manoscritti: 

Vanno indicati con: città, archivio o biblioteca, fondo, serie, busta o filza, segnatura, carta, foglio. Si

possono impiegare, per brevità, delle sigle che indichino l’archivio (es.: ACS = Archivio Centrale dello Stato).

4.3 Sitografia

Indica il repertorio dei siti internet o pagine web consultati per il lavoro. Bisogna indicarne l’URL completo,

inserito tra le virgolette uncinate singole < > e la data dell’ultimo aggiornamento o, se non si conosce,

indicare la data in cui la pagina stata consultata, ad es.:

<http://www.monetaecivilta.it/tevere/monete_tevere.html> (giugno 2008)

se è possibile si dovrebbe anche indicare il nome del curatore o dell’ente responsab ile del sito o della

pagina web.

4.4 Bibliografia finale

La bibliografia finale (o meglio le abbreviazioni bibliografiche), in ordine alfabetico per autore, sarà

costituita così da due colonne: in quella di sinistra l’abbreviazione bibliografica costituita da AUTORE DATA

e in quella di destra con l’indicazione della citazione bibliografica completa, es.:

BERNAREGGI 1985 = E. BERNAREGGI, Istituzioni di numismatica, Milano 1985.

CALABRIA 2000 = P. CALABRIA, I ritrovamenti di moneta di bronzo e d’argento dal sottosuolo

di largo Argenntina, in  XII Internationaler Numismatischer Kongress, Berlin

1997 , Berlin 2000, pp. 466-471.

La citazione bibliografica completa ha sempre il punto finale.

5.  Immagini

Le immagini (monete, schemi, piante, grafici, ecc.) a seconda di come sono composte prendono il nome di:

 figure: immagini inserite all’interno del testo;

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tavole: diverse immagini composte in una pagina;

tavole fuori testo: illustrazioni che compaiono su fogli separati inseriti fra le pagine del testo.-

6.  formato grafico delle immagini 

Le immagini devono essere in formato .jpg o .tiff alla risoluzione di 300 dpi (definizione dei pixel) a

dimensione reale. Per il materiale numismatico indicare sempre la scala di riduzione (1:2) o ingrandimento

(2:1) dell’immagine. 

Le immagini delle monete possono essere collocate prima di ogni scheda, oppure a destra, o composte

in tavole.

7. 

Tabella per la traslitterazione dell’alfabeto greco antico  

ESEMPIO DI SCHEDA NUMISMATICA

I font consigliati per il greco antico sono: graeca, oppure supergreek. Le parole in lingua greca

vanno riportate in tondo: in questo caso segnare con esattezza accenti e spiriti; se traslitterate, in corsivo

(Es. agorà).

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8.  Scheda numismatica e trascrizione leggenda D/, R/, esergo e nel campo

Trattando argomenti di numismatica, una caratteristica fondamentale della tesi è la presenza di schede di

monete, medaglie, gettoni, tessere e placchette.

8.1 Trascrizione leggenda D/, R/, esergo e nel campo

Per la trascrizione delle leggende del D/ e del R/, campo ed esergo si impiegano le seguenti norme:

a)  Trascrizione della leggenda in carattere maiuscolo, secondo l’alfabeto in cui sono scritte;

b)  Indicare eventuali parti illeggibili con *…+, oppure integrazioni con * + ; se la leggenda è scritta su più

registri, occorre separarli con la barra /; se ci sono degli elementi che separano le lettere usare il

trattino. Le abbreviazioni delle leggende, di norma, non vanno mai sciolte: nel caso in cui fosse

richiesto attenersi alle norme dell’epigrafia, con lo scioglimento tra parentesi tonde ( ); in qualchecaso le parole possono non essere separate da spazi4;

c)  Per i segni che si trovano nel campo e in esergo specificare, ad es.: Nel campo: (descrizione del

segno, lettera o contromarca); In esergo: ANT(IOCHIA);

d)  Abbreviazioni: destra: d.; sinistra: s.

Sono riportati alcuni esempi di trascrizioni di leggende:

a)  Leggenda in greco (font utilizzato: graeca)

D/

R/

 

b)  Leggenda in latino5 

D/IMP C DIOCLETIANVS P F AVG

R/GENIO POPVL-I RO[MA]NI

Nel campo: E/crescente lunare

In esego: ANT

c)  Leggenda in latino (Firenze, 1320)

D/+FLO[RENT]IA

R/+S. [I]OHANNES. B

4Le norme della Biblioteca Apostolica Vaticana invece prevedono lo scioglimento delle leggende tra parentesi quadre:

IMP[ERATOR] C[AESAR] DIOCLETIANUS P[IUS] F[ELIX] AUG[USTUS], e la distinzione tra U e V (cfr. scheda n. 1).

5In questo caso le abbreviazioni non sono state sciolte (cfr. RIC VI, p. 619, n. 48 a).

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Si riportano alcuni esempi di scheda moneta che possono essere presi come modello, oppure rielaborati, a

seconda delle esigenze del lavoro da svolgere.

9.  Esempi scheda numismatica

Scheda n. 1 (elaborata dalla prof.ssa P. Calabria e dott. F. Di Jorio)

3. Inv. BAV: 10979359

D/ IMP(ERATOR) C(AESAR) DIOCLETIANVS P(IVS) F(ELIX) AVG(VSTVS)

Testa radiata dell'imperatore volta a d. Busto paludato. Contorno perlinato.

R/ VOT(IS) / XX dentro una corona d'alloro.

Nel campo: F(ELIX) K(ARTHAGO). Follis, bronzo. g 3,043, mm 10,9. Zecca: Cartagine. Datazione: 303 d.C.

Bibl.: COHEN-FEUARDENT 1880-1892, t. VI, p. 476, n. 542 var.; RIC VI, p. 427, n. 37 a 

Scheda n. 2 (Bollettino di Numismatica)

GORDIANO III25. SESTERZIO, bronzo

g 18,91 mm 29,15 330° US 280

D/   IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG Testa laureata

dell'Imperatore a d.

R/  [...]ORD[....] Tracce della Concordia seduta; in basso, S C 

BIBL.: RIC IV/3, p. 47, nn. 287-288 

ZECCA: ROMA

(240 d.C.)

Scheda n. 3 (Rivista Italiana di Numismatica e Scienze affini)

11  CN. GELI, denario, 138 a.C, Roma

D/ Testa di Roma a d.; dietro X

R/ Guerriero/Marte in quadriga verso d., dietro di lui prigioniero;

in esergo ROMA; sotto le zampe dei cavalli, CN. GEL AR, g 3,698, mm 19, h 3. Inv. 308259. RRC  

232/1. 

Scheda n. 4 (Catalogo on-line Biblioteca Apostolica Vaticana)

 Autorità emittente : Roma (284-305)Nominale/Tipologia : [Follis]

 Zecca/Peculiarità del materiale :[Alessandria : Zecca di Alessandria 296-297]

Descrizione fisica : 1 moneta ;Dati tecnici : 3,749 gr., 20 mm.Metallo : BronzoDritto : IMP[ERATOR] DIOCLETIANUS P[IUS] F[ELIX] AUG[USTUS] Testa

radiata volta a d., busto paludato. Contorno perlinato.Rovescio : CONCORDIA MIL-ITUM Giove stante sulla d. che si appoggia con la s.

a una lancia mentre con la d. porge all’imperatore stante sulla s. in

tenuta militare un globo sormontato da una Nike che lo incorona.Grado di rarità : CCitazione : RIC VI, p. 667, 46 a

10978616 

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  Facoltà di lettere. Numismatica (L-ANT 04)(prof.ssa P. Calabria – dott. F. Di Jorio)

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10. Collocazione delle immagini

All’interno di ogni scheda le immagini possono essere collocate prima, alla fine o a un lato del testo. Nel

caso in cui la tesi contenga un elevato numero di foto, queste possono essere composte in tavole esistemate alla fine (in genere dopo le abbreviazioni bibliografiche).

11. Elementi costitutivi di una moneta

Sapienza. Università di Roma.

Facoltà di Lettere

Numismatica

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