NORME AMMINISTRATIVE Impianti elettrici e tecnologici · Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE...

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Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 1 CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO PROGETTO ESECUTIVO Progettazione delle opere di riqualificazione e rifacimento dell'impianto d'illuminazione pubblica in Via Saletto, Via Sette Pievi, Via Foilo nel Comune di Storo NORME AMMINISTRATIVE Impianti elettrici e tecnologici Categorie di riferimento : OG10

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Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 1

CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO

PROGETTO ESECUTIVO

Progettazione delle opere di riqualificazione e rifacimento dell'impianto d'illuminazione pubblica in Via Saletto, Via Sette Pievi, Via Foilo nel Comune di Storo

NORME AMMINISTRATIVE Impianti elettrici e tecnologici

Categorie di riferimento : OG10

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CAPO I NATURA ED OGGETTO DELL'APPALTO ART.1 OGGETTO DELL'APPALTO L'appalto ha per oggetto le opere di riqualificazione e rifacimento dell'impianto d'illuminazione pubblica in Via Saletto, Via Sette Pievi, Via Foilo nel Comune di Storo. Oggetto dell'appalto sono quindi tutti i lavori necessari per l'esecuzione di tale impianto e possono riassumersi in via puramente indicativa come illustrati di seguito. Data la natura della proprietà dei terreni interessati dal passaggio della canalizzazione dell’impianto e dalla posa dei nuovi lampioni, l’Amministrazione ha espresso la volontà di procedere, in prima istanza, a concordare con i vari soggetti privati proprietari tale soluzione e di intraprendere solo in un secondo momento, quando questa fosse immotivatamente negata e senza alternative, la procedura di esproprio o di servitù coatta. Sono compresi nell’appalto tutti i lavori, le prestazioni e le provviste necessari per dare il lavoro completamente compiuto, secondo le condizioni stabilite dal presente Capitolato speciale di appalto, con le caratteristiche tecniche, qualitative e quantitative previste dal progetto esecutivo dell’opera di cui al precedente comma e relativi allegati, con riguardo anche ai particolari costruttivi dei quali l’appaltatore dichiara di aver preso completa ed esatta conoscenza. L’esecuzione dei lavori è sempre e comunque effettuata secondo le regole dell’arte e l’appaltatore deve conformarsi alla massima diligenza nell’adempimento dei propri obblighi. ART.2 AMMONTARE DELL'APPALTO L'importo complessivo dei lavori compresi nell'appalto ammonta presuntivamente a Euro 146.000,00 (diconsi Euro centoquarantaseimila/00centesimi) come risulta dalla stima di progetto e dal prospetto sotto riportato.

Appalto Euro Importo dei lavori al netto degli oneri per la sicurezza 141.171,38 Oneri per la sicurezza 4.828,62 Totale importo dei lavori + oneri per la sicurezza 146.000,00

L'importo comprende gli oneri della sicurezza stimati in Euro 4.828,62 (diconsi Euro quattromilaottocentoventotto/62centesimi), somma che non è soggetta a ribasso d’asta, nonché l’importo di Euro 141.171,38 (diconsi Euro centoquarantunmilacentosettantuno/38 centesimi), per i lavori soggetti a ribasso d’asta. La categoria di lavoro prevista nell'appalto è la seguente : CATEGORIA PREVALENTE OG10 costruzione, manutenzione e ristrutturazione degli impianti di pubblica illuminazione, da realizzare all’esterno degli edifici; Nella categoria prevalente sono comprese le seguenti lavorazioni per le quali è richiesta per legge una speciale abilitazione (Decreto del ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37 e s.m., oppure, per installazione di apparecchiature terminali di telecomunicazioni, L. 109/91 e D.M. 23/5/1992, n. 314 e s.m.): ART.3 MODALITA' DI STIPULAZIONE DEL CONTRATTO 1. Il contratto è stipulato interamente in economia, quindi l’importo del contratto può variare, in aumento o in diminuzione, in base alle quantità effettivamente eseguite. Qualora le quantità effettivamente eseguite comportino aumenti dell’importo contrattuale, si procede ai sensi dell’art. 27 della L.P. 2 / 2016 2. I prezzi unitari offerti dall’aggiudicatario in sede di gara costituiscono prezzi contrattuali; essi sono applicati alle singole quantità eseguite.

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3. I prezzi contrattuali sono vincolanti anche per la definizione, valutazione e contabilizzazione di eventuali varianti, addizioni o detrazioni in corso d’opera, qualora ammissibili ed ordinate o autorizzate ai sensi dell’art. 27 della L.P. 2 / 2016 e ss.mm.. degli artt. 126, 127 e 128 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9- 84/Leg. Per le categorie di lavori non previste in contratto si provvede alla formazione dei nuovi prezzi ai sensi dell’art. 28 del presente Capitolato speciale di appalto. CAPO II DISCIPLINA CONTRATTUALE ART.4 INTERPRETAZIONE DEL CONTRATTO E DEL CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO E DISCIPLINA DI RIFERIMENTO 1. In caso di discordanza tra i vari elaborati di progetto vale la soluzione più aderente alle finalità per le quali il lavoro è stato progettato e comunque quella meglio rispondente ai criteri di ragionevolezza e buona tecnica esecutiva. 2. In caso di norme del Capitolato speciale di appalto tra loro non compatibili o apparentemente non compatibili, trovano applicazione in primo luogo le norme eccezionali o quelle che fanno eccezione a regole generali, in secondo luogo quelle maggiormente conformi alle disposizioni legislative regolamentari ovvero all’ordinamento giuridico, in terzo luogo quelle di maggior dettaglio e infine quelle di carattere ordinario. 3. L’interpretazione delle clausole contrattuali, così come delle disposizioni del Capitolato speciale di appalto, deve essere fatta tenendo conto delle finalità del contratto e dei risultati ricercati con l’attuazione del progetto approvato; per ogni altra evenienza trovano applicazione gli articoli 1362, 1363, 1364, 1365, 1366, 1367, 1368 comma 1 e 1369 del codice civile. 4. Per chiarezza, si elencano i principali atti normativi di riferimento per il contratto: - la L.P. 10 settembre 1993, n. 26 (di seguito anche “legge provinciale”) e relativo regolamento di attuazione (D.P.P. 11/05/2012, n.

9-84/Leg); - la L.P. 2 / 2016 - D.Lgs 18 aprile 2016 n. 50 e d.p.r. 5 ottobre 2010 n.207, per quanto applicabili nell’ordinamento provinciale; - D.Lgs. n.81 del 2008. 5. L’appaltatore, a pena di nullità del presente contratto, assume gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui all’art.3 della legge 13 agosto 2010, n. 136 e successive modifiche. 6. L’appaltatore deve inserire nei contratti stipulati con privati subappaltatori o fornitori di beni e servizi le seguenti clausole, ai sensi della legge 13 agosto 2010, n. 136 e successive modifiche: “Art. (…) (Obblighi del subappaltatore/subcontraente relativi alla tracciabilità dei flussi finanziari) 1. L’impresa (…), in qualità di subappaltatore/subcontraente dell’impresa (…) nell’ambito del contratto sottoscritto con l’Ente (…), identificato con il CIG n. (…)/CUP n. (…), assume tutti gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui all’articolo 3 della legge 13 agosto 2010, n. 136 e successive modifiche. 2. L’impresa (…), in qualità di subappaltatore/subcontraente dell’impresa (…), si impegna a dare immediata comunicazione all’Ente (…) della notizia dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria. 3. L’impresa (…), in qualità di subappaltatore/subcontraente dell’impresa (…), si impegna ad inviare copia del presente contratto all’Ente (…).” 7. L’appaltatore si impegna a dare immediata comunicazione alla stazione appaltante ed alla prefettura-ufficio territoriale del Governo della provincia di Trento della notizia dell’inadempimento della propria controparte (subappaltatore/subcontraente) agli obblighi di tracciabilità finanziaria. 8. L’Amministrazione verifica i contratti sottoscritti tra l’affidatario dei lavori ed i subappaltatori e/o i subcontraenti in ordine all’apposizione della clausola sull’obbligo del rispetto delle disposizioni di cui all’art.3, comma 9 della L. 136/2010, e, ove ne riscontri la mancanza, rileva la radicale nullità del contratto. 9. Le parti stabiliscono espressamente che il contratto è risolto di diritto (art. 1456 c.c.), in tutti i casi in cui le transazioni siano state eseguite senza avvalersi di banche o della società Poste italiana s.p.a. (art. 3 comma 8 L. 136/2010) attraverso bonifici su conti dedicati, destinati a registrare tutti i movimenti finanziari, in ingresso ed in uscita, in esecuzione degli obblighi scaturenti dal presente contratto.

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Qualora, in conseguenza della rilevata nullità, non fosse possibile effettuare il ripristino senza pregiudizio dell’opera eseguita, l’amministrazione corrisponderà unicamente le spese documentate nel limite dell’utilità accertata ai sensi dell’articolo 2041 del codice civile. 10. A tal fine, il contraente comunica alla stazione appaltante gli estremi identificativi dei conti correnti bancari o postali, accesi presso banche o presso la società Poste Italiana SPA, dedicati, anche non in via esclusiva, alle commesse pubbliche. La comunicazione alla stazione appaltante deve avvenire entro sette giorni dall’accensione dei conti correnti dedicati e nello stesso termine il contraente deve comunicare le generalità e il codice fiscale delle persone delegate ad operare su di essi. Le medesime prescrizioni valgono anche per i conti bancari o postali preesistenti, dedicati successivamente alle commesse pubbliche. In tal caso il termine decorre dalla dichiarazione della data di destinazione del conto alle commesse pubbliche. 11. Nel rispetto degli obblighi sulla tracciabilità dei flussi finanziari, il bonifico bancario o postale deve riportare, in relazione a ciascuna transazione, il CIG e il codice unico progetto (CUP). 12. Le parti convengono che qualsiasi pagamento inerente il presente contratto rimane sospeso sino alla comunicazione del conto corrente dedicato, completo di tutte le ulteriori indicazioni di legge, rinunciando conseguentemente ad ogni pretesa o azione risarcitoria, di rivalsa o comunque tendente ad ottenere il pagamento e/o i suoi interessi e/o accessori. ART.5 DOCUMENTI CHE FANNO PARTE DEL CONTRATTO Formano, a tutti gli effetti, parte integrante e sostanziale del Contratto di Appalto le norme ed i documenti di seguito elencati e di cui l’Appaltatore dichiara di avere preso particolareggiata e perfetta conoscenza: - il presente Capitolato speciale di appalto, - il Capitolato Generale sui lavori pubblici approvato per i lavori pubblici approvato con D.M. 19 aprile 2000, n. 145, per le parti

ancora in vigore ed ancorché non materialmente allegato, - il Piano di sicurezza e coordinamento redatto ai sensi del D.Lgs. n.81 del 2008, - il Piano operativo di sicurezza di cui al D.Lgs 18 aprile 2016 n. 50, - il Cronoprogramma economico di cui all’art. 97del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg.; - l' Elenco prezzi unitari, - gli altri elaborati di progetto: Relazioni : 1.1 Relazione tecnica illustrativa 1.2 Fascicolo dimensionamento cavi e verifica coordinamento protezioni 1.3 Analisi energetico - economiche Elaborati grafici : 2.1 Planimetria elettrica Via Saletto 2.2 Planimetria elettrica Via Sette Pievi - Via Foilo - Via Calcine 2.3 Dettagli costruttivi apparecchi di illuminazione tipo A-B-C-D-E-F-G 2.4 Dettagli costruttivi apparecchi di illuminazione tipo H-I-L-M-N 2.5 Dettagli costruttivi sistemi di fissaggio tipo A-B - Dettaglio armatura plinti 2.6 Dettagli costruttivi sistemi di fissaggio tipo C-D - Sezione scavo Via Saletto 2.7 Dettagli costruttivi sistemi di fissaggio tipo E - Sezione scavo Via Foilo 2.8 Schema quadro elettrico Q.7 - Via Saletto 2.9 Schema quadro elettrico Q.5 - Via Foilo 2.10 Schema accorgimenti per la protezione dalle sovratensioni 2.11 Documentazione fotografica posizionamenti Elaborati previsti dalla L.P.16/07 - soluzione conforme - : 3.1 Calcoli illuminotecnici 3.2 Dimensionamenti illuminotecnici - Planimetria e Mod. A - Via Saletto 3.3 Dimensionamenti illuminotecnici - Planimetria e Mod. A - Via Sette Pievi - Via Calcine - Via Foilo 3.4 Dichiarazione di conformità del Progetto

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Elaborati di stima : 4.1 Elenco prezzi LAVORI 4.2 Computo metrico LAVORI 4.3 Richiesta d'offerta LAVORI 4.4 Quadro economico 4.5 Analisi Prezzi ART.6 DISPOSIZIONI GENERALI RIGUARDANTI L'APPALTO 1. La sottoscrizione del contratto e dei suoi allegati da parte dell’appaltatore equivale a dichiarazione di perfetta conoscenza e accettazione delle norme vigenti in materia di lavori pubblici, delle norme che regolano il presente appalto nonché del progetto e delle condizioni che attengono all’esecuzione dell’opera. 2. La sottoscrizione del contratto e dei suoi allegati da parte dell’appaltatore equivale altresì a dichiarazione della sussistenza delle condizioni che consentono l’immediata esecuzione dei lavori. ART.7 FALLIMENTO E ALTRE VICENDE SOGGETTIVE DELL'APPALTATORE 1. In caso di fallimento dell’appaltatore o di risoluzione del contratto per grave inadempimento del medesimo, la stazione appaltante si avvale, impregiudicati i diritti e le azioni a tutela dei propri interessi, delle facoltà previste dall’art. 58.8 della L.P. 26/1993. 2. Con riferimento alle vicende soggettive dell’appaltatore, di cui all’art. 58.10 della L.P. 26/1993, la stazione appaltante prende atto della modificazione intervenuta con apposito provvedimento, verificati i requisiti richiesti dalla legge. 3. Ai fini del rispetto dell’obbligo di cui all’articolo 37, comma 5 quater della L.P. 26/1993, e ferma restando la sussistenza dei requisiti di qualificazione, eventuali modificazioni delle percentuali di esecuzione dei lavori rispetto alle quote di partecipazione al raggruppamento indicate in sede di gara o in sede di stipulazione del contratto, devono essere comunicate tempestivamente all’amministrazione mediante l’invio dell’atto di modifica redatto nelle stesse forme dell’atto in cui sono contenute le indicazioni originarie e non richiedono la stipulazione di apposito atto aggiuntivo al contratto. La mancata produzione dell’atto di modifica delle quote di partecipazione al raggruppamento sospende il pagamento del corrispettivo, senza diritto per l’appaltatore al riconoscimento di interessi o altri indennizzi. ART.8 RAPPRESENTANTE DELL'APPALTATORE E DOMICILIO 1. Nel contratto l’appaltatore elegge il suo domicilio legale, per tutti gli effetti del contratto, nel luogo ove ha sede l’ufficio della direzione lavori, ovvero presso gli uffici comunali o lo studio di un professionista o gli uffici di società legalmente riconosciute nel comune ove ha sede l’ufficio di direzione lavori. 2. L’appaltatore che non conduce personalmente i lavori ha altresì l’obbligo di comunicare, ai sensi dell’articolo 3 del D.M. 145/00, le generalità delle persone autorizzate a riscuotere, ricevere e quietanzare le somme ricevute in conto o saldo, anche per effetto di eventuali cessioni di credito preventivamente riconosciute dalla stazione appaltante. 3. Qualora l’appaltatore non conduca direttamente i lavori deve depositare presso la stazione appaltante, ai sensi dell’art. 102 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., il mandato con rappresentanza, conferito con atto pubblico a persona idonea. 4. Tutte le intimazioni, le assegnazioni di termini ed ogni altra notificazione o comunicazione dipendenti dal contratto di appalto sono fatte dal Direttore dei lavori o dal responsabile del procedimento, ciascuno relativamente agli atti di propria competenza, a mani proprie dell’appaltatore o di colui che lo rappresenta nella condotta dei lavori o presso il domicilio eletto ai sensi del comma 1, ovvero avvalendosi degli strumenti. CAPO III TERMINI PER L'ESECUZIONE ART.9 CONSEGNA E INIZIO DEI LAVORI 1. L’esecuzione dei lavori ha inizio dopo la stipula del formale contratto, in seguito a consegna, risultante da apposito verbale, da effettuarsi non oltre 45 giorni dalla stipula stessa, secondo le modalità degli degli artt. 119 e ss. del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg.

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E’ fatto salvo quanto indicato nella lettera di invito in applicazione dell’articolo 46 della L.P. 26/93, nel cui caso l’Impresa non può sollevare alcuna eccezione o richiedere compensi di sorta. 2. Se nel giorno fissato e comunicato l’appaltatore non si presenta a ricevere la consegna dei lavori, viene fissato un termine perentorio, non inferiore a 5 giorni e non superiore a 15, decorso inutilmente il quale la stazione appaltante ha facoltà di risolvere il contratto e di incamerare la cauzione, senza che ciò possa costituire motivo di pretese o eccezioni di sorta da parte dell’appaltatore. Qualora sia indetta una nuova procedura per l’affidamento del completamento dei lavori, l’aggiudicatario è escluso dalla partecipazione in quanto l’inadempimento è considerato grave negligenza accertata. 3. Per consentire l’occupazione anche parziale delle aree oggetto di esproprio l’amministrazione potrà attivare l’ingresso alle aree, anche parziale, sotto la forma della consegna parziale dei lavori con le modalità dell’art. 120 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. L’occupazione delle aree è finalizzata all’attività di esbosco e taglio delle piante, perimetrazione delle aree, approntamento delle aree di cantiere ed individuazione di sottoservizi o altre interferenze legate agli stessi. Tali lavorazioni rientrano negli obblighi posti a carico dell’aggiudicataria. L’aggiudicataria si impegna a non richiedere per tutta la durata della consegna parziale finalizzata all’effettuazione delle attività sopra indicate, maggiori oneri o proroghe dei tempi contrattuali. ART.10 TERMINI PER LA REALIZZAZIONE E L'ULTIMAZIONE DEI LAVORI 1. Il tempo di esecuzione dei lavori è stabilito in 120 (centoventi) giorni naturali consecutivi decorrenti dalla data risultante dal verbale di consegna dei lavori. 2. Nel tempo contrattuale sono compresi le ferie contrattuali ed i giorni di andamento stagionale sfavorevole, questi ultimi quantificati in complessivi giorni 20 (venti). 3. L’appaltatore si obbliga alla rigorosa ottemperanza del programma temporale dei lavori disposto dalla stazione appaltante, che potrà fissare scadenze inderogabili per l’esecuzione di singole lavorazioni. ART.11 SOSPENSIONI E PROROGHE 1. La sospensione dei lavori può essere disposta dal direttore dei lavori nei casi e nei modi di cui alla normativa statale vigente (art. 123 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg.). In particolare, qualora cause di forza maggiore ovvero altre circostanze speciali tra cui le condizioni climatologiche avverse impediscano in via temporanea che i lavori procedano utilmente a regola d’arte, la sospensione può essere disposta dal direttore dei lavori previo accordo scritto con il responsabile del procedimento. Cessate le cause della sospensione la direzione dei lavori ordina la ripresa dei lavori redigendo l’apposito verbale. 2. Le sospensioni disposte dal direttore lavori ai sensi del comma 1, per la parte rientrante nei giorni di andamento sfavorevole indicati all’art.10 non comportano lo slittamento del termine finale dei lavori. Eventuali sospensioni parziali sono calcolate ai sensi dell’art. 123 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. 3. Fuori dai casi di cui ai commi 1 e 2 il responsabile del procedimento può, per ragioni di pubblico interesse o necessità, ordinare direttamente all’appaltatore la sospensione dei lavori, nei limiti e con gli effetti previsti dell’art. 123 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg.. 4. Durante il periodo di sospensione i macchinari e le attrezzature debbono essere allontanati dal cantiere a cura e spese dell'Appaltatore. Qualora, per circostanze particolari, l'Appaltatore volesse lasciare nel cantiere in tutto o in parte macchinari ed attrezzature di cui sopra, dovrà farne richiesta scritta al Responsabile del procedimento, con indicazione specifica dei macchinari e della attrezzature, per ottenere il relativo benestare scritto; in ogni caso quanto sopra non potrà dar titolo a richiesta di indennizzo alcuno. 5. Resta salva la facoltà del direttore dei lavori di posticipare, mediante ordini di servizio, l’esecuzione di alcune tipologie di opere se, in rapporto alle modalità esecutive adottate dall’appaltatore, queste non possano essere realizzate a perfetta regola d’arte, anche durante i periodi invernali individuati all’articolo 10. In tal caso non è riconosciuto all’appaltatore alcun compenso o indennizzo. 6. I verbali di sospensione e di ripresa lavori devono essere trasmessi al responsabile del procedimento nel termine di cinque giorni dalla data di emissione. Qualora il responsabile del procedimento riscontri irregolarità ovvero discordanze con gli ordini impartiti alla direzione lavori, può, nell’ulteriore termine di due giorni dal ricevimento degli atti, sospendere l’efficacia dei verbali. 7. L’appaltatore, qualora per causa ad esso non imputabile, non sia in grado di ultimare i lavori nei termini fissati, con domanda motivata può chiedere una proroga, ai sensi dell’art. 124 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. Nella richiesta stessa devono essere indicati con le motivazioni specifiche anche il tempo residuo contrattuale e le lavorazioni residue da eseguire con il relativo importo, valutati alla data della domanda. 8. La disposizione di sospensioni e di riprese lavori nonché la concessione di proroghe determinano l’onere in capo all’appaltatore di rivedere il programma lavori, eventualmente aggiornandolo, secondo le modalità e con gli effetti dell’art. 13.

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ART.12 PENALI IN CASO DI RITARDO 1. Nel caso di mancato rispetto del termine indicato per l’esecuzione delle opere, per ogni giorno naturale consecutivo di ritardo nell’ultimazione dei lavori viene applicata una penale giornaliera pari a 1‰ (unopermille) dell’importo contrattuale al netto delle eventuali varianti contrattuali e nel rispetto della normativa fiscale. 2. In ogni caso l’importo complessivo delle penali non può superare il 10 per cento dell’importo contrattuale; qualora il ritardo nell’adempimento determini un importo massimo della penale superiore al 10 per cento il responsabile del procedimento promuove l’avvio delle procedure di cui all’articolo 58.4 della L.P. 26/1993. 3. L’applicazione delle penali di cui al presente articolo non ristora eventuali danni o ulteriori oneri sostenuti dalla stazione appaltante a causa dei ritardi. 4. Le penali, valutate dalla direzione lavori, vengono iscritte a debito dell’appaltatore nel conto finale con detrazione dalla rata di saldo. In ogni caso, qualora in corso d’opera la direzione lavori ritenga che il ritardo nell’adempimento possa essere tale da far temere che il credito residuo dell’appaltatore da esporre sul conto finale non sia sufficiente a coprire l’importo delle penali, le stesse possono essere applicate anche sugli stati di avanzamento precedenti. ART.13 PROGRAMMA DEI LAVORI DELL'APPALTATORE 1. Ai fini della consegna lavori ed entro 15 giorni antecedenti la data prevista per la consegna medesima, l’appaltatore deve predisporre e consegnare alla direzione lavori un proprio programma dei lavori, elaborato in relazione alle proprie tecnologie, alle proprie scelte imprenditoriali e alla propria organizzazione lavorativa. Qualora l'appaltatore non presenti il programma dei lavori entro il termine stabilito, il responsabile del procedimento fissa una nuova data e il termine per la consegna dei lavori rimane sospeso. Qualora sia inutilmente trascorso il nuovo termine assegnato dal responsabile del procedimento, la stazione appaltante ha facoltà di risolvere il contratto e di incamerare la cauzione. 2. Il programma deve essere coerente con i tempi contrattuali di ultimazione, con l'eventuale programma dei lavori predisposto dalla stazione appaltante e deve essere approvato dalla stazione appaltante, mediante apposizione di un visto del responsabile del procedimento, sentito il direttore lavori. La stazione può chiedere all’appaltatore di apportare modifiche al programma dei lavori; in tal caso il termine per la consegna dei lavori rimane sospeso dalla data della richiesta medesima. Qualora la stazione appaltante non si sia pronunciata entro la data prevista per la consegna lavori, il programma si intende accettato, fatte salve palesi illogicità o indicazioni erronee palesemente incompatibili con il rispetto del termine di ultimazione. 3. La stazione appaltante può disporre, mediante ordine di servizio del responsabile del procedimento, modifiche o integrazioni al programma dei lavori dell’appaltatore, purché compatibili con il termine contrattuale e senza alcun compenso o indennizzo per l’appaltatore medesimo, ogni volta che sia necessario alla migliore esecuzione dei lavori e in particolare: a) per il coordinamento con le prestazioni o le forniture di imprese o altre ditte estranee al contratto; b) per l’intervento o il mancato intervento di società concessionarie di pubblici servizi le cui reti siano coinvolte in qualunque modo con l’andamento dei lavori, purché non imputabile ad inadempimenti o ritardi della stazione appaltante; c) per l’intervento o il coordinamento con autorità, enti o altri soggetti diversi dalla stazione appaltante, che abbiano giurisdizione, competenza o responsabilità di tutela sugli immobili, i siti e le aree comunque interessate dal cantiere; a tal fine non sono considerati soggetti diversi le società o aziende controllate o partecipate dalla stazione appaltante o soggetti titolari di diritti reali su beni in qualunque modo interessati dai lavori intendendosi, in questi casi, ricondotta la fattispecie alla responsabilità gestionale della stazione appaltante; d) per la necessità o l’opportunità di eseguire prove su campioni, prove di carico, di tenuta e funzionamento degli impianti, nonché collaudi parziali o specifici; e) qualora sia richiesto dal coordinatore per la sicurezza e la salute nel cantiere, in ottemperanza all’articolo 92 del decreto legislativo n.81 del 2008. 4. L’appaltatore si impegna a consegnare alla direzione lavori, ogni due mesi, il programma dei lavori aggiornato secondo l’andamento effettivo dei lavori. Qualora l’appaltatore non adempia a quanto disposto dal presente comma, la stazione appaltante può sospendere il pagamento degli acconti maturati; inoltre, anche in caso di ritardato adempimento oltre 10 giorni successivi alla scadenza dei due mesi, l’appaltatore decade dal diritto di avanzare riserve e pretese di sorta relativamente ad eventuali ritardi accumulati fino a quel momento.

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ART.14 INDEROGABILITA' DEI TERMINI DI ESECUZIONE 1. L’appaltatore non può vantare alcuna pretesa ne avanzare richiesta di proroga del termine di ultimazione dei lavori per le seguenti cause: a) ritardo nell’installazione del cantiere e nell’allacciamento alle reti tecnologiche necessarie al suo funzionamento, per l’approvvigionamento dell’energia elettrica e dell’acqua; b) esecuzione di accertamenti integrativi che l’appaltatore ritenesse di dovere effettuare per l’esecuzione delle opere di fondazione, delle strutture e degli impianti, salvo che siano ordinati dalla direzione dei lavori o concordati con questa; c) tempo necessario per l’espletamento degli adempimenti a carico dell’appaltatore comunque previsti dal Capitolato speciale di appalto; d) eventuali controversie tra l’appaltatore e i fornitori, subappaltatori, affidatari, altri incaricati; e) eventuali vertenze a carattere aziendale tra l’appaltatore e il proprio personale dipendente; f) ogni altro fatto o circostanza attribuibile all’appaltatore. ART.15 RISOLUZIONE DEL CONTRATTO PER GRAVE INADEMPIMENTO, GRAVE IRREGOLARITA' E GRAVE RITARDO 1. I comportamenti dell’appaltatore che, accertati dal direttore Lavori, concretano grave inadempimento alle obbligazioni di contratto tale da compromettere la buona riuscita dei lavori sono causa di risoluzione del contratto, ai sensi dell’articolo 58.4 della l.p. 26/1993. 2. L’eventuale grave ritardo dell’appaltatore sui termini per l’ultimazione dei lavori o sulle scadenze esplicitamente fissate allo scopo dal programma temporale è causa di risoluzione del contratto, ai sensi dell’articolo 58.4 della L.P. 26/1993. 3. In ogni caso, l’appaltatore è obbligato al risarcimento dei danni subiti dalla stazione appaltante conseguenti la risoluzione del contratto. CAPO IV DISCIPLINA ECONOMICA ART.16 ANTICIPAZIONE L’appalto in economia non prevede l’anticipazione. ART.17 PAGAMENTI IN ACCONTO 1. Ai sensi dell’art. 171 del DPP 11/05/2012, n. 9-84/Leg., gli stati di avanzamento (SAL) sono disposti a cadenza bimestrale, decorrenti dalla data di consegna dei lavori. 2. A fine lavori, dopo l’emissione del relativo certificato, viene rilasciato l’ultimo stato di avanzamento lavori, a prescindere dai limiti temporali e di valore disposti per gli altri stati di avanzamento. In ogni caso, il credito residuo dell’appaltatore da esporre nel conto finale deve essere pari al 2,5 per cento dell’importo contrattuale, fatti salvi le trattenute di legge e gli eventuali importi sospesi ai sensi dei commi seguenti. 3. Fino al raggiungimento del 50 % dell’importo di contratto i pagamenti possono essere disposti sulla base di una registrazione effettuata dal direttore lavori in partita provvisoria sui libretti delle misure e di conseguenza sugli ulteriori documenti contabili, delle quantità dedotte da misurazioni sommarie, fatte salve le lavorazioni le cui misurazioni non possono essere effettuate successivamente. L’eventuale riserva da parte dell’appaltatore è considerata tempestiva fino a quando in sede di contabilizzazione definitiva delle categorie di lavorazioni interessate vengono portate in detrazione le partite provvisorie. 4. Alla determinazione degli importi di cui al comma 1 concorrono gli oneri per la sicurezza e pertanto anche questi ultimi si applicano le previste trattenute di legge; ad ogni stato di Avanzamento Lavori verrà corrisposta all’Impresa anche la quota relativa agli oneri per la sicurezza previo benestare rilasciato dal coordinatore per la sicurezza in fase esecutiva, se nominato. 5. Entro 45 giorni dall’avvenuto raggiungimento dell’importo dei lavori eseguiti di cui al comma 1, deve essere redatta la relativa contabilità ed emesso il conseguente certificato di pagamento, ferma restando la completezza e la regolarità della documentazione richiesta ed in particolare di quella prevista dall’art. 37.

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6. Nel caso di raggruppamenti temporanei di imprese, la fatturazione del corrispettivo deve corrispondere alle quote di lavoro indicate in sede di gara o in sede di stipulazione del contratto, eventualmente modificate secondo le disposizioni dell’art.7, comma 3. La mancata corrispondenza tra la fatturazione e le quote di partecipazione al raggruppamento note alla stazione appaltante sospende il pagamento del corrispettivo, senza diritto per l’appaltatore al riconoscimento di interessi o altri indennizzi. 7. La stazione appaltante dispone il pagamento del certificato entro i successivi 30 giorni, mediante l’emissione dell’apposito mandato e l’erogazione a favore dell’appaltatore, previa verifica, con esito positivo: - di quanto previsto dall’art. 170, comma 1 del DPP 11/05/2012, n. 9-84/Leg.; - della regolarità del documento fiscale (fattura) emesso dall’appaltatore; - degli adempimenti previsti dall’art. 3 L. 136/2010; - della regolarità fiscale prevista dall’art. 48-bis del D.P.R. n. 602/73 e del D.M. n. 40/2008, ove richiesta. 8. Qualora l’amministrazione aggiudicatrice rilevi, anche attraverso la documentazione di cui all’art.25 ter comma 1 del regolamento di attuazione della L.P. 26/1993 emanato con D.P.G.P. 30 settembre 1994, 12-10/Leg, l’accertamento del totale o parziale inadempimento nella corresponsione delle retribuzioni e nell’effettuazione del versamento delle ritenute previdenziali, assicurative e assistenziali da parte dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori, provvede secondo quanto previsto dall’art. 43, comma 6 e seguenti della legge provinciale. Se l’importo relativo alle inadempienze accertate non è quantificabile la liquidazione rimane sospesa, senza applicazione di interessi per ritardato pagamento: per una quota pari al 20% dell’intero certificato di pagamento, se le inadempienze riguardano l’appaltatore oppure nel caso di impedimento nell’acquisizione della documentazione di cui all’art. 25 ter comma 1 del regolamento di attuazione della L.P. 26/1993 emanato con D.P.G.P. 30 settembre 1994, 12-10/Leg per cause dipendenti dall’appaltatore stesso; per una quota pari al 20% dell’importo autorizzato del contratto di subappalto, se le inadempienze riguardano il subappaltatore oppure nel caso di impedimento nell’acquisizione della documentazione di cui all’art. 25 ter comma 1 del regolamento di attuazione della L.P. 26/1993 emanato con D.P.G.P. 30 settembre 1994, 12-10/Leg per cause dipendenti dal subappaltatore. 9. L’amministrazione provvede a dare comunicazione agli enti previdenziali ed assicurativi della sospensione operata sui pagamenti, per le valutazioni di merito. Secondo quanto previsto dall’art. 43, commi 6 e 8 della legge provinciale, l’amministrazione aggiudicatrice può provvedere al pagamento diretto dei dipendenti dell’appaltatore o degli enti previdenziali e assicurativi, compresa la cassa edile, sulla base della specifica richiesta degli interessati, con indicazione di ogni elemento necessario ad individuare l’inadempimento contestato ed a effettuare il pagamento medesimo. Si applica, se ne ricorre il caso, la procedura prevista dall’art. 169 del DPP 11/05/2012, n. 9-84/Leg. 10. La corresponsione degli acconti è altresì sospesa nei seguenti casi, previo riscontro documentale degli inadempimenti rilevati e contestazione scritta degli stessi: a) per mancata attivazione della polizza di RC all’insorgenza di danni arrecati alle opere preesistenti e a terzi; b) per mancato adeguamento o insufficienza delle garanzie e coperture assicurative conseguenti a variante o dalla concessione di proroghe; c) per mancata eliminazione delle conseguenze dannose o mancata effettuazione delle misure provvisionali disposte dal Direttore dei lavori ai sensi dell’articolo 108 del DPP 11 maggio 2012, n. 9-84/Leg.; d) per mancato rispetto del sollecito del responsabile del procedimento all’effettuazione dell’aggiornamento bimestrale del Programma dei lavori secondo l’andamento effettivo dei lavori in adempimento al disposto dall’articolo 105, comma 3 del DPP 11 maggio 2012, n. 9-84/Leg. 11. Quando i lavori rimangano sospesi con specifico verbale disposto dal Direttore dei lavori o dal Responsabile del procedimento, per un periodo superiore a 60 gg. per cause non dipendenti dall’appaltatore, si provvede alla redazione dello stato di avanzamento e all’emissione del certificato di pagamento. 12. Qualora sia stata erogata l’anticipazione, sull’importo di ogni certificato di pagamento è operata la trattenuta di importo percentuale pari alla percentuale dell’anticipazione a titolo di graduale recupero della medesima. 13. A garanzia dell'osservanza degli obblighi previsti dall’art. 43 della l.p. 26/1993 in capo all'appaltatore, agli eventuali subappaltatori o concessionario esecutore, sull'importo netto progressivo dei lavori è operata una ritenuta dello 0,5 per cento. Le ritenute possono essere svincolate soltanto dopo la liquidazione del conto finale, previa approvazione del collaudo (o certificato di regolare esecuzione) e comunque se le eventuali inadempienze accertate sono state sanate. ART.18 NORME PER LA VALUTAZIONE DEI LAVORI E PER I PAGAMENTI IN ACCONTO 1. Per il pagamento degli stati di avanzamento lavori si osservano le seguenti prescrizioni: a) Lavori a misura - Pei lavori appaltati a misura sono portate in contabilità le quantità che risulteranno effettivamente eseguite all'atto del loro accertamento, applicando alle stesse i prezzi unitari offerti.

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b) Provviste - I manufatti il cui valore sia superiore alla spesa per la loro messa in opera, se riconosciuti ed accettati dal direttore dei lavori, potranno essere inseriti in contabilità prima della loro messa in opera in misura non superiore al 50% del prezzo a piè d’opera del manufatto stesso; non saranno invece inseriti in contabilità i prezzi dei materiali provvisti a piè d’opera prima del loro impiego. c) Lavori imprevisti - Per lavori non descritti nell'elenco succitato è applicato il prezzo stabilito con le norme di cui all’art. 28 del presente Capitolato speciale di appalto. 2. Per tutte le opere di appalto le quantità di lavoro saranno determinate con misure geometriche, escluso ogni altro metodo. Si stabilisce che: a1) Scavi in genere - Oltre gli obblighi particolari emergenti dal presente titolo del Capitolato speciale di appalto e salvo diversa espressa indicazione precisata nell'Elenco prezzi unitari (alternativamente nell'Elenco descrittivo delle voci) o in subordine nelle norme tecniche del medesimo Capitolato, coi prezzi di offerta per scavi in genere, l'appaltatore deve ritenersi compensato per tutti gli oneri che esso dovrà incontrare: - per taglio piante, estirpazioni di ceppaie, radici ecc. e per lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte che bagnate, in presenza di acqua e di qualsiasi consistenza; - per paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico in rilevato o rinterro od a rifiuto alla distanza prevista dall'Elenco, sistemazione della materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa, per ogni indennità di deposito temporaneo o definitivo; - per la regolarizzazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradini, per il successivo rinterro attorno alle murature, attorno e sopra le condotte di acqua ed altre condotte in genere, e sopra le fognature e drenaggi secondo le sagome definitive di progetto; - per puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e genere, secondo tutte le prescrizioni contenute nelle presenti condizioni tecniche esecutive; - per ogni altra spesa infine necessaria per l'esecuzione completa degli scavi. a2) Scavi e rilevati per la formazione del corpo stradale - Il volume degli scavi e dei rilevati occorrenti per la formazione del corpo stradale e relative scarpate e cunette secondo l'andamento di progetto o di spostamenti eventuali, per la costruzione di rampe d'accesso alla strada, verrà determinato con il metodo delle sezioni ragguagliate (la cui superficie potrà venire calcolata anche col planimetro o con sistemi informatici) che saranno rilevate in contraddittorio dell'Impresa in base alle sezioni convenzionali di progetto. Nel prezzo di offerta dei rilevati eseguiti con materie provenienti dagli scavi è compreso il carico, trasporto, scarico e formazione del rilevato a regola d'arte come prescritto dall'articolo relativo. b) Murature in genere - Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate geometricamente a volume od a superficie, secondo la loro categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci. Dal volume delle murature saranno dedotti solo i vani di luce superiori ai decimetri quadrati 50 (cinquanta), salvo l'eccezione di cui al periodo seguente. I vani dei pozzetti dei tombini compenetrati nelle murature in controripa non verranno però, in eccezione a quanto sopra, dedotti intendendosi compensata la maggiore lavorazione delle spallette e l'architrave. Nei prezzi di tutte le opere, tanto di fondazione quanto in elevazione in muratura, si intenderà sempre compresa ogni qualunque spesa per le impalcature ed i ponti di servizio di qualsiasi importanza, per il carico, trasporto, innalzamento o discesa o scarico a pie' d'opera dei materiali d'ogni peso e volume e per tutte le manovre diverse, occorrenti per la costruzione delle opere stesse, qualunque sia la loro altezza o profondità di esecuzione, e qualunque sia la grossezza e la forma delle murature in elevazione, il paramento di faccia vista, del tipo indicato nel relativo prezzo di offerta delle murature, sempre ché non sia previsto con pagamento separato. E' sempre compresa la formazione di feritoie regolari e regolarmente disposte nei muri per lo scolo delle acque, l’eventuale tubazione a perdere, la formazione delle immorsature e la costruzione di tutti gli incassi per la posa in opera della pietra di taglio. Nei prezzi unitari delle murature da eseguire con pietrame di proprietà dell'amministrazione, come in generale per tutti i lavori per i quali s'impiegano materiali di proprietà dell'amministrazione (non ceduti all'impresa), si intende compreso ogni trasporto, ripulitura ed adattamento dei materiali stessi per renderli idonei alla messa in opera, nonché la messa in opera degli stessi. Le murature eseguite con materiali ceduti all'impresa saranno valutate con i prezzi suddetti delle murature con pietrame fornito dall'impresa, intendendosi in questi prezzi compreso e compensato ogni trasporto ed ogni onere di lavorazione, messa in opera ecc., come sopra, del pietrame ceduto. Qualunque sia la incurvatura data dalla pianta e alle sezioni trasversali dei muri, anche se si debbono costruire sotto raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate coi prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più. c) Murature in pietra da taglio - La pietra da taglio a pagarsi a volume sarà sempre valutata a metro cubo in base al volume del minimo parallelepipedo retto rettangolare, circoscrivibile. Le lastre ed altri prezzi, da pagarsi a superficie, saranno valutati in base al minimo rettangolo circoscrivibile. Per le pietre, di cui una parte viene lasciata greggia, si comprenderà anche questa nella misurazione, non tenendo però alcun conto delle eventuali maggiori sporgenze dalla parte non lavorata in confronto alle dimensioni assegnate alla medesima dati tipi prescritti. d) Calcestruzzi - I conglomerati cementizi di qualunque genere, saranno contabilizzati a metro cubo, in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eventuale eccedenza ancorché inevitabile dipendente dagli scavi aperti e trascurando soltanto la deduzione delle eventuali smussature previste agli spigoli di cateto inferiore ed al più uguale a cm 10. Per le opere in cemento armato non verrà dedotto il volume del ferro nelle stesse compenetrato. e) Opere in ferro - Il peso delle strutture in ferro verrà computato desumendolo dalle tabelle che risultano da manuali o da quelle delle ferriere, o con pesatura diretta. f) Tubi in cemento - I tubi di cemento verranno valutati a metro lineare. Le frazioni di metro di lunghezza verranno valutate come metro intero. g) Delineatori stradali - Indicatori chilometrici - Termine di confine - Nel prezzo unitario dei delineatori stradali, indicatori chilometrici e termini di confine, è compresa ogni operazione e provvista del materiale occorrente per la messa in opera, nonché per ultimo le incisioni

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delle lettere e dei numeri. h) Mano d'opera - Gli operai per i lavori in economia dovranno essere idonei al lavoro per il quale sono stati richiesti e dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi. L'appaltatore è obbligato, senza alcun compenso, a sostituire tutti gli operai che non riescono di gradimento alla direzione dei lavori. Resta tassativamente stabilito che gli operai in economia devono essere messi a disposizione solo su richiesta della direzione lavori, e che quindi non saranno riconosciute e non saranno contabilizzate spese per prestazioni di mano d'opera, se non preventivamente autorizzate dalla direzione lavori. Non verrà riconosciuto nulla di quanto eseguito in economia se non preventivamente autorizzato categoricamente in forma scritta dalla direzione lavori e questo anche se l'impresa provvedesse ad inviare il proprio rapporto di quanto già eseguito, che non si potrà intendere accettato per mancata tempestiva contestazione o rettifica da parte della stessa direzione lavori, anche quando l'impresa avesse unilateralmente indicato un tempo oltre al quale tale rapporto dovesse intendersi accettato. Se l'impresa ritenesse di dover eseguire con urgenza delle lavorazioni che a proprio giudizio sarebbero da valutarsi in economia, dovrà avvisare tempestivamente a mezzo fax la direzione lavori almeno il giorno antecedente il loro ipotizzato svolgimento e dovrà attenderne obbligatoriamente l'autorizzazione in forma scritta da parte della direzione lavori. In caso di mancata risposta da parte del direttore dei lavori, l'autorizzazione dovrà intendersi negata. Se la mancata esecuzione di tali lavorazioni dovesse, a giudizio dell'impresa, ostacolare l'esecuzione di ogni altra lavorazione prevista in progetto, la stessa dovrà obbligatoriamente fare menzione di tale circostanza nella comunicazione che invierà a mezzo fax alla direzione lavori. Se questa eventualità non fosse esplicitata in maniera evidente nella comunicazione, l'impresa non potrà pretendere il riconoscimento di alcun onere aggiuntivo dovuto a ritardi o a impedimenti nell'esecuzione delle opere. In questo caso la comunicazione dovrà essere inviata con due giorni di anticipo rispetto alla data presunta e indicata dall'impresa per la loro esecuzione. Resta inteso che l'impresa nel caso di impedimenti nell'eseguire una determinata lavorazione, dovrà proseguire con un'altra e non potrà con questo pretendere il riconoscimento di alcun onere aggiuntivo. L'impossibilità di procedere con ogni altra lavorazione dovrà essere dimostrata dall'impresa in modo oggettivo e non secondo valutazioni soggettive, legate alle proprie preferenze o convenienze di tipo organizzativo ed economico. i) Noleggi - Le macchine ed attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine affinché siano sempre in buono stato di servizio. Il prezzo comprende la mano d'opera, il combustibile, i lubrificanti, i materiali di consumo, l'energia elettrica e tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine. Per l'applicazione dei prezzi di noleggio di meccanismi in genere, il noleggio va inteso corrisposto per tutto il tempo durante il quale i meccanismi sono effettivamente utilizzati nell'ambito dei lavori oggetto dell'appalto, previo benestare della direzione lavori. Nel prezzo di noleggio sono compresi e compensati gli oneri e tutte le spese di trasporto a pie' d'opera, montaggio, smontaggio ed allontanamento dei detti meccanismi. Per il noleggio dei carri e degli autocarri verrà corrisposto soltanto il prezzo per le ore di effettivo lavoro, rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo. l) Trasporti - Nei prezzi dei trasporti s'intende compresa ogni spesa, la fornitura dei materiali di consumo e la mano d'opera del conducente. I mezzi di trasporto per i lavori in economia debbono essere forniti in pieno stato di efficienza e corrispondente alle prescritte caratteristiche. m) Assistenze murarie - Il compenso per le eventuali assistenze murarie alle opere oggetto dell’appalto si intende già compreso nelle voci dell'Elenco prezzi unitari facente parte del progetto esecutivo. Nelle voci sono compresi, anche dove non direttamente esplicitato, manodopera, materiali, noli e ogni altro onere per dare il lavoro compiuto a regola d’arte; sono compresi, anche quanto non direttamente esplicitato e salvo quando diversamente specificato, anche i costi per tutti gli eventuali fermi-macchina che si potranno registrare durante o tra le varie fasi di lavorazione e durante i periodi di sospensione o interruzione dovuti o dipendenti da qualunque causa. Si intendono completamente comprese e compensate con i prezzi delle opere incluse nell’appalto tutte le assistenze murarie necessarie ad un corretto inserimento delle suddette opere nel contesto dove vengono realizzate, in modo da dare i lavori compiuti a regola d’arte. Se in fase di esecuzione si rendesse necessario sostituire, aggiungere o modificare alcune voci dell'Elenco prezzi unitari, non si avrà necessariamente un aumento automatico degli importi delle assistenze; di volta in volta la direzione lavori valuterà, su esplicita richiesta da parte dell’impresa ed entro i termini di legge, se le variazioni potranno comportare effettivi incrementi degli oneri per le assistenze e solo per la parte che esplicitamente non dovesse risultare per qualche motivo compresa all'interno delle voci di computo. ART.19 PAGAMENTI A SALDO E MODALITA' D'EROGAZIONE DEL CORRISPETTIVO 1. Il conto finale dei lavori è redatto entro 120 giorni dalla data della loro ultimazione, accertata con apposito certificato, previa acquisizione della documentazione prevista. 2. Ai sensi dell’art. 163 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. il conto finale è sottoscritto dall’appaltatore entro 30 giorni dalla sua redazione. 3. La rata di saldo è pagata entro 30 giorni dalla data di approvazione del certificato di collaudo (o di regolare esecuzione), mediante l’emissione dell’apposito mandato e l’erogazione a favore dell’appaltatore, previa verifica, con esito positivo: - ai sensi dell’art. 43, comma 5 ultimo periodo della legge provinciale, di quanto previsto dall’art. 170, comma 1 del DPP. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. con riferimento al periodo successivo all’ultimo SAL liquidato nnché della regolarità retributiva dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori intervenuti in cantiere successivamente all’ultimo SAL liquidato; - della regolarità del documento fiscale (fattura) emesso dall’appaltatore; - degli adempimenti previsti dall’art. 3 L. 136/2010; - della regolarità fiscale prevista dall’art. 48-bis del D.P.R. n. 602/73 e del D.M. n. 40/2008, ove richiesta.;

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4. Qualora l’amministrazione aggiudicatrice rilevi l’accertamento del totale o parziale inadempimento nella corresponsione delle retribuzioni e nell’effettuazione del versamento delle ritenute previdenziali, assicurative e assistenziali da parte dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori, provvede secondo quanto previsto dall’art. 43, comma 6 e seguenti della legge provinciale. 5. Salvo quanto disposto dall’articolo 1669 del Codice Civile, l’appaltatore risponde per la difformità ed i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati dal soggetto appaltante prima dell’approvazione del certificato di regolare esecuzione. ART.20 RITARDI NEL PAGAMENTO DELLE RATE DI ACCONTO 1. Non sono dovuti interessi per i primi 45 giorni intercorrenti tra il verificarsi delle condizioni e delle stesse circostanze per l’emissione del certificato di pagamento ai sensi dell’articolo 18 e la sua effettiva emissione; trascorso tale termine senza che sia emesso il certificato di pagamento, per causa imputabile alla stazione appaltante, sono dovuti all’appaltatore gli interessi legali per i primi 60 giorni di ritardo rispetto al predetto termine di 45 giorni. Trascorso infruttuosamente anche questo termine spettano all’appaltatore gli interessi di mora nella misura stabilita con l’apposito decreto ministeriale. 2. Non sono dovuti gli interessi per i primi 30 giorni intercorrenti tra l’emissione del certificato di pagamento e il suo effettivo pagamento a favore dell’appaltatore trascorso tale termine senza che sia stato eseguito il pagamento per causa imputabile alla stazione appaltante, sono dovuti all’appaltatore gli interessi legali per i primi 60 giorni di ritardo. Trascorso infruttuosamente anche questo termine spettano all’appaltatore gli interessi di mora nella misura stabilita con l’apposito decreto ministeriale. 3. In nessun caso sono dovuti interessi moratori allorché il pagamento sia stato sospeso per effetto di quanto previsto dalle disposizioni della legge provinciale, del regolamento di attuazione e del presente capitolato con particolare riferimento ai precedenti articoli 17 e 19. ART.21 RITARDI NEL PAGAMENTO DELLA RATA A SALDO 1. Per il pagamento della rata a saldo in ritardo rispetto al termine stabilito all’art. 19, comma 3, per causa imputabile all’Amministrazione, sulle somme dovute decorrono gli interessi legali. 2. Qualora il ritardo nelle emissioni dei certificati o nel pagamento delle somme dovute a saldo si protragga per ulteriori 60 giorni, oltre al termine stabilito al comma 1, sulle somme sono dovuti gli interessi di mora. 3. Si applica quanto previsto dall’ultimo comma dell’articolo precedente. ART.22 DISCIPLINA ECONOMICA DELL'ESECUZIONE DEI LAVORI PUBBLICI

1. In materia di disciplina economica dell’esecuzione dei lavori pubblici si applica l’art. 46 ter della L.P. 26/1993.

ART.23 CESSIONE DEL CONTRATTO E CESSIONE DEI CREDITI 1. E’ vietata la cessione del contratto sotto qualsiasi forma e ogni atto contrario è nullo di diritto, fatto salvo quanto previsto dall’art. 58.10 della L.P. 26/1993. 2. La cessione dei crediti, ai sensi dell’art. 58.11 della L.P. 26/1993 e della L. 21 febbraio 1991, n. 52 e pertanto qualora il cessionario sia una banca o un intermediario finanziario disciplinato dalle leggi in materia bancaria e creditizia il cui oggetto sociale preveda l’esercizio dell’attività di acquisto di crediti d’impresa, è efficacie e opponibile alla stazione appaltante qualora questa non la rifiuti con comunicazione da notificarsi al cedente e al cessionario entro quarantacinque giorni dalla notifica della cessione stessa. 3. Il contratto di cessione dei crediti deve essere stipulato, ai fini della sua opponibilità alla stazione appaltante, mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata e deve essere notificato all’amministrazione appaltante. Il contratto di cessione, ancorché effettuato cumulativamente per più rapporti contrattuali, indica chiaramente gli estremi del contratto al quale la cessione si riferisce ed i singoli importi ceduti con riferimento ai relativi contratti e reca in ogni caso la clausola secondo cui l’amministrazione ceduta può opporre al cessionario tutte le eccezioni opponibili al cedente in base al contratto di appalto, pena l’automatica inopponibilità della cessione alla stazione appaltante.

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CAPO V CAUZIONI E GARANZIE

ART.24 CAUZIONE DEFINITIVA

(Per contratti con importo inferiore o pari a 100.000 Euro (art. 31 L.P. 2/2016)) 1. La garanzia fideiussoria per l'esecuzione del contratto non è dovuta. (Per contratti con importo superiore a 100.000 Euro (art. 31 L.P. 2/2016)) 1. Precedentemente alla stipulazione del contratto di appalto l’Impresa aggiudicataria deve provvedere a costituire una garanzia fideiussoria, a titolo di cauzione definitiva, dell’importo e secondo le modalità specificati negli atti di gara. 2. La garanzia fideiussoria deve essere presentata mediante polizza bancaria o assicurativa, emessa da istituto autorizzato e dovrà essere svincolata secondo le modalità stabilite nell'art. 23 della lp 26/1993. 3. L’amministrazione potrà avvalersi della garanzia fideiussoria parzialmente o totalmente, per gli oneri derivanti dal mancato o inesatto adempimento dell’appaltatore ed in particolare per le spese sostenute per il completamento dei lavori nel caso di risoluzione del contratto disposta in danno dell’Appaltatore, per il rimborso delle maggiori somme pagate durante l’appalto rispetto ai risultati della liquidazione finale, nonché per provvedere al pagamento di quanto dovuto dall’Appaltatore per le inadempienze derivanti dall’inosservanza di norme e prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, protezione, assicurazione, assistenza e sicurezza fisica dei lavoratori presenti in cantiere; l’incameramento della garanzia avviene con atto unilaterale dell’amministrazione senza necessità di dichiarazione giudiziale. 4. La garanzia fideiussoria deve essere tempestivamente reintegrata qualora, in corso d’opera essa sia stata incamerata parzialmente o totalmente, dall’amministrazione; in caso di inottemperanza la reintegrazione si effettua a valere sui ratei di prezzo da corrispondere all’appaltatore. 5. La mancata costituzione della garanzia determina la decadenza dell’affidamento e l’acquisizione della cauzione provvisoria da parte dell'amministrazione aggiudicatrice che può avvalersi della facoltà di aggiudicare al concorrente che segue nella graduatoria ai sensi dell’articolo 23 della l.p. 26/1993. 6. Ai sensi dell’art. 161, comma 4 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., la mancata tacitazione dei crediti vantati da soggetti terzi per indebite occupazioni di aree o stabili e danni arrecati nell'esecuzione dei lavori, comporta la sospensione della restituzione della cauzione definitiva, anche oltre il termine di cui all'articolo 26, comma 2, della legge provinciale, per un tempo almeno corrispondente all'ultima delle prescrizioni dei predetti crediti. ART.25 COPERTURE ASSICURATIVE 1. Ai sensi dell’art. 23 bis, comma 1 della legge provinciale e dell’art. 84 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg, l’appaltatore è obbligato, almeno 10 giorni prima della consegna dei lavori, a stipulare una polizza di assicurazione che copra i danni subiti dall'amministrazione aggiudicatrice a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatesi nel corso dell’esecuzione dei lavori oggetto del presente capitolato. La polizza deve inoltre assicurare l'amministrazione aggiudicatrice contro la responsabilità civile per danni causati a terzi nel corso dell’esecuzione dei lavori medesimi.

2. Fermo restando quanto previsto al successivo comma 3, le clausole della polizza devono essere conformi allo Schema Tipo di polizza 2.3, concernente “Copertura assicurativa per danni di esecuzione, responsabilità civile terzi e garanzia di manutenzione”, approvato con decreto del Ministro delle Attività produttive 12 marzo 2004, n.123, adottato di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. 3. In relazione alla necessità di adattare i contenuti dello Schema Tipo di polizza 2.3 alla disciplina provinciale in materia di lavori pubblici dettata dalla L.P. 26/93 e dal relativo regolamento di attuazione emanato con D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., la copertura assicurativa di cui al presente articolo dovrà prevedere espressamente che: a) in deroga all’art. 2, comma 1, lettera b, dello Schema Tipo 2.3, l’assicurazione è prestata nei confronti dei progetti approvati ai sensi

della L.P. n. 26/93 e del relativo regolamento di attuazione (D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg); b) ogni riferimento al “collaudo provvisorio” contenuto nello Schema Tipo 2.3 si intende fatto semplicemente al “collaudo”; c) qualora il certificato di collaudo (o di regolare esecuzione) non sia approvato nei termini di cui all’art. 26, comma 1, della L.P. n.

26/1993 , ai sensi del comma 2 della medesima disposizione, la validità della polizza cessa decorsi sei mesi dalla scadenza dei termini di cui al predetto art. 26, comma 1, salvo che la mancata approvazione del certificato di collaudo (o di regolare esecuzione) non dipenda da fatto imputabile all’appaltatore;

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d) per ogni controversia che dovesse insorgere con la stazione appaltante, il foro competente è esclusivamente quello ove ha sede la medesima stazione appaltante;

e) ogni altro riferimento fatto dallo Schema Tipo di polizza 2.3 alla normativa statale deve intendersi fatto alle corrispondenti norme della L.P. n. 26/1993 e s.m. e del regolamento di attuazione emanato con D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., ogni qual volta la normativa statale non sia applicabile nell’ordinamento provinciale.

4. Tutte le predette clausole dovranno essere riportate in una apposita appendice alla Scheda Tecnica 2.3 del decreto del Ministro delle Attività produttive 12 marzo 2004, n.123 e dovranno essere debitamente sottoscritte. La Scheda Tecnica 2.3 e l’appendice contenente tutte le clausole sopra elencate devono essere trasmesse all'amministrazione aggiudicatrice almeno 10 giorni prima della consegna dei lavori. 5. La Scheda Tecnica 2.3 deve prevedere:

Sezione A - Copertura assicurativa dei danni alle opere durante la loro esecuzione e garanzia di manutenzione. Partita I Opere e impianti permanenti e temporanei: (importo di aggiudicazione) Partita 2 Opere ed impianti preesistenti (Euro ________) (_________) massimo indennizzo Partita 3 Spese di demolizione e sgombero fino a Euro ________ (________) Sezione B - Copertura assicurativa della responsabilità civile durante l’esecuzione delle opere. Il massimale deve essere pari al 5% della somma assicurata per le opere nella Sezione A (somma degli importi delle Partite 1, 2 e 3), con un minimo di Euro 500.000,00 ed un massimo di Euro 5.000.000,00. La copertura assicurativa della responsabilità civile verso terzi durante l’esecuzione dei lavori deve comprendere: a) i danni a cose dovuti a vibrazione importo Euro_______(da lasciare alla valutazione del Servizio di Merito) b) i danni a cose dovuti a rimozione, franamento o cedimento del terreno, di basi di appoggio o di sostegni in genere importo Euro_____________ (da lasciare alla valutazione del servizio di Merito) c) danni a cavi o condutture sotterranee. Importo Euro ____________(da lasciare alla valutazione del Servizio di Merito)

6. Le inclusioni sopra elencate dovranno essere poste in calce alla Scheda Tecnica o dovranno essere riportate nell’appendice alla Scheda Tecnica e debitamente sottoscritte.

7. In caso di sinistro l’esecutore dei lavori ha l’obbligo di provvedere al reintegro delle somme assicurate nelle Sezioni A e B della Scheda Tecnica 2.3. 8. In caso di proroga o di aggiornamento della somma assicurata l’esecutore dei lavori dovrà trasmettere all'amministrazione aggiudicatrice la Scheda Tecnica 2.3 bis del citato decreto ministeriale. (Eventuale) 9. La polizza dovrà prevedere un periodo di garanzia di manutenzione della durata di_________mesi. (Ai sensi del D.M. 123/2004 non può superare i 24 mesi, tale manutenzione si riferisce a quella che può essere necessaria DOPO il collaudo dei lavori quando è necessario un periodo di verifica del funzionamento) CAPO VI VARIAZIONI ART.27 VARIAZIONE AL PROGETTO 1. Le singole quantità di progetto esposte nella lista delle lavorazioni e delle forniture potranno in fase esecutiva variare tanto in aumento quanto in diminuzione, ovvero essere soppresse nell’interesse della buona riuscita e della economia dei lavori, nel rispetto di quanto previsto dal presente articolo. Inoltre potranno essere ordinate all’appaltatore lavorazioni e forniture non previste in fase progettuale. 2. Non sono considerate variazioni e potranno essere disposte direttamente dal Direttore dei lavori le variazioni tecniche aventi le caratteristiche previste dall’articolo 127 del DPP 11 maggio 2012, n. 9- 84/Leg. 3. Nel caso di varianti in diminuzione migliorative proposte dall’appaltatore si applica l’art. 27 della L.P. 2 / 2016 4. Ai fini dell’eventuale applicazione delle disposizioni di cui all’art. 126, comma 12 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg in materia di equo compenso si intendono gruppi di lavorazioni omogenee quelli indicati nella seguente tabella, indicati al netto degli oneri della sicurezza:

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Descrizione dei gruppi di lavorazioni omogenee Euro Opere da elettricista (OG10) 146.000,00

ART.28 PREZZI APPLICABILI AI NUOVI LAVORI E NUOVI PREZZI, LAVORI IN ECONOMIA 1. Qualora si rendano necessari nuovi lavori, nel limite del 20% dell’importo originario di contratto, per i quali non si trovi assegnato il relativo prezzo di offerta, l’appaltatore ha l’obbligo di eseguirli e la stazione appaltante li valuterà previa la determinazione dei Nuovi Prezzi con le norme dell’articolo dell’articolo 129 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. e, per quanto con questo non in contrasto, secondo quanto specificatamente indicato al comma 4 del presente articolo ed all’art. 13 della L.P. 26/93 e s.m., ovvero si provvederà alla loro esecuzione con operai, mezzi d’opera e provviste forniti dall’appaltatore. 2. Gli operai per lavori in economia dovranno essere idonei ai lavori da eseguirsi e provvisti dei necessari attrezzi. Saranno a carico dell’appaltatore le manutenzioni degli attrezzi e delle macchine nonché le eventuali riparazioni al fine del loro mantenimento in perfetto stato di servizio perché tali oneri sono compresi nei compensi orari della mano d’opera e dei noli. Le macchine, i mezzi di trasporto e gli attrezzi dati a noleggio dovranno essere in perfetta efficienza e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro perfetto funzionamento. La mano d’opera, i noli e i trasporti saranno pagati ai prezzi di offerta; si provvederà alla stesura dei Nuovi Prezzi secondo la procedura di cui al comma 1, qualora non si trovino assegnati i relativi prezzi di offerta. 3. Tutti i lavori, prestazioni e forniture da eseguirsi in economia, dovranno essere preventivamente autorizzati dalla direzione lavori. L'appaltatore alla fine di ogni giornata dovrà presentare all’ufficio della direzione lavori la nota analitica dei lavori, prestazioni e forniture effettuati in economia; in caso di impossibilità, tale nota sottoscritta dall’impresa, dovrà essere inviata via fax entro il giorno stesso. 4. Si precisa in forma perentoria quanto segue: Non verrà riconosciuto nulla di quanto eseguito in economia se non preventivamente autorizzato categoricamente in forma scritta dalla direzione lavori e questo anche se l'impresa provvedesse ad inviare il proprio rapporto di quanto già eseguito, che non si potrà intendere accettato per mancata tempestiva contestazione o rettifica da parte della stessa direzione lavori, anche quando l'impresa avesse unilateralmente indicato un tempo oltre al quale tale rapporto dovesse intendersi accettato. Se l'impresa ritenesse di dover eseguire con urgenza delle lavorazioni che a proprio giudizio sarebbero da valutarsi in economia, dovrà avvisare tempestivamente a mezzo fax la direzione lavori almeno il giorno antecedente il loro ipotizzato svolgimento e dovrà attenderne obbligatoriamente l'autorizzazione in forma scritta da parte della direzione lavori. In caso di mancata risposta da parte del direttore dei lavori, l'autorizzazione dovrà intendersi negata. Se la mancata esecuzione di tali lavorazioni dovesse, a giudizio dell'impresa, ostacolare l'esecuzione di ogni altra lavorazione prevista in progetto, la stessa dovrà obbligatoriamente fare menzione di tale circostanza nella comunicazione che invierà a mezzo fax alla direzione lavori. Se questa eventualità non fosse esplicitata in maniera evidente nella comunicazione, l'impresa non potrà pretendere il riconoscimento di alcun onere aggiuntivo dovuto a ritardi o a impedimenti nell'esecuzione delle opere. In questo caso la comunicazione dovrà essere inviata con due giorni di anticipo rispetto alla data presunta e indicata dall'impresa per la loro esecuzione. Resta inteso che l'impresa nel caso di impedimenti nell'eseguire una determinata lavorazione, dovrà proseguire con un'altra e non potrà con questo pretendere il riconoscimento di alcun onere aggiuntivo. L'impossibilità di procedere con ogni altra lavorazione dovrà essere dimostrata dall'impresa in modo oggettivo e non secondo valutazioni soggettive, legate alle proprie preferenze o convenienze di tipo organizzativo ed economico. 5. I Nuovi Prezzi possono essere determinati con i tre diversi criteri di seguito elencati in ordine di preferenza. I nuovi prezzi relativi a lavori, prestazioni e forniture da eseguirsi in economia si determinano ai sensi dell’art. 152 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. a) CRITERIO DEL RAGGUAGLIO Il compenso per il Nuovo Prezzo si determina comparando la nuova voce ad analoghe di contratto al netto degli oneri di sicurezza. b) CRITERIO DEL RIFERIMENTO ALL’ELENCO PREZZI DELLA P.A.T. Per definire il Nuovo Prezzo si fa riferimento ai prezzi dell’Elenco Prezzi P.A.T. di cui all’art.13 della L.P. 26/93 relativo all’anno di formulazione dell'offerta. Se i prezzi di progetto sono stati aggiornati con l’applicazione del coefficiente di rivalutazione di cui all’art. 10 comma 2 lettera d) della L.P. 26/93 e s.m., per definire il Nuovo Prezzo si fa riferimento ai prezzi del sopracitato Elenco Prezzi P.A.T. aggiornati con il medesimo coefficiente. Se per definire il Nuovo Prezzo si fa riferimento ai prezzi dell’Elenco Prezzi P.A.T. In vigore al momento della formulazione del Nuovo Prezzo, questi sono omogeneizzati a quelli di progetto (non aggiornati) applicando l’inverso del coefficiente di rivalutazione di cui all’articolo 10 comma 2, lettera d) della L.P. 26/93 e s.m. I Nuovi Prezzi sono così determinati:

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N.P.= P rif con P rif = prezzi di riferimento, ovvero prezzi dell’Elenco Prezzi P.A.T.. c) CRITERIO DELL’ANALISI DEI PREZZI Qualora non sia possibile applicare i precedenti criteri, il Nuovo Prezzo sarà formulato con analisi dei prezzi utilizzando per quanto possibile l’Elenco Prezzi P.A.T. di progetto nella descrizione delle voci di costo elementari del Nuovo Prezzo medesimo (mano d’opera, noli, materiali). In mancanza il Nuovo Prezzo si formula mediante analisi dei prezzi di mercato omogeneizzato ai prezzi elementari di mano d'opera, materiali, noli e trasporti alla data di formulazione dell'offerta. I Nuovi Prezzi sono così determinati: N.P.= P an con P an = prezzo derivante da regolare analisi dei prezzi come sopra definita. Il Nuovo Prezzo è quindi al netto degli oneri della sicurezza. CAPO VII DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA ART.29 NORME DI SICUREZZA GENERALE 1. I lavori appaltati devono svolgersi nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti in materia di prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro e in ogni caso in condizioni di permanente sicurezza e igiene. 2. L’appaltatore è altresì obbligato ad osservare scrupolosamente le disposizioni del vigente regolamento locale di igiene, per quanto attiene la gestione del cantiere. 3. L’appaltatore predispone per tempo e secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni, gli appositi piani per la riduzione del rumore, in relazione al personale e alle strutture utilizzate. 4. L’appaltatore non può iniziare o continuare i lavori qualora sia in difetto nell’applicazione di quanto stabilito nel presente articolo. 5. L'appaltatore è tenuto altresì al rispetto del regolamento comunale per quanto attiene l'osservanza delle fasce orarie nelle quali non possono essere eseguite lavorazioni rumorose, per rispetto della quiete pubblica trattandosi tra l'altro di una zona a spiccata vocazione turistica. Il rispetto di tale vincolo non comporta in nessun caso il riconoscimento di oneri aggiuntivi, rimanendo peraltro in capo alla sola impresa la responsabilità per la mancata osservanza e restandone sollevata in toto la direzione lavori. ART.30 PIANI DI SICUREZZA

1. L’appaltatore è obbligato ad osservare scrupolosamente e senza riserve o eccezioni il piano di sicurezza e di coordinamento predisposto dal coordinatore per la sicurezza e messo a disposizione da parte della stazione appaltante ai sensi del D.Lgs. n. 81 del 2008, salvo quanto espressamente precisato al comma 2. 2. L’appaltatore può presentare al coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione una o più proposte motivate di modificazione o di integrazione al piano di sicurezza e di coordinamento, nei seguenti casi: a) per adeguarne i contenuti alle proprie tecnologie ovvero quando ritenga di poter meglio garantire al sicurezza del cantiere sulla base della propria esperienza, anche in seguito alla consultazione obbligatoria e preventiva dei rappresentanti per la sicurezza dei propri lavoratori o a rilievi da parte degli organi di vigilanza; b) per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e al tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese nel piano di sicurezza, anche in seguito a rilievi o prescrizioni degli organi di vigilanza. 3. L’appaltatore ha il diritto che il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione si pronunci tempestivamente con atto motivato da annotare sulla documentazione di cantiere, sull’accoglimento o il rigetto delle proposte presentate; le decisione del coordinatore sono

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vincolanti per l’appaltatore. 4. Qualora il coordinatore non si pronunci entro il termine di tre giorni lavorativi dalla presentazione delle proposte dell’appaltatore, prorogabile una sola volta di altri tre giorni lavorativi nei casi di cui al comma 2, lettera a), le proposte si intendono accolte. 5. Qualora il coordinatore non si sia pronunciato entro il termine di tre giorni lavorativi dalla presentazione delle proposte dell’appaltatore, prorogabile una sola volta di altri tre giorni lavorativi nei casi di cui al comma 2, lettera b), le proposte si intendono rigettate. 6. Nei casi di cui al comma 2, lettera a), l’eventuale accoglimento delle modificazioni e integrazioni non può in alcun modo giustificare variazioni o adeguamenti dei prezzi pattuiti, né maggiorazioni del corrispettivo o pretese risarcitorie di alcun genere. 7. Nei casi di cui al comma 2, lettera b), qualora l’eventuale accoglimento delle modificazioni ed integrazioni comporti maggiori oneri a carico dell’impresa, e tale circostanza sia debitamente provata e documentata, trova applicazione la disciplina delle varianti. ART.31 PIANO OPERATIVO DI SICUREZZA 1. L’appaltatore e, per suo tramite, i subappaltatori hanno l’obbligo di trasmettere all’amministrazione aggiudicatrice prima dell’inizio dei lavori la documentazione prevista dalla vigente normativa relativamente agli adempimenti assicurativi e antinfortunistici, nonché una copia del Piano operativo di sicurezza di cui all’art. 89, comma1, lettera h), del decreto legislativo n. 81 del 2008. 2. L’appaltatore ha l’obbligo di consegnare all’ente appaltante il Piano operativo di sicurezza nel rispetto delle vigenti disposizioni, prima della consegna dei lavori; se questo obbligo non viene rispettato l’amministrazione aggiudicatrice non procede alla consegna dei lavori e diffida l’appaltatore a ottemperare entro un termine massimo di 30 giorni, trascorso inutilmente il quale si procede alla risoluzione del contratto secondo le disposizioni vigenti; in tal caso l’amministrazione aggiudicatrice affida l’esecuzione dei lavori oggetto dell’appalto all’impresa che segue in graduatoria. 3. L’appaltatore ha l’obbligo, nei casi di immediata consegna dei lavori prima della stipula del relativo contratto ai sensi dell'articolo 46 della L.P. 26/93, di presentare il Piano operativo di sicurezza non oltre trenta giorni dalla consegna dei lavori; se questo obbligo non viene rispettato l'ente appaltante diffida l'appaltatore a ottemperare entro un termine massimo di trenta giorni, trascorso inutilmente il quale non si procede alla stipula del contratto e si affidano i lavori oggetto dell'appalto all'impresa che segue in graduatoria. 4. L’appaltatore ha l’obbligo di indicare, all’atto della consegna del Piano operativo di sicurezza, il direttore tecnico del cantiere responsabile del rispetto del piano. ART.32 OSSERVANZA E ATTUAZIONE DEI PIANI DI SICUREZZA 1. L’appaltatore è obbligato ad osservare le misure generali di tutela di cui all’articolo 15 del decreto legislativo n. 81 del 2008, con particolare riguardo alle circostanze e agli adempimenti descritti agli articoli 95, 96 e 97 e all’allegato XIII del predetto decreto legislativo n. 81 del 2008. 2. I piani di sicurezza, qualora previsti, devono essere redatti in conformità alle disposizioni del D.Lgs. 81/08 e s.m.. 3. L’impresa esecutrice è obbligata a comunicare tempestivamente prima dell’inizio dei lavori e quindi periodicamente, a richiesta del committente o del coordinatore, l’iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, l’indicazione dei contratti collettivi applicati ai lavoratori dipendenti e la dichiarazione circa l’assolvimento degli obblighi assicurativi e previdenziali. L’affidatario è tenuto a curare il coordinamento di tutte le imprese operanti nel cantiere, al fine di rendere gli specifici piani redatti dalle imprese subappaltatrici compatibili tra loro e coerenti con il piano presentato dall’appaltatore. In caso di associazione temporanea o di consorzio di imprese detto obbligo incombe all’impresa mandataria capogruppo. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del piano da parte di tutte le imprese impegnate nell’esecuzione dei lavori. 4. Il Piano di sicurezza e coordinamento costituisce parte integrante del contratto di appalto. Le gravi o ripetute violazioni dei piani stessi da parte dell’appaltatore, comunque accertate, previa formale costituzione in mora dell’interessato, costituiscono causa di risoluzione del contratto.

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CAPO VIII DISCIPLINA DEL SUBAPPALTO Art. 33 Subappalto 1. Le singole lavorazioni sono subappaltabili o affidabili in cottimo secondo le modalità specificate nel bando di gara e previste dall’art. 42 della L.P. 26/93, dall'art. 26 della lp 2/2016 e dal Capo IV del Titolo VI del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg e comunque nel rispetto della normativa statale di riferimento in relazione alle fattispecie penali. 2. Le lavorazioni sono subappaltabili ognuna per intero e con un unico contratto. Il mancato rispetto di questa disposizione comporta il diniego dell'autorizzazione al subappalto. Gli oneri per la sicurezza concorrono a determinare l’importo delle opere da subappaltare e non sono ribassabili rispetto ai prezzi unitari di contratto. 3. L’affidamento in subappalto è sottoposto alle seguenti condizioni:

a) che i concorrenti all'atto dell'offerta o, nel caso di varianti in corso di esecuzione, l'affidatario all'atto dell'affidamento abbiano indicato i lavori o le parti di opere oppure i servizi e le forniture o parti di servizi e forniture o le lavorazioni che intendono subappaltare e le relative categorie. L’omissione delle indicazioni sta a significare che il ricorso al subappalto o al cottimo non può essere autorizzato;

b) che l'affidatario depositi presso l'amministrazione aggiudicatrice una copia autentica del contratto di subappalto condizionato al rilascio dell'autorizzazione, contestualmente alla richiesta di autorizzazione al subappalto, e della dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali forme di controllo o di collegamento, a norma dell'articolo 2359 del codice civile, con l'affidatario del subappalto o del cottimo; in caso di raggruppamento temporaneo, di società o di consorzio la stessa dichiarazione dev'essere resa da ciascuno dei soggetti partecipanti; l'affidatario, inoltre, è tenuto a trasmettere copia dei contratti derivati stipulati con il subappaltatore, relativi all'uso di attrezzature o aree del cantiere o del luogo di esecuzione del servizio;

c) che al momento del deposito della richiesta di autorizzazione al subappalto l'affidatario trasmetta anche la certificazione attestante il possesso, da parte del subappaltatore, dei necessari requisiti di qualificazione in relazione alla prestazione subappaltata e la dichiarazione del subappaltatore attestante il possesso dei requisiti di ordine generale;

d) che nei confronti dell'affidatario del subappalto o del cottimo non sussista alcun divieto previsto dall'articolo 67 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136);

e) che nei confronti del subappaltatore non sussistano motivi di esclusione ai sensi dell'articolo 24.

4. Per l’autorizzazione al subappalto, al fine anche della dimostrazione della sussistenza delle condizioni previste dalla normativa vigente, l’appaltatore deve produrre la seguente documentazione:

DOCUMENTAZIONE DELL’IMPRESA AGGIUDICATARIA ¬ Richiesta in bollo di autorizzazione al subappalto, corredata di copia fotostatica di un documento di identità del sottoscrittore (qualora la domanda non sia firmata in presenza del dipendente addetto); ¬ Contratto di subappalto (o copia autentica) contenente: - indicazione dei prezzi unitari delle lavorazioni che si intendono subappaltare; per ciascun prezzo unitario deve essere indicato il

costo della voce relativa al personale, non soggetto a ribasso, e le ulteriori voci di costo, con il relativo ribasso. L'affidatario deve praticare, per le prestazioni affidate in subappalto, gli stessi prezzi unitari risultanti dall'aggiudicazione, con ribasso non superiore al 20 per cento. Le lavorazioni relative alla sicurezza non sono ribassabili rispetto ai prezzi unitari di contratto. Il costo complessivo del personale per le lavorazioni oggetto del contratto di subappalto non può essere inferiore a quello indicato in offerta per le medesime lavorazioni;

- la clausola sospensiva del contratto di subappalto in pendenza dell’autorizzazione da parte dell’amministrazione aggiudicatrice; - i costi delle misure adottate per eliminare o, ove ciò non sia possibile, ridurre al minimo i rischi in materia di salute e sicurezza

sul lavoro derivanti dalle interferenze delle lavorazioni, ai sensi dell’art. 26 del d.lgs. n.81 del 2008, nel contratto di subappalto devono essere specificamente indicati a pena di nullità ai sensi dell'articolo 1418 del codice civile. Tali costi non sono soggetti a ribasso;

- le seguenti clausole, ai sensi dell’art. 3, comma 9, della legge 136/2010, a pena di nullita': “Ciascuna delle parti, a pena di nullità del contratto, si assume gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla presente legge. Il contraente, qualora abbia notizia dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria di cui all’art.3 della L. 136/2010, procede a risolvere immediatamente il contratto corrente con la propria controparte e a darne tempestiva comunicazione al Commissariato del Governo di Trento.” ;

- la seguente clausola: “E’ previsto il pagamento diretto da parte dell’amministrazione aggiudicatrice in favore del subappaltatore ai sensi e con le modalità dell’art.26, comma 6 della lp 2/2016.”

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¬ Dichiarazione, resa ai sensi del dpr. 445 del 2000, circa la sussistenza o meno di forme di collegamento/controllo ai sensi dell’art. 2359 C.C. con l’impresa destinataria del subappalto. Analoga dichiarazione deve essere effettuata da ciascuno dei soggetti partecipanti nel caso di raggruppamento temporaneo, società o consorzio.

¬ Dichiarazione dell’appaltatore, resa ai sensi del dpr. 445/2000, attestante l’eseguita verifica dell’idoneità tecnico-professionale del subappaltatore, secondo le modalità di cui all’allegato XVII del D.Lgs. 9 Aprile 2008, n. 81.

DOCUMENTAZIONE DELL’IMPRESA DESTINATARIA DEL SUBAPPALTO ¬ dichiarazione, resa ai sensi del dpr. 445 del 2000, attestante l'assenza dei motivi di esclusione di cui all’art. 24 della l.p. 2/2016; ¬ Se impresa subappaltatrice è una società per azioni o una società in accomandita per azioni o una società a responsabilità limitata o una società cooperativa o consortile per azioni o a responsabilità limitata: ¬ Comunicazione, resa ai sensi del dpcm 11 maggio 1991, n. 187, relativa alla composizione societaria sia nominativa che per quote percentuali, all’esistenza di diritti reali di godimento o di garanzia sulle azioni con diritto di voto, ai soggetti muniti di procura irrevocabile che hanno esercitato il voto nelle assemblee societarie nell’ultimo anno antecedente la dichiarazione;

(Per subappalti di importo superiore ad Euro 150.000,00.=) ¬ attestazione SOA;

¬ Dichiarazione dell’appaltatore che i tempi previsti per le lavorazioni oggetto del contratto di subappalto sono compatibili e congrui con il programma dei lavori dell'appalto principale, mediante l'aggiornamento dello stesso, con impegno dell'appaltatore medesimo di produrre il programma dei lavori aggiornato al direttore lavori prima dell'inizio dei lavori subaffidati. (Per subappalti di importo superiore ad Euro 1.239.495,60.= (comprensivo dell’aumento del 20% di cui all’art.61 del d.p.r. 207/2010) ¬ certificazione sistema di qualità;

5. Il mancato rispetto delle condizioni previste dalla normativa vigente per l'autorizzazione al subappalto e per l'esecuzione dello stesso preclude l'autorizzazione al subappalto o ne comporta la revoca se è stata già emessa e può costituire motivo di risoluzione del contratto di appalto ai sensi dell'articolo 58.4 della legge provinciale, secondo l'apprezzamento del responsabile del procedimento. 6. Il subappalto e l’affidamento in cottimo devono essere autorizzati preventivamente all’inizio dei relativi lavori dalla Stazione appaltante, previa richiesta scritta dell’appaltatore; l’autorizzazione è rilasciata entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta; il termine per il rilascio dell’autorizzazione è di quindici giorni per i subappalti di importo inferiore al 2 per cento dell’importo delle prestazioni affidate o di importo inferiore a 100.000 euro. Tale termine può essere prorogato una sola volta ove ricorrano giustificati motivi; trascorso il medesimo termine, eventualmente prorogato, senza che l'amministrazione aggiudicatrice abbia provveduto, l’autorizzazione si intende concessa a tutti gli effetti qualora siano verificate tutte le condizioni di legge per l’affidamento in subappalto. Il termine per il rilascio dell’autorizzazione decorre dalla data di presentazione di tutta la documentazione necessaria. 7. Le lavorazioni previste in contratto con un’unica voce nella lista delle categorie non possono essere affidate in subappalto separando la posa in opera dalla fornitura, ad eccezione delle seguenti: _____________________________ 8. L’affidamento in subappalto è permesso nei confronti di associazioni di impresa. In tal caso, unitamente alla richiesta di autorizzazione al subappalto, deve essere prodotto anche il mandato collettivo speciale con rappresentanza, relativo all’associazione subaffidataria, conferito all’Impresa capogruppo dalle Imprese mandanti, nella forma di scrittura privata autenticata (o copia autenticata di esso) dal cui testo risulti espressamente: - che le imprese che assumono il subappalto si sono costituite in raggruppamento temporaneo tra loro; - che detto raggruppamento temporaneo fra imprese persegue il fine di eseguire lavori in subappalto, con espressa indicazione

dell’appalto principale nonchè dei lavori affidati in subappalto; - che l'esecuzione del subappalto determina la responsabilità solidale di tutte le imprese facenti parte del raggruppamento stesso nei

confronti dell’appaltatore committente oppure, se presentata da imprese costituite in raggruppamento temporaneo di tipo "verticale" o ai sensi dell'art. 92, comma 5 del d.p.r. 207/2010, determina, nei confronti dell’appaltatore committente, la responsabilità dell'Impresa capogruppo per la parte di opera dalla stessa assunta e la responsabilità dell'Impresa capogruppo e delle Imprese mandanti per le parti di opera da queste ultime assunte;

- che il mandato stesso è gratuito ed irrevocabile e che la sua revoca per giusta causa non ha effetti nei confronti dell’appaltatore committente;

- che all'Impresa capogruppo spetta la rappresentanza esclusiva, anche processuale, delle Imprese mandanti nei confronti dell’appaltatore committente in relazione al subappalto, anche dopo il collaudo (o certificato di regolare esecuzione) dei lavori principali fino all'estinzione di ogni rapporto;

- la quota di partecipazione al raggruppamento di ciascuna impresa riunita, in relazione all’obbligo stabilito 37, comma 5 quater della l.p.

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26/1993, qualora non risulti da ulteriore documentazione presentata. 9. É considerato subappalto anche qualsiasi contratto avente a oggetto attività che richiedono l'impiego di manodopera nel luogo di esecuzione del contratto, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, se l'incidenza del costo della manodopera e del personale è superiore al 50 per cento dell'importo del contratto da affidare e se queste attività, singolarmente, risultano d'importo superiore al 2 per cento dell'importo delle prestazioni affidate o d'importo superiore a 100.000 euro. 10. La amministrazione aggiudicatrice verifica che nei contratti sottoscritti con i subappaltatori e i subcontraenti della filiera delle imprese a qualsiasi titolo interessate ai lavori, ai servizi e alle forniture di cui al comma 1 sia inserita, a pena di nullità assoluta, un'apposita clausola con la quale ciascuno di essi assume gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla presente legge. ART. 34 RESPONSABILITÀ IN MATERIA DI SUBAPPALTO

1. L’appaltatore resta in ogni caso responsabile nei confronti della amministrazione aggiudicatrice per l’esecuzione delle opere oggetto di subappalto, sollevando la amministrazione aggiudicatrice medesima da ogni pretesa dei subappaltatori o da richieste di risarcimento danno avanzate da terzi in conseguenza all’esecuzione di lavori subappaltati. 2. Il subappalto non autorizzato comporta le sanzioni penali previste dall’art.21 del D.Lgs. n.646 del 1982 (ammenda fino a un terzo dell’importo dell’appalto, arresto da sei mesi ad un anno). 3. L'appaltatore deve comunicare alla Compagnia assicurativa presso la quale è stata stipulata la polizza C.A.R., ai fini della validità della copertura assicurativa, la presenza di subappaltatori in cantiere, prima che questi diano inizio alle lavorazioni subappaltate. L'appaltatore è tenuto a dare notizia di tale comunicazione all'amministrazione aggiudicatrice. ART.35 PAGAMENTO DEI SUBAPPALTATORI 1. L'amministrazione aggiudicatrice procede al pagamento diretto del subappaltatore, in occasione dello stato di avanzamento e in base a quanto ammesso in contabilità dalla direzione dei lavori. 2. Sugli importi da liquidare al subappaltatore sono operate le ritenute dell'art. 43, comma 4 della lp 26/1993. Le ritenute sono svincolate con il pagamento a saldo del subappaltatore. 3. Se l'appaltatore, in corso di esecuzione, comunica alla direzione dei lavori contestazioni in ordine alla regolare esecuzione del subappalto e se le eventuali contestazioni sono accertate dalla direzione dei lavori, l'amministrazione aggiudicatrice procede al pagamento della parte non contestata. Non sono opponibili dall'appaltatore altre cause di sospensione del pagamento diretto del subappaltatore. L'importo trattenuto destinato al subappaltatore può essere liquidato previa soluzione delle contestazioni, accertata dalla direzione lavori ed annotata begli atti contabili. ART. 35B SUBAFFIDAMENTI 1. L'appaltatore deve comunicare all'amministrazione aggiudicatrice i dati relativi a tutti i subcontratti stipulati per l'esecuzione dell'appalto, sottoposti agli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari previsti dalla legge 13 agosto 2010, n. 136, con il nome del subcontraente, l'importo del contratto, l'oggetto della prestazione affidata e la dichiarazione che non sussiste, nei confronti dell'appaltatore, alcun divieto previsto dall'articolo 67 del decreto legislativo n. 159 del 2011. Il regolare pagamento da parte dell'appaltatore delle prestazioni eseguite dai subcontraenti costituisce adempimento contrattuale.

2. Il fornitore dell'appaltatore e del subappaltatore, e il subcontraente possono comunicare all'amministrazione aggiudicatrice e contestualmente all'appaltatore il mancato pagamento di prestazioni regolarmente eseguite, non contestate, risultanti da contratto scritto connesso con il contratto di appalto, nonché d'importo singolarmente pari o superiore a 2.500 euro.

3. Il responsabile del procedimento invita l'appaltatore o il subappaltatore a comunicare le proprie controdeduzioni o a depositare le fatture quietanzate entro un termine non inferiore a 15 giorni; in tale periodo resta comunque sospeso il pagamento dello stato avanzamento lavori successivo.

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4. Se la prestazione non pagata è stata eseguita nei confronti dell'appaltatore, l'amministrazione aggiudicatrice, decorso inutilmente il termine previsto dal comma 3, sospende il pagamento dello stato di avanzamento dell'appalto principale per una somma corrispondente alle fatture inevase. 5. Se la prestazione non pagata è stata eseguita nei confronti del subappaltatore, l'amministrazione aggiudicatrice, decorso inutilmente il termine previsto dal comma 3, sospende il pagamento del subappalto in caso di pagamento diretto o, negli altri casi, può disporre la decadenza dell'autorizzazione di cui all'articolo 42 della lp 26/1993, dandone contestuale segnalazione ad ANAC . 6. L'amministrazione aggiudicatrice procede al pagamento della somma sospesa di cui ai commi 4 e 5 solo previa trasmissione delle fatture quietanzate del subaffidatario o specifica liberatoria del medesimo. CAPO IX DISPOSIZIONI IN MATERIA DI LAVORATORI ART.36 IDENTIFICABILITA' DEI LAVORATORI 1. L’appaltatore e gli eventuali subappaltatori devono munire il personale occupato di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro. I lavoratori sono tenuti ad esporre detta tessera di riconoscimento. Tale obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi che esercitano direttamente la propria attività nei cantieri, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto, ovvero nei confronti dei datori di lavoro con meno di dieci dipendenti. Lo schema della tessera di riconoscimento e le sue modalità di emissione sono allegate al verbale di consegna lavori. 2. L'appaltatore ha l’obbligo della tenuta del Libro del personale ai fini della sicurezza e della regolarità del lavoro di cui all'articolo 43 della legge, di seguito denominato “libro" utilizzando i modelli predisposti dalla Provincia. Nel libro sono riportati i contenuti previsti dall’art. 106 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9- 84/Leg. ART.37 TUTELA DEI LAVORATORI 1. L'appaltatore e gli eventuali subappaltatori si obbligano ad applicare o far applicare integralmente, nei confronti di tutti i lavoratori dipendenti impiegati nell'esecuzione dell'appalto, anche se assunti al di fuori della provincia di Trento condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro per i dipendenti del settore relativo ai lavori pubblici affidati, vigenti in provincia di Trento durante il periodo di svolgimento degli stessi, compresa, se prevista da questi contratti collettivi, l'iscrizione alla Cassa edile della provincia autonoma di Trento. Le medesime condizioni devono essere garantite ai soci lavoratori dipendenti da società cooperative. 2. L'appaltatore e gli eventuali subappaltatori sono tenuti ad osservare le norme e prescrizioni delle leggi e dei regolamenti in materia di tutela, sicurezza e salute, assicurazione, previdenza e assistenza dei lavoratori, assolvendo agli obblighi previdenziali, assicurativi e fiscali nei confronti degli enti preposti. 3. L’appaltatore è obbligato in solido con l’eventuale subappaltatore a corrispondere ai lavoratori del subappaltatore medesimo i trattamenti retributivi e i connessi contributi previdenziali e assicurativi dovuti. Tale responsabilità è estesa anche all’effettuazione e al versamento delle ritenute fiscali dovute. 4. A garanzia dell’osservanza degli obblighi di cui ai commi precedenti relativamente all’appaltatore ed agli eventuali subappaltatori, sull'importo netto progressivo dei lavori è operata una ritenuta dello 0,5 per cento. Le ritenute possono essere svincolate soltanto dopo la liquidazione del conto finale, previa approvazione del certificato di regolare esecuzione e comunque qualora le eventuali irregolarità riscontrate siano state sanate. L'amministrazione può disporre il pagamento a valere sulle ritenute di cui al presente comma, di quanto dovuto per le inadempienze rispetto agli obblighi di cui al presente articolo, accertate dagli enti competenti che ne richiedano il pagamento nelle forme di legge, ovvero al pagamenti dei dipendenti con riferimento al solo appaltatore e salvo le maggiori responsabilità dell'appaltatore medesimo. 5. In caso di ritardo nel pagamento delle retribuzioni dovute al personale dipendente dell’appaltatore, il responsabile del procedimento invita per iscritto il soggetto inadempiente a provvedervi entro i successivi quindici giorni. Decorso infruttuosamente il suddetto termine e ove non sia stata contestata formalmente e motivatamente la legittimità della richiesta entro il termine sopra assegnato, le amministrazioni aggiudicatici possono pagare anche in corso d’opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate, detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’appaltatore ad ogni stato di avanzamento. I pagamenti eseguiti sono provati dalle quietanze predisposte a cura del responsabile del procedimento e sottoscritte dagli interessati. Per gli adempimenti connessi ai pagamenti disposti ai sensi del presente comma, nel caso di contestazioni, il responsabile del procedimento si avvale della struttura competente in materia di lavoro.

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6. L'amministrazione aggiudicatrice provvede al pagamento del corrispettivo dovuto all'appaltatore a titolo di acconto, previa verifica degli adempimenti connessi con le prestazioni di lavoro dipendente concernenti l’esecuzione dei lavori, mediante consegna da parte dell’appaltatore del documento unico di regolarità contributiva positivo riferito all’appaltatore e agli eventuali subappaltatori, nonché la dichiarazione di regolarità retributiva rilasciata dall’autorità competente, nei confronti degli eventuali subappaltatori che abbiano concluso i lavori in subappalto nel periodo di riferimento dello stato di avanzamento. L’appaltatore comunica all’amministrazione aggiudicatrice la data di inizio e di fine di ciascun subappalto entro dieci giorni dal suo termine; nel medesimo termine l’amministrazione aggiudicatrice chiede all’autorità competente la dichiarazione di regolarità di retributiva nei confronti del subappaltatore. La dichiarazione è rilasciata entro trenta giorni dalla richiesta, decorsi inutilmente i quali si intende concessa. Nel caso in cui, con riferimento al solo subappaltatore, la struttura provinciale competente in materia di lavoro non provvede all’accertamento definitivo della regolarità retributiva, per mancanza di dati o impossibilità di reperirli e conseguentemente archivia il procedimento senza l’accertamento, l’amministrazione aggiudicatrice procede ugualmente alla liquidazione del pagamento nei confronti dell’appaltatore. In tal caso è necessario acquisire la preventiva richiesta di pagamento da parte dell’appaltatore corredata dalla dichiarazione dell’effettiva impossibilità di reperire la documentazione necessaria per la verifica di regolarità nonché dall’impegno di provvedere al diretto adempimento Per il pagamento del saldo è richiesta tutta la documentazione prevista per il pagamento degli acconti nonché la dichiarazione di regolarità retributiva rilasciata dall’autorità competente, nei confronti dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori che hanno concluso i lavori in subappalto successivamente all’ultimo S.A.L. liquidato. 7. Con riferimento ai pagamenti in acconto, il documento unico di regolarità contributiva (D.U.R.C.) è richiesto per i seguenti soggetti: - impresa o ATI appaltatrice; nel caso di A.T.I. il D.U.R.C. è richiesto nei confronti delle imprese che hanno effettivamente operato nel periodo considerato dal S.A.L.; - imprese subappaltatrici che hanno eseguito i lavori in subappalto durante il periodo considerato dal S.A.L.. Per le imprese subappaltatrici che hanno concluso i lavori nel periodo di riferimento del S.A.L., il relativo D.U.R.C. è richiesto con riferimento alle date di effettivo svolgimento dei lavori, come dichiarata dall’appaltatore ed accertata dal direttore lavori. 8. Con riferimento al pagamento del saldo, il D.U.R.C. è chiesto con riferimento all’impresa o all’A.T.I. appaltatrice nonché ai subappaltatori che hanno concluso i lavori in subappalto successivamente all’ultimo S.A.L. liquidato. 9. Per il pagamento degli stati di avanzamento dei lavori, il D.U.R.C. deve recare date di riferimento per le posizioni certificate uguali o posteriori alla data finale del periodo di tempo considerato dallo stato di avanzamento; per il pagamento del saldo finale, il D.U.R.C. deve recare date di riferimento per le posizioni certificate uguali o posteriori alla data ultima effettiva di conclusione dell’opera, comprensiva degli eventuali lavori richiesti dall’organo di collaudo. 10. L’amministrazione aggiudicatrice procede all’acquisizione d’ufficio del Documento unico di regolarità contributiva e dell’attestazione di regolarità retributiva. A tal fine l’appaltatore è tenuto a fornire, in sede di stipulazione del contratto e in sede esecutiva, informazioni veritiere, tempestive e complete atte a consentire all’amministrazione aggiudicatrice l’ottenimento del predetto documento da parte dei soggetti competenti. CAPO X CONTROVERSIE E RISOLUZIONE DEL CONTRATTO ART.38 CONTROVERSIE 2. Le riserve iscritte dall’appaltatore sui documenti contabili sono esaminate e valutate secondo le modalità previste dall’art. 58. 12 della l.p. 26/1993. Qualora l’accordo bonario non venga raggiunto, il foro competente è quello di Trento. E’ escluso l’arbitrato. 2. Sulle somme riconosciute ai sensi del comma 1, gli interessi legali cominciano a decorrere 60 giorni dopo la data di sottoscrizione dell’accordo bonario, previamente approvato dalla stazione appaltante. 3. Nelle more della risoluzione delle controversie l’appaltatore non può comunque rallentare o sospendere i lavori, né rifiutarsi di eseguire gli ordini impartiti dalla stazione appaltante. 4. Qualora l’importo delle riserve iscritte nei documenti contabili non soddisfi le condizioni di cui al comma 1, la definizione delle stesse riserve verrà rinviata a collaudo. 5. Le domande che fanno valere pretese già oggetto di riserva non possono essere proposte per importi maggiori rispetto a quelli quantificati nelle riserve stesse.

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ART.39 CAUSE ESPRESSE DI RISOLUZIONE DEL CONTRATTO 1. La stazione appaltante può risolvere il contratto, oltre che nei casi previsti dagli artt. 58.3 e 58.4 della L.P. 26/1993 anche nei seguenti casi: a) quando risulti accertato il mancato rispetto delle ingiunzioni o diffide fattegli dal direttore dei lavori, nei termini imposti dagli stessi provvedimenti, in relazione alla violazione delle norme sostanziali sul subappalto; b) nel caso di mancato rispetto delle ingiunzioni fattegli dalla stazione appaltante nei modi e nei termini previsti dall’articolo 58.4 della L.P. 26/1993 con le modalità precisate con il presente articolo, per il ritardo nell’inizio o per ingiustificata sospensione dei lavori o per il ritardo rispetto al programma di esecuzione dei lavori, inadempienza che, in relazione alle caratteristiche e alle finalità dell’appalto, viene contrattualmente configurata come negligenza grave o contravvenzione da parte dell’appaltatore agli obblighi alle condizioni stipulate; c) nel caso di gravi mancanze rispetto della normativa sulla sicurezza e la salute dei lavoratori di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008 e delle ingiunzioni fattegli al riguardo dal coordinatore della sicurezza. 2. Nei casi di risoluzione del contratto in conformità di quanto previsto dall’articolo 58.4 della L.P. 26/1993, la comunicazione della decisione assunta dalla stazione appaltante è fatta all’appaltatore nella forma dell’ordine di servizio o della raccomandata con avviso di ritorno, con contestuale indicazione della data alla quale avrà luogo l’accertamento dello stato di consistenza dei lavori. 3. La stazione appaltante nel comunicare all’appaltatore la determinazione di risoluzione del contratto, dispone con un preavviso di almeno 20 giorni la redazione dello stato di consistenza dei lavori, all’inventario dei materiali, delle attrezzature e dei mezzi d’opera esistenti in cantiere, nonché l’accertamento di quali di tali materiali, attrezzature e mezzi d’opera debbono essere mantenuti a disposizione della stazione appaltante per l’eventuale riutilizzo e alla determinazione del relativo costo. 4. In sede di liquidazione finale dei lavori dell’appalto risolto è determinato l’onere da porre a carico dell’appaltatore inadempiente in relazione alla maggiore spesa sostenuta per affidare ad altra impresa i lavori, ove la stazione appaltante non si sia avvalsa delle facoltà previste dall’art. 58.8 della L.P. 26/1993. CAPO XI DISPOSIZIONI PER L'ULTIMAZIONE DEI LAVORI ART.40 ULTIMAZIONE DEI LAVORI E GRATUITA MANUTENZIONE 1. Al termine dei lavori e in seguito a comunicazione formale dell’appaltatore, il direttore dei lavori, effettuati i necessari accertamenti in contraddittorio con l’appaltatore della regolarità dell’opera eseguita, redige il certificato di ultimazione dei lavori. 2. Il certificato di ultimazione può prevedere l'assegnazione di un termine perentorio, non superiore a sessanta giorni, per il completamento di lavorazioni di piccola entità, accertate da parte del direttore dei lavori come del tutto marginali e non incidenti sull'uso e sulla funzionalità dei lavori. Il mancato rispetto di questo termine comporta l’inefficacia del certificato di ultimazione e la necessità di redazione di nuovo certificato che accerti l'avvenuto completamente delle lavorazioni sopraindicate. 3. In sede di accertamento sommario, senza pregiudizio di successivi accertamenti, sono rilevati e verbalizzati eventuali vizi di difformità di costruzione che l’impresa appaltatrice è tenuta a eliminare a sue spese nel termine fissato e con le modalità prescritte dal direttore dei lavori, fatto salvo il risarcimento del danno dell’ente appaltante. In caso di ritardo nel ripristino, oltre il termine indicato nel certificato di ultimazione, si applica la penale per i ritardi prevista dall’apposito articolo del presente Capitolato speciale di appalto, proporzionale all’importo della parte dei lavori che direttamente e indirettamente traggono pregiudizio dal mancato ripristino e comunque all’importo non inferiore a quello dei lavori di ripristino. 4. Dalla data del verbale di ultimazione dei lavori decorre il periodo di gratuita manutenzione; tale periodo cessa con l’approvazione del certificato di regolare esecuzione da parte dell’ente appaltante, da effettuarsi entro i termini previsti dall’art. 41. ART.41 TERMINI PER IL COLLAUDO ED ACCERTAMENTO DI REGOLARE ESECUZIONE 1. Il collaudo tecnico amministrativo è sostituito da un certificato del direttore dei lavori che attesti la regolare esecuzione dei lavori quando la spesa risultante dal conto finale, al netto del ribasso, non superi l'importo di 500.000 euro. 2. Il certificato di regolare esecuzione deve essere emesso entro tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori. Il collaudo tecnico amministrativo, qualora necessario o richiesto, verrà effettuato entro il termine di un anno dall’ultimazione dei lavori accertata dal certificato del direttore dei lavori. 3. Nel caso che, su richiesta dell’amministrazione venga nominato un collaudatore in corso d’opera, visite dei collaudo in corso

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d'opera e/o parziali saranno effettuate anche durante l’esecuzione dei lavori. 4. Nel caso di difetti o mancanze riscontrate nei lavori all’atto della visita di collaudo, l’appaltatore è tenuto ad eseguire i lavori di riparazione o di completamento ad esso prescritti dal collaudatore nei termini stabiliti dal medesimo. Il certificato di collaudo non potrà essere rilasciato prima che l’appaltatore abbia accuratamente riparato, sostituito o completato quanto indicato dal collaudatore. Il periodo necessario alla predetta operazione non potrà essere considerato ai fini del calcolo di eventuali interessi per il ritardato pagamento. 5. Oltre agli oneri di cui 193 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., sono ad esclusivo carico dell’appaltatore le spese di visita del personale della stazione appaltante per accertare l’intervenuta eliminazione dei difetti e delle mancanze riscontrate dall’organo di collaudo ovvero per le ulteriori operazioni di collaudo rese necessarie dai difetti o dalle stesse mancanze. Tali spese sono prelevate dalla rata di saldo da pagare all’appaltatore. ART.42 PRESA IN CONSEGNA DEI LAVORI ULTIMATI 1. La stazione appaltante si riserva di prendere in consegna parzialmente o totalmente le opere realizzate, alle condizioni di cui all’art. 199 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg.. 2. Qualora la stazione appaltante si avvalga di tale facoltà, che viene comunicata all’appaltatore per iscritto, lo stesso appaltatore non può opporvisi per alcun motivo, né può reclamare compensi di sorta. 3. Egli può richiedere che sia redatto verbale circa lo stato delle opere, onde essere garantito dai possibili danni che potrebbero essere arrecati alle opere stesse. 4. La presa di possesso da parte della stazione appaltante avviene nel termine perentorio fissato dalla stessa per mezzo del direttore dei lavori o per mezzo del responsabile del procedimento, in presenza dell’appaltatore o di due testimoni in caso di sua assenza. 5. Qualora la stazione appaltante non si trovi nella condizione di prendere in consegna le opere dopo l’ultimazione dei lavori, l’appaltatore non può reclamare la consegna ed è altresì tenuto alla gratuita manutenzione fino ai termini previsti dal presente Capitolato speciale di appalto. 6. La stazione appaltante può disporre lo sgombero in maniera tempestiva del suolo pubblico e di uso pubblico, delle aree di cantiere e di deposito, mediante ordine di servizio del responsabile del procedimento, su richiesta del direttore dei lavori, per necessità inerenti all'agibilità dell'opera. Lo sgombero avviene previa ricognizione da parte della direzione lavori e dell’organo di collaudo, se costituito, per garantire la sicurezza e l’agibilità dei luoghi, pur restando a completo carico dell'impresa la manutenzione dell'opera. CAPO XII NORME FINALI ART.43 QUALITA' E ACCETTAZIONE DI MATERIALI IN GENERE 1. I materiali da impiegare per i lavori compresi nell’appalto devono corrispondere, come caratteristiche, a quanto stabilito nelle leggi e nei regolamenti ufficiali vigenti in materia; in mancanza di particolari prescrizioni, devono essere delle migliori qualità esistenti in commercio, in rapporto alla funzione cui sono destinati; in ogni caso i materiali, prima della posa in opera, devono essere riconosciuti idonei e accettati dalla direzione lavori, anche in seguito di specifiche prove di laboratorio o di certificazioni fornite dal produttore. 2. Qualora la direzione dei lavori rifiuti una qualsiasi provvista di materiali in quanto non adatta all’impiego, l’impresa deve sostituirla con altra che corrisponda alle caratteristiche volute; i materiali rifiutati devono essere allontanati immediatamente dal cantiere a cura e a spese della stessa impresa. 3. In materia di accettazione dei materiali, qualora eventuali carenze di prescrizione comunitarie (dell’Unione Europea) nazionali e regionali, ovvero la mancanza di precise disposizioni nella descrizione contrattuale dei lavori possono dare luogo a incertezze circa i requisiti dei materiali stessi, la direzione lavori ha facoltà di ricorrere all’applicazione di norme speciali, ove esistano, siano esse nazionali o estere.

4. Entro 60 giorni dalla consegna dei lavori o, in caso di materiali o prodotti di particolare complessità, almeno 60 giorni prima del loro utilizzo, l’appaltatore presenta alla direzione dei lavori, per l’approvazione, la campionatura completa di tutti i materiali, manufatti, prodotti, ecc. previsti o necessari per dare finita in ogni sua parte l’opera oggetto dell’appalto. 5. L’accettazione dei materiali da parte della direzione dei lavori non esenta l’appaltatore dalla totale responsabilità della riuscita delle opere, anche per quanto può dipendere dai materiali stessi.

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ART.44 ONERI ED OBBLIGHI DIVERSI A CARICO DELL'APPALTATORE 1. L'appaltatore dovrà provvedere a dirigere, in cantiere, i lavori per il tramite del proprio titolare o di un suo rappresentante debitamente delegato, di riconosciuta competenza; dovrà impiegare materiale di buona qualità ed eseguire le opere a regola d'arte, secondo i requisiti richiesti; dovrà eseguire direttamente i lavori principali, adottando impianti e attrezzature adeguate: qualora faccia ricorso a ditte specializzate per opere minori particolari, risponderà direttamente della buona e regolare esecuzione dei lavori. 2. E' obbligo dell'appaltatore di adottare nell'esecuzione dei lavori tutti i provvedimenti e le cautele necessarie, sui posti di lavoro o in vicinanza di essi, per garantire l'incolumità delle persone. L'appaltatore risponderà totalmente e incondizionatamente della stabilità dell'opera sia civilmente sia penalmente tenendo sollevate e indenni, per qualsiasi infortunio o evenienza, anche nei confronti di terzi, sia l'amministrazione che la direzione dei lavori, i cui compiti e responsabilità sono quelli indicati dal D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg.; egli risponderà pure di tutte le opere da esso eseguite o fornite sia rispetto alla stabilità, alla rispondenza ai dati di progetto e alla loro perfetta riuscita, sia rispetto alla sicurezza delle persone addette e non addette ai lavori, sia ancora rispetto ai danni che potessero derivare alle parti di costruzioni già eseguite o di terzi o a beni di terzi ivi comprese le aree oggetto di occupazioni temporanee. Qualunque danno o ammenda derivante dall'esecuzione delle opere appaltate sarà perciò a carico dell'appaltatore. 3. Oltre agli oneri generali prescritti dal D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. e a quelli particolari inerenti alle singole operazioni, da eseguirsi in base al presente Capitolato speciale di appalto, sono a totale ed esclusivo carico e spese dell'appaltatore e compresi nel corrispettivo di appalto i seguenti oneri o obblighi: a) L'esecuzione di tutte le opere e provviste occorrenti per l'apprestamento del cantiere, se non già previste nel piano di sicurezza e di coordinamento, quali: - protezione e recinzione in genere, atte a impedire un facile accesso agli estranei; - passaggi e allacciamenti stradali provvisori, ma in modo da rendere sicuri il transito e la circolazione dei veicoli e delle persone addette ai lavori e che comunque siano autorizzate ad accedervi; - baraccamenti per il ricovero degli operai con i rispettivi spogliatoi e servizi igienico-sanitari; - tettoie per il deposito di materiali e per gli uffici di cantiere dell'impresa stessa e della direzione dei lavori, dotate di telefono e di idoneo sistema di riscaldamento per la stagione invernale, comprese le spese di esercizio; - allacciamenti provvisori di acqua, di luce elettrica e di forza motrice, canalizzazioni e simili necessari per il funzionamento del cantiere, e le spese per le utenze e i consumi dipendenti dai sopraddetti servizi; - la fornitura di tutte i materiali di consumo, attrezzi utensili, carburanti, lubrificanti, ecc., necessari per l'esecuzione dei lavori, manutenzione segnaletica e sicurezza del lavoro; - l'adozione di tutti i provvedimenti e cautele necessarie per garantire l'incolumità degli operai e delle persone, addetti ai lavori, e dei terzi comunque presenti o passanti dal luogo di lavoro e per evitare danni ai beni pubblici o di interesse pubblico e privato; - l’osservanza delle norme emanate in materia di sicurezza e di salute da osservare nei luoghi di lavoro e/o nei cantieri temporanei o mobili; b) L'installazione e l'impiego di tutte le attrezzature e i mezzi d'opera adeguati per il funzionamento con efficienza e modernità del cantiere, il quale dovrà essere attrezzato con impianti e macchinari in numero e potenzialità tali per una corretta, buona e tempestiva esecuzione delle opere appaltate con risultati efficaci; la compatibilità dei mezzi impiegati con il tipo di lavoro da eseguirsi e con la sicurezza della viabilità stradale; tali mezzi sono comunque soggetti, prima dell'uso, al preventivo benestare della direzione lavori. c) La prestazione gratuita degli strumenti occorrenti e di personale esperto per effettuare tracciamenti, picchettazioni, apposizione di capisaldi, livellazioni, misurazioni, rilevamenti, verifiche, saggi, accertamenti dei lavori relativi alle operazioni di consegna, attività di supporto alle operazioni di misurazione per la contabilità e di collaudo. d) La fornitura di fotografie delle opere in corso, in numero e dimensioni idonei a documentare tutte le lavorazioni realizzate, fermo restando ulteriori e specifiche richieste che potranno essere avanzate dalla direzione lavori. e) L'appaltatore è tenuto ad effettuare a proprie spese, nel corso dell'esecuzione dei lavori, le indagini di controllo e verifica che la direzione dei lavori o l’organo di collaudo, se costituito, riterranno necessarie, anche ai sensi del D.M. 11 marzo 1988 e s.m., nonché a controllo dei materiali impiegati o da impiegarsi (acciaio, leganti e conglomerati cementizi e bituminosi, miscele inerti e quanto altro aggiudicato opportuno dalla direzione lavori). La direzione lavori o l’organo di collaudo possono stabilire che talune prove siano effettuate avvalendosi di istituti e laboratori di prova, ufficialmente riconosciuti, con oneri a carico dell’appaltatore. f) La custodia e la sorveglianza diurna e notturna del cantiere di lavoro, dei materiali e dei mezzi d'opera, anche in periodo di sospensione dei lavori e nei giorni di sosta dei lavori per festività, con il personale necessario; ogni responsabilità per sottrazioni o danni, che comunque si verificassero (anche in periodo di sospensione dei lavori), per colpa di chiunque, ai materiali approvvigionati e posti in opera o comunque presenti in cantiere resta a carico dell'appaltatore fino alla ultimazione dei lavori. La custodia del cantiere deve essere affidata a persone provviste della qualifica di "guardia particolare giurata" (Art. 22 della Legge 13 settembre 1982, n. 646). L'appaltatore è obbligato a sostituire, a sua cura e spese, i materiali sottratti, danneggiati e ad eseguire la riparazione conseguente. In particolare per le pavimentazioni bituminose e cementizie e per i giunti di dilatazione, l'appaltatore dovrà provvedere alla manutenzione, fino ad approvazione del certificato di regolare esecuzione, rispettando tutte le precauzioni necessarie per non intralciare o rendere pericoloso il traffico, rimanendo comunque tenuto all'osservanza delle norme di legge sulla circolazione e l'incolumità pubblica, addossandosi ogni responsabilità sia civile che penale. La manutenzione importa l'obbligo della conservazione della pavimentazione (e quindi degli elementi che ne fanno parte integrante, tipo i giunti di dilatazione) in ottima efficienza, assicurando alla stessa la completa regolarità della sagoma tanto in senso longitudinale

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quanto in quello trasversale. Gli interventi di manutenzione dovranno essere immediati, a semplice richiesta verbale della direzione lavori, la quale, in caso di mancato adempimento entro 48 ore dall'invito scritto si riserva di provvedere d'ufficio addebitando all'appaltatore la spesa sostenuta e gli eventuali danni subiti; per ragioni particolari di stagione o per altre cause potranno essere tollerati provvedimenti di carattere provvisorio, procedendo poi appena possibile alla sistemazione definitiva. g) Non verrà accordato all'appaltatore alcun indennizzo per perdite, avarie o danni che si verificassero durante il corso dei lavori. Per i casi di forza maggiore si applicano le disposizioni dall’art.109 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., I danni riconosciuti esclusivamente di forza maggiore perché provocati da eventi eccezionali saranno compensati dall'appaltatore ai sensi e nei limiti stabiliti dall’art.109 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., sempre che i lavori siano stati misurati e iscritti nel libretto restando peraltro ferme le disposizioni ivi prescritte per quanto riguarda la negligenza dell'appaltatore. Sono perciò a carico esclusivo dell'appaltatore sia i lavori occorrenti per rimuovere il corroso da invasione di acque provocate dall'appaltatore sia per riparare guasti imputabili a negligenze dell'appaltatore o delle persone delle quali è tenuto a rispondere che non abbiano osservato le regole d'arte e le prescrizioni della direzione lavori. Nessun compenso è dovuto per danni o perdite di materiali non ancora posti in opera, di utensili, di ponti di servizio. Nessun indennizzo o maggiore compenso sarà riconosciuto all’appaltatore per scoscendimenti, le solcature e altri guasti alle scarpe degli scavi e dei rilevati, gli interramenti degli scavi stessi e delle cunette, causati da precipitazioni anche di eccezionale intensità. Pertanto l’appaltatore dovrà provvedere in ogni caso alle riparazioni ed alle attività di ripristino conseguenti ai predetti eventi, a sua cura e spese. h) La fornitura ed il mantenimento in efficienza di tutta la segnaletica di deviazione installata e/o consegnata mediante verbale, per tutto il periodo di durata dei lavori, in conformità alle disposizioni vigenti, intendendo compresi, se del caso, anche gli eventuali impianti semaforici e/o altre segnalazioni luminose richieste dalla stazione appaltante, salvo diversa espressa previsione. L'amministrazione pertanto rimane sollevata da ogni e qualsiasi responsabilità civile e penale per danni alle persone e alle cose, derivanti da deficienze in materia. Soltanto nel caso di lavori di manutenzione ordinaria di carattere eccezionale non ricorrente, l'amministrazione provvederà anche al mantenimento in efficienza di tutta la segnaletica di deviazione installata. i) La protezione delle opere: l'Impresa dovrà provvedere all'idonea protezione dagli agenti atmosferici, anche mediante capannoni, di quei lavori le cui operazioni dovranno essere eseguite all'asciutto e/o al riparo e all'adozione di ogni provvedimento necessario per evitare di pregiudicare il risultato e l'efficacia di dette operazioni, restando a carico dell'appaltatore l'obbligo del risarcimento di eventuali danni conseguenti a mancato o insufficiente rispetto della presente prescrizione. j) La direzione del cantiere: l'appaltatore dovrà affidare, per tutta la durata dei lavori, la direzione del cantiere ad un tecnico abilitato iscritto agli albi professionali, e dovrà altresì assumere tecnici esperti ed idonei per tutta la durata dei lavori, in modo che gli stessi possano essere condotti con perizia e celerità secondo le direttive dell'ufficio dirigente. L'appaltatore dovrà comunicare per iscritto alla stazione appaltante, prima dell'inizio dei lavori, il nominativo del direttore del cantiere e l'accettazione di questi; dovrà inoltre comunicare per iscritto alla stazione appaltante ogni sostituzione che si dovesse verificare. Inoltre l'appaltatore è tenuto a specificare se il direttore di cantiere svolge anche le mansioni di responsabile della sicurezza ai sensi del D.Lgs 81 del 2008 ovvero, se tale compito è stato affidato ad un soggetto distinto, l’appaltatore ha l'obbligo di comunicarne il nominativo nonché l'accettazione per iscritto da parte dello stesso affidatario. k) L'osservanza dei regolamenti edilizi comunali ed il provvedere a tutti gli adempimenti e relativi oneri nei confronti delle autorità amministrative (ivi compresa l’autorità per la vigilanza sui lavori pubblici), enti ed associazioni aventi il compito di esercitare controlli di qualsiasi genere e di rilasciare licenze di esercizio, come ad esempio V.V.F., Ministero degli Interni, Uffici Comunali e Prefettizi, UTIF, CEI, SIT, ENEL, TELECOM (o altri concessionari di telefonia), ISPESLL, Aziende erogatrici ecc.. L’appaltatore è tenuto, a proprie spese, ad adeguarsi alle prescrizioni imposte dai predetti enti nonché ad adottare tutti gli accorgimenti necessari e conseguenti. l) Denunciare a norma dell’art.110 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg., all'Ente appaltante le scoperte che venissero effettuate nel corso dei lavori di tutte le cose di interesse archeologico, storico, artistico, paleontologico, ecc. o soggette comunque alle norme del D.Lgs. 29 ottobre 1999, n. 490. L'ente appaltante ha soltanto la figura di scopritore, nei confronti dello Stato, coi connessi diritti e obblighi. L'appaltatore dovrà provvedere alla conservazione temporanea delle cose scoperte, lasciandole nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute in attesa degli accertamenti della competente autorità, al loro prelevamento e trasporto, con le necessarie cautele e alla loro conservazione e custodia in adatti locali, dopo che la sovrintendenza competente ne avrà autorizzato il trasporto. L'ente appaltante sarà tenuto al rimborso delle spese verso l'appaltatore a norma dell'art. 35 del Capitolato generale dei lavori pubblici approvato con D.M. n. 145/2000. m) Il fornire alla direzione lavori e al coordinatore per l’esecuzione in forma scritta tutte le indicazioni e prescrizioni necessarie all'uso ed alla manutenzione dell’opera. In particolare tutte le informazioni per adeguare il Fascicolo delle manutenzioni durante la realizzazione dell’opera. n) Assicurare il transito lungo le strade ed i passaggi pubblici e privati, che venissero intersecati e comunque disturbati nella esecuzione dei lavori, provvedendo all'uopo a sue spese con opere provvisionali e con le prescritte segnalazioni, oppure studiando con la direzione dei lavori eventuali deviazioni di traffico su strade adiacenti esistenti. o) Assicurare in ogni momento l'esercizio della strada nei tratti della medesima interessati dalla sistemazione in sede. p) Osservare le norme in applicazione della legge sulla polizia mineraria, nonché ad osservare tutte le prescrizioni, leggi e regolamenti in vigore per l'uso delle mine, senza possibilità di chiedere alla stazione appaltante indennizzi o maggiori compensi, anche qualora ciò incida sulla programmazione dei lavori e sulla organizzazione e produttività del cantiere. q) Espletare tutte le pratiche e sostenere tutti gli oneri per l'occupazione temporanea e definitiva delle aree pubbliche o private, diverse o maggiori rispetto a quelle previste nel progetto allegato al contratto, occorrenti per le strade di servizio per l'accesso ai vari cantieri, per l'impianto dei cantieri stessi, per cave di prestito, per discariche di materiali dichiarati inutilizzabili dalla direzione dei lavori, per cave e per tutto quanto occorre alla esecuzione dei lavori.

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4. Resta altresì contrattualmente stabilito che: a) L'appaltatore é obbligato a garantire, contro eventuali danni prodotti da terzi, le opere eseguite, restando a suo carico le spese occorrenti per riparare i guasti avvenuti prima dell'apertura al transito. b) L'appaltatore è anche obbligato a mantenere e conservare tutte le servitù attive e passive esistenti sul tratto di strada oggetto dell'appalto, rimanendo responsabile di tutte le conseguenze che l'appaltante, sotto tale rapporto, dovesse sopportare per colpa di esso appaltatore. c) L'appaltatore deve apprestare, nei pressi dei cantieri di lavoro, dei locali ad uso alloggio ed ufficio del personale di direzione ed assistenza, completamente arredati, illuminati ed eventualmente riscaldati a seconda delle richieste che saranno fatte dalla direzione dei lavori, nonché, durante i sopralluoghi di cantiere da parte delle persone autorizzate, provvedere a fornire i dispositivi antinfortunistici di protezione individuale. L’appaltatore deve altresì provvedere alla fornitura dell'acqua potabile agli operai ed alla installazione degli apprestamenti igienici, di ricovero od altro per gli operai stessi. d) E' fatto assoluto divieto all'impresa di servirsi dell'opera di personale della stazione appaltante. e) L'impresa è obbligata a collocare le tabelle indicative del cantiere entro 5 gg. dalla data del verbale di consegna. Tali tabelle, di dimensioni non inferiori a 1,00 x 2,00 m, dovranno essere collocate in sito ben visibile. Per il contenuto di detta tabella si rimanda alla circolare del Ministro dei LL.PP. 1 giugno 1990, n. 1729 e la stessa dovrà essere conforme all’art. 30 del regolamento del Codice della Strada; l'impresa esecutrice dovrà ordinare le prescritte tabelle corrispondenti alle specifiche tecniche richieste dalle disposizioni vigenti. f) L'impresa si obbliga a procedere - prima dell'inizio dei lavori e durante lo svolgimento di essi e a mezzo di ditta specializzata, ed all'uopo autorizzata dalle competenti autorità - alla bonifica, sia superficiale che profonda, dell'intera zona sulla quale si svolgono i lavori ad essa affidati, sino ai confini dei terreni espropriati dall'amministrazione, per rintracciare e rimuovere ordigni ed esplosivi di qualsiasi specie, in modo che sia assicurata l'incolumità di tutte le persone addette ai lavori, alla loro sorveglianza, alla loro direzione. Pertanto l'impresa esecutrice sarà responsabile di qualsiasi incidente che potesse verificarsi per incompleta o poco diligente bonifica, rimanendone invece sollevata in tutti i casi l'amministrazione. Resta inteso che l’attività di cui alla presente lettera non costituisce subappalto. g) L'impresa è obbligata a richiedere l'assistenza delle società di gestione e/o proprietarie dei sottoservizi qualora fossero interrati nella zona interessata dai lavori e dovrà adottare tutte le cautele e gli accorgimenti tecnici che saranno suggeriti dalle predette società affinché siano evitati danneggiamenti, senza per questo avanzare richieste di indennizzi o di ulteriori compensi, anche qualora ciò incida sulla programmazione dei lavori e sulla organizzazione e produttività del cantiere. h) L'impresa è obbligata al mantenimento del transito sulle vie pubbliche e private interessate alle lavorazioni, nonché al mantenimento degli scoli delle acque e delle canalizzazioni esistenti. i) L’impresa è obbligata, a fine lavori, a ripristinare a sua cura e spese i cippi, eventualmente rimossi e/o danneggiati che delimitano l'area ricevuta in consegna dalla stazione appaltante per la realizzazione dell'opera. j) L’appaltatore è tenuto alla custodia e buona conservazione delle opere fino a collaudo ultimato. k) Alla presentazione alla direzione lavori dei calcoli statici e disegni esecutivi delle opere in c.a., c.a.p. e strutture metalliche, che eventualmente verranno richiesti, in relazione ad aspetti costruttivi di dettaglio. l) Alle spese per le operazioni del collaudo statico, ove necessario, ai sensi della L. 5 novembre 1971, n. 1086 e al D.M. 4 maggio 1990 sui ponti, con esclusione delle competenze spettanti al collaudatore statico che sono a carico dell'amministrazione. m) L'appaltatore deve adottare nell'esecuzione dei lavori, tutti i procedimenti e le cautele necessarie per garantire la vita e l'incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori stessi e dei terzi, nonché per evitare danni alle proprietà pubbliche e private. Ogni più ampia responsabilità in caso di infortuni ricadrà pertanto sull'appaltatore, restandone sollevata l'amministrazione ed il personale della stessa preposto a direzione e sorveglianza. n) L’appaltatore deve produrre, dopo la fine lavori, i disegni “as built” delle parti impiantistiche e meccaniche dell’opera realizzata. La mancata produzione dei predetti disegni sospende la liquidazione del saldo. 5. Tutti gli oneri specificati nei precedenti commi si intendono compensati nel prezzo contrattuale. ART.45 SPESE CONTRATTUALI, IMPOSTE, TASSE 1. Sono a carico dell’appaltatore senza diritto di rivalsa: a) le spese contrattuali di cui all’art. 100 del D.P.P. 11/05/2012, n. 9-84/Leg. b) le tasse e gli altri oneri per l’ottenimento di tutte le licenze tecniche occorrenti per l’esecuzione dei lavori e la messa in funzione degli impianti; c) le tasse e gli altri oneri dovuti ad enti territoriali (per occupazione temporanea di suolo pubblico, passi carrabili, permessi di scarico, canoni di conferimento a discarica ecc.) direttamente o indirettamente connessi alla gestione del cantiere e all’esecuzione dei lavori, non previsti in contratto; d) le spese, le imposte e le tasse relativi al perfezionamento e alla registrazione del contratto e degli atti connessi, compresi gli accordi bonari e le eventuali transazioni, i verbali di consegna e ultimazione dei lavori, gli eventuali verbali di sospensione, di sospensione parziale, di ripresa e di proroga dei lavori, gli eventuali verbali di concordamento nuovi prezzi e gli atti di sottomissione nonché il certificato di regolare esecuzione. 2. A carico dell’appaltatore restano inoltre le imposte e gli altri oneri, che, direttamente, o indirettamente gravino sui lavori e sulle forniture oggetto d’appalto. 3. Il presente contratto è soggetto all’imposta sul valore aggiunto (I.V.A.); l’I.V.A. è regolata dalla legge; tutti gli importi citati nel presente Capitolato speciale di appalto si intendono I.V.A. esclusa.

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NORME TECNICHE Impianti elettrici di illuminazione

Categorie di riferimento : OG10

INDICE

ART.24 CAUZIONE DEFINITIVA ........................................................................................................................................ 13

1) Prescrizioni generali, normative e legislative ................................................................................. 29

2) Riferimenti a norme e leggi ......................................................................................................... 29

3) Qualità dei materiali impiegati ...................................................................................................... 31

4) CARATTERISTICHE INTERRUTTORI MODULARI B.T. ................................................................ 31

5) COLLEGAMENTI AL CABLAGGIO DEL QUADRO ........................................................................ 35

6) Dispositivi di protezione dalle sovratensioni .................................................................................. 35

7) Quadri elettrici B.T. GENERALITA’ ............................................................................................. 38

8) Quadri elettrici B.T. ARMADI E CASSETTE Profondità fino a 200 mm fino a 630A ........................... 39

9) QUADRI IN VETRORESINA PER POSA ESTERNA ...................................................................... 42

10) QUADRI CON PRESE CEE ........................................................................................................ 43

11) DISTRIBUZIONE ENERGIA B.T. IMPIANTI ESTERNI ................................................................... 43

12) GIUNZIONI DI CAVI IN POZZETTO ............................................................................................ 44

13) Modalità di posa......................................................................................................................... 44

14) Colori dei conduttori ................................................................................................................... 45

15) Allacciamento e siglatura ............................................................................................................ 45

16) Sfridi e scorta ............................................................................................................................ 45

17) Tubi protettivi incassati e cassette di derivazione ........................................................................... 45

18) CAVIDOTTI ............................................................................................................................... 46

19) POZZETTI ................................................................................................................................ 47

20) VERIFICA ACCERTAMENTO SOTTO SERVIZI ............................................................................ 47

21) DANNI AD IMPIANTI E SOTTO SERVIZI ESISTENTI ................................................................... 47

22) SFILAGGIO CAVI IMPIANTI ESISTENTI ...................................................................................... 48

23) SORGENTI LUMINOSE ED APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE .................................................... 48

24) CARATTERISTICHE TECNICHE APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ............................................ 49

a) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO A - .......................................................................... 49

b) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO B – .......................................................................... 50

c) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO C – ......................................................................... 51

d) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO D – ......................................................................... 52

e) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO E – .......................................................................... 54

f) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO F - .......................................................................... 55

g) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO G - .......................................................................... 56

h) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO H - .......................................................................... 57

i) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO I - ............................................................................ 58

j) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO L - ........................................................................... 58

k) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO M - .......................................................................... 59

l) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO N - .......................................................................... 60

25) TIPO DI DRIVER ....................................................................................................................... 61

26) CARATTERISTICHE DEGLI APPARECCHI PREVISTI .................................................................. 61

27) VITA MEDIA STIMATA ............................................................................................................... 61

28) MODALITA’ DI CONDUZIONE DEI LAVORI ................................................................................. 63

29) Responsabilità per furto o danneggiamento di materiali .................................................................. 63

30) Condizioni previste per la cura nella rimozione degli impianti esistenti ........................................... 63

31) Trattamento degli scarti di lavorazione ......................................................................................... 63

32) Verifiche iniziali impianti elettrici ................................................................................................... 64

33) Verifiche iniziali quadri elettrici ..................................................................................................... 64

34) Dichiarazione di Conformità ai sensi del D.M. 37-08 ...................................................................... 65

35) Dichiarazione di Conformità L.P.16-07 ......................................................................................... 65

36) Dichiarazione di Conformità dell’impianto di illuminazione ai sensi della legge 186/6 ......................... 65

1) OPERE EDILI QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI ......................................................... 67

2) OPERE EDILI MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO ................................... 71

3) OPERE EDILI NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI............................ 109

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1) Prescrizioni generali, normative e legislative

Per la realizzazione degli impianti elettrici, telefonici e di servizi ausiliari, si dovranno rispettare tutte le norme tecniche emanate dal CEI attualmente in vigore. E’ inoltre auspicato seguire i suggerimenti delle guide CEI nonché agire secondo i principi della buona tecnica e della regola dell’arte, per perseguire in primo luogo gli obiettivi della sicurezza, della durabilità nel tempo, dell’efficienza, dell’efficacia e del risparmio energetico.

2) Riferimenti a norme e leggi

Gli impianti devono essere progettati, realizzati e mantenuti secondo quanto dispone il D.M. 37-08. La legge 186/68 in sole due frasi fa assumere valore di legge alle norme emanate dal CEI, a tale proposito così si esprime: “ tutti gli impianti devono essere realizzati a regola d’arte e la regola d’arte sono gli impianti realizzati secondo le norme CEI”. Da qui l’obbligo legislativo all’osservazione delle norme e delle guide emesse dal CEI. La sicurezza delle persone ed in modo particolare dei lavoratori va perseguita rispettando il nuovo testo unico sulla sicurezza sul lavoro D.L. 81/08. Per la verifica degli impianti di terra, gli impianti di protezione dalle scariche atmosferiche, e gli ambienti speciali, con pericolo di esplosione ecc. si deve fare riferimento al D.P.R. 462/01. Inoltre gli impianti dovranno essere conformi alle disposizioni vigenti emesse da :

- Comuni, Autorità Locali, Provincia;

- Corpo provinciale Vigili del Fuoco;

- Azienda distributrice dell’energia elettrica (SET o altre aziende municipalizzate)

- Telecom;

- Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano);

- Norme UNI ; Legge 186/68 Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazione

e impianti elettrici ed elettronici. Decreto 37 del 22/01/08 Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a,

della legge 248 del 2 dicembre 2005 recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti elettrici degli edifici. Comprese le modifiche apportate dal D.L.112 del 25-06-08.

L.118 del 30 Marzo 1971 Abbattimento barriere architettoniche a favore dei mutilati ed invalidi civili

DPR 384 del 1978 Regolamento di attuazione L.118 del 30-03-1971 barriere architettoniche

L.447 del 26 Ottobre 1995 Principi fondamentali di tutela dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico

D.Lgs. 81 del 9 Aprile 2008 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 Agosto 2007 n.123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (TESTO UNICO SULLA SICUREZZA)

D.Lgs. 106 del 3 Agosto 2009 Disposizioni integrative e correttive del D.Lgs.81/08 in materia di tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro.

L.P.16 del 3 Ottobre 2007 Risparmio energetico e inquinamento luminoso

Decreto del Presidente della Provincia dd. 20.01.2010 n. 2-34/Leg.).

Approvazione del regolamento di attuazione della legge provinciale n. 16 del 3 ottobre 2007 e del piano provinciale di intervento.

D.Lgs. 285 del 30 Aprile 1992 Nuovo codice della strada

D.M. 6792 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade

DPR 503/96 Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche

D.M.236/89 Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche

D.M. 3 Giugno 1998 Aggiornamento delle istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza...

D.M. 16 Aprile 2008 Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e dei sistemi di distribuzione e di linee dirette del gas naturale con densità non

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 30

superiore a 0.8’’;

D.M. 17 Aprile 2008 Regola tecnica per la progettazione, costruzione, collaudo, esercizio e sorveglianza delle opere e degli impianti di trasporto del gas naturale con densità non superiore a 0.8’’;

NORMA CEI 64-8 Impianti elettici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V ca E 1500v cc

NORMA CEI 64-12 Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario

NORMA CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori

NORMA CEI 17-13/1 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (apparecchiature in serie AS e non di serie ANS)

NORMA CEI 17-13/2 Prescrizioni particolari per condotti sbarre

NORMA CEI 17-13/3 Prescrizioni particolari per apparecchiature installate in luoghi dove personale addestrato ha accesso al loro uso (Quadri ASD)

NORMA CEI 17-13/4 Prescrizioni particolari per apparecchiature installate in cantieri (Quadri ASC)

NORMA CEI 23-51 Quadri elettrici di bassa tensione <125° <400V <25°C <10KA

NORMA CEI 17-43 Verifica dei limiti di sovratemperatura dei quadri elettrici

NORMA CEI 11-26 Prove di tenuta al corto circuito su quadri elettrici

NORMA CEI 17-52 Prove di tenuta al corto circuito su quadri elettrici

NORMA CEI 20-22 Cavi elettrici e relativo isolamento

NORMA CEI 20-24 Cavi elettrici e relativo isolamento

NORMA CEI 20-32 Cavi elettrici e relativo isolamento

NORMA CEI 20-36 Cavi elettrici e relativo isolamento

NORMA CEI 34-21,22 Lampade di emergenza

NORMA CEI 11-1 Impianti elettrici negli ambienti civili

NORMA CEI 23-31 Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi

NORMA CEI 23-50 Prese a spina per usi domestici e similari- Parte 1: Prescrizioni generali

NORMA CEI EN60898 Interruttori automatici ad uso domestico e similare

NORMA CEI 81-10 V1 Protezione delle strutture dalle scariche atmosferiche, variante V1 di data settembre 2008

UNI 10819 Luce e illuminazione - Impianti di illuminazione esterna - Requisiti per la limitazione della

dispersione verso l'alto del flusso luminoso UNI 11248 Illuminazione stradale - Selezione delle categorie illuminotecniche (2007)

UNI EN 13201-2 Illuminazione stradale - Parte 2: Requisiti prestazionali (2004)

UNI EN 13201-3 Illuminazione stradale - Parte 3: Calcolo delle prestazioni (2004)

UNI EN 13201-4 Illuminazione stradale - Parte 4: Metodi di misurazione delle prestazioni fotometriche

UNI EN 40-3-1:2001 Pali per illuminazione pubblica - Progettazione e verifica - Specifica dei carichi caratteristici.

UNI EN 40-3-2:2001 Pali per illuminazione pubblica - Progettazione e verifica - Verifica tramite prova.

UNI EN 40-1:1992 Pali per illuminazione. Termini e definizioni.

UNI EN 40-2:2004 Pali per illuminazione pubblica - Parte 2: Requisiti generali e dimensioni

UNI EN 40-5:2003 Pali per illuminazione pubblica - Requisiti per pali per illuminazione pubblica di acciaio

UNI EN 12464-2 parte 2 Posti di lavoro in esterno (2008)

UNI EN 12899-1 Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 1: Segnali permanenti (2008)

UNI EN 12899-2 Segnaletica verticale permanente per il traffico stradale - Parte 2: Delineatori di ostacolo transilluminati (TTB)

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 31

EC 1-2007 UNI EN 40-5:2003 Pali per illuminazione pubblica - Requisiti per pali per illuminazione pubblica di acciaio

CEI 64-7 Impianti elettrici di illuminazione pubblica;

UNI EN 12193 Luce e illuminazione - Illuminazione di installazioni sportive; (2008)

CEI 34-33 Apparecchi di illuminazione parte II (Apparecchi per illuminazione stradale

CEI 34 Relativamente a lampade, apparecchiture di alimentazione e apparecchi d’illuminazione.

CEI 11-4 Esecuzione delle linee elettriche esterne – distanze di sicurezza

CEI 11-17 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. 3ª edizione

CEI 64-8 Sez. 714 Impianti di illuminazione situati all’esterno.

CEI 23-46 Sistemi di canalizzazione per cavi. Sistemi di Tubi

3) Qualità dei materiali impiegati

Per la costruzione degli impianti elettrici si dovranno utilizzare materiali esclusivamente marchiati IMQ. Tale marchio assicura la rispondenza e la qualità alle norme di prodotto. Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti all'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante l'esercizio. Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI e le tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistono. I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l'accettazione da parte dell'Amministrazione. Questa dovrà dare il proprio responso entro sette giorni dalla presentazione dei campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere. Le parti si accorderanno per l'adozione, per i prezzi e per la consegna, qualora nel corso dei lavori si dovessero usare materiali non contemplati nel contratto. L'Impresa aggiudicataria non dovrà porre in opera materiali rifiutati dall'Amministrazione, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere.

4) CARATTERISTICHE INTERRUTTORI MODULARI B.T. La presente specifica ha lo scopo di definire i requisiti fondamentali per la fornitura degli interruttori modulari installati nei quadri di Bassa Tensione necessari al funzionamento dell’impianto. NORME DI RIFERIMENTO Le normative di riferimento per i dispositivi di protezione dovranno essere le seguenti: - CEI EN 60898-1: norma per interruttori automatici per la protezione contro le sovracorrenti in impianti per uso domestico e similare - CEI EN 61008-1: norma per interruttori automatici differenziali - CEI EN 61009-1: norma per interruttori automatici differenziali con integrata la protezione contro le sovracorrenti in impianti per uso domestico e similare - CEI EN 60947-2: norma per interruttori automatici per la protezione contro le sovracorrenti in impianti di tipo industriale Le caratteristiche costruttive ed elettriche degli interruttori dovranno essere indicate nel catalogo del costruttore. DATI AMBIENTALI Gli interruttori magnetotermici e i dispositivi di protezione differenziali dovranno essere in grado di funzionare nelle condizioni d'inquinamento corrispondenti al grado d'inquinamento 3 per gli ambienti industriali come indicato dalla norma CEI EN 60947-2. Tropicalizzazione apparecchiature: esecuzione T2 secondo norma CEI EN 60068-1 (umidità relativa 95% a 55° C). CARATTERISTICHE TECNICHE GENERALI Gli interruttori magnetotermici e i dispositivi differenziali modulari dovranno avere un aggancio bistabile adatto al

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montaggio su guida simmetrica DIN. L’aggancio alla guida DIN dovrà essere eseguito tramite clip di fissaggio sul lato superiore e inferiore della guida. I morsetti dovranno essere dotati di un dispositivo di sicurezza isolante che evita l'introduzione di cavi a serraggio eseguito: questo dispositivo di protezione dovrà impedire la caduta accidentale di materiale conduttivo nel morsetto. Inoltre l’interno dei morsetti dovrà essere zigrinato in modo da assicurare una migliore tenuta del cavo. Le viti potranno essere serrate con utensili dotati di parte terminale sia a taglio che a croce. L’alimentazione dei dispositivi dovrà essere possibile sia da monte che da valle. I dispositivi dovranno essere dotati di indicatore meccanico sul fronte che permetta di distinguere l’apertura manuale del dispositivo dall’ intervento su guasto. Ad interruttore installato in quadro dotato di fronte, dovrà essere possibile poter dichiarare il quadro con classe d’isolamento II anche in caso di portella del quadro aperta. INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI I dispositivi dovranno essere conformi alla normativa CEI EN 60947-2 e CEI EN 60898-1. Gli interruttori dovranno essere in categoria A (in conformità con le prescrizioni della norma CEI EN 60947-2). Dovranno essere disponibili con potere di interruzione secondo la norma CEI EN 60947-2 fino a: - 100 kA per interruttori con In≤ 4 A multipolari a 400 V CA e unipolari a 230 V CA - 25 kA per interruttori con 6≤ In≤ 25 A multipolari a 400 V CA e unipolari a 230 V CA - 20 kA per interruttori con 32≤ In≤ 40 A multipolari a 400 V CA e unipolari a 230 V CA - 15 kA per interruttori con 50≤ In≤ 63 A multipolari a 400 V CA e unipolari a 230 V CA e potere di interruzione secondo CEI EN 60898-1 fino a 15000 A. Gli interruttori modulari aventi larghezza di 18mm per polo, dovranno essere disponibili in taglie di corrente normalizzate fino a 63 A, con numero di poli da 1 a 4 con taratura fissa. Dovrà essere possibile collegare cavi di sezione: - ≤ 16 mm² per cavi flessibili e ≤ 25 mm² per cavi rigidi, per interruttori con In≤ 25 A - ≤ 25 mm² per cavi flessibili e ≤ 35 mm² per cavi rigidi, per interruttori con In≤ 63 A Le caratteristiche di intervento secondo CEI EN 60947-2 dovranno essere le seguenti: - curva B, con intervento magnetico pari a 4In ± 20% - curva C, con intervento magnetico pari a 8In ± 20% - curva D, con intervento magnetico pari a 12In ± 20 - curva K, con intervento magnetico pari a 12In ± 20 - curva Z, con intervento magnetico pari a 3In ± 20 Per una facile e rapida manutenzione dell’impianto, a dispositivo installato in quadro con fronte montato, dovranno essere visibili i seguenti dati dell’interruttore: - modello di interruttore installato - curva di intervento - corrente nominale del dispositivo - potere di interruzione secondo norma domestica (CEI EN 60898-1) e norma industriale (CEI EN 60947-2) - schema elettrico Dovranno inoltre essere riportati sull’interruttore le seguenti caratteristiche: - temperatura di riferimento secondo CEI EN 60947-2 - grado di inquinamento - tensione d’isolamento (Ui) - tenuta all’impulso (Uimp) - indicazione sulla coppia di serraggio raccomandata dal costruttore Gli interruttori dovranno garantire i seguenti livelli di prestazione, definiti dalla CEI EN 60947-2: - Idoneità al sezionamento - Tensione di isolamento nominale: 500V - Grado di inquinamento: 3 - Tenuta ad impulso: 6kV Tutti gli interruttori automatici modulari dovranno avere lo stesso profilo e altezza totale, per tutte le correnti nominali disponibili, per assicurare un’ottima installazione e condizione di connessione. Al fine di garantire massima sicurezza, la posizione dei contatti dovranno essere chiaramente indicate e marcate sul fronte del dispositivo: -“I.ON”, a significare che il circuito è sotto tensione

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-“O.OFF”, a significare che il circuito è sezionato. Il sezionamento visualizzato dovrà inoltre essere realizzato tramite interblocco meccanico che permetta di visualizzare la posizione dei contatti sopra descritta solo in caso di effettiva apertura dei contatti interni. Per assicurare un ciclo di vita più lungo possibile, i meccanismi interni dell’interruttore dovranno essere realizzati in modo che la velocità di chiusura dei contatti sia indipendente dall’operazione dell’operatore. AUSILIARI ELETTRICI Gli interruttori dovranno poter essere associati ai seguenti ausiliari elettrici: - Contatti di segnalazione apertura-chiusura dell’interruttore associato (240÷415 V CA) - Contatti di segnalazione sgancio dell’interruttore associato (240÷415 V CA) - Contatti di segnalazione aperto chiuso e sganciato integrati nello stesso dispositivo (240÷415 V CA) - Contatti di segnalazione aperto chiuso e sganciato integrati nello stesso dispositivo (24 V CC) - Bobine di sgancio: minima tensione, massima tensione, a lancio di corrente - Telecomando, dovrà poter essere associato ad interruttori magnetotermici anche in presenza di eventuale blocco differenziale montato. - Ausiliario di riarmo automatico: dovrà essere possibile, dopo un apertura su guasto, eseguire un ultimo tentativo manuale di riarmo a distanza. INTERRUTTORI DIFFERENZIALI PURI Gi interruttori dovranno essere conformi alla normativa CEI EN 61008-1. Gli interruttori modulari, aventi larghezza di 18mm per polo, dovranno essere disponibili in taglie di corrente normalizzate fino a 100 A, e disponibili in versione 2 e 4 poli. Tipo di impiego disponibili: - Tipo AC, per assicurare l’apertura su guasto per correnti alternate sinusoidali differenziali, - Tipo A, assicura l’apertura su guasto per correnti alternate sinusoidali differenziali e per correnti unidirezionali differenziali pulsanti - Tipo A ad elevata immunità contro i disturbi ed elevata protezione contro gli ambienti aggressivi, per assicurare l’apertura su guasto per correnti alternate sinusoidali differenziali e per correnti unidirezionali differenziali pulsanti anche in presenza di condizioni ambientali inquinate. Livelli di immunita 8/20µs: - Tipi AC e A · 250 A per dispositivi istantanei · 3kA per dispositivi selettivi - Tipi ad alta immunità contro i disturbi: · 3kA per dispositivi istantanei · 5kA per dispositivi selettivi Dovrà essere possibile collegare cavi di sezione: - ≤ 25 mm² per cavi flessibili e ≤ 35 mm² per cavi rigidi Per una facile e rapida manutenzione dell’impianto, a dispositivo installato in quadro con fronte montato, dovranno essere visibili i seguenti dati dell’interruttore: - modello di interruttore installato - corrente nominale del dispositivo - tipo di impiego - schema elettrico - sensibilità differenziale - codice dell’interruttore Dovranno inoltre essere riportati sull’interruttore le seguenti caratteristiche: - normativa di riferimento - indicazione sulla coppia di serraggio raccomandata dal costruttore Gli interruttori dovranno garantire i seguenti livelli di prestazione, definiti dalla CEI EN 60947-2: - Idoneità al sezionamento - Tensione di isolamento nominale: 500V - Grado di inquinamento: 3 - Tenuta ad impulso: 6kV Tutti gli interruttori automatici modulari dovranno avere lo stesso profilo e altezza totale, per tutte le correnti nominali disponibili, per assicurare ottima installazione e condizione di connessione.

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Al fine di garantire massima sicurezza, la posizione dei contatti dovranno essere chiaramente indicate e marcate sul fronte del dispositivo: -“I.ON”, a significare che il circuito è sotto tensione -“O.OFF”, a significare il circuito sezionato. Per assicurare un ciclo di vita più lungo possibile, i meccanismi interni dell’interruttore dovranno essere realizzati in modo che la velocità di chiusura dei contatti sia indipendente dall’operazione dell’operatore. AUSILIARI ELETTRICI Gli interruttori dovranno poter essere associati ai seguenti ausiliari elettrici: - Contatti di segnalazione apertura-chiusura dell’interruttore associato (240÷415 V CA) - Contatti di segnalazione sgancio dell’interruttore associato (240÷415 V CA) - Contatti di segnalazione aperto chiuso e sganciato integrati nello stesso dispositivo (240÷415 V CA) - Contatti di segnalazione aperto chiuso e sganciato integrati nello stesso dispositivo (24 V CC) - Bobine di sgancio: minima tensione, massima tensione, a lancio di corrente - Ausiliario di riarmo automatico: dovrà essere possibile, dopo un apertura su guasto, eseguire un ultimo tentativo manuale di riarmo a distanza. BLOCCHI DIFFERENZIALI Gi interruttori dovranno essere conformi alla normativa CEI EN 61009-1. Gli interruttori dovranno essere disponibili in taglie di corrente normalizzate fino a 63 A, e disponibili in versione 2, 3e 4 poli. Tipo di impiego disponibili: - Tipo AC, per assicurare l’apertura su guasto per correnti alternate sinusoidali differenziali, - Tipo A, assicura l’apertura su guasto per correnti alternate sinusoidali differenziali e per correnti unidirezionali differenziali pulsanti - Tipo A ad elevata immunità contro i disturbi e elevata protezione contro gli ambienti aggressivi, per assicurare l’apertura su guasto per correnti alternate sinusoidali differenziali e per correnti unidirezionali differenziali pulsanti anche in presenza di condizioni ambientali inquinate. Livelli di immunita 8/20µs: - Tipi AC e A · 250 A per dispositivi istantanei · 3kA per dispositivi selettivi - Tipi ad alta immunità contro i disturbi: · 3kA per dispositivi istantanei · 5kA per dispositivi selettivi Dovrà essere possibile collegare cavi di sezione: - ≤ 16 mm² per cavi flessibili e ≤ 25 mm² per cavi rigidi, per interruttori con In≤ 25 A - ≤ 25 mm² per cavi flessibili e ≤ 35 mm² per cavi rigidi, per interruttori con In≤ 63 A A dispositivo installato in quadro con fronte montato, dovranno essere visibili i seguenti dati dell’interruttore: - modello di interruttore installato - tipo di impiego - schema elettrico - sensibilità differenziale - codice dell’interruttore Dovranno inoltre essere riportati sull’interruttore le seguenti caratteristiche: - normativa di riferimento - corrente nominale - indicazione sulla coppia di serraggio raccomandata dal costruttore Gli interruttori dovranno garantire i seguenti livelli di prestazione, definiti dalla CEI EN 60947-2: - Tensione di isolamento nominale: 500V - Grado di inquinamento: 3 - Tenuta ad impulso: 6kV Per blocchi differenziali fino a 40 A, l’associazione tra blocco Vigi e interruttore magnetotermico dovrà essere realizzata mediante meccanismo di connessione rapida, che eviti il serraggio delle viti di connessione tra differenziale e magnetotermico. Tutti gli interruttori automatici modulari dovranno avere lo stesso profilo e altezza totale, per tutte le correnti

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nominali disponibili, per assicurare ottime installazione e condizione di connessione. Gli interruttori dovranno essere dotati di un opportuno meccanismo per evitare il montaggio del blocco differenziale con interruttori magnetotermici aventi corrente nominale più elevata. SISTEMA DI COMUNICAZIONE PER APPARECCHI MODULARI Il sistema di comunicazione dovrà esser realizzato in modo tale da consentire lo scambio di dati tra apparecchi modulari e sistema di supervisione. Per ridurre i tempi di cablaggio, rischi e costi, il collegamento del sistema di comunicazione tra quadro elettrico e sistema di supervisione dovrà essere ottenuto per mezzo di un singolo cavo BUS di comunicazione. Il sistema di comunicazione dovrà essere basato su dei moduli I/O Modbus intelligenti posizionabili tra le file modulari; questi moduli I/O dovranno raccogliere e mandare ordini ai vari dispositivi e dovranno poter essere montati facilmente senza l’utilizzo di utensili specifici. Per semplificare l’integrazione nel sistema di comunicazione, il modulo I/O d’interfaccia Modbus inserito nel quadro elettrico, dovrà automaticamente adattare i propri parametri di comunicazione al Modbus master. I moduli I/O dovranno essere conformi alla norma CEI EN 61131-2 I moduli I/O dovranno poter memorizzare inoltre: - Numero di cicli di aperture – chiusure dei dispositivi collegati - Numero di sganci degli apparecchi di protezione - Tempo totale di esercizio di un carico - Consumo complessivo registrato da contatore di energia - Stima della potenza utilizzata. - Informazioni derivanti da dispositivi 24 V CC con massimo 100 mA I moduli I/O dovranno poter essere collegati direttamente ai seguenti tipi di dispositivi ausiliari e di controllo attraverso una connessione plug-in 24 V CC a prova di errore, per permettere velocità di installazione e facilità di espansione del quadro: - ausiliari di segnalazione aperto-chiuso e sganciato dell’interruttore automatico associato. Questi ausiliari dovrà essere progettato per l’utilizzo in 24 V CC e conforme alla normativa CEI EN 60947-5-4. La corrente nominale minima dovrà essere inferiore ai 5 mA a 24 V CC - ausiliario di comando 24 V CC per contattore con segnalazione di stato integrato - ausiliario di comando 24 V CC per relè passo-passo con segnalazione di stato integrato - telecomando per interruttori magnetotermici - interruttori magnetotermici con comando integrato I segnali raccolti dagli ausiliari degli interruttori automatici, (posizione e sganciato), dovranno essere mandati individualmente al sistema di supervisione in modo da provvedere un’informazione accurata e garantire una manutenzione rapida ed efficace. Al fine di garantire funzionalità addizionali all’utente, per ragioni di sicurezza in caso di manutenzione o in caso di eventuale perdita di comunicazione con il sistema di supervisione, dovrà essere possibile controllare i singoli attuatori tramite sistema di supervisione e tramite comando locale 230 V. Come conseguenza della possibilità di comando misto remoto e locale, la posizione dell’attuatore dovrà essere segnalata al sistema di supervisione. Il collegamento tra moduli I/O comunicanti e dispositivi dovrà essere immediatamente leggibile in modo da rendere le operazioni di manutenzione rapide e sicure. I moduli I/O dovranno avere il 20% di I/O liberi in modo da permettere future estensioni del quadro. L’aggiunta di dispositivi per segnalazione, controllo, misura o regolazione dovrà essere possibile con una connessione rapida e diretta tra dispositivi e moduli I/O.

5) COLLEGAMENTI AL CABLAGGIO DEL QUADRO Nella voce di tutti gli apparecchi modulari o scatolati previsti dal presente progetto, si intendono compresi i collegamenti alle sbarre principali del quadro, realizzati mediante appositi collegamenti prefabbricati in barre di rame con portata Iz > In.

6) Dispositivi di protezione dalle sovratensioni

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L’impianto elettrico dovrà essere protetto dalle sovratensioni in base a quanto stabilito dalla noprma CEI 64-8. Tale protezione riguarda sia i circuiti di energia che i circuiti di telefonia e trasmissione dati. Per soddisfare i requisiti di protezione dovranno essere adottati di volta in volta soluzioni impiantistiche diverse a seconda della tipologia d’impianto e del livello di protezione richiesto. In fase esecutiva dovranno essere rispettate le condizioni di progetto in merito alle caratteristiche tecniche dei dispositivi di protezione. I limitatori di sovratensione di Tipo 1 proteggono l’installazione elettrica contro i danni generati da fulminazioni DIRETTE. Sono raccomandati nelle installazioni elettriche nei settori terziario ed industriale protetti da un parafulmine o da una gabbia di Faraday. Consentono di scaricare una corrente di fulmine propagantesi attraverso i conduttori attivi e il conduttore di terra. Devono essere installati a valle di una protezione di tipo fusibile o interruttore automatico avente un potere di interruzione almeno pari alla corrente di c.to c.to massima prevista nel punto di installazione. Corrente impulsiva Iimp (10-350µs) = 35kA Corrente di scarica nominale In = 35kA Livello di protezione Up= 1.5kV Tensione nominale Un=230-400V Tensione massima continuativa Uc=260-440V Frequenza d’impiego: 50/60 Hz. Tempo di risposta: 1 µs. Segnalazione riserva di funzionamento (prodotto da sostituire) con spia luminosa: - verde: funzionamento corretto - spenta: protezione con segnalazione di fine vita incorporata. Grado di protezione: fronte: IP40 morsetti: IP20. Temperatura di funzionamento: -40 °C... +85 °C. Conformità norme: CEI EN 61643-11 Tipo 1. I limitatori di sovratensione di Tipo 2 da installarsi in siti con livello di rischio di caduta fulmini MOLTO ELEVATO proteggono l’installazione elettrica contro i danni generati da fulminazioni indirette cadute sulla linea di alimentazione della struttura. Sono da installarsi in tutti gli impianti elettrici nei settori terziario ed industriale. Consentono di scaricare una corrente di fulmine propagantesi attraverso i conduttori attivi e il conduttore di terra. Devono essere installati a valle di una protezione di tipo fusibile o interruttore automatico avente un potere di interruzione almeno pari alla corrente di c.to c.to massima prevista nel punto di installazione. Corrente impulsiva massima Imax (8-20µs) = 65kA Corrente di scarica nominale In = 20kA Livello di protezione Up= 1.5kV Tensione nominale Un=230-400V Tensione massima continuativa Uc=260-440V Frequenza di funzionamento 50/60 Hz Tensione di funzionamento 230/400 V CA Corrente d’impiego permanente Ic < 1 mA Tempo di risposta < 25 ns Segnalazione fine vita apparecchiatura: con indicatore meccanico rosso/bianco Bianco funzionamento normale Rosso fine vita Segnalazione a distanza fine vita apparecchiatura contatto NA, NC 250 V / 0.25 A Tipo di collegamento morsetti a gabbia, 2.5 a 35 mm2 Temperatura di funzionamento da -25 °C a +60 °C Conformità norme CEI EN 61643-11 Tipo 2 I limitatori di sovratensione di Tipo 2 da installarsi in siti con livello di rischio di caduta fulmini ELEVATO proteggono l’installazione elettrica contro i danni generati da fulminazioni indirette cadute sulla linea di alimentazione della struttura. Sono da installarsi in tutti gli impianti elettrici nei settori terziario ed industriale. Consentono di scaricare una corrente di fulmine propagantesi attraverso i conduttori attivi e il conduttore di terra. Devono essere installati a valle di una protezione di tipo fusibile o interruttore automatico avente un potere di interruzione almeno pari alla corrente di c.to c.to massima prevista nel punto di installazione.

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Corrente impulsiva massima Imax (8-20µs) = 40kA Corrente di scarica nominale In = 15kA Livello di protezione Up= 1.4kV Tensione nominale Un=230-400V Tensione massima continuativa Uc=260-440V Frequenza di funzionamento 50/60 Hz Tensione di funzionamento 230/400 V CA Corrente d’impiego permanente Ic < 1 mA Tempo di risposta < 25 ns Segnalazione fine vita apparecchiatura: con indicatore meccanico rosso/bianco Bianco funzionamento normale Rosso fine vita Segnalazione a distanza fine vita apparecchiatura contatto NA, NC 250 V / 0.25 A Tipo di collegamento morsetti a gabbia, 2.5 a 35 mm2 Temperatura di funzionamento da -25 °C a +60 °C Conformità norme CEI EN 61643-11 Tipo 2 I limitatori di sovratensione di Tipo 2 da installarsi in siti con livello di rischio di caduta fulmini RIDOTTO proteggono l’installazione elettrica contro i danni generati da fulminazioni indirette cadute sulla linea di alimentazione della struttura. Sono da installarsi in tutti gli impianti elettrici nei settori terziario ed industriale. Consentono di scaricare una corrente di fulmine propagantesi attraverso i conduttori attivi e il conduttore di terra. Devono essere installati a valle di una protezione di tipo fusibile o interruttore automatico avente un potere di interruzione almeno pari alla corrente di c.to c.to massima prevista nel punto di installazione. Corrente impulsiva massima Imax (8-20µs) = 20kA Corrente di scarica nominale In = 5kA Livello di protezione Up= 1.1kV Tensione nominale Un=230-400V Tensione massima continuativa Uc=260-440V Frequenza di funzionamento 50/60 Hz Tensione di funzionamento 230/400 V CA Corrente d’impiego permanente Ic < 1 mA Tempo di risposta < 25 ns Segnalazione fine vita apparecchiatura: con indicatore meccanico rosso/bianco Bianco funzionamento normale Rosso fine vita Segnalazione a distanza fine vita apparecchiatura contatto NA, NC 250 V / 0.25 A Tipo di collegamento morsetti a gabbia, 2.5 a 35 mm2 Temperatura di funzionamento da -25 °C a +60 °C Conformità norme CEI EN 61643-11 Tipo 2 I limitatori di sovratensione di Tipo 3 sono secondari, da installarsi in abbinamento ad uno di classe 2, quando la distanza dell’utilizzatore supera i 30m. proteggono l’installazione elettrica contro i danni generati da fulminazioni indirette cadute sulla linea di alimentazione della struttura. Sono da installarsi in tutti gli impianti elettrici nei settori terziario ed industriale. Consentono di scaricare una corrente di fulmine propagantesi attraverso i conduttori attivi e il conduttore di terra. Devono essere installati a valle di una protezione di tipo fusibile o interruttore automatico avente un potere di interruzione almeno pari alla corrente di c.to c.to massima prevista nel punto di installazione. Corrente impulsiva massima Imax (8-20µs) = 8kA Corrente di scarica nominale In = 2.5kA Livello di protezione Up< 0.9kV Tensione nominale Un=230-400V Tensione massima continuativa Uc=260-440V Frequenza di funzionamento 50/60 Hz Tensione di funzionamento 230/400 V CA Corrente d’impiego permanente Ic < 1 mA Tempo di risposta < 25 ns Segnalazione fine vita apparecchiatura: con indicatore meccanico rosso/bianco

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Bianco funzionamento normale Rosso fine vita Segnalazione a distanza fine vita apparecchiatura contatto NA, NC 250 V / 0.25 A Tipo di collegamento morsetti a gabbia, 2.5 a 35 mm2 Temperatura di funzionamento da -25 °C a +60 °C Conformità norme CEI EN 61643-11 Tipo 3

7) Quadri elettrici B.T. GENERALITA’

I quadri elettrici dovranno essere costruiti e collaudati nel pieno rispetto delle seguenti normative: CEI 17-13/1 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (apparecchiature in serie AS e non di serie ANS) CEI 17-13/2 Prescrizioni particolari per condotti sbarre CEI 17-13/3 Prescrizioni particolari per apparecchiature installate in luoghi dove personale addestrato ha accesso al loro uso (Quadri ASD) CEI 17-13/4 Prescrizioni particolari per apparecchiature installate in cantieri (Quadri ASC) CEI 23-51 Procedure di verifica semplificate per i quadri “ad uso domestico e similare” così classificati : Corrente nominale del quadro In<125A Tensione nominale Vn<440V Temperatura ambiente media Tamb<25°C Corrente di corto circuito punto di installazione Icc<10Ka Ogni quadro elettrico dovrà essere dotato di targa identificativa, recante tutti i dati prescritti dalla norma. Inoltre l’assemblaggio del quadro dovrà avvenire mediante l’utilizzo degli appositi accessori previsti dal costruttore per quel tipo di quadro. Tutti i conduttori all’interno del quadro, i dispositivi di protezione, di comando, le funzioni degli stessi, le morsettiere, i cavi allacciati in morsettiera dovranno essere opportunamente siglati al fine di poterli chiaramente identificare e renderli corrispondenti agli schemi elettrici multifilari. Un esempio di siglatura corretta è la seguente : INTERRUTTORE GENERALE QUADRO NON AUTOMATICO QS INTERRUTTORE AUTOMATICO MAGNETO TERMICO QF FUSIBILE FU TELERUTTORE O CONTATTORE KM RELE’ TEMPORIZZATO KT RELE’ PASSO PASSO KA PULSANTE SB SELETTORE S SENSORE CREPUSCOLARE CR INTERRUTTORE ORARIO OR SPIA LUMINOSA HL TRASFORMATORE DI COMANDO TR MORSETTIERA X1 MORSETTI 1……n CONDUTTORI L1.8.1 CAVI CV Tutti i componenti plastici impiegati dovranno rispondere ai requisiti di autoestinguibilità in conformità alla norma CEI 50-11. Dovrà essere previsto uno spazio pari al 20% dell’ingombro totale per permettere eventuali ampliamenti senza intervenire sulla struttura e sui relativi circuiti di potenza. Gli armadi da pavimento metallici dovranno essere realizzati in lamiera di acciaio con spessore minimo 15/10 e verniciatura con polveri epossidiche spessore almeno 70micron a garanzia della massima protezione dalla corrosione e dagli agenti atmosferici; Salvo diverse specifiche tecniche i quadri dovranno essere realizzati in modalità chiusa, impiegando porte trasparenti o cieche, in metallo o materiali isolanti. Le porte dei quadri in materiale metallico, dovranno essere dotate di morsetto per il collegamento equipotenziale alla struttura del quadro.

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Nel caso in cui i quadri siano posizionati in ambienti accessibili al pubblico, essi dovranno essere dotati di chiusura a chiave, atta ad escludere ogni possibilità di manomissione da parte del personale non qualificato. L’entrata nel quadro deve essere sempre realizzata dal basso, rispettandone con gli opportuni mezzi il grado di protezione. Qualora l’ingresso dei cavi avvenga da feritoia ricavata con taglio a disco o con fresatura, le parti taglienti della lamiera dovranno essere sempre ricoperte con l’apposita guaina al fine di non compromettere l’isolante dei cavi. Ogni cavo dovrà essere intestato correttamente mediante idonea spelatura, la copertura del tratto cavo – conduttori dovrà avvenire mediante guaina termo-restringente. I conduttori del cavo dovranno essere intestati mediante puntalini di idonea sezione. La siglatura potrà avvenire con appositi accessori in PVC. Non è ritenuto corretta l’identificazione dei circuiti mediante l’impiego di nastro isolante e pennarello indelebile. I morsetti delle morsettiere dovranno essere colorati in modo diverso per segnalare adeguatamente e distinguere almeno le seguenti funzioni : terra (giallo verde) Neutro (blu chiaro) fasi (altri colori). La coppia di serraggio dei morsetti dovrà essere sempre assicurata al fine di prevenire eventuali guasti o anomalie dovute a falsi contatti. Sono ammessi morsetti rapidi (a molla) purchè di massima qualità. Il prezzo del quadro si intende sempre e comunque comprensivo di : Accessori interni per il cablaggio degli interruttori (barre DIN, pannelli di fondo, morsettiere di distribuzione orizzontale, canalette in PVC) Sbarre in rame Distributori prefabbricati sia verticali che orizzontali ( tipo Schneider Powerclip, Multiclip o pettini) a seconda di quanto previsto dagli elaborati grafici di progetto. Sbarre verticali, orizzontali, segregazioni, morsetti di allacciamento, strutture di fissaggio delle sbarre, isolatori, giunti. Conduttori per il cablaggio, di sezione idonea di tipo N07V-K, capocorda, puntalini di qualsiasi tipolgia, accessori per la numerazione e la siglatura, fascette, guaine termorestringenti. Morsettiere con morsetti di diverse misure, e colori a seconda della funzione, barre di terra in rame o collettori di altra tipologia. Targhette identificatrici in PVC realizzate con plotter, con descrizione della funzione associata ad ogni dispositivo presente sul pannello frontale. Prove, misure elettriche e marcatura CE secondo quanto richiesto dalle norme CEI sopra menzionate.

8) Quadri elettrici B.T. ARMADI E CASSETTE Profondità fino a 200 mm fino a 630A La presente specifica ha lo scopo di definire i requisiti fondamentali per il progetto, le modalità di collaudo e fornitura di quadri di Bassa Tensione con profondità fino a 200mm. NORME DI RIFERIMENTO I quadri di distribuzione dovranno essere progettati, assiemati e collaudati in totale rispetto delle seguenti normative: - CEI EN 61439-2 : “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 2: Quadri di potenza. - CEI EN 60529 : ”Gradi di protezione degli involucri (Codice IP)” - CEI EN 62262 : “Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro impatti meccanici esterni (IK)” - I prodotti dovranno inoltre ottemperare alle richieste antinfortunistiche contenute nella legge 1/3/1968 n° 168. - Tutti i componenti in materiale plastico dovranno rispondere ai requisiti di autoestinguibilità fissati dalle rispettive norme di prodotto. Le caratteristiche costruttive ed elettriche dei quadri dovranno essere indicate nel catalogo tecnico del costruttore. A richiesta dovranno essere forniti i certificati delle prove di tipo eseguite su configurazioni di quadro similare e significative per il sistema costruttivo prestabilito. DATI AMBIENTALI I dati ambientali riferiti al locale chiuso ove deve essere inserito il quadro in oggetto sono: Temperatura ambiente max +40 °C - min - 5 °C Umidità relativa 95 % massima Altitudine < 2000 metri s.l.m. CARATTERISTICHE ELETTRICHE

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Tensione nominale di isolamento .................................................................................... 690 V Tensione nominale di esercizio ....................................................................................... fino a 690 V Numero delle fasi ............................................................................................................. 3F + N Livello nominale di isolamento tensione di prova a frequenza industriale per un minuto a secco verso terra e tra le fasi ................................................................ 2,5 kV Tensione nominale di tenuta ad impulso .......................................................................... 8 kV Frequenza nominale ........................................................................................................ 50/60 Hz Corrente nominale sbarre principali ................................................................................. fino a 630 A Corrente nominale sbarre di derivazione ......................................................................... fino a 630 A Corrente di c.to circuito simmetrico ................................................................................. fino a 25 kA Durata nominale del corto circuito ................................................................................... 1" Grado di protezione sul fronte ......................................................................................... fino a IP 55 Grado di protezione a porta aperta .................................................................................. IP 20 Accessibilità quadro ......................................................................................................... Fronte Forma di segregazione .................................................................................................... max 2b DATI DIMENSIONALI Il quadro deve essere composto da unità modulari aventi dimensioni di ingombro massime: Larghezza : fino a 600 mm Profondità : fino a 260 mm Altezza : fino a 1750 mm Si deve inoltre tenere conto delle seguenti distanze minime di rispetto: Anteriormente : 800 mm CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE CARPENTERIA Il quadro dovrà essere realizzato con montanti in profilati di acciaio e pannelli di chiusura in lamiera ribordata avente una resistenza agli urti adeguata al luogo di installazione, il riferimento per questo valore è l'indice IK definito nella norma CEI EN 62262, non dovrà essere inferiore ad IK07 per i contenitori installati in ambienti ove non sussistano condizioni di rischio di shock, IK08 ove i rischi comportino eventuali danni agli apparecchi ed IK10 negli ambienti ove vi siano probabilità di urti importanti.. Il quadro deve essere chiuso su ogni lato con pannelli asportabili a mezzo di viti. Il grado di protezione, in funzione del luogo di installazione, deve essere, come indicato nella norma CEI 64-8: - IP30 per gli ambienti normali - IP30 per ambienti ad usi speciali (ove specificato) In ogni caso, per evitare l'accesso agli organi di manovra di personale non qualificato, dovrà essere prevista una porta frontale dotata di serratura a chiave. In caso di porte trasparenti, dovrà essere utilizzato cristallo di tipo temperato. Le colonne del quadro dovranno essere complete di golfari di sollevamento. Sul pannello frontale ogni apparecchiatura deve essere contrassegnata da targhette indicatrici che ne identificano il servizio. Tutte le parti metalliche del quadro dovranno essere collegate a terra (in conformità a quanto prescritto dalla citata norma CEI EN 61439-2). Per quanto riguarda la struttura deve essere utilizzata viteria antiossidante con rondelle auto graffianti al momento dell'assemblaggio, per le piastre frontali sarà necessario assicurarsi che i sistemi di fissaggio comportino una adeguata asportazione del rivestimento isolante. VERNICIATURA Per garantire un'efficace tenuta alla corrosione ed una buona tenta della tinta nel tempo, la struttura ed i pannelli laterali dovranno essere opportunamente trattati e verniciati. Questo è ottenuto da un trattamento chimico per fosfatazione delle lamiere seguito da una protezione per cataforesi. Le lamiere trattate saranno poi verniciate con polvere termoindurente a base di resine epossidiche mescolate con resine poliesteri di colore RAL9001 liscio e semi lucido con spessore medio di 60 micron.. DISPOSITIVI DI MANOVRA E PROTEZIONE Si deve garantire una facile individuazione delle manovre da compiere, che dovranno essere di preferenza concentrate sul fronte dello scomparto.

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Anche se prevista la possibilità di ispezione dal retro del quadro, tutti i componenti elettrici dovranno essere facilmente accessibili dal fronte mediante pannelli avvitati o incernierati. Sul pannello anteriore dovranno essere previste feritoie per consentire il passaggio degli organi di comando. Gli strumenti e lampade di segnalazione dovranno essere montate sui pannelli frontali. Per facilitare la manutenzione, tutte le piastre frontali dovranno essere montate su appositi profili che consentano un accesso rapido oppure accessoriate di cerniere. Le distanze, i dispositivi e le eventuali separazioni metalliche dovranno impedire che interruzioni di elevate correnti di corto circuito o avarie notevoli possano interessare l'equipaggiamento elettrico montato in vani adiacenti. In ogni caso, dovranno essere garantite le distanze prescritte dai perimetri di sicurezza imposti dal costruttore degli apparecchi. Tutti i componenti elettrici ed elettronici dovranno essere contraddistinti da targhette di identificazione conformi a quanto indicato dagli schemi. Salvo diversa indicazione del progettista e/o richiesta nella specifica di progetto, deve essere previsto uno spazio pari al 20 % dell'ingombro totale che consenta eventuali ampliamenti senza intervenire sulla struttura di base ed i relativi circuiti di potenza. COLLEGAMENTI DI POTENZA Le sbarre e i conduttori dovranno essere dimensionati per sopportare le sollecitazioni termiche e dinamiche corrispondenti ai valori della corrente nominale e per i valori delle correnti di corto circuito richiesti. Per i sistemi sbarre da 125A a 630 A, dovranno essere utilizzati sistemi sbarre compatti ed interamente isolati in modo da poter permettere la realizzazione di quadri in forma 2 anche nel caso di posizionamento sul fondo, per installazione in canalina laterale potranno essere utilizzati sistemi tradizionali L'interasse tra le fasi e la distanza tra i supporti sbarre dovranno essere assegnati e regolamentati dal costruttore in base alle prove effettuate presso laboratori qualificati. DERIVAZIONI Per correnti da 160 a 630A dovranno essere utilizzati collegamenti prefabbricati forniti dal costruttore del quadro, dimensionati in base all'energia specifica limitata dall'interruttore stesso, collegati direttamente al sistema sbarre e completamente protetti contro i contatti diretti. Se garantita dal costruttore, sarà ammessa l'alimentazione da valle delle apparecchiature Per l’alimentazione delle apparecchiature modulari con correnti nominali fino a 50 A, dovranno essere utilizzati appositi ripartitori fissati alle guide modulari, alimentati tramite connessioni prefabbricate o collegati direttamente a sistemi sbarre posizionati sul fondo del quadro e totalmente protetti contro i contatti diretti. Tali ripartitori dovranno consentire, mediante l’utilizzo di morsetti a molla, l’aggiunta di eventuali future derivazioni o la ridistribuzione dei carichi su diverse fasi senza dover accedere al sistema sbarre principale. Per l’alimentazione delle altre apparecchiature potranno essere utilizzate morsettiere di ripartizione facenti parti del sistema costruttivo utilizzato. Tutti i cavi di potenza, superiori a 50 mmq, entranti o uscenti dal quadro non dovranno avere interposizione di morsettiere; si dovranno attestare direttamente ai morsetti degli interruttori che dovranno essere provvisti di specifici coprimorsetti. L’ammaraggio dei cavi deve essere previsto su specifici accessori di fissaggio Le sbarre dovranno essere identificate con opportuni contrassegni autoadesivi a seconda della fase di appartenenza così come le corde dovranno essere equipaggiate con anellini terminali colorati. Tutti i conduttori sia ausiliari si dovranno attestare a specifiche morsettiere componibili su guida (con diaframmi dove necessario) adatte ad una sezione di cavo non inferiore a 6 mmq (salvo diversa prescrizione). CONDUTTORE DI PROTEZIONE Deve essere in barra di rame e dimensionato per sopportare le sollecitazioni termiche ed elettrodinamiche dovute alle correnti di guasto. Per un calcolo preciso della sezione adatta è necessario fare riferimento al paragrafo 7.4.3.1.7 della già citata norma CEI EN 61439-2. COLLEGAMENTI AUSILIARI Dovranno essere in conduttore flessibile con isolamento pari a 3KV con le seguenti sezioni minime:

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- 4 mmq per i T.A. - 2,5 mmq per i circuiti di comando - 1,5 mmq per i circuiti di segnalazione e T.V. Ogni conduttore deve essere completo di anellino numerato corrispondente al numero sulla morsettiera e sullo schema funzionale. Dovranno essere identificati i conduttori per i diversi servizi (ausiliari in alternata - corrente continua - circuiti di allarme - circuiti di comando - circuiti di segnalazione) impiegando conduttori con guaine colorate differenziate oppure ponendo alle estremità anellini colorati. Potranno essere consentiti due conduttori sotto lo stesso morsetto solamente sul lato interno del quadro. I morsetti saranno dovranno essere del tipo a vite per cui la pressione di serraggio deve essere ottenuta tramite una lamella e non direttamente dalla vite. I conduttori dovranno essere riuniti a fasci entro canaline o sistemi analoghi con coperchio a scatto. Tali sistemi dovranno consentire un inserimento di conduttori aggiuntivi in volume pari al 25% di quelli installati. Non è ammesso il fissaggio con adesivi. COLLEGAMENTI ALLE LINEE ESTERNE In caso di cassette di distribuzione da parete con linee passanti dalla parte superiore o inferiore dovranno essere previste specifiche piastre passacavi in materiale isolante o in lamiera. In ogni caso le linee si dovranno attestare alla morsettiera in modo adeguato per rendere agevole qualsiasi intervento di manutenzione. Le morsettiere non dovranno sostenere il peso dei cavi ma gli stessi dovranno essere ancorati ove necessario a dei specifici profilati di fissaggio. Nel caso in cui le linee di uscita siano costituite da cavi di grossa sezione o da più cavi in parallelo, è sconsigliabile l’utilizzo di accessori dedicati previsti dal fornitore del sistema costruttivo in modo da evitare eventuali sollecitazioni meccaniche. STRUMENTI DI MISURA Potranno essere del tipo: - elettromagnetico analogico da incasso 72 x 72 mm; - digitale a profilo modulare inseriti su guida Multifix; - tipo Multimetri da incasso 96 x 96 mm con o senza porta di comunicazione. COLLAUDI Le prove di collaudo dovranno essere eseguite secondo le modalità della norma CEI EN 61439-2. Inoltre il fornitore, a richiesta e se previsto in sede di offerta, dovrà fornire i certificati delle prove di tipo (previste dalla norma CEI EN 61439-2) effettuate dal costruttore su prototipi del quadro.

9) QUADRI IN VETRORESINA PER POSA ESTERNA Il progetto prevede la fornitura e posa di Armadio in vetroresina (SMC) Bifacciale con zoccolo, dim. utili vano a+b : 780x1715x353mm dim. ingombro 860x1744x908mm IP44 IK10 CON DOPPIA PIASTRA DI FONDO Fornitura e posa in opera di armadio stradale in vetroresina colore grigio RAL 7038 completo di: - telaio di ancoraggio realizzato in acciaio con duplice trattamento di protezione (zincatura elettrolitica-verniciatura epossidica RAL7040) per installazione su Basamento in calcestruzzo; - Basamento in calcestruzzo armato ; - N° 2 vani - dim. utili vano a+b : 780x1715x353mm dim. ingombro 860x1744x908mm - Conforme alla norma CEI EN 62208 - Grado di protezione IP44 secondo CEI EN 60529 - IK10 secondo CEI EN 62262 - Predisposto per esecuzione di apparecchiature in CLASSE II secondo CEI 64-8/4 - Tensione nominale di isolamento Ui 690V - Cerniere esterne non accessibili in acciaio inox

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- Perimetro esterno privo di sporgenze e appigli per accostamento armadi in altezza, profondità e sviluppo orizzontale. - Maniglia a scomparsa in resina termoplastica con impugnatura in gomma morbida al tatto, con cilindro a profilato DIN 18252 con chiave di sicurezza a cifratura unica Y21. Perno di manovra serratura in lega di alluminio presso fuso, tenone di manovra in acciaio zincato; aste e paletti interni in acciaio con trattamento GEOMET 321. - Struttura di ricevimento maniglia ricavata direttamente sullo sportello - Sportello e parete di fondo con rilievo ad onda per rinforzare la struttura dell'armadio e aumentare la resistenza ai raggi UV - Testata superiore predisposta alla combinazione di più vani mantenendo il grado di protezione - Base adatta all'integrazione del telaio di ancoraggio per ottenere isolamento elettrico interno/esterno - Porta integrata nella struttura dell'armadio e lato di apertura anta modificabile in opera - Ripartizione del volume complessivo e disposizione dei vani (superiore/inferiore) modificabile in opera secondo le necessità d'installazione di apparecchiature e accessori interni - Parete di fondo munita di borchie predisposte per inserimento di inserti filettati con prigioniero per fissaggio accessori M6x20. - Equipaggiabili con piastre di fondo e accessori dedicati per realizzazione quadri. Piastra di base del quadro da annegare nel rialzo in cls. Nel prezzo si intende compreso e compensato ogni onere ed accessorio per la posa, il fissaggio su zoccolo in cls predisposto ed ogni altro onere per rendere il lavoro finito a regola d'arte.

10) QUADRI CON PRESE CEE Il progetto prevede la fornitura e posa di QUADRETTO COMPLETO DI PRESE CEE 17, IP67 IK10 Fornitura e posa in opera di quadretto di distribuzione completo di prese CEE 17, come da schema di dettaglio di progetto, Quadro per installazione a parete, in resina autoestinguente, resistente alle correnti superficiali ed agli agenti chimici, grado di protezione IP67, resistenza meccanica agli urti IK10 installazione con viti imprendibili, accessibili dal fronte d'innesto, morsetti con piastra di serraggio e staffa antiallentamento; Prese CEE complete di interruttore con blocco meccanico e dispositivo di ritenuta. Quadro composto da : Quadro tipo TIPO PALAZZOLI SERIE ULYSSE o prodotto equivalente per il fissaggio di n° 3 prese interbloccate CEE e quadro protezioni 12 moduli ; Interruttore differenziale puro 4x63 A 400 V 30 mA Classe AC Interruttore magneto termico 4x16A 400 V 10 kA car C Interruttore magneto termico 4x32A 400 V 10 kA car C Presa CEE interbloccata 1P+N+T 16A IP67 IK10 Presa CEE interbloccata 3P+N+T 16A IP67 IK10 Presa CEE interbloccata 3P+N+T 32A IP67 IK10 Nel prezzo si intende compreso e compensato ogni onere ed accessorio necessario per la posa, il cablaggio, l'allacciamento ed ogni altro onere per dare il lavoro finito a regola d'arte.

11) DISTRIBUZIONE ENERGIA B.T. IMPIANTI ESTERNI Per la costruzione dell’impianto potranno essere utilizzati cavi armonizzati, marcati CE ed IMQ, idonei all’impiego in conformità alle vigenti normative a seconda dell’ambiente in cui ne è previsto l’esercizio. Di seguito verranno riportate le caratteristiche tecniche dei cavi generalmente impiegati a seconda del tipo di funzione: FG7-OR cavo in rame, flessibile,non propaganti l’incendio, a bassa emissione di gas corrosivi, con isolamento dei conduttori in gomma di qualità G7 e guaina esterna in PVC di qualità RZ. Tensione di isolamento pari a 0.6-1 kV, temperatura massima di esercizio 90° C e di corto circuito 250 °C. Rispondente alle normative CEI 20-13, 20-22II, 20-35, 20-37, 20-52. FROR 450/750V cavo in rame, flessibile,non propaganti l’incendio, a bassa emissione di gas corrosivi, con isolamento dei conduttori in PVC di qualità T12 e guaina esterna in PVC di qualità TM2. Tensione di isolamento pari a 0.45-0.75 kV, temperatura massima di esercizio 70° C e di corto circuito 160 °C. Rispondente alle normative CEI 20-22, 20-22II, 20-29, 20-34, 20-35, 20-37, 20-52. Si ritengono compresi e compensati gli oneri per : - Il trasporto sul cantiere, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °;

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- La posa in opera in cavidotto interrato, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo in caso di presenza di spigoli ; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo nei confronti del rispetto del raggio di curvatura minimo previsto dalla sezione del cavo ; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo nei confronti della trazione applicata per l'infilaggio ; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo nei confronti della temperatura ambiente di posa ; - La siglatura del cavo alle estremità, in corrispondenza con il progetto, realizzata con idoneo sistema di siglatura specifico per cavi elettrici, stampato con plotter ; - La perfetta intestatura del cavo, realizzata con capocorda a crimpare di idonea sezione e copertura con guaina termorestringente ; - La posa in opera dei cavi con più conduttori per fase, tenendo in considerazione dell'opportuna disposizione delle fasi rispetto al centro del fascio, al fine di uniformare le mutue induttanze tra i conduttori ; Nel prezzo si intende compreso e compensato l'onere di : posa, siglatura funzioni, capicorda, morsetti, legatura ed ancoraggi, eseguiti con idonei materiali, scorta, sfridi.

12) GIUNZIONI DI CAVI IN POZZETTO Il progetto prevede la realizzazione di giunzioni lineari o in derivazione di linee in cavo FG7-OR - FG7-R - ARG7-R con sezione compresa da 2.5 a 300mmq. La giunzione dovrà essere realizzata in pozzetto ispezionabile con l'impiego di opportune muffole al gel per la protezione da tutti gli agenti atmosferici (caldo-freddo-neve-ghiaccio-acqua-polvere-corrosione-elettrolisi). Il contatto elettrico tra i conduttori dovrà essere assicurato da crimpatura meccanica con morsetti in ottone. La giunzione dovrà essere successivamente siglata e fissata idoneamente sul lato del pozzetto, ad una distanza dal fondo minima pari a 1m in modo tale da non essere interessata dalla possibile acqua presente sul fondo. Gli sfridi dei cavi dovranno permettere una agevole ispezione della giunzione ed un rifacimento della stessa per almeno 6 volte con taglio e rifacimento della testa del cavo. Si ritiene compreso e compensato ogni onere ed accessorio per rendere il lavoro finito a regola d'arte.

13) Modalità di posa Per ogni tipologia di cavo dovranno essere rispettate le condizioni di posa indicate dal costruttore e dalle norme CEI. I cavi saranno posati a regola d’arte rispettando in particolare il coefficiente di stipamento, il raggio di curvatura, gli agenti atmosferici, le temperature di esercizio e di posa. I cavi posati dello stesso canale, dovranno essere isolati alla tensione di isolamento pari a quella del cavo con tensione di isolamento maggiore. Le giunzioni dei cavi potranno essere realizzate esclusivamente in cassetta di derivazione con appositi accessori. La posa dei cavi nei cavidotti interrati dovrà attenersi alle seguenti condizioni atte a salvaguardare l’integrità degli isolanti e la bontà delle caratteristiche tecniche dei cavi : Forza di tiraggio del cavo contenuta entro il limite previsto dal costruttore (resistenza meccanica alla trazione); Durante la posa potranno essere impiegati fluidi per migliorare la scorrevolezza del cavo; Eliminazione degli attriti del cavo dovuti allo scorrimento sul bordo del pozzetto o in altri punti ; Si ritengono compresi e compensati gli oneri per : - Il trasporto sul cantiere, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °; - La posa in opera in cavidotto interrato, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo in caso di presenza di spigoli ; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo nei confronti del rispetto del raggio di curvatura minimo previsto dalla sezione del cavo ;

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- Le precauzioni per non danneggiare il cavo nei confronti della trazione applicata per l'infilaggio ; - Le precauzioni per non danneggiare il cavo nei confronti della temperatura ambiente di posa ; - La siglatura del cavo alle estremità, in corrispondenza con il progetto, realizzata con idoneo sistema di siglatura specifico per cavi elettrici, stampato con plotter ; - La perfetta intestatura del cavo, realizzata con capocorda a crimpare di idonea sezione e copertura con guaina termorestringente ; - La posa in opera dei cavi con più conduttori per fase, tenendo in considerazione dell'opportuna disposizione delle fasi rispetto al centro del fascio, al fine di uniformare le mutue induttanze tra i conduttori ;

14) Colori dei conduttori Le colorazioni degli isolanti dei conduttori e dei cavi multipolari dovranno essere attinenti a quanto stabilito dalla norma CEI UNELL 00722 ed in particolare : IL CONDUTTORE DI PROTEZIONE → GIALLO – VERDE IL CONDUTTORE DI NEUTRO → BLU CHIARO CONDUTTORI DI FASE SUGGERITI : → NERO , GRIGIO CENERE, MARRONE

15) Allacciamento e siglatura Nel prezzo del cavo si ritengono sempre compresi e compensati gli oneri di allacciamento in partenza e in arrivo, nonché gli oneri e gli accessori necessari per l’entrata e l’uscita dalle morsettiere dei lampioni e dalle passerelle in lamiera zincata (fresature, pressacavi, guaine, racordi). Sono inoltre da considerarsi compensati nell’importo unitario i puntalini, la guaina termorestringente, gli accessori per la siglatura del cavo e dei conduttori, eventuali guaine di protezione degli isolanti dal calore, eventuali pressacavi di misura adeguata.

16) Sfridi e scorta Nel prezzo del cavo si intende compreso e compensato uno sfrido pari ad almeno 3m per ciascun tratto di posa. Tale ricchezza troverà ubicazione nei pozzetti ispezionabili.

17) Tubi protettivi incassati e cassette di derivazione

I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti provvisorie, devono essere sempre protetti meccanicamente dagli urti e dagli schiacciamenti. Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile ecc. Nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico serie pesante per i percorsi sotto intonaco a parete e soffitto e serie pesante a doppia parete per la posa a pavimento. Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti.Tale coefficiente di maggiorazione deve essere aumentato a 1,5 quando i cavi siano posati in guaina metallica. Il diametro del tubo deve essere comunque dimensionato in base alla natura del percorso della conduttura, delle curve, della lunghezza e deve essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi. Il tracciato dei tubi protettivi dovrà essere il più rettilineo possibile, lo sviluppo massimo in ambiente civile è suggerito inferiore ai 15m. Le derivazioni dovranno essere posizionate in sito opportuno, in modo da interrompere le tratte più lunghe e facilitare l’infilaggio dei cavi. Le curve dovranno essere realizzate a regola d’arte, senza strozzature in modo da garantire il rispetto del raggio di curvatura massimo ammesso per il tipo di cavo impiegato.

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Le cassette devono essere costruite in modo che nelle condizioni di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei, deve inoltre risultare agevole la dispersione di calore in esse prodotta. Il coperchio delle cassette deve offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo; E' ammesso utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette purchè i montanti alimentino lo stesso complesso di locali e che ne siano contrassegnati per la loro individuazione, almeno in corrispondenza delle due estremità; qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia è ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette, purchè essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. Il numero dei cavi che si possono introdurre nei tubi è indicato nella tabella seguente: I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli, che ospitano altre canalizzazioni devono essere disposti in modo da non essere soggetti ad influenze dannose in relazione a sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa, ecc. E' inoltre vietato collocare nelle stesse incassature montanti e colonne telefoniche o radiotelevisive. Nel vano degli ascensori o montacarichi non è consentita la messa in opera di conduttori o tubazioni di qualsiasi genere che non appartengano all'impianto dell'ascensore o del montacarichi stesso.

18) CAVIDOTTI Il cavidotto spiralato flessibile pesante impiegato dovrà avere le caratteristiche di cui nel seguito :

CARATTERISTICHE CAVIDOTTO Resistenza allo schiacciamento 450N

Tipologia Cavidotto a doppio strato

Marchio IMQ

Materiale : Mescola di polietilene neutro ad alta densità, colorante additivato con anti UV

Impiego : Protezione cavi elettrici B.T

Resistenza schiacciamento : Cavidotto con resistenza allo schiacciamento 450 N ai sensi della norma CEI EN 50086-2-4/A1 (CEI 23-

46 V1)

Normativa di riferimento EN50086-2-4 CEI 23-46 VARIANTE V1

Raggio di curvatura 8 volte il diametro

Diametri 40-50-63-75-90-110-125-160-200mm

CARATTERISTICHE CAVIDOTTO Resistenza allo schiacciamento 750N

Tipologia Cavidotto a doppio strato

Marchio IMQ

Materiale : Mescola di polietilene neutro ad alta densità, colorante additivato con anti UV

Impiego : Protezione cavi elettrici B.T

Resistenza schiacciamento : Cavidotto con resistenza allo schiacciamento 750 N ai sensi della norma CEI EN 50086-2-4/A1 (CEI 23-

46 V1)

Normativa di riferimento EN50086-2-4 CEI 23-46 VARIANTE V1

Raggio di curvatura 8 volte il diametro

Diametri 40-50-63-75-90-110-125-160-200mm

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 47

Compresi e compensati tutti gli oneri per : - Il trasporto sul cantiere, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °; - La posa in opera ed il fissaggio, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °;

19) POZZETTI Il progetto prevede la fornitura e posa in opera di pozzetti prefabbricati completi di fondo, da impiegarsi in opere di edilizia per la raccolta di acque di scorrimento o l'ispezioni di reti in genere, eseguiti in conglomerato cementizio vibrato e posati su massetto di sottofondo, dello spessore minimo di 15 cm, e rinfianchi in conglomerato cementizio dosati a 150 kg di cemento tipo R 3.25 per m³ di inerte. Nel prezzo si intendono compresi e compensati gli oneri per il corretto allineamento secondo le livellette di progetto, la fornitura e posa del sottofondo e dei rinfianchi, il rispetto della marcatura CE per i prodotti da costruzione prevista dalla Direttiva 89/106/CEE recepita dal DPR 21.04.93, n. 246 e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte. Compresi e compensati tutti gli oneri per : - Il trasporto sul cantiere, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °; - La posa in opera ed il fissaggio con cemento, compresi gli eventuali maggiori aggravi per il lavoro su terreno con pendenze superiori a 10 ° e fino a 45 °; - La foratura dei fianchi per l'innesto dei cavidotti; - L'eventuale sigillatura dei fianchi successivamente al raccordo di cavidotti ed il fissaggio degli stessi in conglomerato cementizio dosati a 150 kg di cemento tipo R 3.25 per m³ di inerte.; - La foratura del fondo per il drenaggio dell'eventuale acqua interna ; Gli eventuali ripristini delle pavimentazioni saranno computati a parte. dimensioni come da elaborati di progetto.

20) VERIFICA ACCERTAMENTO SOTTO SERVIZI In fase preliminare, prima dell’intervento edile di taglio della pavimentazione e scavo, dovrà essere accertata la presenza di eventuali sottoservizi di interferenza nella zona di interesse dello scavo e delle opere edili. Tale analisi dovrà essere eseguita dall’appaltatore che a proprie spese dovrà contattare i gestori dei sotto servizi per analizzare il transito effettivo delle reti. In assenza di informazioni dettagliate, la pavimentazione dovrà essere opportunamente analizzata con strumento metal detector allo scopo di verificare la presenza di tubazioni o materiale metallico nella zona interessata dagli scavi. Tutti i sottoservizi dovranno essere opportunamente segnalati allo scopo di eliminare ogni probabilità di danneggiamento di ogni tipologia di sottosevizio esistente. I sotto servizi esistenti per i quali dovrà essere posta particolare attenzione nell’affrontare l’opera di scavo sono i seguenti : Illuminazione pubblica esistente e servizi affini Distribuzione della rete elettrica B.T. (SET) Distribuzione della rete elettrica M.T. (SET) Telefonia (Telecom Italia) Acquedotto (Comune) Fognatura acque bianche (Comune) Fognatura acque nere (Comune) Impianti di innevamento (Società Funivie Madonna di Campiglio) Distribuzione della rete elettrica M.T. (Società Funivie Madonna di Campiglio)

21) DANNI AD IMPIANTI E SOTTO SERVIZI ESISTENTI

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 48

L’impresa appaltatrice dovrà porre particolare attenzione nel valutare la presenza di eventuali sottoservizi nonchè le modalità operative necessarie per consentire un idoneo incrocio, la sovrapposizione, la sottoposizione, o la posa affiancata con sottoservizi esistenti. Gli oneri necessari per la riparazione a regola d’arte di eventuali danni accidentali dovuti al danneggiamento di sottoservizi esistenti, siti nella zona interessata dalle opere previste dal presente progetto,saranno completamente a carico dell’impresa appaltatrice. Eventuali danni a condutture, cavi, o tubazioni, di qualsiasi natura, tipologia, materiale e tecnologia dovrà essere ripristinato a regola d’arte, prevedendo, se necessario pozzetti o manufatti necessari per future ispezioni. Il lavoro dovrà essere affidato ad impresa specializzata abilitata ad operare nel settore specifico.

22) SFILAGGIO CAVI IMPIANTI ESISTENTI Il progetto prevede l’impiego di uomini, mezzi e materiali per lo scollegamento e sfilaggio di cavi esistenti da cavidotto interrato. Si ritengono compresi gli oneri di cui nel seguito : Ricerca, apertura ed eventuale pulizia del fondo di pozzetto esistente ; Scollegamento del cavo dal punto di allacciamento iniziale e terminale, taglio di eventuali giunzioni realizzate in muffola isolante ; Sfilaggio del cavo esisetnte per l'intera lunghezza utile (fra quadro e giunzione o fra giunzione e giunzione) necessario per eventuale riutilizzo previsto dal progetto. Siglatura con etichetta con indicazione del tipo di cavo, sezion e lunghezza ed idoneo avvolgimento. Trasporto giornaliero a magazzino indicato dall'amministrazione. Responsabilità in caso di furto del materiale dal cantiere al deposito indicato dall'amministrazione. Il prezzo si intende compreso di maggiori oneri per qualsiasi problema di natura meccanica nell'estrazione del cavo dal cavidotto. Il prezzo si intende al metro lineare per ciascun cavo di tipo FG7-OR, FG7-R o altra tipologia di cavo similare rimosso. Alcuni esempi di sezioni ricomprese e riconosciute al metro lineare nella presente voce sono : 1x10-1x16-1x25-1x35-1x50-1x70-1x95-1x120-1x150-1x185-1x240-5x1.5-5x2.5-5x4-5x6-5x10-5x16-5x25-3x35+1x25-10x1.5-10x2.5-3x1.5-3x2.5-3x4-3x6-3x10-3x16-3x25 con o senza conduttore di protezione. Il prezzo sarà riconosciuto esclusivamente se i cavi rimossi non risultano danneggiati e siano idonei al riutilizzo. Nel prezzo si intendono compresi e compensati tutti gli oneri per rendere il lavoro finito a regola d'arte così come indicato dalla D.L.

23) SORGENTI LUMINOSE ED APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE

Il tipo di sorgente luminosa scelta dall’amministrazione comunale è il LED. Impiegato da poco tempo in ambito illuminotecnico stradale, offre numerosi vantaggi dal punto di vista energetico e manutentivo. Il tipo di sorgente scelta ha una tonalità di luce calda, prossima ai 3000 °K. L’apparecchio di illuminazione sarà certificato dal costruttore in classe A secondo quanto previsto dalla L.P.16/07. I dati fotometrici dell’apparecchio saranno forniti dalla casa costruttrice sia in forma tabellare numerica su supporto cartaceo, sia sotto forma di file standard normalizzato CIE CEN IES quali il formato commerciale “eulumdat”.

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24) CARATTERISTICHE TECNICHE APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE

a) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO A - CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva

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asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO A : Altezza Punto luce : 7m Altezza totale palo fuori terra : 8,15m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 27W assorbiti Amperaggio: 540mA Ottica: 1MD OTTICA 2 Flusso luminoso: 3159 lm

b) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO B –

CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 51

di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO B : Altezza Punto luce : 7m Altezza totale palo fuori terra : 8,15m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 35W assorbiti Amperaggio: 700mA Ottica: 1MD OTTICA 3 Flusso luminoso: 3984 lm

c) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO C –

CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 52

pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO C : Altezza Punto luce : 5m Altezza totale palo fuori terra : 6,15m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 19W assorbiti Amperaggio: 350mA Ottica: 1MD OTTICA 3 Flusso luminoso: 2276 lm

d) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO D –

CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 53

laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO D : Altezza Punto luce : 6.3m Altezza totale palo fuori terra : 7,45m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 30W assorbiti

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 54

Amperaggio: 600mA Ottica: 1MD OTTICA 2 Flusso luminoso: 3420 lm

e) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO E –

CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva

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asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO E : Altezza Punto luce : 6.3m Altezza totale palo fuori terra : 7,45m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 26W assorbiti Amperaggio: 525mA Ottica: 1MD OTTICA 2 Flusso luminoso: 3037 lm

f) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO F -

CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo

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di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO F : Altezza Punto luce : 7m Altezza totale palo fuori terra : 8,15m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 52W assorbiti Amperaggio: 525mA Ottica: 2MD OTTICA 3 Flusso luminoso: 6046 lm

g) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO G -

CARATTERISTICHE PALO Palo tipo Steel Red 702 (o prodotto equivalente) Palo per illuminazione pubblica certificato CE in conformità alla norma UNI EN 40-5, composto da elementi in acciaio S275 UNI EN 10027-1 (Fe 430) predisposto per l' installazione di sistemi a tecnologia integrata composto da: • Un anima conica (1) in acciaio laminata a caldo UNI EN 10025-1, zincata a caldo e verniciata secondo le normative UNI EN ISO 1461, avente diametro Ø120 nella parte inferiore e Ø60 nella parte superiore per l'installazione del corpo illuminante, dotata di una vite M12 (messa terra) e un'asola di dimensioni mm186x45 a 907 mm da terra ed un'asola realizzata nella parte interrata del palo di dimensioni mm 150x50 per il passaggio cavi. • Un terminale palo (2) in materiale plastico con la funzione di chiusura anima. • Portella filo palo con morsettiera di classe II, con o senza fusibile, realizzata in presso fusione di alluminio, di semplice installazione tramite avvitamento a chiave come in particolare rappresentato in tabella (A). • Guaina protettiva termorestringente formata da materiali compositi per la protezione da corrosione, fornita singolarmente, da applicare come rappresentato in figura. Ogni palo ha la possibilità, in qualsiasi momento, di installare il sistema a tecnologia integrata con antenne nel caso sia necessario il WI-FI, senza nel caso di connettività tramite fibra ottica. Laminazione a caldo a HSP: I pali laminati a caldo sono ottenuti mediante laminazione a caldo di tubi saldati ad alta frequenza E.R.W. (Electrical resistence welded) secondo UNI 7091/72. La laminazione del tubo avviene alla temperatura di 700°C; dove è possibile ottenere forme e geometrie molto elaborate e la superficie del palo risulta essere asente da cordone di saldatura, con elevate caratteristiche di resistenza meccanica. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per pali: La protezione di elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Applicazione di uno strato di fondo epossidico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento • Applicazione di uno strato di smalto acrilico con successive fasi di: Appassimento > Essicamento > Raffreddamento Imballo dopo almeno 24h di essiccamento a temperatura ambiente. I manufatti verniciati, grazie agli ottimi pretrattamenti del supporto e all'utilizzo di vernici Top Quality, rispondono ai più severi capitolati presenti a livello internazionale per quanto concerne le resistenze alla corrosione, agli agenti atmosferici e alle radiazioni ultraviolette. L'elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Altezza palo vedasi dettagli costruttivi di progetto e specifiche tecniche di seguito riportate. CARATTERISTICHE SBRACCIO (doppio) SBRACCIO TIPO LP 12 (o prodotto equivalente) Pastorale a palo costituito da elementi in acciaio S235 EN 10025-95, particolari in acciaio C40 UNI EN 10083/1 zincati a caldo secondo UNI ISO 1461, elementi decorativi in pressofusione di alluminio UNI EN 1706. Il pastorale è predisposto per l' installazione di corpi illuminanti a sospensione e corrisponde per aspetto, forma e dimensioni al disegno riportato. Il pastorale è composta da: • Un tubo in acciaio S235 (2) avente Ø 48 mm con all'interno una boccola con sistema di attaco rapido (standard) per i corpi illuminanti (vedi schema Fig.2). • Due sostegni in acciaio C40 (1) fissati tramite bulloneria acciaio Inox al tubo da Ø48 e innestati sui collari (vedi Fig.3) sistema di aggancio rapido per una facile installazione della mensola. • Un elemento in pressofusione di alluminio (3) decorativo. Il pastorale è fornito con tutti gli accessori necessari per fissare il corpo illuminante a sospensione (Fig.2). In Fig.1 sono riportati i collari per l'installazione a palo di una delle varie configurazioni. Protezioni delle superfici in acciaio zincato per mensole e pastorali: La protezione degli elementi in acciaio zincato è ottenuta attraverso le seguenti fasi: • Microsabbiatura • Fosfodecapaggio a pH compreso tra 1.5 e 3 • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di uno strato di fondo a polvere • Cottura in forno • Applicazione di finale a polvere • Cottura in forno del finale a polvere a 180° • Raffreddamento. Protezioni delle superfici in pressofusione di alluminio per mensole e pastorali: Mensole, pastorali e accessori in pressofusione sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere, che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche e rende l'aspetto del prodotto finito

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conforme alle specifiche progettuali, in termini di rugosità superficiale, colore riflettanza. Il ciclo è strutturato nei passaggi descritti di seguito: • Microsabbiatura • Decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco • Fosfocromatazione per la pulizia delle superfici • Lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno • Risciacquo con acqua demineralizzata • Applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180° • Applicazione di polvere a finire utilizzando un prodotto High Durability e cottura finale in forno a 180°. L' elevata qualità di questi trattamenti è confermata da accurati test in nebbia salina (i prodotti oltrepassano abbondantemente le 2.500 ore) e dal superamento delle prove più severe a livello internazionale, prima fra tutte il FLORIDA TEST. Dimensioni e Peso: Altezza 1410 mm; Lunghezza 965 mm. - Peso 15 kg - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA (Doppia) Lampara tipo FLA 48 Led A (o prodotto equivalente) Il corpo illuminante è conforme alle normative EN 60598-1, EN 60598-2-3, ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza IK09. E' realizzato in pressofusione di alluminio EN 1706 ed è composto da: - Corpo superiore in pressofusione di alluminio alla cui sommità è fissato un tronchetto in acciaio AISI 304, dotato di parte terminale a baionetta per consentire un innesto rapido, sicuro e agevole durante la fase di installazione del corpo illuminante sulla apposita boccola saldata nella mensola o nel pastorale; • Un passacavo a membrana installato all'estremità superiore del tronchetto per garantire la tenuta contro l'ingresso di acqua; • Un passacavo PG 16 installato all'estremità inferiore del tronchetto, all'interno del corpo illuminante, per garantire la tenuta contro l'ingresso d'acqua; • Telaio inferiore in pressofusione di alluminio, collegato al corpo superiore attraverso una cerniera con perno in acciaio inox AISI 304; • Falda in pressofusione di alluminio fissata al telaio inferiore; • Piastra di fissaggio tipo Light Bar in lamiera di metallo con funzione di supporto per il modulo LED; • Ogni modulo LED ha grado di protezione IP66 e grado di resistenza agli impatti meccanici IK10 ed è composto da: - LED tipo Light Bar con 16 LEDs; - termistore per controllare la temperatura di esercizio e la durata del modulo LED; - dissipatore in alluminio EN AW 6060; - lenti in PMMA ad alta efficienza; - cover realizzata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) altamente performante; • Sezionatore di linea elettrica che toglie tensione al gruppo di alimentazione al momento dell'apertura del corpo illuminante; • Due viti di chiusura a scomparsa con sistema antisvitamento manovrabili a mano, senza l'ausilio di utensili, per un rapido accesso al vano ottico e componenti; • Guarnizioni interne in silicone; • Viteria in acciaio inox AISI 304. Il corpo illuminante è idoneo solo per l'installazione a sospensione. Tronchetto a innesto rapido in acciaio inox AISI 304 per montaggio a sospensione. Il sistema a LED è predisposto per la regolazione del flusso luminoso mediante dimmerazione con mezzanotte virtuale. Il corpo illuminante è in Classe II. Protezione contro le scariche elettriche: Classe I: protezione da sovratensioni in modo comune 10kV e in modo diff erenziale 10kV Classe II: protezione da sovratensioni in modo comune 6kV e in modo differenziale 10kV Ulteriori configurazioni: Staffa per fissaggio a fune di tesata. Protezione aggiuntiva contro scariche elettriche (fino a 10 kV/10 kA) provenienti dalla linea di alimentazione. Specifiche sistema LED: Informazioni Light Bars • Lenti Tipo 1 : con ripartizione delle intensità luminose simmetriche, adatta per l'installazione a sospensione su centro strada. • Lenti Tipo 2 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione ciclo-pedonale e su strade di larghezza ridotta; • Lenti Tipo 3 : con ripartizione asimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione su strade di larghezza medio-elevata; • Lenti Tipo 5 : con ripartizione rotosimmetrica delle intensità luminose idonea per l' installazione in grandi aree, piazze, parchi e parcheggi. Temperatura di colore e indice di resa cromatica I LED utilizzati hanno temperatura di colore 3.000 K con CRI 80. Sicurezza fotobiologica I sistemi a LED rientrano nei limiti previsti da RG1, dalla norma EN 62471 e dalla IEC/TR 62778 per la valutazione del rischio fotobiologico. Sistema tipo "Low Glare" (o prodotto equivalente) La cover satinata in materiale plastico tipo Makrolon (o prodotto equivalente) del modulo led consente l'uniformità dell'emissione luminosa, massimizzando il comfort visivo e superando il problema dell'abbagliamento puntiforme tipico delle sorgenti led. Sistema tipo "Limitless" (o prodotto equivalente): Il corpo illuminante è rigenerabile e potenziabile: è possibile sostituire senza l'ausilio di utensili ogni componente (led driver e modulo led), a seguito di adeguamenti tecnologici. Trattamenti superficiali: I corpi illuminanti sono sottoposti ad un ciclo di verniciatura a polvere che assicura una barriera alla corrosione delle parti metalliche rendendo l'aspetto del prodotto finito conforme alle specifi che progettuali (rugosità superficiale, colore e riflettanza). Il ciclo è strutturato nei seguenti passaggi: microsabbiatura; decapaggio a caldo in soluzione fosfosgrassante a base di zinco; fosfocromatazione per la pulizia delle superfici; lavaggio a freddo e successiva asciugatura in forno; risciacquo con acqua demineralizzata; applicazione di fondo a polvere e successiva cottura del fondo in forno a 180°; applicazione di polvere a fi nire utilizzando un prodotto High Durability e cottura fi nale in forno a 180°. Per quanto concerne le resistenze alla corrosione i manufatti verniciati sono trattati con l'utilizzo di un rivestimento bonderizzato che ha superato con successo le prove tipo FLORIDA TEST e test di nebbia salina (i prodotti superano le 2.500 ore). Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Regolazione automatica del flusso luminoso. Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda . Classe di isolamento: II Dimensioni e Peso: Altezza 360 mm; diametro 605 mm. - Peso 5,91 kg (escluso il cablaggio). - Superficie esposta al vento (CxS): 0,12 m². CARATTERISTICHE SPECIFICHE TIPO G : (doppio sbraccio + doppio corpo illuminante) Altezza Punto luce : 7m Altezza totale palo fuori terra : 8,15m Altezza parte interrata : 0.8m LATO STRADA Equipaggiamento elettrico: LED 52W assorbiti Amperaggio: 525mA Ottica: 2MD OTTICA 3 Flusso luminoso: 6046 lm LATO ISOLA ECOLOGICA Equipaggiamento elettrico: LED 27W assorbiti Amperaggio: 540mA Ottica: 1MD OTTICA 2 Flusso luminoso: 3159 lm

h) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO H -

CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Apparecchio di illuminazione di tipo stradale a Led Caratteristiche :

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Dim. 531x264x60mm Peso 3 kG Protezione sovratensioni 8kV classe 1 - 10 kV con SPD 8kV classe 2 - 10 kV con SPD Grado di protezione IP66 Grado di protezione meccanica IK09 Classe di isolamento II Corrente di regolazione 700-525-350mA (come da specifiche tecniche sotto riportate) Corpo in pressofusione di alluminio EN1706 Colore grigio chiaro Sistema ottiche : nano ottica brevettata in PMMA Schermo : vetro ultra chiaro con serigrafia nero sp. 4mm Guarnizione siliconica Bulloneria in acciaio inox Attacco testa palo orientabile con step da 5° Come da dettagli costruttivi di progetto Tecnologia tipo "Flip Chip LED" (o prodotto equivalente): La nuova tecnologia eliminando il processo di connessione tra anodo e catodo, presenta un elemento di criticita in meno rispetto alle differenti tecologie. Grazie agli elettrodi in oro, le serie sono assolutamente esenti da corrosione in ambiente saturo disolfuri, un requisito che consente di non avere decadimento in applicazione. Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda. Equipaggiamento elettrico: LED 17W assorbiti Amperaggio: 450mA Ottica: 1A OTTICA 3A Flusso luminoso: 1921 lm

i) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO I -

CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Apparecchio di illuminazione di tipo stradale a Led Caratteristiche : Dim. 531x264x60mm Peso 3 kG Protezione sovratensioni 8kV classe 1 - 10 kV con SPD 8kV classe 2 - 10 kV con SPD Grado di protezione IP66 Grado di protezione meccanica IK09 Classe di isolamento II Corrente di regolazione 700-525-350mA (come da specifiche tecniche sotto riportate) Corpo in pressofusione di alluminio EN1706 Colore grigio chiaro Sistema ottiche : nano ottica brevettata in PMMA Schermo : vetro ultra chiaro con serigrafia nero sp. 4mm Guarnizione siliconica Bulloneria in acciaio inox Attacco testa palo orientabile con step da 5° Come da dettagli costruttivi di progetto Tecnologia tipo "Flip Chip LED" (o prodotto equivalente): La nuova tecnologia eliminando il processo di connessione tra anodo e catodo, presenta un elemento di criticita in meno rispetto alle differenti tecologie. Grazie agli elettrodi in oro, le serie sono assolutamente esenti da corrosione in ambiente saturo disolfuri, un requisito che consente di non avere decadimento in applicazione. Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda. Equipaggiamento elettrico: LED 35W assorbiti Amperaggio: 700mA Ottica: 1B OTTICA 3A Flusso luminoso: 3990 lm

j) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO L -

CARATTERISTICHE PALO I pali conici dritti da lamiera sono costruiti mediante piegatura circolare di trapezi di lamiera in acciaio S235JR (UNI EN 10025), successivamente i lembi longitudinali affacciati dopo la piegatura sono saldati mediante processo automatizzato certificato IIS. Ad ogni palo vengono realizzate le seguenti lavorazioni:

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- asola entrata cavi; - applicazione della taschina di messa a terra; - asola per morsettiera. Tutti i pali, grazie alla conicità 10 mm/m terminano in cima con Ø 60 mm idoneo al montaggio degli accessori e corpi illuminanti. La zincatura dei materiali è ottenuta mediante immersione in vasche di zinco fuso il cui spessore dello strato di zinco è conforme alle norme UNI EN ISO 1461. I pali sono costruiti in conformità alla norma UNI EN 40-5 e alle norme collegate: Dimensioni e tolleranze: UNI EN 40-2; Materiali: UNI EN 40-5; Specifica dei carichi caratteristici: UNI EN 40-3-1; Verifica mediante calcolo: UNI EN 40-3-3; Protezione della superficie: UNI EN 40-4. Ogni palo è dotato di etichetta adesiva CE. CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Apparecchio di illuminazione di tipo stradale a Led Caratteristiche : Dim. 531x264x60mm Peso 3 kG Protezione sovratensioni 8kV classe 1 - 10 kV con SPD 8kV classe 2 - 10 kV con SPD Grado di protezione IP66 Grado di protezione meccanica IK09 Classe di isolamento II Corrente di regolazione 700-525-350mA (come da specifiche tecniche sotto riportate) Corpo in pressofusione di alluminio EN1706 Colore grigio chiaro Sistema ottiche : nano ottica brevettata in PMMA Schermo : vetro ultra chiaro con serigrafia nero sp. 4mm Guarnizione siliconica Bulloneria in acciaio inox Attacco testa palo orientabile con step da 5° Come da dettagli costruttivi di progetto Tecnologia tipo "Flip Chip LED" (o prodotto equivalente): La nuova tecnologia eliminando il processo di connessione tra anodo e catodo, presenta un elemento di criticita in meno rispetto alle differenti tecologie. Grazie agli elettrodi in oro, le serie sono assolutamente esenti da corrosione in ambiente saturo disolfuri, un requisito che consente di non avere decadimento in applicazione. Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda. Altezza Punto luce : 5,5m Altezza totale palo fuori terra : 5,5m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 35W assorbiti Amperaggio: 700mA Ottica: 1B OTTICA 3A Flusso luminoso: 3990 lm

k) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO M -

CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Triplo apparecchio di illuminazione di tipo stradale a Led Caratteristiche : Dim. 531x264x60mm Peso 3 kG Protezione sovratensioni 8kV classe 1 - 10 kV con SPD 8kV classe 2 - 10 kV con SPD Grado di protezione IP66 Grado di protezione meccanica IK09 Classe di isolamento II Corrente di regolazione 700-525-350mA (come da specifiche tecniche sotto riportate) Corpo in pressofusione di alluminio EN1706 Colore grigio chiaro Sistema ottiche : nano ottica brevettata in PMMA Schermo : vetro ultra chiaro con serigrafia nero sp. 4mm Guarnizione siliconica Bulloneria in acciaio inox Attacco testa palo orientabile con step da 5° Come da dettagli costruttivi di progetto

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Tecnologia tipo "Flip Chip LED" (o prodotto equivalente): La nuova tecnologia eliminando il processo di connessione tra anodo e catodo, presenta un elemento di criticita in meno rispetto alle differenti tecologie. Grazie agli elettrodi in oro, le serie sono assolutamente esenti da corrosione in ambiente saturo disolfuri, un requisito che consente di non avere decadimento in applicazione. Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda. ELEMENTO DI FISSAGGIO TESTA PALO ATTACCO TRIPLO : Elemento metallico in acciaio zincato per fissaggio testa palo e ridistribuzione orizzontale di n° 3 attacchi per apparecchi di illuminazione disposti a 120 °. Come da dettaglio costruttivo di progetto. NR. 3 APPARECCHI - CIASCUNO : Equipaggiamento elettrico: LED 35W assorbiti Amperaggio: 700mA Ottica: 1B OTTICA 3A Flusso luminoso: 3990 lm

l) APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE - TIPO N -

CARATTERISTICHE PALO I pali conici dritti da lamiera sono costruiti mediante piegatura circolare di trapezi di lamiera in acciaio S235JR (UNI EN 10025), successivamente i lembi longitudinali affacciati dopo la piegatura sono saldati mediante processo automatizzato certificato IIS. Ad ogni palo vengono realizzate le seguenti lavorazioni: - asola entrata cavi; - applicazione della taschina di messa a terra; - asola per morsettiera. Tutti i pali, grazie alla conicità 10 mm/m terminano in cima con Ø 60 mm idoneo al montaggio degli accessori e corpi illuminanti. La zincatura dei materiali è ottenuta mediante immersione in vasche di zinco fuso il cui spessore dello strato di zinco è conforme alle norme UNI EN ISO 1461. I pali sono costruiti in conformità alla norma UNI EN 40-5 e alle norme collegate: Dimensioni e tolleranze: UNI EN 40-2; Materiali: UNI EN 40-5; Specifica dei carichi caratteristici: UNI EN 40-3-1; Verifica mediante calcolo: UNI EN 40-3-3; Protezione della superficie: UNI EN 40-4. Ogni palo è dotato di etichetta adesiva CE. CARATTERISTICHE CORPO ILLUMINANTE - SORGENTE LUMINOSA Apparecchio di illuminazione di tipo stradale a Led Caratteristiche : Dim. 531x264x60mm Peso 3 kG Protezione sovratensioni 8kV classe 1 - 10 kV con SPD 8kV classe 2 - 10 kV con SPD Grado di protezione IP66 Grado di protezione meccanica IK09 Classe di isolamento II Corrente di regolazione 700-525-350mA (come da specifiche tecniche sotto riportate) Corpo in pressofusione di alluminio EN1706 Colore grigio chiaro Sistema ottiche : nano ottica brevettata in PMMA Schermo : vetro ultra chiaro con serigrafia nero sp. 4mm Guarnizione siliconica Bulloneria in acciaio inox Attacco testa palo orientabile con step da 5° Come da dettagli costruttivi di progetto Tecnologia tipo "Flip Chip LED" (o prodotto equivalente): La nuova tecnologia eliminando il processo di connessione tra anodo e catodo, presenta un elemento di criticita in meno rispetto alle differenti tecologie. Grazie agli elettrodi in oro, le serie sono assolutamente esenti da corrosione in ambiente saturo disolfuri, un requisito che consente di non avere decadimento in applicazione. Regolazione automatica del flusso luminoso - Mezzanotte virtuale Il driver regola automaticamente, secondo un profilo programmabile, l'intensità luminosa in funzione dell'orario. Il massimo flusso verrà concentrato nelle prime ed ultime ore di accensione del corpo illuminante. In questo modo è possibile diminuire il consumo nella parte centrale della notte, statisticamente meno trafficata. Le modalità di riduzione dei consumi si adattano col variare della lunghezza notturna durante l'arco di tutto l'anno. Il driver viene programmato in azienda. Altezza Punto luce : 5,5m Altezza totale palo fuori terra : 5,5m Altezza parte interrata : 0.8m Equipaggiamento elettrico: LED 17W assorbiti Amperaggio: 450mA

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Ottica: 1A OTTICA 3A Flusso luminoso: 1921 lm

25) TIPO DI DRIVER La riduzione del flusso di ogni singolo apparecchio di illuminazione è previsto attraverso il sistema denominato “Punto-Punto” o “Stand-Alone”. Tale sistema prevede che l’elettronica del Driver di ogni apparecchio di illuminazione sia programmata in modo tale da :

1. Calcolarsi in maniera autonoma la mezza notte naturale, in funzione dell’orario di accensione e spegnimento dell’impianto di illuminazione gestito da un sensore crepuscolare.

2. Gestire la riduzione della potenza e del flusso luminoso, agendo sulla corrente di pilotaggio dei led, nel periodo compreso fra la mezza notte calcolate e l’orario di spegnimento dell’impianto.

La percentuale di riduzione della potenza e del flusso luminoso è pari al 30 % dei valori nominali di progetto. Il profilo di funzionamento del corpo illuminante potrà essere stabilito e programmato a discrezione dell’utente in sede di programmazione dei corpi illuminanti preventiva alla posa in opera. Seguono a titolo illustrativo un esempio del sistema di dimmerazione scelto :

26) CARATTERISTICHE DEGLI APPARECCHI PREVISTI Il dettaglio degli apparecchi di illuminazione previsti dal presente progetto sono riportati negli elaborati di cui alla tavola 2.5.

27) VITA MEDIA STIMATA La vita media delle sorgenti a led varia sostanzialmente in funzione della temperatura. I migliori costruttori di sorgenti a Led prevedono idonei sistemi di raffreddamento delle armature, in modo tale da limitare il più possibile l’aumento della temperatura.

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Il fine vita della sorgente a LED è definito dalla riduzione del flusso luminoso ad un livello inferiore al 70 % del flusso luminoso emesso dalla sorgente nuova. La vita media prevista dal costruttore è riepilogata dal grafico sottostante :

L’alimentazione della sorgente a LED in condizioni di regolare funzionamento con una corrente pari a 500 mA, permette una vita media stimata pari a 78.646 ore. L’alimentazione della sorgente a LED in condizioni di funzionamento ridotto con una corrente pari a 350 mA, permette una vita media stimata pari a 137.196 ore. Nella zona oggetto di progettazione, gli impianti di illuminazione esterna con dispositivi crepuscolari opportunamente calibrati, hanno un profilo di funzionamento che ammonta a circa 4200 ore / anno. Delle 4200 ore / anno, circa 2000 fanno parte della fascia oraria compresa tra le ore 24 e lo spegnimento mattutino dell’impianto ovvero il periodo in cui l’impianto funziona in regime ridotto con una riduzione del flusso emesso e della potenza pari al 40 %. Da tali valutazioni si evince che la curva reale di vita della sorgente luminosa in oggetto, in condizioni termiche di rispetto delle specifiche date dal costruttore, si posizionano circa a metà tra quella relativa alla sorgente alimentata a 500mA REGOLARE FUNZIONAMENTO) e quella alimentata a 350mA (REGIME RIDOTTO). La stima di vita della sorgente in oggetto è indicativamente pari a : 107.921 ore ed approssimando per difetto a titolo cautelativo circa 100.000 ore ovvero 23 anni.

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28) MODALITA’ DI CONDUZIONE DEI LAVORI Tutti i lavori devono essere eseguiti secondo le migliori regole d'arte e le prescrizioni della D.L., in modo che gli impianti rispondano perfettamente a tutte le condizioni stabilite dal capitolato speciale d'appalto ed al progetto-offerta concordato. L'esecuzione dei lavori deve essere coordinata secondo le prescrizioni della Direzione dei lavori o con le esigenze che possono sorgere dalla contemporanea esecuzione di tutte le altre opere affidate ad altre ditte. L'Impresa aggiudicataria è pienamente responsabile degli eventuali danni arrecati, per fatto proprio e dei propri dipendenti, alle opere dell'edificio e a terzi. Salvo preventive prescrizioni dell'Amministrazione, l'Appaltatore ha facoltà di svolgere l'esecuzione dei lavori nel modo che riterrà più opportuno per darli finiti nel termine contrattuale. La Direzione dei lavori potrà però prescrivere un diverso ordine nell'esecuzione dei lavori, salvo la facoltà dell'Impresa aggiudicataria di far presenti le proprie osservazioni e risorse nei modi prescritti.

29) Responsabilità per furto o danneggiamento di materiali L’impresa appaltatrice è l’unica responsabile del furto o del danneggiamento sul cantiere di apparecchi di illuminazione, materiali edili, opere edili, cavidotti, materiali elettrici, segnaletica o materiali affini al lavoro in sicurezza prima del collaudo dell’opera. Essa dovrà sopperire ad eventuali danni accidentali attraverso il sistema ritenuto più opportuno. E’ fatto divieto assoluto rivalersi sulla committenza per sopperire a mancanze o danni avvenuti per cause sopraccitate. L’impresa risponderà per la bontà dei materiali, l’usura delle superfici, l’integrità dei componenti, eventi accidentali quali incidenti stradali di autoveicoli, fino al collaudo dell’opera.

30) Condizioni previste per la cura nella rimozione degli impianti esistenti

Gli impianti esistenti nella struttura sono di proprietà del committente. Qualora ne sia prescritta la rimozione dell’esistente l’appaltatore avrà cura di smontare gli impianti in oggetto, con la dedizione che ne conviene, senza rovinare oggetti limitrofi od impianti attigui. Lo smontaggio e la rimozione degli impianti esistenti dovrà essere compiuta con cura e con la predisposizione di tutti quegli accorgimenti atti ad evitare il danneggiamento dei materiali da recuperare. I materiali recuperati dovranno essere in parte recuperati per essere riutilizzati in fase successiva ed in parte consegnati in modo ordinato al committente che ne stabilirà la sorte. Il danneggiamento di componenti impiantistici elettrici, elettronici, edili o meccanici, ritenuti “recuperabili”, comporterà l’obbligo di risarcimento da parte della ditta appaltatrice del componente, che dovrà essere fornito nuovo presso il cantiere. Gli oneri per il corretto imballaggio atto a salvaguardare i materiali rimossi, è a carico dell’impresa appaltatrice e si intende remunerato all’interno delle voci previste dal progetto per la rimozione degli impianti esistenti. Qualora si convenga l’eliminazione, sarà a carico dell’appaltatore il trasporto a magazzino del materiale o a discarica, compresi gli oneri per lo smaltimento. I materiali recuperati dovranno essere selezionali in base ai criteri prescritti dal sistema di raccolta differenziata adottato nel comune oggetto dei lavori.

31) Trattamento degli scarti di lavorazione

Gli imballaggi dei materiali impiegati per la costruzione degli impianti e tutti gli altri rifiuti presenti a causa dei lavori dovranno essere perfettamente selezionati e trasportati al più vicino centro autorizzato di raccolta differenziata. Rifiuti speciali quali lampade al mercurio, batterie al piombo ecc. dovranno essere trattati con la massima attenzione nel rispetto delle vigenti normative in materia di smaltimento dei rifiuti. Qualora la direzione lavori dovesse riscontrare inottemperanze in merito a quanto sopraccitato, potrà intraprendere provvedimenti disciplinari nei confronti dell’appaltatore. Gli oneri di discarica autorizzata sono a carico dell’appaltatore

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32) Verifiche iniziali impianti elettrici La messa in funzione di un impianto potrà essere eseguita solamente previo esito positivo dei controlli e delle verifiche di cui alla norma CEI 64-8/6 cap.22 brevemente riepilogata nel proseguo :

- Esame a vista dell’impianto, con particolare riguardo alle protezioni contro l’incendio ed i contatti diretti;

- Misura della resistenza di isolamento fra le diverse fasi ;

- Misura della resistenza di isolamento fra le fasi ed il Neutro ;

- Misura della resistenza di isolamento fra le fasi e l terra ;

(si rammenta che le prove di misura dell’isolamento con tensione di prova pari a 500V dovranno essere condotte con i carichi ed i dispositivi di protezione dalle sovratensioni disinseriti dal circuito )

- Prova della continuità del circuito di protezione;

- Prova dell’efficienza della protezione contro i contatti indiretti, compresa la prova strumentale degli interruttori differenziali;

- Misura della resistenza di terra ;

Le prove strumentali dovranno essere eseguite attraverso l’impiego di uno strumento di misura idoneamente calibrato e munito di certificato di calibrazione. Idoneo rapportino di misura riepilogherà i dati e gli esiti delle prove condotte a campione sull’impianto ed in allegato vi sarà il certificato di calibrazione dello strumento impiegato.

33) Verifiche iniziali quadri elettrici Per i quadri di distribuzione in oggetto si applicano le norme : EN 61439-1 (Regole generali) EN 61439-2 (Quadri di potenza) EN 61439-3 (Quadri di distribuzione per personale non addestrato) [non ancora in vigore] EN 61439-4 (Quadri per cantiere) [non ancora in vigore] EN 61439-5 (Quadri di distribuzione per reti pubbliche) [non ancora in vigore] EN 61439-6 (Condotti sbarre) [non ancora in vigore] Le prove da effettuare sui quadri elettrici secondo la norma EN 61439-2 sono rispettivamente : PROVE DI TIPO :

• Verifica dei limiti di sovratemperatura (art. 8.2.1) • Verifica delle proprietà dielettriche (art. 8.2.2)

• Verifica della tenuta al cortocircuito (art. 8.2.3)

• In alternativa si può non eseguire questa prova se: • il quadro ha una corrente nominale di breve durata o corrente nominale di cortocircuito

• condizionata non superiore a 10 kA (art. 8.2.3.1.1)

• quadro è protetto da un dispositivo limitatore di corrente avente una corrente di picco limitata • non superiore a 17 kA in corrispondenza della corrente presunta di cortocircuito massima ammissibile ai terminali del circuito di

entrata del quadro. (art. 8.2.3.1.2)

• Verifica dell’efficienza del circuito di protezione (art. 8.2.4)

• Verifica delle distanze di isolamento in aria e superficiali (art. 8.2.5) • Verifica del funzionamento meccanico (art. 8.2.6)

• Verifica del grado di protezione (art. 8.2.7) PROVE INDIVIDUALI :

• Verifica del cablaggio e prova di funzionamento elettrico (art. 8.3.1): Verifica efficacia degli elementi di comando meccanico, dei blocchi, dei catenacci, ecc. Verifica della corretta sistemazione di cavi e conduttori

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Verifica del corretto montaggio degli apparecchi Controllo visivo del grado di protezione Controllo visivo delle distanze in aria e superficiali Verifica a campione del contatto dei collegamenti (in particolare dei collegamenti avvitati o imbullonati) Verifica esistenza ed esattezza della targa di identificazione e dei dati riportati Verifica della corrispondenza del materiale installato con quello prescritto Verifica della conformità del quadro agli schemi circuitali e ai dati tecnici Verifica della corretta identificazione dei conduttori Qualora la complessità del quadro lo richieda: verifica del cablaggio

prova di funzionamento elettrico

• Controllo isolamento, prova dielettrica (art. 8.3.2)

• Controllo delle misure di protezione e verifica dei mezzi di protezione e della continuità elettrica del circuito di protezione (art. 8.3.3)

• Controllo della resistenza di isolamento (art. 8.3.4)

34) Dichiarazione di Conformità ai sensi del D.M. 37-08 A lavori ultimati la ditta installatrice è obbligata a rilasciare al committente la Dichiarazione di Conformità redatta secondo quanto stabilito dal D.M. 37-08. La dichiarazione dovrà essere completa di tutti gli allegati ed i documenti richiesti dal decreto stesso nonchè il rapporto di verifica strumentale delle prove di sicurezza sugli impianti (cap 10.1 Verifiche iniziali). L’impresa sarà inoltre tenuta a consegnare al committente un manuale d’uso e manutenzione dell’impianto redatto secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 e ss. mm. Il PROGETTO dell’impianto dovrà essere aggiornato secondo le eventuali variazioni sopravvenute durante l’esecuzione del lavoro, in modo tale da rappresentare perfettamente l’impianto oggetto di dichiarazione. Si rammenta che le variazioni introdotte durante l’installazione potranno essere di lieve entità e non incidere sui calcoli di dimensionamento dell’impianto. Qualora ciò si verificasse sarà onere dell’impresa installatrice, accollarsi le spese per la revisione del progetto ed il rifacimento dei calcoli di dimensionamento. Il modello ministeriale della dichiarazione di Conformità dovrà essere consegnato al committente in 4 copie così suddivise : Copia committente, copia comune, copia per camera di commercio, copia per omologazione impianto di terra INAIL di Bolzano. La dichiarazione dovrà essere completa dei seguenti allegati : - il rapporto di verifica strumentale delle prove di sicurezza sugli impianti ; - schemi multifilari del quadro elettrico, aggiornati secondo quanto realizzato ; - manuale d’uso e manutenzione dell’impianto ;

35) Dichiarazione di Conformità L.P.16-07 Per l’impianto di illuminazione pubblica inoltre, la ditta installatrice sarà tenuta a consegnare al committente la dichiarazione di conformità della corretta installazione secondo quanto previsto dalla L.P.16/07. Come da modello fac-simile allegato alla relazione tecnica di progetto.

36) Dichiarazione di Conformità dell’impianto di illuminazione ai sensi della legge 186/6 Gli impianti di illuminazione esterna non sono soggetti agli adempimenti previsti dal D.M.37-08. Tuttavia il committente è tenuto a chiedere all’impresa installatrice la dichiarazione di conformità alla regola dell’arte in quanto necessaria per la richiesta di omologazione degli impianti di protezione di terra.

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Tale dichiarazione di conformità potrà essere predisposta dalla ditta installatrice attraverso il modulo di seguito allegato ai sensi della legge 186/1968.. La dichiarazione dovrà essere completa dei seguenti allegati : - il rapporto di verifica strumentale delle prove di sicurezza sugli impianti ; - schemi multifilari del quadro elettrico, aggiornati secondo quanto realizzato ; - manuale d’uso e manutenzione dell’impianto ;

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NORME TECNICHE Opere edili affini

Categorie di riferimento : OG10

1) OPERE EDILI QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 2.1.1. NOTA Per quanto riguarda qualità e provenienza dei materiali, modo di esecuzione di ogni categoria di lavoro e norme per la misurazione e valutazione dei lavori, il Capitolato speciale di appalto riporta quelli normalmente inseriti nel Capitolato generale di appalto per i tipi di opere oggetto dell’appalto, integrati con prescrizioni particolari ed i necessari riferimenti normativi riguardanti i principali materiali e manufatti impiegati nello stesso tipo di opere. 2.1.2. MATERIALI IN GENERE I materiali in genere occorrenti per la costruzione delle opere proverranno da quelle località che l'impresa riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della direzione lavori, siano riconosciuti della migliore qualità e rispondano ai requisiti appresso indicati. La presente normativa riguarda i materiali ed i componenti occorrenti per la costruzione delle opere necessarie alla realizzazione in oggetto di cui ai disegni di progetto allegati. Tutti i materiali, i componenti e le forniture dovranno essere preventivamente approvati dalla direzione lavori prima di essere utilizzati. Nel caso vengano posti in opera materiali, forniture e componenti non autorizzati, la direzione lavori può ordinarne la sostituzione ai fini di salvaguardare la corretta esecuzione dell'opera senza che l'appaltatore abbia a diritto a compenso di sorta. Saranno impiegati materiali nuovi, di prima qualità e scelta, privi di imperfezioni o difetti, rispondenti ai requisiti specifici di volta in volta indicati sia nel presente Capitolato speciale di appalto, sia nelle descrizioni dell’Elenco prezzi unitari e alle norme di accettazione e classificazione previste nelle vigenti leggi o regolamenti per l'esecuzione delle opere pubbliche. Si precisa che nei casi ove siano specificatamente previste, per l'accettazione e classificazione dei materiali, le norme D.I.N. o A.S.T.M. queste sono da considerarsi inderogabili. La direzione lavori dovrà, in ogni momento e a suo insindacabile giudizio, prelevare campioni dei materiali impiegati e verificarne la perfetta corrispondenza alle qualità previste ed agli eventuali campioni precedentemente approvati. A tale scopo la direzione lavori potrà richiedere o far direttamente eseguire prove di laboratorio e certificazioni dei campioni prelevati. Il prelievo dei campioni dal manufatto verrà effettuato in contraddittorio con l’appaltatore e sarà appositamente verbalizzato. Tali prove si potranno effettuare su tutte le forniture previste, su tutti quei materiali che si utilizzeranno per la completa esecuzione delle opere appaltate, materiali confezionati direttamente in cantiere o confezionati e forniti da ditte specializzate. Tutti i materiali, i componenti e le forniture dovranno essere preventivamente approvati dalla direzione lavori prima di essere utilizzati. Nel caso vengano posti in opera materiali, forniture e componenti non autorizzati, la direzione lavori può ordinarne la sostituzione ai fini di salvaguardare la corretta esecuzione dell'opera senza che l'appaltatore abbia a diritto a compenso di sorta. Tutti i materiali che verranno scartati dalla direzione lavori dovranno essere immediatamente rimossi dal cantiere a cura e spese dell'appaltatore e sostituiti con materiali idonei rispondenti alle caratteristiche ed ai requisiti richiesti. Ad ogni modo l’appaltatore resterà responsabile per quanto concerne la qualità dei materiali forniti anche se ritenuti idonei dalla direzione lavori, sino alla loro accettazione da parte dell’amministrazione in sede di collaudo finale. La direzione lavori potrà inoltre richiedere certificazioni in originale o in copia conforme, rilasciate da istituti od enti italiani, legalmente riconosciuti, dei materiali che verranno impiegati in opera. L’esito favorevole delle prove, anche se effettuate nel cantiere, non esonera l’appaltatore da ogni responsabilità nel caso che, nonostante i risultati ottenuti, non si raggiungano nelle opere i prescritti requisiti.

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2.1.3. QUALITA’ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 1) Acqua Dovrà essere dolce, limpida, esente da tracce di cloruri o solfati, non inquinata da materie organiche o comunque dannose all'uso cui le acque medesime sono destinate e rispondere ai requisiti stabiliti dalle norme tecniche emanate con D.M. 09/01/1996 in applicazione dell'art. n. 21 della Legge 1086 del 5 novembre 1971. 2) Leganti idraulici Dovranno corrispondere alla Legge 26 maggio 1965 (G.U. n. 143 del 10 giugno 1965) e relativo D.M. 14 gennaio 1966 (G.U. n. 37 del 12 febbraio 1966) “Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici”. Si distinguono in: a) Cementi (di cui all'art. n. 1 lettera a), b), c) della Legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da: - D.M. 3 giugno 1968 che approva le "Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi" (G.U. n. 180 del 17.07.68); - D.M. 20 novembre 1984 "Modificazione al D.M. 3.06.68 recante norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi" (G.U. n. 353 del 27.12.84); - Avviso di rettifica al D.M. 20 novembre 1984 (G.U. n. 26 del 31.01.85); - D.M. 9 marzo 1988, n. 126 "Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi". b) Agglomerati cementizi e calci idrauliche (di cui all'art. n. 1 lettera D) e E) della Legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da: - D.M. 31 agosto 1972 che approva le "Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche" (G.U. n. 287 del 6 novembre 1972). 3) Calci aeree - pozzolane Dovranno corrispondere alle "Norme per l'accettazione delle calci aeree", R.D. 16.11.1939, n. 2231 ed alle "Norme per l'accettazione delle pozzolane e dei materiali a comportamento pozzolanico", R.D. 16.11.1939, n. 2230. 4) Ghiaie, ghiaietti, pietrischi, pietrischetti, sabbie per strutture in muratura ed in conglomerati cementizi Dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti dal D.M. 09/01/1996 “Norme tecniche alle quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, normale e precompresso, ed a struttura metallica”. Le dimensioni dovranno essere sempre le maggiori tra quelle previste come compatibili per la struttura a cui il calcestruzzo è destinato; di norma però, salvo diversamente specificato in mix design, non si dovrà superare la larghezza di cm 5 (per larghezza s'intende la dimensione dell'inerte misurato in una setacciatrice) se si tratta di lavori correnti di fondazione; di cm 4 se si tratta di getti per volti, per lavori di elevazione, muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpate o simili; di cm 3 se si tratta di cementi armati e di cm 2 se si tratta di cappe o di getti di limitato spessore (parapetti, cunette, copertine, ecc.). Per le caratteristiche di forma valgono le prescrizioni riportate nello specifico articolo riguardante i conglomerati cementizi. 5) Pietrischi, pietrischetti, graniglie, sabbie, additivi da impiegare per pavimentazioni Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali" del C.N.R. (Fascicolo n. 4 - Ed. 1953) ed essere rispondenti alle specificazioni riportate nelle rispettive norme di esecuzione dei lavori. 6) Ghiaie, ghiaietti per pavimentazioni Dovranno corrispondere, come pezzatura e caratteristiche, ai requisiti stabiliti nella "Tabella U.N.I. 2710 - Ed. giugno 1945" ed eventuali e successive modifiche. Dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, privi di elementi alterati, essere puliti e particolarmente esenti da materie eterogenee, non presentare perdite di peso, per decantazione in acqua, superiori al 2%. 7) Cubetti di pietra Dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione di cubetti di pietra per pavimentazioni stradali" C.N.R. - Ed. 1954 e nella "Tabella U.N.I. 2719 - Ed. 1945". 8) Cordoni, bocchette di scarico, risvolti, guide di risvolto, scivoli per accessi, guide e masselli per pavimentazione Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle "Tabelle U.N.I. 2712, 2713, 2714, 2715, 2716, 2717, 2718 - Ed. 1945". 14) Materiali laterizi Dovranno corrispondere ai requisiti di accettazione stabiliti con R.D. 16 novembre 1939, n. 2233 "Norme per l'accettazione dei materiali laterizi" ed altre Norme UNI: 1607; 5628-65; 5629-65; 5630-65; 5631-65; 5632-65; 5633-65. I materiali dovranno essere ben cotti, di forma regolare, con spigoli ben profilati e dritti; alla frattura dovranno presentare struttura fine ed uniforme, e dovranno essere senza calcinaroli e impurità.

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15) Manufatti di cemento I manufatti di cemento di qualsiasi tipo dovranno essere fabbricati a regola d'arte, con dimensioni uniformi, dosature e spessore corrispondenti alle prescrizioni e ai tipi; saranno ben stagionati, di perfetto impasto e lavorazione, sonori alla percussione senza screpolature e muniti delle eventuali opportune sagomature alle due estremità per consentire una sicura connessione. 16) Materiali ferrosi e metalli vari a) Materiali ferrosi I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e simili. Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal D.M. 09 gennaio 1996, allegati n. 1, n. 3 e n. 4, alle norme U.N.I. vigenti e presentare inoltre,a seconda della loro qualità, i seguenti requisiti: - ferro: il ferro comune dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di continuità; - acciaio trafilato o laminato: tale acciaio, nella varietà dolce (cosiddetto ferro omogeneo), semiduro e duro, dovrà essere privo di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà sono richieste perfette malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo, senza che ne derivino screpolature o alterazioni; esso dovrà essere altresì saldabile e non suscettibile di prendere la tempera; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e finemente graduale; - acciaio fuso in getti: l’acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità, esente da soffiature o da qualsiasi altro difetto; - ghisa: la ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di fattura grigia finemente granosa e perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere inoltre perfettamente modellata. E' assolutamente escluso l'impiego di ghise fosforose. I chiusini e le caditoie saranno in ghisa grigia o ghisa sferoidale secondo norma U.N.I. 4544, realizzati secondo norme U.N.I. EN 124 di classe adeguata al luogo di utilizzo, in base al seguente schema:

Luogo di utilizzo Classe Portata per carichi elevati in aree speciali E 600 t 60 per strade a circolazione normale D 400 t 40 per banchine e parcheggi con presenza di veicoli pesanti C 250 t 25 per marciapiedi e parcheggi autovetture B 125 t 12,5

b) Metalli vari Il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare nelle costruzioni devono essere delle migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori a cui sono destinati, e scevri da ogni impurità o difetto che ne vizi la forma o ne alteri la resistenza o la durata. 18) Bitumi, emulsioni bituminose Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali - Caratteristiche per l'accettazione", Ed. maggio 1978; "Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali", Fascicolo n.3, Ed. 1958; "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali - Campionatura dei bitumi", Ed. 1980. 19) Bitumi liquidi o flussati Dovranno corrispondere ai requisiti di cui alle "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali", Fascicolo n. 7 - Ed. 1957 del C.N.R. 21) Olii asfaltici Gli olii asfaltici impiegati nei trattamenti superficiali con polveri asfaltiche a freddo vanno distinti a seconda della provenienza della polvere, abruzzese o siciliana, con la quale si devono impiegare, e della stagione, estiva od invernale, in cui i lavori si devono eseguire. Per la stagione invernale si dovranno impiegare olii tipo A, e per quella estiva olii tipo B. Tutti questi olii devono contenere al massimo lo 0,50% di acqua, ed al massimo il 4% di fenoli; le altre caratteristiche, poi, devono essere le seguenti: a) olii del tipo a (invernale) per polveri abruzzesi: viscosità Engler a 25°C da 3 a 6; distillato sino a 230°C al massimo il 15%; residuo a 330°C almeno il 25%; punto di rammollimento alla palla e anello 30-45°; b) olii del tipo a (invernale) per polveri siciliane: viscosità Engler a 50°C al massimo 10; distillato sino a 230°C al massimo il 10%; residuo a 330°C almeno il 45%; punto di rammollimento alla palla e anello 55-70°C; c) olii del tipo b (estivo) per polveri abruzzesi: viscosità Engler a 25°C da 4 a 8; distillato sino a 230°C al massimo l'8%; residuo a 330°C almeno il 30%; punto di rammollimento alla palla e anello 35-50°C;

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d) olii del tipo b (estivo) per polveri siciliane: viscosità Engler a 50°C al massimo 15%; distillato sino a 230°C al massimo il 5%; residuo a 330°C almeno il 50%; punto di rammollimento alla palla e anello 55-70°C. Per gli stessi impieghi si possono usare anche olii derivati da catrame e da grezzi di petrolio, o da opportune miscele di catrame e petrolio, purché di caratteristiche analoghe a quelle sopra riportate. In caso di necessità gli olii possono venire riscaldati ad una temperatura non superiore a 60°C. 2.1.4. PROVE DEI MATERIALI 1) Certificato di qualità L'appaltatore su richiesta dovrà esibire al direttore dei lavori, prima dell’impiego dei vari materiali per ogni categoria di lavoro, i relativi "certificati di qualità" rilasciati da un laboratorio ufficiale e comunque secondo quanto prescritto dalle norme vigenti. Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza e alla individuazione dei singoli materiali o loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad accertare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavoro o di fornitura in un rapporto a dosaggi e composizioni proposte. I certificati che dovranno essere esibiti tanto se i materiali sono prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, da cave, da stabilimenti anche se gestiti da terzi, avranno una validità biennale. I certificati dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o qualora varino le cave di prestito o gli impianti di produzione. 2) Accertamenti preventivi Prima dell'inizio dei lavori comportanti l'impiego di materiali in quantità superiori a: 1.000 m³ per i materiali lapidei; 10.000 m² per i conglomerati bituminosi; 500 m³ per i conglomerati cementizi; 50 t per cementi e le calci, 5.000 m per le barriere, 10.000 m³ per materiale inerte da impiegare per la realizzazione dei rilevati stradali, il direttore dei lavori, presa visione dei certificati di qualità presentati dall'impresa, disporrà, se necessario (e a suo insindacabile giudizio) ulteriori prove di controllo di laboratorio a spese dell'appaltatore. Se i risultati di tali accertamenti fossero difformi rispetto a quelli dei certificati, si darà luogo alle necessarie variazioni qualitative e quantitative dei singoli componenti ed all'emissione di un nuovo certificato di qualità. Per tutti i ritardi nell'inizio dei lavori derivanti dalle difformità sopra accennate e che comportino un protrazione del tempo utile contrattuale sarà applicata la penale prevista dalle norme generali. Le prove di laboratorio minime previste per l’accettazione preventiva dei materiali inerti da impiegare per la realizzazione dei rilevati dovranno essere almeno le seguenti: - fuso granulometrico con classificazione gruppo di appartenenza secondo C.N.R.-U.N.I. 10006/1963 ; - Proctor modificata; - Los Angeles. 3) Prove di controllo in fase esecutiva L'impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo e di norma periodicamente per le forniture di materiali di impiego continuo, alle prove ed esami dei materiali impiegati e da impiegare, sottostando a tutte le spese di prelevamento e di invio dei campioni ai laboratori ufficiali indicati dalla stazione appaltante. In particolare, tutte le prove ed analisi dei materiali stradali saranno eseguite, a spese dell'Impresa, presso il laboratorio ufficiale provinciale. Gli addetti al laboratorio come quelli della direzione lavori, dovranno avere libero accesso e completa possibilità di controllo in tutti i cantieri ove avviene l’approvvigionamento, la confezione e la posa in opera dei materiali previsti in appalto. Il prelievo dei campioni da esaminare potrà essere eseguito in qualsiasi momento e gli addetti alle cave, agli impianti, ai mezzi di approvvigionamento e di posa dovranno agevolare le operazioni di prelievo. Per i campioni asportati dall’opera in corso di esecuzione, l’appaltatore è tenuto a provvedere a sua cure e spese, al ripristino della parte manomessa. I campioni verranno prelevati in contraddittorio. Degli stessi potrà essere ordinata la conservazione presso il laboratorio ufficiale previa apposizione di sigilli e firme del direttore dei lavori e dell'impresa e nei modi più adatti a garantire l'autenticità e la conservazione. I risultati ottenuti in tali laboratori saranno i soli riconosciuti validi dalle due parti; ad essi si farà esclusivo riferimento a tutti gli effetti delle presenti norme tecniche. L’esito favorevole delle prove, anche se effettuate nel cantiere, non esonera l’appaltatore da ogni responsabilità nel caso che, nonostante i risultati ottenuti, non si raggiungano nelle opere i prescritti requisiti.

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2) OPERE EDILI MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO 2.2.1. NORME GENERALI PER L’ESECUZIONE DEI LAVORI Le categorie di lavoro progettualmente previste saranno eseguite in conformità alle prescrizioni previste nell’Elenco prezzi unitari, nel Capitolato speciale di appalto e negli elaborati di progetto allegati al contratto di appalto. In ipotesi di disaccordo tra i dispositivi precitati, l’ordine di cogenza si intende così stabilito in ordine prioritario: Capitolato speciale di appalto, Elenco prezzi unitari, elaborati strutturali, disegni architettonici, particolari costruttivi. E’ comunque fatta salva la superiore discrezionalità della direzione lavori di impartire all’atto esecutivo, tutte le indicazioni e le direttive dalla medesima ritenute necessarie o opportune per la migliore riuscita dell’opera. Costituirà onere a carico dell’assuntore dei lavori, segnalare in tempo utile eventuali discordanze tra i dispositivi normativi più sopra citati. Nessun compenso sarà corrisposto all’assuntore dei lavori per gli oneri eventualmente conseguenti alla tardiva segnalazione delle precitate discordanze, ancorché detti oneri diano luogo a demolizioni o rifacimenti. 2.2.2. NORME GENERALI PER IL COLLOCAMENTO IN OPERA La posa in opera di qualsiasi materiale, apparecchio o manufatto, consisterà in genere nel suo prelevamento dal luogo di deposito, nel suo trasporto in sito (intendendosi con ciò tanto il trasporto in piano o in pendenza, che il sollevamento in alto o la discesa in basso, il tutto eseguito con qualsiasi sussidio o mezzo meccanico, opera provvisionale, ecc.), nonché nel collocamento nel luogo esatto di destinazione, a qualunque altezza o profondità e in qualsiasi posizione ed in tutte le opere conseguenti (tagli di strutture, fissaggio, adattamenti, stuccature e riduzioni in pristino). L'Impresa ha l'obbligo di eseguire il collocamento di qualsiasi opera o apparecchio che gli venisse ordinato dalla direzione dei lavori, anche se forniti da altre ditte. Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e cautele del caso; il materiale o manufatto dovrà essere convenientemente protetto, se necessario, anche dopo collocato, essendo l'Impresa unica responsabile dei danni di qualsiasi genere che potessero essere arrecati alle cose poste in opera, anche dal solo traffico degli operai durante e dopo l'esecuzione dei lavori, sino al loro termine e consegna, anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza e assistenza del personale di altre ditte, fornitrici del materiale o del manufatto. 2.2.3. COLLOCAMENTO DI MANUFATTI VARI, APPARECCHI E MATERIALI, FORNITI DALL’AMMINISTRAZIONE APPALTANTE Qualsiasi apparecchio, materiale o manufatto fornito dall'amministrazione appaltante sarà consegnato all’impresa in magazzino o direttamente in cantiere, secondo le istruzioni che la stessa impresa riceverà tempestivamente. Pertanto essa dovrà provvedere al suo trasporto in cantiere se non già previsto, al suo immagazzinamento e custodia e, successivamente, alla posa in opera, a seconda delle istruzioni che riceverà, eseguendo le opere murarie di adattamento e ripristino che si renderanno necessarie. Per il collocamento in opera dovranno seguirsi inoltre, tutte le norme indicate per ciascuna opera negli articoli del presente Capitolato speciale di appalto e nelle norme tecniche, specifiche tecniche, relazioni ed altri elaborati progettuali a cui specificatamente fa rimando il presente Capitolato speciale di appalto, restando sempre l'impresa responsabile della buona conservazione del materiale consegnatole, prima e dopo il suo collocamento in opera. 2.2.4. LIBERTA' E SICUREZZA NEL TRANSITO Vien fatto stretto obbligo all'Impresa di mantenere, in ogni tempo ed in qualunque punto, il transito lungo le vie interessate dai lavori per i residenti e per le operazioni di carico-scarico, di prendere tutti i provvedimenti atti a garantire sicurezza di transito, per i quali non verrà corrisposto all'impresa alcuna indennità speciale essendo questa già compresa nei prezzi unitari offerti. In particolare l'impresa è tenuta: 1) conservare le vie e i passaggi che venissero intersecati con la realizzazione dell’impianto di illuminazione, provvedendo all'uopo, a sue spese, con opere provvisionali e a mantenere il transito per una larghezza utile di passaggio pari almeno a metri 3,00, restando a carico dell'appaltatore ogni responsabilità per danni che avessero a derivare alle persone e alle cose; 2) alle segnalazioni diurne e notturne mediante appositi cartelli e fanali nei tratti stradali interessati dai lavori, ove abbia a svolgersi il traffico. Per patto contrattuale la stazione appaltante è esonerata da ogni responsabilità verso gli operai e verso chiunque altro per infortuni o danni che possano avvenire in dipendenza dell'appalto, rimanendo intesi che eventuali danni saranno completamente risarciti unicamente dall'assuntore dei lavori. E' fatto carico all'impresa di osservare tutte le prescrizioni in merito alla pubblica incolumità, con particolare riguardo al rispetto delle norme di cui al D.L. 30 aprile 1992 n. 285 e ss.mm. (Codice della Strada) e relativo regolamento.

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Eventuale chiusura delle strade dovuta a necessità oggettive per l'esecuzione dei lavori stessi devono comunque essere concordate e autorizzate dal direttore dei lavori e dall'amministrazione appaltante. 2.2.5. SVILUPPO DEI LAVORI L'amministrazione si riserva ad ogni modo il diritto di fissare all'impresa i punti ove debbono essere a preferenza incominciati i lavori, concentrati i mezzi d'opera, a seconda delle diverse circostanze e di quanto possa essere richiesto dal pubblico vantaggio ed in particolare i preparativi e le provviste perciò necessari, saranno fatti dall'imprenditore appena sottoscritto il contratto di appalto. 2.2.6. TRACCIAMENTI Prima di porre mano ai lavori di sterro o riporto, l'impresa è obbligata, senza pretendere per questo alcun compenso aggiuntivo, ad eseguire la picchettazione completa del lavoro, in modo che risultino indicati i minimi degli scavi e dei riporti in base alle sezioni di scavo tipo, alla inclinazione del terreno sui lati o alla presenza di accessi pubblici e privati. A suo tempo dovrà pure stabilire nelle tratte, su indicazione della direzione dei lavori, le modine o garbe necessarie a determinare con precisione l'andamento del profilo del terreno lungo il bordo delle strade, curando poi la conservazione e rimettendo quelli manomessi durante l'esecuzione dei lavori. Qualora ai lavori in terra siano connesse opere murarie, l'appaltatore dovrà procedere al tracciamento di esse, pure con l'obbligo della conservazione dei picchetti, ed eventualmente delle modine, come per i lavori in terra. La direzione dei lavori, con personale ausiliario fornito dall'impresa, fisserà sul posto gli elementi per il tracciamento ed i caposaldi per la livelletta. 2.2.7. SCAVI E RIALZI Il compenso per i lavori di cui al presente articolo, in quanto non sia espressamente altrimenti stabilito, è conglobato nel prezzo fissato per gli scavi. Gli scavi ed i rialzi saranno eseguiti nelle precise forme e dimensioni risultanti dai relativi profili, usandosi poi di ogni esattezza nello scavare fossi, nell'appianare e sistemare le banchine e nel rendere perfettamente allineato il bordo con il terreno o con eventuali passaggi e accessi, sia pubblici che privati. Per l'abbattimento e trasporto di piante e/o di ceppaie che si troveranno in corrispondenza degli scavi non verrà corrisposto alcun compenso. Le piante abbattute e/o le ceppaie divelte passeranno in proprietà all'impresa. Le materie provenienti dagli scavi in genere, ove non siano utilizzabili, o non ritenute adatte, a giudizio insindacabile della direzione lavori, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto fuori della sede del cantiere, ai pubblici scarichi, ovvero su aree che l'impresa dovrà provvedere a sua cura e spese. Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero essere utilizzate per tombamenti o rinterri esse dovranno essere depositate in luogo adatto, accettato dalla direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovranno riuscire di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti alla superficie. La direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'impresa, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni. La ditta appaltatrice dovrà essere abilitata alla rimovimentazione del materiale proveniente dagli scavi sia nel caso in cui gli stessi dovessero essere classificati come rifiuti risultanti dall’estrazione, dal trattamento, dall’ammasso di risorse minerarie o dallo sfruttamento delle cave secondo la vigente normativa, sia nel caso in cui il materiale escavato risulti soggetto alla vigente normativa sui rifiuti. Qualora la ditta appaltatrice non fosse abilitata, dovrà avvalersi di ditte subappaltatrici in possesso di tali requisiti. Gli scavi ed i rialzi occorrenti per la formazione di cunette, accessi, passaggi e rampe, cassonetti e simili, nonché per l'impianto di opere d'arte, saranno eseguiti nelle forme e dimensioni risultanti dai relativi disegni salvo le eventuali variazioni che l'amministrazione appaltante è in facoltà di adottare all'atto esecutivo, restando a completo carico dell'impresa ogni onere proprio di tali generi di lavori, non escluso quello di eventuali sbadacchiature e puntellature, essendosi di tutto tenuto conto nel fissare i corrispondenti prezzi unitari. Nell'esecuzione degli scavi in genere l'impresa dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e franamenti, restando essa, oltreché, totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligata a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate. L'impresa dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del terreno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi negli scavi. Nel caso che, a giudizio della direzione dei lavori, le condizioni nelle quali i lavori si svolgono lo richiedano, l'impresa è tenuta a coordinare opportunamente la successione e la esecuzione delle opere di scavo e murarie, essendo gli oneri relativi compensati nei prezzi contrattuali. Nell'esecuzione degli scavi in genere l'impresa potrà ricorrere all'impiego di mezzi meccanici. Gli scavi in genere sia a mano che con mezzi meccanici, dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla direzione dei lavori. Dovrà essere usata ogni cura nel sagomare esattamente i fossi, nell'appianare e sistemare le banchine, nel configurare e nel profilare i cigli delle strada.

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La sistemazione del terreno vegetale, dove presente, lungo il bordo delle strade, sarà eseguito con inclinazioni appropriate in relazione alla natura ed alle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno e comunque a seconda delle prescrizioni che saranno comunicate dalla direzione dei lavori mediante ordini scritti. Gli oneri per il rispetto di quanto indicato nel Piano di sicurezza e coordinamento per i lavori di scavo, devono intendersi compresi e compensati nella voce di scavo stessa e pertanto nella formulazione dell’offerta sul prezzo unitario si dovrà tenerne conto. Per gli accertamenti relativi alla determinazione della natura delle terre, del grado di costipamento e del contenuto di umidità di esse, l'impresa dovrà provvedere a tutte le prove necessarie ai fini della loro possibilità e modalità d'impiego, che verranno fatte eseguire a spese dell'impresa dalla direzione dei lavori presso il laboratorio prove della P.A.T. o presso altri laboratori ufficiali. Le terre verranno caratterizzate e classificate secondo le Norme C.N.R. - U.N.I. 10006/1963. 2.2.7.1. RIALZI E REINTERRI Per la composizione dei rialzi si impiegheranno materiali, ritenuti idonei a giudizio insindacabile della direzione lavori, provenienti dagli scavi. Quando questi materiali non fossero sufficienti o non adeguati, si provvederanno le materie occorrenti prelevandole ovunque l'impresa crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla direzione dei lavori. Potranno essere impiegati solamente materiali del tutto esenti da frazioni o componenti vegetali, organiche e da elementi solubili, gelivi o comunque instabili nel tempo. Nel caso che questi ultimi debbano prendersi lateralmente alla strada, si avvertirà di lasciare fra il piede della scarpata della strada stessa ed il ciglio degli scavi un intervallo pari in larghezza alla loro profondità ed inoltre di terminare gli scavi medesimi con scarpe a 45° almeno. Per i rialzi e i rinterri si dovranno sempre impiegare materie sciolte o ghiaiose, restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in genere, di tutte quelle che con l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano, generando possibili piani di scorrimento. I rialzi e i reinterri si eseguiranno a strati o cordoni regolari e di uguale altezza, non eccedente per ciascuno di questi i 15 cm, disponendo contemporaneamente le materie ben sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione. Qualora il materiale inerte si presenti eccessivamente secco, l’impresa dovrà provvedere, a propria cura e spese, alle operazioni di bagnatura dell’inerte stesso fino al raggiungimento del grado di umidità ottimale. In caso di umidità eccessiva si dovrà provvedere ad abbassare il grado di umidità mediante miscelazione con materiale secco o mediante l’impiego di altre metodologie attuate a cura e spese dell’impresa. La direzione lavori potrà ordinare la sospensione delle operazioni di stesa, senza che l’impresa possa vantare riserve o oneri aggiuntivi di alcun tipo, ogni qualvolta le condizioni meteorologiche siano tali, a giudizio della direzione lavori, da pregiudicare la buona riuscita del lavoro. Ogni strato dovrà presentare una superficie superiore conforme alla sagoma dell'opera finita così da evitare ristagni di acqua e danneggiamenti. E' obbligo dell'impresa, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rialzi e ai reinterri durante la loro esecuzione, quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all'epoca del collaudo i rialzi e i reinterri eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a quelle ordinate e non presentino quindi cedimenti. Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata o imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'impresa. Se nei rialzi e nei reinterri avvenissero dei cedimenti dovuti a trascuratezza delle buone norme tecniche esecutive, l’appaltatore sarà tenuto ad eseguire a sue spese i lavori di ricarico, ripristinando, nel caso fosse già stata eseguita, anche la pavimentazione sia bituminosa che in pietra. E’ fatto inoltre obbligo all’impresa di indicare le cave dalle quali essa intende prelevare i materiali per i reinterri e i rialzi alla direzione lavori, che si riserva la facoltà di fare analizzare tali materiali dal laboratorio ufficiale provinciale o presso altri laboratori ufficiali, ma sempre a spese dell’impresa. Solo dopo che vi sarà l’assenso della direzione lavori per l’utilizzazione della cava, l’impresa è autorizzata a sfruttare la cava per il prelievo del materiale da utilizzare per l’opera. L’accettazione della cava da parte della direzione lavori non esime l’impresa dall’assoggettarsi in ogni periodo di tempo all’esame delle materie che dovranno corrispondere sempre a quelle di prescrizione secondo le norme vigenti e per il tipo di lavorazioni a cui sono destinate e comunque tali da permettere la realizzazione a regola d’arte dell’opera; pertanto, ove la cava in seguito non si dimostrasse capace di produrre materiale idoneo per una determinata lavorazione, essa non potrà più essere utilizzata. L'impresa dovrà consegnare il lavoro con le scarpate regolari e spianate lungo il bordo esterno delle strade, che dovrà risultare bene allineato, profilato e complanare con gli eventuali accessi carrai pubblici e privati e compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la ripresa e la sistemazione delle scarpate e dei bordi, l'espurgo dei fossi e la pulizia delle caditoie di raccolta delle acque meteoriche intasate a causa dei lavori. Nella sistemazione, ove presenti, delle scarpate e del terreno lungo il bordo, si avrà cura che lo strato superiore sia composto di terreno vegetale dello spessore di circa 20 cm, ove vi possano germogliare le erbe e quei semi che prescriverà la direzione dei lavori e che l'impresa dovrà farvi spargere senza alcun compenso speciale. Spetterà all'impresa riparare con terreno vegetale le eventuali erosioni provocate prima del rivestimento a verde, curando l'esatta profilatura lungo il bordo e mantenendo alla eventuale scarpata l'inclinazione prescritta. In rapporto al pH dei terreni, la direzione lavori. prescriverà la concimazione di fondo, mentre l'impresa è tenuta, in base alle caratteristiche del terreno, a sottoporre alla direzione lavori per la sua approvazione il tipo di miscuglio che verrà adottato. Prima della semina si procederà ad una leggera ripiccatura del terreno vegetale e ciò anche per un migliore interramento del seme.

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2.2.7.2. SCAVI DI SBANCAMENTO Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini, scantinati, piani d'appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali ecc., e in genere tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie ove sia possibile l'allontanamento delle materie di scavo evitandone il sollevamento, sia pure con la formazione di rampe provvisorie, ecc.. Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si trovano al di sotto del piano di campagna o del piano stradale (se inferiore al primo), quando gli scavi rivestano i caratteri sopra accennati. L'esecuzione degli scavi di sbancamento può essere richiesta dalla direzione lavori anche a campioni di qualsiasi tratta, senza che l'impresa possa pretendere per questo, alcun compenso o maggiorazione del relativo prezzo di offerta. Gli scavi di sbancamento, qualora non risulti diversamente indicato nelle sezioni di progetto o nelle sezioni tipo, saranno computati a parete verticale. 2.2.7.3. SCAVI DI FONDAZIONE Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti. In ogni caso saranno considerati come scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture, fossi e cunette. Qualunque sia la natura e la qualità del terreno, gli scavi per fondazione dovranno essere spinti fino alla profondità che dalla direzione dei lavori verrà ordinata all'atto delle loro esecuzioni, tenendo in debito conto le istruzioni impartite dal Ministero dei Lavori Pubblici con il D.M. 21 gennaio 1981 e successive modifiche ed integrazioni. Le profondità, che si trovino indicate nei disegni di consegna, sono perciò di semplice avviso e l'amministrazione appaltante si riserva piena facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa dare all'impresa motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo essa soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità da raggiungere. E' vietato all'impresa, sotto pena di demolire il già fatto, di porre mano alle murature prima che la direzione dei lavori abbia verificato ed accettato le fondazioni. I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra falde inclinate, dovranno, a richiesta della direzione dei lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinata contropendenza. Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che si fosse dovuto fare in più attorno alla medesima, dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'impresa, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo. Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con robuste armature, in modo da assicurare abbondantemente contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di materia durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature. L'impresa è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali essa deve provvedere di propria iniziativa e il cui onere è già compreso nel prezzo, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo le venissero impartite dalla direzione dei lavori. Col procedere delle murature l'impresa potrà recuperare i legnami costituenti le armature, sempreché non si tratti di armature formanti parte integrante dell’opera, da restare quindi in posto in proprietà dell’amministrazione; i legnami però, che a giudizio della direzione lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi. 2.2.7.4. MATERIALI DI RISULTA PROVENIENTI DAGLI SCAVI E DEMOLIZIONI Il materiale di risulta dagli scavi giudicato dalla direzione lavori non idoneo al suo riutilizzo in cantiere oppure ritenuto idoneo ma in esubero nonché il materiale risultante dalle demolizioni in genere dovrà essere allontanato dal cantiere a spese e cure dell’appaltatore che dovrà provvedere anche all’eventuale trasporto e smaltimento a discarica o luogo autorizzato, svincolando così l’amministrazione appaltante da ogni scelta di utilizzo del materiale di risulta effettuata in fase di indicazione di gara, dall’impresa appaltatrice e che per caratteristiche proprie risulti diverso dall’atteso, anche rispetto a quanto indicato nella eventuale relazione geologica e geotecnica. Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti e alle dimensioni prescritte. Nelle demolizioni o rimozioni l'appaltatore deve provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti o le opere che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti. Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno a cura e a spese dell'appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti demolite. Tutti i materiali riutilizzabili devono essere trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla direzione lavori. Di quanto sopra l’impresa deve tener conto nella formulazione dei prezzi unitari relativi agli scavi e alle demolizioni, anche se nelle relative voci di prezzo non sono espressamente richiamati tali oneri. Il programma di smaltimento del materiale proveniente dagli scavi e dalle demolizioni dovrà essere formalmente prodotto dall’impresa all’amministrazione committente prima della consegna dei lavori, accompagnato da tutta la documentazione e le autorizzazioni attestanti l’idoneità dell’eventuale sito individuato al deposito definitivo del materiale da smaltire; l’impresa dovrà garantire che per tutta la durata dei lavori lo smaltimento del materiale in oggetto avverrà regolarmente, senza ostacolare il regolare svolgimento degli scavi.

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Inoltre l’impresa dovrà presentare alla stazione appaltante idonea documentazione comprovante l’avvenuto smaltimento in discarica pubblica autorizzata del materiale proveniente dagli scavi e dalle demolizioni in genere, classificati come rifiuti speciali secondo la vigente normativa in materia. In ogni caso le eventuali indennità per danni inerenti ai depositi sono a carico dell'impresa. 2.2.8. INTERVENTI DI SCAVO A SEZIONE RISTRETTA E SUCCESSIVO RIPRISTINO SU CORPO STRADALE ESISTENTE Gli interventi di scavo a sezione ristretta puntuali o lineari sul corpo stradale esistente necessari ad esempio per interventi sui sottoservizi dovranno essere realizzati rispettando le seguenti prescrizioni: 1) prima dell’inizio degli scavi si dovrà eseguire con i mezzi idonei il taglio del manto bituminoso su ambo i lati in modo che i cigli risultino uniformi e di andamento regolare al fine di non provocare, nell’esecuzione dei lavori, danni anche a superfici di strada non interessate dagli stessi; 2) le macchine edili, tra cui i veicoli cingolati, non possono circolare sul tappeto senza protezioni onde evitare danni (protezioni con assi o gomma); 3) lo scavo per la posa della tubazione dovrà essere eseguito rispettando ubicazione, misure, distanze, profondità, pendenze, ecc. indicate nei disegni e particolari di progetto adottando tutti gli accorgimenti e le precauzioni occorrenti dettati dalla tecnica; 4) detto scavo dovrà essere eseguito: - in senso trasversale interessando metà larghezza stradale per volta onde garantire la continuazione del pubblico transito; l’escavazione del secondo tratto potrà essere iniziata solamente dopo aver provveduto al riempimento, all’accurato costipamento ed alla perfetta sistemazione e transitabilità della rimanente sede viaria; il corpo stradale deve essere attraversato in preferenza in modo perpendicolare al piano viabile; - in senso longitudinale per una lunghezza che garantisca giornalmente anche la copertura dello scavo, proseguendo il lavoro soltanto dopo aver riempita, accuratamente compattata con mezzi meccanici, la parte precedentemente escavata; 5) l’estradosso della tubatura, o dell’eventuale manufatto protettivo, dovrà essere posto ad almeno mt. 1,00 di profondità rispetto al piano stradale, salvo diverse indicazioni specifiche anche eventualmente impartite dalla direzione lavori all’atto esecutivo; 6) è vietato porre in opera tubazioni di qualsiasi tipo sull’arginello ad una distanza inferiore a m. 1,00 dal ciglio bitumato; 7) alla profondità di 40 cm dovrà essere steso un nastro monitore in plastica per la segnalazione delle sottostanti tubazioni; 8) qualora durante l’esecuzione dei lavori si riscontrino la presenza di altri servizi (pozzetti, condutture, cavi, ecc.), l’impresa resterà sempre e comunque la sola responsabile di eventuali danni arrecati agli stessi e/o a terzi e dovrà provvedere sollecitamente al ripristino a propria cura e spese; 9) in nessun caso il materiale di scavo potrà essere depositato sul piano viabile. Il rinterro dovrà essere effettuato con materiale arido di cava messo in opera a strati di uniforme spessore non eccedenti i 30 cm compressi tramite idonea bagnatura e vibratura onde garantire un buon costipamento dei materiali e il raggiungimento dei parametri indicati in tabella C; lo spessore dello strato dovrà essere valutato in funzione del tipo e della massa del costipatore impiegato (vedi tabella D).

La rullatura dovrà essere effettuata ogni 30 cm e dovrà essere eseguita sia alla base dello scavo che lungo i fianchi del sottoservizio come indicato nel seguente schema: Il cassonetto stradale dovrà essere ricostruito con misto calcareo stabilizzato di cava con granulometria 0 - 30 mm, eventualmente miscelato con polvere di cemento, nella quantità di 50 Kg/mc di materiale, qualora la direzione lavori o l’ente proprietario della strada lo ritengano opportuno; lo spessore minimo del cassonetto sarà di cm 30 e dovrà essere rullato in strati di spessore non superiore a 10 cm. La granulometria del materiale usato per il rinterro e per il cassonetto stradale dovrà in ogni caso rientrare entro il fuso previsto per la massicciata stradale. Lo strato di collegamento sarà di norma realizzato, salvo diverse indicazioni specifiche, in conglomerato bituminoso semiaperto (binder tipo B del Capitolato PAT), dello spessore compresso di cm 10, da posare previa idonea costipazione del cassonetto e dovrà essere eseguito immediatamente e comunque tassativamente prima di qualsiasi sospensione festiva e non dei lavori.

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Nel caso dovessero manifestarsi cedimenti è fatto obbligo all’impresa di eseguire immediata ricarica con conglomerato bituminoso idoneo. Ad assestamento avvenuto, previa fresatura per uno spessore di cm 3, dovrà essere steso il manto d’usura in conglomerato bituminoso chiuso (tipo D Capitolato PAT), spessore compresso cm 3, per la larghezza indicata dalla direzione lavori o dall’ente proprietario della strada. Tali ripristini dovranno essere garantiti fino al collaudo dell’opera e fino a tale data, nel caso dovessero presentarsi cedimenti o avvallamenti, l’impresa dovrà provvedere a propria cura e spese ad un nuovo ripristino dei tratti danneggiati procedendo con le modalità sopra descritte. Qualora, a seguito degli scavi, venisse danneggiata la segnaletica orizzontale, la stessa dovrà essere ripristinata immediatamente dopo la posa del binder. L’operazione dovrà essere ripetuta dopo la stesa del tappeto e/o dopo i lavori di ripristino. Eventuale segnaletica verticale, pali segnaletici, cippi chilometrici o di confine, rimossi o danneggiati durante i lavori, dovranno essere posti su basamento in calcestruzzo rispettando la precedente ubicazione e sostituiti nel caso fossero deteriorati. La banchina manomessa dovrà essere ripristinata con materiale arido fine ben costipato con leggera pendenza verso l’esterno e ricoperto di terreno vegetale seminato a prato. Tabella C: valori minimi del modulo di compressione Me (determinato con piastra da 30 cm di diametro - Norme svizzere VSS-SNV 670317) e densità relativa da raggiungere negli interventi di ripristino Md

N/mmq densità relativa (grado di compattazione)

(densità in sito/densità max proctor)

sottofondo

15

90% AASHO Mod.

fondazione o corpo del rilevato

30

90% AASHO Mod.

strato di base o ultimo strato del rilevato

50

95% AASHO Mod.

cassonetto o massicciata

80

95% AASHO Mod.

Tabella D: spessore massimo dello strato dopo compattazione relativo a lavori di ripristino della fondazione stradale per la posa di sottoservizi

peso statico del rullo sabbia/ghiaia costipatori leggeri a piastra vibrante 50 - 100 kg 0,15 m 100 - 200 kg 0,20 m 400 - 500 kg 0,35 m pestello vibrante 75 kg 0,35 m rullo a doppio tamburo 600 - 800 kg 0,20 m rulli vibranti tandem 1200 - 1500 kg 0,20 m 2.2.9. CONGLOMERATI CEMENTIZI, ARMATI E SEMPLICI I calcestruzzi da impiegare nelle opere comprese nell'appalto, a seconda delle sollecitazioni ed al tipo di impiego cui saranno sottoposti, dovranno rientrare nelle classi 150, 200, 250, 300, 400, 500. Per quanto riguarda le specifiche tecniche dei materiali costituenti il cls, la sua composizione, le proprietà del cls fluido ed indurito, i metodi per la produzione, il trasporto, la consegna, il getto, la stagionatura, le procedure di controllo e la verifica delle proprietà, si intende assunto quale riferimento normativo la norma U.N.I. 9858/91 e ss.mm.. L'impasto si impiegherà appena compiutane la manipolazione che dovrà avvenire con betoniera e nel collocarlo in opera si useranno le cautele suggerite dall'arte, massime quando abbia da essere sommerso dall'acqua, nel qual caso si dovranno impiegare i mezzi necessari per impedire che l'acqua lo dilavi e ne sia pregiudicato il pronto consolidamento. L'impasto in casi di impossibilità di farlo con betoniera dovrà venire rimestato sopra appositi tavolari tre volte a secco e tre volte bagnato in modo che abbia da riuscire perfetto. Il calcestruzzo sarà regolarmente disteso e compresso in maniera che non restino vani nel recinto della cassa e, spianatene con diligenza la superficie su cui dovranno elevarsi i muramenti, si lascerà in riposo per il tempo che occorrerà onde possa resistere alla pressione, cui deve andar soggetto. A richiesta della direzione lavori dovrà essere vibrato senza alcun compenso particolare.

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Qualora i lavori vengano eseguiti nella stagione rigida, l'impresa dovrà prendere, a sue spese, tutti i provvedimenti perché il calcestruzzo non abbia a soffrire per effetto del gelo, salvo diverse disposizioni che la direzione lavori potrà dare di volta in volta circa la sospensione dei getti e/o particolari disposizioni e accorgimenti cautelativi da adottare: per questo titolo l'Impresa non potrà avanzare richiesta alcuna di maggiori compensi. La lavorabilità del calcestruzzo non dovrà essere ottenuta con il maggior impiego di acqua di quanto previsto nella composizione del calcestruzzo. La direzione lavori potrà consentire l'impiego di aeranti, plastificanti, o fluidificanti,, anche non previsti negli studi preliminari: in questi casi, l'uso di aeranti e plastificanti sarà effettuato a cura e spese dell'impresa senza che questa abbia diritto a pretendere indennizzi o sovrapprezzi per tale titolo. I prezzi unitari relativi ai calcestruzzi comprendono anche il compenso per casseforme, armature, puntellature per la bagnatura degli stessi e per tutti i provvedimenti di cui al presente articolo, a meno che non sia altrimenti espressamente disposto nella dicitura dei relativi prezzi unitari. Il getto dei ponti, archi, nervature, mensolini, ecc. dovrà farsi ininterrottamente o per lo meno non sono ammesse interruzioni superiori ad un'ora; per una diversa esecuzione si dovrà ottenere l'autorizzazione della direzione dei lavori. La fluidità del calcestruzzo potrà essere fissata dalla direzione lavori a seconda della temperatura e del groviglio dei ferri, senza che ciò comporti il riconoscimento di maggiori compensi per l’appaltatore. Dopo l'esecuzione del getto è necessario evitare un rapido essiccamento proteggendo il getto dal sole e dal vento, tramite una continua bagnatura o altri accorgimenti per almeno 7 giorni. Trascorsi 30 giorni dal getto, l'impresa, senza compenso speciale, dovrà, alla presenza e sotto la sorveglianza della direzione dei lavori, provvedere alla prova dei ponti, rispettivamente archi, solette, nervature, travi, mensole, ecc. e tutte quelle opere per cui detta prova è prescritta. Durante la presa del calcestruzzo sono da evitare urti e vibrazioni. Nelle murature l'impresa è obbligata a lasciare le necessarie feritoie, nelle dimensioni e posizioni che verranno impartite dalla direzione lavori e ciò senza alcun compenso o sovrapprezzo. E' tassativamente prescritto che nelle strutture da eseguire con getto di conglomerato cementizio vengano realizzati giunti di discontinuità sia in elevazione che in fondazione onde evitare imprevedibili fessurazioni delle strutture stesse dovute a escursioni termiche, ritiro ecc.. Tali giunti vanno praticati a intervalli ed in posizioni opportunamente scelte tenendo conto della geometria della struttura. La larghezza, la tipologia e la conformazione dei giunti saranno stabilite dalla direzione lavori e dovranno essere realizzati a cura e spese dell'impresa, essendosi tenuto conto di tale onere nella formulazione dei prezzi di offerta relativi alle singole classi di calcestruzzo. L'impresa ha l'obbligo di presentarsi in ogni tempo alla prova dei materiali da costruzione impiegati e da impiegare, provvedendo a tutte le spese di prelevamento e di rinvio dei campioni agli istituti di prova che saranno indicati dalla direzione lavori e pagando le relative spese. Dei campioni può essere ordinata la conservazione, munendoli di sigilli e firme della direzione lavori e dell'impresa, nei modi più atti a garantirne l'autenticità presso il laboratorio di prove materiali della P.A.T.. 2.2.10. CONTROLLI DI ACCETTAZIONE DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI Durante l'esecuzione delle opere cementizie per la determinazione delle resistenze a compressione dei conglomerati dovranno seguirsi le norme tecniche emanate con D.M. 9 gennaio 1996 operando, in particolare, sulla base delle norme U.N.I. 6127-73 per la preparazione e stagionatura dei provini, U.N.I. 6130-72 per la forma e dimensione degli stessi e le relative casseforme, U.N.I. 6132-72 per la determinazione propria della resistenza a compressione. Ad integrazione di tali norme, la direzione lavori potrà ordinare prelievi integrativi in modo da poter assoggettare uno o più provini a prove preliminari di accettazione nei laboratori di cantiere. Nel caso che il valore della resistenza caratteristica cubica (Rck) ottenuta sui provini assoggettati a prove nei laboratori di cantiere risulti essere inferiore a quello indicato nei calcoli statici e nei disegni di progetto approvati dal direttore dei lavori, questi potrà a suo insindacabile giudizio, ordinare la sospensione dei getti dell'opera d'arte interessata, in attesa dei risultati delle prove eseguite presso i laboratori ufficiali. Qualora anche dalle prove eseguite presso laboratori ufficiali risultasse un valore della Rck inferiore a quello indicato sui calcoli statici e nei disegni di progetto approvati dalla direzione lavori, ovvero una prescrizione del controllo di accettazione non fosse rispettata, occorre procedere, a cura e spese dell'impresa, ad un controllo teorico e/o sperimentale della struttura interessata sulla base della resistenza ridotta del conglomerato, ovvero ad una verifica delle caratteristiche del conglomerato messo in opera mediante prove complementari, o col prelievo di provini di calcestruzzo indurito messo in opera o con l'impiego di altri mezzi di indagine. Tali controlli e verifiche formeranno oggetto di una relazione supplementare nella quale si dimostri che, ferme restando le ipotesi di vincoli e di carico delle strutture, la Rck è ancora compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, secondo le prescrizioni delle vigenti norme di legge. Se tale relazione sarà approvata dalla direzione lavori, il calcestruzzo sarà contabilizzato in base al valore della resistenza caratteristica trovata. Nel caso la Rck non risulti del tutto compatibile con le sollecitazioni previste dal progetto, l'impresa sarà tenuta a sua cura e spese alla demolizione e rifacimento dell'opera oppure all'adozione di quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere formalmente approvati dalla direzione lavori. Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all'impresa se la Rck risulterà maggiore di quella indicate negli elaborati progettali approvati dalla direzione lavori. Oltre ai controlli relativi alla Rck, la direzione lavori, in corso di lavorazione, potrà controllare la consistenza, l'omogeneità e il rapporto acqua/cemento. La prova di consistenza si eseguirà misurando l'abbassamento al cono di Abrams (slump test); tale prova sarà

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considerata significativa per abbassamenti compresi tra 2 e 20 cm. La prova di omogeneità verrà eseguita vagliando due campioni di conglomerato, prelevati a 1/5 e 4/5 dello scarico della betoniera, attraverso il vaglio a maglia quadra da 4,76 mm: la percentuale di peso di materiale grosso tra i due campioni non potrà differire più del 10%, inoltre l'abbassamento al cono dei due campioni prima della vagliatura non dovrà differire più di 3 cm. Il rapporto acqua/cemento dovrà essere controllato, determinando l'acqua contenuta negli inerti e sommando tale quantità all' acqua di impasto. Tutti gli oneri relativi alle prove di cui sopra e di ogni altra prova ritenuta opportuna, in essi compresi quelli per il rilascio dei certificati, saranno a carico dell'impresa. 2.2.11. ACCIAIO PER CALCESTRUZZO ARMATO Gli acciai per armature di c.a. debbono corrispondere ai tipi ed alle caratteristiche stabiliti dalle norme tecniche emanate con D.M. 9 gennaio 1996. Le modalità di prelievo dei campioni da sottoporre a prova sono previste dallo stesso D.M. 9 gennaio 1996 e ss.mm.. 2.2.12. STRUTTURE PREFABBRICATE L'impresa appaltatrice dei lavori può proporre alla direzione lavori tipologie strutturali diverse da quelle previste nel progetto esecutivo, purché di caratteristiche tali (durabilità, estetica, resistenza, ecc.) da eguagliare almeno quelle originariamente previste. L'impresa deve fornire tutta la documentazione necessaria a dimostrare quanto sopra, compresi i calcoli statici a firma di un professionista abilitato. L' accettazione è a giudizio insindacabile della direzione lavori. 2.2.13. PARATIE E CASSERI Le paratie o casseri in legname debbono essere formati con pali o tavoloni o palancole infissi nel suolo, e con longarine o filagne di collegamento in uno o più ordini, a distanza conveniente, della qualità e dimensioni prescritte. I tavoloni devono essere battuti a perfetto contatto l'uno con l'altro; ogni palo o tavolone che si spezzi sotto la battitura, o che nella discesa devii dalla verticale, deve essere dall'impresa, a sue spese, estratto e sostituito o rimesso regolarmente se ancora utilizzabile. Le teste dei pali e dei tavoloni, previamente spianate, devono essere, a cura e spese dell'impresa, munite di adatte cerchiature in ferro per evitare scheggiature e gli altri guasti che possono essere causati dai colpi di maglio. Quando poi la direzione dei lavori lo giudichi necessario, le punte dei pali e dei tavoloni debbono essere munite di puntazze di ferro del modello e peso prescritti. Le teste delle palancole debbono essere portate regolarmente a livello delle longarine, recidendone la parte sporgente, quando sia riconosciuta l'impossibilità di farle maggiormente penetrare nel suolo. Quando le condizioni del sottosuolo lo permettono, i tavoloni o le palancole, anziché infissi, possono essere posti orizzontalmente sulla fronte dei pali verso lo scavo e debbono essere assicurati ai pali stessi con robusta ed abbondante chiodatura, in modo da formare una parte stagna e resistente. L'impresa è tenuta ad osservare nella progettazione ed esecuzione di armature e centinature, le norme ed i vincoli che fossero imposti dagli enti e persone responsabili, circa il rispetto di particolari impianti o manufatti esistenti nella zona interessata dalla nuova costruzione. Le operazioni di disarmo saranno effettuate secondo le norme contenute nel D.M. 9 gennaio 1996 e secondo le prescrizioni della direzione lavori. Per l'esecuzione di tali opere provvisionali, sia del tipo fisso che del tipo scorrevole, sia in senso verticale che in quello orizzontale, nonché per il varo di elementi strutturali prefabbricati, l'impresa potrà in genere adottare il sistema, i materiali ed i mezzi che riterrà più idonei o di sua convenienza, purché soddisfino alle condizioni di stabilità e di sicurezza, curando la perfetta riuscita dei particolari costruttivi. 2.2.14. MURATURA A SECCO La muratura di pietrame a secco dovrà essere eseguita con pietre ridotte col martello alla forma più che sia possibile regolare, restando assolutamente escluse quelle di forma rotonda. Le pietre saranno collocate in opera in modo che contrastino e si concatenino fra loro il più possibile scegliendo per i paramenti quelle di dimensioni non inferiori a cm 20 di lato e le più adatte per il migliore combaciamento. Si eviterà sempre la ricorrenza delle connessioni verticali. Nell'interno della muratura si farà uso delle scaglie, soltanto per appianare i corsi e riempire interstizi fra pietra e pietra. Per i cantonali si useranno le pietre di maggiori dimensioni e meglio rispondenti allo scopo. La rientranza delle pietre del paramento non dovrà mai essere inferiore all'altezza del corso. Inoltre si disporranno frequentemente pietre di lunghezza tale da penetrare nello spessore della muratura. A richiesta della direzione dei lavori, l'impresa dovrà lasciare opportune feritorie regolari e regolarmente disposte, anche in più ordini, per lo scolo delle acque. La muratura in pietrame a secco per muri di sostegno in controripa o comunque isolati, sarà sempre coronata con una copertina di muratura di malta o di calcestruzzo, delle dimensioni che, di volta in volta, verranno fissate dalla direzione dei lavori.

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2.2.15. MURATURE DI PIETRAME E MALTA CEMENTIZIA La muratura di pietrame con malta cementizia dovrà essere eseguita con elementi di pietrame delle maggiori dimensioni possibili e, ad ogni modo, non inferiore a cm 25 in senso orizzontale, cm 20 in senso verticale e cm 30 di profondità. Per i muri di spessore di cm 40 si potranno avere alternanze di pietre minori. Le pietre, prima del collocamento in opera, dovranno essere diligentemente pulite e ove occorra, a giudizio della direzione dei lavori, lavorate. Nella costruzione della muratura, le pietre dovranno essere battute col martello e rinzeppate diligentemente con scaglie e con abbondante malta, così che ogni pietra resti avvolta dalla malta stessa e non rimanga alcun vano od interstizio. La malta verrà dosata con kg 350 di cemento per ogni mc di sabbia. Per le facce viste delle murature di pietrame, secondo gli ordini della direzione dei lavori, potrà essere prescritta l'esecuzione delle seguenti speciali lavorazioni: a) con pietra rasa e testa scoperta (ad opera incerta); b) a mosaico greggio; c) con pietra squadrata a corsi pressochè regolari; d) con pietra squadrata a corsi regolari. Nel paramento con pietra rasa e testa scoperta (ad opera incerta), il pietrame dovrà essere scelto diligentemente e la sua faccia vista dovrà essere ridotta col martello a superficie approssimativamente piana. Le facce di posa e combaciamento delle pietre dovranno essere spianate e adattate col martello, in modo che il contatto dei pezzi avvenga in tutti i giunti per una rientranza non minore di cm 10. Nel paramento a mosaico greggio, le facce dei singoli pezzi dovranno essere ridotte, col martello e punta grossa, a superficie piana poligonale: i singoli pezzi dovranno combaciare fra loro regolarmente, restando vietato l'uso delle scaglie. In tutto il resto si seguiranno le norme indicate per il parametro a pietra rasa. Nel parametro a corsi pressoché regolari, il pietrame dovrà essere ridotto a conci piani e squadrati, sia col martello che con la grossa punta, con le facce di posa parallele fra loro e quelle di combaciamento normali a quelle di posa. I conci saranno posti in opera a corsi orizzontali di altezza che può variare da corso a corso e potrà non essere costante per l'intero filare. Nelle superfici esterne dei muri saranno tollerate alla prova del regolo rientranze o sporgenze non maggiori di 15 millimetri. Nel parametro a corsi regolari, i conci dovranno essere resi perfettamente piani e squadrati, con la faccia vista rettangolare, lavorata a grana ordinaria; essi dovranno avere la stessa altezza per tutta la lunghezza del medesimo corso, e qualora i vari corsi non avessero eguale altezza, questa dovrà essere disposta in ordine decrescente dai corsi inferiori ai corsi superiori, con differenza però fra due corsi successivi non maggiore di 5 cm. La direzione dei lavori potrà anche prescrivere l'altezza dei singoli corsi e dove nella stessa superficie di paramento venissero impiegati conci di pietra da taglio per rivestimento di alcune parti, i filari del paramento a corsi regolari dovranno essere in perfetta corrispondenza con quelli della pietra da taglio. Tanto nel paramento a corsi pressoché regolari, quanto in quello a corsi regolari, non sarà tollerato l'impiego di scaglie nella faccia esterna; il combaciamento dei corsi dovrà avvenire per almeno due terzi della loro rientranza nelle facce di posa e non potrà essere mai minore di 15 cm nei giunti verticali. La rientranza dei singoli pezzi non sarà mai minore della loro altezza, nè inferiore a cm 30; l'altezza minima dei corsi non dovrà essere mai minore di cm 20. In entrambi i paramenti a corsi, lo spostamento di due giunti verticali consecutivi non dovrà essere minore di cm 10 e le connessure avranno larghezza non maggiore di 1 cm. Per le murature con malta, quando questa avrà fatto convenientemente presa, le connessure delle facce di paramento dovranno essere accuratamente stuccate. In tutte le specie di paramenti la stuccatura dovrà essere fatta raschiando preventivamente le connessure fino a conveniente profondità per purgarle dalla malta, dalla polvere e da qualche altra materia estranea, lavandole a grande acqua e riempiendo quindi le connessure stesse con nuova malta della qualità prescritta, curando che questa penetri bene dentro, comprimendola e lisciandola con apposito ferro, in modo che il contorno dei conci sui fronti del paramento, a lavoro finito, si disegni nettamente e senza sbavature. Il nucleo della muratura dovrà essere costituito sempre contemporaneamente ai rivestimenti esterni. Riguardo al magistero ed alla lavorazione della faccia vista in generale, ferme restando le prescrizioni sopra indicate, viene stabilito che l'appaltatore è obbligato a preparare, a proprie cure e spese, i campioni delle diverse lavorazioni per sottoporli all'approvazione del direttore dei lavori, al quale spetta esclusivamente giudicare se esse corrispondano alle prescrizioni del presente articolo. Senza tale approvazione, l'appaltatore non può dar mano alla esecuzione dei paramenti delle murature di pietrame. 2.2.16. MURATURE DI CALCESTRUZZO CON PIETRAME ANNEGATO Quando la direzione dei lavori l'avrà preventivamente autorizzato mediante ordine di servizio, potrà essere impiegato per determinate opere murarie (muri di sostegno, sottoscarpa, riempimento di cavi o pozzi di fondazione, briglie, ecc.) pietrame annegato nel calcestruzzo, sempre però di dimensioni mai superiori a 1/3 dello spessore della muratura. Il pietrame dovrà presentarsi ben spigolato, scevro da ogni impurità, bagnato all'atto dell'impiego e non dovrà rappresentare un volume superiore al 40% del volume della muratura.

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2.2.17. INTONACI E APPLICAZIONI PROTETTIVE DELLE SUPERFICI IN CLS In linea generale, per le strutture in calcestruzzo non verranno adottati intonaci, perché le casseforme dovranno essere predisposte ed i getti dovranno essere vibrati con cura tale che le superfici di tutte le predette strutture dovranno presentare aspetto regolare e non sgradito alla vista, non dovranno presentare screpolature, irregolarità, macchie e gli spigoli dovranno risultare eseguiti a regola d'arte. Qualora la direzione dei lavori lo ritenga opportuno, potrà ordinare all'impresa l'adozione di sostanze protettive delle superfici dei calcestruzzi. 2.2.18. COMPOSIZIONI DELLE MALTE Le caratteristiche dei materiali da impiegare per la confezione delle malte ed i rapporti di miscela, corrisponderanno alle prescrizioni delle voci dell’Elenco prezzi unitari per i vari tipi di impasto e a quanto verrà, di volta in volta, ordinato dalla direzione dei lavori. La resistenza alla penetrazione delle malte deve soddisfare alle Norme U.N.I. 7927-78. Di norma, le malte per muratura di mattoni saranno dosate con Kg 400 di cemento per mc di sabbia e passate al setaccio ad evitare che i giunti tra i mattoni siano troppo ampi; le malte per muratura di pietrame saranno dosate con kg. 350 di cemento per mc di sabbia; quelle per intonaci, con Kg 400 di cemento per mc di sabbia e così pure quelle per la stuccatura dei paramenti delle murature. Il dosaggio dei materiali e dei leganti verrà effettuato con mezzi meccanici suscettibili di esatta misurazione e controllo che l'Impresa dovrà finire e mantenere efficienti a sua cura e spese. Gli impasti verranno preparati solamente nelle quantità necessarie per l'impiego immediato; gli impasti residui che non avessero immediato impiego saranno portati a rifiuto. 2.2.19. OPERE IN FERRO Nei lavori in ferro, questo deve essere lavorato diligentemente con maestria, regolarità di forme e precisione di dimensioni, secondo i disegni che fornirà la direzione dei lavori, con particolare attenzione nelle saldature e bolliture. I fori saranno tutti eseguiti col trapano, le chiodature, ribattiture, ecc. dovranno essere perfette, senza sbavature; i tagli essere rifiniti a lima. Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentino imperfezione od indizio d'imperfezione. Ogni pezzo od opera completa in ferro dovrà essere fornita a piè d'opera colorita a minio o zincata a caldo quando previsto nella relativa voce di prezzo. Per ogni opera in ferro, a richiesta della direzione dei lavori, l'impresa dovrà presentare il relativo modello per la preventiva approvazione. L'impresa sarà in ogni caso obbligata a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte delle opere in ferro, essendo essa responsabile degli inconvenienti che potessero verificarsi per l'omissione di tale controllo. 2.2.20. MASSICCIATA O STRATO DI BASE 2.2.20.1. MASSICCIATA E' costituita da una miscela di materiali granulari (misto granulare) stabilizzati per granulometria con l'aggiunta o meno di legante naturale, il quale è costituito da terra passante al setaccio U.N.I. 0,4. L'aggregato potrà essere costituito da ghiaie, detriti di cava, frantumato, scorie od anche altro materiale; potrà essere materiale reperito in sito, entro e fuori cantiere, oppure miscela di materiali aventi provenienze diverse, in proporzioni stabilite attraverso un indagine preliminare di laboratorio e di cantiere. Lo spessore da assegnare alla fondazione definito dall’allegato relativo alle sezioni tipo potrà essere variato dalla direzione lavori in relazione alla portanza del sottofondo; la stesa avverrà in strati successivi, ciascuno dei quali non dovrà mai avere uno spessore superiore a cm 20 e non inferiore a cm 10. Il materiale posto in opera, dopo l'eventuale correzione e miscelazione, risponderà alle caratteristiche seguenti: - l'aggregato non deve avere dimensioni superiori a 71 mm, ne forma appiattita, allungata o lenticolare; - granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uniforme praticamente concorde a quello delle curve limite:

Crivelli e setacci U.N.I. Miscela passante (% in totale di peso) Crivello 71 100 Crivello 40 75 - 100 Crivello 25 60 - 87 Crivello 10 35 - 67 Crivello 5 25 - 55 Setaccio 2 15 - 40

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Setaccio 0,4 7 - 22 Setaccio 0,075 2 - 10

- rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3; - perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 30%. Il valore del modulo di compressibilità Me non dovrà mai essere inferiore a 80 N/mm² e comunque per strade con traffico di “tipo A” non dovrà mai essere inferiore a 100 N/mm² (vedi tab. A). Tabella A valori minimi del Modulo Svizzero Md e della Densità AASHO modificata, del discostamento massimo del contenuto d’acqua rispetto all’Optimum e del diametro massimo dell’inerte in relazione allo strato considerato

Sottofondo Corpo del rilevato

Ultimo strato del rilevato(*)

spess. 40cm

Cassonetto o massicciata

Finitura superficiale

Md N/mm2 Traffico tipo A

15

30

60

100

100

Md N/mm2 Traffico tipo B

15

30

50

80

80

Densità AASHO modificata

90

90

95

95

95

Contenuto acqua

+/- 5%

+/- 5%

+/- 5%

+/- 5%

+/- 5%

Diametro massimo

-

30 cm

15 cm

71 mm (**)

30 mm (**)

Legenda: (*) nel caso di trincea deve intendersi lo strato immediatamente sottostante la massicciata; (**) fermo restando i limiti percentuali imposti dal fuso granulometrico. Traffico “tipo A”: TGM relativo ai soli veicoli pesanti (peso sup. a 30q) superiore a 50; Traffico “tipo B”: TGM relativo ai soli veicoli pesanti (peso sup. a 30q) fino a 50. In assenza di precise indicazioni progettuali sul livello di traffico previsto si dovrà sempre considerare la strada soggetta a traffico di “tipo A”, salvo diversa ed esplicita indicazione da parte della Direzione lavori. 2.2.20.2. CILINDRATURA DELLA MASSICCIATA Verrà realizzata con rullo compressore a motore del peso di 16 t. Il rullo nella sua marcia di funzionamento manterrà una velocità oraria uniforme non superiore a km 3. Per la chiusura e rifinitura della cilindratura si impiegheranno rulli di peso non superiore a tonnellate 14, e la loro velocità potrà essere anche superiore a quella suddetta, nei limiti delle buone norme di tecnica stradale. I compressori saranno forniti a pie' d'opera dall'impresa con i relativi macchinisti e conduttori abilitati e con tutto quanto è necessario al loro perfetto funzionamento (salvo che sia diversamente disposto per la fornitura di rulli da parte dell'amministrazione). Verificandosi eventualmente guasti ai compressori in esercizio, l'impresa dovrà provvedere prontamente alla riparazione ed anche alla sostituzione, in modo che le interruzioni di lavoro siano ridotte al minimo possibile. Il lavoro di compressione o cilindratura dovrà essere iniziato dai margini della strada e gradatamente proseguito verso la zona centrale. Il rullo dovrà essere condotto in modo che nel cilindrare una nuova zona passi sopra una striscia di almeno cm 20 della zona precedente cilindrata, e che nel cilindrare la prima zona marginale venga a comprimere anche una zona di banchina di almeno cm 20 di larghezza. Quanto alle modalità di esecuzione delle cilindrature queste vengono distinte in tre categorie: 1) di tipo chiuso; 2) di tipo parzialmente aperto; 3) di tipo completamente aperto, a seconda dell'uso cui deve servire la massicciata a lavoro di cilindratura ultimato e dei trattamenti o rivestimenti coi quali è previsto che debba essere protetta.

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Qualunque sia il tipo di cilindratura, fatta eccezione delle compressioni di semplice assestamento, occorrenti per poter aprire al traffico senza disagio del traffico stesso, almeno nel primo periodo, la strada o le tratte da conservare a macadam semplice, tutte le cilindrature in genere debbo essere eseguite in modo che la massicciata, ad opera finita e nei limiti resi possibili dal tipo cui appartiene, risulti cilindrata a fondo, in modo cioè che gli elementi che la compongono acquistino lo stato di massimo addensamento (vedi tab. A). Tutte le operazioni per la realizzazione della massicciata devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da non danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Verificandosi comunque un eccesso di umidità o danni dovuti al gelo lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostruito a cura e spese dell’impresa. La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di 3 m di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali. Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5% purché questa differenza si presenti solo saltuariamente. Cilindratura del tipo chiuso La cilindratura del tipo chiuso dovrà essere eseguita con uso di acqua, pur tuttavia limitato, per evitare ristagni nella massicciata e rifluimento in superficie del terreno sottostante che potesse perciò essere rammollito e con impiego, durante la cilindratura, di materiale di saturazione, comunemente detto aggregante, costituito da sabbione pulito e scevro di materie terrose da scegliere fra quello con discreto potere legante, o da detrito dello stesso pietrisco, se è prescritto l'impiego del pietrisco e come è opportuno per questo tipo, purché tali detriti siano idonei allo scopo. Detto materiale col sussidio dell'acqua e con la cilindratura prolungata in modo opportuno, ossia condotta a fondo, dovrà riempire completamente, od almeno il più che sia possibile, i vuoti che anche nello stato di massimo addensamento del pietrisco restino tra gli elementi del pietrisco stesso. Ad evitare che per eccesso di acqua si verifichino inconvenienti immediati o cedimenti futuri, si dovranno aprire frequenti tagli nelle banchine, creando dei canaletti di sfogo con profondità non inferiore allo spessore della massicciata ed eventuale sottofondo e con pendenza verso l'esterno. La cilindratura sarà protratta fino a completo costipamento col numero di passaggi occorrenti in relazione alla qualità e durezza del materiale prescritto per la massicciata, e in ogni caso non mai inferiore a 80 passate Cilindratura di tipo semiaperto La cilindratura di tipo semiaperto, a differenza del precedente, dovrà essere eseguita con le modalità seguenti: a) l'impiego di acqua dovrà essere pressoché completamente eliminato durante la cilindratura, limitandone l'uso ad un preliminare innaffiamento moderato del pietrisco prima dello spandimento e configurazione, in modo da facilitare l'assestamento dei materiali di massicciata durante le prime passate di compressore, ed a qualche leggerissimo innaffiamento in sede di cilindratura e limitatamente allo strato inferiore da cilindrare per primo (tenuto conto che normalmente la cilindratura di massicciate per strade di nuova costruzione interessa uno strato di materiale di spessore superiore ai cm 12), e ciò laddove si verificasse qualche difficoltà per ottenere l'assestamento suddetto. Le ultime passate di compressore, e comunque la cilindratura della zona di massicciata che si dovesse successivamente cilindrare, al di sopra della zona suddetta di cm 12, dovranno eseguirsi totalmente a secco; b) Il materiale di saturazione da impiegare dovrà essere della stessa natura, essenzialmente arida e preferibilmente silicea, nonché almeno della stessa durezza, del materiale durissimo e pure preferibilmente siliceo, che verrà prescritto ed impiegato per le massicciate da proteggere coi trattamenti superficiali e rivestimenti suddetti. Si potrà anche impiegare materiale detritico ben pulito proveniente dallo stesso pietrisco formante la massicciata (se è previsto impiego di pietrisco), oppure graniglia e pietrischino, sempre dello stesso materiale. L'impiego dovrà essere regolato in modo che la saturazione dei vuoti resti limitata alla parte inferiore della massicciata e rimangano nella parte superiore per un'altezza di alcuni centimetri i vuoti naturali risultanti dopo completata la cilindratura: qualora vi sia il dubbio che per la natura o dimensione dei materiali impiegati potessero rimanere in questa parte superiore vuoti eccessivamente voluminosi a danno dell'economia del successivo trattamento, si dovrà provvedere alla loro riduzione unicamente mediante l'esecuzione dell'ultimo strato, che dovrà poi ricevere il trattamento, con opportuno mescolanza di diverse dimensioni dello stesso materiale di massicciata. La cilindratura sarà eseguita col numero di passate che risulterà necessario per ottenere il più perfetto costipamento in relazione alla qualità e durezza del materiale di massicciata impiegato ed in ogni caso con numero non minore di 40 passate. Cilindratura di tipo completamente aperto La cilindratura di tipo completamente aperto differisce a sua volta dagli altri sopradescritti in quanto deve essere eseguita completamente a secco e senza impiego di sorta di materiali saturanti i vuoti. La massicciata viene preparata per ricevere la penetrazione, mediante cilindratura che non è portata subito a fondo, ma sufficiente a serrare fra loro gli elementi del pietrisco, che deve essere sempre di qualità durissima e preferibilmente siliceo, con le dimensioni appropriate, all'uopo prescritte nell'articolo apposito; il definitivo completo costipamento viene affidato alla cilindratura, da eseguirsi successivamente alla applicazione del trattamento di penetrazione. 2.2.20.3. STRATO DI BASE STRADALE Lo strato di base stradale può sostituire in alternativa parte della massicciata stradale. E' costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale additivo, (secondo le definizioni riportate nell'art. n. 1 delle Norme C.N.R. sui materiali stradali - fascicolo IV/1953) normalmente dello spessore di 15 cm., impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati, stesi in opera mediante macchina vibrofinitrice e costipato con rulli gommati e metallici. Lo spessore dello strato di base è prescritto nei tipi di progetto, salvo diverse indicazioni della direzione dei lavori.

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Materiali inerti I requisiti di accettazione degli inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo strato di base dovranno essere conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo IV delle norme C.N.R. - 1953; tali inerti dovranno essere costituiti da materiale misto di cava con granulometria assortita proveniente da cave ritenute idonee dalla direzione lavori. L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura che di volta in volta sarà stabilita a giudizio della direzione lavori e che comunque non potrà essere inferiore al 30% della miscela di inerti) e da ghiaie che dovranno rispondere al seguente requisito: - perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%. In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non dovranno mai avere forma appiattita, allungata o lenticolare. Legante Il bitume impiegato sarà di norma del tipo a penetrazione 80-100 salvo diversa prescrizione della direzione lavori e dovrà soddisfare le caratteristiche indicate nel successivo articolo; Miscela La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso: Serie crivelli e setacci U.N.I.

Crivelli e setacci U.N.I. Miscela passante (% in totale di peso) Crivello 40 100 Crivello 30 80 - 100 Crivello 25 70 - 95 Crivello 15 45 - 70 Crivello 10 35 - 60 Crivello 5 25 - 50 Setaccio 2 20 - 40 Setaccio 0,4 6 - 20 Setaccio 0,18 4 - 14 Setaccio 0,075 4 - 8

Il tenore di bitume riferito al peso totale secco degli aggregati dovrà essere del 4%; è tollerata una variazione della suddetta quantità del più o meno 10% (da cui la percentuale ammessa dovrà essere compresa tra 3,6% e 4,4%). Su richiesta della direzione lavori, prima dell’inizio del lavoro, entro i limiti sopraindicati, la formula di composizione degli impasti da adottarsi per ogni tipo e lavoro dovrà essere preventivamente comunicata dall’impresa ed approvata dalla direzione lavori stessa. Nel caso di impiego di aggregato litoide di natura silicea, in qualsiasi percentuale, sarà d'obbligo l'impiego di speciali sostanze attivanti la completa e duratura adesione del bitume all'aggregato ("Dopes" di adesività), senza alcun aggravio di prezzo: - il valore della stabilità Marshall dovrà risultare non inferiore a 600 kg e lo scorrimento Marshall dovrà essere compreso tra 2 e 5 mm; - la percentuale dei vuoti nella pavimentazione in opera a costipamento ultimato dovrà essere compresa tra il 4 e il 10%. Per quanto riguarda preparazione dei conglomerati, posa in opera, misure, verifiche e prove di laboratorio e detrazioni si rimanda ai relativi successivi articoli del Capitolato speciale di appalto. I limiti oltre i quali il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile sono i seguenti: - percentuale di bitume minima 2,7% e massima del 5,3%; - analisi granulometrica: la differenza misurata su ogni singolo setaccio non dovrà essere superiore a 20 punti percentuale; il totale della differenza di percentuale riscontrata sui singoli setacci non dovrà essere superiore a 40 punti percentuale; - percentuale dei vuoti residui a costipamento ultimato non superiore al 13%; - stabilità Marshall non inferiore a 400 kg - scorrimento Marshall non superiore a 8 mm; - prova Los Angeles limite massimo del 28%. Per quanto riguarda la posa in opera si precisa inoltre quanto segue: 1) dovrà essere preventivamente rullato il cassonetto in modo da ottenere la sagoma prescritta; la rullatura sarà eseguita con rullo statico da 14-16 tonn. e 40 passaggi o con rullo vibrante del peso di 6-8 tonn con 15 passaggi, ricaricando con materiale i punti che dovessero cedere; la rullatura sarà in ogni modo proseguita fino a completo assestamento; 2) stesa del materiale misto di cava in strati non superiori ai 15 cm rullando ogni strato con 40 passaggi di rullo statico 14-16 tonn o con 15 passaggi di rullo vibrante del peso di 6-8 tonn; la rullatura sarà in ogni modo proseguita fino a completa chiusura degli strati.

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Lo strato superficiale avrà una granulometria più piccola degli altri strati e potrà, a discrezione della direzione lavori, contenere una percentuale di materiale "grasso" allo scopo di rendere la strada maggiormente resistente all'usura, qualora dovesse essere aperta al transito senza copertura bituminosa. La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata dalla direzione lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati. Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve tempo possibile; tra di essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,5 kg/mq. La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di rulli a ruote metalliche, tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili. 2.2.21. CONGLOMERATI BITUMINOSI 2.2.21.1. PIETRISCHI, PIETRISCHETTI, SABBIA, ADDITIVI Si fa riferimento alle "Norme per l'accettazione dei pietrischi, pietrischetti, graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali" contenute nel fascicolo n. 4 del Consiglio Nazionale delle Ricerche - Commissione di studio dei materiali stradali, anno 1953, qui di seguito riportate nelle parti che più interessano il presente Capitolato speciale di appalto. Capo I (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Requisiti per la caratterizzazione e per l'accettazione Art. n. 1 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Definizioni Pietrisco E’ il materiale litoide ad elementi approssimativamente poliedrici con spigoli vivi, ottenuto per frantumazione di pietrame o di ciottoli, passante al crivello 71 UNI 2334 e trattenuto da quello 25 UNI 2334. Pietrischetto E’ il materiale litoide ad elementi approssimativamente poliedrici con spigoli vivi, ottenuto per frantumazione di pietrame o di ciottoli o di ghiaie, passante al crivello 25 U.N.I. 2334 e trattenuto da quello 10 U.N.I. 2334. Graniglia E’ il materiale litoide ad elementi approssimativamente poliedrici con spigoli vivi, ottenuto per frantumazione di pietrame o di ciottoli o di ghiaie, passante al crivello 10 U.N.I. 2334 e trattenuto dal setaccio 2 U.N.I. 2332. Sabbia E’ il materiale litoide fine, di formazione naturale od ottenuto per frantumazione di pietrame o di ghiaie, definito come dimensioni dal successivo art. n. 2. Additivo E’ il materiale pulverulento passante al setaccio 0,075 U.N.I. 2332, che si aggiunge ai leganti bituminosi e alle miscele di questi leganti con aggregati litici (conglomerati bituminosi) allo scopo di conferire particolari caratteristiche ai prodotti che ne derivano. Nei conglomerati il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia costituiscono l'aggregato grosso; la sabbia, costituisce l'aggregato fine. Art. n. 2 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Caratteristiche di dimensioni e forma Le pezzature normali dei materiali definiti all'art. n. 1 sono le seguenti: (Tabella I - pezzature normali)

Aggregato Pezzatura Trattenuti dal Passante al pietrisco 40 - 71 crivello 40 U.N.I. 2334 crivello 71 U.N.I. 2334 pietrisco 40 - 60 crivello 40 U.N.I. 2334 crivello 60 U.N.I. 2334 pietrisco 25 - 40 crivello 25 U.N.I. 2334 crivello 40 U.N.I. 2334 pietrischetto 15 - 25 crivello 15 U.N.I. 2334 crivello 25 U.N.I. 2334 pietrischetto 10 - 15 crivello 10 U.N.I. 2334 crivello 15 U.N.I. 2334 graniglia 5 - 10 setaccio 5 U.N.I. 2334 crivello 10 U.N.I. 2334 graniglia 2 - 5 setaccio 2 U.N.I. 2332 crivello 5 U.N.I. 2334 sabbia setaccio 0,075 U.N.I. 2332 setaccio 2 U.N.I. 2332 additivo setaccio 0,075 U.N.I. 2332

Pezzatura normale per la manutenzione delle massicciate all'acqua è anche l'assortimento 15-30, vale a dire il frantumato passante per il crivello 30 UNI 2334 e trattenuto dal crivello 15 UNI 2334. Le sabbie da impiegarsi nei conglomerati cementizi devono corrispondere alle caratteristiche granulometriche stabilite nel R.D. 16 novembre 1939, n. 2229. I committenti hanno facoltà di richiedere assortimenti di dimensioni diverse da quelle sopra precisate. Le granulometrie degli aggregati da impiegare per conglomerati vengono definite dalle corrispondenti norme per l'esecuzione delle pavimentazioni.

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Per ogni pezzatura di pietrischi, pietrischetti e graniglie è ammessa come tolleranza una percentuale in peso non superiore al 10% di elementi di dimensioni maggiori del limite superiore e al 10% di elementi di dimensioni minori del limite inferiore della pezzatura stessa. In ogni caso gli elementi non compresi nei limiti della spezzatura devono rientrare per intero nei limiti della pezzatura immediatamente superiore od inferiore. Per il pietrisco 40-71, per il quale non è stabilita una pezzatura superiore, gli elementi devono interamente passare al crivello di mm 100; per la graniglia 2-5 gli elementi devono passare al crivello 7,1 U.N.I. 2334 ed essere trattenuti al setaccio 0,40 U.N.I. 2332. Nelle sabbie per conglomerati è ammessa una percentuale massima del 10% di materiale trattenuto rispettivamente sul crivello 7,1 U.N.I. 2334 o sul setaccio 2 U.N.I. 2332, a seconda che si tratti di sabbia per conglomerati cementizi o di sabbia per conglomerati bituminosi; in ogni caso non si deve avere più del 5% di elementi passanti al setaccio 0,075 U.N.I. 2332. Negli additivi è ammessa la percentuale massima del 15% di materiale trattenuto dal setaccio 0,075 U.N.I. 2332. Tutto il materiale deve tuttavia passare al setaccio 0,18 U.N.I. 2332. Almeno il 50% del materiale deve avere dimensioni inferiore a 0,05 mm. Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, ottenuti per frantumazione di pietrame, devono avere spigoli vivi e presentare una certa uniformità di dimensioni nelle varie direzioni e quindi forma nè molto allungata nè appiattita; se ottenuti per frantumazione di ciottoli o di ghiaie, devono presentare nei singoli elementi predominanza di superfici derivanti da frantumazione rispetto a quelle arrotondate ed avere una forma molto allungata o appiattita. Per ciascuna pezzatura di tali materiali l'indice dei vuoti, da determinarsi con le modalità di cui all'art. n. 13 non deve superare il valore 1. Art. n. 3 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Requisiti di caratterizzazione e di accettazione dei pietrischi I pietrischi, come precisato nell'art. n. 1, possono provenire da frantumazione di pietrame oppure di ciottoli; la provenienza costituisce un primo elemento di caratterizzazione. I pietrischi, qualunque sia la loro destinazione di impiego, devono essere costituiti da materiali sostanzialmente uniformi e compatti e non devono contenere parti comunque alterate. Le dimensioni e la forma devono corrispondere ai requisiti dell'articolo 2. Agli effetti dei requisiti di caratterizzazione e di accettazione si distinguono le categorie di pietrischi di cui alla tabella II. Tabella II requisiti di caratterizzazione e di accettazione dei pietrischi

Requisiti Categorie dei pietrischi I II III Requisiti di caratterizzazione e accettazione - coefficiente di qualità (Deval):minimo 12 10 10 - coefficiente I.S.S.(*):minimo 4 4 4 Requisiti di sola caratterizzazione - resistenza alla compressione in kg/cm²:minima 1.200 - 1.200 - resistenza alla usura:minima - - 0,6

(*) I.S.S. indica l’Istituto Stradale Sperimentale del Touring Club Italiano e dell’Automobile Club d’Italia. Per la caratterizzazione dei pietrischi è inoltre opportuna la determinazione delle porosità della roccia per poter escludere quei materiali che presentino porosità superiore al 3%. Per particolari impieghi il direttore dei lavori potrà ammettere materiali con porosità anche superiore al 3% qualora i risultati delle altre prove diano la sicurezza di sufficienti resistenze meccaniche. Nelle zone soggette a prolungato gelo si deve altresì accertare in via preliminare la non gelività del materiale secondo le norme dell'art. n. 23. Il pietrisco da impiegare per la costruzione delle massicciate all'acqua, deve inoltre avere requisito di accettazione un potere legante non inferiore a 30. Art. n. 4 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Requisiti di caratterizzazione e accettazione dei pietrischetti e delle graniglie I pietrischetti e le graniglie, come precisato nell'art. n. 1, possono provenire da frantumazioni di pietrame di ciottoli o di ghiaie; la provenienza costituisce un primo elemento di caratterizzazione. Essi, qualunque sia la loro destinazione d'impiego, devono essere costituiti da materiali sostanzialmente uniformi e compatti e non devono contenere parti comunque alterate. Le dimensioni e la forma devono corrispondere ai requisiti dell'art. n. 2. Agli effetti dei requisiti di accettazione e di caratterizzazione, si distinguono le categorie di pietrischetti e graniglie di cui alla tabella III. Tabella III requisiti di caratterizzazione e accettazione dei pietrischetti e delle graniglie

Requisiti Categorie di pietrischetti e graniglie I II III IV V VI Requisiti di caratterizzazione e accettazione -coefficiente di frantumazione:max 120 130 140 140 140 160 -perdita per decantazione:percentuale max 1 1 1 1 1 1 Requisiti di sola caratterizzazione -resistenza alla compressione in kg/cm²:min. 1400 - 1400 1200 - - -resistenza alla usura:min. 0,8 - 0,8 0,6 - -

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I pietrischetti e le graniglie da impiegare per la formazione di conglomerati devono essere costituiti da materiali aventi il coefficiente di imbibizione inferiore a 0,008. Si possono tuttavia impiegare pietrischetti e graniglie aventi coefficienti di imbibizione superiori, sino a un massimo di 0,015 purchè si tenga conto di tali più elevati coefficienti nella dosatura: del legante, per i conglomerati a base di catrami o di bitumi, e dell'acqua per i conglomerati cementizi. Art. n. 5 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Requisiti di accettazione delle sabbie Le sabbie possono essere naturali o di frantumazione; la provenienza costituisce un primo elemento di caratterizzazione. Le sabbie in ogni caso devono esse dure, vive, aspre al tatto; avere dimensioni e forma corrispondenti ai requisiti dell'art. n. 2 e presentare una perdita per decantazione in acqua inferiore al 2%. Le sabbie da usare in miscela con leganti idraulici, devono essere esenti da sostanze organiche e da solfati; non possono essere impiegate sabbie di mare che non siano state preventivamente lavate a fondo con acqua dolce. Si applicano inoltre le norme di cui all'art. n. 6 del R.D. 16 novembre 1939, n. 2229: “La sabbia naturale o artificiale deve risultare bene assortita in grossezza e costituita da grani resistenti, non provenienti da roccia decomposta o gessosa. Essa deve essere scricchiolante alla mano, non lasciare traccia di sporco, non contenere materie organiche, melmose o comunque dannose; deve essere lavata con acqua dolce, qualora ciò sia necessario, per eliminare materie nocive”. Art. n. 6 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Requisiti di accettazione degli additivi Gli additivi provengono in generale da macinazione di rocce. Sono ammessi anche i cementi, purché di finezza corrispondente a quella indicata all'art. n. 2. Gli additivi possono contenere anche leganti bituminosi, purché prima dell'impiego risultino completamente disgregati e corrispondenti per finezza a quanto indicato all'art. n. 2. Art. n. 7 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Caratteristiche del materiale rispetto all'impiego Per la scelta del materiale nei riguardi dell'impiego si indicano i seguenti criteri di massima: - per le massicciate (macadam) all'acqua si prevede di norma e particolarmente per traffici piuttosto intensi e comprendenti veicoli pesanti, il pietrisco della cat. I; negli altri casi al fine di utilizzare i materiali locali potrà essere usato anche il pietrisco della cat. II; - per le massicciate (macadam) da proteggere con semplice trattamento superficiale si deve inoltre, di norma, evitare nello strato superficiale l'impiego di pietrisco idrofilo; - per i trattamenti superficiali si usano, di norma e particolarmente per traffici pesanti, come materiale di copertura, pietrischetti e graniglie della categoria I e II; per traffici medi possono essere impiegati anche pietrischetti o graniglie della cat. V; per traffici molto leggeri, nell'intento di utilizzare materiali locali, possono essere impiegati pietrischetti e graniglie della cat. VI. Si deve evitare, di norma, l'impiego di materiali idrofili; - per i trattamenti di irruvidimento si impiegano pietrischetti e graniglie della cat. I che dovranno essere non idrofili; - per i conglomerati bituminosi dei manti in superficie, si impiegano, di norma, e particolarmente per traffici intensi e pesanti, pietrischetti e graniglie della cat. I, II e III; per gli altri traffici si possono anche impiegare pietrischetti e graniglie della cat. IV. Le sabbie da impiegare per i conglomerati chiusi devono essere di norma di natura prevalentemente silicea o silicatica; - per conglomerati bituminosi aperti dei manti in superficie, allo scopo di utilizzare materiali locali, si possono impiegare anche pietrischetti e graniglie delle cat. V e VI, purché non idrofili; - per conglomerati bituminosi degli strati inferiori nei manti a doppio strato possono essere usati pietrischetti e graniglie anche delle cat. V e VI; - per i conglomerati cementizi si impiega di norma il pietrisco della cat. III; pietrischetti e graniglie, se non provengono dalla frantumazione della roccia da cui è ricavato il pietrisco, devono rispondere almeno ai requisiti della categoria V. La sabbia, che per granulometria ed altre caratteristiche risponderà alle prescrizioni di cui al R.D. 16 novembre 1939, n. 2229, dovrà essere, di norma, di natura prevalentemente silicea o silicata. Capo II (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Prelevamento di campioni(Omissis)

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Capo III (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Metodi di prova Elenco schematico: Art. n. 10 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Preparazione dei provini; Art. n. 11 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Analisi granulometrica; Art. n. 12 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Peso specifico reale; Art. n. 13 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Indice dei vuoti di pietrischetti e graniglie; Art. n. 14 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Coefficiente di imbibizione; Art. n. 15 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Porosità; Art. n. 16 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Coefficiente di qualità; Art. n. 17 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Coefficiente I.S.S.; Art. n. 18 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Potere legante; Art. n. 19 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Coefficiente di frantumazione; Art. n. 20 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Perdita per decantazione; Art. n. 21 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Idrofilia; Art. n. 22 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Resistenza alla compressione; Art. n. 23 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Gelività; Art. n. 24 (Fasc. n. 4/1953 del C.N.R.) Resistenza all'usura. 2.2.21.2. EMULSIONI BITUMINOSE - CARATTERISTICHE E NORME DI CONTROLLO Si fa riferimento alle "Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali" di cui al fascicolo 3/1958 Consiglio Nazionale delle Ricerche - Commissione di Studio delle norme di accettazione dei materiali stradali, qui di seguito riportata nelle parti che più interessano il presente Capitolato speciale di appalto. Capo I (Fasc. n. 3/1958 del C.N.R.) Caratteristiche per l'accettazione Art. n. 1 (Fasc. n. 3/1958 del C.N.R.) Definizione e premesse Le emulsioni bituminose sono dispersioni di bitume in acqua o di acqua in bitume. Le presenti norme si riferiscono alle emulsioni per usi stradali, preparate con bitumi di petrolio e non si applicano alle emulsioni a reazione acida e a quelle preparate con bitumi liquidi. La classificazione delle emulsioni è fatta con riferimento al contenuto di bitume puro e alla velocità di rottura delle stesse. Art. n. 2 (Fasc. n. 3/1958 del C.N.R.) Requisiti di accettazione (Vedi tabella pagina seguente) Capo II (Fasc. n. 3/1958 del C.N.R.) Prelevamento dei campioni (Omissis) Capo III (Fasc. n. 3/1958 del C.N.R.) Metodi di prova Elenco schematico: Art. n. 04 Osservazione del campione; Art. n. 05 Preparazione; Art. n. 06 Contenuto di bitume; Art. n. 07 Contenuto di emulsivo secco; Art. n. 08 Indice di rottura; Art. n. 09 Trattenuto su setaccio U.N.I. 2331; Art. n. 10 Omogeneità; Art. n. 11 Sedimentazione; Art. n. 12 Stabilità a 7 giorni; Art. n. 13 Stabilità a 2 mesi; Art. n. 14 Stabilità al gelo; Art. n. 15 Viscosità; Art. n. 16 Adesione a pietre; Art. n. 17 Estrazione del bitume; Art. n. 18 Caratteristiche del bitume estratto; Art. n. 19 Percentuale di acqua; Art. n. 20 Determinazione della polarità delle particelle di bitume.

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Composizione e caratteristiche

Emulsioni

rapida rottura

media vel. di rottura

lenta rottura

ER 50

ER 55

ER 60

EM 55

EM 60

EL 55

EL 60

Composizione a) contenuto in peso di bitume puro minimo (%) 50 55 60 55 60 55 60 b) contenuto in peso di emulsivo secco e di stabilizzazione (%)

1 1 1 2 2 2,5 2,5

Caratteristiche fisiche a) indice di rottura

> 0,9 fra 0,9 e 0,5

< 0,5

b) trattamento sul setaccio con tela 0,4 U.N.I. 2331 massimo (%)

0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4

c) omogeneità massimo (%)

0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5

d) sedimentazione - a 3 giorni massimo (mm)

4 4 4 4 4 4 4

- a 7 giorni massimo (mm)

10 10 10 10 10 10 10

e) stabilità a 7 giorni massimo (%)

0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1

f) stabilità a due mesi massimo (%)

0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6

g) stabilità al gelo massimo (%)

0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5

h) viscosità Engler a 20°C - minimo (°E)

2,5 4,5 6 4,5 6 4,5 6

- massimo (°E)

15 15 18 15 18 15 18

i) adesione minima - provini asciutti (kg/cm²)

3 3 3 3 3 3 3

- provini bagnati (kg/cm²)

1,25 1,25 1,25 1,25 1,25 1,25 1,25

Caratteristiche del legante estratto a) penetrazione (a 25°C) massimo (dmm)

200 200 200 200 200 200 200

b) duttilità (a 25°C) minimo (cm)

70 70 70 70 70 70 70

c) solubilità in CS2 minimo (%)

99 99 99 99 99 99 99

d) punto di rammollimento massimo (°C)

42 42 42 42 42 42 42

e) punto di rottura massimo (°C)

- 14 - 14 - 14 - 14 - 14 - 14 - 14

2.2.21.3. BITUMI - CARATTERISTICHE E NORME DI CONTROLLO Si fa riferimento alle norme del Consiglio Nazionale Ricerche - Commissione Studio materiale stradale contenente le "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali", n. 68 Anno VII 23 maggio 1978, qui di seguito riportate nelle parti più significative. (Fasc. n. 68/1978 del C.N.R.) Caratteristiche per l'accettazione dei bitumi per usi stradali La presente norma sostituisce quanto riportato nelle "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali" C.N.R., Fascicolo n. 2, 1951, Capo I Caratteristiche per l'accettazione. Definizione

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I bitumi sono composti organici costituiti sostanzialmente da miscele di idrocarburi completamente solubili in solfuro di carbonio e dotati di capacità legante. Le presenti norme si riferiscono ai bitumi semisolidi ottenuti dalla raffinazione di greggi petroliferi ed impiegati per usi stradali; tali bitumi sono contraddistinti da una sigla costituita dalla lettera B e dall'intervallo di penetrazione che caratterizza ciascuna classe. Requisiti di accettazione I bitumi semisolidi per usi stradali devono soddisfare i requisiti di accettazione indicati nella Tabella 1 (sotto)

Caratteristiche

Bitumi semisolidi per usi stradali B

40/50 B

50/70 B

80/100 B

130/150 B

180/200 Penetrazione a 25°C (dmm)

40-50 50-70 80/100 130/150 180/200

Punto di rammollimento (palla e anello) (°C)

51-60 47-56 44-49 40-45 35-42

Punto di rottura (Fraass), massimo (°C) - 6 - 7 - 10 - 12 - 14 Duttilità a 25°C minima (cm)

70 80 100 100 100

Solubilità in solventi organici, minima (%) 99 99 99 99 99 Perdita per riscaldamento (volatilità):

- a 163°C, massima (%)

- - 0,5 1 1

- a 200°C, massima (%)

0,5 0,5 - - -

Penetrazione a 25°C del residuo della prova di volatilità, minimo (%)

60 60 60 60 60

Punto di rottura del residuo della prova di volatilità, massimo (°C)

- 4 - 5 - 7 - 9 - 11

Contenuto di praffina, massimo (%)

2,5 2,5 2,5 2,5 2,5

Densità a 25/25°C

1,00/ 1,00 1,00/ 1,10 1,00/ 1,07 1,00/ 1,07 1,00/ 1,07

Nella presente norma viene applicato il Sistema internazionale di unità (SI) - ved. Norma CNR - UNI 10003-74. In particolare, lo stesso numero che esprime il peso nel Sistema Tecnico, prima in uso, esprime la massa nel Sistema SI.

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2.2.21.4. CONGLOMERATI BITUMINOSI a) Le norme e prescrizioni sulle composizioni e caratteristiche dei conglomerati bituminosi sono riportate nelle tabelle riportate in calce al presente articolo. b) Le percentuali riportate nelle singole tabelle sono da riferirsi al peso dell'aggregato secco. c) Il peso di 1 mc. di conglomerato bituminoso soffice si considera di kg 1750. d) Le variazioni tollerate nei reciproci rapporti fra i componenti le varie miscele, risultano specificate dal fuso granulometrico presente nelle tabelle sopra riportate. e) La quantità di bitume è prescritta come percentuale del peso dell'inerte secco ed è tollerata una variazione della suddetta quantità del più o meno 10% come è meglio specificato nel sotto riportato esempio: - bitume previsto: 6% - tolleranza 10% del 6%: 0,60% - bitume minimo da impiegare: 5,40% - bitume massimo da impiegare: 6,60% Su richiesta della direzione lavori, prima dell'inizio del lavoro, entro i limiti sopraindicati, la formula di composizione degli impasti da adottarsi per ogni tipo e lavoro dovrà essere preventivamente comunicata dall'impresa ed approvata dalla direzione lavori stessa. f) Il bitume sarà di norma del tipo a penetrazione 80-100 salvo diversa prescrizione della direzione lavori. g) Nel caso di impiego di aggregato litoide di natura silicea, in qualsiasi percentuale, sarà d'obbligo l'impiego di speciali sostanze attivanti la completa e duratura adesione del bitume all'aggregato ("Dopes" di adesività), senza alcun aggravio di prezzo. h) Preparazione I conglomerati bituminosi verranno preparati con idonei impianti, atti ad assicurarne la migliore confezione. Il riscaldamento e tutte le operazioni eseguite con materiale riscaldato vanno condotte in modo da alterare il meno possibile le caratteristiche del legante, la cui penetrazione non deve diminuire di oltre il 30% rispetto a quella originaria. Per qualsiasi controllo od accertamento riguardanti i materiali ed il modo di confezione degli impasti, gli addetti della direzione lavori avranno libero accesso nei cantieri di preparazione dei conglomerati. i) Posa in opera di conglomerati I conglomerati dovranno essere portati sul luogo d'impiego a temperatura non inferiore ai 120°C. La stesa sarà preferibilmente fatta con finitrici meccaniche idonee a realizzare gli spessori prescritti, compensando eventuali irregolarità del piano di posa. Ad evitare l'adesione del materiale caldo alle ruote dei rulli, si provvederà a spruzzare queste ultime con acqua. La cilindratura procederà dai bordi della strada verso la mezzeria, i primi passaggi alla minima velocità per evitare ondulazione e fessurazioni e dovrà essere condotta, oltre che in senso longitudinale, anche obliquo e possibilmente trasversale. A costipazione finita la percentuale dei vuoti dovrà rientrare nei limiti riportati nelle tabelle riportate in calce al presente articolo. I conglomerati dovranno avere una elevata resistenza meccanica; il valore della stabilità e scorrimento Marshall (prova ASTM D 1559) eseguita a 60°C. su provini costipati con 50 colpi di maglio per faccia dovrà rientrare nei limiti riportati nelle stesse tabelle riportate in calce al presente articolo. Particolare cura dovrà essere posta nell'esecuzione dei bordi che dovranno essere finiti, se del caso con battitura mediante pestelli a mano a base rettangolare opportunamente riscaldati. A pavimentazione finita i manti dovranno presentare superficie molto regolare e corrispondente alle livellette prescritte. Non saranno tollerate irregolarità o ondulazioni superiori ai 5 mm. misurate utilizzando un'asta rettilinea della lunghezza di metri 3 appoggiata longitudinalmente sulla pavimentazione.

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Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 92

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 93

Per.ind. Simone Maestri PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 94

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2.2.21.5. CONGLOMERATO BITUMINOSO D'USURA ANTISDRUCCIOLO TIPO SMA (SPLITTMASTIX ASPHALT) Il conglomerato bituminoso di usura antisdrucciolo SMA è costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie, frantumati, sabbie di sola frantumazione e additivo (filler), impastato a caldo in appositi impianti con bitume modificato. Questo conglomerato, chiuso e totalmente impermeabile agli strati sottostanti, è composto da una curva abbastanza discontinua i cui vuoti vengono però riempiti da un mastice di bitume modificato in modo Hard e filler che gli conferiscono elevate proprietà meccaniche, una forte resistenza all'invecchiamento e un aspetto superficiale molto rugoso. Inoltre dovranno essere usati su richiesta della direzione lavori idonei prodotti chimici attivanti l'adesione dei bitumi costituiti da composti azotati di natura e complessità varia. 1) Composizione a) Inerti Gli inerti impiegati nella confezione dell'asfalto antisdrucciolo SMA dovranno essere costituiti da elementi sani, duri di forma poliedrica, puliti esenti da polvere e da materiali estranei e soddisfare le prescrizioni emanate dal CNR-BU n. 139/1992. b) Aggregato grosso (frazione > 4 mm) L'aggregato grosso sarà costituito da pietrischi, pietrischetti e graniglie di provenienza basaltica o porfirica, aventi forma poliedrica a spigolo vivo, che soddisfino i seguenti requisiti: - quantità di frantumato = 100% - perdita in peso Los Angeles LA (CNR-BU n. 34/1973) < 18% - coefficiente di levigabilità accellerata CLA (CNR-BU n. 140/1992) > 0,45 - coefficiente di forma "Cf" (CNR-BU n. 95/1984) < 3 - coefficiente di appiattimento "Ca" (CNR-BU n. 95/1984) < 1,58 - sensibilità al gelo (CNR-BU n. 80/1980) < 20% - spogliamento in acqua a 40°C (CNR-BU n. 138/1992) = 0% c) Aggregato fino (frazione < 4 mm) L'aggregato fino sarà costituito da sabbie ricavate esclusivamente per frantumazione da rocce e da elementi litoidi di fiume con le seguenti caratteristiche: - perdita di peso Los Angeles LA (CNR-BU n. 34/1973 - Prova C) < 25% - equivalente in sabbia ES (CNR-BU n. 27/1972) > 70% d) Filler (additivo minerale) Gli additivi (filler) provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o costituiti da cemento, calce idrata, calce idraulica, dovranno soddisfare ai seguenti requisiti: - alla prova CNR-BU n° 23/1971 dovranno risultare compresi nei seguenti limiti minimi: setaccio U.N.I. n. 0,42 passante in peso a secco 100% setaccio U.N.I. n. 0,18 passante in peso a secco 95% setaccio U.N.I. n. 0,075 passante in peso a secco 90% - più del 60% della quantità di additivo minerale passante per via umida al setaccio n. 0,075 deve passare a tale setaccio anche a secco; - nella composizione della curva granulometrica dell'asfalto dovrà essere comunque presente il 2% in peso di filler costituito da calce idrata, calcolata sul peso totale degli aggregati componenti il conglomerato bituminoso. Miscela La miscela degli aggregati e della sabbia dovrà essere composta in modo da rientrare interamente nei limiti granulometrici del fuso di tabella A riportata. Tabella A: composizione granulometrica indicativa per conglomerato bituminoso di usura antisdrucciolo tipo SMA

setaccio ASTM apertura maglie (mm.) passante totale in peso % 3/4" 100 1/2" 12,5 95 - 100 3/8" 9,52 65 - 95 1/4" 6,35 40 - 60 n.4 4,76 30 - 50

n.10 2,00 20 - 30 n.40 0,42 12 - 22 n.80 0,177 9 - 19

n.200 0,074 8 - 13

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e) Legante Il legante bituminoso per il confezionamento del conglomerato di usura antisdrucciolo SMA dovrà essere bitume con penetrazione 30/50 o 50/70 modificato in modo Hard con polimeri di natura elastoplastica SBS in ragione del 6% del peso del bitume, avente le caratteristiche di cui alla tabella B allegata. Il tenore di bitume dovrà essere al 6% riferito al peso degli aggregati. Rapporto filler/bitume dovrà mantenersi tra 1,1 e 1,7. Requisiti minimi del conglomerato per usura antisdrucciolo SMA sono quelli proposti nella tabella seguente:

requisiti del conglomerato per usura antisdrucciolo (SMA) unità di misura

valori norma di riferimento

stabilità Marshall eseguita a 60°C (75 colpi/faccia) kg > 900 CNR-BU n. 30/73 rigidezza Marshall kg/mm > 300 CNR-BU n. 30/73 massa vol.delle carote indist.rispetto prov.Marshall % > 95 CNR-BU n. 40/73 percentuale di vuoti residui % 8 - 12 CNR-BU n. 39/73 resistenza a trazione indiretta (Brasiliana) a 25°C kg/cmq > 6 CNR-BU n. 134/91 coefficiente di aderenza trasversale (15-90 gg) CAT > 0,55 CNR-BU n. 147/92 macrorugosità superficiale (15-180 gg) HS > 0,6 CNR-BU n. 94/83 impronta con punzone da mmq 500 mm < 2 CNR-BU n. 136/91

2) Prescrizioni generali a) Una volta accettata dalla direzione lavori la composizione granulometrica della curva di progetto proposta, l'impresa dovrà attenervisi rigorosamente comprovandone l'osservanza con esami giornalieri. b) Per le percentuali di bitume non sarà tollerato uno scostamento da quello progettuale superiore a +10%. Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come pure dall'esame delle carote prelevate in sito, tenuto conto per queste ultime della quantità teorica del bitume di ancoraggio. c) Le prove di laboratorio riguardanti la curva granulometrica, la percentuale di bitume, stabilità e resistenza Marhall sono obbligatorie; le altre prove sono a discrezione della direzione lavori. d) La direzione lavori provvederà alla verifica preventiva all'impianto degli inerti e delle caratteristiche degli stessi approvandone l'utilizzo. e) Nella confezione del conglomerato bituminoso SMA potrà essere richiesta dalla direzione lavori l'impiego di speciali sostanze chimiche attivanti l'adesione dei bitumi - aggregato ("dopes" di adesività), costituite da composti azotati di natura e complessità varia, ovvero da ammine ed in particolare da alchilammido - poliammine ottenute per reazione tra poliammine e acidi grassi C16 e C18. Si avrà cura di scegliere tra i prodotti in commercio quello che sulla base di prove comparative effettuate presso i laboratori autorizzati avrà dato i migliori risultati e che conservi le proprie caratteristiche fisico - chimiche anche se sottoposto a temperature elevate e prolungate. Detti additivi polifunzionali per bitumi dovranno comunque resistere alla temperatura di oltre 180°C senza perdere più del 20% delle loro proprietà fisico - chimiche. Il dosaggio potrà variare a seconda delle condizioni d'impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto, tra lo 0,3% e lo 0,6% sul peso del bitume da trattare (da kg 0,3 a kg 0,6 per ogni 100 kg di bitume). L'immissione delle sostanze attivanti nella cisterna del bitume (al momento della ricarica secondo il quantitativo percentuale stabilito) dovrà avvenire in presenza della direzione lavori e dovrà essere realizzata con idonee attrezzature tali da garantire la perfetta dispersione e l'esatto dosaggio (eventualmente mediante un completo ciclo di riciclaggio del bitume attraverso la pompa apposita prevista in ogni impianto), senza inconvenienti alcuno per la sicurezza fisica degli operatori. f) L'impresa dovrà assicurare la disponibilità dell'impianto per l'esecuzione di campionature presso la propria sede, la disponibilità alla verifica giornaliera delle curve granulometriche e alla modifica delle stesse, nonché apportare variazioni nella formula del conglomerato a richiesta della direzione lavori. g) L'impresa dovrà avere la disponibilità di idonea attrezzatura con impianto di stoccaggio e confezionamento strutturato per l'utilizzo di bitume modificato. 2.2.21.6. MALTE DA SIGILLO PER FESSURAZIONI Per riparazione di fessurazioni si userà una miscela di sabbia fine, filler ed emulsione bituminosa al 55%. Lo spessore del trattamento sarà di 3-4 mm. Il tratto di strada così sigillato dovrà rimanere chiuso al traffico per almeno 3 ore. 2.2.21.7. ESECUZIONE DEI LAVORI I lavori sono descritti nelle varie voci dell’Elenco prezzi unitari; in aggiunta si precisa:

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a) prima di procedere alla stesa della pavimentazione bituminosa si dovrà accertare l'idonea ed omogenea resistenza specifica del sottofondo, adottando, se del caso, quei provvedimenti che saranno indicati dalla direzione lavori; b) analoghi accertamenti e provvedimenti saranno da prendere nei confronti di filtrazione d'acqua da monte o dal basso; c) la superficie da pavimentare dovrà essere assolutamente pulita; in difetto di ciò, si dovrà provvedere con soffiatori, lavaggi, ecc.; d) la condizione di cui al punto c) è particolarmente importante quando si esegua una pavimentazione con più strati intervallati nel tempo; e) tutti i materiali terrosi provenienti dalla scarifica dovranno essere completamente allontanati dalla sede stradale e non è consentito il loro impiego per riempimenti di avvallamenti; f) la sagoma della pavimentazione finita sarà: - 1/70 di monta rispetto alla larghezza del piano viabile; - 10% sopraelevazione curve con raggio inferiore ai 50 m o quella che sarà prescritta all'atto esecutivo dalla direzione lavori; g) la cilindratura dei ricarichi di pietrisco o di conglomerato bituminoso sarà fatta con rulli idonei in modo da ottenere la massima costipazione, osservando che, nel caso sia impiegato solo pietrisco, venga interessata una zona di banchina di almeno 20 cm. e che nei successivi passaggi vi sia una sovrapposizione nelle strisce di circa 20 cm. h) il ripristino della pavimentazione sulla carreggiata, salvo diverse indicazioni specifiche, deve essere eseguito in due tempi: un primo ripristino provvisorio che interessi unicamente l’area oggetto di manomissione ed un secondo ripristino detto definitivo, con una opportuna fresatura di una fascia di 1 metro di carreggiata stradale con successivo ripristino di asfaltatura con uno strato di conglomerato bituminoso tipo “B” dello spessore compresso di cm 6 e il tappeto di usura di cm 3 compressi con conglomerato bituminoso tipo”D”. Tra il ripristino provvisorio e quello definitivo devono passare almeno 3 mesi o, diversamente, un periodo di tempo ritenuto sufficiente dalla direzione lavori per permettere gli opportuni assestamenti prima della sistemazione finale. Nei mesi “di assestamento” l’appaltatore è comunque tenuto a sorvegliare l’area di intervento e ripristinare gli eventuali cedimenti che dovessero verificarsi, intendendosi tutti questi oneri già compresi e compensati nelle voci dell’Elenco prezzi unitari relative ai lavori di asfaltatura. L'uso dell’asfalto freddo è limitato ai soli ripristini provvisori necessari alla riapertura provvisoria al traffico. 2.2.21.8. MISURE Misure La determinazione del quantitativo e tipo di pietrisco impiegato per ricariche generali o parziali o di conglomerato bituminoso per il livellamento di avvallamenti, raccordi, sopraelevazioni ecc., sarà fatta dalla direzione lavori con misura diretta sui mezzi che trasportano tale materiale sul luogo d'impiego. L'emulsione bituminosa verrà pure valutata all'arrivo sui recipienti che la contengono (autocisterne, fusti). Lo spessore delle pavimentazioni verrà misurato a compressione avvenuta di ciascun strato e globalmente alla fine del lavoro. Peraltro potrà essere annotato il volume dei vari conglomerati arrivati in cantiere misurandoli sul mezzo di trasporto prima della distesa. La misurazione della pavimentazione seguirà secondo quanto specificato nei singoli articoli dell’Elenco prezzi unitari. Registro dei controlli Premesso che tutte le misurazioni, accertamenti, prelievi, vanno effettuati in contesto con l'impresa dalla direzione lavori, è in facoltà della stessa tenere apposito registro dal quale risulti la data d'arrivo in cantiere e il quantitativo dei vari materiali (pietrischi, emulsione, conglomerati), i prelievi di campioni per le prove, le misurazioni effettuate per stabilire lo spessore dei manti. 2.2.21.9. VERIFICHE E PROVE DI LABORATORIO Il controllo relativo all'osservanza delle norme tecniche del Capitolato speciale di appalto che regolano la qualità e le caratteristiche tecniche dei materiali, è di competenza del laboratorio prove sui materiali della P.A.T., oppure, a discrezione del direttore di questo laboratorio, presso un altro laboratorio ufficiale delle prove sui materiali; A riguardo di quanto sopra gli addetti al laboratorio dovranno avere libero accesso e completa possibilità di controllo in tutti i cantieri ove avviene l'approvvigionamento, la confezione e la posa in opera dei materiali previsti in appalto. Il prelievo dei campioni da esaminare potrà essere eseguito in qualsiasi momento in contraddittorio con le parti interessate o, in mancanza di queste, alla presenza di due testimoni. Gli addetti alle cave, agli impianti, ai mezzi di approvvigionamento e di stesa dovranno facilitare l'opera di prelievo. Ai fini delle prescrizioni, delle valutazioni e delle detrazioni, il saggio prelevato diventa rappresentativo di una quantità fornita e/o posta in opera che viene chiamata superficie o fornitura di riferimento. Essa equivale ad un'area di 10.000 mq o ad una fornitura di 700 tonnellate. In caso di superfici intermedie ai multipli di 10.000 mq. o 700 tonnellate, l'area della superficie o fornitura di riferimento corrisponderà in maniera proporzionale al numero dei saggi prelevati. In caso di superfici inferiori a 10.000 mq. o forniture inferiori a 700 tonnellate, si dovrà comunque prelevare un campione di conglomerato bituminoso che costituirà il saggio rappresentativo. Se le prove di laboratorio daranno risultati non conformi alle prescrizioni, le prove potranno essere ripetute, a spese dell'appaltatore, con il prelievo di altri due campioni, la cui ubicazione sarà scelta dalla direzione lavori entro l'area rappresentata dal primo saggio. Le detrazioni che si apporteranno al prezzo unitario, come più avanti specificato, saranno computate sulla superficie o fornitura di riferimento in proporzione al numero dei saggi non conformi alle prescrizioni. Le prove di laboratorio, che di norma dovranno essere eseguite, consisteranno nella determinazione di: 1) percentuale di bitume;

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2) analisi granulometrica e, se del caso, 3) spessori della pavimentazione in opera; 4) percentuale di vuoti; 5) stabilità Marshall; 6) scorrimento Marshall; 7) prova Los Angeles. Qualora si dovessero riscontrare differenze tra quanto prescritto dal Capitolato speciale di appalto e quanto riscontrato sui campioni prelevati, si dovranno apportare opportune detrazioni da applicare in percentuale, espressa in punti percentuali con due decimali, del prezzo unitario. Tali detrazioni dovranno essere comprese tra le tolleranze ammesse nelle prescrizioni contenute nelle tabelle allegate al Capitolato speciale di appalto ed i limiti fissati come più avanti specificato. Nel caso si riscontrassero più detrazioni relative al medesimo prezzo unitario, la detrazione totale da applicare corrisponderà alla somma aritmetica dei singoli punti percentuali accertati per ogni detrazione. 2.2.21.10. DETRAZIONI Percentuale di bitume Se il contenuto di bitume riscontrato nel campione di conglomerato bituminoso non rientra nelle tolleranze ammesse nel Capitolato speciale di appalto, sarà applicata la seguente detrazione. Si determina la differenza tra la percentuale prescritta dal Capitolato speciale di appalto, cioè quella indicata nelle tabelle senza tener conto della tolleranza del 10%, e la percentuale riscontrata sul campione. Questa differenza va elevata al quadrato, il risultato va moltiplicato per otto e si ottiene la detrazione in punti percentuali, con due decimali, da applicare al prezzo unitario. La suddetta detrazione inerente il contenuto di bitume è ammessa solo se i valori riscontrati in laboratorio non supereranno i seguenti limiti oltre i quali il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. 1) Conglomerato bituminoso tipo "B" (Binder): contenuto di bitume minimo: 3,50%; contenuto di bitume massimo: 6,50%. 2) Conglomerato bituminoso tipo "C" (Tappeto): contenuto di bitume minimo: 4,00%; contenuto di bitume massimo: 8,00%. 3) Conglomerato bituminoso tipo "D" (Tappeto): contenuto di bitume minimo: 4,00%; contenuto di bitume massimo: 8,00%. 4) Conglomerato bituminoso tipo "E" (Strato unico): contenuto di bitume minimo: 3,70%; contenuto di bitume massimo: 7,30%. Esempio di calcolo della detrazione massima per il tappeto "D": 6% - 4% = 2%; 2% x 2% = 4%; 4% x 8 = 32,00% di massima detrazione. Analisi granulometrica Se all'analisi granulometrica di una miscela riscontrata nel campione di conglomerato bituminoso farà riscontro una curva che esce dai limiti del fuso granulometrico previsto, sarà applicata la seguente detrazione. Si considerano le ordinate corrispondenti ai setacci della serie ASTM n. 200, 80, 40, 20, 10, 4, 3/8", 1/2", 3/4", 1", ove si riscontra che la curva granulometrica è uscita dai limiti, sia superiore che inferiore, del fuso prescritto. Si determina la differenza tra la percentuale prescritta dal Capitolato speciale di appalto e la percentuale riscontrata sul campione, espressa con due decimali. Si sommano tutte le differenze di percentuale corrispondenti ai vari setacci ove la curva è uscita dal fuso. Il totale va elevato al quadrato, il risultato va moltiplicato per 0,015 e si ottiene la detrazione in punti percentuali, con due decimali, da applicare al prezzo unitario. La suddetta detrazione è ammessa solo se il totale della differenza di percentuale riscontrata sui singoli setacci risulterà inferiore al valore di 40,00 punti percentuali. La differenza misurata su ogni singolo setaccio non dovrà comunque superare il valore di 20,00 punti percentuali. Oltre tale limite il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. Esempio di calcolo della detrazione massima per la granulometria: 40,00 x 40,00 = 1600,00; 1600,00 x 0,15 = 24,00% di massima detrazione. Percentuale dei vuoti Se il contenuto percentuale dei vuoti residui, riscontrato nei singoli strati della pavimentazione in opera, a costipamento ultimato, non rientra nelle norme prescritte dal Capitolato speciale di appalto, sarà applicata la seguente detrazione. Si determina la differenza tra la percentuale prescritta dal Capitolato speciale di appalto e la percentuale riscontrata sul campione espressa con due decimali.

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Questa differenza va elevata al quadrato, il risultato va moltiplicato per tre e si ottiene la detrazione in punti percentuali con due decimali, da applicare al prezzo unitario. Il costipamento cioè la percentuale residua dei vuoti dello spessore finito dello strato di pavimentazione in opera, va inteso come l'azione meccanica di addensamento che segue immediatamente l'operazione di stesa e che va spinta fino ad ottenere i valori prescritti. Ai fini delle prescrizioni, gli addensamenti ottenuti con l'azione del traffico non sono presi in considerazione. La suddetta detrazione è ammessa solo se i valori riscontrati in laboratorio non supereranno i seguenti limiti oltre i quali il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. 1) Conglomerato bituminoso tipo "B": limite massimo 13% 2) Conglomerato bituminoso tipo "C": limite massimo 11% 3) Conglomerato bituminoso tipo "D": limite massimo 11% 4) Conglomerato bituminoso tipo "E": limite massimo 12% Esempio di calcolo della detrazione massima per il tappeto "D": 11% - 8% = 3%; 3% x 3% = 9%; 9% x 3 = 27,00% di massima detrazione. Stabilità Marshall Se il valore di stabilità Marshall riscontrato sul conglomerato bituminoso fornito non rientra nelle norme prescritte dal Capitolato speciale di appalto, sarà applicata la seguente detrazione. Si determina la differenza tra il valore di stabilità prescritto dal Capitolato speciale di appalto e quello riscontrato in laboratorio. Questa differenza va elevata al quadrato, il risultato va moltiplicato per 0,0017 e si ottiene la detrazione in punti percentuali, con due decimali, da applicare al prezzo unitario. La suddetta detrazione è ammessa solo se i valori riscontrati in laboratorio risulteranno superiori ai seguenti limiti sotto i quali il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. 1) Conglomerato bituminoso tipo "B": limite minimo 400 kg 2) Conglomerato bituminoso tipo "C": limite minimo 700 kg 3) Conglomerato bituminoso tipo "D": limite minimo 700 kg 4) Conglomerato bituminoso tipo "E": limite minimo 600 kg Esempio di calcolo della detrazione massima per il tappeto "D": 800 - 700 = 100; 100 x 100 = 10.000; 10.000 x 0,0017 = 17% di massima detrazione. Scorrimento Marshall Se il valore di scorrimento Marshall riscontrato sul conglomerato bituminoso fornito non rientra nelle norme prescritte dal Capitolato speciale di appalto, sarà applicata la seguente detrazione. Si determina la differenza fra il valore di scorrimento prescritto dal Capitolato speciale di appalto e quella riscontrata in laboratorio. Questa differenza va elevata al quadrato, il risultato va moltiplicato per 1,5 e si ottiene la detrazione in punti percentuali, con due decimali da applicare al prezzo unitario. La suddetta detrazione è ammessa solo se i valori riscontrati in laboratorio risulteranno inferiori ai seguenti limiti sopra i quali il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. 1) Conglomerato bituminoso tipo "B": limite massimo 8 mm 2) Conglomerato bituminoso tipo "C": limite massimo 7 mm 3) Conglomerato bituminoso tipo "D": limite massimo 7 mm 4) Conglomerato bituminoso tipo "E": limite massimo 7 mm Esempio di calcolo della detrazione massima per il tappeto "D": 7 - 4 = 3; 3 x 3 = 9; 9 x 1,5 = 13,50% di massima detrazione. Spessore della pavimentazione Se lo spessore del singolo strato di pavimentazione bituminosa, misurato in opera a costipamento avvenuto o mediante carotaggio, risulta inferiore alle norme prescritte dal Capitolato speciale di appalto, sarà applicata la seguente detrazione. Si determina la differenza in millimetri tra lo spessore previsto dal Capitolato speciale di appalto e lo spessore riscontrato. Questa differenza va divisa per lo spessore prescritto dal Capitolato speciale di appalto sempre espresso in millimetri. Il risultato, con due decimali, va moltiplicato per centocinquanta e si ottiene la detrazione in punti percentuali con due decimali, da applicare al prezzo unitario. La suddetta detrazione è ammessa solo se lo spessore riscontrato nella pavimentazione in opera risulterà di almeno il 62 per cento di quello prescritto dal Capitolato speciale di appalto. Sotto tale limite il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. Se il controllo dello spessore del tappeto di usura o comunque della pavimentazione a diretto contatto del traffico, non viene eseguito immediatamente dopo l'esecuzione dei lavori, si ammette una diminuzione dello spessore dovuta al traffico pari a mm. 0,20, per ogni mese trascorso dalla data di ultimazione dei lavori alla data dell'accertamento.

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Esempio di calcolo della determinazione massima per il tappeto "D": (spessore minimo ammesso: 62% di 30 mm. = 18,6 mm.) 30 - 18,6 = 11,4%; 11,4 : 30 = 0,38; 0,38 x 150 = 57,00% di massima detrazione. Per quanto riguarda l'accertamento dello spessore della pavimentazione bituminosa stradale in opera, si precisano qui di seguito le modalità di prelievo dei campioni: 1) Accertamenti da effettuare su una pavimentazione stradale eseguita con una strisciata. Sarà da prelevare un campione ogni 2000 mq. circa, di strisciata, nella zona centrale della stessa nel senso della sua lunghezza, con l'avvertenza di eseguire i prelievi con la sequenza della posizione in destra, in centro e sinistra della strisciata stessa nel senso della sua larghezza. 2) Accertamenti da effettuare su una pavimentazione stradale eseguita con due o più strisciate. Sarà da prelevare un campione ogni 2000 mq. circa di ogni strisciata nella zona centrale della stessa nel senso della sua lunghezza con l'avvertenza di eseguire, i prelievi con la sequenza della posizione in destra, in centro ed in sinistra della strisciata stessa nel senso della sua larghezza. Nelle strisciate adiacenti a quella presa in esame, i saggi dovranno essere possibilmente in posizione simmetrica. 3) Nel caso di pavimentazioni che presentano alternanze di una o più strisciate o strisciate irregolari, si potranno seguire, a discrezione della D.L., gli accertamenti indicati al punto 1) o al punto 2). 4) Qualora un campione risultasse negativo saranno da prelevare altri quattro campioni in modo che ciascuno dei cinque saggi risulti rappresentativo di un quinto della superficie considerata (per esempio, nel caso di una superficie di 2010 mq, ogni campione sarà rappresentativo di una superficie di 402 mq). 5) Le detrazioni saranno computate considerando ciascun campione negativo e la relativa area rappresentata. Prova Los Angeles Se il coefficiente percentuale di perdita in peso per abrasione degli aggregati lapidei impiegati per la miscela di conglomerato bituminoso, risulta superiore alle prescrizioni del Capitolato speciale di appalto, sarà applicata la seguente detrazione. Si determina la differenza fra il valore prescritto dal Capitolato speciale di appalto e il valore riscontrato in laboratorio. Questa differenza va elevata al quadrato, il risultato va moltiplicato per due e si ottiene la detrazione in punti percentuali, con due decimali, da applicare al prezzo unitario. La suddetta detrazione è ammessa solo se i valori riscontrati in laboratorio risulteranno inferiori ai seguenti limiti, sopra i quali il lavoro sarà considerato non idoneo e di conseguenza non collaudabile. I seguenti limiti si intendono inoltre riferiti a qualsiasi delle classi di granulometria A, B, C, D, della tabella 4.1 del B.U. del C.N.R., anno VII n. 34, del 28 marzo 1973. 1) Conglomerato bituminoso tipo "B": limite max 28% 2) Conglomerato bituminoso tipo "C": limite max 24% 3) Conglomerato bituminoso tipo "D": limite max 24% 4) Conglomerato bituminoso tipo "E": limite max 25% Esempio di calcolo della detrazione massima per il tappeto "D": 24 – 21 = 3; 3 x 3 = 9; 9 x 2 = 18,00% di massima detrazione. 2.2.22. DRENAGGI 2.2.22.1. DRENAGGI O VESPAI TRADIZIONALI I drenaggi, comunque effettuati, dovranno tenere conto di quanto disposto nel D.M. 11 marzo 1988 e ss.mm.. I drenaggi o vespai dovranno essere formati con pietrame o ciottolame o misto di fiume, posti in opera su platea in calcestruzzo del tipo di fondazione; il cunicolo drenante di fondo sarà realizzato con tubi di cemento disposti a giunti aperti o con tubi perforati di acciaio zincato. Il pietrame ed i ciottoli saranno posti in opera a mano o con adeguati mezzi meccanici usando comunque i necessari accorgimenti in modo da evitare successivi assestamenti. Il materiale di maggiore dimensione dovrà essere sistemato negli strati inferiori mentre il materiale fino dovrà essere impiegato negli strati superiori. La direzione dei lavori dovrà ordinare l'intasamento con sabbia lavata del drenaggio o del vespaio già costituito. L'eventuale copertura con terra dovrà essere convenientemente assestata. Il misto di fiume, da impiegare nella formazione dei drenaggi, dovrà essere pulito ed esente da materiali eterogenei e terrosi, granulometricamente assortito con esclusione dei materiali passanti al setaccio 0,4 della serie U.N.I.. 2.2.22.2. DRENAGGI CON FILTRO IN “GEOTESSILE” I drenaggi, comunque effettuati, dovranno tenere conto di quanto disposto nel D.M. 11 marzo 1988 e ss.mm..

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In terreni particolarmente ricchi di materiale fino o sui drenaggi laterali delle pavimentazioni, i drenaggi potranno essere realizzati con filtro laterale in telo "geotessile" in poliestere o polipropilene. Il materiale da usare sarà analogo a quello descritto nell'art. n.2.1.3. Qualità e provenienza dei materiali, punto 23. I vari elementi di "geotessile" dovranno essere cuciti tra loro per formare il rivestimento del drenaggio; qualora la cucitura non venga effettuata la sovrapposizione degli elementi dovrà essere di almeno cm 50. La parte inferiore dei "geotessili", a contatto con il fondo del cavo di drenaggio e per un'altezza di almeno cm 20 sui fianchi, dovrà essere impregnata con bitume a caldo (o reso fluido con opportuni solventi che non abbiano effetto sul poliestere) in ragione di almeno 2 kg/mq. Tale impregnazione potrà essere fatta prima della messa in opera nel cavo del "geotessile" stesso o anche dopo la sistemazione in opera. Dal cavo dovrà fuoriuscire la quantità di "geotessile" necessaria ad una doppia sovrapposizione della stessa sulla sommità del drenaggio (2 volte la larghezza del cavo). Il cavo rivestito sarà successivamente riempito di materiale lapideo pulito e vagliato trattenuto al crivello 10 mm U.N.I. tondo o di frantumazione con pezzatura massima non eccedente i 70 mm. Il materiale dovrà ben riempire la cavità in modo da far aderire il più possibile il "geotessile" alle pareti dello scavo. Terminato il riempimento si sovrapporrà il "geotessile" fuoriuscente in sommità e su di esso verrà eseguita una copertura in terra pressata a richiesta della direzione lavori. 2.2.23. OPERE IN PIETRA NATURALE 2.2.23.1. NORME GENERALI Le opere in pietra naturale e/o artificiale dovranno in genere corrispondere esattamente alle forme e dimensioni risultanti dai disegni di progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni generali del Capitolato speciale di appalto o di quelle particolari impartite dalla direzione dei lavori all'atto dell'esecuzione. Tutti i materiali dovranno avere le caratteristiche esteriori (grana, coloritura e venatura) e quelle essenziali della specie prescelta. Prima di cominciare i lavori, qualora non si sia provveduto in merito avanti l'appalto da parte dell'amministrazione appaltante, l'impresa dovrà preparare a sue spese i campioni delle varie pietre e delle loro lavorazioni e sottoporli all'approvazione della direzione dei lavori, alla quale spetterà in maniera esclusiva di giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni. Detti campioni, debitamente contrassegnati, resteranno depositati negli uffici della direzione dei lavori, quali termini di confronto e di riferimento. Per quanto ha riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la direzione dei lavori ha la facoltà di prescrivere le misure dei vari elementi di un'opera qualsiasi, la formazione e disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre, come pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione dei pezzi, l'andamento della venatura, ecc., secondo i particolari disegni costruttivi che la stessa direzione dei lavori potrà fornire all'Impresa all'atto dell'esecuzione; quest'ultima avrà l'obbligo di uniformarsi a tali norme, come ad ogni altra disposizione circa la formazione di ogni altro particolare. Per tutte le opere infine è fatto obbligo all'impresa di rilevare e controllare, a propria cura e spese, la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla direzione dei lavori alle strutture esistenti o nel frattempo già realizzate e di segnalare tempestivamente a quest'ultima ogni divergenza od ostacolo, restando essa Impresa in caso contrario unica responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi all'atto della posa in opera. Essa avrà pure l'obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che potessero essere richieste dalla direzione dei lavori. 2.2.23.2. COLLOCAMENTO DI MANUFATTI IN PIETRA Tanto nel caso in cui la fornitura dei manufatti le sia affidata direttamente, quanto nel caso in cui venga incaricata della sola posa in opera, l'impresa dovrà avere la massima cura per evitare, durante le varie operazioni di scarico, trasporto e collocamento in sito e sino a collaudo, rotture, scheggiature, graffi, danni alle lucidature, ecc. Essa pertanto dovrà provvedere a sue spese alle opportune protezioni, con materiale idoneo, di spigoli, cornici, colonne, scolini, pavimenti, ecc., restando obbligata a riparare a sue spese ogni danno riscontrato, come a risarcirne il valore quando, a giudizio insindacabile della direzione dei lavori, la riparazione non fosse possibile. Per ancorare i diversi pezzi di marmo o di pietra, si adopereranno grappe, perni e staffe, in ferro zincato o stagnato od anche in ottone o rame, di tipi e dimensioni adatti allo scopo ed agli sforzi cui saranno assoggettati e di gradimento della direzione dei lavori. Tali ancoraggi saranno saldamente fissati ai marmi o pietre entro apposite incassature di forma adatta, preferibilmente a mezzo di piombo fuso e battuto a mazzuolo e murati nelle murature di sostegno con malta cementizia. I vuoti che risulteranno tra i rivestimenti in pietra o marmo e le retrostanti murature dovranno essere diligentemente riempiti con malta idraulica fina o mezzana, sufficientemente fluida e debitamente scagliata, in modo che non rimangano vuoti di alcuna entità. La stessa malta sarà impiegata per l'allettamento delle lastre in piano per pavimenti, ecc. È vietato l'impiego di agglomerante cementizio a rapida presa, tanto per la posa che per il fissaggio provvisorio dei pezzi, come pure è vietato l'impiego della malta cementizia per l'allettamento dei marmi. L'impresa dovrà usare speciali cure ed opportuni accorgimenti per il fissaggio o il sostegno di stipiti, architravi, rivestimenti, ecc., in cui i pezzi risultino sospesi alle strutture in genere ed a quelli in cemento armato in specie: in tale caso si potrà richiedere che le pietre o marmi siano collocati in opera prima del getto ed incorporati con opportuni mezzi alla massa della muratura o del conglomerato, il tutto seguendo le speciali norme che saranno all'uopo impartite dalla direzione dei lavori e senza che l'impresa abbia diritto a pretendere compensi speciali.

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Tutti i manufatti di qualsiasi genere, dovranno risultare collocati in sito nell'esatta posizione prestabilita dai disegni o dalla direzione dei lavori; le connessure ed i collegamenti eseguiti a perfetto combaciamento secondo le minori regole dell'arte, dovranno essere stuccati con cemento bianco o colorato, a seconda dei casi, in modo da risultare il meno appariscenti che sia possibile e si dovrà curare di togliere ogni zeppa o cuneo di legno al termine della posa in opera. I piani superiori delle pietre o marmi posti all'interno dovranno avere le opportune pendenze per convogliare le acque piovane, secondo le indicazioni che darà la direzione dei lavori. Sarà in ogni caso a carico dell'impresa, anche quando essa avesse l'incarico della sola posa in opera, il ridurre e modificare le murature ed ossature ed eseguire i necessari scalpellamenti e incisioni, in modo da consentire la perfetta posa in opera dei marmi e pietre di qualsiasi genere. Nel caso di rivestimenti esterni potrà essere richiesto che la posa in opera delle pietre o marmi segua immediatamente il progredire delle murature, ovvero che venga eseguita in un tempo successivo, senza che l'impresa possa accampare pretese di compensi speciali oltre quelli previsti dalla tariffa. 2.2.23.3. CORDONATE, LASTRE, PASSI CARRAI E PLINTI Eventuali elementi in pietra che potranno essere utilizzati in cantiere dovranno avere le seguenti caratteristiche: - Cordonate in granito Le cordonate con la sezione di 25 cm di altezza per 12 cm di larghezza saranno di pietra granitica della Val di Genova, dura, resistente, non friabile nè soggetta a scomporsi per l'azione di agenti atmosferici, lunghe non meno di 60 cm. Saranno fiammate sulle facce viste, martellinate sugli spigoli e bene connesse con malta cementizia, posate su una base di allettamento in cls, nella quale saranno disposte opportune barre in acciaio di rinforzo e opportunamente rinfiancate, come da particolare costruttivo. In corrispondenza delle giunzioni si dovrà formare un ingrossamento del calcestruzzo in modo da rinforzare tale zona che presenterà la minore resistenza. Dopo la messa in opera verranno accuratamente cigliate. Si procederà, quindi, alla stuccatura e stilatura dei giunti con boiacca cementizia. Sono comprese tutte le lavorazioni e le profilature necessarie per una corretta messa in opera, compresa la perfetta esecuzione dei giunti tra pietra e pietra. - Lastre in granito Le lastre saranno in granito della Val di Genova, sezione 4 x 30 cm, posate a correre, segate e fiammate sulle facce in vista e martellinate sugli spigoli, posate e bene connesse con malta cementizia. Le lastre verranno poste in opera su un sottofondo che sarà quasi esclusivamente in calcestruzzo e che sarà più basso del livello della superficie finita di almeno 10 - 12 cm. Sarà necessario infatti che la lastra poggi su un letto di malta cementizia per almeno 4 - 6 cm. La malta dovrà essere un impasto di sabbia con cemento normale tipo R325. Il cemento andrà dosato per chilogrammi 250 ogni mc. Si procederà quindi alla stuccatura e alla stilatura dei giunti con boiacca cementizia. - Passi carrai e plinti in granito I passi carrai saranno in lastre di granito della Val di Genova, di dimensioni 50 x 50 cm e spessore 6 cm, segate e fiammate sulle facce viste e martellinate sugli spigoli, posate e bene connesse con malta cementizia; saranno messe in opera su un fondo di allettamento in cls, nel quale saranno disposte opportune barre in acciaio. Le lastre verranno poste in opera su un sottofondo che sarà quasi esclusivamente in calcestruzzo e che sarà più basso del livello della superficie finita di almeno 10 - 12 cm. Sarà necessario infatti che la lastra poggi su un letto di malta cementizia per almeno 4 - 6 cm. La malta dovrà essere un impasto di sabbia con cemento normale tipo R325. Il cemento andrà dosato per chilogrammi 250 ogni mc. Si procederà, quindi, alla stuccatura e stilatura dei giunti con boiacca cementizia. I plinti (voltatesta) saranno posati come i passi carrai. - Elementi in granito Per tutti gli altri elementi in granito e in porfido che eventualmente dovessero venire posati o riposizionati, come gradini, soglie, copertine, sassi da muro, ecc., si osserveranno le regole di posa in opera comuni ad altri tipi di pietre naturali. 2.2.24. TUBAZIONI Tubazioni in genere Le tubazioni in genere, del tipo e dimensioni prescritte, dovranno seguire il minimo percorso compatibile col buon funzionamento di esse e con le necessità dell'estetica; dovranno evitare, per quanto possibile, gomiti, bruschi risvolti, giunti e cambiamenti di sezione ed essere collocate in modo da non ingombrare e da essere facilmente ispezionabili, specie in corrispondenza di giunti, sifoni, ecc. Inoltre quelle di scarico dovranno permettere il rapido e completo smaltimento delle materie, senza dar luogo ad ostruzioni, formazioni di depositi ed altri inconvenienti. Le condutture interrate all'esterno dovranno ricorrere ad una profondità di almeno 1 m sotto il piano stradale. Quando le tubazioni siano soggette a pressione, anche per breve tempo, dovranno essere sottoposte ad una pressione di prova eguale dal 1,5 a 2 volte la pressione di esercizio, a seconda delle disposizioni della direzione dei lavori.

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Circa la tenuta, tanto le tubazioni a pressione che quelle a pelo libero dovranno essere provate prima della loro messa in funzione, a cura e spese dell'impresa e nel caso si manifestassero delle perdite, anche di lieve entità, dovranno essere riparate e rese stagne a tutte spese di quest'ultima. Così pure sarà a carico dell'impresa la riparazione di qualsiasi perdita od altro difetto che si manifestasse nelle varie tubazioni anche dopo la loro entrata in esercizio e sino al momento del collaudo, compresa ogni opera di ripristino. Le tubazioni impiegate devono essere idonee a sopportare il carico che le condizioni del traffico, la profondità di posa ed il tipo di terreno inducono. Físsaggio delle tubazioni Le condutture interrate poggeranno, a seconda delle disposizioni della direzione dei lavori, o su baggioli isolati in muratura di mattoni, o su letto costituito da un massetto di calcestruzzo, di gretonato, pietrisco, ecc., che dovrà avere forma tale da ricevere perfettamente la parte inferiore del tubo per almeno 60°; in ogni caso detti sostegni dovranno avere dimensioni tali da garantire il mantenimento delle tubazioni nell'esatta posizione stabilita. Nel caso in cui i tubi posino su sostegni isolati, il rinterro dovrà essere curato in modo particolare. Di norma, quando non è prescritto un sistema di posa particolare come letto parziale o totale di calcestruzzo o selle prefabbricate, i tubi devono poggiare con pressione uniforme sopra un letto dello stesso materiale usato per il rinfianco, dello spessore di cm 15 per tutta la lunghezza. Tale strato deve essere compattato ad una densità secca apparente non minore del 95% del massimo A.A.S.H.T.O. Mod. e l'indice C.B.R. dello strato portante così creato deve essere non minore di 20. Laddove indicato in fase esecutiva dal direttore dei lavori si provvede alla realizzazione di una suola di fondazione in cls magro, o in c.a. nel caso geotecnicamente più sfavorevole, per lo spessore indicato dalla direzione lavori, senza che l’impresa possa chiedere compensi aggiuntivi, considerandosi tali accorgimenti e precauzioni da adottare in fase di realizzazione già compresi nei prezzi proposti nell’Elenco prezzi unitari. I tubi per tombini saranno di forma circolare e consteranno di calcestruzzo di cemento Portland tipo 325, nelle proporzioni di 500 kg di cemento per ogni mc di sabbia accuratamente lavata. Gli stessi dovranno essere accuratamente lavorati e, battuti col martello, dare un netto suono metallico. I tubi dovranno venir messi in opera con cura su strato di sabbia disteso su terreno solido e dovranno venir accuratamente sigillati sui giunti con malta di puro cemento. Dopo congiunti si avrà cura di costipare bene il terreno attorno agli stessi. Qualora i tubi siano posizionati sotto il piano stradale o sia richiesto dalla direzione lavori, i tubi andranno rinfiancati con calcestruzzo, senza che per questo l’impresa possa richiedere un compenso aggiuntivo. 2.2.25. SEGNALETICA STRADALE ORIZZONTALE Accertamenti preliminari e durante il corso dei lavori L'appaltatore dovrà depositare, prima dell'inizio dei lavori, presso un deposito eventualmente, indicato dalla direzione dei lavori, il quantitativo di prodotto necessario per l'esecuzione della segnaletica orizzontale. Durante l'esecuzione dei lavori l'impresa effettuerà prelievi giornalieri, dal deposito, del materiale da impiegare nel giorno stesso. Il materiale di cui trattasi dovrà essere consegnato presso il deposito indicato direttamente dall'impresa e non tramite corriere, con regolare bolla di accompagno e previ accordi con la direzione lavori. Generalità La segnaletica orizzontale in vernice sarà eseguita con apposita attrezzatura traccialinee a spruzzo semovente. I bordi delle strisce, linee arresto, zebrature, scritte, ecc., dovranno risultare nitidi e la superficie verniciata uniformemente coperta. Le strisce orizzontali dovranno risultare perfettamente allineate con l'asse della strada. 1) Prove ed accertamenti Le vernici che saranno adoperate per l'esecuzione della segnaletica orizzontale dovranno essere accompagnate da una dichiarazione delle caratteristiche, dalla quale dovranno risultare peso per litro a 25 gradi C, il tempo di essiccazione, viscosità, percentuale di pigmento, percentuale di non volatile, peso di cromato di piombo o del biossido di titanio per altro di pittura gialla o bianca rispettivamente, percentuale in peso delle sfere e percentuale di sfere rotonde, tipo di solvente da usarsi per diluire e quantità raccomandata l'applicazione della pittura e ogni altro requisito tecnico descritto nei precedenti articoli. Le pitture acquistate dovranno soddisfare i requisiti esplicitamente elencati nel successivo paragrafo 2 ed essere conformi alla dichiarazione delle caratteristiche fornite al venditore entro le tolleranze appresso indicate. Qualora la vernice non risulta conforme ad una o più caratteristiche richieste, l'amministrazione, a suo insindacabile giudizio, potrà imporre al fornitore la sostituzione a sua cura e spese, comprese quelle di maneggiamento e trasporto con altra vernice idonea. Per le varie caratteristiche sono ammesse le seguenti tolleranze massime, superanti le quali verrà rifiutata la vernice: - viscosità: un intervallo di 5 unità Krebs rispetto al valore dichiarato dal venditore nella dichiarazione delle caratteristiche, il quale valore dovrà essere peraltro compreso entro limiti previsti; - peso per litro: chilogrammi 0,03 in più od in meno di quanto indicato dalla norma.

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Nessuna tolleranza è invece ammessa per il tempo di essicazione, la percentuale di sfere di vetro, il residuo volatile ed il contenuto di pigmento. 2) Caratteristiche generali delle vernici La vernice da impiegare dovrà essere del tipo rifrangente premiscelato e cioè contenere sfere di vetro mescolato durante il processo di fabbricazione così che dopo l'essiccamento e successiva esposizione delle sfere di vetro dovute all'usura dello strato superficiale di vernice stessa sullo spartitraffico svolga effettivamente efficiente funzione di guida nelle ore notturne agli autoveicoli, sotto l'azione della luce dei fari. a) Condizioni di stabilità Per la vernice bianca il pigmento colorato sarà costituito da biossido di titanio con o senza aggiunta di zinco, per quella gialla da cromato di piombo. Il liquido pertanto deve essere del tipo oleo-resinoso con parte resinosa sintetica; il fornitore dovrà indicare i solventi e gli essiccanti contenuti nella vernice. La vernice dovrà essere omogenea, ben macinata e di consistenza liscia ed uniforme, non dovrà fare crosta ne diventare gelatinosa o inspessirsi. La vernice non dovrà assorbire grassi, olii ed altre sostanze tali da causare la formazione di macchie di nessun tipo e la sua composizione chimica dovrà essere tale che, anche durante i mesi estivi, anche se applicata su pavimentazione bituminosa, non dovrà presentare traccia di inquinamento da sostanze bituminose. Il potere coprente della vernice deve essere compreso tra 1,2 e 1,5 mq/kg (ASTM D 1738) ed il peso suo specifico non dovrà essere inferiore a kg 1,50 per litro a 25°C (ASTM D 1473). b) Caratteristiche delle sfere di vetro Le sfere di vetro dovranno essere trasparenti, prive di lattiginosità e di bolle d'aria e, almeno per il 90% del peso totale, dovranno avere forma sferica con esclusione di elementi ovali e non dovranno essere saldate insieme. L'indice di rifrazione non dovrà essere inferiore ad 1,50 usando per la determinazione del metodo della immersione con luce al tungsteno. Le sfere non dovranno subire alcuna alterazione all'azione di soluzione acide saponate a pH 5-5,3 e di soluzione normale di cloruro di calcio e sodio. La percentuale in peso delle sfere contenute in ogni chilogrammo di vernice prescelta dovrà essere compresa tra il 30% ed il 40%. Le sfere di vetro (premiscelato) dovranno soddisfare complessivamente alle seguenti caratteristiche granulometriche:

Setaccio ASTM % in peso perline passanti per il setaccio n. 70 100% perline passanti per il setaccio n. 140 15 - 55% perline passanti per il setaccio n. 230 0 - 10%

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c) Idoneità di applicazione La vernice dovrà essere adottata per essere applicata sulla pavimentazione stradale con le normali macchine spruzzatrici e dovrà produrre una linea consistente e piena della larghezza richiesta. Potrà essere consentita l'aggiunta di piccole quantità di diluente fino al massimo del 4% in peso. d) Quantità di vernice da impiegare e tempo di essiccamento La quantità di vernice, applicata a mezzo delle normali macchine spruzzatrici sulla superficie di una pavimentazione bituminosa, in condizioni normali, dovrà essere non inferiore a chilogrammi 0,100 per metro lineare di striscia larga cm 12 e di chilogrammo 1,00 per superfici variabili di mq 1,3 e 1,4. In conseguenza della diversa regolarità della pavimentazione alla temperatura dell'aria tra i 15°C e 40°C e umidità relativa non superiore al 70%, la vernice applicata dovrà asciugarsi sufficientemente entro 30-45 minuti dall'applicazione; trascorso tale periodo di tempo le vernici non dovranno staccarsi, deformarsi o scolorire sotto l'azione delle ruote gommate degli autoveicoli in transito. Il tempo di essiccamento sarà anche controllato in laboratorio secondo le Norme ASTM D/711-35. e) Viscosità La vernice, nello stato in cui viene applicata, dovrà avere una consistenza tale da poter essere agevolmente spruzzata con la macchina traccialinee; tale consistenza, misurata allo stormer viscosimiter a 25°C espressa in umidità krebs sarà compresa tra 70 e 50 (ASTM D 562). f) Colore La vernice dovrà essere conforme al bianco o al giallo richiesto. La determinazione del colore sarà fatta in laboratorio dopo l'essiccamento della stessa per 24 ore. La vernice non dovrà contenere alcun elemento colorante organico e non dovrà scolorire al sole. Quella bianca dovrà possedere un fattore di riflessione pari almeno al 75% relativo all'ossido di magnesio, accertata mediante opportuna attrezzatura. Il colore dovrà conservare nel tempo, dopo l'applicazione, l'accertamento di tali conservazioni che potrà essere richiesto dalla stazione appaltante, in qualunque tempo prima del collaudo e che potrà determinarsi con opportuni metodi di laboratorio. g) Veicolo Il residuo non volatile sarà compreso tra il 65% ed il 75% in peso sia per la vernice bianca che per quella gialla. h) Contenuto di pigmento Il contenuto di biossido di titanio (pittura bianca) non dovrà essere inferiore al 20% in peso e quello cromato di piombo (vernice gialla) non inferiore al 22% in peso. i) Resistenza ai lubrificanti e carburanti La pittura dovrà resistere all'azione lubrificante e carburante di ogni tipo e risultare insolubile ed inattaccabile alla loro azione. l) Prova di rugosità su strada Le prove di rugosità potranno essere eseguite su strade nuove in un periodo tra il 10° ed il 30° giorno dalla apertura del traffico stradale. Le misure saranno effettuate con apparecchio Skid Tester ed il coefficiente ottenuto secondo le modalità d'uso previste dal R.D.L. inglese, non dovrà abbassarsi al di sotto del 60% di quello che presenta pavimentazioni non verniciate nelle immediate vicinanze della zona ricoperta con pitture; in ogni caso il valore assoluto non dovrà essere minore di 35. La valutazione delle strisce longitudinali sarà effettuata a metro lineare in base allo sviluppo effettivo secondo quanto indicato nei singoli articoli dell’Elenco prezzi unitari. La valutazione delle zebrature, linee di arresto e simili sarà effettuata a metro quadrato in base allo sviluppo effettivo della superficie verniciata e secondo quanto indicato nei singoli articoli dell’Elenco prezzi unitari. La valutazione delle scritte a terra sarà effettuata in base alle relative voci dell’Elenco prezzi unitari. 2.2.26. SEGNALETICA STRADALE VERTICALE Tutti i segnali devono essere rispondenti ai tipi, dimensioni e misure prescritte dal Nuovo Codice della Strada approvato con D.L. 30/04/1992 n. 285 e ss.mm. e dal relativo regolamento di esecuzione ed attuazione approvato con D.P.R. 16/12/1992 n. 495 e ss.mm.. Le prescrizioni tecniche relative alle pellicole rifrangenti si intendono soddisfatte qualora i materiali forniti dalla ditta produttrice risultino sopportare, con esito positivo, tutte le analisi e prove di laboratorio che devono essere chiaramente specificate nelle relative certificazioni. Tutti i segnali circolari, triangolari, targhe, frecce, nonché i sostegni ed i relativi basamenti di fondazione, dovranno essere costruiti e realizzati sotto la completa responsabilità dell'appaltatore, in modo tale da resistere alla forza esercitata dal vento alla velocità di almeno 150 Km/ora.

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2.2.27. CHIUSINI E CADITOIE 2.2.27.1. NOTA GENERALE I lavori che interessano chiusini e caditoie riguardano perlopiù il loro smontaggio e riposizionamento alla quota corretta rispetto al piano finito della carreggiata stradale. I chiusini e le caditoie presenti sul luogo del cantiere si presentano integri e quindi sarà cura e onere dell’impresa adottare tutti gli accorgimenti necessari per provvedere al loro smontaggio, pulizia deposito e ricollocazione senza danneggiarli. Di questo l’impresa dovrà tenere conto nella valutazione del prezzo riportato nell’Elenco prezzi unitari. E’ quindi totalmente a carico dell’impresa il costo per la fornitura e la posa di nuovi chiusini e/o caditoie, in sostituzione di quelli presenti ancora integri allo stato attuale delle opere o comunque a giudizio della direzione lavori ancora perfettamente riutilizzabili che, in fase di smontaggio, deposito e riposizionamento in opera, venissero danneggiati in maniera tale da rendersi necessaria, sempre a giudizio insindacabile del direttore dei lavori, la loro sostituzione. Nel prezzo risulta compreso quindi anche il trasporto in cantiere, in seguito al verificarsi di tale circostanza, dei nuovi pezzi in sostituzione di quelli danneggiati e il trasporto e l’indennità di discarica dei pezzi messi a rifiuto. Nel caso il danneggiamento di chiusini e/o caditoie avvenisse successivamente alla loro messa in opera a seguito di operazioni di cantiere, la sostituzione risulterà comprensiva anche di tutti gli eventuali ripristini, senza che l’impresa possa avanzare pretese di compensi aggiuntivi. 2.2.27.2. POZZETTI DI PRESA STRADALE I pozzetti di presa stradale devono essere del tipo sifonato a norma DIN 4052 a sezione quadrata o circolare delle dimensioni interne minime di 50 cm, con base semisferica per mitigare l'effetto dell'intasamento, prolunga di incastro con inserito l'imbuto di raccordo ed il cestello di contenimento dei materiali pesanti di altezza di almeno 60 cm in acciaio galvanizzato di forma tronco conica, provvisto di feritoie verticali. Alla sommità del pozzetto devono essere posti un anello di ripartizione dei carichi e la caditoia di forma concava a norma DIN 1691 delle dimensioni esterne 54 x 54 cm, con area inferiore di scarico di 980 cmq e carico di rottura di 250 kN (classe C). In alternativa alla soluzione con caditoia, in presenza di marciapiede, al di sopra dell’anello di ripartizione dei carichi andranno posati anelli di ripartizione raggiungi-quota e infine un chiusino, fino al raggiungimento della quota desiderata secondo quanto previsto in progetto. I manufatti vanno posati su letto di posa di cls magro dello spessore di cm 10 e rinfiancati secondo le modalità indicate per le tubazioni in c.a. all’articolo relativo. Nel caso i pozzetti vengano realizzati e gettati in opera, sarà a carico dell’impresa assicurarsi a garantirne la rispondenza alla normativa vigente, relativa alla specifica classe di appartenenza e alla tipologia delle opere. 2.2.27.3. CADITOIE PER POZZETTI DI SCARICO DELLE ACQUE STRADALI Nella scelta delle caditoie stradali, a griglia od a bocca di lupo a seconda rispettivamente di assenza o meno di marciapiede, devono inderogabilmente osservarsi le Norme DIN ed in particolare la DIN 1213. In base a quest'ultime sussiste la seguente classificazione a seconda della localizzazione d'uso: - classe A: per aree verdi e zone non abilitate al traffico, su cui, tuttavia, possono transitare occasionalmente pedoni; - classe B: per sentieri, marciapiedi e superfici similari, parcheggi (garage) per autovetture; - classe C: per cunette stradali, corsie, spartitraffico, corsie d'emergenza e parcheggi; - classe D: per corsie stradali, escluse le cunette; - classe E: per zone carrabili non pubbliche, su cui transitano autoveicoli con elevati carichi assiali; - classe F: per zone aereoportuali adibite al traffico aereo, su cui gli aerei decorrono, atterrano, parcheggiano. Le portate di riferimento saranno inderogabilmente le seguenti (DIN 1229): - classe A - superfici a verde: 1,5 t. - classe B - marciapiedi di strade pubbliche: 15 t; - classe C - strade poco trafficate: 25 t; - classe D - strade di prima categoria: 40 t; Principi costruttivi Le caditoie devono essere costituite da telaio e griglie e/o coperchi. Le griglie ed i coperchi devono appoggiare completamente sul telaio. La superficie di appoggio tra telaio e griglia (o coperchio) delle caditoie delle classi A, B, C devono essere lisce. Le superfici di appoggio tra telaio e griglia e/o coperchio delle caditoie delle classi E, F devono essere tornite con una tolleranza di 0,2 mm (vedi DIN 7184, foglio 1). Oltre a quanto sopra specificato, al fine di rendere minima la probabilità di martellamento delle strutture a causa del traffico, può essere ordinata la posa di guarnizioni di attutimento, ove ritenuto necessario dal direttore dei lavori.

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Devono in generale essere soddisfatte le seguenti condizioni: - per caditoie delle classi C,D,E,F, l'altezza minima di appoggio della griglia e/o del coperchio nel telaio deve essere di 50 mm; - per caditoie della classe C, il peso unitario della griglia e/o del coperchio deve essere al minimo di 300 kg/mq. Il peso unitario è definito come rapporto tra peso della griglia in kg e la superficie netta dell'apertura in mq. Le caditoie devono avere una forma tale da permettere la griglia solo nella posizione prescritta; tra telaio e griglia non devono sussistere differenze di quota al finito e devono essere posate a superficie. Le griglie delle classi D, E ed F non devono presentare una superficie con scanalature o concavità. Le barrette delle griglie devono essere trasversali rispetto alla direzione del flusso dell'acqua. Le fessure trasversali alla direzione del traffico devono avere una larghezza da 30 a 40 mm. Le fessure longitudinali rispetto alla direzione del traffico o le fessure di griglie messe in opera là dove i veicoli transitano in tutte le direzioni, devono avere una larghezza da 25 a 32 mm. La lunghezza delle fessure in posizione longitudinale (parallela) rispetto alla direzione del traffico non deve superare i 170 mm. Le fessure di griglie per pozzetti di scarico in cortili devono avere una larghezza da 10 a 25 mm. Nel caso di impiego di secchielli l'acqua deve poter scorrere nel secchiello stesso. Per assicurare il deflusso e l'aerazione anche nel caso di secchielli pieni, la sezione libera dello scarico deve essere minore di 125 cmq, senza considerare l'apertura per il secchiello. I telai e i coperchi di ghisa devono essere conformi alla norma DIN 1691 o DIN 1693 anche in combinazione con calcestruzzo armato. Le griglie devono essere solo di ghisa secondo la norma DIN 1691 o DIN 1693. Produzione, qualità e collaudo del calcestruzzo devono corrispondere alla norma DIN 4281. Contrassegno Le caditoie devono portare il marchio di fabbrica e eventualmente il marchio di qualità. Sul lato superiore o inferiore della griglia e/o del telaio deve essere riconoscibile permanentemente la classe, per esempio stampata a lato della colata. Caditoie per pozzetti le cui caratteristiche corrispondono a principi costruttivi fissati in questa norma, non devono essere contrassegnati DIN 1213, per esempio come indicazione del modello. Caditoie per pozzetti le cui caratteristiche corrispondono ad una certa norma, devono essere contrassegnati così come prevede tale norma. I pozzetti per lo scarico delle acque stradali sono costituiti da pezzi speciali intercambiabili in calcestruzzo di cemento armato prefabbricato, con caditoia in ghisa grigia su telaio dello stesso materiale. Secondo le indicazioni del progetto, possono essere prescritti - e realizzati mediante associazione di pezzi idonei - pozzetti con o senza sifone o con raccolta dei fanghi attuata mediante appositi cestelli tronco-conici muniti di manico ovvero con elementi di fondo installati sotto lo scarico. Le griglie possono essere prescritte con barre longitudinali o trasversali: nel primo caso le fessure dovranno avere larghezze non maggiore di 32 mm, nel secondo larghezza compresa tra 38 e 40 mm. Le superfici di contatto tra griglia e telaio devono essere piane, sagomate in modo che la griglia appoggi con perfetta aderenza, si trovi a perfetto filo e non abbia gioco alcuno con il telaio. Normalmente, salvo casi particolari, ad esclusivo giudizio della direzione lavori, i pezzi di copertura dovranno essere garantiti per sopportare un carico di 25 t. 2.2.27.4. CHIUSINI PER CAMERETTE Di norma per la copertura dei pozzi di accesso alle camerette, verranno adottati chiusini in sola ghisa o in ghisa unita a calcestruzzo. I telai dei chiusini saranno di forma quadrata o rettangolare, delle dimensioni di progetto; i coperchi saranno di forma rotonda o rettangolare a seconda dei vari tipi di manufatti, tuttavia con superficie tale da consentire al foro d'accesso una sezione minima corrispondente a quella di un cerchio del diametro di 600 mm. Le superfici di appoggio tra telaio e coperchio debbono essere liscie e sagomate in modo da consentire una perfetta aderenza ed evitare che si verifichino traballamenti. La direzione dei lavori si riserva tuttavia di prescrivere l'adozione di speciali anelli in gomma da applicarsi ai chiusini. La sede del telaio e l'altezza del coperchio dovranno essere calibrate in modo che i due elementi vengano a trovarsi sullo stesso piano e non resti tra loro gioco alcuno. La direzione lavori potrà richiedere chiusini con fori di aerazione e muniti di appositi cestelli per la raccolta del fango. Se richiesto ogni chiusino dovrà portare ricavata nella fusione l'indicazione della stazione appaltante, come risultante dai tipi normali. Normalmente salvo casi particolari, a giudizio della direzione dei lavori, i chiusini dovranno essere garantiti per gli impieghi sotto elencati, al carico di prova da indicare e ricavare in fusione su ciascuno elemento: - su strade statali e provinciali ed in genere strade pubbliche con intenso traffico di scorrimento: t 40; - su marciapiedi, giardini, cortili a traffico pedonale: t 15. Per carico di prova si intende quel carico, applicato come al successivo paragrafo, in corrispondenza del quale di verifica la prima fessurazione. Per la loro ammissibilità, ai fini dell'accertamento di rispondenza della fornitura, i certificati dovranno riferirsi a prove sino a rottura eseguite su un numero di elementi pari a uno ogni cento di fornitura, con un minimo di tre elementi. Tutte le spese saranno a carico dell'appaltatore. Le spese saranno a carico della stazione appaltante solo se venga richiesta, e dia esito positivo, una prova su fornitura inferiore ai venti elementi.

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Per la validità dei relativi certificati le prove dovranno essere eseguite presso laboratori ufficiali o presso Istituti specializzati secondo norme vigenti. Il telaio del chiusino verrà posato sul supporto della macchina di prova con l'interposizione di un sottile strato di gesso, così da garantire il perfetto orizzontamento. La forza di pressione verrà esercitata perpendicolarmente al centro del coperchio per mezzo di un piatto del diametro di 200 mm il cui bordo inferiore risulti arrotondato con raggio di 10 mm. Il piatto dovrà essere posato sul coperchio con l'interposizione di un sottile strato di gesso, di feltro o di cartone per garantire il perfetto e completo appoggio. La pressione dovrà essere aumentata lentamente e continuamente con incrementi che consentano il raggiungimento del carico di prova in quattro minuti primi, ma verrà arrestata, nel caso non si siano verificate fessurazioni, al 90% di tale valore. Qualora invece anche uno solo degli elementi sottoposti a prova si fessurasse, si procederà senz'altro a sottoporre alla prova completa, fino a rottura, altri due elementi, indipendentemente dalla consistenza della fornitura ed il carico di rottura risulterà dalla media di tre valori. Se tutti i campioni superano i prescrittivi esami le prove hanno validità per l'intera fornitura. Qualora il risultato di una prova sia controverso, l'appaltatore può chiedere che la prova sia ripetuta sullo stesso numero di elementi provenienti dalla stessa fornitura. Se i nuovi elementi superano chiaramente la prova, l'intera fornitura si intende come collaudata, altrimenti la direzione lavori è autorizzata a rifiutarla. 2.2.27.5. POSA IN OPERA DEI CHIUSINI PER CAMERETTE Prima della posa in opera, la superficie di appoggio del chiusino dovrà essere convenientemente pulita e bagnata; verrà quindi steso un letto di malta a 5,00 q.li di cemento tipo 425 per mc di impasto, sopra il quale sarà infine appoggiato il telaio. La superficie superiore del chiusino dovrà trovarsi, a posa avvenuta, al perfetto piano della pavimentazione stradale. Lo spessore della malta che si rendesse a tale fine necessaria non dovrà tuttavia eccedere i 3 cm qualora occorressero spessori maggiori, dovrà provvedersi in alternativa, a giudizio della direzione dei lavori, o all'esecuzione di un sottile getto di conglomerato cementizio a 4,00 q.li di cemento tipo 425 per mc di impasto, confezionato con inerti di idonea granulometria ed opportunamente armato, ovvero all'impiego di anelli di appoggio in conglomerato cementizio armato prefabbricato. Non potranno in nessun caso essere inseriti sotto il telaio, a secco o immersi nel letto di malta, pietre, frammenti, schegge o cocci. Il telaio sarà quindi fissato alla soletta mediante 4 bulloni ad espansione in acciaio. Qualora, in seguito ad assestamenti sotto carico, dovesse essere aggiustata la posizione del telaio, questo dovrà essere rimosso ed i resti di malta indurita saranno asportati. Si procederà quindi alla stesura del nuovo strato di malta, come in precedenza indicato, adottando, se del caso, anelli d'appoggio. I chiusini non potranno essere sottoposti a traffico prima che siano trascorse 24 ore dalla loro posa. A giudizio della direzione dei lavori, per garantire la corretta collocazione altimetrica dei chiusini, dovranno essere impiegate armature di sostegno, da collocarsi all'interno delle camerette e da recuperarsi a presa avvenuta. 2.2.27.6. POSA IN OPERA DELLE CADITOIE Per la posa in opera delle caditoie per lo smaltimento delle acque meteoriche, si adotteranno le stesse prescrizioni e precauzioni esposte all’articolo precedente per la posa dei chiusini. Il prezzo indicato nell’Elenco prezzi unitari è comprensivo di tutte le opere per dare il lavoro finito a regola d’arte. I pozzetti dovranno essere posti in opera su sottofondo in calcestruzzo; la superficie superiore del sottofondo dovrà essere perfettamente orizzontale ed a quota idonea a garantire l'esatto posizionamento altimetrico del manufatto rispetto alla pavimentazione stradale. I pozzetti potranno essere realizzati e gettati in opera: sarà onere a carico dell’impresa assicurarsi a garantirne la rispondenza alla normativa vigente, relativa alla classe di appartenenza specifica e alla tipologia delle opere. Se i pozzetti verranno realizzati con elementi prefabbricati, i giunti di collegamento dei singoli elementi dovranno essere perfettamente sigillati con malta cementizia. Nella posa dell'elemento contenente la luce di scarico, si avrà cura di angolare l'asse di questa, rispetto alla fognatura stradale, in modo che il condotto di collegamento possa inserirsi in quest'ultima senza curve o deviazioni. Nell'esecuzione delle opere di allacciamento si dovrà aver cura particolare nell'evitare gomiti, bruschi risvolti e cambiamenti di sezione ricorrendo sempre all'impiego di pezzi speciali di raccordo e riduzione. Dovranno essere rispettate le pendenze adeguate, che dovranno essere verificate con eventuale opportuna strumentazione e indicate a cura e onere dello stesso appaltatore, per consentire il corretto deflusso delle acque piovane: nel prezzo è quindi compresa anche la predisposizione di adeguato sottofondo e rinfianco, per ottenere il perfetto allineamento e posizionamento del pozzetto e della tubazione. Per consentire la compensazione di eventuali differenze altimetriche, l'elemento di copertura dovrà essere posato su anelli di conguaglio dello spessore occorrente. I materiali impiegati dovranno rispondere a quanto prescritto all’art. 2.1.3. Qualita’ e provenienza dei materiali e a tutte le norme specifiche vigenti. 2.2.28. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE Per le specifiche tecnico - descrittive e le modalità esecutive dell’impianto di illuminazione, si fa riferimento a quanto riportato nella Relazione tecnica impianto di illuminazione, nelle Norme tecniche impianto di illuminazione, nell’elaborato relativo alle verifiche

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illuminotecniche e al dimensionamento dei cavi, nelle voci dell’Elenco prezzi unitari e nelle descrizioni degli elaborati grafici del progetto esecutivo dello stesso impianto.

3) OPERE EDILI NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI 2.3.1. NORME GENERALI Per tutte le opere dell'appalto le varie quantità di lavori saranno determinate con misure geometriche, salvo quanto deve essere contabilizzato a forfait, a numero, a peso o a tempo in conformità agli articoli dell'Elenco prezzi unitari. L’impresa dovrà tempestivamente richiedere alla direzione lavori di misurare in contraddittorio quelle opere e somministrazioni che in progresso di lavoro non si potessero più accertare, come pure di procedere alla misura e al peso di tutto ciò che deve essere pesato e misurato prima di essere posto in opera. Inoltre rimane convenuto che, se talune quantità non fossero esattamente accertate per difetto di ricognizioni fatte a tempo debito, l’impresa dovrà accettare la valutazione della direzione dei lavori e sottostare a tutte le spese e danni derivanti dalla tardiva ricognizione. Le misure di ogni opera devono corrispondere, nelle dimensioni, a quelle descritte e ordinate. Nel caso di eccesso su tali dimensioni, si terrà come misura quella prescritta e, in caso di difetto, se l’opera è accettata, si terrà come misura quella effettivamente rilevata. Nei prezzi unitari indicati nell’Elenco prezzi unitari, si intende sempre compresa ogni spesa occorrente per qualunque provvista, opera provvisionale, mezzo, attrezzatura, energia e manodopera necessari. Si ribadisce che nelle varie lavorazioni e nei relativi prezzi sono considerati completamente compresi e compensati, anche dove non esplicitamente espresso e dichiarato, tutti gli oneri, le spese e i risarcimenti, comprese le richieste in tal senso anche avanzate da terzi, dovuti a rotture di servizi e sottoservizi di qualsiasi natura presenti, sia segnalati che non, all’interruzione del servizio da questi garantito, alla riparazione del danno e al ripristino della piena funzionalità del servizio stesso. A titolo esemplificativo e non esaustivo sono compresi tra i sottoservizi a cui si fa riferimento acquedotto, rete di smaltimento acque bianche, rete di smaltimento acque nere, linee di adduzione energia elettrica, linee telefoniche, di telecomunicazione e di trasmissione dati quali cavi a fibre ottiche, rete di distribuzione del gas metano, ecc.. Non potranno quindi essere avanzate pretese di alcun tipo di risarcimento o compenso aggiuntivo da parte dell’appaltatore o dell’eventuale subappaltatore. 2.3.2. MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI Lavori compiuti a misura Nessun compenso aggiuntivo sarà dovuto per particolari lavorazioni necessarie per dare i lavori compiuti a regola d’arte, anche se non espressamente indicato nelle singole voci dell’Elenco prezzi unitari, intendendosi compreso e compensato nel prezzo ogni onere relativo. Lavori compiuti a corpo I lavori compensati a corpo dovranno rispettare fedelmente tutte le prescrizioni del Capitolato speciale di appalto e delle relative voci dell’Elenco prezzi unitari; i materiali dovranno rispondere a requisiti di prima qualità e dovranno essere sottoposti a preventiva approvazione della direzione lavori. La loro contabilizzazione non potrà essere totale se non completi di tutti i particolari e componenti richiesti. Non potranno essere compensati a corpo altri lavori oltre a quelli eventualmente previsti nell’Elenco prezzi unitari. Scavi in genere Oltre che per gli obblighi particolari emergenti dal presente articolo, con i prezzi dell’Elenco prezzi unitari per gli scavi in genere l'impresa si deve ritenere compensata per tutti gli oneri che essa dovrà incontrare: - per taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici, ecc.; - per il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie sia asciutte, che bagnate, di qualsiasi consistenza ed anche in presenza d'acqua; - per paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico a rinterro od a rifiuto a qualsiasi distanza, sistemazione delle materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa; - per la regolarizzazione delle scarpate o pareti, per lo spianamento del fondo, per la formazione di gradoni, per il successivo rinterro intorno alle murature, attorno e sopra le condotte d'acqua o altre condotte in genere, sopra le fognature o i drenaggi secondo le sagome definitive di progetto; - per puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi importanza e genere secondo tutte le prescrizioni contenute nel presente Capitolato speciale di appalto, compresi le composizioni, scomposizioni, estrazioni ed allontanamento, nonché sfridi, deterioramenti, perdite parziali o totali del legname o dei ferri; - per impalcature, ponti e costruzioni provvisorie, occorrenti sia per il trasporto delle materie di scavo e sia per la formazione di rilevati, per passaggi, attraversamenti, ecc.; - per ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione completa degli scavi.

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La misurazione degli scavi verrà effettuata nei seguenti modi: a) il volume degli scavi di sbancamento verrà determinato col metodo delle sezioni ragguagliate, in base a rilevamenti eseguiti in contraddittorio con l'impresa all'atto della consegna ed all'atto della misurazione; b) gli scavi di fondazione saranno computati per un volume uguale a quello risultante dal prodotto della base di fondazione per la sua profondità sotto il piano degli scavi di sbancamento, ovvero del terreno naturale, quando detto scavo di sbancamento non venga effettuato. Al volume così calcolato si applicheranno i prezzi fissati nell’Elenco prezzi unitari per tali scavi; vale a dire che essi saranno valutati sempre come eseguiti a pareti verticali, ritenendosi già compreso e compensato col prezzo unitario dell’Elenco prezzi unitari ogni maggiore scavo. Tuttavia per gli scavi di fondazione da eseguire con impiego di casseri, paratie o simili strutture, sarà incluso nel volume di scavo per fondazione anche lo spazio occupato dalle strutture stesse. I prezzi dell’Elenco prezzi unitari relativi agli scavi di fondazione, sono applicabili unicamente e rispettivamente ai volumi di scavo compresi fra i piani orizzontali consecutivi stabiliti, per diverse profondità, nell’Elenco prezzi unitari. Pertanto la valutazione dello scavo risulterà definita, per ciascuna zona, dal volume ricadente nella zona stessa e dall'applicazione ad esso del relativo prezzo dell’Elenco prezzi unitari; c) i sovrapprezzi per scavi subacquei in aggiunta al prezzo degli scavi di fondazione saranno pagati a metro cubo con le norme e modalità prescritte al comma precedente e, per le zone successive, a partire dal piano orizzontale a quota 0,20 m sotto il livello normale delle acque negli scavi, procedendo verso il basso. I prezzi dell’Elenco prezzi unitari sono applicabili anche per questi scavi, unicamente e rispettivamente ai volumi di scavo ricadenti in ciascuna zona, compresa tra il piano superiore e il piano immediatamente inferiore che delimitano la zona stessa, come indicato nell’Elenco prezzi unitari. Pertanto la valutazione dello scavo eseguito entro ciascuna zona risulterà definita dal volume ricadente nella zona stessa e dall'applicazione del corrispondente prezzo dell’Elenco prezzi unitari. L’impresa è tenuta ad osservare tassativamente quanto previsto nelle voci di Elenco prezzi unitari relative agli scavi e ai relativi sovrapprezzi, con particolare riferimento alle modalità stabilite per il loro eventuale riconoscimento. Nessuna sovrapprezzo potrà essere riconosciuto all’impresa se non saranno seguite le procedure tassative stabilite e descritte dettagliatamente all’interno delle stesse voci. Lo stesso vale anche per tutti i materiali provenienti dagli scavi, dovendosi rispettare tutto quanto riportato nelle relative voci di Elenco prezzi unitari e che con questo si intende interamente compensato nel prezzo indicato. Rilevati o rinterri Tutti gli oneri, obblighi e spese per la formazione dei rilevati e rinterri s'intendono compresi nei prezzi stabiliti nell’Elenco prezzi unitari per gli scavi e quindi all'impresa non spetterà alcun compenso oltre l'applicazione di detti prezzi. Riempimento di pietrame a secco Il riempimento di pietrame a secco a ridosso di muratura per drenaggi, vespai ecc. sarà valutato a metro cubo per il suo volume misurato in opera. Paratie e casseri in legname Saranno valutati per la loro superficie effettiva e nel relativo prezzo dell’Elenco prezzi unitari s'intende compensata ogni fornitura occorrente di legname, ferramenta, ecc., ed ogni sfrido relativo, ogni spesa per la lavorazione e apprestamento, per collocamento in opera di longarine o filagne di collegamento, infissione di pali, tavoloni o palaconde, per rimozioni, perdite, guasti e per ogni altro lavoro, nessuno escluso o eccettuato, occorrente per dare le opere complete ed idonee all'uso. Demolizioni di murature I prezzi fissati in tariffa per la demolizione delle murature si applicheranno al volume effettivo delle murature da demolire. Tali prezzi comprendono i compensi per gli oneri ed obblighi specificati fissati precedentemente ed in particolare la scelta, l'accatastamento ed il trasporto a rifiuto dei materiali. I materiali utilizzabili provenienti dalla demolizione delle murature che, ai sensi di cui sopra, dovessero venire reimpiegati dall'Impresa stessa, a semplice richiesta della direzione dei lavori, verranno addebitati all'impresa stessa considerandoli come nuovi, in sostituzione dei materiali che essa avrebbe dovuto provvedere e cioè allo stesso prezzo fissato per questi nell’Elenco prezzi unitari, ovvero, mancando esso, al prezzo commerciale, dedotto in ambedue i casi il ribasso d'asta. L'importo complessivo dei materiali così valutati verrà detratto perciò dall'importo netto dei lavori. Murature in genere Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate. saranno misurate geometricamente, a volume od a superficie, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci. Sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di luce superiore a 1,00 mq e dei vuoti di canalizzazioni, ecc.. che abbiano sezione superiore a 0,25 mq, rimanendo per questi ultimi, all'impresa, l'onere della loro eventuale chiusura. Così pure sarà sempre fatta deduzione del volume corrispondente alla parte incastrata di pilastri, piattabande, ecc., di strutture diverse, nonché di pietre naturali od artificiali, da pagarsi con altri prezzi di tariffa. Nei prezzi delle murature di qualsiasi specie, qualora non debbano essere eseguite con paramento di faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri. Tale rinzaffo sarà sempre eseguito e compreso nel prezzo unitario, anche a tergo dei muri che dovranno essere poi caricati da terrapieni. Per questi ultimi muri è pure sempre compresa l'eventuale formazione di feritoie regolari e regolarmente disposte per lo scolo delle acque ed in generale quella delle immorsature e la costruzione di tutti gli incastri per la posa in opera della pietra da taglio od artificiale.

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Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere si intende compreso ogni onere per formazione di spalle, sguinci, canne, spigoli, strombature, incassature. Qualunque sia la curvatura data alla pianta ed alle sezioni dei muri, anche se si debbano costruire sotto raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno valutate con i prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più. Nel caso di muratura in aggetto, quando questa è diversa da quella del muro sul quale insiste, la parte incastrata sarà considerata come della stessa specie del muro stesso. Nei prezzi unitari delle murature da eseguire con pietrame di proprietà dell'amministrazione, come in generale di tutte le categorie di lavori per le quali s'impiegano materiali di proprietà dell'amministrazione (non ceduti all'impresa), s'intende compreso ogni onere per trasporto, ripulitura, adattamento e posa in opera dei materiali stessi. Le murature eseguite con materiali ceduti all'impresa saranno valutate con i prezzi delle murature in pietrame fornito dall’impresa, intendendosi in questi prezzi compreso e compensato ogni onere per trasporto, lavorazione, pulitura, messa in opera, ecc., del pietrame ceduto. Paramenti di faccia vista I prezzi stabiliti per la lavorazione delle facce viste che siano da pagare separatamente dalle murature, comprendono non solo il compenso per la lavorazione delle facce viste, dei piani di posa e di combaciamento, ma anche quello per l'eventuale maggior costo del pietrame di rivestimento, qualora questo fosse previsto di qualità e provenienza diversa da quello del materiale impiegato per la costruzione della muratura interna. La misurazione dei paramenti in pietrame verrà effettuata per la loro superficie effettiva, dedotti i vuoti e le parti occupate da pietra da taglio o artificiale. Murature in pietra da taglio La pietra da taglio da pagarsi a volume sarà sempre valutata a metro cubo in base al volume del minimo parallelepipedo retto rettangolare, circoscrivibile a ciascun pezzo. Le lastre, i lastroni e gli altri pezzi da pagarsi a superficie, saranno valutati in base al minimo rettangolo circoscrivibile. Per le pietre di cui una parte viene lasciata greggia, si comprenderà anche questa nella misurazione, non tenendo però alcun conto delle eventuali maggiori sporgenze della parte non lavorata in confronto delle dimensioni assegnate dai tipi prescritti. Nei relativi prezzi dell’Elenco prezzi unitari si intenderanno sempre compresi tutti gli oneri previsti anche quando la posa in opera non sia pagata a parte. Calcestruzzi e smalti I calcestruzzi per fondazioni, murature, volte, ecc. e gli smalti costruiti di getto in opera, saranno in genere pagati a metro cubo e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza, ancorché inevitabile, dipendente dalla forma degli scavi aperti e dal modo d'esecuzione dei lavori. Nei relativi prezzi, oltre gli oneri delle murature in genere, s'intendono compensati tutti gli altri oneri. Conglomerato cementizio armato Il conglomerato per opere in cemento armato di qualsiasi natura e spessore sarà valutato per il suo volume effettivo, senza detrazioni del volume del ferro. L’acciaio di armatura, di qualità FeB44K controllato in stabilimento (salvo diversa indicazione progettuale) si intende di norma (salvo diversa indicazione) compreso e compensato con la voce del calcestruzzo, intendendosi compresa la fornitura, la piegatura, la posa in opera, la legatura con filo di ferro, gli sfridi di lavorazione, i trasporti, il tiro in alto, il calo in basso ed ogni altro onere necessario per dare l’acciaio perfettamente posato. Potranno essere richieste, in opera, integrazioni di armatura in base alle esigenze che si manifestassero a seguito dell’andamento dei lavori; tali integrazioni, se complessivamente inferiori al 10% (in peso) dell’acciaio di armatura complessivamente previsto, non daranno luogo ad alcun compenso aggiuntivo Quando trattasi di elementi a carattere ornamentale gettati fuori opera (pietra artificiale), la misurazione verrà effettuata in ragione del minimo parallelepipedo retto a base rettangolare circoscrivibile a ciascun pezzo e nel relativo prezzo si devono intendere compresi, oltre che il costo dell'armatura metallica, tutti gli oneri per dare il lavoro finito a regola d’arte, nonché la posa in opera, sempre che non sia pagata a parte. Nei prezzi dell’Elenco prezzi unitari dei conglomerati armati sono anche compresi e compensati gli stampi di ogni forma, i casseri, casseforme e cassette per il contenimento del conglomerato, le armature di sostegno in legname di ogni sorta, grandi o piccole, i palchi provvisori di servizio, l'innalzamento dei materiali, qualunque sia l'altezza alla quale l'opera in cemento armato dovrà essere costruita, nonché la rimozione delle armature stesse ad opera ultimata, il getto, la sua vibratura, la bagnatura in corso di maturazione, la finitura a frettazzo (dove richiesto dalla direzione lavori) delle superfici. Pavimentazioni Le pavimentazioni, di qualunque genere, saranno valutati per la superficie effettiva. I prezzi dell’Elenco prezzi unitari per le pavimentazioni comprendono l'onere per la fornitura dei materiali e per ogni lavorazione intesa a dare la pavimentazione stessa completa e rifinita come prescritto, escluso lo strato di fondazione stradale che verrà invece pagato a parte, per il suo volume effettivo in opera e la finitura alla fondazione stradale, pagata a metro quadrato effettivo in opera, in base al corrispondenti prezzi dell’Elenco prezzi unitari. In ciascuno dei prezzi concernenti le pavimentazioni si intendono compresi tutti gli oneri, le opere di ripristino e di raccordo, qualunque possa essere l'entità delle opere stesse, per dare l’opera finita a regola d’arte; in queste si intende compresa l’esecuzione del perfetto

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raccordo, per evitare salti o scalini di sorta, con chiusini e caditoie e, nel caso di queste ultime, per permettere anche il corretto deflusso delle acque meteoriche nella fognatura. Non sarà riconosciuto alcun onere aggiuntivo per l’approntamento di cantiere per piccoli lavori di bitumatura, in quanto questi risultano compresi all’interno dell’esecuzione di un’opera per la quale il cantiere risulta già correttamente e interamente approntato. Posa in opera delle pietre naturali I prezzi della posa in opera delle pietre naturali, previsti nell’Elenco prezzi unitari, saranno applicati ai materiali in opera a metro lineare o cadauno, in base all’unità di misura specifica indicata nella relative voci dell’Elenco prezzi unitari e determinati con i criteri di cui al presente articolo. Ogni onere derivante dall'osservanza delle norme di posa, prescritte dal Capitolato speciale di appalto, si intende compreso nei prezzi di posa. Specificatamente detti prezzi comprendono gli oneri per lo scarico in cantiere, il deposito e la provvisoria protezione in deposito, la ripresa, il successivo trasporto ed il sollevamento dei materiali a qualunque altezza, con eventuale protezione, copertura o fasciatura, il taglio e la rifinitura dei singoli pezzi che si rendesse necessario per ottenere elementi di misura adeguata, per ogni successivo sollevamento e per ogni ripresa con boiacca di cemento o altro materiale, per la fornitura di lastre di piombo, di grappe, staffe, chiavette, perni occorrenti per il fissaggio; compresa la fornitura e la posa del calcestruzzo della qualità e tipologia prescritte e dei ferri di armatura, per il posizionamento di cordoli, di passi carrai e di plinti per passi carrai, per ogni occorrente scalpellamento delle strutture murarie o di opere per la corretta posa dei pezzi e per la successiva chiusura e ripresa o ripristino delle stesse, per la stuccatura dei giunti, per la pulizia accurata e completa, per la protezione a mezzo di opportune opere provvisorie delle pietre già collocate in opera e per tutti i lavori che risultassero necessari per la perfetta rifinitura dopo la posa in opera. I prezzi dell’Elenco prezzi unitari sono pure comprensivi dell'onere del rinfianco dietro i pezzi e in particolare dietro i giunti tra i pezzi stessi, nei modi indicati dalla direzione dei lavori all’atto esecutivo, in modo da ottenere una buona stabilità, un buon collegamento e, dove richiesto, un incastro perfetto. Il prezzo previsto per la posa delle pietre comprende altresì l'onere dell'eventuale posa in diversi periodi di tempo e in punti distanti tra loro del cantiere, qualunque possa essere l'ordine d'arrivo in cantiere dei materiali, in base anche agli ordini impartiti dalla direzione dei lavori di come debbano procedere le lavorazioni stesse. Intonaci Per i lavori previsti di spostamento delle caditoie e del relativo pozzetto, l'intonaco dei pozzetti d'ispezione delle fognature risulta compreso e compensato nella relativa voce di prezzo a corpo dell’Elenco prezzi unitari e si considera valutato per la superficie delle pareti senza detrarre la superficie di sbocco delle fogne, in compenso delle profilature e dell'intonaco sulle grossezze dei muri. Tinteggiature, coloriture e verniciature Nel caso nel corso dei lavori si rendessero necessari dei piccoli interventi di verniciatura di recinzioni e/o parapetti, nei prezzi delle coloriture e verniciature in genere sono compresi tutti gli oneri prescritti dal presente Capitolato speciale di appalto oltre a quelli per mezzi d'opera, trasporto, ecc.. Tutte le coloriture o verniciature s'intendono eseguite su ambo le facce. Si intende altresì compensata nel prezzo la coloritura o verniciatura di tutti gli accessori, quali cardini, maniglie, ecc.. Per la coloritura o verniciatura, quando non compresa nella fornitura e posa, si osserveranno le norme seguenti: a) per le opere in ferro di tipo normale a disegno, quali ringhiere, cancelli anche riducibili, inferriate e simili, sarà computata una volta l'intera loro superficie, misurata in proiezione, ritenendo così compensata la coloritura dei sostegni, grappe e simili accessori, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione; b) per le opere in ferro ornate, cioè come alla lettera precedente, ma con ornati ricchissimi, nonché per le pareti metalliche e le lamiere stirate, sarà computata una volta e mezzo la loro superficie misurata come sopra. Lavori in metallo Per eventuali lavori in metallo che si rendesse necessario eseguire, questi saranno in generale valutati a peso e i relativi prezzi verranno applicati al peso effettivo dei metalli stessi a lavorazione completamente ultimata e determinato prima della loro posa in opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese dell'impresa, escluse bene inteso dal peso le verniciature e coloriture. Nei prezzi dei lavori in metallo è compreso ogni e qualunque compenso per forniture accessorie, per lavorazioni, montaggio e posizionamento in opera. Sono pure compresi e compensati: - l'esecuzione dei necessari fori ed incastri nelle murature e pietre da taglio, le impiombature e sigillature, le malte ed il cemento, nonché la fornitura del piombo per le impiombature; - la formazione di piastre, flange, fazzoletti, saldature, bullonature (anche a espansione); - gli oneri e spese derivanti da tutte le norme e prescrizioni contenute nell'articolo relativo; - la coloritura con minio ed olio cotto (in alternativa dove previsto la zincatura a caldo), il tiro ed il trasporto in alto, ovvero la discesa in basso e tutto quanto è necessario per dare i lavori compiuti in opera a qualsiasi altezza. Per gli elementi in metallo da posare in opera a rinforzo od integrazione di elementi preesistenti, si intende sempre compreso l’onere per la fornitura e posa di elementi in legno o acciaio per il collegamento a perfetta regola d’arte agli elementi esistenti.

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Nel prezzo del ferro per armature di opere in cemento armato, oltre alla lavorazione ed ogni sfrido, è compreso l'onere per la legatura dei singoli elementi con filo di ferro, la fornitura del filo di ferro e la posa in opera dell'armatura stessa. Tubazioni in genere I tubi di ghisa e quelli di acciaio saranno valutati a peso in rapporto al tipo approvato dalla direzione dei lavori. Nel prezzo delle tubazioni in ghisa o in acciaio sarà compresa, oltre la fornitura degli elementi ordinati, dei prezzi speciali e della relativa posa in opera con sigillature di canapa catramata e piombo fuso e cianfrinato, anche la fornitura delle staffe di qualsiasi forma e lunghezza, occorrenti per fissare i singoli pezzi e così pure tutte le opere occorrenti per murare le staffe, nonché le prove a tenuta dei giunti. Nella valutazione del peso si terrà conto soltanto di quello della tubazione, escluso cioè il peso del piombo e delle staffe, per i quali nulla verrà corrisposto all'Impresa, intendendosi essi compensati con il prezzo della ghisa o dell'acciaio. Il prezzo per le tubazioni in ghisa od in acciaio vale anche nel caso che i tubi debbano venire inclusi nei getti di strutture in calcestruzzo; in tal caso è comprensivo di ogni onere relativo al loro provvisorio fissaggio alle casseforme. La valutazione delle tubazioni in grés, sia in opera che in semplice somministrazione, sarà fatta a metro lineare, misurato lungo l'asse della tubazione senza tener conto delle compenetrazioni. I singoli pezzi speciali saranno ragguagliati all'elemento ordinario di pari diametro, secondo le seguenti lunghezze: - curve, gomiti e riduzioni: 1 m; - imbraghe semplici: 1,25 m; - imbraghe doppie ed ispezioni (tappo compreso): 1,75 m; - sifoni: 2,75 m; - riduzioni: 1 m di tubo del diametro più piccolo. Il prezzo è comprensivo degli oneri derivanti dall'esecuzione di tutte le opere murarie occorrenti, dalla fornitura e posa in opera di mensole di ferro e grappe di sostegno di qualsiasi lunghezza. Per i tubi in cemento e in materiale plastico vale quanto detto per i tubi in grés. Il prezzo viene applicato alla tubazione posta in opera, completa della sigillatura a cemento dei giunti e delle grappe. Per tutte indistintamente le tubazioni suddette si intenderanno compresi nei prezzi tutti gli oneri, compreso l’innesto ai pozzetti, il perfetto allineamento, il rispetto delle pendenze necessarie, compresa la fornitura e la posa del necessario sottofondo in cls e la sigillatura di tutti i giunti. Nel caso di sola posa in opera di tubi di qualsiasi genere, valgono le norme di cui sopra specificate per ogni tipo di tubo, ad eccezione di quelle relative alla fornitura dei tubi stessi. Manodopera Gli operai per i lavori in economia dovranno essere idonei ai lavori per il quale sono richiesti e dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi; verranno pagati ad ora sulla base delle ore e mezze ore di effettivo lavoro, esclusi quindi gli intervalli di riposo. L'impresa è obbligata, senza compenso alcuno, a sostituire tutti quegli operai che non riescano di gradimento alla direzione dei lavori. Circa le prestazioni di manodopera saranno osservate le disposizioni e convenzioni stabilite dalle leggi e dai contratti collettivi di lavoro, stipulati e convalidati a norma delle leggi sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi. Noleggi Le macchine e gli attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di servibilità, e provvisti di tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'impresa la manutenzione e la riparazione degli attrezzi e delle macchine. Il prezzo comprende gli oneri relativi alla manodopera, al combustibile, ai lubrificanti, ai materiali di consumo, all'energia e tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine, nonché gli oneri per la messa in funzione, il montaggio e lo smontaggio. Con i prezzi di noleggio di meccanismi in genere, s'intendono corrisposti per tutto il tempo durante il quale i meccanismi rimangono a piè d'opera a disposizione dell'amministrazione e cioè anche per le ore in cui i meccanismi stessi non funzionano, applicandosi il prezzo stabilito per meccanismi in funzione soltanto alle ore in cui essi sono in attività di lavoro; quello relativo a meccanismi in riposo in ogni altra condizione di cose, anche per tutto il tempo impiegato per il riscaldamento o per portare a regime i meccanismi. Rimane quindi escluso qualsiasi compenso per i periodi di inattività e per il tempo necessario all’eventuale trasporto in cantiere. Per il noleggio dei carri e degli autocarri il prezzo verrà corrisposto soltanto per le ore di effettivo lavoro, rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo. Trasporti Con i prezzi dei trasporti si intende compensata anche la spesa per i materiali di consumo, la manodopera del conducente e ogni altra spesa occorrente. I mezzi di trasporto per i lavori in economia debbono essere forniti in pieno stato di efficienza e corrispondere alle prescritte caratteristiche. La valutazione delle materie da trasportare è fatta, a seconda dei casi, a volume o a peso, con riferimento alla distanza. Materiali a piè d'opera o in cantiere Tutti i materiali in provvista saranno misurati tenendo presenti le prescrizioni indicate sopra ovvero quanto contenuto nei vari articoli del presente Capitolato speciale di appalto e del Capitolato generale di appalto. Inoltre verranno pagati i materiali effettivamente utilizzati,

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dedotti quindi gli eventuali residui (resi) e nessun compenso sarà dovuto per gli oneri di trasporto, carico, scarico, cali, perdite, sprechi, ecc.. I materiali dovranno essere delle migliori qualità ed idonei, a giudizio insindacabile della direzione lavori, all’utilizzo previsto ai fini della perfetta riuscita dell’opera, anche sotto il profilo estetico. Plinti per pali di illuminazione La realizzazione dei plinti per il montaggio dei pali di illuminazione è comprensiva di tutte le specifiche e di tutti gli oneri descritti nella relativa voce di Elenco prezzi unitari. Il prezzo riconosciuto è per ogni plinto realizzato ed è a compenso di tutto quanto previsto nella descrizione della voce, senza che l’impresa possa richiedere alcun onere aggiuntivo, qualunque sia il motivo o l’eventuale ulteriore difficoltà riscontrata in fase esecutiva. Per i pali di illuminazione la cui posa è prevista in nicchia, l’impresa dovrà provvedere a proprie spese a compiere tutte quelle valutazioni per la realizzazione del plinto nella posizione esatta, tale da garantire che una volta posato il palo di illuminazione questo non sporga rispetto al filo del muro, sia in basso che in alto. Se questo dovesse verificarsi, l’impresa è tenuta a smontare il tutto, senza danneggiare ciò che poi dovrà essere riposizionato e a rifare il plinto nella posizione corretta, senza poter pretendere alcun onere aggiuntivo derivante dall’obbligo di rifare il lavoro. Non è ammessa alcuna tolleranza, anche se minima, relativa ad una eventuale sporgenza del palo di illuminazione dal muro. Carisolo, 20 Dicembre 2016 per. ind. Simone Maestri