Non riusciremo a ristrutturare efficacemente le scuole ... · Lavorare per il successo di tutti gli...

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1 Progetto per I.C. “Tomasi di Lampedusa” Santa Margherita in Belice (AG) RISPONDERE ALL’ETEROGENEITÀ DEI BISOGNI DEGLI STUDENTI CON UNA BUONA DIDATTICA PER TUTTI : dall’apprendimento cooperativo all’insegnamento sensibile alle differenze Non riusciremo a ristrutturare efficacemente le scuole finché continueremo a considerare un problema la diversità tra gli studenti. La nostra sfida non è far sì che gli studenti “speciali” si adeguino meglio ai soliti compiti scolastici, al solito ritmo dell’insegnante o ai soliti test. La sfida dell’istruzione rimane ancora quella di due secoli fa: garantire che tutti gli studenti ricevano ciò di cui hanno diritto. Wiggins Una serie di fattori spinge la scuola di oggi a cercare di realizzare un insegnamento attento alle diversità. La normativa sui BES, ad esempio, ha indotto gli insegnanti a riflettere e ad individuare nuove strategie di intervento. Tuttavia l’approccio al problema pare spesso privilegiare il caso singolo e risposte “speciali” per il soggetto BES. Il paradigma dell’inclusione e della buona didattica per tutti richiede invece di spostare l’ottica dal caso singolo al contesto classe e richiede di trasformare le “risposte speciali” in normalità. La classe è infatti eterogenea per una molteplicità di fattori: genere, background culturale e familiare, interessi personali, motivazione a riuscire, livelli di apprendimento, disturbi e difficoltà di apprendimento, costrutti emotivi, disabilità e abilità superiori, preferenze e stili di apprendimento, ecc. L’eterogeneità è, nelle classi, il paradigma della normalità. Per gli insegnanti é sempre più difficile ignorare la diversità dei bisogni degli studenti presenti nelle loro classi. Sono consapevoli che il tipo di insegnamento che si potrebbe definire “mono-tono” - un apprendimento uguale per tutti - non è più proponibile. Questo modo di insegnare può essere molto veloce e pratico, ma sicuramente penalizza molti alunni e impoverisce l’apprendimento di altri. D’altra parte, una istruzione fortemente individualizzata, con percorsi progettati su misura per ciascuno, potrebbe sembrare l’ ideale, ma finirebbe per complicare ulteriormente la situazione. Non è pensabile che si possa rispondere ad esigenze diverse fornendo una risposta “uno a uno”. Agli studenti verrebbero a mancare tutte quelle componenti quali il rapporto e l’aiuto reciproco tra pari, la costruzione sociale della conoscenza, la cooperazione, l’uso dell’intelligenza condivisa che la ricerca più recente ha dimostrato in grado di influenzare la qualità dell’apprendimento e dell’educazione. Lavorare per il successo di tutti gli studenti significa impostare una progettazione didattica che sia attenta a tutte le diversità presenti in aula, pianifichi processi di apprendimento flessibili e diversificati, corregga una gestione della classe eccessivamente rigida in modo da consentire un lavoro autonomo e indipendente. La prospettiva è sviluppare una buona didattica per tutti. Sicuramente ripensare complessivamente l’organizzazione e la gestione della classe è una sfida. Prospettive interessanti e concrete ci vengono dall’ apprendimento cooperativo e dal lavoro di C.A. Tomlinson, teorica di una progettazione attenta alle differenze presenti in classe. L’apprendimento cooperativo si offre come un approccio ricco di potenzialità, in grado di fornire risposte efficaci ed attuali alle problematiche complesse che investono oggi il mondo della scuola, rivelandosi una via significativa anche per rispondere alla sfida della crescente eterogeneità della classe. L’insegnante da solo difficilmente potrà soddisfare l’arti colata gamma dei bisogni espressi oggi dagli studenti in contesti di classe sempre più eterogenei. Il Cooperative Learning, coinvolgendo e responsabilizzando gli studenti nel proprio apprendimento e in quello dei compagni, sembra offrire una prospettiva originale al problema. Certo all’insegnante è richiesto di acquisire nuove competenze per divenire facilitatore e organizzatore di processi di apprendimento. (M.Comoglio) La letteratura descrive numerosi effetti positivi legati all’applicazione del Cooperative Learning, ma forse il maggiore beneficio è che, quando viene usato effettivamente, nessuno studente è ignorato o emarginato. Nessuno viene escluso dalle attività didattiche della classe o isolato in un lavoro diverso o “fuori dall’aula”. (Wood, Algozzine, Avett)

Transcript of Non riusciremo a ristrutturare efficacemente le scuole ... · Lavorare per il successo di tutti gli...

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Progetto per I.C. “Tomasi di Lampedusa” Santa Margherita in Belice

(AG)

RISPONDERE ALL’ETEROGENEITÀ DEI BISOGNI DEGLI STUDENTI CON UNA BUONA DIDATTICA PER TUTTI: dall’apprendimento cooperativo all’insegnamento sensibile alle differenze

Non riusciremo a ristrutturare efficacemente le scuole finché continueremo a considerare un problema la diversità tra gli studenti. La nostra sfida non è far sì che gli studenti “speciali” si adeguino meglio ai soliti compiti scolastici, al solito ritmo dell’insegnante o ai soliti test. La sfida dell’istruzione rimane ancora quella di due secoli fa: garantire che tutti gli studenti ricevano ciò di cui hanno diritto. Wiggins

Una serie di fattori spinge la scuola di oggi a cercare di realizzare un insegnamento attento alle diversità. La normativa sui BES, ad esempio, ha indotto gli insegnanti a riflettere e ad individuare nuove strategie di intervento. Tuttavia l’approccio al problema pare spesso privilegiare il caso singolo e risposte “speciali” per il soggetto BES. Il paradigma dell’inclusione e della buona didattica per tutti richiede invece di spostare l’ottica dal caso singolo al contesto classe e richiede di trasformare le “risposte speciali” in normalità. La classe è infatti eterogenea per una molteplicità di fattori: genere, background culturale e familiare, interessi personali, motivazione a riuscire, livelli di apprendimento, disturbi e difficoltà di apprendimento, costrutti emotivi, disabilità e abilità superiori, preferenze e stili di apprendimento, ecc. L’eterogeneità è, nelle classi, il paradigma della normalità. Per gli insegnanti é sempre più difficile ignorare la diversità dei bisogni degli studenti presenti nelle loro classi. Sono consapevoli che il tipo di insegnamento che si potrebbe definire “mono-tono” - un apprendimento uguale per tutti - non è più proponibile. Questo modo di insegnare può essere molto veloce e pratico, ma sicuramente penalizza molti alunni e impoverisce l’apprendimento di altri. D’altra parte, una istruzione fortemente individualizzata, con percorsi progettati su misura per ciascuno, potrebbe sembrare l’ ideale, ma finirebbe per complicare ulteriormente la situazione.

Non è pensabile che si possa rispondere ad esigenze diverse fornendo una risposta “uno a uno”. Agli studenti verrebbero a mancare tutte quelle componenti quali il rapporto e l’aiuto reciproco tra pari, la costruzione sociale della conoscenza, la cooperazione, l’uso dell’intelligenza condivisa che la ricerca più recente ha dimostrato in grado di influenzare la qualità dell’apprendimento e dell’educazione. Lavorare per il successo di tutti gli studenti significa impostare una progettazione didattica che sia attenta a tutte le diversità presenti in aula, pianifichi processi di apprendimento flessibili e diversificati, corregga una gestione della classe eccessivamente rigida in modo da consentire un lavoro autonomo e indipendente. La prospettiva è sviluppare una buona didattica per tutti. Sicuramente ripensare complessivamente l’organizzazione e la gestione della classe è una sfida. Prospettive interessanti e concrete ci vengono dall’ apprendimento cooperativo e dal lavoro di C.A. Tomlinson, teorica di una progettazione attenta alle differenze presenti in classe. L’apprendimento cooperativo si offre come un approccio ricco di potenzialità, in grado di fornire risposte efficaci ed attuali alle problematiche complesse che investono oggi il mondo della scuola, rivelandosi una via significativa anche per rispondere alla sfida della crescente eterogeneità della classe. L’insegnante da solo difficilmente potrà soddisfare l’articolata gamma dei bisogni espressi oggi dagli studenti in contesti di classe sempre più eterogenei. Il Cooperative Learning, coinvolgendo e responsabilizzando gli studenti nel proprio apprendimento e in quello dei compagni, sembra offrire una prospettiva originale al problema. Certo all’insegnante è richiesto di acquisire nuove competenze per divenire facilitatore e organizzatore di processi di apprendimento. (M.Comoglio) La letteratura descrive numerosi effetti positivi legati all’applicazione del Cooperative Learning, ma forse il maggiore beneficio è che, quando viene usato effettivamente, nessuno studente è ignorato o emarginato. Nessuno viene escluso dalle attività didattiche della classe o isolato in un lavoro diverso o “fuori dall’aula”. (Wood, Algozzine, Avett)

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L’insegnamento sensibile alle differenze di C.A. Tomlinson si basa sull’idea che gli insegnanti possano lavorare a vantaggio di tutti studenti creando ambienti di apprendimento che rispondano all’eterogeneità dei bisogni e puntino ad innalzare gli standard di apprendimento di tutti gli allievi. L’autrice propone schemi di istruzione innovativi comprendenti strategie e strumenti utili a costruire proposte diversificate - ma interagenti -, mantenendo l’unitarietà del percorso didattico interno alla classe.

PERCORSO Il nuovo percorso connette in modo profondo l’approccio cooperativo con il modello “Insegnamento sensibile alle differenze”. Una organizzazione collaborativa della classe permette infatti di costruire un ambiente di apprendimento attivo nel quale gli strumenti proposti da C.A. Tomlinson possono dispiegare appieno le loro potenzialità, in effetti nel modello la pratica cooperativa è data per scontata. Il percorso è costruito in una prospettiva laboratoriale con il duplice obiettivo di fare esperienza diretta delle modalità organizzative presentate e di progettare concrete attività da sperimentare in aula e da rivisitare successivamente in base agli esiti e alle riflessioni che emergeranno in fase applicativa. Tali attività “esemplari” saranno riferimento per successive e autonome esperienze. Si prevede pertanto l’articolarsi del percorso in due fasi:

una prima parte finalizzata a conoscere e a padroneggiare strumenti e strategie per una didattica flessibile

una seconda parte più orientata alla supervisione delle progettazioni e delle attuazione in classe con approfondimenti mirati anche ai nodi critici eventualmente emersi.

Trattandosi di un percorso di ricerca-azione è necessaria la disponibilità dei partecipanti a sperimentare in classe quanto condiviso.

IPOTESI DI ARTICOLAZIONE I PARTE 12 ore

I incontro Eterogeneità della classe e bisogni degli studenti

Eterogeneità e bisogni degli studenti

“Filosofia” di un insegnamento sensibile alle differenze

Elementi modificabili nell’insegnamento

Una buona didattica per tutti

II incontro Strumenti per un insegnamento attento alle diversità

• Differenziare in base ai livelli di apprendimento Copioni di lavoro Contratti di apprendimento Bingo

• Gli strumenti per la differenziazione nella pratica didattica: esempi

III incontro Strumenti per un insegnamento attento alle diversità

Differenziare in base al profilo di apprendimento Menu di apprendimento RAFT TRIS (scalone del pensiero) Pallini per pensare

Gli strumenti per la differenziazione nella pratica didattica: esempi

IV incontro Mettiamoci alla prova

Progettazione di semplici attività con gli strumenti analizzati

Sperimentazione nelle classi dei percorsi.

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II PARTE 9 ore

I incontro Facciamo il punto

Condivisione degli esiti della sperimentazione nelle classi

Approfondimenti in relazione ai nodi problematici

II incontro Valutare la competenza in una classe eterogenea

Quadro di riferimento

La valutazione autentica per migliorare l’apprendimento

Strumenti

III incontro Costruire climi di classe accoglienti ed inclusivi

Condurre e gestire una classe eterogenea Ambiente di classe Routine di classe Sostegni per il successo dello studente Orientare la classe ad accettare le diversità e la differenziazione delle

proposte didattiche. • Strategie e percorsi per sviluppare coesione e appartenenza al gruppo classe e al

proprio gruppo cooperativo.

Modalità di conduzione Per le modalità di lavoro adottate negli incontri, è indispensabile che si possa utilizzare un ambiente che permetta lo spostamento delle sedie onde consentire una organizzazione flessibile delle attività: lezione frontale, lavoro individuale, in coppie, in piccoli gruppi (4 persone). Se fosse disponibile un banco piccolo - tipo quello degli alunni - per ogni gruppo di 4, sarebbe l’ideale. Un banco ogni 4 persone, non di più.

Materiali e strumenti Videoproiettore, duplicazione di materiali di lavoro (fotocopie). Riferimenti bibliografici C.A. Tomlinson, Adempiere la promessa di una classe differenziata, LAS C.A. Tomlinson, M. Imbeau, Condurre e gestire una classe eterogenea, LAS C.A. Tomlinson, T.R.Moon, Assessment and Student Success in a Differentiated Classroom, ASCD E. Cohen, Organizzare gruppi cooperativi, Erickson S. Kagan, Apprendimento cooperativo. Approccio strutturale, Edizionilavoro

Date e orari

Da definire. Indicativamente: I modulo: novembre/dicembre II modulo: gennaio o fine febbraio/marzo Meglio sarebbe dividere il percorso in 3 fasi (3 incontri + 2 +2)

Destinatari Insegnanti di scuola primaria e secondaria di I grado con pregressa esperienza di apprendimento coopertivo e realmente disponibili a progettare e sperimentare in classe gli strumenti e le strategie condivise. Max: 30 insegnanti Formatrice: Anna Segreto Via Roma 81, 25064 Gussago (BS) 030 2524793 Cell. 349 6693685 [email protected]