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“Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere” Socrate

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

“Non posso insegnare niente a nessuno, posso solo cercare di farli riflettere”

Socrate

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Progetto di Educazione allo Sviluppo promosso dall’ENGIM (Ente Nazionale Giuseppi-ni del Murialdo) insiame a 14 organizzazioni no profit di tutta Italia e cofinanziato dalla Cooperazione Italiana - Ministero Affari Esteri.Insieme a: APA, ASECON, CELIM Bergamo, CESVITEM, CISS, COPE, MOCI, CIC Abruzzo, ACSIM, CESVOB, CIR, TULIME, UNISCO.Con la partecipazione di: AGISCUOLA e UNESCO.

L’obiettivo generale è quello di contribuire alla sensibilizzazione e all’educazione dei giovani sulle tematiche legate alla cooperazione allo sviluppo e alla condizione del migrante e del rifugiato, attraverso laboratori volti a una corretta informazione e al superamento dei pregiudizi.

OGNI LABORATORIO PREVEDE DUE INCONTRI

Nel primo incontro verrà proiettato il cortometraggio di Max Nardari “Noi e gli altri”: Adele è una casalinga piena di preconcetti che non fanno che aumentare la sua nevrosi, con il rischio di alterare l’equilibrio e la serenità familiare. Ha una visio-ne distorta della realtà e la sua convivenza con extracomunitari immigrati si rivela estremamente difficile a causa di pregiudizi razziali. Ma gli incontri/scontri vengo-no alla fine sdrammatizzati con humour e con un atteggiamento positivo di fronte ai nuovi fenomeni sociali che interferiscono con la nostra vita quotidiana. Il corto è una brillante commedia degli equivoci che - divertendo - mette a fuoco i difetti e, per fortuna, le tante virtù di noi italiani.Verranno poi affrontate insieme tematiche quali le migrazioni e i rifugiati.

Nel secondo incontro sarà prevista la presenza di un rifugiato, che testimonierà sulle cause che l’hanno costretto a fuggire dal proprio Paese e su come sia appro-dato in Italia.Verranno poi affrontate insieme le problematiche del Paese del rifugiato stesso e della presenza della cooperazione in quei luoghi.

I RAGAZZI COINVOLTI POTRANNO PRESENTARE UN PROPRIO RACCONTO RISPETTANDO I SEGUENTI CRITERI:

1. Tema: migrazione e cooperazione allo sviluppo2. Riferirsi all’attualità e al contesto di vita degli studenti (preferibilmente ambientato in Italia)3. Originalità4. Genere: commedia, dramma o un mix di entrambi5. Lunghezza: massimo di tre pagine.

Le storie verranno valutate da una commissione appositamente predisposta dallo staff di progetto, di cui farà parte anche il regista Max Nardari.Verranno selezionati e pubblicati, sul sito www.finestresulmondo.net, cinque racconti.Studenti e docenti saranno quindi invitati ad esprimere telematicamente la loro prefe-renza, al fine di individuare il racconto vincitore, che verrà poi utilizzato per la realizza-zione di un cortometraggio.

NUOVE FINESTRE SUL MONDO Cooperazione allo sviluppo e migrazione

www.finestresulmondo.netper informazioni: [email protected]

NUOVE FINESTRE SUL MONDO

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

I FENOMENI MIGRATORI

La storia dell’uomo è da sempre caratterizzata da una costante mobilità di singoli, di gruppi, talvolta di interi popoli, da una regione all’altra della terra, alla ricerca di migliori condizioni di vita. I processi migratori costituiscono un fenomeno sociale complesso e problematico, che avviene su scala mondiale e richiede una disamina sia dal punto di vista delle cause che delle conseguenze. Oggi, a causa di migrazioni interne allo stesso paese o internazionali, sono quasi un miliardo le persone che nel mondo si trovano a vivere in una regione diversa da quella di nascita. Un miliardo significa un migrante ogni sei persone sulla terra. Nell’analisi delle cause possiamo considerare tra quelle più dirette i “grandi squilibri” che caratterizzano l’attuale situazione mondiale: squilibri di carattere demografico, politico e economico (la diseguale distribuzione della ricchezza, l’aumento della po-polazione dei paesi più poveri e la contemporanea diminuzione della natalità nei paesi più ricchi) che trovano la propria origine in cause storiche (colonialismo e neocolonia-lismo) e in comportamenti politico-economici ancora in atto. Le più attendibili proiezioni delle Nazioni Unite (World Population Prospect dell’ONU 2013) ci consegnano per il 2050 una Terra con poco più di 9 miliardi di persone, in cui cresce la percentuale di popolazione africana (+8,4% rispetto al 2000) e si contrae ulteriormente la percentuale della popolazione europea (solo il 7,6% della popolazione mondiale, -4,3% rispetto al 2000).La presenza degli stranieri in Italia è diventata un fenomeno numericamente e social-mente rilevante nel giro di pochissimo tempo: negli ultimi 8 anni la popolazione stra-niera è triplicata (aumentata del 299%), e all’interno di questo panorama è rilevante il ruolo crescente della “seconda generazione” di stranieri (stimati approssimativamente intorno ai 3.138 individui), tutta per lo più in età scolastica, che rappresenta la sfida più grande e la più grande opportunità di integrazione per il paese. Le motivazioni che spingono le popolazioni ad abbandonare il proprio paese possono essere diverse, ma le più frequenti sono di natura politica (oltre 51 milioni di persone

fuggono da dittature, persecuzioni, soprusi, guerre, genocidi, pulizia etnica, intolle-ranza religiosa) ed economica (fuga da un’estrema povertà). Oggi, circa 3 miliardi di persone vivono con meno di 2 dollari al giorno e un miliardo di queste soffre la fame.Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori, fra cui l’Italia, i problemi riguardano la regolamentazione ed il controllo sia dei flussi migratori in ingresso che della permanenza degli immigrati. L’Italia da paese d’emigrazione (si calcola che non meno di 9 milioni di italiani non hanno più fatto ritorno in patria durante gli ultimi 100 anni) è diventata, a partire dagli anni ‘70, un paese di immigrazione, che accoglie so-prattutto stranieri provenienti da diverse parti del mondo.È comprensibile che l’arrivo improvviso di barconi con migliaia di “disperati” possa cre-are notevoli difficoltà di ordine sociale nel paese che li accoglie (fenomeni di intolle-ranza, costi dei centri di accoglienza), ma i problemi possono essere affrontati e gestiti al meglio attraverso politiche comunitarie, cercando di comprenderne la complessità.

Una volta un saggio alla domanda “chi o cosa siamo noi?” rispose:“Siamo la somma di ciò che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto, siamo ogni persona, ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato o che la nostra esistenza abbia influenzato. Siamo tutto ciò che accade dopo che non esi-stiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo esistiti”.Dal film “Un viaggio in Germania”

PRATICA

DIVERSO ORIZZONTEI ragazzi vengono esortati a creare delle coppie e a disporsi nella classe in piedi.I due componenti della coppia si mettono uno di fronte all’altro divisi da un confine immaginario. Ciascuno deve convincere l’altro ad andare dalla sua parte attraversando il confine.Ognuno viene lasciato libero di sperimentare vari modi con cui realizzare questo obietti-vo. È importante che ciascuno possa elaborare la propria strategia e che ciascuna coppia possa incontrarsi nella modalità che sceglierà.Naturalmente non esiste un modo giusto o sbagliato, ma la modalità che più di ogni altra permette di affrontare la tematica dei flussi migratori e di come questi possano essere fonte di ricchezza è che in ogni coppia ci si scambi di posto, in modo che ognuno possa assumere il punto di vista dell’altro e tornare al suo posto con un orizzonte in più negli occhi e nella mente. Questo va comunicato solo alla fine della dinamica, quando ciascu-no avrà prima utilizzato e sperimentato la propria modalità.www.parlezvousglobal.org

TEORIA

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

Senti questa...

Un dizionario per orientarsi

• RICHIEDENTE ASILO è una persona che fugge dal proprio paese e presenta una do-manda per il riconoscimento dello status di rifugiato, in un altro Stato. La sua domanda viene poi esaminata dalle autorità competenti di quel paese (in Italia, la Commissione Centrale per il Riconoscimento dello Status di Rifugiato). Fino al momento della deci-sione in merito alla domanda rimane tale.

• PROFUGO chi lascia il proprio paese a causa di eventi esterni (guerre, invasioni, rivolte, catastrofi naturali).

• IMMIGRATO chi sceglie di lasciare il proprio Paese per stabilirsi, temporaneamente o permanentemente, in un altro Stato. Tale decisione ha carattere volontario, anche se spesso dipende da ragioni economiche, avviene cioè quando una persona cerca in un altro paese un lavoro e migliori condizioni di vita.

• MIGRANTE IRREGOLARE comunemente definito CLANDESTINO, è colui che: a) ha fatto ingresso eludendo i controlli di frontiera; b) è entrato regolarmente nel pa-

ese di destinazione, ad esempio con un visto turistico, e vi è rimasto dopo la scadenza del visto d’ingresso (diventando un cosiddetto ‘overstayer’); c) non ha lasciato il terri-torio del paese di destinazione a seguito di un provvedimento di allontanamento.

• RIFUGIATO è una persona che ha fondato motivo di ritenere che potrebbe essere per-seguitata a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale, opinione politica e si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dal suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi1 .

• APOLIDE è il termine che indica una persona che nessuno Stato considera come suo cittadino nell’applicazione della sua legislazione2.

1. Convenzione di Ginevra del 1951 sullo Status dei Rifugiati - Art. 12. Convenzione di New York del 28 settembre 1954 sullo Status degli Apolidi - Art. 1 comma 1

TEORIA

PRATICA

CHI SONO IO SECONDO TE?Sulla lavagna si scrivono i 6 status sopra elencati, senza la definizione annessa.Poi si preparano dei cartoncini su ciascuno dei quali si scrive uno degli status.A 6 ragazzi volontari viene messo sulla fronte un cartoncino senza che vedano cosa c’è scritto.Agli altri si dice di non dire ai compagni cosa c’è scritto sul cartoncino, ma di compor-tarsi con lui in base al loro status.Sulla base del comportamento dei compagni, i 6 ragazzi volontari devono scoprire qual è il proprio status.Questo gioco consente di elaborare le definizioni da una dinamica di scambio e con-fronto reciproco, partendo dalle idee pregresse dei ragazzi sugli argomenti proposti.Alla fine, ad ogni status scritto in precedenza alla lavagna, verrà aggiunta la definizione ufficiale e si rifletterà insieme su quanto avvenuto durante il gioco.

Allora dove sei andato? A zonzo, per strada. Chiunque è libero di andarci, ma loro, gli altri, sono liberi di guardarti. E quegli sguardi scoprono chi sei a un chilometro di distanza. La tua faccia salta subito agli occhi. Non puoi sottrarti.

Torniamo alla tua passeggiata. Sei passato davanti al cinema e hai pensato che sarebbe stato bello entrare!

È chiaro al cinema nessuno ti guarda, tutti guardano lo schermo e anche tu. Il cinema però ha un maledetto difetto: devi pagare!

Ti rimane sempre una speranza... la stazione!

Ah certo, centrale... perché lì ci sono agevolazioni a non finire. Primo, ingresso gratuito. Secondo, lì non sei straniero. Lì non ci sono stranieri, dato che una stazione è fatta apposta per gli stranieri. In una stazione gli stranieri hanno l’aria di essere del posto più della gente del posto. In una stazione il tuo aspetto può sembrare, persino, normale.

Centrale?

Io non vado mai al cinema.

A me piace il cinema.

Dialogo teatrale tratto da S. Mrozek, Emigranti, Torino, Einaudi, 1987.

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

La Convenzione ONU sullo status di rifugiato (Ginevra 1951)

LE PORTE DELL’EUROPA Le principali rotte dei migranti

Elemento chiave della Convenzione è la definizione del concetto di rifugiato, conte-nuta all’art. 1:

Chiunque, nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua reli-gione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque essendo apolide e trovandosi fuori dal suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.

In Italia il diritto di asilo è garantito dall’art. 10, comma 3 della Costituzione:

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà de-mocratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

VIA MARE

VIA TERRA

FLUSSO INTERNOFonte: Frontex

TEORIA PRATICA

CHE COSA LI PORTA QUIPensate ai motivi che secondo voi inducono migranti e rifugiati a lasciare i loro paesi (fattori espulsivi) e poi ai motivi che li attirano in Europa (fattori attrattivi).Come: democrazia, elevati standard di vita, sicurezza, assistenza sanitaria, parità di diritti, opportunità di lavoro, istruzione, pace, diritti umani, matrimonio, studi.Proviamo a capire insieme perché ciascuno di questi termini potrebbe costituire un fat-tore attrattivo per la migrazione o una necessità di protezione per i rifugiati.E, se lo pensiamo, perché? Ce l’hanno detto? Lo abbiamo letto? Lo abbiamo vissuto? Conosciamo qualcuno che lo ha vissuto? Ecc.

AZIONE... SI GIRAMettere in scena, in piccoli gruppi, un possibile viaggio di un migrante verso il paese di destinazione considerando i motivi, le necessità, quello che lascia e quello che trova.

DENTRO/FUORISi chiede a uno dei ragazzi chi vuole fare il rifugiato. Tutti gli altri creano un cerchio prendendosi per mano e avvicinandosi molto gli uni agli altri. Chi fa il rifugiato viene tenuto fuori dal cerchio e deve cercare di entrare. Se dopo aver provato utilizzando proprie strategie non ci è riuscito, chiede aiuto ai componenti del cerchio spiegando la sua posizione e ciascuno sceglierà se farlo entrare o meno.

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

PRATICA

UNO SPAZIO PER TUTTIA ciascun partecipante viene dato un foglio di un periodico da appoggiare a terra e su cui salire. I partecipanti vengono esortati a lasciare il proprio foglio e a passeggiare libera-mente per la stanza, fino a quando il formatore e/o l’insegnate non dirà STOP e ciascuno dovrà tornare sul proprio foglio. Mano a mano il formatore e/o l’insegnate toglieranno i fogli e chi rimarrà senza dovrà chiedere “ospitalità” a chi ce l’ha ancora. Alla fine rimarrà solo un foglio e tutti dovranno trovare insieme il modo di occuparlo senza distruggerlo.Questo gioco interattivo permette di affrontare e approfondire i temi legati all’apparte-nenza, alla condivisione, all’accoglienza e alla protezione-cura dell’altro.

ACCANTO A ME C’È UN POSTO VUOTOCi si dispone in cerchio con le sedie. Accanto alla sedia del formatore e/o insegnante si mette una sedia vuota e si dice “Accanto a me c’è un posto vuoto, vorrei venisse Cristina (il nome è esemplificativo)”. Cristina dovrà il più velocemente possibile venire a occupare la sedia. Così quella di Cristina rimarrà vuota e il compagno seduto alla sua sinistra dovrà chiamarne un altro e così via.Questo gioco interattivo permette di attivare i ragazzi e riflettere insieme sui temi di inclusione/esclusione, accoglienza/rifiuto, chiusura/apertura nei confronti dell’altro, di-stanza/vicinanza.

TEORIA

DAL 1988 SONO MORTE LUNGO LE FRONTIERE DELL’EUROPA ALMENO

In Italia vivono 58 mila rifugiati. Un numero contenuto rispetto ad altri Paesi dell’Unio-ne Europea, basti pensare ai 571 mila rifugiati che vivono in Germania o ai 193.500 che vivono nel Regno Unito, e ancor più se messo a confronto a quanti vivono nei Paesi di primo asilo: in Pakistan vivono 1.702.700 rifugiati, in Iran 886.500 e in Siria 755.4004.

2013-2014Dal 1 gennaio fino al 30 settembre 2014 sono arrivate in Italia oltre 165.000 persone tra migranti e rifugiati5. Dal 1 gennaio al 30 settembre 2014, l’Italia ha ricevuto 44.000 richieste di protezione internazionale. In tutto il 2013 sono state ricevute 27.800 richie-ste di protezione internazionale.

IN TERMINI COMPARATIVINel 2013: la Germania, dove già risiedevano 187.000 rifugiati, ha ricevuto 135.000 ri-chieste di protezione; la Svezia 54.000 e il Regno Unito 29.000.I 28 Paesi Membri dell’Unione Europea hanno ricevuto il 65% di tutte le richieste di protezione presentate nei 44 Paesi industrializzati presi in considerazione nel Rap-porto Statistico dell’UNHCR6.

2.352 soltanto nel corso del 2011

Almeno 590 nel corso del 2012

801 nel corso del 2013

Già 2.086 nei primi nove mesi del 20143

3. Fonte: fortresseurope.blogspot.it (dato aggiornato al 4 ottobre 2014)4. Fonte UNHCR5. Fonte UNHCR6. Asylum levels and Trends in Industrialised Countries 2013

IL CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI (CIR) Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) è un ente morale e una Onlus, costituitasi nel 1990, sotto il patrocinio dell’UNHCR. Tra i soci fondatori del CIR vi sono i più importanti organismi di carattere umanitario e le Confederazioni sindacali. Obiettivo del CIR è la difesa dei diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, per l’affermarsi di un sistema integrato ed efficiente che si sviluppi nelle diverse fasi dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’eventuale ritorno assistito nel Paese di origine, in attuazione dei principi stabiliti dal sistema internazionale dei diritti umani, dalla Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951 e dalla recente normativa comunitaria.Le attività le più significative del CIR sono:

• Assistenza diretta alla persona• Orientamento legale• Supporto sociale• Cura e riabilitazione di rifugiati sopravvissuti a tortura• Informazione e formazione• Promozione del diritto di asilo

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

I diritti dell’immigrato come centralità della persona

“La legalità e il diritto sono le pietre fondanti della pace internazionale e della stabilità” Giorgio Napolitano

LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (1948)La Dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti individuali, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri.

Rappresenta un codice etico di importanza storica fondamentale: è stato infatti il pri-mo documento a sancire universalmente (cioè in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all’essere umano.

Ne ricordiamo alcuni Articoli:Art. 1 Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri

in spirito di fratellanza.Art. 2 Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella pre-

sente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia in-dipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Art. 3 Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Art. 7 Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discrimina-zione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Art. 13 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

Art. 15 1. Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinan-

za, né del diritto di mutare cittadinanza.

UNA CANZONE DA ASCOLTARE: The price of silence (AA VV)

PRATICA

INSIEME SI VINCEI ragazzi vengono divisi in coppie e a ciascuna coppia viene assegnato un Articolo. Un membro della coppia viene bendato e messo a un’estremità dell’aula, mentre l’altro si mette in piedi su una sedia posta all’estremità opposta.Tutti gli altri si mettono in mezzo creando con il loro corpo degli ostacoli umani. Chi è sulla sedia dovrà guidare il compagno bendato fino a lui evitando che tocchi gli ostacoli umani e, quando arriverà fino a lui, proclameranno insieme l’articolo che gli è stato assegnato. Questo gioco permette di conoscere e parlare dei diritti universali e di legarli al tema della collaborazione, ingrediente imprescindibile per il loro rispetto e la loro attuazio-ne, mostrando come spesso l’ostacolo alla loro piena realizzazione siano proprio altri esseri umani. La non-conoscenza (benda agli occhi) può trasformarsi in conoscenza attraverso la guida e il sostegno dell’altro ed è solo nella cooperazione che i diritti pos-sono essere proclamati e attuati.

TEORIA

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

LA COOPERAZIONE ITALIANA CON I PAESI IN VIA DI SVILUPPO

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso,lavorare insieme è un successo.” Henry Ford

COS’È LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO?Che vengono a fare qui? Perché non se ne stanno a casa loro? Se li dobbiamo aiu-tare, perché non lo facciamo nei loro paesi? Sono domande che tanti si pongono nei confronti dei migranti che cercano nei paesi più ricchi nuove opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita e quelle delle loro famiglie.La cooperazione allo sviluppo è costituita da una serie di politiche e azioni che permettono di agire positivamente sulle cause della migrazione negli stessi paesi di provenienza dei migranti.

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO ≠ ASSISTENZA UMANITARIA

Cooperare vuol dire operare insieme ad altri per raggiungere un obiettivo comune. L’ obiettivo comune della cooperazione allo sviluppo è quello di creare le condizioni necessarie per lo sviluppo (umano, sociale, economico) duraturo di un paese gene-ralmente riconosciuto come in “via di sviluppo”.Possiamo definire paesi in via di sviluppo (PvS) tutti quei paesi che registrano basso tenore di vita, basso reddito, diffusa povertà, limitata attività economica e basso indice di sviluppo umano (ISU). L’indice di sviluppo umano è un indicatore sociale che si misura prendendo in considerazione il reddito nazionale, l’aspettativa di vita e il tasso di alfabetizzazione degli adulti.Nel campo della cooperazione allo sviluppo i rapporti tra le entità che vi operano si basano sullo scambio reciproco, sulla collaborazione e sulla solidarietà.La cooperazione internazionale non ha come unico obiettivo la crescita economica di un paese, ma l’ampliamento progressivo delle possibilità di scelta delle persone, riconducibili a tre dimensioni essenziali: esistenza, conoscenza, risorse (per una vita dignitosa).

TEORIA

PRATICA

QUESTIONE DI DECISIONISi creano due squadre e i partecipanti di ciascuna squadra senza farsi scoprire dall’altra devono decidere insieme se essere coniglio, pistola o muro. Quando il formatore e/o l’insegnante dirà VIA le due squadre dichiareranno ad alta voce ciò che hanno deciso. Il muro vince la pistola; La pistola vince il coniglio; Il coniglio vince il muro. Esempio: una squadra sceglie di essere il coniglio e una il muro; in questo caso vince il coniglio perché riesce a saltare il muro.Questo gioco permette di affrontare e approfondire i temi della cooperazione fra cui la collaborazione-condivisione; dinamiche di confronto-scontro; conoscenza reciproca; necessità di definizione, decisione e esecuzione chiara; definizione di obiettivi.

CHI SONOSi crea un grande cerchio e ciascuno dei partecipanti si presenta dicendo il proprio nome, poi facendo un passo in avanti dice una propria qualità e facendo un passo indie-tro dice un aspetto che vuole migliorare di sé.

DA UN CERCHIO ALL’ALTROCi si mette in fila; ciascuno tiene le mani dietro la schiena e ha uno stecchino in bocca; attraverso lo stecchino ci si passa un piccolo cerchietto senza utilizzare le mani facen-dolo procedere lungo la fila da uno stecchino all’altro.

È AMARE È SERVIRE

È AIUTO

È SOSTEGNO

È COLLABORARE

È ASSISTERE

È INTESA È UNIONE

È COADIUVARE

È EDIFICARE È IMPEGNO

È ...

COS’È PER TE LA COOPERAZIONE?

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

Millennium Development Goals (MDGs) eSustainable Development Goals (SDGs)

“Il lavoro di squadra è l’abilità di lavorare insieme verso una visione comune. L’abilità di dirigere ogni realizzazione individuale versoun obiettivo organizzato. È il carburante che permette a persone comuni di ottenere risultati non comuni.”

Nel 2000 nella Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite sono stati emanati gli obiettivi generali delle politiche di cooperazione allo sviluppo: i Millennium Develop-ment Goals (MDGs). Si tratta di 8 obiettivi che 191 Stati, ricchi e poveri, membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere entro il 2015 attraverso un impegno reciproco a fare ciò che è necessario per costruire un mondo più sicuro, più prospero e più equo per tutti.Solo quando questi obiettivi saranno raggiunti, ci troveremo in una società multiculturale dove tutti potranno dare il loro contributo per lo sviluppo globale.

E DOPO IL 2015?Le Nazioni Unite hanno già definito nuovi Sustainable Development Goals (SDGs), Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, nati nella conferenza ONU sullo sviluppo sostenibile tenutasi nel 2012 a Rio de Janeiro.

Esiste già una lista dei 17 nuovi obiettivi da realizzare entro il 2030:

1. Sradicare la povertà estrema, ovunque e in tutte le sue forme.2. Porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e garantire adeguato nutri-

mento per tutti, promuovere l’agricoltura sostenibile.3. Realizzare condizioni di vita sana per tutti e a tutte le età.4. Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, ed opportunità di apprendi-

mento permanente per tutti.5. Realizzare l’eguaglianza di genere, l’empowerment delle donne e delle ragazze

ovunque.6. Garantire acqua e condizioni igienico-sanitarie per tutti in vista di un mondo so-

stenibile.7. Assicurare l’accesso a sistemi di energia moderni, sostenibili, sicuri e a prezzi ac-

cessibili per tutti.8. Promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile nonché il

lavoro dignitoso per tutti.9. Promuovere un processo d’industrializzazione sostenibile.10. Ridurre l’ineguaglianza all’interno e fra le Nazioni.11. Costruire città e insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili.12. Promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili.13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.14. Garantire la salvaguardia e l’utilizzo sostenibile delle risorse marine, degli oceani e

del mare.15. Proteggere e ripristinare gli ecosistemi terrestri e arrestare la perdita di biodiversità.16. Rendere le società pacifiche e inclusive, realizzare lo stato di diritto e garantire

istituzioni efficaci e competenti.17. Rafforzare e incrementare gli strumenti di implementazione e la partnership glo-

bale per lo sviluppo sostenibile.

OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Sradicare la povertà estrema e la fame.1.

5.

3.

7.

2.

6.

4.

8.

Rendere universale l’istruzione primaria.

Ridurre la mortalità infantile.

Promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne.

Migliorare la salute materna.

Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie.

Garantire la sostenibilità ambientale.

Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

TEORIA

PRATICA

METTETE QUESTI OCCHIALISuddividere i partecipanti in gruppi. A ciascun gruppo si dà uno degli obiettivi sopra elencati e ciascuno di essi deve definire le azioni necessarie per raggiungere quell’o-biettivo. Poi ciascun gruppo costruirà un paio di occhiali da far indossare al proprio portavoce che comunicherà quanto stabilito dal gruppo a tutti gli altri. Il formatore e/o l’insegnante li guiderà nel confronto con quanto riportato nella tabella di cui sopra.

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

Gli attori della cooperazione allo sviluppo

Possiamo distinguere gli attori della cooperazione in governativi e non governativi.

ATTORI GOVERNATIVIGli attori governativi sono principalmente i governi, le istituzioni centrali e locali (ad esem-pio i Ministeri) e gli organismi internazionali (ad esempio la FAO, l’UNHCR, l’UE, ecc…). La cooperazione governativa comprende un sistema di interventi intrapresi da un go-verno sulla base di specifici orientamenti e priorità politiche che trovano riscontro in specifici accordi, volti a contribuire allo sviluppo del paese beneficiario. Gli interventi sono promossi direttamente dal governo, che ne diviene responsabile e garante, anche se l’attuazione concreta può essere affidata a istituzioni preposte o a soggetti privati.

ATTORI NON GOVERNATIVIGli attori non governativi sono istituzioni della società civile senza fini di lucro che rea-lizzano interventi di cooperazione ai fini di solidarietà internazionale. Le istituzioni della società civile comprendono le associazioni, le corporazioni, le Chiese, i sindacati, ecc.Gli attori non governativi possono realizzare i propri interventi sia all’estero che in Italia. I soggetti privati impegnati nella solidarietà internazionale rappresentano in genere i canali privilegiati per l’investimento delle risorse pubbliche e private destinate alla co-operazione allo sviluppo.Rientrano in questa categoria anche le Organizzazioni Non Governative (ONG), che sono organismi che svolgono attività senza scopo di lucro, in quanto ogni profitto ottenuto viene investito in programmi di sviluppo, di aiuto umanitario e di educazione allo sviluppo. Sono organizzazioni autonome che realizzano le proprie attività senza vincoli rispetto ai governi nazionali o alle Istituzioni multilaterali.Tutte le ONG adottano un approccio partecipativo, cioè coinvolgono i beneficiari negli interventi di cooperazione allo sviluppo.I principali settori di intervento delle ONG sono: agricoltura, sanità, formazione pro-fessionale, infrastrutture, industria e artigianato, risorse naturali e ambientali, energia e materie prime.

ALCUNI ESEMPI DI ORGANIZZAZIONI GOVERNATIVE

ALCUNI ESEMPI DI ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE

EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO (EaS)Oltre che nelle attività di cooperazione direttamente rivolte ai paesi e alle popola-zioni più bisognose, gli attori della cooperazione sono impegnati anche nell’ambito dell’Educazione allo Sviluppo (EaS), che consiste in azioni di sensibilizzazione dell’o-pinione pubblica per promuovere valori di solidarietà, uguaglianza, cooperazione, pace e dialogo interculturale, per aumentare la conoscenza e la comprensione delle cause e degli effetti dei fenomeni globali, degli squilibri Nord-Sud, per promuovere politiche economiche, sociali e ambientali più giuste e sostenibili. L’Educazione allo Sviluppo crea cittadini e cittadine del mondo più consapevoli, in grado di combat-tere la povertà e di promuovere concretamente uno sviluppo più equo, solidale e sostenibile.

Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione,

la Scienza e la Cultura.

È la più grande ONG mon-diale per la conservazione

della natura.

Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia.

ONG internazionale impegnata nella difesa dei

diritti umani.

Unione Europea.

ONG internazionale che porta soccorso sanitario e assistenza medica nelle

zone del mondo in cui il diritto alla cura non è

garantito.

Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimen-

tazione e l’agricoltura.

ONG internazionale che si batte per la salvaguardia

dell’ambiente e della pace con azioni dirette e non

violente.

Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

ONG italiana che offre cure mediche e

chirurgiche gratuite alle vittime della guerra e della

povertà.

TEORIA

NUOVE FINESTRE SUL MONDO

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

Giovani e cooperazione allo sviluppo

“Pochi sono gli uomini di squadra, perché solo pochi sono così grandida pensare al bene comune prima che a se stessi”Vincent Thomas Lombardi

Nell’ambito della cooperazione internazionale esiste una molteplicità di attori impegnati a vario titolo nella formulazione e nella realizzazione di azioni di cooperazione interna-zionale.Tutti gli attori, governativi e non governativi, hanno bisogno di giovani motivati e con la volontà di impegnarsi e mettersi al servizio delle popolazioni più bisognose.Affinché si possano acquisire competenze e professionalità e diventare veri e propri co-operanti è necessario specializzarsi nel settore della cooperazione internazionale attra-verso studi (specifici corsi universitari e post-universitari) ed esperienze.Il cooperante è un professionista con competenze, conoscenze e qualità personali che gli consentano di assumere compiti di rilevante responsabilità tecnica, gestionale ed or-ganizzativa nei progetti di cooperazione internazionale.Il volontariato rappresenta spesso la prima esperienza di partecipazione dei giovani ad azioni di cooperazione allo sviluppo.Essere volontari significa svolgere un’attività in modo spontaneo, appunto volontario, per ragioni di solidarietà e giustizia sociale. Significa porsi al servizio degli altri, al fine di migliorare le condizioni di vita delle persone in difficoltà, tutelare e valorizzare l’ambiente e promuovere la cultura della solidarietà e della pace. I giovani hanno a disposizione varie opportunità per intraprendere un percorso di crescita umana e professionale nella cooperazione.Nel campo della cooperazione non governativa è possibile svolgere stage o un’espe-rienza di volontariato presso le ONG. Tali esperienze possono essere svolte sia in Italia che all’estero e avere diversa durata in base alla disponibilità e alle esigenze della ONG e del volontario. Esistono poi opportunità di volontariato all’estero offerte ai giovani che vengono pro-mosse da enti governativi in collaborazione con enti non governativi; fanno parte di que-sta categoria ad esempio il Servizio Civile Nazionale e il Servizio Volontario Europeo.

IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE (SCN)È un’opportunità offerta ai giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico in Italia o all’estero.Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio civile volontario, sceglie di aggiun-gere un’esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, assicurandosi, nel contempo, una piccola autonomia economica.Le aree nelle quali è possibile prestare il Servizio Civile Nazionale sono: assistenza, pro-tezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione cul-turale, estero.

IL SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO (SVE)È un progetto di mobilità per la formazione non formale dei giovani previsto dal pro-gramma europeo ERASMUS+.Attraverso lo SVE i giovani di età compresa tra i 17 e 30 anni possono impegnarsi per-sonalmente attraverso un servizio volontario non retribuito, a tempo pieno, fino ad un massimo di 12 mesi, in un altro paese all’interno o all’esterno dell’UE.Attraverso il loro servizio i volontari collaborano al lavoro quotidiano delle organizzazioni no profit che li ospitano e che sono impegnate in diverse aree: cultura, gioventù, assi-stenza sociale, patrimonio culturale, cooperazione allo sviluppo, ambiente, ecc.

PRATICA

DIMMELO COSÌSi creano delle coppie. Ciascun componente deve comunicare all’altro delle affermazione in base al contesto e al tipo di ruolo ricoperto di volta in volta. Le affermazioni e i contesti vengono decisi dal formatore e/o l’insegnante. Per esempio, comunicare a qualcuno che ci troviamo in una situazione di difficoltà in diversi contesti di vita: a uno sconosciuto in una stazione ferroviaria, a un amico in un contesto familiare, a un collega sul posto di lavoro. Questo gioco interattivo permette di riflettere sull’influenza del ruolo e del contesto sulla comunicazione e sulla necessità di modificare la propria modalità comunicativa in base alle differenti situazioni.

COME L’ALTRODisporsi in cerchio e un volontario si mette in mezzo. Gli altri devono fare tutto ciò che fa la persona in mezzo al cerchio. Questo gioco permette di affrontare e riflettere sulle dinamiche relazionali basate sulle somiglianze e le differenze che i volontari e i cooperanti spesso si trovano a vivere rispetto alle persone che incontrano nei paesi in cui operano; sulla necessità di mettersi in gioco e sulla consapevolezza che le proprie azioni hanno effetti e influenze sulle modalità di agire dell’altro.

SPIEGATISi creano delle coppie e in ciascuna si deve immaginare di dover fare le seguenti comuni-cazioni: Una persona muta deve dire a una persona cieca “attenta al burrone”; Una persona cieca deve dire a una persona sorda che devono uscire prima delle cinque. Questo gioco interattivo, come il precedente, permette di riflettere sulla necessità di modificare le pro-prie modalità comunicative in base alle caratteristiche dell’altro e alle necessità legate al contesto e al momento che ci si trova ad affrontare.

CONOSCERE IL MONDO ATTRAVERSO L’ALTROSi creano delle coppie. Un componente della coppia viene bendato e l’altro deve guidarlo per fargli conoscere l’ambiente intorno a lui. Questo gioco interattivo permette di riflettere in particolare sia sulla necessità di affidarsi all’altro e di permettergli di guidarci nella co-noscenza di un contesto che a noi può risultare sconosciuto, sia sulla responsabilità che l’altro ha nel guidarci e nel definire cosa e come conosceremo quel dato contesto.

TEORIA

NUOVE FINESTRE SUL MONDO

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Cooperazione allo sviluppo e migrazione

PER SAPERNE DI PIÙ

SITI INTERNET• Finestre sul Mondo: www.finestresulmondo.net, il sito raccoglie il materiale relativo al progetto.• Per il bando MAE-DGCS: Portale della Cooperazione Italiana (Delibera del C.D. del 17/12/2013) - www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it• ENGIM ONG: www.engiminternazionale.org• Servizio Civile Nazionale: www.serviziocivile.gov.it• Servizio di Volontariato Europeo: www.agenziagiovani.it - www.erasmusplus.it• CESTIM (Centro Studi Immigrazione Onlus) www.cestim.it• CIR (Consiglio italiano per i rifugiati): www.centroastalli.it• Indicazione didattiche sui fenomeni migratori: www.parlezvousglobal.org• Programma Integra: portale del comune di Roma dei servizi per l’inclusione sociale dei migranti e rifugiati - www.programmaintegra.it• Le quattro ipotesi identitarie: a cura del Centro Nazionale di Documentazione ed analisi sull’infanzia e l’adolescenza:www.educational.rai.it/corsiformazione/intercultura/scaffale/approf/approf27.htm• Rai Educational: www.educational.rai.it• Dall’alterità alla differenza: di Didier Lapejronnie:www.comune.torino.it/cultura/intercultura/12/12b1-1.html#identitý• Centro Interculturale Città di Torino:www.comune.torino.it/cultura/intercultura/_laboratori.html• Accettare le diversità: www.tolerance.it• Campagna “L’Italia sono anch’io!”: www.litaliasonoanchio.it• Per il trailer del corto “Noi e gli altri” di Max Nardari: www.resetmedia.it

FILM, DOCUMENTARI E VIDEO• Per film, documentari e video: www.filmsforaction.org; www.mymovies.it; www.cinemmed.be; www.cestim.it.

• Film consigliati Quando sei nato non puoi più nasconderti, di Marco Tullio, Giordana (2005).Acqua fuori dal ring, di Joel Stangle (2012).Terraferma, di Emanuele Crialese (2011).Dreaming Apecar, di Dario Leone, Italia (2013).Io sto con la sposa, di Antonio Augugliaro, Gabriele del Gandre, Khaled Soliman Al Nassiry.Cose di questo mondo, di Michael Winterbottom (2002).Monsieur Lazhar, di Philippe Falardeau (2011).Welcome, di Philippe Lioret (2009).Lamerica, di Gianni Amelio, Italia (1994).Mississippi Masala, di Mira Nair, Francia (1991).East is East, di Damien O’Donnel, Gran Bretagna (1996).Il mio grosso grasso matrimonio greco, di Joel Zwick, USA (2001).Sognando Beckham, di Gurinder Chadha, UK/Germania (2002).

LIBRI Come un pesce fuor d’acqua. Il disagio nascosto dei bambini e dei ragazzi stranieri, G. Favaro e M. Napoli, 2002, Edizioni Angelo Guerini e Associati SpA, Milano - Dispo-nibile al Cestim.Insegnare l’italiano agli alunni stranieri, G. Favaro, 2004, RCS Libri SpA, Milano - Di-sponibile al Cestim.I bambini della nostalgia, G. Favaro e T. Colombo, 1993, Arnoldo Mondadori, Milano - Disponibile al Cestim.Il prisma dell’identità, da Identità plurali, A. Fucecchi e A. Nanni, 2004, EMI: Bologna - Disponibile al Cestim.Nel mare ci sono i coccodrilli, di Fabio Geda.Cittadina di seconda classe, di Buchi Emecheda.Non dirmi che hai paura, di Giuseppe Catozzella.La mia casa è dove sono, di Igiaba Scego.Nuove lettere persiane. Sguardi dall’Italia che cambia, a cura di Francesca Spinelli.Pecore nere, di Gabriella Kuruvilla, Ingy Mubiavy, Igaba Scego, laila Wadia.La lingua di Ana. Chi sei quando perdi radici e parole?, di Elvira Mujcic.Habiba la magica, di Chiara Hingrao.Terre senza promesse. Storie di rifugiati in Italia, a cura del Centro Astalli Avagliano Editore, 2011.La storia di Malala, di Viviana Mazza (illustrazioni di P. D’Altan) Mondadori, 2013.L’albero dei fiori viola, di Sahar Delijani Rizzoli 2013.Il razzismo spiegato a mia figlia, di Tahar Ben Jelloun, Bompiani 1998.Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio, di Amara Lakhous, collana Asso-lo, Edizioni e/o, Roma, 2006.

Libro su giochi interattivi da utilizzare con i ragazzi: Giochi di interazione per bambini e ragazzi, di Klaus W. Vopel (1996), Editrice Elle Di CI 10096 Leumann Torino: www.cestim.it/sezioni/videoteca/#libri

MUSICAL’Orchestra di Piazza Vittorio.Ebano, Modena City Ramblers.Pane e Coraggio, Ivano Fossati.Il testamento di Tito, Fabrizio De André.L’emigrante, Rino Gaetano.Frontera, Jeorge Drexle.Amerigo, Francesco Guccini.

Progetto EAS 10316/ENGIM/ITA

cofinanziato da

In consorzio con

In partnership con

NUOVE FINESTRE SUL MONDO Cooperazione allo sviluppo e migrazione

Testi e contenuti: Antonella Panunzi, Giuseppe Mazzini, Linda Sette-

Progetto grafico e impaginazione: Luca Porcorossi art director & designer