Non di PANE · cola Galilea che c’è in me e che c’è in te. Dove c’è tene- ... il 607 e il...

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Settimanale di preghiera Anno XIX - n° 787 Non di solo PANE Domenica 22 gennaio 2017 III Tempo Ordinario «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».

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Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

Anno XIX - n° 787

Non di solo

PANE Domenica 22 gennaio 2017

III Tempo Ordinario

«Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ III Tempo Ordinario ­ pagina 2

Gennaio 2017

“Pregare, forse il

discorso più urgente”

Sussidio di preghiera

per la famiglia

Offerta della giornata

Cuore divino di Gesù,

io ti offro per mezzo

del Cuore Immacolato di Maria,

Madre della Chiesa,

in unione al Sacrificio eucaristico,

le preghiere, le azioni,

le gioie e le sofferenze

di questo giorno,

in riparazione dei peccati,

per la salvezza di tutti gli uomini,

nella grazia dello Spirito Santo,

a gloria del divin Padre.

Offerta quotidiana

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le

azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore

del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi

nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida

e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimo-

ne del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego

specialmente per le intenzioni che il Santo Padre

raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo

mese

Intenzione del Santo Padre

Per tutti i cristiani, perché fedeli all’insegnamento

del Signore si adoperino con la preghiera e la carità

fraterna per ristabilire la piena comunione ecclesia-

le, collaborando per rispondere alle sfide attuali

dell’umanità.

Intenzione dei vescovi

Perché la Chiesa italiana avanzi con coraggio sulla

via della missione.

Intenzioni mese di Gennaio

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 3

III Settimana Tempo Ordinario

La saggezza

sta nell’imporsi delle priorità.

Brano Evangelico: Mt 4,12­23 Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafar­nao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tene-bre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vici­no». Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo segui­rono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Gesù andava attorno per tutta la Ga­lilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona no­vella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Contemplo: Abbiamo visto una grande luce (cf Mt 4,16)

«Il popolo che camminava nelle tenebre» (Is 8,23) siamo tutti noi che viviamo tra le incertezze di questo mondo. In Gesù abbiamo visto «una grande luce», cioè il suo amore per il Padre e per i fra­

telli. Egli stesso ci ha dato il suo Spirito perché avessimo nel cuore lo stesso amore, la stessa luce. Ed è la sua luce, che rifulge nel no­stro intimo, a guidarci sulla retta via.

Agisci

In un momento di

preghiera, nell’arco

della giornata, esa-

minerò a cosa è le-

gato il mio cuore,

per scoprire ciò che

mi tiene lontano da

Dio, e chiederò la

grazia di sapervi ri-

nunciare.

Il santo del giorno:

San Vincenzo di Saragozza

Martire del IV seco-lo, Vincenzo nacque

in Spagna, a Hue-sca. Divenuto il più

affidabile collabora-

tore del vescovo

Valerio di Saragoz-za, subì il martirio

in quella città du-rante le feroci per-

secuzioni di Diocle-ziano, perpetrate in

terra spagnola dal

governatore Dacia-

no nel 304. Viene rappresentato con

gli abiti del diacono, dalmatica e stola

indossata di traver-so, e con la palma

del martirio.

Domenica 22

Gennaio

III Settimana del Salterio

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ III Tempo Ordinario ­ pagina 4

R i f l e s s i o n i p e r o g n i g i o r n o

Gesù si trasferisce da Naza-

reth a Cafarnao, sempre in

Galilea, presso il pescoso lago

di Genésaret (mare dell'arpa

o della cetra). Non è una

scelta occasionale ma voluta,

dettata dalla logica divina

che dall’alto scende verso il

basso, penetra nei bassifondi,

parte dai piccoli inferni che

gli uomini, con estrema facili-

tà, costruiscono in questa mi-

sera “valle di lacrime”. Gali-

lea, luogo di confine fra i ter-

ritori dipendenti da Erode An-

tipa ed il fratellastro Erode

Filippo; entrambi vi riscote-

vano le tasse e vi era pure

una guarnigione romana. I

potenti si arricchivano e la

gente impoveriva. Galilea

delle genti. Terra di incontro

tra varie popolazioni, luogo

abitato dai pagani, da miscre-

denti, da gente avvolta dai

meandri delle tenebre e quin-

di bisognosa di una piccola

luce, di una lieta notizia. Ge-

sù parte proprio dalla Galilea,

dalle tante Galilee, dalla pic-

cola Galilea che c’è in me e

che c’è in te. Dove c’è tene-

bra là Gesù si trasferisce, do-

ve c’è miseria, qualsiasi mise-

ria, là il Dio liberatore pone

la sua tenda. Non è una pre-

senza passiva e innocua quel-

la di Gesù ma esigente:

«Convertitevi, perché il regno

dei cieli è vicino». I cambia-

menti non avvengono con il

tocco di una bacchetta magi-

ca, ma richiedono una deci-

sione personale, un cambia-

mento di prospettiva. I gioghi

si rompono, la povertà diven-

ta gaudio, il deserto si tra-

sforma in lussureggiante oasi

solo attraverso la conversio-

ne. Le mie tenebre si trasfor-

mano in luce quando esco da

me stesso, l’alba sorge quan-

do decido di mettermi in vi-

aggio. La conversione non è

mai un avvenimento sociale,

ma personale. Per trasforma-

re la Galilea devo cambiare il

mio cuore. Devo percorrere la

“via del mare”, devo lasciar-

mi avvolgere dal soffio del

vento che solleva la polvere

del mio deserto interiore.

Nella lieve brezza del mattino

riconosco la presenza di Dio,

la voce dell’infinito che con

struggente insistenza conti-

nua a dirmi: «Convertiti, per-

ché il regno dei cieli è vici-

no». Mia piccola Galilea quan-

to ti voglio bene. Qui, tra mil-

le contraddizioni, posso cam-

biare, mi viene data la possi-

bilità di partecipare ad un

bacchetto che non è di quag-

giù. Qui incontro Gesù che ha

scelto di incominciare da me,

da questa miseria, dal mio

peccato. Anche se domani mi

incamminerò verso il sontuoso

tempio di Gerusalemme per

offrire le tortore del mio en-

nesimo tentativo di conversio-

ne, poi tornerò nella mia Ga-

lilea. Qui la misericordia di-

vina non viene mai meno, qui

incontro gli esuli figli di Eva,

la mia famiglia, intravedo la

porta di casa mia.

Segno dell’amore di Dio

Segni visibili Meditazione di Don Luciano Vitton Mea

Preghiera

Signore Gesù, invochiamo il tuo sguardo su di noi, sull'ordinarietà della nostra esistenza, sulle piccole e grandi fatiche della giornata. Guar-daci, Signore, guarda a noi e rianima la nostra vita, dai valore ad ogni più piccola cosa, rimetti in moto la no-stra vita in un dinamismo di dono, di servizio, di stupore fanciullo. Ti pre-ghiamo per questo, Signore!

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 5

III Settimana Tempo Ordinario

Il santo del giorno:

Sant’I ldefonso

da Toledo

Visse in Spagna tra

il 607 e il 667. Aba-

te benedettino, fu

eletto vescovo di

Toledo. Scrisse o-

pere di teologia e

trattati sulla vergi-

nità di Maria. Il cul-

to in suo onore si

diffuse a partire

dalla traslazione

de l le re l iqu ie ,

nell'VIII secolo.

Viene rappresenta-

to nelle vesti di a-

bate, generalmente

in presenza della

Vergine Maria, le

cui apparizioni al

santo sono il tema

principale dell'ico-

nografia che lo ri-

guarda.

Brano Evangelico: Mc 3,22­30

Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può en­trare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la ca­sa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È pos­seduto da uno spirito immondo».

Dimentica il passato: è morto e sepolto.

Vivi per il futuro: è pieno di possibilità.

Agisci

Spenderò un po’ del

mio tempo per com-

piere un concreto

atto di carità verso

qualche fratello, u-

nendovi anche una

preghiera per lui.

Contemplo: Si è ricordato del suo amore (sai 97,3)

Con la sua vita e la sua morte il Signore Gesù ci ha mostrato l'a­more del Padre (cf Gv 14,9). Il Signore Gesù ci testimonia che Dio «si è ricordato del suo amore e della sua fedeltà» (Sal 97,3),

poiché non solo ci ha donato «qualcosa» di molto prezioso, ma ha donato se stesso, il suo Figlio amato, il suo Spirito d'amore, per questo eleviamo ogni giorno a lui il nostro rendimento di grazie.

Lunedì 23

Gennaio

III Settimana del Salterio

Non di solo pane ­ Numero 787 III Tempo Ordinario ­ pagina 6

Meditiamo la Parola

La vicinanza di Dio Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Giovanni vede Gesù venire verso di lui. Dio ama

l’uomo e quindi va verso di lui, lo cerca. Non ama

l’uomo ideale, come lo aveva sognato, ma così

com’è, con le sue ombre e le sue luci, con i suoi

slanci di generosità e nel fango della sua empietà.

E’ Dio che viene verso di noi, si rende presente,

illumina la notte oscura dell’incredulità, sostiene

le nostre fragilità, fasci i lombi di ogni umana de-

bolezza. E’ il Dio presente, che c’è, che intervie-

ne. Questa verità era già ben evidente nell’Antico

Testamento ma ha raggiunto la sua pienezza con la

venuta di Gesù, il Verbo fatto carne. Questa vici-

nanza fa sorgere in noi una domanda, ci interpella,

sfiora la blasfemia: come può Dio amare l’empietà,

l’uomo che è caduto nell’abisso del peccato? A

stento, direbbe San Paolo, si trova chi e disposto a

dare la vita per il giusto ma come è possibile che

la santità si avvicini così tanto all’empietà? La ri-

sposta è chiara ed evidente: soffrendo. I genitori

soffrono per il figlio che si è perso, la bontà soffre

per la cattiveria, la giustizia per l’ingiustizia, la

vicinanza per la lontananza, Dio per il peccatore.

Dio va verso l’uomo, si fa prossimo, abita sul pia-

nerottolo dell’umana esistenza per redimere e

salvare, per riscattare la vita, ogni vita. Diventa

così l’uomo dei dolori, il crocefisso. Quando con-

templiamo il crocefisso, contempliamo l’amore di

Dio, il perenne moto di chi viene “verso di noi”,

l’infinita grandezza di un Creatore che redime la

sua creatura.

Meditazione del giorno

Soltanto un povero può

seguire il Passante Di Alessandro Pronzato

Più che le sentinelle l'aurora,

Israele attenda il Signore,

perché con il Signore è la misericordia

e grande è con lui la redenzione.

Il tempo della notte, della veglia, degli

interrogativi laceranti, è lungo, spesso

insopportabile. Ma allorché si affaccia

all'orizzonte la Realtà promessa, si sta

delineando la grande scoperta, spunta

l'aurora di un mondo nuovo, è il momen-

to di nascere, non hai più tempo di so-

gnare, di fare previsioni. Se non spalan-

chi gli occhi in quell'istante e se nello

stesso, tempo non sei già in piedi, anzi,

in cammino, dopo ti ritroverai a veder

passare, interminabilmente, nessuno..,

niente all'altezza delle tue attese.

Lui ti dà la grazia di seguirlo. E ciò av-

viene nella spoliazione più assoluta. Sol-

tanto un Povero, che non ha nulla da

difendere, può seguire il Passante.

Anche Lui, quando passa, non ha più

tempo.

... L'ha esaurito tutto nell'aspettarti.

E soltanto Lui sa quanto glien'è occorso.

Preghiera

Signore Gesù, che hai aperto a ogni uomo e donna i segreti di una giovinezza che non conosce la vecchiaia dell'egoismo e della paura di servire e di amare, rialzaci dai letti in cui ci prostra la febbre delle nostre paure e delle nostre dimissioni dall'amore. Come il giovane Samuele, donaci di accogliere il dono della vita come un servizio di profezia.

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 7

III Settimana Tempo Ordinario

La vita presto passerà,

ma ciò che fai per amore durerà.

Brano Evangelico: Mc 3,31­35

Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo manda­rono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

Agisci

Cercherò un parente

o un amico che si sia

allontanato dalla

pratica della fede e

gli offrirò la mia te-

stimonianza di vita

cristiana.

Il Santo del giorno:

San Francesco

di Sales

Nato in Savoia nel

1567, studiò retori-

ca, filosofia e teolo-

gia all'università di

Parigi e conseguì il

dottorato in legge a

Padova, ma rinun-

ciò alla carriera se-

colare per dedicarsi

al sacerdozio. Ordi-

nato nel 1593, fu

instancabile e pa-

ziente predicatore,

inviato nel territorio

di Chablis a operare

la conversione dei

calvinisti. Dal 1602

fu vescovo di Gine-

vra. Morì nel 1622;

canonizzato nel

1665, nel 1877 fu

dichiarato Dottore

della Chiesa. Viene

rappresentato in

abiti vescovi li, cal-

vo e con folta bar-

ba.

Contemplo: Ecco mia ma-dre e i miei fratelli (Mc 3,34)

All'annuncio che la madre e i fratelli erano venuti a cercar­lo, Gesù, indicando quanti lo ascoltavano, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di

Dio, costui per me è fratello, sorella e madre» (Mc 3,34­35). Il legame che unisce Ge­sù all'umanità non è quello del sangue, ma quello della fede che spinge ad ascoltare e mettere in pratica la sua pa­rola.

Martedì 24

Gennaio

III Settimana del Salterio

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ III Tempo Ordinario ­ pagina 8

Preghiera

Signore Gesù, tu non hai voluto formare una

famiglia secondo le attese e le consuetudini del-

la tua gente, né hai temuto di deludere quanti ti

amavano e ti sentivano parte della loro vita per

legame di natura e di affetto. Donaci la larghez-

za di cuore per scegliere i cammini più adeguati

alla nostra libertà, fino a farci custodi della li-

bertà di tutti e di ognuno.

Meditiamo la Parola

Il più grande miracolo Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

L’ascolto attento della Parola di Dio genera

in noi un miracolo, forse il più grande; quello

che valica ogni confine e ogni limite: quello di

diventare famigliari di Dio, madre, fratello, so-

rella di Gesù. Mistero che ci avvolge, incontro

tra che è infinitamente grande e ciò che è infi-

nitamente piccolo. La Parola ascoltata e messa

in pratica fa crescere dentro di noi una nuova

mentalità, rigenera il lievito facendolo diventa-

re nuovo, ci rende otri capaci di contenere la

forza del vino appena spremuto. Il Vangelo, let-

to e meditato ogni giorno, tesse dentro di noi

l’icona di Gesù, il suo volto, i suoi sentimenti.

“Nel Medioevo spesso Maria è raffigurata in gi-

nocchio di fronte al bambino nella greppia

mentre lo adora. In queste figure gli artisti e-

sprimono quanto Luca ha espresso con i cinque

verbi: essa ha dato alla luce, ha avvolto, ha de-

posto, ha serbato e ha meditato. Maria sente il

mistero di questa nascita. Ripensa sempre nel

proprio cuore quanto è accaduto. Medita il mi-

stero del proprio figlio per rendersi conto di

questo bambino. Maria è per Luca la donna che

crede”. (A. GRON, Natale celebrare un nuovo inizio,

Brescia 1999, 126s.). Cosi, nella semplicità, pie-

ghiamo anche noi le ginocchia, ascoltiamo ciò

che tanti uomini giusti avrebbero desiderato u-

dire, lasciamoci guidare da quella mano intessu-

ta d’amore, contempliamo il Verbo che per noi

diventa carne, evento di salvezza. Poi, giù, ci

attende la valle, gli uomini, la storia di ogni

giorno. Ci attende un nuovo miracolo: chi ci sta

accanto diventa fratello, il forestiero un volto

famigliare, il nemico una persona da perdonare

e da amare.

don Luciano Vitton Mea

Meditazione del giorno

Il pozzo e il canto di Jose Tolentino Mendoca

«“Lo senti?”, disse il piccolo

principe. “Abbiamo svegliato

questo vecchio pozzo e lui si è messo a canta-

re”». Mi torna spesso in mente questa esclama-

zione dell'eroe di Saint-Exupéry allorché trova

un pozzo in pieno deserto. Non ci si aspetta

che esistano pozzi in pieno deserto. Lui, però,

garantisce che «ciò che rende bello il deserto è

il fatto che da qualche parte si nasconde un

pozzo». Così pure nella nostra vita sta celato

un pozzo, anche se avvertiamo che l'aridità la

ricopre con il suo fine mantello di sabbia e de-

solazione. Noi ci lagniamo della vita. Le manca

qualcosa, mai niente è perfetto, mai niente è

completo, nulla è risolto. È come se stessimo a

giocare a un gioco senza soluzione: se abbiamo

il pozzo, ci manca la corda; se abbiamo la cor-

da, ci manca il secchio; se abbiamo corda, sec-

chio e pozzo, ci manca la forza di andare fino

al fondo della sorgente per attingere l'acqua

che ci disseti. In questa narrazione spirituale

così intensa che è Il piccolo principe, non ci

manca niente. Ciò che vi si insegna è che ognu-

no di noi ha quanto gli serve per sperimentare

la gioia. Non è un problema di conoscenza, è

un problema di sguardo. Di guardare a quel che

siamo e a quanto ci circonda con cuore grato,

capaci di percepire il dono che ci abita. Se ac-

costiamo l'orecchio alla vastità della nostra

vita, essa canta!

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 9

III Settimana Tempo Ordinario

Ogni delusione nella vita può essere un punto di partenza

per cose più grandi.

Brano Evangelico: Mc 16,15­18

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il van­gelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà sal­vo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio no­me scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prende­ranno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Contemplo: Vi fu una luce dal cielo (cf At 9,3)

Ciò che fa cadere a terra Saulo non è un colpo di spada, ma una luce dal cielo che all'improvviso lo avvolge (cf At 9,3). Noi pen­siamo che per fermare un nemico che ci perseguita dovremmo ricor­rere alle maniere dure, violente,

pari a quelle che subiamo. Dio attua un'altra strategia: manda il suo invincibile amore, che è luce, perdono, eterna sapienza e comu­nione di pace.

Agisci

Durante la giornata

di oggi, offrirò al

Signore un piccolo

sacrificio per i sa-

cerdoti che esercita-

no il ministero di

Dio.

Il Santo del giorno:

Conversione di S. Paolo apostolo

La conversione di

Paolo che siamo chiamati a celebra-

re e a vivere, espri-me la potenza della

grazia che sovrab-bonda dove abbon-

da il peccato. La svolta decisiva della

sua vita si compie

sulla via di Dama-

sco, dive egli sco-pre il mistero della

passione di Cristo che si rinnova nelle

sue membra. Egli stesso perseguitato

per Cristo dirà: “Completo nella

mia carne quello che manca ai pati-

menti di Cristo, a favore del suo cor-

po che è la Chiesa”.

Questa celebrazio-

ne, già presente in Italia nel sec. VIII,

entrò nel calenda-rio Romano sul fini-

re del sec. X. Conclude in modo

significativo la setti-mana dell’unità dei

cristiani, ricordando che non c’è vero

ecumenismo senza conversione.

Mercoledì 25

Gennaio

III Settimana del Salterio

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ III Tempo Ordinario ­ pagina 10

Meditazione del giorno

Una luce lo avvolse di San Bernardo di Chiaravalle

Come è possibile cedere alla disperazione,

per quanto grandi siano le nostre colpe,

quando si sente che quel Saulo, che sempre

fremente, minacciava strage contro i disce-

poli del Signore (c£ At 9,1), fu all'improvvi-

so trasformato in vaso di elezione? Chi po-

trebbe dire, schiacciato dal peso del suo

peccato: «Non posso rialzarmi e condurre

una vita migliore» se sulla strada su cui il

suo cuore era pieno di veleno, l'accanito

persecutore divenne subito il predicatore

più fedele?

All'improvviso, dice san Luca, una luce dal

cielo lo avvolse nel suo splendore. Incredi-

bile condiscendenza della bontà di Dio! Essa

illumina dall'esterno con un fulgore divino

un uomo interiormente incapace di luce.

Non potendo ancora penetrare dentro di

lui, essa l'avvolge con chiarore divino. E si

sentì una voce: «"Saulo, Saulo, perché mi

perseguiti?". "Chi sei, Signore?". E il Signore

rispose: "Io sono Gesù di Nazareth che tu

perseguiti. Io sono il Salvatore perseguitato

da te. Io sono colui di cui tu leggi nella leg-

ge questa profezia che tu non credi si sia

realizzata: Sarò chiamato il Nazareno (Mt

2,23)". "Signore, riprese Paolo, che vuoi che

faccia?"» (At 9,3-6).

Ecco un modello di perfetta conversione.

«Il mio cuore è pronto, Signore, il mio cuo-

re è pronto» [Sal 118(119),60]. Sono pronto

a compiere senza indugio quello che mi co-

mandi. Che vuoi che faccia? Solo poche pa-

role ma ricche, vive, efficaci e degne di

essere esaudite! Sono poche le persone che

hanno questa disponibilità all'obbedienza,

che hanno rinunciato alla loro volontà al

punto che anche il loro cuore non gli appar-

tiene più! Sono pochi quelli che momento

per momento cercano non la loro volontà,

ma la volontà di Dio e gli dicono: Che vuoi

che faccia, oppure le parole di Samuele:

«Parla, Signore, il tuo servo ti ascol-

ta!» (iSam 3,10).

Meditiamo la Parola

Un abbagliante incontro Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Parroco di Bovegno

Come S. Paolo, anche noi dobbiamo avere il

coraggio di testimoniare la nostra fede in Ge-

sù donando tutto quello che siamo e che ab-

biamo. Certo, noi non verremo decapitati

come san Paolo, ma in qualche modo dobbia-

mo dare testimonianza della nostra fede. In

un mondo indifferente come il nostro, sono

innumerevoli le opportunità per essere testi-

moni di Gesù. Non è necessario uscire in stra-

da per urlare "Cristo vive!". Basta ricambiare

le offese con parole di perdono; dare testi-

monianza di sobrietà di fronte al lusso; acco-

gliere tutti, cominciando dai bisognosi; di-

fendere la vita nascente o quella che sembra

non aver senso; accettare con senso cristiano

la sofferenza che Dio permette, unendola a

quella di Cristo sulla croce. Ogni giorno della

nostra vita è un'occasione per essere testi-

moni, piccoli o grandi, della nostra fede e

della nostra speranza. Saremo così "martiri"

nel senso etimologico della parola, cioè

"testimoni".

Preghiamo la Parola Signore Gesù, è il volto dell'altro che ogni giorno ci chiama a conversione, per riconoscere il tuo vero volto oltre la paura, che sottilmente ci perva-de, di non essere i soli giusti. Rischiare la vita si-gnifica lasciarci spodestare, disorientare e infine guidare verso la salvezza che possiamo solo di-sporci a ricevere gratuitamente dalla tua miseri-cordia.

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 11

III Settimana Tempo Ordinario

Il saggio cerca sempre di trovare

il giusto equilibrio in ogni cosa:

l’intensità giusta e la quantità giusta

si armonizzano nella risposta.

Brano Evangelico: Lc 10,1­9

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a

due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La

messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe

perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in

mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno

lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi

sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su

di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché

l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entre­

rete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,

curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Di­

o».

Agisci

Vincerò oggi la ten-

tazione di rimanere

passivo, quando

qualcuno biasima la

Chiesa o promuove

comportamenti che

vanno contro la fe-

de.

Contemplo: Narrate la glo-

ria di Dio (cf Sai 96,3)

«In mezzo alle genti narrate la sua gloria» (Sal 96,3). Come possiamo narrare la gloria di Dio? È possibi­le farlo solo dopo averne fatto e­

sperienza! Sappiamo che Gesù ci ha rivelato il vero volto del Padre, la cui gloria è darci la vita eterna. Narrare la gloria di Dio significhe­rà raccontare con la nostra vita la sua misericordia senza fine, il suo eterno amore per noi, suoi figli di adozione.

Giovedì 26

Gennaio

III Settimana del Salterio

Meditare il VANGELO - Nel Vangelo di oggi Gesù invia alcuni di-

scepoli perché portino la sua Parola di salvezza e ci pace e met-

te subito in chiaro qual è il suo stile e quale deve essere lo stile

di chi lo segue: accettare di servire gli altri nell'umiltà e nella

pace. Questo brano evangelico ci riporta alla mente l'urgenza di

pregare il Signore perché continui a mandare operai per la sua

messe e ci fa capire, inoltre, che anche i laici sono chiamati a

lavorare per il regno di Dio: nel servizio agli altri, fatto con u-

miltà e amore, si diventa veri collaboratori di Gesù.

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ III Tempo Ordinario ­ pagina 12

R i f l e s s i o n i p e r o g n i g i o r n o

Spesso la vita degli uomini

è segnata da sofferenze,

dolori e lutti. Quando sono

dei bambini o degli innocen-

te ad essere segnati dalla

sofferenza e dalla malattia

nasce in noi un moto di ri-

bellione, la fede vacilla, il

dubbio scuote la nostra

mente e turba il cure. Que-

sta riflessione scritta tanti

anni fa dal vescovo H. Ca-

mara diventa compagna

nella nostra fatica di crede-

re e balsamo per i nostri

dubbi. don Luciano

«Ho pensieri di pace, non di

afflizione».

Perdonami, Padre. Proprio

perché mi sei così autentica-

mente Padre, posso dirti che

credo nelle tue buone inten-

zioni, che credo che tutto an-

drà a finire bene (le afflizioni

termineranno, la pace regne-

rà per sempre); però qui in

quest'esilio quanti sono,

quanti, quanti, quelli che non

sono nelle condizioni psicolo-

giche di credere in te? Per

molti, per troppi la vita è du-

ra. E non esiste praticamente

nessuno che, almeno in certi

momenti, non la trovi scioc-

cante, assurda, senza senso,

asfissiante...

Dirai che questo è il prezzo

per il risveglio degli uomini,

che questo è il pagamento

per il peccato. Ci sono dei

misteri, Signore. Le macchine

umane stanno filmando la vi-

ta intima degli uomini. Soffe-

renze che nemmeno riuscia-

mo a vedere, o quanto meno

non vedevamo e non abbiamo

visto per millenni: a cosa po-

tranno servirci? Se insisto con

queste domande angustianti è

con il proposito di difendere i

disperati, i blasfemi, gli atei.

È chiaro che non voglio giusti-

ficarli: ma li capisco e spero

che anche tu, Padre, li capi-

sca. E qui sta il grande segre-

to della tua paternità. È inge-

nuo voler negare che hai co-

struito la vita sulla morte. Ma

poi, quando gli uomini si con-

torcono dal dolore, si sentono

schiacciati dalla sofferenza

fisica, si ribellano alla soffe-

renza morale e bestemmiano,

tu li capisci e a castigarli non

ci pensi nemmeno. Ma il mi-

stero rimane: perché non par-

li un pochino più chiaro? Ripe-

to: non lo dico per me, a cui

hai dato una fede incrollabi-

le, come quella dei bambi-

ni... Non è nemmeno più fe-

de: è evidenza, è inizio di re-

altà.

Eppure ti sarebbe tanto faci-

le!

(H. CAMARA, Roma, due del mattino.

Lettere dal Concilio Vaticano Il, Cini-

sello Bal­samo 2008, 312s.).

A proposito di una bambina morta a cinque anni per meningite

Perdonami Padre A cura di don Luciano Vitton Mea

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 13

III Settimana Tempo Ordinario

Accadranno sempre cose spiacevoli,

l’importante è non serbare rancore.

Brano Evangelico: Mc 4,26­34

Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germo­glia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra pro­duce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uc­celli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava lo­ro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

Contemplo: Il giusto vivrà per fede (cf Eb 10,37)

Siamo esortati a perseverare nella fede. Ricevere la luce di Cristo può esporci a una «lotta grande e penosa» (Eb 10,32), poiché è una luce che il mondo non può acco­gliere. Ma il seme gettato nei no­

stri cuori non tarderà a fiorire se­condo i disegni di Dio. Per questo abbiamo bisogno di perseveranza, di rinvigorire la nostra fede con la preghiera e l'abbandono alla volon­tà di Dio.

Agisci:

Oggi metterò bene a fuoco la mia posizione personale nei confron-ti di tutti quelli con cui ho a che fare: in famiglia, in comunità, o in altri ambiti. Qua-le è il mio atteggia-mento? Sono facile a purificare la memoria dei torti, delle offese, di eventuali calunnie col perdono cristiano?

Il Santo del giorno:

S. Angela Merici

Nata a Desenzano

del Garda nel 1474,

Angela Merici rima-

se orfana a quindici

anni; fu allevata da

uno zio e prese l'a-

bito delle terziarie

francescane. Sensi-

bile all'educazione

delle giovani e all'o-

pera caritativa, fon-

dò la Compagnia di

sant'Orsola (15351.

più nota come Con-

gregazione delle Or-

soline, la cui Regola

venne codificata so-

lo dopo la morte

di Angela, avvenuta

nel 1540. Fu cano-

nizzata nel 1807 .

Può essere rappre-

sentata con l'abito

francescano o con

quello delle contadi-

ne.

Venerdì 27

Gennaio

III Settimana del Salterio

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ III Tempo Ordinario ­ pagina 14

Meditiamo la Parola

Un nido per tutti gli uomini. Meditazione di don Carlo Moro

Parroco di Gargnano

Gesù parla alla folla in parabole, perché

comprende che l'insegnamento sul Re-

gno è talmente importante che non può

essere frainteso: per questo motivo affi-

da il suo messaggio a delle storie che

hanno elementi caratteristici della quo-

tidianità, vicini a chi ascolta. Gesù ha

utilizzato molto spesso le parabole nei

suoi insegnamenti, proprio perché sono

racconti semplici, facili da capire e da

ricordare, ma anche capaci di coinvolge-

re gli ascoltatori spingendoli a immede-

simarsi nei personaggi del racconto.

II Regno, secondo l'insegnamento odier-

no è come il seme che ha dentro di sé

una forza e vitalità che lo porta natural-

mente a svilupparsi e a crescere: e, seb-

bene il suo inizio sia ben poca cosa (un

piccolo gruppo di povere persone in un

luogo sperduto dell'immenso impero ro-

mano), tuttavia è destinato a raggiunge-

re dimensioni inaspettate: la Chiesa,

che ha raggiunto tutto il mondo e che

tutti gli uomini, come uccelli del cielo,

possono sentire come loro nido.

Preghiera

Signore Gesù, ogni giorno leggiamo la

parabola che è la tua vita nei tuoi gesti,

nelle tue parole, nel tuo dono pasquale.

Donaci il tuo Spirito, che come linfa dia

vitalità alla nostra esistenza perché si

trasformi in una parabola vivente del tuo

regno che è già in mezzo a noi e viene

per la gioia di tutti.

Meditazione del giorno

Si da soltanto quello che si ha di CHARLES DE FOUCAULD

Bisogna passare attraverso il deserto e dimorarvi-

ci, per ricevere la grazia di Dio: è là che ci si

svuota, che si scaccia da noi tutto ciò che non è

Dio e che si svuota completamente questa piccola

casa della nostra anima per lasciare tutto il posto

a Dio solo... Gli ebrei dimorarono nel deserto; Mo-

sè vi visse prima di ricevere la sua missione; san

Paolo, uscito da Damasco, andò a passare tre anni

in Arabia; anche san Ge­rolamo e san Giovanni

Crisostomo si prepararono nel deserto.

È indispensabile... È un tempo di grazia... È un

periodo attraver­so il quale ogni anima che vuole

portare frutti deve necessariamen­te passare... Le

sono necessari questo silenzio, questo raccogli-

mento, questo oblio di tutto il creato in mezzo ai

quali Dio pone in essa il suo regno e forma in essa

lo spirito interiore... La vita intima con Dio... La

conversazione dell'anima con Dio nella fede, nella

speranza e nella carità... Più tardi l'anima produr-

rà frutti esattamente nel­la misura in cui si sarà

formato in essa l'uomo interiore...

,Se questa vita interiore è nulla, per quanto si ab-

bia zelo, buone in­tenzioni e tanto lavoro, i frutti

sono nulli; si tratta di una sorgente che vorrebbe

dare la santità agli altri ma che non può, perché

non l'ha; si dà soltanto quel che si ha, ed è nella

solitudine, in questa vita, soli con Dio solo, in

questo raccoglimento profondo dell'anima che

dimen­tica tutto il creato per vivere solo nell'u-

nione con Dio, che Dio si dà tutto intero a colui il

quale si dà anch'egli tutto iutiero a lui.

Meditiamo la Parola

Una barca, il suo posto Meditazione di don Luciano Vitton Mea

Non di solo pane ­ Numero 787 ­ pagina 15

III Settimana Tempo Ordinario

I colori dell’arcobaleno

si possono vedere solo attraverso

il prisma della pioggia.

Contemplo : Passiamo all'al-

tra riva (Mc 4,35)

Non c'è esigenza divina in oppo­sizione con l'interesse del prossi­mo. Chi serve il bene del prossi­mo è sicuro di vivere cor­rettamente la relazione con Dio.

L'intima gioia che provi alla sera, dopo una giornata trascorsa nel fare il bene, è una pallida imma­gine della gioia che proverai quando, giunto alla sera di una vita spesa per gli altri, Gesù ti dirà: «Passiamo all'altra ri­va» (Mc 4,35).

Brano Evangelico: Mc 4,35­41

In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all'altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dis­sero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento ces­sò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al qua­le anche il vento e il mare obbediscono?».

Agisci Oggi chiedo al Signore di donare a tutta la Chiesa l'unità di pen-siero, perché la missio-ne dell'evangelizzazio-ne sia l'unico scopo del suo agire, superando, con intelligenza e acu-tezza, ogni divisione.

Il santo del giorno:

San Tommaso

d’Aquino

Nato a Roccasecca

(Lazio) intorno al

1225, venne edu-

cato nell'abbazia di

Montecassino, dove

maturò la sua vo-

cazione religiosa.

Divenne frate do-

menica no e studiò

a Parigi con Alberto

Magno, perfezio-

nandosi a Colonia.

Scrisse la Summa

theologica, il tenta-

tivo più sistematico

di dare fondamento

scientifico, filosofi-

co e teologico alla

dottrina cristiana.

Morì nel 1274 e fu

canonizzato nel

1323. È rappresen-

tato in abiti dome-

nicani, con un sole

sul petto, la penna

e la colomba dell'i-

spirazione.

Sabato 28

Gennaio

III Settimana del Salterio

333/3390059 don Luciano

Anno XIX - n. 787

Domenica 22 gennaio 2017

Chiuso il 12/01/2017

Numero copie 1350

Stampato in proprio

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Redazione

don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,

don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Grafica e stampa

don Luciano Vitton Mea

Ideato da don Luciano Vitton Mea

Sussidio di preghiera per la famiglia

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