Non c'è più rispetto

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Non c'è più rispetto UN BILANCIO DEGLI IMPEGNI DELL’I TALIA PER LA SALUTE GLOBALE 12 dicembre 2010 Un documento della Coalizione Italiana contro la Povertà GCAP

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Documento della Coalizione italiana contro la Povertà sull’impegno italiano degli ultimi 10 anni per garantire il diritto alla salute.

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Non c'è più rispetto UN BILANCIO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA

PER LA SALUTE GLOBALE 12 dicembre 2010 Un documento della Coalizione Italiana contro la Povertà GCAP

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L E S E G U E N T I A S S O C I A Z I O N I A D E R I S C O N O A L L A C O A L I Z I O N E I T A L I A N A C O N T R O L A P O V E R T À :

ACLI, ACTION AID, AGESCI, AIFO, AMICI DEI POPOLI, AMREF, ARCI-ARCS, ASSOCIAZIONE ITALIANA DONNE PER LO SVILUPPO – AIDOS,

ASSOCIAZIONE ONE ONLUS, ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE, ASSOCIAZIONE RICERCA E COOPERAZIONE, AZIONE PER LA SALUTE GLOBALE

ITALIA, CAMPAGNA DELLE NAZIONI UNITE PER GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO, CAMPAGNA RIFORMA BANCA MONDIALE, CBM ITALIA, CCS,

CENTRI PER LA PACE CESENA E FORLÌ, CESTAS, CESVI, CGIL, CILAP EAPN ITALIA, CINI, CIPSI, CISL, CISV, CITTADINANZA ATTIVA, CNCA,

CND, COALIZIONE ITALIANA DELLA CAMPAGNA GLOBALE PER L’EDUCAZIONE, COOPI, COORDINAMENTO NAZIONALE ENTI LOCALI PER LA PACE

E I DIRITTI UMANI, CTM ALTROMERCATO, DIPARTIMENTO INTERNAZIONALE ISCOS PACE E LEGALITÀ-CISL BERGAMO, DPI-ITALIA, END

WATER POVERTY ITALIA, F.I.S.H, FEDERHAND ONLUS, FIVOL, FOCSIV, FONDAZIONE BANCA ETICA, FONDAZIONE COLOMBIA TE QUIERE

VER, FORUM DEL TERZO SETTORE, ICS, INTERVITA ONLUS, IPSIA, ISTITUO OIKOS ONLUS, ISTITUTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

PROGETTO SUD, LA GABBIANELLA, LEGAMBIENTE, LINK 2007-COOPERAZIONE IN RETE, LVIA, MANI TESE, MASCI, MEDICI CON L’AFRICA-

CUAMM, MOVIMONDO, OIRD-CICS, OSSERVATORIO ITALIANO SULL’AZIONE GLOBALE CONTRO L’AIDS, OXFAM INTERNATIONAL E

UCODEP, PEACEWAVES ONLUS, PROGETTO MONDO-MLAL, RETEDONNESENZADOMINIO, SAVE THE CHILDREN ITALIA, SDEBITARSI,

SEGRETERIA PROVINCIALE DEL SINDACATO FILCA-CISL DI BERGAMO, SLOW FOOD ITALIA, SOCIAL WATCH ITALIA, TAVOLA DELLA PACE,

TAVOLA DELLA RICONCILIAZIONE E PACE DI BENEVENTO, TELEFONO AZZURRO, TERRE DES HOMMES ITALIA, TRANSNATIONAL ORGANISATION

FOR DEVELOPMENT, EMPLOYMENT, SOCIAL AND YOUTH (T.O.D.E.S.Y.), UIL, UNICEF ITALIA, UNIMONDO, VIDES INTERNAZIONALE, VIS,

WORLD VISION ITALIA ONLUS, WWF ITALIA

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NON C’È PIÙ RISPETTO UN BILANCIO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA PER LA

SALUTE GLOBALE

PREMESSA .................................................................................................................................................................. 1

IL CONTESTO............................................................................................................................................................... 1

IL PARTENARIATO GLOBALE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE .......................................................................................... 2

SALUTE MATERNO INFANTILE.................................................................................................................................................. 2

RAFFORZAMENTO DEI SISTEMI SANITARI ................................................................................................................................... 3

LOTTA CONTRO L’AIDS, LA TUBERCOLOSI E LA MALARIA .............................................................................................................. 3

RIEPILOGO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA PER LA SALUTE NEL SUD DEL MONDO.......................................................... 4

PRINCIPALI IMPEGNI DEI LEADER MONDIALI – ITALIA COMPRESA - IN AMBITO DI SALUTE GLOBALE......................................................... 5

RACCOMANDAZIONI ALL’ITALIA ................................................................................................................................. 6

Questa iniziativa è realizzata con il supporto dell’Unione Europea, nell’ambito del progetto “Health for All!”. I contenuti

del documento sono di responsabilità dell'Iscos e dei partner del progetto e non riflettono in alcun modo l’opinione

dell’Unione Europea.

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PREMESSA Quali impegni si è assunta l’Italia negli ultimi anni per affrontare l’emergenza della salute

globale? È questa la domanda chiave a cui questo documento vuole rispondere, a partire

dai dati allarmanti sulla situazione della salute e sanità pubblica nel mondo. La questione

della salute globale viene successivamente analizzata nelle sue principali componenti

(salute materno-infantile, rafforzamento dei sistemi sanitari e lotta contro le pandemie), su

ognuna delle quali l’Italia ha assunto – e purtroppo puntualmente disatteso – precisi

impegni in qualità di paese donatore o membro dei principali consessi internazionali, in

particolare dell’Unione Europea. Il documento si chiude con una serie di raccomandazioni

della Coalizione Italiana contro la Povertà alle istituzioni italiane affinché la salute globale

venga trattata con la priorità e la considerazione che le spettano.

IL CONTESTO Sono sufficienti tre dati per rendersi conto di quanto sia grave e attuale la questione della

salute globale:

ogni giorno circa 29.000 bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, nella

stragrande maggioranza per cause facilmente prevenibili

ogni giorno 1.000 donne muoiono per complicazioni facilmente prevenibili legate alla

gravidanza o al parto; per ognuna di esse, almeno 20 donne restano vittime di infermità

ogni anno la tubercolosi, l’HIV/AIDS e la malaria uccidono oltre cinque milioni di persone,

con un costo di milioni di dollari per le economie di paesi già poverissimi.

Queste morti, principalmente dovute alla povertà, costituiscono non solo un’emergenza

sanitaria globale ma, senza dubbio, la più grande violazione dei diritti umani del nostro

tempo. Per farvi fronte, la comunità internazionale ha dedicato nel 2000 ben tre degli otto

Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) specificamente alla salute:

OSM 4: entro il 2015 ridurre di due terzi la mortalità infantile sotto i cinque anni;

OSM 5: ridurre di tre quarti la mortalità materna e garantire l’accesso universale ai servizi

per la salute riproduttiva;

OSM 6: contrastare e arrestare la diffusione di HIV/AIDS, malaria, tubercolosi e altre gravi

malattie.

Tuttavia, a soli cinque anni dal traguardo degli OSM, la situazione oggi non è molto

migliorata rispetto a dieci anni fa. La salute globale è, infatti, uno dei settori dove il

progresso procede più lentamente, nonostante i numerosi impegni presi in sede UE, G8 e

Nazioni Unite. L’Europa complessivamente è il maggior donatore al mondo per i paesi in via

di sviluppo, ma è ancora indietro sulla percentuale degli aiuti destinata alla salute. Nessun

donatore europeo raggiunge l’obiettivo stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità

(OMS) di destinare lo 0,1 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL) in aiuti alla salute

globale, oltre agli impegni di aiuto già previsti dai paesi donatori, sebbene soltanto in

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questo modo si possa colmare il divario finanziario che si frappone al raggiungimento degli

OSM per la salute. L’Italia, tra i paesi donatori, è il più lontano dalla meta, con appena lo

0,025 per cento del suo PIL (2008) destinato alla salute nei paesi in via di sviluppo 1.

Molti paesi donatori – Italia compresa – si sono spesso appellati all’attuale crisi economica

globale per giustificare ritardi e inadempienze. Tuttavia, Francia, Regno Unito e Svezia

hanno aumentato notevolmente l’APS nei loro bilanci dimostrando concretamente di saper

cogliere nella crisi un’opportunità di sviluppo. Non solo. Anche in questo periodo, come

auspicato a gran voce dalla società civile italiana e internazionale, si potrebbero

rapidamente generare risorse fresche e considerevoli applicando una tassa sulle

transazioni finanziarie a livello globale o anche solo nell’Eurozona, pari allo 0,05%. Oltre a

promuovere una ridistribuzione più equa delle risorse, con questa tassa metà dei proventi

andrebbero a costituire un fondo per prevenire future crisi nel Nord del mondo, mentre

l’altra metà verrebbe destinata a fronteggiare la povertà – inclusa l’emergenza sanitaria

globale - e i cambiamenti climatici nel Sud del mondo2.

IL PARTENARIATO GLOBALE PER IL DIRITTO ALLA

SALUTE

SALUTE MATERNO INFANTILE

La situazione è ancora drammatica: l’87% della popolazione mondiale in piena età

riproduttiva vive nei paesi in via di sviluppo (PVS), spesso non è in grado di esercitare scelte

libere e consapevoli sulla propria sessualità e genitorialità per mancanza di accesso

all’educazione sessuale, alla pianificazione familiare e ai moderni metodi contraccettivi, nel

rispetto delle proprie convinzioni etiche. Quasi 9 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni

continuano a morire ogni anno di diarrea/disidratazione, malaria e polmonite.

Particolarmente gravi in questo ambito sono le conseguenze della cronica mancanza di

personale ostetrico qualificato e dell’assenza di politiche sanitarie che integrino un

approccio di genere volto a rispondere ai bisogni specifici delle donne, in particolare delle

adolescenti e degli uomini e siano finalizzate a rimuovere gli ostacoli di natura economica,

sociale e culturale, che limitano l’accesso delle donne e della società civile ai processi

decisionali e ai servizi sanitari.

La comunità internazionale ha assunto numerosi impegni finanziari per far fronte a questa

emergenza, in particolare negli ultimi anni. Nel 2009 al Vertice G8 di L’Aquila è stato

raggiunto il “Consenso per la salute di madri, neonati e bambini”, al quale è seguita la

“Muskoka Initiative” sulla salute materna, infantile e neonatale, varata dal G8 canadese del

2010, che impegna i paesi membri del G8 e la comunità internazionale dei paesi donatori a

garantire immediatamente risorse finanziarie aggiuntive pari a 5 miliardi di dollari, per un

totale di almeno 10 miliardi dollari da stanziare tra il 2010 e il 2015. A settembre 2010,

infine, il Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ha lanciato la

“Strategia globale per la salute delle donne e dei bambini”, che ha raccolto l’impegno dei

paesi donatori a stanziare 40 miliardi di dollari. Nessuna di queste iniziative ha visto

l’impegno finanziario dell’Italia.

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RAFFORZAMENTO DEI SISTEMI SANITARI

Il raggiungimento degli OSM sulla salute materno-infantile e la lotta contro le pandemie è

strettamente legato al rafforzamento dei sistemi sanitari. Per questo deve essere assicurato

a tutte e a tutti l’accesso capillare ed equo ai farmaci essenziali, ai vaccini, a personale

sanitario qualificato, ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, inclusi i servizi di

pianificazione familiare. I programmi volti ad affrontare specificamente le tre pandemie

(HIV/AIDS, Malaria, Tubercolosi) devono essere integrati nei sistemi sanitari nazionali, in

modo da contribuire al loro rafforzamento.

La scarsità di personale sanitario è l’ostacolo centrale nel raggiungimento degli OSM relativi

alla salute. Nel 2006 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che mancano 4,3

milioni di operatori e operatrici sanitari/e nel mondo, in particolare in Africa. Un consenso

sulla necessità di sostenere il personale sanitario c’è già, così come esiste una serie di

norme operative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’assunzione di personale

sanitario; ciò che serve è l’impegno concreto dei governi più ricchi a sostenere piani

nazionali per il personale sanitario, che includano bilanci previsionali e piani operativi,

nonché sistemi di sostegno al personale sanitario di comunità. Si calcola che i fondi

necessari al rafforzamento del personale sanitario ammontino ad un minimo di 7 miliardi di

dollari all’anno, una parte significativa dei quali dovrebbe provenire dal G8.

LOTTA CONTRO L’AIDS, LA TUBERCOLOSI E LA MALARIA

Il caso della lotta contro l’AIDS è emblematico: pur registrandosi miglioramenti, la strada da

percorrere per raggiungere l’OSM 6 è ancora lunga. L’accesso alla terapia antiretrovirale,

via via sempre più elevato, ha permesso di guadagnare 14,4 anni vita a partire dal 1996;

tuttavia l’obiettivo dell’Accesso Universale entro il 2010 ai servizi di prevenzione, cura e

supporto contro l’epidemia rimane ancora lontano. Alla fine del 2009, soltanto il 36% dei 15

milioni di persone sieropositive bisognose di farmaci contro l’HIV aveva accesso alla terapia

antiretrovirale e l’accesso è stato ancora più basso per i bambini: soltanto il 28% poteva

beneficiare della terapia antiretrovirale pediatrica.

Uno dei principali strumenti contro le pandemie è il Fondo Globale per la Lotta contro AIDS,

Tubercolosi e Malaria. Ad oggi, grazie ai programmi del Fondo Globale (GFATM), 3 milioni di

persone hanno ricevuto la terapia antiretrovirale contro l’AIDS, 7,7 milioni di persone

hanno ricevuto un trattamento antitubercolosi e sono stati distribuiti 160 milioni di

zanzariere impregnate con insetticida per la prevenzione antimalarica. Si stima che in

questo modo sia stata salvata la vita a 6,5 milioni di persone3. Ad ottobre 2010, però, la

terza Conferenza di Rifinanziamento del Fondo si è chiusa con un risultato deludente:

complessivamente i paesi donatori si sono impegnati a finanziare progetti per circa 12

miliardi di dollari per il triennio 2011 - 2013. Una cifra molto lontana dai 20 miliardi di

dollari ritenuti necessari dal Fondo per il raggiungimento degli OSM sanitari entro il 2015.

La differenza di otto miliardi potrebbe salvare la vita a più di 3 milioni di persone affette da

HIV e a più di 2,9 milioni di malati di tubercolosi, permettendo nel contempo a quasi mezzo

milione di madri di prevenire la trasmissione del virus HIV ai loro figli.

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L’Italia, oltre a non aver assunto alcun impegno finanziario per il futuro, è l’unico tra i

donatori del Fondo a non aver ancora versato la quota per il 2009, pari a 130 milioni di

euro, a cui si aggiunge il contributo aggiuntivo di 30 milioni di dollari promesso del

presidente Berlusconi al summit G8 de L’Aquila. Anche la quota dovuta dall’Italia per il 2010

è ancora incerta, non essendo stata inserita, al momento della stesura del presente

documento, nella Legge di stabilità (Finanziaria) 2011. Per una valutazione dell’impatto del

mancato contributo italiano basti pensare che i 260 milioni di euro promessi dall’Italia per

il 2009 e il 2010 rappresentano il 6% circa dei fondi necessari per la realizzazione dei

programmi approvati dal Fondo negli ultimi due anni: l’equivalente di un trattamento

salvavita a base di farmaci antiretrovirali per 100mila persone affette da HIV/AIDS e di cure

per 284mila persone malate di tubercolosi; oppure di 8 milioni di zanzariere per la

prevenzione della malaria.

RIEPILOGO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA PER LA

SALUTE NEL SUD DEL MONDO La Dichiarazione del Millennio non è stata la sola occasione in cui i leader mondiali si sono

impegnati a prendere provvedimenti in favore della salute globale: da allora impegni e

promesse di finanziamenti sono state reiterati più volte. L’Italia, purtroppo, è tra i paesi

donatori che ha mantenuto il minor numero di impegni sia collettivi sia individuali sui tre

fronti della salute materno-infantile, del rafforzamento dei sistemi sanitari e della lotta

contro le pandemie. La tabella seguente riassume i principali impegni assunti dai leader

mondiali, fra cui l’Italia:

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PRINCIPALI IMPEGNI DEI LEADER MONDIALI – ITALIA COMPRESA - IN

AMBITO DI SALUTE GLOBALE4

Anno Evento Impegno È’ stato rispettato?

2001 Sessione speciale dell’Assemblea generale delle NU (UNGASS), New York

I paesi donatori si sono impegnati a raggiungere entro il 2005 un obiettivo globale di spesa annua tra i 7 e i 10 miliardi di dollari per la lotta contro l’HIV/AIDS nei paesi a basso e medio reddito

No – la spesa annua nel 2005 è stata di 4,3

miliardi di dollari5

2005 G8, Gleneagles I paesi G8 si sono impegnati a migliorare i servizi sanitari nei paesi più poveri contrastando la carenza di personale sanitario e ad assicurare l’accesso universale alle cure per l’HIV/AIDS entro il 2010

No – per soddisfare gli OSM ci sarebbe bisogno di 4 milioni di operatori/trici sanitari/e in più

6. Nel 2009 soltanto un

terzo delle persone sieropositive bisognose di cure ha avuto accesso alla terapia antiretrovirale; gli interventi di prevenzione sono ancora insufficienti; stigma e discriminazione continuano a colpire i gruppi di persone più vulnerabili.

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2006 UNGASS, New

York La comunità internazionale si è impegnata ad aumentare gli interventi nazionali sostenibili nei confronti dell’HIV/AIDS […] mirando al raggiungimento dell’obiettivo dell’accesso universale alle cure, alla prevenzione, all’assistenza e al sostegno

No – nel 2009 sono state stimate 2,6 milioni di nuove infezioni da HIV

8

2008 Conferenza sulla finanza per lo sviluppo, Doha

La UE ha riconfermato il proprio impegno per garantire lo 0,56% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel 2010 (e lo 0,7% nel 2015) all’Aiuto pubblico allo sviluppo

No – la media UE nel 2010 si è attestata attorno allo 0,46% del PIL. L’Italia è la principale responsabile del mancato raggiungimento del target, seguita da Germania e Francia

2008 Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti, Accra

I paesi donatori e i paesi in via di sviluppo si sono impegnati ad ampliare, entro il 2010, il dialogo a livello nazionale sullo sviluppo, aumentando anche la partecipazione della società civile

No – I partner della società civile non sono ancora stati riconosciuti come attori legittimi

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2009 G8, L’Aquila Il Presidente Berlusconi ha reiterato l’impegno dell’Italia a versare la quota 2009 del Fondo Globale per la pandemie, pari a 130 milioni di euro + 30 milioni di dollari entro la fine dell’estate 2009

No – l’Italia deve ancora versare la quota 2009

2010 G8, Toronto La “Muskoka Initiative” sulla salute materna, infantile e neonatale impegna i paesi G8 e la comunità internazionale a garantire risorse finanziarie aggiuntive pari a 5 miliardi di dollari, per un totale di almeno 10 miliardi dollari da stanziare tra il 2010 e il 2015

No – l’Italia finora non ha reso noto se ha contribuito all’iniziativa e in quale misura

2010 Summit OSM, New York

La “Strategia globale per la salute delle donne e dei bambini” ha raccolto l’impegno dei paesi donatori a stanziare 40 miliardi di dollari

L’Italia non figura tra i paesi donatori

2010 Conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale

I paesi donatori sono stati chiamati a versare 20 miliardi di dollari per il triennio 2011-2013: quanto stimato necessario per raggiungere gli OSM sulla salute entro il 2015

No –solo 12 miliardi sono stati impegnati. L’Italia, oltre alla quota 2009, non ha ancora versato la quota di adesione del 2010, aumentando così il suo arretrato a 260 milioni di euro + 30 milioni di dollari

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RACCOMANDAZIONI ALL’ITALIA Il quadro degli impegni assunti e mancati dall’Italia sul fronte della salute globale è quindi

chiaro e inaccettabile. La Coalizione Italiana contro la Povertà chiede perciò alle principali

istituzioni pubbliche italiane di:

1. rispettare gli impegni finanziari assunti, in particolare verso il Fondo Globale,

versando al più presto i contributi 2009 e 2010 e rinnovando un impegno finanziario

preciso e verificabile per il 2011-2013;

2. aumentare le risorse finanziarie per garantire il diritto alla salute delle donne, delle

madri e dei bambini, con particolare attenzione agli/lle adolescenti, assumendo

precisi e verificabili impegni per contribuire alle iniziative internazionali in corso, in

particolare in ambito G8 e Nazioni Unite;

3. migliorare l’efficacia degli aiuti per assicurare il diritto alla salute delle donne, delle

madri e bambini in accordo con i singoli paesi destinatari, in vista del Forum

sull’efficacia di Busan (Corea del sud) a novembre 2011;

4. sostenere l’applicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, al fine di

destinare almeno metà del suo gettito al raggiungimento degli OSM, inclusi quelli

sulla salute globale

5. sviluppare un Piano d’Azione Globale per la salute materno-infantile per garantire

l’accesso universale ai servizi sanitari di base, inclusi i servizi per la salute sessuale e

riproduttiva, per madri e figli nei paesi in via di sviluppo;

6. integrare un approccio di genere nella politica e nella programmazione sanitaria,

incluso il settore delle risorse umane, promuovendo la raccolta e l’uso di dati

disaggregati per sesso e l’inserimento di indicatori di genere nel monitoraggio e nella

valutazione;

7. finanziare i piani nazionali per il personale sanitario con investimenti sufficienti,

prevedibili e di lungo periodo, legati ad obiettivi concreti ed indicatori di progresso

misurabili;

8. assumere un ruolo attivo sul tema del personale sanitario nei paesi in via di

sviluppo, garantendo una partecipazione di alto livello ai fora più rilevanti, a partire

da quello sul personale sanitario di Bangkok a gennaio 2011;

9. promuovere, in seno al Fondo Monetario Internazionale, politiche di espansione

dello spazio fiscale che permettano ai paesi in via di sviluppo di aumentare la spesa

sanitaria;

10. nel quadro dell’art. 5 della legge 209/2000, promuovere la

cancellazione/conversione del debito dei paesi ad elevata prevalenza di mortalità

materna, di mortalità infantile e di HIV e AIDS anche verso gli altri donatori

internazionali, attraverso accordi chiari di reinvestimento nei servizi sanitari.

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1 Si tratta di dati forniti da Azione per la Salute Globale, una rete europea di organizzazioni

non governative che si occupano di salute e sviluppo e chiedono all’Unione europea e ai

suoi stati membri di impegnarsi in maniera più decisa per migliorare le condizioni sanitarie

nei paesi in via di sviluppo. In Italia Azione per la Salute Globale è rappresentata da AIDOS e

CESTAS ed è partner della GCAP, Coalizione Italiana contro la Povertà. Per maggiori

informazioni: www.actionforglobalhealth.eu.

2 In questa direzione, il 30 settembre 2010 è stata presentata una proposta di legge

bipartisan, di cui è primo firmatario l’on. Sarubbi. Per maggiori informazioni:

www.zerozerocinque.it

3 Si veda http://www.theglobalfund.org/en/.

4 Rapporto “2010 Conto alla rovescia per gli obiettivi di sviluppo del Millennio per la salute”,

2010, a cura di Azione per la Salute Globale.

5 International Assistance for HIV/AIDS in the Developing World: Taking Stock of the G8,

Other Donor Governments and the European Commission, J. Kates & E. Lief. Kaiser Family

Foundation, 2006.

6 World Health Report. WHO, 2006.

7 Vd. Towards Universal Access: Scaling up Priority HIV/AIDS Interventions in the Health

Sector. Progress Report 2010. Organizzazione Mondiale della Sanità, 2010. http://www.who.int/hiv/pub/2010progressreport/report/en/index.html.

8 Vd. UNAIDS Report on the Global AIDS Epidemic. UNAIDS, 2010.

http://www.unaids.org/globalreport/default.htm.

9 Case Studies on Aid Effectiveness: Ethiopia, Nepal and Zambia. AFGH, 2009.