Non c'è più rispetto
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Non c'è più rispetto UN BILANCIO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA
PER LA SALUTE GLOBALE 12 dicembre 2010 Un documento della Coalizione Italiana contro la Povertà GCAP
L E S E G U E N T I A S S O C I A Z I O N I A D E R I S C O N O A L L A C O A L I Z I O N E I T A L I A N A C O N T R O L A P O V E R T À :
ACLI, ACTION AID, AGESCI, AIFO, AMICI DEI POPOLI, AMREF, ARCI-ARCS, ASSOCIAZIONE ITALIANA DONNE PER LO SVILUPPO – AIDOS,
ASSOCIAZIONE ONE ONLUS, ASSOCIAZIONE ONG ITALIANE, ASSOCIAZIONE RICERCA E COOPERAZIONE, AZIONE PER LA SALUTE GLOBALE
ITALIA, CAMPAGNA DELLE NAZIONI UNITE PER GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO, CAMPAGNA RIFORMA BANCA MONDIALE, CBM ITALIA, CCS,
CENTRI PER LA PACE CESENA E FORLÌ, CESTAS, CESVI, CGIL, CILAP EAPN ITALIA, CINI, CIPSI, CISL, CISV, CITTADINANZA ATTIVA, CNCA,
CND, COALIZIONE ITALIANA DELLA CAMPAGNA GLOBALE PER L’EDUCAZIONE, COOPI, COORDINAMENTO NAZIONALE ENTI LOCALI PER LA PACE
E I DIRITTI UMANI, CTM ALTROMERCATO, DIPARTIMENTO INTERNAZIONALE ISCOS PACE E LEGALITÀ-CISL BERGAMO, DPI-ITALIA, END
WATER POVERTY ITALIA, F.I.S.H, FEDERHAND ONLUS, FIVOL, FOCSIV, FONDAZIONE BANCA ETICA, FONDAZIONE COLOMBIA TE QUIERE
VER, FORUM DEL TERZO SETTORE, ICS, INTERVITA ONLUS, IPSIA, ISTITUO OIKOS ONLUS, ISTITUTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
PROGETTO SUD, LA GABBIANELLA, LEGAMBIENTE, LINK 2007-COOPERAZIONE IN RETE, LVIA, MANI TESE, MASCI, MEDICI CON L’AFRICA-
CUAMM, MOVIMONDO, OIRD-CICS, OSSERVATORIO ITALIANO SULL’AZIONE GLOBALE CONTRO L’AIDS, OXFAM INTERNATIONAL E
UCODEP, PEACEWAVES ONLUS, PROGETTO MONDO-MLAL, RETEDONNESENZADOMINIO, SAVE THE CHILDREN ITALIA, SDEBITARSI,
SEGRETERIA PROVINCIALE DEL SINDACATO FILCA-CISL DI BERGAMO, SLOW FOOD ITALIA, SOCIAL WATCH ITALIA, TAVOLA DELLA PACE,
TAVOLA DELLA RICONCILIAZIONE E PACE DI BENEVENTO, TELEFONO AZZURRO, TERRE DES HOMMES ITALIA, TRANSNATIONAL ORGANISATION
FOR DEVELOPMENT, EMPLOYMENT, SOCIAL AND YOUTH (T.O.D.E.S.Y.), UIL, UNICEF ITALIA, UNIMONDO, VIDES INTERNAZIONALE, VIS,
WORLD VISION ITALIA ONLUS, WWF ITALIA
NON C’È PIÙ RISPETTO UN BILANCIO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA PER LA
SALUTE GLOBALE
PREMESSA .................................................................................................................................................................. 1
IL CONTESTO............................................................................................................................................................... 1
IL PARTENARIATO GLOBALE PER IL DIRITTO ALLA SALUTE .......................................................................................... 2
SALUTE MATERNO INFANTILE.................................................................................................................................................. 2
RAFFORZAMENTO DEI SISTEMI SANITARI ................................................................................................................................... 3
LOTTA CONTRO L’AIDS, LA TUBERCOLOSI E LA MALARIA .............................................................................................................. 3
RIEPILOGO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA PER LA SALUTE NEL SUD DEL MONDO.......................................................... 4
PRINCIPALI IMPEGNI DEI LEADER MONDIALI – ITALIA COMPRESA - IN AMBITO DI SALUTE GLOBALE......................................................... 5
RACCOMANDAZIONI ALL’ITALIA ................................................................................................................................. 6
Questa iniziativa è realizzata con il supporto dell’Unione Europea, nell’ambito del progetto “Health for All!”. I contenuti
del documento sono di responsabilità dell'Iscos e dei partner del progetto e non riflettono in alcun modo l’opinione
dell’Unione Europea.
1
PREMESSA Quali impegni si è assunta l’Italia negli ultimi anni per affrontare l’emergenza della salute
globale? È questa la domanda chiave a cui questo documento vuole rispondere, a partire
dai dati allarmanti sulla situazione della salute e sanità pubblica nel mondo. La questione
della salute globale viene successivamente analizzata nelle sue principali componenti
(salute materno-infantile, rafforzamento dei sistemi sanitari e lotta contro le pandemie), su
ognuna delle quali l’Italia ha assunto – e purtroppo puntualmente disatteso – precisi
impegni in qualità di paese donatore o membro dei principali consessi internazionali, in
particolare dell’Unione Europea. Il documento si chiude con una serie di raccomandazioni
della Coalizione Italiana contro la Povertà alle istituzioni italiane affinché la salute globale
venga trattata con la priorità e la considerazione che le spettano.
IL CONTESTO Sono sufficienti tre dati per rendersi conto di quanto sia grave e attuale la questione della
salute globale:
ogni giorno circa 29.000 bambini muoiono prima di aver compiuto i cinque anni, nella
stragrande maggioranza per cause facilmente prevenibili
ogni giorno 1.000 donne muoiono per complicazioni facilmente prevenibili legate alla
gravidanza o al parto; per ognuna di esse, almeno 20 donne restano vittime di infermità
ogni anno la tubercolosi, l’HIV/AIDS e la malaria uccidono oltre cinque milioni di persone,
con un costo di milioni di dollari per le economie di paesi già poverissimi.
Queste morti, principalmente dovute alla povertà, costituiscono non solo un’emergenza
sanitaria globale ma, senza dubbio, la più grande violazione dei diritti umani del nostro
tempo. Per farvi fronte, la comunità internazionale ha dedicato nel 2000 ben tre degli otto
Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) specificamente alla salute:
OSM 4: entro il 2015 ridurre di due terzi la mortalità infantile sotto i cinque anni;
OSM 5: ridurre di tre quarti la mortalità materna e garantire l’accesso universale ai servizi
per la salute riproduttiva;
OSM 6: contrastare e arrestare la diffusione di HIV/AIDS, malaria, tubercolosi e altre gravi
malattie.
Tuttavia, a soli cinque anni dal traguardo degli OSM, la situazione oggi non è molto
migliorata rispetto a dieci anni fa. La salute globale è, infatti, uno dei settori dove il
progresso procede più lentamente, nonostante i numerosi impegni presi in sede UE, G8 e
Nazioni Unite. L’Europa complessivamente è il maggior donatore al mondo per i paesi in via
di sviluppo, ma è ancora indietro sulla percentuale degli aiuti destinata alla salute. Nessun
donatore europeo raggiunge l’obiettivo stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) di destinare lo 0,1 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL) in aiuti alla salute
globale, oltre agli impegni di aiuto già previsti dai paesi donatori, sebbene soltanto in
2
questo modo si possa colmare il divario finanziario che si frappone al raggiungimento degli
OSM per la salute. L’Italia, tra i paesi donatori, è il più lontano dalla meta, con appena lo
0,025 per cento del suo PIL (2008) destinato alla salute nei paesi in via di sviluppo 1.
Molti paesi donatori – Italia compresa – si sono spesso appellati all’attuale crisi economica
globale per giustificare ritardi e inadempienze. Tuttavia, Francia, Regno Unito e Svezia
hanno aumentato notevolmente l’APS nei loro bilanci dimostrando concretamente di saper
cogliere nella crisi un’opportunità di sviluppo. Non solo. Anche in questo periodo, come
auspicato a gran voce dalla società civile italiana e internazionale, si potrebbero
rapidamente generare risorse fresche e considerevoli applicando una tassa sulle
transazioni finanziarie a livello globale o anche solo nell’Eurozona, pari allo 0,05%. Oltre a
promuovere una ridistribuzione più equa delle risorse, con questa tassa metà dei proventi
andrebbero a costituire un fondo per prevenire future crisi nel Nord del mondo, mentre
l’altra metà verrebbe destinata a fronteggiare la povertà – inclusa l’emergenza sanitaria
globale - e i cambiamenti climatici nel Sud del mondo2.
IL PARTENARIATO GLOBALE PER IL DIRITTO ALLA
SALUTE
SALUTE MATERNO INFANTILE
La situazione è ancora drammatica: l’87% della popolazione mondiale in piena età
riproduttiva vive nei paesi in via di sviluppo (PVS), spesso non è in grado di esercitare scelte
libere e consapevoli sulla propria sessualità e genitorialità per mancanza di accesso
all’educazione sessuale, alla pianificazione familiare e ai moderni metodi contraccettivi, nel
rispetto delle proprie convinzioni etiche. Quasi 9 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni
continuano a morire ogni anno di diarrea/disidratazione, malaria e polmonite.
Particolarmente gravi in questo ambito sono le conseguenze della cronica mancanza di
personale ostetrico qualificato e dell’assenza di politiche sanitarie che integrino un
approccio di genere volto a rispondere ai bisogni specifici delle donne, in particolare delle
adolescenti e degli uomini e siano finalizzate a rimuovere gli ostacoli di natura economica,
sociale e culturale, che limitano l’accesso delle donne e della società civile ai processi
decisionali e ai servizi sanitari.
La comunità internazionale ha assunto numerosi impegni finanziari per far fronte a questa
emergenza, in particolare negli ultimi anni. Nel 2009 al Vertice G8 di L’Aquila è stato
raggiunto il “Consenso per la salute di madri, neonati e bambini”, al quale è seguita la
“Muskoka Initiative” sulla salute materna, infantile e neonatale, varata dal G8 canadese del
2010, che impegna i paesi membri del G8 e la comunità internazionale dei paesi donatori a
garantire immediatamente risorse finanziarie aggiuntive pari a 5 miliardi di dollari, per un
totale di almeno 10 miliardi dollari da stanziare tra il 2010 e il 2015. A settembre 2010,
infine, il Summit delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ha lanciato la
“Strategia globale per la salute delle donne e dei bambini”, che ha raccolto l’impegno dei
paesi donatori a stanziare 40 miliardi di dollari. Nessuna di queste iniziative ha visto
l’impegno finanziario dell’Italia.
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RAFFORZAMENTO DEI SISTEMI SANITARI
Il raggiungimento degli OSM sulla salute materno-infantile e la lotta contro le pandemie è
strettamente legato al rafforzamento dei sistemi sanitari. Per questo deve essere assicurato
a tutte e a tutti l’accesso capillare ed equo ai farmaci essenziali, ai vaccini, a personale
sanitario qualificato, ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, inclusi i servizi di
pianificazione familiare. I programmi volti ad affrontare specificamente le tre pandemie
(HIV/AIDS, Malaria, Tubercolosi) devono essere integrati nei sistemi sanitari nazionali, in
modo da contribuire al loro rafforzamento.
La scarsità di personale sanitario è l’ostacolo centrale nel raggiungimento degli OSM relativi
alla salute. Nel 2006 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che mancano 4,3
milioni di operatori e operatrici sanitari/e nel mondo, in particolare in Africa. Un consenso
sulla necessità di sostenere il personale sanitario c’è già, così come esiste una serie di
norme operative dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’assunzione di personale
sanitario; ciò che serve è l’impegno concreto dei governi più ricchi a sostenere piani
nazionali per il personale sanitario, che includano bilanci previsionali e piani operativi,
nonché sistemi di sostegno al personale sanitario di comunità. Si calcola che i fondi
necessari al rafforzamento del personale sanitario ammontino ad un minimo di 7 miliardi di
dollari all’anno, una parte significativa dei quali dovrebbe provenire dal G8.
LOTTA CONTRO L’AIDS, LA TUBERCOLOSI E LA MALARIA
Il caso della lotta contro l’AIDS è emblematico: pur registrandosi miglioramenti, la strada da
percorrere per raggiungere l’OSM 6 è ancora lunga. L’accesso alla terapia antiretrovirale,
via via sempre più elevato, ha permesso di guadagnare 14,4 anni vita a partire dal 1996;
tuttavia l’obiettivo dell’Accesso Universale entro il 2010 ai servizi di prevenzione, cura e
supporto contro l’epidemia rimane ancora lontano. Alla fine del 2009, soltanto il 36% dei 15
milioni di persone sieropositive bisognose di farmaci contro l’HIV aveva accesso alla terapia
antiretrovirale e l’accesso è stato ancora più basso per i bambini: soltanto il 28% poteva
beneficiare della terapia antiretrovirale pediatrica.
Uno dei principali strumenti contro le pandemie è il Fondo Globale per la Lotta contro AIDS,
Tubercolosi e Malaria. Ad oggi, grazie ai programmi del Fondo Globale (GFATM), 3 milioni di
persone hanno ricevuto la terapia antiretrovirale contro l’AIDS, 7,7 milioni di persone
hanno ricevuto un trattamento antitubercolosi e sono stati distribuiti 160 milioni di
zanzariere impregnate con insetticida per la prevenzione antimalarica. Si stima che in
questo modo sia stata salvata la vita a 6,5 milioni di persone3. Ad ottobre 2010, però, la
terza Conferenza di Rifinanziamento del Fondo si è chiusa con un risultato deludente:
complessivamente i paesi donatori si sono impegnati a finanziare progetti per circa 12
miliardi di dollari per il triennio 2011 - 2013. Una cifra molto lontana dai 20 miliardi di
dollari ritenuti necessari dal Fondo per il raggiungimento degli OSM sanitari entro il 2015.
La differenza di otto miliardi potrebbe salvare la vita a più di 3 milioni di persone affette da
HIV e a più di 2,9 milioni di malati di tubercolosi, permettendo nel contempo a quasi mezzo
milione di madri di prevenire la trasmissione del virus HIV ai loro figli.
4
L’Italia, oltre a non aver assunto alcun impegno finanziario per il futuro, è l’unico tra i
donatori del Fondo a non aver ancora versato la quota per il 2009, pari a 130 milioni di
euro, a cui si aggiunge il contributo aggiuntivo di 30 milioni di dollari promesso del
presidente Berlusconi al summit G8 de L’Aquila. Anche la quota dovuta dall’Italia per il 2010
è ancora incerta, non essendo stata inserita, al momento della stesura del presente
documento, nella Legge di stabilità (Finanziaria) 2011. Per una valutazione dell’impatto del
mancato contributo italiano basti pensare che i 260 milioni di euro promessi dall’Italia per
il 2009 e il 2010 rappresentano il 6% circa dei fondi necessari per la realizzazione dei
programmi approvati dal Fondo negli ultimi due anni: l’equivalente di un trattamento
salvavita a base di farmaci antiretrovirali per 100mila persone affette da HIV/AIDS e di cure
per 284mila persone malate di tubercolosi; oppure di 8 milioni di zanzariere per la
prevenzione della malaria.
RIEPILOGO DEGLI IMPEGNI DELL’ITALIA PER LA
SALUTE NEL SUD DEL MONDO La Dichiarazione del Millennio non è stata la sola occasione in cui i leader mondiali si sono
impegnati a prendere provvedimenti in favore della salute globale: da allora impegni e
promesse di finanziamenti sono state reiterati più volte. L’Italia, purtroppo, è tra i paesi
donatori che ha mantenuto il minor numero di impegni sia collettivi sia individuali sui tre
fronti della salute materno-infantile, del rafforzamento dei sistemi sanitari e della lotta
contro le pandemie. La tabella seguente riassume i principali impegni assunti dai leader
mondiali, fra cui l’Italia:
PRINCIPALI IMPEGNI DEI LEADER MONDIALI – ITALIA COMPRESA - IN
AMBITO DI SALUTE GLOBALE4
Anno Evento Impegno È’ stato rispettato?
2001 Sessione speciale dell’Assemblea generale delle NU (UNGASS), New York
I paesi donatori si sono impegnati a raggiungere entro il 2005 un obiettivo globale di spesa annua tra i 7 e i 10 miliardi di dollari per la lotta contro l’HIV/AIDS nei paesi a basso e medio reddito
No – la spesa annua nel 2005 è stata di 4,3
miliardi di dollari5
2005 G8, Gleneagles I paesi G8 si sono impegnati a migliorare i servizi sanitari nei paesi più poveri contrastando la carenza di personale sanitario e ad assicurare l’accesso universale alle cure per l’HIV/AIDS entro il 2010
No – per soddisfare gli OSM ci sarebbe bisogno di 4 milioni di operatori/trici sanitari/e in più
6. Nel 2009 soltanto un
terzo delle persone sieropositive bisognose di cure ha avuto accesso alla terapia antiretrovirale; gli interventi di prevenzione sono ancora insufficienti; stigma e discriminazione continuano a colpire i gruppi di persone più vulnerabili.
7
2006 UNGASS, New
York La comunità internazionale si è impegnata ad aumentare gli interventi nazionali sostenibili nei confronti dell’HIV/AIDS […] mirando al raggiungimento dell’obiettivo dell’accesso universale alle cure, alla prevenzione, all’assistenza e al sostegno
No – nel 2009 sono state stimate 2,6 milioni di nuove infezioni da HIV
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2008 Conferenza sulla finanza per lo sviluppo, Doha
La UE ha riconfermato il proprio impegno per garantire lo 0,56% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel 2010 (e lo 0,7% nel 2015) all’Aiuto pubblico allo sviluppo
No – la media UE nel 2010 si è attestata attorno allo 0,46% del PIL. L’Italia è la principale responsabile del mancato raggiungimento del target, seguita da Germania e Francia
2008 Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti, Accra
I paesi donatori e i paesi in via di sviluppo si sono impegnati ad ampliare, entro il 2010, il dialogo a livello nazionale sullo sviluppo, aumentando anche la partecipazione della società civile
No – I partner della società civile non sono ancora stati riconosciuti come attori legittimi
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2009 G8, L’Aquila Il Presidente Berlusconi ha reiterato l’impegno dell’Italia a versare la quota 2009 del Fondo Globale per la pandemie, pari a 130 milioni di euro + 30 milioni di dollari entro la fine dell’estate 2009
No – l’Italia deve ancora versare la quota 2009
2010 G8, Toronto La “Muskoka Initiative” sulla salute materna, infantile e neonatale impegna i paesi G8 e la comunità internazionale a garantire risorse finanziarie aggiuntive pari a 5 miliardi di dollari, per un totale di almeno 10 miliardi dollari da stanziare tra il 2010 e il 2015
No – l’Italia finora non ha reso noto se ha contribuito all’iniziativa e in quale misura
2010 Summit OSM, New York
La “Strategia globale per la salute delle donne e dei bambini” ha raccolto l’impegno dei paesi donatori a stanziare 40 miliardi di dollari
L’Italia non figura tra i paesi donatori
2010 Conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale
I paesi donatori sono stati chiamati a versare 20 miliardi di dollari per il triennio 2011-2013: quanto stimato necessario per raggiungere gli OSM sulla salute entro il 2015
No –solo 12 miliardi sono stati impegnati. L’Italia, oltre alla quota 2009, non ha ancora versato la quota di adesione del 2010, aumentando così il suo arretrato a 260 milioni di euro + 30 milioni di dollari
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RACCOMANDAZIONI ALL’ITALIA Il quadro degli impegni assunti e mancati dall’Italia sul fronte della salute globale è quindi
chiaro e inaccettabile. La Coalizione Italiana contro la Povertà chiede perciò alle principali
istituzioni pubbliche italiane di:
1. rispettare gli impegni finanziari assunti, in particolare verso il Fondo Globale,
versando al più presto i contributi 2009 e 2010 e rinnovando un impegno finanziario
preciso e verificabile per il 2011-2013;
2. aumentare le risorse finanziarie per garantire il diritto alla salute delle donne, delle
madri e dei bambini, con particolare attenzione agli/lle adolescenti, assumendo
precisi e verificabili impegni per contribuire alle iniziative internazionali in corso, in
particolare in ambito G8 e Nazioni Unite;
3. migliorare l’efficacia degli aiuti per assicurare il diritto alla salute delle donne, delle
madri e bambini in accordo con i singoli paesi destinatari, in vista del Forum
sull’efficacia di Busan (Corea del sud) a novembre 2011;
4. sostenere l’applicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, al fine di
destinare almeno metà del suo gettito al raggiungimento degli OSM, inclusi quelli
sulla salute globale
5. sviluppare un Piano d’Azione Globale per la salute materno-infantile per garantire
l’accesso universale ai servizi sanitari di base, inclusi i servizi per la salute sessuale e
riproduttiva, per madri e figli nei paesi in via di sviluppo;
6. integrare un approccio di genere nella politica e nella programmazione sanitaria,
incluso il settore delle risorse umane, promuovendo la raccolta e l’uso di dati
disaggregati per sesso e l’inserimento di indicatori di genere nel monitoraggio e nella
valutazione;
7. finanziare i piani nazionali per il personale sanitario con investimenti sufficienti,
prevedibili e di lungo periodo, legati ad obiettivi concreti ed indicatori di progresso
misurabili;
8. assumere un ruolo attivo sul tema del personale sanitario nei paesi in via di
sviluppo, garantendo una partecipazione di alto livello ai fora più rilevanti, a partire
da quello sul personale sanitario di Bangkok a gennaio 2011;
9. promuovere, in seno al Fondo Monetario Internazionale, politiche di espansione
dello spazio fiscale che permettano ai paesi in via di sviluppo di aumentare la spesa
sanitaria;
10. nel quadro dell’art. 5 della legge 209/2000, promuovere la
cancellazione/conversione del debito dei paesi ad elevata prevalenza di mortalità
materna, di mortalità infantile e di HIV e AIDS anche verso gli altri donatori
internazionali, attraverso accordi chiari di reinvestimento nei servizi sanitari.
1 Si tratta di dati forniti da Azione per la Salute Globale, una rete europea di organizzazioni
non governative che si occupano di salute e sviluppo e chiedono all’Unione europea e ai
suoi stati membri di impegnarsi in maniera più decisa per migliorare le condizioni sanitarie
nei paesi in via di sviluppo. In Italia Azione per la Salute Globale è rappresentata da AIDOS e
CESTAS ed è partner della GCAP, Coalizione Italiana contro la Povertà. Per maggiori
informazioni: www.actionforglobalhealth.eu.
2 In questa direzione, il 30 settembre 2010 è stata presentata una proposta di legge
bipartisan, di cui è primo firmatario l’on. Sarubbi. Per maggiori informazioni:
www.zerozerocinque.it
3 Si veda http://www.theglobalfund.org/en/.
4 Rapporto “2010 Conto alla rovescia per gli obiettivi di sviluppo del Millennio per la salute”,
2010, a cura di Azione per la Salute Globale.
5 International Assistance for HIV/AIDS in the Developing World: Taking Stock of the G8,
Other Donor Governments and the European Commission, J. Kates & E. Lief. Kaiser Family
Foundation, 2006.
6 World Health Report. WHO, 2006.
7 Vd. Towards Universal Access: Scaling up Priority HIV/AIDS Interventions in the Health
Sector. Progress Report 2010. Organizzazione Mondiale della Sanità, 2010. http://www.who.int/hiv/pub/2010progressreport/report/en/index.html.
8 Vd. UNAIDS Report on the Global AIDS Epidemic. UNAIDS, 2010.
http://www.unaids.org/globalreport/default.htm.
9 Case Studies on Aid Effectiveness: Ethiopia, Nepal and Zambia. AFGH, 2009.