20/11/13 Non c’è due senza tre | Dmag

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Non c’è due senza tre

Barriera Mobile fa il tris ai Giardini ex CEAT

di: Irene Perino

Era il 1924 quando Virginio Bruni Tedeschi (il nonno di Carla Bruni, per intenderci) fondò la Cavi

Elettrici e Affini Torino, industria della gomma seconda solo alla Pirelli, che ne acquisì poi il

marchio dal 1979, anno in cui la fabbrica chiuse i battenti e i suoi proprietari si trasferirono a

Parigi.

Via Leoncavallo, via Bioglio, via Ternego e via Pacini sono nomi che oggi non dicono molto a

nessuno, forse sconosciuti alla maggior parte dei torinesi che nemmeno saprebbe collocarle.

Eppure, quel quadrilatero di vie fu gloria industriale che ebbe la sua primavera in Barriera di

Milano, quartiere Nord della città. 16.000 metri quadri di ex area industriale che dal 2011

sono stati oggetto di un imponente intervento di riqualificazione. 400 mila euro e voglia di

cambiamento hanno reso infatti possibile la realizzazione dell’area verde conosciuta oggi come

Giardini Ex CEAT.

Un’area gioco divisa in due, una per i più piccoli e una per i più grandi, dai 12 anni in su. Non

manca un percorso di ginnastica dolce per gli anziani, un mezzo campo da basket, un tavolo da

ping pong e un campo da volley senza rete.I centocinquanta olmi piantati due anni fa sono

cresciuti rigogliosi e l’area verde è verde per davvero.

Una storia lunga e difficile quella dei giardini ex CEAT, un racconto di degrado urbano e di

difficile integrazione sia nell’ambiente circostante che nel cuore della gente. Quale luogo

migliore per la terza edizione di Barriera Mobile? Dopo Barriera Mobile 1, dedicata ai figli di

seconda o terza generazione degli stranieri che popolano il quartiere e la numero due, dedicata

alle donne (e di cui parlammo in passato proprio sulla versione web del magazine), la terza

edizione del progetto ha osservato in modo laico e artistico una realtà come quella di Barriera

di Milano, quartiere periferico di immigrazione spesso etichettato come pericoloso e per nulla

adatto alla vita serena di famiglie felici.

Barriera Mobileè un ossimoro che vuole spiegare come un ostacolo possa sì intralciare il nostro

cammino ma come sia anche possibile spostarlo, per poi superarlo con fierezza. Dal 30 giugno

2013, entrando nei giardini ex CEAT (aperti fino alle 22 in estate e fino alle 17 in inverno),

troverete sette strani oggetti di colore bianco, nuovi inquilini di un giardino oggetto delle cure

di tanti volontari che si occupano a turno della loro apertura e chiusura.

Edoardo Cinalli, già presente nella rosa dei tre studenti dell’Accademia delle Belle Arti che

coordinò il lancio del progetto, è autore di Quando il Suono vince sul significato, installazione

sonora urbana tutta da scoprire.

La Religione il tema della terza edizione. Maria Chiara Giorda, studiosa e docente in materia,

e i sempre presenti Bagni pubblici di Via Agliè hanno coinvolto sei famiglie del quartiere, diverse

per etnia e credo. Sei famiglie e sei religioni per sei diversi modi di vivere la quotidianità:

Cattolica, Cristiano Ortodossa, Ebraica, Islamica, Buddhista e Mourid (l'Islam del Senegal). Dai

vari incontri con le famiglie sono scaturite sette tracce sonore, oggi fruibili accomodandosi sulle

sedute Dente del duo di designer Atelier BL119, a forma di molare anche se decisamente

incisive.Presenti anche in Corso Verona vicino al Tram del progetto Diogene, le sedute sono in

questo caso accompagnate da un tubo ricurvo da cui è possibile ascoltare delle musiche

Musica Arti visive Storytelling Performing Arts

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Fulvio Ioan

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premendo un bottone.Barriera Mobile 3è la religione e l’integrazione attraverso i suoni, il design

e le immagini, grazie anche alla mostra fotografica degli scatti di Alice Massano che ha

documentato le sei religioni più presenti a Torino e i loro praticanti nella vita di tutti i giorni.

Musicista classe 1984, Edoardo Cinalli, in arte Edoardo Cinalsky, si definisce da sempre

influenzato dalle sonorità sperimentali di tutto il genere musicale. Il suo stile potrebbe

riassumersi come ricerca continua del suono che ha la parola cercando di “slegarla” dalla

gabbia che spesso la imprigiona. Perfetto quindi per interpretare l’integrazione e il concetto di

Barriera Mobile:capace di dividere e creare ostacoli ma anche di unire ed armonizzare.

Per conoscere bisogna incontrarsi e sperimentare proprio come hanno fatto Edoardo ed Alice,

dando un suono o un'immagine a ciò che non conosciamo per renderlo nostro, vicino a noi e al

nostro cuore. Per comprenderlo, amarlo e sentirlo. Anzi, ascoltarlo. Perché proprio nella

differenza tra il sentire e l'ascoltare, il guardare e l'osservare, passa la possibilità di crescere ed

integrarsi. Per davvero.

IN: ARTI VISIVE

DMAG è un periodico quattordicinale on line registrato al Tribunale di Torino con il n° 6 del 4 gennaio 2011 - info ->

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