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FASE CORTESE FASE BORGHESE

L’AFFERMAZIONE DELLA NOVELLAPASSAGGIO CULTURALE

DALLA CORTE PROVENZALE AL COMUNE ITALIANO

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Se il protagonista della società cortese era stato ilnobile cavaliere, quello della nuova societàcittadina è ora il mercante, portatore di una visionedel mondo più aperta. La novella in prosa volgareritrae questa nuova società, nata dall’enormesviluppo verificatosi a partire dal Duecento delleattività produttive artigianali, dei commerci, delleattività bancarie, nella sua vita quotidiana.

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I dieci ragazzi, tutti appartenenti all’alta borghesia, colti e raffinati stanno a dimostrare che questa classe è ormai in grado di produrre una cultura e una letteratura svincolate

dalla mentalità della Chiesa e dell’aristocrazia feudale. Il Decameron è la grande opera

della borghesia della seconda metà del Trecento.

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I destinatari del Decameron

MITTENTE

GIOVANNIBOCCACCIO

DESTINATARIO

PUBBLICOBORGHESE

MESSAGGIO: NOVELLE IN CORNICE

CODICE:PROSA IN FIORENTINO

CANALE:LIBRO-DECAMERON

REFERENTE O SIGNIFICATO:DIVERTIMENTO, EVASIONE

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Ideando e scrivendo il Decameron

durante l’epidemia di peste del 1348,

Boccaccio si propone di

consolare ed intrattenere i

sopravvissuti con una visione

positiva della vita.

Si rivolge un pubblico che non ha ancora gli strumenti culturali per capire la poesia, ma può essere

attratto da racconti e personaggi realistici.

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Nella conclusione Boccaccio chiarisce che le sue novelle non sono sempre caste perché rappresentano la realtà senza

censure e afferma la libertà dello scrittore.

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La peste è anche la cornice delle 100 novelle, cioè la storia che le contiene e le ordina.

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All’epoca la peste fu

interpretata come una punizione

divina o una configurazione maligna delle stelle, o un maleficio di

streghe.

Boccaccio ne dava una spiegazione fisica, ma certo allora la medicina non era in grado di capirne il meccanismo. Ciò che

più colpì Boccaccio fu il disfacimento morale e affettivo che la malattia aveva portato con sé.

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Per sfuggire al morbo mortale e al caos civile e morale che neconsegue, sette ragazze e tre ragazzi della ricca borghesia diFirenze, lasciano la città e si stabiliscono poco lontano in un

palazzo immerso nel verde.

Si ristabiliscono così l’ordine e la convivenza civile, si riafferma il controllo dell’intelligenza umana sulle forze oscure.

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Tutto ciò ci riporta alla selva di Dante, poiché Boccaccio paragona Firenze a un’aspra

montagna, oltre cui c’è la pianura. Anche il Decameron traccia un percorso morale ed ha una

struttura ascensionale: dal blasfemo Ciappelletto alle ultime novelle piene di esemplare e sincera generosità.

Possiamo così dedurre che Boccaccio chiamò la Commedia di Dante “divina” per differenziarla dal

Decameron, commedia umana.

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LA STRUTTURA DEL DECAMERON

Giunta alla piana la“lieta brigata” organizza ilsoggiorno (1° giorno): si decide che il venerdì e ilsabato saranno dedicati a pratiche religiose, igiene eriposo e i rimanenti 10 allo svago e all’arte delracconto: a turno i ragazzi diventeranno re o reginedella giornata e stabiliranno un tema; alla fine di ognigiornata ognuno canterà una ballata. La mattina del15° giorno i ragazzi rientreranno a Firenze e davantialla chiesa di Santa Maria Novella, dove si eranoincontrati, si saluteranno.

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1° giornatamercoledì

Pampinea Tema libero

2° giornatagiovedì

Filomena Storie a lieto fine con l’aiuto della fortuna

3° giornatadomenica

Neifile Storie di desideri soddisfatti con l’ingegno e l’abilità

4° giornata lunedì

Filostrato Storie d’amore infelici

5° giornata martedì

Fiammetta Storie d’amore a lieto fine

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6° giornatamercoledì

Elissa Storie di chi ha la risposta arguta

7° giornatagiovedì

Dioneo Beffe di donne che ingannano i mariti

8° giornatadomenica

Lauretta Beffe di persone ingenue

9° giornata lunedì

Emilia Tema libero

10° giornata martedì

Panfilo Storie cortesi e azioni generose

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Pur attingendo alla tradizione classica delle fiabe greche, arabe e medievali , del romanzo cavalleresco e delle parabole medievali, Boccaccio è un innovatore quanto alla comicità, al realismo e al distacco spiritoso e privo di condanna nei confronti delle debolezze umane.

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Il realismo è dato anche dall’uso del tempo e dello spazio: per raccontare del passato e per descrivere città diverse,

Boccaccio ci presenta riferimenti precisi e reali come in un “ giornale dell’epoca”.

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Anche la dedica alle donne è un mix di tradizione ed innovazione: ritroviamo l’omaggio alla donna della tradizione cortese-stilnovistica e al contempo l’invito al pubblico femminile, escluso dalla cultura, a leggere un libro che privilegia il tema dell’amore; in questo fondamentale passaggio le donne si trasformano da oggetto dell’amore a soggetto.

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I NUCLEI TEMATICIFortuna La Fortuna, cioè il caso, prende il posto della “divina

provvidenza”. Boccaccio la definisce: prima ministra del mondo, una forza terrena che l’uomo è in grado di contrastare ed assecondare.

Natura e Amore

Seconda ministra del mondo insieme ad Eros, opporsi a questo istinto imperativo significa l’infelicità e la follia.

Ingegno L’intelligenza e la volontà costituiscono la libertà dell’uomo, con questi strumenti l’uomo può opporsi al Fato ed agli istinti mantenendo il controllo sul proprio destino.

Virtù e morale laica

La capacità di dirigere la propria nave (metafora per vita) è la virtù nuova che emerge nel privato e nella società. La virtù è in tal senso la capacità di convivere con il prossimo nella tolleranza e nel rispetto degli impulsi umani naturali, ma senza eccessi e sfrenatezze.

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