NNO I - NUMERO 7 LA N ot i z ia Fr Od e l RG O I ZA LUGLIO ... · Roma n. 177/2015 del 20.10.2015...

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Notiziario del GOI LA FORZA DELLE IDEE ISSN 2499-1651 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/07/2016 ANNO I - NUMERO 7 LUGLIO 2016

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ANNO I - NUMERO 7

LUGLIO 2016

ERASMO

Notiziario del GOIPeriodico mensileAnno I - Numero 7 Luglio 2016

Direttore ResponsabileStefano BisiConsulente di DirezioneVelia Iacovino

EditoreAssociazione Grande Oriente d’Italia, Via di San Pancrazio 8,Roma

Legale rappresentante: Gran Maestro Stefano Bisi

Direzione RedazioneAmministrazioneErasmo Notiziario del GoiVia di San Pancrazio 8 00152 RomaTel. 065899344 Fax 065818096Mail:[email protected]

StampaConsorzio Grafico e StampaS.r.l.s. - Tivoli (RM)

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AVVISO AI FRATELLIInvitiamo tutti i Fratelli e tutte le logge a inviare d’ora in avanti le notizie pubblicabili

sulle testate del Grande Oriente – Sito, Erasmo e Newsletter –a questo indirizzo di posta elettronica:

[email protected]

A questo stesso indirizzo potranno anche essere inviate lettere, alcune delle quali verranno pubblicate nella rubrica La parola è concessa

SOMMARIO

Dal Vascello

I massoni, cittadini a pieno titolo 7di Stefano Bisi

Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia

Repubblica70

In cammino con la giovinezza del mondo 4

Al Vascello festa per la Repubblica 9

Equinozio d’Autunno - XX Settembre 16Il Programma

Grande Oriente, continuità e futuro 17

L’Antifascismo italiano in esilio 19

In Primo Piano

Il martirio di Cesare Battisti 6

Stop alla gogna mediatica 8

Escalation di conflitti mondiali 14

Un piccolo faro per la democrazia 20

Sangue nel giorno della Bastiglia 23

Eventi

Il Gianicolo tra mito, storia e bellezza 10

Il Grande Oriente d’Italia al Vascello 11

L’Oriente calabrese compatto e coeso 12

In bicicletta fino a Gerusalemme 12

Cecco D’Ascoli e il pensiero libero 24

In visita a Castel del Monte 25

La Nostra Storia

Un massone racconta… 13

Dalla Parte Giusta

La Fratellanza Fiorentina nella Fism 26

Il cordone ombelicale è vita 27

Test anti aids ai senzatetto 28

Views e News 29

immagine di copertina:Vasily Kandinsky, Dipinto blu,

Guggenheim Museum, New York

ASSOCIATO

“La Massoneria è istituzione universale quanto l’Umanità ed an-tica quanto la memoria. Essa ha le sue primavere periodiche per-ché da una parte custodisce le tradizioni ed i riti che la leganoai secoli, dall’altra si mette all’avanguardia di ogni pensiero ecammina con la giovinezza del mondo”. Sono parole di GiovanniBovio, filosofo pugliese, nato a Trani nel 1837 e morto a Napolinel 1903, massone, autore di numerose opere, docente universi-tario, deputato dalla 13ª alla 21ª legislatura, al quale il GrandeOriente ha dedicato il convegno, che si è tenuto nella sua cittànatale il 9 luglio, sulla Costituzione, le Autonomie locali e il con-tributo dei liberi muratori alle grandi battaglie che hanno portatoalla costruzione delle nostre istituzioni democratiche. L’incontroè stato organizzato, nell’ambito delle manifestazioni dedicatedal Grande Oriente ai 70 anni della Repubblica, dalla loggia Ben-salem (1308), d’intesa con il Collegio circoscrizionale della Pugliadel Grande Oriente d’Italia. All’evento, che ha suscitato grandeinteresse e che si è tenuto in una affollatissima sala del vecchioalbergo San Paolo al convento, antica sede dei Barnabiti, hannopartecipato lo scrittore e saggista Mario De Marco, docente eme-rito di filosofia e di storia; lo storico Giovanni Greco, Ordinariodi Storia Contemporaneo presso l’Università degli Studi di Bo-logna; il giurista Nicola Di Modugno, Ordinario di Diritto Am-ministrativo dell’Università degli Studi di Benevento e in vestedi moderatore il giornalista Michele Mascellaro.

Un pensiero che sopravvive nel tempo

Ha concluso il dibattito il Gran Maestro Stefano Bisi che ha sot-

tolineato lo spirito delle iniziative messe in campo in tutt’Italiadal Goi in occasione dei 70 anni della Repubblica. Iniziative chehanno contribuito a stimolare una ampia riflessione sulla nostrabellissima Carta Costituzionale, che “nacque – ha sottolineatoil Gm – dal sacrificio in nome della libertà di tanti uomini e ditante donne e di tanti massoni, che parteciparono alla costru-zione della Repubblica. Ma anche di grandi filosofi come Bovio,il cui pensiero sopravvive al tempo”. Il convegno, che si è aperto con il saluto del presidente circoscri-zionale della Puglia, Antonio Mattace Raso, e ha portato alla ri-balta tematiche di grande attualità, ha preso le mosse propriodalle parole dell’intellettuale di Trani. Raso, da parte sua, ha in-fatti invitato tutti i fratelli a lavorare instancabilmente ogni giornonelle officine per rinnovare la primavera del pensiero e trasmet-tere un messaggio di umanità anche al mondo esterno.

La Repubblica un bene preziosissimo

L’introduzione storica è stata affidata, sia pure a distanza, alprofessor De Marco, assente per motivi di salute, ma che ha in-viato il video del suo intervento. Lo studioso si è soffermatoad analizzare l’idea di Repubblica, spiegando che è una parolache non deve trarci in inganno “perché essa non è sempre si-nonimo di democrazia”, ma piuttosto sta a indicare “quella for-ma di stato che si contrappone alla monarchia” e che “nella sto-ria moderna si regge sull’egemonia della borghesia” e sull’e-lezione dei propri rappresentanti, laddove invece nell’anticaGrecia identificava, per lo meno nell’ideale di Platone, l’esercizio

NEL SEGNO DI GIOVANNI BOVIO

In cammino con la g Nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Goiper lo storico anniversario del 2 giugno si è tenuto a Trani un convegno dedicato al grande filosofoe politico pugliese ispiratore dell’art.5 della Costituzione

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4Il tavolo dei relatori Uno scorcio della Sala dell'ex convento barnabita di Trani

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del potere da parte di un’oligarchia dello spirito che aveva con-seguito il proprio perfezionamento. Un concetto su cui rifletteràanche Aristotele, sottolineando la possibilità dell’esistenza dimolteplici forme di governo, ognuna delle quali, secondo lostagirita, poteva avere la sua validità in forza delle virtù e dellacondotta degli uomini o sfociare nella demagogia. Oggi, ha os-servato De Marco, è a questo che assistiamo, contro l’idea stessasulla quale si fonda la nostra Repubblica, che come forma isti-tuzionale è strettamente connessa all’idea di democrazia. Un’i-dea realizzata, dopo un faticoso cammino, nel 1946, e ispirataall’idea mazziniana di stato che è stata condivisa e tramandatafino a noi da molti massoni, “un bene preziosissimo che ha tantastrada da fare per conseguire maggiore compiutezza”.

In Bovio l’essenza del Libero Pensiero

Ha preso poi la parola il giurista Di Modugno, che ha illustratola figura di Bovio, ricordando che venne iniziato nella loggia diCaprera di Trani nel 1863 che allora apparteneva al GrandeOriente Garibaldino di Palermo e che poi a Napoli il 21 novem-bre 1888 fu affiliato alla loggia Losanna del Grande Oriente,nella cui giunta arrivò a ricoprire l’incarico di Grande Oratore.In particolare il giurista ha tenuto a rievocare lo storico discorsoche Bovio tenne a Campo de’ Fiori a Roma il 9 giugno del 1889quando venne inaugurata la statua di Giordano Bruno. Un di-scorso che sintetizza l’idea che è alla base stessa del libero pen-siero, un pensiero che “non chiede vendetta”, ma “tolleranza ditutte le dottrine, di tutti i culti e culto massimo la giustizia”. Bo-vio, ha sottolineato il relatore, era un filosofo ma anche un po-

litico straordinario, che credeva fermamente che “il diritto senzail dovere fa il padrone e il dovere senza il diritto fa il servo” eche “diritto e dovere equilibrati nella persona fanno l’uomo,non servo o suddito, ma l’uomo veramente, l’uomo libero”.Sono questi principi che . Iniziative che hanno contribuito a sti-molare una ampia riflessione, ha detto il professore, invitandoa riappropriarci di questo nobile testo che ha saputo tenere contoanche di tutte le anime che componevano e che compongono ilnostro paese. Ne è una dimostrazione l’articolo 5, che recita: “La Repubblica,una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”.Un principio che rappresenta un’altra utopia realizzata di Bovio,che in un celebre discorso tenuto a Gallipoli nel 1893, stigma-tizzò la scelta troppo centralista del giovane stato italiano. Inquella memorabile occasione, come ha ricordato anche il pro-fessor Greco, Bovio, infatti, spiegò cosa intendeva per autono-mia: “Non è una parola indeterminata – disse – la vogliamonelle regioni, nei municipi, negli individui, la vogliamo con sta-tuti che sono stati da noi particolareggiati, in altri discorsi e oc-casioni, la vogliamo perché senza autonomia non c’è popolo enon c’è Italia”. Un’idea di eccezionale modernità che ha trovatoparziale applicazione, al di là del dettato costituzionale, solocon la legge nr. 142 del 1990 e di cui oggi si auspica un miglio-ramento. “Ma allora è proprio vero – ha concluso Di Modugno– che la Massoneria cammina con la giovinezza del mondo”. Eha sempre dimostrato, come ha aggiunto il professor Greco,“di saper lavorare anche sul passato, perché questo è l'unicomodo di essere innovatori”.

iovinezza del mondo

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Al centro il Gran Maestro Stefano Bisi e a destra il Secondo Gran Sorvegliante Pasquale La Pesa

“Ricordare oggi il martirio di Battisti e di Filzi non costituiscetributo ad antiche avversità o alzare nuovi muri. Al contrario.Da quelle testimonianze di intensa umanità, da quel desideriodi libertà, da quella speranza di integrità e di giustizia per la pro-pria gente, viene una forte spinta alla pace e alla convivenza nelrispetto dei diritti universali della persona e dei popoli, così mi-rabilmente riassunti nella Costituzione della Repubblica”. Sonole parole espresse dal Presidente della Repubblica Sergio Matta-rella in un messaggio inviato alla direttrice dell’Ente Museo Ca-stello del Buonconsiglio, Laura Dal Pra’, a cento anni (12 luglio1916) dall’esecuzione della condanna a morte, per alto tradimen-to, di Cesare Battisti, giornalista, geografo, massone, deputatosocialista al Parlamentodi Vienna e volontarioper l’Italia nella Primaguerra mondiale. A Bat-tisti è dedicata, fino al 6novembre, una mostra alCastello del Buonconsi-glio di Trento dal titolo“Tempi della storia, tem-pi dell’arte. Cesare Batti-sti tra Vienna e Roma”.Un’occasione, scrive il“Corriere della Sera”, inun articolo pubblicato nelgiorno della centenariodella morte, per capiredavvero chi fu questo ap-passionato irredentista,nato a Trento nel 1875 elaureato in geografia (equindi anche convinto sostenitore della divulgazione scientifica).Un’occasione inoltre, prosegue il quotidiano, per restituire visi-bilità anche alla moglie Ernesta Bittanti che non solo fu tra le pri-me laureate italiane, ma fu per tutta la vita (morì nel 1957) unapaladina dei diritti umani, socialista e femminista. Una donnadotata di una grande cultura e personalità, che non smise maidi diffondere, accanto al suo, il pensiero del marito. E la Massoneria ha ricordato Cesare Battisti, con una manifesta-zione che si è tenuta il 13 giugno, alla quale è intervenuto il ni-pote Marco del patriota italiano, che insieme al maestro vene-rabile dell’officina, Giuliano Rotunno, ne ha rievocato la figura,l’instancabile impegno, l’attività giornalistica, gli studi scientificiper far conoscere meglio la realtà geo-economica del Trentino,le battaglie contro l’ostilità degli ambienti conservatori nei suoiconfronti. Il professore Vincenzo Calì, già direttore del museo

trentino del Risorgimento, ha tratteggiato l’azione politica svoltada Cesare Battisti, anche come deputato socialista al Parlamentodi Vienna, per la difesa dell’autonomia e della libertà delle mi-noranze nazionali, e quindi per una riforma in senso federalistadell’Impero asburgico. E’ stato anche sottolineato come l’irre-dentismo di Cesare Battisti fosse legato ad una visione di mo-dernizzazione e sviluppo economico-sociale in sintonia conquanto avveniva in Italia. I legami tra la Massoneria e CesareBattisti sono stati analizzati da Lucio La Verde. Premesso chenon sono, fino ad oggi, disponibili documenti comprovanti laappartenenza diretta di Cesare Battisti alla Massoneria va peròricordato come, già dal 1919, fu costituita a Trento una loggia a

lui intitolata. Loggia che ri-prese i suoi lavori nel 1945.In precedenti rievocazioniCesare Battisti veniva defi-nito come un fratello. Inparticolare, nel 1971, in unoscritto celebrativo di Rober-to Ascarelli, già Gran Mae-stro Onorario della Masso-neria italiana, Cesare Batti-sti viene più volte chiamatoFratello, e viene sottolinea-to come “il suo modo di vi-vere – e il suo modo di mo-rire – furono perfettamenteaderenti ai dettami dellaMassoneria”. Un altro rife-rimento a Battisti massonecompare in Rivista Masso-nica N. 7-9 Luglio-Settem-

bre 1966 dove si riporta la notizia di una commemorazione delFratello Cesare Battisti. Va inoltre ricordata la sua lettera del 5marzo 1915 inviata a Bernardo Degregorio, venerabile della log-gia massonica di Corato, in cui si legge: “Molto, moltissimo de-vesi alla Massoneria se la causa di Trento e Trieste ha ancorafautori in Italia e se l’irredentismo si è gagliardamente ridestatoe, malgrado le opposizioni neutraliste, affermato”. Cittadinoaustriaco di nascita, Battisti diresse giornali nella Trento asbur-gica e fu deputato al Parlamento di Vienna. Allo scoppio dellagrande guerra combatté per la parte italiana. Catturato dai Kai-serjäger guidati dal trentino Bruno Franceschini, fu processatoe impiccato per alto tradimento in quanto deputato austriaco.L’esecuzione avvenne nella Fossa della Cervara. Le cronache ri-portano che la prima volta il cappio si spezzò e che il carneficeripeté l’esecuzione con una nuova corda.

12 GIUGNO 1916

Il martirio di Cesare BattistiPagò con la vita le sue battaglie per la libertà e la speranzadi giustizia. La “Filos” di Trento lo ha commemorato con il nipote Il Presidente Mattarella lo ha definito un “monito contro i muri”

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Il mausoleo dell'irredentista Cesare Battisti a Trento

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Gentile Presidente Bindi, dopo aver letto su quotidiani e agenzie di stampa le Sue dichiarazioni rilasciate

durante la Sua recente visita a Trapani, Le anticipo sin da ora la mia totale dispo-nibilità ad essere ascoltato dalla Commissione che Ella presiede sulle tematiche ri-guardanti la Massoneria regolare di cui mi pregio e mi onoro di appartenere. Ma,allo stesso tempo, Le posso ribadire fermamente sin da adesso che l’Istituzione cherappresento fa della trasparenza e della legalità due solide colonne su cui si reggela secolare Tradizione della Massoneria autentica e regolare. Mafia e n’dranghetae chi ne fa parte, per noi sono i primi nemici della Libertà, della Democrazia e dellaGiustizia, soggetti deplorevoli da colpire e non con i quali interloquire, essere collusio addirittura sottomessi al loro marcio potere. Noi Liberi Muratori del GrandeOriente d’Italia non abbiamo nulla da nascondere e da tantissimi anni, dopo essereper primi intervenuti al nostro interno su quella triste e dolorosa vicenda P2 chetanti danni ci ha arrecato, siamo impegnati a lavorare per il Bene dell’Umanità edella Società in cui viviamo.

La Massoneria è una Istituzione Universale che si dedica al perfezionamentodell’Uomo e l’articolo 4 della Costituzione del nostro Ordine, il più antico in Italia, recita queste inequivocabili parole: “IlGrande Oriente d’Italia, fatti propri gli Antichi Doveri, persegue la ricerca della verità e il perfezionamento dell’Uomo e del-l’Umana Famiglia; opera per estendere a tutti gli uomini i legami d’amore che uniscono i Fratelli; propugna la tolleranza, ilrispetto, di sé e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero. Presta la dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza allaCarta Costituzionale dello Stato democratico Italiano ed alle Leggi che ad essa si ispirino”.

Non è pensabile, posso assicurarLe, che uomini così indossino un grembiule e si muovano parallelamente per inquinarela vita dello Stato a cui hanno giurato fedeltà.

Da noi esiste la riservatezza, così come in tante altre associazioni, e non la segretezza. Le nostre Logge sono indicate sulsito dell’Ordine come pure le sedi. E il controllo sull’attività e sull’ammissione è rigido, rigoroso e costante. Il Grande Oriented’Italia poi ha un radicamento così forte e identitario con il Paese in virtù della sua antica origine risalente al 1805 e per lebattaglie cui ha contribuito per affermare i valori che hanno dato vita all’Unità e, dopo il Fascismo, alla nascita della Repub-blica.

Quella Repubblica di cui abbiamo celebrato i 70 anni organizzando tutta una serie di convegni sui temi che vanno dalLavoro alla Solidarietà. E siamo talmente trasparenti che persino lo stesso ministero dell’Interno ha copiato, ammettendolo,il nostro logo creato per l’occasione e che è stato messo nel sito istituzionale del Viminale. Una cosa, Presidente Bindi, vorreiperò sottolineare e su questa, se permette, dissento da quanto Lei avrebbe detto ai media. Essere massoni non significa doveressere ghettizzati e impediti ad esercitare i diritti comuni a tutti gli altri cittadini. Gli assessori di Castelvetrano aderenti omeno alla Massoneria hanno gli stessi diritti e doveri di chi non è massone. E chi è libero muratore, posso assicurarglielo, hatanti doveri ed obblighi in più. È per questo che con il rispetto dovuto alle Istituzioni e con la massima franchezza e disponibilitàal dialogo, aspetto d’incontrare Lei e gli altri membri della Commissione d’inchiesta per parlare serenamente di cosa è e fa ve-ramente la comunione massonica del Grande Oriente d’Italia e di cosa non è. Con reciproca franchezza e senza distorsioni epregiudizi.

Stefano Bisi,

Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani

IL GM AL PRESIDENTE DELL’ANTIMAFIA

I massoni, cittadini a pieno titolo Il Gran Maestro Stefano Bisi scende in campo in difesa dei Liberi Muratori del Grande Oriente e replica a Rosy Bindidichiarandosi pronto a essere ascoltato in CommissioneEcco il testo integrale della lettera

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Il Grande Oriente d’Italia non permetterà a nessuno di gettareombra o infangare il prestigio di cui gode e intende tutelare l’im-magine e il lavoro portato avanti da tanti meravigliosi Fratelliin Calabria e in tutta la Penisola che non meritano una similegogna mediatica per situazioni che non riguardano l’Istituzione.Sono le parole del Gran Maestro Stefano Bisi che in un comuni-cato diffuso il 18 luglio scorso ha replicato così alle notizie ri-portate dai media sulle indagini in corso a Reggio Calabria. “Nella ricostruzione delle vicende giudiziarie che riguardanol’inchiesta di Reggio Calabria sull’intreccio di poteri occulti cheavrebbero controllato e condizionato la vita della città – sotto-linea il Gm – è stata tirata in ballo anche la presenza della Mas-soneria e di alcuni personaggi che sarebbero affiliati ad essa. IlGrande Oriente d’Italia, pur non avendo nulla a che fare in ter-mini di ruolo, di logge edei suoi iscritti con la vi-cenda in oggetto, è statopoi strumentalmente eforzatamente evocato intale contesto da più or-gani stampa, facendo ri-corso alle dichiarazionirese da un ex GranMaestro del GrandeOriente d’Italia alla Ma-gistratura nel 2014”. “In esse Giuliano DiBernardo, che lasciòl’Ordine all’inizio deglianni Novanta per creare una nuova organizzazione massonica,racconta di un colloquio – prosegue il Gran Maestro – che sa-rebbe avvenuto durante una Giunta del Grande Oriente d’Italianel 1993 e in cui il compianto Gran Maestro Aggiunto, EttoreLoizzo avrebbe ammesso la circostanza che in Calabria ben 28su 32 officine del Grande Oriente d’Italia erano sotto il controllodella n’drangheta”. “Tirare in ballo un morto, che non può minimamente contraddireo puntualizzare la versione dei fatti attribuitagli è sin troppo fa-cile e da furbi – commenta Bisi – ma allo stesso tempo resta unmodo poco elegante e sicuramente non rispettoso della memoriadi un grande uomo, il fratello Ettore Loizzo, che anche nella suaesperienza politica da vicesindaco di Cosenza, ha dato ampiaprova della sua capacità, e del suo rigore morale. Così comenella sua allora suprema e indiscussa veste di Gran Maestro ilDi Bernardo avrebbe avuto tutti gli strumenti massonici a suadisposizione e sarebbe dovuto prontamente intervenire, per

sciogliere le Logge in presunto odore d’illegalità di cui ha parlatonel 2014, o denunciarne i fatti alle autorità competenti. Il nonaverlo fatto allora sarebbe ancora oggi un atto estremamentegrave e incomprensibile”. In questo 2016 il Grande Oriente poi, ha tenuto a ricordare ilGran Maestro, è stato fra le Istituzioni che hanno inteso celebrarei 70 anni della Repubblica con tutta una serie di manifestazioniche si sono svolte e continueranno a svolgersi in luoghi simbolodella Penisola. “È anche per questo – conclude la nota – che l’Or-dine ritiene doveroso difendere la trasparenza e la moralità dellasua Comunità da qualsiasi campagna diffamatoria con azionilegali che saranno prontamente intraprese nei confronti di coloroche facendo congetture o meri ed artificiosi accostamenti reche-ranno pregiudizio al Grande Oriente d’Italia”.

La lettera all’Avvenire

Il Gm ha anche scrittouna lettera di protesta aldirettore del quotidianocattolico l’Avvenire in re-lazione all’articolo inti-tolato “ChiamiamolaMassomafia” pubblicatodal giornale ribadendo,in relazione alle inchiestegiudiziarie in corso inCalabria, come la tesidella n’drangheta ormaiconfluita nella Massone-

ria, anzi “sotto la Massoneria” sia veramente un pugno nellostomaco per tutti quei fratelli che orgogliosamente e nella pienalegalità e trasparenza lavorano secondo i nobili principi dellaLibera Muratoria Universale per migliorare se stessi e l’Umanitànon certo intrallazzando con la criminalità organizzata o addi-rittura facendola confluire direttamente all’interno dell’Istitu-zione. “Mi duole veramente dirlo – scrive il Gran Maestro – macredo che in questa occasione siano stati superati i limiti delbuonsenso e della libera opinione. L’articolista nel raccontare leinchieste giudiziarie in corso in Calabria e citando la “riflessione”di un boss e alcune dichiarazioni di collaboratori di giustiziaavvalora in chi legge e quindi nell’opinione pubblica una tesi,quella della n’drangheta ormai confluita nella Massoneria, anzi‘sotto la Massoneria’ che è veramente un pugno nello stomacoper tutti quei fratelli che orgogliosamente e nella piena legalitàe trasparenza lavorano secondo i nobili principi della LiberaMuratoria Universale per migliorare se stessi e l’Umanità non

IL CASO REGGIO CALABRIA E IL PG DELLE MARCHE

Stop alla gogna mediatica Nella ricostruzione delle vicende giudiziarie sull’intrecciodi poteri occulti che avrebbero controllato la cittàalcuni organi di stampa hanno tirato in ballo la Massoneria e un ex Gm che lasciò l’Ordine a inizio anni Novanta

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certo intrallazzando con la criminalità organizzata o addiritturafacendola confluire direttamente all’interno dell’Istituzione”.“Simili accostamenti – osserva Bisi – sono totalmente arbitraried estremamente preoccupanti per tutti i massoni delle Obbe-dienze regolari che nulla hanno a che vedere con personaggi elogge spurie o congreghe occulte che possono diventare dei luo-ghi di dubbia moralità e con interessi diversi da quelli per cuiveramente opera da quasi tre secoli la Massoneria. Totalmenteinaccettabile è poi il fatto che un giornalista conii un termine“Massomafia” che marchia in modo inaccettabile, infamante etotalmente falso una Istituzione mondiale che con la Mafia nonha nulla da spartire. Le parole sono come macigni e prima discriverle bisognerebbe usare lamassima cautela. Noi massoni,per esempio, quando sono ac-cadute delle cose obiettivamentegravi all’interno della ChiesaCattolica non abbiamo mai mi-nimamente pensato di coniareil termine “Chiesofilia”, perchéper la viziosa colpa di alcuni altio bassi prelati non si può fare ditutta la Chiesa una congrega didepravati e disgustosi amantidella pedofilia. Così come nes-suno, anche chi crede di poterlofare utilizzando la tastiera delcomputer, può dare un giudiziocosì tranciante, netto e sbagliatosulla Massoneria. Lo stesso Pon-tefice qualche anno fa disse: ‘Chi sono io per giudicare? ‘ “.

Sotto attacco anche ad Ancona

La Libera Muratoria è finita sotto attacco anche ad Ancona. Eanche qui il Gm è sceso in prima linea in difesa dei fratelli re-plicando al Procuratore generale delle Marche, Vincenzo Macrìche in un’intervista al Resto Del Carlino ha definito la Mas-soneria il collante dei poteri forti, delle lobby e del malaffareche controllano il territorio. “Noi ci sforziamo di essere e vo-gliamo continuare ad essere – ha spiegato il Gran Maestro alPg – un unico, grande potere: quello dell’uomo al serviziodell’uomo. Una lenta, dura e difficile opera di miglioramento

della singola persona e dell’Umanità che non ammette devia-zioni ed illegalità. Queste vie non fanno sicuramente partedella nostra Tradizione, dei nostri principi e della nostra Cul-tura. La Massoneria non governa Ancona. Con la criminalitànon c’entriamo”. “Non è la prima volta che accade, e proba-bilmente non sarà neanche l’ultima occasione in cui sarò co-stretto a intervenire a difesa di una Istituzione che col malaf-fare e la criminalità organizzata non ha nulla a che vedere.Una Istituzione – scrive Bisi – alta e dai nobili principi chemerita rispetto ed attenzione per quello che fa nei confrontidella Società e che solo in Italia viene spesso evocata in ma-niera gratuita e negativa, ed utilizzata come capro espiatorio

e/o fumo negli occhi per copri-re ben altre situazioni e consor-terie”. “Nell’intervista resaall’autorevole quotidiano mar-chigiano, Lei addirittura oranon esita a definire la Masso-neria con la parola ‘collante’ di‘un intreccio di lobby, poteriforti, consociativismi, tutele re-ciproche, grazie alle entraturenelle Istituzioni, alle amicizie’.Potrà ben capire la gravità e lapericolosità sociale di una si-mile affermazione nei delicatie bui periodi che tutti noi vi-viamo”, osserva il Gran Mae-stro, ricordando la laboriositàe la generosità dei fratelli mar-

chigiani, le loro iniziative e battaglie come quella per evitarechiusura di corsi universitari a Jesi per mancanza di fondi, ladonazione di 60 mila euro a sostegno di una importante ricercasull’Alzheimer e le diverse iniziative di solidarietà che le loggesvolgono sul territorio. “Egregio Procuratore, – replica il GranMaestre – queste operazioni sono il vero “collante” che legala Massoneria alla Società. Noi vogliamo diventare un potereforte, ma non di quella categoria di cui ci si accusa semplici-sticamente e ingenerosamente, ma di ben altro e alto livelloiniziatico e spirituale. Noi ci sforziamo di essere e vogliamocontinuare a essere un unico, grande potere: quello dell’uomoal servizio dell’uomo”.

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“Il Gianicolo. Il colle ‘aureo’ della cultura internazionale, dellasacralità e della memoria” raccontato nel cuore stesso del Giani-colo. E’ stato presentato infatti nel parco del Vascello, sede delGrande Oriente d’Italia, il libro di Marcello Fagiolo e Carla Benocci, (Edizioni Artemide) dedicato a questo luogo di Roma che è trai più ricchi nel mondo di storia e immortalato nel 2013 anche nelfilm da Oscar di Paolo Sorrentino “La Grande Bellezza”. Una pre-ziosa occasione per il foltopubblico che ha partecipato al-l’incontro di rivivere leggende,fatti, eventi all’interno dellostesso scenario in cui si svol-sero. Affacciato sulla città ilGianicolo è un unicum, nonsolo per habitat e posizionenaturale, ma anche per il suostraordinario retaggio cultura-le. Può essere a buon dirittoconsiderato, hanno sottolinea-to i curatori del volume, una“repubblica internazionale”delle lettere e delle arti per le prestigiose istituzioni che vi hannosede, dal Grande Oriente d’Italia all’Accademia dell’Arcadia, alBosco Parrasio, alla Reale Accademia di Spagna, dall’AmericanAcademy, all’Institutum Romanum Finlandiae, all’IstitCoperti-nauto Italiano di Studi Germanici, all’Istituto di Norvegia di Roma,alla Fondazione Portus. Tuttienti che hanno partecipato alprogetto che ha portato allarealizzazione dell’opera, chenon tralascia nulla e che rico-struisce anche le mitiche ori-gini legate alla figura di Giano,il dio del passato-futuro, cui siaffiancano prima Noè con l’ar-ca e poi San Pietro, crocifissosul Montorio (“Mons Au-reus”), sul quale si è sofferma-to nel suo intervento Fagiolo.“Giano aveva – ha sottolineatolo studioso – la funzione di portiere, di ianus ianitor, prefigurandoil ruolo stesso di Pietro “. Una storia insomma dalle radici lonta-nissime nel tempo e leggendarie, ma che ancor oggi vive e si di-pana, nell’arco dei secoli. Un colle che fa parte della nostra storia,della storia di Italia, della sua nascita, del nostro Risorgimento.Nel 1849, come ha ricordato Antonella Ranaldi, sovrintendentedi Milano, il Gianicolo fu infatti il protagonista dei combattimenti

che concluderanno drammaticamente la seconda Repubblica Ro-mana alla quale sarà dedicato il suggestivo parco delle rimem-branze, con monumenti di Giuseppe e Anita Garibaldi e con lememorie degli “eroi” garibaldini. Combattimenti che cambiaronolo scenario architettonico di tutta l’area e che ebbero luogo ancheall’interno dell’attuale sede massonica del Vascello, alla quale,nel libro, è dedicato un capitolo a firma del giornalista Angelo Di

Rosa. E della cui celebre scoglie-ra, alla quale avrebbe collabo-rato il Bernini, e che riuscì a so-pravvivere alle cannonate fran-cesi, ha parlato Benocci, soffer-mandosi sul mistero della pa-ternità di quella spettacolarescultura. Notevole l’impiantoiconografico del libro a cui ilServizio Biblioteca, diretto daBernardino Fioravanti che haorganizzato l’incontro, ha col-laborato fornendo come fonte ivolumi “Grande riunione tenu-

ta nella sala dell’ex-circolo popolare in Roma” (Roma: TipografiaPaterno, 1849) e un album di rare incisioni sulla Repubblica ro-mana di parte francese. Al dibattito è intervenuto Giuseppe Mon-sagrati, docente di Storia della formazione degli Stati nazionalinel secolo XIX nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università di

Roma Tre e autore di saggi co-me “Roma senza il Papa. La Re-pubblica romana del 1849”(2014), “La primavera della Re-pubblica. Roma 1849: la città eil mondo” (2016). Ha chiuso ilavori il Gran Maestro StefanoBisi. “Il Grande Oriente d’Italiaè un pezzo del Gianicolo, faparte della sua storia, e siamoonorati di ospitare un eventodel genere”, ha detto il Gm ri-cordando il tradizionale appun-tamento del XX Settembre, de-

dicato quest’anno alla nascita, avvenuta 70 anni fa, della Repub-blica italiana. “In questo giardino, ricco di storia, parleremo diimmigrati, di istruzione, di libertà di culto, di lavoro insieme arappresentanti della società civile e ad alcuni personaggi simbolo”,ha anticipato Bisi. “Vogliamo essere un laboratorio di speranza,un laboratorio di progetti perchè il Grande Oriente d’Italia meritaun posto nell’attualità oltre che nella storia”, ha concluso.

I NOSTRI LUOGHI

Il Gianicolo tra mito, storia e bellezzaIl colle di Roma raccontato al Vascello attraverso un libroUna serata speciale in una delle terrazze naturali più belledella città organizzata dal Servizio Biblioteca

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Nel parco del Vascello durante la presentazione del volume

Tantissimo il pubblico intervenuto all'evento

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La Massoneria in Italia ha radici profonde ed antiche ed al giornod’oggi esistono nel nostro Paese numerose Obbedienze. Ma nelvariegato panorama libero-muratorio il Grande Oriente d’Italiarappresenta senza dubbio alcuno la più antica e numerosa Ob-bedienza massonica presente sulla Penisola. L’articolo 2 delle Co-stituzioni del Goi (abbreviazione di Grande Oriente d’Italia) recitatestualmente: “II Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani èstoricamente la prima Comunione Massonica Italiana, dotata diregolarità di origine, essendo stata fondata nel 1805 da un corpomassonico debitamente riconosciuto; essa è indipendente e so-vrana; presta la dovuta obbedienza ed osserva scrupolosamentela Carta Costituzionale dello stato democratico italiano e le leggiche ad essa si ispirino. Si raccoglie sotto il simbolo iniziatico delG.A.D.U. e rappresenta la sola fonte legittima di autorità masso-nica nel territorio italiano e nei confronti delle Comunioni Mas-soniche Estere. È costituito da tutte le Logge regolarmente fondatealla sua obbedienza ed è retto da una Giunta presieduta dal GranMaestro”. II Grande Oriente d’Italia ha sede sul Gianicolo, nellaVilla Medici del Vascello, teatro nel 1849 dell’epica difesa gari-baldina della Repubblica Romana. Ma è chiamata anche di Pa-lazzo Giustiniani in quanto dal 1901 agli anni Ottanta, con l’e-sclusione del periodo Fascista, la sua sede fu quella dell’omonimopalazzo ubicato in via della Dogana Vecchia a Roma ed oggi sededegli uffici del Senato della Repubblica. Fanno parte del GrandeOriente d’Italia circa 900 Logge ubicate in tutte le regioni italiane,per un totale di quasi 23mila fratelli. Solo nei primi tre mesi del2015 ci sono state ben 701 nuove affiliazioni. Dal 6 aprile 2014 èGran Maestro dell’Ordine il senese Stefano Bisi, giornalista, cheè il garante della Tradizione massonica e rappresenta il Goi pressoil mondo profano e nei rapporti con le comunioni massoniche

estere. I principi e le finalità della Comunione sono chiaramenteespressi negli articoli 4-5 delle vigenti Costituzioni in cui si affer-ma. “II Grande oriente d’Italia, fatti propri gli Antichi Doveri,persegue la ricerca della verità ed il perfezionamento dell’Uomoe dell’Umana Famiglia; opera per estendere a tutti gli uomini ilegami d’amore che uniscono i Fratelli; propugna la tolleranza,il rispetto di sé e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero.Presta la dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza alla CartaCostituzionale dello Stato democratico italiano ed alle Leggi chead essa si ispirino”. Ogni anno si svolge a Rimini la Gran Loggiaalla quale prendono parte migliaia di fratelli provenienti da tuttele regioni e sono presenti numerosissime delegazioni delle Co-munioni estere che hanno rapporti regolari con il Grande Oriented’Italia. Impegnato da molti anni sulla strada della massima tra-sparenza e della diffusione dei principi massonici, attraverso ipropri house organ (fra i quali il nuovo sito Web www.grandeo-riente.it, il notiziario del Goi Erasmo, e le riviste Hiram e MAS-SONICAmente) e un’apertura ai media compatibile con la riser-vatezza iniziatica, l’Ordine promuove numerosi eventi culturali,tavole rotonde, presentazion di libri, con studiosi ed esperti qua-lificati ed alla presenza spesso di rappresentanti delle Istituzionie della società civile . Tra i punti chiave e qualificanti figura anchel’intensa attività di solidarietà promossa dalle associazioni chehanno dato vita alla Federazione Italiana di Solidarietà Massonicacon tutta una serie di strutture che operano sul territorio italianonell’ambito del supporto medico e dell’aiuto umanitario.

Angelo Di Rosatratto da: “Il Gianicolo. Il colle ‘aureo’ della cultura internazionale,

della sacralità e della memoria” di Marcello Fagiolo e Carla Benocci, (Edizioni Artemide)

LIBRI

Il Grande Oriente d’Italia al Vascello Un saggio tra storia e attualità dedicato alla sededella Massoneria a firma di Angelo Di Rosa. Eccouno stralcio tratto dal volume di Fagiolo e Benocci

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La biblioteca del Grande Oriente d’Italia nella Villa Medici del Vascello

“Sono a Catanzaro per la terza volta, e questa grande manifesta-zione rappresenta per me una testimonianza di grande affetto esostegno, e quando sono qui sto veramente bene con tutti voi”.Così il Gran Maestro Stefano Bisi si è rivolto agli oltre duecento-cinquanta massoni giunti da ogni angolo della Calabria, e nonsolo, per partecipare alla tornata rituale della loggia La Fenice (990)di Catanzaro che ha conferito lafratellanza onoraria al Gran Mae-stro Bisi, al Gran Maestro Ono-rario Ugo Bellantoni, al PrimoGran Sorvegliante Antonio Se-minario e al Gran Rappresentan-te per la Gran Loggia di TurchiaLeo Taroni che, nel Rito ScozzeseAntico e Accettato, ricopre lamassima carica di Sovrano GranCommendatore. I lavori si sonosvolti il 2 luglio presso l’Audito-rium “Casalinuovo” per l’occa-sione allestito a Tempio. Nel ringraziare la Loggia La Fenice peril riconoscimento, il Gran Maestro Bisi si è soffermato sui valoriprimari dell’essere massone. “Ogni Libero Muratore – ha specifi-cato – ha il compito di saper condividere e di saper stare accantoai propri Fratelli. Questo atteggiamento basilare ci permette di es-sere ben coesi dinanzi ai tanti attacchi quotidiani. Sono veramenteorgoglioso di ricevere oggi questo riconoscimento unitamente aiFratelli Ugo, Tonino e Leo. Segnalo che il Fratello Taroni tanto hacontribuito all’ottenimento del riconoscimento della Gran Loggia

di Turchia, e anche questa circostanza testimonia la grande armoniatra il Grande Oriente d’Italia e il Rito Scozzese Antico e Accettato”.Tutta la Comunione massonica calabrese, come ha sottolineatoMarcello Colloca, presidente del Collegio Circoscrizionale dellaCalabria, è “orgogliosa di accogliere questi prestigiosissimi Fratellianche come Fratelli della Loggia La Fenice e, come tali, sentirli an-

cora più vicini di sempre”. Il Fra-tello Seminario ha messo in risaltocome “la Circoscrizione calabresesia capace di grandi slanci e digrandi sentimenti”. Il Fratello Bellantoni ha affermatoche “l’Oriente calabrese è com-patto e coeso”. Infine il FratelloTaroni, con orgoglio ha testimo-niato che “i rapporti ottimali rag-giunti con il Gran Maestro Stefa-no Bisi, indicano la grande armo-nia che dobbiamo custodire e col-

tivare con la massima attenzione e con incessante perseveranza”.Un grazie sentito a tutti i presenti – in particolare modo ai nuoviFratelli Onorari – è giunto dal Maestro Venerabile della LoggiaLa Fenice che ha evidenziato come “la profondità dei pensieriespressi durante la tornata, non solo ha generato splendide emo-zioni, ma ha anche contribuito a scrivere una pagina indelebilesul libro della Libera Muratoria calabrese”. Numerose le autoritàmassoniche che hanno preso posto all’Oriente, tra le quali i GranMaestri Onorari Ernesto d’Ippolito e Pino Lombardo.

TORNATA DELLA FENICE DI CATANZARO

L’Oriente calabrese compatto e coeso Il Gran Maestro è stato insignito della fratellanza onoraria della loggia. Il riconoscimento anche al Gmo Bellantoni, al Primo GS Seminario e al Gran Rappresentante per la Gran Loggia di Turchia Leo Taroni

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IL CAMMINO DELLA PACE

In bicicletta fino a GerusalemmeDa Arezzo a Gerusalemme. Il lungo viaggio in bicicletta di Leonardo Valentini,della Loggia Citius (825) di Firenze, è cominciato ad aprile ed è arrivato a destina-zione il 1° giugno nel segno della fratellanza e dei valori di pace e di comprensionereciproca che contraddistinguono gli uomini di buona volontà, come i liberi mu-ratori. Leonardo aveva annunciato al suo maestro venerabile l’intenzione di per-correre migliaia di chilometri per arrivare a Gerusalemme e portare nella “TerraSanta delle tre grandi religioni che condividono l’Essere Supremo – così avevascritto in una nota – un messaggio da consegnare ai fratelli massoni della GranLoggia dello Stato di Israele”. Il suo cammino voleva essere un ‘pellegrinaggio laico’, e così è stato, fino alla meta prefissata “in questoanno 2016 – scriveva ancora al suo venerabile – caratterizzato dal nome di Francesco e dalle antiche straordinarie idee che questogrande nome incarna. Ideali sempre attuali, di tolleranza e di pace. Le stesse, in sostanza, della nostra istituzione”. Per spiegaremeglio il percorso aveva inviato al venerabile una cartina del “Mare Nostrum” con la traccia del suo lungo viaggio.

Un momento della cerimonia

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Ci sono pagine di storia, della propria storia personale, intendo,che rivisitate a distanza di tempo ci appassionano, ed altre chesi guardano con maggiore distacco perché stentiamo a ricono-scerci, o perché non ci appartengono più. Nel rileggere l’interes-sante libro che Gian Piero Pagella ci propone, paradossalmenteho riesaminato importanti pagine di storia dell’Istituzione e, allostesso tempo ho riconsiderato, con rinnovato interesse, una lungafetta della mia vita che per certi versi avevo relegato in una speciedi “dimenticatoio” dove per istinto ammuc-chio, come in cantina, il superfluo del mioquotidiano, preso come sono, da sempre, daincalzanti impegni che mi assorbono inte-gralmente e richiedono tutta la mia atten-zione. Non ho mai posseduto un diario, ného mai conservato agende dalle quali mi fos-se facile ricostruire gli eventi salienti dellamia esistenza, e devo riconoscere a Giannianche il grande merito di aver immortalatonumerose pagine del mio vissuto. Il mio no-me, infatti, ricorre in moltissime pagine diquesto coinvolgente libro/documento, ed èper questo che mi sento autorizzato ad ab-bandonarmi a considerazioni del tutto per-sonali senza il timore di apparire inoppor-tuno ed egocentrico. Ma l’excursus che Gian-ni Pagella ci propone ha soprattutto il gran-de merito di fotografare, con limpida chia-rezza, oltre vent’anni di storia del GrandeOriente d’Italia che agli occhi di molti sonotuttora oscuri. Questo libro fornisce a fratelli e profani la possi-bilità di sbirciare negli angoli più riservati dell’Istituzione valu-tando documenti inediti che ricostruiscono fedelmente lo spaccatodi eventi intorno ai quali i mezzi di comunicazione hanno rica-mato le storie più inverosimili indirizzando l’opinione pubblicaad intollerabili valutazioni. Un massone, per sua natura, deveporsi alla ricerca della “verità”, e questo atteggiamento deve in-vestire tutti gli ambiti della ricerca, non solo quella spirituale; inquesto libro la verità storica della più grande e importante Isti-tuzione massonica italiana è magistralmente immortalata, rac-contata, ma soprattutto documentata in modo minuzioso, rive-landoci persino i nomi e i volti dei suoi attori principali. Da alcunicenni che partono dal 1974 – e che mi vedono già in prima linea– al 1994, le pagine che Gian Piero Pagella ci propone ricostrui-scono un ventennio denso di eventi che scorrono lungo un iti-

nerario ricco di odori, sapori e stupori che, in un crescendo diemozioni riesce a coinvolgere come un romanzo. Poco importase il suo sguardo ci obbliga talvolta a posare anche il nostro sugliaridi conti dell’Istituzione, o se recita, con la ovvia monotonia,alcuni tratti di verbali rigorosi che sanciscono la veridicità dellastoria da lui narrata. Questi documenti rimangono ad imperituramemoria e rappresentano il prezioso valore di uno spaccato in-dimenticabile della nostra storia di massoni appartenenti al Gran-

de Oriente, ma anche la storia di un’Italiapiena, come sempre, di colpi di scena e dicontraddizioni. Tra i chiaroscuri di un sa-piente ritratto del Goi, Pagella ci porta sullasoglia di una delle pagine più tristi dellanostra storia massonica, dove un filosofo,con le sue elucubrazioni, ha saputo tirareuno sgambetto alla nostra gloriosa istitu-zione tradendo sfacciatamente tutti gliideali di uguaglianza, libertà e soprattuttodi fratellanza che investono la nostra ap-partenenza alla Massoneria. Ma, non solo… Il suo “tradimento” e le sue abili e in-gannevoli costruzioni dialettiche ci hannofatto perdere il riconoscimento della GranLoggia d’Inghilterra del quale ci fregiava-mo con orgoglio dal 1973. Poco importa! –Abbiamo detto in molti – . Tiriamoci su lemaniche e ricominciamo! Tutto questo sievince a chiare lettere dalla dettagliata cro-naca di quei tristi giorni che Gianni ha sa-

puto ricostruire per noi, attimo dopo attimo, giungendo alla de-finitiva conclusione nel capitolo: Anno orribilis. Vennero giornibui e tempestosi. Ma ogni singola pagina del libro di Gian PieroPagella – Un massone racconta, dalla Loggia alla Gran Loggiacon il Gran Maestro in fuga – è un documento importante edesaustivo che dovrebbe essere letto sia da ogni fratello massoneche da chiunque voglia conoscere dal vivo la verità su quegli an-ni, sulla Massoneria, e sul ruolo del Grande Oriente d’Italia alquale i più attribuiscono un mare di falsità. Di certo, il fatto chenel 1994 i massoni iscritti al Grande Oriente fossero poco più di13.000 e che oggi siano circa 23.000, la dice lunga … Ma, comela storia insegna, non si può conoscere realmente l’oggi senzadare un lungo sguardo al passato. (“Un Massone racconta” diGian Piero Pagella Università Popolare di Torino Editrice)

*Gran Maestro Aggiunto

IN UN LIBRO 20 ANNI DEL GRANDE ORIENTE

Un massone racconta…Gian Piero Pagella, Gran Tesoriere Aggiunto del Goi negli anni ‘90, ricostruisce gli eventi di cui è stato protagonista e testimone. Riportiamo la postfazione del Gm Aggiunto Sergio Rosso. La prefazione è a firma del Gran Maestro

di Sergio Rosso*

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Non si possono chiudere gli occhi e non ci si può semplicementevoltare a guardare dall’altra parte. Il nostro dovere morale, ilnostro imperativo categorico di uomini, uomini degni di questonome, è quello di contribuire ogni giorno a rinnovare la spe-ranza che il mondo, domani, possa essere migliore. E’ il mes-saggio arrivato dalla tradizionale tornata dell’officina “AdrianoLemmi” (704) che si è tenuta il 15 luglio scorso a Livorno conla partecipazione del Gran Maestro Stefano Bisi, del maestrovenerabile Giampaolo Rubegni, del giornalista GianmicheleGalassi e del presidente del Collegio Circoscrizionale della To-scana Francesco Borgognoni. Il tema portato all’attenzione deifratelli è stato quello appunto della drammatica emergenzaumanitaria che stiamo vivendo in questo momento, un mo-mento segnato da una escalation senza precedenti di conflittimondiali, che non possono lasciarci indifferenti. “Nell’ultimobiennio (2014-2016) – ha sottolineato nel suo intervento Galassi– le guerre si sono moltiplicate, forse a causa della ricerca spa-smodica di quelle risorse che iniziano a scarseggiare. Di con-

seguenza – ha spiegato – sono esponenzialmente aumentate lemigrazioni di popolazioni che cercano di sfuggire alle inauditeviolenze, alla fame, alla povertà, al degrado, alla miseria: cre-scono così i rifugiati e gli sfollati, che si distinguono dai primisolamente per non aver oltrepassato un confine internazionale”.La terra, ha sottolineato con forza il giornalista, citando le paroledi una leggendaria lettera, che un capo indiano avrebbe inviatoal Presidente degli Stati Uniti, “non ci appartiene, siamo noiche apparteniamo alla terra”. Una verità questa in parte, ha os-servato, espressa nella nostra Costituzione nella quale, sebbenesia sancito il diritto alla proprietà privata, questo diritto è co-munque sempre subordinato al bene pubblico e alla pubblicautilità. “Noi tutti forse – ha sottolineato Galassi – dovremmorinunciare a qualcosa di ciò che possediamo per ridistribuirloin favore di chi non ha nulla”. E questo forse ci renderebbe piùricchi dento e più sereni. Solidarietà e generosità le parole d’or-dine nel segno e nella memoria di ciò che è anche accaduto atanti italiani nei tempi difficili del grande esodo verso il Nord

LA GRANDE EMERGENZA DEI NOSTRI GIORNI

Escalation di conflitti mondiali Un momento difficile per l’Umanità. Convegno a Livorno dedicato ai rifugiati. Il Gran Maestro: “Se arrivasse un barcone sulla spiaggia davanti a noi?... Mi butterei per dargli una mano a raggiungere la riva e dei vestiti asciutti…”

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dell’Europa, le Americhe e l’Australia. Poi un piccolo e attualespaccato delle cifre di questa immane tragedia. E’ stato ricordatoper esempio che, secondo quanto denunciato da Tarik Jasarevic,portavoce dell’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità,ai primi del mese durante gli scontri e le violenze registrate aJuba, capitale del Sud del Sudan, sarebbero stati almeno trecentoi morti accertati con un numero complessivo di sfollati cheavrebbe oltrepassato i 42.000, ma che secondo altre fonti sarebbeben più imponente. Una realtà, che in proiezione, ci dà la misuradi quanto sia drammatico questo momento. Una realtà che nonpuò essere rimossa o semplicemente ignorata e che sia pure adistanza incide quotidianamente sulle nostre vite. Quegli uo-mini, quelle donne, quei bambini sono i disperati che ogni gior-no tentano la traversata del Mediterraneo su barconi sovraffol-lati, spesso andando incontro alla morte, come succede conti-nuamente. Cosa possiamo e dobbiamo fare? Quale può essereil nostro contributo immediato? Innanzitutto dobbiamo tendereloro una mano e accoglierli, restituire a ciascuno la speranza diuna vita migliore da quella dalla quale sono fuggiti, fatta di or-rore e morte. “Questo significa – ha sottolineato il Gran Maestro– diffondere il valore della fratellanza che è proprio della Mas-soneria. Se per esempio giungesse un barcone sulla spiaggiadavanti a noi?... Mi butterei per dargli una mano ad arrivare ariva e dei vestiti asciutti…” Ognuno di noi dovrebbe farlo, anchemetaforicamente, spalancandosi ad un abbraccio fraterno, bat-tendosi contro l’intolleranza, i muri, i fili spinati e i ghetti. Peraltro, ha aggiunto Galassi, citando dati ufficiali dell’Alto Com-missariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), in con-trotendenza rispetto alla percezione mediatica, nella realtà sista assistendo a una netta diminuzione degli arrivi in Europavia mare nel 2016 rispetto al 2015. Quanto all’impegno dell’Italianell’accoglienza non è poi così gravoso: secondo quanto ripor-tato recentemente da “Il Sole 24ore” lo scorso anno sono statiaccolti 29 mila immigrati distribuiti in 800 comuni, poco rispettoad altri Paesi non europei e meno ricchi, come la Tunisia, chesopportano un carico di centinai di migliaia di persone in fugada guerre e violenze di ogni genere. L’appello lanciato è statoquello di evitare di lasciarsi trascinare dalla deriva emotivadella paura e quindi dell’intolleranza, riflesso spesso di unacattiva informazione, e di capire invece quello che sta accaden-

do, attingendo a fonti dirette, che dipingono una situazione as-sai diversa rispetto a quella troppo spesso presentata dai mediaeuropei e soprattutto italiani, che mirano a indurre a un nessodiretto fra rifugiati, terrorismo e crescente disoccupazione, ali-mentando così diffidenza ed odio. Anche il Presidente del Col-legio Toscano, Francesco Borgognoni, nel suo intervento, ha ri-chiamato tutti i fratelli al dialogo, ricordando come il lavorodei massoni nelle logge deve consistere nel comprendere ciòche avviene nel mondo, cercare una soluzione e metterla a di-sposizione di tutti. Nel corso dell’incontro è stato osservato an-che un minuto di silenzio in memoria delle vittime della scia-gura ferroviaria pugliese e del tragico attentato di Nizza. E suquanto accaduto in Francia si è soffermato il presidente circo-scrizionale della Liguria Carlo Alberto Melani. Il Gran MaestroOnorario Massimo Bianchi ha sottolineato la necessità da partedella Massoneria di affrontare i temi di attualità. “La LiberaMuratoria – ha detto – vive il presente, da quando ha mosso isuoi primi passi”. Bianchi ha anche colto l’occasione per lanciareun monito su quello che sta accadendo a Livorno, dove i mas-soni vengono discriminati e non possono ricoprire cariche pub-bliche, proprio come quanto avvenne nel lontano 1922 con l’av-vento del Fascismo. “Dobbiamo vigilare – ha detto – affinchéquell’esperienza terribile non si ripeta mai più”. Nelle sue con-clusioni il Gran Maestro Bisi ha illustrato le numerose attivitàorganizzate dal Grande Oriente per l’anniversario della nostraRepubblica, attività tese al dialogo ed alla diffusione dei valoricostituzionali che ricalcano in toto i principi alla base della no-stra Istituzione. Fin dal giorno dell’iniziazione, ha ricordato,promettiamo di lavorare al miglioramento di noi stessi ed alprogresso dell’Umanità, progresso che passa per i valori dellatolleranza e della benevolenza, della promozione della libertàe dei diritti, sino alla solidarietà ed al dovere di aiutare chi èpiù sfortunato di noi: cercando di vivere secondo questi principinon dovremmo avere dubbi su quanto sia necessario fare percoloro che chiedono aiuto. Può anche accadere che fra le mi-gliaia di persone che arrivano nel nostro Paese a bordo dei bar-coni ci siano anche dei violenti, ma non lo sappiamo, “ciò chevediamo sono bambini, donne ed intere famiglie che troppospeso trovano la morte nel pericoloso viaggio verso l’agognatasalvezza”.

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Addio a Luigi Polo Friz, storico e massoneLuigi Polo Friz è passato all’Oriente Eterno il 14 luglio nella sua casa di Nebbiuno nel novarese. L’8 dicembre avrebbe compiutoottantasei anni. Era nato a Giais di Aviano, in provincia di Pordenone. Chimico industriale, giornalista e storico, aveva due gran-di passioni: il Risorgimento, al quale ha dedicato molto del suo tempo approfondendo le ricerche su fatti e personaggi dell’Ot-tocento poco noti - è stato membro, per circa 10 anni, del Consiglio di Presidenza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Ita-liano- e la Massoneria. Di grande interesse è il materiale che è riuscito a raccogliere su Lodovico Frapolli, Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia. Alla serietà e all’impegno di ricerca Polo Friz associava l’amabilità e lo spirito di collaborazione con glistudiosi ai quali, è certo, mancherà la sua presenza. Restano le sue opere tra le quali ricordiamo: “Una voce: Lodovico Frapolli.I fondamenti della prima massoneria italiana, gli statuti generali dell’ordine, regolamenti e rituali” (Edizioni Arktos, 1998), “Lamassoneria italiana nel decennio post unitario. Lodovico Frapolli” (F. Angeli, 1998), “Le relazioni fra Giuseppe Mazzini e Lodo-vico Frapolli (1842-1872)” (Edizioni Comune di Milano, Amici Museo del Risorgimento, 2004), “Lodovico Frapolli: biografia ecarteggio. Scienziato, rivoluzionario, diplomatico, svizzero, massone, uomo del risorgimento (Istituto per la Storia del Risorgi-mento Italiano, 2014) in due volumi.

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Il Grande Oriente d’Italia dallachiusura di Palazzo Giustiniani allaproclamazione della Repubblica èuna pagina della nostra storia an-cora poco conosciuta, sulla qualeper primo ha contribuito a fare luceSanti Fedele, Gran Maestro Ag-giunto e docente di storia contem-poranea all’Università di Messinacon il suo volume “La Massoneriaitaliana nell’esilio e nella clandesti-nità”. La riscoperta da parte di An-tonella Antonia Paolini e MauroValeri di personaggi come SilvioTrentin, Giordano Bruno Ferrari, fi-glio di Ettore, e Placido Martini oraci consente di riscoprire un impe-gno fino ad oggi sottovalutato. Ilvolume di Gian Mario Cazzaniga,partendo dalla sua opera “La reli-gione dei moderni” (ETS) ci impe-gna a pensare al futuro della nostraIstituzione. Nell’ambito delle cele-brazioni del XX Settembre lunedì19 settembre 2016 dalle ore 18.00nel Parco di Villa Il Vascello Ber-nardino Fioravanti aprirà la rassegna “Va-scello letterario” con “I libri in cantiere” epresenterà con i rispettivi autori o curatori(Alessandro Orlandi e Antonella AntoniaPaolini, Gian Mario Cazzaniga, Mauro Va-leri) tre volumi di prossima uscita. Si trattadi “Giacomo Leopardi, un poeta che ci per-metterà di ritrovare l’Italia” di Silvio Tren-tin, a cura e con un saggio di Antonella An-tonia Paolini, introduzione di Rosario Vil-lari; Silvio Trentin scelse l’esilio, pur di ri-manere fedele alla propria concezione del-lo Stato negata dal fascismo. Dalla Franciacontinuò a combattere per la libertà dell’I-talia e dell’Europa. Il 13 gennaio 1940,mentre il nazismo divampa, tiene – a ri-schio della vita – una conferenza clande-stina a Tolosa: sceglie la poesia e la filosofiadi Giacomo Leopardi per incitare alla re-sistenza contro le avversità politiche, all’amore per la libertà ealla necessità della lotta e per ricostruire una coscienza collettiva

su basi autenticamente umane.Squisito intellettuale, fu iniziato aPisa nella Loggia “Darwin” delGrande Oriente d’Italia e poi mem-bro della Loggia “La Parfaite Har-monie” di Tolosa del Grande Orien-te di Francia, amico e collaboratoredel Grande Oriente in esilio, il suoamore per la cultura italiana è unatestimonianza di un’intransigenzaantifascista e prelude ulteriori studisul personaggio. Il libro riportaquella conferenza integralmente.Oggi più che mai, le parole di Tren-tin e quelle di Leopardi suonano ne-cessarie per costruire un’altra visio-ne dello Stato e del dialogo tra na-zioni, condizione necessaria perrifondare l’Europa. E, in un’Europaminacciata da egoismi e particola-rismi, il pensiero di questi due gran-di uomini può restituirci la perdutacapacità di visione. Il secondo lavoro che viene presen-tato è “La catena d’unione. Contri-buti per una storia della massone-

ria” di Gian Mario Cazzaniga. L’autore pre-senta in questo volume trentuno suoi saggicon cui delinea una storia generale dellamassoneria e di altre società riservate comela Carboneria. Il libro è diviso per sezionitematico-cronologiche, così da riassumerneuna storia dagli inizi al primo Novecento:I. Origini della massoneria II. Massoneriae illuminismo III. Massoneria e universitàa Pisa IV. Massoneria e rivoluzioni moder-ne V. Massoneria e Risorgimento VI. Mas-soneria e movimento operaio. In questi stu-di la massoneria viene vista come momen-to della fioritura dell’associazionismo vo-lontario nel XVIII° secolo, dunque comeespressione del fenomeno costitutivo dellamodernità: l’invenzione del legame socialee l’affermarsi di una visione della comunitàumana come processo di autopoiesi. La ca-

tena d’unione, simbolo di fraternità universale nonché legameche unisce fra loro ritualmente i membri di una loggia e ideal-

LIBRI IN CANTIERE

Grande Oriente, continuità e futuroAppuntamento il 19 e 20 settembre con gli eventi del ServizioBiblioteca che si terranno nel parco del Vascello. Un’autentica full immersion storico-letteraria e un’occasione di riflessione

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A70 mente tutti i massoni sparsi per il mondo, ne è conferma. Ed

infine viene proposto il nuovo studio di Mauro Valeri, autoredel volume “Il generale nero. Domenico Mondelli bersagliere,aviatore, ardito” (Odradek), che come nei suoi precedenti lavoriva ad esaminare una realtà misconosciuta: “Una pagina invi-sibile della nostra storia. La sconosciuta partecipazione deimassoni alla Resistenza e alla lotta antifascista” che rivela pa-gine ignorate del contributo della Massoneria alla Resistenza.In particolare, la Resistenza romana ha sicuramente rappre-sentato un esempioeclatante di quantosia stata variegatal’adesione alla lottacontro l’occupantenazifascista. Figurapredominante è si-curamente quella diPlacido Martini,fondatore di un mo-vimento politico,l’Unione Nazionaledella DemocraziaItaliana (UNDI), alquale hanno aderito,sin da subito, nume-rosi massoni affiliatial Grande Oriented’Italia. Molti di lo-ro avevano già co-nosciuto il confinoper la loro affiliazione massonica, mentre altri avevano comun-que visto nei valori propri della Massoneria un motivo fon-dante per non abbassare la testa e per difendere la propria pa-tria. Anche dopo l’8 settembre 1943, l’UNDI ha scelto di dareil suo attivo contributo con diverse azioni di propaganda, disabotaggio e di lotta anche armata. A seguito di una delazione,

alla fine di gennaio 1944, l’intero gruppo dirigente dell’UNDIviene arrestato. Anche se su questo periodo di detenzione, letestimonianze dirette sono ancora oggi scarse, di sicuro tutti imassoni hanno mantenuto un comportamento irreprensibile,senza cedere alle torture e ponendosi come esempio e sostegnoanche agli altri detenuti. Anche per questo motivo, molti di lo-ro, presumibilmente 18 (compresi 10 affiliati al GOI e 8 allaGran Loggia), sono finiti nella lista della morte, che li ha portatiad essere trucidati alle Fosse Ardeatine il 24 marzo. Altri, in

nome degli stessivalori, hanno pagatougualmente con lavita il loro impegnonella lotta, come nelcaso di GiordanoBruno Ferrari, fuci-lato a Forte Bravettail 24 maggio. Controppa facilità, aquesti “martiri” èstata negata la loroappartenenza allamassoneria, laddoveappare evidente chela scelta stessa diopporsi all’occupan-te nazista, anche acosto della vita, tro-vava radicamentoproprio nella loro

esperienza massonica. Riscrivere questa pagina di storia, quin-di, ha non soltanto lo scopo di ristabilire la verità su quantoavvenuto in quel periodo, ma di ridare piena dignità a coloroche sono morti per un ideale, nella convinzione dell’importan-za, ancora oggi, di quei valori.

(Servizio Biblioteca)

TRADIZIONALE APPUNTAMENTO A VIAREGGIO

Nel ricordo di Roberto Mei È fissato per il 26 agosto il tradizionale appuntamento orga-nizzato dalle logge di Viareggio Felice Orsini (134) e DanteAlighieri (932) in ricordo di Roberto Mei, membro della Or-sini deceduto nel 2005. Mei era molto conosciuto nella suacittà: tutti lo ricordano per la sua intelligente capacità, unitaa correttezza e moralità, al senso delle istituzioni con granderiservatezza. Era l’anima pulsante del Carnevale e sostenitoreconvinto dell’importanza di unire le varie culture e tradizionicarnevalesche, come simbolo di pace e unione dei popoli. Alui è dedicato un premio proprio in questo senso. Il consuetoincontro si terrà nella nuova casa massonica di Viareggioche sarà celebrata con il tema “La casa come luogo di incon-tro fra sensibilità e culture diverse”. Si discuterà della casa massonica intesa non solo come sede dei liberi muratori di una specificaarea geografica ma anche come casa di tutti i fratelli, ovunque risiedano. E ancora di più come punto di riferimento di quanti siinterrogano sulla natura umana e cercano la sacralità della propria essenza. È prevista la partecipazione del Gran Maestro StefanoBisi con il presidente del Collegio Circoscrizionale Toscana Francesco Borgognoni.

Diploma di Tedeschi

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A conclusione delle manifestazioni organizzate dal GrandeOriente per il XX Settembre, il Servizio Biblioteca, d’intesacon l’Academia Bel-gica di Roma ha or-ganizzato la presen-tazione del volume“Libres et persé-cutés. Francs-maçons et laïquesitaliens en exil pen-dant le fascisme” diNicoletta Casano(Garnier). L’incon-tro, a cui interver-ranno il Gran Mae-stro Aggiunto SantiFedele, docente diStoria Contempora-nea all’Universitàdi Messina e AnneMorelli dell’Univer-sité Libre de Bruxel-les con l’autrice Nicoletta Casano, avrà luogo nei locali del-l’Academia Belgica, in Via Omero 8 (zona Valle Giulia) allapresenza del Gran Maestro Stefano Bi-si e del Direttore dell’Academia Bel-gica Wouter Bracke. Il volume, natoda una tesi di dottorato che ha vintoil Premio Giacomo Treves nel 2013 se-guita dalla Prof.ssa Morelli autrice, asua volta, di un volume sull’immigra-zione italiana in Belgio (“Recherchesnouvelles sur l’immigration italienneen Belgique”), sul modello degli studirealizzati dal Gran Maestro AggiuntoSanti Fedele nella sua opera “La mas-soneria italiana nell’esilio e nella clan-destinità”, evidenzia il ruolo degli esu-li italiani antifascisti, appartenenti allaMassoneria, nella lotta per la libertà.Nel contesto dell’esilio e dell’aiuto agliesuli che fuggono dal regime di Mus-solini, le identità massonica e laica –più vicine all’ambito della filosofia edell’etica – rinforzano la solidarietà nei confronti di alcuni diloro. Grazie a questa solidarietà internazionale, alcuni esuli

italiani che sono stati massoni e militanti laici hanno potutomantenere la loro identità all’estero. Alcuni di loro hanno cre-

duto sino alla finedel loro esilio di po-ter rientrare in Italiaun giorno ed esserei promotori di unnuovo Risorgimentolaico. Il saggio sta ri-scuotendo un buonsuccesso in Franciae soprattutto in Bel-gio dove l’autrice èstata intervistatadalla Radio Nazio-nale Belga ed è statopresentato pressol ’ a s s o c i a z i o n eBruxelles Laïque,che raccoglie uominie donne impegnatiin una azione comu-

ne di sviluppo politico, sociale e culturale della laicità nelladifesa dei valori, dei principi e degli ideali democratici. E’ la

prima volta che il Servizio Bibliotecadel Grande Oriente d’Italia organizzaun evento d’intesa con un Istituto in-ternazionale quale l’Academia Belgicache ha l’obiettivo di incoraggiare le re-lazioni scientifiche e culturali tra l’Italiae il Belgio, sia offrendo ospitalità a ri-cercatori e artisti belgi che sono in Italiaper le loro ricerche, sia presentando alpubblico italiano le più importanti rea-lizzazioni belghe in campo artistico escientifico. Essa rappresenta, attual-mente, uno spazio unico di ricerca, dicreazione, di collaborazione e di pro-mozione  nel pieno centro di Roma.L’Academia dispone di una sala damusica e di una biblioteca scientifica dicirca 80.000 volumi, tra cui si segnalail fondo dell’archeologo e studioso del-le religioni Franz Cumont. Inoltre, ogni

anno sono assegnati degli Stipendia Academiae Belgicae adottorandi o giovani ricercatori.

MASSONI PER LA LIBERTÀ

L’Antifascismo italiano in esilio Incontro dedicato a un libro che fa luce su un periodo importante e ancora poco conosciuto della nostra storiaL’evento, che rientra nelle celebrazioni dell’Equinozio d’Autunno, sarà ospitato dall’“Academia Belgica Wouter Bracke”

Quella del 24 giugno è stata una giornata importante per il Gran-de Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. Proprio nella data in cuii liberi muratori celebrano la ricorrenza del Solstizio d’Estate edi San Giovanni Battista, l’Istituzione ha ufficialmente raggiuntola quota dei 23 mila iscritti. L’annuncio è stato dato dal GranMaestro Stefano Bisi nel corso del suo intervento alla suggestivae sempre emozionante tornata svoltasi a San Galgano alla pre-senza di 700 fratelli: “Per una fau-sta e beneaugurante circostanzail Grande Oriente – ha detto – hatoccato quota 23mila iscritti pro-prio in uno dei giorni simbolicipiù importanti nel nostro inces-sante cammino massonico. Que-sto lieto evento che ci riempied’orgoglio e premia il lavoro fattoda tutti i fratelli negli Orienti del-la Penisola deve servirci come ul-teriore sprone a continuare l’O-pera con forza e vigore, fieri diun’appartenenza che porta ilGrande Oriente ad essere un pic-colo faro per la democrazia e laRepubblica italiana”. Il Solstiziod’estate è un simbolico e signifi-cativo momento nella vita del-l’Ordine che prosegue così la sualaboriosa opera con grande im-pegno e continua ad essere sem-pre più un punto di riferimentoiniziatico importante per quantispinti dal desiderio di Conoscen-za e dal cambiamento di una vitapiena di materialità ma povera divalori, bussano con speranza e fi-ducia alle porte dei Templi. Perla Tradizione, la via verso la luceè continua e incessante. In questocammino, il percorso del sole,simbolo di luce per eccellenza e manifestazione dell’Essere Su-premo, diventa, in occasione dei due solstizi, motivo di grandefesta e riflessione per tutti i fratelli sparsi nei due emisferi. Ledue ricorrenze sono legate, nel solco della tradizione occidentale,ai due San Giovanni: l’Evangelista il 27 dicembre ed il Battistail 24 giugno, quando, rispettivamente, la luce comincia nuova-

mente a crescere e nel momento del suo massimo splendore. Lasimmetria dei due Giovanni nelle feste solstiziali evoca ancheriferimenti tradizionali più antichi, ad esempio i riti agricolo-pastorali legati al culto di Giano Bifronte, il dio dai due volti,con cui i Giovanni condividono l’etimo. In Giano, uno tra glidei italici più antichi e venerati, tanto da meritarsi l’appellativodi “Pater” presso i romani, si rifletterebbe la concezione platonica

dell’anima umana: un volto gio-vane simboleggiante l’aspetto di-vino dell’anima, attratta versoDio e splendente di immutabilebellezza; l’altro vecchio, a rappre-sentare l’attenzione rivolta allecose del mondo che, in quantosoggette al divenire, sono desti-nate a decadere. Una chiara alle-goria del ciclo di morte e rinascitadel sole, che segna, nel corsodell’anno, l’avvicendarsi dellestagioni.

A Torino nel segno dellasolidarietà con la “Cavour”

La loggia Camillo Cavour (16) diTorino ha celebrato il solstiziod’estate il 20 giugno scorso all’U-nione Industriale di Via Vela. Lesale settecentesche del Circolohanno accolto i Fratelli che – co-me ogni anno – si sono ritrovatiper festeggiare insieme questoimportante momento. Tra gliospiti della serata, il Gmo SergioRosso, che – introdotto dal mae-stro venerabile – ha illustrato i re-centi successi conseguiti dalle as-sociazioni “Asili Notturni” e“Piccolo Cosmo”, delle quali èPresidente. Un impegno, quello

di combattere le diseguaglianze che oggi investono un numerosempre maggiore di individui, che ha sortito risultati d’eccel-lenza, soprattutto alla luce del welfare mix, un connubio fun-zionale di risorse pubbliche e private che gli Asili Notturni e ilPiccolo Cosmo, oggi diventati un punto di riferimento a livellonazionale, promuovono da anni. Oltre alla recente apertura della

LA GRANDE FESTA DEL SOLSTIZIO

Un piccolo faro per la democrazia Da nord a sud le logge d’Italia hanno celebrato come è tradizione il momento simbolicamente ed esotericamente più rappresentativo per la Massoneria. Da San Galgano l’annuncio del Gran Maestro: “Il Goi ha raggiunto i 23 mila iscritti”

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filiale di Camerano (inaugurata nel Dicembre 2014), molti altricomuni italiani hanno aderito all’iniziativa (Modena, Perugia,Massa Marittima, Genova ne sono solo alcuni esempi) e, a breve,strutture analoghe a quella di Torino offriranno agli utenti lastessa assistenza polivalente garantita dall’Istituzione Torinese.La serata si è conclusa con i tradizionali brindisi fraterni chehanno punteggiato – proprio nella serata del 20 Giugno – l’iniziodel giorno dell’anno e in cui lo splendore della luce solare rag-giunge il massimo grado, un anno nato sotto i migliori auspicidi quel rinnovato e profondo impegno sociale di cui la LiberaMuratoria torinese si è nuovamente confermata protagonista.(fonte M. M. Milano)

…e sempre a Torino

In un’ atmosfera, suggestiva e all’insegna della migliore tradi-zione liberomuratoria, il 23 giugno scorso, le logge Amitié Eter-nelle (909), Pragma (910) e Libero Pensiero (1255) di Torino, han-no festeggiato il solstizio d’estate con una tornata sotto le stelle.L’incontro ha visto la partecipazione di Renato Lavarini, presi-dente del collegio circoscrizionale Piemonte e Valle d’Aosta,Paolo Accusani, oratore del col-legio, Antonio Scopelliti, giudicecircoscrizionale e Paolo Revelli,garante d’amicizia presso la GranLoggia dell’Oregon, nonché dinumerosi fratelli ospiti che hannoornato le colonne e l’oriente. A la-vori sospesi, intorno alla luce delgrande falò di San Giovanni, sisono aggiunti familiari e ospiti.Questa comunione ha permessodi condividere, con gli oltre 150partecipanti, i sentimenti e i pro-positi per il futuro, dentro e fuoril’istituzione. A testimonianza diun supporto concreto verso que-st’attività meritoria, durante lacena che è seguita, le tre logge hanno donato alla ‘Mammini’ iltronco della beneficenza raccolto per l’occasione. Il tempo cosìtrascorso insieme è stato allietato da musica e video con aforismie citazioni di fratelli celebri.

A Ragusa con tanti fratelli degli Orienti siciliani

Venerdì 19 giugno con il patrocinio del Collegio Circoscrizionaledella Sicilia, all’Oriente di Ragusa si è svolta la cerimonia per laricorrenza del Solstizio d’Estate. Ha officiato la Tornata il maestroVenerabile Antonio Burderi della Mario Rapisardi (345) alla pre-senza di Augusto Bricola Oratore del Collegio Circoscrizionalee nelle vesti anche di rappresentante di numerosi fratelli degliOrienti limitrofi, Caltanissetta, Enna, Noto, Siracusa e Catania.La tavola dialogante proposta dall’oratore e segretario MarioRapisardi ha ricevuto grande apprezzamento. Alla tornata, chesi è tenuta nella Casa Massonica, è seguita una gioiosa agape.

Marche, nel grande giardino dell’abbazia di Sant’Elena

Una serata perfetta quella organizzata dal Collegio circoscrizio-nale delle Marche nella nell’Abbazia di Sant’Elena, nel comunemarchigiano di Serra San Quirico, per la celebrazione del Sol-

stizio d’Estate che ha visto la presenza del Gran Maestro delGrande Oriente d’Italia Stefano Bisi. Il Tempio allestito all’apertonel grande giardino dello storico sito, fondato nel 1005 a.c. daiBenedettini e successivamente posseduta dai Templari, ha ospi-tato gli oltre 150 fratelli provenienti da tutte le logge marchigianeche hanno accolto con entusiasmo l’invito di Fabrizio Illuminati,presidente del Collegio. I lavori si sono aperti con l’ingresso deidignitari del Goi e del Gran Maestro accompagnato dalla voltad’acciaio, mentre la cerimonia, guidata dal maestro venerabiledella loggia Pitagora 968 di Jesi Flavio Federici, è entrata nelvivo proprio al tramonto. Dopo aver distribuito le rosse rosse acinque petali, a notte inoltrata si è passati all’accensione del Fuo-co Sacro dove è stata bruciata la pergamena con tutti i nomi deipresenti come simbolo massimo di rinnovamento. Tutti i fratellisi sono uniti poi in una grande catena d’unione La tavola d’oc-casione “Simbologia del Solstizio d’Estate”scolpita dal fratelloMarco Rocchi della loggia pesarese Antonio Jorio (1042), hapreso come spunto il sole raffigurato sul grembiule del GranMaestro. Il presidente Illuminati ha ringraziato i presenti e tuttii fratelli che hanno lavorato alla riuscita dell’evento. Il Gran

Maestro Stefano Bisi, dopo esser-si soffermato sui significati tradi-zionali del solstizio, ha ricordatocome il Grande Oriente d’Italiasia stato il primo a celebrare i 70anni della Repubblica Italiana,con un calendario ricco di eventiche ha abbracciato tutte le regionidal nord al sud. Gesto che non èpassato inosservato alle istituzio-ni nazionali: dall’attestato di sti-ma da parte del presidente Mat-tarella al logo copiato dal Vimi-nale che interpretiamo bonaria-mente come “un segno di stima”.“Ma in momenti di grande unitàe partecipazione come questo del

Solstizio – afferma il Gran Maestro – il mio pensiero va ai fratellipiù anziani e più deboli, che magari non riescono ad essere pre-senti in occasioni come queste. Stiamo vicini a questi fratelli,aiutiamoli, ascoltiamoli, dedichiamo qualche minuto del nostrotempo a loro. Secondo me questo deve essere il vero spirito dellafratellanza libero muratoria, che con la sua Luce purifica i pen-sieri e nobilita le nostre azioni”.

…e ancora nelle Marche

Le logge jesine Pitagora (968), Giordano Bruno (1164) e Giustiziae Libertà (1275) e la Gentile da Fabriano (1475) di Fabriano han-no scelto la suggestiva location del Palazzo di Monte Porzio,dimora storica nel pesarese dove nel 1797 soggiornò anche Na-poleone Bonaparte, per celebrare con un agape rituale il 14 lu-glio, festa nazionale in Francia, data simbolo della RivoluzioneFrancese. All’evento ha preso parte Fabrizio Illuminati, Presi-dente del Collegio circoscrizionale delle Marche, insieme a rap-presentanti delle logge Garibaldi (140) di Ancona, Helvia Recina(739) e Evoluzione e Tradizione (1196) di Macerata. Saloni no-biliari, sotterranei con armature medievali, oscure segrete earmi antiche hanno fatto da contorno a questa antica tradizione

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Festa del Solstizio nell’Abbazia di Sant’Elena

che fu importata in Italia proprio da Napoleone e dalle sue suetruppe dopo la Rivoluzione Francese. Un momento per cemen-tare ulteriormente gli animi dei fratelli in vista delle sfide checi attendono in questi tempi bui oggi proprio come allora, quan-do le truppe si riunivano nel banchetto massonico prima di af-frontare la battaglia. Il banchetto si è svolto secondo il ritualemassonico d’Oltralpe coordinato da Flavio Federici, venerabiledella loggia Pitagora di Jesi, che ha scandito il ritmo delle letturesui significati del principio regolatore della Natura e dei corpicelesti, passando dalle portate dei pasti rituali fino e ai settebrindisi del Gran Fuoco. Il momento massimo della catena d’u-nione ha fatto vibrare l’energia vitale che ha accompagnato iFratelli fino alla chiusura dei lavori. “In questo anniversariocolgo l’occasione per celebrare i valori fondanti del GrandeOriente d’Italia – ha affermato il Presidente circoscrizionale Fa-brizio Illuminati al termine delbanchetto massonico – in que-sto luogo fortemente evocativo.Con la spinta propulsiva dellaRivoluzione Francese la Masso-neria ebbe un ruolo decisivonella diffusione della cultura il-luminista. Le logge, infatti, con-tribuirono a diffondere i valoridell’uguaglianza, della tolleran-za e della fratellanza in larghisettori della nobiltà e della bor-ghesia, attraverso la reinterpre-tazione della tradizione cristia-na in senso umanitario e razio-nalista, gettando le basi dellamoderna democrazia. Abbiamosolo poi appreso che quei valoria Nizza – ha precisato Illumina-ti il mattino seguente – veniva-no di nuovo tragicamente col-piti in quel giorno simbolico checi impegniamo, anche per que-sto, a commemorare in futurocon maggior vigore”.

A Roma, ricordando GiordanoBruno

La Loggia “Spartaco” (721) diRoma ha celebrato il solstiziod’estate con la sua consuetaagape rituale. La tornata si èsvolta in un luogo adiacente a Campo dei Fiori e l’occasione èstata propizia per ricordare la figura di Giordano Bruno, martiredel libero pensiero, che proprio lì è stato arso sul rogo. Termi-nata l’agape, tutti i Fratelli si sono recati ai piedi del monumentodedicato al filosofo nolano per una breve cerimonia di omaggio.Sotto il plenilunio, che dal 1967 non coincideva con il solstizio,e tra gli sguardi sorpresi ma rispettosi dei turisti, passanti edartisti di strada che a quell’ora animano la piazza romana, ilmaestro venerabile e i due sorveglianti hanno deposto un fioresotto la statua eretta nel 1889 e opera di Ettore Ferrari che, quin-dici anni dopo, sarebbe diventato il Gran Maestro del Grande

Oriente d’Italia. I Fratelli della Spartaco hanno così inteso ce-lebrare il contributo alla libertà dato da Giordano Bruno, testi-mone della libertà di pensiero e simbolo di tanti martiri dell’in-tolleranza, ma anche commemorare un loro fratello passato, datempo, all’Oriente eterno: Giordano Bruno Ferrari, che del fi-losofo nolano portava il nome ed era figlio proprio del GranMaestro e scultore Ettore. Egli fu iniziato nel 1911 alla Spartaco.Quando il padre Ettore ne decise il nome, certamente non avreb-be immaginato che suo figlio sarebbe stato destinato ad immo-lare anche la sua vita a un ideale di libertà. Durante la secondaguerra mondiale dedicò, infatti, ogni sua energia alla causadella liberazione. Arrestato dai tedeschi nel 1944 fu torturato econdannato a morte. Fu fucilato a Forte Bravetta e, per questo,insignito della medaglia d’oro al valor militare.

Palmi e le rose rosse di SanGiovanni

Il 17 giugno la Loggia Ettore Fer-rari (272) di Palmi ha celebrato ilSolstizio d’Estate. Adornarti conle rose rosse di San Giovanni, tuttii membri dell’officina si sono stret-ti in catena d’unione attorno all’a-ra sacra e al maestro venerabile,per celebrare il rito tradizionaleche elimina il fardello degli errori,delle sconfitte, delle sofferenze edelle amarezze del passato perchénon ne resti più traccia e ricordo,auspicando che ci si possa liberareda tutto ciò che ostacola il cammi-no verso la Luce, la Fratellanza, laGiustizia e l’Armonia e la Pace fragli individui e i popoli. L’Oratoreha tracciato una tavola sul rito esul significato esoterico del solsti-zio alla quale sono seguiti vari in-terventi. I lavori si sono conclusiin agape fraterna.

A Catanzaro

I Fratelli dell’Oriente di Catanzaro,insieme con quelli di Squillace eSoverato, hanno celebrato il Sol-stizio d’Estate con una tornata aLogge Congiunte svoltasi in unTempio consacrato all’aperto in

quel di Cropani Marina: "Sotto la volta celeste, alla presenza edin contatto coi 4 elementi della vita (acqua, fuoco, terra e aria)affinché l’Uomo, nel ritornare alla Natura, riscopra la propriaricchezza interiore e sia capace di mettere al bando la modernaesteriorità che lo affligge e lo soggioga".Presenti all'importante evento numerose autorità massonichecui il Grande Ufficiale di Gran Loggia con dignità di GrandeEconomo, Emanuele Cannistrà, i Gran Rappresentanti del Gran-de oriente d'Italia Messina Giuseppe, Greco Giovanni, VinciGregorio, Cannistrà Umberto, Palmieri Ennio ed il Giudice dellaCorte Centrale, Canistrà Giuseppe.

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I Fratelli della Loggia Spartaco al monumento a Giordano Bruno

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14 luglio, ore 22,30. Gente in festa affolla la Promenade desAnglais, trasformata in isola pedonale, per assistere ai fuochidi artificio. E’ il giorno della presa della Bastiglia. Una datasimbolo per la Francia e per tutto l’Occidente, un evento sto-rico che rappresenta il culmine della Rivoluzione Francese edella fine dell’Ancien Regime e dell’inizio di una nuova eranel segno dei diritti e della libertà. I bar del lungomare sonoaffollati di turisti e famiglie. Quando ecco che improvvisa-mente un auto-carro, un RenaultMidlum di colorebianco, si scagliaad alta velocitàcontro la gente,ignara e intenta agodersi il gran fi-nale dello spetta-colo pirotecnicosulla Costa Az-zurra. Una corsatragica e follequella del camionche prosegue per1 km e mezzozigzagando nellazona pedonalementre l’uomoche ne è alla gui-da spara all’im-pazzata nel muc-chio. Una strage, il cui bilancio alla fine è di 84 morti, tra cuianche sei italiani, e oltre cento feriti. Una strage di innocenti.Sono oltre una decina i bambini che perdono la vita schiacciatidal tir, che la polizia francese invano tenta di fermare. L’at-tentatore, un tunisino di 31 anni, identificato come MohamedLahouaiej Bouhlel, rimasto ucciso dalla polizia, poco primadel termine del suo folle gesto. L’azione non è stata mai ri-vendicata dall’Isis, ma intanto l’antiterrorismo francese pro-segue le sue indagine. Tanti i messaggi di cordoglio arrivatida tutto il mondo alla Francia ancora una volta colpita al cuo-re. Il Gran Maestro del Grande Oriente Stefano Bisi, in unanota, ha espresso al Gran Maestro Jean-Pierre Servel dellaGran Loggia Nazionale Francese la vicinanza del GrandeOriente d’Italia in questo nuovo tragico momento. “Venera-bilissimo Gran Maestro, Carissimo Fratello Jean-Pierre – scrive

il Gm – a nome mio personale e dei Liberi Muratori del Gran-de Oriente d’Italia Ti esprimo il cordoglio e la commossa vi-cinanza a tutti i Fratelli della Gran Loggia Nazionale Francese.La data del 14 luglio, cara a noi Massoni e a tutto il mondolibero, ci ricorda che la libertà, l’uguaglianza e la fraternitàsono i principi cardine, attorno ai quali costruire le nostre so-cietà. Sono i nostri valori. L’attentato di ieri, che così tantevittime ha provocato, dopo il cordoglio, dovrà spronare tutti

noi a lavorare,insieme, pervincere la sfidaterroristica ecostruire, insie-me, un mondomigliore. Parte-cipiamo congrande dolorea quanto acca-duto a Nizza.Ti abbracciocon grande af-fetto”. Quellodi Nizza è solol’ultimo attaccojihadista controla Francia, chenegli ultimi an-ni ha pagato,probabilmente,il tributo di

sangue più alto alla lotta al terrorismo. E’ ancora forte il ri-cordo della strage del 13 novembre 2015, quando alcune zonedi Parigi vengono messe simultaneamente sotto attacco (allostadio Saint Denis, in diversi ristoranti e al Bataclan) da com-mandi di uomini armati: 130 morti sono i morti, dei e più di300 feriti. A inizio dello stesso anno, il 7 gennaio, 12 giornalistidel settimanale satirico Charlie Hebdo vengono uccisi daifratelli Cherif e Said Kouachi, che prendono d’assalto la sededella rivista a Parigi. Il giorno successivo, sempre nella capi-tale, Amedy Coulibaly, un jihadista legato allo Stato Islamico,apre il fuoco contro la polizia uccidendo un agente e feren-done un altro. Il giorno successivo l’uomo si barrica in un su-permarket a Porte de Vincennes, nella periferia della città, euccide quattro ostaggi prima di essere a sua volta ucciso dallapoliza.

STRAGE A NIZZA

Sangue nel giorno della Bastiglia Messaggio del Goi al Gran Maestro Jean-Pierre Servel della Gran Loggia Nazionale Francese: “Dobbiamolavorare, insieme, per vincere la sfida al terrorismo e costruire un mondo che sia migliore”

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“Il Pensiero Libero, Cecco D’Ascoli” è tema del convegno del Gran-de Oriente d’Italia in programma nel Teatro Comunale di Casti-gnano, comune delle Marche, il 6 agosto alle ore 18 alla presenzadel Gran Maestro Stefano Bisi. Sarà esaminata la figura di CeccoD’Ascoli, poeta, medico, astronomo, che per le sue idee e i suoistudi fu condannato dall’Inquisizione a morire sul rogo. Fu arsovivo a Firenze, davanti alla basilica di Santa Croce, il 16 settembre1327. La loggia “Cecco D’Ascoli” di Ascoli Piceno e il Collegio cir-coscrizionale delle Marche sono gli organizzatori dell’incontro cheporterà alla ribalta una figura medioevale forse poco conosciutache però ha nella sua vicenda umana il senso di un’epoca. CeccoD’Ascoli (Ancarano, 1269 – Firenze, 16 settembre 1327) è stato unpoeta, medico, insegnante, filosofo e astrologo/astronomo (al tem-po non vi era distinzione fra astronomia e astrologia) italiano. Fucondannato al rogo dall’Inquisizione secondo la tradi-zione, nacque ad Ancarano probabilmente nel1269; frate francescano, insegnò astrologia(all’epoca tra astrologia e astronomia nonvi era differenza) in varie città d’Italia: daBologna fu costretto ad allontanarsi nel1324, come eretico, passò poi a Firenzeal servizio di Carlo di Calabria, ma qui,sotto la stessa accusa di eresia, fu pro-cessato e condannato a morire sul ro-go. Cecco, il cui vero nome era France-sco Stabili, aveva un approccio ‘scienti-fico’ alla conoscenza con uno studio di-retto del mondo naturale al quale in più at-tribuiva legami indissolubili con le forze oc-culte dell’universo. Da qui la sua fama di magoche lo ha accompagnato fino ai giorni nostri: una leg-genda popolare gli attribuisce la costruzione del Ponte di Cecco,che il diavolo, su comando del poeta, avrebbe realizzato in unasola notte. I suoi studi di astrologia ruotavano attorno ai commentisul De principiis astrologiae del musulmano Alcabizio e il Desphaera mundi di Giovanni Sacrobosco. Acerba etas, più sempli-cemente noto con il nome di Acerba, è il suo celebre compendioenciclopedico, una sorta di trattato scientifico nel quale Cecco parladei cieli e delle loro influenze, dell’anima, delle pietre, degli animali,di vari tipi di fenomeni psicologici e naturali, della fortuna, spessoin polemica con Dante Alighieri. Incompiuto al quinto libro a causala morte dell’autore, l’Acerba ha fama di libro magico. In realtà èun manuale di che tratta di questioni naturali e di eventi che ri-guardano la vita sulla terra in relazione all’intero macrocosmo.L’Acerba vita è l’età dell’uomo che si compie sulla terra ed è ‘acer-ba’ rispetto a quella “vera” e “matura” che si compie dopo la mor-te. Scritto sotto forma di poema didattico si compone di 4.865 versiin sestine. L’approccio dell’autore è quello del maestro al quale

piace trasmettere il sapere con passione e con gusto impartire uninsegnamento rigorosamente scientifico rispettoso della “veritàdella scienza” del suo tempo. Suo bersaglio preferito è la DivinaCommedia bollata come la negazione della “scienza vera”. Allabase delle convinzioni e delle conoscenze fisiche e naturali pro-fessate dal pensatore marchigiano non c’è soltanto il pensiero fi-losofico scientifico di Aristotele o quello di Tommaso d’Aquino:c’è anche la conoscenza del pensiero dei filosofi arabi. Sulla basedelle loro teorie discute delle questioni scientifiche più dibattutenella società in cui viveva. Per esempio, dell’ordine dei cieli, dellaterra, delle eclissi, della natura dei fenomeni atmosferici, delleVirtù, delle scienze occulte, e di molti altri argomenti. Il documentoautentico più antico riguardante Cecco d’Ascoli è una pergamenaconservata presso l’Archivio Comunale di Amandola, località in

provincia di Fermo e riguarda una denuncia di istanzaper un’inquisizione, presentata, in data 6 agosto

1297, dal priore del monastero di San Leonardoin Golubrio (Montefortino) il cui testo dice:

Actum Amandule in domo Co(mmun)isAmand(ole). Dopnus Benvenutus priorMonasterii Sancti Leonardi de Galubrioexistentis coram Sap(ienti) viro DominoNicola Domini Pauli de Macerata Iu-dice d(icti) Co(mmun)is dixit et asseruitet etiam cum istantia petit ab eodem Iu-

dice ut ipse iudex procederet et inquire-ret contra Franciscum Stabilis de maleficiis

commissis in personam Brocardini (…) cumd(ictus) Franciscus esset laycus et non oblatus

nec conversus dicti Monasterii. Porteranno contributi al convegno: il filosofo Claudio

Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia che parleràdi “Uomo e magia”; lo scrittore Pietro M. Benfatti che affronteràil tema “Cecco D’Ascoli haereticus”, la storica Simonetta Torresiche terrà una relazione su “Francesco Stabili e il volgare”. Gli in-terventi saranno presentati dal Consigliere dell’Ordine GiovanniMiconi mentre i lavori saranno aperti dal presidente circoscrizio-nale delle Marche Fabrizio Illuminati. Il Gran Maestro Bisi chiuderàil convegno. Ogni anno, tra la fine di novembre e i primi di dicem-bre l’Istituto Studi Medievali Cecco d’Ascoli organizza ad AscoliPiceno un premio letterario che viene assegnato ad una personalitànel campo della medievistica internazionale contraddistintasi nellarealizzazione di opere intellettuali che contribuiscono all’indaginestorica e al valore della ricerca storiografica. Tra i vincitori del pre-mio si ricordano Elémire Zolla (1987), Ovidio Capitani (1989) e Li-liana Cavani (1989 per il film Francesco), Pupi Avati (2008 per ilfilm Magnificat del 1993). Nel 1987 la Giuria del Premio assegnòuna menzione speciale allo storico francese Jacques Le Goff.

A CASTIGNANO

Cecco D’Ascoli e il pensiero libero Incontro nelle Marche il 6 agosto dedicato al poeta, medico e astronomo che per le sue idee e i suoi studi fu condannatodall’inquisizione e arso vivo a Firenze davanti a Santa Croce

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Domenica 10 luglio la “Bensalem” (1308) di Trani ha avuto l’o-nore di accompagnare il Gran Maestro del Grand’Oriente d’ItaliaStefano Bisi in visita a Castel del Monte. La splendida costru-zione federiciana, patrimonio mondiale dell’umanità, che at-tualmente ospita la mostra sul numero aureo di Fibonacci e la“Divina Proporzione” curata del Prof. Antonino Zichichi. L’e-dificio, visto con gli occhi di un massone, non appare come unsemplice luogo di difesa e tanto meno di residenza, di benessereo di caccia, ma come un vero e proprio Tempio della Sapienza;un monumento diimmenso valoresimbolico ed ini-ziatico sorto peresaltare la centra-lità dell’uomo e lapresenza viva deldivino nell’univer-so. Tutto in questoedificio parla al-l’Anima dell’ini-ziato, a cominciaredalla forma perfet-tamente ottagona-le, che rimanda,nel contempo, allaCorona imperialedi Svevia e allaRosa a otto petali,simbolo dell’Intel-letto d’Amore. La “divina proporzione” (rapporto di 1,618) èpresente ovunque nel “tempio-castello”: dal fastoso portale d’in-gresso, alla forma di ciascuna sala; dai portali interni del cortile,al rettangolo “aureo” che campeggia sulla parete occidentaledel piano superiore. Non si tratta di un semplice canone esteticoo di armonia formale: è la “firma di Dio” nell’universo; la testi-monianza dell’esistenza di un “Logos” che lo anima e lo orga-nizza come un “grande Architetto”. Chiunque avesse fatto co-struire questo edificio, apparentemente privo di qualsiasi utilità,intense esaltare, allo stesso tempo, l’immanenza del divino nel-l’universo e la dignità dell’uomo come “misura di tutte le cose”,coscienza divina del cosmo, capace di elevarsi, senza necessitàdi intermediazioni, attraverso un infaticabile lavoro di perfe-zionamento interiore. In questo senso il “tempio-castello” for-nisce davvero una sorta di “mappa architettonica” dell’itinerario

dell’uomo verso la scoperta dell’Anima; quel “conosci te stesso”che è alla base delle vie iniziatiche tradizionali.La Massoneria, fiera erede di queste tradizioni, vede dunque inCastel del Monte una preziosa testimonianza di quel pensiero ri-voluzionario, che – affermando per la prima volta la centralità ela sacralità dell’uomo e dell’universo – poneva le basi per la ri-voluzione rinascimentale prima e quella illuminista poi, supe-rando la sottomissione cieca dell’uomo ai dogmi e alle credenze.Nella società di oggi, dominata dall’aridità del materialismo e

dal nuovo dogma-tismo scientifico,c’è quanto mai bi-sogno di una ri-scoperta dell’uma-nesimo, basatosulla ricerca e ilperfezionamentointeriori, per aprir-si a quella DivinaSapienza che an-che i “Fedeli d’A-more”,tra cui Dan-te, celebrarono connomi di donna percelare una dottrinache altrimenti sa-rebbe apparsa ere-tica.Federico II di

Svevia a cui si attribuisce la costruzione di Castel del Monte,ma ad onor del vero senza prove documentali, proteggeva allasua corte questa comunità di “poeti iniziati”, e con ogni pro-babilità, ne faceva parte anche egli stesso, come testimonianole bellissime “poesie alla Rosa” a lui attribuite, ma soprattuttoquella spettacolare “Rosa in pietra” che è stata adagiata volu-tamente su un’alta collina della murgia pugliese, come immor-tale faro di civiltà. La Massoneria, continuatrice e custode diquesti valori, intende preservarli e diffonderli perseguendoincessantemente la via iniziatica tradizionale per il perfezio-namento interiore e contribuendo così al bene e al progressodell’umanità.Questo è quant’altro è contenuto in un libro scritto dalla stessaloggia “Bensalem” dal titolo “Castel del Monte – Il Tempio dellaRosa”

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TRANI

In visita a Castel del MonteLa divina proporzione, è presente ovunque nel tempio-fortezza. Non è un semplice canone estetico ma è la firma del Grande Architetto

di Antonio Meligeni

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“La nostra è una organizzazione i cui affiliati sono tutti appar-tenenti al Grande Oriente d’Italia e rappresenta uno strumentooperativo fortissimo delle Logge massoniche fiorentine, comeafferma il Presidente del Collegio della Toscana Francesco Bor-gognoni”. Con questa premessa Michele Polacco, Presidentedella Onlus Fratellanza Fiorentina, presenta l’Associazione, chein molti ricordano per le tantissime iniziative di solidarietà, tracui la distribuzione lo scorso natale, in sinergia con il Consigliodei Maestri Venerabili dell’Oriente di Firenze e la loggia Avve-nire, di un numero ingente di sacchi a pelo ai senza tetto. Cosasulla quale il Comune di Firenze intervenne esprimendo ap-prezzamento. Ma la storia della Onlus è ricca di iniziative soli-daristiche che si sono concretizzate attraverso azioni mirate edi grande pregio: l’arredo di due appartamenti a Rovezzano dadestinarsi alle famiglie dei ricoverati all’ospedale Meyer; il con-tributo al dopo scuola perbambini figli di extracomuni-tari al Galluzzo; il contributoal figlio di un carabiniere ag-gredito e ferito a Siena tramitel’Opera Nazionale Carabinie-ri; il contributo per la donazio-ne – promossa dal Consigliodei Maestri Venerabili di Fi-renze – di una Fiat Pandaall’Associazione NazionaleTumori. Attiva nella vita so-ciale di Firenze, città in cuiopera, l’associazione ha partecipato anche a molte iniziative cul-turali contribuendo al restauro della stele bronzea di G. Dolfi eG. Garibaldi in via Borgo San Lorenzo e della Statua dell’Auroraal museo d’arte moderna di Palazzo Pitti in collaborazione Con-siglio dei Maestri Venerabili di Firenze. Ha sostenuto la realiz-zazione dei libri “Il Palazzo dei Visacci” edizioni Polistampa e“I massoni per le vie di Firenze” edizioni Betti. Oggi spiega Po-lacco “ l’associazione punta a superare i confini della fiorentinità.Stiamo già pensando a trasformala in Fratellanza Toscana, inquest’ottica i preziosi suggerimenti e le metodologie di lavorodella Fism diventeranno fondamentali per crescere. Costruiresolidarietà e trovare risorse è possibile solo di fronte a progettiambiziosi. La solidarietà dai templi alla società profana, con unaattenzione privilegiata alle esigenze e alle difficoltà dei nostrifratelli e delle nostre Stelle d’Oriente. L’importante è realizzareprogetti che possano portare lustro al Goi. Questo sarà il nostrolavoro nel futuro e avremo bisogno dell’aiuto soprattutto deimaestri venerabili perché solo attraverso di loro troveremo la

forza di costruire e realizzare dei sogni. A loro viene sempre ri-volto un appello di sensibilità e di impegno nei nostri confrontiche poi in definitiva diventerà un sostegno per chi è stato menofortunato di noi. Quando ho contattato la Fism, da milanese ve-nuto a sciacquare i ‘panni in Arno’ la sorpresa sulla tempisticadella risposta mi ha lasciato a bocca aperta. Grazie a nome ditutti gli associati alla Fratellanza Fiorentina Onlus, Fratelli eStelle d’Oriente, grazie a Moreno Milighetti che mi ha spinto inquesta meravigliosa sfida di responsabilità. Grazie al Gmo SergioRosso che è entrato subito nel merito del lavoro da fare insieme.Grazie per la Sua stima”.La Fism, Federazione Italiana di Solidarietà Massonica, fortementevoluta dal Gran Maestro Bisi e dal Gran Maestro Aggiunto SergioRosso, che la presiede, è stata costituita il 19 novembre 2014, peroperare a supporto delle organizzazioni che si riconoscono nei va-

lori della Massoneria e del Goi epersegue finalitàdi intervento sociale nell’otticadell’altruità, gratuità e mutua-lità dell’azione volontaria soste-nendo tutti coloro che si assu-mono la responsabilità di faresolidarietà massonica attraversoun aiuto concreto nell’indivi-duare gli obiettivi sociali, defi-nire le logiche di intervento e lemodalità comunicative, soprat-tutto quando rivolte al mondo

profano. Il Gran Maestro, Stefano Bisi, è presidente onorario,Marco Cauda è il segretario nazionale. “La solidarietà deve es-sere la calce che ci unisce” è il motto scelto da Gran Maestro Ag-giunto Sergio Rosso. Un motto che impegna anche il GrandeOriente e tutti i fratelli italiani. La Massoneria non può sottrarsiall’aiuto dei più deboli, specialmente in questi momenti di crisipiù acuta. Lo ha ribadito in un proprio messaggio, quando laFederazione fu varata, anche il Gran Maestro Stefano Bisi, conqueste parole: “In Italia ci sono oltre 10 milioni di persone chevivono in condizioni di povertà relativa, pari al 16,6% della po-polazione. Del totale, 6 milioni, un numero che cresce di annoin anno, possono essere definiti poveri assoluti, non in gradocioè di procurarsi ciò che serve per vivere una vita dignitosa, e1,4 milioni sono bambini. Dinanzi a uno scenario così dramma-tico, che assume ancor più rilievo in coincidenza con le festivitànatalizie, non si può rimanere indifferenti, voltarsi dall’altraparte e chiudere semplicemente gli occhi. Noi Liberi Muratorinon lo facciamo“.

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A LA ONLUS VUOLE CRESCERE

La Fratellanza Fiorentina nella Fism L’associazione ha già al suo attivo numerose iniziativedi solidarietà e ora punta a superare i confini della fiorentinitàe sta progettando di coinvolgere più fratelli e officine possibili e di trasformarsi in Fratellanza Toscana

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Il cordone ombelicale è vita. Donarlo significa dare una chancedi guarigione a chi è in grave difficoltà. La campagna di dona-zione delle cellule staminali del cordone ombelicale è diventatauna vera e propria missione per i volontari dell’Avo (Associa-zione Volontari Ospedalieri) della Calabria, i quali si occupanodi trasportare personalmente le cellule staminali dal Punto Na-scita, in particolare da quello del centro Spoke Rossano-Cori-gliano, presso la Cord Blood Bank “Malagrinò – Morelli” di Reg-gio Calabria. Un viaggio della speranza che richiede sacrificieconomici e personali ai volontari, che per dare una possibilitàdi guarigione a chi soffre, affrontano più volte a settimana il lun-go percorso fino alla città dello stretto. Una missione importanteche ha sensibilizzato l’opinione pubblica e ha innescato proficuesinergie con altre associazioni e organizzazioni che hanno acuore la salute dei più bisognosi. In particolare assume rilevanza,la partnership presti-giosa con la Massone-ria “Grande Oriented’Italia-Palazzo Giusti-niani” che grazie all’in-teressamento del Pri-mo Gran Sorvegliantedel Grand’Oriente An-tonio Seminario e delPresidente del Collegiodei Maestri Venerabilidella Regione CalabriaPaolo Colloca ha inteso sposare la causa umanitaria a favoredella ricerca e della donazione del Cordone Ombelicale sovven-zionando i viaggi dei volontari verso la Cord Blood Bank di Reg-gio Calabria. Una sinergia importante che riempie di gioia e diorgoglio gli Avolini Calabresi, rappresentati dal Presidente Re-gionale Danilo Ferigo che a tal proposito ha dichiarato: “L’aiutoconcessoci ci riempie il cuore di speranza e di entusiasmo, siamofelici che associazioni di tale elevata caratura sposino il progettoumanitario del trasporto delle cellule staminali. Ringrazio a no-me di tutti i volontari dell’Avo Calabria il Grande Oriente d’Italia– Palazzo Giustiniani per la sensibilità e la stima dimostrataci.Il loro nobile gesto ci darà la possibilità di continuare a sostenerela nostra missione di trasporto del cordone ombelicale per daresperanza alla vita”. Per una madre, il giorno più bello della vitaè quando nasce un figlio. Donando il cordone ombelicale questogiorno potrebbe diventare il giorno più bello della vita di un’altramamma, che potrebbe così veder guarire il proprio bambino dauna grave malattia. Donare il cordone ombelicale significa do-

nare la vita due volte. Un gesto semplice e gratuito ma troppospesso sconosciuto ai più. Si rende necessaria dunque di un’a-zione di educazione nelle giovani madri affinché sia diffusa lavitale importanza di questo piccolo gesto. Grazie alle cellule sta-minali contenute nel cordone ombelicale altre vite possono esseresalvate. Infatti nel 2013 un bambino di Parigi riuscì a guariregrazie alle cellule staminali di un cordone ombelicale prelevatonel 2012 presso il punto nascita di Rossano e trasportato dai vo-lontari dell’Avo presso la Cord Blood Bank di Reggio direttadalla dottoressa Giulia Pucci. Piccoli gesti che possono generareun vero e proprio miracolo. Le cellule staminali sono cellule pri-mitive, non specializzate, dotate della capacità di trasformarsiin diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processodenominato differenziamento cellulare. Sono oggetto di studioda parte dei ricercatori per curare determinate malattie, sfrut-

tando la loro duttilità.Le cellule staminalipossono essere preleva-te da diverse fonti, oltreal ordone ombelicale, ilsacco amniotico, il san-gue, il midollo osseo, laplacenta, i tessuti adi-posi. er poter essere de-finita come staminaleuna cellula deve soddi-sfare due proprietà:

l’autorinnovamento e la pluripotenza. l’autorinnovamento èstato identificato per la prima volta nel 1963 durante studi sulmidollo osseo, e rappresenta la capacità di tali cellule di compiereun numero illimitato di cicli replicativi mantenendo sempre ilmedesimo stadio differenziativo. Ciascuna cellula staminale rea-lizza l’autorinnovamento, o tramite la divisione asimmetricaobbligata: la staminale dà origine ad un’altra staminale e ad unacellula destinata a differenziarsi, oppure mediante differenzia-mento stocastico. Ossia. una popolazione di cellule staminali siconserva poiché esiste un numero pressoché uguale di staminaliche generano altre due staminali replicandosi, accanto a stami-nali che invece generano due cellule destinate a differenziarsi.La pluripotenza è invece la capacità di dare origine a una o piùlinee o tipi cellulari tramite il differenziamento. All’interno diquesto concetto potrebbe essere anche compreso quello di tran-sdifferenziamento, cioè la capacità di una cellula staminale infase di differenziamento di cambiare la propria linea cellularemodificando il suo programma di sviluppo.

IL GOI CON L’AVO

Il cordone ombelicale è vita La Massoneria sostiene la ricerca e la donazione sovvenzionando i viaggi dei volontari verso la Cord Blood Bank di Reggio Calabria. Una sinergiastraordinaria e importante che può generare miracoli

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L’Assessorato alla Salute Piemontese ha avviato dal 2014 un pro-getto di screening con lo scopo di individuare precocemente in-fezioni soprattutto in soggetti fragili, e sottoporli tempestivamenteal centro di cura specialistico territoriale. In questo circuito virtuososono entrati anche gli Ambulatori degli Asili Notturni di Torinoche testerà i pazienti che si rivolgono agli studi odontoiatrici. L’ac-cordo con il centro di riferimento (Ospedale Infettivologico Ame-deo di Savoia) fa sì che i casi di reattività al test vengano imme-diatamente presi in carico per le cure necessarie. In Italia sono circa4000 l’anno i nuovi casi di infezione da Hiv ma purtroppo circa il40-50% riguarda persone che giungono alla diagnosi in fase giàavanzata di malattia (AIDS). In Pie-monte in particolare, l’Hiv continuaad essere un problema rilevante intermini di impatto sulla salute comeconfermato dal servizio di sorveglian-za epidemiologica (SEREMI); il nu-mero di sieropositivi ha un trend increscita nell’ultimo decennio con pre-valenza fra gli uomini colpiti quasi trevolte di più delle donne, mentre la fa-scia di età maggiormente interessataè fra 45 e 54 anni. E’ noto che l’infe-zione da Hiv si trasmette soprattuttoattraverso rapporti sessuali non protetti oppure attraverso il con-tagio diretto con sangue infetto (contatto con ferite aperte sangui-nanti, scambio di siringhe); è poi dimostrato che tutte le situazionicorrelate al disagio socio-economico, favoriscono stili comporta-mentali ad alto rischio, in più il soggetto in disagio ha mediamenteuna assai scarsa attenzione alla propria ed altrui tutela.Per queste ragioni l’Assessorato alla Salute Piemontese ha avviatogià dal 2014 un progetto di screening con test a risposta rapida

su popolazioni eterogenee, in particolare afferenti agli ambulatoridei Medici di famiglia di alcuni distretti ove maggiormente èpresente il disagio, con lo scopo di individuare precocementenuove infezioni soprattutto in soggetti inconsapevoli per avviarlitempestivamente al centro di cura specialistico territoriale.Il test eseguito su saliva è molto affidabile, di facilissima esecuzione,e richiede solo pochi minuti per la lettura. In questo circuito vir-tuoso sono entrati anche gli Ambulatori degli Asili Notturni diTorino. In particolare vengono testati i pazienti afferenti agli studiodontoiatrici poiché rappresentano una popolazione omogeneae a bassa soglia, sovente con stili comportamentali a rischio (tos-

sicodipendenza, prostituzione, ecc),infine si tratta di pazienti che sono co-munque sottoposti a trattamenti piùo meno invasivi. L’accordo con il cen-tro di riferimento (Ospedale Infetti-vologico Amedeo di Savoia) fa si chei casi di reattività al test vengano im-mediatamente presi in carico per lecure necessarie. Va ancora una voltasottolineato che, grazie al lavoro svol-to, alla competenza e alla serietà deglioperatori e di tutta la struttura, gliAsili sono ormai considerati caposal-

do indiscutibile del sistema di welfare torinese e piemontese. Ilnostro impegno è quello di dare ogni giorno e sempre di più a tuttii nostri pazienti le chances di salute migliori; è un modo per farlisentire veramente non discriminati o di “serie B” o peggio ancora“non considerati” o “sgraditi”. Essere tutti uguali e rispettare tutticome fratelli: sono concetti a noi iniziati chiari, ma che dobbiamocercare di rendere attuali e concreti. (di Piero De Girolamo, direttoresanitario.

ASILI NOTTURNI DI TORINO

Test anti-aids ai senzatettoLa onlus testerà i pazienti che si rivolgono agli studidentistici per individuare precocemente infezioni in soggetti fragili e sottoporli a cure specialistiche

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Era massone uno dei poliziotti uccisi il 7 luglioBrent Thompson, uno dei cinque poliziotti uccisi il 7 luglio durante gli scontri di Dallas, era un libero muratore. La notizia è statadiffusa nel circuito massonico europeo da El Oriente, la newsletter della Gran Loggia di Spagna che l’ha rilanciata anche tramiteil suo account Twitter. Brent era maestro massone della Gran Loggia del Texas, nella Corsicana Lodge (174) che ha sede proprioa Corsicana, la sua città dove il 10 luglio ha fatto ritorno scortato dai suoi colleghi poliziotti. “A big smile, a big heart” – un grandesorriso, un grande cuore – dice chi lo ha conosciuto. Brent Thompson lascia sei figli, il più grande ha 17 anni ed è un DeMolay,come lo era del resto anche lui come membro del DeMolay Black Gold Chapter. Alla cerimonia funebre a Corsicana i Fratelli diloggia sono stati autorizzati a indossare le insegne massoniche per rendere a Brent il dovuto omaggio anche come libero muratore.Il Grande Oriente d’Italia si stringe a loro in catena d’unione. El Querido Hermano #BrentThompson pasó al Oriente Eterno enel tiroteo de Dallas https://t.co/AGIWWuERlV pic.twitter.com/JHUtibl3Ey El Oriente (@ElOrienteGLE)

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Un premio dedicato al Libero Pensiero Due eventi culturali e un premio dedicato al libero pensiero il 29 luglio a Li-pari. Il primo appuntamento è alle 19 nei giardini del Centro Studi Eolianidove è previsto l’incontro “Libero pensiero quale leva di sviluppo sociale”.Si confronteranno sul tema, moderati dal giornalista Angelo Di Rosa, il GranMaestro Stefano Bisi, il costituzionalista dell’Università di Messina LuigiD’Andrea e il professor Renato Candia, dirigente scolastico dell’Istituto Com-prensivo Lipari 1. Al termine del dibattito l’avvocato Giancarlo Niutta, pre-sidente di Eolia-Cenacolo Culturale, tra i promotori dell’iniziativa, consegneràil premio “Libero Pensiero 2016” al Gran Maestro Stefano e il premio “LiberoPensiero alla carriera” al professor Gambardella. La serata proseguirà, dalleore 20,30, a Marinacorta, presso la ex biglietteria aliscafi dove il Gran Maestro Bisi inaugurerà la mostra “Lipari: simbolica deglielementi e tradizioni”, esposizione di arte contemporanea che rimarrà allestita fino al 14 agosto e che si propone il recupero e la va-lorizzazione della cultura eoliana L’iniziativa sarà illustrata da Renata Conti, Salvo Currò, Claudio Cristina, Ambra Mirabito eLoredana Salzano.

RADICOFANI

LiberaMente Massoneria il 3 settembreCome ogni anno il Grande Oriente d’Italia incontra la Società a Radicofaniper LiberaMente Massoneria. Un’occasione, lunga un giorno, per conosceredirettamente il Grande Oriente d’Italia attraverso incontri, dibattiti, confe-renze e talk shows. In contemporanea anche una piccola fiera ed alcuni eventiche questa meravigliosa piccola città ospiterà. Il programma prevede persabato 3 settembre l’inizio alle ore 11 nella Sala del Consiglio Comunale diuna conferenza dedicata allo storico anniversario della Repubblica, organiz-zata in collaborazione con il Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabilidella Toscana. 70Repubblica. “Costituzione e Repubblica: valori ed idee perun’Italia libera e giusta” è il titolo. Dopo il saluto del sindaco Francesco Fab-brizzi prenderà il via il dibattito al quale interverranno Francesco Borgognoni,Presidente Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana. Moderatore: Gianmichele Galassi, giornalista e saggista.Relatori: Daniele Pasquinucci, Università di Siena – “Il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea costituente”; MassimoNardini, Università di Firenze – “I lavori della Costituente”; Gabriele Paolini, Università di Firenze – “Il voto alle donne e le donneal voto”. Le conclusioni saranno affidate a Fabrizio Nepi, Presidente della Provincia di Siena. Nel pomeriggio alle 18 talk show alTeatro Costantini, dedicato a “Multiculturalismo: Tolleranza e Conoscenza nel dialogo per discernere le differenti identità in Europa”.Anche qui è prevista la presenza del sindaco e di Francesco Borgognoni, Presidente Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabilidella Toscana. Condurrà il giornalista Claudio Giomini, giornalista. Ospiti: Giovanni Greco, Università di Bologna; GianmicheleGalassi, giornalista e saggista; Stefano Bisi – Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.A TEMPIO PAUSANIA

In ricordo di Simone ColumbanoLa loggia “Caprera” (893) di Tempio Pausania ha rinnovato la bella tradizionedell’agape bianca d’agosto. L’appuntamento, da anni dedicato alla memoriadi Simone Columbano, deceduto nel 2001 e membro della loggia, è in pro-gramma il 6 agosto e si terrà, come lo scorso anno, ad Arzachena, in CostaSmeralda, a 20 minuti da Olbia, presso la struttura Parco degli Ulivi. L’agaperappresenta da sempre l’idea di amore che parte dalla consapevolezza diappartenenza al tutto, dall’incontro tra i Fratelli che favorisce il confronto ealimenta l’impegno a lavorare per il bene comune e perché il senso di Fra-tellanza sia sempre più esteso. Con questo spirito la Loggia “Caprera” ripeteogni anno l’evento al quale i Fratelli, con parenti e amici, partecipano semprepiù numerosi. Anche dalla vicina Corsica con la presenza costante di esponenti della Gran Loggia Nazionale Francese.

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CAPO D’ORLANDO

Angeli tra mito, verità o sentimentoLa magica atmosfera di Villa Piccolo di Calanovella ha fatto da cornice, il 10luglio scorso, ad una Tornata Rituale a Logge riunite sotto le stelle, in gradod’Apprendista, organizzata dal Consiglio dei Maestri Venerabili dell’Orientedi Messina, in atto presieduto dal Fratello Antonio Biviano, che vede oramaistabilmente partecipi anche le 4 Officine della Provincia. Il Maglietto è statoretto dal Maestro Venerabile Massimo Antonio Fiore E, della Loggia Agatirson. 1299 di Torrenova, che ha curato l’organizzazione della Tornata. Oltre 100Fratelli si sono ritrovati nel Tempio allestito nella “Sala delle Piramidi” per as-sistere al tracciamento della tavola in programma, da parte del Fratello RobertoRoselli della Giordano Bruno 331. Il tema “Angeli e Mito Verità o sentimento?”già di per sè alquanto evocativo, è stato tracciato magistralmente, con il supporto di una introduzione audiovisiva che ha armonizzato,con sapienza, parole, immagini e musica catalizzando l’attenzione dei Fratelli. L’atmosfera di quel parco che fu teatro notturno dellevisioni esoteriche del Barone Casimiro Piccolo, immortalate anche nei suoi celebri acquerelli, ha fatto il resto donando ai presenti, uni-tamente agli interventi programmati dei Fratelli Umberto Quinti, Silverio Magno, Cesare Santoro, ed Andrea Pruiti Ciarello ed alleconclusioni del Gran Maestro Aggiunto Fratello Santi Fedele una Tornata di rara intensità. Numerosi i fratelli intervenuti da fuoriOriente, in particolare da Palermo, Catania e Roma. Presente anche la Loggia intestata al compianto Fratello Bent Parodi di Belsito,n.1392 all’Oriente di Catania, che per quasi 20 anni fu Presidente ed anima della Fondazione, ricordato nell’intervento del FratelloPruiti. Hanno partecipato alla Tornata i Garanti d’Amicizia, Gregorio Cottone Giovanni Riccobono, Egidio David, i Consiglieri del-l’Ordine, Pippo Mangano e Giuseppe Paino, il Vice Presidente del Collegio Circosrcizionale della Sicilia, Natale Arena.

LA ENNIO BATTELLI IN LUSSEMBURGO

Tornata straordinaria con le logge “La Parfaite Union”Lo scorso 8 luglio il maestro venerabile Romolo Agnese della Ennio Battelli (1015) all’Ordine di Diano Marina, il 1° Sorvegliante MarioTesta ed il Maestro Gabriele Vitagliano si sono recati in Lussemburgo dove hanno partecipato alla Tornata straordinaria organizzatadalle Logge “La Parfaite Union” di lingua francese, “Friendship #4” di lingua inglese e “Zur Bruderkette” di lingue tedesca, della GranLoggia di Lussemburgo. Il tema comune della serata è stato ‘Il Quadro di Loggia’. L’apertura è stata a cura della loggia anglofona conil suo venerabile Steve Glangé. Il rito è poi proseguito in lingua francese con il venerabile Marco Gastaldi (peraltro vero organizzatoredell’evento e mirabile padrone di casa) per poi chiudersi in tedesco con il venerabile Johny Thill. Alla serata erano presenti il SérénissimeGrand Maître della Gran Loggia del Lussemburgo Jean Schiltz ed il Vice Grand Maître della Gran Loggia del Lussemburgo Marc Hamel.Folta la presenza dei fratelli stranieri. Hanno preso parte all’evento 6 logge tedesche, 4 logge belghe (tra gli altri, era presente anche ilGran Maestro delle Cerimonie della Grande Loge Régulière de Belgique – Glrb) da Arlon, Charleroi, Anversa e Mons; 2 logge francescida Nantes e Longwy; una loggia Britannica (Imperial Lodge 1694 di Londra); una loggia italiana la R.L. Ennio Battelli.

CONTIGNANO-RADICOFANI

Un defibrillatore al Comune Un defibrillatore in dono al Comune di Contignano-Radicofani (SI). La “Ghino di Tacco” (1372) con il contributo delle “AlbertoMario” (121) di Sansepolcro (Ar), “XX Settembre” (604) di Montepulciano (Si), “Dante Alighieri” (827) di Arezzo e “Hiram Concordia”(969) di Milano ha organizzato per il 12 agosto alle 18 la cerimonia di consegna dell’apparecchiatura che rimarrà a disposizione degliabitanti del territorio. Per l’occasione verrà posta una targa a ricordo dell’evento nella Piazza del Castello di Contignano.

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DISASTRO FERROVIARIO IN PUGLIA

Corsa a donare il sangue, fratelli in prima linea Grande gara di solidarietà in Puglia dopo il disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio tra Andria e Corato sulla linea Bari Nord e nelquale sono rimaste uccise 23 persone e oltre 50 ferite. In tanti, tra cui moltissimi fratelli, hanno risposto immediatamente all’appellodella Regione Puglia per la raccolta di sangue che ha avuto anche una grandissima eco online attraverso i social network. Numerose leassociazioni, oltre all’Avis, che si sono mobilitate. Secondo i dati del centro trasfusionale regionale (Crat), sono state raccolte subito dopol’appello quasi il triplo delle 464 unità che rappresentano la media giornaliera sul territorio. Una partecipazione davvero straordinaria.

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ANCONA

Tavola rotonda su “I Landmarks”Serata particolare mercoledì 8 giugno ad Ancona dove, nella casa massoni-ca, si è tenuta la tavola rotonda sul tema “I Landmarks: essere riconosciutio riconoscere la via iniziatica” su iniziativa della loggia Rosslyn Sinclair(1418) della città. Con una scenografia d’altri tempi, nel tempio grande èstata riprodotta l’atmosfera dei primi del Settecento della storica locandalondinese “All’Oca e alla Graticola”, situata all’epoca nei pressi del sagratodella cattedrale di St. Paul, che ospitò il 24 giugno 1717 la prima riunionedelle quattro logge, tre di Londra e una di Westminster, a cui si fa risalire lanascita formale della Massoneria moderna con la prima gran loggia d’In-ghilterra. Con la scelta del tema dei ‘Landmarks’, la Loggia Rosslyn Sin-clair ha voluto ribadire la portata fondamentale di ciò che i massoni di tutto il mondo considerano ‘pietre miliari’ e la loro attualità,sia nel loro significato originario sia in termini iniziatici, evidenziando questioni dibattute nel contesto del terzo millennio alla vi-gilia del terzo centenario della Libera Muratoria che si celebrerà il prossimo anno. Oltre settanta i presenti all’incontro in rappre-sentanza delle 34 logge marchigiane e degli organi del Collegio Circoscrizionale. E’ intervenuto il Grande Oratore Claudio Bonvec-chio che ha portato il saluto del Gran Maestro Stefano Bisi. Altri relatori della serata sono stati Federico Castelletti Cazzato, dellaLoggia Goffredo Mameli (1419) di Torino; Raffaele Mazzei e Roberto Calosci, entrambi della loggia organizzatrice Rosslyn Sinclair.

CAGLIARI

I vincitori delle Borse di studio Arquer A Cagliari, il concorso per borse di studio bandito dalla Massoneria sarda suiniziativa dell’associazione culturale Sigismondo Arquer, emanazione dell’o-monima loggia cittadina del Grande Oriente d’Italia, ha i suoi vincitori. Sonootto ragazzi iscritti al primo anno accademico delle università di Cagliari eSassari. Ecco i loro nomi: Beatrice Trogu di Oristano, Jasmine Rahbar di Sassari,Alessio Caria di Decimomannu, Nicole Montis di Villasor, Claudia Corona eGiulia Loi di Cagliari, Giulia Zuddas di Pauli Arbarei e Giovanni Arghittu diAlghero. Ogni vincitore ha ricevuto un assegno di mille euro che va a supportodei loro studi. La cerimonia di premiazione si è svolta il 24 giugno, Festa diSan Giovanni, nella Casa Massonica di Cagliari gremitissima di parenti e amicidei vincitori e di una nutrita rappresentanza di esponenti delle logge isolane.L’Oratore del Collegio circoscrizionale della Sardegna Antonio Pinna, in rappresentanza del Presidente, prima della consegna haillustrato finalità e scopi della Libera Muratoria lasciando poi spazio al maestro venerabile della Loggia Sigismondo Arquer, nonchépresidente dell’omonima associazione, che ha consegnato ai vincitori l’attestato e le borse di studio, complimentandosi per la profondapreparazione, curiosità intellettuale e maturità non indifferenti per la loro giovane età. La selezione, per titoli e colloquio finale, hachiamato i concorrenti a cimentarsi su argomenti di attualità in rapporto a fenomeni socio-culturali tipici isolani e alle tradizionistoriche e letterarie della Sardegna. E la risposta da tutta la regione è stata considerevole tanto da indurre il Collegio circoscrizionale,su proposta della Commissione Cultura e d’intesa con l’Associazione “Sigismondo Arquer”, ad ampliare a otto il numero delle borsedi studio rispetto alle cinque stabilite dal bando. L’iniziativa della Massoneria sarda ha offerto agli studenti l’occasione di approfondirela conoscenza e l’analisi critica, serena e propositiva, di fronte al deficit educativo delle scuole, soprattutto in termini di diritti e libertà.

SOVERATO

Massoneria, una storia di libertàMassoneria, una storia di libertà. E’ questo il tema al centro dell’incontro che la loggia calabrese Martelli (980) all’Oriente di Soveratoha organizzato in occasione della visita di un gruppo di Fratelli appartenenti all’officina Nicolae Titulescu all’Oriente di Brasov –Grande Oriente di Romania. Un tema quanto mai affine alla storia dei due paesi, l’Italia che ha visto le sedi delle Logge devastate eil Gran Maestro deportato dal regime fascista, la Romania che ha dovuto sottostare al giogo comunista. Al dibattito sono intervenutinumerosi fratelli che hanno colto l’occasione anche per ricordare Nicola Titulescu, giurista e diplomatico rumeno che fu presidentedell’Assemblea generale della Società delle Nazioni per due mandati, nel 1930 e nel 1931, al quale è intitolata appunto la loggia diBrasov. Dalle colonne, i numerosi ospiti hanno portato il loro contributo, spiegando le motivazione della loro appartenenza allaLibera Muratoria.

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