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Numero 33 Marzo 2011 NN Geek W L’italia! Non solo per il 150° di Luca Mainardi Digerita la disquisizione in redazione sul fatto di aver conse- gnato in ritardo il pezzo per il mese scorso, oppure secondo il mio punto di vista averlo consegnato estremamente in anticipo per questo numero, partiamo pure… bella gente, è marzo! la primavera è alle porte e nonostante la nostra na- tura di geek ci porti ad essere perennemente seduti o sdraiati con in mano un mouse o un tablet, dobbiamo muoverci e un po’ d’aria aperta non fa male (o almeno così dicono); inoltre si aggiungono alla miriade di sport indoor tre attesissimi cam- pionati, Moto Gp, Formula 1 e il meno popolare ma di certo non meno spettacolare Superbike, che c’entra direte voi? Beh, cosa c’è di più bello di... nell’ordine: farsi un bel tour in moto e fermarsi in un bar all’aperto pieno di motociclisti a guardarsi la Moto Gp? Farsi una bella passeggiata dopo pranzo subito dopo la gara di Formula 1? Oppure per i più fortunati e appas- sionati (o chi come il sottoscritto ha amici che gli fanno saltare fuori il pass) passare una bella giornata al parco di Monza gu- standosi qualche gara adrenalinica di SBK. Quest’anno poi ci sono motivi ancora più patriottici per spin- gervi a seguire la Moto Gp, e non c’entra nulla il 150° dell’Uni- tà d’Italia, ma sempre di unione o meglio di matrimonio si parla, quello tra VALENTINO ROSSI e la DUCATI! Il pesarese pluricampione del mondo (9 titoli mondiali vinti in 4 classi differenti) si accinge ad affrontare il nuovo campionato 2011 in sella al mostro rosso Desmosedici che, come tutti sanno, è della “piccola”e italianissima casa Ducati. Piccola perché ha di fronte due colossi giapponesi come Honda e Yamaha, e calco- lato velocemente il capitale delle due aziende non possiamo fare altro che essere orgogliosi di quello che ha fatto Ducati in questi anni di motomondiale. Rossi lascia Yamaha con la quale ha vinto molto, ma come spesso succede in un ambiente di competizione agonistica, un giovane pilota è pronto a raccogliere la sua eredità di cam- pione del mondo 2011, Jorge Lorenzo. Il pesarese non molla e si presta all’ennesima sfida con una moto nuova, non facile da gestire che solo il suo predecessore Stoner è riuscito a do- mare, campionato decisamente in salita anche per via dei suoi acciacchi fisici (ha appena subito un intervento alla spalla per la ricostruzione di un tendine) già dai primi test si è visto che non sarà un anno facile, ma Valentino è unico e sicuramen- te sarà pronto a stupirci con imprese strabilianti! Come se già non fossero abbastanza avrà attorno anche una nuova stirpe di tifosi, i ducatisti! che sono decisamente una razza a parte rispetto ai normali motociclisti, quindi preparatevi perché si faranno decisamente sentire e vedere e saranno i primi a supportare il nostro campione! Perché se come popolo siamo incerto e diviso se festeggiare o meno i 150° dell’Unità d’Italia, sicuramente una cosa che facilmente mette tutti d’accordo e l’amore verso lo sport (vero cliché italiano). Altro amore che i motociclisti provano per la SBK dove i puristi credono ci sia- no gli scontri più belli, con duelli e posizioni mai sicuri fino all’ultimo giro e anche questa categoria, anche se meno alla ribalta dei riflettori, esiste un connubio tra moto e pilota tutto italiano… già, perchè Biaggi (si l’ex rivale storico di Valentino) è campione uscente del 2010 con la sua super Aprila è in que- sta stagione è nuovamente pronto a battagliare per la prima posizione in campionato. Proprio per la SBK una cosa interessante la lancia Eurosport che ha presentato il suo player online (www.eurosportplayer. it) che oltre ad offrire il live streaming dei canali Eurosport ed Eurosport 2, fornirà anche contenuti aggiuntivi per il Mondiale Superbike, Supersport, Superstock 1000 e Superstock 600, permettendo così ai suoi utenti di seguire anche le sfide non trasmesse dai canali televisivi. Ma come sempre inquadrate il codice QR e navigate! Enzo Miccio Elena Leone Frammenti d’Italia © dell’immagine: aventi diritto

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In qusto numero: Valentino Rossi, Enzo Miccio, Elena Leone

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NN GeekW L’italia! Non solo per il 150°di Luca Mainardi

Digerita la disquisizione in redazione sul fatto di aver conse-gnato in ritardo il pezzo per il mese scorso, oppure secondo il mio punto di vista averlo consegnato estremamente in anticipo per questo numero, partiamo pure… bella gente, è marzo! la primavera è alle porte e nonostante la nostra na-tura di geek ci porti ad essere perennemente seduti o sdraiati con in mano un mouse o un tablet, dobbiamo muoverci e un po’ d’aria aperta non fa male (o almeno così dicono); inoltre si aggiungono alla miriade di sport indoor tre attesissimi cam-pionati, Moto Gp, Formula 1 e il meno popolare ma di certo non meno spettacolare Superbike, che c’entra direte voi? Beh, cosa c’è di più bello di... nell’ordine: farsi un bel tour in moto e fermarsi in un bar all’aperto pieno di motociclisti a guardarsi la Moto Gp? Farsi una bella passeggiata dopo pranzo subito dopo la gara di Formula 1? Oppure per i più fortunati e appas-sionati (o chi come il sottoscritto ha amici che gli fanno saltare fuori il pass) passare una bella giornata al parco di Monza gu-standosi qualche gara adrenalinica di SBK.Quest’anno poi ci sono motivi ancora più patriottici per spin-gervi a seguire la Moto Gp, e non c’entra nulla il 150° dell’Uni-tà d’Italia, ma sempre di unione o meglio di matrimonio si parla, quello tra VALENTINO ROSSI e la DUCATI! Il pesarese pluricampione del mondo (9 titoli mondiali vinti in 4 classi differenti) si accinge ad affrontare il nuovo campionato 2011 in sella al mostro rosso Desmosedici che, come tutti sanno, è della “piccola”e italianissima casa Ducati. Piccola perché ha di fronte due colossi giapponesi come Honda e Yamaha, e calco-lato velocemente il capitale delle due aziende non possiamo fare altro che essere orgogliosi di quello che ha fatto Ducati in questi anni di motomondiale.Rossi lascia Yamaha con la quale ha vinto molto, ma come spesso succede in un ambiente di competizione agonistica, un giovane pilota è pronto a raccogliere la sua eredità di cam-pione del mondo 2011, Jorge Lorenzo. Il pesarese non molla e si presta all’ennesima sfida con una moto nuova, non facile da gestire che solo il suo predecessore Stoner è riuscito a do-mare, campionato decisamente in salita anche per via dei suoi acciacchi fisici (ha appena subito un intervento alla spalla per la ricostruzione di un tendine) già dai primi test si è visto che non sarà un anno facile, ma Valentino è unico e sicuramen-te sarà pronto a stupirci con imprese strabilianti! Come se già non fossero abbastanza avrà attorno anche una nuova stirpe di tifosi, i ducatisti! che sono decisamente una razza a parte rispetto ai normali motociclisti, quindi preparatevi perché si faranno decisamente sentire e vedere e saranno i primi a supportare il nostro campione! Perché se come popolo siamo incerto e diviso se festeggiare o meno i 150° dell’Unità d’Italia, sicuramente una cosa che facilmente mette tutti d’accordo e l’amore verso lo sport (vero cliché italiano). Altro amore che i motociclisti provano per la SBK dove i puristi credono ci sia-no gli scontri più belli, con duelli e posizioni mai sicuri fino all’ultimo giro e anche questa categoria, anche se meno alla ribalta dei riflettori, esiste un connubio tra moto e pilota tutto italiano… già, perchè Biaggi (si l’ex rivale storico di Valentino) è campione uscente del 2010 con la sua super Aprila è in que-sta stagione è nuovamente pronto a battagliare per la prima posizione in campionato.Proprio per la SBK una cosa interessante la lancia Eurosport che ha presentato il suo player online (www.eurosportplayer.it) che oltre ad offrire il live streaming dei canali Eurosport ed Eurosport 2, fornirà anche contenuti aggiuntivi per il Mondiale Superbike, Supersport, Superstock 1000 e Superstock 600, permettendo così ai suoi utenti di seguire anche le sfide nontrasmesse dai canali televisivi.Ma come sempre inquadrate il codice QR e navigate!

Enzo Miccio Elena Leone Frammenti d’Italia

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NellaNebbiaEditore:

p.zza Risorgimento, 1213100 Vercellitel. + 39 0161 1850396

Registr. Tribunale di Vercellin.347/2008 del 15/04/2008

N.32 Marzo 2011Rivista Mensile

Redazione BiellaE20PROGETTIvia Milano, 94 13900 Biella ITALY tel. +39 015 25.29.201 fax +39 015 25.29.193

Redazione Novara Via Giovanni De Agostini, 2 28100 Novara tel: + 39 0321. 393756 email: [email protected]

Direttore ResponsabileAndrea Bellavita

Editor Testi:Eliana Frontini

Grafica:StudioKaboom

Hanno collaboratoLaura Albergante, Guido Andrea, Alessandro Barbaglia, Federico Bassano, Marco Cassisa, Elisabetta DellaValle, Eliana Frontini, Veronica Gallo, Serena Galasso, Roberta Invernizzi, Elena Leone, Gianluca Mercadante, Simon Panella, Mazio Paladino, Giulia Perona, Marco Pozzo, Alberto Salvalaio, Michele Trecate, Emanuele Zimbardi

PER LA TUA PUBBLICITA’ SU NELLA NEBBIA:

Concessionaria pubblicitariaStudioKaboom s.n.c. / Ufficio Commercialecell. 334.6741727 / tel. 0161 [email protected]

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Stampa:SarnubVia Santhià, 58 13881 Cavaglià (BI)

Mensile Gratuito di Arte & Cultura

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EditorialeSiamo a marzo, finiscono i Carnevali con i carri allegorici, le sfilate in maschera che tanto caratterizzano queste zone e con i corian-doli, che poi ti ritrovi nelle tasche dei jaens fino a novembre. Per-sonalmente non ho potuto non partecipare al Carnevale Storico di Santhià e, nonostante le solite polemiche legate alle classifiche finali, il divertimento non è mancato!

Poi, come da copertina, ripartono gli sport motoristici che tanto ci piacciono e ci tengono compagnia nelle sonnolente domeniche estive, dove ritroveremo gli idoli di Ferrari e Ducati con i loro rossi sgargianti e ci riscopriremo tutti grandi esperti di staccate e aero-dinamica.Vi promettiamo che se mai dovessimo riuscire ad intrufolarci in qualche box vi regaleremo un bel reportage sulle pagine di NN!

Ma entriamo nel cuore di questo 33° numero posando l’attenzio-ne su due articoli in particolare:“Bianche Guerriere” perché racconta l’esperienza di una cara ami-ca e collaboratrice di Studio Kaboom augurandole che possa es-sere ricco di grandi soddisfazioni; e “SLOT CAR - Hobby o sport?” perché davvero ci sta condizionando le serate con sfide all’ultimo centesimo di secondo e, vista la fantastica accoglienza, ci sembra doveroso contraccambiare aiutando questi club ad incontrare

sempre più consensi.

Studio Kaboom

SommarioMarzo 201104 – ENzo MIccIo Lo stile del buon gusto

06 – SILENzIo vIbraNtE L’urlo di Max bottino

08 – ELENa LEoNE Genesi di un’artista

10 – MuSEo borGoGNa La scatola delle meraviglie

12 – WELcoME to burLESquE L’arte che seduce uomini e donne

16 – SLot car Hobby o sport?

17 – SENtI bIELLa coME SuoNa

19 – PIN–uP

23 – ScoPrENdo IL tESoro dI GIaNcarLo

24 – tHIS IS Not a MaN

25 – FEStIvaL INtErFErENzE Scosse d’autore

26 – ad oGNI coSto rassegna di cinema puro

27 – I FraMMENtI cHE raccoNtaNo L’uNIta’ d’ItaLIa

28 – babEL: bIrrE, SuoNI E GuStI

29 – coLazIoNE, IL MaNdo tra tavoLINI E baNcoNE

31 – La FavoLa dEL PaStor vaLENtE

32 – tra uoMINI E MaGIa da orfeo e Maurizio dusio, attraverso il grande rilke

33 – rubrIcHE

35 – aGENda

38 – FuMEtto

®

vieni a trovarci

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ormai chiaro che i tempi in cui stiamo vivendo siano critici non soltanto sotto il profilo economico nazionale, ma pure in termini d’inventiva, di iniziativa personale. La “professionalità” agonizza nella spietata

guerra dei prezzi, nell’asta di un po’ per uno, di chi offre 10 per ot-tenere 100 e chi invece potrebbe dare al massimo 11, ma lo spaccia per chissà cos’altro.In questo quadro d’insieme fatalmente tetro, esistono tuttavia sprazzi di luce portatori di speranza: il talento, la creatività, la vo-lontà di accedere a un percorso formativo e di portarlo a buon fine, nell’esigenza di praticare poi mestieri da reinventare ogni giorno, sono scintille importanti, che portano in superficie realtà lavorative in un certo senso nuove, o tali per cui ci si obbliga piacevolmente a spostare lo sguardo verso prospettive, verso orizzonti assai differenti da prima.

La categoria del wedding planner senz’altro rientra a pieno titolo nelle professioni che, almeno in Italia, si sono affacciate sul mercato di recente e quasi da subito hanno riscosso grande interesse. Ma chi è di preciso il wedding planner? Perché tante persone, soprat-tutto ragazze, vogliono diventarlo? Abbiamo cercato di tracciarne l’ideale identikit insieme ad Enzo Miccio, tra i più noti volti televisivi dell’emittente Real Time. Proprio attraverso l’omonima trasmissione (“Wedding Planners”, condotta insieme ad Angelo Guarini), Miccio ha saputo fare del proprio lavoro un momento di quotidiano intrat-tenimento, vivace e intelligente, in grado di portare nelle case un po’ di sano buon gusto. Il fatto che ciò avvenga per mezzo della televi-sione, cui secondo una diffusa opinione si deve in parte la presunta morte del buon gusto stesso, è in sé un dato già molto interessante. Vediamo come.

Il wedding planner: un’intrusione della moda nel campo tradi-

zionale del matrimonio, o…?Un’esigenza, direi. La difficoltà consiste semmai nello sdoganare la mia professione sul mercato italiano, in America è ormai impensabi-le organizzare un matrimonio senza un wedding planner alle spalle. Quando ho iniziato a lavorare in questo campo non esisteva asso-lutamente una moda legata alla mia figura, facevo anzi parecchia fatica a spiegare di cosa mi occupassi di preciso. Oggi, io stesso ten-go corsi di formazione e sembra che moltissima gente non voglia fare nient’altro nella vita. Ne ho dedotto che, se davvero una moda è nata in questo senso, credo si debba soprattutto agli effetti del messaggio televisivo, che negli ultimi anni ha saputo raggiungere e affascinare migliaia di persone.

Come e perché si diventa un wedding planner?Nei miei corsi cerco soprattutto di gettare le basi per offrire una generale comprensione su cosa sia esattamente l’esserlo. Chi si ac-

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ENzo MIccIo

Enzo Miccio e Carla Gozziin “Ma come ti vesti?”

tendenzetesto: gianluca mercadante

Lo StILE dEL buoN GuSto

E’

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tendenze

costa in qualche modo all’argomento ne è spesso del tutto a digiuno, o ne possiede una visione troppo superficiale. Come ripeto, la televisione, con tutta la sua magia, rischia di confondere le idee a proposito del concetto di professionalità, se riferito a qualcuno che si destreggia fra petali di fiori e tulle. Vorrei fosse chiaro che stiamo invece parlando di un professionista a tutti gli effetti, più spesso preso a coordinare un’infinita serie di perso-ne e di appuntamenti che, nell’insieme, con-correranno a dare vita alla messa in scena dell’evento, da lui progettata nei minimi det-tagli. Per fare questo, è necessario possedere buone capacità di risolvere problemi, pugno fermo, sangue freddo, tanta creatività e tanto, tanto, tanto tempo. Tantissimo. I clienti affidano al wedding planner il giorno più bello della loro vita e perché questo si possa concretizzare secondo le loro esigenze, che non sono poche, il tempo è fondamentale.

A questo proposito, attraverso la trasmissione televisiva è im-possibile non notare che, per quanto complesse siano tali ri-chieste, lei cerchi sempre di adattare determinate soluzioni sti-listiche all’aspetto dei luoghi in cui il matrimonio avverrà.È il progettista la figura fondamentale in questo aspetto del mio la-voro. Da una parte bisogna appunto raccogliere le idee, le sensa-zioni, i sogni, i desideri dei clienti, dall’altra bisogna raffrontarsi con le varie location e ripensare il tutto in base al mood che si desidera comunicare agli ospiti. Ogni singolo elemento, a partire dal “bigliet-to da visita” – ovvero quello che comunemente definiamo “invito”, ma che secondo me è sul serio un vero e proprio “biglietto da visita” -, deve rispettare le linee che poi andremo a ritrovare il giorno del matrimonio.

C’è mai stato un posto che vi ha presi in contropiede?Direi che nel preparare un matrimonio su un’isola, piuttosto che nei centri cittadini o in montagna, i principali disagi siano di natura senz’altro logistica. Poi ce ne sono tanti altri, che arrivano mano a mano – e mano a mano bisogna vedere… come uscirne vivi! Faccio un esempio su tutti: a Capri è impossibile circolare in automobile. Prima delle due di notte, all’incirca, e fino alle sei del mattino, si pos-sono usare soltanto carrellini elettrici. Allestire lì un evento per due-cento invitati, vuol dire condurre il grosso dei lavori durante quelle ore, e basta, organizzando i trasporti via mare per tavoli, sedie, cuci-ne… e qualsiasi altra cosa.

Secondo lei, quanto di tutto questo può arrivare attraverso una trasmissione televisiva, coi suoi tempi serrati e i blocchi pubbli-citari?La durata di ogni puntata della trasmissione che va in onda su Real Time è di cinquanta minuti. Il lavoro vero e proprio dura mesi. Un matrimonio particolarmente complesso che abbiamo seguito in Grecia ci è costato un anno di tempo, tra sopralluoghi, rilievi, logi-stica, trasporti, collegamenti e alberghi per l’arrivo degli ospiti – e lascio immaginare quant’altro. La mia professione non è soltanto “creativa”: unisce in una sola figura il wedding planner e il wedding designer. Mi rendo conto che in Italia già la prima delle due ha fatto abbastanza fatica a penetrare l’immaginario collettivo, perciò non mi dilungherei in merito all’esistenza di una seconda. Sintetizzando, potrei dire che l’atto di pianificare un matrimonio comporta, da par-te di chi lo pratica, l’ulteriore quanto determinante responsabilità di stabilire un preciso ruolo verso chiunque stia dietro la messinscena. Al momento opportuno, bisogna sapere dove andare e perché, cosa fare e quando, senza possibilità d’errore. Come per una pièce tea-trale.

Dunque la trasmissione è forse più utile a divulgare il suo me-stiere presso la massa, piuttosto che a raccontarlo veramente.Il passaggio alla televisione è avvenuto nel 2005, quando io lavo-ravo in questo campo già da 5 anni. Tuttavia il format è abbastanza adeguato alle mie esigenze: benché l’avessimo pensato e struttu-rato sulla base dei ritmi di allora, è rimasto assolutamente funzio-nale e al passo con quelli che sosteniamo adesso. È vera tuttavia la

cosa che già dicevo all’inizio, ovvero che il messaggio dall’esterno può fuorviare – ed ecco spiegata una volta di più la ra-gione per cui così tante persone voglia-no cimentarsi col mestiere del wedding planner: perché comunque, spiato dal di fuori e ulteriormente trasformato dal montaggio, il tutto finisce con l’appari-re più bello, più divertente, più creativo, più frivolo. Ma non è proprio così che stanno le cose.

C’è un programma che le piacerebbe fare in futuro? Diverso da ciò che già la occupa nella vita quotidiana…

Ho cercato finora di trasportare nell’ambito lavorativo il mio perso-nale stile di vita, quindi uno dei miei sogni è sicuramente condurre una trasmissione in cui si possa parlare di stile a 360 gradi. Non solo quindi di moda, o di matrimoni, ma di decorazione della tavola, del-la casa, e dove per “stile” s’intenda soprattutto “buon gusto”. Ce n’è davvero poco, in giro…

Sempre in tema di sogni: lei realizza matrimoni “da sogno”, per l’appunto, ma esiste un matrimonio che sogna di fare e non ha ancora fatto?Sì, esiste. Ho lavorato in Italia e in Europa, ma mi piacerebbe moltis-simo confrontarmi con le tradizioni e le culture mediorientali. Penso all’Asia, all’India. Il rito, i costumi, tutta la preparazione attorno a un matrimonio, sono qualcosa di assai diverso rispetto al nostro modo di concepire quel giorno. Potrebbe essere una sfida importante af-frontare un’esperienza del genere, nel rispetto degli usi locali e con qualche incursione nel made in Italy. Sarebbe un gioco fantastico!

Nota:Gli allestimenti ripresi nelle immagini che illustrano il presente servi-zio sono di Enzo Miccio, su gentile concessione.Si ringrazia per la preziosa collaborazione Sara Colombi.

Bio:Napoletano di nascita, Enzo Miccio si trasferisce a Milano dove con-segue il diploma all’Istituto Europeo di Design.Inizia il suo percorso professionale nel settore della moda, curando l’organizzazione di sfilate ed eventi. Si occupa della realizzazione di servizi fotografici per diverse testate giornalistiche, a cui presta il suo contributo non solo nel campo della moda, ma anche in quelli della scenografia e dell’allestimento della tavola.Cultore della lirica, ama organizzare eventi con la teatralità che sem-pre contraddistingue la messinscena di un’opera, curandone ogni dettaglio e componendone ogni particolare come se fosse un set fotografico.Nel 2001, crea Garini Della Sforzesca, la società di organizzazione eventi e special weddings all’insegna dell’unicità e della ricercatezza, imponendo sul mercato italiano la figura del designer di eventi.Oggi, con il suo consolidato staff e con una decennale esperienza, Enzo Miccio mette in scena eventi e matrimoni molto speciali in tutta Italia curandone ogni aspetto: dalla scelta delle location alle decorazioni floreali, dagli arredi al design della tavola, dalla colonna sonora alla progettazione delle luci, fino al gran finale, emozionando gli ospiti con una wedding cake sempre scenografica e sorprenden-te.È protagonista dal 2005 della serie televisiva “Wedding Planners”, il programma che racconta attraverso le immagini il suo lavoro di designer di eventi, sempre creativo e stimolante. Dal 2008 conduce inoltre un nuovo programma, ancora una volta prodotto da Magno-lia: “Ma come ti vesti?”. Una serie televisiva dove si parla di moda, stile, bon ton, con tanti preziosi consigli per non sbagliare mai abito in nessuna occasione.“Wedding Planners” e “Ma come ti vesti” vanno in onda su REAL TIME (digitale terrestre free ch 31 e SKY ch 126).

Web contacts:www.enzomiccio.comwww.realtimetv.it/2010/08/31/wedding-planners/

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artetesto: elisabetta dellavalle

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Ora, mentre state leggendo, capita a chi è a Berlino di poter visitare “Corpo fisico, Corpo etereo”, la mostra di Max Bottino e

Giovanni Gaggia che, inaugurata sabato 15 gennaio alla Galle-ria FACTORY-ART, www.factory-art.com, in Mommsenstraße 27, lì resterà fino al 28 febbraio. Curata da Roberta Ridolfi, che ne ha steso il testo critico che qui riportiamo in parte, la mostra rientra nel circuito del festival berlinese DAS digital art + soud, e vive fortemen-te di questo spazio enorme, bianco e del tutto vuoto, senza finestre

o altre distrazioni per l’occhio del visitatore, del tutto perfetto per le sottili e delicate suggestioni portate da Bottino e Gaggia. Si tratta di un lavoro d’insieme sulla fisicità, sul corpo come “strumento obsole-to in quanto precaria forma dell’esistenza. Così i confini del corpo si dissolvono, (…) recando con sé il suo solo tracciato simbolico, come mostra Gaggia nel suo lavoro.(…). I lavori dei due artisti si intreccia-no idealmente per rispondere alle valenze delle difficili vie dell’esi-stenza, ottenendo alti risultati poetici”. Spazio e lavoro interagiscono rafforzandosi in un controcanto tra pieno e vuoto difficilmente raggiungibile. Così in queste speciali, candide scatole bianche rivive buona parte della storia artistica di

Max Bottino che sceglie per questa avventura di aprire le valigie della memoria e di lasciar scorrere fuori, nudi e selvaggi, i suoi pic-coli omini neri. Con “tempo in nero / black time”, sui 212 foglietti di recupero vario, quaderni, block notes, pagine strappate da vecchie moleskine ed altro, rivivono altrettante piccole entità solitarie, quasi sempre viste di fronte, quasi sempre bimbi sperduti, spauriti, fuoriu-sciti da fiabe un po’ inquietanti, oppure ciotole e sedie, orsacchiotti e strani animali dalle lunghe orecchie in ascolto da animare questo circo di esserini usciti dalla penna a sfera e poi via via dati alla luce e che ora riprendono vita e respiro nella mostra berlinese. Così racconta l’artista: “nel mio intento c’è stata la volontà di com-

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SILENzIo vIbraNtEMaX bottINo

IL PIccoLo rESPIro Ha ESProPrIato L’urLo

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arte

piere questo viaggio tra fisicità ed etere nella metafora del viaggio da casa a Berlino portando con me il mio diario, i miei appunti, tutti i 212 brandelli di tempo, di sogno, di ombra, di storia che dal 2004 al 2006 ho accumulato giorno per giorno. Una valigia di omini, di pic-coli me o di piccoli omini, incubi, segni, personaggi e favole lontane nel tempo, sono successi nelle mie mani e nei miei occhi qualche anno fa, ma ora erano pronti per viaggiare per allontanarsi, per ren-dersi pubblici e visibili, per rivelarsi uno per uno e raccontare quel tempo”.Una scelta inusuale, portare Oltralpe questi piccoli lavori sottili, quasi ricami eseguiti a penna Bic, a colmare spazi tanto enormi. Una scelta inusuale, per chi abbiamo visto riempire di opere e ope-re, di lavori e lavori, luoghi d’arte imponenti e magici come Santa Chiara a Vercelli. Difficile dimenticare l’impatto emotivo che ebbe la sua personale “Piccole cose di gusto cattivo”: “già qui questi omini erano comparsi, nascosti tra gli abiti di un armadio, tra le pieghe del tessuto, seminati nella memoria, quasi invisibili, sacrificati dal mio pudore nel mostrare questi piccoli brandelli di nero che incrostano il mio dentro. Ora il nero diventa solo ombra leggera, perde l’incubo e diventa segno e tempo, oltre al mio tempo, non è più biografia, ma una strana forma di leggenda epica dell’anima”. Non solo, difficile dimenticare le molteplici partecipazioni al progetto ExPorsi, e la per-fomance L.I.S.T. anticipata al Museo Leone e poi svoltasi sul sagrato della Basilica di Sant’Andrea, per la terza edizione del Festival di Poe-sia Civile Città di Vercelli. Una scelta inusuale, forse, ma perfettamen-te in linea con la ricerca artistica dell’oggi, che affonda le sue radici in un’intimità più profonda ed individuale. Ricerca che nasce dieci anni fa.

Dieci anni fa. Il racconto riparte da me, da me che sto scrivendo. Dieci anni fa mi stavo chiedendo chi, tra gli artisti con i quali sta-vo collaborando, tra i giovani artisti del progetto ExPorsi, avrebbe potuto e saputo sostenere l’intensità emotiva e culturale dell’incon-tro tra la propria arte ed uno degli spazi più colti e belli della nostra città, e non solo, il Museo Borgogna. Come critico d’arte incaricato dal Comune di organizzare la partecipazione di Vercelli, città inserita nel 2001 nel circuito Giovani Artisti Italiani, alla prima edizione di Gemine Muse, progetto nazionale che prevede l’incontro tra l’arte contemporanea e la classicità dell’arte istituzionale, era mio com-pito trovare l’artista giusto, con la giusta sensibilità e preparazione.

Ed era mio compito non sbagliare, non deludere la città, l’Istituzione che ci avrebbe ospitato, me stessa. Poi, inaspettata, una folgorazio-ne. Max Bottino. La piccola opera che lui aveva portato in mostra a Santa Chiara era stata, tra le tante e tante e tante altre, tremenda-mente pulita e scottante. Misurata e cattiva al contempo, classica e trasgressiva quanto basta. Nasce da allora la nostra collaborazione, da una folgorazione, da una istintiva quanto calibrata intuizione. Nasce da Magnificat, la poetica installazione sul tema della madre e della famiglia, ispirata dalla Madonna con Bambino che gioca con un cardellino del pittore seicentesco Sassoferrato, grazie alla quale le stanze del Borgogna raccontano la sempiterna prigionia delle donne comuni, “chiuse in gabbie dorate che chiamano case, inseguono sogni, ricordano ab-bracci, annusano ancora il profumo della propria infanzia, che sa di miele rubato con le dita nei pomeriggi dorati dell’estate”. Dopo la magia di ‘Magnificat’, ne vennero altre due: Gemine Muse 2003, “Le tre Parche”, Museo Leone, artisti Jessica Viotti, Valentina Celsi e Giò Gagliano, e Gemine Muse 2004, Museo del Tesoro del Duomo, “Dal Buio alla Luce”, artista il chitarrista e compositore Luigi Attademo.

Dieci anni. 2000-2010. Il racconto ritorna al suo protagonista, l’artista.Dieci anni. Un Tempo non breve e non lungo, ma già tanto denso da poter segnare un passaggio, far tirare le somme, tracciare una riga, definire il già fatto, rimpastarlo se degno e poi andare avanti. Dieci anni che Max Bottino racconta così “il 2010 è stato una anno di cambiamenti e di viaggi, dalla città dove vivo e dove ho realizzato molti dei mie lavori ho cominciato ad indagare ciò che sta attorno e si disassa dal centro del mio quotidiano. Un anno di raccolto di tanto lavoro fatto a partire dal piccolo miracolo di Magnificat regalatomi nel 2001 e che da allora ha segnato il riavviarsi di un discorso. Da quell’ormai lontano 2001, anno di Gemine Muse, anno di un nuovo incontro con il fare arte, ho percorso più o meno consapevolmente la via della relazione. L’incontro con chi ti riapre la via, con un’op-portunità di lavoro che nasce dall’incontro, l’incontro con una amica fiduciosa e un quadro, una Madonna, una madre, agli occhi di oggi un’altra amica. In questo tempo che separa ora da allora, il lavoro si è mosso alla ricerca della consapevolezza di questo motore intrin-seco nell’incontro e nella relazione. Incontro e relazione coltivato

con colleghi e strutture fuori dalla mia città con il supporto di tutte le persone e i luoghi che la fortuna mi ha regalato. Da quel lavoro realizzato al Museo Borgogna, grazie al coraggio ed all’ascolto di chi ha confidato in me, si arriva dieci anni dopo a una serie di piccole conferme che la via della coerenza e della onestà portano a com-prendere. Oggi, elaborata la mia biografia accompagnato da parole amiche e da vicinanze rassicuranti, cerco di indagare gli strati sottili, i piccoli suoni, le vibrazioni e i flussi. Il Celeste e il bianco, lo spazio aperto hanno sostituito nero e rosso. Il piccolo respiro ha espro-priato l’urlo: il silenzio vibrante”. Non solo. Arrivano a Berlino le 180 fotografie di Scenamuta, un lavo-ro del 2006: “si tratta del mio volto fotografato 180 volte, stampato in sovrapposizione su 180 fotografie dei miei album, viaggi, vacanze, lavori, oggetti. 180 urli muti che si sovrappongono neri sui colori delle banali istantanee senza data e che raccontano un personale e anonimo passato. Un tempo del volto e un tempo della fotografia che si sovrappongono in un unico luogo, come un memoriale di me stesso si moltiplica e si espande, si allinea a raccontare spostamenti minimi e muti del mio volto in tensione. (…).Il progetto per Berlino si chiude con due video: Abstract / azione in quattro atti, video montato nel 2007 a partire da una performance del 2006: “il video si divide in quattro movimenti distinti in cui ci si muove dall’etereo al fisico, dall’impalpabilità delle ombre e dei suoni sussurrati, alla fisicità di una crocefissione, dal sottile respiro al canto, attraverso una sorta di viaggio dal cielo notturno all’incubo terreno. Ben 20 performer hanno lavorato con me in questi video regalando le loro storie e i loro gesti ad una sorta di Sacro monte immaterico e immateriale(…): il corpo è leggero, etereo, proiettato nel suono, nel colore, nel respiro e nella musica.” Il racconto della mostra berlinese sarebbe ben più lungo e specifi-co, non bastano le parole né lo spazio a disposizione. Ecco perché lo chiudiamo ancora con quelle, pensate, pesanti ed importanti, di Max Bottino: “Viaggio per non uccidere ciò che abito. Il viaggio serve ad alleggerirsi, si viaggia portando solo ciò che serve, si riparte la-sciando solo ciò che può essere lasciato e che non è indispensabile a casa. Questo lo spirito: partire con una valigia di ciò che si è stati per tornare a casa con la sola memoria dell’oggetto, solo con il ricordo di ciò che è stato e che altrove sta vivendo senza di me, senza la mia didascalia vivente. I miei diari, la mia faccia, i miei sogni video, sono altrove, non più fisiche biografie, ma eteree leggende. Infatti amo la mia casa talmente tanto da essere pronto a ripartire.” E ovunque andrà, noi lo seguiremo.

SILENzIo vIbraNtEMaX bottINo

IL PIccoLo rESPIro Ha ESProPrIato L’urLo

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08 modatesto: marco guerrieri

on c’è cosa più fastidiosa del sentire la star di turno raccontare che ha raggiunto il successo “quasi per caso”, come se fosse piovuto dal cielo senza ricerca, magari addirittura senza fatica. Fastidiosa perché dietro ad un suc-cesso deve necessariamente nascondersi un percorso, una crescita artistica, un impegno,

altrimenti ci sarebbe da dubitare che si tratti di un successo vero, fondato su di un talento, che possa essere duraturo…La storia che vi raccontiamo può sembrare nata per caso, dalla par-tecipazione ad un concorso senza troppa convinzione di riuscire davvero a “fare arrivare” la propria visione. Invece, il premio presti-gioso vinto da Elena Leone non è per nulla frutto del caso. Un passo per volta, ripercorriamo la strada che l’ha condotta al primo ricono-scimento importante del suo talento.Spesso per riuscire in molti ambiti artistici è necessario vivere e la-vorare nelle città in cui si concentrano le opportunità più ghiotte. Milano, in particolare, rappresenta la capitale della moda in Italia e per poter diventare stilista Milano la devi vivere, devi frequentare i “giri” giusti e, lavorarci, giorno per giorno. Eppure i percorsi di vita di un artista possono essere molteplici, a volte tortuosi, a volte sempli-

cemente meno diretti e… banali, per ostacoli, sorte, scelte...Così dopo la scuola, la prima vera casa della propria formazione, il sogno rischia di allontanarsi definitivamente; amici e parenti si fan-no voce della prudenza e del cosiddetto “buon senso” cercando di indirizzarti verso un lavoro meno fantasioso, ma più concreto; e tu cominci a vivere in una dimensione in cui si mescolano alla quotidia-nità piccoli e grandi rimpianti, ritorni alle vecchie abitudini nella tua città d’origine, incerto se riconoscerti o no in quelle radici, tentando in qualche modo di rimanere anche solo per un filo, aggrappato al sogno che ti porti dentro.Questo è ciò che, in qualche maniera, è accaduto anche a Elena Leo-ne: dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design a Milano, Ele-na torna per necessità a Vercelli, frequenta un corso di web design e incomincia a sperimentarsi lavorando nei settori della grafica, del disegno, dell’illustrazione e della pubblicità, tutte attività che stimo-lano la sua creatività e mantengono viva il suo desiderio di crescere artisticamente, nonostante il primo vero amore rimanga sempre la moda. Poi, come spesso accade agli animi sensibili, un momento di fatica e di crisi la porta ad interrogarsi profondamente sul suo futu-ro… e come in un preludio di favola che si avvera, ecco la possibilità di partecipare al concorso Next Generation, indetto dalla Camera

Nazionale della Moda.Si tratta di un’occasione da prendere al volo per non dover rischiare di archiviare definitivamente il Sogno. Così Elena si butta nella mi-schia, raccogliendo le forze, facendo fruttare le esperienze maturate negli ultimi due anni, e partendo dall’idea che la collezione richiesta dagli organizzatori del concorso sarà per l’inverno 2012, si focalizza sul fatto che si tratterà proprio dell’ultimo inverno dell’umanità se-condo la profezia Maya e immagina e disegna donne guerriere, ve-stite con abiti che vivono di forti contrapposizioni, tra linee morbide e dure, tra bianchi e grigi, tra sensualità e rigore.

Incontriamo Elena e le chiediamo di raccontarci qualcosa di più sulle sue scelte stilistiche.La collezione è stata ispirata dalla profezia maya che preannuncia la fine del mondo e l’inizio di una nuova era, Quindi ho creato la pro-tagonista, una “romantica guerriera”, che veste abiti caratterizzati da una parte superiore molto strutturata, in grado di evocare moderne corazze; la parte inferiore è più fluttuante, per agevolare i movimenti e dare spazio ed espressione alla femminilità. Delle novelle eroine, forti ma sensuali.

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bIaNcHE GuErrIErE

dELL’uLtIMo INvErNo

ELENa LEoNE:

GENESI dI uN’artISta

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moda

Osservando i tuoi modelli, si nota un notevole studio sui volumi.Da questo punto di vista, mi sono ispirata ai tipici costumi delle popolazioni guatemalteche e messicane, perché nei loro territorio vivevano i Maya; per quanto riguarda le scelte cromatiche, ho privi-legiato il bianco perché si tratta di costumi coloratissimi e il bianco rappresenta l’unione di colori; inoltre bianco ricorda anche il grande freddo dell’inverno.

Si notano chiaramente anche elementi decorativi fantasiosi che sembrano riprodurre dei fiori stilizzati e sono un motivo unifica-tore dei diversi abiti.

I fiori sono appoggiati sui capi come dei cristalli di neve e ghiaccio a formare strati di neve

Venendo alla recente esperienza milanese, che effetto ti ha fat-to essere proiettata nel cuore del mondo delle sfilate? Inizialmente tanta paura! Paura di non riuscire a completare la collezione, paura che non piacesse, ma si trattava di un’opportunità unica e andava sfruttata appieno! Sono stata molto supportata dal mio Tutor, Matteo Bardi, e da Maribel Llanos la sarta modellista: sono davvero stati fondamentali.Il giorno della sfilata, poi, ero su di un altro pianeta! Non mi sembrava vero, era la realizzazione di un sogno così grande da aver paura a pronunciarlo.

Forte del successo riscosso, che cosa farai “da grande”? Che cosa ne sarà di questa collezione?Adesso cercherò di promuoverla con un LookBook, che manderò alle redazioni delle riviste di settore, e con un evento di presentazio-ne ad aprile a Milano.Mi piacerebbe poter entrare in un ufficio stile, in cui si lavora su pro-getti e si studiano le collezioni, per fare tanta esperienza in questo settore, continuando a creare contemporaneamente una mia linea, anche di pochi pezzi, per le prossime stagioni.

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10 artetesto: elisabetta dellavalle

vercelli

l nostro Museo è una Scatola delle Meraviglie”: così Fran-cesco Ferraris, presidente del Museo Borgogna, durante la conferenza stampa di presentazione ufficiale della 18° edizione del ‘L’arte si fa sentire’, la rassegna artistico-cul-turale che da quasi dieci anni offre percorsi guidati, con-certi, laboratori didattici e tanto altro ancora ad animare i

pomeriggi domenicali. La nuova immagine, creata da Pier Robbone, per diffonderne le iniziative, risulta accattivante e semplice al con-tempo: Palazzo Borgogna trasformato in una vera e propria ‘scatola’ di cartone, dal coperchio della quale, il tetto nella realtà, escono alla rinfusa particolari di oggetti e di opere d’arte evocatori dei conte-nuti della rassegna. In bella evidenza, a rappresentare il calendario del I semestre del 2011, interamente dedicato alle celebrazioni per i 150 della nostra Italia, un bel Pinocchio di legno, di quelli di una volta, di rosso laccato e con gli occhini arguti sul nasino appuntito, a ricordarci, grazie alla citazione a De Amicis, che è nella diversità che si costruisce la forza del nostro Paese. Giochi, quindi, ma non solo, anche musica classica, arte antica e moderna, attenzione al mondo del lavoro ed all’universo al femminile per otto appuntamenti singo-lari ed imperdibili. Come già per le altre edizioni, si è partiti nel 2002, a ‘confezionare’ il calendario degli eventi, ed a presentarli ufficial-mente alla stampa, la conservatrice museale Alessia Schiavi che ci ricorda l’importanza dei soggetti a sostegno dell’iniziativa: Comune di Vercelli, Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e Compagnia di San Paolo.Si parte, come sempre, alla grande.Domenica 13 marzo, alle ore 18, apertura ufficiale con un recital che ci introduce nella moderna concezione dell’arte dei primi del

Novecento: si tratta di Erik Satie. L’avanguardia in museo della Compagnia genovese H2D, di Susan-na Gozzetti, danzatrice-attrice-cantante con col-laborazioni con Carolyn Carlson e Luca Ronconi, Tommaso Olivari, mae-

stro contrabbassista nei più noti teatri italiani, e Raffaele Rebaudengo, viola dei più prestigiosi enti lirici italiani. Il 20 marzo, alle ore 16, è la volta di una conversazione sul-la produzione artistica della seconda metà dell’Ottocen-to in Italia con proiezione di immagini, dal titolo Fare la storia: pittura di cronaca e di impegno nell’Italia unita. Da Hayez a Guttuso, curata dalla nota storica dell’arte Giovanna Ginex, componente del comitato scientifico della mostra torinese Fare gli italiani alla quale partecipa il dipinto di Gerolamo Induno, La partenza dei coscritti del Museo Borgogna. Ed ecco arrivare i bambini: anche lo spettacolo Cappuccetto bianco, rosso, verde, con prota-gonista il ‘cantastorie’ Mario Sgotto della Compagnia Tam Tam di Vercelli in programma il 27 marzo alle ore 16, è dedicato alla storia nazionale vista attraverso gli occhi dei personaggi delle fiabe più famose della nostra Storia. Occhi aperti sulle donne e sul loro mondo: escono dai dipinti e dalle sculture le protagoniste, do-menica 3 aprile, alle ore 16, di “Donne, donne eterni dei...” Figure femminili nelle sale del Museo Borgogna il percorso guidato da Giulia Enrico, Sezione Educativa del Museo Borgogna, sulle varie fisionomie ed i ruoli della donna nelle diverse epoche e società. Il 10 aprile, ore 15, Dal museo alla città. Le opere di Bernardino Lanino al Museo Borgogna e nella chiesa di San Paolo di Vercelli, curata da Alessia Meglio della Sezione Schedatura del Museo Borgogna, con visita anche fuori sede alle opere del pittore piemontese Bernar-dino Lanino, il più noto allievo di Gaudenzio Ferrari. Domenica 17 aprile, alle ore 16, la conferenza Strappi d’arte. Gli affreschi della Chiesa del Carmine al Museo Borgogna tenuta da Cinzia Lacchia, conservatore del Museo Borgogna, e Paola Manchinu, storica del-l’arte, tratta della particolare vicenda degli affreschi quattrocente-schi strappati dalla chiesa (volutamente abbattuta insieme al suo convento nel 1920), tra la fine dell’Ottocento e gli anni venti del No-vecento, oggi restaurati e parte del percorso espositivo del Museo Borgogna. Nell’occasione vengono proiettate fotografie storiche del ciclo di affreschi tratte dal fondo storico. Al lavoro, al lavoro! Dome-nica 1 maggio, alle ore 16, in occasione della Festa Nazionale del La-voro, i lavoratori sono finalmente al centro della visita che Roberta

Musso, responsabile della Sezione Educativa del Museo Borgogna, conduce a soggetto, da Angelo Morbelli ad Enzo Gazzone, a Giusep-pe Cominetti ed altri ancora. Una Repubblica fondata sul lavoro. I lavoratori protagonisti della pittura italiana nelle opere del Mu-seo Borgogna è il titolo di questo singolare percorso sull’incontro tra arte e mondo del lavoro.L’8 maggio, alle ore 17, conclusione in musica con una proposta della Società del Quartetto di Vercelli, il concerto con lettura teatrale Franz Liszt. I colori del virtuosismo, a celebrazione del bicentenario della nascita del musicista e compositore ungherese. Protagonisti Marlena Macieikowicz, pianista polacca, e Roberto Sbaratto, at-tore vercellese, per un evento di grande impatto emotivo, pensa-to per un pubblico amante della musica classica e della recitazione d’autore.

Orari apertura Museo:lunedì chiuso; dal martedì al venerdì dalle 15 alle 17.30 (apertura al mattino su prenotazione per scolaresche e gruppi); sabato e dome-nica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18.

Per informazioni e prenotazioni:Via Antonio Borgogna, 4

13 marzo, h. 18: Erik Satie. L’avanguardia in museoEscursioni musicali ed incursioni poetiche nel repertorio del grande musicista francese di e con Susanna Gozzetti, recitazione e canto; Tommaso Olivari, contrabbasso, Raffaele Rebaudengo, viola 20 marzo, h. 16: Fare la storia: pittura di cronaca e d’impegno nell’Italia unita. Da Hayez a Guttuso Conversazione con proiezione di immagini a cura di Giovanna Ginex 27 marzo, h. 16: Cappuccetto bianco, rosso, verdeSpettacolo di animazione per bambini dai 3 ai 10 annia cura dell’Associazione Tam Tam. Con Mario Sgotto

3 aprile, h. 16: “Donne, donne eterni dei...”. Figure femminili nelle sale del Museo BorgognaPercorso guidato a cura di Giulia Enrico

10 aprile, h. 15: Dal museo alla città. Le opere di Bernardino Lanino al Museo Borgogna e nella chiesa di San Paolo a Vercellia cura di Alessia Meglio

17 aprile, h. 16: Strappi d’arte. Gli affreschi della chiesa del Carmine di Vercelli al Museo BorgognaConversazione con proiezione di immagini a cura di Cinzia Lacchia e Paola Manchinu

1 maggio, h. 16: Una Repubblica fondata sul lavoro. I lavoratori protagonisti della pittura italiana nelle opere del Museo BorgognaPercorso guidato a cura di Roberta Musso

8 maggio, h. 17: Franz Listz. I colori del virtuosismoConcerto con lettura teatrale dedicato a Franz Listz in occasione del bicentenario della nascitaa cura della Società del Quartetto di Vercelli. Con Marlena Macieikowicz, pianoforte; Roberto Sbaratto, voce recitante

La ScatoLa dELLE

MEravIGLIE

I

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l grande exploit a Sanremo 2010, un apposito festival te-nutosi a Milano, un libro di immagini fotografiche, uno di storie uscito a febbraio, un reality show su Sky in fase di selezione, due film nelle sale e decine di corsi con centi-

naia di iscrizioni in tutta Italia. Piume di struzzo, ciglia finte, tacchi a spillo, reggicalze e corsetti: in tutto il mondo spopola il feno-meno del burlesque.

Ma partiamo con un po’ di storia, per erudire chi, erroneamente, pensa che burlesque sia sinonimo di striptease: niente di più sbagliato. Quest’arte nasce a metà Ottocento negli USA e in Gran Bretagna, come forma di spettacolo che parodiava il mondo, le abitudini e i passatempi dell’aristocrazia e dei ricchi in-dustriali, per divertire le classi meno abbienti. C’erano una trama, canzoni, numeri di ballo, tanta comicità e qualche donna

poco vestita. Ovviamente con le dovute proporzioni rispetto a oggi. Nonostante un po’ di scandalo, i primi burlesque americani di Broadway fecero, per il tempo, numeri da capogiro.

Sul principio di comicità mista a sensualità (o viceversa?) si basa l’arte del burlesque delle origini e quella recuperata nell’ul-timo ventennio con il cosiddetto neo burlesque. Un fenomeno

I

WELcoME to burLESquE

L’artE cHE SEducE uoMINI E doNNE

12 tendenzetesto: serena galasso

novara

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datato anni ’90, che coincide con la riscoperta dei personaggi che resero grande il genere: Bettie Page tra tutti. Nel burlesque contemporaneo la caratteristica ironica si è fatta ancora più forte che nel passato e non è più rivolta all’ambito sociale, bensì allo spettacolo stesso. La maggior parte delle artiste ama proporre esibizioni che si rifanno sfacciatamente a quelle tradizionali degli anni ’20, ’30 e ’40, parodiandole in tutti i modi: si parte dal-la musica, passando dalle acconciature, per arrivare ai vestiti e agli accessori. La parola d’ordine è eccesso, ma non sul versante della nudità: piuttosto su quello dello spettacolo.

Sull’onda di questo improvviso interesse nei confronti del burle-sque sono nate molteplici iniziative che coinvolgono moltissime arti. Il cinema, anzitutto, che ha sfornato ben due film nel 2011. Uno è Burlesque, il musical diretto da Steven Antin e interpretato dalle bellissime Christina Aguilera e Cher. Il secondo, meno block-buster, ma di grande interesse, s’intitola Tournée, esce nelle sale il prossimo 16 marzo, ed è del francese Mathieu Almaric, che per questa pellicola si è aggiudicato il premio alla miglior regia a Cannes 2010. Onorificenze importanti, quindi, per un soggetto “leggero” e con un impianto corale femminile, quello di un grup-po di ballerine di burlesque in lotta con lo showbiz.

Dalla settima arte alla televi-sione. SkyUno propone infatti da cir-ca un mese le selezioni per il suo nuovo reality Lady Burlesque. A sfidarsi a col-pi di guanti sfilati, ciglia finte e gonne al ginoc-chio sono donne comuni che ambiscono al titolo di Lady Burlesque. Da metà marzo partirà il programma vero e proprio, un reality show condotto da Giampiero Morelli. Coach di casalin-ghe, studentesse, impiegate, balle-rine, insegnanti sono coreogra-fe, costumiste e truccatrici di burlesque, che giudicheranno e assegneran-no il merito a chi entrerà nell’Acca-demia di Burlesque.

Un desiderio di mettersi in gioco e sprigionare la propria femminilità testimoniato dal crescente numero di scuole dedicate a questa disciplina in tutta Italia. Ma non solo a Roma e Milano. Anche in provincia di Novara c’è una scuola di burlesque. È all’interno della Fabbrica d’arte di Galliate, dove ad attendere le future Dita von Teese c’è Laura Pigozzo, attrice e insegnante di burlesque, ospite nell’ultima stagione di Chiambretti Night proprio nei panni di Pearl La Grand: “Una delle prime regole del burlesque” racconta Laura “è infatti quella d’avere un nome d’ar-te. Chi entra nella sala come artista di burlesque lascia fuori dalla sala il suo mondo e diventa artista. Le donne che partecipano ai miei corsi sono tutte differenti. Spiego loro che non è necessario essere perfette, snelle a tutti i costi, o ave-re esperienze nella danza. Quello che con-ta è ‘sentirsi’ burlesque, avere la volontà di mettersi in discussione, a volte di prendersi in giro, di dimostrare l’atteggiamento giu-sto di chi ti seduce da un palco, mostrando poco o niente, ma riempiendo la scena come una vera diva degli anni ’30. Il burlesque è un’arte femminile teatrale” prosegue Lau-ra “in cui la donna si mette in gioco con il proprio corpo attraverso una pièce. Dalla tradizione inglese, il burlesque è un vero e proprio ramo dell’intratte-nimento teatrale del dopoguerra, che purtroppo ha preso piede in Italia solo con il suo lato di soft striptease. I miei corsi di burlesque sono perfetti per

chi ha voglia di imparare a sedur-re attraverso il gioco e il teatro.

Non esistono taglie giuste, non esistono marito e figlio, esiste

la performer, esistono le luci, esistono i lustrini e i rossetti…

Tutto il resto è burlesque!” Per chi volesse maggiori informazioni La

Fabbrica d’Arte è a Galliate (NO), in via Gambaro 23, e su internet all’indi-

rizzo www.lafabbricadarte.it.

Ultimo “dotto” esempio di come l’at-tenzione verso il burlesque sia in fase

di espansione è la pubblicazione di due volumi italiani sull’argomento. Il primo

raccoglie le più belle foto di burlesque di Cesare Cicardini, si intitola The New

Burlesque ed è stato edito nel 2010 da Rizzoli. La mostra dedicata agli scatti del

fotografo, inaugurata a Milano nel marzo del 2010, il 16 febbraio 2011 ha avuto il suo

vernissage al Teatro Amira De La Rosa di Barranquilla, in Colombia. Il secondo libro è

Burlesque. Quando lo spettacolo diventa se-duzione, della giornalista e scrittrice Lorenza

Fruci, edito da Castelvecchi lo scorso febbraio. Un saggio in cui l’autrice sostiene che di questa

forma d’arte abbiamo bisogno: “Perché il model-lo di femminilità a cui siamo sottoposte è quello

di donne sexy e bellocce che si prendono molto sul serio. Il modello dei mass media, senza fare generalizzazioni e con tutto rispetto. Siamo cresciute, almeno la mia generazione, del ’77, a disagio con i modelli proposti. E invece prendiamo Dirty Martini: diciamocelo, è parecchio “piena”, eppure rappresenta le caratteristiche di tutte le performer del genere: coraggio, ironia, spregiudicatezza.Per quanto esistano ‘correnti’ della bellezza impeccabile, alla Dita von Teese, il burlesque è il manifesto dell’imperfezione. Perché la bel-lezza sta anche lì”.

WELcoME to burLESquE

novara

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figatetesto: marco guerrieri

più attenti e affezionati lettori di NN si saranno già accorti che per Studio Kaboom, editore di questa rivista, le slot car (per intenderci, la vecchia pista Polistil) sono un passatem-po irrinunciabile! Casa Kaboom infatti è monopolizzata dalla presenza di un circuito di 24 metri molto tecnico e

tortuoso, piazzato in salotto… Con il tempo, come per tutti i giochi in cui l’abilità fa la differenza, ecco che il circuito domestico incomincia a stare stretto. Una rapida ricerca su internet e ci rendia-mo conto in un attimo che non solo il Piemonte è una delle regioni d’Italia con il maggior numero di circuiti permanenti, ma che a po-chissimi km dalla redazione ci sono club e piste di grande prestigio: TSR (Trino Slot Racing), ABS (Associazione Borgodalese Slot), Rally Slot Biella e ancora Torino, Beinette, Savigliano, Bruzolo, Malanghe-ro, Cambiano e Aosta con i rispettivi club.Recuperati un paio di contatti da www.italiaslot.it, ci accorgiamo che sta per iniziare un prestigioso campionato “open” Piemomte e Valle d’Aosta, il campionato “OPV” appunto (in cui vengono impiega-ti i telai in nickel del produttore Daniele Ostorero di Torino). La tenta-zione è fortissima e non possiamo resistere: allestiamo una macchi-na, la griffiamo “Nella Nebbia” e via! …Un disastro: alla prima prova 35° posizione su 38 partecipanti! L’emozione e l’ambiente, però, ci conquistano subito: secondo un immediato spirito di vicendevole collaborazione, ci si consiglia mentre si compete, con il piacere di chi sta facendo qualcosa di divertente e appassionante; dismessi i pro-pri panni professionali (semplicemente messi fra parentesi oppure raccontati nella misura in cui si desidera durante la preparazione dei mezzi per le prove o le gare), ci si dà tutti del “tu”, si passano ore pia-

cevoli tra persone di tutte le età unite dalla stessa innocua “malattia” per le slot car.Che cosa sono precisamente le slot car e come funziona una gara?Accanto alla vecchia italianissima Polistil e all’inglese Scalextric, altri produttori europei come le spagnole SCX e Ninco e la tedesca Car-rera portano avanti la ormai cinquantennale tradizione delle piste elettriche. A rendere ancora più appassionante questo hobby sono i numerosissimi strumenti e accessori, come i pulsanti di comando muniti di freno o le centraline e i software per rilevare tempi e sta-tistiche di gara, le tante carrozzerie, le gomme di diverse mescole, proprio come per le vere auto da corsa, le sospensioni, le decora-zioni per rendere più realistiche le piste… insomma, una miriade di dettagli che rendono possibile riprodurre variabili e scenari del tutto simili a quelli delle corse d’auto a dimensioni “naturali”. Esistono poi molte ditte come Ostorero, Slot.it, Racer, NSR, BRM, MBSlot, PRS che, pur non avendo in catalogo piste elettriche, costruiscono modelli compatibili e in grado di fornire grandi prestazioni in campo agoni-stico. Una spallata secca all’isolamento di una console da videogame e ci si proietta a competere con avversari veri, anche simpatici, e per poterli battere ti ci devi davvero impegnare, devi carpirne i segreti, adattarti a circuiti che magari vedi per la prima volta, saper mettere a punto la tua macchina per poi poter gareggiare con auto di tutti i tipi, dalle Formula 1 agli Endurance, alle auto storiche, alle moto, ai rally.Come la F.I.A. (Federazione Internazionale Automobilismo) per le vere auto da corsa, così l’A.N.S.I. (Associazione Nazionale Slot Ita-liana) è l’ente che coordina le attività agonistiche in Italia, regola-

mentando in modo omogeneo tutti gli aspetti sia tecnici sia sportivi delle varie categorie. Le gare si svolgono in batterie (non potendo correre tutti contemporaneamente, trattandosi prevalentemente di piste a quattro corsie) da 5 o 4 minuti l’una per ciascuna corsia, in modo tale che tutti i piloti si confrontino ad armi pari: la somma della strada percorsa costruisce la classifica finale.Tornando alla nostra esperienza diretta, abbiamo deciso di iscriverci al Trino Slot Racing e all’Associazione Borgodalese Slot e di parte-cipare, oltre al campionato OPV, anche al campionato A.N.S.I. GT e Classic. L’aspetto che più di tutti ci colpisce è che i più esperti, come l’incontenibile Carlo Barbano, ci raccontano un’unica grande storia: l’amicizia e la passione che li lega da più di trent’anni a questo… sport! Ecco, vedere uscire dai cassetti impolverate foto di fine anni Settanta che ritraggono giovani appassionati mentre progettano e costruiscono la pista su cui ti stai allenando… guardare meglio le facce e riconoscerli tutti… e poi domandarti: e come faccio io a bat-terli, che sono arrivato da un mese??? Facile: mettendoci la stessa passione, una buona dose di metodo, pazienza e tenacia e la voglia di gareggiare che ci ha spinti a cercare questo mondo e tuffarci a capofitto!Per chi volesse avvicinarsi a questa meravigliosa dimensione ludi-co-sportiva, il consiglio è di venire in pista a dare un’occhiata: TSR è aperta tutti i martedì e i venerdì dalle 21.00, e per iscriversi si può contattare il 340 2109150, mentre per un contatto preliminare, otti-ma una navigata su www.italiaslot.it,

Nel frattempo… speriamo di migliorare le nostre prestazioni!

SLot carHobby o SPort?

SEMPLIcE PaSSatEMPo

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PaSSIoNE cHE cI SI Porta

dIEtro PEr SEMPrE!

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16vercelli

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SENTI BIELLA COME SUONA

enti B9, e subito ti viene da rispondere, a seconda dell’umore del momento, acqua, colpito, oppure af-fondato.Lasciando da parte la “battaglia navale” e le nu-merose ore passate a giocarci, (reminiscenza degli anni del liceo di chi scrive), in questo caso

è maggiormente opportuno svolgere la rappresentazione gra-fica e scoprire che dietro la sigla si celano le prime lettere di tre città (Biella, Novara e Vercelli) accomunate per l’occasione da un interessante progetto di promozione della creatività giovanile e, in particolare, votato a dare ai giovani musicisti delle tre città una occasione reale per crescere artisticamente.A Biella il progetto ha chiuso la sua prima fase alla metà di gennaio: 10 giovani band sono state selezionate e hanno iniziato un percorso di formazione musicale; segnarsi i loro nomi oggi, potrebbe forse servire a pronunciare un domani la fatidica frase “Ho incontrato una stel-la”? Noi li citiamo e, un po’ ci crediamo: I lacci, Folhas, Entropia, Double Soul, Kelevra, #Y, Cookies Trio, MJM, Fermat Last Theorem, Pagliaccio1.Occorre però fare un po’ d’ordine e un piccolo passo indietro; per far-ci raccontare meglio che cosa è “progettob9”, dotato del significativo sottotitolo “Giovani Energie in Comune”, abbiamo interpellato Rober-to Pella che oltre a fare l’Assessore alle Politiche Giovanili e Sport del Comune di Biella, quindi uno dei promotori dell’iniziativa, è anche Delegato Nazionale ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) alle Politiche Giovanili.Come funziona il progetto e qual è il suo obiettivo?“Progettob9 è partito a novembre dello scorso anno e durerà per tutto il 2011; abbiamo pubblicato un bando rivolto a band musicali registrate presso gli “archivi giovani artisti” delle Città partner e ad appassionati di musica a seguito del quale sono state selezionate complessivamente 18 band attraverso un concorso on-line ed esibizioni live. La selezione prevedeva alcuni requisiti per poter partecipare: l’età dei componenti del gruppo doveva essere inferiore a 35 anni, la residenza prevalente dei membri doveva essere in uno dei tre comuni partner e, infine, la band doveva proporre un repertorio di brani inediti.A Biella, per le 10 band, che sono state selezionate dopo un’esibizione dal vivo, da esperti, musicisti, tecnici e operatori del mondo della musica, il “premio” consisteva nell’entrare a fare parte della seconda fase del pro-getto, che è quella attualmente in corso e che durerà fino a maggio: 20 in-contri della durata di 2 ore ciascuno dedicati alla formazione, un periodo di band trainig artistico/professionale con musicisti e tecnici più esperti, per approfondire le loro conoscenze musicali e fornire un supporto che accompagnasse e migliorasse la qualità delle loro abilità artistiche. Insie-me a questo, quattro workshop, aperti a tutti gli interessati che vedranno la partecipazione di artisti, musicisti, discografici, VJ, produttori.L’obiettivo di Progettob9, infatti, è proprio questo: promuovere la cre-scita e lo sviluppo di conoscenze e competenze dei singoli musicisti e dei gruppi musicali, aumentare la loro capacità di auto-imprenditività in campo artistico e, infine, promuovere la realtà musicale inedita locale, e andare a farlo al di fuori dei confini dei singoli territori coinvolti. Ma questa è la fase tre…”La domanda viene da sé a questo punto: come si concluderà, nelle previsioni, il progetto? Quale sarà la fase tre?“Fermo restando che durerà fino a dicembre 2011, la prossima estate verrà attivata la fase di circuitazione e promozione delle band che sa-ranno protagoniste dei principali eventi delle città partner del progetto. Gli eventi dal vivo, una vera e propria vetrina itinerante, offriranno spazi di espressione di grande interesse, agevolando la fruizione della musica live tra i giovani e la costruzione di scambi e interazioni artistiche ed umane tra i partecipanti. Alle migliori band verrà quindi offerta la pos-sibilità di registrare un cd, seguito da una campagna promozionale per-sonalizzata e realizzazione di un videoclip. Inoltre, nella città di Vercelli,

saranno realizzate una sala prova musicale, una sala di registrazione ed una sala polifunzionale”.Per citare un famoso film il progetto è “Full monty - servizio completo”…“Si, è un percorso che mira a dare una forte componente di competenze sui diversi aspetti della vita artistica di una band: focalizzarsi su un obiet-tivo chiaro, migliorare la produzione delle proprie idee artistiche, non perdere mai di vista la qualità del prodotto, considerare e conoscere gli aspetti tecnici dalle prove all’esibizione live, e, fondamentale, occhio alla promozione, anche attraverso tutte le tecnologie oggi a disposizione. A questo proposito sono previsti, infatti, un percorso in ambito video (videoclip musicale) e un corso per web-master perché i musicisti siano in grado di attivarsi nella produzione e promozione della propria musica e della propria immagine”.Di quel che c’è non manca davvero nulla, ma che ci fa a Biella un progetto così articolato?“Per noi Progettob9 è uno dei punti forti di un investimento sui giovani che sentiamo non solo il dovere di fare ma riteniamo essere una priorità: a Biella c’è un “patrimonio” composto dai quasi 7.000 giovani tra i 14 e i 30 anni che risiedono in città, un numero che cresce se si considerano anche quelli che per motivo di studio o lavoro gravitano sul capoluogo della provincia. Sono il nostro futuro ed in quest’ottica il mio Assesso-rato ha predisposto una serie di servizi rivolti alle politiche informative e di orientamento sulle tematiche di interesse giovanile, iniziative che coinvolgono artisti, progetti su mobilità giovanile, volontariato, impren-ditoria, animazione e aggregazione. Per venire al tema del progetto, la musica, gli iscritti all’Archivio Giovani Artisti di Biella sono 185, di cui 50 musicisti; di più, sono presenti su tutto il territorio numerosi gruppi mu-sicali, in gran parte giovanili: sono 81 quelli registrati presso l’Archivio, con circa 350 componenti. Si tratta, evidentemente, di un mondo in continua evoluzione, con aspettative legate alla formazione, all’espres-sione e alla produzione e per i quali sono necessari interventi formativi, di promozione e valorizzazione, coordinati con le realtà musicali locali. Ecco, quindi, che abbiamo elaborato, incontrando subito sintonia con le altre due città partner, il progettob9”.Sicuramente c’è un gruppo di lavoro insieme al quale il Comune di Biella ha reso possibile l’iniziativa…“Infatti, il progetto forma anche una rete di partner che, tra Enti pub-blici e associazioni di promozione sociale, costituisce una realtà mol-to efficace e qualificata per un risultato così ambizioso, capace per la sua validità di vedere tra le istituzioni promotrici il Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Le realtà locali coinvolte sono l’Associazione di Promozione Sociale La Fonderia Musicale e l’Associazione di Promo-zione Sociale Opificiodellarte per quanto riguarda Biella, l’Associazione Culturale CasaNoego e Nemesis Pictures per Vercelli e a Novara l’Asso-ciazione Culturale Quelli che la notte”.

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biellamusicafoto: marzio paladino

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Corrado vi fa dormire beneLa qualità del sonno è essenziale per la salute e il benessere di ognuno, sia per quanto riguarda il corpo che la mente. Da un buon sonno, infatti, derivano l’energia, la vitalità e il buon umore necessari alle comuni attività quotidiane.Per questo, da oltre cinquant’anni, siamo impegnati nella continua ricerca di materiali innovativi e all’avanguardia, per proporre prodotti originali e completamente atossici.Così a voi non resterà che abbandonarvi a un meritato sonno ristoratore e a noi di augurarvi: buon riposo.

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Scegliere Corrado significa scegliere materiali rigorosamente testati e sicuri, con la garanzia di totale assenza si esalazioni tossiche.L’alta qualità dei nostri prodotti è certificata secondo le normative europee REACH.La certificazione Oeko-Tex Standard 100 Classe I è una certificazione per la qualità nel campo dell’ecologia tessile. Garantisce la totale atossicità dei materiali impiegati, fino al punto che possono stare a contatto con la bocca di un bambino al di sotto dei due anni.La certificazione HYG-CEN è una certificazione medicale che riconosce l’idoneità dei materiali al contatto diretto con la cellula umana a seguito di esami di citotossicità e dopo la valutazione biologica di prodotti medicinali.

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foto: fulvio borro

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émécék] margine, racconto, immagine sono rispettivamente titolo e sottotitolo della performance ispirata all’opera del fo-tografo biellese, di origine venete, Giancar-lo Terreo che andrà in scena in occasione di Memorandum – Festival di Fotografia Sto-

rica sabato 12 marzo, anteprima in Biella, presso Sala Seminari di Città Studi alle ore 18.00 (replica alle ore 21.00) e il giorno seguente, domenica 13 marzo, alle ore 17.00 presso il Museo di Scienze Naturali di Torino.L’Archivio Giancarlo Terreo è recentemente entrato a far parte del pa-trimonio fotografico della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e due selezioni di immagini, dai rispettivi titoli di “L’Italia di Giancarlo Terreo” e “I Balcani di Giancarlo Terreo”, compongono due delle venti-due mostre del Festival che resteranno visibili al pubblico, fino al 27 marzo, l’una presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, l’altra presso lo Spazio Cultura della Fondazione CRB a Biella.«Non ci sono né santi né fanti, in questa storia – dicono gli ideatori del-lo spettacolo – ma qualora ne avessimo incontrati, avremmo lasciato stare entrambi»; [Némécék] è un “oggetto artistico non identificato” che racconta di emozioni suscitate anni dopo gli scatti, ipotesi arti-giane sul “gabinetto dello stampatore”, visioni laterali e manipolazioni rispettose per tracciare non tanto una biografia anagrafica dell’autore quanto un percorso alla scoperta di un tesoro ignoto perché tutte le grandi avventure hanno in qualche modo a che vedere con la sco-perta di un tesoro; in questo caso, però, il tesoro si trova all’inizio del viaggio e non ne determina quindi la conclusione.«Al momento della sua scomparsa, nel 2006, - si legge nelle note di regia - il fotografo e stampatore Giancarlo Terreo lascia migliaia di immagini in bianco e nero scattate e stampate di suo pugno, custo-dite con perizia e con la coscienza che in quella storia fotografica dell’Europa degli ultimi cinquant’anni vi è la traccia di un’umanità co-mune, sofferente e fiera del proprio essere un tutt’uno con la terra. Al centro di ogni fotografia - e indipendentemente dal suo soggetto - c’è il carattere perduto, irrimediabilmente, dell’appartenenza dell’uomo alla terra: l’umanità impressa è al margine, condizione passiva, per-ché propriamente si viene emarginati, non ci si emargina da sé, ed al fotografo non resta altro che dire quel margine, con tutta la forza espressiva che ha in corpo, compiendo, in fin dei conti, un atto di resi-stenza alla dimenticanza, inutile, perché quel carattere è perduto, ma assolutamente necessario. Come il gesto di Erno Nemecsek, il soldato semplice della via Paal, che si getta nella mischia nonostante la pol-monite, perché quella è la sua parte, ed è ciò che si deve fare».Le fotografie di Terreo sono dense dei Nemecsek di tutto il mon-do, siano essi bambini o adulti, donne o uomini, persino animali,quelle immagini odorano della libertà sporca degli ultimi del mondo,

contrapposta a quella patinata di chi sta avanti. Una libertà né invo-cata né cercata, semplicemente riconosciuta, tra i propri simili, come una lingua universale che consente al fotografo, nato a Musile di Piave nel 1938, di stare tra i contadini di ogni parte del mondo, tra i manife-stanti per protesta come tra i pellegrini. Un fotografo schierato, Terreo, senza bisogno di scegliersi una parte, perché è la sua che lo rende permeabile al mondo che vede e, quindi, racconta.Un artigiano prima che un artista, un fotografo decisamente coscien-te delle tecniche di stampa per plasmare la luce. Un “esposimetro vi-vente”, come lo ricordano alcuni, affettuosamente, perché di quella totale capacità di leggere la luce, ha fatto il suo “tocco d’artista”.«Giancarlo Terreo – dichiarano gli autori - lo abbiamo imparato a co-noscere guardando il suo vasto archivio, soffermandoci sui soggetti in primo piano, sulla composizione delle scene scaturite dallo sguardo sorprendente e da una empatia non comune con i “suoi” soggetti pre-feriti. Poi, a poco a poco, siamo stati rapiti sempre più, e resi silenziosi, dalla carica emotiva, dalle geometrie senza sbavature, dalla compat-tezza del disegno mentale che, ne siamo certi, Terreo ha perseguito in piena consapevolezza durante tutto il suo lavoro».[Némécèk] nasce per tenere insieme questi due aspetti, dove il movi-mento dall’interno all’esterno è costante e la scelta di essere arcaico, nel senso di occuparsi del principio, del cominciamento è affermativa; qualcosa che sta a mezza strada tra la colonna sonora e lo spettacolo: perché le immagini di Terreo stanno al centro e attirano - come ma-gneti - musica, racconto e poesia, in un amalgama in cui l’ispirazione creativa e emotiva insieme si colloca al principio delle cose, siano esse fatte di carta e luce o di suono e aria.[Némécèk] è ideato e diretto da Marco Cassisa e Luca Biasetti, le immagini e la loro cura dipendono da Damiano Andreotti e da Marco Giarraca; prevede la collaborazione di Lorenzo Guglielmo (voce recitante), Davide Fontana (violoncello), Tommaso Espo-sito (piano elettrico) ed è prodotto da Associazione Stilelibero in collaborazione con Hacienda Sonora, Musica per la Cultura grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

SCOPRENDO IL TESORO DI

GIANCARLO

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fotografiatesto: marzio paladino

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biella

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seguito del successo ottenuto a partire dallo scorso novembre, le associazioni Mafalda Vo-cidiDONNE, Non Sei sola e Donne Nuove di Biella proseguono nel programma previsto dal progetto “Come Rosa Recisa”, un’iniziativa che comprende la mostra fotografica “This is not a

man” di Damiano Andreotti, la proiezione del documen-tario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo (avvenuta con grande successo di pubblico nei mesi scorsi, alla presenza di uno degli auto-ri) ed un percorso educativo negli istituti superiori biellesi.Il progetto comune, realizzato dall’unione delle tre associazioni, si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare e di informare a proposito del sempre attuale problema della condizione femminile, dalle pari op-portunità al problema della violenza sulle donne.

Sarà, quindi, nuovamente esposta al pubblico la mostra fotografica “This is Not a Man”, composta da 13 immagini formato 50x70, che, dopo essere state esposte a Palazzo Ferrero al Piazzo, “scendono al piano” per raggiungere il cuore della città.Dall’11 al 27 marzo resteranno visibili nella galleria pedonale di via Italia che ospita anche le vetrine del negozio Benetton. Alle ore 18 di venerdì 11 si svolgerà una piccola iniziativa di inaugurazione in musica per questa nuova esposizione della mostra.Le immagini saranno appese al soffitto, componendo così sia una espo-sizione pubblica che un esperimento di arredo dello spazio urbano.Dal buio della fotografia emerge la figura di una donna che, da sola nello spazio, si trova ad affrontare il ricordo del sopruso, i residui dolorosi e indelebili di un incubo, spesso affrontato a occhi aperti. La sorpresa e la paura vengono raccontate attraverso l’obiettivo di

Damiano Andreotti, la memoria della violenza subita si mostra fisi-camente e simbolicamente con dei segni bianchi, l’impronta di una mano, che appaiono, di volta in volta, sul corpo della donna, in un percorso emotivo e creativo che mostra, attraverso il movimento, tutta la sua forza e la sua brutalità.La raffigurazione, ora simbolica ora fisica, converge in un unico spa-zio fino a diventare un amalgama, dando vita a un corpo mentale depauperato, alterato, preda dell’entropia.Il percorso educativo “Ti do i miei occhi e adesso dimmi come vedi il mondo”, promosso all’interno degli istituti superiori biellesi durante il presente anno scolastico, costituisce, infine, un interes-sante punto di partenza per il dialogo e la comprensione sul ruolo delle donne, ma non solo. Lo scopo di questa operazione è di avere

un luogo dove parlare con gli studenti di rispetto, amore e qualsiasi tematica si sviluppi durante gli incontri. Un’occasione dove i ragazzi più giovani possano imparare, grazie anche alla presenza di esperti ed educatori, a rispettare non solo la donna, nelle sue parità di con-dizioni, ma anche gli altri in generale, per comprendere necessaria-mente quanto l’esclusione e la subordinazione siano atteggiamenti negativi da combattere.La visita guidata alla mostra “This Is Not A Man” costituisce uno dei momenti di approfondimento della tematica proposto dalle asso-ciazioni agli studenti biellesi.L’iniziativa è resa possibile grazie alla sensibilità degli Enti locali biel-lesi, attraverso i loro assessorati alle Pari Opportunità, alla Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Biella e alla Cooperativa Raggio Verde.

THIS IS NOT A MAN

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24 fotografiatesto: marco cassisa e giulia perona

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on tutte le interferenze vengono per nuo-cere: alcune producono effetti benefici come, ad esempio, l’incontro artistico tra esponenti del panorama letterario e mu-sicisti e attori, anche se solo per una sera, ma chissà che non si tratti della prima sera di una serie…

Poi, la seconda interferenza benefica è quella che si genera se si dà il caso che gli scrittori di cui sopra siano nomi noti al pubblico nazionale e i musicisti e attori abbiano le radici ben salde nel loro territorio d’origine, benché un nome se lo siano fatti anche fuori dai confini della provincia.La terza interferenza avviene quando l’incontro di una sera che po-trebbe pure avere un futuro, di cui si scriveva all’inizio, si genera in-torno all’opera di un altro scrittore, magari straniero, magari mito indiscusso della letteratura, capace, di interferenza in interferenza, di scatenare addirittura un cortocircuito, sempre benefico e sor-prendente.In tutto questo, visto che ormai qualcuno deve aver-ci preso gusto, ci si metta pure la cucina e si riassu-ma: tre incontri/interferen-za, tre sabati sera di marzo, tre cene a tema; il risultato si chiama, guarda tu il caso, “Festival Interferenze 2011” che si svolgerà il 5, 12 e 19 marzo al NumeroSette di Occhieppo Inferiore.E giusto perché la metafo-ra ci ha convinti, tocca dire che l’esperimento è dovuto all’interferenza organizza-tiva di tre realtà impren-ditoriali giovani del Biellese che, nonostante tutto, tentano la via della proposta culturale di qualità e che rispondono al nome delle società cooperative “Il Mercato dei Sogni” e “Ideazione” (quest’ulti-ma per quanto riguarda la gestione della libreria Punto Einaudi di Biella) e di “La Fonderia Musicale s.a.s.”.Il programma, dunque, che si apre sabato 5 marzo con una cena alle ore 20, a base di piatti tipici della cucina statunitense, niente di più adatto a condurre il pubblico all’incontro delle ore 22 intitola-to American Psycho (Rock) in omaggio allo scrittore statunitense Bret Easton Ellis: sul palco il suo traduttore per il pubblico italiano, lo scrittore torinese Giuseppe Culicchia il quale, dopo una breve intervista della giornalista Paola Guabello (La Stampa), leggerà passi tratti da American Psycho, Lunar Park e Imperial Bedro-oms. Il reading sarà accompagnato dalla musica di Alex Gariazzo, cantante, chitarrista e membro della Treves Blues Band: rock ame-ricano e interazioni con le letture, in uno spettacolo pensato insie-me dai due artisti per restituire con parole e musica l’atmosfera dei romanzi di Ellis.Sabato 12 marzo, il copione si ripete (quasi) uguale nella forma ma diversissimo nella sostanza: la cena delle ore 20 vedrà giganteg-giare un must della cucina piemontese, la bagna cauda, accompa-gnata da verdure fresche di stagione e buon vino rosso Barbera. La sapida pietanza, in effetti, ricrea lo spirito conviviale e concreto che spesso si respira nelle pagine del secondo grande autore al centro del reading delle ore 22: titoli entrati ormai di diritto nel-

la storia della letteratura americana come Aspetta primavera, Bandini, La strada per Los Angeles, Chiedi alla polvere e Sogni di Bunker Hill, i quattro romanzi di John Fante sono stati riuniti di recente in un unico tomo, Le storie di Arturo Bandini, titolo preso a prestito anche da questa seconda serata del Festival In-terferenze. Allo scrittore amato da Bukowski e alla figura del suo alter-ego è dedicata la conferenza di Emanuele Trevi, curatore del volume e delle opere di Fante pubblicate per Einaudi Stile libero. Critico letterario e traduttore, autore di saggi e romanzi, Trevi pre-senterà meglio al pubblico uno dei personaggi più controversi e affascinanti della letteratura americana del Novecento, sognatore e antieroe per eccellenza, l’eterno aspirante scrittore Arturo Bandi-ni. Ad accompagnarlo, il reading di Riccardo Ruggeri, e la musica degli Helene’s Mates, al loro primo album con It’s easy to beat Helene’s Mates: chitarra, piano e voce per raccontare John Fante e il suo corrispettivo letterario, per narrare gli Stati Uniti, il sogno americano e le sue contraddizioni.

Il terzo, e conclusivo, ap-puntamento in cartellone ci porta a sabato 19 marzo per una serata che sarà aperta, alle ore 20 dalla cena la cui portata principale sarà un sontuoso asado argentino, la grigliata tipica del paese sudamericano che esprime, a tavola, lo spirito “caliente” di un popolo a noi davvero vicino, e dove già il titolo del reading che seguirà alle ore 22 ci regala una ulteriore interferenza, effetto al quale ci siamo ormai piacevolmen-te abituati: Sei fuori posto,perché sei sono gli autori del

libro al centro del programma e perché, forse, è così che si sentono i protagonisti dei loro racconti; fuori posto.Roberto Saviano, Carlo Lucarelli, Valeria Parrella, Piero Co-laprico, Wu Ming e Simona Vinci nella raccolta Sei fuori posto – Storie italiane, recentemente edita da Einaudi, raccontano il nostro tempo e il nostro Paese e compongono un’antologia che guarda dritto in faccia l’Italia di ieri e di oggi. A interpretare le loro narrazioni per il Festival Interferenze saranno gli attori di A.R.S. Teatrando, in un reading che darà voce ai personaggi di queste storie, precari in un contesto che sembra non appartenergli più. Il concerto dei Radiorock concluderà la serata: suoni vintage, pop e rock, in un repertorio di musica italiana pensato per farsi ascoltare, per farci divertire e per farci ballare.Se arrivati a questo punto la curiosità si sarà già trasformata in qualche cosa di puù, compreso il bisogno di avere informazioni pratiche, segnaliamo come tutti gli eventi sono a ingresso libero e gratuito, mentre le cene (per le quali è obbligatoria la prenotazio-ne chiamando il numero 340 5868260 o inviando una mail all’in-dirizzo [email protected]) avranno il costo, per gli adulti, di 20 euro, per i bambini (età inferiore a 10 anni) di 12,50 euro, bevande escluse.Il Festival Interferenze 2011 è realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, del Comune di Occhieppo Inferiore e del’Associazione “Genitori Insieme”.

FESTIVAL

INTERFERENZE, SCOSSE D’AUTORE

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biellaletteraturatesto: marzio paladino

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uando si parla di cinema italiano spesso si ricorre ad una sorta di “muro del pianto”: pochi i soldi, pochissime le idee, il sempre più tardivo ricambio generazionale, la poca internazionalità dei lavori in circolazione. Tutto vero, per carità. Se però si ha voglia di spostare le ceneri della nostrana setti-

ma arte si può scorgere una piccola brace, non soffocata, che brama semplicemente un poco di ossigeno per diventare fiamma e forse anche fuoco. L’associazione “La pecora elettrica” ha deciso di soffiare su queste braci per provare ad appiccare un po’ di incendi. A partire da metà marzo al cinema Verdi di Candelo organizza la ras-segna cinematografica “Ad ogni costo”, composta da tre film, che si propone di esplorare il cinema italiano degli ultimi anni. I titoli scelti sono piccoli gioielli che sono passati pochissimo nelle sale o non hanno ancora trovato distribuzione.L’inizio della rassegna è fissato per il 23 Marzo con la proiezione di Pietro di Daniele Gaglianone. Classe 1966, Gaglianone debutta al cinema nel 2000 con I nostri annisuccessivamente gira Nemmeno il destino che vince il Festival di Rot-terdam nel 2005. Nel 2009 viene premiato con il David di Donatello per il documentario Rata nece biti! (la guerra non ci sarà) imponente lavoro, oltre 3 ore di durata, sulla Guerra civile in Bosnia, accolto con clamore anche al Torino Film Festival che, sotto la direzione di Nanni Moretti, gli assegna il premio per il miglior documentario.Nel novembre dello stesso anno il regista torinese gira Pietro, in soli 12 giorni, che debutta sugli schermi l’anno seguente al festival di Locarno. Scrive il regista nelle note del film: “Rabbia, tenerezza, fra-gilità, violenza. Sono le quattro parole che emergono quando penso

a Pietro, un film nato da diverse congiunture e suggestioni, alcune molto personali. Era un momento difficile, non stavo facendo nulla; e mi dicevano che dovevo essere meno radicale nelle scelte delle storie da raccontare. Così, per risposta, ho scritto l’abbozzo di Pietro: un film duro che nasce da una situazione dura, da persone che co-nosco, fragili, invisibili, che questa società non vuole vedere. Ma che possono diventare bombe a orologeria, pronte ad esplodere”.Il 27 Aprile la rassegna propone L’uomo Fiammifero di Marco Chiari-ni: al suo primo lavoro lungo, Chiarini ci racconta il passaggio dall’in-fanzia all’adolescenza con una favola che si svolge in quella estate ideale dove ognuno di noi ha riposto i giochi ed ha iniziato a scopri-re la malinconia.Il destino de L’uomo fiammifero e di Pietro si incrociano lungo la via

della auto-produzione: se Gaglianone chiama vicino a sé una serie di amici e collaboratori di lunga data per dar corpo ad un progetto “del tutto indipendente”, Chiarini realizza un libretto con le illustrazioni e la storia del film e, vendendone 3000 copie, si assicura un piccolis-simo budget da cui partire, con l’aiuto fondamentale del cineforum di Teramo, per un’avventura che durerà più di tre anni, tra riprese e produzione.La chiusura della rassegna è affidata a Maledimiele di Marco Pozzi in proiezione il 25 Maggio. Il film va a scandagliare i pericolosi vor-tici mentali distorti da una malattia come l’anoressia. Pozzi, in una recente intervista, ha detto: “Nella società del cosiddetto benessere diffuso, c’è qualcuno che nel cuore dell’occidente s’innesca come se fosse un kamikaze e si fa implodere, facendo esplodere i contrasti e il malessere della società stessa[...] il problema centrale penso sia nella vera bellezza, ovvero dobbiamo provare a ricostruire un mondo in cui ci sia spazio per la bellezza e non per delle repliche di bellezza, un mondo di replicanti tutti conformati”Anche Maledimiele ha una storia produttiva difficile, non ancora conclusa, in attesa com’è di una distribuzione che renda accessibile la fruizione della pellicola al grande pubblico.Le serate si svolgeranno tutte presso il Cinema Verdi in via M. Pozzo 2 a Candelo (Bi) e avranno inizio alle 21.30, con biglietto d’ingresso fissato a 5 €. Ogni pellicola verrà accompagnata in sala dai suoi registi, dai produttori ed attori. Dopo la proiezione ci sarà l’occasione di parlare direttamente con chi il cinema lo fa e lo produce, molto spesso di tasca e di braccia proprie; un cinema sicuramente d’impronta autorale ma godibile e lontanissimo dal far trasparire la limitatezza dei propri mezzi. Un ci-nema che vuole parlare ad il suo pubblico. Ad ogni costo.

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Pietro di Daniele Gaglianone

AD OGNI COSTO,

RASSEGNA DI CINEMA PURO

Maledimiele di Marco Pozzi

L’uomo fiammifero di Marco Chiarini

cinematesto: marco cassisa

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biella

anno è quello giusto, ma an-cora di più è giusto il mese. Marzo 2011 concentra e rap-presenta simbolicamente le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’I-

talia; il 17 marzo, infatti, sarà la data della Festa Nazionale, la ricorrenza di quel 17 marzo 1861 in cui nacque il Regno d’Italia e in cui, lo stesso giorno, il Parlamento proclamò Vittorio Emanuele II di Savoia primo re d’Italia.Ci sono spigolature della Storia che in questa occa-sione escono dal cono d’ombra delle memorie sco-lastiche e divengono racconti vivi, con cui costruire anche ambiti di memoria più viva. Fatti piccoli, for-se marginali, che però sono capaci di uscire dal loro ambito locale e, appunto, di curiosità buone per az-zeccare una risposta a qualche quiz televisivo, per meritare di essere un mattoncino alla base di questo lungo e importante anno di celebrazione e riflessione sulla nostra Storia nazionale.Biella porta in dote, ad esempio, due spunti non banali, legati a un colore, il rosso.Rosse, come tutti sanno, erano le camicie dei mille garibaldini al seguito dell’impresa di Garibaldi. Ciò che forse è meno noto ai più, è che la prima fornitura di 200 di quegli indumenti così simbolici e scolpiti nel pantheon degli oggetti che hanno fatto l’Italia, pro-venisse da Biella. Il 18 maggio del 1859 Garibaldi venne a Biella e qui incontrò gli industriali biellesi con i quali iniziò ad avere dei contatti che lo portarono ad acquistare le prime duecento camicie rosse per le sue truppe. Le camicie, in origine, erano state preparate per i macellai del Su-damerica; le tuniche destinate al mercato di Buenos Aires per gli operai dei saladeros, gli stabilimenti di carne salata, dovevano es-sere rosse perché il colore serviva a mimetizzare le macchie di san-gue della macellazione, ma l’intera partita era rimasta invenduta a causa della guerra.Garibaldi le acquistò, si è appurato, alla metà del prezzo in quan-do merce non di prima mano. Non solo: la tradizione tessile del biellese lega anche il suo nome alla produzione delle stoffe grigie che servirono a confezionare le uniformi dei Cacciatori delle Alpi, la brigata di volontari, agli ordini del Garibaldi che combatté una campagna di liberazione nella Lombardia settentrionale, nel corso della seconda guerra di indipendenza e i cui veterani e loro uffi-ciali, nel 1860 avrebbero fornito il nerbo delle camicie rosse alla spedizione dei mille.Nell’ambito delle celebrazioni per il 150° nel biellese verranno prodotti alcuni esemplari della camicia rossa di Garibaldi che sarà esattamente identica per tessuto, trama e ordito alla originale; un esemplare sarà donato al Presidente della Repubblica Giorgio Na-politano.Rosso è anche il colore del vino Lessona, una delle produzioni eno-logiche di spicco di questa parte di Piemonte; non a tutti salta in mente come prima cosa come l’Unità d’Italia si possa raccontare anche attraverso il vino e così è opportuno ricordare la particolare vocazione di alcuni grandi protagonisti di quegli anni per il nettare di Bacco.

Se Marsala, la città così come il vino, forma un tutt’uno con Gari-baldi e se il Barolo prodotto e amato da Camillo Cavour mescola storia e territorio in un connubio noto e apprezzato in tutto il mon-do, è allo stesso modo importante citare il brindisi speciale che si tenne il 18 ottobre del 1870, quando il primo ministro delle finanze Quintino Sella offrì al primo governo italiano, al posto del tradizio-nale champagne, per nulla adatto a una ricorrenza italianissima, il nebbiolo che la sua famiglia produceva nel territorio di Lessona nelle Prealpi biellesi.Da allora il Lessona si è guadagnato, e meritato, osiamo dire con una punta di orgoglio locale e una dose più ampia di amore per il “bere bene”, l’appellativo di “Vino d’Italia” e le cantine Sella, ancora oggi in attività dal 1671, hanno ideato una etichetta commemora-tiva dell’anno 1861 presentata in occasione dei festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia. Si intitola, infine, “Biellesi tessitori di Unità” il programma delle ce-lebrazioni per questo importantissimo anniversario che il Comune di Biella sta promuovendo e che continua a proporre lungo tutta la durata del 2011, mostre, conferenze, eventi pubblici di appro-fondimento e riflessione sul significato sociale, storico e artistico della ricorrenza.A tal proposito il 18 marzo presso il Museo del Territorio Biellese verà inaugurata la mostra documentale “150 anni di storia d’Italia attraverso la Croce Rossa Italiana: una tradizione di servizio uma-nitario senza frontiere”, che sarà visibile gratuitamente fino al 10 aprile; l’iniziativa, promossa in collaborazione con la C.R. I. Biella, ricorda come l’insieme degli eventi e dei cambiamenti politici, so-ciologici e culturali generati dall’illuminismo determinarono, fra l’altro, l’unificazione italiana e l’istituzione della Croce Rossa: due avvenimenti quasi contemporanei fondamentali per la storia del nostro Paese. Attraverso le testimonianze dei numerosi volontari e l’iconografia dell’epoca, la mostra ripercorre le attività ed il progre-dire della Croce Rossa fino ai giorni nostri per poter comprendere come la storia d’Italia non sia soltanto una serie di conseguenze politiche ed economiche, ma anche il risultato dell’agire collettivo di un popolo e dello slancio di umana solidarietà che lo anima.

L’

I FRAMMENTI CHE RACCONTANO

L’UNITA’ D’ITALIA

uando si parla di cinema italiano spesso si ricorre ad una sorta di “muro del pianto”: pochi i soldi, pochissime le idee, il sempre più tardivo ricambio generazionale, la poca internazionalità dei lavori in circolazione. Tutto vero, per carità. Se però si ha voglia di spostare le ceneri della nostrana setti-

ma arte si può scorgere una piccola brace, non soffocata, che brama semplicemente un poco di ossigeno per diventare fiamma e forse anche fuoco. L’associazione “La pecora elettrica” ha deciso di soffiare su queste braci per provare ad appiccare un po’ di incendi. A partire da metà marzo al cinema Verdi di Candelo organizza la ras-segna cinematografica “Ad ogni costo”, composta da tre film, che si propone di esplorare il cinema italiano degli ultimi anni. I titoli scelti sono piccoli gioielli che sono passati pochissimo nelle sale o non hanno ancora trovato distribuzione.L’inizio della rassegna è fissato per il 23 Marzo con la proiezione di Pietro di Daniele Gaglianone. Classe 1966, Gaglianone debutta al cinema nel 2000 con I nostri annisuccessivamente gira Nemmeno il destino che vince il Festival di Rot-terdam nel 2005. Nel 2009 viene premiato con il David di Donatello per il documentario Rata nece biti! (la guerra non ci sarà) imponente lavoro, oltre 3 ore di durata, sulla Guerra civile in Bosnia, accolto con clamore anche al Torino Film Festival che, sotto la direzione di Nanni Moretti, gli assegna il premio per il miglior documentario.Nel novembre dello stesso anno il regista torinese gira Pietro, in soli 12 giorni, che debutta sugli schermi l’anno seguente al festival di Locarno. Scrive il regista nelle note del film: “Rabbia, tenerezza, fra-gilità, violenza. Sono le quattro parole che emergono quando penso

a Pietro, un film nato da diverse congiunture e suggestioni, alcune molto personali. Era un momento difficile, non stavo facendo nulla; e mi dicevano che dovevo essere meno radicale nelle scelte delle storie da raccontare. Così, per risposta, ho scritto l’abbozzo di Pietro: un film duro che nasce da una situazione dura, da persone che co-nosco, fragili, invisibili, che questa società non vuole vedere. Ma che possono diventare bombe a orologeria, pronte ad esplodere”.Il 27 Aprile la rassegna propone L’uomo Fiammifero di Marco Chiari-ni: al suo primo lavoro lungo, Chiarini ci racconta il passaggio dall’in-fanzia all’adolescenza con una favola che si svolge in quella estate ideale dove ognuno di noi ha riposto i giochi ed ha iniziato a scopri-re la malinconia.Il destino de L’uomo fiammifero e di Pietro si incrociano lungo la via

della auto-produzione: se Gaglianone chiama vicino a sé una serie di amici e collaboratori di lunga data per dar corpo ad un progetto “del tutto indipendente”, Chiarini realizza un libretto con le illustrazioni e la storia del film e, vendendone 3000 copie, si assicura un piccolis-simo budget da cui partire, con l’aiuto fondamentale del cineforum di Teramo, per un’avventura che durerà più di tre anni, tra riprese e produzione.La chiusura della rassegna è affidata a Maledimiele di Marco Pozzi in proiezione il 25 Maggio. Il film va a scandagliare i pericolosi vor-tici mentali distorti da una malattia come l’anoressia. Pozzi, in una recente intervista, ha detto: “Nella società del cosiddetto benessere diffuso, c’è qualcuno che nel cuore dell’occidente s’innesca come se fosse un kamikaze e si fa implodere, facendo esplodere i contrasti e il malessere della società stessa[...] il problema centrale penso sia nella vera bellezza, ovvero dobbiamo provare a ricostruire un mondo in cui ci sia spazio per la bellezza e non per delle repliche di bellezza, un mondo di replicanti tutti conformati”Anche Maledimiele ha una storia produttiva difficile, non ancora conclusa, in attesa com’è di una distribuzione che renda accessibile la fruizione della pellicola al grande pubblico.Le serate si svolgeranno tutte presso il Cinema Verdi in via M. Pozzo 2 a Candelo (Bi) e avranno inizio alle 21.30, con biglietto d’ingresso fissato a 5 €. Ogni pellicola verrà accompagnata in sala dai suoi registi, dai produttori ed attori. Dopo la proiezione ci sarà l’occasione di parlare direttamente con chi il cinema lo fa e lo produce, molto spesso di tasca e di braccia proprie; un cinema sicuramente d’impronta autorale ma godibile e lontanissimo dal far trasparire la limitatezza dei propri mezzi. Un ci-nema che vuole parlare ad il suo pubblico. Ad ogni costo.

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Pietro di Daniele Gaglianone

AD OGNI COSTO,

RASSEGNA DI CINEMA PURO

Maledimiele di Marco Pozzi

L’uomo fiammifero di Marco Chiarini

storiatesto: marco cassisa

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ul sito del locale c’è una citazione da Altai, ro-manzo del colettivo Wu ming che sintetizza bene la filosofia di un posto che ha scelto di chiamarsi Babel: “Molti credono che il Signore disperse le lingue degli uomini per punirli, ma è l’esatto contrario. Egli vide che l’uniformità li

rendeva superbi, dediti a imprese tanto eccessive quanto inutili. Allora si rese conto che l’umanità aveva bisogno di un correttivo e ci fece dono delle differenze”.Cosa fa di questa osteria e birreria, dedita anche alla musica e ai libri, un posto diverso dal panorama biellese è la ricerca di una perso-nalità definita, il tentativo spesso riuscito di essere un luogo dove non solo consumare pasti e birre ma anche dove chi è attento alla qualità, in tutte le accezioni, può serenamente trascorrere il proprio tempo libero.Nel mese di marzo, ad esempio, tre iniziative concentrano l’attenzio-ne sui prodotti offerti, con un occhio sempre creativo e non banale.Il 16 e 17 marzo, in omaggio al 150° dell’Unità d’Italia dal menu di Babel Gusti scaturisce il “risotto tricolore” una libera interpretazione

dei cuochi Luca e Rafaele che hanno scelto di utilizzare e così pro-muovere il Riso Zaccaria, una produzione locale di Carnaroli Dop della Baraggia Biellese e Vercellese, coltivato nella frazione Arro di Salussola, dove i terreni dell’azienda sono coltivati a riso fin dal 1500.Sempre il 17 marzo, dalle ore 20.00, è in programma una festa per ce-lebrare degnamente uno dei partner del locale, il Birrificio Un Terzo di Candelo. Tra le produzioni di questo piccolo birrificio artigianale, la Mater si è aggiudicata un importante premio di livello nazionale.Alla recente fiera “Selezione Birra” di Rimini, l’evento fieristico più im-portante in Italia per i microbirrifici e per la birra artigianale organiz-zato da Unionbirrai, il concorso “Birra dell’Anno 2011” ha registrato 82 birrifici iscritti con 386 birre, superando così i numeri dell’edizone 2010 con un incremento del 46% dei produttori e del 25% delle birre in gara.La Mater si è aggiudicata, il 19 febbraio scorso, il terzo posto nella categoria Birre chiare, alto grado alcolico, di ispirazione belga: un traguardo notevole che merita di essere festeggiato con un brindisi, abbinato in questa occasione, dalla porchetta preparata nelle cucine di Babel.

Infine, sempre in clima di festeggiamenti, il 24 marzo verrà spenta la prima candelina: Babel compie un anno dall’apertura e il program-ma dedicato ad avventori e amici prevede la presentazione di una nuovissima produzione del Birrificio Un Terzo, dal nome fortemente cinematografico, la Duel.Come il film per la TV del 1971 diretto da Steven Spielberg, allora venticinquenne al suo secondo lungometragio, questa birra ambra-ta è il frutto di un duello, non certo tra veicoli ma tra due luppoli: il cascade Americano con nette sensazioni agrumate e il Nelson Sou-vin Neozelandese con decise note fruttate (uva spina e frutta esotica fra tutte). Amore per la birra e per il cinema, dunque, come pare di intuire dall’anticipazione di una ulteriore nuova produzione di Un Terzo che si chiamerà Fitz(carraldo), come il capolavoro del 1982 di-retto da Werner Herzog.La festa di compleanno di Babel sarà anche l’occasione per ascoltare la jam session speciale che vedrà esibirsi l’OpiTrio, progetto musica-le degli insegnanti dell’Opificiodellarte di Biella: Paolo Grappeggia (contrabbasso), Stefano Melis (sax) e Gabriele Ferro (chitarra), per una serata che ha tutte le carte in regola per risultare memorabile.

S

LE BIRRE, I SUONI E I GUSTI DI

BABEL28 sapori

testo: marco cassisa

biella

Page 29: NN #33

uoghi comuni a parte, la civiltà mediterranea ha con il cibo un rapporto intimo e unico al mondo. Intorno all’atto di incorporare un alimento, liqui-do o solido che sia, si manifestano miriadi di ele-menti della socialità e anche la scelta del luogo dove, per esempio, fare colazione è diventata

da tempo materia nella disponibilità di analisti e osservatori delle dinamiche sociali.Ci diamo appuntamento in quell’elegante bar del centro per la co-lazione; oggi è sabato e per ritrovarsi non c’è niente di meglio di un cornetto, un cappuccino e qualche gossip. Il locale è affollato, come spesso accade a quest’ora e soprattutto in questo giorno di pausa e public relation. Gli avventori delle caffetterie sono sempre persone interessanti da osservare, soprattutto in un Paese come il nostro dove la tappa al bar è d’obbligo, prima dell’ingresso in ufficio così come durante il week end.Fare colazione al bar è, in Italia, un rito che coinvolge ogni anno ol-tre 20 milioni di persone; la più recente indagine commissionata da Confesercenti al “Centro Studi Turistici” che ha per titolo “Le abitudi-ni di consumo nei pubblici esercizi” ci racconta come, nel campione intervistato, il rito del primo pasto al bar è una abitudine quotidiana per il 32% degli interpellati, un’attività svolta spesso dal 18%, rara-mente dal 19% e mai dal 31%.Insomma dati che raccontano bene come abbia ancora senso, sve-gliarsi prima degli altri, fare colazione, magari a casa, e poi aprire le serrande del proprio bar per prepararsi all’assalto dei “colazionieri fuori porta”, detti anche clienti.Secondo un’altra ricerca della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), un po’ datata ma significativa (pubblicata nel 2007), i gusti degli italiani al bar indicano come il 53% prediliga il caffé e il 48% il cappuccino; l’82% ordina anche una brioche (il 50% senza ripieno), e questo business generava alla data dell’indagine, un giro di affari di circa 2 miliardi di euro.Da questa ricerca è emerso che il consumatore-tipo al bancone è tra di noi: maschio, residente nel nord-ovest d’Italia, con età compresa tra i 25 e i 44 anni, e sembra che l’elemento trainante di questo rito sia quello di potere socializzare con amici e conoscenti. La formu-la vincente rimane sempre cornetto e cappuccino, anche se c’è un piccola tendenza, sempre crescente, ad accogliere con piacere dolci diversi dal solito cornetto, come ciambelle, krapfen, ma anche del cibo salato,o a prediligere yogurt con frutta fresca e fette biscottate o pane tostato con marmellata.

Durante la settimana i lavoratori sono di sicuro il principale target di un bar del centro nelle prime ore del giorno: li puoi vedere in piedi al bancone, con il giornale e la valigetta sottobraccio, sorseggiano un caffè oppure chiacchierano di affari e attualità; salutano chiamando per nome le cameriere e nel giorno giusto fanno anche gli auguri di

compleanno ai gestori. Sono i clienti fissi che passano tutte le mat-tine della settimana, chiedendo “il solito” a chi hanno davanti, al di là del piano del bancone. Per tutti, loro il punto comune è il tempo dedicato al rito del caffé: non importa alzarsi mezz’ora prima, non pesa iniziare la giornata con minuti d’anticipo, l’appuntamento al bar è irrinunciabile.

Quando il sole ancora invernale appare e la giornata ha inizio, i la-voratori si ritirano nel buio al neon dei loro uffici cedendo il posto ai non-lavoratori: neo-mamme, con bebè al seguito, vagano per il cen-tro cittadino facendo tappa nelle caffetterie dove ormai riconosco-no il personale, il quale è informato sulla crescita del bambino passo a passo; eleganti signore in età da pensione si muovono per le salet-te del bar, luogo di incontro con le amiche, dispensando consigli e giudizi velenosi corredati da un “caro/a” sussurrato, perché l’aplomb non si perde nemmeno davanti a un espresso, ma in modo veemen-te, come a caricare tutto il peso del proprio pensiero sul tono di quel singolo temrine; studenti delle superiori in borghese alla ricerca di un rifugio dopo la bigiata; studenti universitari, cresciuti abbastan-za per rimpiangere forse il brivido delle prime permanenze al bar,

quando era una mezza chimera, “roba da grandi”, ora sono intenti ad accumulare zuccheri prima di darsi allo studio per l’intera giornata.

Durante il weekend tutte queste categorie umane vengono sovvertite e rimescolate: quello che era il rito dei lavoratori e degli studenti, diventa un rito più collettivo per tutti coloro che al lavoro in quei due giorni non vanno. Le tempistiche si allungano, il caf-fè, il cappuccino, il succo di frutta e le brioche si mol-tiplicano sfociando in un qualcosa che può sembrare quasi un brunch all’inglese, per l’ora e la quantità. Le coppie escono di casa apposta per far colazione, i la-voratori settimanali magari non si presentano nean-che, volendo approfittare delle uniche mattinate di riposo, le neo-mamme sono accompagnate dai neo-papà e le anziane signore cambiano probabilmente solo orario e pelliccia. I giovani in età da scuola au-mentano esponenzialmente, le amiche si ritrovano per raccontarsi la settimana e il bar si affolla conside-revolmente. A mezzogiorno meno un quarto qualcu-no chiede ancora una brioche ai cereali.Se la comédie umaine si può sintetizzare in queste poche righe, altrettante parole possono essere spe-se per descrivere quello che compone la colazione “all’italiana”, ciò con cui questo rito comune viene celebrato. Al tavolino siede un gruppo di amiche, età media 26 anni; osserviamo come già in questo singolo mi-crocosmo si mostrino quasi tutte le diverse possibi-

lità di scelta: c’è chi, come Giulia, preferisce la classica accoppiata cappuccino-croissant alla marmellata o cioccolato, a seconda della disponibilità, chi, come Marta, si concede una colazione completa con caffè, cornetto e spremuta (e se ci fosse l’international breakfast non disdegnerebbe uova e pancetta); una variante è quella di Barba-ra, che non ama il caffè e punta quindi sul succo di frutta e brioche; l’atra Giulia prende sempre un croissant vuoto, per gustare al meglio la pasta. Mangiando e chiacchierando, intorno al loro tavolino tutto si muove e i vari cornetti arrivano a destinazione sulla tavola di ogni cliente: vediamo brioche alla ciliegia fluttuare mollemente verso un the aro-matico, fette di sacher coperte da panna montata venire tagliate con furia, paste e biscotti finire immersi in tazze di cioccolata bollente, croissant integrali deposti davanti agli occhi di salutisti affamati, gi-relle all’uvetta srotolate da bambini dispettosi ed un esercito di mini croissant disposto in file sul vassoio più lucente.Con la pancia ben piena ed un sorriso soddisfatto ci si allontana dal bar del centro, si lasciano le vie ciottolate e le strade affollate per rientrare nelle proprie case. Il pranzo è in tavola.

COLAZIONE, IL MONDO TRA TAVOLINI E BANCONE

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biellaeccellenzatesto: marco cassisa e giulia perona

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uello che state per leggere è un concentrato di belle storie, così particolari da destare me-raviglia e da farsi amare e seguire con atten-zione e partecipazione.Nella trama (un termine che si sposa alla perfezione con le materie di cui è fatta que-sta storia, narrazione e tessuto) il protago-nista ha un nome e un cognome, Andrea

Maffeo, e guadagna il suo ruolo principale grazie a quel qualco-sa che distingue, spesso, le comparse da coloro che lasciano un segno forte nell’animo di chi incontrano, nei racconti come nella vita: Andrea compie una scelta, radicale, rara, antica e sorprenden-temente nuova al contempo.Andrea ha 16 anni quando interrompe la scuola e sceglie di fare il pastore nomade nel Biellese, lontano dai riti collettivi dell’ado-lescenza e dai rumori della società, ma sorretto da una famiglia moderna (il padre chirurgo e la madre insegnante) che, insieme a lui, vede nella vita all’aria aperta e nel contatto con gli animali una chiave per capire l’esistenza, una via per diventare uomo.Insofferente alle quattro mura scolastiche e ai relativi modelli edu-cativi, irrequieto, impulsivo ma molto intelligente, Andrea sogna un altro destino per sé ed è l’incontro con le pecore a folgorarlo; animali malleabili, più obbedienti dei caprini. L’alone quasi mistico intorno alla vita di pastorizia crea in Andrea crescente curiosità e i genitori comprendono.

Dopo sofferti confronti famigliari, lasciano a lui la decisione: An-drea abbandona la scuola superiore, vuol fare il pastore.L’occasione ha il volto e la sapienza del pastore Niculìn di Oc-chieppo Superiore che lo prende come garzone offrendogli in cambio vitto e alloggio. È la primavera del 2008; l’allarme interiore che Andrea ha sentito tra le mura scolastiche lo ha spinto con forza in una direzione che parrebbe di fuga, ma che se diversamente indagata si rivela come illuminante e ricca di risonanze filosofiche

e spirituali: il volo di un ragazzo verso l’uomo libero che sogna di diventare.Andrea oggi parla scorrevolmente il dialetto piemontese, bada con sicurezza alle oltre duecento pecore del suo gregge personale; impartisce, obbedito, veloci ordini a Dora e Birba, gli inseparabili cani. È consapevole, entusiasta, propositivo. Andrea sa riconoscere lo stato di salute degli animali, fa partorire le femmine, sa accudire gli agnellini rifiutati dalle madri. Discerne pietà e necessità; non idolatra l’animale: lo considera anche entro un disegno economi-co. Contratta, navigato, prezzi e forniture; compravende i frutti del lavoro in montagna. Si è guadagnato la confidenza del Niculìn. So-prattutto, non ha deluso i suoi famigliari. Ha fiducia in sé stesso: il gregge è stata la scelta giusta.Alla soglia dei 18 anni Andrea lascia per sempre il Niculìn; stacca il suo gregge e si incammina per strada da solo, alla ricerca di una nuova economia.E dai pascoli solitari delle montagne biellesi Andrea vola a Pari-gi per la mostra internazionale dedicata alle razze ovine europee “Wools of Europe” (maggio 2010), portando il frutto del suo lavoro e il suo sogno di autonomia e libertà.Punto cruciale della “economia minima” di Andrea è il desti-no della lana tosata, che trasforma una situazione produttiva da “pericolo” (per gli inesistenti margini di vantaggio economico) a “chance”.La tosa avviene 2 volte all’anno, in primavera e in autunno; le lane si conferiscono a un consorzio che provvede a lavare e filare la lana sucida; la materia prima è quindi trasformata in manufatti tessili densi di tradizione in modo artigianale e in un contesto da “bot-tega neorinascimentale”. Le lavorazioni sono tutte eseguite e con-trollate a Biella, garantendo la piena tracciabilità e il rispetto per l’ambiente. La valorizzazione delle lane autoctone non è quindi solo un lancio di nuovi prodotti tessili sul mercato o un’operazione commerciale, ma un progetto integrato tra tutela ambientale, dife-sa dell’economia montana e rilancio di aree rurali svantaggiate ma dal rimarchevole patrimonio culturale e paesaggistico.Dalle lane delle pecore biellesi di Andrea, con una produzione va-riabile a seconda della quantità disponibile a ogni tosa, vengono realizzati una serie di articoli di arredamento per la casa (plaid, run-ner, copritavola, tende), la cui particolarità è quella di essere tessu-ti in modo completamente artigianale utilizzando telai a navetta lanciata di tipo Galileo risalenti ai primi del Novecento.I colori utilizzati sono completamente naturali, e a richiesta si rea-lizzano decori personalizzati.Sempre a richiesta, possono poi essere prodotti tendaggi nel-la lunghezza desiderata, a partire da una altezza di 150 cm e, da pochi giorni è anche disponibile una nuova linea di capi di abbi-gliamento per uomo e donna, prodotti con le lane rigorosamente provenienti all’allevamento di Andrea Maffeo: tabarri e gilet princi-palmente, realizzati sui disegni antichi frutto della ricerca sugli usi che in passato, nelle nostre valli, venivano fatti della lana di pecora.Questa iniziativa imprenditoriale, i cui ricavi sono tutti direttamen-te consegnati nelle mani del giovane pastore, e servono per man-tenere viva la sua attività, per la cura dei capi, per l’acquisto di nuo-vi, per la sua e loro sussistenza, ha anche un nome, un marchio: “Crusch gacc”, che in dialetto biellese traduce pastore buono, pa-store serio, quello che non lascia mai le pecore, neanche di notte.Questa storia unica e straordinaria, è stata in qualche modo “sco-perta” e portata alla più ampia conoscenza dal regista Emanuele Cecconello, dal fotografo Andrea Taglier e da Claudio Pidello che insieme hanno realizzato un film documentario e un libro fo-tografico, intitolati “Sentire l’aria” il cui successo sta meritoria-mente superando i confini regionali prima e nazionali poi e che, grazie a una storia senza tempo, riesce a restituire a tutti gli spetta-tori nutrienti briciole di speranza e fiducia.

LA FAVOLA BELLA

DEL PASTOR VALENTE

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biellastorietesto: marzio paladinoda www.cruschgacc.it

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arlare di temi è spesso riduttivo e claustrofobico, soprattutto quando si vuole raccontare una mostra di arte contemporanea; in questo caso sarebbe del tutto inappropriato spingersi ad un livello di det-taglio ulteriore rispetto a due macrodimensioni dell’esperienza umana, la morte e il sogno, evocati più che descritti e narrati, dalle opere di Maurizio Dusio esposte in queste settimane presso la Gal-

leria Zaion di Biella.L’origine del percorso che ha condotto alle creazioni cui ci riferiamo è posta nel cuore della produzione di Rainer Maria Rilke, voce lette-raria di lingua tedesca che ha illuminato la fine dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento: i suoi 55 Sonetti a Orfeo, scritti in meno di tre settimane, sono l’espressione di una turbinosa ispirazione intrisa di motivi nietzschiani come l’accettazione consapevole della tota-lità dell’esistenza, senza consolazione alcuna all’ineluttabilità della morte, ma non per questo rassegnata. Leggendo i sonetti, percorsi da una vitalità quasi animale, s’incontrano buio e nubi, ma anche mi-riadi di frutti e alberi che trasmettono il loro respiro e la loro bellezza; Rilke scrive di silenzi, sonno e morte, ma anche di musica e canto, alludendo a scorci rurali densi di energia ed equilibrio al contempo. Orfeo, musicista, poeta e profeta del mito greco, diviene così figura

universale in grado di dialogare con ciascun uomo sui motivi essen-ziali della vita.Dusio ha scelto i Sonetti di Rilke ccome fonte di contenuti e sugge-stioni per compiere un ulteriore passo nel suo percorso artistico: nelle opere che vediamo alla Galleria Zaion, valorizzate dal perfet-to bianco latteo che pervade gli spazi espositivi, mortifero e onirico percorrono spazi e forme, lasciando spazio a tratti somatici, occhi, orecchie, profili, ora incisi, quasi graffiati sulla superficie, ora dise-gnati, scarabocchiati da un pensiero sfuggente prima di eclissarsi nell’oblio. Il colore dominante è il color buio su base neutra. Sfuma-ture. Null’altro.La performance che ha accompagnato i partecipanti all’inaugura-zione della mostra nel mondo dell’artista ha lasciato una traccia tan-gibile sul pavimento della sala espositiva: una cornice monocroma-tica, geometrie triangolari nere che disegnano una sorta di rosone sul suolo bianco, è stata segnata da una pioggia di fuliggine, polvere sottilissima che tende a spandersi all’intorno attraverso le orme dei presenti, ma che soprattutto dona un’efficace tridimensionalità ad una sorta di elaborazione in diretta di un’opera del tutto analoga rispetto ai pezzi esposti alle pareti. La musica di Vittorio Savoini al contrabbasso ha donato un armonioso e al contempo sorprendente accompagnamento per i sonetti di Rilke.

Il progetto ha affascinato e convinto anche un creativo che opera su altra materia: etichette di una edizione limitata di Vini, disegni relativi ai primi ventiquattro sonetti di Rilke, il testo tedesco integrato in ac-querelli e matite in cui fanno capolino, inattesi, toni di colore caldo.Alcuni rosoni/piatti rappresentano marine marcatamente figurative: drammatiche ma in qualche maniera disciplinate da forme fosche e dense; altri, i più grandi, paiono pervasi da uno slancio, da un’energia più inquieta, impulsiva, robusta, che cola colore, traccia ombre che paiono ectoplasmi, profili arborei e antropomorfi. Figure squisita-mente greche richiamano alle origini, come voce dell’arte primigenia, intima, essenziale, che giace al fondo di ogni espressione autentica.

L’ntreccio tra figurativo e astratto è peraltro un leit motiv del percor-so artistico di Dusio: l’art director Zaira Beretta ricorda con piacere la mostra che ha ospitato quattro anni fa, dedicata a rappresentazioni di paesaggi urbani pervasi da nebbie compatte come fumi carichi. Le ricerche successive hanno portato Dusio a valorizzare le risorse espressive che virano verso forme astratte e materiali differenti, come il tradizionale gesso, il marmo di pietre tombali, il forex. Come di consueto accade alla Galleria Zaion, la mostra deborda fuo-ri dallo spazio espositivo dedicato e abita lo studio di Zaira, saletta più interna. Ecco che sulla scrivania appaiono tre inquietanti scultu-re, ancora una volta figlie dell’intersezione tra figurativo e astratto: figure di gesso bianco, con tonache e velo, di foggia e gusto clas-sicheggiante, deturpate da masse scomposte ma compatte, dense, amalgama di resine, fuliggine antracite e schegge di vetro ora tra-sparente ora specchiante, torbidi tumori che nascondono due dei volti . Immagini che interrogano, avvincono lo sguardo come ogni mostruosità, oltre il pudore, e che non riescono a promettere la vit-toria del gesso candido né la conquista definitiva delle masse estra-nee, in una giustapposizione che pare irrisolta e irrisolvibile.Un piccolo quadro non a caso posto al termine dell’esposizione rap-presenta una sorta di sintesi del percorso artistico di Dusio, mesco-lanza di stili e materiali, sperimentazione che lascia finalmente spa-zio al colore, come in una liberatoria apertura verso nuovi sviluppi che con curiosità attendiamo di scoprire.

Maurizio Dusio, An Orpheus, fino a venerdì 19 marzo.Zaion Gallery - Mercoledì-Giovedì-Venerdì dalle 16.30 alle 19.30. Altri giorni su appuntamentoMaurizio Dusio e An Orpheus sono anche su Facebook, con due ac-count dedicati.

32 artetesto: roberta invernizzi

biella

trE uoMINI EuNa MaGIa

da orFEo a MaurIzIo duSIo,

attravErSo IL GraNdE rILkE

P

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... Sono i miei orologi che sto sentendo??- Sì, sono le 8.- Perfetto! Il mio esperimento comincia bene: sono tutti esattamente in ritardo di 25 minuti! Ritorno al futuro, Bob Zemeckis

Uno degli happy ending cinematografici più spiazzanti della storia è quello in cui i due protagonisti di Turné di Gabriele Salvatores decidono di comune accordo di fermarsi. A dispetto “dell’effetto velocità che lascia indietro morti e feriti” decretano una pausa nella loro esistenza e si appoggiano alla vecchia mercedes bianca senza preoccuparsi di cambiare la gomma forata.Questo gesto che in un altro film sarebbe una fastidiosa assenza di finale, qui diventa una liberatoria presa di posizione contro l’onda degli eventi che ci porta a muoverci sempre e comunque senza meta perché l’orrore dell’immobilismo sembra l’unico nemico da sconfiggere.A quanto pare Bill Gates, quando era ancora a capo della Microsoft, si riservava almeno due pause da una settimana ogni anno (nell’azienda tutti le conoscevano come THINK WEEKS), durante le quali si ritirava in isolamento totale in una delle sue tante abitazioni per pensare, leggere le proposte dei suoi collaboratori e decidere consapevolmente quale direzione fare prendere alla sua colossale creatura. Fermarsi a pensare per riordinare le idee e dare un significato alle proprie azioni è diventato un lusso raro anche se dovrebbe essere una condizione indispensabile per pianificare il futuro (che è anche l’unica capacità che distingue l’uomo dagli altri animali...).A giudicare dalla sconsiderata mancanza di direzione con cui si manifesta la società in cui viviamo tutti i giorni si direbbe che le pianificazioni del recente passato non abbiano avuto una sufficiente capacità di preveggenza o, perlomeno che questa non abbia contemplato il coinvolgimento dell’intera comunità.

Vediamo chi prova a prevedere (fabbricare?) il futuro.

Un paio di anni fa la municipalità di Parigi aveva selezionato 10 gruppi di progettazione - fra cui quello italiano di Bernardo Secchi e Paola

Viganò - per provare a prevedere quali sarebbero stati i bisogni della Grand Paris (così viene chiamato l’insieme della città e di tutti i suoi sobborghi) nel XXI secolo e quindi ad individuare delle linee d’azione sotto forma di politiche abitative ma anche di utopie architettoniche. Ne era scaturita una mostra molto coinvolgente e stimolante per gli addetti ai lavori ma vagamente sfuggente per tutti gli altri.

A New York City hanno provato a fermarsi un attimo e a raccogliere le idee per prevedere come sarà la città nel 2030 (anno in cui si prevede abiterà in città 1 milione [!!!] di abitanti in più di oggi). In questi mesi si sta raccogliendo il risultato di un lavoro di sondaggio che va avanti dalla fine del 2006 attraverso i comitati di quartiere, convegni e incontri con la popolazione organizzati dal municipio e dai 5 distretti, oltre alla quantità di lettere giunte al sito istituzionale di tutta l’operazione plaNYC 2030. Una commissione ha trasformato tutti questi dati in linee guida e ora i desideri si stanno trasformando in cantieri e siti internet su cui si può verificare cosa si sta facendo ed imparare come comportarsi per realizzarlo. Perché la soluzione non è compito solo dell’amministrazione alla quale si delegano le opere più grandi, ma soprattutto dei cittadini stessi che, con il loro comportamento (moltiplicato per 8 milioni!!!) cambiano la storia della loro città.Mentre le grandi opere si occupano di svecchiare le infrastrutture - acquedotti, linee di trasporto pubblico, ma anche parchi, diffusione delle isole pedonali e incremento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici - i cittadini ricevono i consigli in modo da poter fare evolvere per tempo le loro abitudini. Il sito satellite greeNYC presenta un uccellino un po’ saputello come mascotte ed è dettagliatissimo nei consigli che ogni abitante dovrebbe seguire per conseguire l’obiettivo di ridurre del 30% le emissioni di anidride carbonica per il 2030. Talvolta le modalità di persuasione sono molto americane e fanno quasi tenerezza: come il consiglio di bere l’acqua del rubinetto perché: “... é pura, fresca e ha zero calorie”. Però il concetto diviene decisamente più chiaro quando si confronta la spesa annua per due litri al giorno di acqua del rubinetto (0,50$) con un’identica fornitura in bottiglia: 1400$!!

E noi? abbiamo già fatto la nostra lista dei desideri per il 2030?

abItarE SoStENIbILEdi Marco Pozzo

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rubriche

trE uoMINI EuNa MaGIa

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Dalle sfilate di Milano collezioni alla tessera Prenatal, con insen-sata felicità.

“Lattice o silicone?” la commessa mi guarda stupita della mia igno-ranza ed io mi sento sprofondare, ritorno a quando avevo 20 anni e le longilinee shop assistent dei negozi in centro mi intimorivano pronunciando la frase peggiore alle mie orecchie: “Questo modello arriva solo fino alla 46”. No, non sono in un sexy shop e non sto scegliendo un body per una fetish festa di carnevale. Sono in un grande negozio per bimbi e donne che hanno il diritto ad un congruo peso (incinta e post-par-to, quindi anch’io e giù le mani dalla mia ciccia giustificata!) e devo comprare tutte quelle cose indispensabili per un pupo, come steri-lizzatori, scovolini e bilance, che nessuno ti regala mai perché estre-mamente noiose da scegliere. Anch’io infatti non ho affrontato la spesa preferendo acquistare completini, tutine, miniblazer e perfino un minuscolo smoking che può sempre servire. Nel mentre la com-messa aspetta una mia risposta, pensando che, in quanto madre, io debba conoscere i gusti di mio figlio in fatto di tettarelle, mentre io al massimo posso dire che piange se gli metto la cuffia ed adora una tutina rossa e grigia con Pluto. Ma, all’improvviso, mentre sprofondo nel timore di essere una cat-tiva madre viene in mio soccorso il principe della sterilizzazione a

freddo, colui che in nove mesi ha collezionato innumerevoli libri di puericoltura ed ha tra i preferiti nel suo smart phone tutti i siti di carrozzine in commercio: mio marito. “Prendiamo lo scalda biberon da auto, sei poppatoi, due spugne naturali e quel nuovo bibe che non crea confusione al pupo”. La commessa lo guarda stupita, io lo guardo orgogliosa, mio figlio dalla carrozzina con tecnologia studia-ta dalla Nasa e sacco nanna in vello d’agnello, mi guarda come se fossi una meringa con la panna. Lascio quindi commessa e marito che vivono una storia d’amore al reparto dei tiralatte e mi ritiro per nutrire Edo con le pive nel sacco.Il fatto è che ho vissuto la mia gravidanza in modo molto zen, tipo “mangia-prega-ama e giù di vitamine” ignorando bellamente i tomi che mio marito mi metteva sul comodino, per cui un ipotetico os-servatore nella nostra camera da letto avrebbe visto lui con “Avre-mo un bambino” e me con l’ultimo di Ken Follet. Quindi ora ignoro la frequenza dei picchi di crescita, m’incasino con la doppia pesata e m’incastro col marsupio che ha più allacciature di un imbrago da arrampicata sportiva. E mentre passo la giornata in contemplazione della variazione del colore degli occhi del mio pargolo, il maniaco dello shopping è diventato mio marito, amato dalle commesse di Prenatal, dalle ostetriche del consultorio e dalla grande e tentacola-re industria del mondo dei bambini. Follie della genitorialità!

tEraPIa E borSEttEdi Veronica Gallo

Lattice o silicone

[email protected]

“Bunga bunga”, festini, prostituzione.. le vicende di attualità hanno sicuramente destato scalpore!!!Senza entrare nel merito, potremmo tuttavia sottolineare alcuni aspetti di un fenomeno molto più ampio, traendo spunto da alcu-ni lettori che ci hanno domandato un parere circa i nuovi modelli femminili.Come e quanto negli ultimi anni sono cambiati i riferimenti sociali?Chi si riconosce in questi modelli? Cosa chiedono le donne che scen-dono in piazza per difendere la propria dignità?In occasione della festa della donna, vorremmo prendere in conside-razione soprattutto le vicende di donne, giovani e anche giovanissi-me, che sono diventate d’improvviso famose per la frequentazione di potenti uomini politici e personaggi celebri o per l’aver mercifica-to il proprio corpo.In questi ultimi anni in cui per essere considerati “persone di valore” sembra che sia necessario essere famosi, è stata amplificata l’impor-tanza dell’apparire e si sono moltiplicati i format televisivi che fanno

di persone anonime, dei “personaggi” con la complicità dei mass media.Ma cosa spinge giovani donne, adolescenti belle, intelligenti e con grandi potenzialità a vanificare anni di lotta femminile, di dignità e diritti conquistati dalle loro nonne e mamme?? La tenacia delle giovani nel perseguire la notorietà, a volte a qua-lunque costo, è stata ben descritta da Gabriele Muccino nel 2003 nel suo film “Ricordati di me” nel quale una delle protagoniste arriva, attraverso una relazione sessuale, ad ottenere il ruolo di show girl.Spesso ci vengono proposti modelli femminili disposti a tutto e di-venta evidente come la popolarità non venga ricercata e raggiunta attraverso l’esercizio di capacità e competenze ma attraverso l’esibi-zione del proprio corpo.Insomma, il messaggio più o meno esplicito risulta essere: “o sei fa-moso o non sei nessuno”, “o appari o scompari”!Se è vero che alcune donne nel vedere questi modelli di veline “sve-late” possono provare irritazione o rabbia, le ragazze più giovani,

con meno esperienza e meno strumenti critici, possono restare affa-scinate dall’idea di un successo facile da raggiungere senza sforzo. Il rischio è che si finisca per credere che quello che avviene alla luce dei riflettori sia l’unica realtà possibile, o meglio, l’unica possibilità per realizzarsi pienamente. Se ciò non accade, non riuscendo a raggiungere il successo dell’ap-parire, questo può essere vissuto come un fallimento personale e una conferma della propria mancanza di valore; il rischio quindi è quello di sentire di non poter essere spontanei confermando così identità fragili.Per fortuna esistono donne reali in un mondo reale che “sono” e quindi “esistono”, che lavorano con tenacia per raggiungere i loro obiettivi, che si distinguono per l’intelligenza e la bravura, che ricer-cano quella bellezza non solo estetica, che manifestano le loro idee dando più valore alla sostanza piuttosto che all’apparenza.

ParoLa aLLa PSIcoLoGaPunto informativo di Vercelli - Ordine degli Psicologi del Piemonte

Essere o apparirerubriche

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marzoagenda

11 venerdiIncontri/conferenzeVercelliStorie piccine 2011 - Merenda letteraria al nidoPresso il Micronido I Cuccioli “L’appettito vien...leggendo”. Storie, favole e filastrocche gustando una merenda insieme Ore: 15.00 info: Tel. 0161.596519

arte/Mostre Vercellimostra fotografica sul tema “Donna e lavoro”Salone Dugentescoinfo: Tel. 0161.596.508

BiellaMostra fotografica itinerantePersonale di Damiano Andreotti dal titolo “This is not a man”Spazio galleria tra Progetto Arredamenti e BenettonOre: 18.00info: Inaugurazione con una performance della cantante biellese Marella MottaTel. 393.2086556 NovaraTesori in cornice: Il Broletto e la galleria d’arte Giannoni dopo i restauri per i 150 anniAssociazione Industriali di Novara (Sala degli Specchi)corso Cavallotti, 25Ore: dalle 9 alle 13info: Tel. 0321.3702758

Novara (Granozzo con Monticello)“Lo sport secondo il prof. Dal Monte”convegno che si terrà per tutta la giornataNovarello (Villaggio Azzurro), in località Granozzoinfo: Comune di Novara Tel. 0321.3701

Arona“Il gran teatro la Fenice di Venezia: il nome è la sua storia, risorse più volte dalle sue ceneri”Enoteca “Il Grappolo” invia Pertossi 7Ore: 21.00

Castelletto Ticinoin sede da definire incontro con Giovanni Impastato, fratello di Peppino e attivista del movimento contro la mafiaOre: 21.00info: Tel. 331/9017394

Musica/concertiVercelliOfficine SonoreMusic Contest 2011: Seconda faseVia U. Schilke - VercelliOre: 21.00info: [email protected]. 0161 255642

BiellaStagione teatrale 2010/2011Orchestra dei solisti di Mosca e Yuri BashmetTeatro Sociale VillaniOre: 21.30

info: Il Contato del CanaveseTel. 0125.641161

NovaraLiricaFondazione Teatro Coccia, Compagnia del Balletto di Milano, Orchestra Filarmonica Italiana.“Rigoletto” con direttore Hirofumi YoshidaOre: 20.30info: Tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

cinema/teatro/danzaOleggioTeatro Civico“Arie”, di e con Lella CostaOre: 21.00info: Tel. 0321.969875

Mercatini/FiereGaglianico, Biella FiereMotor Vacanze 20118° salone piemontese del plein airOre: venerdì dalle ore 18,30 alle 22,30 – sabato dalle ore 14,30 alle 22,30 – domenica dalle ore 10,30 alle 20,30.info: Biella Fiere - Tel. 015 2493256 www.biellafiere.com

Aronamercatino francesep.zza del PopoloOre: dalle 13.00

12 sabato carnevaleVercelliSfilata di carri allegorici e gruppi mascherati nel centro storico. A seguire premiazione dei carri e dei gruppi vincitori. Ore: 14.30 info: Comitato Manifestazioni Vercellesi 349.23.35.826

Incontri/conferenze BiellaIl Convegno dell’Osservatorio Permanente delle Povertà e Risorse di Biella affronta il tema: “Zero Poverty”, le possibili azioni di contrasto. Tagli, crisi, decrescita economica, scenari futuri inquietanti. Che fare? E i poveri? Loro ci guardano e ci riguardano. Come e dove trovare risposte? E’ proprio vero che non si può fare niente?Auditorium di Città Studi, corso Pella 2 Ore: dalle 09.00 alle 13.00info: Caritas diocesana Biella - Tel. 015 [email protected]

PralungoFesteggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. “Il salotto della storia”: vicende e personaggi biellesi che hanno contribuito all’Unità d’Italia.Salone PolivalenteOre: 21.00

Musica/concertiVercelliXIII Viotti Festival esibizione di Uto Ughi violino

solista con l’Orchestra della Camerata Ducale.Teatro Civico Ore: 21.00info: Tel. 0161.596369

VercelliOfficine SonoreLuca Morino in concerto + Dog’s MustachesLuca Morino è cantante e autore del gruppo torinese Mau MauVia U. SchilkeOre: 21.00 info: [email protected]. 0161.255642

Verrone150° anniversario dell’unificazione nazionaleIl salotto del Risorgimento”: la Contessa di Castiglione e Cristina Trivulzio di Belgiojoso. Marta Calcaterra, soprano; Elena Ballario, pianoforte; Camilla Patria, voce recitante.Palestra ComunaleOre: 21.00 info: N.I.S.I. ArteMusica Tel. 338 [email protected]

Occhieppo InferioreFestival Interferenze, tra musica e paroleFestival dedicato alla musica e alla letteratura: scrittori, musicisti e buona cucinaNumeroSette, via Caralli 7Ore: 20.00info: Tel. 340 5868260 o 338 [email protected]

arte/Mostre Biella“Fratelli d’Italia, 150° anniversario dell’Unità d’Italia celebrato per immagini”Dal 12 marzo al 10 aprile 2011Palazzo BogliettiOre: 18.00 - Inaugurazionesabato e domenica dalle ore 15 alle 19info: Palazzo Boglietti Tel. [email protected]

cinema/teatro/danza BiellaNémécék”: margine, racconto, immagine.Nell’ambito di Memorandum, festival di fotografia storica. Performance ispirata all’opera di Giancarlo Terreo. Némécék è qualcosa che sta a mezza strada tra la colonna sonora e lo spettacoloNumeroSette, via Caralli 7Sala Seminari di Città Studi, C.so G. Pella 2/bOre: 18.00 e 21.00info: TAssociazione Stile Libero - Tel. 015 2529201www.associazionestilelibero.orginfo@associazionestilelibero.org

Novara “Spusass e spartiss... una fatiga da biss”Commedia in due atti interpretata dalla compagnia “I amis dul Mario”

Sala Borsa - via Ravizza 8, p.zza MartiriOre: 21.00info: Prevendita Tune Dischi, via RosselliTel. 0321.390403, 340.8761258.

Campertogno (VC)DiVano InVanoi Soliti IgnobiliCentro Polifunzionale Fra’ Dolcino Corso Roma, 7Ore: 21.00info: Tel.0163.77122

SportBiellaIncontro di pallanuoto valido per il Campionato Nazionale Maschile di Serie A2 “Torino 81-Vigevano” PPiscina “Massimo Rivetti”Ore: 21.00info: Piscina Rivetti - Tel. 015 402808www.pallanuotodynamic.blogsport.comufficiosport@comune.biella.it

BiellaTorneo con valenza sociale tra le formazioni di Politici locali, Avvocati, Polizia Penitenziaria e Sezione Ricominciare del carcere di Biella.Palazzetto dello Sport, via Pajettainfo: Ufficio Sport della Città di Biella - Tel. 015 3506612/[email protected]

13 domenicaarte/Mostre VercelliL’Arte di fa sentire - Appuntamenti al Museo Borgogna“Erik Satie. L’avanguardia in museo - Escursioni muscicali e incursioni poetiche nel repertorio del grande musicista francese” di e con Susanna Gozzetti, Tommaso Olivari, Raffaele RebaudengoOre: 18.00info: Museo BorgognaTel. 0161.25.27.64

cinema/teatro/danza NovaraRigolettoTeatro CocciaOre: 16.00 info: Info biglietteria del teatro, tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

BiellaFamiglie a teatroRassegna di teatro per famiglie: spettacoli adatti ad un pubblico di famiglie con bambini dai 3 ai 10 anni. Oggi: “Pigiami”Teatro Sociale VillaniOre: 16.30 info: Opificiodellarte - Tel. 015 30901 (dalle ore 14,30 alle 20)www.fondazionetrg.it/progettotrgp

Incontri/conferenzeVercelliIl tè del CardinaleUn tè ed un dolcetto raccontando la storiadi Sant’Andrea Sala Capitolare dell’Abazia di S. Andrea

Ore: dalle 15.00 alle 17.30info: Associazione ChestertonTel. 345.33.82.906

VercelliSinagoga - visite guidate via Foa Ore: 14.30, 15.30 e 16.30info: Comunità EbraicaTel. 339.25.79.283

VercelliCimitero Ebraico - visite guidate via Foa Ore: 10.30 e alle 11.30 info: Comunità EbraicaTel. 339.25.79.283

VercelliLezione di Filosofia a cura del prof. SoraniSala Didattica della SinagogaOre: 16.00 info: Comitato Manifestazioni Vercellesi Tel. 349.23.35.826

Mercatini/FiereNovaraMercato del Forte: Terra, Sole, Mare e FolkloreViale TuratiOre: dalle 7.00 alle 20.00info: www.comune.novara.it

SportNovaraGita CAI escursione da Manegra a Pian Cavallo.Tempo di salita 4 ore.info: Tel. 0321.625775

AronaGita CAI gita al Passo del Sempione con escursione con le racchette da neve.

14 lunediIncontri/conferenze VercelliGrandi medici dell’antico Egittoconferenza su uno dei campi di eccellenza dell’antico Egitto: la Medicina.Piccolo StudioOre: 16.00 info: Vercelliviva tel. 0161.257640

BiellaI“Biellesi Tessitori di Unità”celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: conferenzaMuseo del Territorio Biellese, Via Quintino SellaOre: 16.00info: Tel. 015 2529245www.biellesitessitoridiunita.itinfo@museodelterritorio.biella.it

15 martedicinema/teatro/danza BiellaArturo Brachetti Ciak si giraTeatro Odeon Via Torino, 69Ore: 21.00 info: www.librafestival.it

Michele Trecate www.vercellink.com

[email protected]

INFORMAGIOVANI CITTA’ DI VERCELLIC.so Libertà, 300 - 13100 VercelliTel. 0161.25.27.40 - Fax 0161.54.384

“Cultura”da Lun. a Ven. alle ore 17.40

“Segnalibri”da Lun. a Ven. alle ore 18.40

6 febbraio - selezione gruppi musicali19 febbraio - workshop presso Cripta e a seguire serata

live presso Officine Sonorewww.progettob9.it

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36 marzoagenda

Incontri/conferenze Vercelli“I delitti di Novi Ligure”conferenza Piccolo StudioOre: 21.00 info: Tel.0161.56.285

VercelliCarnevale premiazione dei gruppi e dei rioni partecipanti alle sfilate allegoriche. Teatro CivicoOre: 21.00 info: Comitato Manifestazioni Vercellesi tel. 349.23.35.826

Novara“Il Re si è perso! Viva il Re! Fatti e misfatti intorno all’abdicazione di Carlo Alberto”. Relatore Stefano Tosi.via Cagliari 3/AOre: 20.45 info: Ass. per la Storia del Novarese

Musica/concertiSegrateZu + Morkobot +SoloMacello djsetUltimo tour e ultimo con Jacopo Battaglia, storico batterista del gruppoCircolo Magnolia - Idroscalo, 41Ore: 21.30 info: 5,00 euro + Tessera ARCIwww.circolomagnolia.it

16 mercoledicinema/teatro/danza BiellaArturo Brachetti Ciak si giraTeatro Odeon Via Torino, 69Ore: 21.00 info: www.librafestival.it

Biella“Cirano di Bergerac” di Edmond RostandTeatro Sociale Villani Ore: 21.00 info: Il Contato del CanaveseTel. 0125.641161

Musica/concertiNovaramusiche di L. Van BeethovenFranco Mezzena e Stefano Giavazzi, violino e pianoforteTeatro CocciaOre: 21.00 info: intero € 10, ridotto € 8. Info biglietteria del teatro, tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

17 giovedicinema/teatro/danza Vercelli“Il mare”di Paolo Poli con Paolo Poli, Marco Bassi, Fabrizio Casagrande, Alberto Gamberini e Giovanni Siniscalco.Teatro CivicoOre: 17.00 info: Tel. 0161.596369/277 Novararecital di Paolo CevoliTeatro CocciaOre: 21.00 info: intero da € 15 a € 30, ridotto da € 12 a € 24.Info biglietteria del teatro, tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

arte/Mostre NovaraInaugurazione mostra “Le monete dei Savoia: dal nodo savoiardo al Regno d’Italia”fino al 16 aprilePrefettura, p.zza MatteottiOre: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00

Incontri/conferenzeVercelliSinagoga - apertura straordinariaIn occasione del 150° dell’Unità d’Italia alle 17.00 visita guidata gratuita, alle 18.00 proiezione del documentario “Emanuele Artom, il ragazzo di via Sacchi”Biblioteca della Comunitàinfo: Comunità EbraicaTel. 339.25.79.283

Vercelli“Donne e uomini nella nazione delle differenze. Maschile e femminile nell’identità italiana” Relatrice Donatella Sasso (Istituto di Studi Storici “Salvemini” Torino)Aula Magna dell’Istituto Rosa StampaOre: 14.30 info: Confesercenti tel. 0161.21.33.55

BiellaI“Biellesi Tessitori di Unità”celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia:Notte Tricolore: animazione, musica e spettacoli in cittàTeatro SocialeOre: 21.00info: Palazzo FerreroTel. 015.4507212www.biellesitessitoridiunita.itpalazzoferrero@comune.biella.it

Musica/concertiBiella I“Biellesi Tessitori di Unità”celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: Società Musicale Banda Verdi Città di Biella “Viva V.E.R.D.I.” Teatro SocialeOre: 21.00info: Palazzo FerreroTel. 015.4507212www.biellesitessitoridiunita.itpalazzoferrero@comune.biella.it

18 venerdiarte/Mostre Biella“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia”Dal 18 marzo al 10 aprile 2011“150 anni di storia d’Italia attraverso la Croce Rossa Italiana: una tradizione di servizio umanitario senza frontiere” Museo del Territorio Biellese, Via Quintino SellaOre: giovedì e venerdì dalle ore 16 alle 19 – sabato e domenica dalle ore 10 alle 12,30 e dalle ore 16 alle 19info: Palazzo Ferrero - Tel. 015 4507212www.biellesitessitoridiunita.itpalazzoferrero@comune.biella.it

Musica/concertiVercelliOfficine SonoreMusic Contest 2011: Seconda faseVia U. Schilke - VercelliOre: 21.00info: [email protected]. 0161 255642

Incontri/conferenze Vercelliincontro con il poeta Roman PolanskyLiceo ScientificoOre: 15.30 info: Associazione Il Pontetel. 0161.211596

Biella“Una generazione di equilibriste” – Le donne di cinquant’anni tra autodeterminazione e lavoro di cura - Maria Vittoria Leone, psicologa psicoterapeuta. Sala conferenze della Fondazione CRB, via Gramscii Ore: 21.00info: Associazione di volontariato Donne Nuove - Tel. 015 26196

[email protected]@villacernigliaro.it

Novara“Il nuovo museo archeologico di Milano”incontro con Donatella CaporussoAlbergo Italia in via Solaroli 8Ore: alle ore 17.30 alle 19.00 seguirà aperitivo con buffetinfo: Ingresso euro 15. Organizzazione FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, tel. 347/3723559

cinema/teatro/danzaBorgomanero “Spusass e spartiss... una fatiga da biss”Commedia in due atti interpretata dalla compagnia “I amis dul Mario”Teatro Nuovo, via Rosselli 23Ore: 21.00info: Prevendita Tune Dischi, via RosselliTel. 0321.390403, 340.8761258.

19 sabatocinema/teatro/danza VercelliGran Galà della Danza - ricordando Enrico e IlariaGalà della Danza e promozione di 6 borse di studio per giovani meritevoli.Teatro CivicoOre: 21.00 info: Associazione 12dicembre tel. 0161.213200

Novara“Mercadet (l’affarista)”, di Honoré de Balzaccon Geppy Gleijeses e Marinella Bargilli, regia Antonio Calenda.Teatro CocciaOre: 21.00info: Biglietti: intero: da € 15 a € 30, ridotto da € 12 a € 24. Infobiglietteria del teatro,tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

Novara“Scapà e turnà gh’è tütt da guadagnà”di Fraccaroli e Barino interpretata dalla Compagnia del GelindoCinema S. Andrea di PernateOre: 21.15info: Posto unico € 10, ridotto € 5. Info 0321.637183 Musica/concertiRomagnano SesiaCRIPPLE BASTARDS + O + ZUNDAPPRock n Roll Arena - Spianata Zona FieraOre: 21.30 info: www.rocknrollclub.it

Occhieppo InferioreFestival Interferenze, tra musica e paroleFestival dedicato alla musica e alla letteratura: scrittori, musicisti e buona cucinaNumeroSette, via Caralli 7Ore: 20.00info: Tel. 340 5868260 o 338 [email protected]

Novarail Gruppo celtico Aradia presenterà “The return of Taliesyn”Degustazioni celtiche a cura dell’Agriturismo “Il pesco selvatico”Civico Istituto Musicale Brera in v.le Verdi 2Ore: 21.00info: Ingresso libero.Tel. 0321.623354

Incontri/conferenze SordevoloGiornata Mondiale della Poesia“Carneade o Primo Carnera?” La carne del poeta di/con Enzo Minarelli

Villa Cernigliaro, Sala dei poeti Ore: dalle 15.00 alle 17.30info: Tel. 015 [email protected]

Mercatini/FiereVercelliArt & Decoupage hobbisti e piccoli artigiani espongono il frutto della loro creativitàPiazza Cavour - VercelliOre: dalle 8.00 alle 19.00info: Confesercentitel. 0161.501595

20 domenicaarte/Mostre VercelliL’Arte di fa sentire - Appuntamenti al Museo Borgogna“Fare la storia: pittura di cronaca e d’impegno nell’Italia unita. Da Hayez a Guttuso” Conversazione con proiezione di immagini a cura di Giovanna Ginex.Ore: 16.00info: Museo BorgognaTel. 0161.25.27.64

Maggiora“In Vino VeritArs”“Con le mani nella terra. Immagini del lavoro di un uomo radice e di un’attrice giardiniera in Piemonte” incontro ed inaugurazione della mostra fotografica di Tiziano Fratus, di Lorenza Zambon, attriceCantine ContiOre: 16.30

Incontri/conferenzeVercelliIl tè del CardinaleUn tè ed un dolcetto raccontando la storiadi Sant’Andrea Sala Capitolare dell’Abazia di S. Andrea Ore: dalle 15.00 alle 17.30info: Associazione ChestertonTel. 345.33.82.906

cinema/teatroNovara“Mercadet (l’affarista)”, di Honoré de Balzaccon Geppy Gleijeses e Marinella Bargilli, regia Antonio Calenda.Teatro CocciaOre: 21.00info: Biglietti: intero: da € 15 a € 30, ridotto da € 12 a € 24. Infobiglietteria del teatro,tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

BiellaDomenica a Teatro“La vedova allegra” Orchestra Master dei Talenti Musicali di Fondazione CRTTeatro Sociale VillaniOre: 15.30 info: Il Contato del CanaveseTel. 0125 641161

Musica/concerti VercelliUn furgone di solidarietàConcerto del coro “Gospel e dintorni” per la raccolta fondi per l’acquisto di un furgone per le attività del Banco Alimentare di VercelliTeatro Civico Ore: 21.00 info: Lions Club

SportNovaraCiclobyAmici della Bici organizzano percorso in bici per le strade di Milano.via Perazzi 5/e (sede QT San Martino)info: Tel. 328.0626261

BorgomaneroGita CAI scursione sugli antichi sentieri del Lago Maggiore, da Cannero a

Carmine Superiore e al mercato di Cannobioinfo: Tel. 340.7790118

CavagliàGite C.A.S.B.: Colline di Cavaglià e RoppoloTempo di percorrenza totale ore 4,5. Percorso facile ad anello su piste e parzialmente asfaltoinfo: Silvio Falla - Tel. [email protected]

22 martedicinema/teatroVercelliStagione d’Opera Carmen” di G. Bizet Teatro CivicoOre: 21.00 info: Tel. 0161.596369/277

CossatoStagione d’Opera “Divorzio con sorpresa” di Donald Churchill Teatro ComunaleOre: 21.00 info: Tel. 015.93899

Musica/concertiNovaraconcerto di Roberto Cominati al pianoforte proporrà musiche di R. Schumann, F. Listz, e R. WagnerTeatro Coccia Via Rosselli, 47Ore: 21.00 info: intero € 10, ridotto € 8. Info: biglietteria del teatro, tel. 0321.620400, da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

23 mercoledicinema/teatro BiellaStagione liricaCarmen” di G. Bizet Teatro Odeon, via Torino 69Ore: 21.00 info: 015 21802www.onlinesymphony.it

BorgomaneroStagione d’Opera “Divorzio con sorpresa” di Donald Churchill Teatro NuovoOre: 21.00 info: Tel. 0322.81741

Incontri/conferenzeBiellaDonna protagonista del tuo futuro”Convegno “Donna e società della comunicazione”, con esperti sul tema della violenza di genereSala Consiglio del Palazzo della ProvinciaOre: 20.30info: [email protected]

24 giovediMusica/concerti VercelliGianluca Grignanimozioni leggere ma non troppoTeatro Civico Ore: 21.00 info: Tel. 0161.596.369/277

Incontri/conferenzeCossatoDonna protagonista del tuo futuro”Proiezione immagini sul tema della violenza di genere in pubblicità. Dibattito pubblico.Sala eventi di Villa RanzoniOre: 20.30info: [email protected]

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agenda

25 venerdiMusica/concertiRomagnano SesiaDEATH ANGEL + SUICIDAL ANGELS + ROOTS OF DEATHRock n Roll Arena - Spianata Zona FieraOre: 21.30 info: www.rocknrollclub.it

VercelliOfficine SonoreTHE LAST FIGHT in concertoVia U. Schilke - Vercelliinfo: [email protected]

Novara“Happy hour in...jazz”Trio Renato Pompilio “Fluttering”Teatro CocciaOre: 19.00info: Posto unico € 20tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

Mercatini/FiereNovara“DEgusto Novara”fiera e mostra mercato di prodotti tipici novaresi e piemontesi, con rassegna culinaria.fino al 27 marzo

26 sabatoarte/MostreVercelliL’Arte di fa sentire - Appuntamenti al Museo Borgogna“Cappuccetto bianco, rosso, verde”, spettacolo di animazione per bambini dai 3 ai 10 anni a cura dell’associazione Tam Tam con Mario SgottoOre: 16.00info: Museo BorgognaTel. 0161.25.27.64 Novara Work shop fotograficoil fotografo Camillo Balossini, in collaborazione con l’Associazione Amici Parco della Battaglia di Novara e la società Fotografica Novareseinfo: Camillo Balossini 328/2126094.

Incontri/conferenzeBiella“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’ItaliaAdolfo Morganti: “Apologia del brigante” (Il cerchio)Palazzo FerreroCorso del Piazzo 25Ore: 21.00info: Tel. 015 4507212www.biellesitessitoridiunita.it [email protected]

Biella“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’ItaliaGiornate di primavera del FAI.Luoghi e personaggi del Risorgimento biellese: Visite guidate alla Cripta di San Sebastiano e percorso tematico a Palazzo La MarmoraPalazzo FerreroCorso del Piazzo 25Ore: dalle ore 14 alle 17,30info: Tel. 015 4507212www.biellesitessitoridiunita.it [email protected]

Trivero“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’ItaliaGiornate di primavera del FAI.visita al Lanificio Ermenegildo Zegna.Casa Zegnainfo: Tel. [email protected]

BiellaRiflessi biellesi del Risorgimento italianoVittorio G. Cardinali, giornalista e storico

di Casa Savoia presenta “Quintino Sella: uomo di cultura e statista del Risorgimento italiano”. A seguire: visita alla residenza storica dei Sella a San Gerolamo. Servizio di minibus navetta.Sala conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, via Garibaldi 17Ore: 15.00info: Tel. 015 [email protected]

NovaraGiornate di primavera del FAI.info: Tel. 347/3723559

cinema/teatroNovaraHello, dolly!” di Jerry Herman e Michael StewartCompagnia di Corrado AbbatiTeatro CocciaOre: 21.00info: Biglietti: ntero da € 15 a € 30, ridotto da € 12 a € 24 Info biglietteria del teatro,tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

Musica/concertiVercelliOfficine SonoreMusic Contest 2011: Seconda faseVia U. Schilke - VercelliOre: 21.00info: [email protected]. 0161 255642

Mercatini/FiereVercelliCampagna amica - Il tipico delle terre d’acqua per chi vuole mangiare sano e tenere d’occhio le etichette e conosce bene parole come “filiera trasparente, tracciabilità, disciplinari di produzione”.Piazza Cavour - VercelliOre: dalle 8.00 alle 19.00info: Confesercentitel. 016. 26.16.00

27 domenicaarte/MostreNovaraRievocazione della storica Battaglia della Bicocca nei dintorni della Cascina Boriolaricostruzione della vita da campo e della battagliaPer l’occasione il fotografo Camillo Balossini, in collaborazione con l’Associazione Amici Parco della Battaglia di Novara e la società Fotografica Novarese, organizzerà un work shopinfo: Camillo Balossini 328/2126094.

Incontri/conferenzeVercelliIl tè del CardinaleUn tè ed un dolcetto raccontando la storiadi Sant’Andrea Sala Capitolare dell’Abazia di S. Andrea Ore: dalle 15.00 alle 17.30info: Associazione ChestertonTel. 345.33.82.906

VercelliSinagoga - visite guidate via Foa Ore: 14.30, 15.30 e 16.30info: Comunità EbraicaTel. 339.25.79.283

VercelliCimitero Ebraico - visite guidate via Foa Ore: 10.30 e alle 11.30 info: Comunità EbraicaTel. 339.25.79.283

Biella“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’ItaliaGiornate di primavera del FAI.Luoghi e personaggi del Risorgimento biellese: Visite guidate alla Cripta di San Sebastiano e percorso tematico a Palazzo La MarmoraPalazzo Ferrero

Corso del Piazzo 25Ore: dalle ore 14 alle 17,30info: Tel. 015 4507212www.biellesitessitoridiunita.it [email protected]

Trivero“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’ItaliaGiornate di primavera del FAI.“Disegna il tuo albero per l’Oasi Zegna” per il concorso di United Nation Environmental Program (UNEP) 2011Casa Zegnainfo: Tel. [email protected]

cinema/teatroBiellaFamiglie a teatroRassegna di teatro per famiglie: spettacoli adatti ad un pubblico di famiglie con bambini dai 3 ai 10 anni. Oggi: “Strip” di e con Silvano Antonelli – Compagnia Stilema/Unoteatro.Teatro Sociale VillaniOre: 16.30 info: Opificiodellarte - Tel. 015 30901 (dalle ore 14,30 alle 20)www.fondazionetrg.it/progettotrgp

NovaraHello, dolly!” di Jerry Herman e Michael StewartCompagnia di Corrado AbbatiTeatro CocciaOre: 21.00info: Biglietti: ntero da € 15 a € 30, ridotto da € 12 a € 24 Info biglietteria del teatro,tel. 0321.620400 da martedì a sabato dalle ore 11.30 alle 17.30

SportNovaraAmici della Bici organizzano la partecipazione alle Giornate FAI di Primavera, a sostegno dell’arte e della natura italiane, alla scoperta di monumenti dimenticati della provincia.info: 328/0626261, oppure in via Perazzi 5/e (sede QT San Martino), il lunedì e il giovedì dalle ore 17.30 alle 19.00.

Mercatini/FiereBiella, Quartiere RivaMercatino dell’Antiquariato MinoreIl mercatino si svolgerà anche in caso di maltempoinfo: Ufficio Polizia Urbana e Commercio - Tel. 015 3507224 o 015 [email protected]

30 mercolediIncontri/conferenzeBiellaPresentazione del volume “Il Santo Padre Giovanni Paolo II maestro e testimone” di Suor Myriam Castelli.Sala Convegni di Biverbanca, via CarsoOre: 21.00

31 giovediIncontri/conferenzeBiella“Biellesi Tessitori di Unità”, celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’ItaliaAlessandro Barbero (Professore ordinario di Storia Medievale – Università degli studi del Piemonte Orientale): “Pensare l’Italia – Vittorio Emanuele II”Palazzo Ferrero, Corso del Piazzo 25Ore: 21.00info: Tel. 015 4507212www.biellesitessitoridiunita.itpalazzoferrero@comune.biella.it

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A POCHI METRI DAL CASELLO AUTOSTRADALE DI SANTHIà

-FINANzIAMENTO LEggE 236/93MINISTERO DEL LAvORO

-FINANzIAMENTO L.R. 9/80FONDO ROTATIvO REgIONE PIEMONTE

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