NIETZSCHE Interpretato Da Colli

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NIETZSCHE ANTI-FILOSOFO NELL’INTERPRETAZIONE DI GIORGIO COLLI tesi di laurea in storia della filosofia contemporanea di Marco Svevo INTRODUZIONE Res est magna tacere [1] Prima che "scoprissi" la riflessione di Giorgio Colli su Nietzsche, mi ero (più o meno autonomamente) costruito una mia personale "interpretazione" del filosofo di Röcken. Tale interpretazione comprendeva alcune considerazioni su aspetti del pensiero di Nietzsche che mi interessavano particolarmente [2] , aspetti che ho poi ritrovato affrontati nei testi di Colli quasi con lo stesso mio approccio interpretativo (tanto che a volte mi capitava di leggere nei libri di Giorgio Colli ciò che io avevo soltanto pensato. Così è capitato che i “miei pensieri su Nietzsche” coincidessero quasi perfettamente con quelli di Colli anche nella terminologia. Da tale strana coincidenza è nata l'idea per la tesi, che si basa su principi metodologici, o, meglio, su punti di riferimento comuni e che posso anticipare e riassumere con uno dei “chiodi fissi” dell’interpretazione di Nietzsche di Giorgio Colli, e cioè che Nietzsche non ha bisogno di interpreti [3] ; naturalmente ci sono anche altre “considerazioni” [4] su Nietzsche ,che si trovano sparse (disordinatamente) ne La ragione errabonda e nel IV capitolo (“Morte della filosofia” ) di Dopo Nietzsche, che terrò presenti in questo mio lavoro. Dopo essermi fatto un'idea di come la pensasse Colli su Nietzsche, ho scoperto, ancora una volta casualmente, il libro di Sossio Giametta, Nietzsche e i suoi interpreti, dove trovai una minuziosa analisi del rapporto Colli/Nietzsche: e ancora una volta stava scritto su carta ciò che ero andato maturando da solo, man mano che approfondivo l'analisi dell'interpretazione colliana della filosofia di Nietzsche. In particolare mi colpì quanto sostenuto da Giametta, sulla “atipicità”, sulla “anomalia” di Nietzsche come filosofo, il che mi portò ad approfondire ulteriormente l’interpretazione di Colli. Quest’ultimo punto necessita di un'integrazione: parlare infatti di filosofo anomalo o dire che Nietzsche non è un filosofo è fuorviante oltre che inutile, se prima non si cerca di mettersi d’accordo su che cosa significhi questo termine [5] ; per fare ciò conviene appoggiarsi, ancora una volta, a quanto scritto da Colli: “Nietzsche è filosofo più di ogni altro filosofo moderno, se per filosofia s’intende una concezione totale della vita, più intuitiva che logica, che si oppone ad ogni limitazione e ad ogni compromesso pratico. Come rigore e approfondimento di una ricerca logico-razionale ( è questo che viene inteso per filosofia nel mondo moderno) Nietzsche non è un filosofo.”,(La ragione errabonda, p.93). Tornando al percorso che mi ha condotto a questo lavoro, il cui punto di partenza e d'arrivo ideale è e rimane Nietzsche, Colli rappresenta un primo approdo; mi spiego: avendo una passione perun filosofo,è naturale cercare di approfondirlo. Ma nella mia ricerca ero sempre rimasto insoddisfatto delle interpretazioni date di Nietzsche che avevo letto consultato,studiato ecc.,cosicché ho continuato a cercare fino a scoprire quella di Colli, è stato come una rivelazione e una liberazione,perché finalmente “sentivo” che qualcuno aveva coloto nel segno;da Colli a Giametta, successivamente il passo è stato breve, in quanto , una volta capito che Colli era l'Interprete, era logico cercare un approfondimento: e tale approfondimento poteva darsi solo a partire da chi avesse studiato Colli e Nietzsche. 1 Nietzsche dunque è il perno di questa tesi, ed è in relazione a Nietzsche che ritengo fondamentale tener sempre presenti alcuni punti ( o spunti se si vuole) essenziali per poter arrivare a comprenderlo, o meglio, per chiarire come io l'ho compreso (pur nella consapevolezza “colliana” che egli non può essere compreso); tali s-punti ( o tracce, per rendere tributo al corrente filosofese) sono:

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NIETZSCHE ANTI-FILOSOFONELL’INTERPRETAZIONE DI GIORGIO COLLI

tesi di laurea in storia della filosofia contemporaneadi

Marco Svevo

INTRODUZIONE“Res est magna tacere [1] ”Prima che "scoprissi" la riflessione di Giorgio Colli su Nietzsche, mi ero (più o menoautonomamente) costruito una mia personale "interpretazione" del filosofo di Röcken. Taleinterpretazione comprendeva alcune considerazioni su aspetti del pensiero di Nietzsche che miinteressavano particolarmente [2] , aspetti che ho poi ritrovato affrontati nei testi di Colli quasi conlo stesso mio approccio interpretativo (tanto che a volte mi capitava di leggere nei libri diGiorgio Colli ciò che io avevo soltanto pensato. Così è capitato che i “miei pensieri suNietzsche” coincidessero quasi perfettamente con quelli di Colli anche nella terminologia. Datale strana coincidenza è nata l'idea per la tesi, che si basa su principi metodologici, o, meglio,su punti di riferimento comuni e che posso anticipare e riassumere con uno dei “chiodi fissi”dell’interpretazione di Nietzsche di Giorgio Colli, e cioè che Nietzsche non ha bisogno diinterpreti [3] ; naturalmente ci sono anche altre “considerazioni” [4] su Nietzsche ,che si trovanosparse (disordinatamente) ne La ragione errabonda e nel IV capitolo (“Morte della filosofia” ) diDopo Nietzsche, che terrò presenti in questo mio lavoro.Dopo essermi fatto un'idea di come la pensasse Colli su Nietzsche, ho scoperto, ancora una voltacasualmente, il libro di Sossio Giametta, Nietzsche e i suoi interpreti, dove trovai una minuziosaanalisi del rapporto Colli/Nietzsche: e ancora una volta stava scritto su carta ciò che ero andatomaturando da solo, man mano che approfondivo l'analisi dell'interpretazione colliana dellafilosofia di Nietzsche. In particolare mi colpì quanto sostenuto da Giametta, sulla “atipicità”,sulla “anomalia” di Nietzsche come filosofo, il che mi portò ad approfondire ulteriormentel’interpretazione di Colli.Quest’ultimo punto necessita di un'integrazione: parlare infatti di filosofo anomalo o dire cheNietzsche non è un filosofo è fuorviante oltre che inutile, se prima non si cerca di mettersid’accordo su che cosa significhi questo termine [5] ; per fare ciò conviene appoggiarsi, ancora unavolta, a quanto scritto da Colli:“Nietzsche è filosofo più di ogni altro filosofo moderno, se per filosofia s’intende unaconcezione totale della vita, più intuitiva che logica, che si oppone ad ogni limitazione e adogni compromesso pratico. Come rigore e approfondimento di una ricerca logico-razionale( è questo che viene inteso per filosofia nel mondo moderno) Nietzsche non è unfilosofo.”,(La ragione errabonda, p.93).Tornando al percorso che mi ha condotto a questo lavoro, il cui punto di partenza e d'arrivoideale è e rimane Nietzsche, Colli rappresenta un primo approdo; mi spiego: avendo unapassione perun filosofo,è naturale cercare di approfondirlo. Ma nella mia ricerca ero semprerimasto insoddisfatto delle interpretazioni date di Nietzsche che avevo letto consultato,studiatoecc.,cosicché ho continuato a cercare fino a scoprire quella di Colli, è stato come una rivelazionee una liberazione,perché finalmente “sentivo” che qualcuno aveva coloto nel segno;da Colli aGiametta, successivamente il passo è stato breve, in quanto , una volta capito che Colli eral'Interprete, era logico cercare un approfondimento: e tale approfondimento poteva darsi solo apartire da chi avesse studiato Colli e Nietzsche.1Nietzsche dunque è il perno di questa tesi, ed è in relazione a Nietzsche che ritengofondamentale tener sempre presenti alcuni punti ( o spunti se si vuole) essenziali per poterarrivare a comprenderlo, o meglio, per chiarire come io l'ho compreso (pur nella consapevolezza“colliana” che egli non può essere compreso); tali s-punti ( o tracce, per rendere tributo alcorrente filosofese) sono:

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1. la necessità di sfatare quei luoghi comuni per i quali Nietzsche sarebbe di volta in volta : ilfilosofo della volontà di potenza, il maestro dell’eterno ritorno, il nunzio del superuomo e delnichilismo, il trasvalutatore di tutti i valori , o tutte queste cose insieme ; volontà di potenza ,eterno ritorno, superuomo, nichilismo, trasvalutazione di tutti i valori, potrebbe non essere altroche flatus vocis, nient’altro che maschere [6] ;2. ”mihi ipsi scripsi” , motto che si addice perfettamente al “caso Nietzsche” e che rimanda al“così mi racconto la mia vita” dello Ecce homo , e al “non bado più ai lettori (...) ma annotome stesso” dei frammenti postumi (9 [ 188] )[7] ; si tratta, detto in breve, della necessità diriconoscere la forte impronta letteraria delle opere di Nietzsche [8] ;3. il fatto che Nietzsche non abbia mai “partorito” un’opera filosofica sistematica [9] , e che alcontrario, proprio il progetto di un’opera sistematica (La volontà di potenza ), ripreso eabbandonato più volte da Nietzsche, sia stato ,da ultimo, definitivamente accantonato;4. il fatto (si tratta di un asso-dato biografico in definitiva) che gli anni più fecondi della vita diNietzsche non comprendono lo studio sistematico della filosofia[10] ;5. il ruolo della musica, tema spesso lasciato in disparte o comunque sottovalutato dai “grandiinterpreti di Nietzsche” [11] ;6. la sfiducia nei confronti dell’intelletto, della razionalità, degli elementi logici che nell’uomomoderno hanno raggiunto il loro apogeo ; sfiducia che ha la sua controparte nella rivalutazionedell’elemento istintuale e della corporalità [12] ; ciò non significa che Nietzsche pretenda dicancellare l’elemento razionale (l'apollineo) ,vuol dire farlo interagire armonicamente con lasfera “irrazional-istintuale” ( il dionisiaco); in altre parole alla figura del filosofo Nietzschecontrappone quella del saggio (dove per saggio è da intendere l’uomo pienamente realizzato,l’uomo di “buon carattere” [13] );7. Nietzsche non fu un filosofo ; lo diventò suo malgrado: ne fecero un filosofo a posteriori :Nietzsche stesso sembra preconizzare tale destino ne L’anticristo , quando scrive “C’è chi vieneal mondo, postumo”, e in Ecce homo , “ ci sono uomini che nascono postumi”.C’è poi il problema FILOSOFIA: in Nietzsche questo termine ha un doppio significato; da unlato esso indica la storia della metafisica occidentale ( per usare la nota espressioneheideggeriana) e in questo senso la filosofia è sottoposta ad una critica corrosiva condotta innome della vita tout court; dall’altro, la filosofia in quanto lascito del suo pensiero, e cioè.accettazione incondizionata della vita che nel lessico nietzschiano viene chiamata di volta involta amor fati, saggezza tragica, filosofia di Dioniso ecc.; quindi riassumendo una filosofia chetutto nega da una parte e una filosofia che tutto abbraccia dall’altra.2Questa duplicità di significato , ad ogni modo, ricorre spesso nelle opere di Nietzsche ( neicontesto più disparati) ,rendendo così complicata la lettura e facilitando fraintendimenti etravisamenti [14] .La “tesi” che vorrei cercare di (di)mostrare può essere riassunta così: vedere se per ColliNietzsche rientra nell’ambito della filosofia tout court, del sapere filosofico lato sensu o seinvece non gli si debba riconoscere una diversa “cittadinanza” ; o se, infine , non sia possibilefare né l’una né l’altra cosa : se cioè Nietzsche rimanga , e debba rimanere, un'incognita, un“inattingibile”: il “signor Nietzsche” è stato ( ed è tuttora) etichettato di volta in volta comefilosofo , poeta, moralista\immoralista) , polemista, libellista, letterato, ed altro ancora; tuttaviarimane il sospetto che egli, rispetto a tutte le definizioni che hanno cercato di “immobilizzarlo”, rimanga inesauribile, inavvicinabile, indefinibile, anche qualora si faccia a ricorso a formulenegative ( e perciò più sfumate) come,ad esempio, non-filosofo.Ora, il modo più fruttuoso di procedere va fondato sul chiarimento di che cosa intenda Nietzschestesso per filosofia e quale sia la sua posizione nei confronti di essa e di verificare se Nietzschecomprendesse se stesso come filosofo ,e se sì, stabilire che tipo di filosofo pensasse di essere.Il mio compito, dunque, sarebbe (sarà?) quello di mostrare la presunta a-filosoficità ( per ilmomento dico così) , o come dice Giametta la “anomalia [15] di Nietzsche come pensatore”.Per mettere in rilievo la poca importanza che ebbe la filosofia per Nietzsche, al di là di rimandi

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meramente testuali,ci sono altri modi nidicati da Colli: egli si basa, ad esempio, su alcuni datibiografici, come il decennio dedicato all’insegnamento della filologia classica, la preponderanza,nei primi anni, dell’interesse per la musica e la poesia, l’amore per l’antichità classica ecc..Altri spunti interessanti (alcuni dei quali sono ricalcati , tra l’altro, su quelli di Colli) li offreGiametta nel libro Nietzsche e i suoi interpreti, dove ad esempio viene rimarcato comel’originalità di Nietzsche in qualità di pensatore sia di molto diminuita qualora si mettano inrilievo i debiti nei confronti di Schopenhauer (del quale il giovane Nietzsche aveva letto l’operafondamentale nel 1865, rimanendone fortemente colpito [16] ).Lo stesso vale anche per altri filosofi (e non solo filosofi) “saccheggiati da Nietzsche”, (perusare una colorita espressione di Anacleto Verrecchia, cfr. La catastrofe di Nietzsche a Torino);è il caso di Spinoza, per citarne uno.Sossio Giametta è uno di quegli interpreti che hanno appassionatamente sostenuto laafilosoficità di Nietzsche, proponendo una interpretazione della sua opera che rende ragionedelle sue indubitabili doti di poeta e moralista. Tuttavia, per quanto il suo lavoro siaapprezzabile, credo che l’ultima parola su Nietzsche spetti a Colli , anche se, va ripetuto ancorauna volta, qualcosa come “l’ultima parola su Nietzsche” non esiste [17] .3Capitolo primoINTRODUZIONE E CONTESTUALIZZAZIONE DEL PENSIERO DI GIORGIO COLLI“Io credo che la giusta conoscenza filosofica debba essere la base di ogni lavorointellettuale, ma concordo con Lei che si debba filosofare, ossia parlare di queste cose, ilmeno possibile(...)” [18]

Filosofia greca antica e Nietzsche : ecco ciò che salterebbe all'occhio di chi ripercorresse , ancherapidamente e con superficialità, il curriculum vitae di Giorgio Colli : La nascita della filosofia(1975), La sapienza greca ( prevista in undici volumi, ma che vide l'uscita soltanto dei primi tre, rispettivamente nel 1977,1978 e1980), l'insegnamento di Storia della filosofia antica pressol'università di Pisa (ininterrottamente dal 1948 fino alla morte sopravvenuta il 6 gennaio del1979) sono solo segni , i più evidenti ,di un radicato interesse per il passato ,che è inteso da Collicome "tradizione", come tra-mandato che conferisce senso al presente (per la "tradizione" omeglio per il tema del passato il testo di riferimento è La ragione errabonda ; anticipando si puòdire che il passato è importante per Colli in quanto soltanto ad esso appartiene la vera sophia, ela vera sophia appartiene a sua volta, soltanto alla sapienza dei Presocratici; cfr. anche DopoNietzsche , p.62 e p.75). Interesse , peraltro, presente già dai tempi in cui Colli frequental'università e che lo porterà alla laurea nel 1939 con una tesi su Platone e alle primepubblicazioni Politicità ellenica e Platone (1938), Lo sviluppo del pensiero politico di Platone(1939) , e poi al più importante La natura ama nascondersi (1948). Quest’ultimo è il frutto didieci anni di lavoro e insieme a La sapienza greca rappresenta il rovesciamento della prospettivainterpretativa nei confronti del pensiero greco che vede un “progresso” a partire già daiPresocratici , e non solo da Platone e Aristotele in poi; anzi.Lo scopo e la sostanza del libro sono ben precisati dallo stesso Colli : “Tutte le ricerche fattesinora non hanno per noi un’importanza essenziale, e servono quasi soltanto persgombrare la strada, al fine di cogliere i Prescolastici attraverso le loro stesse parole”(La natura ama nascondersi, p.134)[19] . Voglio, en passant, richiamare l'attenzione sul fattoche quest’opera è dedicata alla memoria di Nietzsche, e che proprio Nietzsche è la figura che sierge , insieme a quella di Burckhardt, a unico ed autentico interprete della Grecia classica :“(...) secondo la nostra prospettiva (...) ben poco di vitale è stato compreso sinora dellaGrecia, all’infuori di quanto hanno detto Nietzsche e Burckhardt.” ,(La natura amanascondersi, p.14) .Accanto a questi , che sono i dati "esteriori" , vorrei aggiungere le testimonianze di chi haconosciuto Colli non solo come pensatore, ma anche come uomo; testimonianze a livellopersonale dunque, che sono indispensabili per integrare quelli che altrimenti rimarrebbero deifreddi dati "esteriori" ; perché se è vero, ad es., che per più di un ventennio l'ambiente di Colli

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fu quello universitario, è altrettanto vero che dall'università egli mantenne sempre le distanze ;per farsi un’idea di ciò si confronti la “Nota” di Giuliana Lanata in Per una enciclopedia diautori classici : di Colli l'autrice afferma che fu "parzialmente inserito nell'istituzioneuniversitaria" a causa del suo "radicato convincimento secondo cui l'università comeistituzione non è in grado di produrre una cultura radicalmente innovatrice" ( op.cit.,p.153) [20] .Dire Colli non significa , naturalmente , chiamare in causa soltanto la storia della filosofia antica[21] e Nietzsche, dal momento che si è occupato anche di Kant e Schopenhauer : per Einaudicurò la traduzione della Critica della ragion pura , che venne pubblicata nel 1957 e dei Parerga4e paralipomena , che uscì nel 1976 . Colli inoltre ha scritto testi in cui trovano spazio (anche senon molto in verità, come vedremo) temi teoretici : Filosofia dell’espressione (1969) e Laragione errabonda. Quaderni postumi(quest'ultimo , a cura del figlio di Colli, Enrico,è uscito postumo nel 1982); e infine , last but notleast, c'è "il signor Nietzsche" , come accennato all'inizio. Nietzsche, perché Colli curò laedizione critica delle sue opere,com'è noto: il progetto ,che venne avviato nel 1962 da Colliinsieme ai collaboratori Mazzino Montinari, Maria Ludovica Pampaloni, Mario Carpitella eSossio Giametta, portò alle traduzioni in lingua italiana(1965) e francese (1966) [22] –------------------------------------L'edizione tedesca invece , originariamente pensata come prima versione, cominciò ad esserepubblicata soltanto nel 1967 presso de Gruyter. Nietzsche , ancora, perché esiste un importantetesto (costruito "nietzschianamente" con degli aforismi): si tratta di Dopo Nietzsche (1974), lasola opera pubblicata su Nietzsche da Colli mentre era ancora in vita , che comincia ad esserepensata già nel 1957 (quindi in un periodo in cui Colli è già da tempo profondamente immersonello studio della filosofia antica) come dimostra un confronto con il materiale contenuto ne Laragione errabonda . Se si volesse anticipare sommariamente il contenuto del libro , si potrebbedire che il presupposto di Colli è che “Nietzsche sia stato l'ultima grande figura del pensierooccidentale , e che perciò la filosofia non abbia altra scelta se non quella di porsi le stessequestioni che Nietzsche individuò e sulle quali, alla fine, il suo destino si infranse" . Questoalmeno è ciò che scrive l'ignoto autore nella presentazione del libro; in realtà la faccenda non ècosì semplice.Semmai sarebbe stato più corretto scrivere che uno degli interrogativi riguardanti la collocazionedel pensiero di Nietzsche e sui quali Colli si è soffermato più a lungo , concernono proprio il suostatus di filosofo in quanto tale; detto più brevemente ,che Nietzsche sia un filosofo non è poicosì scontato. Lo testimonia il fatto che Colli oscilli nel momento in cui si tratta di definireNietzsche, arrivando a dire che non è un filosofo (cfr. La ragione errabonda, §84, pp.93-95), cheè un grande filosofo (cfr.id., § 111,p.128) o,addirittura, che è un filosofo a metà (cfr. id.,§118,p.137).Se poi sia possibile stabilire se alla fine Colli si decida per una di queste tre possibilità o seinvece lasci la questione irrisolta ( il che costituirebbe purtuttavia sempre una risposta) lo siscoprirà alla fine di questa ricerca. Forse.Nietzsche ,infine, per un ultimo testo Scritti su Nietzsche , uscito anch’esso postumo nel 1982,che raccoglie le prefazioni alle singole opere di Nietzsche così come sono uscite presso Adelphi ;ma per buona sostanza si tratta anche in questo caso di materiale che compare già in La ragioneerrabonda ,sotto forma di abbozzo preliminare.A prima vista la disparità di interesse , da un lato il passato depositario della vera filosofia e il"moderno" Nietzsche dall'altro, può lasciare perplessi: se uno dei motivi centrali del pensierodi Colli è la rivendicazione dell'originalità/originarietà dei primi filosofi ( o meglio dei sapienti)come vedremo, ci si dovrebbe per lo meno aspettare da parte di Colli una critica serrata alladegenerazione rappresentata dalla moderna filosofia occidentale ( ed effettivamente la criticac’è) e in particolare una critica a Nietzsche ( c’è anche questa ) [23] che rappresenta (almenosecondo alcuni interpreti) l'estrema propaggine, la fine della metafisica (heideggerianamente

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intesa). Per il momento mi limito a questa considerazione: è opportuno ricordare che , perquanto moderno e per quanto inserito nel filone del pensiero occidentale da Platone in poi,Nietzsche rimane pur sempre un pensatore "inattuale" [24] e che dunque la sua appartenenza allastoria della filosofia occidentale è per lo meno problematica; secondariamente posso soltantoipotizzare ,per ora, che ci siano delle ragioni nascoste ( tutte da vedere) in base alle qualil’accostamento, da parte di Colli, Nietzsche/ filosofia antica, può essere chiarito e giustificato :5una “ragione” ad es. potrebbe essere l'idea di classicità che accomuna i due, e che Collisviluppa sulle orme di Nietzsche, e cioè: per Nietzsche l'esser classico si identifica con l'essergreco , che a sua volta rappresenta l'identificazione di vita e conoscenza ( e a tale identificazionetendeva Colli con il suo pensiero) . In ogni caso per cercare di comprendere cosa si nascondedietro allo sguardo che Colli rivolge al passato, e perché per lui la filosofia antica (intesa cometradizione, come passato tra-mandato) sia così importante, può essere utile fare riferimento a duetesti: La nascita della filosofia e La sapienza greca . In particolare la prima contiene alcuni deitemi più cari a Colli, che preliminarmente possono essere sintetizzati citando quanto scriveGiuliana Lanata nella sua già citata nota: "valore negativo conferito alla parola scritta (allascrittura); avversione per lo spirito di sistema; diffidenza nei confronti del metodo; sospetto perogni forma di intellettualismo; aspirazione a una conoscenza immediata".La nascita della filosofia ( la somiglianza del titolo con la Geburt nietzscheana è soltantocasuale?), è un libretto di sole 116 pagine facilmente, anzi piacevolmente leggibili, nelle qualiColli tenta di riportare alla luce quelle che nel linguaggio comune vengono definite come "lemisteriose origini della filosofia greca" ; per Colli , in realtà, non c'è nulla di misterioso: lafilosofia inizia con Platone, e da chiarire, semmai, sono le origini della sapienza. A questo punto,per chiarire a che cosa Colli faccia riferimento con il termine sapienza, è opportuno e necessarioriportare un passo tratto da La sapienza greca ; proprio all'inizio dei "Criteri dell'edizione" Colliscrive: "Si tratta qui, con una nuova edizione, di documentare in modo esauriente quellache di solito viene chiamata - con riduttiva designazione cronologica - "la filosofiapresocratica", ma che mi sembra più pertinente denominare " la sapienza greca". Coloroinfatti le cui parole vengono qui raccolte erano chiamati "sapienti" dai loro contemporanei,e ancora Platone li indica con tal nome. In quell'epoca "sapienza" significava anche abilitàtecnica, oppure saggezza della vita(...) sapiente (...) era uno che possedeva l’eccellenza delconoscere ."(op.cit., p.9 ). Qui si chiarisce che cosa intenda Colli per sapienza, o meglio ancora “chi” siano isapienti senza (che ci sia il bisogno di perdersi in lunghe, laboriose nonché noiose parafrasi).Piuttosto ci si dovrebbe chiedere a quale scopo Colli operi questa distinzione ; per rispondereconviene rifarsi alle ultime pagine de La nascita della filosofia : "L'età dei sapienti vacontrapposta (...) e merita di essere messa più in alto, rispetto all'età dei filosofi" ( p.113).Dunque l’intento è chiaro : si tratta di una netta presa di posizione contro la filosofia “moderna”,con la quale Colli intende ridimensionarne le ambizioni nonché le presunzioni che ne hannoanimato la storia. Del resto se non avessimo interrotto precedentemente la lettura dell'incipit deLa sapienza greca avremmo fatto la stessa scoperta , oltre a un'ulteriore preziosa precisazionemetodologica, riguardante il modo in cui ci si deve accostare al passato: "Tutto il pensiero cheviene dopo dipende in qualche modo dal pensiero di quei sapienti. Sarebbe però un errorevoler recuperare la sapienza greca attraverso quello che ne ha detto la filosofia posteriore."(La sapienza greca, p. 9 ) . In questo passo la preminenza della "età dei sapienti" su quellamoderna è solamente accennata, sottaciuta, mentre ne La nascita della filosofia è dichiarataapertamente come già visto e come Colli ribadisce dopo poche pagine : “ Ma quello che cipremeva di suggerire è che quanto precede la filosofia, il tronco per cui la tradizione usa ilnome di “sapienza” e da cui esce questo virgulto presto intristito , è per noi, remotissimidiscendenti - secondo una paradossale inversione dei tempi - più vitale della filosofiastessa.” (p.116).Non interessa tanto qui la ricostruzione storica volta a chiarire le origini della sapienza, quanto

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il riconoscimento :a) del fatto che la filosofia rappresenta una "triste" degenerazione;b)della "superiorità" (per il momento dico così) degli antichi, dei sapienti dell’antichità, della6sapienza Presocratica in definitiva; superiorità peraltro che era già stata riconosciuta da Platone ,nella misura in cui quest'ultimo " (...) chiama la propria letteratura "filosofia"contrapponendola alla precedente “sofia” .” (La nascita della filosofia ,pp.110-111) ; il cheequivale a dire che l'amore della sapienza sta più in basso della sapienza stessa . Alla luce diquanto detto finora si chiarisce qual'è (o dovrebbe essere) la posizione del filosofo nei confrontidel passato, il cui compito consiste nel riconoscere ciò che è stato detto e scritto [25] .Vanno particolarmente messi in risalto due elementi del pensiero di Colli che potrebbero tornareutili nel momento in cui si passerà a Nietzsche :1) il valore negativo attribuito alla parola scritta, tema che compare spesso nella produzione diColli ; ad es. nell'ultimo capitolo de La nascita della filosofia, il nono, intitolato "Filosofia comeletteratura" , dove viene trattato , con chiarezza esemplare e tono divulgativo, in riferimento adue importanti passi platonici (“fondamentali” li definisce Colli) : il mito raccontato nel Fedrosull'invenzione della scrittura e un passo contenuto nella Settima Lettera ;2) l'interpretazione della dialettica greca [26] come essenzialmente (auto)distruttiva. Per quantoriguarda il problema della scrittura mi limito a considerare tre cose:*) la parola scritta è falsificante per due motivi: perché ha perso il suo carattere enigmatico , ilsuo essere originariamente enigma [27] , cioè legato alla sfera religiosa , e perché segna unallontanamento dall'immediatezza che per Colli è invece una dimensione privilegiata;**) la scrittura segna la fine della sapienza e insieme il destino della filosofia: “Dopo lapubblicazione del Simposio , il destino della filosofia è suggellato” ( La natura amanascondersi, p.301 ). L'espressione "contaminazione letteraria" viene us ata da Colli proprioper indicare il processo in cui la sapienza tramonta in virtù del suo non essere più trasmessaattraverso la parola pronunciata oralmente.***) la condanna della scrittura non è inappellabile : l'aforisma , ad es., è risparmiato [28] .Per quanto concerne la dialettica greca, invece, vale il presupposto enunciato da Colli ne Lanascita della filosofia : la ragione, e conseguentemente la dialettica, nascono nella Grecia deisapienti come discorso su qualcos'altro ,che non rischia di svuotarsi del suo significato autenticofintantoché viene mantenuto il sostrato religioso ( e ciò è reso possibile dalla forma enigmatica,come già detto). Secondo Colli l'approdo finale al quale giunge il procedimento dialettico, la cuimassima espressione è rappresentata da Gorgia, è la mancanza di senso o l'impossibilità diconferire un senso. A questo proposito sono utili alcuni passi tratti dalla La ragione errabonda :“La dialettica è l’incidente, <l’avventura e > la disavventura del pensiero greco, ciò che hafatto scalpore, e che, pur travisata, ha determinato tutto il pensiero teoretico posteriore.” (§205,p.261).L'interpretazione della dialettica è un tema (uno dei tanti) che accomuna le riflessioni di Colli eNietzsche: quest’ultimo, com’è noto, aveva condannato la dialettica socratica [29] ( si pensi alle“stoccate” de La nascita della tragedia , o al Crepuscolo degli Idoli, “Il problema Socrate” )perché responsabile della decadenza greca ; Colli corregge l’impostazione nietzschianasostenendo che la decadenza del pensiero inizia prima di Socrate, e precisamente con Zenone diElea (cfr. Dopo Nietzsche, p. 46). Secondo Colli la dialettica scatena un procedimento distruttivoche ha poi influenzato l'intera tradizione del pensiero occidentale; distruttivo perché "qualsiasigiudizio,nella cui verità l'uomo creda, può essere confutato" (La nascita della filosofia, p.86).Tornando a Colli, è soltanto con Filosofia dell’espressione e con le annotazioni diaristiche deLa ragione errabonda, che si può entrare nel vivo del suo pensiero , della sua riflessionefilosofica, meglio, mentre i testi dedicati alla Grecia possono essere catalogati come filologici oper lo meno come filologicamente orientati (questo vale soprattutto per La natura amanascondersi e La sapienza greca, anche se la filologia sembra soltanto un pretesto per occuparsidi filosofia). La ragione errabonda mi sarà particolarmente utile ( e di fatto è il testo che ho7

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consultato più attentamente) perché in essa Colli affronta il pensiero di Nietzsche alla luce dialcuni temi, oltre a quelli che accennati sopra ai quali si è dedicato per tutta la vita. Se poi sivolesse leggere questi testi, come anche gli altri, alla luce di un unico pensiero fondamentale cheda solo, si dice riesca a caratterizzare ogni pensatore , ci si dovrebbe rifare all’enorme stima ealla considerazione rivolta al passato (in particolare quello greco). Ho catalogato sbrigativamenteFilosofia dell’espressione come testo teoretico, ma in realtà , delle tre parti che costituisconol’opera soltanto la seconda ( “Il riflusso” ) è teoretica, segnatamente per quanto riguarda lalogica; l’ultima parte ,che reca come titolo La ragione errabonda ,è dedicata ancora una voltaalla Grecia, mentre la seconda parte ( L’apparenza) sembra essere il risultato di unacontaminazione tra i temi trattati nelle altre due parti (nonostante venga come prima). A parermio il meglio del libro lo si trova alla fine (cosa che del resto era già capitata con La natura amanascondersi il cui excipit è semplicemente “The rest is silence” ); nelle ultime pagine diFilosofia dell’espressione trovano spazio una serie di questioni , di tracce che meritano di essereriportate per intero: “Da ultimo una serie di domande senza disegno apparente, con risposteadeguatamente ambigue. Perché i sapienti erano detti “terribili” dagli antichi? Forse pervenerazione, forse perché nessuno era capace di scoprire a quali fini mirassero le loro parole.Ma oggi i filosofi sono agnelli! Anche il filosofo è un commediante? Guardate i suoi concetti,quando lo spettacolo è finito. la pergamena è srotolata per intero. Ecco il burattinaio cheripone , inerti e afflosciate , le marionette del suo gioco , che ne raccoglie i fili arruffati. Laconfutazione delle pretese dogmatiche, sistematiche della ragione può configurarsi come undogma , un sistema? Sì certo, ma questo è un faute de mieux , una formula biforcuta esfrangiata. Se tutto è espressione, anche questo sarà un’espressione, con i limiti che lecompetono. In ogni caso non si prenda alla lettera nessun sistema di pensiero, poiché sempreci sarà in esso un aspetto contingente, un’insufficienza. E’ forse un pathos filosoficol’attrazione verso l’enigma? Chi tenta di interpretare il mondo come un enigma è mosso da unistinto serio, ferreo, profondo, violento, quasi per il presentimento che in fondo alle cose vi siaun filo conduttore, scoperto il quale sia possibile tracciare il disegno per uscire dal labirintodella vita e ,insieme, da un istinto giocoso, lieve, avido di imprevisto, dall’ebbrezza di chi togliecon lentezza i veli dall’ignoto.(...) Alla fine il riso [30] , oppure? Sì , ma il riso è uno spasimoespressivo. I dadi sono gettati e ancora rotolano : eppure, quando si arrestano, mostranoqualcosa che non è un giuoco.”Un’ ultima osservazione riguardante la presenza “nascosta” di Nietzsche nelle prime opere diColli: se La natura ama nascondersi, ad es., è dedicato alla memoria di Nietzsche , in Filosofiadell’espressione il suo nome compare una volta soltanto, e nel paragrafo intitolato “Apollineo edionisiaco ” ( parte terza, p. 189) ; ma si tratta appunto di una “comparsa” soltanto, di unapresenza occasionale, quasi fortuita. La figura di Nietzsche è destinata a trovare ben altro spazione La ragione errabonda e negli altri due testi che analizzerò fra poco.Capitolo secondoLA CONCEZIONE DELLA FILOSOFIA SECONDO COLLI“Se si fosse badato * che Platone ha scritto i suoi dialoghi per divertimento (...) la storiadella filosofia non sarebbe quella che è (...)In generale gli “influssi” dei filosofi su altri filosofi, cioè quello che si chiama la storia della8filosofia, non sono altro che errori di interpretazione. (...)Seriamente, si deve quindi negare nel modo più reciso la storia della filosofia. Ciò che ognipensatore “prende” da un predecessore vicino o lontano non è altro se non quello chevoleva trovare da qualche parte, pur restando nella sua mente.” (La ragione errabonda , §148, p.193)“Il nostro discorso è filosofico , non letterario” (Scritti su Nietzsche, p.110)Prima di passare all’interpretazione di Nietzsche tout court, è opportuno fare un breve (perquanto è lecito) excursus sulla concezione che ha Colli della filosofia [31] . Per farlo mi affideròall’analisi di alcuni frammenti de La ragione errabonda , seguendo i quali è possibile affrontare

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la questione “filosofia” da diversi punti di vista( che considero fondamentali per poter seguiresuccessivamente Colli nella sua interpretazione di Nietzsche) e cioè : La concezione dellafilosofia secondo Colli, La crisi della filosofia moderna, La concezione della filosofia diNietzsche secondo Colli. Quest’ultimo che può anche essere considerato come “terzo puntodi vista” relativo alla questione “che cos’è filosofia”, in realtà costituisce l’argomentoprincipale del mio lavoro di ricerca e cercherò di illustrarlo nel terzo capitolo; bisogna peròavvertire illettore che talvolta filosofia di Colli e filosofia di Nietzsche coincidono: ciò è vero sia perché leaffinità tra questi due pensatori sono evidenti e rilevabili anche ad un'analisi superficiale, siaperché Colli si pone nella "scia" di Nietzsche ;per cui può capitare che nel parlare del propriofilosofare ,Colli faccia riferimento direttamente alla filosofia di Nietzsche e che, viceversa, nelparlare della filosofia di Nietzsche si colleghi implicitamente alla propria riflessione filosofica [32]

; ciò potrebbe rendere difficoltosa allora la mia distinzione, ma in realtà, nonostante l’oscurità diColli( che non è certo minore rispetto a quella di Nietzsche [33] ) è possibile delinearedistintamente le due correnti di pensiero che fanno capo a questi due “filosofi”.Ora, si deve innanzitutto tener presente che Colli distingue tra filosofia e filosofia moderna : laprima è trattata ai paragrafi 111, ,120 ; la seconda ai paragrafi 88, 92 ; c'è infine il paragrafo 112,che le prende in esame contemporaneamente. Devo premettere che è difficile rispondereunivocamente alla domanda “che cos’è la filosofia” , dal momento che il termine è troppo vastoper poter essere compres(s)o in una definizione, fosse anche quella di Colli, che naturalmente hala sua idea di filosofia (soggetta tra l’altro a cambiamenti e oscillazioni all’interno del suopensiero, come si vedrà). Per il momento perciò è necessario isolare quei testi dove compare iltema ; voglio inoltre precisare che ciò che mi interressa maggiormente è il mettere indiscussione ,da parte di Colli, il valore della filosofia(fino a valutarla negativamente [34] ) esecondariamente cercare di evidenziare la sfiducia nei suoi mezzi espressivi ,che sarebberorappresentati dalla scrittura; (sfiducia che in fin dei conti, vorrei attribuire anche a Nietzsche [35] ). Una volta fatto ciò, si hanno le basi per poter fare un confronto volto a stabilire se l’idea che haColli della filosofia , e quindi , del filosofo in generale , coincida in qualche modo conl’interpretazione di Nietzsche come filosofo ( o come anti-filosofo) . Per fornire preliminarmenteun esempio in cui i termini usati per definire la figura del filosofo coincidono con quelli usati inrelazione a Nietzsche prenderò in esame il frammento 463 [36] ,datato 29.7.69 :" IntroduzioneFilosofo è chi ha il gusto dell'enigma.Lo schiaccianoci di Nietzsche [37] .(...) Il filosofo è anche modesto. Commediante [38] quanto è nella natura dell'uomo chesegue sentieri insoliti, quindi anche un artista [39] di specie raffinata. (...)In genere il sistematico è imposto dalla sferza della necessità - ma il filosofo deve ridere del9suo sistema." , ( La ragione errabonda , p. 486 ).La concezione della filosofia secondo Colli“Una filosofia è di regola una manipolazione di concetti (...)” ; così Colli in Scritti suNietzsche (p. 111); mentre in Dopo Nietzsche definisce il filosofo “cacciatore per eccellenzadella totalità” (p.51) ,intendendo con ciò alludere alla presunzione (definita suggestivamentecome “pathos dell’ingordigia” ) di cogliere la totalità del reale.Ma torniamo a La ragione errabonda e procediamo rispettando l’ordine dei frammenti : § 111(datato 21.12.61):" La grande filosofiaLa grande filosofia - quella greca più antica [40] e quella indiana [41] , immerge l'uomonell'animalità, e comprende l'uomo - sotto l'aspetto universale della vita - attraverso la suaanimalità.Per questo la rinascita della grande filosofia è legata al nome di Schopenhauer , e Nietzscheè un grande filosofo nella misura in cui si rivela l'unico schopenhaueriano autentico [42] (...)il grande pensiero di Schopenhauer, cui è stata assegnata la sigla di irrazionalismo, inrealtà non è altro che una teoria della ragione che contesta la supremazia della ragione [43] .

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Questo pensiero Nietzsche l'ha fatto suo(...)" ; (La ragione errabonda, p.128) [44] .Del valore accordato da parte di Colli ( e da parte di Nietzsche) ai Greci si sa già; una novità ècostituita invece dalla elevata considerazione nei confronti della filosofia indiana [45] . Il discorsosulla filosofia che annulla se stessa e che svanisce nel silenzio[46] , se non mi sbaglio è il giustomodo di intendere l’espressione “una teoria della ragione che contesta la supremazia dellaragione ”; questo tipo di discorso ( o di “ragionamento” ) è proprio uno dei miei capisaldi , unpunto di riferimento obbligato anche per quanto riguarda Nietzsche [47] ; Colli stesso fa anchealtri accenni in tale direzione , si confronti, ad es., § 459 (24. 7. 69) :“Introduzione . La filosofia come sistema che indica qualcosa che non tollera sistemi.Provvisorietà e insufficienza di ogni costruzione filosofica - ambiguità e ambivalenza diogni sistema. Sistema scritto che tradisce quello verbale che tradisce quello interiore.” [48]

,(La ragione errabonda, p.486).La via del silenzio, quasi una "tentazione" sia per Colli che perNietzsche, deriva dalla constatazione dalla inadeguatezza dell’intelletto, che si dimostra incapacedi restituire fedelmente "l'esperienza interiore”, rendendo così impraticabile la comunicazionecon gli altri; ma se non ci si può far capire con le parole, tanto vale rimanere ,saggiamente, insilenzio:"Coloro che sanno non parlano;Coloro che parlano non sanno”, Tao Te Ching, cit. in A.W.Watts, La via dello zen ,p.11..Tornando a Colli ,al frammento 120 egli si esprime in termini che sembrano denotare fiducianella possibilità di una definizione “positiva” della filosofia, che io , invece, ho precedentementemesso in dubbio : “(...)diciamo che la filosofia ormai è appunto questo studio scientifico delpassato(...) ; ma in realtà ,subito dopo, il carattere di non definibilità della filosofia èriconfermato : “Soltanto, per interrogare col vecchio Socrate , c’è forse qualcuno che sappiarispondere - senza poter essere confutato - alla domanda: che cos’è la filosofia? (...) ,( Laragione errabonda, p.141) . Vale la pena, ora, di riportare l’interessante testimonianza di un10allievo di Nietzsche , Ludwig Wilhelm Kelterborn , che nelle sue memorie annota: “ (...) la cosapiù spassosa, si ebbe quando una volta propose l’enigmatico problema di che cosa sia lafilosofia o un filosofo, interrogativo cui nessuno riuscì a trovare la risposta, di cui in veritàanche lui ci è rimasto debitore (...)” ( cit. in C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. I, p.485).Diverso ,invece, è il contenuto del frammento 121 (datato 28.2.62) dove si assiste al grandeconfronto tra Nietzsche e la filosofia (non solo del passato come potrebbe far presupporre iltitolo del frammento , che è appunto ) dove delinea sinteticamente la posizione di Nietzsche neiconfronti della "tradizione" filosofica in quanto tale :“ Nietzsche e la filosofia del passato(...) Nietzsche non condivideva la nostra valutazione altissima della filosofia indiana [49] (...)Del pensiero moderno non gli interessano gli sviluppi razionalistici (Kant) ma soltantol’ottimismo amoralistico-mistico di Spinoza(...)Il suo unico modello - da cui attingere forza -(...) rimarrà sempre per lui il mondopresocratico, in specie Eraclito e Empedocle(...) ,(La ragione errabonda, pp.141-142).Ci sono anche altre definizioni di filosofia, che rispetto a quelle che ho richiamato finora, sonoforse più “camuffate” e meno comprensibili in quanto fanno riferimento alla filosofia a partire daprecisi problemi (trattati nel III capitolo) ma che tuttavia meritano di venir citate; una di questedefinizioni si trova al § 127 :“(...) Nell’eliminare ogni prospettiva storica consiste la vera filosofia (...) ,(La ragioneerrabonda , p. 173).Questo breve passo offre (forse) lo spunto per un’importante considerazione riguardante la storiadella filosofia , storia della filosofia che è anche l’argomento del frammento 148 (La ragioneerrabonda, p.193) Quando Colli nega la storia della filosofia ha in mente ,fondamentalmente,due cose:a) un recupero meno indiretto dei filosofi (e cioè un “dialogo” virtuale senza il bisogno di

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ricorrere ai manuali) ;b) Nietzsche ,per il quale Colli sostiene, come già detto , l’inutilità di ogni interpretazione.Un’altra interessante definizione di filosofia compare al frammento § 189 : “ In questi diversiatteggiamenti della ragione [50] ; si delineano i diversi tipi dei filosofi ; e tale punto diosservazione in generale è così rilevante che da esso si può tentare una definizione dellafilosofia. Sempre il filosofo si interessa e si serve della ragione, (...). C’è però un tipo difilosofo che rimane indifferente al suo tempo, che resiste alla suggestione del conoscere edell’agire storico. (....)” ,(pp. 245-246) . Un tale "tipo di filosofo" è Nietzsche, filosofo inattualepar excellence,(e un tale tipo di filosofo è anche Colli), e filosofo "irrazionale" incontrapposizione a quei filosofi che vedono nella "ragione" il solo dominio del sapere filosofico.Accanto a quelle che potrei chiamare definizioni “classiche” o che comunque possono suonarecome tali, ce ne sono delle altre che potrei definire “scomode” ; scomode perché mettono indiscussione radicalmente la validità del sapere filosofico ; è il caso del frammento 112 (datato22.12.61) : "La grande filosofia oggi(...) Nietzsche è stato profetico ,nella previsione di un tramonto del predominio dellaragione. Maquesto non è che un aspetto, e non il più importante, della grande filosofia diNietzsche [51] .”.Al frammento 88 vengono riassunti i “caratteri della filosofia moderna” ;per Colli si tratta di11caratteri sostanzialmente negativi come si può facilmente notare: “ I rapporti tra filosofisempre mediati tra libri [52] . Ogni filosofo ha cominciato daccapo [53] ,prendendo lo spuntoda dottrine [54] di altri filosofi, apprese mediatamente e falsificate unilateralmente [55] (...)Il filosofo si separa dal poeta: sfiorire della fantasia [56] .Il filosofo si separa dallo scienziato: venir meno dell’aristocrazia spirituale, tendenzautilitaria [57] (...).Assurda situazione odierna, in cui è la figlia della filosofia , la matematica, a voler generarela madre (...).La filosofia oggi è morta più di ogni altra espressione culturale (comandante sconfitto).Perché rinasca, occorre la fantasia universale, che trascorra su tutte le cose, le colleghi conspirito dominatore attraverso le loro diversità essenziali e racconti e le sue visioni con mitimetafisici : così ricreerà la cultura, cioè educherà gli spiriti non - finalistici a serrarsi inuna società staccata dallo Stato.Unico esempio moderno : “Zarathustra”<rivoluzione formale>", (La ragione errabonda, pp.101-102).Un altro interessante frammento è § 481, datato 13.10.69 : “Introduzione. Filosofia èletteratura [58] .Ma la ragione in letteratura è dogmatica.Amando la sapienza la si perde.Perché la ragione non accetta i dogmi.Al più, con la filosofia, si può dogmatizzare che non ci sono dogmi.< L’enigma> ” (La ragione errabonda, p.490)Crisi della filosofia modernaLa posizione di sfiducia nella filosofia di Colli non è fine a se stessa, non è, cioè, un partito preso, ma trova le sue motivazioni in base a precisi argomenti; prendo in esame alcuniframmenti,tratti da La ragione errabonda, dove Colli sembra fare il punto sulla situazione dellafilosofia e sulla sua “strana” evoluzione: “ Progressivo inaridirsi della filosofia, che si staccadalla poesia (Descartes) e poi dalla scienza (Kant critico). Isolati : Spinoza, Schopenhauer,Nietzsche.” ( § 78 [59] , p.84-85).Evidente che lo sfondo di simili considerazioni è quellodell’antica Grecia dove prosperavano sia i filosofi poeti (Pindaro, Empedocle, Simonide, ecc.),sia i filosofi scienziati (Talete, Democrito, ecc.)Anche il frammento 234 (datato 1.4.66 ) delinea la limitatezza della filosofia moderna a partiredal confronto con la “prima filosofia” (cioè quella greca),una filosofia che non “manipola”

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concetti morti,ma scaturisce, secondo Colli, direttamente dalla vita stessa;quella vita che lafilosofia moderna ( in quanto discorso su qualcos’ altro), ha disconosciuto e mortificato :“L’angustia della filosofia moderna si scopre quando si ritorni alla dialettica greca e ingenere si consideri come la filosofia greca sino ad Aristotele non è altro che linguaggiovivente.La crisi della filosofia, anziché in senso nichilistico [60] , può così risolversi in un recuperodell’espressione primitiva, e mediante ciò a una comprensione autentica di quei contenuti.Noi però se facciamo filosofia, dobbiamo per forza esprimerci con la parola scritta. Cioènon possiamo parlare dialetticamente come i Greci - ma non si sfugge all’espressione12dogmatica.” ,(La ragione errabonda, p.298).Si tenga presente anche quell’aforisma di Dopo Nietzsche dove vengono delineate “nascita” e“Miserie del filosofo”: “Se la capacità di astrarre e di argomentare si affina solo dopodegenerazioni di uomini che passano la vita a discutere tra loro, se una tradizione scritta alriguardo non è che un pallido surrogato (...), qual’è il destino del filosofo? All’esperienzavivente (...) deve rinunziare (...); (...) vive per sentito dire, crede che la vita sia quello che stascritto nei libri. Ma il filosofo è tracotante, e poiché attraverso i libri che legge non scopreuna tradizione, (..;), ecco che ne inventa una, ossia assume un gruppo di libri comecanonico, concorde nei significati delle parole e nelle idee generali, il che non è. Così nasceil filosofo (....). Il disordine razionale è completo: chi costruisce sistemi filosofici non sipreoccupa di stabilirne le fondamenta. E chi combatte i sistemi non sa che può far questosolo esibendo principi, poiché il problema della ragione si identifica con quello dei suoiprincipi.” E concludendo riporto ciò che sta all’inizio del passo,dove Colli sembra sancire lafine della filosofia e dimostrare tutto il suo pessimismo in una possibile sua “rinascita”: “(...) imali della filosofia sono senza rimedio.” ,(Dopo Nietzsche , pp.91-93).La concezione della filosofia di Nietzsche secondo Colli“La filosofia, quale io da allora l’ho intesa e vissuta , è la ricerca intenzionale di tutti gliaspetti ostili e inquietanti dell’esistenza , di tutto quanto in passato è stato maledetto dallamorale, considerato inferiore dagli idealisti.” [61]

“(...) che lo spirito più profondo debba anche essere anche il più frivolo , questa èaddirittura la formula dellamia filosofia.” [62]

Per un accenno preliminare, introduttivo a quello che è il tema principale del mio lavoro indefinitiva, vorrei esaminare ora (dal momento che più avanti affronto direttamente l’argomento )alcuni passi tratti da La ragione errabonda e da Scritti su Nietzsche ; inizio dal frammento §117 (intitolato “Nietzsche e la storia” ): “Sul tema della storia, prima di ogni altra cosa,Nietzsche si allontana da Schopenhauer. Questa decisione è fondamentale per la sua vita.Egli medita sulla cosa dal 1866 al 1873 * , (...). Sino allora egli conserva la possibilità didiventare un filosofo puro , indifferente al mondo della storia , e la cosa lo tenta. Ma Pfortae la filologia, i quindici anni di studi storici (...) pesano s ull’altro piatto della bilancia.(...)Nietzsche ha anche pensato che la forma nuova della filosofia dovesse essere appunto quellastorica.” Questo della storia è un motivo che troverà in Scritti su Nietzsche una elaborazione piùchiara e precisa sempre in relazione all’esser filosofo di Nietzsche e all’essere filosofi ingenerale: “(...) Nietzsche cerca di staccare sé e i suoi lettori dal proprio tempo, questo è dafilosofo, anzi è ciò che caratterizza lo sguardo filosofico” (Scritti su Nietzsche, p.82); (sitratta, a ben vedere ,del rifiuto della storia [63] ,tema centrale della Seconda Inattuale ).Nello stesso frammento trovano spazio altre considerazioni di carattere generale, che riguardanoi Greci :“ (...) In quanto conosce e giudica la vita dell’uomo, il filosofo considererà anche la storia13dell’uomo, e anche dove il passato non è ingombrante e incombente - ad esempio nellaGrecia del V secolo - il filosofo si esprime già in termini storici.”Per poi tornare ancora una volta a Nietzsche: “ (...)Sì, è vero: la storia può accompagnarsi auna pienezza di vita [64] (...), e in questo Nietzsche forse ha avuto ragione, quando cercava

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un linguaggio filosofico. (....)” (pp. 135-136) ; prima con Colli si era detto che la vera filosofiaconsiste nell’eliminazione di ogni prospettiva storica ; ma è lo stesso Colli che in Scritti suNietzsche affronta la questione in modo diverso : “Nietzsche è filosofo già per la maestria nelmaneggiare i concetti astratti , nell’intrecciare in modo impensato gli universali” anche sepoi specifica : “ciò che lo contraddistingue, tuttavia, e che rivela la sua eccezionalevocazione artistica, è la variabilità iridescente del materiale magmatico su cui di volta involta è costruito ogni suo universale.” (op.cit., p.107).La riflessione sulla filosofia di Nietzsche offre poi lo spunto a Colli per chiedersi come dovrebbeessere e se si dia ,nel mondo moderno, propriamente ancora il filosofo ; sembra che Colli,nonostante tutto , auspichi un risorgere , una rinascita della filosofia, del sapere filosofico inquanto tale : “E’ oggi ancora possibile il “filosofo” ?” , si domanda Colli in Scritti suNietzsche (p.154);ma in realtà, e lo si appena visto, si tratta di una domando alla quale Collirisponde negativamente. Invece è dubbio che anche Nietzsche coltivasse la speranza per unarenaissance della filosofia [65] , come invece sostiene Colli; secondo Colli Nietzsche “rifiuta ilpassato della filosofia e il linguaggio di questo passato. La filosofia non esiste più, ma ifilosofi devono ancora esistere(...)” (Scritti su Nietzsche, p.105).Capitolo terzoL'INTERPRETAZIONE DI NIETZSCHE COME ANTI-FILOSOFO“Egli ha fatto quel che l’avevo invitato a fare, ha abbandonato la cattedra e la scienza ed èdiventato profeta di una religione irreligiosa e di una filosofia non filosofica” [66]

Il miglior modo per cercare di determinare la posizione di Colli nei confronti di Nietzsche ingenerale ,e nei confronti di Nietzsche come anti-filosofo in particolare, è di iniziare conun'analisi de La ragione errabonda, che come opera va privilegiata sia rispetto a DopoNietzsche sia rispetto a Scritti su Nietzsche ; non solo perché La ragione errabonda è il frutto dipiù di venticinque anni di riflessione , ma anche perché Dopo Nietzsche e Scritti su Nietzschesono costituiti in gran parte da una rielaborazione del materiale raccolto ne La ragione14errabonda . (Ciò non significa naturalmente che questi due testi non verranno presi inconsiderazione).Cercherò ora di descrivere più dettagliatamente che cosa sia La ragione errabonda e quantospazio sia dedicato alla trattazione di Nietzsche. La ragione errabonda è costituita da due gruppidi appunti : il primo, comprendente appunti di carattere filosofico, venne compilato dal 1961 al1977 ( anche se i primi appunti risalgono al 1955): si tratta di 889 pagine manoscritte numerate.Il secondo è formato da richiami ad altri appunti, sia precedenti sia contemporanei , che Colliscrisse su quaderni e fogli , raccolti a loro volta in cartelle numerate; infine , il materiale ècompletato da altri gruppi di fogli e da due piccoli taccuini. La ragione errabonda è lapubblicazione di tutto ciò. Per quanto riguarda il contenuto vale la pena di riportare quanto scriveEnrico Colli nei "Criteri dell’edizione": "(...)l'intera serie dei manoscritti può essere intesa daun lato come una continua elaborazione del suo [di Colli] pensiero(...);dall'altro comemassa di materiale preparatorio da cui mio padre avrebbe poi attinto per la stesura degliscritti pubblicati." (op.cit., p.10).Ovviamente a me interessa soprattutto questa seconda parte, perché in essa rientrano anche gliappunti specificamente "nietzschiani".I frammenti dedicati a Nietzsche , o meglio , quelli in cui appare almeno il suo nome, sonoall'incirca 150: alcuni di questi non hanno molta importanza perché Nietzsche vi compareincidentalmente, di sfuggita o come termine di riferimento per altri argomenti (vedi § 272, §293, § 412 ecc.); ma per la maggior parte si tratta di frammenti di una certa consistenza dedicatiinteramente all’interpretazione di Nietzsche e che solitamente presentano un procedimentoparticolare nel parlarne: il nome di Nietzsche è affiancato di volta in volta a un termine diriferimento (§ 113 Nietzsche e lo Stato, § 117 Nietzsche e la storia , §121 Nietzsche e la filosofiadel passato ecc.).Sono i frammenti più interessanti e dei quali mi occuperò in questo capitolo.

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Per rendere più accessibile l'interpretazione di Colli è opportuno schematizzare alcuni puntifermi. E un simile compito è facilitato dall’esistenza di tre frammenti, § 288 , § 491 e ,soprattutto, § 505, nei quali lo stesso Colli appronta una sorta di "specchietto” che riassume ipunti salienti, gli snodi teorici dell’interpretazione di Nietzsche; si tratta di veri e propri “piani”dai quali Colli trarrà lo spunto per un libro sulla Grecia , che sarà poi La nascita della filosofia (frammento 288) e per il futuro Dopo Nietzsche (frammenti 288 e 505).Prendo in esame il frammento 505, che reca la dicitura "Piano per il "Nietzsche" ”, dopodiché,con procedimento analogo analizzerò gli altri due frammenti .Il “piano” è articolato in ben 201punti; io ne riporterò quelli che reputo più interessanti e , soprattutto, più pertinenti:"1) Nietzsche parla troppo della sua "persona”, dal secondo periodo in poi.[511]Questo è moderno e patologico2) Nietzsche ha scritto troppo3) Mancanza di disciplina e di dominio di sé [506]4) Mancanza di disciplina filosofica. Non ha letto a fondo nessun filosofo, se nonparzialmente Schopenhauer.5) Non è andato a fondo sul problema della ragione e della conoscenza. Fuorviato dalgiudizio su Socrate e la dialettica (per opera di Wagner?)156) Metodo opposto a quello di Nietzsche.Nascondere la verità[67] . [76]17) Nietzsche filosofo e non filosofo ([84]-cfr. 4)19) Nietzsche e l'espressione scritta. Bisogna intendere come un surrogato la scrittura([86]) <eliminare>31) Vita come letteratura: limite di Nietzsche <cfr.19) 2)>37) Vizi moderni di Nietzsche ([ 93])-Quaderno rosso-44) Nietzsche non è un irrazionalista [104 ]. <[573]>51) La grande filosofia. L'uomo entro l'animalità: grande pensiero che accomunaSchopenhauer ai Greci e agli Indiani, e dove Nietzsche è il suo grande discepolo [511]57) Mostruosità antideduttiva di Nietzsche64) Nietzsche e la religione , negativa e affermativa. Dioniso. Buddha e Nietzsche : religioneatea [123]67) Nietzsche e Schopenhauer. Peso del secondo nella visione del primo (non riconosciutadalla critica) [124] 29775) Nietzsche ha preso da Schopenhauer la condanna del misticismo (illuministi). Mamentre Schopenhauer conosce i mistici (Böhme ecc.), Nietzsche non li legge neppure quindinon riesce ad accorgersi di essere un mistico [68]

79) Nietzsche non ha capito che la scrittura è il mezzo espressivo volgare per eccellenza99) Il filosofo deve risalire alla fonte dell'irradiamento. Nietzsche non l'ha fatto [ 205]100) Il pensiero come lampeggiamento [69] [ 205]103) Lettura -filologo-letterato-filosofo [ 209 c ] [70]

108) Filosofia scritta come episodio: Nietzsche non l'ha capito [234] <cfr.19>109) Nietzsche : filosofo come "individuo". Legame del filosofo con i libri. E' qualcosa disuperato117) Nietzsche come commediante [71]16118) Piano. Non citare Nietzsche [ 288 ]128) La distruzione della ragione è ascetismo [ 297 ]137) Collegamento tra struttura e sistematicità. Nietzsche tenta di sfuggire a questo limite[72] [344 ]150) Non ha senso parlare di Nietzsche [73] [489 ]

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169) Lode della scrittura: Stendahl-Nietzsche-Proust. Aiuto al recupero del passato, epoiché nel passato sta la vita, aiuto a recuperare la vita.Attraverso certi tipi mistici di scrittura si può surrogare la mancanza di immediatezza delnostro mondo.170) Vedere tutto Nietzsche sotto il profilo del problema della scrittura. Che senso haadditare la vita, e intanto consumare la vita nello scrivere, cioè nella non vita, nellacommedia?171) Il demone della scrittura, come sfocia in Nietzsche, ci mette in crisi davanti allascrittura.175) Nietzsche come riformatore dell'esposizione filosofica.Paragone con Platone (introduzione a Zarathustra).La riforma di Platone è il passaggio dalla dialettica (orale) a una retorica scritta. Nietzscherecupera la retorica scritta (quindi è solo un rinascimento della forma platonica, non lacreazione di una forma nuova), che si era fossilizzata nell’astrazione imperante. Nellaretorica c’è una mescolanza con la sfera dell’arte, nel fatto che unilateralmente qualcuno favibrare l’anima di una collettività. La forma di Nietzsche (nello Zarathustra) è di adoperarel’espressione essoterica a fine mistico, provocare un’esaltazione collettiva che sostituisce ilvero e proprio, lo “divulga” (per questo il tono “religioso” dello Zarathustra). In Platonequesto avviene nel Fedro e nel Simposio.184) Nietzsche e l'espressione mistica: Upanisad, Plotino, Böhme198) Il lato orrendo della vita: i veritieri (Nietzsche -Schopenhauer) < [570 ] > [74]

Va detto che ciascuno dei suddetti punti altro non è che la trasposizione schematica, o meglio, lariproposizione sintetica di altri frammenti che Colli aveva scritto precedentemente; faccio unesempio: il punto 17 “Nietzsche filosofo e non filosofo” rimanda al frammento 84 (datato8.7.57), dove viene trattato proprio il tema in questione. Il "piano", che nel testo è numeratocome frammento 505 (datato 31.5.72), ha la funzione di un "promemoria", un espedienteapprontato da Colli per avere a disposizione tutto ciò che a che fare con la sua interpretazione diNietzsche.Passo ora ai frammenti 288 (settembre 1967) e 491 (21.10.71), che come già detto sonoaltrettanti abbozzi di “piani”:“Nietzsche17Introduzione scettica<1> E’ inutile citare o criticare i suoi concetti e le sue opinioni [75] . Nietzsche non ha unavisione del mondo. Nietzsche è antico in questo: che cos’è l’eterno ritorno? allo stesso modocos’è l’ousia di Aristotele e l’idea di Platone?”<2> Analisi della sua espressione. ImmediatezzaVita come scrivereD’altra parte commediante.Vedere come scrive, dal di dentro dei manoscrittiMagia fuorviante della comunicazione(...)<9> Nietzsche e il problema dell’antichità.<14> Zarathustra come bios biotos - sempre in relazione con una comunità di amici.Antireligioso, antiartistico e antifilosofo nel senso di indicare un bios che ricuperi aspettidelle tre cose [76] .<16> Parlare delle sue idee è una della cose più inutili perché nessuno ne può parlaremeglio di quanto lui abbia già fatto. E’ come parlare di noi non di quello che lui voleva al dilà di noi.,(La ragione errabonda, pp.358-360).Frammento 491:“ Progetto di un saggio “sfrenato” su Nietzsche. Divisione:1)Nietzsche e i Greci

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2) Nietzsche e Schopenhauer3) Il misticismo di Nietzsche <GT Za DD: esempi>4) <(1)> La fucina dello stile.5) Nuova filosofia. <filosofia>(...)”, (La ragione errabonda, p. 496).Questi sono dunque i passi in cui compare direttamente Nietzsche o che con Nietzsche sono“imparentati” in qualche modo; come maneggiarli?Dal momento che a me interessa la (anti-)filosoficità di Nietzsche, cercherò di delimitareulteriormente l'ambito della ricerca, concentrandomi su alcune tracce del frammento 505 ( e delframmento 491 in minor misura) che hanno a mio parere a che fare con la quaestio Nietzschefilosofo/antifilosofo; per farlo raggrupperò tali tracce all'interno di un ambito tematico, per cosìdire, ben preciso, e cioè:1) limiti di Nietzsche, punti 1),2),3),31),35),37), 57);2) formazione culturale di Nietzsche, punto 4)3) il problema della ragione, punti 5), 44),128)4) Nietzsche e i Greci (ovv ero il rapporto con la filosofia del passato), punti 9),23),94),165),174), 186) e punto 1) del frammento 4915) Nietzsche e il misticismo punti 22),75),140,153), 184) (e punto 3) del frammento 4916) Nietzsche e Schopenhauer punti 51) , 67) e 198), e punto 2) del frammento 491187) Nietzsche filosofo/non filosofo , punto 17)8) Nietzsche e la religione, punto 649) il problema della scrittura , punti 169), 170) ,171) e175)Ora, ciascuno di questi punti merita di essere approfondito non solo autonomamente, ma anche esoprattutto, laddove sia possibile o necessario, in relazione agli altri punti come vedremo sonostrettamente connessi l’uno all’altro, perché le argomentazioni addotte da Colli per sondare lafilosoficità di Nietzsche si giocano in queste pagine [77] . Un’ultima avvertenza : ciascunargomento richiederebbe un approfondimento a sé stante e di adeguate proporzioni , data lavastità e l’importanza dei contenuti chiamati in causa; ragione e scrittura , ad es. , sono terminifilosoficamente “pesanti”, e un pensatore “importante” come Schopenhauer meriterebbe moltopiù spazio rispetto a quello che qui gli verrà concesso ; lo stesso vale per un tema comeNietzsche e i Greci.LIMITI DI NIETZSCHE1) Nietzsche parla troppo della sua "persona”, dal secondo periodo in poi. [511][78] Questoè moderno e patologico2) Nietzsche ha scritto troppo [79]

3) Mancanza di misura e di dominio di sé <[ 506]> [80]

31) Vita come letteratura [81] : limite diNietzsche <cfr.19) 2)>35) Incapace di un’applicazione prolungata. <cfr.9) [ 578 ] [82]

37) Vizi moderni di Nietzsche ([ 93])57) Mostruosità antideduttiva di Nietzsche [118 ]Va premesso che molte delle “mancanze” di Nietzsche rilevate da Colli investono anche queicampi, quegli ambiti che ho individuato e cercato di delimitare grazie all’analisi dei “piani”contenuti ne La ragione errabonda, in modo che per ciascun campo di essi è possibile riscontraredelle carenze, delle deficienze o delle lacune : così , ad es., può capitare che il punto 2("Nietzsche ha scritto troppo") rientri sia all’interno del tema “limiti di Nietzsche” , sia19all’interno del “problema della scrittura”; ho cercato tuttavia, per quanto possibile, di evitaresimili ripetizioni allo scopo di non creare inutili confusioni . Ora alcuni “vizi” sono giàsporadicamente emersi , altri sono messi a nudo nel frammento 93 intitolato appositamente“Limiti di Nietzsche” e al quale rimanda il punto 37 ("Vizi moderni di Nietzsche") delframmento 505 : “Ha scritto troppo. Come Schopenhauer lo scrivere fu lo scopo e la

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consolazione della sua vita di solitario [83] .(...) Illusione nell'efficacia dello scritto. In talmodo si precluse ogni altro modo di azione (contatti personali, opera educativa). (...) Ma ilpeggio è l’infinita possibilità di fraintenderlo, e di interpretare in modo volgare le sueparole, adattandole agli scopi più bassi. Sua pericolosa tendenza alle affermazioniparadossali(...)Limitate capacità di studio in profondità. La sua intuizione e la suapenetrazione razionale sono assai profonde, ma è incapace di un'applicazione prolungatasu un argomento culturale. (...)In filosofia , non ha capito a fondo Schopenhauer (per esempio nel lato teoretico). Scarsapreparazione logica.(...) egli non poté fare a meno di pensare (insonnia).(...) Non va dimenticato che il suo piglio,la sua natura è del filosofo, non dello storico." ,(La ragione errabonda, pp. 108-110).In questo passo vengono messe in luce temi sui quali Colli ritorna anche altrove e checostituisco no alcune delle tracce in questa "ricerca" della antifilosoficità nietzschiana: si trattadella scrittura, di Schopenhauer, e della formazione intellettuale, nell’ordine. Per il momento milimito a sottolineare come il soffermarsi così insistentemente da parte di Colli , sui limiti e leinsufficienze (in generale) di Nietzsche , dovrebbe per lo meno far riflettere: questo tuttavia èsolo il primo passo , primo per la sua provvisorietà, per il suo rimandare “oltre” , nellaricostruzione dell’interpretazione di Nietzsche come antifilosofo, o , per meglio dire, nellariconoscimento della problematicità di interpretare “pacificamente” Nietzsche come filosofo.Al punto 57 ("Mostruosità antideduttiva di Nietzsche") corrisponde il frammento 118,intitolato “Mancanza di capacità deduttiva” ; è uno dei frammenti più interessanti perché, oltrea porre in primo piano l’essere ( e il non essere) filosofo da parte di Nietzsche, presenta unodegli elementi in base al quale Colli può cominciare a mettere in questione la non filosoficità diNietzsche: “Nietzsche è un filosofo a metà, perché del filosofo possiede, in maniera somma epersino sovrabbondante, la capacità intuitiva, ma manca, a volte in maniera quasiincredibile, del potere di coordinare le intuizioni, e in genere di dedurre. Ora, i filosofigrandi si distinguono dai mediocri proprio per il fatto di possedere, oltre alla generalecapacità deduttiva (...) una eccezionale dote intuitiva. Dove appare l’intuizione [84] senzadeduzione, troviamo tutt’al più un artista[85] . Per Nietzsche tuttavia la cosa è piùcomplicata, perché la natura della sua intuizione è tipicamente filosofica(...)Nietzsche è un “monstrum” [86] già per questa sua costituzione spirituale, a metà tra filosofoe poeta, e propriamente né l’uno né l’altro, già in questo un “unicum”.”,(La ragioneerrabonda, p.137,).É questo un importante tassello per avvicinare, impostare la comprensione di Nietzsche comefilosofo o è un passo falso rispetto a quanto Colli aveva detto finora? Procediamo con ordine :Colli inizia con l’affermare l’essere “ibrido” di Nietzsche in quanto pur essendo dotato dicapacità intuitiva non è in grado di “coordinare le intuizioni”, come già osservato alframmento 93 ( mi riferisco in particolare al passo : “La sua intuizione e la sua penetrazionerazionale sono assai profonde, ma è incapace di un'applicazione prolungata su unargomento culturale.” (La ragione errabonda ,p.108) . Praticamente invariata la versione cheapparirà in Dopo Nietzsche : “Gli manca la coscienza di un rapporto preciso tra la20componente intuitiva del pensiero e quella deduttiva. Nell’intuire egli salta alla conclusionee mentre sta deducendo è colto dall’intuizione.” (op.cit., p.94) ;e più avanti Colli specifica lacausa di ciò : “A Nietzsche mancò una disciplina filosofica istituzionale, soprattuttoriguardo alla logica: ciò si avverte nell’incertezza e nel divagare delle sue argomentazioni,nell’incespicare, zoppicare delle sue deduzioni, nella loro incostanza (...)” (ibid., p.189-190).Poi Colli prosegue dicendo che un “filosofo grande” è tale in virtù del suo essere tanto intuitivoquanto deduttivo; infine la conclusione suona così:“Dove appare l’intuizione senza deduzione, troviamo tutt’al più un artista.”, (La ragioneerrabonda, p.137,§ 118).Ma Nietzsche allora cos’è? Un filosofo dimezzato, un filosofo mediocre o un artista? Tutte e tre

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le cose verrebbe da rispondere, e in effetti usare il termine “monstrum” ( in quanto mezzo poetae mezzo filosofo) come fa Colli è un modo brillante di risolvere il dilemma ( o di lasciarloinsoluto dal momento che “propriamente” Nietzsche non è né filosofo né poeta).Ma i “limiti” diNietzsche non si “limitano” solo a questo aspetto: altri punti deboli sono "spietatamente" rilevatida Colli ( ad es. al frammento 272), ma si tratta di punti deboli che secondo Colli sonofacilmente giustificabili così come è giustificabile tematizzare la problematicità di Nietzschecome pensatore (cfr. frammento 298). Cercherò di mettere in evidenza altre mancanze, ben piùrilevanti ai fini della mio lavoro, nelle pagine che seguono, dove viene trattata laFORMAZIONE CULTURALE“ (...) anche il silenzio è una risposta , e si accorgeranno che a Pforta ho imparato a tacere.”[87]“L’autodistruzione della conoscenza e la ricognizione dei suoi limiti estremi fu ciò che mirese entusiasta di Kant e Schopenhauer. Partendo da questa insoddisfazione credettinell’arte.Pensai che fosse giunta una nuova epoca per l’arte .Sentii il risultato della filosofia come unevento tragico :COME SOPPORTARLO!”[88]

4) Mancanza di disciplina filosofica. Non ha letto a fondo nessun filosofo, se nonparzialmente Schopenhauer.Un primo raggruppamento di frammenti può dunque essere compreso all' interno del tema"formazione culturale di Nietzsche" , che si gioca nei primi anni [89] della vita di Nietzscheovviamente, e che sarebbe lacunosa ,per quanto riguarda lo studio della filosofia ( o della storia21della filosofia , per meglio dire) , ma non per lo studio della filologia; è risaputo che la filologiaclassica costituì la prima materia che Nietzsche studiò sistematicamente e approfonditamente (“unica disciplina di studio” la definisce Colli ,v. La ragione errabonda ,p.83). Con ciò non sivuol dire certo che la filologia goda di un ruolo preponderante, anche se non tenerla debitamentein considerazione sarebbe una leggerezza interpretativa. Semmai potrebbe essere argomento diricerca lo stabilire che ruolo giochi la filologia classica all’interno dell’evoluzione del pensiero(filosofico) di Nietzsche : va osservato, ad esempio, che in Nietzsche diventa filosofia tutto ciòche fino ad un certo punto della sua vita era stato filologia [90] . Per un inquadramento generaledella "faccenda filologia" ,credo sia sufficiente rifarsi a quanto scrive R.Blunck nel primo dei trevolumi della biografia di Nietzsche curata da C.P.Janz,dove si specifica che “(...) Nietzsche non abbracciò il mestiere del filologo perun’inclinazione naturale; questa professione colmava semplicemente una “lacuna” erappresentava il tentativo di autolimitarsi, che certo era nel contempo un ritrarsi davanti aqualcosa che ,come avvertiva oscuramente, gli avrebbe “toccato il cuore”(...).Ma nella scelta di questa professione un sentimento era in lui del tutto genuino: l’ amoreper l’ antichità classica [91] .E a questa egli rimase fedele tutta la vita.”, (C.P.Janz, Vita di Nietzsche ,vol. I, p.104 [92] ).Quello della filologia è un dato interessante anche perché esemplifica una costante di Nietzschesulla quale la biografia di Janz torna quasi ossessivamente e cioè l’oscillare “tra chiarificazionescientifica, storico-critica, filologica e dominio intuitivo, artistico-personale del problema"oscillazione che manifesterebbe " per la prima volta e già con grande nettezza ciò checostituisce così spesso il fascino mutevole e contraddittorio di Nietzsche: la duplicità del suotalento.” ,(ibid., p.80).Quello della “duplicità esistenziale” è uno dei chiodi fissi (leggi chiave interpretativa) di Blunck[93] ; anche Colli in un certo senso sostiene l’esistenza di una “duplicità” Nietzsche, ma a unaltro livello : secondo la sua interpretazione, Nietzsche si sarebbe dibattuto per tutta la vita tradue istinti contrari, aventi entrambi come termine comune la vita: il primo istinto simanifesterebbe come disgusto nei confronti della vita in quanto assurda, senza senso ; il secondocome esigenza di conferire un senso alla vita (cfr. La ragione errabonda , § 109, pp.125-126 ; siveda anche Bhikkhu Nanajivako, “The philosophy of Disgust- Buddho and Nietzsche”, inSchopenhauer Jahrbuch 58 ,1977). Secondo me invece il talento nietzschiano è unico,

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unilaterale (e se al posto di talento dicessi genio , si potrebbe dire con Vattimo “genio delcuore”, , cfr. Al di là del soggetto. Nietzsche ,Heidegger e l’ermeneutica. Vattimo parla di un"uomo di buon carattere" (op.cit. , p.49 ), che costituirebbe il prototipo del superuomo, incontrapposizione a quelle interpretazioni che fanno del superuomo un soggetto potenziato).Quanto detto finora va integrato con altre osservazioni: Colli non si limita infatti a sottolineare lalacune, le carenze , le mancanze "in philosophicis" da parte di Nietzsche, dal punto di vista dellasua insufficiente preparazione o della scarsa competenza in materia [94] o dello scarso interesseper la filosofia ( e per il "popolo dei filosofi"); si potrebbe infatti obiettare a Colli che non èaccertabile né accettabile predeterminare quali siano le tappe che conducono verso larealizzazione del tipo "filosofo" : detto in breve, non avere una formazione filosofica nonsignifica necessariamente non essere filosofi. Tuttavia Colli usa l'espressione "attitudinefilosofica", intendendo alludere con ciò ,credo, all’esistenza di un carattere, di una personalità, diuna natura ,in Nietzsche, che non avrebbe affinità con la filosofia, o che avrebbe a che vederecon la filosofia solo marginalmente . Colli lo dice esplicitamente :(...) Mancanza di disciplina filosofica. Forse addirittura scarsa attitudine filosofica. Il voleressere filosofo è la ricerca di ciò che non aveva." ,(La ragione errabonda ,83,§ 75) . Questoprimo appunto ( anche in senso cronologico, visto che è datato 12.3.57) accenna senza mezze22misure, radicalmente proprio a ciò di cui si fa qui questione.Ritornando alla “duplicità esistenziale” di cui parla Blunck, bisogna notare che lo stesso tipo diconsiderazioni sono svolte da Colli ne La ragione errabonda , e segnatamente nel paragrafo Lafilologia classica : “(...) La rinuncia alla musica [95] e alla poesia accumula in lui ,inavvertitamente, una cattiva coscienza. E’ già cominciato il moto pendolare, l’alternarsi diatteggiamenti estremi ed antitetici che caratterizzerà la sua vita.” (p.126).Tornando alla “mancanza di disciplina filosofica” c’è da dire che questo è uno dei punti suiquali Colli ritorna ripetutamente ed insistentemente ne La ragione errabonda oltre che negli altridue testi su Nietzsche; voglio riportare a testimonianza di questo fatto quanto sta scritto in DopoNietzsche, in particolare nell'aforisma intitolato "Un cervello senza requie": "I filosofi di rilievonon li legge mai direttamente; spesso si rivolge ai manuali di storia della filosofia." (p.142).Merita di essere ricordato anche un passo tratto dall'aforisma "Una lacuna nella divinazione"(sempre da Dopo Nietzsche): "Tra i filosofi , Nietzsche lesse con accanimento soltantoPlatone e Schopenhauer: nel far questo inoltre il suo pathos era morale ed estetico, nonteoretico." (p.82); e di fatto le osservazioni di Colli possono trovare facilmente riscontro econferma oltre che nelle opere di Nietzsche, anche , ad esempio , anche nei lavori di Janz eVerrecchia: Nietzsche non lesse direttamente i filosofi( salvo alcune eccezioni di cui si dirà),preferendo rifarsi ai manuali di storia della filosofia; scrive lo Janz : “Come filosofo , Nietzscheera un autodidatta . Deve confessare di non aver avuto la fortuna di trovare un maestro difilosofia. I suoi personali studi filosofici erano singolarmente eclettici. Conosceva i filosofiantichi , ma anche questi con vistose lacune. Di Aristotele ad esempio, non aveva letto ifondamentali scritti di metafisica e di etica, bensì solo la retorica. Poi superava d’un balzol’intera patristica, la scolastica e il razionalismo, dedicandosi immediatamente alla suaepoca e a quella recentemente trascorsa: prima di tutti Schopenhauer, e poi FriedrichAlbert Lange, Eduard von Hartmann, Ludwig Feuerbach; aveva conosciuto Kant solotramite l’esposizione di Kuno Fischer, e nell’originale aveva letto soltanto la Critica delgiudizio , quindi un’opera di estetica. E’ rimarchevole che quando l’accesso a un filosofoera possibile tramite il problema estetico, egli usasse questo approccio sopra ogni altro.” (v.Vita di Nietzsche, vol. II, p.377) e che “non vi sono rivolgimenti repentini nell’itinerario diNietzsche filosofo” ( op.cit., vol. I, p.580; si veda anche il paragrafo intitolato “L’ambientefilosofico” pp.471-476) . Tuttavia le "frequentazioni" di Nietzsche in campo filosofico, sebbenerare, comprendono la conoscenza di filosofi e possono essere riassunte e ordinate [96] comesegue :Feuerbach, Ludwig (letto nel 1861) dal quale Nietzsche mutua , oltre alla polemica col

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cristianesimo com’è noto, la critica al gusto , tipico della dialettica hegeliana per le antitesifittizie a svantaggio delle coordinazioni reali ;Hölderlin [97] e Novalis, i primi “filosofi” [98] a cui si avvicinò come testimoniano alcunepagine de La mia vita : “Il pomeriggio di solito leggevo nella biblioteca dello zio; vi trovaiNovalis (i cui pensieri filosofici mi interessarono).”,(op.cit., p.75);interessante la testimonianzareperibile in una lettera di Malwida von Meysenburg (una delle amiche più care a Nietzsche),checosì scrive “(...) i singolari rapporti tra Hölderlin e Nietzsche,(...) senza i quali non èpossibile intendere Friedrich Nietzsche, come non è possibile intenderlo senza Novalis” [99] ;23Platone , che Nietzsche lesse per la prima volta con Steinhart, filologo affermato e suo professoredi greco a Pforta ; la lettura dell’opera preferita da Nietzsche, il Simposio ,risale al febbraio 1864e trova riscontro , in uno schizzo autobiografico dell'estate 1864 [100] (citato più volte dallo Janz)ed è annoverata tra le “letture più frequenti” ; successivamente Nietzsche studiò ilProtagora, il Fedone, il Fedro, la Repubblica [101] , l'Apologia e il Gorgia oltre alla Retorica diAristotele; a proposito di Platone vorrei render conto di un particolare legato al primo semestretrascorso da Nietzsche a Basilea in qualità di docente di filologia: in una lettera a Ritschl del 10maggio 1869 riferisce quanto segue: “Con la lettura del Fedone ho l’occasione di infettare difilosofia i miei scolari(...)” [102] ; ciò che è curioso di questo passo è che Nietzsche a sua volta èstato definito un “virus” da Mazzino Montinari. Comunque anche quella di Platone è una“lettura” particolare ; annota infatti Colli che Nietzsche lesse Platone“ (...) per dovereprofessionale, senza preoccuparsi di approfondirlo dal punto di vista teoretico, (...) " (Laragione errabonda , p.514);Schaarschmidt ,Carl, del quale frequentò le lezioni sulla storia della filosofia universale (estate1865); su Schaarschmidt cfr. G.Parkes ,op.cit. e soprattutto J. Figl, “Nietzsches frühe Begegnungmit dem Denken Indiens’”, Nietzsche-Studien, Band 18,1989, pp.456-457;Schopenhauer , Arthur rimando al paragrafo dedicato interamente al rapporto Nietzsche-Schopenhauer.Lange ,Friedrich Albert, l’opera Storia del materialismo [103] , che è “ancora oggi tra i migliorilibri di storia della filosofia” [104] ebbe un impatto ancor più rilevante [105] ; da tale lettura(agosto 1866) Nietzsche non solo sarebbe stato introdotto alla filosofia (cfr. C.P.Janz, Vita diNietzsche ,vol. II, p.548) ma più tardi vi avrebbe trovato “decisive conferme” per la propriafilosofia; inoltre dall’atteggiamento gnoseologico di Lange [106] avrebbe ricavato unrafforzamento della sua convinzione che “(...) tra l’infinità della vita e la sua realtà concretada una parte la limitatezza dell’intelletto dall’altra sussiste una discrepanza incolmabile,che la vita e il mondo sono per loro essenza alogici....”. ( cit. in ibid., p.180). Un’altratestimonianza (diretta questa volta) dell’influenza di Lange si trova in una lettera a Deussenrisalente all’aprile-maggio del 1868: “(...)Il regno della metafisica, e con esso l’area dellaverità “assoluta” è stato innegabilmente inserito in un’unica categoria insieme con lareligione e la poesia. Chi vuole conoscere qualcosa, si limita ora a una conoscenza della cuirelatività egli stesso è consapevole, come per esempio tutti i famosi studiosi di scienzenaturali. Per alcuni la metafisica appartiene dunque alla sfera dei bisogni dell’animo, èessenzialmente edificazione. Per altro verso essa è arte, quella cioè della poesiaconcettuale.” [107]

Kant, Immanuel “ovvero cant come carattere intelligibile” ( così sta scritto in Crepuscolodegli idoli ) , che Nietzsche comincia a “conoscere” tra il 1867 e il 1868 [108] ,avvalendosi delmanuale in due volumi di Kuno Fischer [109] ; le virgolette perché Nietzsche , in realtà, prenderàin mano soltanto la Critica del giudizio (come già detto, o almeno come risulta dagli studinietzschiani; tuttavia la frequenza del dialogo con Kant dovrebbe far riflettere sulla possibilità diuna lettura diretta dell'intera opera del filosofo di Königsberg ; così almeno ritiene R.Blunck, cfr.24C.P.Janz, Vita di Nietzsche , vol.I, p.471; anche L.V.Arena tende a non escludere la possibilità diun tale tipo di lettura, cfr. Nietzsche e il nonsense , pp.41-44 ).Ne La ragione errabonda sul rapporto Kant-Nietzsche troviamo quanto segue: “Kant lo

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colpisce estrinsecamente : lo sente ostile [110] , ma non lo sa superare razionalmente.”,(p.94) . Un interessante confronto per quanto riguarda lo stile invece, lo si trova in DopoNietzsche : “ Lo stile filosofico di Nietzsche è antitetico a quello di Kant il primo è ilrisultato di una faticosa elaborazione (...). Kant invece traduce su carta il travagliatoprocedere stesso dell’intelletto.” ,(p.33) ;Dühring , Eugen ,che Nietzsche legge nello stesso periodo (1867-1868) in cui è “impegnato” conKant, anche se più tardi dell’opera Corso di filosofa come visione del mondo e organizzazionerigorosamente scientifica della vita avrà a dire “è una cosa che mi fa ridere” [111] ;Spinoza, Baruch che Nietzsche conobbe attraverso il manuale di Kuno Fischer (ancora lui!); perfare un esempio dell’impatto che ebbe la lettura di Spinoza su Nietzsche ,si confronti la cartolinaspedita in data (9.7.1881) all’ amico Franz Overbeck : “ Sono stupefatto , rapito! Ho unprecursore, e che razza di precursore!” (cit. in C.P.Janz ,Vita di Nietzsche ,vol. II, p.68).Secondo Colli, Spinoza (del quale Nietzsche condividerebbe soltanto “l’ottimismoamoralistico-mistico” ),è uno dei pochi “filosofi” in senso stretto (leggi classico) che Nietzschenon sottoponga ad una critica corrosiva (v. La ragione errabonda , § 105, pp.121-122 [112] ); vanotato inoltre (come fa Giametta in Nietzsche e i suoi interpreti , p.70) che Spinoza è uno di queifilosofi che gode della rara stima di Colli .L’apprezzamento di Nietzsche per Spinoza si riflette anche in alcuni plagi : l’amor fatinietzschiano, ad es., sarebbe manifestamente un plagio dell’amor dei di Spinoza [113] ; così lecritiche di Nietzsche all’antropomorfismo, al finalismo e al libero arbitrio sarebbero soltanto unaripresa di Spinoza, anzi è Nietzsche stesso a riconoscere i suoi “debiti” nei confronti di Spinoza(cfr. la cartolina a Overbeck citata sopra).Torno, per concludere a Colli e a una sua considerazione di carattere generale in merito allaformazione di Nietzsche, che può “chiudere” l’argomento. Ne La ragione errabonda ,alframmento 531 (datato 28;8.72) Colli scrive : "La formazione intellettuale di Nietzsche èpesantemente condizionata dai difetti tradizionali tedeschi su questo terreno,dall'astrattezza e dal vizio sistematico.(...) In generale sembra quasi che Nietzsche non voglia di proposito leggere direttamente itesti originali dei filosofi. Fatta eccezione per Platone che lesse per dovere professionale,senza preoccuparsi di approfondirlo dal punto di vista teoretico, (...) "( p.514)In conclusione ,allora, si può concordare con Blunck quando afferma che “Le grandi questionifondamentali della filosofia, il problema dell’ultima radice dell’essere e quello dellapossibilità e dei limiti di tali conoscenze, escono dagli interessi di Nietzsche.” (cit. inC.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. I , p.471).Nietzsche non solo non affronta lo studio dei singoli filosofi , (salvo le dovute eccezioni che horicordato), come già osservato,; e se lo fa,lo fa in modo del tutto “personale” [114] ,il che nonsarebbe nemmeno sbagliato : ma non affronta nemmeno i problemi fondamentali della filosofia[115] ,quei problemi ,quei teoremi, quei pensieiri “classici” che costituiscono il contenuto di unqualunque manuale di storia della filosofia.Per questo Colli insiste sul tasto della formazioneculturale, perché qui è possibile rintracciare l’origine della atipicità di Nietzsche come filosofo.25IL PROBLEMA DELLA RAGIONE"La fede nelle categorie della ragione è la causa del nichilismo" [116]

"(...) la fiducia nella ragione e nelle sue categorie, nella dialettica, cioè il giudizio di valoredella logica, dimostrano solo la loro utilità ,provata dall’esperienza, per la vita, non la loro"verità"." [117]

" La fiducia nella ragione - perché non sfiducia?" [118]

5) Non è andato a fondo sul problema della ragione e della conoscenza.(Fuorviato dalgiudizio su Socrate e la dialettica)44) Nietzsche non è un irrazionalista [104 ].<[573]>128) La distruzione della ragione è ascetismo[119] [ 297 ]Quello della ragione è un problema che forse risalta meglio se si parte con il considerare quello

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che è stata e quello che ha rappresentato, secondo Colli, la ragione per i Greci [120] e cioèun’arma distruttiva ,prima che costruttiva ( cfr. Dopo Nietzsche , p.85); e anche Nietzsche è suquesta linea interpretativa.Quello della ragione, in relazione a Nietzsche , è per Colli il problema dell’irrazionalismo (diNietzsche) in definitiva, ed è un problema insieme contemporaneo/anteriore/posteriore aNietzsche : contemporaneo in quanto riguarda la temperie culturale di Nietzsche, temperierimasta pesantemente influenzata da Nietzsche stesso e che a sua volta ha lasciato tracce in lui;anteriore perché, ad es., esiste anche il problema della ragione in Grecia, (che verrà trattato nelparagrafo Nietzsche e i Greci) ; posteriore perché “dopo Nietzsche” forse la ragione non è piùun “problema” ,nel senso che Nietzsche , e con lui Colli, sembra auspicare un “tramonto dellaragione” [121] in vista di una rinascita non solo spirituale, ma anche “fisica”, legata cioè alladimensione del corpo : “La distruzione della ragione è una ricostituzione della salutedell’uomo.” (La ragione errabonda , [122] § 143, p.184).Ora, qual’è la posizione di Colli nei confronti della razionalità ? Naturalmente anch’egli possiedeun’idea personale di ragione, deducibile da alcune affermazioni, come queste : “ La ragioneumana <- chiamiamo così lo strumento del conoscere->” (La ragione errabonda , § 188) ,“La ragione esprime un istinto di dominazione. La sua storia [123] lo dimostra.” ( ibid.,frammento 192, p. 248).Per capire meglio l’impostazione di Colli in merito al problema dellaragione , si possono confrontare anche i frammenti 104 e 573, ai quali rimanda il punto 44("Nietzsche non è un irrazionalista" ); il primo (datato 28.11.61) parla di Nietzsche all’interno26della “querelle” Nietzsche razionalista/irrazionalista, che da sempre ha visto divisi i maggioriinterpreti [124] :“ Nietzsche rimane immerso nell’irrazionalismo di tutto il secolo, non è uno degliscatenatori dell’irrazionalismo, anzi lo è meno di tutti gli altri , sino a che si rivolge ai Grecidell’epoca classica e a Schopenhauer. Ma neppure lui ha visto il problema della ragione. Lasua formazione filosofica non ha rotto la barriera: egli ha toccato i Greci nell’arte , nelritmo, nella storia, ma non riguardo al logos. Il problema della ragione è la ricerca di leggiuniversali (anti-relativismo): quindi proprio gli illuministi, gli storici, gli hegeliani < i piùfluidi> sono i più irrazionali. Essi guardano alla fenomenologia, non alle condizioni. ENietzsche è il più razionalista, nel tentare le grandi gerarchie che discendono dalla“natura” umana.” (La ragione errabonda ,p.120) ; come si vede è un passo molto denso ,specie nel momento in cui Colli si ricollega (con un procedimento che diventerà più frequentesoprattutto in Dopo Nietzsche) a due dei punti che ho evidenziato, i Greci e Schopenhauer; ilsecondo frammento invece (datato 7.2.73) suona come definitivo:"La ragione è mortaL'ultimo mito che Nietzsche non è riuscito ad abbattere - lui stesso è stato anzi la suaultima vittima- è quello della ragione (...)Oggi noi vediamo meglio di Nietzsche su questo punto. Nietzsche non fu un irrazionalista,ma un fanatico assertore della ragione, (...).";(ibid., p. 525 ) ; per ragione , non lo si è dettoancora, è da intendere logos, ragione discorsiva in particolare , come si può apprendere dalframmento 147:“Ciò che noi chiamiamo “ragione” deriva più o meno da ciò che essi [ Platone e Socrate]chiamavano “ logos” . Oggi, il problema della ragione è semplicemente il tema dellafilosofia.” ( ibid., p.190) [125] . Ma forse a questo punto conviene affidarsi agli aforismi diDopoNietzsche , dove viene affrontato il tentativo di una definizione “positiva” della ragione: “Critica della tendenza sistematicaLa ragione è dapprima un discorso comune, una discussione, che di fronte a una collettivitàscelta traduce in parole vincolanti un’esperienza nascosta, interiore.”(pp. 24-25) e ancora : “Un titolo ambitoLa ragione è una tendenza plastica che mira a inchiodare la realtà, a fermarla, a costruirequalcosa di solido e immutabile, a modellare, configurare il magmatico. ( Nietzsche è un

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razionalista nelle intenzioni ) ” (p.64); per illustrare l’uso particolare che fa Nietzsche dellaragione e al quale ho già accennato , si può vedere“ L’ingenuo credente nella ragione” :“Nietzsche adopera di regola la ragione come arma distruttiva (...).Il suo scetticismotuttavia non è veramente estremistico: non gli accade di sottoporre la ragione stessa aun’indagine radicale, né di demolirla in assoluto per la sua intrinseca debolezza, non giàper gli errori di chi la maneggia.” (p. 85)Così Colli in Dopo Nietzsche; ed è una fortuna che qui Colli usi il termine estremistico perchécosì si espone a una possibile critica, dal momento che c’è chi ,al contrario, ha visto nel pensierodi Nietzsche “un’ottica dell’estremo”, tale che “(...) non è possibile configurare questopensiero [di Nietzsche] al di fuori del contesto problematico del “passaggio” (...)” [126]

-------------------------------------------Voglio ritornare ora all’aforisma “Critica della tendenza sistematica” per una precisazione cheriguarda proprio l’inizio : “La ragione è dapprima....” questo dapprima è giustificato dalseguito dell’argomentazione di Colli, che individua due stadi, due momenti successivi, quello del“discorso retorico” e quello della “forma scritta”; poi, passando a Nietzsche, Colli può dire cheegli “ (...) ha schernito le illusioni e le presunzioni della filosofia sistematica” ma che tuttavia27Nietzsche non è riuscito a liberarsi dal retaggio“di una filosofia come retorica[127] ”Dunque la filosofia sistematica, ma possiamo anche dire la tradizione razionalistica ,chiamata quiin causa da Colli, viene sottoposta a una critica molto simile a quella svolta dall’ultimo Nietzsche(quello dei frammenti postumi per intenderci, dove “l’essere manca” ed è “una vuota finzione”[128] ; tale tradizione è riassumibile (sintetizzando al massimo) in tre principi di base:a) esiste un essere ( o una realtà oggettiva) e un soggetto (cogito sostanziale);b) la conoscenza può cogliere esaustivamente la realtà;c) il vertice della conoscenza è l’individuazione di leggi formali e universali.Per Colli l’essere razionalista di Nietzsche non è poi così problematico, dal momento chenonostante tutte le sue indicazioni in contrario, egli della ragione si avvale continuamente,esaltandola con ciò al massimo ; si confronti anche quanto scrive Janz in merito alla logica (si staparlando dell’aporia in cui Nietzsche è impigliato, da quando ha messo in dubbio la“conoscenza” come possibile in assoluto [129] ): “Nietzsche fa seguire alla critica dellaconoscenza un nuovo corso, e involontariamente mette in questione per prima la propriaattività. Egli contesta la possibilità della deduzione logica- ma se ne avvaleininterrottamente!” [130] .Ma c’è anche la possibilità di intenderlo razionalista e irrazionalista al tempo stesso, per quantociò possa apparire contraddittorio e paradossale; è il caso di chi ritiene questo essere razionalistae irrazionalista come un “(...) riflesso di quella drammatica contraddizione del pensieromoderno in cui, per dirla metaforicamente, il serpente si morde la coda.” ,(cfr. C. Sini,Semiotica e filosofia , Il Mulino, Bologna, 1978, pp.105-155 ) .Sono d'accordo con Sini [131] , anche se ciò significa ammettere l’intima appartenenza diNietzsche alla storia del pensiero moderno.Stigmatizzare i limiti, i fallimenti della ragione, della razionalità non basta per Colli: si deveanche individuare la causa dell’impasse nel tentativo di organizzare il mondo ( che in definitiva èl’obiettivo di ogni sforzo razionalizzante); si veda il frammento 510 :“ Dimenticando donde giunge il sentieroLa debolezza del raziocinio moderno nasce da un’ipertrofia del pensiero astratto - dovequesto smarrisce il contatto con la sua matrice.” ,( La ragione errabonda, p.511). Credo sipossa rilevare un’affinità tra il contenuto concettuale di quest’ultimo passo e lo spirito che animalo zen in generale, e la poesia zen in particolare : affine nella forma per la sua concisione ( labrevità è una delle caratteristiche tipicamente “zen” [132] ), si pensi al mondo, uno scambio dibattute sotto forma di fulminante botta e risposta,e che di solito si svolge tra maestro zen e

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discepolo [133]

, e agli haiku [134] ,come quello del poeta zen Tessho:Finalmente oltre il limiteNon più legami né dipendenzaCom’è calmo l’oceano che sovrasta il Nulla(cit. in Poesie zen,Newton Compton, p.44).NIETZSCHE E I GRECI [135]28“ I veri filosofi dei Greci sono quelli che precedono Socrate: con Socrate, qualcosacambia.” [136]

“ Oh, questi Greci! loro sì che sapevano vivere ! Per riuscirvi occorre arrestarcicoraggiosamente alla superficie , all’increspatura, alla scorza , occorre adorare l’apparenza, credere alle forme , ai suoni , alle parole , all’intero Olimpo dell’apparenza ! Questi Grecierano superficiali - per profondità ... E non facciamo appunto ritorno a loro , noi spericolatidello spirito , noi che abbiamo scoperto la più alta e rischiosa vetta del pensierocontemporaneo e di lassù ci siamo guardati attorno, noi che di lassù abbiamo rivolto losguardo in basso ? Non siamo appunto in questo - Greci ?” [137]

“Io ho scoperto la grecità :essi credevano all’eterno ritorno !Questa è la fede dei misteri [138]

!”9) Nietzsche non è giunto a un’opera matura sui Greci. Colpa del filologismo ([ 79 ])23) Che cosa ci possono insegnare i Greci? ([90] )94) La decadenza greca165) Nietzsche conosce i Greci attraverso fonti biografiche tarde. Così certe opinioni suPlatone [139]

174) Visione solare della vita - visione greca. Dire qual è - comunicarla- non c’è niente chevalga più di questo. Nietzsche ha voluto farlo, ma non ci è riuscito.186) Nietzsche ha recuperato la Grecia, ma non la dialettica greca[140] .Il tema del rapporto tra Nietzsche e Grecia, grecità, mondo greco viene trattato da Colli, più emeno estesamente in una serie di frammenti il cui contenuto spazia da considerazioni sul tipo diconoscenze sul mondo greco in possesso di Nietzsche a osservazioni sull’importanza e sulleconseguenze di tali conoscenze per il suo pensiero: “ Nietzsche conosceva i Greci attraversofonti biografiche tarde (...)” ( La ragione errabonda , frammento 42,p.58) e “(...) Nietzscherivolto ai greci sin da giovanissimo (...).Al di là di Socrate l’uomo è più schietto. L’idealedi Nietzsche non è l’uomo naturalistico o barbarico, ma l’uomo che sopporta e adoperal’intelletto, senza esserne guastato(...) Nietzsche non studia la Grecia per interesse storico,ma per formare se stesso, (...)” Nietzsche non ci ha lasciato un’opera organica e maturasulla Grecia........” (frammento 79, intitolato “Nietzsche e gli antichi” ,pp.85-86).Si vedano anche le osservazioni di Janz che si sofferma brevemente ma con chiarezzasull’argomento : “ La formazione ellenica di Nietzsche, sulla base soprattutto della filosofianaturalistica preplatonica, illuministica e tendente allo scetticismo della Ionia, torna apervadere tutto il suo spirito e plasma le sue idee.” ( Vita di Nietzsche ,vol. II,p.523) e ancora“Conosceva i filosofi antichi , ma anche questi con vistose lacune. Di Aristotele ad esempio,29non aveva letto i fondamentali scritti di metafisica e di etica, bensì solo la retorica.”(ibid.,p.377).Tornando a Colli si deve rivedere anche il già citato frammento 121, dove è spiegato dove trovala sua condizione fondante il rapporto Nietzsche/Greci : “Tale considerazione [e cioè il fattoche in filosofia ci si rivolga al passato tanto più quanto si consideri la vita da un punto di vista“libresco” ] favorisce un immediato riferimento di tutta la questione a Nietzsche . Negliultimi cento anni Nietzsche è stato l’unico pensatore che si sia rivolto alla filosofia delpassato e del presente solo dopo di aver guardato alla vita -secondo una prospettivauniversale- e abbia sino alla fine continuato a fare così. (...)Il suo unico modello - da cuiattingere forza -(...) rimarrà sempre per lui il mondo presocratico, in specie Eraclito e

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Empedocle(...)” (La ragione errabonda ,pp.141-142); se Nietzsche si rivolge al passato, e inparticolare a quello dei Greci, e perché per lui questi ultimi rappresentano il tipo “uomo” più alto(è questo uno dei concetti sui quali Nietzsche insiste spesso: “Io considero la moralità grecacome la più alta finora esistita...” ,frammenti postumi 1882-1884,v.F.W.Nietzsche,Opere ,vol.VII, tomo I, parte I, p.245). .Ci sono dei luoghi, poi, in cui Colli sembra quasi giustificare il suo “continuare l’opera diNietzsche” , sottolineandone , a mo’ di pretesto, le “lacune” nell’interpretazione della Grecia: “(...) <Nietzsche è penetrato nelle anime di quegli uomini [ i Greci ] , ma non ne ha visto icorpi, o non li ha riconosciuti.>” ( § 195, p.252; cfr. anche quanto dice Colli sulla scarsaconoscenza della scultura greca, per cui Nietzsche non avrebbe capito il sorriso dei kuroi , §215a, p.268 ; anche se affermazioni di tal fatta sono controbilanciate da altre volte ad apprezzarela capacità di Nietzsche nel “divinare” l’antica Grecia : “< Nessuno ha spinto quanto lui inavanti lo sguardo sulla Grecia.>“ ( § 208a ,p.264)); oppure quando Colli contesta a Nietzschela polarità istituita tra Apollo e Dioniso: Nietzsche ha visto solo la follia di Dioniso, ha trascuratol’altro volto di Apollo , il volto crudele del saettatore e sterminatore, non ha collegato al diol’origine del logos....Un altro aspetto che è sfuggito a Nietzsche secondo Colli è il vero sensodella dialettica: per il primo si tratta di un gioco futile; infine Colli rimprovera a Nietzsche la“tendenza viziosa” a usare come fonti di informazione la letteratura indiretta (cfr. La ragioneerrabonda, § 42,pp.58-59) . Tuttavia al di là dei “difetti” addebitatigli da Colli, Nietzsche ha ilmerito di aver consegnato alla storia del pensiero l’immagine di una Grecia inattuale. Lariflessione sui Greci diventa importante anche ad un altro livello: “La scoperta filosofica diNietzsche, il suo giudizio concreto, ci riporta sul piano teoretico dei greci. Quando sonocreativi, i Greci pensano per lampeggiamenti [ cfr. § 505!!!!!!] ,pronunciano giudizi, senzagiustificare le condizioni e senza dimostrare. Tipico è Eraclito [141] . Ma i Presocratici inblocco rivelano, tutt’al più raccontano, ma non dimostrano [come nelle storie zen!?].(...)”(§ 205, p. 261); ma che la riflessione sui Greci , non sia solo importante , ma addiritturafondamentale per la comprensione di Nietzsche lo si evince dal frammento 298: “ Laproblematica di Nietzsche può essere superata solo dal punto di vista teoretico. (...) I puntideboli di Nietzsche possono essere superati solo con un approfondimento teoretico delconcetto di verità, di metafisica (contro il suo collegamento metafisica-ideale ascetico) , diteoria della conoscenza. (...)In generale si tratta della rettifica del suo concetto di filosofia (che l’ha portato tra l’altro a fraintendere il significato della filosofia greca). I filosofi grecinon sono razionalisti , non sono teorici della morale, non sono metafisici come li intendeNietzsche.” ( p.369).Qual è propriamente questa “problematica” ? Purtroppo qui (come altrove ne La ragioneerrabonda) bisogna fare i conti con la “oscurità” di certe enunciazioni di Colli [142] , che lasciairrisolti problemi e interrogativi.Va notato, infine , che secondo Colli "misticismo e razionalismo non sarebbero in Grecia30qualcosa di antitetico" (La nascita della filosofia, p.79), il che offre l’aggancio per il temasuccessivo .IL MISTICISMO“Scopo vero di ogni filosofare la intuitio mystica”22) Equivoci sul misticismo ([89]) <[507] [143] >75) Nietzsche ha preso da Schopenhauer la condanna del misticismo [144] (illuministi). Mamentre Schopenhauer conosce i mistici (Böhme ecc.), Nietzsche non li legge neppure quindinon riesce ad accorgersi di essere un mistico140) Nietzsche e Platone : riforma essoterica-misticismo [392] <cfr.175)>153) Misticismo visionario di Nietzsche [495]184) Nietzsche e l’espressione mistica : Upanisad, Plotino, Böhme.Sebbene in questo punto non ci siano rimandi ad altri frammenti , non è difficile reperirli peraltre vie ( vale a dire consultando l’indice tematico) : sotto la voce misticismo ci sono tre

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frammenti, 89 (intitolato “ Equivoci sul misticismo”),107 ,652 ; mi servirò soprattutto delsecondo, poiché in esso si parla anche di Nietzsche [145] .Il frammento 107, datato 6.12.61 , si intitola Lo stile di Nietzsche ,e , lo si può già intuireaffronta il tema del misticismo da un punto di vista “formale”:“ Il suo [ di Nietzsche ] stile è mistico, nel senso di comunicare una vita interiore che non èaccessibile a tutti. (...) E se artista è chi rende comunicabile a tutti, attraversoun’espressione concreta, la vita rappresentativa individuale,artista sarà anche chi esprimeconcretamente la vita interiore. Non solo, ovviamente, il musicista autentico, ma in generaleil mistico che tenta l’espressione [146] , e in particolare il pensatore che scrive comeNietzsche. In altre parole, il mistico che parla o scrive è un artista per un pubblico limitato,ma non per questo meno universale, poiché tutti quelli che partecipano di quella , o diun’affine, vita interiore ricevono la comunicazione. E’ così stanno le cose per lo stile diNietzsche” ,(La ragione errabonda , p.123).In questo passo ritornano molti termini ( che si riferiscono a Nietzsche) già precedentementeincontrati (artista, musicista, pensatore);ora il quadro si arricchisce di una nuova ed inusualesfumatura “mistica”.Ora, per quanto la tradizione mistica abbia una sua collcazione all’internodella filosofia, non si può certo dire che essa sia molto considerata; e se Nietzsche possiede unatendenza al “misticismo”, solo con ciò egli si allontana dal terreno della filosofia propriamente31detta.Il frammento 652 invece, riprende l’antitesi tra razionalismo-misticismo che era statatratteggiata al § 89 ,e la riprende allo scopo di smentirla ,almeno per quanto riguarda il tempodella Grecia , dal momento che per Colli “misticismo e razionalismo non sono affatto inantitesi (sorgere della matematica nei Pitagorici).” ,(La ragione errabonda, p.103) ; quiinoltre si ha una difesa del misticismo, nella misura in cui l’antitesi ,oltre a non esseregiustificabile, ha il difetto di essere connotata moralmente , tanto che “il razionale è il buono, eil mistico il cattivo” ,(La ragione errabonda, p.536).Il frammento 495,datato 15.12.71, al quale rimanda il punto 153("Misticismo visionario diNietzsche" ) : “Misticismo visionario di Nietzsche - affine a Platone . Il filone sicontrappone al misticismo interiore (Plotino-musicisti). L’elemento razionale interviene inentrambi i casi.” (La ragione errabonda,p.497) [147] ; l'affinità Platone-Nietzsche rimanda , omeglio ci riporta al frammento 392 : “Parallelo tra Nietzsche e Platone : entrambi tentanouna riforma essoterica - ed entrambi si fondano su un’esperienza mistica ineffabile (VIIlettera - eterno ritorno)” , (La ragione errabonda,pp.447-448).Il misticismo viene trattato anche in Dopo Nietzsche : “ Il bisogno di dire(...) La rottura stilistica che certi pensatori operano rispetto alla tradizione espressiva dellafilosofia è ripecussione di una abnorme conquista conoscitiva. Così in Nietzsche. Ognitradizione niene rinnegata, perché l’oggetto della comunicazione è inaudito.” (p.27) ;Intorno all’estasiLa filosofia e l’arte sono tecniche dell’estasi; quest’ultima è una conoscenza noncondizionata dall’individuazione. (...). Il vaso di zinco [148], dalla cui visione sorse l’estasi diJacob Böhme, allude a una deviazione analoga, e decisiva, verso l’esterno , a un abbandonototalmente riuscito - all’improvviso, per una miracolosa frammentazione- della propriaindividualità. Lo stessp si può dire per quel pensiero di Nietzsche, che gli venne incontrolungo il lago di Silvaplana, quando comparve innanzi a lui, che veniva dalla foresta, unenorme masso a forma di piramide.” , (pp.61-62) [149] ; “Ciò che non si può esprimere(...) Dal punto di vista formale il personaggio di Zarathustra è la trasposizione (...) diappartate esperienze mistiche. E la stima iperbolica che Nietzsche testimonia versoZarathustra dimostra che a suo avviso gli era riuscito di esprimere compiutamente quelloche suole chiamarsi inesprimibile.” , (pp.139-140).A quanto pare, ancora una volta tutto è collegato, perché non solo il problema del misticismo èlegato a quello della formazione culturale, della ragione e dei Greci ( è stato chiamato in causa

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Platone e si è parlato di razionalismo e misticismo), ma trattando del misticismo Colli arriva achiamare in causa anche Schopenhauer per toccare infine il problema dello stile ( o in altritermini il problema della scrittura) .NIETZSCHE E SCHOPENHAUER[150]

"Chi ha preparato la mia via : Schopenhauer." [151]

"(...) compresi che il mio istinto seguiva una direzione contraria a quello di32Schopenhauer:tendeva a giustificare la vita,anche ciò che aveva di più terribile,di piùequivoco e menzognero (...)."[152]

51) La grande filosofia. L'uomo entro l'animalità: grande pensiero che accomunaSchopenhauer ai Greci e agli Indiani, e dove Nietzsche è il suo grande discepolo [511]67) Nietzsche e Schopenhauer. Peso del secondo nella visione del primo (non riconosciutadalla critica) [124] <[297]>75) Nietzsche ha preso da Schopenhauer la condanna del misticismo (illuministi). Mamentre Schopenhauer conosce i mistici (Böhme ecc.), Nietzsche non li legge neppure quindinon riesce ad accorgersi di essere un mistico198) Il lato orrendo della vita: i veritieri (Nietzsche -Schopenhauer [153] ) < [570 ] >A Schopenhauer [154] compete senza dubbio un posto speciale rispetto agli altri filosofi [155] , enon solo perché è l’unico filosofo ,insieme a Platone, che Nietzsche abbia realmenteapprofondito, come già osservato [156] . Per avere un’idea generale di tale rapporto, prima dipassare a quello che ha da dire Colli , ci si può rifare a quanto scrive R. Blunck : “Ben prestocomprese che ciò che più gli era congeniale nella dottrina di Schopenhauer non eral’elemento rinunciatario e ascetico, bensì la personalità del filosofo e la sua morale creatrice[157] . (...) Con tutta la passione della sua natura, Nietzsche abbracciò il pessimismo diSchopenhauer, che per primo gli rivelò filosoficamente il contenuto tragico della vita, uncontenuto la cui intera potenza gli veniva dischiusa con sempre maggiore ampiezza dallatragedia classica con i mezzi dell’arte e nella tradizione della sua scienza. Ora la suapersonalità si inarcò nella grande perigliosa tensione tra i due poli della conoscenza tragicae del “però” di un incondizionato sì alla vita(...) ”,(v.C.P.Janz,Vita di Nietzsche ,p.164, vol.I,tutta la pagina verte su Schopenhauer).Uno degli elementi che accomunano i due pensatori è il loro essere antihegeliani [158] :Schopenhauer alla razionalità hegeliana che rivela progressivamente se stessa nel mondo ( fino acoincidere con la sostanza della storia universale) oppone invece la volontà , cieca e irrazionale,unico principio che muove il tutto e lo condanna a un’esistenza tanto effimera quanto insensata.Nietzsche , a differenza di Schopenhauer , scarica tale “insensatezza” nella nozione di amor fati,che a sua volta si esprime nelle forme del riso, del gioco e della danza (cfr. G.M.Bertin,Nietzsche . L’inattuale, idea pedagogica); altre informazioni utili a delineare il rapporto tra i duefilosofi riguardano la prima lettura del Mondo come volontà e rappresentazione [159] diSchopenhauer che “dovette avvenire tra la fine dell’ottobre e l’inizio del novembre 1865;infatti una lettera alla madre e alla sorella del 5 novembre mostra già il suo influsso (...)”,(cit in C.P.Janz,Vita di Nietzsche ,vol. I, p.162) ; per rendere un’ idea dello stato d’animoprodotto da questa lettura, riporto un passo tratto dalla sopra citata lettera in cui Nietzschedescrive “schopenhauerianamente” la vita come “(...) piena di contraddizioni, dove l’unicacosa chiara è che la medesima chiara non è” ,( cit. in ibid.) .33Su Schopenhauer è interessante un passo tratto dalla Terza Inattuale: “Un filosofo contienequalcosa che non potrà mai esserci in una filosofia : vale a dire la causa di molte filosofie, ilgrand’uomo” (cit.in ibid. p.223, ).L’entusiasmo per Schopenhauer, tuttavia, è destinato a scomparire piuttosto rapidamente, seNietzsche nel 1874, dunque dopo nove anni,comincia a manifestare i primi dubbi sul “maestro”;dubbi interpretabili come il segnale, l'avvisaglia di una futura rottura [160] ; nella Quartainattuale Nietzsche si chiede: “Un uomo potrà mai diventare migliore(...) grazie alla filosofiadi Schopenhauer?” ,( cit.in ibid., vol.I, p.661) [161] . Il distacco da Schopenhauer assume invece

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toni drastici nel periodo che precede la c.d. “catastrofe finale”, in particolare nel momento in cuiNietzsche è alla ricerca di una traduzione in inglese per Ecce homo ; ricerca che lo porterà ascoprire tale Helen Zimmern , e della quale scrive che “(...) ha rivelato Schopenhauer agliinglesi perché non anche chi ne è agli antipodi ?...” , ( lettera a Gast del 9 dicembre 1888).Il giudizio di Colli sul rapporto Schopenhauer - Nietzsche tende soprattutto ad evidenziare lelacune di alcuni prestigiosi interpreti di Nietzsche che hanno trascurato l’influenza del primo neiconfronti del secondo; è il caso del frammento 124 [162] de La ragione errabonda : “ Nietzschee SchopenhauerLe interpretazioni più acute di Nietzsche da Bertram a Heller, hanno ignoratol’importanza essenziale che Schopenhauer ha , non solo nella sua formazione, ma in ogniaspetto del suo pensiero maturo. La lettura dei Parerga negli anni di Lipsia (1865) è unodegli avvenimenti capitali nella vita di Nietzsche, più importante del rapporto con Wagner,e sullo stesso piano unicamente con lo studio della Grecia.”,( p.153).Nel frammento 125 ,invece, Colli delinea su cosa è fondato il rapporto di "parentela" che legaquesti due filosofi : “(...) Nietzsche (...) si sentì destinato a essere il successore diSchopenhauer. (...) Si parla di irrazionalismo scatenato da Schopenhauer e Nietzsche - maessi parlavano della natura essenziale - (...). E anche Nietzsche, che fu l’ultimo ad avere lagrande visione, non aveva più il sostegno della civiltà [ per Colli “l’uomo di cultura” senzaquesto sostegno è destinato a soccombere ] , e i mezzi per esprimere quella visione.” (pp.153-157).Non solo riconoscimento dell’importanza di Schopenhauer in relazione a Nietzsche e alproblema dello "scatenamento dell'irrazionalismo" , dunque, ma anche denuncia per chi taleimportanza non l’ha valutata adeguatamente,o addirittura ignorata dunque [163] .Interessanti sono le considerazioni di Sossio Giametta , secondo il quale Nietzsche deriverebbeda Schopenhauer non solo la filosofia estetica ma anche la filosofia tout court; ora , si puòaffermare che ciò equivalga a sminuire Nietzsche come filosofo, o, per lo meno,che tale "debito"nei confronti di Schopenhauer basti a diminuire l'originalità filosofica di Nietzsche ? SecondoGiametta sì , anche se la risposta non scaturisce direttamente dal riconoscimento dei “debiti”nietzscheani nei confronti di Schopenhauer , ma dalla tesi del suo libro; tesi rappresentata nontanto dalla formula "Nietzsche non è un filosofo" (che comunque è e rimane un caposaldo dellasua - e della mia- interpretazione) quanto dal riconoscimento di un fatto ben preciso:l'elemento filosofico in Nietzsche non costituisce il fondamento della sua persona: "In lui loslancio, il genio moralistico poetico era più ampio di quello filosofico...Nietzsche ha fatto una cosa sola , il moralista , ma poeticamente" ,(Nietzsche e i suoiinterpreti ,p.56).Giametta , a corollario della sua tesi, adduce elementi quali l'esaltazione , da parte di Nietzsche,dei moralisti francesi al di sopra dei filosofi e l'essere moralista , prima che filosofo,dell’odiosamato maestro[164] , Schopenhauer.Tornando a Colli e a quello che a da dire sulla "strana coppia",voglio citare il seguente passo:“Ultime tempre filosofiche: Schopenhauer e Nietzsche.Sono gli ultimi che guardino34all’universo [165] .”, (La ragione errabonda,p.106).Il verbo “guardino”, a mio parere, andrebbe inteso in senso lato ( non solo per la miopia diNietzsche); forse per rendere conto in miglior modo dello sguardo lanciato da Nietzsche sull’universo, sarebbe stato più appropriato usare un'altra metafora e far riferimento al “sentire inmodo cosmico” di cui parla Nietzsche nei frammenti postumi; ciò che invece è maggiormenteinteressante in questo breve passo ,è costituito dal fatto che Colli preferisca usare l'espressione"tempra filosofica" al posto di “filosofo” , quasi che questo termine si sia ormai “svuotato” disignificato , o che designi qualcosa di negativo : se Colli ,dunque,dice che Nietzsche non è unfilosofo , ma che , insieme a Schopenhauer, rappresenta una tempra filosofica , non è un caso;forse, perché per avere tempra filosofica non bisogna essere necessariamente un filosofo?!?!?!?Ma cosa significa ,poi, avere tempra filosofica??

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NIETZSCHE FILOSOFO E NON FILOSOFO“ Ho voluto essere il filosofo delle verità spiacevoli - per 6 anni!” [166]

“Se sono un filosofo? Ma questo che importa?” [167]

Il punto 17 rimanda al frammento 84 (datato 8.7.57), intitolato significativamente “Nietzsche ela filosofia” , senza dubbio il più importante perché fornisce l'accesso migliore per giungerealla comprensione di come e in quali termini Colli ponga la questione che mi interessa [168] :“Nietzsche è filosofo più di ogni altro filosofo moderno, se per filosofia s’intende unaconcezione totale della vita, più intuitiva che logica, che si oppone ad ogni limitazione e adogni compromesso pratico. Come rigore e approfondimento di una ricerca logicorazionale(è questo che viene inteso per filosofia nel mondo moderno) Nietzsche non è unfilosofo.I Greci,sin dall’epoca presocratica (Pitagorici,Eleati) riunivano entrambi gliaspetti. Uno Spinoza più un Nietzsche dà un filosofo greco[169] .Nietzsche non ha approfondito razionalmente nessunfilosofo, né greco né moderno. I suoi giudizi su Platone non affrontano mai teoreticamentela dottrina delle idee; su Platone egli fa considerazioni- per lo più generiche- sulle ideemorali,politiche estetiche.Così per Aristotele. Sua notevole ignoranza della storia dellafilosofia.(...)Si può sospettare che l'interesse per la filosofia( nel senso logico-razionale) sia inNietzsche quasi un elemento convenzionale, un riflesso del rispetto istintivo del popolotedesco[170] per la filosofia.”(...) Lo stesso entusiasmo Schopenhauer (è l’unico filosofo razionale, oltre a Platone cheegli abbia veramente studiato) non si fonda su una riflessione teoretica.(...)Scarsa attitudine di Nietzsche per la logica e la metafisica.35Quando vuol essere discorsivo e razionale , Nietzsche affronta i problemi filosofici con lapsicologia ,anziché con la logica.La psicologia - come sfera conoscitiva- è una scienza particolare più che appartenere allafilosofia. Essa si fonda sull'induzione e i dati sensibili.Nietzsche d'altra parte non si serve neppure della psicologia con rigore scientifico, ma comeuno strumento discorsivo e argomentativo, letterariamente suggestivo e filosoficamentesofistico.I buoni risultati cui giunge Nietzsche dipendono dall'acutezza e dalla vastità della suavisione vitale,totale e intuitiva (la più profonda qualità del filosofo [171] .(...)Nietzsche non sadimostrare ma sa cogliere la verità. In parte , Nietzsche ha saputo ovviare alle suedeficienze logiche,scegliendo la forma aforistica, che mette in, rilievogli istanti frammentari dell'intuizione, riducendo l'apparato conoscitivo psicologico.Nietzsche non mostra interesse (né ha capito l'importanza) per la ricerca logica e razionaledei prinicipi.Concetto di arché [s’intende qui principio supremo] ignoto a Nietzsche. Ciò lo distingue daifilosofi completi (Parmenide[essere]-Platone[idea]) e anche dai filosofi moderni (Spinoza[sostanza ] -Kant[noumeno] -Schopenhauer[volontà]).Un po' ingenua la pretesa dell'ultimo Nietzsche(Wille zur Macht ) di fare il filosofosistematico. Egli è appunto l'antitesi dell asistematicità. La “Wille zur Macht”costruita sulla falsariga della “Wille zum Leben”.Altri impedimenti - dovuti all’ambiente - ad una formazione filosofica di Nietzsche.(a)L’educazione filologica , che lo porta verso il “dato”, il particolare(b)la mancanza di una disciplina razionale ( logica - scienze matematiche)(c) immersione nella cultura storica , che rimarrà determinante su tutta la sua evoluzione ele sue riflessioni filosofiche.”(La ragione errabonda ,pp. 93-95).Questo lungo frammento ( ma era necessario riportarlo nella sua interezza , visti titolo econtenuto) racchiude,se non tutta , gran parte della posizione di Colli nei confronti del rapporto

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(o si può già dire non -rapporto?) di Nietzsche con la filosofia [172] .Cercherò ora di articolare e commentare quanto scritto da Colli ; per farlo sarò costretto aframmentare ulteriormente il testo, allo scopo di far risaltare ogni singolo snodo teorico:a) “(...)Si può sospettare che l'interesse per la filosofia( nel senso logico-razionale) sia inNietzsche quasi un elemento convenzionale, un riflesso del rispetto istintivo del popolotedesco per la filosofia."Questo passo suggerisce una domanda (si spera lecita) : che cos'è un libro come Ecce homo ?Oltre ad essere l'ultima opera pubblicata in vita da Nietzsche, è il luogo in cui egli inveisceferocemente contro il popolo tedesco, che, specie nell'"ultimo" Nietzsche ,costituisce uno deibersagli (insieme al Cristianesimo e alla morale) più colpiti dai suoi strali . Voglio dire: se Colliha ragione nel ritenere che il popolo tedesco sia dotato di “rispetto istintivo” nei confronti dellafilosofia ,allora la virulenza con la quale Nietzsche attacca il “tedesco” e tutto ciò che ha odoredi “tedeschità”, non potrebbe essere interpretabile ,per una sorta di improbabile proprietàtransitiva , come un rifiuto della filosofia ( tedesca)?!E allora è la filosofia tedesca in quanto tale (cfr. Crepuscolo degli idoli e L’anticristo) e lafilosofia tout court in quanto origine della filosofia tedesca a rientrare nella corrosiva criticanietzscheana, per quanto tale critica non sia soltanto una semplice conseguenza, un riflessodell’odio di Nietzsche per i “Tedeschi”,(cfr. La ragione errabonda , § 422).36b) Nietzsche non sa dimostrare ma sa cogliere la verità.Questa affermazione può essere presa sia come il riconoscimento della prevalenza data daNietzsche al momento intuitivo,sia come un limite di capacità deduttiva come già visto : Collispecifica che la potenza delle sue intuizioni è fine a se stessa , dal momento che Nietzsche“manca di capacità deduttiva” (frammento 118).Quello che vorrei insinuare è che Nietzscheforse non "volesse" dimostrare la verità ,nel senso che dimostrarla,dirla sarebbe underagliamento rispetto al binario del vero;la conseguenza di ciò sarebbe o una filosofia come"buffoneria" ( ovvero una filosofia che non pretenda di dimostrare nulla) o una filosofia delsilenzio.Su uno scenario del genere si colloca anche la sfiducia di Colli nei confronti dellaparola.c) In parte ,Nietzsche ha saputo ovviare alle sue deficienze logiche,scegliendo la formaaforistica, che mette in rilievo gli istanti frammentari dell'intuizione(...)Il punto c) completa quanto si stava dicendo al punto b): lo strumento al quale Nietzsche affidaoccasionalmente l’espressione "materiale" delle sue “intuizioni” è l’aforisma [173] , che perdefinizione è ,nella sua brevità ,l’antitesi di una lunga trattazione sistematica;l'adozionedell'aforisma è il tentativo di rivolta contro le odiate "lunghe catene dimostrative".Perammissione dello stesso Nietzsche, sappiamo che egli aveva la pretesa di dire in poche frasi ciòche gli altri dicono con un libro intero : “L’aforisma, la sentenza, in cui per primo sonomaestro tra i tedeschi, sono le forme dell’“eternità” ; la mia ambizione è dire in dieci frasiquello che chiunque altro dice in un libro, - quello che chiunque altro non dice in unlibro....”,(Crepuscolo degli idoli, “Scorribande di un inattuale”, § 51) .L’aforisma comincia ad essere preferito come mezzo espressivo a partire da un certo periodo,precisato puntualmente da Verrecchia: “(...) [ Nietzsche ] si era deciso per tale genereletterario a Sorrento, dove Reé gli aveva letto i moralisti francesi.” (La catastrofe diNietzsche a Torino , p.108) ; tale decisione in parte fu anche una necessità ,dovuta al peggioraredella salute di Nietzsche e al suo nuovo modo di intendere la scrittura filosofica . Colli sottolineacome l’aforisma caratterizzi lo stile dell’ultimo Nietzsche soprattutto, anche se riconosce che leprime "ispirazioni aforistiche" si trovano già in Umano,troppo umano [174] : “Egli sviluppa giàqui [ Umano,troppo umano ] e in modo approfondito negli scritti che seguiranno una criticaserrata contro il pensiero logico e deduttivo e la stessa forma aforistica che introduce inUmano,troppo umano accenna alla sua sfiducia nella produttività delle catenedimostrative” (cfr. Scritti su Nietzsche, p.73) ; a tal proposito voglio riportare quanto scrive

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Deleuze in Nietzsche e la filosofia , dove l’analisi della forma espressiva viene sfruttata comeappiglio per delle considerazioni che abbracciano proprio il rapporto di Nietzsche con la filosofiatout court: “ Mai, però un gioco di immagini ha sostituito in Nietzsche un gioco piùprofondo, quello dei concetti e del pensiero filosofico. Il poema e l’aforisma sono le dueespressioni elaborate da Nietzsche. ma esse hanno un rapporto determinabile con lafilosofia. Un aforisma formalmente si presenta come un frammento. è la forma del pensieropluralista; nel suo contenuto, esso vuole esprimere e formulare un senso.”. Apparentementeciò contrasta con la mia tesi, secondo cui Nietzsche ha ben poco da spartire con la filosofia: perDeleuze, se non erro, Nietzsche è un filosofo a tutti gli effetti( pur essendo la sua interpretazioneanti-heideggeriana); in realtà il contrasto svanisce se si considera più attentamente qual’ è laidea di filosofia di Deleuze , o meglio a cosa serva la filosofia propriamente ; ebbene , perDeleuze “ la filosofia serve a turbare” ( Nietzsche e la filosofia , p. 155); col che ci si pone aldi fuori di un certo modo tradizionale di intendere la filosofia, quale strumento apportatore disicurezza: e non esiste (forse) "filosofia" più "perturbante" di quella nietzschiana .37d) Un po' ingenua la pretesa dell'ultimo Nietzsche (Wille zur Macht ) di fare il filosofosistematico. Egli è appunto l'antitesi della sistematicità.Nietzsche rinuncia al progetto della pubblicazione de La volontà di potenza verso la fine diagosto 1888,come risulta dai frammenti postumi; è una rinuncia che ha fatto molto discutere gliinterpreti, che si sono sforzati di capire se si trattasse di uno scacco o di una svolta , di unasconfitta o di una vittoria .Personalmente credo che la verità stia nel mezzo: Nietzschesemplicemente si accorse di aver intrapreso un cammino che non lo avrebbe portato dove luicredeva di arrivare: concludere con un'opera sistematica sarebbe stato un tradimento di quantostava via via maturando, e cioè uno svanire nel silenzio.Probabilmente è ancora presto per giungere a delle conclusioni ( che rischiano di essere per forzagiudicate affrettate), tuttavia l’impressione che si ricava da quanto visto finora è che ,per quanto“largo” ( nel senso di esteso) sia il termine filosofo, esso vada sempre stretto per Nietzsche: chei panni del filosofo ,se mi si concede la metafora, non siano, cioè, della sua misura . Ammettoperò che anche quella del non filosofo alla fine potrebbe essere soltanto una maschera che sottonasconde un’altra figura ( o un’altra maschera?!) , e cioè quella del saggio.NIETZSCHE E LA RELIGIONE“Con la mia condanna del cristianesimo non vorrei essere stato ingiusto verso una religioneaffine (...) : il buddhismo .” (L’anticristo,§20)“(...)Buddha,il maestro della religione dell’autoredenzione :come è ancora lontana l’Europada questo gradi di civiltà!” (Aurora ,§96)"Ci riserviamo molte specie di filosofia, che è necessario insegnare: in determinati casiquella pessimistica, come martello: un buddhismo europeo potrebbe forse risultareindispensabile." (frammento postumo maggio -luglio 1885 [175] )“ 32. Un filosofo interroga BuddhaUn filosofo domandò al Buddha: “ Senza parole, senza l’inespresso, vuoi dirmi la verità?”.Il Buddha rimase in silenzio.Il filosofo fece un inchino e ringraziò il Buddha dicendo : “Con l’aiuto della tua amorevolebontà, mi sono liberato delle mie illusioni e ho imboccato la vera via”.Quando il filosofo si fu allontanato, Ananda domandò al Buddha che cosa avesse ottenutoquel tale.Il Buddha rispose : “Un buon cavallo corre anche soltanto all’ombra della frusta”. [176]3864) Nietzsche e la religione , negativa e affermativa. Dioniso. Buddha e Nietzsche [177] :religione atea [123]E’ quasi inutile sottolineare come anche quello della religione sia un problema complesso e cheil rapporto di Nietzsche con essa sia denso di contenuti; si tratta di un aspetto del pensiero diNietzsche problematizzabile da diversi punti di vista: il più comune è quello che ha per oggettola posizione di Nietzsche nei confronti del cristianesimo [178] ; ma di recente sono apparsi dei lavori

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che hanno tematizzato gli influssi di altre “religioni” su Nietzsche, in particolare quelle nonoccidentali [179] ; il caso più eclatante, macroscopico riguarda senza dubbio il buddhismo. Colli nonsi sofferma sulle evidenti affinità rilevabili tra Nietzsche e il buddhismo [180] , tuttavianon si può dire che l’argomento gli sia estraneo [181] , per quanto sia la filosofia indiana [182] agodere di maggiore attenzione : “La filosofia umana più unitaria e molteplice a un tempo,più profonda e più vera (...) è quella indiana.” [183] (La ragioneerrabonda,§120,p.141).Tuttavia, qua e là , è possibile trovare dei riferimenti precisi e interessanti al buddhismo, e , quelche più conta , al buddhismo in relazione alla tradizione filosofica occidentale; è il caso delframmento 127:“Nell’eliminare ogni prospettiva storica consiste la vera filosofia.Anche Buddha e Schopenhauer pensano che qualcosa possa cambiare nel profondo - e inciò non sono filosofi .” (La ragione errabonda,p.173).Credo ormai si sia già notato che ci sono molti modi per accedere a un’interpretazione diNietzsche come non filosofo: un modo ulteriore potrebbe essere quello di trovare delle analogietra Nietzsche e chi viene definito pacificamente non filosofo (anche se non è poi così pacifico).Ora , se della presenza di Schopenhauer non ci si deve meravigliare più di tanto desta stuporeinvece che compaia il nome di Buddha in un simile contesto ( e cioè “filosofico”), anche se inquesto frammento non si accenna a Nietzsche . Tuttavia chi ha letto con attenzione nelle opere diNietzsche sa che il buddhismo (studiato [184] da Nietzsche sia attraverso fonti dirette ,sia indirette) gode di una valutazione positiva ( anche se asservita in quanto termine di paragone rispetto alcristianesimo , valutato negativamente da Nietzsche, com’è noto) ; è altrettanto vero che lafilosofia del Vedanta, insieme al buddhismo e al Codice di Manu [185] (cfr. L’anticristo), godonodi una valutazione positiva nell’ultimo Nietzsche anche al di fuori del campo religioso : cioè ilbuddhismo in Nietzsche non è soltanto una religione , ma qualcosa di più. Esistono già libri chetematizzano il rapporto di Nietzsche col buddhismo da un punto di vista filologico (cfr. i lavori“pionieristici” di Mistry[186] e Lämmert ). Recentemente sono comparsi numerosi testi dedicatialle analogie [187] tra due correnti di pensiero (apparentemente) così lontane tra di loro, nellospazio e nel tempo.Verrecchia ,che ha il merito di aver toccato un tasto che a me interessa particolarmente, scrivenel già citato La catastrofe di Nietzsche a Torino :“Non mi sembra che la critica abbia messo in risalto i rapporti di Nietzsche con la filosofiaorientale(...)” , (op. cit., p.58); se questo poteva essere vero allora (1978), la situazione adesso ècambiata e a dimostrarlo ci sono i testi di autori come Pasqualotto [188] , Bispuri [189] ,Arena [190] ,Parkes [191] .E mentre correggevo la tesi ho scoperto che è da poco uscito un libro intitolatoNietzsche and Buddhism: A Study in Nihilism and Ironic ,scritto da tale Robert G. Morrison.39LA SCRITTURA“ (...) come mi sembra insipido ogni scritto in confronto alla parola viva!” [192]

"Un uomo per il quale quasi tutti i libri sono divenuti superficiali, conserva la fede, difronte a pochi uomini del passato, che essi abbiano posseduto abbastanza profondità per -non scrivere ciò che sapevano." (frammento postumo aprile-giugno 1885 [193] )2) Nietzsche ha scritto troppo [194]

19) Nietzsche e l’espressione scritta. Bisogna intendere come un surrogato la scrittura ([86]) < eliminare> [195]

79) Nietzsche non ha capito che la scrittura è il mezzo espressivo volgare per eccellenza108) Filosofia scritta come episodio: Nietzsche non l’ha capito [234]<cfr.19>169) Lode della scrittura : Stendahl-Nietzsche-Proust. Aiuto al recupero del passato, epoiché nel passato sta la vita, aiuto a recuperare la vita. [196]

Attraverso certi tipi mistici di scrittura si può surrogare la mancanza di immediatezza delnostro mondo [197] .

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170) Vedere tutto Nietzsche sotto il profilo del problema della scrittura. Che senso haadditare la vita, e intanto consumare la vita nello scrivere, cioè nella non vita, nellacommedia [198] ?171) Il demone della scrittura ,come sfocia in Nietzsche, ci mette in crisi davanti allascrittura.175) Nietzsche come riformatore dell'esposizione filosofica.Paragone con Platone (introduzione a Zarathustra). [199]

La riforma di Platone è il passaggio dalla dialettica (orale) a una retorica scritta. Nietzscherecupera la retorica scritta (quindi è solo un rinascimento della forma platonica, non lacreazione di una forma nuova), che si era fossilizzata nell’astrazione imperante. Nellaretorica c’è una mescolanza con la sfera dell’arte, nel fatto che unilateralmente qualcuno favibrare l’anima di una collettività. La forma di Nietzsche (nello Zarathustra) è di adoperarel’espressione essoterica a fine mistico, provocare un’esaltazione collettiva che sostituisce ilvero e proprio, lo “divulga” (per questo il tono “religioso” dello Zarathustra). In Platonequesto avviene nel Fedro e nel Simposio.40La citazione riportata all’inizio corrisponde a quanto scriveva Nietzsche nel lontano 1859 ; 110anni più tardi Colli avrebbe risposto come segue : “Quando lo scritto sostituisce la parola viva,tutto si frammenta e si modifica, diviene mendacemente oggettivo. Qualcosa di sinistroappartiene alla scrittura...la parola è derubata di ogni immediatezza(...) il fenomenooriginario va perduto e al suo posto subentra un grigio simulacro(...)Nata fuori dellascrittura, fu proprio attraverso questa che la ragione si affermò come grande evento nellastoria del mondo. Da allora la filosofia come cosa scritta e fondata su cose scritte, chiusa inuna quiete di morte.” (Filosofia dell’espressione, pp. 200-201).Historia in nuce, verrebbe dadire: in poche righe Colli delinea il destino della filosofia, condannata alla scrittura come a unamaledizione,dal momento che la scrittura, la parola scritta ,in quanto traditrice rispettoall'immediatezza, segna l'origine e al tempo stesso il declino della filosofia.Quello che Colli scrive, in fondo è quello che Platone annuncia nella Settima lettera: "un uomoserio che si occuoa di cose serie, non dovrebbe scrivere".Quello della della sfiducia nei confronti della scrittura è un problema complesso [200] , lodimostrano queste poche righe e alcuni paragrafi de La ragione errabonda .Quelli che prenderò ora in considerazione sono il 238 (datato 14.4.66 : “ < Qualcosa stanascosto nel profondo> L’illusione che la parola scritta abbia per l’uomo un valore vitale siradica nel pregiudizio, ancora più antico, a favore del pensiero.” ); il 541 (datato 19.12.72 :“Ma il sapiente* [ nell'originale sopra sapiente sta scritto filosofo ] sa discutere su tutto, e noncrede che il linguaggio parlato e scritto sia la culla e la tomba dell’uomo. Nella vita c’ètanto di cui la letteratura neanche si sogna. Ed è strano che Nietzsche non abbia capito chela scrittura è il mezzo espressivo “volgare” per eccellenza.”, (La ragione errabonda,p.516); ilframmento 86 (datato 16.7.57 [201] ) che affronta direttamente il tema:“L’espressione scrittaInsufficienza e falsità dell’espressione scritta.Introduzione dello scritto che determina la decadenza vitale dell’uomo, la finedell’educazione vera , che è rapporto diretto ( viene in mente il termine sanscrito “upanisad” ,che designa l’atto di sedersi ai piedi di un maestro e attesta il carattere esoterico di insegnamentiimpartiti a discepoli idonei a riceverli) (...)Lo scritto nasce con la prosa : Anassimandro. (...)Due caratteri tragici dell’espressione scritta.a) indefinita riproducibilità: le espressioni destinate ai pochi vengono offerte ai molti [202] .(...)b) eterogeneità rispetto all’espressione originale. Platone : il mito di Teuth e settima lettera.(...)La poesia e la filosofia oggi sono larve, poiché un tempo esse erano voce viva. (...)

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Le dottrine filosofiche sono tramandate con l’insegnamento orale e con il segreto (perdifenderle dall’espressione scritta, mantenendole per i pochi), in India (Upanisad ) e inGrecia nei Pitagorici (anche in Parmenide e in Empedocle). Gli isolati, per cui non ha sensoil segreto , si difendono con l’ambiguità e il simbolismo (Eraclito e più tardi Platone).Voluta oscurità della filosofia greca, contro cui si volgerà la chiarezza democratica edecadente (Socrate e Sofisti : Aristotele è un razionale ambiguo ) .(...)Ora abbiamo il libro, e non possiamo servirci che di questo “surrogato”. Dobbiamoappunto servircene, in modo da farlo risultare un surrogato”, (pp.97-99).Si tratta di vedere , allora, in che modo Colli faccia giocare questa sfiducia, magari facendolarimbalzare contro Nietzsche, e in che modo si arricchisca di significato.41Per farlo, forse bisogna rivolgersi a due frammenti che spiccano rispetto agli altri; si tratta delframmento 606 ( datato 12.4 .73) e del frammento 607( datato 30.4.73):“Con la sua anatomiadella volontà di verità nel filosofo, Nietzsche ci mette in condizione di capire quello che luistesso non ha capito : sino a che la scrittura rimane lo strumento espressivo nella filosofia,quella volontà è destinata a essere frustata . Se il filosofo è l’animale che annusa la verità,deve tenersi lontano dalla scrittura. Difatti la scrittura è la forma espressiva tipica cheassume la volontà di menzogna, di illusione.(...)Ma se la filosofia riguarda la verità - come pretende Nietzsche - rimanga lontana da lei , seessa vuol vivere, se non vuol diventare una smorfia, lo strumento della menzogna,l’ingannevole parola scritta.”,(La ragione errabonda, pp. 527-528).Colli non lo dice, ma se la filosofia deve rinunciare alla forma scritta, perché altrimenti è nonfilosofia,non sarà forse la via del silenzio l'unica possibilità per giungere a quella dimensione diautenticità e immediatezza, dimensione che è importantissima sia per Nietzsche e sia per Colli?Forse no, dal momento che non è stato ancora evidenziato il fatto che in Colli il valore negativoriconosciuto alla scrittura non è assoluto (cfr. punto 169), sebbene la positività della scrittura siasubordinata rispetto all’importanza riconosciuta da Colli al passato: cioè la scrittura va rigettata ,a meno che non se ne faccia un uso corretto; e qual è il modo giusto per Colli? Lo scopriamoqui di seguito :“ Dopo tanto vituperi , una lode per la scrittura. Se la vita sorgiva giace sepolta nel passato ,se la nostra esistenza può trarre un significato soltanto da uno scavo in quella tenebra, perfarne zampillare ciò che è obliato, allora alla scrittura può toccare un alto apprezzamento,quando la si usi come utensile di quella escavazione.” (La ragione errabonda , p.528).La "strategia" di Colli, dunque, è meno traumatica, e più sana (e savia) di quella nietzschiana:sembra quasi che Colli, riconosciuta l'ineliminabilità (per la filosofia) della scrittura, tenti unaridefinizione delle finalità dello scrittura, che non deve essere, fine a se stessa, ma strumentoprezioso nella rievocazione di ciò che è trascorso, e che ormai è "passato". Solo a questecondizioni Colli è disposto a concedere ancora una chance alla forma scritta.Capitolo quartoOSSERVAZIONI CRITICHE A COLLIAnalisi di Nietzsche e i suoi interpreti di Sossio GiamettaApprezzamenti di Giametta per ColliGiametta interprete di Colli“In ogni caso ,dal momento in cui lei diventa noto e viene capito, la sua grandezza vieneanche avvilita, e il caro popolaccio incomincia a darle del tu come a uno dei suoi. E’ meglioche lei conservi la sua nobile ritiratezza e ,diecimila volte più in alto, lasci fare a noialtri unsegreto pellegrinaggio verso il santuario, per respirarvi l’aria del cuore. Ci lasci custodirela dottrina esoterica, per conservarla pura e intatta , e non divulgarla (...)”[203]42In Nietzsche e i suoi interpreti l’autore [204] circoscrive la filosofia di Nietzsche entro i confinidello scetticismo [205] : "Contro la positività dei sistemi filosofici, predicò la negatività dellascepsi come elemento essenziale della grandezza(...) Ma la scepsi (...) serviva non a costruire

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bensì a distruggere la filosofia(...)Questo carattere strumentale e negativo del pensiero di Nietzsche è del resto posto in risaltoda Nietzsche stesso.",(op. cit., p.57). Stesso tono hanno le affermazioni sul caratterecomplessivo della filosofia di Nietzsche : “ (...) una filosofia che non è più di una scepsi condei corollari, e la cui matrice positiva risiede altrove che nei concetti.”,(op.cit.,p.72).Nietzsche interpretato come pensatore negativo o affermativo, è una questione chea tutt’oggi fa ancora discutere, e anche Giametta, giustamente, tocca questo punto : uno dei temi,o meglio, punto fondamentale, su cui più insiste l'interpretazione di Giametta è proprio quellodella negatività del pensiero di Nietzsche: “La sua inclinazione, vocazione e missione era diabbattere, non di costruire la filosofia sistematica, come dimostrano tutta la sua vita e tuttala sua opera , e come Colli vede chiaramente (...)”.,(op.cit.,p.76) ; in realtà, e credo sia emersoabbastanza chiaramente nel secondo capitolo , per Colli la "verità", su questo tema dellanegatività, sta (buddhisticamente) nel mezzo ; personalmente sono d’accordo con Giamettafintantoché ci si esprime su Nietzsche in modo "generale" , ma non lo seguo quando si vada acercare nel "particolare" : perché Giametta ha dimenticato che secondo Colli, Nietzsche “unacostruzione l’ha lasciata” , come si evince dal § 105 de La ragione errabonda:“Giustificazione dell’interpretazione nichilistica di Nietzsche: egli ha distrutto [206] conmaggiore chiarezza - e con più grande dispendio di energie e di parole scritte - di quantoabbia costruito. Ma bisogna badare ,che egli distruggeva solo per poter costruire, e che unacostruzione egli l’ha lasciata.”, ( pp. 120-121) .La costruttività di Nietzsche si manifesterebbenella ricerca di “ (...) un’arte, una scienza, una religione, una moralità più alte.” ,(ibid.).Vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che in questo passo in cui si riassumono i meriti diNietzsche in quanto a creatività, positività o "costruttività" (per dirla con Colli)non compaia ilnome della filosofia [207] .Uno dei capitoli più interessanti ( il terzo) è quello in cui Giametta si ripropone di vedere checosa abbia o non abbia capito Colli nella sua interpretazione di Nietzsche e, in particolare meritaattenzione la parte destinata da Giametta alle critiche di Colli [208] ,critiche relazionate adargomenti ben precisi ( il misticismo, il problema della razionalità , ecc.). Per fondare i suoiattacchi l’autore si appoggia a contraddizioni [209] nelle quali incappa Colli , da La ragioneerrabonda a Dopo Nietzsche , oppure citando quei passi in cui, secondo Giametta, Colli forzatroppo l’interpretazione [210] ; faccio soltanto alcuni esempi : “Le cose, ad ogni modo, sicomplicano decisamente quando Colli attribuendo a Nietzsche, più secondo la proprianatura e inclinazione che secondo verità (...) un “ “credo” metafisico (...) mantenutosi sinoalla fine decisamente schopenhaueriano , e quindi indiano “ dice che questa cosa va estrattadal suo atteggiamento di pensatore più che essere chiaramente enunciata da lui”. Cioè quiColli non applica la legge da lui proclamata, ma passa al metodo induttivo.”,(Nietzsche e isuoi interpreti, p.69).Un’altra critica prende di mira l’amore per la grecità, dal momento che se Colli non fosse statoanimato da “furore grecizzante” avrebbe dato “non soltanto l’interpretazione di Nietzschepiù importante, ma l’interpretazione di Nietzsche tout court .”,(op. cit., p.72).Allo stesso modo Giametta contesta il modo in cui Colli tematizza il problema della ragione in43Nietzsche:“(...) non si può dire veramente, come dice Colli : Nietzsche non fu una irrazionalista, ma fuun fanatico assertore della ragione.”,(op.cit., p.78). Giametta cerca di spiegarsi meglio piùavanti [211] , evidenziando una differenza fondamentale che distingue Colli da Nietzsche perquanto riguarda la razionalità : “Per Colli la ragione è importante, essa forma il mondo ed è iltessuto del mondo. (...) Invece Nietzsche non dà, un soldo per la ragione, ma se ne serve - ein tal modo la esalta - al massimo.” ,(op.cit., p.83). Anche se “tra Colli e Nietzsche c’è inrealtà un dislivello (...) che rende un confronto puntuale impossibile.” (op.cit.,p.82).Per quanto critico di Colli, Giametta è comunque pronto e ben disposto quando si tratta diriconoscerne il valore: “Tuttavia è la sua[di Colli] interpretazione che bisogna soprattutto

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seguire per arrivare al vero [212] Nietzsche. (...) Dunque Colli accetti di essere interprete fragli interpreti e, si accontenti di figurare in testa ai migliori (...)” ,( op. cit., p.70); e ancora :“L’interpretazione di Colli è la più importante tra quelle che sono state date di Nietzsche[213] , e merita attenzione e studio come e più di qualunque altra, perché non presenta ildifetto della parzialità che inerisce più o meno a tutte le altre e anche se non è priva a suavolta, di una fortissima coloritura personale (...) è la meno lontana da Nietzsche (...)” ,(op.cit., p.71).“Più di ogni altro interprete di Nietzsche Colli ha mostrato la grandezza come il sensoprofondo della vita e dell’opera di Nietzsche (...)[214] ” ,(op.cit.,p.109) tanto che “è difficile(...) tracciare un quadro più completo ed esauriente [ per quanto riguarda errori e difetti diNietzsche ] di quello che ha tracciato lui.”,(op. cit., p.110).A Giametta potrei obiettare in risposta che anche questa , a sua volta, è pur sempreun’interpretazione ( e in quanto tale rappresenta un giudizio di parte) e non è detto che sia lamigliore ( cioè qualcuno potrebbe sostenere che l’interpretazione di Nietzsche data da Colli siapessima; va notato , ad esempio , che uno studioso di Nietzsche importante come MaurizioFerraris, non fa menzione alcuna dei meriti dell’interpretazione di Colli nel suo libro Nietzsche ela filosofia del ‘900, nella parte in cui passa in rassegna i più importanti tra gli interpreti diNietzsche di questo secolo).A proposito di "interpreti e interpretazioni" è giustissimo quanto dice Giametta intorno allaposizione di Colli nei confronti degli “interpreti” che hanno inserito Nietzsche nella storia dellafilosofia, il che mi offre l’occasione per aprire una parentesi sulla questione “come si interpretaNietzsche” secondo Colli [215] (facendo riferimento a quanto già emerso al § 505 de La ragioneerrabonda ); che questo sia un punto rilevante è dimostrato non solo dalla frequenza deiriferimenti di Colli alla problematicità legata all'interpretazione di Nietzsche(al punto cheGiametta parla di “chiodo fisso” ) e da alcune indicazioni contenute nei già citati “piani”: § 288 ,punti 1 e 16; § 491, punto 8 [216] ; § 505 , punti 118 e 150. Su tutti però spiccano due aforismi diDopo Nietzsche : Chi merita giustizia e soprattutto Citazioni proibite (p.196) . Passo ora alleconsiderazioni di Giametta sul tema in questione : “Del resto tutto è detto quando si è detto,come dice Colli, che l’interpretazione di Heidegger è hegeliana. Perché ciò significa che diNietzsche si giudica solo la filosofia , non la poesia e il moralismo [217] , e la si giudica da unpunto di vista della storia della filosofia, di divenire dell’idea metafisica, al modo di Hegelappunto (...) E questo però è uno sviamento senza rimedio [218] . Perché Nietzsche (...) primae più che filosofo è , come già detto, poeta e moralista, cioè moralista per la forma, mapoeta tragico per la portata del suo moralismo, e diventa filosofo solo in conseguenza e indifesa della sua visione poetica che ispira in genere il suo moralismo, dunque è un filosofoesclusivamente negativo, un antifilosofo.” (Nietzsche e i suoi interpreti, pp.71-72).Interessanti anche le osservazioni delle pagine successive : “Chi oserebbe asserire che44Nietzsche è un filosofo come Aristotele, Kant, Hegel (come tuttavia lo tratta Heidegger [219]

e non solo Heidegger, ma praticamente, da decenni, anche ogni altro interprete)?” (op. cit.,p.76) e “ (...) per alcuni, come per Heidegger stesso, Nietzsche è un vero filosofo, un filosoforigoroso e originale”,(op. cit., p.137).Obietto che l’interpretazione di Heidegger è da rigettare [220]

non tanto in base alle conclusioni di Giametta, (che tende a dar troppo peso al ruolo della poesiae del moralismo) quanto perché a una sola condizione Nietzsche avrebbe potuto rappresentare lafine della Metafisica occidentale : a patto di appartenervi; e per appartenervi Nietzsche avrebbedovuto per lo meno conoscerne la storia, e proprio questa conoscenza non era un suo possesso, senon in modo limitato . Senza contare che la presunzione (kantiana) di riuscire “noi posteri” acomprendere meglio Nietzsche di quanto egli non avesse compreso se stesso , gioca un ruolodeterminante anche per chi (incluso Heidegger) consideri la filosofia di Nietzsche alla stregua diun arto fantasma che necessita di una “integrazione” [221] .Tuttavia quello della “ereditànietzschiana” rimane un nodo irrisolto, anche perché sono proprio certe affermazioni di

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Nietzsche ( “c’è chi viene al mondo postumo” , “solo il posdomani mi si addice” , ecc.) afarne un problema ancora aperto: nel senso che Nietzsche stesso sembra "affidare" la propriaopera al futuro. Che poi la maggior parte degli interpreti abbiano “ cercato Nietzsche dove luinon c’era” ,come ricorda Giametta giustamente, è una “verità” sulla quale concordo pienamente; e del resto è Colli stesso a mettere in guardia nei confronti delle grandi interpretazioni diNietzsche, da Bertram a Bataille, da Löwith a Heidegger [222] appunto, considerate non utilistrumenti per “accedere” a Nietzsche ma, piuttosto, ostacoli da superare. Infine può essere utileriportare anche l’opinione di Fabrizio Desideri, che con la quale metto la parola “fine” alcapitolo aperto su “Heidegger” : “Quelli , però, che hanno tentato altri sentieri di letturanella filosofia nietzscheana - come Giorgio Colli e Ferruccio Masini in direzione delrapporto tra logos e mito (...) - costituiscono pur sempre delle eccezioni. Ma anche in questocaso, se si dovesse fare un nome sostanzialmente estraneo al modello heideggerianoresterebbe solo quello di Giorgio Colli , un autore che - tra l’altro - attende ancora di esserestudiato come merita. E ciò lo si è detto non certo per formulare improponibili giudizi divalore, quanto piuttosto per sottolineare come sul fronte dell’interpretazione della filosofiadi Nietzsche e di una ricognizione filologica della formazione vi sia ancora molto daaspettarsi dalla ricerca italiana.” ,( v. “Introduzione” a Opere 1870-1881, Newton Compton,1993, p.8 ) .Un altro dato interessante,ùtornando a Giametta, è costituito dal fatto che quest’ultimo si pongacome continuatore dell’opera di Colli ,proprio come Colli, a sua volta, pensa a se stesso come alcontinuatore di Nietzsche :“ (...) bisogna continuare, su tre punti basilari, le sue [di Colli] meditazioni, se si vuolepervenire a una conclusione che illumini la scena [223] (...) Questi punti sono i seguenti: 1)anomalia di Nietzsche come filosofo; 2) sua lotta per una moralità più alta; 3) suosignificato come campione della grandezza”,(op. cit., p.72).Riservo la precedenza al primo punto, a proposito del quale Giametta sottolinea come tra gliautori che hanno riflettuto sull’anomalia di Nietzsche in quanto pensatore compaiono nomi“importanti” , quali Fink [224] e Löwith ; del secondo voglio riportare alcune significativeconsiderazioni:“Ma Nietzsche è davvero un grande pensatore oppure è un poeta mancato?(...) Nietzsche è (...) uno scrittore filosofico, come Kierkegaard era uno scrittore religioso(...)” ,(Nietzsche e l’eterno ritorno , p. 6) ; alla domanda sulla filosofia di Nietzsche nel suocomplesso, invece, l’autore risponde che si tratta di un “sistema in aforismi” [225] .45Ad ogni modo Giametta non manca di riconoscere per l’ennesima volta il grande valore dellariflessione su Nietzsche da parte di Colli, il solo che vi abbia “ (...) meditato con (...)profondità e ricchezza” e che abbia “toccato più volte la verità [226] (...)” (op.cit.,p.76) .Giametta crede di poter riassumere quello che Colli dice circa la debolezza filosofica diNietzsche ( e che io ho cercato di illustrare nel terzo capitolo) come segue : “(...) in campofilosofico, Nietzsche mancava di originalità[227] e quindi di positività e di autonomia.”Non è tutto, perché proseguendo nella lettura si assiste a un’innovazione che consiste nelradicalizzare ulteriormente la tesi di Colli : “Ma questi difetti non possono essergli addebitatiperché , a rigore, egli non era un filosofo” (op.cit.,p.76).Ora, può un filosofo essere antifilosofo?!?! [228] Ovvero dichiarare "guerra alla filosofia"(ammesso e non concesso che ciò valga per Nietzsche) non è forse pur sempre un modo,un'attitudine (paradossale) filosofica? Così come è paradossale dichiarare che non esiste nessunaverità?Si veda anche la citazione , estratta dalle Pagine sparse di Croce , che apre il lavoro di F. Mei,Tramonto della ragione : “Un giudizio paradossaleIl Nietzsche non era certo insigne per vigore logico e speculativo. Non ha fatto progredirenessuna teoria in nessuno dei campi della filosofia , né in logica, né in etica, né in estetica, efu più che altro un’anima agitata e , a volte, uno splendido scrittore , sintomodell’irrequietezza dei tempi e non creatore di nuovi principi direttivi.” ,(F. Mei ,Tramonto

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della ragione , p.19).Tornando al libro di Giametta, va detto che le attestazioni della non-filosoficità, o, in questocaso, a-filosoficità si ripetono più avanti in relazione al misticismo, sul quale Nietzsche avrebberipiegato “(...) appunto perché non era un filosofo e non aveva una filosofia” (p.78); piùproblematico è invece seguire Giametta quando dice che: “egli pur non essendo filosofo,rimane un pensatore” (p. 96); problematico perché , a questo punto, non si sa cosa siaesattamente un pensatore; diversamente stanno le cose per il filosofo. Per fornire una definizionedel filosofo [229] , che è obbligatoria a questo punto , Giametta scrive che può essere consideratotale chi : “(...) esprime una concezione del mondo per mezzo di una concatenazioneconcettuale articolata sempre positiva (anche quando fosse pessimistica), come l’artista laesprime per mezzo di immagini.” ,( p. 76 ) .A tal proposito, però, è da rimarcare che per Colli Nietzsche non ha propriamente unaconcezione del mondo (cfr. La ragione errabonda, § 288) ; inoltre non si deve escludere lapossibilità che un filosofo ce l’abbia ,ma non la esprima , perché semplicemente non può o nonvuole: detto altrimenti , perché segue una "sistematica del silenzio" [230] ?!Giametta, infine, prosegue col dire che “ (...) un filosofo crea sempre un sistema o unafilosofia sistematica. Ma Nietzsche non ha mai creato una filosofia sistematica (ibid.) . Allaquestione che avevo rozzamente posto domandando se Nietzsche avesse a che fare o no , con lafilosofia ( e non solo) si potrebbe anche tentare di rispondere prendendo a prestito le parole diGottfried Benn [231] :"Ha creato Nietzsche un sistema morale o a-morale? No.Ha annunciato una filosofia ? Niente affatto"(cfr. G. Benn, “Nietzsche cinquant’anni dopo”, sta in Saggi , p.207).Ma forse la pagina più importante è quella in cui , in un certo senso, “il cerchio si chiude”: “Ilproblema della conoscenza [232] , cioè del valore della ragione per la conoscenza della realtàe quindi della conoscenza stessa, è il primo che si pone a chi come Nietzsche, si pone ilproblema della saggezza del vivere ( la ricerca della saggezza [233] è il senso più generaledella sua impresa ).”,( op.cit.,p.82). Viene in mente un appunto postumo (datato estate-autunno461884) : “Fin da ragazzo ho meditato sulle condizioni di esistenza del saggio, e non vogliotacere la mia serena convinzione che il saggio diventa ora di nuovo possibile in Europa -forse soltanto per breve tempo.”Prima di passare all’interpretazione di Nietzsche era stato indispensabile rispondere alladomanda sul significato attribuito da Colli al termine filosofia. E avevo cercato di rispondere,rifacendomi ai luoghi de La ragione errabonda nei quali l’argomento è affrontato direttamente,e che integravano quanto già detto a proposito della filosofia greca( v. capitolo primo); orariassumendo brevemente credo si possa affermare , insieme a Colli , che anche per Nietzsche “l’essere filosofo si esprime in un comportamento, in una vita da “sapiente”.” (La ragioneerrabonda,§156,p.199). E se per Colli , come per Goethe , il sentiero della sapienza porta adOriente....Non rimane dunque che ritornare al testo nietzschiano , come del resto aveva consigliato Collifin dall’inizio ; e per farne che ?“ Non si tratta di vedere a che serve per noi il pensiero di Nietzsche (...) in realtà il suopensiero serve a una cosa sola, ad allontanarci da tutti i nostri problemi.” (Scritti suNietzsche , p.201).Il resto è stupidità

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• Tutti i libri di Nietzsche

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[1] Marziale, IV, 80, 6 (motto citato da Nietzsche).[2] Aspetti che verranno fuori più avanti.48[3] “Non ha senso parlare di Nietzsche perché è meglio quello che ha detto lui stesso”. Chel'affermazione di Colli suoni paradossale è un fatto sul quale non si può e non si deve sorvolaretanto facilmente.[4] Tali considerazioni riguardano, ad esempio, la mancanza, in Nietzsche, di "una disciplinafilosofica istituzionale" ( Dopo Nietzsche, p.189 ) e di originalità filosofica ,il non averaffrontato il problema della razionalità, il carattere particolare della sua scrittura ecc..

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[5] Un altro problema, invece, è cercare di stabilire che cosa significasse per Nietzsche.[6] Il tema della maschera è stato molto discusso dalla critica (cfr. Vattimo, 1974); forse sarebbeora di cominciare a parlare di mascherata (e di mascherata filosofica), si pensi alla percezioneche Nietzsche aveva di sé (percezione che si fece sempre più forte verso la fine della sua vita)come pagliaccio, buffone dell’eternità, epiteti che peraltro spettano anche al personaggio diZarathustra. Se si ha da parlare di genio, più o meno filosofico, in relazione a Nietzsche, ebbenedi genio clownesco si tratta.[7] “Io scrivo per me stesso: che senso avrebbe mai lo scrivere in quest’epoca logora a forzadi scrittura? ben poco...”, frammento risalente all’estate del 1883 (cfr. Opere, vol. VII, tomo I,parte I) tanto più interessante se lo si confronta con quest’altro (7[107]): “ (...) i filosofi : essivogliono che il loro gusto domini nel mondo -per questo insegnano e SCRIVONO.”[8] Anche se il confine che separa letteratura e filosofia tende ad essere sempre più sfumato.[9] Fatta eccezione per Genealogia della morale , che però non è propriamente un’operafilosofica.[10] Bensì quello della filologia ; tuttavia i primi “esercizi filosofici” risalgono già al 1860: "Laprima traccia di riflessione filosofica che io possa accertare, dando uno sguardo alla miavita, la incontro in un piccolo scritto del mio tredicesimo anno di età (...).",frammentopostumo giugno-luglio 1885, v. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo III, p. 299.[11] “Si è mai notato che la musica rende libero lo spirito? (...) e che si diventa tanto piùfilosofi quanto più si è musicisti?” ,Il caso Wagner, p. 8; per una trattazione dell’importanzadell’elemento musicale in Nietzsche, cfr. C.P. Janz, Vita di Nietzsche . Janz , ad es., parla dellamusica come della “ sua più forte inclinazione” e “sua passione innata” , (v. C.P. Janz, Vita diNietzsche, vol. I, p.40 , p.43, pp. 58-59)[12] “Il corpo come filosofo” annota Nietzsche nei frammenti postumi 1882-1884, cfr. Opere,vol. VII, tomo I, parte I, p.212;cfr. anche il capitolo dello Zarathustra intitolato, "Deidispregiatori del corpo".[13] Cfr. G. Vattimo “L’ideale di Nietzsche non è l’uomo naturalistico o barbarico, mal’uomo che sopporta e adopera l’intelletto, senza esserne guastato.”, Al di là del soggetto ,pp.27-50; (cfr. anche Colli per il tema filosofia/sapienza, La ragione errabonda, p.85). Questo passoè illuminante ,tra le altre cose, per chiarire e per smentire (in modo definitivo?) le accuseindiscriminate, di irrazionalismo rivolte da certa critica (Lukács, ad es.) contro Nietzsche.[14] Secondo alcuni autori (Janz in primis) tale duplicità sarebbe il riflesso di una più profonda“doppiezza esistenziale”,per usare l'espressione di Janz.[15] Anomalia peraltro già rilevata da autori come Löwith, J.P.Stern (A Study of Nietzsche,Cambridge ,1979) ,Rickert, Fink, come non manca di osservare lo stesso Giametta.[16] Anche se Nietzsche ritrattò piuttosto rapidamente la propria “fede schopenhaueriana”,comesi sa; se ne riparlerà più avanti.[17] Di parere opposto Mazzino Montinari,cfr.S.Barbera-G.Campioni, Giorgio Colli , p.16.[18] Lettera di Cosima Wagner , cit. in C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. I, p.465.[19] Cfr. anche la “Premessa”: “Questo libro si propone di svelare la verità di uomini che al dilà dei tempi immemorabili hanno saputo nasconderla, resistendo all’insania, e di mettere anudo così tutta la verità (...)49Gli studi che seguono vogliono offrire un’interpretazione della filosofia greca, ed attraversoad essa di tutta la grecità (...) ” , (La natura ama nascondersi , pp.13-14). E dal secondocapitolo: “ (...) contenuto essenziale della nostra ricerca, che è penetrazione filologica (...) ”.,(La natura ama nascondersi , p.21).[20] Colli riservò lo stesso tipo di riserbo , peraltro , per il c.d. mondo culturale contemporaneo(fatta esclusione per il rapporto che Colli ebbe con gli editori, cfr. Nota di G.Lanata, sta in Peruna enciclopedia di autori classici); non è certo un caso se Mazzino Montinari, amico ecollaboratore di Colli, usa i termini "solitario", “incomodo”, "inattuale" e “inquietante” perdescriverlo, cfr. S.Barbera-G.Campioni, Giorgio Colli,p.11, ;v. inoltre G.Anzalone-L.

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Minichiello, Lo specchio di Dioniso , Dedalo ; Belfagor, III, anno XLII, 31.5.1987[21] Colli si è occupato , oltre che dei Presocratici, anche di Platone e Aristotele; di quest’ultimo,ad esempio, curò la traduzione dell’Organon che uscì nel 1955.[22] E giapponese, cfr. K. Oishi, “ Nietzsche als Philologe in Japan”,in Nietzsche-Studien , Band17, 1988 , pp.315-335 e G. Parkes, Nietzsche and Asian Thought , p.13.[23] Entrambe le critiche ,insieme all’apprezzamento per Nietzsche da parte di Colli, sarannoconsiderate nel terzo capitolo.[24] Inattuale tanto quanto lo fu Colli; qualora si volesse redigere una casistica di tutte la affinità,somiglianze (più o meno di famiglia), parallelismi, ecc., tra Colli e Nietzsche nonmancherebbero certo materiali e argomenti; si veda Giametta, il quale affronta una sorta diconfronto volto a verificare affinità e diversità dei due filosofi ; quello della “inattualità” ,poi ,èuno dei dati più clamorosi; cfr. L. Caminiti ,“Il misticismo di G.Colli”, sta inInternet,http://www.diel.it:HELIOS/96/3/filosofia.html.[25] Il che mi pare presenti una forte analogia con l’assunto della mistica, e cioè , tutto è già dato enon resta altro che mettersi in ascolto. Avrò modo di ritornare meglio sul problema delmisticismo quando si passerà all’interpretazione di Nietzsche ; va notato tuttavia che quellodell'ascolto è un momento importante all’interno del pensiero di Colli; come tema esso èaffrontato in Filosofia dell'espressione .[26] Per capire come la intenda Colli si veda il capitolo sesto e settimo de La nascita dellafilosofia , dov’è distribuito l’argomento; ma ci si può rifare anche a Filosofiadell'espressione , pp.159-195, pp.197-219; per la comprensione nietzschiana ,invece, delladialettica vedi : Dopo Nietzsche,p.24,p.45,p.82,p.135; anticipo che comunque la dialettica rimanequalcosa di positivo per Colli , cfr. La ragione errabonda , § 344.[27] Per una definizione compiuta di enigma ,oltre al capitolo de La nascita della filosofiaintitolato “Divinazione”, ci si può rifare a La ragione errabonda, § 739 : “L’enigma è ilmanifestarsi del divino nella sfera umana - è l’orma dell’indicibile.” (p. 549) ; si vedanoanche i frammenti 651, 728-733, 735, e 739 ; inoltre Dopo Nietzsche, p.47.[28] Cercherò ,più in là, di evidenziare l'uso dell'aforisma in Nietzsche e le analogie con l’uso delkoan nel buddhismo zen; per una definizione di koan v. D.T.Suzuki (il quale ha il merito di averintrodotto , per primo, lo Zen nella cultura occidentale), Saggi sul buddhismo zen , 3 voll.,p.15;sul silenzio invece, p.19, sul satori, pp.21-49 ; cfr. anche A.W.Watts, La via dello zen ,p.173.[29] Secondo Nietzsche, è Socrate ad aver indirizzato il “gusto greco” verso la dialettica, attuandocosì un rivolgimento negativo all’interno della cultura greca , in quanto “l’avvento delladialettica significa l’avvento della plebe”;cfr. anche Frammenti Postumi 1882-1884 7[229] ,inF.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo I, parte I, p.296.[30]Per una trattazione del riso, che è stato rivalutato da Nietzsche, cfr. L.V.Arena , Nietzsche e ilnonsense , p.190 e G.M.Bertin, Nietzsche . L’inattuale, idea pedagogica.[31] Si può ipotizzare che Colli, anche sulla scorta di certe affermazioni di Nietzsche, distingua50due momenti all'interno del filosofare, essoterico uno , esoterico l’altro : al primo in quantocomunicazione divulgativa compete un atteggiamento costruttivo, al secondo distruttivo, inquanto sapere iniziatico (cfr. Scritti su Nietzsche, p.161); ciò renderebbe ancora più problematicauna definizione positiva di filosofia, dal momento che Colli non dà ulteriori specificazioni inmerito.[32] Per una definizione precisa della filosofia di Colli, v. Lo specchio di Dioniso , pp.5-11.[33] L’epiteto di “oscuro” che già apparteneva ad Eraclito, si addicerebbe bene anche a Nietzschee a Colli.[34] Così come ,del resto, fa anche Nietzsche.[35] Per chiarire ciò che intendo per sfiducia mi rifaccio a Nietzsche: “Pensieri e parole. Anche ipropri pensieri non è possibile restituirli completamente in parole”, La gaia scienza,§244.Si tratta, in definitiva, dell'impossibilità, dolorosamente avvertita sia da Nietzsche sia da Colli,

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dell'identificazione tra pensiero e sua espressione. Tale scoperta, dal mio punto di vista, è ilprimo passo verso una "sistematica del silenzio". Tuttavia “l’ostilità” di Nietzsche nei confrontidelle filosofia è e rimane un fenomeno complesso e difficilmente sistematizzabile (anche per le suecontinue contraddizioni : all’epoca della Terza Inattuale , ad esempio, Nietzsche descrive lafilosofia come “ (...) la più veritiera di tutte le scienze”; sarà la scoperta che non esistono veritàma soltanto interpretazioni a mettere in crisi questa concezione della filosofia :"Come se ci fosseuna “verità” a cui possibile in qualche modo avvicinarsi", La volontà di potenza, § 451);ma èproprio in nome della "verità" che si trae l'estrema conseguenza per la quale "non c'è nessunaverità"!!! "Tutto questo sviluppo della filosofia come storia dello sviluppo della volontà diverità . Quest'ultima mette in questione se stessa.",frammento postumo autunno 1887,v.F.W.Nietzsche,Opere,vol.VII,tomo II,p.3.[36] Passo do confrontare con Filosofia dell'espressione, p.236.[37] Si allude qui a un gioco di parole usato da Nietzsche, nuss knacker, intraducibile in italiano.[38] Tale è stato Nietzsche , per sua ammissione e di Colli ,cfr. La ragione errabonda, § 505; sipensi ad esempio all’idea ossessiva di essere “il pagliaccio del millennio”, fissazione che loperseguiterà fino a tutto il periodo della catastrofe e al crollo psichico, cfr. C.P.Janz, Vita diNietzsche ,vol. III, p.17, A.Verrecchia, La catastrofe di Nietzsche a Torino, e le ultime letteredell’Epistolario[39] Quella dell’“artista” tout court è una figura che ha avuto fortuna soprattutto nel “primo”periodo della ricezione di Nietzsche, cfr. G.Vattimo, Introduzione a Nietzsche, pp. 4-8; si cfr.anche C.P.Janz: “Nietzsche era ben conscio del suo duplice genio , della propria doppiaessenza, di artista e di filosofo (...) ".La doppiezza esistenziale si estrinsecherebbe nella lotta che si svolge nell’intimo di Nietzsche tral’essere artista e filosofo al tempo stesso anche per Grillparzer (del quale Nietzsche ebbe a dire“è quasi sempre uno dei nostri ! ”, cfr. lettera a Rohde del 7 dicembre):“Queste duepotenzialità lottavano (...) per il primato. (...) Il problema si acuisce per Nietzsche in unaquestione esistenziale : si può vivere in assoluto con la filosofia, ha essa poteri costitutivi?Se rinuncia alla dogmatica, può essa dare qualcosa di più della scepsi e in ultima analisidella distruzione? (...)L’arte possiede anche un’ultima, paradossale possibilità di verità che resta vietata allafilosofia: la confessione della propria non-veracità, della propria “artificialità” comeproiezione del libero gioco della fantasia.” ; F.Grillparzer , Werke: Studien II zu Aesthetica ,cit.in C.P.Janz ,Vita di Nietzsche, vol. I, p.469.[40] Filosofia greca antica sta qui per filosofia dei Presocratici, e quindi ,per meglio dire, sapienzapresocratica; Colli distingue quest’ultima dalla filosofia tout court, in altre parole la tradizionefilosofica da Platone in poi; si tratta di una distinzione in cui l’accento cade sui Presocratici,51come già accennato, dal momento che la "filosofia" in quanto tale rappresenta per Colli (e perNietzsche) un "intristimento" e una "degenerazione" rispetto alla "matrix sapientia".[41] Se non stupisce il fatto che alla filosofia greca antica sia attribuito l’appellativo di “grandefilosofia”, potrebbe invece destare meraviglia (se non perplessità) l'attribuzione di "grandezza"alla filosofia indiana, che in Occidente non ha mai goduto di molta considerazione; si può fareeccezione per Schopenhauer, che ha avuto il merito di gettare per primo “uno sguardo adOriente”.Ma anche se la tradizione filosofica occidentale, in genere, non si è occupata dellafilosofia orientale, ciò non ha impedito che ci fosse un contatto con l’Oriente; ciò è potutoaccadere soprattutto in quei territori che escono dai confini, a volte angusti, della filosofia (sipensi a Hermann Hesse). Ad ogni modo Colli, sulla scorta dello stimato e apprezzatoSchopenhauer, dimostra interesse e soprattutto dimostra apprezzamento per la filosofia indiana(che, per intenderci, è soltanto una parte di quell’enorme "contenitore" che va sotto il nome di“filosofie orientali” o meglio ancora “pensiero orientale”).[42] Da questo passo si evince che il rapporto con Schopenhauer è della massima importanza perstabilire la portata della filosofia di Nietzsche (dal momento che quest'ultimo in tanto è definito

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grande filosofo, in quanto il solo ad aver compreso Schopenhauer ;quindi per "trovare" Nietzschebisogna prima "scoprire" Schopenhauer; ma questo passo è anche importante perché dimostrache il rapporto Nietzsche/Schopenhauer va a sua volta correlato al problema della ragione).[43] Un'affermazione come “contestare la supremazia della ragione con la ragione”, puòsuonare paradossale, all'orecchio di "noi" occidentali. Ma se andassimo a leggere uno di queitesti che non rientrano nella nostra tradizione di pensiero, come ad esempio La voce del silenzio,o se avessimo sottomano alcune sentenze dei maestri zen, scopriremmo frasi altrettantoparadossali: “ La Mente è la grande Distruttrice del Reale. Distrugga il Discepolo laDistruttrice.”, cfr. La voce del silenzio e altri frammenti scelti dal Libro dei Precetti d'Oro, p.4;questo passo è affine , in modo del tutto casuale, ad un postumo nietzschiano: "Il creatore è undistruttore.", cfr. F.W.Nietzsche, Opere,vol.VII, tomo III, p.15; vorrei infine richiamare alcunebrillanti osservazioni di Umberto Eco , in un articolo intitolato “Lo zen e l’occidente”, e che misembrano "appropriate" a quanto sta emergendo (Eco sta menzionando le affinità tra lo zen e lafilosofia di Wittgenstein) : “Viene fatta notare una impressionante analogia tra unaaffermazione di quest’opera [le Ricerche filosofiche ] ( “La chiarezza che stiamo cercando èchiarezza completa. Ma ciò significa semplicemente che i problemi filosofici devono sparirecompletamente” ) e il dialogo tra il maestro Yao-Shan e un discepolo che gli chiedeva cosamai stesse facendo a gambe incrociate (risposta: “Pensando a ciò che è al di là delpensiero.” Domanda: “Ma come fai a pensare a ciò che sta al di là del pensiero?” Risposta:“Non pensando.” , sta in A.W. Watts, Lo zen, p.166[44] Questo frammento è importante e va tenuto presente perché a suo tempo lo si dovràconfrontare con il frammento 153, allo scopo di creare un collegamento con il problema dellascrittura.[45] Per filosofia indiana Colli intende sostanzialmente quella delle Upanisad e del Vedanta, e delbuddhismo in parte; ma anche Nietzsche, per quanto possa sembrare strano conosceva, e in uncerto senso stimava il pensiero orientale, in particolare la filosofia del Vedanta e alcuni tenets delbuddhismo. Se ne parlerà nel terzo capitolo, in Nietzsche e la religione.[46] Per quanto riguarda l’ipotesi di una “sistematica del silenzio”, che viene da me suggeritacome esito del pensiero di Nietzsche, o meglio, come chiave di lettura della fine del pensiero diNietzsche, vorrei si considerasse il seguente passo: “Il silenzio è in me istintivo, come lo è lachiacchiera nei signori filosofi. Io sono breve ...”, cfr. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VI, tomo III,p.605[47] Lo stesso tipo di approccio sorregge l'interpretazione di L.V.Arena nel testo Nietzsche e il52nonsense.[48] Il che presenta una notevole analogia con il concetto nietzschiano di “autosoppressione dellamorale” e di "autosuperamento del nichilismo" o della "volontà di verità portata alle estremeconseguenze".[49] Qui, forse, Colli si sbagliava, perché l'ultimo Nietzsche apprezza stima il buddhismo e ilCodice di Manu, ad esempio (che credo rientrino di diritto nella categoria "filosofia indiana);basta andare a leggersi L'anticristo, per rendersene conto.[50] Atteggiamenti che sono delineati da Colli al frammento 188: “La ragione umana <-chiamiamo così lo strumento del conoscere-> si può esercitare in due modi. Essendo laparola il suo mezzo espressivo, la ragione può affinarsi con l’esercizio verbale dunque neldiscutere di più individui, che promuovono così, ciascuno nell’altro, una più robusta e piùestesa capacità di ragione. Oppure, se si abbandona questa ragione circolante, attraversouno sforzo dell’individuo isolato[ quale fu Nietzsche, ad es. ], quando però esistano condizioni favorevoli (...) ” La ragioneerrabonda, p.245.[51] Interessante anche il resto del passo:" La restaurazione della vita nella sua immediatezzaè una condizione attraverso cui cadono morali universali e le religioni positive sul tipo delcristianesimo, e a realizzare queste profezie hanno pensato le guerre dell’ultimo mezzo

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secolo. Ma questa vita immediata non è dolce a vedersi (...)E' terribile, anzi, un abisso di dolore come giustamente ha sempre visto (...) la grandefilosofia. Da questo dolore può salvarci soltanto la conoscenza, che può anche essereragione, ma solo quando parta dall'intuizione (cioè quando rinunci al predominio). Questoè il senso delle dottrine delle Upanisad e di Buddha, di Parmenide e di Schopenhauer. (...)La necessità di staccarsi dalla vita, per sopportarne il dolore e contrapporsi ad esso, hamosso tutti gli uomini spirituali (...)Anche Nietzsche è su questa linea (...) ", (La ragione errabonda, p.130). Quello del dolorefunge da spunto, da fil rouge, nel tentativo di delineare un grande confronto buddhismo-Schopenhauer-Nietzsche.[52] Viene in mente l’iconoclastia tipica dello zen, e quella di Nietzsche! “Libri. Come puòessere importante un libro che non sappia neppure condurci oltre tutti i libri?”, La gaiascienza, §248.[53] Cfr. La ragione errabonda, § 148[54] Proprio la "dottrina" è ciò che non interessa a Nietzsche.[55] Quello della "falsificazione filosofica" è un aspetto che tocca anche la "filosofia" diNietzsche: anche Nietzsche, infatti, non manca di "accomodare", nell'appropriarsene, i filosofiche sente "vicini" al suo modo di pensare; è il caso di Spinoza, ad esempio.[56] Questo invece non si può dire sia vero per Nietzsche, le cui doti di poeta, seppur discutibilinei risultati estetici, sono indubitabili.[57] Cfr. le osservazioni sulla scienza di R.Blunck: “Nietzsche ha una visione profetica: anche lascienza - e con questo nome egli intende le scienze naturali- arriverà fino a un limite estremo,anch’essa sfocia in ultima analisi in una unio mystica con Dioniso , come doveva esserel’itinerario di Nietzsche da Umano, troppo umano fino ai “biglietti della follia”: “ (...) unaprofonda idea illusoria , che venne al mondo per la prima volta nella persona di Socrate, ossiaquell’incrollabile fede che il pensiero giunga, seguendo il filo conduttore della causalità, fin neipiù profondi abissi dell’essere (...).”,cit. in C.P.Janz,Vita di Nietzsche, vol.I, p.407.“La scienza è destinata a far apparire comprensibile e pertanto giustificata l’esistenza: aquesto scopo, quando le ragioni non bastano, deve servire in definitiva anche il mito -alquale in fondo si mira!” , (cfr. F.W.Nietzsche, Opere,vol.VII, tomo I, parte I, p.228) ; tornando53a Blunck, si vedano inoltre le osservazioni sulle concessioni fatte da Nietzsche alla scienza :“Chi ha potuto metter mano come garzone anche soltanto a una piccola parte del suogigantesco edificio, non può che pensare con ammirazione alla somma di energie (...) concui da secoli tante generazioni di uomini hanno dato il meglio di sé qui , nell’opera dicostruzione.. E’ da meravigliarsi, se nella consapevolezza di siffatti successi, conseguiti conenorme energia, la dea suprema di ogni scienza, la logica, a poco a poco dichiara suopossesso ogni regno sulla terra e nella testa degli uomini? (...) Ma il filo a piombo dellalogica è corto: negherà forse le insondabili profondità di quel mondo delle cose più reali,per il quale non valgono le leggi della casualità, che sono il ferro del mestiere della logica?”(cit. in C.P.Janz,Vita di Nietzsche ,vol.I ,p.431).[58] Nietzsche E’ anche un letterato ; Schlechta , ad es., descrive Nietzsche “ (...) come unletterato che dice sempre le stesse cose con metafore diverse e non come un filosofo chearticola un ragionamento.” , cit. in M.Ferraris ,“Storia della volontà di potenza”, sta in Lavolontà di potenza , p.678.[59] Frammento che si ricollega a § 88.[60] Questo va tenuto presente per la trattazione di Nietzsche, dal momento che proprio ilnichilismo nietzschiano, segna la crisi della filosofia così come la intende Nietzsche, e cioè comeun trarre le estreme conseguenze in base alle quali la filosofia, in quanto tendente alla verità,annulla se stessa.[61] Cfr. “Note e notizie a Ecce homo” , F.W.Nietzsche, Opere ,vol.VI,tomo III, p.612.[62] Lettera a Gast, dicembre 1888,cit. in M.Ferraris, Nietzsche e la filosofia del novecento , p.56.

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[63] L'antistoricismo è uno dei caratteri distintivi del pensiero di Giorgio Colli, in evidenteconsonanza e con lo spirito che anima la Seconda inattuale ,e con il pensiero greco: “Quelfamoso piccolo popolo (...) intendo appunto i Greci, aveva ostinatamente mantenuto nelperiodo della sua maggior forza un senso non storico” , (Seconda Inattuale , II,§4).[64]?!?!?!?!?!? < senza la storia (...) , non si può sfuggire alla ragnatela dell’astrazione>[65] Contro la filosofia cfr. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo II, p.143.[66] Così Wilamowitz-Möllendorf,cit. in C.P.Janz,Vita di Nietzsche,vol. I,p.435.[67] Ovvero il metodo dell’età dei sapienti ; e anche quello di Colli. Ma che cos’è la verità perNietzsche? Per rispondere mi rifaccio a Dopo Nietzsche : “Nietzsche usa il termine “verità” indue sensi, riferendolo ora a un contenuto, cioè al nocciolo del mondo, alla radice della vita,ora a una forma, a una certa espressione verbale. (...) la verità rivolta al contenuto èqualcosa di pacifico per Nietzsche (...). Si tratta della verità in quanto “conoscenza deldolore”, secondo l’insegnamento di Buddha e Schopenhauer. L’altra verità per contro è ungiuoco illusorio, una presunzione tirannica, un esercito di metafore, oppure la mascherache il pensatore assume per celare l’orrore della prima verità (.........) ” (pp.174-176)E’ possibile trarre da ciò lo spunto per interpretare il buddhismo come filosofia alternativa ?[68] Eppure nei frammenti postumi (26 [ 451 ]) sta scritto : “Scopo vero di ogni filosofare laintuitio mystica ” (cit. in Scritti su Nietzsche, pp.148-149).[69] Non è dato di sapere se Colli avesse letto o avesse presenti i testi del buddhismo zen; tuttavianon è da escludere una sua conoscenza in materia , che potrebbe essere parziale, o per lo menofiltrata da altre fonti; esiste , per quanto riguarda lo zen, un interessante frammento de La ragioneerrabonda , § 487 (datato 13.5.70) : “Tiro dell’arco giapponese. spirazione. Distacco dellapersona. Relazione tra arco, arciere, bersaglio. Raggiungimento dell'Absichtslosigkeit .*Non si deve mirare al bersaglio. “ Es ” schiesst .* Rilassamento muscolare.” ( op.cit.,p.495).Questo passo rimanda chiaramente al fortunato Lo Zen e il tiro con l’arco, il resoconto diuna lunga esperienza in Giappone da parte di Eugen Herrigel, insegnante di filosofia pressoHeidelberg che fu invitato (1924) a tenere dei corsi all’Università Imperiale di Sendia;54desiderando conoscere lo Zen , decise di dedicarsi al tiro con l’arco, una delle arti chetradizionalmente appartengono alla storia dello Zen. Tornato in Europa pubblicò (1948) illibretto che ho citato.[70] Il frammento a cui rimanda Colli complica ulteriormente la faccenda (si fa cenno anche a unadefinizione - l’ennesima- del filosofo): “Antitesi tra filologo e letterato basato sul modo dileggere. Il primo sa leggere (vedi definizione del filologo di Nietzsche * [ KGW, VI, pp.8-9 ] )in profondità, nella struttura, il secondo legge molto senza capire, e il suo modo di scrivereriflette questo sorvolare (...). Come i letterati si comportano anche i filosofi. Anzi i filosofiletteratinon possono neppure capire i filosofi-filologi, poiché dalla lettura costoro hannoimparato a pensare, cioè approfondendo e dando ad ogni parola un suo (e uno solo)significato, cosicché tutto il pensiero è veramente pensato, e non sfiorato in superficie, comefanno gli altri. <ma il filosofo non pensa attraverso le parole> “ (La ragioneerrabonda,p.265).“Nel filosofo Nietzsche vuole ritrovare soprattutto il distacco dal presente, il modellointangibile della grandezza” ( Scritti su Nietzsche, p. 44 );sulla grandezza ,cfr. La ragioneerrabonda, frammento 122, p.143.[71]"Può un filosofo essere commediante?", (Dopo Nietzsche, p.24); cfr. anche C.P.Janz, Vitadi Nietzsche, vol. II, p.356.NB: in Aurora (§ 29) Nietzsche definisce i Greci “commediantiincalliti”.[72] Qui Colli fa riferimento al problema della scrittura, e lo si evince confrontando il contenutodi § 344 , p.413 : “Legame tra espressione scritta e spirito sistematico. Sinché filosofarerimane nell’ambito dialettico, non c’è pericolo di cadere nelle costruzioni dogmatiche . (...)Affermazione dello spirito sistematico quando vien meno il sostrato dialettico. (...) La

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ragione è chiara : quando un concetto si consolida in una parola scritta, non si può tenerdietro al ( pollachos legomenon) che compete a ogni parola, e la si tratta come (monachoslegomenon).” (La ragione errabonda, p.413)[73] Si confronti la “Premessa” a Scritti su Nietzsche : “ (...)In realtà , Nietzsche non ha bisognodi essere interpretato in nessun modo, di essere determinato concettualmente secondo l’unao l’altra direzione (...)” (p.13) ; si tratta di un’importante indicazione metodologica ; inoltre visi dice che la “totalità delle sue espressioni scritte” possiederebbe “una sostanza unitaria ecompatta” ; su questo punto non sono d’accordo con Colli, e con tutti quegli interpreti che simuovono lungo questa linea ; anche perché Nietzsche scrive che :“Voi andate a caccia delle mie opinioni (...) ma queste sono soltanto delle maschere” . Comese Nietzsche volesse dire che anche qualora esistesse una sostanza unitaria e compatta questa nonsarebbe importante, perché inconoscibile (Gorgia). Radicalità della scepsi.[74] Cfr. Scritti su Nietzsche : “Ma se la filosofia (...) deve quanto più è possibile,“assomigliare” alla vita, allora Nietzsche e Schopenhauer sono gli ultimi filosofi (...)” ,(p.32).[75] Questo passo mi offrirà lo spunto per aprire una parentesi allo scopo di chiarire il sensodell’interpretazione di Colli alla luce di certe affermazioni che sembrano negare la legittimità diogni tentativo ermeneutico; è questa una parentesi che del resto avrei già potuto aprire al punto150, “non ha senso parlare di Nietzsche”, che ricalca quanto appena riportato.Questo concetto,ribadito anche in altri frammenti, costituisce il nucleo (paradossale) dell'interpretazione di Colli.[76] Zarathustra viene definito antifilosofo, non Nietzsche . Dunque bisogna dedurne che nonsono la stessa persona ?!? Secondo Janz no : “ Dobbiamo comprendere che la figura diZarathustra non è una semplice licenza poetica né un espediente formale (...) bensì unatotale trasformazione : Nietzsche diventa Zarathustra, è Zarathustra.” (Janz, Vita diNietzsche, vol. II, p.307); vedere anche Heidegger “Chi è lo Zarathustra di Nietzsche?”, sta in55Saggi e discorsi, pp. 66-81.Colli non mi sembra porsi simili problemi che investono l’identitàNietzsche -Zarathustra.[77] Per quanto capiti che Colli oscilli tra posizioni diverse o che si contraddica, come già detto.[78] Il frammento chiamato in causa (511) rimanda ad un aforisma di Dopo Nietzsche, intitolato“Umano, troppo umano”, p.106.[79] Non lo dimostrano soltanto le opere in senso stretto, ma anche lo sterminato epistolario: loscrivere troppo non è da filosofo, o meglio non è -da- sapiente, e per Colli il filosofo deve (odovrebbe) essere (anche) sapiente, come già visto.[80] Riporto il frammento 506: “La sua è anzitutto la moralità dello scrittore: orbene, dalleprime righe della Nascita della tragedia agli ultimi frammenti del 1889 è sempre il pathos atrasudare dalla sua scrittura. Egli ha sempre ceduto allo stimolo interiore, non ha saputodominarlo. Le sue parole vibrano, alludono a qualcos’altro, non sono un’alternativadell’interiorità (...). ( La ragione errabonda, p.510).[81] “Io scrivo, io vivo per pochissimi”, cfr. “Note e notizie a “L’anticristo”, sta inF.W.Nietzsche, Opere, vol.VI, tomoIII, p.521.[82] Anche il § 578 rimanda ad un aforisma diDopo Nietzsche, intitolato “Fisiologia intellettualedi Nietzsche”, (p.94).[83] Colli però sembra anche ammettere che non gli si può rimproverare l'avere scritto tanto,perché lo scrivere fu per Nietzsche una necessità “vitale” quasi.[84] A proposito dell’intuizione, una delle fondamentali categorie del pensiero occidentale, vorreiriportare, invece, quanto scrive C.Humphreys in Una via occidentale allo zen: “L’insegnamentoZen definisce i limiti dell’intelletto e dimostra che la verità, in quanto distinta dalladottrina che cambia, può esser nota solo attraverso l’uso di una facoltà che operi oltre laportata del pensiero: un potere noto in oriente come Buddhi o Prajna, e in occidente comeintuizione.”, (op.cit., p.11).[85] Quello dell’artista è un “topos” interpretativo che caratterizza soprattutto la prima ricezione di

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Nietzsche: non solo Nietzsche è interpretato come artista ma “in una prima fase il suopensiero, più che in ambito filosofico, fu recepito da artisti e letterati.” ,cfr. F.Vercellone,“L’estetica moderna. Percorsi bibliografici”, sta in S.Givone, Storia dell’estetica, p.243.[86] Vorrei notare, per pura curiosità letteraria, che in Crepuscolo degli idoli (v."Il problema diSocrate"), è Nietzsche a dare del “monstrum” a Socrate.[87] La mia vita, p.45.[88] Cfr. F.W.Nietzsche, Opere, vol.VII, tomo I, parte I, p.229.[89] Periodo che include gli anni di Pforta, anni che secondo R.Blunck sono degni del massimorilievo per l’intero suo sviluppo; cfr. C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. I, p.3 e “Il bagaglioculturale che Nietzsche acquistò a Pforta era dunque di natura spiccatamente umanisticoletteraria”,ibid., p.63; del resto è lo stesso giovane Nietzsche a confermare quanto detto sopra,cfr. La mia vita, p.135.[90] Cfr. C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. I, p.481 e G.Vattimo Introduzione a Nietzsche.[91] Lo stesso amore di cui è imbevuto Colli !![92] Sono da vedere anche le considerazioni sulla filologia che si trovano a p.157.[93] Cfr. C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol.I, p.168.[94] Nietzsche, ad es., affronta la filosofia dei Presocratici con le armi della filologia.[95] L’amore per la musica da parte di Nietzsche è tenuto in grande considerazione dallo Janz (chenon a caso è anche musicologo).56[96] Il criterio seguito nell'elencare i filosofi (e non) e le rispettive opere riproduce quello di Janz,che rispetta l'ordine cronologico di lettura da parte di Nietzsche durante i primi anni di studio.[97] Per quanto concerne Hölderlin, v. La ragione errabonda pp.105-108, oltre ai frammenti 88 e575 e al punto 14 ("Hölderlin (...) Ha Compreso la Grecia più di Nietzsche") del frammento505.[98] Non c’è bisogno di sottolineare che si tratta di due filosofi “particolari”, dal momento chegeneralmente vengono considerati come “scrittori”[99] Cit. nella “Cronologia”, sta in F.W.Nietzsche, Opere, vol.III, tomoII, p.417.[100] E che è uscito per Adelphi con il titolo La mia vita.[101] Dalla Repubblica, ad es., Nietzsche mutua l’idea del filosofo come “tribunale supremo”.[102] Cit. in C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. I, p.304 e nella “Cronologia”, v. F.W.Nietzsche,Opere, vol.III, tomoII, p.389.[103] In quest'opera Kant è preso a cardine della storia della filosofia: il libro è diviso in due parti“Fino a Kant -Dopo Kant, cfr. C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol.I, p.471.[104] V. ibid., p.179.[105] Un autore che tende invece a ridimensionare l’influsso di Lange ad un sempliceorientamento sulla storia della filosofia è Karl Jaspers.[106] “Lange traccia una netta, fondamentale linea di demarcazione tra la conoscenzasperimentale in quanto verità scientifica e ogni sorta di metafisica come fantasticheriaconcettuale, e rifiuta ogni equiparazione tra essere e pensiero quale è tentata da Platone eHegel.”, cit.in C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol.I, p.180.[107] Cit. in C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol.I, p.218.[108] Mentre più tardi comincerà a ridicolizzarlo, v. Al di là del bene e del male, § 11.[109] Nietzsche consultò l’opera Storia della filosofia moderna di Fischer e le conferenze del1860, “ La vita e le opere di Kant” e “E.Kant, evoluzione, storia e sistema della filosofia critica”.[110] Si pensi al seguente passo estrapolato (anche se non si dovrebbe) da Ecce homo: “ (...)questo scritto offre un insegnamento inestimabile sulla mia maniera di concepire il filosofo,come un tremendo esplosivo, che mette tutti in pericolo, su un concetto di “filosofo” che stamiglia a miglia lontano da quell’altro concetto, che pure comprende in sé un Kant (...) ”.[111] Cit. in C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol.II, p.67.[112] Cfr. anche l’aforisma 475 di Umano, troppo umano, vol. I e La gaia scienza , § 333.

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[113] L'osservazione appartiene a J.Stambaugh, v. Internet.[114] Un esempio lampante è il suo modo di trattare Kant, al quale Nietzsche è interessatosoltanto per la parte “estetica”; lo stesso tipo d'approccio è adottato per avvicinare anche gli altrifilosofi: laddove era possibile un approccio estetico Nietzsche non si faceva scrupolinell'approfittarne come chiave di accesso.[115] E come avrebbe potuto dal momento che i suddetti problemi sono posti dai filosofi cheNietzsche non conosce?![116] Tratto da La volontà di potenza; v. anche § 522 e 584 e pp. 281 e seguenti “Il sorgere dellaragione e della logica”.[117] Frammento postumo autunno 1887, v. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VIII, tomo II, p.14.[118] Frammento postumo autunno 1887, v. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VIII, tomo II, p.82.[119] “Ascetismo: perfezionare soltanto la ragione” (cfr. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomoI, parte I, p.219) e“Ascetismo -tentativo di vivere senza morale.” (cfr. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo I,parte I, p.220).[120] Per il tema la ragione in Grecia, si veda La ragione errabonda, frammenti dal 198 al 201 e339,340,342,343,390.57[121] Anche in questo caso però la faccenda non è così semplice, dal momento che Nietzsche èambiguo, tanto che in alcuni passi sembra quasi che “la distruzione della ragione” non sia unobiettivo da raggiungere a tutti i costi; non si tratta di sopprimere la ragione, ma di trasformarla(cfr. Zarathustra, ”Degli spregiatori del corpo”).[122] “Un istinto è indebolito se razionalizza se stesso: col razionalizzarsi, infatti, siindebolisce.”, F.W.Nietzsche, Il caso Wagner, p.37.[123] Tale “storia” si riassume nel prodotto più rilevante dell’antica Grecia: la scienza. Si vedanoanche i frammenti dal 196 al 200.[124] Emblematico il caso di G.Lukács, La distruzione della ragione.[125] Se Colli ha ragione, sono gettate le basi per una collocazione di Nietzsche, del suo pensiero,al di fuori del territorio filosofico; o per lo meno parzialmente fuori, in quanto, sebbeneNietzsche non sia “andato a fondo sul problema della ragione”, se n’è pur sempre occupato.[126] Cfr. F.Masini, Lo scriba del caos, e “Un mondo “fluido””, sta in Al di là del bene e delmale, Newton Compton, pp. 7-28.[127] E che cos’è la retorica se non il carattere saliente dell’intera produzione di Nietzsche, ciòche ne costituisce il fascino?! Si tenga presente questo punto perché ritornerà nel problema dellascrittura.[128] Cfr. anche Martin Heidegger, Introduzione alla metafisica: “ Nietzsche finisce (...) peravere perfettamente ragione quando chiama i “concetti più alti”, come l’essere, “l’ultimaesalazione di una realtà che si dissolve” (p.16).[129] Questo perché per Nietzsche la realtà, il mondo è "divenire" (werden) e "Conoscenza edivenire si escludono a vicenda", rammento postumo autunno 1887, v. F.W.Nietzsche, Opere,vol. VIII, tomo II, p.40.[130] C.P.Janz, Vita di Nietzsche, vol. II, p.390.[131] Dello stesso autore si veda anche l'articolo intitolato “Nietzsche e la genealogia delpensiero”: “In un appunto della primavera del 1887 Nietzsche scrive: “Non dovrà finiretutta la filosofia con il portare alla luce i presupposti su cui poggia il movimento dellaragione? Il realismo più antico viene alla luce per ultimo: nello stesso tempo in cui tutta lastoria religiosa dell’umanità si riconosce come storia della superstizione delle anime”. Eccoenunciato, nel modo più chiaro, il tema della genealogia del pensiero. Ma Nietzsche poiaggiunge: “ Qui c’è una barriera : il nostro stesso pensare implica quella fede (nellaragione); farla cadere significa non poter più pensare”. In queste parole di Nietzsche è cosìavvistata e anticipata quella che oggi viene indicata come la “crisi della ragione classica” , oanche come la “morte della filosofia”.” ; cfr. AA.VV. , Nietzsche e la fine della filosofia

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occidentale , p.107.[132] Oltreché di Nietzsche! “Il mio stile possiede una certa voluttuosa concisione” , FrammentiPostumi 1876-1878,cfr.Opere ,vol.IV,tomoII,p.312.[133] Uno dei più comuni è quello che intorno a “la ragione per cui il primo patriarca è venutodall’Occidente”.[134] Gli haiku sono brevi componimenti poetici che affrontano con tecnica realistica i più svariatiargomenti (in prevalenza si tratta di temi naturalistici affrontati con estrema semplicità, come adesempio il balzo di una rana in uno stagno); nel contenuto perché lo zen esalta la concretezza econdanna ogni tipo di astrazione (cfr. L.Stryk , “Introduzione” a Zen poetry , trad. it. Poesie zen ,pp.17-19.[135] Va detto che per quanto riguarda il mondo antico le teorie di Colli , come ha rilevato MariaGrazia Ciani, coincidono di volta in volta con quelle di Rohde, Otto, Vernant, Cherniss, Dodds,Russell; cfr. M.G.Ciani , “Belfagor”, numero III, anno XLII, pp.310-311; v. anche La ragioneerrabonda , p. 360.58[136] Frammento postumo risalente alla primavera del 1888.[137] F.W.Nietzsche, Nietzsche contra Wagner , p.414.[138] Frammento postumo risalente all'estate 1883,cfr.F.W.Nietzsche,Opere ,vol. VII, tomo I,parte I, p.323.[139] Cfr. Dopo Nietzsche p.104.[140] Cfr. Ecce homo,p.227.[141] Osserva giustamente Lucio Saviani: “Già da questi pochi accenni sull’incontro diNietzsche con Eraclito è possibile risalire alla distanza che Nietzsche assume nei confrontidella dialettica”,cfr.A dadi con gli dei,p.33. Eraclito, di fatto, è uno dei pochi filosofi nei qualiNietzsche si riconosca di buon grado : “Metto parte, con profonda deferenza, il nome diEraclito.”Crepuscolo degli idoli , pp. 130-131; v. anche Janz, Vita di Nietzsche, vol. II, p.344.[142] Sull’enigmaticità di Colli cfr. S.Barbera-G.Campioni, Lo specchio di Dioniso .[143] Il frammento 507 rimanda all’aforisma di Dopo Nietzsche intitolato “ Una parola malfamata”: “Oggi , come ieri, la parola “ mistico” ha un brutto suono: si arrossisce o ci si adombranel ricevere questa designazione. La buona società dei filosofi non ammette tra i suoimembri chi porta tale nome (...). Anche i più liberi, come Nietzsche e Schopenhauer,respingevano questo nome.Eppure “mistico” significa soltanto “iniziato”.”,p.156 ; interessante notare quanto riporta allavoce “misteri” la Enciclopedia Garzanti di filosofia (cito testualmente): “Costitutivo dei misteriè l’elemento iniziatico, il segreto nel senso greci di arretòn, cioè di “indicibile”: esso è notoai partecipanti, che sono però vincolati al silenzio rispetto ai non iniziati.” .[144] Nietzsche contro il misticismo: F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo II,p.8Nietzsche “condanna” anche Schopenhauer, cfr. frammenti postumi 1876-1878,v.F.W.Nietzsche,Opere, vol. IV, tomo II, p.415.[145] Sul misticismo in relazione a Nietzsche si possono consultare alcuni autori , citati daLöwith in Nietzsche e l'eterno ritorno : Halevy , ad es., interpreta la follia di Nietzsche come unrapimento mistico, affiancando a quello di Nietzsche i nomi di Eckhart, Suso e Taulero ; cfr. D.Halevy, Vita eroica di Nietzsche ; dello stesso parere anche Beonio-Brocchieri e Farinelli eC.P.Janz (cfr.Vita di Nietzsche ,vol. II, p.351).[146] Secondo l'opinione di M.G.Ciani il termine “espressione” del linguaggio filosoficotradizionale rinvierebbe alla tesi “mistica”.[147] Cfr. Dopo Nietzsche : “Nietzsche nascose il suo misticismo nebbioso e volle diventarevisionario.” , pp.179-180 ; Colli distingue un “misticismo nordico”, che rifugge dall’apparenzavisibile (Böhme) e un “misticismo mediterraneo”, che invece ha nella visione il suo caratterepeculiare (Platone, Plotino).[148] Curiosamente anche nella tradizione del buddhismo zen , un vaso diventa occasione perraggiungere l’illuminazione , in giapponese satori; cfr. Mumon , La porta senza porta , caso 40 ,

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“Rovesciare un vaso d’acqua”: “Hyakujo voleva mandare un monaco ad aprire un nuovomonastero. Disse ai suoi allievi che avrebbe affidato l’incarico a chi avesse risposto con piùacutezza a una domanda. Posò un vaso d’acqua sul pavimento e domandò: “ Chi sa direche cos’è questo senza nominarlo?”.L’abate disse : “Nessuno può dire che sia una scarpa di legno”. Isan il monaco cuciniere,rovesciò il vaso con una pedata e se ne andò.Hyakujo sorrise e disse : “L’abate ha perso”. E Isan divenne il maestro del nuovomonastero.” , (op.cit., p.65).[149] “Camminavo lungo il lago di Silvaplana attraverso i boschi ; presso una possenteroccia che si levava in figura di piramide , mi arrestai. Ed ecco giunse a me quelpensiero”.Questo è l’ormai famoso passo che rende conto dell'"esperienza" dell’eterno ritorno59dell’uguale , cfr. F.W.Nietzsche, Opere , vol. VI, tomo III, p.615.[150] Ricordo che Schopenhauer ha già trovato trova spazio all’interno del problema della ragione,del misticismo e della formazione culturale.[151] Frammento postumo maggio-luglio 1885, v. La volontà di potenza, § 463; v. ancheF.W.Nietzsche, Opere,vol.VII, tomo III, p.7.[152] Frammento postumo autunno 1887,v. F.W.Nietzsche, Opere,vol. VIII, tomo II, p.16.[153] “La non divinità dell’esistenza era per lui [Schopenhauer] qualcosa di dato, dipalpabile, d’indiscutibile (...) ”, cfr. F.W.Nietzsche, La gaia scienza, § 357.[154] La letteratura sul rapporto Nietzsche-Schopenahuer è quanto mai vasta e articolata : un testodedicato ai due filosofi è il “classico” di G. Simmel, Schopenhauer und Nietzsche , Leipzig,1907; cfr. anche le suggestive osservazioni di K. Röllin in AA.VV., I filosofi e la religione ,“Religione e dinamica psicologica in Schopenhauer e Nietzsche”, pp. 69-86 ; Deleuze proponeun’affascinante equazione ,secondo la quale Eraclito starebbe ad Anassimandro come Nietzschesta a Schopenhauer, cfr. G. Deleuze, Nietzsche e la filosofia. Altri libri in cui trovare spuntiinteressanti sull’argomento sono R.Hollingdale , Nietzsche. L’uomo e la sua filosofia , pp.83-93 ;L.V.Arena, Nietzsche e il nonsense ,pp.11-13,p. 65, pp.96-99 , p.115 (nota 33) ; infine rimando aA. Verrecchia , La catastrofe di Nietzsche a Torino ; quest’ultimo coglie l’occasione (lo faspesso e indiscriminatamente del resto) per screditare Nietzsche : “Egli [ Nietzsche] non aveva,neppure lontanamente, né la vastità d’interessi, né la cultura enciclopedica di unoSchopenhauer.” (op.cit., p. 40) .C’è da dire però che il lavoro di Verrecchia per quanto precisonella ricostruzione dei fatti , spesso è troppo severo nel giudicare negativamente Nietzsche: ciò èdovuto al fatto che l’autore tanto detesta Nietzsche ,quanto ammira Schopenhauer. A riprovadella cautela con cui ci si deve avvicinare al libro di Verrecchia quanto scrive L.Alfieri: “Sebbene gli si debba riconoscere il merito di qualche piccola “scoperta” in campobiografico, quello di Verrecchia è il peggior libro su Nietzsche che sia apparso negli ultimianni, e uno dei peggiori in assoluto.” ; cfr. L.Alfieri, Nel labirinto. Quattro saggi su Nietzsche., p.118.[155] Anche se è vero che in un frammento postumo Nietzsche nega la qualifica di filosofo aSchopenhauer, cfr. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo III, p.149.[156] Il rapporto con Schopenhauer, tuttavia, è talmente complesso da richiedere.... una secondatesi di laurea per venire adeguatamente affrontato![157] Cfr. “ (...) il momento liberatore rappresentato per lui (Nietzsche) da Schopenhauernon consisteva nei suoi dogmi, bensì nel suo carattere spirituale: la sua veracità, il suoardire di pensatore (...) ”. (C.P.Janz, Vita di Nietzsche ,vol. I, p.222).[158] “Come filosofo, Schopenhauer fu il primo ateo dichiarato e irremovibile (...):è qui losfondo della sua inimicizia con Hegel.”, cfr. F.W.Nietzsche, La gaia scienza, § 357.Secondo Fink “Hegel e Nietzsche si contrappongono come l’affermazione che tutto accetta ela negazione che tutto confuta”, cfr. La filosofia di Nietzsche, p.9; è Vattimo, comunque, anotare che tra gli interpreti di Nietzsche ,Deleuze è quello che ha insistito maggiormente sul“costitutivo carattere antihegeliano di Nietzsche (...) Il problema del rapporto con Hegel è

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anzitutto quello del rapporto con la dialettica”, cfr. G.Vattimo, Il soggetto e la maschera,p.15.[159] Sembrerebbe, tuttavia , che la lettura dei Parerga e paralipomena sia più importante dellalettura del Welt ; secondo Colli è uno degli avvenimenti capitali nella vita di Nietzsche.[160] La posizione di Nietzsche nei confronti di Schopenhauer tuttavia rimane ambigua: anche sesono reperibili temi antischopenhaueriani all'epoca in cui Nietzsche scrive Al di là del bene e delmale e Genealogia della morale, “in profondità si avverte comunque un riaccostamento aSchopenhauer (e non a caso nella prefazione alla Genealogia della morale egli dice:”...il mio60grande maestro Schopenhauer”) ”,cfr.”Notizie e note”, F.W.Nietzsche, Opere, vol. VI, tomoII,p.372.[161] Cfr. ancheLa volontà di potenza , § 1005 e lettera alla sorella, datata marzo 1885.[162] Da vedere anche i frammenti 91 (intitolato "Schopenhauer") e 109.[163] Leonardo Vittorio Arena sostiene ,insieme a Janz , che l’influenza di Schopenhauer suNietzsche sarebbe minore rispetto a quella di Lange, cfr. Nietzsche e il nonsense , p. 41, nota due; per quanto riguarda chi invece ha valutato adeguatamente l’influsso di Schopenhauer suNietzsche , cfr. La ragione errabonda, § 209b.[164] Nietzsche stesso chiama Schopenhauer "unico e grande maestro".[165] Nietzsche in realtà sembra pensarla diversamente a proposito delle "capacità visive" delfilosofo di Danzica: "Schopenhauer è verso il mondo come un cieco verso la scrittura.”,Frammenti Postumi 1876-1878,21[13].[166] Frammenti postumi 1882-1884, cit. in F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo I, parte I, p.5.[167] Nietzsche a Brandes, 10 aprile 1888, cit. in A.Verrecchia, La catastrofe di Nietzsche aTorino ,p.44 ; interessanti anche due annotazioni riportate nelle “Note a Ecce homo”:“Semplicemente non si sopportano più altri libri, soprattutto se di filosofia” , (p.604) e“Che cosa debba essere un filosofo - e che io non ero affatto - (...) " ,cit. in F.W.Nietzsche,Opere, vol. VI, tomo III, p.608.[168] Nell’affr ontar e questo importante frammento è necessario far riferimento alla concezionedella filosofia così come è stata delineata grazie all'analisi dei passi de La ragione errabonda,precedentemente citati.[169] Questa "addizione filosofico-matematica" è falsa secondo Giametta, cfr. Nietzsche e i suoiinterpreti, p.123.[170] Nietzsche aborre la cultura tedesca Nietzsche, preferendo di gran lunga quella francese,come osserva anche Verrecchia. E’ un problema,quello del rapporto di Nietzsche con la cultura econ la filosofia tedesca, tanto ambiguo , quanto ambiguo è il rapporto di Nietzsche colcristianesimo: infatti, nonostante i feroci attacchi e le virulente critiche al cristianesimo non sipuò far a meno di ricordare che l’ambiente in cui Nietzsche crebbe era profondamente religioso;lo stesso discorso vale per la cultura tedesca, che sebbene tanto disprezzata, costituisce pursempre il sostrato culturale dal quale Nietzsche proviene ed emerge; insomma , Nietzscherinnega il proprio passato, la propria origine in definitiva, ma non sempre questo significa ,conciò, cancellarla del tutto.[171] O DEL SAGGIO?! Colli a volte usa il termine filosofo in modo ambiguo: a volte ilsignificato sottinteso è quello di saggio ,sapiente; non filosofo, ad esempio, qui potrebbe ancheessere letto, interpretato come saggio.[172] Una precisazione: si tratta di un rapporto che è possibile rendere problematico sotto dueprofili, o meglio a seconda di due diverse (seppur sempre connesse) prospettive :a) a partire da Nietzscheb) a partire da Colli E' sottinteso che il punto "b" sarà il mio termine di riferimento preferenziale.Un terzo modo potrebbe invece essere quello di evidenziare le differenze rilevate tra Nietzsche egli “altri” filosofi, e in effetti Colli fa anche un tentativo di questo genere.[173] Per altre considerazioni sull’aforisma v. Il problema della scrittura.[174] “In rapporto alle opere precedenti Umano, troppo umano si caratterizza l’impiego

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dell’aforisma, meglio rispondente per la sua natura frammentaria e priva di ognipresunzione dottrinaria, all’esposizione di osservazioni e intuizioni aperte ad ulterioriripensamenti e a successive rielaborazioni” ,cfr. G.M.Bertin, "La conoscenza filosoficastrumento di liberazione da ciò che è umano, troppo umano in Friedrich Nietzsche", sta inUmano, troppo umano, Newton Compton; cfr. anche Frammenti Postumi 1876-1878, in61F.W.Nietzsche, Opere, vol. IV, tomo II, p.370.[175] V. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo III, p.189.[176] Mumon, La porta senza porta , p.57.[177] “Un nuovo Buddha, ma un Buddha rovesciato, capovolto, predicatore non dellanegazione bensì dell’affermazione della vita: un Buddha occidentale, nell’Occidente che siavvia al suicidio di massa come risultato dell’attivismo europeo: questo pensa di essereNietzsche.Metteyya: così si chiama il Buddha futuro, i cui seguaci saranno centinaia dimigliaia e non solo centinaia, secondo dice la profezia del primo Buddha: questo nome,Metteyya, leggiamo all’inizio di uno dei piccoli quaderni postumi dell’estate 1882.”,cfr.”Notizie e note”, sta in Opere,vol.VII, tomo I, parte I,p.333;e in un altro frammento si legge:“(...) io potrei diventare il Buddha d’Europa: che sarebbe il contrario di quello indiano.” ,cfr.F.W.Nietzsche, Opere ,vol. VII, tomo I, parte I, p.103.[178] Si pensi all'opera di K. Jaspers, Nietzsche e il cristianesimo, ad es.; cfr. anche G.Vattimo,Introduzione a Nietzsche.[179] A questo punto è necessaria una precisazione: in Oriente il confine tra religione e filosofianon è così marcato e netto come in Occidente, dove per intenderci la filosofia è stata a lungoconsiderata"ancilla" della teologia; è riduttivo parlare soltanto di religione buddhista, perché si rischia cosìdi lasciare in secondo piano il nucleo filosofico, o peggio si rischia di ignorarne l'esistenza.Quindi è meglio adottare l’etichetta onnicomprensiva di “pensiero orientale”.[180] Si consideri, a titolo meramente esplicativo, il seguente passo: “L’esistenza eterna esiste invirtù dell’esistenza non eterna. Nel buddhismo è una concezione eretica aspettarsi qualcosaal di fuori di questo mondo. (...).Dobbiamo trovare la verità in questo mondo, attraverso lenostre difficoltà, attraverso la nostra sofferenza.”, (S.Suzuki, Mente zen. Mente diprincipiante, p.85) e lo si confronti con quei passi nietzschiani (dello Zarathustra ad es.) in cuiviene esaltata la “fedeltà alla terra”, come la chiama Nietzsche.[181] Colli, come già ricordato curò un'edizione delle Upanisad, testo fondamentale delbuddhismo.[182] Nietzsche conosceva, in particolare, la filosofia sàmkhya ( o sankhya, come scrive Nietzschein Genealogia della morale, saggio III, §27): il sàmkhya è una delle cinque scuole brahamaniche(mìmàmsà, yoga, vaiceshika, nyàya ) nate intorno al V sec. a.C. per contrastare il crescentesuccesso del buddhismo e del giainismo; cfr. L.Arena, La filosofia indiana.[183] Il frammento prosegue così: "Un’interessante esperienza aberrante in senso ottimistico,che in una deviazione del suo corso ha inventato la razionalità -costruttiva e distruttiva econ una profondità d’intelletto mai più recuperata- è la filosofia greca."[184] Cfr. C.Andler, Nietzsche, sa vie et sa pensée, vol. II, p.414, e la già citata biografia delloJanz e G.Pasqualotto: “Le principali fonti utilizzate da Nietzsche per la conoscenza delbuddhismo furono il libro di Koeppen, Die Religion des Buddha, del 1857, e quello diOldenberg, Buddha, del 1881”, cfr. Il Tao della filosofia, p.137; cfr. anche “Cronologia (1869-1873)”:“Il 25 ottobre [1870] Nietzsche prende in prestito dalla biblioteca universitaria di Basilea illibro di K.F.Köppen, La religione di Buddha e la sua nascita, Berlino 1857.”, (v.F.W.Nietzsche, Opere, vol. III, tomo II, p.399).[185] “Nietzsche lesse il codice di Manu in una traduzione francese, che ancora oggi si trovanella sua biblioteca: Louis Lacolliot, Les legislateurs religieux.Manou-Moise-Mahomet,Paris, 1876”, cfr. "Note e notizie al testo di Crepuscolo degli idoli “, Opere, p.501.

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[186] F.Mistry, Nietzsche and buddhism.[187] Se c'è un aspetto che permetterebbe di rilevare delle analogie, non solo tra Nietzsche e il62buddhismo, ma tra Nietzsche, Schopenhauer e il buddhismo, sarebbe l'analisi di come èaffrontato ed eventualmente risolto, il problema del dolore ( cfr. Scritti su Nietzsche, p.131).[188] G.Pasqualotto, Il Tao della filosofia, Saggi su Nietzsche.[189] E.Bispuri, "Nietzsche: il volto nascosto dell'oriente", sta in G.Penzo, Nietzsche o la veritàcome problema.[190] L.V.Arena, Nietzsche e il nonsense[191] G.Parkes, Nietzsche and Asian Thought[192] La mia vita, p.94.[193] V. F.W.Nietzsche, Opere, vol. VII, tomo I, p.147.[194] Qui Colli ha in mente anche il punto 6) del frammento 505.[195] Cfr. Scritti su Nietzsche, p. 133.[196] Nuovamente i “fili” del discorso di Colli si intrecciano strettamente fra loro, e non solo perquanto riguarda il discorso “su Nietzsche”: in questo caso sono il “passato” e ancor di più ilmisticismo, a fungere da referenti all’interno del tema della scrittura.[197] Il rapporto che qui Colli instaura tra scrittura e misticismo dimostra, ancora una volta, cometutto sia collegato all'interno della sua interpretazione.[198] Il “senso” potrebbe essere questo: “ Per lui [ Nietzsche ] vivere significò scrivere, escrivere fu soltanto il dire con sincerità, quasi il riflettere in uno specchio, gli slanci dellasua fantasia e i travagli del suo pensiero”, ( La ragione errabonda, frammento 131; cfr. ancheDopo Nietzsche, p. 131, dove Nietzsche, definito icasticamente homo scribens, viene attaccato daColli per non aver saputo “dissacrare”, lui dissacratore par excellence, l’attività delloscrivere).Questo punto potrebbe rientrare di diritto in un catalogo immaginario, qualora sivolesse render conto delle innumerevoli contraddizioni della vita ( e del pensiero) di Nietzsche;avevo già richiamato la “duplicità esistenziale” all’interno della formazione culturale, e forsebisogna riprenderla e tenerla presente anche adesso. E poi, se scrivere= non vita efilosofia=scrittura, allora filosofia=non vita!!!!!!!!!!!! E di fatto: “La scrittura (...) è unaastrazione che spegne la vita: intendendo per vita quella cultura autentica, vitale,antisistematica, antidogmatica, antistorica- di cui il libro offre solo un riflesso, unsurrogato.Ma nella realtà odierna il libro è anche l’unica cosa che rimane,(...) l’unicomezzo- come riconosce lo stesso Colli- per avvicinarsi alla cultura vera.” (cit. in Belfagor,III, anno XLII, p. 309).In Dopo Nietzsche è confermata tale duplicità, rafforzando cosìl’impressione che il rapporto di Nietzsche con la scrittura sia inspiegabile: "... che senso haadditare l'affermazione dionisiaca, la follia, il gioco contro ogni astrazione emummificazione....e intanto consumare la vita nello scrivere, cioè .... nella non vita?" .[199] Prima di passare al resto del punto 175, si vedano alcune pagine di Scritti su Nietzschemodellate sul frammento 175: “ (...) FW si presenta come un libro riformatore rispetto allacomunicazione filosofica (...) la filosofia non esiste più, ma i filosofi devono ancora esistere(...) ”, (p.104); anche se va notato che Colli poi specifica che è solo con lo Zarathustra cheNietzsche“ ha inteso introdurre una riforma rivoluzionaria nell’esposizione filosofica” aggiungendoinoltre che “ Così parlò Zarathustra è stato un serio tentativo di portare la filosofia su unpiano essoterico, strappandola al tecnicismo, all’isolamento di cerchie senza risonanza, alladerisione che viene riservata a un’ arte pretenziosa fuori moda. Viene in mente comeparallelo l’innovazione platonica del dialogo filosofico.” ( Scritti su Nietzsche, p.113).Si tratta,però, di un tentativo destinato all'insuccesso, e sia Nietzsche, sia Colli, ne sono consapevoli.[200] Anche, anzi soprattutto, al di fuori di Nietzsche.[201] La datazione dimostra che il problema è presente a Colli fin dall’inizio della sua riflessionefilosofica su Nietzsche, e non solo su Nietzsche.63[202] Qui si fa riferimento alla concezione aristocratica della cultura che costituisce una

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caratteristica di Colli e di Nietzsche.[203] Strindberg a Nietzsche, 9 dicembre 1888, cit. in A.Verrecchia, op. cit., pp. 136-137.[204] Per una breve nota biografica su Sossio Giametta, v. Internet, URL:www.emsf.rai.it/interviste/abstract/giam..htm[205] Va notato che proprio gli scettici, sono forse l'unica categoria tra i filosofi a godere dellastima di Nietzsche, cfr. L'anticristo: “Metto da parte un paio di Scettici, che rappresentanonella storia della filosofia il tipo umano più degno: il resto non conosce i più elementarirequisiti della rettitudine intellettuale.” (§ 12); si veda anche Ecce homo: “Gli scettici, l’unicotipo rispettabile nel popolo dal doppio e quintuplo senso, il popolo dei filosofi!...”; sulloscetticismo come tema generale in Nietzsche, v. B.Taureck "La scepsi di Nietzsche", sta inG.Penzo, Nietzsche o la verita’ come problema. Interessanti infine le osservazioni diG.Pasqualotto svolte in Saggi su Nietzsche, pp.32-33.[206] “Nessun uomo ha mai avuto più di me il diritto alla distruzione!”, così Nietzsche in unabbozzo di lettera alla Zimmern.[207] Giametta è più radicale di Colli anche su altri aspetti come si vedrà.[208] Per quanto Giametta, a sua volta, sia passibile di critica. Si potrebbe, ad esempio, muovereuna critica sia a Colli sia a Giametta , in quanto nessuno dei due ha rilevato l’importanza cheebbe per Nietzsche la musica, musica che costituisce invece un elemento importantissimo dellavita di Nietzsche, e come si apprende dalla biografia dello Janz, che non a caso era anchemusicologo di professione; a tal proposito ,si può notare che Wagner è forse l’unica personalitàdi rilievo vivente con la quale Nietzsche abbia intessuto dei rapporti profondi , e Peter Gast, cheNietzsche chiamava maestro (in italiano) era un musicista (sebbene mediocre in confronto algenio di Wagner. E di fatto , poi, Janz non manca di rimarcare gli errori di valutazione diNietzsche, nel sopravvalutare, ad es. , il valore di Peter Gast .[209] Una delle contraddizioni di Colli più lampanti , più evidenti è quella che deriva dallacondanna della scrittura, scrittura che però viene pur sempre usata: Colli per essere coerente finoin fondo( e non cadere in contraddizione) non avrebbe dovuto scrivere nulla “su” Nietzsche,avendo già fatto abbastanza con la pubblicazione dell’edizione critica: restituire l'opera omnia diNietzsche nella sua integrità, senza nessuna sorta di apparato interpretativo ,o anche soltantodidascalico, sarebbe stata ,forse, la scelta migliore.[210] L’interpretazione di Nietzsche di Giametta ,(per la quale si può vedere anche Nietzsche, ilpoeta , il moralista, il filosofo,Garzanti,1973) per comodità si può riassumere nella formula“Nietzsche ha fatto una cosa sola : il moralista ma poeticamente.”[211] Quando è già cominciato un interessante confronto tra Nietzsche e Colli volto a delineare eanalizzare, in poche ma brillanti pagine, reciproche congruenze e diversità "filosofiche", v. pp.82-93.[212] L’espressione “il vero Nietzsche” è assai discutibile e problematica secondo il mio punto divista, che in definitiva combacia quasi perfettamente con quello di Colli: non esiste un veroNietzsche perché è impossibile arrivare a comprenderlo ; “nulla è conoscibile”, questo lo sapevaanche Nietzsche (“Le cose sono inconoscibili” ,Frammenti Postumi 1882-1884,6[1],inF.W.Nietzsche, Opere ,vol. VII, tomo I, parte I, p.220) e sapeva che in tale inconoscibilitàricadeva anche la sua persona : “Non faccio colpa a nessuno, se non sa per nulla chi io sia; anessuno è dato di saperlo(...)” , lettera a Overbeck del 31 dicembre 1888 ; tanto che Nietzschespesso si interrogava così : “ - Ha mai qualcuno capito qualcosa di me- capito me ? -” , cit.in “Note al testo di “Ecce homo” , cfr. Opere , vol. VI, tomo III, p.603; anche perché Nietzscheera consapevole del fatto che "(...) è difficile capire gli scritti come i miei", v. F.W. Nietzsche,Opere, vol. VII, tomo III, p.127; si confronti ,inoltre, il testo tratto da una lettera scritta a64Spitteler da Nietzsche il 10 febbraio 1888 (citata in Janz , Vita di Nietzsche, vol. II, p.532),doveNietzsche sembra alludere alla possibilità di "capirlo":“(...)[Al di la’ del bene e del male ]contiene la chiave di me stesso, posto che ve ne sia una.Bisogna leggerlo per primo(...)”.

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Molto interessante è quanto scrive Bataille in merito alla possibilità di “conoscere” Nietzsche : “Non toglierò la maschera a nessuno...Che sappiamo di Nietzsche , in fondo? Obbligati a unsenso di disagio, a silenzi... Odiando i cristiani... Per non parlare degli altri!... E poi... siamocosì poco!”, (Su Nietzsche , p.55 ); questo passo fa venire in mente quanto scrive Derrida : “ (...)non c’è una verità di Nietzsche o del testo di Nietzsche.”; cfr. J. Derrida , Sproni , p.94.Chiedoscusa per la lunga digressione e per i "faticosi" balzi testuali.[213] Sull'enorme mole di lavori usciti su Nietzsche non è nemmeno il caso di soffermarsi: alla"bibliografia nietzschiana" c.d. spetta senz'altro l'aggettivo "sterminata".[214] Giametta tuttavia non manca di ricordare che “più di ogni altro interprete di NietzscheColli ha anche criticato Nietzsche.”[215] Alcune raccomandazioni di Colli sul giusto modo di accostare l’opera di Nietzsche sonoaffini a quelle di Jaspers: “ A prima vista, la lettura di Nietzsche può sembrare facile ; cosìalmeno ritiene qualcuno. Qualsiasi passo si scelga , anche casualmente, è immediatamentecomprensibile. Nietzsche è interessante sotto ogni aspetto ; i suoi giudizi affascinano , la suascrittura entusiasma (...) . Ma se (...) vogliamo continuare la lettura insorgono delladifficoltà; l’entusiasmo per la piacevole lettura si trasforma in irritazione, se non proprionell’avversione per una molteplicità frammentaria di pensieri apparentemente priva diogni intrinseco legame ; la lettura si fa insopportabile." ,cfr. Nietzsche. Introduzione al suofilosofare , “Prefazione alla prima edizione” ,p.21.[216] “Il suo tempo non è ancora venuto. Vacuità delle interpretazioni.”[217] Poesia e moralismo stanno a Giametta come passione per la Grecia sta a Colli.[218] Anche Giametta, tuttavia, commette “uno sviamento senza rimedio” nell’interpretareNietzsche soltanto come poeta e moralista; quanto sia problematico apporre “un’etichetta” aNietzsche lo si capisce leggendo le sue opere, dove gli epiteti usati per far riferimento a se stessosono i più diversi e strampalati ,alle volte: basti pensare alle ultime allucinate identificazioni dei“biglietti della filosofia” ai primi tentativi di dare un nome a se stesso. Giametta dice poeta emoralista, ma Nietzsche ne Il caso Wagner, ad esempio, scriveva rivolto a se stesso: “Se fossimoralista, chissà come la chiamerei! (...) Ma il filosofo non ama i moralisti...Non amaneppure le belle parole...”; tutto ciò suona tanto più paradossale se ci si rifà al ritornellonietzschiano secondo il quale “i poeti mentono troppo” (per quanto riguarda la poesia), e alconcetto di “autosuperamento della morale” (per quanto riguarda il moralismo; a meno che, perquanto Nietzsche proclami se stesso immoralista alla fine rimanga comunque moralista !).[219] Secondo l'interpretazione di Heidegger Nietzsche è un “pensatore rigoroso” , inserito nella“traiettoria del domandare della filosofia occidentale”, (Nietzsche,pp.22-23) traiettoria dellaquale Nietzsche, come noto, “rappresenta la fine” (ibid.,p.27).[220] Contro Heidegger e le sue “fantasie verbali” si vedano le acute critiche di Löwith : “ (...)anche Heidegger trasfonde il proprio pensiero in quello di Nietzsche, per interpretare sestesso in lui” (Nietzsche e l’eterno ritorno , p.230) e “ Di contro all’esplicita constatazionenietzscheana che il carattere globale della vita e del mondo vivente non è stimabile evalutabile Heidegger interpreta la filosofia di Nietzsche quale “metafisica dei valori” e ilvalore quale “punto di vista, il cui semplice [per quanto a me non sembri poi così semplice]senso egli stravolge artificiosamente.” , (op.cit., p.231). “Chiunque legga ciò che Nietzschedice riguardo al meriggio non può che meravigliarsi di quanto di non-pensato e non-dettoHeidegger riesca a tirar fuori .”; op.cit., p.232. Anche un “biografo” come Althaus trova lo65spazio per riconoscere i difetti di “due importanti trattazioni nietzscheane”, e cioè quelle diHeidegger e Jaspers, due interpreti per i quali Nietzsche rappresenta “l’ultimo grande filosofo” :“Heidegger tratta soltanto il pensiero di Nietzsche, prescindendo dalla sua vita. Il libro diJaspers contiene sparse osservazioni sulla sua vita (...) ma l’interesse biografico (...) non èin Jaspers maggiore che in Heidegger.”, (cfr. H.Althaus, Nietzsche. Una tragedia borghese ,“Prefazione”, p. X).[221] Per dirla con Ferraris leggere il Nietzsche o Saggi e discorsi non ci aiuta a capire il pensiero

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di Nietzsche, ma quello di Heidegger, cfr. Nietzsche e la filosofia del novecento e “Storia dellavolontà di potenza”, sta in La volontà di potenza, di Ferraris-Kobau (cura), Bompiani, 1995,pp.656-669; cfr. anche G. Pasqualotto, Saggi su Nietzsche, p.10 e pp.13-14.[222] Giuliano Campioni, ad esempio, riconosce l’essere antiheideggeriano da parte di Colli nelpasso che segue: “L’atteggiamento di Colli è ostile alle grandi interpretazioni: Heidegger inprimo luogo, come ad ogni recupero o “giustificazione” che parta dal nostro presente.”; cfr.M.G.Ciani, Belfagor, III, anno XLII; di Giuliano Campioni si può vedere anche "Intervista aGiorgio Colli", in G.Penzo, Nietzsche o la verità come problema.[223] Secondo la mia prospettiva invece non si può giungere a conclusione alcuna, e anche in casocontrario non sarebbe una conclusione “illuminante”; relativismo gnoseologico e Gorgia,dovrebbero insegnare qualcosa.[224] Si vedaLa filosofia di Nietzsche ,pp.9-15.[225] Interessante è anche l’appendice dove sono trattati brevemente alcuni interpreti di Nietzsche,tra i quali voglio ricordare Ewald, per il quale il sistema di contraddizioni che sorregge lafilosofia di Nietzsche la fa anche naufragare (p.203);Andler, di cui Löwith riporta i seguenti passi: “Tutta la dottrina di Nietzsche resta perAndler “una grande intuizione mistica, il cui valore non dipende dal contenuto”.” (op. cit.,p.210) e “L’intera dottrina resta così un “ultimo segreto”, che non può trovare espressioneconcettuale ”. (op.cit., p. 211).Di Löwith si veda anche Da Hegel a Nietzsche: “Il secolo XIX,dal punto di vista di un’epoca che ad esso si ritiene superiore, sembra potersi comprenderein una sola formula ed esser ormai già “superato”, senonché il Nietzsche stesso si rendevaancora conto di essere non solo un conquistatore, ma anche un erede; teso verso il futuro,ma insieme debitore verso il passato.” , (tratto dalla prefazione alla prima edizione, p.17).[226] Quella verità, lo ripeto, che per me invece non sussiste.[227] Quello della “mancanza di originalità” è un punto che non è certo sfuggito ai c.d. detrattoridi Nietzsche: “Bisogna dire che la maggior parte degli avversari dell’Archivio Nietzscheerano affetti dalla stessa volgarità intellettuale: quella cioè di credere che la conoscenza daparte di Nietzsche di determinati autori potesse essere adoperata come prova della suamancanza di originalità”, (cfr. “Note e notizie al testo di “L’anticristo”, in F.W.Nietzsche,Opere, vol. VI, tomo III, p.523; Colli e Montinari, di contro a tali "diffamatori" preferiscono,invece, sottolineare “ (...) la maestria con cui Nietzsche si serve delle formulazioni di portataeuropea (...) ”, (cfr. “Note e notizie a “Il caso Wagner”, in F.W.Nietzsche, Opere, vol. VI, tomoIII, p.480.[228] Un interrogativo simile a questo (oltre a considerazioni affini a quelle svolte da Giametta), losi trova anche in, Nietzsche e il nonsense di L.V.Arena.[229] Per una definizione del filosofo in quanto distinto dal moralista si vedano invece le pp. 93-94.[230] Si vedaLa ragione errabonda, § 122, Il problema della grandez za, pp.143 -148.[231] Così fa Giametta nel suo libro del resto, anche se subito dopo si affretta a respingerne leconclusioni, obiettando che "sarebbe stato più semplice dire che Nietzsche distrusse (o volledistruggere) la filosofia come sistema razionale", (op.cit, p.130).66[232] Più che di un problema si tratta di una condanna, come ha rilevato bene Roberto Calasso:“La condanna della conoscenza di sé, di fatto, è solo un corollario della condanna di ognimeta-conoscenza, ormai fissata dalla critica di Nietzsche in un teorema che è insieme unasentenza di morte: nel tentativo di conoscere i propri strumenti il pensiero necessariamentesi autodistrugge - e cioè in particolare il pensiero dell’Occidente, l’unico che si siaazzardato tranquillamente per questa via.” ,cfr. “Monologo fatale”, sta in F.W.Nietzsche,Ecce homo, Adelphi, p.160.[233] “Lode di Epicuro. Dall’epoca di Epicuro la saggezza non ha fatto un passo avanti-espesso ne ha fatti mille indietro.”, cfr. Frammenti Postumi 1876-1878 23[34].www.homolaicus.com

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