Nicoletta Franzoni - Il ruolo dell'adulto: rispecchiare, limitare e sostenere

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Intervento tratto dal il IV° Convegno sull'Adolescenza, dal titolo "Nuove normalità, nuove emergenze. Adolescenza, famiglia, società". I temi trattati hanno riguardato i nuovi modi, culturalmente determinati, con cui gli adolescenti affrontano i compiti evolutivi ed esprimono la sofferenza psichica; le diverse rappresentazioni degli adulti, dentro e fuori la famiglia, e le prospettive d'intervento educativo e psicoterapeutico che ne derivano.

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Il ruolo dell’adulto: rispecchiare, limitare e sostenere

Nicoletta Franzoni

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NUOVE NORMALITA’, NUOVE EMERGENZE

Lo sguardo materno

•  Un gruppo di madri di ragazze in fase avanzata della terapia commenta i cambiamenti avvenuti durante le vacanze estive.

•  “Al mare hanno conosciuto dei ragazzi e ottenuto il permesso di passare con loro la serata. Il giorno dopo aveva un succhiotto sul collo e non cercava neanche di nasconderlo! Non sarà un po’ troppo? Un ragazzo conosciuto per caso, di cui non sapeva neanche il nome!”.

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NUOVE NORMALITA’, NUOVE EMERGENZE

Lo sguardo materno

•  “E’ tornata raggiante, ma appena rimane sola con me dice che si vede ingrassata. Allora devo farle vedere che i suoi pantaloni a me non entrano, perchè per lei sono io quella magra, l’anoressica, e può convincersi di essere magra solo vedendo che i suoi pantaloni a me non stanno”.

•  “Anche mia figlia, se sapesse che ora peso meno di lei ne farebbe una tragedia: non so proprio come reagirebbe…”

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NUOVE NORMALITA’, NUOVE EMERGENZE

L’identità femminile

•  E’ la concreta realtà del corpo femminile, vissuta come essere ed avere un tesoro da offrire, che fonda la femminilità (F. Fornari, 1976)

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NUOVE NORMALITA’, NUOVE EMERGENZE

Lo sguardo paterno

•  “Vedi di mangiare qualcosa, non crederai che ai ragazzi piaccia toccare quelle ossa?!!”

•  “Ma ti sei vista allo specchio quanto sei ridicola con quello

straccetto addosso?”

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Lo sguardo paterno

•  “Giulia è tanta” è il commento che accompagna lo sguardo

spaventato di suo padre, che vede nel corpo esuberante della figlia lo specchio del proprio corpo di adolescente sovrappeso, causa prima dell’antica emarginazione

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Lo sguardo degli insegnanti

•  “La mia insegnante mi metteva al bando per i miei allenamenti, mi indicava alle compagne come esempio negativo”.

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NUOVE NORMALITA’, NUOVE EMERGENZE

Lo sguardo degli allenatori sportivi

“La bellezza è molto importante, una bambina bella prenderà più punti, Già ad 8 anni sono abituate a truccarsi per le gare. Crescono più vanitose e con la paura di non essere all’altezza”.

“Il pattinaggio è come la danza, lo pratichi

in costume, se hai un chilo in più a livello estetico il giudizio artistico è compromesso”

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Lo sguardo degli allenatori sportivi

“L’età dello sviluppo per noi è un

problema: non c’è solo la non accettazione del corpo cambiato, avendo cambiato le forme non riescono a saltare… Anche a livello psicologico sono più deboli e dicono

<<non sono più capace, non mi viene più niente>>”.

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Lo sguardo degli allenatori sportivi

Agnese, una sedicenne che ha avuto un precoce sviluppo puberale e da tempo attacca il suo corpo con continue abbuffate, è dalla preadolescenza in conflitto con un seno molto abbondante. Lo sguardo ammirato e desiderante dei suoi compagni la riempiva di vergogna. Alla terapeuta racconta in lacrime la mortificazione provata durante l’ultimo allenamento di arti marziali, quando il maestro l’ha così apostrofata “Agnese, ma quanto seno c’hai?”

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Limitare

“Non la tollero più , mi è sempre

addosso... mamma sono grassa, come mi vedi, ho fame... Mi chiama dopo cinque minuti che sono uscita a cena con mio marito per dire che sta male che si sta abboffando”.

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Genitori iperprotettivi

•  Marta, 16 anni, anoressica da due anni, nel gruppo teen racconta l’ennesima lite con il padre

•  “Mio padre mi ha aggredito dicendomi che sono una poco di buono, perché lui sa il vero motivo per cui sto fuori con gli amici, i compagni, perchè così posso fare quel che voglio, cioè non mangiare”.

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Genitori “trasparenti”

•  Francesca, a 17, terza di 4 figli, da un anno sofferente di DCA rievoca i suoi pensieri di tredicenne di fronte alla sorella di tre anni maggiore, alle prese con il disturbo alimentare.

•  “Vedevo mia sorella diventare sempre più magra, non capivo il suo comportamento a tavola, ero sempre più angosciata ma ancor più mi angosciava il silenzio dei miei, nessuno mi diceva niente, nessuno parlava, nessun faceva niente”

•  Così Francesca si è assunta l’onere di salvare sua sorella, fermandosi ad aspettarla.

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Gli allenatori sportivi

“Capita spesso di pensare che in pista ho pattinatori di cristallo. Sono molto incazzata con le mie atlete, 12-14 anni e non si aspettano niente! Vorrebbero diventare campioni del mondo senza fare la minima fatica, hanno il sogno, perché altrimenti non si metterebbero a piangere se arrivano ultime, ma è mancanza di volontà, non vogliono veramente arrivare, non hanno la voglia e la rabbia di arrivare, sperano di raggiungere il loro sogno così, senza far niente, e non lo raggiungeranno mai!”

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Genitori tifosi

•  “Questi genitori vogliono avere voce in capitolo sulle tecniche e

strategie come il cambio categoria”.

•  “Se si decide che non è ancora il caso di far passare uno di categoria superiore, vedi che il genitore si incazza”.

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Genitori senza limiti

•  “Avevo appena preparato la cena e Valeria ha iniziato a urlare, ha detto che non mangiava quelle schifezze, ha voluto la pizza, ho dovuto telefonare e ordinarla.. Cosa potevo fare, voi non avete idea di come diventa violenta!”

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Sostenere

• La funzione della psicoterapia è quella di sostenere la risimbolizzazione della rappresentazione di sè e dell’oggetto in relazione a tali compiti per favorire l’integrazione dei nuovi ruoli affettivi in un Sè maturo, autonomo e capace di realizzare i propri desideri (Maggiolini, Charmet, 2004)

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Donazione di senso

•  Francesca è buia in viso quando entra nello studio: “Non è andata bene questa settimana, sono stata di pessimo

umore; me la prendo con tutti, non è giusto, ho chiesto di mettermi in comunità, non posso più fare così.. Qualsiasi cosa mi si dica non va bene, prendo e me ne vado”.

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Donazione di senso

•  “E’ un animale, una tigre o un gatto, con un’espressione di difesa, sta soffiando, ringhiando, quindi è spaventato arrabbiato, forse più spaventato. Il naso tipico dei felini con le due fessurine, la bocca spalancata, per questo penso sia in una posizione aggressiva, però dagli occhi sembra più spaventato che arrabbiato come se cercasse di difendersi…”

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Donazione di senso

•  “E’ che in questi giorni sto risentendo la voglia di fermarmi con i miei compagni, andare a mangiare con loro, ma ho paura: cosa faccio davanti ad una cioccolata calda o da un Mac?”