nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma...

12
Editoriale - Fratelli tutti 2 - Le juniores di Fraternità Beta- nia, Roma. Un tempo speciale per ripartire in compagnia delle nostre Sante 3 - Dalla DOMUS AUREA di ALASSIO i nostri “Eccomi!” 4 - 55 anni in un incontro 5- Anniversario di 90 anni di vita consacrata di suor Anna Cristin- ziani 6 - Il mio primo anno a palermo 7 - “Quel” marzo 2020 a santa agostina-erba 8 - Gliangeli della pandemia 9 - La necessità è la madre dell’in- venzione Le nostre scuole a Malta 10 - Adda passà ‘a nuttata! 11 -Intervista impossibile al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti Sommario Noziario della Provincia Euromediterranea delle Suore della Carità di Santa Giovanna Anda Thouret ANNO 2020 Novembre - N.6 Fratelli tutti U na voce che viene da un altro mondo, quello dello speaco- lo: per qualche soolineatura sull’ulma Enciclica, vogliamo dare la parola all’arice Francesca Petreo: “Ho leo l’Enciclica Fratelli tu di Papa Francesco – così scrive nel suo blog la giovane arice non credente - L’ho lea con una passione assolu- ta e nel corso della leura mi sono commossa più e più volte. Non solo per le straordinarie parole in essa contenute, per la loro forza e bellezza, ma sopraut- to perché quest’opera è talmente universale, talmente inclusiva e rivoluzionaria, che conferma ancora una volta l’animo puro di questo Papa. Francesco è davvero “fratello di tu”, la sua grande umanità resterà per sempre nella storia e deve farci rifleere a lungo, molto a lungo, su ciò che davvero conta in questo mondo”. E ora, sfogliamo insieme l’Enciclica: oo densi capitoli che ruotano aorno all’immagine evangelica del Buon Samaritano. I temi centrali del magistero di papa Francesco rilan- cia con decisione. Il sogno di un’umanità declinato nella prima persona plurale, senza esclusioni. La conferma, dichiarata a tu gli uomini e le donne di buona volontà, che la Chiesa connua a navigare, in mari aper, perigliosi e ancora inesplora, in compagnia di tua l’umanità. La fraternità e l’amicizia sociale. Questo è il nucleo centrale dell’Enciclica e del suo signi- ficato. E per noi, Suore della Carità, che qualcosa ne sappiamo di Rivoluzione Francese, è un appello forte a riscoprire la potente parola evangelica della fraternità, ripresa nel moo della Rivoluzione Francese, ma abbandonata fino alla sua cancellazione dal lessico polico-economico e infine sostuta con quella più debole di «solidarietà». La fraternità è l’unica solida base per vivere l’amicizia sociale. Prescindendo dai tra fisici e morali o, come scrive il Papa, dalle etnie, dalle società e dalle culture, amicizia sociale e fraternità non escludono, ma includono. La tensione è verso una «comunione universale», verso «una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri». Questa apertura è ge- ografica, ma ancor più esi- stenziale. Il commento arsco più significato all’Enciclica, conclude ancora la nostra arice, pare quello del Mo- numento al Migrante in piazza san Pietro, un’opera dalla straordinaria potenza evocava, che raffigura, a grandezza naturale, un gruppo di migran e rifu- gia, provenien da diversi contes culturali ed etnici e anche da diversi periodi storici. Tu vicini, stre, spalla a spalla, in piedi su una fragile zat- tera, coi vol segna dal dramma della fuga, del pericolo, del futuro incerto. Siamo noi. La fraternità e l’amicizia sociale non sono un senmento, un’emozione, sono legami, custo- dia e valorizzazione delle differen- ze, processi di guarigione. Faccia- mo nostra la preghiera e l’impegno di papa Francesco: «Voglia il Cielo che, alla fine, non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”». nformiamoci I

Transcript of nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma...

Page 1: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Editoriale - Fratelli tutti

2 - Le juniores di Fraternità Beta-nia, Roma. Un tempo speciale per ripartire in compagnia delle nostre Sante

3 - Dalla DOMUS AUREA di ALASSIOi nostri “Eccomi!”

4 - 55 anni in un incontro

5- Anniversario di 90 anni di vita consacrata di suor Anna Cristin-ziani 6 - Il mio primo anno a palermo

7 - “Quel” marzo 2020 a santa agostina-erba8 - Gliangeli della pandemia

9 - La necessità è la madre dell’in-venzione Le nostre scuole a Malta10 - Adda passà ‘a nuttata!11-Intervista impossibile al reverendo Jean NeyreParroco di Thonon-les-Bains

12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del CampidoglioI bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Sommario

Notiziario della Provincia Euromediterranea delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret

ANNO 2020Novembre - N.6

Fratelli tuttiUna voce che viene da un altro

mondo, quello dello spettaco-lo: per qualche sottolineatura

sull’ultima Enciclica, vogliamo dare la parola all’attrice Francesca Petretto: “Ho letto l’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco – così scrive nel suo blog la giovane attrice non credente - L’ho letta con una passione assolu-ta e nel corso della lettura mi sono commossa più e più volte. Non solo per le straordinarie parole in essa contenute, per la loro forza e bellezza, ma soprattut-to perché quest’opera è talmente universale, talmente inclusiva e rivoluzionaria, che conferma ancora una volta l’animo puro di questo Papa. Francesco è davvero “fratello di tutti”, la sua grande umanità resterà per sempre nella storia e deve farci riflettere a lungo, molto a lungo, su ciò che davvero conta in questo mondo”. E ora, sfogliamo insieme l’Enciclica: otto densi capitoli che ruotano attorno all’immagine evangelica del Buon Samaritano. I temi centrali del magistero di papa Francesco rilan-ciati con decisione. Il sogno di un’umanità declinato nella prima persona plurale, senza esclusioni. La conferma, dichiarata a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che la Chiesa continua a navigare, in mari aperti, perigliosi e ancora inesplorati, in compagnia di tutta l’umanità. La fraternità e l’amicizia sociale. Questo è il nucleo centrale dell’Enciclica e del suo signi-ficato. E per noi, Suore della Carità, che qualcosa ne sappiamo di Rivoluzione Francese, è un appello forte a riscoprire la potente parola evangelica della fraternità, ripresa nel motto della Rivoluzione Francese, ma abbandonata fino alla sua cancellazione dal lessico politico-economico e infine sostituta con quella più debole di «solidarietà». La fraternità è l’unica solida base per vivere l’amicizia sociale.Prescindendo dai tratti fisici e morali o, come scrive il Papa, dalle etnie, dalle società e dalle culture, amicizia sociale e fraternità non escludono, ma includono. La tensione è verso una «comunione universale», verso «una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri». Questa apertura è ge-

ografica, ma ancor più esi-stenziale.Il commento artistico più significato all’Enciclica, conclude ancora la nostra attrice, pare quello del Mo-numento al Migrante in piazza san Pietro, un’opera dalla straordinaria potenza evocativa, che raffigura, a grandezza naturale, un gruppo di migranti e rifu-giati, provenienti da diversi contesti culturali ed etnici e anche da diversi periodi

storici. Tutti vicini, stretti, spalla a spalla, in piedi su una fragile zat-tera, coi volti segnati dal dramma della fuga, del pericolo, del futuro incerto. Siamo noi. La fraternità e l’amicizia sociale non sono un sentimento, un’emozione, sono legami, custo-dia e valorizzazione delle differen-ze, processi di guarigione. Faccia-mo nostra la preghiera e l’impegno di papa Francesco: «Voglia il Cielo che, alla fine, non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”».

nformiamociI

Page 2: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

La nostra missione di juniores è principalmen-te lo studio, che ci chiede tanta responsabilità e impegno. Alla Fraternità Betania, proveniamo

da 4 paesi diversi: Indonesia, Pakistan, Vietnam, Cina e formiamo una comunità, da quest’anno, con 3 suore italiane. La diversità tra noi è una ricchezza ed è molto preziosa: ci porta a scoprire sempre di più la cultura e la bellezza della vita consacrata.Come per tutti, è stato un anno speciale, questo tempo di pandemia, che ha cambiato un po’ il nostro stile di vita. Durante il lockdown, abbiamo sperimentato il blocco totale delle scuo-le, delle attività e perfi-no delle chiese, ma tutto questo non ci ha allonta-nato dalla vita ordinaria, anzi siamo diventate più creative di prima! Noi studenti abbiamo segui-to le lezioni a distanza, grazie allo sviluppo della tecnologia e dei mezzi a disposizione. Nonostante il confinamento, ciascuna di noi studenti ha fatto una bella esperienza du-rante l’esame online e, tutto sommato, il grosso degli esami è stato affrontato e superato.Nel mese di luglio, tutte noi di Fraternità Betania ab-biamo avuto l’opportunità di trascorrere una setti-mana al mare, ospiti della comunità di Torvajanica. Nei primi tre giorni, il tempo era bello, ci siamo divertite con lunghe passeggiate sulla spiaggia, ci siamo allena-te a nuotare meglio e alcune di noi hanno imparato… a stare a galla. È proprio vero! Dopo il lockdown, ci vole-va davvero un po’ di mare, poter respirare aria buona e prendere un po’ di sole. Ci ha fatto bene alla salute. Gli altri tre giorni sono stati dedicati all’approfondi-mento delle vite delle nostre due sante e due beate e al loro messaggio per noi oggi. Abbiamo approfondito la vita di Giovanna Antida e di Agostina con suor Paola

A., della Beata Nemesia con suor Chiara M. e quella del-la Beata Enrichetta con suor Wanda M. È sempre bello ritornare ad approfondire la storia di fede, di santità, di coraggio e di semplicità delle sante suore che ci han-no preceduto e che hanno lasciato una testimonianza molto bella a tutte noi. Erano come noi, vivevano la vita in comunità come noi oggi e facevano vari servizi. Ma dentro di me è sorta una domanda: cosa avevano in più, rispetto a noi oggi? E ho capito che la vita si fonda sulla prima motivazione, è fondata sul “Si” che abbiamo pro-

nunciato con fede e felicità davanti a Dio. Nella sem-plicità nella vita, ognuna si impegna a essere fedele all’Amore di colui che ci ha amato per primo. È Lui che si innamora di noi e noi dob-biamo impegnarci a rispon-dere al suo Amore, giorno per giorno. Perché all’Amo-re bisogna rispondere con l’Amore. Credo veramente che solo così si può andare avanti e vivere felicemente.È stato un incontro intenso ed efficace, un incontro che tutte noi abbiamo apprezza-

to molto, tra ristoro e formazione. È stato bello perché - prima di partire per le comunità per il servizio estivo - ci siamo caricate di una nuova motivazione che ci ha reso più felici di fare quello che c’era da fare. Perché dentro di noi eravamo e siamo ancora adesso ricolme della piena felicità di ricominciare per poter proseguire nella nostra santa vocazione.Ringraziamo Dio per tutto quello che abbiamo vissuto in questo tempo estivo: è Lui che ha suggerito questa opportunità nel cuore delle nostre responsabili, suor Anna Maria S. e suor Silvia F.; e grazie anche a ciascuna delle suore che ci dato la formazione per la disponibili-tà e la testimonianza.

suor Mitaria H.Fraternità Betania, Roma

Informiamoci2

Le junioreS di Fraternità Betania, roma

un tempo speciale per ripartire in compagnia delle nostre Sante

Page 3: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

È giunto per me il mo-mento di vivere il Dio Solo e non più

solo di scriverlo e con-templarlo. La mia perma-nenza ad Alassio, anche in mezzo a tribolazioni e sof-ferenze, è stata la comuni-tà nella quale ho trovato il compimento della mia for-mazione religiosa.Ciò che più mi ha aiutato in questo compimento è stato il servizio che ho po-tuto svolgere in parrocchia, che definirei speciale sotto ogni profilo. Ora ringrazio il Signore di come ha per-messo si confermasse la mia consacrazione religiosa: sono una Suore di Carità, vera e felice! Grazie, Gesù, di ciò che ho potuto donare e soprattutto ricevere.Come Giobbe, non mi resta che ripetere: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Si-gnore!”.Il trasferimento in una nuova comunità - che desidero compiere in abbandono alla volontà di Dio e per il Voto di obbedienza - è ciò che in questo momento di più caro ho da offrire al Signore e sono sicura che Lui mi renderà totalmente sua in attesa della sua venuta!Questa fiducia e fedeltà in Lui è la consegna difficile di me stessa nel piano misterioso di Dio, un salto nel buio della fede, ma che sarà Luce, una volta compiuto in Lui, che sarà sempre con me fino alla fine della mia vita ter-rena e lo vedrò finalmente, così come Egli è.Lode e gloria siano rese per sempre!

Suor Carla G.Domus Aurea, Alassio

Sono suor Maurizia Mari della comuni-tà Domus Aurea di

Alassio. Al mattino, pre-sto servizio a Casa Ver-de: una struttura di ac-coglienza per chi vuole

Informiamoci 3

trascorrere una vacanza piacevole e serena. Incontro tante persone, famiglie con bambini, ospiti di tutte le età e qualche donna anziana che si ferma in portine-ria e mi racconta i propri malanni … Ho modo, così, di dire qualche parola di speranza.Tutto procedeva tranquillo, fino a quando incomincia-rono alcuni problemi alla Domus: cisterna non più uti-lizzabile, caldaia da riparare, impossibilità di far par-tire il riscaldamento, complessa ristrutturazione della casa da compiere. Tutte ci chiedevamo: “Cosa succe-derà di noi, poiché al freddo non possiamo stare? Dove andremo? Cosa faremo? Quale sarà il nostro futuro?” Domande che chiedevano risposte abbastanza urgenti, dato che il tempo scorreva veloce. Ma ecco che arriva lo staff dei Superiori a presentarci l’impossibilità di iniziare i lavori e la non totale chia-rezza sull’utilizzo dell’immobile. Allora la Volontà di Dio incomincia ad apparire chiara: “Lasciare per …” Dopo tre giorni di incontri e di dialoghi con la comunità e le singole suore, tutte in chiesa per ascoltare le varie destinazioni di noi 14 suore e per esprimere davanti al Signore il nostro Sì, con la Preghiera del mese di otto-bre. Prima del Magnificat, suor Martina legge alcuni punti della Regola di Vita sul voto di obbedienza e suor Anna Maria Otto chiama le suore, secondo le loro destinazioni: ognuna di noi, alla chiamata pronuncia il suo Eccomi!Mi sembrava di essere ritornata al giorno della pri-ma professione, in cui ho pronunciato il mio primo SI’ pubblico. Ringrazio il Signore per tutto quello che mi ha dona-to in tutti questi anni; ringrazio la Madre generale, la Superiora provinciale e il suo Consiglio che, con tan-ta fatica e sofferenza, hanno dovuto decide-re e procedere.

Suor Maurizia M.Alassio Casa Verde

dalla domuS aurea di aLaSSioi nostri

“eccomi!”

Page 4: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci4

Se mi chiedessero, ora, cosa hai imparato da questo tempo di pandemia, non esiterei a ri-spondere: ad apprezzare i rapporti per cam-

minare insieme, per fare anche memoria delle co-se belle vissute, per rendere più sereno il presente, proiettato insieme nel futuro. Anche per me, dun-que, ora in una casa di riposo per sorelle anziane, il cellulare, quale mezzo più accessibile per comu-nicare, è servito a mantenere rapporti di amicizia, di aiuto scambievole e anche a ricordare, con gio-ia, i momenti belli vissuti insieme.Infatti, in questo periodo, al telefono con alcuni ex-alunni, abbiamo rivissuto con gioia l’incontro dell’anno scorso: un giorno di aprile ricevo un inaspettato invito a pranzo da un mio ex-alunno. Accetto e, con stupore ed emozione, al ristorante mi ritrovo davanti 20 dei 32 alun-ni che 55 anni fa, nell’anno scolastico 1964/65, frequen-tavano l’ultima classe elementare, all’Istituto Sacro Cuo-re di Carpi, gestita dai noi suore.Carlo Alberto Medici, che allora era capoclasse, e quel giorno organizzatore del pranzo, così ne dava il resocon-to nel giornale locale Il tempo: “È stato un incontro mol-

to emozionante, ricco di piacevoli ricordi. Nitido, è emer-so, come negli anni delle elementari, lo stile fresco e coin-volgente della nostra insegnante sr. M. Francesca Bassi che, nonostante i suoi 87 anni, ancora sa farsi voler bene dai suoi alunni, divenuti oggi dirigenti d’azienda, impren-

ditori, insegnanti, medici, alcuni già pensionati e nonni. Nella ventina di ex-alunni era presente anche il magnifi-co rettore dell’Università di Bolzano”. All’inizio del pranzo, sempre il “capoclasse” Carlo, into-na: “Ora, tutti in piedi, Nel nome del Padre del Figlio… e, come ai tempi delle elementari, segue una bella preghie-ra corale. Durante il pranzo si è data lettura di poesie, di brani simpatici tratti dal giornalino di classe di quell’an-no, e poi ciascuno ha condiviso il suo percorso professio-nale e familiare. Non è mancato il racconto fatto anche da suor M. Francesca.

Anche la conclusione del pranzo ha avuto la sua grande sorpresa perché i titolari del risto-rante, rimasti incantati dalla lega del gruppo e dalla testimonianza di questi “grandi uomi-ni”, non ha voluto nulla in pagamento. L’incon-tro è terminato nella gioia comune del ritro-varsi e con gli auguri affettuosi di un bel arri-vederci ancora. Non vi dico quanto ho imparato da questo in-contro, quante emozioni ho vissuto, armoniz-zate poi tutte in una lode al Signore e in un af-fettuoso augurio per ogni alunno che ho in-contrato nella mia missione di insegnante. Le telefonate mi danno coraggio nella solitudine propria dell’anzianità; mi fanno comprendere, sempre più, come la preghiera, l’affetto, amici-

zia, il far serena memoria dei vissuti… restano come un prezioso substrato d’amore che contagia sempre, anche a nostra insaputa, anche se gli anni corrono e sembrano cancellare affetti e ricordi.

Suor M. Francesca B.

55 anni in un inContro

Page 5: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci

Ad Arpino, suor Anna ha compiuto 107 anni: nono-stante le norme sul distanziamento che ci han-no privato quasi del tutto delle relazioni frater-

ne, non abbiamo voluto mai privarci di ricordare gli ono-mastici e i compleanni delle consorelle.

Tra tutti quelli celebrati, quello di 90 primavere di vita religiosa di suor Anna è stato veramente speciale. E lei stessa ha voluto festeggiarlo lavorando all’uncinetto con le sue mani, i suoi occhi e il suo cuore ultracentenari, ma tutti offerti a Dio nella comunità delle Suore della Carità.

In lei, il seme della vo-cazione gettato nel suo cuore in giovanissima età, ha trovato il buon terreno della sequela evangelica. Questo seme è germogliato nella pre-ghiera, è cresciuto nella fede in Dio ed è diventa-to un albero pieno di ra-mi di bontà e di foglie di speranza, che ha porta-to nel cammino della sua vita frutti di carità, te-stimonianza di vera re-ligiosa, contagiando tan-ti giovani che ne fanno fede ancora oggi.

Certamente non saranno mancati inverni duri, come quelli che la sequela Christi comporta, ma dalla croce la vita viene continuamente rigenerata e così la vocazio-ne donata ai fratelli, per 107 lunghi anni, senza mai ri-nunciare a essere protagonista della mostra missiona-ria, attraverso i lavori confezionati dalle sue mani. Qual è il segreto della sua esistenza coraggiosa, conta-giosa, ricca di amicizia, di gentilezze con tutti? Certa-mente non è sempre facile perseverare in un progetto di vita donata, se non si è fondata la casa sulla roccia come

non è un errore in battitura, sono proprio 90!

5

dice il Vangelo, ma suor Anna è una suora assidua nella preghiera, nell’ascolto della parola di Dio, nella vita si-lenziosa, nel rispetto della Regola Tu amerai, sempre fe-dele agli incontri di preghiera. Negli incontri comunita-ri, è pronta alla condivisione con serena benevolenza. Con i suoi consigli, con la sua prossimità, con i suoi doni fatti a mano, con il suo zelo missionario per i fratelli bi-sognosi vicini e lontani, la nostra ultracentenaria anco-ra oggi è sempre vigile sentinella attiva. Suor Anna di-spensa amicizia, comunione fraterna con tutti, sorelle, personale, sacerdoti della comunità cristiana.

Con questa testimo-nianza su suor An-na, abbiamo voluto sottolineare alcuni aspetti della sua at-tuale testimonian-za di vita donata a Dio Solo e ai fratelli. E tutte noi consorel-le lodiamo il Signore di averla donata alla comunità di Arpino. I suoi 90 anni di vita religiosa ci spronano a un impegno di vita radicale e a pronun-

ciare ancora il nostro Eccomi, come ha fatto lei l’anno scorso, accettando il trasferimento da Isola del Liri ad Arpino, in obbedienza ai superiori, per i quali nutre tan-ta gratitudine, rispetto, stima.

Suor Anna vive la sua vita ordinaria con sobrietà, sen-za troppe esigenze, affrontando i mali della quarta età e rispondendo con semplicità all’intervista della gior-nalista, restando vigilante sentinella, da vera Suora del-la Carità. Al Dio della vita e dell’amore, per tutto, grazie!

La comunità di Arpino

anniversario di 90 anni di vita consacrata

di suor anna Cristinziani

55 anni in un inContro

Page 6: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci

Sono suor Amalia Paradiso, e dopo più di 40 anni di insegnamento ai bambini nella Scuola Prima-ria e di catechesi in parrocchia, il mio apostolato

si è completamente trasformato: qui a Palermo la “mis-sione è di strada”! Quest’anno, ho potuto sperimentare ancora di più che“Quando Dio chiama e lo si ascolta, Egli dà quanto è necessario”. Per me è stato un anno nuovo: territorio, apostolato, comunità... in tutto, ho potuto constatare concretamente l’aiuto di Dio e gli rendo grazie! La comunità è inserita nel territorio da 14 anni; prima nella frazione di Ciaculli, attualmente nella vicina Par-rocchia Maria SS. delle Grazie, quartiere Brancaccio. Ascoltando l’invito di Papa Francesco a raggiungere “le periferie esistenziali ed umane” per mostrare il volto misericordioso del Padre, la comunità percorre le strade della borgata, visitando gli ammalati, gli anziani e ascol-tando i vari bisogni delle fa-miglie, con la collaborazione dei laici: le Sentinelle della Pace. È un quartiere variegato, di diversi ceti sociali, con varie povertà: dispersione scola-stica, diverse persone agli arresti domiciliari, giovani privi di interessi per il fu-turo, famiglie disgregate e anziani malati e soli. È una zona in cui mancano spazi verdi, attività e luoghi dove potersi incontrare. I mezzi pubblici sono scarsi per raggiungere il centro. Tuttavia, la gente è molto accogliente e sentono la comunità delle suore come una famiglia, poiché le suore sono un punto di riferimento per tutti i loro problemi. La mattina dopo le Lodi, scrivo su WhatsApp al grup-po delle Sentinelle, per cominciare insieme il giro delle visite. Abbiamo scelto di soffermarci da una sola perso-

na, se è necessario, perché è più importante ascoltare la loro storia e con lei leggere il suo vissuto alla luce del Vangelo, come fece Gesù con i discepoli di Emmaus. Nella scelta, consideriamo prevalentemente le persone scartate che vivono da sole. In casa, ci accolgono con tanta gioia e tanta festa e ci trattengono a lungo. Altre persone, chiuse e sfiduciate, a causa di lutti e malattie, con il dialogo e la vicinanza hanno ricominciato una nuova vita aiutando anche gli altri. Questo apostolato a me piace molto, perché vedo

in loro la presenza di Gesù e l’azione dello Spirito Santo che li fa rivivere, diventando persone capaci di aiu-tare e capire gli altri. Un’altra esperienza per me rilevante è l’a-scolto delle persone che frequentano la Caritas parrocchia-le, delle mamme che condividono il Van-gelo in preparazione alla Liturgia Dome-nicale mentre i loro bambini sono a cate-

chismo, e dei ragazzi della Cresima. Nei vari servizi apostolici percepisco un incessante “grido” dei poveri e ritengo necessaria una formazione e sensibilizzazione dei laici per una collaborazione più attiva e responsabile nella borgata. Un altro segno di comunione nella Chiesa per me è con-tinuare a cooperare con altre congregazioni presenti nel territorio ed essere testimonianza di speranza e di fraternità.

Sr Amalia P. – Palermo

6

iL mio Primo anno a PaLermo

Page 7: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci 7

Come un “ospite” inso-spettato e inatteso, si è presentato alla por-

ta di casa entrando silenzio-samente dall’ingresso prin-cipale. E accomodandosi.

Dai canali di Radio e TV ci giungevano notizie, dalla lontana CINA, di uno “strano virus” battezzato presto CO-VID-19, che nel giro di poco tempo ha raggiunto l’ITALIA colpendo in particolare la Regione LOMBARDIA, nel-la quale MILANO e la Bassa pianura Padana sono state le ZONE più colpite. Continuavamo a seguire le informazioni e affidavamo al Signore le sofferenze del-la gente e l’impegno e la dedizione delle persone che si attivavano nei diversi campi per arrivare ad affrontare e ad arginare la “furia silenziosa” del virus, seminatore di morte e di dolore ovunque. Ma…quasi nell’incoscienza di quanto succedeva attor-no a noi, un mattino al risveglio abbiamo percepito tut-te uno strano malessere che, in modo più o meno grave, ci rendeva incapaci di alzarci per iniziare la giornata e una prima consorella quel mattino, non ha potuto al-zarsi dal letto. Era il segnale che c’era qualcosa di serio che avveniva tra noi.In mezzo al trambusto “confuso”, riceviamo la notizia dalla nostra delegata sr Anna Maria che, con il consen-so della Provinciale sr Mary, si metteva in viaggio per raggiungerci, giusto prima che le frontiere tra le Regio-ni venissero chiuse. Questa “benedetta” telefonata da Roma è di grande sollievo per tutte noi ed è pure la Pa-rola che ci comunica la Compassione e la Tenerezza del Padre che non abbandona MAI i suoi figli nella prova.La sorella raggiunta dal MALE viene a mancare nel giro

di tre giorni ma, a breve distanza, una seconda so-rella è visitata dal Covid. Il nostro Medico, che non ci ha mai abbando-nato, ha percepito subito la gravità della situazione e ha chiamato lui stesso l’Ambulan-za per portare in Ospedale la pa-ziente. Nessuna di noi ha potuto accompagnare la sorella che abbia-mo visto uscire di

casa tra due giovani infermieri e salire in ambulanza. Le notizie di lei ci venivano comunicate per telefono, ma il suo stato di salute non migliorava e nel giro di pochi giorni un mattino presto, ci viene comunicata la notizia della sua morte. Non avendo più visto la sorella con i nostri occhi di carne, sr Anna Maria e la superiora suor Chiara hanno chiesto alle Onoranze Funebri di fare una breve sosta davanti al cancello della nostra casa, lungo il tragitto verso Il Camposanto, semplicemente per fare un ultimo addio alla sorella con un saluto e una preghiera. Momento intenso e commovente, dove le lacrime sgor-gavano abbondanti, ma ciascuna di noi vivendo il mo-mento, nella certezza che la VITA non è un tunnel senza uscita, ma che al di là del passaggio della MORTE, siamo attese dall’Abbraccio del Padre Buono e Misericordioso che sempre AMA, ATTENDE e vuole il BENE per i suoi Figli.

La comunità di Erba S. Agostina

“QueL” marZo 2020 a Santa aGoStina - erBa

Page 8: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci

Dio creò il mondo in sette giorni e vide che tutto era buono. All’uomo diede il grande dono della libertà e gli affidò la creazione. Ma egli si allontanò dal suo

Creatore e sconvolse la natura che si ribellò e mise in gi-nocchio tutto il mondo. Dio non castiga mai l’uomo, ma ri-spetta la sua libera volontà. L’incontrollata pandemia rom-pe l’armonia dell’universo. Entra nei più reconditi luoghi. E trova spazio anche nella Casa di Preghiera Cristo Re, in Erba. Siamo a fine marzo, c’è il caos più profondo. Si cerca il portatore ZERO, ma non se ne viene a capo. Il personale esterno che ci custodisce quotidianamente, la sera del 18 aprile riceve la proibizione di entrare nella struttura. Le suore che potrebbero sostituirle, tranne qualcuna, sono anche loro contagiate dal Covid in forma più o meno gra-ve. La nostra salita al Calvario era iniziata a gennaio con la morte di suor Agostina Pozzi e a febbraio con quella di suor Lauretta Maggioni. Anche a Erba S. Agostina, suor Renata e suor Adelaide hanno raggiunto la meta finale del cielo; ma la salita continua e ad aprile sono altre sette le sorelle che vedono il volto di Dio. Le prime suore colpite ci vengono RU-BATE, messe su una lettiga senza nemmeno poterle saluta-re, ricoverate all’ospedale “Fatebenefratelli” di Erba, la più grave è suor Maria Crescini. Suor Alfreda Fumagalli e suor Amabile Brambilla vengono trasferite subito all’Ospedale Sant’Anna di Como. A Cristo Re, di tutto questo non si sa nulla, nonostante le varie telefonate; è don Giovanni B., il cappellano dell’ospedale che ci trasmette il quadro della situazione: c’è da temere il peggio per tutte. La situazio-ne a Cristo Re è molto critica, nessuno può dare il sollievo quotidiano alle suore allettate, quando …. una ventata d’ali sembra far recuperare un po’ d’ossigeno: sono le ali della nostra Madre e di suor Mary che pensano a noi, facendo ap-pello alle suore per venire in nostro aiuto: suor Anna Maria Otto, da Erba S. Agostina, inizia a farci visita ogni giorno. Poi, il 19 aprile, giungono generosissime da Roma, Gorgon-zola e Lampedusa ed eccole tra noi: sì, sono gli angeli venuti in nostro soccorso. Subito si rendono conto della situazio-ne grave e fanno del loro meglio. Questi angeli hanno un nome: sr Ines Triberti, sr Serena Viapiana, sr Claudine, sr Therèse, e dopo alcuni giorni sr Paola Giolo. Con prudenza e ben tutelate per contrastare il virus, riescono a dare nuova speranza alle suore ammalate, sempre più numerose e ina-bili. Persino gli Ospedali non effettuano più il ricovero per gli over 75. Ma Dio ha visto e provveduto, così possiamo ri-petere “Come è bello e gioioso abitare nella Tua Casa, Signo-re”. Anche il servizio religioso, offerto quotidianamente dai Padri Passionisti, viene interrotto. Non dobbiamo cercare il Signore fuori di noi, ma dentro, soprattutto quando ci infor-mano che le prime suore ricoverate sono passate a miglior vita. È la Settimana Santa 2020. Nessuno può essere vicino

8

a chi sta per presentarsi al Signore, neppure per una breve preghiera. Tutte sole! Con l’incaricato delle pompe funebri che ti chiude in un sacco, ti pone nella bara e ti accompa-gna al Campo Santo. Che strazio! Così, RUBATE nella notte, mai più viste e sentite. È come se qualcosa di noi stesse fos-se partito con loro. In poco più di otto giorni, sette sorelle sono andate a popolare il cielo prima dell’arrivo dei nostri angeli, quando il numero delle suore risulta diminuito, ma ce ne sono ancora di più o meno gravi compresa la Sorella Servente, suor Rosanna, tra le prime ad essere colpita. Non si hanno parole, ci si comunica con gli occhi. I nostri angeli sono ancora con noi, ma per poco. Poi tornano alle loro sedi e noi le accompagniamo con la preghiera, sofferta e offerta. Signore, fino a quando? Qualcuno del personale Colf ottie-ne il permesso di rientrare e dare così un po’ di sollievo.All’inizio di agosto, la Madre, che non ci ha mai abbandona-to restandoci vicina con la preghiera e con il pensiero, ci invia tre giovani: suor Francesca, suor Giulia e suor Miche-la. La loro verde età, il loro entusiasmo, la loro generosità, restituiscono colore alla nostra realtà e con i loro canti, le loro iniziative, rendono gioioso l’ambiente. Sono boccate di ossigeno che donano speranza per il futuro di vita nuova. Tutto è ben pensato e ben programmato. Ora sulle labbra di noi tutte c’è una parola breve e chiara, ma intensa: GRAZIE! Grazie a Dio, ai nostri Superiori, ai ‘nostri angeli’, al dottor Carpani, a tutti coloro che hanno pensato a noi. Un grazie che vuole esprimereG~ gratitudine a Dio e a coloro che ci sono stati vicini;R ~ riconoscenza per tutto quello che avete fatto per noi;A ~ Amore che vogliamo ricambiare a tutte con la preghiera;Z ~ Zattera di salvataggio impegnandoci per chi è nel bisogno;I ~ In Cristo, sempre, con voi; E … GRAZIE per averci fatto sentire sempre presente la Comunità, l’essere parte di una famiglia VERA, attenta in cui ci siamo sentite protette. E, non ultimo, un grazie anco-ra a Madre Nunzia, a suor Mary, a suor Maria Rosa, a suor Anna per la visita fatta a Erba il 2 ottobre. Sul vostro viso abbiamo notato tutta la condivisione di quei terribili giorni, vissuti nella sofferenza e nel panico. La condivisione ci ha confermato che facciamo parte di una grande vera famiglia, sempre unita nonostante le distanze fisiche. Certo, non po-tremo mai dimenticare quei sacchi neri, quelle bare sole, quei momenti tragici per tutte, ma neppure dimentichere-mo come l’unione sia stata la nostra forza, sentendoci parte di una famiglia religiosa. Preghiamo la nostra Santa Madre Giovanna Antida, perché sia sempre lei il nostro punto di riferimento. Lei, che ha superato la Rivoluzione francese, ci aiuti a superare completamente e positivamente questo terribile momento e a tornare alla normalità, per il bene di tutte, dei poveri e della Chiesa. AMEN!

La comunità di Erba – Cristo Re

GLi anGeLi deLLa Pandemia

Page 9: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Anche questa piccola isola in mezzo al Mediterra-neo non è stata risparmiata dal Covid-19 e come tutte le altre realtà, anche le scuole si sono dovu-

te adattare alle circostanze presenti. Non so se tutte sapete, ma a Malta le scuole sono di tre tipi. Ci sono quelle statali, quelle private, e quelle come le nostre, gestite dai religiosi, che si chiamano “church schools”, ovvero scuole della chiesa. In questa pande-mia, lo specifico delle nostre scuole – l’attenzione a chi è più vulnerabile – è stata messo duramente alla prova, ma grazie a Dio nella maggioranza assoluta delle scuo-le, ci siamo preoccupati e siamo stati creativi per veni-re incontro a bambine e ragazze, che per varie ragioni non possono frequentare la scuola in presenza. Concretamente, adesso nella scuola primaria l’inse-gnante viene sostituita da una supplente per un’ora ogni giorno, per avere modo di recarsi in un’altra stan-za a fare lezione online con le bambine a casa, poi invia a tutte le dispense e i lavori da fare. A loro volta, le sco-lare da casa mandano il lavoro eseguito e l’insegnante corregge e rimanda indietro tutto elettronicamente. Per il cammino spirituale, ogni settimana in ogni clas-se c’è la mezz’ora di formazione spirituale, contempo-raneamente in presenza e online. In questo modo, è possibile un po’ di interazione.Nella scuola secondaria, per ogni materia, si sta fa-

cendo una specie di lezione privata online alle ragazze che non possono frequentare in presenza. L’insegnante manda loro in anticipo il materiale didattico e poi in un giorno e in un’ora prestabilite, l’insegnante, online con queste ragazze, ripete la lezione per loro. Anche per la pastorale scolastica si segue lo stesso dinamismo. Per la primaria abbiamo scelto il tema della “Casa Comu-ne”, con l’attenzione sia alle persone in questa casa, sia al creato in generale. La scuola primaria è al secondo anno di un progetto Erasmus sulla “permacultura”, che riguarda le connessioni delle società umane con l’ambiente naturale. Anche come pastorale scolastica, abbiamo scelto di collaborare a questo livello per sensi-bilizzare alla cura del creato.Quest’anno l’equipe di pastorale giovanile/vocazionale ha scelto il motto “Se non io, chi?” sulla base della para-bola del Buon Samaritano. Di conseguenza, anche per la pastorale scolastica, sia con tutti gli insegnanti delle due scuole, sia con le ragazze della scuola secondaria, si sta seguendo il tema dell’aiuto al prossimo dalla pro-spettiva dell’albergatore. Stanno venendo fuori delle belle esperienze! Anche nella scuola secondaria, stia-mo progettando delle attività in relazione alla cura del creato, poiché il Signore ci affida non solo le persone da curare ma anche il creato, nella linea della Laudato Sii.Naturalmente, la vita è cambiata radicalmente in tut-ti i sensi. Anche se ci adattiamo, niente può sostituire il contatto fisico e l’essere presenti in persona. Siamo molto coscienti delle conseguenze sulla salute mentale in particolare, sia dei piccoli, sia dei più grandi e cer-chiamo di offrire loro tutto il sostegno possibile con l’ascolto attento.San Vincenzo ci aveva già preparate con la bella frase “La carità è inventiva fino all’infinito”, che in inglese suona come “Necessity is the mother of invention”, cioè la necessità genera l’invenzione. Sentiamo il sostegno morale e spirituale di tutti voi che seguite con interesse le vicende della nostra famiglia religiosa e confidiamo nella vostra preghiera.

sister Teresa T., [email protected]

Informiamoci 9

Le nostre scuole a malta

La necessità è la madre dell’invenzione

Page 10: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci

Quello che comunemente viene chiamato “mo-nastero” di Regina Coeli ha vissuto – travolto anch’esso dal lockdown - un vero e proprio mo-

mento di silenzio. Claustrale. Niente più voci di bambi-ni e ragazzi in portineria, nelle aule, lungo le scale, che si rincorrono nel campetto a giocare. Silenzio. Silenzio che interroga e spaventa. Ma come continuare la no-stra missione educativa? Non ci si può fermare! La tecnologia ha consentito di continuare a lavorare, attraverso la cosiddetta DaD, didattica a distanza, ma è stata una soluzione più formale che sostanziale. Ab-biamo cambiato linguaggio, lessico, si parlava di piat-taforme online, video, app, lavagne condivise… . Come insegnante di religione, con la didattica a distanza, ho voluto dare soprattutto valore e tempo alle parole dei bambini, ascoltarli nel loro vissuto dei giorni trascorsi in modo anomalo, cercando di proporre loro esempi di relazione autentica, rifacendosi soprattutto a Gesù e al suo modo di “incontrare le persone”, ma anche a tanti altri racconti e storie bibliche. Insomma, una relazione che potesse dare speranza. La pandemia continua a darci conferma che l’insegna-mento non è solo trasmissione di contenuti, ma soprat-tutto “relazione educativa”, che va coltivata giorno dopo giorno. Sull’esempio di Giovanna Antida, riconosciamo

che la carità abbraccia tutti i tempi…tutte le persone … affinché la relazione diventi educazione. La sfida di questo tempo, allora, è imparare di nuovo a essere prossimi, far sentire ai bambini la nostra vicinan-

za, nonostante le barriere. Allora….. adda passà ‘a nuttata! Eduardo De Filippo esordiva cosi, a conclusione della famosa commedia Napoli milionaria: come allora, stiamo attraversando un momento difficile, ma ne usciremo fuori, con pazienza e speranza. E come parte di questo po-polo partenopeo, anch’io credo che die-tro a ogni buio, a ogni oscuramento, c’è poi una luce, una stella che ci guiderà, ci porterà a essere di nuovo protagoni-ste complete della missione che siamo chiamati a compiere come Suore del-la Carità: essere donne di educazione, donne di formazione.

Suor Caterina S.Napoli, Regina Coeli

10

adda passà ‘a nuttata!

Page 11: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Informiamoci 11

intervista impossibile al reverendo jean neyreParroco di thonon-les-Bains

Ci troviamo oggi in questa graziosa cittadina climatica dell’Alta Savoia, serenamente adagiata lungo le rive

del Lemano, grande lago nel quale si river-sano benefiche acque termali, dando vita - così viene chiamata – alla sinfonia delle acque! La memoria dell’intervistato, il rev. Jean Neyre, è ancora viva in diocesi di An-necy: famose sono le sue rocambolesche avventure durante la Rivoluzione France-se e la sua energica ricostruzione del tes-suto religioso e assistenziale, da parroco prima e da Rettore Maggiore del Gran Seminario diocesa-no fino alla sua morte, avvenuta nel 1827. Anche noi, Suore della Carità, molto dobbiamo a questo in-traprendente sacerdote savoiardo, che amichevolmente ha deciso di farsi intervistare.Buon giorno, reverendo Neyre e grazie davvero per la dispo-nibilità… Ve lo devo! Non si può immaginare, al placarsi della Rivolu-zione, lo stato deplorevole in cui ho trovato Thonon: la cit-tà era in miserevole abbandono, spogliata, depredata, da anni orfana di sacerdoti… Per non parlare dello squallore dell’Ospedale Generale e della negligenza con la quale era-no soccorsi i ricoverati! Grazie a Dio, conoscevo di persona mons. Lecoz e dal 1810 in poi, ho potuto contare sull’ope-ra preziosissima di quattro Suore della Carità. La collabo-razione con la sorella servente, suor Basile Prince, è stata sempre cordiale e fattiva e con l’aiuto delle altre tre suore, siamo riusciti in poco tempo ad aprire una piccola farma-cia esterna per i poveri, a organizzare i soccorsi a domicilio in città e ogni domenica a provvedere alla distribuzione del pane ai più poveri. Pensando al futuro delle nuove ge-nerazioni, qualche sala dell’ospedale è stata trasformata – sempre con l’aiuto delle suore - in classi gratuite per bam-bine povere. Un piccolo miracolo!Sì, reverendo…Anche se le Suore di Thonon raccontano che tutto si deve a lei: già prima della sua nomina a parroco, era conosciuto per l’ardimento e il talento organizzatore. Si rac-contano certe sue imprese a sprezzo del pericolo durante il periodo del Grande Terrore… Come di molti altri sacerdoti, del resto! Rifiutato il giura-mento sulla Costituzione Civile del clero, mi sono dovuto dare alla macchia. Arrestato e processato dal Tribunale Rivoluzionario, sono comunque riuscito ad evadere per dedicarmi all’assistenza spirituale e materiale, in clande-stinità, di diverse parrocchie dell’Alta Savoia private di sa-cerdoti. Nuo- vamente arrestato, è andata peggio: dritto

dritto nella tristemente nota isola Île de Ré, un famigerato luogo di detenzione di preti refrattari, in mezzo all’oceano. È stata du-rissima. Tutti ci siamo adoperati per soste-nerci l’un l’altro nella sventura. Per fortuna, tra le guardie c’era qualche buon cattolico. Con la loro complicità, alcuni di noi hanno avuto la temerarietà di tentare la fuga, ripa-rando poi in Svizzera, a Ginevra. Che tempi! Eppure, neanche quelli successivi alla Rivo-luzione furono tempi facili, né per lei, per le Suore…

Fin dall’inizio, ho trovato grande sostegno nella buona gente di Thonon, in parecchi facoltosi benefattori e ho potuto contare sull’opera generosa delle Suore. Per loro, la svolta è cominciata nel 1815: la Savoia, restituita al Re di Sardegna e del Piemonte, si è venuta a trovare fuori dai confini del regno di Francia. Tuttavia, i rapporti con Be-sançon sono continuati costanti e cordiali e le postulanti savoiarde che cominciavano a bussare alla porta erano in-viate a Besançon per il noviziato. Da Napoli, le notizie non impiegavano neanche troppo tempo. Insomma, si era co-munque trovato un equilibrio.E poi sono arrivate le dolorose conseguenze dell’approvazio-ne pontificia. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio!Infatti! All’inizio è stata molto dura. E le lacrime di gioia con cui suor Basile aveva accolto il sigillo pontificio, sareb-bero presto diventate lacrime di dolore per il distacco. Ero seriamente preoccupato per i rapporti così tesi con la casa madre in Francia… Napoli era troppo lontana… e per le co-munità aperte in Savoia, l’approvazione napoleonica era ormai inutile! Senza perderci d’animo, ho consigliato la no-mina di una Provinciale per la Savoia, di inviare richiesta al Re della Sardegna di Lettere Patenti, mentre dal canto suo madre Thouret sognava l’apertura in questa regione di un noviziato a favore del ramo pontificio. “A Dio, tutta la gloria”, direbbe Giovanna Antida anche in questo caso. Nel 1825, suor Victoire Bartholemot è nominata Superiora Provinciale della Savoia e Saint Paul, a 900 metri d’altezza, tra le rive del lago Lemano e le belle montagne dello Cha-blais, è diventata la culla del noviziato della Savoia.Grazie, reverendo Neyre! Facciamo nostra “la viva gratitu-dine” che madre Thouret le esprimeva nella lettera del 1821, per ringraziarla a nostra volta “dello zelo e dell’interessa-mento che avete impiegato nella diffusione del nostro istitu-to nella vostra provincia”. Grazie per la volontà di bene che ha dedicato alla nostra comunità e per le strade di futuro che ci aiutato ad aprire!

Page 12: nformiamociI...al reverendo Jean Neyre Parroco di Thonon-les-Bains 12 - Preghiera per la pace - Roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio I bambini del mondo affidano la pace ai governanti

Preghiera per la pace - roma 20 ottobre Piazza del Campidoglio

Il 34° incontro di preghiera per la Pace promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, sulla scia del primo profetico incontro convocato da San Giovanni Paolo II il 27 Ot-

tobre 1986 ad Assisi, ha assunto una colorazione del tut-to inedita, sia per la concomitanza dell’acuirsi della pan-demia in Europa, sia per la storica e artistica cornice nel-la quale si è svolto. Non Assisi, ma Roma, la città dei sette colli, sul cui col-le Campidoglio, sede e simbolo del governo della città, ri-splende nella sua eleganza il pavimento progettato da Mi-chelangelo per significare la sacralità del luogo, conside-rato l’Ombelico del mondo, punto di arrivo del percorso trionfale che percorreva i Fori imperiali. Michelangelo vuo-le riportare il luogo ad essere Umbelicus Caput Mundi e per questo accentua la convessità del pavimento della piazza, ponendo al centro una grande stella a dodici punte, indi-cante le costellazioni, attorniata da losanghe che ricorda-no i meridiani e i paralleli che attraversano il globo. Tutto concorre a dare la sensazione di trovarsi proprio “al cen-tro” del globo terrestre.Non in un periodo in cui la pandemia sembrava aver atte-nuato la sua morsa, ma proprio nella settimana in cui, in Italia, come nel resto dell’Europa e del mondo, sale espo-nenzialmente il numero dei contagi e il bisogno di preghie-ra riporta la memoria a quel 27 Marzo 2020, in quella piaz-za deserta, bagnata da una pioggia insistente, in cui Papa Francesco, solo davanti al crocifisso, ci ricordava che “Co-me quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’ango-

scia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”. Siamo tutti nella stessa barca, siamo tutti nello stesso mon-do, “Siamo tutti nella stessa meravigliosa nostra casa, il mon-do, dono della misericordia di Dio”, dice il Patriarca Bar-tolomeo, e insieme possiamo costruire la pace, se inizia-mo ad agire e a prenderci veramente cura della nostra ca-sa comune.In questo contesto dal respiro allargato che vuole raggiun-gere tutta l’umanità, prende la parola, dopo l’arrivo del pre-sidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi e, con un videomessaggio, la presidente della Commissione Ue, Ur-sula von der Leyen. Vengono quindi ascoltati gli interven-ti dei leader e rappresentanti delle religioni: il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, il rabbino capo di Fran-cia, Haim Korsia, il segretario generale del Comitato Su-periore della Fraternità Umana (Islam), Mohamed Abdel-salam Abdellatif, il buddista Shoten Minegishi e, a conclu-sione, Papa Francesco. Il Pontefice, quasi facendo eco alle parole della sua ultima Enciclica afferma: “Siamo sorelle e fratelli, tutti! Preghiamo l’Altissimo che, dopo questo tempo di prova, non ci siano più “gli altri”, ma un grande “noi” ric-co di diversità. È tempo di sognare di nuovo con audacia che la pace è possibile, che la pace è necessaria, che un mondo senza guerre non è un’utopia”. Termina poi con un appello al perdono e al dialogo: “Nessuno può sentirsi chiamato fuori.

Siamo tutti corresponsabili. Tutti ab-biamo bisogno di perdonare e di esse-re perdonati. Le ingiustizie del mon-do e della storia si sanano non con l’o-dio e la vendetta, ma con il dialogo e il perdono”.Infine, viene letto l’Appello alla pace 2020, a cui segue un gesto fortemen-te simbolico: un gruppetto di bambi-ni prende dalle mani del Papa e degli altri leader religiosi il foglio su cui è scritto l’appello e lo consegna ai rap-presentati politici. I piccoli, affidano così simbolicamente il loro futuro ai governanti, affinchè si facciano ga-ranti di un mondo davvero di pace.

Suor Maria Luisa C.Roma, Casa Generalizia

i bambini del mondo affidano la pace ai governanti