newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di...

9
editoriale "Non cucire gusci di conchiglie o piume di gufo" Shodo e arte Il valore della ricerca La fiducia e la cura notizie in breve attività dojo altre attività Zazen non è una meditazione, e nemmeno una forma di concentrazione mentale. Zazen è qualcosa di simile ad un'immersione, immersione in quelle profondità dove tu-io scompaiono ed appare in tutta la sua risplendente chiarezza l'essenza delle cose di questo mondo. Massimo Daido Strumia Il disincanto sembra essere la cifra della nostra attualità, ma solo apparentemente. Nonostante il processo di secolarizzazione abbia portato a un progressivo allontamento da posizioni dogmatiche e aprioristiche in ambito religioso, riemerge sempre più prepotente il sentimento del sacro. Il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non un momento della storia della coscienza. L'esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato1 . Il sacro sta riprendendo potentemente piede, anche se le modalità con cui questo fenomeno si manifesta, sono molto distanti da visioni dottrinali, intellettuali o morali: ciò che sembra interessare maggiormente è un fatto concreto che si esprime nella ricerca di luoghi di esperienza e di coinvolgimento personali, una tensione interiore a cui non si può pensare, 1 3 4 6 7 9 9 9 newsletter ottobre-novembre-dicembre 2015 www.ilcerchiovuoto.it (*) i sesshin (ritiro intensivo) sono aperti a tutti previo contatto con la segreteria del centro. (**) inizia un ciclo di lezioni su "I principi fondamentali del Buddha Dharma". (***) celebrazione in ricordo del Risveglio di Shakyamuni Buddha al sorgere della stella del mattino. (****) veglia per ricordare il Patriarca Hui Ko (487 - 593). Seguirà programma dettagliato dell'incontro di pratica. Tutte le attività richiedono una prenotazione da inviare a "[email protected]" o contattando la segreteria. Total Zen Beginners (**) Total Zen Beginners Total Zen Beginners Cerimonia commemorazione Maestro Daido Strumia sesshin (*) a Prà del Torno Total Zen Beginners Total Zen Beginners Total Zen Beginners sesshin (*) a Torino Total Zen Beginners cerimonia Jodo E (***) Dampi sesshin (****) sesshin (*) a Torino 7/10 ore 19:30 14/10 ore 19:30 21/10 ore 19:30 21/10 ore 20:30 30/10-1/11 4/11 ore 19:30 11/11 ore 19:30 18/11 ore 19:30 22/11 7:20-16:30 25/11 ore 19:30 8/12 ore 21 circa 9/12 ore 19:20 20/12 7:20-16:30 continua a pag. 2 Yayoi Kusana, Infinity Nets

Transcript of newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di...

Page 1: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

editoriale

"Non cucire gusci di conchiglie o piume di gufo"

Shodo e arte

Il valore della ricerca

La fiducia e la cura

notizie in breve

attività dojo

altre attività

Zazen non è una meditazione,e nemmeno una forma di concentrazione mentale.

Zazen è qualcosa di simile ad un'immersione,immersione in quelle profondità dove tu-io scompaiono

ed appare in tutta la sua risplendente chiarezzal'essenza delle cose di questo mondo.

Massimo Daido Strumia

Il disincanto sembra essere la cifra della nostra attualità, ma soloapparentemente. Nonostante il processo di secolarizzazione abbiaportato a un progressivo allontamento da posizioni dogmatiche eaprioristiche in ambito religioso, riemerge sempre più prepotenteil sentimento del sacro.

“Il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non unmomento della storia della coscienza. L'esperienza del sacro èindissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruireun mondo che abbia un significato”1.

Il sacro sta riprendendo potentemente piede, anche se lemodalità con cui questo fenomeno si manifesta, sono moltodistanti da visioni dottrinali, intellettuali o morali: ciò chesembra interessare maggiormente è un fatto concreto che siesprime nella ricerca di luoghi di esperienza e di coinvolgimentopersonali, una tensione interiore a cui non si può pensare,

1

3

4

6

7

9

9

9

newsletter ottobre-novembre-dicembre 2015www.ilcerchiovuoto.it

(*) i sesshin (ritiro intensivo) sono aperti a tutti previocontatto con la segreteria del centro.(**) inizia un ciclo di lezioni su "I principi fondamentalidel Buddha Dharma".(***) celebrazione in ricordo del Risveglio diShakyamuni Buddha al sorgere della stella del mattino.(****) veglia per ricordare il Patriarca Hui Ko (487 -593). Seguirà programma dettagliato dell'incontro dipratica.

Tutte le attività richiedono una prenotazione da inviarea "[email protected]" o contattando la segreteria.

Total Zen Beginners (**)Total Zen BeginnersTotal Zen BeginnersCerimonia commemorazioneMaestro Daido Strumiasesshin (*) a Prà del TornoTotal Zen BeginnersTotal Zen BeginnersTotal Zen Beginnerssesshin (*) a TorinoTotal Zen Beginnerscerimonia Jodo E (***)Dampi sesshin (****)sesshin (*) a Torino

7/10 ore 19:3014/10 ore 19:3021/10 ore 19:3021/10 ore 20:30

30/10-1/114/11 ore 19:3011/11 ore 19:3018/11 ore 19:3022/11 7:20-16:3025/11 ore 19:308/12 ore 21 circa9/12 ore 19:2020/12 7:20-16:30

continua a pag. 2

Yayoi Kusana, Infinity Nets

Page 2: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Page 2

neppur lontanamente, di far frontecon i modelli di spiritualizzazione chevanno per la maggiore.Come è possibile snaturare la nostradomanda di significato, e quindi disacro, con strumenti di ricerca cosìmiseri e inadeguati?Come è possibile credere, anche perun istante, all'efficacia di goffe einfantili offerte di tecniche di benes-sere psicofisico, camuffate da impro-babili, quanto superficiali, verità?

Forse è il momento di fare ritorno aun'esperienza originale del sacro,comprendere che ci aspettano spaziinfiniti, non necessariamente quelli acui la nostra finitezza ci ha abituati.

“Pregare è ricercare il senso della vita”:l'enunciato di Wittgenstein ci orientaa un “come”, non tanto a un “cosa”possa dare senso alla nostra esistenza.Ci suggerisce che la forma che può

saturare l'esigenza di senso, non vadacercata in percorsi teorici o filosofici,né tantomeno in pseudopratichespirituali.Ci indirizza a ricercare l'esperienzaestetica di luoghi che non siano unastrarsi dalla vita per dare senso allavita, ma espressione di momenti extra-ordinari che restituiscano sensoall'ordinario, senza però che ciòimplichi l'uscita dal mondo.

Abbiamo bisogno di luoghi dovesospendere l'eccesso di linguaggio, latendenza bulimica, per far posto aspazi di silenzio non ordinari, dove ilsenso, luogo della mente, e lasensibilità, luogo del corpo, ritrovinol'unità originaria, restituendoci rinno-vati alla pienezza della nostra vita.È shikantaza, la preghiera silenziosa,atto religioso per antonomasia, perchénon dipende dalla mia coscienza, ma è“(...) un sentire anticipato”2, trasmesso

da Buddha a Buddha, da Patriarca aPatriarca.“(...) impara il passo indietro, rivolgi losguardo a ciò che veder non puoi, e saràdel corpo e della mente dolce trasfiguraree manifesto dell'origine il volto”3.

1- Mircea Eliade, nel suo discorsopronunciato al Congresso di Storia dellereligioni, Boston 19682- Giorgio Bonaccorso, in Antropolo-gia del pregare3- Dōgen Zenji, Fukanzazengi, L'uni-versale virtù dello zazen, in Sutra Zentradotti dal rev. F.Taiten Guareschi

Page 3: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Page 3

Domenica 27 settembre, alle 10 delmattino, nella Sala conferenze del“Polo Lombroso16”; nell'ambito diTorino Spiritualità 2015, una dozzinadi persone sono convenute per par-tecipare al “Laboratorio di Cucituradell'Abito del Buddha”. Perlopiùdonne, ma non solo, perlopiù di mezzaetà, ma anche giovani, hannosperimentato per un paio d'ore laCucitura.Che cosa, di questa attività, le haattirate tanto da preferirla ad altrepossibili, come la lezione di Tai-chiche si stava svolgendo in con-temporanea sul prato/terrazzo adia-cente, o altri eventi ben più in vista,programmati per la mattinata in altriluoghi della manifestazione?Sull'abstract di presentazione dell'in-contro hanno potuto leggere: “Un puntodopo l'altro, coordinando movimento,respirazione e concentrazione, mettiamocinella condizione di liberarci dai pensieriillusori e tornare alla vivida realtà dellaVita proprio qui, proprio ora”.

Seduti ai tavoli allineati lungo le finestre,seguendo sullo schermo l'avvicendarsidelle immagini raccolte dal rev. ElenaSeishin Viviani per la conferenza sull'O-kesa tenuta al MAO nel 2013, eascoltando le spiegazioni su un O-kesaaperto ed esposto, hanno appreso comequest'Abito, da semplice veste realizzatapoveramente da coloro che avevanoscelto di abbandonare il mondo perdedicarsi alla vita spirituale, cucendoinsieme pezze di stoffa trovate lungo lestrade, abbandonate perché considerateimpure, sia diventata, per volontà e suindicazione del Buddha, l'autenticomezzo della Trasmissione dal Buddha aidiscepoli, arrivato fino ai nostri giorni

passando da maestro a discepolo, digenerazione in generazione, “comemolecole dello stesso organismo, semprerinnovate ma sempre uguali”2. E quindihanno potuto apprezzare l'importanzadi questo Abito, che trascende moltol'oggetto materiale e ne fa un oggetto diculto.

Poi è iniziata la parte pratica, losperimentarsi con il punto.All'inizio, regnava il normale chiac-chiericcio di quando ci si cimenta tuttiinsieme in un'attività che non si conosce,e in cui ogni attimo, ogni passaggiorichiede una spiegazione in più, unconsiglio, un commento, un inco-raggiamento. I punti sulle righe bianchedegli imparaticci procedevano incerti,irregolari, troppo grandi, troppo piccoli,troppo fitti, troppo distanziati. Ma apoco a poco, un punto dopo l'altro, tuttosi è quietato; ognuno si è concentratosul proprio lavoro, sull'ago che deveessere fatto entrare e uscire dalla stoffacon un'angolazione ben precisa rispettoalla riga di riferimento, sui punti chedevono mantenere una certadimensione e distanza tra loro. Finché ilpunto ha cominciato a “farsi da sé”,quando la tensione del “dover fare” si èannullata nel semplice seguire la mano,ormai libera nel gesto, perchéspontaneamente, inconsciamente, si èverificata quella coordinazione tramovimento, concentrazione e respi-razione che spegne i pensieri illusori ed èla condizione per “tornare alla vividarealtà della Vita, proprio qui, proprio ora”.

Al termine, il commento più comuneè stata la sorpresa per il silenzio e laconcentrazione che, dopo la primamezz'oretta, ha coinvolto tutti, e il

senso di “pacificazione” che ne eraderivato. Veniva anche osservato ilpunto sui vari imparaticci, e si notavacome nel giro di pochi minuti fossecambiato, si fosse stabilizzato, avesseassunto una dimensione e un ritmopreciso; non la perfezione, ma l'esseretotalmente nell'azione. (C. G.)

La Cucitura dell'Abito si pratica al-l'Enku Dojo ogni martedì dalle h16,00 alle h 19,00.Una domenica al mese, incontrointensivo dalle h 9,30 alle h 18,00.Prossimi incontri previsti:- 18 ottobre- 29 novembrePer informazioni e prenotazioni,telefonare al 333.5218111

1- tratto dal Vinayapitaka, il canonedei monaci buddhisti2- da M° Taisen Deshimaru Le livre duKesa dispensa a cura dell'AssociationZen Internationale.

dipinto di Muqi Fachang

Page 4: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Issue 1 Page 4Page 4

A rigore, lo Shodo, la “Via dellascrittura”, si limita alla scrittura deicaratteri.Però l'origine stessa della forma deicaratteri, i kanji, che nasce e si evolvedai pittogrammi, contiene in sé unarappresentazione pittorica dei concettiespressi, quindi una valenza grafica evisiva molto più evidente dell'equi-valente nelle scritture alfabetiche ofonetiche.E anche l'estensione fonetica giap-ponese, i cosiddetti kana, nati comecostola dai kanji cinesi, ha mantenuto laforma grafica, quindi la potenza visiva.Quando poi i kanji esprimono concettiastratti, lo sforzo di trovare unarappresentazione grafica li rende parti-colarmente densi di immagini visive.Un bell'esempio di ideogrammi cherappresentano concetti “astratti” conimmagini pittoriche, è “Virtù” (incinese “dè”, in giapponese “toku”) èrappresentato come “camminare len-tamente”, associato ai caratteri cherappresentano “dieci”, “occhio” e“cuore”: la strada della virtù è sotto ilcontrollo di dieci occhi e del cuore.

Con queste premesse, era abbastanzanaturale che la scrittura venisseutilizzata come una forma di artegrafica vera e propria, e che venisseadattata per rappresentare, non soloattraverso il contenuto, ma anche at-traverso la forma del tratto, il signi-ficato, lo spirito di opere poetiche.

Questa esplorazione ha prodotto neisecoli esempi meravigliosi, a voltearricchiti con immagini pittoriche veree proprie, in cui il testo di una poesiadiventava anche un'opera d'arte visiva.

I brani più spesso usati in Giapponeerano gli haiku, poesie molto brevi,composte da 17 sillabe su tre versi, cheutilizzavano immagini visive, spessoispirate alla natura, per esprimeresentimenti personali.

Uno dei più famosi è un haiku dellapoetessa Chiyo-ni, vissuta nellaprovincia di Kaga nel 18° sec., di cuiesistono alcune belle rappresentazionisia strettamente pittoriche, sia mistepittoriche-calligrafiche, o strettamentegrafiche. L'haiku è il seguente:

Oh! Il convolvolo -la secchia è prigionieraandrò a chiedere dell'acqua

(traduzione di Massimo Beggio, trattadal suo libro "Forse l'Autunno. Le centostagioni dell'haiku", edito da Bellavite)

Anche il famosissimo haiku di Basho

Un vecchio stagno -un tonfo - una ranarumore d'acqua

(tratto dallo stesso testo)

è stato rappresentato dall'autore asso-ciando testo e immagine.

Infine, il già citato Matsuo Basho,aveva sviluppato uno stile di scritturaestremamente fluido e morbido. Quiriportiamo un esempio di un suo testo,arricchito con la pittura di un suoallievo. (D.P.)

schizzo della secchia - Chiyo-Ni haikuMuseum

Matsuo Basho

Matsuo Basho e allievo della sua scuola

Page 5: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Issue 1 Page 5Page 5

Fermati!Io mi sono fermato.

“(...) Angulimāla, io mi sono fermato per sempre,mi astengo da ogni forma di violenza nei confronti degli esseri viventi,

ma tu non hai controllo nei confronti di ciò che vive:questa è la ragione per la quale io mi sono fermato e tu non ti sei fermato!”

Angulimāla SuttaIl discorso di Angulimāla

Majjhima Nikayā

Nell'ambito degli incontri dei Total Zen Beginners, il rev. Elena Seishin Viviani terrà un ciclo di lezioni su Buddha e ilsuo Insegnamento.

Ogni mercoledì dalle 19:30 alle 21:00.Si prega di arrivare puntuali, almeno 10 minuti prima dell'inizio.

Buddha, Odilon Redon

Buddha mostrò il fiore...solo Mahakashapa sorrise:la nascita del lignaggio Zen Sōtō

A partire da giovedì 22 ottobre riprende, con cadenza quindicinale, il ciclo di teisho tenuti dal rev. Elena SeishinViviani. Tema degli incontri Denkōroku, la Trasmissione della Lampada, di Keizan Jōkin Zenji (1268-1325).Iniziati nel 2012 con i principi della pratica e della dottrina del Buddha Dharma in India, sono proseguiti nel 2013col passaggio e il radicamento dell'Insegnamento di Shakyamuni Buddha in Cina, nel 2014 con l'introduzione delBuddhismo in Giappone; e nel 2015 con le figure di Eihei Dogen Zenji e Keizan Jōchin Zenji, Patriarchi dellaScuola Zen Sōtō.Gli incontri, dalle 20:00 alle 21:30, saranno preceduti dalla pratica di zazen dalle 19:20 alle 20:00.La partecipazione è aperta a tutti i praticanti dell’Enku Dojo che si siano iscritti presso la segreteriadell’Associazione "Il Cerchio Vuoto".È possibile anche la partecipazione di esterni, previo colloquio con l’Insegnante.

Page 6: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Page 6

L'interessante incontro “Un atteg-giamento speciale. Dialogo in libertàtra un matematico e un maestro Zen”,svoltosi al “Polo Lombroso16”durante la manifestazione dei CentriU.B.I. torinesi nell'ambito di TorinoSpiritualità 2015, ha evidenziatosimilitudini e differenze che carat-terizzano il tema generale delrapporto tra scienza e praticabuddhista.

Innanzitutto, nella scienza, l'impor-tanza fondamentale del dubbio checonsente di sviluppare una ricercaoriginale tramite un'assunzionecompleta di responsabilità da parte delricercatore nel garantire un impegnocostante e appassionato senza caderenella trappola dell'autoreferenzialità edel senso di superiorità.

La capacità di andare controcorrentee di muoversi al di fuori degli schemiconvenzionali porta a rischi d'in-successo, delusioni e smacchi (“fac-ciate”, come sono state chiamatenell'incontro), ma nel contempo dàla possibilità di scoprire vie nuove,assolutamente inaspettate, con lagioia che deriva da ogni operacreativa.Il metodo galileiano fornisce, sì, unalinea guida rigorosa che il ricercatorenon può ignorare, ma la sua mentedeve essere duttile e flessibile percogliere quelle improvvise discon-tinuità che, sempre, hanno favorito ilnascere di nuove metodologied'indagine e il verificarsi di grandiscoperte.

A questo proposito, il neuroscienziatoStuart Firenstein, professore alla Co-lumbia University, tiene da tre anni,con grande successo, un seminario dal

titolo piuttosto insolito: “How Igno-rance Drives Science”.Lo scopo è quello di cercare dispiegare perché il lavoro delricercatore in laboratorio sia cosìeccitante rispetto a ciò che si riesce atrasmettere già codificato e siste-matizzato agli studenti durante icorsi.Secondo Firenstein, ciò è dovutoprincipalmente all'attitudine aperta ecuriosa che contraddistingue il piaceredella ricerca, spesso caratterizzata dapercorsi tutt'altro che lineari, mazigzaganti e pieni di retromarce,brusche svolte, rallentamenti e acce-lerazioni che, comunque, nonspengono la passione e la dedizionedello scienziato.

Alcune di queste caratteristiche siritrovano anche nella pratica, benchél'angolo visuale sia assai diverso.

Senz'altro il dubbio, che ci difende dallacertezza di aver raggiunto qualcosa didefinitivo, che invece si fa impalpabileappena cerchiamo di definirlo.

L'andare controcorrente, che puòvoler dire nuotare contro l'idea cheabbiamo di noi stessi e contro i ruoliche ci piace ricoprire, per trovarci,poi, in una corrente molto più vasta eimpetuosa, che ci sconcerta e cispaventa.

Ma, soprattutto, la passione, che ognivolta ci porta di nuovo a sederci e aricominciare quella storia che è cosìdifficile raccontare ad altri, perché èbasata su un fiducioso coinvolgimentodi noi stessi in toto, cuore e corpo,“nervi, midollo e ossa” (M.S.)

Stavo solo strofinando dei bastoncini per divertirmi- Non ho capito che stavo facendo ricerca di base.

Page 7: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Page 7

Da diverso tempo sento parlare di“fiducia”; anche nel corso di que-st'ultima edizione di TorinoSpiritualità, un intervento era centra-to sul concetto di fiducia (“Il respirodella fiducia”, intervento di CarlaGianotti). È sempre trattato comeun argomento carico di significatiampi ed elevati.Spesso, poi, si discute se “fiducia” e“fede” possano essere accomunate odistinte, e si sceglie il primo termine,forse perché meno ingombrante delsecondo, meno carico di valenzereligiose, e quindi meno impegnativo.

Nell'Enciclopedia Treccani, iltermine “fiducia” è descritto così:“Atteggiamento, verso altri o verso séstessi, che risulta da una valutazionepositiva di fatti, circostanze, relazioni,per cui si confida nelle altrui o propriepossibilità, e che generalmente produceun sentimento di sicurezza etranquillità”.Analogamente, il termine “fede” èdescritto come: “Credenza piena efiduciosa che procede da intimaconvinzione o si fonda sull’autoritàaltrui più che su prove positive”.La differenza, quindi, si basa sullapresenza o assenza di un fondamento,di una prova, della valutazione positivache genera la fiducia.Nella mia storia personale, ho spessoevitato il termine “fede”, proprio pernon cadere in riferimenti di tipo re-ligioso o, più in particolare, perrimanere sul piano delle “provepositive”, per usare una forma indicatanella definizione della Treccani.Resto ancora di quest'idea, ma con iltempo la distinzione ai miei occhi si è

notevolmente sfumata, soprattuttoperché ho visto come anche la fiduciarichieda, in genere, un atteggiamentooltre le prove positive.A rigore, se avessi a disposizionetutte le “prove positive”, il mioatteggiamento dovrebbe essere defi-nito “certezza” e non “fiducia”: lafiducia si basa sempre su almeno unaparte di ipotesi, assunzioni, speranze.E allora, in cosa si distingue dallafede? Solo nel fatto che “ho fiducia”sul piano ordinario e “ho fede” sulpiano spirituale?Su questo non ho una risposta, quindicontinuo a limitarmi alla fiducia e arestare sul piano ordinario, che però,sorprendentemente e quasi in mododispettoso, si trasforma in “stra-ordinario”.In particolare, sto considerandol'attitudine che si sviluppa nel vi-vere, anche solo per periodi brevi, inuna comunità: il legame che si creanel gruppo di pratica o durante unritiro, e le sue ricadute nella vita ditutti i giorni. La fiducia si manifestanell'affidarsi a un altro, nel confidare,“con sicurezza e tranquillità”, chequalcun altro avrà cura di te.I due concetti si sono quindi legatinel mio pensiero: ho fiducia chequalcuno abbia cura di me.Questa relazione si manifesta anche(e soprattutto) nelle piccole cose; adesempio, durante lo zazen “affido” ilcontrollo del tempo alla persona cheguida la pratica, e reciprocamente,questa persona ha cura, prende incarico, il tempo dello zazen. Eccoche il suono della campana, da partedi chi si affida e di chi ha cura,diventa il simbolo di questo legame.

Quando mi siedo in zazen, rinuncioal controllo del tempo, di cui nonsono più “padrona” e che quindi, difatto, non mi domina più. Si creauno spazio/tempo fuori dai concettie dalle costrizioni ordinarie, in cuiindividuale e collettivo, pur esi-stendo contemporaneamente, inparte si sfumano l'uno nell'altro.In realtà, a volte succede, quando lamente vaga o quando le gambefanno male, che l'atteggiamento or-dinario prenda il sopravvento, e ilpensiero “ma quando suona questacampana? ma quanto tempo man-ca?” si fissi con ostinazione.È anche successo, la prima volta chemi è capitato di guidare la pratica, dicontrollare ogni pochi minuti l'o-rologio, per timore di perdere ilmomento giusto in cui segnalare lafine dello zazen.Ho poi chiesto a Diego, il re-sponsabile del dojo, che di solitoguida la pratica da noi, come fa ainserire nel suo zazen il controllo deltempo, e lui, con la sua solitasemplicità, mi ha risposto che quellaè la sua pratica; il suo zazen com-prende la cura del nostro tempo, èfatto anche di quello.

continua a pag. 8

Page 8: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Issue 1 Page 8Page 8

È un piccolo esempio, ma più passail tempo, più la mia attenzione siconcentra sulle piccole cose, appa-rentemente banali, sui gesti e leazioni di tutti i giorni, e su comequesti possano cambiare ed esserevissuti, oppure subiti o trascurati,con noncuranza.Faccio la spesa, preparo i pasti, curoil giardino e le piante: ogni azioneassume un significato diverso, piùricco, ma soprattutto è una piccolagoccia amorevole, se fatta pensandoai suoi effetti e adattandola in mododa ridurre quelli nocivi (e qui mi

ricordo sempre del primo deiprecetti universali “evitare di fare ilmale”).A volte penso che il vero Paradiso siaproprio nell'aver cura degli altri: tuttigli altri, non solo umani, ma altrianimali, altri esseri viventi e non viventi(le “diecimila cose”); ovviamente, unsingolo individuo non può da solo avercura di tutti, ma se cercassimo, nelleazioni ordinarie, di viverle con questospirito, le trasformeremmo automati-camente e istantaneamente in stra-ordinarie.

Ecco che l'attitudine di “aver cura” nonè più solo il complemento, l'altra facciadella medaglia della “fiducia”, ma i dueconcetti diventano ciascuno ilpresupposto indispensabile dell'altro.(D.P.)

Alcune immagini della composizione allestita al PoloLombroso16 in occasione di Torino Spiritualità 2015

Page 9: newsletterottobre-novembre-dicembre2015 - Il Cerchio Vuoto · Lo scopo è quello di cercare di spiegare perché il lavoro del ricercatore in laboratorio sia così eccitante rispetto

Cucitura dell'Abitotutti i martedì dalle 16:00 alle19:0018 ottobre dalle 9:30 alle 18:0029 novembre dalle 9:30 alle 18:00

Shodo (*)10 e 17 ottobre ore 14:007 e 21 novembre ore 14:00

En Ku dojoAssociazione Il Cerchio Vuoto

associazione religiosa per la pratica e lostudio del Buddhismo di scuola Zen Sotomembro dell'Unione Buddhista Italiana(ente religioso d.p.r. 3-1-91)

Via Massena 17 - 10128 TorinoTel: 011-19858750

333-5218111

[email protected]

7:00-8:00

19:00-21:00

Orari di pratica

martedì,mercoledì,giovedì,venerdìzazen e recitazione dei sutra

martedì,giovedìzazen, kin hin e recitazione dei

sutra

(*) Le lezioni di Shodo (calligrafiagiapponese) sono riservate a gruppispecifici: una lezione di prova può essererichiesta in segreteria.Maggiori informazioni sul sito alla pagina"altre attività", o contattando la segreteria.

giovedì 8 ottobre, alle ore 17:30 "Nel silenzio ci incontriamo": l'Enku dojo ospita ilGruppo Interreligioso Insieme per la Pace.

da sabato 24 a domenica 25 ottobre, EXPO 2015: nel padiglione del Giappone, laprefettura di Fukui, con il monastero Daihonzan Eiheiji, parteciperà all'Expo diMilano con la presentazione “Lo Zen e la cucina monastica”. Insieme ai monaci diFudenji, il rev. Elena Seishin Viviani collaborerà all'iniziativa.

martedì 27 ottobre ore 18:00, continua la collaborazione con il GruppoInterreligioso Insieme per la Pace. Siamo invitati a parlare alla XIV GiornataInternazionale del Dialogo Cristiano-Islamico, presso la sede del Gruppo Abele, incorso Trapani 91/B

lunedì 9 novembre dalle 17:30 alle 20:00 il rev. Elena Seishin Viviani partecipaall'incontro su "Buddhismo e fondamentalismo" nell'ambito del corso "Dio lovuole!", presso il centro Interculturale della Città di Torino, in Corso Taranto 160.

13-14-15 novembre "Il Sutra del Loto e Dogen", seminario annuale del Sokanbualla Gendronnière. Relatore Taigen Dan Leighton.

giovedì 26 novembre al Convegno Ecumenico "La Scelta" il rev. Elena SeishinViviani partecipa come rappresentante dei Buddhisti nel Comitato Interfedi dellaCittà di Torino.

domenica 13 dicembre dalle 14:30 alle 16:30 "La preghiera nel Buddhismo"conferenza del rev. Elena Seishin Viviani nell'ambito del ciclo di incontri “Lapreghiera - Viaggio verso casa”, presso la Casa di Spiritualità Mater Unitatis, aDruento (To) via Alessandro Manzoni 42.

Martedì 29 dicembreCena di Fine Anno