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I.C. “B. Croce” di San Valentino in A.C. III B Scuola Secondaria e V B Scuola Primaria del Plesso di Caramanico Terme L’acqua della salute Caramanico attraverso lo studio dei documenti del passato riguardanti l’acqua, la pietra e l’anima Testi a cura di Katja Battaglia Fumetti a cura di Filomena Crivelli RETE DI SCUOLE RETE 2013 PER UNA SCUOLA DI QUALITÀ A.S. 2014/2015 SPERIMENTAZIONE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO I.C. “B. CROCE” SAN VALENTINO IN A.C.

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I.C. “B. Croce” di San Valentino in A.C.

III B Scuola Secondaria e V B Scuola Primaria del Plesso di Caramanico Terme

L’acqua della salute Caramanico attraverso lo studio dei documenti del passato

riguardanti l’acqua, la pietra e l’anima

Testi a cura di Katja Battaglia

Fumetti a cura di Filomena Crivelli

RETE DI SCUOLE

RETE 2013 – PER UNA SCUOLA DI QUALITÀ A.S. 2014/2015

SPERIMENTAZIONE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO – I.C. “B. CROCE” SAN VALENTINO IN A.C.

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I.C. “B. Croce” di San Valentino in A.C.

III B Scuola Secondaria e V B Scuola Primaria del Plesso di Caramanico Terme

L’acqua della salute Caramanico attraverso lo studio dei documenti del passato

riguardanti l’acqua, la pietra e l’anima

Testi a cura di Katja Battaglia

Fumetti a cura di Filomena Crivelli

RETE DI SCUOLE

RETE 2013 – PER UNA SCUOLA DI QUALITÀ A.S. 2014/2015

SPERIMENTAZIONE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO – I.C. “B. CROCE” SAN VALENTINO IN A.C.

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© 2015 Rete di Scuole

Rete 2013 – Per una Scuola di Qualità a.s. 2014/2015

Sperimentazione Indicazioni per il Curricolo – I.C. “B. Croce” di San Valentino in A.C.

Prima edizione: maggio 2015

In copertina:

Copertina del catasto antico di Caramanico

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SOMMARIO

Introduzione al lavoro della Scuola Secondaria di Katja Battaglia

Introduzione al lavoro della Scuola Primaria di Filomena Crivelli

Premessa degli alunni della classe III B della Scuola Secondaria

I. Il Chronicon Casauriense

II. Viaggi in Abruzzo di Serafino Razzi

III. Il Fumetto della Scuola Primaria

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Introduzione al lavoro della Scuola Secondaria

L’e-book contiene i prodotti dei laboratori di ricerca storica della Scuola Secondaria e della

Scuola Primaria. Si tratta di lavori riconducibili a sperimentazioni didattiche di ricerca-azione,

operate dal nostro Istituto e promosse dalla D.S. Prof.ssa Maria Assunta Michelangeli, in

accordo con la scuola capofila di Manoppello, di cui è D.S. la Prof.ssa Fabrizia Di Berardino.

Il laboratorio di ricerca storica della classse III B della Scuola Secondaria si è articolato in sei

fasi.

FASE 1 (1 ora)- Introduzione metodologica sulla ricerca storica e presentazione dei prodotti

che possono derivarne, come ad esempio il documentario su DVD, il recital, il libro cartaceo,

l’e-book (nel nostro caso).

Definizione del campo d’indagine. Studio di tre documenti in cui sono presenti i tre temi del

filo conduttore, ovvero acqua, pietra e anima:

-Il Chronicon Casauriense della seconda metà del secolo XII, che contiene alle colonne 45

recto e verso, notizie riguardanti la Chiesa di Santa Croce di Caramanico, dove troviamo la

prima attestazione relativa all’acqua sulfurea: “[…] in locum qui nominatur Caramanicum, in

vocabulo de acqua putrida ipsi sancte ecclesie que edificata est in honore Sancte Crucis

[…]”. Traduzione “[…] nel luogo chiamato Caramanico, dove c’è l’acqua putrida nello stesso

posto in cui è stata edificata la santa chiesa in onore di Santa Croce […]”.

-Viaggi in Abruzzo di Padre Serafino Razzi, fonte storica del Cinquecento, risalente

precisamente al 1576, in cui il padre domenicano narra la storia di Caramanico, soffermandosi

sulla descrizione del Convento di San Tommaso, sulle tre compagnie religiose che lo

gestivano, il Santissimo Rosario, il Santissimo Nome di Dio e il Santissimo Sacramento.

Serafino Razzi prima di descrivere la sorgente di acqua sulfurea, detta la Zolfanaia, dove

bevevano e trovavano guarigione i rognosi, trascrive un “episodio colorito” riguardante il

ricco Priore della Compagnia del Corpus Domini, probabilmente residente nell’odierna

frazione di San Tommaso. Il padre domenicano spiega che l’uomo custodiva nella propria

casa la Bolla della Confraternita e non voleva restituirla, perché diceva che nelle sue mani era

al sicuro, come in Paradiso. Per le parole pronunciate (e non per il furto della Bolla) fu

denunciato e condannato a pagare una “buona quantità di ducati”.

-Catasto antico di Caramanico, che è stato utilizzato per la scelta della copertina e raffigura il

monaco Caro, che secondo il Chronicon Casauriense dà il nome al paese.

FASE 2 (2 ore)- Analisi guidata del primo documento.

FASE 2 (6 ore)- Analisi guidata del secondo documento.

FASE 3 (3 ore)- Redazione di testi basati sui documenti.

FASE 4 (1 ora) Produzione di un testo in formato digitale.

FASE 5 (2 ore)- Lo studio della documentazione sarà completato con la trattazione della

storia dell’azienda Terme di Caramanico. A tale scopo sono stati coinvolti studiosi locali,

come il presidente dell’Accademia Marino da Caramanico dell’omonimo comune, Davide

Berrettini e la Dott.ssa Cristina Parone.

FASE 6 (2 ORE)- Realizzazione e-book.

Gli studenti sono stati impegnati 4 ore a settimana (prime tre ore del martedì e quinta del

venerdì), per un totale di 16 ore (Quattro settimane).

Tutti gli alunni hanno lavorato per gruppi eterogenei o di livello scelti dal docente (composti

da circa 4 persone) quando l’attività è stata svolta in classe. Ma anche per gruppi eterogenei di

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numero variabile, scelti dagli alunni stessi, quando hanno lavorato a casa (il lavoro per gruppi

eterogenei a casa è facoltativo. L’alunno può scegliere anche di lavorare individualmente). La

metodologia per gruppi di lavoro, in quanto “comunità di apprendimento” presenta numerosi

vantaggi. Ogni partecipante introduce delle situazioni e degli eventi che influenzano le

relazioni, provocano delle risposte che coinvolgono tutti. Ciascun alunno offre la propria

responsabilità, l’impegno a collaborare nella consapevolezza che insieme possono

raggiungere obiettivi e risultati migliori. Il gruppo che lavora in modo cooperativo ha come

caratteristica l’interdipendenza tra i membri del gruppo impegnati nel compito di vivere una

relazione indispensabile per conseguire il risultato.

La classe III B ha al suo attivo molte esperienze di ricerca-azione. L’ultima è quella sulle

guerre del Novecento in cui gli alunni hanno rintracciato i documenti negli archivi di famiglia.

Per questi lavori si sono classificati al primo e al terzo posto, ricevendo anche una menzione

di merito al concorso organizzato dall’AFIA, presso Ortona.

La Docente di Lettere

Prof.ssa Katja Battaglia

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Introduzione al lavoro della Scuola Primaria

Il laboratorio di ricerca storica della classe V B della Scuola Primaria rappresenta

l’opportunità di materializzare un pensiero astratto e formale; c’è uno stretto rapporto tra

pensiero e manualità, rende possibile il subordinare strumentalmente il pensiero all’azione.

La classe laboratorio è un luogo dove costruire la capacità e il piacere di imparare, dove si

può discutere, osservare, pensare, fare e disfare, costruire modelli, leggere, scrivere, fare

ipotesi.

Un luogo dove tutti, bambini e adulti, si mettono in gioco, dove si può costruire e conservare

la memoria, comporre cioè le tracce di esperienze/conoscenze/ricordi in modo che possano

essere richiamati, sollecitati per costruire nuove conoscenze, per intrecciare concetti. Un

luogo dove la metodologia di lavoro che proponiamo trovi spazi e strumenti adatti a

sollecitare la partecipazione attiva, motivata dei bambini, con il preciso intento di trasformare

l’esperienza scolastica in una palestra per la formazione di cittadini consapevoli, critici,

competenti, responsabili ed orgogliosi di esserlo.

I bambini sono stati coinvolti in modo diretto e non artificioso, mettendo in gioco le loro

capacità e quindi agendo positivamente sulla motivazione, sulla consapevolezza e

sull’autostima.

Ho lavorato per creare un clima predisposto all’ascolto, non giudicante, dove il sapere di uno

è a disposizione di tutti e ho dato valore ai contributi e ai passi avanti di ciascuno.

Per lo svolgimento delle attività è stato necessario dividere il gruppo classe in piccoli

gruppi, ad ognuno è stato affidato un incarico di responsabilità per il buon andamento del

gruppo, che pian piano si è realizzato come comunità educante. Le esperienze di lavoro di

gruppo, infatti, hanno dimostrato risultati positivi: si è creato all’interno di ogni gruppo un

sentimento collettivo di responsabilità che ha spinto ciascun bambino a produrre con il

massimo sforzo. Sul piano intellettivo e affettivo, la collaborazione ha favorito gli scambi e i

confronti, l’educazione al senso civico.

Ogni attività proposta si è basata sul doppio cardine dell’apprendimento: ricerca/azione. Gli

alunni sono stati invitati prima a ricercare notizie, documenti, curiosità sulle tematiche

trattate, poi ad analizzarli e a rielaborarli con senso critico mediante il codice linguistico,

creativo, grafico.

Grande importanza è stata data alla fantasia e alla creatività, che hanno trovato riscontro nella

realizzazione di slides attraverso l'utilizzo del pc (power-point) e di un semplice testo storico

(fumetto) e nella creazione di cartelloni.

FASI DELL'ATTIVITÀ LABORATORIALE

L'attività è stata suddivisa in quattro fasi (per un totale di 16 ore).

1 FASE: Lettura e interpretazione di testi storici reperiti dall'insegnante.

Gli alunni sono stati avviati all'acquisizione di un personale metodo di studio attraverso le

seguenti strategie didattiche:

• osservare la/le pagine da studiare in tutti i dettagli: non solo il testo, ma anche ad

esempio le immagini e le didascalie. Tutto quanto può essere utile per una miglior

comprensione;

• porsi domande prima, durante e dopo la lettura per aumentare l'interesse e l'attenzione

nei confronti del testo;

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• effettuare una lettura selettiva, individuando parole o frasi chiave, scoprendo idee

centrali, titoli, sottotitoli, dettagli rilevanti e altri elementi significativi.

Per favorire la comprensione, gli alunni sono stati invitati a sistemare le informazioni in

semplici schemi che hanno messo in relazione fatti con spiegazioni, cause, conseguenze.

2 FASE: Ricerca e interpretazione di varie fonti storiche

Il lavoro sui testi, intesi come fonti da cui imparare a ricavare informazioni, è stato supportato

con l'accesso diretto alle varie fonti storiche reperibili sul territorio: fotografie, video e

racconto di esperti. In questa seconda fase gli alunni sono andati alla ricerca di "vecchie"

fotografie.

3 FASE: Ralizzazione di slides con il supporto del pc

Dopo un'attenta analisi storica ed in base alle informazioni ricavate dai testi storici, gli alunni

hanno introdotto ad ogni fotografia ricercata una didascalia, relizzando così delle slides con

Power-point.

4 FASE: Realizzazione di un testo storico

Tutte le informazioni ricavate dall'interpretazione delle varie fonti storiche sono state

tradotte, infine, in un semplice testo storico (FUMETTO).

La Docente

Maestra Filomena Crivelli

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Premessa

Noi alunni della III B della Scuola Secondaria di Caramanico durante il Laboratorio di

Ricerca Storica della prof.ssa Katja Battaglia siamo andati alla scoperta dell’acqua, della

pietra e della spiritualità a Caramanico. Abbiamo analizzato con cura tre documenti,

rintracciati nel Chronicon Casauriense, nell’opera Viaggi in Abruzzo di Serafino Razzi e nel

catasto antico di Caramanico. L’ultimo lo abbiamo utilizzato per la scelta della copertina e

raffigura il monaco Caro. Dal suo nome il paese si chiamerà Caramanico. Gli alunni della

Scuola Primaria hanno realizzato il fumetto. Abbiamo coinvolto l’Accademia “Marino da

Caramanico” di cui è presidente Davide Berrettini, che conosce a fondo la storia delle Terme

di Caramanico, ma anche una studiosa di tradizioni popolari, la Dott.ssa Cristina Parone.

Così, partendo dalla prima attestazione dell’acqua sulfurea nel paese, che risale alla seconda

metà del secolo XII, soffermandoci su ciò che ci ha tramandato padre Serafino Razzi nel

Cinquecento, abbiamo compreso come è stata sfruttata nel corso dei secoli, fino ai nostri

giorni.

Gli alunni della classe III B

Martina Amicone, Valentina Cafarelli, Alessia Capista, Giovanni Cavallucci, Donatella

Celso, Marco De Thomasis, Giammarco De Angelis, Benedetta De Ingeniis, Francesca

Fantozzi, Giuseppe Marinucci, Lorenzo Marinucci, Sabrina Persico.

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I. Il Chronicon Casauriense

Il Chronicon Casauriense è chiamato anche Liber Instrumentarium seu

Chronicorum Monasterium Casauriensis. Contiene la storia del centro Italia e

quindi anche dell’Abruzzo ed è stato scritto da un monaco di nome Giovanni di

Berardo nella seconda metà del XII secolo.

Il carattere che è stato utilizzato nel libro è la minuscola carolina, una scrittura

inventata da Carlo Magno.

Il libro è strutturato in carte. Ogni carta è divisa in recto e verso. Il recto è la

parte destra, accanto c’è il verso che è la parte sinistra.

È ancora diviso in Chronicon, che contiene la storia e nell’Instrumentarium, la

parte in cui sono conservati gli atti, riguardanti il possesso di un terreno o di

un’abitazione.

Giovanni Di Berardo scrive che il nome Caramanico deriva dal monaco karo.

Egli aveva costruito una cittadella che fu chiamata Caramanico. Il nome deriva

da ‘karo’ che diventa ‘cara’ e da ‘monaco’, ‘manico’.

Il professore Marcello de Giovanni dice che il monaco karo non è realmente

esistito, ma l’autore del Chronicon l’ha inventato per spiegare il nome del

paese.

Alla colonna 45 recto (parte destra) è scritto: “[…] in locum qui nominatur

Caramanicum, in vocabulo de aqua putrida ipsi sancte ecclesie que edificata est

in honore Sancte Crucis […]”.

Possiamo tradurre in italiano: “[…] nel luogo chiamato Caramanico, dove c’è

l’acqua putrida nello stesso posto in cui è stata edificata la santa chiesa in onore

di Santa Croce […]”.

Questo documento, risalente alla seconda metà del secolo XII, è la prima

attestazione della presenza dell’acqua sulfurea a Caramanico. L’acqua veniva

definita putrida o marcia per via del cattivo odore che emanava.

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II. Viaggi in Abruzzo di Serafino Razzi

L’opera è un diario dei viaggi del Cinquecento in Abruzzo, scritta da Serafino

Razzi. L’autore nacque a Rocca San Casciano nel 1531 e entrò all’età di 18 anni

nel monastero dei Domenicani di San Marco a Firenze, dove approfondì la sua

preparazione umanistica e filosofica. Morì nel 1611 all’età di 80 anni, età molto

avanzata per quei tempi. Nell’opera narra del suo viaggio in Abruzzo e descrive

com’era la nostra regione, annotando scrupolosamente la descrizione di tutti i

paesi visitati con un italiano antico e con parole diverse da quelle che usiamo

oggi. Il testo è molto importante, perché esistono pochi documenti del

Millecinquecento ed è scritto in un italiano diverso da quello dei nostri giorni.

Per questo motivo si nota la presenza di latinismi, come le congiunzioni et (che

corrisponde alla congiunzione italiana ‘e’), ma anche di molti termini volgari,

per esempio alli (in italiano ‘agli’) e dì (‘giorno’).

Serafino Razzi inizia il suo racconto su Caramanico nel 1576, all’età di 45 anni.

Esattamente il 3 marzo 1576, dopo aver fatto colazione e aver detto la messa,

partì da Penne per Caramanico, sopra una mula. Nel paese conobbe un signore

anziano che gli spiegò le origini del territorio e il perché del suo nome. Gli disse

che anticamente l’abitato di Caramanico era costituito da due ville che nutrivano

una contro l’altra un odio profondo, la Petrucia e la Santa Barbara. Con il

passare del tempo ci fu una grande rivolta, che arrivò a dare fuoco alle case. I

contrasti furono placati da un monaco, che viveva da quelle parti e li mise tutti

d’accordo. Siccome le loro abitazioni erano state distrutte dall’incendio,

decisero di ricostruirle e creare un nuovo paese, che chiamarono “Caro

Monaco”, in onore del monaco che aveva riportato la pace. Padre Serafino Razzi

attesta che nel Cinquecento a Caramanico si contavano più di 700 fuochi, vale a

dire famiglie, circa 3500 abitanti. Gli studiosi sostengono che per calcolare il

numero approssimativo degli abitanti è meglio moltiplicare per il numero

cinque. Spiega inoltre che c’erano tre parrocchie e due conventi, quello di San

Tommaso dell’Ordine dei Predicatori, il quale si trova attualmente nell’odierna

frazione di San Tommaso e il secondo dei Padri Zoccolanti, che era situato nella

zona alta rispetto a San Tommaso, ma di cui non abbiamo notizie.

Bisognerebbe indagare negli archivi per saperne di più. Aggiunge che erano

presenti coltivazioni di grano, vigneti, ma anche oliveti. Era abbondante la

presenza dei bachi da seta, dai quali si ricavava una splendida seta, che veniva

venduta nei mercati fiorentini e in tutte le nazioni. Attesta inoltre che ai suoi

tempi Caramanico era sotto il dominio della famiglia Gonzaga, che risiedeva in

Spagna.

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Nel giorno di Carnevale, mentre visita “i reverendi padri Zoccolanti”, incontrò

un frate, Piero, che aveva 90 anni e gli chiese per quanti anni aveva fatto il frate

e lui rispose che aveva abbracciato la vita religiosa tanti anni quanti aveva fatto

del bene, cioè per 60. Nel primo giorno di Quaresima, il 7 marzo 1576, in

occasione della festa di San Tommaso D’Aquino presso l’odierna frazione di

Caramanico, San Tommaso, nell’omonima abbazia, il padre domenicano fece

due prediche, una la mattina e l’altra dopo il Rosario e partecipò alla

processione, in cui venivano mostrate le reliquie Sacre della chiesa.

Serafino Razzi racconta che questo convento fu costruito dai conti d’Aquino,

che furono i signori di Caramanico, che avevano molte proprietà a Napoli, dove

risiedevano. I d’Aquino lasciarono e assegnarono al Convento di San Tommaso

le entrata del castello di Musellaro, chiamato con il nome antico Mesellero.

Il padre domenicano spiega che arrivato nel Convento di San Tommaso, fu

ricevuto dal Reverendo Padre Domenico di Caramanico, non un semplice Frate

ma il “maggiore” di tutti, l’abate del convento. Fu accolto amorevolmente ed

infine lo fece accomodare in una stanza e gli diede tutto ciò di di cui avrebbe

potuto avere bisogno. Il Convento di San Tommaso, era edificato sul territorio di

Caramanico, nella parte meridionale. La descrizione di Padre Serafino Razzi è

preziosa, perché spiega com’era esattamente l’Abbazia di San Tommaso nel

Cinquecento. Annota che era costituita da una Chiesa ad una navata, lunga 40

passi e larga 15. La Cappella maggiore aveva una volta ed il corpo della navata

aveva un alto soffitto, tutte le finestre avevano i vetri. Il Convento aveva un

cortile interno lungo come tutta la Chiesa, aveva due dormitori, posti uno sopra

all’altro, con dieci celle o stanze, poi c’era un orto ed una rigogliosa fontana nel

cortile.

Spiega che vi potevano vivere cinque o sei persone. La sagrestia era ben tenuta

grazie a tre compagnie, il Santissimo Rosario, il Santissimo Nome di Dio e il

Santissimo Sacramento.

A proposito di queste compagnie accadde un fatto notevole. Un ricco di quella

terra, essendo stato per molti anni priore della compagnia del Corpus Domini,

aveva portato, a casa sua, la bolla della confraternita proveniente dalla Minerva

di Roma. Nessuno riusciva a toglierla dalle sue mani, perché diceva che nella

propria casa stava sicura come in Paradiso. Poi, costretto dal priore del convento

e dai nuovi ufficiali, la restituì. Fu condannato a pagare molti ducati (moneta che

si usava in quel tempo) per quello che aveva detto e non per il gesto che aveva

compiuto. Questo perché la spiritualità al tempo era molto più importante.

Sabato 17 marzo, andò a fare una passeggiata con Frate Giuseppe a Caramanico.

Videro e oltrepassarono molti corsi d’acqua e uno fra i tanti detto “La

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Zolfanaia”, da cui i rognosi bevevano e guarivano, come raccontava a Padre

Razzi il compagno di viaggio. Quest’ultimo gli raccontò anche dell’estate

passata, di quando trovarono un serpente con quattro piedi e il giovane che

l’uccise divenne matto e morì dopo pochi giorni. Padre Serafino Razzi scrive

che Il fiume Orfento ha le sue origini nella Maiella e passa per pareti scoscese e

durissime pietre. Ma il fiume Orta non ha una letto fermo, quindi può causare

danni al Morrone.

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III. Il Fumetto della Scuola Primaria

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E-book

Realizzato nel mese di maggio 2015

dalla classe III B della Scuola Secondaria di Caramanico

dalla classe V B della Scuola Primaria di Caramanico

RETE DI SCUOLE

RETE 2013 – PER UNA SCUOLA DI QUALITÀ A.S. 2014/2015

SPERIMENTAZIONE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO – I.C. “B. CROCE” SAN VALENTINO IN A.C.

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La classe III B della Scuola Secondaria ha al suo attivo molte esperienze di

ricerca-azione. L’ultima è quella sulle guerre del Novecento in cui gli alunni

hanno rintracciato i documenti negli archivi di famiglia. Per questi lavori si sono

classificati al primo e al terzo posto, ricevendo anche una menzione di merito al

concorso organizzato dall’AFIA, presso Ortona.

Gli alunni della V B sono molto bravi nel disegno, per questo motivo hanno

voluto realizzare un fumetto.

L’e-book è il prodotto del Laboratorio di Ricerca Storica.

Il laboratorio inaugura una diversa concezione dell’apprendere e dell’insegnare.

Il processo di apprendimento avviene non più o non solo attraverso un itinerario

di ascolto e di ricezione passiva, ma per mezzo di un processo di ricerca, di

progettazione, di rielaborazione creativa della conoscenza e della realtà.

Gli alunni illustrano l’acqua, la pietra e la spiritualità a Caramanico, analizzando

tre documenti rintracciati nel Chronicon Casauriense, nei Viaggi in Abruzzo di

padre Serafino Razzi e nel catasto antico di Caramanico. La classe III B della

Scuola Secondaria di Caramanico ha redatto i testi durante il Laboratorio di

Ricerca Storica della prof.ssa Katja Battaglia. La classe V B della Scuola

Primaria ha realizzato i fumetti nel Laboratorio di Ricerca Storica della maestra

Filomena Crivelli.

E-BOOK