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ANNO XIX - N° 469 MARZO 2014 MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: dott. Franco Adessa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per lʼestero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità Chiesa viva

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ANNO XIX - N° 469MARZO 2014

MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: dott. Franco AdessaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

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S ono passati circa quattro me-si dall’elezione di papa Fran-cesco I (13 marzo 2013) e mi

sembra opportuno fare il punto suquel poco che si è scorto, da allora,circa il suo orientamento dottrinalecome successore di Pietro.Egli è un uomo di azione più che didottrina, un “Pastore” più che un“Maestro”, anche se è persona coltaed intelligente, ma il primato in luispetta alla prassi più che alla teo-resi, pur se la seconda dà il via allaprima e per capire il suo modo diagire occorre scandagliare il suomodo di pensare e far teologia. Tra i Papi conciliari e postconciliarisi può fare un’analogia: GiovanniXXIII sta a Giovanni Paolo II eFrancesco I, come Paolo VI sta aBenedetto XVI.I primi tre sono stati certamente uo-mini di una certa cultura, ma so-prattutto pastori dotati di un cer-to carisma che li ha resi simpaticialle folle. I secondi due sono statipiuttosto dottrinari (modernisti) e non ricchi come i primitre del carisma pastorale, della grande popolarità e dellasimpatia, che emana oggettivamente dalla personalità delterzetto suddetto. Per il presente articoletto mi servo di un libro intervistache l’allora card. di Buenos Aires aveva rilasciato a due

giornalisti argentini (Sergio Rubin eFrancesca Ambrogetti) nel 2009-2010 e che è stato pubblicato in ita-liano dopo la sua elezione a Papanel 2013 dalla Editrice Salani di Fi-renze sotto il titolo “Jorge Bergo-glio. Papa Francesco. Il nuovoPapa si racconta”. Il libro ci fa conoscere la persona-lità del cardinale e non parla ancoradel Papa per ovvi motivi (risale al2009-2010), ma è la stessa personadi José Bergoglio, che circa tre an-ni dopo è diventata Francesco I.Quindi il cardinale e la sua vita pas-sata ci aiutano a capire il Papa e adintuire quel che potrebbe fare o me-no. La prima “novità” è che la Prefa-zione al libro è stata scritta dalRabbino capo di Buenos Aires,Abraham Skorka, il 23 dicembre2009 a lavoro compiuto. L’altra “novità” è che papa Ber-goglio aveva già scritto da cardi-nale nel 2006 una “Prefazione”

ad un libro del medesimo Rabbino. Il Rabbino scriveche non è stato “un semplice scambio di gentilezze” (p.5) ma si tratta “della prova, chiara e sincera, del profon-do dialogo che esiste tra due amici per i quali […] il dia-logo interreligioso, tema che acquistò particolare rilevanzaa partire dal Concilio Vaticano II, […] è passato immedia-

PAPA BERGOGLIO PAPA BERGOGLIO – Vita e Pensiero:

la cultura dell’incontro –

2 “Chiesa viva” *** Marzo 2014

di Don Curzio Nitoglia

Il card. Jorge Bergoglio e il rabbino Abraham Skorka.

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“Chiesa viva” *** Marzo 2014 3

tamente alla franchezza di un dialogo ispirato alla sinceritàe al rispetto […] con la fede che il corso della storia pos-sa e debba essere cambiato, che la […] redenzione delmondo non sia solo un’utopia, ma un obiettivo possibi-le” (pp. 5-6).Non bisogna stupirsi se la massoneria ebraica del BenéBerith argentino ha inviato un caloroso messaggio di feli-citazioni al cardinal Bergoglio per la sua elezione a Papa:«Il card. J. M. Bergoglio è stato sempre impegnato neldialogo interreligioso ed ha costruito una relazione fra-terna con la Comunità ebraica argentina e specialmen-te col Bené Berith […]. Noi riconosciamo in FrancescoI un amico dell’Ebraismo» (B’nai B’rith Argentina, n.450, 17 marzo 2013). Qui sorge subito un’obiezione di Fede. La Redenzione è già stata operata 2000 anni or sono daGesù Cristo, profetizzato dall’Antico Testamento già nelprimo Libro Sacro del Pentateuco di Mosè (Gen., III, 14-15) e che i Rabbini, gli Scribi ed il Sinedrio condanna-rono a morte per essersi proclamato Messia e Redento-re del mondo, come professa la Religione cristiana. Al-lora, come può un cattolico aspettare la futura “reden-

zione” assieme ad un Rabbino senza rinnegare implici-tamente la sua Fede cristiana per la quale la Redenzio-ne è già avvenuta e non può essere futura per il princi-pio evidente di non-contraddizione?Forse si tratta della “redenzione” immanentistica e rivo-luzionaria terrena delle ideologie naturalistiche, che nonpensano all’al di là e si fermano all’al di qua? Sembrereb-be proprio di sì.

Seconda osservazione: “l’ossessione di Bergoglio può es-sere riassunta in due parole: incontro e unità” (p. 7).Ma come si possono incontrare ed unire cristiani ed ebreise questi ultimi si ostinano a rifiutare Gesù Cristo? Egli,inoltre, si autodefinisce come il teorico “della culturadell’incontro” (p. 107). Il primato della prassi tanto caro a Bergoglio può aiutarci acapire. Secondo lui occorre dare “la priorità all’incontrotra le persone, al camminare assieme. Così facendo, do-po sarà più facile abbandonare le differenze” (p. 76).Infatti, secondo Bergoglio, è bene “non perdersi in vuoteriflessioni teologiche” (p. 39). Non solo, dunque, primatodell’azione, ma disprezzo della riflessione e della specu-lazione teologica.La S. Scrittura, la Tradizione apostolica, la sana Filosofia,la retta Teologia, la Spiritualità dei Santi e il Magistero, in-vece, hanno sempre insegnato tutto il contrario:

– “Contemplare et contemplata aliis tradere” (S. Tom-maso d’Aquino), la vita contemplativa è in sé superiorea quella attiva perché “la contemplazione si riferisce al-le cose divine e l’azione a quelle umane” (S. Th., II-II,q. 182);

– “Nihil volitum nisi prius praecognitum” (Aristotele);“La Teologia si fa mediante la riflessione della ragio-ne naturale sulla divina Rivelazione” (S. Th., I, q. 1);

– “L’accorto agisce sempre con riflessione” (Prov., XIII, 16); – “Lo zelo senza riflessione non è cosa buona” (Prov., XIX, 2); – “Non far nulla senza riflessione” (Sir., XXXII, 19); – “Maria rifletteva e conservava tutte le cose in cuor

suo” (Lc., II, 19); – “Gesù passava la notte in riflessione” (Mt., XXIV, 25); – S. Massimo il Confessore: “Occorre riflettere e con-

templare per vedere le cose nel loro rapporto conDio” (Ad Thal., PG 90, 372);

– S. Basilio: “La sapienza e la contemplazione condu-cono a Dio” (Hom. in princ. Prov., PG 31, 389);

– “Ora et labora” (S. Benedetto da Norcia). – Il Magistero della Chiesa con LEONE XIII, Enciclica Ae-

terni Patris del 1879; – SAN PIO X (Motu proprio “Doctoris Angelici” del 1914);– BENEDETTO XV (Enciclica Fausto appetente die del 1921);– PIO XI (Enciclica Studiorum ducem del 1923) ha riba-

dito la superiorità della riflessione teologico/filosoficaspecialmente tomistica sull’azione.

Francesco I definisce la Fede come “l’incontro con GesùCristo” (p. 85), senza specificare di quale incontro si trat-ti, se di quello mediante la grazia santificante che ci uniscerealmente e soprannaturalmente a Dio o se di un semplice

È forse questa “Redenzione satanica del Mondo” l’“obiettivo possibile” a cui alludeva il rabbino Abraham Skorka, quando elogiava

il “profondo dialogo” esistente tra lui e il card. Jorge Bergoglio?

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fatto o accaduto nella nostra vita, che ci fa “sentire” unavaga “esperienza religiosa”. Questa definizione non cor-risponde in nulla alla natura della virtù di Fede teologaleche è “l’assenso dell’intelletto spinto dalla volontà, sot-to la mozione della Grazia attuale divina, ad una Ve-rità divinamente rivelata ossia ad un Mistero, che sor-passa le capacità della ragioneumana ma non è contradditto-rio”.Occorre, perciò, assentire ad unDogma rivelato da Dio, contenu-to nella S. Scrittura e Tradizione,e definito dal Magistero dellaChiesa con la ragione elevata dallaGrazia. L’incontro vero e so-prannaturale con Dio (sostan-zialmente diverso dal sentimenta-lismo dell’esperienza religiosa) èl’effetto di tale atto di Fede che,se è accompagnato dalla virtù diCarità (osservanza dei 10 Co-mandamenti), ci unisce a Dio. Definire la Fede solo come l’in-contro con Gesù è erroneo, Fran-cesco I inverte talmente la defini-zione e la natura delle Virtù teolo-gali di Fede e Carità da scrivere:“Dopo l’incontro con Gesù vienela riflessione su Dio, Cristo e laChiesa” (ivi). La Fede per lui è unfatto (un incontro) ossia qualcosadi irragionevole, è il prodotto diun’esperienza soggettiva del sen-timento religioso, che per i modernisti precede ogni ri-flessione razionale come anche per Kant. Il “Sentimento religioso” pone l’accento più sull’emoti-vità sentimentalistica che sulla ragione e volontà. In reli-gione il sentimento o meglio sentimentalismo, per il Mo-dernismo, precede la conoscenza di Dio mediante la Fedequaerens intellectum, anzi la rimpiazza: “Gesù e il Cri-stianesimo non sono un pacchetto di Verità da credereo di Precetti da osservare, ma consistono in un incon-tro o in un’esperienza personale”, disse l’allora card. J.Ratzinger ai funerali di don Luigi Giussani († 2005),fondatore del movimento “Comunione e Liberazione”. Invece la religione è innanzi tutto assentire ai 12 arti-

coli del Credo (Fede), poi mettere in pratica i 10 Co-mandamenti (Morale) ed infine mediante un lungo per-corso di meditazione, sorretta dai 7 Sacramenti (Grazia),l’incontro con Dio Trino realmente ed oggettivamenteesistente. Invece «dal Luteranesimo in poi il sentimento è diven-

tato per molti l’unica o la prin-cipale fonte della religione, ridot-ta a una semplice esperienza psi-cologica individuale. […] Il senti-mentalismo psicologico, esagera-zione del semplice sentimento, sulterreno religioso, è anarchia esmarrimento dello spirito, che siavvia inconsciamente verso ilPanteismo e l’Ateismo»1.Il dialogo e l’incontro personalevalgono per tutti, ebrei, musulma-ni ed anche per i “tradizionalisti”se pronti ad “incontrarsi, a cammi-nare assieme”, il resto verrà da sé,le diversità pian piano si addolci-ranno. Bergoglio suole ripetere: “èil tempo a farci maturare. Biso-gna lasciare che il tempo modellie amalgami le nostre vite” (p.65).Non penso (è solo un’opinione,una congettura personale e nonuna certezza) che papa FrancescoI sbatterà le porte in faccia almondo “post-tradizionalista”2 incerca di una sistemazione canoni-

ca e pronto a riconoscere la “bontà del Vaticano II al95%”. L’importante è incontrarsi, camminare assieme epoi anche quel piccolo 5% di differenza, che è rimasto,come la foglia di fico del povero Adamo dopo il peccatooriginale a coprire le “vergogne” del “cedimento dottrina-le”, si appianerà con un “trasbordo ideologico inavver-tito”, non solo verbale, ma reale e doloroso. Il motto di papa Bergoglio è “qualsiasi forma di manca-to incontro è per me un motivo di profondo dolore” (p.110), perciò quando “mi domandano un orientamento, lamia risposta è sempre la stessa: dialogo, dialogo, dialo-go…” (p. 111).

(continua)

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5 maggio 2006. Il card. Jorge Bergoglio ha appena finito di impartire una benedezione al

“Parlamento argentino delle religioni”.

1 P. PARENTE, Dizionario di teologia dommatica, Roma, Studium, IV ed.,1957, voce “Sentimento religioso”, pp. 384-385. Cfr. C. FABRO, voce “Espe-rienza religiosa”, in “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, 1950, vol.V, coll. 602-607. 2 Nel “Nuovo Ordine Mondiale” abbiamo assistito:a) politicamente alla nascita di post-comunisti, di post-fascisti, di post-demo-cristiani, che sono confluiti nel calderone della “Repubblica Universale”; b) spiritualmente alla Babele di Assisi (I-II e III), in cui le varie religioni han-no rinunciato a ciò che le divideva per occuparsi di ciò che le unisce e daràluogo al “Tempio Universale”.Perciò i “post-tradizionalisti” sono quella fetta del mondo antimodernistache aveva rifiutato gli errori della modernità e post-modernità per restare at-taccati alla Tradizione apostolica e al Magistero costante e tradizionaledella Chiesa, ma che da qualche anno scalpita per aggiornarsi ed uscire dal

“ghetto” onde avere un posto nella “buona” società civile ed ecclesiale, sen-tirsi “normali” e bene accetti, a condizione di annacquare un pochino e soloa parole la propria identità. Per fare un esempio, il giovane José, martire cri-stero, che nel film messicano “Tra il Cielo e la terra” sulla Cristiada, vienecondannato a morte e torturato, di fronte alle istanze del suo aguzzino e poi,ancora più pericolose, del suo padrino che gli suggerisce: «basta che tu dica“morte a Cristo Re, viva il Governo federale”, tanto sono solo parole» ri-sponde: «non posso, viva Cristo Re!» e si fa uccidere, ma va diritto in Cielo,rispecchia esattamente la scena che si sta svolgendo sotto i nostro occhi inquesti anni. Basta che diciate “accetto il Vaticano II, non critico il NovusOrdo Missae”, tanto sono soltanto parole! Così entrerete nel bel mondo del“Nuovo Ordine Mondiale” in cui sarete rispettati come bravi “cittadini”,dice il “padrino” ai “tradizionalisti”… Che Dio ci conceda la forza di poterrispondere: “non posso, viva Cristo Re!”.

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gnor Cardinale! Dio non voglia cheio dia del tu ad uno dei Suoi princi-pi in terra!”.Ora, però, se mi permetto di dartidel tu, è perché non sei più il card.Bergoglio, ma il Papa, il mio Papa(...). Mi sono decisa a scriverti per-ché sto soffrendo e ho bisogno chetu mi conforti. (...)

Quando ti ho conosciuto la primavolta eri il cardinale Bergoglio, edurante queste occasioni mi colpì emi sconcertò il fatto che non facevile cose come gli altri cardinali evescovi. Per fare alcuni esempi: tueri l’unico tra loro che non face-va la genuflessione davanti al Ta-bernacolo né durante la Consa-crazione. Se tutti i Vescovi si pre-sentavano con il loro abito talare,perché così imponevano le regoledella riunione, tu ti presentavi colvestito da passeggio e il collettoromano. Se tutti si sedevano suiposti riservati ai vescovi e ai cardi-nali, tu lasciavi vuoto il posto delCardinale Bergoglio e ti sedevi

più indietro, dicendo: “Qui sto bene, così mi sento più amio agio”.Se gli altri arrivavano con una macchina corrispondente al-la dignità di un vescovo, tu arrivavi più tardi degli altri,agitato e di fretta, raccontando a voce alta i tuoi incon-tri avuti sul mezzo pubblico che avevi scelto per venirealla riunione.

I n “Perplessità: una lettera aPapa Francesco”, scritta il 23settembre 2013, la Signora

Lucrecia Rego de Planas si rivol-ge con familiarità, profonda tristez-za, ma soprattutto con perplessitàal suo vecchio amico, card JorgeBergoglio.Nella lettera, tra l’altro, ella scrive: «Nel corso degli ultimi 12 anni, cisiamo ritrovati più volte, tu ed io,in diverse riunioni, incontri e con-gressi ecclesiali che hanno avutoluogo in città del Centro e del SudAmerica su temi diversi (comuni-cazione, catechesi, educazione),cosa che mi ha dato l’opportunitàdi stare con te per diversi giorni,dormendo sotto lo stesso tetto, con-dividendo la stessa sala da pranzo eperfino la stessa scrivania.In quelle occasioni, tu eri l’Arcive-scovo di Buenos Aires ed io il di-rettore di uno dei principali mez-zi di comunicazione cattolici.Ora, tu sei nientemeno che il Papae io sono… solo una madre di fa-miglia, cristiana, con un bravissimomarito e nove figli, che insegna matematica all’Universitàe cerca di collaborare, come meglio può, con la Chiesa, nelluogo in cui Dio l’ha posta.Di quegli incontri, nei quali ci siamo ritrovati diversi annifa, mi ricordo che in più di un’occasione ti sei rivolto a medicendo: “Ragazza, chiamami Jorge Mario, siamo ami-ci”, al che ho risposto spaventata: “Assolutamente no, Si-

PAPA BERGOGLIOPAPA BERGOGLIO– umiltà, oppure... “Obbedienza”? –

del dott. Franco Adessa

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Il card. Jorge Bergolio, in metropolitana a Buenos Aires, con la mano destra seminascosta sull petto, in posizione

del segno di riconoscimento massonico dell’“Arco Reale”.

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Nel vedere queste cose – che ver-gogna ricordartelo! – dicevo dentrodi me: “... che modo di richiama-re l’attenzione! Perché, se vuoleessere veramente umile e sempli-ce, non si comporta come gli altrivescovi, per passare inosserva-to?”.I miei amici argentini che parteci-pavano anch’essi a questi incontri,notavano il mio sconcerto e mi di-cevano: “No, non sei l’unica. Atutti noi desta sconcerto (...) aquanto sembra, ama essere amatoda tutti e star bene con tutti, cosìche, un giorno, può pronunciareun discorso in tv contro l’abortoe il giorno seguente, nella stessa tv,apparire benedicendo le femmi-niste pro-aborto, nella Plaza deMayo; può pronunciare un di-scorso meraviglioso contro i mas-soni e, un’ora dopo, cenare e brin-dare con essi al Rotary Club”.(...)(Ecco) il Card. Bergoglio che hoconosciuto anch’io da vicino: ungiorno, che parla animatamentecon Mons. Duarte e Mons. Aguerdella difesa della vita e della li-turgia e, nello stesso giorno, cheparla, sempre animatamente,con Mons. Ysern e Mons. RosaChavez dei comunicati di base edei terribili ostacoli rappresenta-ti dagli “insegnamenti dogmati-ci” della Chiesa.Un giorno, amico del Card. Cipriani e del Card. Rodri-guez Maradiaga, a parlare di etica aziendale e contro leideologie del New Age e, un po’ più tardi, amico di Ca-saldáliga e di Boff, a parlare di “lotta di classe” e della“ricchezza” che le tecniche orientali possono apportarealla Chiesa.

Con queste premesse, capirai che ho sbarrato gli occhiquando ho sentito il tuo nome dopo l’“Habemus Papam”e, da quel momento, ho pregato per te e per la mia amataChiesa. E da allora non ho smesso di farlo un solo giorno.Quando ti ho visto arrivare sul balcone, senza mitra esenza cappa, rompendo il protocollo del saluto e la let-tura del testo latino, cercando di differenziarti dal restodei Papi della storia, mi sono detta, sorridendo preoccu-pata: “Sì, senza dubbio. Questo è il cardinale Bergoglio”.Nei giorni successivi alla tua elezione, mi hai dato diverseopportunità per confermare che sei lo stesso che ho cono-sciuto da vicino; sempre cercando di essere diverso, haichiesto scarpe differenti, anello differente, croce diffe-rente, sedia differente e perfino una stanza e una casadiverse dal resto dei Papi, che si erano sempre adattati

umilmente all’esistente, senzasentire la necessità di cose “parti-colari” per loro. (...)Confidai pienamente che, con l’as-sistenza dello Spirito Santo (...) ilPapa Francesco si sarebbe lasciatoalle spalle le cose particolari e leambivalenze del Card. Bergoglio(...) Ma, con mia sorpresa e smarri-mento (...) ha iniziato il suo man-dato usando il tempo del Papaper telefonare al suo parrucchie-re, al suo dentista, al suo dome-stico e al suo giornalaio, attiran-do l’attenzione sulla sua personae non sulle questioni rilevanti delpapato.Sono passati sei mesi da allora e ri-conosco, con affetto ed entusiasmo,che hai fatto miliardi di cose buone(...) Tuttavia, e questo è il motivodella mia lettera, devo dirti che hoanche sofferto (e soffro), per mol-te delle tue parole, perché haidetto cose che ho percepito comedei pugni nello stomaco ai mieisinceri tentativi di fedeltà al Pa-pa e il Magistero.Mi sento triste, sì, ma la parola mi-gliore per esprimere i miei attualisentimenti è: perplessità. (...)Il mio grande problema è che hodedicato gran parte della mia vitaallo studio della Sacra Scrittura,della Tradizione e del Magistero,allo scopo di avere fondate ragio-ni per difendere la mia Fede. Ed

ora, molte di queste solide basi risultano in contraddizionecon quello che dice e fa il mio amato Papa. (...) Mi spiegocon alcuni esempi:

– Non posso applaudire un Papa che non si genuflette da-vanti al Tabernacolo né alla Consacrazione, come di-spone il rituale della Messa (...).

– Non posso sentirmi felice del fatto che hai eliminatol’uso della patena e gli inginocchiatoi per i comunicandi;e meno può piacermi che non scendi mai a dare la comu-nione ai fedeli, che tu stesso non ti chiami “il Papa”, masolo “il Vescovo di Roma”, che non usi più l’anello delpescatore (...).

– Non posso sentirmi orgogliosa che il Giovedì Santo hailavato i piedi a una donna musulmana, perché è unaviolazione delle norme liturgiche (...).

– Mi è dispiaciuto terribilmente quando hai punito i Fra-ti Francescani dell’Immacolata perché celebrano laMessa in rito antico, nonostante col “Summorum Pontifi-cum” avessero il permesso esplicito del tuo predecessore.

Sopra: Il card. Bergolio: Messa all’aperto, a Buenos Aires.

Sotto: Il card. Bergolio entra in metropolitana a Buenos Aires.

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E punirli ha significato andare contro gli insegnamentidei Papi precedenti.

– Non ho saputo cosa pensare né cosa dire, quando hai de-riso pubblicamente il gruppo che ti aveva mandato unbouquet spirituale, chiamandoli “quelli che contano lepreghiere”; dal momento che il bouquet spirituale è unatradizione bellissima nella Chiesa (...).

– Ho migliaia di amici “pro-vita”, prima di tutto cattolici,che tu pochi giorni fa hai fattopiombare a terra, chiamandoli os-sessionati e ossessivi (...).

– Nella GMG hai chiamato i giova-ni a “fare casino per le strade”.La parola “casino”, per quanto neso, è sinonimo di “disordine”,“caos”, “confusione”. È davveroquesto che vuoi che facciano per lestrade i giovani cristiani? Non c’ègià abbastanza confusione e disor-dine, per incrementarli?

– Conosco molte donne anziane so-le (zitelle), che sono molto allegre,molto simpatiche e molto generosee che si sono sentite veramente but-tate nella spazzatura quando haidetto alle suore che non dovrebbe-ro avere “la faccia da zitelle”.

– Un paio di settimane fa, hai dettoche “questo che stiamo vivendo èuno dei migliori tempi dellaChiesa”. Come può il Papa direquesto, quando tutti sappiamo che:a) ci sono milioni di giovani catto-lici che vivono in concubinato ealtrettanti milioni di cattolici spo-sati che prendono contracettivi; b) quando il divorzio è il nostropane quotidiano e milioni di ma-dri cattoliche uccidono i loro figlinon nati con l’aiuto di medici cat-tolici; c) quando ci sono milioni di im-prenditori cattolici che non sonoguidati dalla dottrina sociale dellaChiesa, ma dall’ambizione edall’avidità; d) quando ci sono migliaia di pretiche commettono abusi liturgici; e) quando ci sono centinaia di milioni di cattolici che nonhanno mai avuto un incontro con Cristo e non conoscononeppure le basi più elementari della dottrina; f) quando l’educazione e i governi sono in mano alla Mas-soneria e l’economia mondiale in mano al Sionismo?È questo il “tempo migliore” della Chiesa?

Dimmi, caro Papa Francesco, che dobbiamo fare allora noicristiani che vogliamo essere fedeli al Papa e anche al Ma-gistero e alla Tradizione? Dobbiamo smettere di predica-re anche se San Paolo ci ha detto che dobbiamo farlo intempo opportuno e in tempo non opportuno?Ogni volta che parli di pastori con l’odore delle pecore,penso a tutti quei preti che si sono lasciati contaminaredalle cose del mondo e che hanno perso il loro profumosacerdotale per acquisire un certo puzzo di decomposizio-ne. Io non voglio pastori con l’odore delle pecore, ma pe-

core che non puzzano di stercoperché il loro pastore le accudi-sce e le mantiene sempre pulite.Pochi giorni fa hai parlato della vo-cazione di Matteo, con queste pa-role: “È il gesto di Matteo che micolpisce: afferra i suoi soldi, comea dire: no, non me! No, questi sol-di sono miei!”. (...) Non riesco a vedere dove sta l’at-taccamento ai soldi (e nemmeno lovedo nel dipinto di Caravaggio).Vedo due diverse narrazioni eun’esegesi sbagliata. A chi devocredere, al Vangelo o al Papa?

Quando hai parlato della donnache vive in concubinato dopo undivorzio e un aborto, hai detto che“ora vive in pace”. Mi chiedo: èpossibile vivere in pace per unadonna che si è volontariamente al-lontanata dalla grazia di Dio? (...)Poi, hai lasciato senza risposta ladomanda su cosa deve fare il con-fessore, come se tu volessi aprire ilvaso di Pandora, sapendo che cisono centinaia di sacerdoti cheerroneamente consigliano di pra-ticare il concubinato.So che Dio ti ha dotato di un’intel-ligenza molto acuta, perciò, cer-cando di consolare me stessa, hovoluto immaginare che tutto quel-lo che fai e dici dev’essere partedi una strategia per confondere ilnemico, presentandoti davanti alui con una bandiera bianca eprevedendo che così egli abbassila guardia. Ma mi piacerebbe chefacessero parte della tua strategiaanche coloro che combattono altuo fianco, perché, oltre a scon-

certare il nemico, stai sconcertando anche noi e nonsappiamo più dov’è il nostro fronte e dov’è invece ilfronte nemico. (...)Tua figlia che ti ama e prega, ogni giorno, per te.

Lucrecia Rego de Planas

Sopra: 2006. In un incontro ecumenico, il card. Jorge Ber-goglio appoggia il capo sulla spalla di un giovane avventistadi 16 anni.

Sotto: Il card. Jorge Bergoglio.

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8 “Chiesa viva” *** Marzo 2014

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Fu proprio sulla metropolitana di Buenos Aires, che spes-so utilizzava per i suoi spostamenti, che il card. Bergogliofu fotografato in posizione del segno dell’“Arco Reale”,cioè con la mano sul petto, seminascosta. Molti famosi personaggi storici furono ritratti o fotografatiin questa posizione: Nathan Rotschild, Napoleone Bona-parte, George Washington, La Fayette, Giuseppe Mazzini,Carlo Marx, Giuseppe Garibaldi, Simone Bolivar, Franci-sco de Miranda, Kerensky, Amadeus Mozart e tanti altri.Tutti massoni di alto grado!Ma cosa significa questo particolare “segno” di riconosci-mento massonico?Nella “Raccolta di rituali massonici” del Duncan, si leg-ge: «Il Candidato presenta questo segno in occasionedel passaggio di alcuni ospiti di Babilonia. Il loro obiet-tivo: ricostruire il Tempio di Salomone in Gerusalem-me e, successivamente, stabilire un Impero EbraicoMondiale».Il gesuita e Arcivescovo di Port Louis, Mons. Leone Meu-rin, nel suo libro: “Frammassoneria Sinagoga di Sata-na”, così ci presenta questo “obiettivo” massonico: «Il 32° grado è il grado ebreo per eccellenza. Invece di“Principe del Real Segreto” dovrebbe chiamarsi “Princi-pe dell’Esilio”, perché questo grado è l’apparato del Sal-mo 136: “Sulle rive dei fiumi di Babilonia, ivi sedemmo epiangemmo, ricordandoci di Sionne. (...). Figliola infelicedi Babilonia! Beato colui che farà a te quello che tu haifatto a noi! Beato colui che prenderà e infrangerà sullepietre i tuoi figlioli!”. Dolore, odio e rabbia!I massoni non ebrei sono obbligati ad affliggersi per Israe-le esiliato, e versare lacrime per le disgrazie degli Ebrei,loro maestri!

La prima grande disgrazia nazionale fu l’Esilio di Babilo-nia (...) La seconda fu l’Incendio del Tempio, sotto Tito(...). L’idea generale di questo grado è quella di una mar-cia verso la Terra Santa per conquistarla e ricostruireil Tempio di Gerusalemme».Leone Meurin, poi, approfondisce il tema, dicendo: «Maperché a fianco delle lacrime d’argento sulla tappezzeriadella Loggia, vi sono lacrime ardenti, sul fondo del tro-no ove siede Lucifero? L’Esilio di Israele è forse una raf-figurazione dell’esilio di Lucifero nel fuoco eterno? E lelacrime di Lucifero sono lacrime di fuoco?».E in seguito conclude: «Il piano generale della Massoneriacomprende tre fasi:

1) distruggere l’ordine attuale del mondo; 2) creare un Impero universale giudaico-massonico; 3) conquistare l’Universo per Lucifero trionfante su

Dio!».

Il “segno” dell’“Arco Reale”, quindi, è il segno di rico-noscimento massonico che manifesta agli iniziati del 32°grado e di grado superiore, l’appartenenza ai “Principi delReal Segreto”, e cioè quei massoni di alto rango che sonoimpegnati alla ricostruzione del “Tempio di Salomone”.Cosa sia il “Tempio di Salomone” ce lo spiega il GranMaestro ebreo B. Cremieux: «Il più meraviglioso deiTempli, un Tempio in cui le pietre sono vive e dotate dipensiero, sotto la bandiera sempre più sacra della ra-gione e della filosofia, tutto ciò che il genere umano rac-chiude nel suo seno nobile, di ostile al mistero e all’igno-ranza, degno dei figli della luce e della libertà. QuestoTempio raccoglierà la religione ebraica che sopravvissea tutto... religione vasta e degna dell’umanità intera».Veramente il card. Jorge Bergoglio intendeva manifestarel’intenzione di dedicarsi ad un simile scopo?

(continua)

GIOVANNI CALVINOSac Luigi Villa(pp. 35- Euro 5)

Cronologicamente, questa è lʼultima opera di don Luigi Villa.Un giorno, alcuni mesi prima di morire, egli mi chiese: «Cosa ne dice se scrivoun libretto su Calvino?». «Lo scriva, Padre – risposi – perché di Calvino noinon sappiamo quasi niente!».E così don Luigi, dopo alcune settimane, mi consegnò le bozze che poi cor-resse, ma che ruscii a preparare per la stampa, solamente molto tempo dopo.Questo è un libretto diviso in due capitoli, di cui il primo tratta della vita di Gio-vanni Calvino a Ginevra (dove egli organizzò la sua chiesa), a Strasburgo edei suoi ultimi anni di vita.Il secondo espone la dottrina di Calvino, illustrandone i punti caratteristici eciò che Calvino ha preso e ciò che ha cambiato della dottrina di Martin Lutero.

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257

Novità

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“Chiesa viva” *** Marzo 2014 9

I l Vescovo di Roma nel corsodell’udienza, concessa ai fe-deli filippini, ha caldamente

raccomandato di chiedere a Dio ilperché delle loro sofferenze, pre-cisando che è tipico dei bambinichiedere perché ai genitori.Fino a qualche tempo fa ci venivadetto di non domandare spiega-zioni all’Altissimo sulle vicendedolorose della nostra vita, avendoEgli su ciascuno un piano, chesiamo tenuti ad accettare ed asse-condare per aderire perfettamen-te alla Sua Volontà. D’altro canto,non c’è alcun bisogno d’interrogarel’Onnipotente sulle cause dei disa-stri naturali, delle malattie, delleguerre, della crisi economica e del-la povertà, dal momento che per ilcattolico esse sono chiare: il pecca-to individuale e sociale nonché ladiffusa apostasia, soprattuttoquella del clero relativista e mo-dernista, sono all’origine dei maliche ci affliggono, permessi, tutta-via, dalla Misericordia Divina per il ravvedimentodell’umanità che nel benessere, orgogliosamente, di-mentica il suo Creatore. È vero che spesso sono gli innocenti a pagare per l’altruiempietà, ma non dimentichiamo che essi, se periscono inGrazia di Dio, sono salvi in eterno; diversa è la situazionedei superbi che, se non piegano il capo e le ginocchia,umili e pentiti, sono pula che il vento disperderà nell’abis-so di fuoco.La Gerarchia Vaticana, stordita dal politicamente corretto,che sembra averne atrofizzato lo spirito, si astiene da simi-li insegnamenti e tace, quindi, sulle devastanti perversioni,ormai assurte a valori globali, in quanto espressioni della

libertà individuale, comunque (perloro) perdonata dal Cielo. Di con-seguenza, nulla è più peccato perun Dio, che essi presentano solocome un buon Padre Misericor-dioso che tutto comprende, com-patisce e non condanna.Trionfa oggi l’uomo con le sue esi-genze fisiche e materiali, in funzio-ne delle quali anche le catechesisui comandamenti e sui principibasilari della nostra Fede vanno su-bendo continui adattamenti, im-prontati alla diplomazia irenistica.Se lo stesso Vescovo di Roma af-ferma che non esiste il Bene asso-luto, che Dio non è cattolico, chel’amicizia con i figli d’Israele, ov-vero con gli irremovibili negatoridel Messia, è parte della vita deidiscepoli di Gesù Cristo, che il“no” all’aborto è legato alla difesadella vita nascente e di qualsiasi di-ritto umano (e i diritti di Dio?); se,inoltre, c’è chiusura mentale versola vera santa Messa Cattolica,

detta di S.Pio V, e s’impone come dogma l’ibrida teologiadel Novus Ordo di Bugnini-Montini, definito addiritturaespressione autentica della tradizione liturgica dellachiesa, quando tutti sanno che esso è frutto del rivoluzio-nario Concilio Vaticano II (indetto per le pressioni di ele-menti estranei alla Chiesa Cattolica), che ha rotto violente-mente con il passato; se vengono commissariati i France-scani dell’Immacolata, votati alla stretta osservanza dellaTradizione, alla SS.ma Vergine, a S. Francesco ed allamissionarietà, con l’accusa di mancanza di libertà e re-sponsabilità di pensiero ed azione, se ne esautora il co-fon-datore e lo si invita all’umiltà, sebbene che all’ordine dalui fondato si debbano numerose conversioni, va da sé che

BABILONIABABILONIAdella dott.ssa Pia Mancini

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10 “Chiesa viva” *** Marzo 2014

la tanto predicata continuità tra la Chiesa preconcilia-re e quella conciliare non esiste e che le cause delle de-viazioni, come pure dell’abbandono delle pratiche reli-giose da parte di troppi fedeli sono da ricercarsi pro-prio nell’operato e nelle proposizioni delle massime au-torità vaticane a partire dalla morte di Pio XII.Spinte, infatti, dalle forze nemiche di Roma, sulla base delrinato umanesimo, esse con il falso ecumenismo, con illoro demagogico pauperismo e lo sterile dialogo (chepoi non è che monologo) con i lontani, i quali, per altro,restando inamovibili dalle loro posizioni c’insegnano fer-mezza e coerenza, hanno portato la Chiesa CattolicaApostolica Romana sull’orlo del baratro.Poveri, ammalati, anziani e lontani, più che di carezze estrette di mano, hanno bisogno di sano nutrimento spiri-tuale e di valide guide, coraggiose e pronte anche almartirio; hanno in sostanza bisogno della Chiesa fondatada Gesù Cristo, non di quellarifondata dall’uomo che an-nuncia la salvezza per tutti, aprescindere dalla sequela delVangelo e dalla conversione.Assistiamo, impotenti, all’ova-zione generale dell’uomoFrancesco, non del Vicario diCristo, che sarebbe ben pocoapplaudito, se non fosse un fi-lantropo bonario ed indulgente,poco incline a richiamarel’umanità al pentimento eall’osservanza delle leggi natu-rali, scritte da Dio.La stolta, ingannevole ideologiaegualitarista ha permeato di séla Santa Sede, dove non c’è piùposto per gli strenui soldati diCristo; infatti, nessuna voce sileva a stigmatizzare peccati elibertinaggio come gravi offe-se a Dio, mentre frequenti sonoi moniti risoluti sulla dignità so-ciale dell’uomo e sui diritti civi-li delle classi più deboli.Si cerca, inoltre, attraverso con-torsionismi teologici, ben lonta-ni dal “sì sì no no”, di favorire ilconnubio tra la religione Catto-lica e le altre confessioni al finedi partorire un’unica chiesa, universale, fondata su uncredo indefinito, in cui possano ritrovarsi musulmani, giu-dei, cristiani e sètte eretiche di ogni etnia, in ossequio alprincipio, fatto proprio anche da Giovanni Paolo II, che intutti c’è una parte dello spirito (uso la minuscola perchénon so di quale spirito si tratti), sebbene disconoscano ilVangelo ormai annunciato quasi in tutto il mondo.In opposizione alle disposizioni di Cristo Signore si sta,quindi, tentando di riformare la Chiesa istituzionale e percompiacere i suoi detrattori si è giunti persino a ridimen-

sionare l’Autorità del Papa, riducendolo ad un “vesco-vo” alla pari degli altri, senza primati di sorta anche ri-spetto ad altri capi religiosi.“Chiesa riformata” non significa “Chiesa mediocre”,compromessa con il mondo, ma Pastori, Sacerdoti e fe-deli santi; significa fortezza, inespugnabile da qualun-que attacco interno ed esterno, al cui vertice c’è il Ver-bo eterno, Verità Assoluta!Chi nega o è contro la Verità Assoluta, che è una Perso-na, Gesù Cristo, Dio fatto Uomo, è contro se stesso e glialtri, oltre che traditore.La Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo e, al pari del corpofisico, va epurata dalle cellule dannose ovvero da certoclero per rigenerarsi, non già sottomessa alle esigenze in-terculturali con arbitrarie sperimentazioni dottrinali di ma-trice conciliare.Urge ricostruire la nazione cattolica, fondata sul pri-

mato Petrino, che accolga, sì,tutti i lontani, ma solo dopoaverli convertiti all’Unico Dio,Uno e Trino; all’uopo bisognamettere da parte la prudenza,infarcita di razionalismo e com-promessi, che impedisce il verobene delle anime ed è causadella radicalizzazione di erroried eresie nella Curia romana,trasformata in desolante Babi-lonia.

Amore a Cristo e alle anime,anche a quelle dei miscreden-ti, non vuole dire diplomazia,ma Verità; Verità da propaga-re senza vergogna per arresta-re le forze oscure del male, de-molitrici della fede Cattolica.Le moderne pastorali, al contra-rio, sono ambigue ed incerte, di-stanti dalla volontà di Dio quan-to la terra dalla stella Vega, efanno camminare nelle tenebre.Gran parte dei consacrati, per-fettamente in linea con il nuovocorso, infatti, accetta e predicadel Vangelo quanto gli fa como-do, ignorando ciò che non si ac-corda con la sua idea di Chiesa

e di pace. Essi, così, non vedono il fumo dell’inferno cheli avvolge, giungendo a glissare finanche su Fatima e gliaccorati appelli della SS.ma Madre di Dio.Preghiamo perché pastori e ministri chiedano all’Altissimoil dono della Sapienza affinché, riconciliando ciò che perloro è inconciliabile ovvero Amore e Timore di Dio, Mi-sericordia e Giustizia, cessino di rendersi complici delpiano d’instaurazione del massonico, nuovo ordinemondiale e si riappropino della loro potestà sacerdotaleper il bene di tutti.

La “Prostituta di Babilonia”.

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“Chiesa viva” *** Marzo 2014 11

Occhi sulla Politica

5. La questione più importante, in realtà riguarda la Teologia speculativa

La conclusione è evidente.

Altra questione è che le culture abbiano una ricchezza filosofica nelsenso stretto. Non cʼè filosofia dove non cʼè metafisica. Una partenotevole del genere umano non ha lasciato tracce di autentica metafi-sica. In taluni popoli si trova della “speculazione”, ma non ogni“speculazione” è metafisica e pertanto non ogni speculazione rien-tra nella accezione rigorosa di “filosofia”.Ed è facilissimo capire come sia difficile far penetrare in talune culturela Teologia speculativa. Ma non è più difficile far entrare il catechi-smo nella testa dei selvaggi, eppure i missionari ci riescono. Bisogna pensare che talune culture, in qualche parte sviluppate, nonsono riuscite neppure ad elaborare taluni concetti universali, comunialla cultura mediterranea. Ma nulla oppongono; semplicemente nonhanno. Ho sentito dire dal più grande filologo e glottologo da me cono-sciuto che, allʼesame comparato di tutte le lingue, molti significaticompaiono solo dopo il cristianesimo. Il che è possibile e potrebbeessere confermato dal fatto che le maggiori, adeguate ed universali si-stemazioni filosofiche, nonché lʼapprofondimento di taluni problemi dipensiero si devono esclusivamente alla necessità di cercare sempremigliori interpretazioni del Dogma. Molte volte è la Teologia che hacreato la filosofia. Ma supponiamo che qualcuno chieda: dove si trova questo complessofilosofico, in sé unico, del quale legittimamente si serve la teologia nelsuo lavoro teoretico o speculativo? Ecco gli elementi di risposta:

a) Dio ha parlato per tutti; vuol dire che ha scelto ed indicato a noiquanto si trova nel pensiero comune di tutti gli uomini e di tutti i tempi.Avvertiamo che le idee sono racchiuse spesso in fatti concreti enel modo di giudicare e che, pertanto, anche i popoli primitivi, rap-presentati da cerchi culturali ristrettissimi, ormai, possono essere testi-moni di questo “senso comune”. Anchʼessi, ad esempio, non enuncia-no il principio di identità, contraddizione e di causalità, di certezza sul-la testimonianza chiara dei sensi ecc., in modo teorico, ma esprimo-no nel “modo di agire” che credono perfettamente in quei princi-pi. Gli stessi filosofi, che in sede riflessa e in posa scientifica si sonoprovati a negarli, in pratica, nella vita, si sono sempre comportati esi comportano come se a quelli credessero.

b) Cʼè di più, oltre alla certa esistenza di un senso comune perseve-rante attraverso e sotto tutte le convulsioni contraddittorie di pensiero.La stessa Parola di Dio aiuta talvolta a trovare il significato vero di ta-lune nozioni grandi e misteriose. Questa indicazione della Sacra Scrit-tura non è mai contrastante con le indicazioni del senso comune.

(continua)

Il ringiovanimentonella Chiesa

del card. Giuseppe Siri18

PRIVATIZZARE =

SCHIAVIZZARE

Lʼaria, lʼacqua, lʼambiente naturaleSono il comune nostro patrimonio,Da sempre; fin dal tempo primordiale,Di cui non si può fare mercimonio!

Quasi una trilogìa sacramentale,Traduco, per chi ha poco comprendonio!Privatizzare lʼacqua è criminale!Di quel che dico il Cielo è testimonio!

Privatizzare lʼacqua è come dire,Ai cittadini: se volete bere,Prostratevi, in ginocchio, a riverire

Le multinazionali del potere!Chi ha un po ̓di sale in zucca può capire:Quarantasette-Gènesi vedere!

Prof. Arturo Sardini

Chiosa

Lʼebreo Giuseppe - detto il “nutritore” -Delle granaie grande accentratore,Per un pezzo di pane e pochi grani,In breve, rese schiavi gli egiziani!

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CITAZIONI TRATTE DAL TALMUD

Sanhedrin, 67aGesù è chiamato: “Figlio di Stada (= prostituta) Pandira”.

Toldath Jeschu“Gesù era stolto, demente, seduttore, cor-ruttore di costumi, idolatra e mago”.

Zohar III - 282“Gesù, simile ad una bestia, fu appeso alpatibolo, sepolto come una carogna su unmucchio di sporcizie; infine, gettato all’in-ferno”.

Maria Santissima, Madre di Gesù, è chiamata: “sciria” = escremento.

I Santi: “chedoscim” = giovinastri.

Le Sante: “chedescio” = puttane.

Il Natale: “Nital” = estirpazione.

La Pasqua: “Chesac” = patibolo.

La Chiesa: “bet tifla” = casa di stoltezza; “bet atturpa” = casa di turpitudine; “bet caria” = casa spregevole, latrina.

Il Sacrificio dei cristiani è chiamato:stercorazione, come è detto dei pagani cheaprono l’ano e defecano dinanzi al loro dio.

DOCUMENTA FACTA

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La Menorah, candelabro a sette bracci, è il sim-bolo anche dell’Alta Massoneria ebraica deiB’nai B’rith. In una riunione segreta, tenuta a Pa-rigi nel 1936, i membri della Loggia segreta giu-daica dei B’nai B’rith, tra l’altro, hanno detto:

«Fino a che tra i cristiani, non sarà eliminataogni concezione morale dell’ordine sociale e fi-no a che non sarà distrutta ogni religione, ognipatriottismo e ogni dignità, il nostro regno sulmondo non potrà essere realizzato».

«Abbiamo offerto ai cristiani nuove teorie im-possibili da realizzarsi, come il comunismo, ilsocialismo e l’anarchia, che servono attualmen-te ai nostri progetti (...). I cristiani le hanno stu-pidamente accettate con grande entusiasmo,senza rendersi conto che queste sono nostreteorie e che esse costituiscono la nostra più pe-ricolosa arma contro di loro».

«Abbiamo coperto la Chiesa Cattolica con lepiù abominevoli calunnie; abbiamo falsificatola sua storia e abbiamo sporcato le sue più no-bili attività; abbiamo imputato ad essa la mal-vagità dei suoi nemici».

«Abbiamo già compiuto gran parte del nostrolavoro, però non possiamo dire di avere realiz-zato lo scopo della nostra opera. La ChiesaCattolica è ancora viva (...). Dobbiamo distrug-gerla, senza il minimo ritardo e senza pietà!».

«Fate divenire Cardinali e Vescovi qualcuno deinostri figli, in modo che essi distruggano laChiesa Cattolica!».

Noi riconosciamo in Francesco I un amico dell’Ebraismo»(B’nai B’rith Argentina, n. 450, 17 marzo 2013).

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“OBBEDIENZA” MASSONICA

Parlando dei delitti commessi daimembri della Grande Loggia degli Il-luminati di Parigi, Clotilde Bersoneafferma che «tale è la prova per laquale passa ogni Affiliato superioreche, per essere gradito, deve primacostituirsi in “stato di delitto” che èquasi uno “stato di grazia” per que-sta contro-religione. (...) Quindi, tuttii capi politici della Francia d’unacerta rinomanza, nessuno escluso,sono pervenuti alla loro alta posizio-ne soltanto per mezzo delle Logge;ma prima, esse pretendono da ciascunodi essi quella “prova” degna delleLogge.Da uno, vollero che annegasse, con lesue mani, nella Loggia stessa, lacreatura di una donna che ci avevapartorito clandestinamente; altri aveva-no dovuto, come me, pugnalare la vit-tima, il giorno della loro affiliazionesuperiore. Lo “stato di delitto” di Jules Grévy (Presi-dente della Terza Repubblica di Francia dal 1879 al 1887,e Grand’Oriente della Grande Loggia degli Illuminatidi Parigi, succeduto a Garfield) aveva relazione con l’affa-re Saydon in Inghilterra. Si ricorderà che Saydon era statoaccusato a Londra, nel 1866, di essere l’autore di un “sui-cidio” mal camuffato: i veri colpevoli, però, erano Grévye Teller, quest’ultimo, un alto Iniziato della Grande Log-gia di Parigi, morto nel 1874»1.Ma in questo “Tempio dell’assassinio” vi erano due tipidi delitto che meritavano una punizione orribile ed esem-plare: rifiutarsi di eseguire un ordine di assassinio e ri-velare l’attività segreta della Grande Loggia.

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

A questo proposito, la Bersone raccon-ta: «I due alti Iniziati Thiénet e Tirardsi erano messi in testa di convincere ilConte di Parigi a entrare nella Masso-neria, ma il principe rifiutò le loro pro-poste, e così i due affiliati Kellner eTauler furono incaricati di riprendere icontatti con lui e, se si fosse ostinatonel suo rifiuto, di trovare il modo diassassinarlo.Essi, dunque, andarono a trovare ilConte a Chambord, ma furono ricevuticon tale squisita bontà che mancò loroil coraggio di eseguire il loro barba-ro mandato di assassinio.Erano due affiliati un po’ timidi. Tor-narono alla Loggia, dicendo che nonavevano potuto avvicinare il principe,ma lo Spirito li aveva già denunciati!Tauler fu messo nella prigione sotter-ranea e custodito come vittima per ilsuccessivo Venerdì Santo.Kellner, invece, fu ucciso dal Drago-ne in persona, in un corpo a corpo

sanguinoso. La Bestia lo afferrò, in piena Loggia, tra isuoi robusti artigli e cominciò a lacerarlo; poi, sottoforma di Spirito alato, lo sollevò dal suolo, lo trasportòsin sotto la volta; allora, dividendosi in più Spiriti: uno,gli strappò i capelli; un altro, le unghie. Il suo corpo de-nudato fu coperto di bruciature e, infine, squartato, trale grida orribili della vittima»2.La ferocia inaudita dei supplizi riservati a chi si rifiuta dieseguire l’ordine di assassinio sono solo pari a quelli ri-servati a chi rivela le attività della Loggia.La Bersone ce ne dà un esempio: «T... aveva per amanteuna donna maritata. Una sera un po’ ubriaco, si lasciòsfuggire, in sua presenza, alcune parole riguardanti l’at-

a cura del dott. F. A.

3939

Jules Grévy, Presidente della Francia dal 1879 al1887, fu il Grand’Oriente della Suprema Loggiadegli Illuminati di Parigi, dopo Abramo Garfield,che, nel 1881, divenne Presidente degli Stati Uniti.

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tività segreta della Loggia. Ellacercò di intrattenerlo un po’ su taleargomento, ma T... lungi dal soddi-sfare la sua curiosità, le fece giuraredi custodire un silenzio sepolcrale.La giovane donna era di natura leg-gera e di giudizio limitato e non sipoté trattenere dal raccontare la suaavventura ad un uomo politico dellasua parentela. Costui, che appartene-va al Gran Congresso, denunciò T...che, per difendersi, accusò l’amante.Attirata la donna con un tranello, ellafu rinchiusa nei sotterranei dellaLoggia dove, piangendo e gridando,rimase prigioniera per un mese. Poi,si istruì il suo processo al capitolo:Leon Say era il suo cosiddetto difen-sore, T... il suo accusatore, che, perfarsi perdonare dalla Loggia, pro-nunciò contro la sua amante sbalor-dita, mezzo pazza di sorpresa e diterrore, un’odiosa requisitoria.Sette palle nere la giudicarono colpe-vole e si trattava di pronunciare lasentenza, quando lo Spirito, im-provvisamente, s’incaricò di pro-nunziarla e di eseguirla.Un lampo solcò la sala, un colpo dituono rimbombò e una musica funebre incominciò a suo-nare, mentre il Dragone si precipitava sulla disgraziata.L’afferrò, la strinse con una sola delle sue zampe mo-struose, la lanciò nello spazio. Ella ripiombò a terra,folle di terrore, sforzandosi di fuggire da quell’orribileBestia; questa, con un salto ritornò sulla vittima, la la-cerò con i suoi artigli. La disgraziata, ridotta ad una piagasanguinolenta: i pezzi di stoffa e i capelli strappati si intri-dono lungo tutto il corpo con quella carne seviziata. Uncolpo in pieno petto la fa vomitare sangue. Agonizzante,la donna domanda invano una goccia d’acqua. Il Dragone,per finirla, la scaglia a più riprese contro il muro, tantoche il viso, diventa una poltiglia irriconoscibile. Alla fi-ne, vedendola esanime, si scaraventa sul cadavere e, con lemolteplici corna in avanti, la trafigge con mille colpi»3.

La Bersone, inoltre, ci racconta una interessante manife-stazione dello Spirito che guidava la Suprema Loggiadegli Illuminati di Parigi: «Una notte, mi decisi a suppli-care il Dragone di illuminarmi sull’opportunità di indireuna seduta straordinaria; idea proposta dall’alto IniziatoThiénet e unica negli annali della Loggia.Dopo un’evocazione di quasi tre quarti d’ora, ebbi la sor-presa di assistere ad una manifestazione tutta nuovadello Spirito. Prima di tutto, i molteplici occhi del Dra-gone di marmo si animarono e gettarono fiamme, men-tre il resto del corpo rimaneva immobile e senza meta-morfosi. Poi, d’improvviso, vidi lo Spirito, non più solo,ma diviso in tre forme, identiche insieme e separate, co-me le tre personificazioni della Santissima Trinità di

Dio! Il Dragone, la Bestia e l’altraBestia a sua immagine, tutte e trenon facenti che una.La prima di queste sembrava essersiimpadronita delle mie potenze intel-lettuali; la seconda, delle facoltà af-fettive della mia anima; la terza,delle forze sensibili e del corpo.La prima mi spingeva soprattutto allarivolta contro ogni potenza contra-ria alla sua; la seconda, a ogni sortadi desideri contrari al bene; la ter-za, a una certa voluttà dei sensi,tendente alla mollezza, al riposo,all’assopimento.Io cercavo invano, in questo stato, diseguire un’idea mia propria: io noncercavo neppure più la risposta allemie domande. Ero come legata, alpunto di temere di aver perduto ognifacoltà di ritrovare la libertà dei mieimovimenti e la mia personalità. Spa-ventata, gettai un grido che nessunointese, perché ero sola nella Loggia.Un tremito convulso s’impadronì dime, e finii per svenire. Gli Spiriti, al-lora, mi lasciarono dicendo: “Va’, eagisci secondo il tuo desiderio. Ioparlerò per mezzo tuo, ne faccio il

mio stesso affare”.Forte di tale promessa e dell’interpretazione favorevoleche Thiénet mi diede della forma bizzarra delle appari-zioni, accettai di appoggiare il suo progetto»4. Questa testimonianza è eccezionale! È la visione della“Santissima e Indivisibile Trinità” massonica: il Drago-ne, la prima Bestia e la seconda Bestia, descritti nel ca-pitolo XIII dell’Apocalisse!Il Dragone è Lucifero; la prima Bestia è il vertice delpotere politico, rappresentato dall’Imperatore del Mon-do; la seconda Bestia è il vertice del potere spirituale-religioso, rappresentato dal Patriarca del Mondo.Ignara di questa blasfema “Triplice Trinità”, la Bersonecon le parole: “l’interpretazione favorevole che Thiénetle diede della forma bizzarra delle apparizioni” sugge-risce implicitamente che Thiénet fosse a conoscenza delsegreto di questa “Terza Trinità” massonica.Ma chi era Thiénet? Ce lo dice la Bersone stessa: «Thié-net, capo dei tre “Rischiarati” (alti Iniziati Speciali) solodetentore dei segreti mistici, occupava il più alto postoesoterico del Nono Girone (il più elevato) e, forse altro-ve, un posto di primo piano presso la Loggia Supre-ma...»5.

1 Cfr. Clotilde Bersone, “L’Eletta del Dragone” , Editrice Italica, Pe-scara 1981, pp. 250-251.2 Idem, pp. 251-252.3 Idem, pp. 252-253.4 Idem, pp. 236-237.5 Idem, p. 222.

Giacomo Abramo Garfield, di umili origini, divenutogenerale e agente misterioso delle Sètte, entrò in politi-ca, dividendo il suo tempo tra Washington e l’Europa.Fu Grand’Oriente della Suprema Loggia degli Illumi-nati di Parigi, amante di Clotilde Bersone e poi, nel1881, Presidente degli Stati Uniti. Secondo la Bersone,fu fatto assassinare dal suo successore alla Loggia di Pa-rigi, Jules Grévy, che era anche Presidente di Francia

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“L’EBREO SETTARIO” NELLASUA CONDOTTA PRATICA

Il Vial, nel suo prezioso libro, asserisceche il governo segreto degli ebrei sichiama Kahal, ed è universale e asso-luto. «Riunisce nelle sue mani il poterelegislativo e quello esecutivo [il Bet-Din, ramo del Kahal, ha, propriamen-te parlando, il potere esecutivo n.d.a.].Ha diritto di vita e di morte... Ha, aisuoi ordini... una magistratura per im-porli, una polizia per sorvegliarnel’esecuzione, un budget per alimentarela sua polizia e i suoi funzionari, e unatassa per alimentare il suo budget... Le decisioni del Kahal non sono su-scettibili di nessun controllo e non han-no bisogno di approvazione da parte dinessuno... Esso, vecchio ricordodell’onnipotente Sinedrio ... ha semprefunzionato, fin dalla dispersioned’Israele nel mondo, nella misura in cui glielo permettevala cosiddetta “intolleranza medievale»1.Il suo codice è il Talmùd, che è veramente la Costituzio-ne fondamentale del popolo ebraico, di cui riassume lasuprema aspirazione: la conquista del mondo intero.Ma questa Costituzione deve essere, nella pratica, interpre-tata dal Kahal per mezzo delle sue leggi. Brafmann, nel suo “Libro del Kahal” riporta più di mil-le prescrizioni del Kahal, che rappresentano cosi, il dirit-to d’Israele, il suo codice di giurisprudenza.2

GLI AGENTI DEL KAHAL

Brafmann stesso, nella sua opera, cidice che gli agenti del Kahal sono im-piegati dagli ebrei non solo nel com-mercio, ma in tutti i settori degli affari. Il fine principale di ogni agente è diprender nota, scrupolosamente, at-traverso quali mezzi è arrivato a cor-rompere l’impiegato di polizia, in fa-vore di un suo correligionario. Tuttequeste notizie, raccolte con cura, devo-no essere depositate presso il Kahal,che viene così in possesso dei mezzid’azione sull’mpiegato corrotto, qualo-ra volesse intentare qualche azione con-tro l’Ebraismo, o prendere una decisio-ne che non gli sia favorevole3.

IL KASHER

La legge sulla cucina “Kasher” è di capitale importanzaper mantenere separata la vita degli ebrei dal resto delmondo. Essa, pertanto, deve essere mantenuta intatta; talecompito appartiene al Kahal, interprete fedele del Talmùd.

LE CONFRATERNITE EBRAICHE

Ricorrendo ad un esempio si può dire che le confraternitesono le arterie della Società ebraica, mentre il Kahal ne

IL GRAN KAHALIL GRAN KAHAL– un terribile segreto –– un terribile segreto –

di don. Curzio Nitoglia

33

1 L. VIAL, op cit., pp. 79-80.2 28 J. BRAFMANN, “Le livre du Kahal”, schede n° 134, 170, 146, 148,

149, 177, 57, 261, 239, 260, 284, 21, 33, 37, 4,156,159,17, 280, 281, 282, 285.3 L. VIAL., op. cit. p. 116.

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è il cuore. Quale è il filo misterioso che incatena e lega traloro tutti gli ebrei sparsi sulla faccia della terra, come unainvisibile e potentissima corporazione? Le confraternite!Ciascuna di esse ha il suo capo e, molto spesso, la sua casadi preghiera (succursale della sinagoga principale); ogniconfraternita è un Kahal secondario. La maggior partedei membri appartiene all’élite tradizionale della Societàebraica, che forma, così, quasi una legione di combattentiche circondano e difendono lo stendardo del Talmùd, alservizio del Kahal.

LA CORTE DELLA SINAGOGA

Essa consiste in una superficie di terreno, situata nel quar-tiere abitato da ebrei, in cui devono trovarsi: 1. Il Bet-Haknest (la sinagoga principale); 2. Il Bet-Gamidrasch (la casa di preghiera e la scuola); 3. Il Bet-Hamerhatz (i bagni a vapore);4. Il Bet-Hakahal (la camera del Kahal); 5. Il Bet-Din (tribunale esecutivo); 6. Lo Hek-Dech (rifugio per i poveri).

Di tutti questi luoghi, quello che c’interessa di più è la ca-mera del Kahal, di cui abbiamo già parlato, e il Bet-Din:un Consiglio analogo all’antico Sinedrio, che si perpetuafino ai nostri giorni sotto la tutela del Kahal e che formala sua sezione di giustizia esecutiva. «... la camera del Kahal... regola la vita pubblica e privatadei suoi correligionari dispoticamente e quasi senz’alcuncontrollo, non ammettendo ricorso a nessun’altra autorità.Essa... si estende ... alla vita religiosa, interiore e privatadegli ebrei... Ma quando si tratta di pronunciare un giudi-zio, in un processo tra due ebrei, o tra un ebreo e il Kahal,è il Bet-Din (il santo tribunale) che giudica.Il Bet-Din, benché chiamato il santo, è tuttavia sotto laprotezione del Kahal, e forma soltanto la sezione giudi-ziaria di questa autorità suprema, alla quale ogni ebreo de-ve essere sottomesso ciecamente»4.

LA SEDE DEL KAHAL SECONDO HENRY FORD

Dove si troverebbe la sede centrale dei Kahal? Non si sa. Però, in un articolo dei “Dearborn lndependent”, scrittonegli anni venti5 si legge che: «Il Kahal sta stabilendo isuoi tribunali nella città di New York... Gli ebrei si ap-pellano al Kahal perché preferiscono la giustizia ebrai-ca a quella dei Paesi che li ospitano».Henry Ford, nel 1920, ha scritto: «L’organizzazione giu-daica più importante... vive negli Stati Uniti d’America.(... ) Esistono in America logge ebraiche... Ma... è necessa-rio sapere che, dentro e dietro esse, funziona un centrodominante, con la sua amministrazione e il suo gover-no. Le sue disposizioni hanno forza legale... Due di questeorganizzazioni, entrambe interessanti tanto per la loro se-gretezza come per la loro potenza, sono la Keillha no-vaiorchese e il Comitato giudeo-americano. (...) La“Keillha” rappresenta il più forte fattore politico della vitaufficiale di New York.

La parola “Keillha” è identica alla parola Kahal, e signifi-ca qualche cosa come comunità, o riunione, o amministra-zione. Il Kahal rappresenta la forma genuinamenteebrea di governo e amministrazione del popolo disper-so. Ciò significa che, dopo la loro dispersione per il mon-do, gli ebrei hanno creato, dappertutto, il loro governo pro-prio... A New York, il Kahal possiede le proprie preture, decretale leggi, pronuncia ufficialmente sentenze e le fa eseguire,e gli ebrei preferiscono la loro giustizia a quella dello Sta-to. ( ... ) La Keillha novaiorchese è la maggiore e piùpotente organizzazione ebraica di tutto il mondo. ANew York ... alligna il centro vitale e potenziale deiGiudaismo moderno. New York rappresenta, perl’ebreo moderno, ciò che per il cattolico rappresentaRoma... L’attuale Nuova York è una risposta viva, latente,alla domanda: è possibile che un gruppo di persone nume-ricamente inferiore possa dettar legge a tutta una popola-zione? Tutto, a New York, risponde affermativamente»6.Tuttavia, dopo il 1948, con la costituzione della Statod’Israele, è doveroso porsi la domanda se la sede centraledel Gran Kahal non sia stata trasferita a Gerusalemme.

CONCLUSIONE

«Dopo tutto ciò che è stato detto sulla vita intima e se-greta degli ebrei – scrive de Wolski – è facile spiegarsile persecuzioni che, in ogni paese e in tutte le epoche,sono state dirette contro questo popolo incorreggibile,orgoglioso e fanatico»7.La concessione dei diritti civili, accordati al popolo ebrai-co, con la speranza di assimilarlo, è stata, come confessavaNapoleone I, “un’illusione”; infatti, questo popolo harifiutato ostinatamente il diritto comune, ed ha volutocontinuare a vivere isolato, per non perdere la suaidentità, aiutato in ciò dal Kahal! La causa di tale perse-verante ostinazione è nel Giudaismo stesso, vale a dire intutte quelle istituzioni prescritte dal Talmùd e protette dalKahal e dal Bet-Din, che dureranno fino a quando Israelesi convertirà a Gesù Cristo. I Paesi cristiani che danno ospitalità a questo popolo sa-ranno sempre considerati da esso come “un lago apertodove ogni ebreo può pescare liberamente” (come dice ilTalmùd), vale a dire: sfruttare e spogliare il cristiano. Infatti, lo spirito del Kahal è uno spirito esclusivo, gelo-so e fanatico. Il Kahal è preoccupato di mantenere lospirito talmudico e, nello stesso tempo, protegge gli inte-ressi temporali del popolo d’Israele: esso è l’anima e lacoscienza di questo mondo a parte, e, secondo gli Autoriesaminati, predominerebbe anche sul rabbinato.La forza d’Israele risiede nel Kahal; essa ha soggiogatoil mondo intero, agendo nel segreto, ed io spero, con que-st’articolo, di aver fatto un po’ di luce, che possa illumina-re i “gojim” e particolarmente i cristiani, sul pericolo cheli minaccia. Se qualcuno dei lettori avesse notizie più re-centi (ma serie e documentate) da fornirmi, sarò felice dipoter approfondire il problema!

(fine)

4 Ibid., p. 172. Cfr. J. BRAFMANN, “Le livre du Kahal”, n° 24, 78, 120,132, 146, 177, 203, 204, 239, 256.5 Dearborn Independent del 26.02.1921.

6 H. FORD, “L’ebreo internazionale”, L’altra biblioteca ed., sine loco et da-ta, pp. 225-231.7 K. DE WOLSKI, op. cit., p. 303.

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LO STATO PUÒ CONIARE MONETA SENZA INDEBITARSI

È bene sapere che lo Stato, oggi,per mezzo dei propri stabilimentidella Zecca, provvede alla crea-zione ed alla messa in circolazio-ne di tutta la massa monetariametallica, del cui ammontare (an-che se di modestissimo valore ri-spetto a tutto il circolante cartaceodi banconote) esso non è debitoredi nessuno, tanto meno dellaBanca d’Italia.Così come, fino a pochi anni fa,provvedeva, nello stesso modo, allacreazione ed alla messa in circola-zione di carta moneta di “cinque-cento lire” e, prima ancora, anchedi “mille lire” neanche in relazio-ne delle quali ovviamente sorgevain capo allo Stato alcuna obbliga-zione di restituzione né di paga-mento di interessi, poiché di esselo stesso Stato non si indebitava,provvedendo direttamente allaloro creazione ed alla loro immis-sione in circolazione.Questo dimostra, dunque, che loStato avrebbe i mezzi tecnici peresercitare, in concreto, il poteredi emettere moneta e per riappro-priarsi quella sovranità monetariache gli permetterebbe di svolgereuna politica socio-economica nonlimitata da influenze esterne, masoprattutto liberandosi di ogni indebitamento.

L’INDEBITAMENTO SIGNIFICA: TASSE

Ma se si contraggono debiti, laconseguenza è che essi debbano es-sere pagati; e che il denaro ricevutoin prestito debba essere restituito,naturalmente con gli interessi.Ma come fa lo Stato ad adempieretale obbligazione? In quale modo siprocura il denaro necessario per re-stituire quanto dovuto alla BancaCentrale? Oltre ai soliti modi, deiquali si è fatta già menzione, vale adire le operazioni di vendita dei be-ni patrimoniali e di dismissione diquelli demaniali e l’emissione di ti-toli di credito fruttiferi, quello piùefficace e sicuro, quello da cui ri-trae il maggior gettito consistenella imposizione fiscale a caricodei cittadini: le imposte, dirette eindirette, sono infatti le vie attra-verso le quali lo Stato riesce ad in-troitare tutto, o quasi tutto, il dena-ro da restituire all’Istituto di Emis-sione. Questo significa allora cheil pagamento del debito vienesopportato in massima parte daicittadini, cioè dal popolo. Cioè èil popolo che si indebita ed è ilpopolo che, in definitiva, deve pa-gare.Bisogna anche mettere nella dovu-ta evidenza che la moneta che ilpopolo è obbligato a pagare comeimposta, non è la stessa moneta

che, a suo tempo, la Banca aveva prestato allo Stato:

Moneta del popoloMoneta del popolo

TASSE ZERO!TASSE ZERO!a cura del dott. Franco Adessa

33

Il Baphomet con la Rosa-Croce sul petto, portato in proces-sione in Loggia. Questo simbolo nasconde il mistero del 18°grado del Cavaliere Rosa-Croce della Massoneria di RitoScozzese Antico ed Accettato. Dietro tutto ciò che noi perce-piamo come potere finanziario, potere politico, sistema banca-rio internazionale e persino dietro lo stesso Governo Mon-diale Ebraico, si cela un segreto più profondo: l’odio di Lu-cifero contro Dio per essere stato “detronizzato” dal suopotere quasi assoluto che aveva sull’uomo, prima dell’av-vento del Sacrificio di Cristo sulla Croce, che ha redentol’umanità. “Odio a Dio” che si traduce in “guerra a Dio”!

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vità nazionale come “misura del valore”, vale a dire co-me unità misuratrice del valore delle cose; ogni cosa del

mondo sensibile e materiale ha un“valore” che è rapportato alla mo-neta in corso legale, cioè ad unamisura che è uguale per tutte. Nederiva, che la “moneta”, essendoper “convenzione” la comune“unità di misura del valore” fun-ge anche da “strumento” per loscambio dei beni.Si può obiettare che anche il “me-tro”, anch’esso privo di valore in-trinseco, per “convenzione” “misu-ra” la lunghezza, ma la differenzacon la “moneta” è che, pur materia-lizzandosi anch’esso in uno stru-mento di metallo, di legno o di tela,il “metro” misura un’unica di-mensione, mentre la moneta mi-sura il valore di tutte le cose esi-stenti nel mondo fisico (a volteanche in quello morale) e di tuttii servizi, ossia di tutto ciò che vie-ne prodotto per il consumo, assol-vendo essa anche all’ulteriore fun-zione di “mezzo di scambio” e,come punto comune di riferimentoper ogni operazione, essa circolacome “strumento omogeneo” pergli scambi.La differenza vera e sostanziale,quindi, tra il “metro” e la “moneta”va ricercata nella loro origine e nel-le loro vicende: il “metro”, unavolta creato dal pensiero umano, èrimasto sempre identico a se stes-so e inalterato nel tempo e nello

spazio, mentre invece la moneta deve essere sempre con-tinuamente creata e destinata a circolare tra i cittadini.

Questo non è che il problema della “sovranità moneta-ria”, la quale non dovrebbe entrare in conflitto (o incompetizione) con la “sovranità popolare”, enunciata egarantita dalla nostra Costituzione del 1948. Qualunqueriforma di natura sociale si volesse attuare nel Paese o nonavrebbe alcuna possibilità di successo o avrebbe vita moltobreve, se non venisse attuata la riforma più importante epreliminare a tutte le altre: la riforma della politicamonetaria con il ritorno della relativa sovranità alloStato, e perciò al popolo.Tutti i problemi di assistenza sociale verrebbero meno esarebbe forse definitivamente superata quella lotta di clas-se, o di categorie corporative, che ancora oggi contribuiscead una conflittualità permanente. Infatti, con la riappropriazione della “sovranità popola-re”, lo Stato non solo riacquisterebbe il potere di emet-tere moneta, ma sarebbe in condizione di attuare unapolitica socio-economica libera da qualunque interfe-

beninteso, le due monete sono costituite dallo stesso sup-porto cartaceo, contengono gli stessi simboli ed hanno lostesso valore facciale; nondimenohanno una diversa improntaqualitativa e soprattutto morale,perché, mentre la moneta prestatadall’Istituto di Emissione allo Statoviene creata dal nulla, la monetapagata dal popolo è l’effetto delleattività lavorative dei cittadini, co-stituendone il compenso. Se il co-sto della prima è quindi rappresen-tato soltanto dalla carta e dallastampa, il costo della seconda èrappresentato dal lavoro del po-polo: la prima non ha, al momentodella sua immissione nella circola-zione, alcun valore e puzza solo diinchiostro; la seconda, al contra-rio, è moneta vera perché, circolan-do, ha acquistato valore e odorapure della fatica dei cittadini.

Ma esiste un’altra via, attraverso laquale i cittadini sono soggetti, qua-si sempre inconsapevolmente, asopportare una posizione debito-ria nei confronti della Bancad’Italia. Per far fronte ad esigenzeod emergenze personali, familiari oimprenditoriali, i cittadini sono co-stretti a ricorrere a mutui bancari.È naturale che costoro debbano pa-gare il prezzo di tali operazioni,sotto forma di un interesse, maquesto interesse contiene in sé an-che una quota, la cui legittimitànon può sufficientemente soste-nersi: è la quota di interesse che corrisponde al tasso disconto (TUS) che la Banca d’Italia, di sua iniziativa, de-termina per le anticipazioni fornite alle banche commer-ciali, che queste debbono quindi pagare alla stessa BancaCentrale, ma che, a volte anche oltre la soglia dell’usura,grava sul cliente della banca, e cioè sui cittadini.

LA MONETA DEVE ESSERECREATA DALLO STATOE ACCREDITATA AL POPOLO

La “moneta” è ciò che per convenzione viene usato co-me “misura di valore” e conseguentemente come mezzodi scambio e che, attualmente, per accettazione comune ècostituita da “carta-moneta”, cioè il simbolo cartaceo sulquale è impresso un valore facciale, e che è creato dallaBanca Centrale dal nulla e senza essere sostenuta da al-cuna riserva aurea, o argentea, o valutaria.Quindi, la moneta attuale, pur priva di ogni valore intrinse-co, viene tuttavia unanimemente considerata dalla colletti-

Carlo Marx, il cui vero nome era Kiessel Mordecai, fu ini-ziato alla Loggia “Apollo” di Colonia. Il suo “Manifesto Co-munista” del 1848, non è altro che la codificazione del pro-gramma politico segreto degli Illuminati di Baviera, scritto70 anni prima: abolizione totale di Governi, proprietà privata,eredità, patriottismo, famiglia; religioni. Al tempo del Mani-festo, Marx apparteneva alla Lega degli Uomini Giusti, ungruppo misterioso, emanazione degli Illuminati di Baviera.Nell’Enciclopedia Ebraica si legge che Mazzini e Marx fu-rono incaricati di preparare l’indirizzo e la Costituzione della“Prima Internazionalle” (comunista). Mazzini era il Capod’Azione Politica della Massoneria Universale, cioè n° 2dell’Ordine degli Illuminati di Baviera.

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quindi, la spesa), se cresce la produzione (e, quindi, laspesa), è chiaro che deve crescere anche – a parità di ve-locità di circolazione – il volume di denaro che circola.L’inflazione c’è soltanto quando alla crescita della cir-colazione – a parità di velocità – non corrisponde unacrescita proporzionata della produzione».

SOVRANITÀ MONETARIA PER IL CONTROLLO DELL’INFLAZIONE

Un perfetto funzionamento del sistema monetario impo-ne il rispetto assoluto di alcune regole fondamentali.La prima regola è che il volume totale del circolantedeve essere costantemente in rapporto con il volumedei beni che il sistema economico nazionale ha prodot-to ed è pronto a distribuire. Attualmente succede, inve-ce, che il volume della moneta oscilla in un senso onell’altro senza alcuna scientifica relazione con la massadei beni reali, già prodotti o che si vogliono produrre, op-pure si dà vita all’attuale situazione economica, nella

renza esterna e nel rispetto più assoluto delle normepreviste, in questo campo, dalla vigente Costituzione.Al di là della forma con la quale questa riappropriazionepossa avvenire, essa potrà realizzarsi efficacemente soltan-to dopo una incisiva educazione della classe politica, dellaclasse imprenditoriale, dei sindacati, dei cittadini, perchéprendano finalmente coscienza che, attraverso il ritornodella “sovranità monetaria” al suo titolare originario, chenegli Stati democratici è il Popolo, la moneta, necessariaa funzionare come unità di misura del valore e come stru-mento di scambio, deve essere, non addebitata, ma ac-creditata ai cittadini.Se lo Stato, per munirsi delle risorse finanziarie da desti-nare al perseguimento dei propri scopi di istituto, creassedirettamente la moneta occorrente, sotto forma di bigliet-ti di Stato, e la mettesse in circolazione, perché adempis-se la propria funzione di strumento di scambio dei beniprodotti dal sistema produttivo nazionale, non sorgereb-be alcun debito a suo carico e, di conseguenza, a cari-co dei cittadini: ciò significa che, in linea di massima,non sarebbe più necessario il prelievo fiscale! Certamente se lo Stato, per costruire un ospedale, devericorrere al prestito della moneta necessaria, e quindi adun debito, il problema si pone; ma se lo Stato, riprenden-dosi la sovranità monetaria e, con essa, il pieno governodella politica socio-economica, mettesse in circolazioneuna propria moneta per la costruzione di un ospedale, perun importo pari al valore del bene prodotto (valore com-prensivo sia del materiale utilizzato sia del lavoro umanoimpiegato), la comunità si vedrebbe arricchita della nuo-va opera pubblica senza indebitarsi.Con l’attuale sistema (che, come si è già detto, non tro-va nessun sostegno nella Costituzione repubblicana) ilvolume del nostro mezzo di scambio (che corrispondeapprossimativamente al cosiddetto “circolante”) può su-bire espansioni o contrazioni, ad opera della BancaCentrale, che governa la politica monetaria in base a cri-teri “suoi” e che, in ogni caso, non tengono mai contodell’effettivo volume dei beni reali che si possono e sivogliono produrre e distribuire. Cosicché si crea unaartificiosa rarità di moneta, che impedisce al popolo,nel suo insieme, di avvalersi di questo mezzo di scambioper acquisire i beni prodotti dal sistema economico na-zionale. Con la conseguenza che i negozi appaiono ricol-mi di merce invenduta.Ed è a questo punto che viene affacciato lo spauracchiodell’inflazione, che dovrebbe intimidire i cittadini, con-vincerli che un maggior volume di circolante provoche-rebbe un aumento dei prezzi, e rassicurarli sui benefici diuna politica monetaria cosi “rigorosa”, che essi, peral-tro, riferiscono al Governo e non alla Banca Centrale.Ma parlare di pericolo di inflazione in una situazioneeconomica, qual è quella attuale in Italia, significa dav-vero ingannare la gente e nasconderle la sete di domi-nio politico che contraddistingue l’autorità moneta-ria. Infatti, l’economista Santoro scrive: «Inflazione si-gnifica denaro senza cose, rappresentante senza rappre-sentato; ma se le cose ci sono e c’è denaro che le rappre-senta, dov’è l’inflazione? Se cresce la popolazione (e,

Il simbolo dell’Ordine di “Skull & Bones” (= Teschio e Tibbie)

L’Ordine di Skull & Bones (Teschio e Tibbie), creato nel 1832 presso l’Uni-versità di Yale (USA), aveva origini tedesche risalenti all’Ordine degli Illu-minati di Baviera, e aveva il compito di formare i quadri dirigenti degliStati Uniti. Gli uomini di “Skull & Bones” si occuparono di molte operazio-ni segrete che seguivano il motto massonico “Ordo ab chao”, cioè il raggiun-gere una predeterminata soluzione, desiderata dal potere occulto, come risulta-to emergente da un conflitto sapientemente pianificato. Furono proprio gli uo-mini di “Skull & Bones”, che nel 1922 intervennero nella Russia di Leninper riattivare la produzione dei pozzi petroliferi del Caucaso e la produzionedi manganese, che rappresentavano la fonte principale di valuta estera russa.Ma furono ancora gli uomini di “Skull & Bones”, ai vertici delle tre banche:W.A. Harriman, Guranty Trust e Brown Brother Harriman che furono iprincipali responsabili dell’ascesa al potere di Hitler, in Germania.

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quale domina una anomala scarsità della moneta ed unastagnazione del commercio, incapace, peraltro, di deter-minare una significativa riduzione dei prezzi, a causa de-gli alti costi e della pressione fiscale.

La seconda regola, anch’essa irrinunciabile, è che ilrapporto tra il volume della moneta circolante e quel-lo dei beni prodotti deve essere calcolato, sorvegliatoed eventualmente corretto da un organismo statale oparastatale, formato da scienziati della finanza edell’economia, eletti a vita dal Parlamento, e per ciòautonomi e indipendenti dal Governo e sottratti adogni tipo di coinvolgimento di natura politica, e cherispondono del loro operato soltanto ai rappresentantidel popolo.Tale organismo deve avere a disposizione, naturalmente,tutti i dati della produzione dei beni (quelli prodotti equelli programmati, secondo l’indirizzo politico-socialeliberamente scelto dal Parlamento e dal Governo) e dellacircolazione monetaria. In tal modo, mediante rilevazionistatistiche molto ravvicinate nel tempo, esso dovrebbeessere in grado di fornire al Governo, in termini scientifi-camente esatti, le indicazioni sul volume del circolantesufficiente e necessario perché possa funzionare, a favoredei cittadini, come mezzo di scambio dei beni. Di conse-guenza, il Governo può immettere nella circolazione la“propria” moneta nella quantità scientificamente utile perla collettività, e può, all’occorrenza, a seconda dell’anda-

mento della produzione, aumentare il volume di monetacircolante o ridurlo. Solamente in questo ultimo caso ilGoverno può procedere ad un prelievo fiscale nei limi-ti della contrazione programmata ed a carico, possi-bilmente, di quelle fasce di cittadini maggiormente ca-paci di sopportarlo.Nel calcolo della popolazione si deve tener conto di tuttii cittadini: non solo di quelli produttivi, di coloro, cioè,cui è certamente destinata una quota-parte della monetacircolante come corrispettivo della loro attività di lavoro,di qualunque natura sia, ma anche di quelli che, per unaragione o l’altra, sono privi di reddito, come possono es-sere i disoccupati, i malati, gli anziani, i bambini.

L’OPPOSIZIONE ALLA MONETA DEL POPOLO

L’attuazione della Moneta del popolo costituirebbe unarivoluzione epocale, che porrebbe fine a quelle ben radi-cate posizioni di dominio che potentissime centrali fi-nanziarie hanno gradatamente conquistato nel corso delXIX e del XX secolo, realizzando un piano minuta-mente concepito e pervicacemente perseguito. Domi-nio che, attualmente, si concretizza non solo nei singoliStati (compreso naturalmente quello italiano), ma anchesu dimensione mondiale, attraverso il fenomeno della co-siddetta globalizzazione, che costituisce “l’obiettivopratico e deliberato che uomini concreti, tramite or-ganizzazione con tanto di nome e sede legale, sistemiinformativi massmediali ed editoriali – a servizio diforze oscure ed imperscrutabili dell’universo – voglio-no raggiungere per il proprio tornaconto personale edi gruppo”.Ed è intuitivo che, conseguendo questo loro obiettivo, iprotagonisti della finanza mondiale estendono il loro do-minio dall’area prettamente economica e monetaria aquella politica e culturale, aiutati, in ciò, da una enormeschiera di “servitori”.Perciò, è facilmente comprensibile come la restituzioneallo Stato della sua originaria sovranità monetarianon possa essere gradita alle onnipotenti centrali fi-nanziarie, e come possa essere, perciò, di difficile attua-zione. Anche perché si deve tenere nel debito conto, oltrealle complicità ed alle collusioni esistenti nei settori dellasocietà che contano (compresi quelli della comunicazio-ne), anche la stratificata ignoranza generale e la rassegna-ta indifferenza, anch’essa colpevole, sulle questioni ine-renti alla moneta.Né devono trascurarsi le certamente non lievi difficoltàrappresentate dalla nuova dimensione europea assuntadal problema monetario, quale è stato finora delineatonei suoi vari profili.Tutto ciò, però, non significa che, anche nell’attuale si-tuazione nazionale ed europea, non si possano adottaredei provvedimenti idonei quanto meno a ridurre, daun lato, il debito pubblico e, dall’altro, la scarsità mo-netaria.

(continua)

La Banca d’Inghilterra fu fondata nel 1694 con un accordo su tre punti: 1) che figurasse solo il nome del presidente e non i nomi degli altri presentiintorno al tavolo; 2) che la Banca potesse stampare banconote fino a 10 vol-te il valore della sua ricchezza; 3) che la Banca avesse il diritto di detenere ilDebito pubblico dell’Inghilterra.

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del Cardinale José Maria Caro y Rodriguezex Arcivescovo di Santiago - Cile

Conoscere la Massoneria

FORMAZIONE FUNZIONE DELLE LOGGE

Per creare una Loggia massonica sono sufficienti cinque opiù massoni che siano autorizzati, o delegati, ad aprirne una,e la convenienza è quasi sempre presentata come l’utilità diun mutuo soccorso. L’idea, inoltre, di venire a contatto conaltre Logge, di diventare “fratelli” di personaggi altolocaticome pure di venire a conoscenza di segreti massonici, dipartecipare a frequenti banchetti ed estendere il circolo diconoscenze, per gli affari, costituisce sicuramente un poten-te stimolo ed incentivo.Contrariamente alle dichiarazioni ufficiali massoniche, cheproibiscono ai membri di reclutare nuovi iniziati, la realtà,invece, è che la Massoneria compie un’attiva propagandaper reclutare nuove leve, persino nelle scuole superiori,nelle università e nelle accademie militari e navali. Questi sforzi, infatti, seguono le raccomandazioni che le Al-te Autorità massoniche fanno ai fratelli: «Per il successodel nostro sublime progetto (il ritorno allo stato della Na-tura) e per facilitare e assicurare una migliore esecuzione, èdi grande importanza far entrare membri prominentidel Clero, Autorità civili e militari, organizzazioni giova-nili, e persino Re e Principi, e soprattutto i loro figli, i lo-ro ministri e i loro consiglieri; in breve, tutti quelli i cuiinteressi sono contrari alla nostra dottrina. È necessarionascondere, sotto una forma seducente, il germe dellanostra dottrina, per farli assuefare lentamente e renderlipoi insensibili allo shock che potrebbe sopraffarli»1.La propaganda massonica, a dispetto del suo attivismo, ge-neralmente, incontra grandi ostacoli. Forse per la pauradell’incognito e del misterioso, ma certamente per la cattivareputazione che la circonda, nelle nazioni cattoliche e per lecondanne della Chiesa.Per superare questi ostacoli, si assicurano le potenziali re-clute che la Massoneria non ha nulla a che fare con la po-litica e con la religione; che essa non combatte la religio-ne tanto meno quella cattolica; che in essa si adora Dio,il Grande Architetto dell’Universo; che vi sono molte al-te Autorità religiose nella Massoneria; che i massoni giu-rano sulla Bibbia; e che nelle loro Costituzioni vi è la fe-de in Dio e in Nostro Signore Gesù Cristo, ecc., ecc..Ora, esaminiamo il valore di queste rassicurazioni. Il fondatore degli Illuminati di Baviera, Adam Wei-shaupt, nel suo “Codice degli Illuminismo”, ha definitouna serie di regole precise che devono essere seguite dai re-clutatori e dagli adepti, nel cercare nuovi membri.

La sua raccomandazione più importante è quella di fareun’indagine dettagliata del carattere e di tutti i particolaridei possibili candidati.Le reclute preferite sono i giovani, soprattutto quelli chestudiano le professioni liberali, per i quali Weishaupt avevacreato un grado speciale. Egli insisteva anche nel reclutareavvocati, in modo particolare quelli astuti, attivi e con atti-tudine all’oratoria. «Queste persone – scriveva Weishaupt –sono dei veri démoni, molto difficili da guidare, ma il lo-ro reclutamento, per noi, è sempre una conquista».Ma erano da reclutare anche professori universitari, supe-riori dei seminari, pubblici ufficiali, per monopolizzare gliuffici pubblici, e soprattutto le persone di più ricche e dimaggiore influenza, specialmente i Re e i Principi.Per dimostrare che non è una società segreta, la Massoneriapresenta l’elenco dei re e dei Principi che vi appartengono oche sono stati massoni; e come si fa a pensare che vi siaqualcosa di oscuro o tenebroso nella Massoneria se il Prin-cipe del Galles vi appartiene e se la Regina d’Inghilterra èaddirittura il Gran Maestro? Quello che però non si dice èche «anche se questi personaggi hanno occupato i gradipiù alti, a loro è stata accuratamente nascosta l’esistenzadei gradi Superiori; essi sanno della Massoneria soloquello che essi possono sapere, senza pericolo»2.

Card. José Maria Caro y Rodriguez,Primo Cardinale di Santiago, Cile (1939-1958).

22 “Chiesa viva” *** Marzo 2014

1 Cfr. “Instructions of High Mason of Modena”, Dom Paul Benoit,“La Franc Maconnerie”, I, p. 176.2 Copin Albancelli, “La Cospiration Juive contre lae Monde Chre-tien”, p. 309.

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“Chiesa viva” *** Marzo 2014 23

SCOPERTE SCIENTIFICHE NON AUTORIZZATEMarco Pizzuti

La fusione fredda è davvero un tra-guardo irraggiungibile? Cosʼè suc-cesso realmente a Tunguska? Lʼau-tomobile a emissioni zero è unarealtà da anni? Chi erano ViktorSchauberger, Marco Todeschini,John Hutchison, Edward Leedskal-nin, Wilhelm Reich (scopritoredellʼenergia orgonica, altro nomedellʼenergia del vuoto già scopertada Nikola Tesla)?Chi era il vero inventore della radio,ufficialmente attribuita a Marconi, edella trasmissione di energia senzafili (witricity), brevettata nel 2007 dalMassachusets Institute of Techno-logy e che sta per rivoluzionare la di-stribuzione dellʼenergia elettrica nel-la rete domestica? Chi occulta leprove che le “salite-discese” non so-no sono illusioni ottiche, ma vere eproprie anomalie, insabbiate perchépossono invalidare lʼattuale teoriadella gravitazione? Qual è la strettaconnessione tra la ricerca tecnologi-ca e le lobby del petrolio? Perchétutte le conoscenze sulle energie al-ternative vengono nascoste e sabo-tate attraverso il loro sistematico di-scredito a livello mediatico e istituzi-nale? Perché le invenzioni più sco-mode di Nikola Tesla vennero secre-tate dallʼFBI nel 1943?Marco Pizzuti risponde a queste do-mande e pone altre affascinanti que-stioni: lʼantigravità, lo sviluppo di ar-mi segrete da pare dei nazisti, gliesperimenti sullʼetere, i motori adaria compressa, la fusione fredda diFleishmann e Pons, il mistero di Co-ral Castle, le armi geofisiche, le ri-cerche del prof. Sergio Focardi edellʼing. Andrea Rossi.

SEGNALIAMO:

«Guardati dallʼuomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso dʼAquino)

In Libreria

ecco che arriva l’argomento: qualche tempofa, l’Editore Nueva Hispanidad mi ha pubbli-cato il libro intitolato: “Il limbo dei bambini(Dottrina cattolica vs. Novità)”, un libro cheè stato praticamente e incomprensibilmentesilenziato. Chiedo se le interessa ricevere delmateriale per fare della pubblicità in qualchemodo.Aspetto una sua risposta.Cordiali saluti

(T.I.G.P. - Argentina)

***

Caro Franco,leggendo la tua storia di Don Villa m’è parsodi vagellare (come si diceva letterariamente inToscana) nel seguire gli intrighi fiorenti tra lealte gerarchie vaticane. Vagellare pur sapendo che – come insegna lastoria a chi la segue e la ricorda – nulla v’è dinuovo sotto il sole. Gli intrighi di corte vatica-ni sono una realtà ultramillenaria che forserappresenta il vero elisir di lunga vita dellaChiesa trionfante. Gli intrighi di oggi non possono più essereconclusi ricorrendo ai veleni (come avvenneper Sindona), ma danno sempre e solo ai per-sonaggi più ambiziosi, egocentrici e privi discrupoli la vittoria. La rinuncia di Benedetto XVI spiega al mon-do “di che lacrime grondi e di che sangue” ilTriregno. Ahimè!Ho dato un’occhiata alle Tue referenze Inter-net: davvero importanti. Sei un combattente...Ciao

(Silvio - Toscana)

***

Gent.mo RingraziandoLa per il PDF di “Chiesa viva”467, gennaio 2014, colgo volentieri l’occasio-ne per augurarLe un felice anno Nuovo e rin-graziarLa per il prezioso lavoro che con tantozelo svolge!Con viva stima.

(Don G. G.)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

Egregio Ing. Adessa,qualche tempo fa Le scrissi a proposito

del crocifisso di Papa Francesco e del suo si-gnificato. A proposito della colomba mi per-metto di fornirLe qualche altro dettaglio: essaè praticamente la stessa di quella presentenella croce ugonotta, come ho potuto consta-tare in un mio recente viaggio a Ginevra.Essa è presente sia nella Cathédrale de SaintPierre, una volta cattolica e poi sfregiata daicalvinisti, che nel museo del protestantesimo,dove mi è stato detto che si tratta della co-lomba della Pentecoste, posta sopra deiraggi che testimoniano le sofferenze patitedagli ugonotti.(Da un’altra fonte) si accenna al fatto che,prima di essere un simbolo biblico, la colom-ba era intesa come la messaggera di Vene-re Afrodite.Il purtroppo triste spettacolo offerto dall’at-tuale papato, ritengo sia la continuazionedella “Pentecoste” iniziata da GiovanniXXIII e dal Concilio Vaticano II.Spero che Maria Santissima intervenga al piùpresto a porre rimedio a questa terribile situa-zione: a questo proposito il Rosario è un po-tente strumento. (...)Le formulo i miei migliori saluti. Che Diol’assista sempre nella Sua insostituibile opera.In Gesù, Giuseppe e Maria

(P. R. - Chiasso/Svizzera)

***

Caro dottor di “Chiesa viva”,il mio nome è T.I.G.P. Io sono dell’Argenti-na, oriundo di Buenos Aires (Capitale), maattualmente vivo nella provincia di San Luis.Sono uno scrittore e un avvocato.Il motivo per cui le scrivo è il seguente. Io so-no un sostenitore della Tradizione, un nemicodel modernismo. Proprio di recente, ho senti-to da un mio amico dell’esistenza di “Chiesaviva” e la magnifica e coraggiosa opera at-tuata dal Rev. Padre Luigi Villa contro lamassoneria infiltrata nella Chiesa.Ho letto che il Padre si è opposto a quello chehanno fatto con il Limbo dei bambini. Ed

Lettere alla Direzione

Per richieste:

Edizioni Il Punto dʼIncontroVia Zamenhof 685 - 36100 VicenzaTel. 0444 239189, Fax: 0444 239266www.edizioniilpuntodincontro.it

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2 Papa Bergoglio – Vita e Pensiero: la cultura dellʼincontro – (1)di Don Curzio Nitoglia

5 Papa Bergoglio – umiltà, oppure... “Obbedienza”? (1)di F. Adessa

9 Babiloniadi Pia Mancini

14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (39)a cura di F. A.

16 Il Gran Kahal – un terribile segreto – (3)di don C. Nitoglia

18 Moneta del popolo TASSE ZERO! (3)da un libro del dott. Bruno Tarquinia cura di F. Adessa

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

MARZO 2014

SOMMARIO N. 469

PAPA BERGOGLIO

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno A

di mons. Nicolino Sarale

(Dal Giovedì Santo alla IV Domenica di Pasqua)

In realtà, Lenin voleva controllare di personala situazione soprattutto per l’influenza che ilgruppo di intellettuali russi di Capri avrebbepotuto esercitare sul socialismo italiano1. Malo scopo principale e occulto del viaggio aCapri, al di là di tutti i contrasti delle fumiste-rie ideologiche, per Lenin fu quello di ri-mettere sotto il suo diretto controllo il fon-do della cassa comune, che Bogdanov, co-me collettore dei proventi delle rapine ri-voluzionarie, di fatto si trovava a gestire.Secondo Lenin, per guadagnare consensi, ildenaro era più importante delle teorie rivolu-zionarie!Il piacevole soggiorno nella stupenda isolamediterranea, caratterizzato da attività ricrea-tive (passeggiate, visite incontri, partite di pe-sca, visite culturali a Napoli, ecc.) non dimi-nuirono in Lenin i sentimenti ostili nei con-fronti dei componenti del gruppo intellettualerivoluzionario di Capri.Alla fine del 1908, Lenin si trasferì da Gi-nevra a Parigi, si stabilì in un lussuoso ap-partamento situato in un quartiere aristocrati-co ben lontano da quelli dei fastidiosi emigra-ti russi. Su questa decisione influì la suaamante del momento, Inessa Armand, laquale gli aveva fatto cambiare il suo aspetto,nella cura della persona, nel vestire non piùdimesso ma elegante, e nel distacco nei com-portamenti verso il prossimo, coi modi deigran signori e delle alte autorità. La fedelissi-ma moglie-segretaria, la Krupskaja dovettesubire oltre alle infedeltà, anche “il menage atre”. La poveretta, già afflitta dal morbo diBasedow, aveva il volto deformato, era in-grassata, ma nonostante le limitazioni dellamalattia, assolveva diligentemente le incom-benze domestiche e, soprattutto, quelle di tra-duttrice, di controllo degli articoli, degli scrit-ti, della corrispondenza, ecc., sollevando ilmarito da tutti gli impegni di gestione dei rap-porti esterni, con i compagni di partito, spesso

ingrati2 e i questuanti.Anche Gorkij, a Capri, nel febbraio successi-vo (1909) si trasferì nella più ampia VillaSpinola, dove nell’agosto aprì la “Scuola perla formazione dei dirigenti del partito”.Una trentina di studenti e operai, selezionatidai comitati di partito in Russia3, affluironoda ogni parte dello sterminato impero, a Ca-pri, per partecipare alle lezioni tenute a VillaEspinola da Gorkij, Bogdanov, Lunaciar-skij e altri illustri intellettuali. Il cantante liri-co Chaliapin e il ricco ingegnere Kamenskijassicurarono un notevole sostegno economicoalla nascente scuola4. Per salvaguardare l’ufficialità e la legittimitàdell’iniziativa, Gorkij invitò il padre del so-cialismo russo, l’anziano Plechanov, lo stes-so Lenin, Trotskij e altri, a tenere delle le-zioni.Ma la reazione di Lenin fu violenta!.. consi-derò l’iniziativa una provocazione!.. videsfuggire dal suo controllo l’impiego del dena-ro del partito, la formazione dei quadri diri-genti che lui aveva già teorizzato anni primanel suo libro “Che fare?”, e, inoltre, conside-rava gli intellettuali emigrati, incapaci di tor-nare in Russia per materialmente lottare, ri-schiare e combattere!Quasi contemporaneamente, aveva espulsoBogdanov dalla redazione del giornale bol-scevico “Proletarij” e, di conseguenza, dalmovimento; Lenin definì: “i costruttori didio... idealisti borghesi caricature del bol-scevismo”!In una lettera aperta ai promotori di Capri,con durissimi epiteti burocratici, Lenin definìla scuola come un’iniziativa di “unafrazione5 del partito” ….. “Non verrò aCapri a tenere lezioni che terrò a Parigi”!Si riferiva alla Scuola che egli, con l’amanteInessa Armand, andava costituendo a Parigi,per riaffermare il suo primato nel Comitatobolscevico.

a cura del Gen. Enrico Borgenni

Conoscere il ComunismoLa reazione furiosa di Lenin si estese anche aifrequentatori, mediante un’altra lettera, daitoni più pacati, con la quale metteva in guar-dia i giovani dall’aderire ad una scuola orga-nizzata per iniziativa di una frazione del parti-to autoreferenziale, con fondi e insegnanti tut-ti della nuova frazione e nelle condizioni do-ve la volontà e la buona fede degli stessi fre-quentatori potevano minimamente interferire.…. “Venite a Parigi!.. – egli scriveva – sareifelice di lavorare con voi”!6

1 Ospiti di Gorkij, oltre al citato Boganov, vi eranoi colti e raffinati benestanti Lunachiarskj e Bazarov(Rudmiev); il primo, poliglotta, filosofo di origine,era il migliore oratore i tutti i rivoluzionari e, tra-mite l’amicizia con la sorella di Lenin, Anna, ave-va partecipato, con autorevolezza, alle attività edi-toriali dello stesso Lenin, (cfr. G. Sangiuliano, op.cit.).2 G. Sangiuliano, op. cit., pp. 71-72.3 I quali davano il contributo di 500 rubli, per par-tecipazione.4 G. Sangiuliano, op. cit., pp. 111-112.5 Una delle accuse più gravi all’interno del movi-mento socialista di ogni tempo, perché “fraziona-re” significa dividere il movimento dei lavoratori esabotare la rivoluzione.6 G. Sangiuliano, op. cit., p. 114.

(continua)Vladimir Uljanov (Lenin).

24 “Chiesa viva” *** Marzo 2014

LeninLenin

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