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Le notizie che interessano alla gente CentoperCento mensile di informazione - via Luigi Einaudi, 61 - 44047 Dosso (Fe) Editore Il Destriero Srl - Tiratura 10.000 copie Anno IX - n. 93 luglio 2014 Direttore Responsabile Mirco Gallerani [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Ferrara, n. 23 del 14/11/2006 Stampa Litografia BARALDI snc Cento - Chiuso in Tipografia il 25 luglio 2014 Risparmi fino al 60% con TONER e CARTUCCE cartucce ad ogni costo Digital Cento Srl - Via XX Settembre, 33/3 - Cento - Tel. 051 903398 TIRATURA DOPPIA DISTRIBUZIONE STRAORDINARIA LIDI FERRARARESI e BASSA BOLOGNESE

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Le notizie che interessano alla genteCentoperCento mensile di informazione - via Luigi Einaudi, 61 - 44047 Dosso (Fe) Editore Il Destriero Srl - Tiratura 10.000 copie Anno IX - n. 93 luglio 2014 Direttore Responsabile Mirco Gallerani [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Ferrara, n. 23 del 14/11/2006 Stampa Litografia BARALDI snc Cento - Chiuso in Tipografia il 25 luglio 2014

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il redazionale di Mirco GalleraniRitorno dopo qualche tempo di assenza con un “Redazionale”, ciò con un articolo di “opinione” che collega ragionamenti e sentimenti a fatti lo-cali, nazionali ed internazionali. Un articolo ciò di testa ma anche di pancia, ed il titolo prende lo spunto da essa. Ovunque mi giro e mi soffermo a qualche analisi mi viene veramente da vomitare.Guerre, massacri, ruberie ovunque ma soprattutto tanta e poi tanta ipocrisia; a chi mi dice che sono pessimista, chiedo di darmi informazioni per es-sere ottimista ed a questo punto tutto tace.Parto da “DIO”, o da quello che ci aspettiamo da Lui e cosa succede?Papa Bergoglio chiama in Vaticano a pregare per la pace il Presidente palestinese Mahmoud Abbas e il Presidente israeliano Shimon Peres. Questi pregano insieme, poi si massacrano: car-neficina di uomini, donne e bambini, tanti bambi-ni. Il mese scorso lo avevamo scritto: attenzione, il Corano dice che Dio ha dichiarato di “amare quelli che uccidono per la sua causa”; mentre il Talmud dice che Dio è detto “gradire, come profumo di incenso, il sangue sparso degli in-fedeli”.Tanti applausi alle inutili preghiere; tante lacrime di coccodrillo per le inutili morti.I tedeschi considerati feroci e cattivi facevano rappresaglie nella misura di uno a dieci; gli ebrei considerati miti e giusti fanno rappresaglie nella misura di uno a cento. Evidentemente i giudizi sulla base della matematica non tornano perché tutto è opinione: non esiste più il crimine od il reato ma solamente il criminale ed il reo, che è sempre e comunque il medesimo e cioè colui che è fuori dal pensiero unico che domina un sistema ormai divenuto regime. I “buoni” sono coloro che dirigono il regime mentre i “cattivi” sono coloro che lo criticano ed avversano. Basta “convertirsi” e da cattivi si diventa buoni. E’ ac-caduto anche a Berlusconi; ora che sostiene un governo a guida PD è sulla via della redenzione ed arrivano le prime sentenze a lui favorevoli. Ruby aveva 17 anni ma ne dimostrava 24, questo ora basta, prima no.Le TV ed i giornali tacciono di tante guerre che infiammano il mondo, con particolare riferimento all’Africa di cui non ci dicono nulla, ma dedicano continui servizi alla famiglia reale inglese (di cui non ce ne può fregare di meno) con un solenne richiamo al giorno del compleanno del principino,

che si badi bene è il terzo in linea di successione al trono: dopo l’attuale regina, c’è il nonno ed padre.Le disgrazie appaiono solo al momento di chie-dere soldi. E’ a questo punto che l’ipocrisia da il meglio di se stessa. Arrivano le Onlus, di cui non sai nulla e tanto meno conosci i bilanci ed i reali impieghi delle “carità” raccolte. Ti mostrano un bambino con la pancia gonfia, che solo tu puoi salvare, perché la madre non ha nulla da dargli da mangiare. Non ti dicono perché la madre non ha nulla; non ti dicono che in quel paese c’è una dittatura armata e sostenuta da qualche paese oc-cidentale (naturalmente democratico), che ha otti-mi rapporti con il tiranno di turno a cui vendono di tutto e da cui comprano materie prime per due soldi. Tu sei buono e paghi senza fare domande, senza attivare il cervello; io sono cattivo, penso e vomito.Mi ricordo sempre più spesso il detto locale: “Be-ato te che non capisci niente”, perché la consape-volezza è dolore.Soffro per la mia amata Cento, patria di tantissi-mi moderati, di cui riesco ad individuare due sole categorie: i moderatamente intelligenti (i più) ed i moderatamente onesti (i meno).I moderatamente onesti si arricchiscono con l’aiu-to dei moderatamente intelligenti, con i quali for-mano la macrocategoria dei “ben pensanti” dediti al culto dell’ipocrisia permanente.Tutto va bene, Madama la marchesa, ma a ben guardare ci sono crepe e lotte ovunque, anche se il PD governa e FI tace, perché poi è ApC che comanda e muove i soldi.Il sindaco Lodi è il personaggio perfetto in questo quadro e le istituzioni sono ridotte a farsesche o tragiche (a secondo del punto di vista) formalità.Ovunque vada non mantiene quello che dice; arri-va ad inaugurare scuole che poi non verranno fatte come quelle di Alberone, dove quattro consultori si sono dimessi per protesta; non rispetta le rego-le con le quali sarebbe tenuto a governare; non risponde alle interpellanze scritte dei consiglieri (solo Mattarelli è in attesa di almeno otto rispo-ste, vedi elenco sottoriportato), anche se qualcuno sostiene che è giusto inutile che risponda se poi tanto non dice la verità.In Partecipanza Agraria non va meglio, dove ora è in scena l’ennesima lite sulla riforma del sistema elettorale, perchè l’attuale maggioranza guidata da Draghetti, a guisa di Renzi, vorrebbe

fare passare un sistema con il quale con il 25% degli aventi diritto al voto (che diventano il 40% dei voti validi) potrebbe ottenere il 60% dei con-siglieri. Ora, ovunque, l’attenzione è posta sulla governabilità e non più sulla rappresentatività: ma “viva Dio”, il sistema che consente la maggiore governabilità è la dittatura e non certamente la democrazia!Se non c’è rappresentatività, di quale democrazia parliamo?Parliamo di una democrazia malata, anzi morta, anzi in stato avanzato di putrefazione; dove 20mi-lioni di italiani non hanno votato (di cui quasi 10mila centesi) ed allora mentre io vomito, voi non avete almeno un po’ di nausea?Nel campo del turismo e del divertimento è guer-ra civile in Pro-Loco ed è sfociata in un conflitto con i carristi, dopo le dimissioni di uno dei vice presidenti dell’ente.Una battaglia dal sapore interno al PD, visto le tessere che portano in tasca alcuni dei contendenti e visti gli stretti rapporti famigliari che intercor-rono tra i medesimi ed alcuni amministratori co-munali.Il tutto è stato ricomposto con grande fretta: prima l’annuncio che il carnevale estivo si farà a Pie-ve; poi la ratifica che si farà un giorno a Cento ed un giorno a Pieve; infine retromarcia e figuraccia completa: non si fa nulla.Il tutto accade mentre l’Assessore alla cultura vola a spese dei contribuenti negli USA e qualcu-no si consola sospirando: “speriamo che ci resti !”Chiudo qui, quello che è diventato uno “Zibaldo-ne estivo”, vorrei sbagliarmi ma credo che l’au-tunno sarà veramente di lacrime e sangue; temo saranno lacrime e sangue vero, ahimè !

ELENCO INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA INEVASE DAL SINDACO LODI:1) Giugno 2013: interrogazione sul notturno di

Carnevale;2) Ottobre 2013: interrogazione sugli esiti della

verifica amministrativo contabile e sulla sentenza di condanna del sig. Giuliano Lodi;

3) Maggio 2014: operazione casa PANNINI;4) Giugno 2014 : area ex SIMBIANCA;5) Giugno 2014 : scuole Reno Centese;6) Giugno 2014 : area ex stazione;7) Giugno 2014 : discarica Molino Boschetti;8) 7 Luglio 2014 : area ex Pesci

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Appreso dai giornali (Resto del Carlino, pagina di Cento del 20 luglio 2014) che l’assessore alla cultura avv. Claudia Tassinari, parte per un viaggio negli USA con destinazione Plymouth, con l’apparente fine di ripercorre a ritroso il viaggio di 1.500 renazzesi che fra il 1880 e il 1924 emigrarono in quella parte degli Stati Uniti.SI CHIEDE1) chi pagherà il costo del viaggio dell’assessore;2) quanto tempo durerà;3) quale obiettivo concreto si cerca di raggiungere.Si richiede risposta scritta.

Marco Mattarelli

PREMESSA.L’area in oggetto, identificata al foglio 46 particella 964 di mq 19545, ap-parteneva alla società M.E.M. SRL C.F. 80000750382. In data 6/12/2006 la società proprietaria effettua una demolizione totale dei fabbricati esistenti con atto Nr. 7939.1/2006 in atti dal 6/12/2006 (protocollo n. Fe0110087). In data 28/10/2010 la società M.E.M. SRL cede con atto,pubblico di com-pravendita l’area sopracitata alla società DUEMME SOCIETÀ DI GE-STIONE DEL RISPARMIO con sede in Milano C.F. 00724830153. Alla data attuale l’area sembra appartenere alla società IDEA FIMIT società di gestione del risparmio con sede in Roma.VERIFICATO.Che la società da visura camera effettuata preso la c.c.i.a.a. la società M.E.M. SRL risulta costituita dai seguenti soci: Manuzzi Ennio, Manuzzi Mauro ed è amministrata da quest’ultimo in qualità di presidente del con-siglio di amministrazione e dal consigliere delegato Manuzzi Ennio. Che il presidente della società M.E.M. SRL e’ anche il vice presidente della CRCENTO SPA. Che la società DUEMME SPA ha come socio unico la BANCA ESPERIA SPA, banca di gestione di patrimoni controllata da Mediobanca e da Mediolanum, società specializzate nella gestione di grandi patrimoni. Che la società IDEA FIMIT SPA, attuale apparente propietario ha sede in Roma e non sembra avere particolare interesse alla manutenzione dell’area stessa, che risulta abbandonata, trasandata, spes-so percorsa da topi e confinante con una vasta area abitata. Che nell’area in oggetto esisteva un opificio industriale storico, in cui si fabbricavano macchine agricole, poi trasferito nella nuova sede di via Reno Vecchio ed in seguito fallito.SI CHIEDE.Se il sig. Sindaco è a conoscenza di un piano particolareggiato di edilizia privata avente per oggetto l’area in questione;Se il terreno sottostante è stato oggetto di indagini tese a verificare lo stato di salubrità dell’area in funzione della presenza per decenni di un opificio industriale. Se esistono pericoli per salute pubblica anche in funzione del degrado a cui è lasciata l’area abbandonata dalla proprietà a se stessa. Quale atteggiamento intende tenere l’amministrazione Lodi nei confronti della proprietà in merito alla eventuale presenza di un piano particolareg-giato di edilizia privata;Quale atteggiamento intende tenere l’amministrazione Lodi in merito allo sviluppo urbanistico delle aree ex industriali della città (ex SIM Bianca ed ex Pesci) che appartengono o sono appartenute ad amministratori at-tuali della CRCENTO SPA.Si richiede risposta scritta.

Marco Mattarelli

INTERROGAZIONE AREA EX PESCI

CHI PAGA LA GITA?InterrogazIone sul vIaggIo Inusa Dell’assessore alla cultura

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Ieri sera (NdR: 18/7/14), in una riunione svolta ad Alberone, dove si parlava dell’asilo del paese, si sono aggiunte altre due dimissioni dalla consulta locale: Nelson Zagni e Anna Maria Bregoli (NdR: che si aggiungono a quelle di Sonia Ferri e di Silvia Costa).Anche questi due consiglieri hanno portato come causa di questa decisione, il rapporto impossibile con l’attuale amministrazione, con la quale è stato impossibili creare la pur minima collaborazione.Sicuramente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stato il problema Scuole: appena dopo il terremoto di oltre due anni orsono, la promessa del Sindaco, è stata quella di ricostruire sia le Elementari che l’asilo, in una nuova area in via Ghisellini, poi improvvisamente l’amministrazione decide di fare solo l’asilo, tanto che nel maggio 2013 il Sindaco posa la prima pietra del nuovo asilo, ma non è finita….nei primi mesi di questo anno, il Sindaco, convoca una riunione, dove comunica che l’asilo non si farà più in via Ghisellini, ma al posto delle vecchie Elementari, poi la settimana scorsa, convoca un’altra riunione dove dice che anziché fare un asilo 3/6 anni, “farebbero” un asilo nido.Bisogna anche ricordare, che nonostante avessero già deciso di non

farlo in via Ghisellini, hanno comunque espropriato e reso edificabile, il terreno destinato in precedenza alle Scuole, terreno di proprietà della Partecipanza.Tutta questa telenovela, si è svolta, senza MAI sentire il parere della consulta, a noi veniva data la notizia, senza possibilità di discutere e tantomeno di ascoltare il parere dei cittadini interessati, un modo che non è assolutamente accettabile, che è il giusto contrario dello scopo che hanno le Consulte medesime, pensate e nate, allo scopo di costruire il futuro di tutti i residenti con la massima armonia, cosa che nel nostro caso è inesistente, il Sindaco decide lui e basta!!Pertanto non ha più senso, prestarsi per il bene comune, anzi, in questo anno e mezzo, si è avuta la motivata sensazione, di rompere le scatole al navigatore unico! Tanto vale dimettersi.Dimettersi però non vuole dire abbandonare, i quattro –per ora- dimissionari, a breve riuniranno tutto il paese di Alberone, allo scopo di formare una specie di comitato cittadino, che affronterà i problemi del paese, con la massima libertà di azione.

Nelson Zagni

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Dimissioni di massa dalla Consulta di Alberone

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Corrado Salustro è l’amministratore delegato della Cogefer srl e nell’esta-te del 2011 gli viene offerto un affare veramente vantaggioso: comprare da Hera un lotto di terreno su cui edificare un albergo e la nuova sede della Holding. Nell’accordo Hera, già all’atto della vendita, fornisce una fideiussione di 39milioni di euro, essenziali alla Cogefer per ricevere i finanziamenti in banca e rientrare dei 32milioni, costo dell’operazione. Salustro diventerebbe proprietario dell’albergo e della futura sede di Hera che poi affitterà alla medesima per 12 anni. Inoltre, Hera si fa ca-rico delle opere di urbanizzazione primaria e di tutte le autorizzazioni necessarie, ivi compreso il piano di bonifica.L’operazione permette ad Hera di scrivere la vendita del lotto nelle voci di attivo del bilancio 2011. Se non che il lotto è dentro l’area di viale Berti Pichat n.2/4, la stessa nella quale risultano essere state ritrovate 1500 tonnellate di rifiuti tossici nel 2008. Per anni Hera aveva provato di vendere l’area senza successo, fino a quando non arriva il costrutto-re centese, convinto di fare il “colpo della sua vita”. Salustro ha anche impegnato tutto il suo patrimonio in un fondo d’investimento chiuso per aprire una linea di credito necessaria a rafforzare l’operazione.Le autorizzazioni vengono rilasciate puntualmente ed il 22 agosto 2012 arriva dal Comune di Bologna il permesso di costruire ed il 6 settembre giunge anche il nulla osta delle Belle Arti.Pare il momento in cui le parti possono chiudere tutte le pratiche per sottoscrivere il rogito. Invece l’atto di vendita viene posticipato per tre volte, fino al marzo 2013. Intanto, Salustro scopre che il fondo è “vuoto” e ci sono molte e gravissime irregolarità.

Hera non ha mai presentato la fideiussione bancaria essenziale per l’ope-razione. Così Salustro si trova totalmente impreparato ad affrontare l’im-prevista situazione e non avendo la copertura finanziaria cerca di girare l’affare a Franco Soldati, titolare della Fraer Srl di Udine.L’accordo pare decollare anche con il favore di Hera, ma nuove imprevi-ste condizioni fanno naufragare il tentativo.Salustro pare trovarsi in una situazione senza via di uscita, fino a quando non entra in possesso dei documenti sulle indagini della Guardia di Fi-nanza, sui rifiuti tossici rinvenuti in via Berti Pichat, ed un’analisi com-missionata nel 2012 dalla stessa Hera che rivela il “rischio tossicologico e cancerogeno non accettabile” che insiste su quell’area. Inoltre, emerge la prescrizione della Conferenza dei servizi (sanità ambiente) di Bologna che impone una bonifica estesa, urgente, ed ingente a tutta l’area almeno fino al 2017.Così a Salustro non rimane che percorrere la strada della denuncia civile e penale nei confronti di Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente ese-cutivo di Hera, per “truffa aggravata” e “manipolazione del mercato”, perchè pur conoscendo la situazione ambientale del sito, ne avrebbe of-ferto una rappresentazione “edulcorata” nella trattativa con la Cogefer, senza avvisare della necessità di una massiccia attività di bonifica. Certo, Salustro non sapeva di comprare terreni così contaminati e tali da pregiu-dicare ogni progetto futuro, rendendolo economicamente fuori mercato; senza dimenticare che la legge prevede che la proprietà non possa cedere terreni inquinati senza averli prima bonificati e questo competeva certa-mente ad Hera.

SALUSTRO AVVELENATODALLA STANGATA DI HERAIl 14 maggio 2014 Corrado Salustro ha presentato al procuratore capo di Bologna una denuncia per “truffa aggravata”, “frode” e “plusvalenze” ottenute con la vendita di un “terreno altamente inquinato” nei confronti di Hera spa, chiedendo un risarcimento danni di oltre 52 milioni di euro

“Nel corso delle intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze in uso ai funzionari HERA SPA (periodo primo semestre 2008), emergeva che nel corso di taluni lavori di demolizione e scavo effettuati dalla predetta società all’interno della propria sede sita in Bologna via Berti Pichat 2/4 nell’area fabbricato ex industriale denominato “Vecchia Officina” veniva rinvenuto uno strato omogeneo di colore azzurro intenso e fortemente maleodorante, non previsto nel piano di lavoro.Il materiale inquinante, quantificato in oltre cento metri cubi, rischiava di rallentare in maniera significativa la consegna dei lavori, talchè, dirigenti HERA, assieme ai responsabili dei lavori, cercavano di trovare qualche modalità rapida di smaltimento del materiale anche senza seguire tutte le normative previste dalla legge vigente e comunque, alla fine, commettendo anche un falso, per cercare di coprire la mancata denuncia di quanto rinvenuto nei tempi previsti. (…) Sulla base di quanto appreso dalle telefonate intercettate, veniva acquisita copia della denuncia presentata da HERA in data 18 giugno 2008. La stessa, depositata presso gli uffici competenti del Comune, Provincia e Regione di Bologna, nonché alla sezione provinciale dell’Arpa e alla locale Usl, ha come oggetto “l’intervento di messa in sicurezza di emergenza – area fabbricato ex industriale denominato Vecchia Officina sito in via Berti Pichat 2/4. Nel corpo della denuncia, l’ingegnere Marcello GUERRINI Direttore della Divisione Servizi di HERA S.p.A., precisava:• Con la comunicazione ns. PG 70492/07 del 20.12.2007 la scrivente società ha comunicato l’inizio lavori attività di cui al permesso di costruire P.G.

290588 del 11.12.2007 relativamente alle sole opere di demolizione del fabbricato per la parte fuori terra; tali attività sono state ultimate in data 11 gennaio 2008;

• Che in data 03.03.2008 sono riprese le attività di rimozione rifiuti contenuti nel piano interrato così come da verbale della Conferenza dei servizi del 23 marzo 2007; tali attività sono state ultimate in data 18.04.2008;

• Che in data 23.04.2008 sono iniziate le attività di demolizione delle opere murarie di fondazione:• Che le stesse sono concluse in data 27.05.2008;• Che in data 28.05.2008 sono iniziate le attività di scavo del terreno sottostante e per la realizzazione cunicolo tecnologico (fase 4 del piano di lavoro

rimozione materiali sottostanti il fabbricato Vecchia Officina approvato con verbale della Conferenza dei Servizi del 23 marzo 2007) con la direzione dei lavori a cura del dott. Maurizio CASTELLARI della ditta AUSILIO S.p.A. iscritto all’albo dei geologi della Regione Emilia Romagna con il numero 564 ad opera dell’impresa AKRON S.p.A. con sede legale in via Molino Rosso 8 Imola (Bo).

A questo punto appare utile riassumere la situazione di alcune ditte implicate nella vicenda e controllate da HERA, tramite partecipazione dirette, anche per fornire ulteriori elementi sull’esistenza di una fitta rete di rapporti tra alcune imprese del settore collegate appunto ad HERA (dati relativi al Bilancio di esercizio del 2007).

DENOMINAZIONE SEDE LEGALE CAPITALE SOCIALE POSSEDUTA DA HERAAKRON S.p.A. Imola (Bo) 1.512.940 euro 57,50 %ECOLOGIA AMBIENTE S.r.l. Ravenna 20.000.000 euro 100,oo %SOTRIS S.p.A. Ravenna 2.340.000 euro 97.oo %

I VELENI DI HERACOSì fuRONO fALSIfICATE LE DATErinvenimento di materiale altamente inquinante all’interno della sede in via Berti Pichat 2/4 a Bologna

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NAFTALENE (Da Wikipedia, l’enciclopedia libera)Il naftalene, commercialmente noto anche come naftalina, è un idro-carburo aromatico polinucleato, o policiclico (IPA). La sua molecola è planare; la struttura è quella di due anelli benzenici fusi, ovvero che condividono due atomi di carbonio.A temperatura ambiente è un solido cristallino bianco dall’odore inten-so e caratteristico. Poco solubile in acqua, si scioglie abbastanza bene nell’etanolo (77 g/l a 20 °C) e ancora meglio nei solventi organici. Può facilmente sublimare.Si ottiene per distillazione dal catrame, dal carbone e dal petrolio. Oltre all’impiego nell’industria chimica principalmente come materia prima per la sintesi dell’anidride ftalica e di coloranti (Acido H), trova uso do-mestico anche come insetticida, specialmente contro le tarme. In pas-sato è stato utilizzato come combustibile nel campo automobilistico e ferroviari. Il naftalene brucia con fiamma fuligginosa; dal punto di vista chimico reagisce con sostanze ossidanti quali il permanganato di po-tassio per dare l’acido ftalico, oppure in condizioni di ossidazione più blande, per esempio con anidride cromica, un naftochinone. Può es-sere inoltre ridotto con sodio metallico in ammoniaca liquida e etanolo (condizioni della riduzione di Birch) a dare l’1,4 diidronaftalene. Inoltre come il benzene, subisce facilmen-te reazioni di sostituzione elettrofila aromatica, orientate prevalentemen-te in posizione α (posizione 1), in mi-sura minore la sostituzione può av-venire in β (posizione 2), che è meno reattiva, ma anche meno ingombrata a livello sterico. Per idrogenazione catalitica viene convertito in decalina (decaidronaftalene), oppure in con-dizione catalitiche differenti in tetra-lina (1,2,3,4-tetraidronaftalene). Per ottenere il prodotto completamente ridotto è noto l’uso di Rh/C o Pt/C come catalizzatore, mentre per il se-condo catalizzatori quali Ni o Pd/C in ogni caso a temperatura e pressione elevata.PrecauzioniL’esposizione eccessiva al naftale-ne provoca la distruzione dei globuli rossi e produce sintomi di nausea, vomito, diarrea, passaggio di san-gue nelle urine e pallore della pelle. È inoltre un sospetto cancerogeno di categoria 3, «sostanze da consi-derare con sospetto per i possibili effetti cancerogeni nell’uomo, per le quali tuttavia le informazioni disponi-bili sono insufficienti per procedere a una valutazione soddisfacente; esistono alcune prove ottenute con adeguati studi sugli animali che non bastano per classificare queste so-stanze nella categoria 2».

Riassumendo l’iter dei lavori sino al momento svolti, l’ingegner GUERRINI comunicava:• che in data 17 giugno 2008, in adiacenza al perimetro del vecchio fabbricato a suo tempo demolito, è stato rinvenuto uno strato omogeneo di colore

azzurro intenso e fortemente maleodorante non previsto dal piano di lavoro in quanto l’area del rinvenimento non era accessibile per sondaggi a causa dei sottoservizi esistenti;

• risuta necessario effettuare una messa in sicurezza d’emergenza dell’area secondo quanto riportato nella relazione tecnica a firma del direttore dei lavori incaricato.

A questo punto, salta all’occhio la macroscopica divergenza tra la reale data del rinvenimento del materiale inquinante 28 maggio 2008 (intercettazione telefonica nr 103 del 28 maggio 2008) e quella dichiarata nella denuncia effettuata da HERA e depositata in data 18 giugno 2008 dalla quale risultava il rinvenimento in data 17 giugno 2008. Detta circostanza, è da ricondurre al fatto che HERA, in base alla normativa vigente, (Decreto Legislativo nr.22 del 05 febbraio 2007 art.17 comma 2 lettera a) aveva 48 ore di tempo per segnalare agli uffici competente il rinvenimento della sostanza inquinante. Ai sensi dell’art.51 del predetto Decreto sanziona con l’arresto da un anno a due se l’inquinamento è provocato da rifiuti pericolosi.

Sulla scorta di quanto fin ora detto, HERA non avendo adempiuto a quanto previsto per i motivi sopra relazionati, si è trovata costretta ad effettuare una denuncia falsificando la data di rinvenimento, e precisamente posticipandola di circa venti giorni rispetto a quella reale”.(“…”) estratto dal rapporto del COMANDANTE DEL GRUPPO della Guardia di Finanza incaricata delle indagini.

TUTTI I VELENI DI HERAL’ANALISI CHE SVELA LA LORO NATURANell’aprile del 2012, solo allora e con quasi 4 anni di ritardo dalla data dal ritrovamento, si è proceduto ad una analisi del rischio (AdR) ai sensi del D.Lgs. n.152/6. Si è proceduto a queste nuove e più complete analisi perché quelle effettuate nel 2009 furono incomplete e carenti del frazionamento degli idro-carburi proposto dell’Istituto Superiore della Sanità.I nuovi risultati indicano, oltre alle sostanze ritrovate, il loro eventuale impatto nei confronti di coloro che avrebbero lavorato all’interno o all’esterno di edi-fici costruiti sull’area inquinata. Inoltre, le verifiche sono state poste per simu-lazione d’uso dell’area (scenario), tenendo conto che una parte di essa avrebbe potuto avere destinazione residenziale e/o scolastica (studentato).I risultati che riportiamo in esclusiva giornalistica, perché la “stampa di regime” si è ben guardata di darne informazione all’opinione pubblica, sono le risultanze analitiche delle indagini effettuate in aprile 2012 nell’area adibita in passato a ex officina del gas, denominata “Vecchia Officina”, sita in Viale Berti Pichat. Fuori parentesi ed in grassetto i valori riscontrati; tra parentesi il limite massimo tolle-rabile in mg/kg s.s., inoltre sono state effettuate varie simulazioni sulla base degli ipotetici scenari abitativi. NAFTALENE (compreso Metilnaftalene) indice vo-latili: 241 (112),+115%, oltre il doppio!;RISCHIO CANCEROGENO: Non Accettabile;NAFTALENE scenario 1: 385 (198), +94%, quasi il doppio!;RISCHIO CANCEROGENO: Non Accettabile;NAFTALENE scenario 3: 385 (121), +218%, oltre il triplo!RISCHIO TOSSICOLOGICO (HI): Non Accettabile;RISCHIO CANCEROGENO: Non Accettabile ;NAFTALENE scenario 4: 385 (33), +1066%, oltre 11 volte!NAFTALENE C<12 scenario 4 : 500 (273); +83%, prossimo al doppio!Si evidenzia che la normativa prevede parametri diversi a secondo degli usi, con differenza tra ricettore residenziale e lavoratore, quindi risulta C<12 la concentrazione obiettivo di bonifica per il ricettore residenziale.Incredibile ma vero: come se lo stesso naftalene assorbito in casa fosse meno tossico di quello assorbito sul luogo di lavoro!!!Riepilogo del calcolo del rischio tossicologico (HI) e rischio cancerogeno sullo scenario 6 non accettabile.CONCLUSIONI: L’area senza una ulteriore bonifica, diciamo ulteriore perché HERA ha dichiarato che nel 2008 bonificò tutto (Sic !!!) non può avere alcun tipo di edificazione, ma non solo, anche il mantenimento di parti dell’area a cielo aperto sono estremamente pericolose per la presenza umana.I costi della bonifica sarebbero stratosferici e tali da superare il valore dell’area stessa di 5/6 volte.Ricapitolando in estrema sintesi i vari scenari analizzati, esce il seguente quadro:

Rischio accettabile Necessita di bonifica/ messa in sicurezza permanenteScenario 1: NO SIResidenziale 2: SI SI 3: NO SI 4: NO SIScenario 5: SI NOStudente 6: NO SI 7: SI SI 8: NO SI

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HERA (Holding Energia Risorse Ambiente) è una delle principali società multiutility in Italia e opera in 265 comuni delle province di Bo-logna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Padova, Pesaro e Urbino, Ravenna, Rimini e Trieste, in 6 comuni della provincia di Ancona, in 3 co-muni della provincia di Firenze, in 1 comune della provincia di Udine, in 1 comune della provincia di Venezia e in 1 comune della pro-vincia di Gorizia. Fornisce servizi energetici (gas, energia elettrica), idrici (acquedotto, fo-gnatura e depurazione) e ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti) a circa 4 milioni di citta-dini. Da gennaio 2013 è entrata a far parte del Gruppo Hera anche AcegasAps, multiutility attiva nelle province di Gorizia, Padova, Trie-ste e Venezia. L’azienda multiservizi ha sede a Bologna ed è quotata nel segmento Midex del-la Borsa Italiana.

StoriaL’azienda nacque nel 2002 dalla fusione di 11 aziende operanti nel settore della pubblica uti-lità emiliano-romagnola.Nel 2003 Hera ha avviato le procedure per es-sere quotata alla Borsa di Milano[3], procedu-re che hanno portato la Compagnia ad essere parzialmente privatizzata, con un 38,8% del proprio capitale attualmente in possesso di pri-vati. Dopo il 2003, Hera ha ulteriormente por-tato avanti un importante processo di crescita. In oltre cinque anni, il Gruppo si è fuso con altre aziende italiane del settore distribuzione energia, acqua e gas, tra le quali Agea, Ecosea, Meta, Geat Distribution Gas e Sat Inc.Negli anni successivi, Hera ha inoltre concluso diversi contratti a lungo termine con fornito-ri stranieri. Nel 2006 il gruppo ha siglato un memorandum di intesa con Enel, Edison e So-natrach. Tale memorandum ha portato all’ac-quisto annuale di un miliardo di metri cubi di gas naturale, trasportato attraverso il gasdot-to del consorzio Galsi, di cui fa parte anche la stessa Hera. Nella prima parte del 2006, il Gruppo Hera ha acquisito una partecipazione del 49,79% nella multi-utility di Pesaro Aspes Multiservizi e il 46,5% di SAT (Multiutility operante nella provincia di Modena). Nel 2007 è stata approvata la fusione tra Aspes e Megas (Urbino), la nascita di Marche Multiservizi (partecipazione di Hera 41,8%) e la fusione per incorporazione di SAT S.p.A.Nel luglio 2008 Hera ha acquisito Megas Tra-de, una compagnia operante nella vendita di gas ed elettricità nell’area di Urbino e di pro-prietà di Marche Multiservizi. Tale transazione ha formalizzato la nascita di Hera Comm Mar-che, il ramo commerciale del Gruppo Hera nel-la regione Marche, controllata da Hera Comm. Il 25 luglio 2012 è stata approvata l’aggrega-zione con Acegas-Aps S.p.A.(Padova-Trieste), che è entrata a far parte del Gruppo Hera dal 1 gennaio 2013.[4] Hera Comm rappresenta il ramo commerciale del Gruppo ed opera nei settori elettricità e gas sul territorio italiano. Hera Comm Mediterranea opera esclusiva-mente nel sud Italia; Hera Comm Marche, con sede ad Urbino ed attiva nella regione Marche, possiede una base di oltre 40.000 clienti non-

ché di 78 milioni di metri cubi di gas venduti.Hera pubblica un bilancio di responsabilità che contiene dati provenienti dalle tre principali aree di business, con un particolare focus sulla responsabilità sociale ed ambientale.

Profilo societarioL’azionariato dell’azienda comprende oltre 180 enti pubblici (circa il 61,3%), 369 investitori istituzionali (circa il 25,2%) ed oltre 21.000 azionisti privati (circa il 13,0%)

Organi direttiviConsiglio di AmministrazioneIl Consiglio di Amministrazione di Hera è l’or-gano esecutivo della società e si compone di 14 membri:Presidente esecutivo:Tomaso Tommasi di VignanoVice Presidente: Giovanni BasileAmministratore delegato: Stefano VenierConsigliere: Mara BernardiniConsigliere: Forte ClòConsigliere: Giorgia GagliardiConsigliere: Massimo GiustiConsigliere: Riccardo IllyConsigliere: Stefano ManaraConsigliere: Luca MandrioliConsigliere: Danilo ManfrediConsigliere: Cesare PillonConsigliere: Bruno TaniConsigliere: Tiziana PrimoriIl mandato dell’attuale C.d.A. avrà termine alla data dell’Assemblea di approvazione del Bilancio 2016.

Collegio sindacaleIl Collegio Sindacale di Hera si compone di 5 membri(3 effettivi e 2 supplenti):Presidente: Sergio SantiSindaco effettivo: Antonio GaianiSindaco effettivo: Marianna GirolominiSindaco supplente: Valeria BortolottiSindaco supplente: Violetta FrasnediIl mandato del Collegio Sindacale ha durata 3 esercizi. Quello attuale avrà termine alla data dell’Assemblea di approvazione del Bilancio al 31.12.2016.

Le attivitàLe principali attività del Gruppo sono: gestione dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti, termovalorizzazione e compostaggio), servizi idrici (trattamento e potabilizzazione acque, sistema fognario), servizi gas ed elettri-ci (distribuzione e vendita di gas metano, elet-tricità e riscaldamento).Hera ha la più grossa base di impianti per il trattamento dei rifiuti in Italia:• cittadini serviti per raccolta e smaltimento ri-fiuti: circa 3,3 milioni;• tonnellate di rifiuti trattati: 6,3 milioniIl gruppo ha una considerevole presenza in Ita-lia, in termini di servizi idrici erogati:• clienti ciclo idrico: 1,2 milioni• metri cubici di acqua venduti: 298 milioni.Hera è uno dei maggiori operatori nazionali anche nei settori gas ed elettricità:• clienti rete gas: oltre 1,3 milioni;• clienti servizio elettrico: 717.000;

• metri cubi di gas venduto: 3,2 miliardi;• elettricità venduta (TWh): 9,4.Dati aggiornati al 31/12/2013

Principali azionistiLa compagine azionaria di Hera è caratterizza-ta dalla mancanza di un azionista con una quo-ta di controllo assoluto e dalla presenza di un azionariato diffuso costituito da:

• circa 24.000 investitori privati italiani ed este-ri (persone fisiche e persone giuridiche impe-gnate in attività non finanziarie)• 209 azionisti pubblici (prevalentemente Co-muni dei territori di riferimento)• 404 investitori professionali (costituiti da persone giuridiche impegnate in attività di tipo finanziario)

Partecipazioni rilevanti (CONSOB[5])Comune di Bologna (11,352%)Comune di Modena (9,822%)Comune di Imola (7,375%)Comune di Ravenna (6,470%)Comune di Trieste (5,349%)Comune di Padova (5,328%)Carimonte HOLDING SPA (2,001%)

Situazione aggiornata sulla base delle comuni-cazioni pervenute ai sensi di legge ed elaborate fino al 08/07/2014

Procedimenti giudiziariUn procedimento giudiziario vede coinvolta la Società in relazione all’inceneritore di Coria-no, ritenuto altamente pericoloso per le diverse anomalie riscontrate: tipologia dei rifiuti bru-ciati, quantità sopra la norma e la costruzio-ne stessa degli impianti. Un dirigente di Hera, Claudio Dradi, risulta indagato dal pm Filippo Santangelo per abuso d’ufficio, falso ideolo-gico, lesioni personali colpose e getto di cose pericolose.

CHI è HERA (azienda)(Da Wikipedia, l’enciclopedia libera)

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CENTOperCento CENTOperCento CENTOperCento CENTOperCento

Il baciaculismo è un male che affligge il servilismo dalla notte dei tem-pi, ma anche questo servizio, con il quale una parte superiore del cor-po si congiunge ad un’altrui parte inferiore, conosce delle regole: gli omaggi vanno porti nei tempi e nei modi appropriati .Diversamente diventano gesti sgraziati ed inopportuni che creano im-barazzo a chi li riceve e danno la misura della pochezza e della villania di chi li porge. Ricordo che alcuni anni or sono, al tempo in cui era sindaco Tuzet, il consigliere comunale Catullo Nalin si accorse che sul finire degli anni trenta il consiglio comunale di Cento aveva concesso la cittadinanza onoraria a S. E. il Cav. Benito Mussolini.Nalin chiese la revoca della cittadinanza onoraria centese concessa a Benito Mussolini.Gli venne risposto che la cittadinanza si dà ai vivi e non si revoca ai morti. Quanto tale risposta fosse giuridicamente corretta non so dirlo; fatto sta che a Benito Mussolini la cittadinanza onoraria non è mai stata revocata. In tempi recentissimi e con gli stessi sentimenti ( chiamiamo-li così) provati per Mussolini è stata concessa la cittadinanza onoraria, di una neonata struttura amministrativa denominata “Alto Ferrarese”, a Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna.Ora viene da chiedersi quanto sia opportuno “inventare” una cittadi-nanza che di fatto non esiste, perchè anagraficamente sei cittadino cen-tese, bondenese o di altro comune e non certamente Alto o Basso fer-rarese. La cosa sfiora il ridicolo, ma come detto il servilismo non teme né pudore e né vergogna; così i sindaci PD (Lodi), LN (Fabbri), FI (Toselli) e Civici del comprensorio si sono inventati questo omaggio.Tutti insieme appassionatamente ma purtroppo anche goffamente in-tempestivi, perché l’oggetto delle loro premurose attenzioni era sot-toposto ad un processo, nel quale la Procura Generale dello Stato ne aveva chiesto la condanna e la sentenza era attesa a breve.Bastava attendere un mesetto e la brutta figura sarebbe stata evitata, ma loro avevano fretta;

Lodi capofila spingeva per l’omaggio, intemerato di ogni sentenza.Vasco Errani viene condannato ad 1 anno per falso ideologico; aveva concesso un finanziamento da 1milione di euro della Regione alla co-operativa Terremerse, guidata dal fratello Giovanni.Un fatto gravissimo per chi amministra la cosa pubblica, che viene subito edulcorato dalla propaganda di regime con il fatto che Errani ha immediatamente rassegnato le dimissioni.Ora vogliamo ricordare che lo statuto del PD prevede che il rinvio a giudizio è uno di quei casi in cui il pubblico amministratore dovrebbe dare le dimissioni ed Errani non lo fece.Ha atteso la sentenza di condanna per farlo e la propaganda lo presenta come un prodigio di lealtà e rapida coerenza.Ricordiamo ancora che Errani era al quarto mandato, contro i due pre-visti, eppure lo si vuole fare passare come un “gentiluomo distaccato dalla poltrona” senza pari.Analizziamo ora il suo operato proprio in riferimento al terremoto .La qualità del nostro ambiente è peggiorata ed è aumentata la cementi-ficazione i cui risultati sul dissesto idrogeologico hanno notevolmente contribuito ad ampliare gli effetti delle scosse.Inoltre, Errani ha colpevolmente taciuto per lungo tempo sul rapporto Ichese, omettendo anche rapidi ed opportuni provvedimenti.Il ritardo sugli aiuti alle famiglie ed alle imprese è imputabile a lui, nel-la sua veste di Commissario straordinario, e non ha saputo lenire una burocrazia che tuttora crea problemi e posticipi di ogni tipo.C’erano dunque fondati motivi per non concedere, ed ora dopo la sen-tenza ci sono fondati motivi per revocare, ma non illudiamoci: non ac-cadrà. Errani ha servito troppo bene il regime PD perché una condanna possa azzerare i suoi meriti; troppi gli devono qualcosa e sono quelli che contano.

Il Grillo Sincero

IL CITTADINO DEL BACIACULISMO

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STORIA DIMENTICATAa cura di Daniele Succi

Maria PasquinelliOggi sento il bisogno di ricordare agli italici smemorati che il 3 luglio 2013 moriva a Bergamo ormai centenaria Maria Pasquinelli: di lei molti si erano dimenticati, molti poi avevano su di lei poche e confuse idee. Io stesso che, dodicenne, avevo come unica fonte la rivista “7 anni di guerra”, a lungo l’ho creduta una profuga istriana. In realtà Maria Paasquinelli era nata a Firenze il 16 marzo 1913, madre bergamasca e padre marchigiano. Maestra elementare, si era poi laureata in Pedagogia ed era entrata alla Scuola di Mistica Fasci-sta, che non le sembrava, però, abbastanza ... fascista (anche “qualcun altro” avrebbe voluto un “iperfascismo”!!!).Nazionalista convinta, era figlia del suo tempo, dominato da idee di indiscuti-bile concezione risorgimentale, un po’ confuse, delle quali non si coglievano le contraddizioni e il sincretismo politico.Crocerossina volontaria in Africa settentrionale, non soddisfatta di questo ruo-lo, con documenti falsi e in divisa militare, cercò di andare in prima linea. Ovviamente fu scoperta subito e rimpatriata. Chiese allora, ed ottenne, un po-sto di insegnante di italiano in Dalmazia e l’8 settembre fu imprigionata dagli jugoslavi insieme ad altro personale scolastico.Dopo questa data, mentre molte delle truppe italiano si sbandarono e cercaro-no di tornre a casa con ogni mezzo, gruppi di soldati italiani formarono una unità, la Garibaldi, e si affiancarono agli slavi. Comincia la pulizia etnica, gli italiani spariscono: verranno ritrovati in fosse comuni, all’arrivo dei tedeschi. Fu Maria Pasquinelli, già condannata, ad indicare ai tedeschi il dislocamento delle fosse (le foibe arriveranno poi!). Liberata dai tedeschi, raccolse docu-menti sull’operato degli jugoslvi e si portò a Milano da Junio Valerio Boghese che la prese nel suo S.A.F. (Servizio Ausiliario Femminile). Con l’appoggio di Borghese tornò in Istria e lavorò per la costituzione di una struttura, la Osop-po, che unisse repubblichini e partigiani bianchi; contattò anche i C.L.N. locali per raccogliere documentazioni sugli eccidi degli istro-dalmati. Ebbe almeno un contatto con la Osoppo mentre gli agenti di Tito le davano la caccia; fu anche arrestata dai tedeschi e liberata per intervento di Borghese.Apparentemente, diciamo pubblicamente, Maria Pasquinelli, non faceva nulla eppure molti la seguivano con apprensione: agenti titini, servizi segreti inglesi, servizi italiani e chi ancora???Gli inglesi, come si ricava dai loro archivi, avevano la sua descrizione fisica eppure in quella fredda mattina del 10 febbraio 1947 Maria Pasquinelli si av-

vicina al Generale di Brigata Roby de Winton, 36 anni, che sta passando in rivista i suoi uomini, lavoro di routine: la guerra è finita e gli tocca occuparsi di ordine pubblico in una città, Pola, dove i due gruppi etnici si odiano.Nessuno lo ha avvisato che qualcosa può accadere: Maria si avvicina tranquil-lamente, tre colpi a segno! De Winton muore.Maria Pasquinelli ha voluto così compiere un gesto dimostrativo per attirare l’attenzione internazionale sul dramma degli istro-dalmati. Forse qualcuno si aspettava una insurrezione generale che non ci fu.Condannata a morte, rifiutò di inoltrare domanda di grazia; la pena fu tuttavia commutata in pena carceraria e dopo diciassette anni venne liberata.Agì da sola? Non lo sapremo mai: Maria Pasquinelli fino alla sua morte parlò ben poco, ma io credo di no. E’ raro, rarissimo che un attentatore riesca a fare tutto da solo, occorre un minimo di struttra, una piccola cellula protettiva. Di sicuro comunque Maria Pasquinelli non rivelò mai niente a nessuno, segno di un buon addestramento. C’è una espressione che amo usare, ma con molta parsimonia, nei confronti di certe appartenenti al sesso femminile capaci di dare dei punti agli uomini, dico “donne con gli attributi” e lo dico con il mas-simo rispetto. Maria Pasquinelli è una di queste donne eccezionali.

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E i marinai gridarono: “Viva S. Marco!!”Il 20 luglio 1866 al largo dell’isola di Lissa, oggi in Croazia, il neonato Re-gno d’Italia va incontro ad una figuraccia memorabile. Esattamente un mese prima è scoppiata la guerra tra la Prussia di Otto von Bismarck con la sua visione pangermanistica e l’Impero Asburgico con la sua natura multietnica, multireligiosa, multiculturale, come si direbbe oggi. Bismarck ha trovato un alleato nel Regno d’Italia che persegue analoghe ambizioni espansionistiche e ha quadruplicato il proprio esercito a carico, ovviamente, del contribuente già pesantemente vessato. Il 24 giugno l’Italia è sconfitta a Custoza; il 3 luglio i Prussiani vincono a Sadowa-Königratz: una sola battaglia risolve le sorti della guerra. L’Austria decide di non insistere, ha capito che la Prussia ha creato un organismo militare completamente nuovo (che infatti non avrà eguali per decenni; Napoleone III invece non lo comprese se non dopo Sedan).A questo punto la guerra sarebbe già finita, si tratterebbe solo di accordarsi su quanto territorio sia disposta a cedere l’Austria; continuare la guerra arricchi-rebbe solo banchieri e mercanti di cannoni.Politici e militari sabaudi però respingono l’idea di una vittoria ottenuta con meriti altrui: si deve portare un po’ di morti sul tavolo delle trattative. Il com-pito è affidato ad un laborioso burocrate, il sessantenne ammiraglio Carlo Pellion conte di Persano, piemontese, già ministro della Marina Sabauda. Il Persano non è molto stimato dai suoi diretti sottoposti e, come dimostra in se-guito, non è molto coraggioso, tuttavia decide di compiere un’operazione che per sua natura è abbastanza complessa: lo sbarco nella strategica e fortificata isola di Lissa e la sua occupazione. La superiorità in fatto di numero di navi, modernità delle stesse, numero e modello di cannoni è nettamente a favore della flotta italiana, ma gli equipaggi sabaudi provengono da Marine diverse e sono poco amalgamati, ci sono problemi linguistici da risolvere (l’italiano è parlato dal 2% della popolazione, concentrata prevalentemente in Toscana) e anche l’addestramento è carente. A difendere l’isola di Lissa c’è un rumeno di Transilvania, il colonnello David Urs de Marsina, cattolico di rito greco, ufficiale di fanteria, decorato dell’Ordine di Maria Teresa e fatto nobile a Sol-ferino. A guidare la flotta imperiale c’è un marinaio vero, il trentanovenne Wilhelm von Tegetthoff, nato a Marburg (oggi Mariborg, in Slovenia). Entrato a tredici anni nella Imperial e Regia scuola dei cadetti di Marina con sede a Venezia, con i suoi uomini, dai quali è stimatissimo, parla in veneto anche perché il veneto è la lingua di comando della flotta austriaca, parlata da veneti, triestini, istriani e dalmati, ovvero i nati nei territori della Serenissima.Usa con loro un tono colloquiale che non corrisponde ai dettami della gerar-chia militaresca, soprattutto teutonica: famoso il suo “Daghe dentro, Nino, che la ciapemo”. E all’annuncio della vittoria i suoi marinai gridano: “Viva San Marco!”Sappiamo come finì a Lissa: due navi affondate e 620 morti per l’Italia, 38 per l’Austria, due comandanti italiani affondati con le loro navi. Come al so-lito qualche gesto eroico consente di salvare la faccia! Il Persano, radiato con ignominia, pagò per tutti, anche per i suoi subalterni felloni e per i politici che avevano voluto tentare un’impresa inutile e velleitaria.

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