New CAPITOLO I L’ADDIO DI BOROMIR · 2020. 3. 31. · Boromir aprì gli occhi, sforzandosi di...

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4 ADOV Associazione Donatori di Voce Genova Pubblicazione ad uso esclusivo e gratuito di persone con Difficoltà Specifiche di Apprendimento ai sensi dell'art. 71bis del Decreto Legislativo 9 aprile 2003 n 86, riproduzione vietata - PAGINA 4 CAPITOLO I_L’ADDIO DI BOROMIR Aragorn correva veloce su per la collina, sostando di tanto in tanto solo per chinarsi a guardar per terra. Le impronte degli Hobbit sono leggere e difficili a rintracciarsi anche per un Ramingo, ma non lontano dalla cima una sorgiva attraversava il sentiero, e nella terra bagnata vide ciò che cercava. “Non mi sono sbagliato”, si disse. “Frodo è corso in cima alla collina. Chissà che cosa avrà visto! Ma poi è ridisceso per lo stesso sentiero”. Aragorn esitò. Desiderava anch’egli recarsi sino all’alto seggio, nella speranza di scoprirvi qualcosa che lo guidasse nell’incertezza, ma il tempo incalzava.

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    ai sensi dell'art. 71bis del Decreto Legislativo 9 aprile 2003 n 86, riproduzione vietata - PAGINA 4

    CAPITOLO I_L’ADDIO DI BOROMIR Aragorn correva veloce su per la collina,

    sostando di tanto in tanto solo per chinarsi a

    guardar per terra. Le impronte degli Hobbit

    sono leggere e difficili a rintracciarsi anche per

    un Ramingo, ma non lontano dalla cima una

    sorgiva attraversava il sentiero, e nella terra

    bagnata vide ciò che cercava.

    “Non mi sono sbagliato”, si disse.

    “Frodo è corso in cima alla collina.

    Chissà che cosa avrà visto!

    Ma poi è ridisceso per lo stesso sentiero”.

    Aragorn esitò.

    Desiderava anch’egli recarsi sino all’alto

    seggio, nella speranza di scoprirvi qualcosa che

    lo guidasse nell’incertezza, ma il tempo

    incalzava.

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    Improvvisamente si mise a correre verso la

    cima;

    attraversò le grandi lastre del selciato e si

    arrampicò su per i gradini.

    Seduto sull’alto seggio, girò lo sguardo

    tutt’intorno.

    Ma il sole pareva oscurato e il mondo vago e

    remoto.

    A perdita d’occhio non si vedeva altro che i

    colli lontani, e di nuovo, all’orizzonte, un

    grande uccello simile a un’aquila, che roteava

    alto nel cielo, scendendo lentamente verso

    terra.

    Mentre era intento a osservare, il suo udito

    sensibilissimo percepì rumori che salivano dal

    bosco ai suoi piedi, sulla riva occidentale del

    Fiume.

    S’irrigidì:

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    erano grida, e con orrore distinse fra esse le

    aspre voci degli Orchi.

    D’un tratto risuonò il richiamo roco e

    profondo di un corno;

    le sue note s’infransero sulle colline,

    echeggiando nelle caverne, dominando come un

    urlo il ruggito delle cascate.

    “Il corno di Boromir!”, gridò Aragorn.

    “Chiede aiuto!”.

    E si precipitò giù per i gradini e lungo il

    sentiero.

    “Ahimè!

    Oggi un destino crudele mi perseguita e

    rovina tutto ciò che faccio.

    Dov’è Sam?”.

    Mentre correva, le grida si fecero più forti, e

    poi nuovamente fioche.

    Il corno suonava disperatamente.

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    Le urla degli Orchi giungevano stridule e

    feroci, poi improvvisamente i richiami del corno

    cessarono.

    Veloce come il vento, Aragorn percorse

    l’ultimo pendio, ma quando fu ai piedi del colle

    non udì che deboli suoni in lontananza;

    si volse a sinistra per rincorrerli, ma i suoni

    si fecero ancora più deboli e poi svanirono del

    tutto.

    Sguainando la spada splendente, si precipitò

    tra gli alberi gridando:

    Elendil! Elendil! A circa un miglio da Parth Galen, in una

    piccola radura non lontana dal lago, trovò

    Boromir.

    Seduto con la schiena appoggiata a un grande

    albero, pareva dormire.

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    Ma Aragorn vide che era trafitto da molte

    frecce dalle piume nere;

    stringeva ancora in mano la spada, rotta

    presso l’impugnatura;

    l’elmo, spaccato in due, giaceva al suo

    fianco.

    Tutt’intorno a lui, e ai suoi piedi, erano

    ammucchiati i corpi di molti Orchi.

    Aragorn gli si inginocchiò accanto.

    Boromir aprì gli occhi, sforzandosi di

    parlare.

    Infine, lente, gli uscirono di bocca queste

    parole:

    “Ho cercato di togliere a Frodo l’Anello.

    Chiedo perdono.

    Ho pagato”.

    Il suo sguardo si posò sui nemici caduti:

    ve n’erano almeno venti.

    “Non ci sono più, i Mezzuomini: