Neville Goddard_Al Tuo Comando

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AL TUO COMANDO

NEVILLE

Traduzione di A.C.

SNELLGROVE PUBLICATIONS NEW YORK

1939 Al Tuo Comando

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di Neville

Questo libro contiene tutta l’essenza del Principio di Espressione. Se avessi voluto, avrei potuto estenderlo in un volume di diverse centinaia di pagine,

ma un tale ampliamento avrebbe vanificato lo scopo di questo libro.

I comandi, per essere efficaci, devono essere brevi e precisi; il più grande

comando mai registrato si trova in queste semplici parole: “E Dio disse: Sia fatta la luce”.

In linea con questo principio, in queste poche pagine fornirò a te, il lettore, la verità

così come mi è stata rivelata.

Neville

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Neville – Al tuo comando

Al Tuo Comando

Può un uomo decretare una cosa e ottenere che questa accada? Assolutamente sì! L’uomo

ha sempre decretato ciò che è apparso nel suo mondo, e anche oggi sta decretando ciò che

appare nel suo mondo e continuerà a farlo fino a che sarà consapevole di essere uomo.

Non una sola cosa è mai apparsa nel mondo di un uomo se non ciò che l’uomo ha

decretato dovesse apparire. Potresti negare questa affermazione ma, per quanto tu possa tentare,

non puoi provare che è falsa, perché quest’affermazione è basata su un principio immutabile.

Tu non decreti alle cose di apparire con parole o affermazioni a voce alta. Tali vane

ripetizioni il più delle volte sono una conferma del contrario. Il decretare è sempre fatto nella

coscienza; cioè ogni uomo è consapevole di essere ciò che egli ha decretato di essere. Un uomo

muto, senza utilizzare parole, è consapevole di essere muto. Quindi sta decretando sé stesso ad

essere muto.

Leggendo la Bibbia in questa luce, scoprirai che è il più grande libro scientifico che sia

mai stato scritto. Invece di considerare la Bibbia come il resoconto storico di una civiltà antica o

come la biografia dell’insolita vita di Gesù, considerala come un dramma psicologico che si

svolge nella coscienza dell’uomo. Rivendicalo come il tuo e, improvvisamente, trasformerai il

tuo mondo dall’arido deserto d’Egitto alla terra promessa di Canaan.

Tutti concorderanno con l’affermazione che tutte le cose sono state fatte da Dio e che

senza di lui non c’è niente di fatto che sia fatto. Ma ciò su cui l’uomo non concorda è l’identità

di Dio. Tutte le chiese e i cleri del mondo discordano sull’identità e la vera natura di Dio. La

Bibbia prova oltre ogni dubbio che Mosè e i profeti erano al 100% d’accordo sull’identità e la

natura di Dio. E la vita e gli insegnamenti di Gesù sono in accordo con le scoperte dei profeti

dell’antichità. Mosè aveva scoperto che Dio è la consapevolezza di essere dell’uomo, quando

pronunciò queste parole poco comprese: “IO SONO mi ha inviato a voi”. David cantò nel suo

salmo: “Sii fermo e sappi che IO SONO Dio”. Isaia dichiarò: “IO SONO il Signore e non c’è

nessun altro. Non c’è altro Dio oltre me. Io ti ho vestito, sebbene tu non mi hai conosciuto. Io

formo la luce e creo le tenebre; io faccio la pace e creo l’avversità. Io, il Signore, faccio tutte

queste cose”.

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Che la consapevolezza di essere è Dio, è affermato centinaia di volte nel Nuovo

Testamento. Per citarne solo alcune: “IO SONO il pastore, IO SONO la porta; IO SONO la

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resurrezione e la vita; IO SONO la via; IO SONO l’Alfa e l’Omega; IO SONO l’inizio e la fine”;

e ancora “Chi dite che IO SONO?”

Non è affermato “Io, Gesù, sono la porta. Io, Gesù, sono la via”, e nemmeno è detto “Chi

dite che Io, Gesù, sono?”. È chiaramente affermato: “IO SONO la via”. La consapevolezza di

essere è la porta attraverso la quale le manifestazioni della vita passano nel mondo della forma.

La coscienza è il potere che resuscita; resuscita quello che l’uomo riconosce di essere.

L’uomo manifesta sempre ciò che egli è consapevole di essere. Questa è la verità che rende

l’uomo libero, perché l’uomo è sempre auto-imprigionato o auto-liberato.

Se tu, il lettore, abbandoni tutte le tue precedenti convinzioni di un Dio separato da te

ed affermi che Dio è la tua consapevolezza di essere – come fecero Gesù e i profeti –

trasformerai il tuo mondo con la presa di coscienza che “Io e il padre mio siamo uno”. Questa

affermazione “Io e il padre mio siamo uno, ma il padre mio è più grande di me” sembra molto

disorientante ma, interpretandola alla luce di ciò che abbiamo appena detto riguardo l’identità di

Dio, la troverai estremamente significativa.

La coscienza, essendo Dio, è come il ‘padre’. La cosa che tu sei consapevole di essere è il

‘figlio’ che porta testimonianza di suo ‘padre’. È come l’ideatore e le sue concezioni. Il

concepente è sempre più grande delle sue concezioni, eppure rimane sempre uno con le sue

concezioni. Ad esempio, prima che tu sia consapevole di essere un uomo, sei per prima cosa

consapevole di essere. Poi diventi consapevole di essere uomo. Eppure come concepente rimani

più grande della tua concezione (uomo).

Gesù scoprì questa gloriosa verità e dichiarò sé stesso di essere uno con Dio – non un Dio

che l’uomo aveva creato, perché egli non riconobbe mai un tale Dio. Egli disse “Se qualche

uomo dovesse mai venire dicendo ‘Guardate qui o guardate lì’, non credetegli, perché il regno

di Dio è dentro di voi”. Il paradiso è in voi. Quindi, quando è riportato che “Egli andò dal padre

suo”, si sta dicendo che egli si elevò nella coscienza fino al punto in cui era solo consapevole di

essere, trascendendo così le limitazioni della sua attuale concezione di sé stesso, chiamata Gesù.

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Nella consapevolezza di essere tutte le cose sono possibili; Egli disse “Voi decreterete una

cosa e questa avverrà”. Questo è il suo decreto: elevarsi nella coscienza fino alla naturalezza

di essere la cosa desiderata. Come egli disse “E io, quando sarò innalzato, attirerò tutti gli

uomini a me”. Quando sarò innalzato nella coscienza fino alla naturalezza della cosa

desiderata, attirerò a me la manifestazione di quel desiderio. Poiché egli afferma: “Nessun

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uomo viene a me, a meno che il padre dentro di me lo attiri, e io e il padre mio siamo uno”.

Quindi la coscienza è il padre che attrae a te le manifestazione della vita.

In questo stesso istante tu stai attirando nel tuo mondo quello che sei adesso consapevole

di essere. Ora puoi capire cosa si intende con “Dovete nascere di nuovo”. Se siete insoddisfatti

dell’attuale espressione della vostra vita, l’unico modo per cambiarla è di distogliere

l’attenzione da ciò che vi sembra così reale e innalzarvi nella coscienza fino a quello che

desiderate essere. Non potete servire due padroni, quindi distogliere la vostra attenzione da uno

stato di coscienza e riporla su di un altro stato, significa morire per uno stato e vivere per l’altro.

La domanda “Chi dici che Io sono?” non è rivolta da un uomo di nome Gesù ad un altro

di nome Pietro. Questa è l’eterna domanda rivolta a Sé stessi dal proprio vero essere. In altre

parole “Chi dici che sei?”. Perché la tua convinzione su te stesso – la tua opinione di te stesso,

determinerà la tua espressione nella vita. Egli afferma: “Tu credi in Dio, credi anche in me”. In

altre parole Dio è questo me dentro di te.

Pregare quindi è inteso come il riconoscere che tu sei adesso quello che desideri, piuttosto

che la sua forma comunemente accettata di supplicare un Dio che non esiste per quello che

adesso desideri.

Perciò riuscite a capire perché milioni di preghiere rimangono senza risposta? Gli uomini

pregano un Dio che non esiste. Per esempio, essere consapevole di essere povero e pregare Dio

per la ricchezza significa essere ricompensato con quello che sei consapevole di essere, cioè la

povertà. Le preghiere per avere successo devono affermare piuttosto che implorare – perciò

quando preghi per la ricchezza distogliti dalla tua immagine di povertà negando l’evidenza

stessa dei tuoi sensi, ed assumi la natura di essere benestante.

Ci viene detto: “Quando preghi vai dentro in segreto e chiudi la porta. E quello che il

padre tuo vede nel segreto, con quello egli ti ricompenserà apertamente”. Abbiamo identificato

il ‘padre’ con la consapevolezza di essere. Abbiamo anche identificato ‘la porta’ con la

consapevolezza di essere. Quindi ‘chiudere la porta’ significa scacciare ciò che Io sono adesso

consapevole di essere ed affermare che sono già ora ciò che desidero essere. Nel momento

stesso che la mia asserzione è affermata fino al punto della convinzione, in quel momento inizio

ad attirare a me la prova della mia affermazione.

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Non interrogarti su come queste cose appariranno, perché nessun uomo conosce il

modo. Ossia nessuna manifestazione conosce il modo in cui le cose desiderate appariranno.

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La coscienza è la via o la porta attraverso cui le cose appaiono. Egli disse: “IO SONO

la via” – non ‘Io John Smith sono la via’ ma “IO SONO”, la consapevolezza di essere, sono la

via attraverso la quale la cosa verrà. I segni seguono sempre, non precedono mai. Le cose

hanno realtà solo nella coscienza. Quindi abbine prima la coscienza e la cosa è obbligata ad

apparire.

Ti viene detto “Cerca prima il regno dei Cieli e tutte le cose saranno aggiunte a te”. Abbi

prima la coscienza delle cose che stai cercando e lasciale fare. Questo è ciò che significa “Tu

decreterai una cosa e questa avverrà”.

Applica questo principio e capirai cosa significa “mettimi alla prova e vedi”.

La storia di Maria è la storia di ogni uomo. Maria non era una donna che partorisce in

maniera miracolosa un uomo chiamato Gesù. Maria è la consapevolezza di essere che rimane

sempre vergine, a prescindere dal numero di desideri a cui dà vita. Proprio adesso considerati

come questa vergine Maria – fecondata da te stesso per mezzo del desiderio e diventata una con

esso al punto di incarnare o dare nascita al tuo desiderio.

Per esempio: si dice che Maria (che ora sai di essere tu) non conoscesse l’uomo, eppure

concepì. Ovvero tu, John Smith, non hai ragione per credere che quello che adesso desideri sia

possibile ma, avendo scoperto che la tua consapevolezza di essere è Dio, fai di questa

consapevolezza il tuo sposo e concepisci un bambino (manifestazione) del Signore, “Perché il

tuo creatore è il tuo sposo; il Signore degli eserciti è il suo nome; il Signore Dio di tutta la terra

sarà chiamato”. Il tuo ideale o la tua ambizione è questa concezione. Il tuo primo comando a lei,

che ora è a te stesso, è “Va e non dirlo a nessuno”. Ossia non discutere le tue ambizioni o i tuoi

desideri con altri, perché gli altri faranno solo da eco alle tue attuali paure. La segretezza è la

prima legge da osservare nel realizzare il tuo desiderio.

La seconda, come ci viene detto nella storia di Maria, è di “Magnificare il Signore”.

Abbiamo identificato il Signore con la tua consapevolezza di essere. Quindi ‘magnificare il

Signore’ significa rivalutare o espandere la nostra attuale concezione di noi stessi fino al punto

che questa rivalutazione diventa naturale. Quando questa naturalezza è raggiunta, tu dai la

nascita diventando quello con cui sei uno nella coscienza.

La storia della creazione ci è data in forma sintetica nel capitolo I di Giovanni.

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“In principio era la parola”. Ora, questo stesso secondo, è «l’inizio» di cui si parla. È

l’inizio di un impulso, di un desiderio. «La parola» è il desiderio che fluttua nella tua coscienza,

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in cerca di incarnazione. L’impulso in sé non ha nessuna realtà, perché l’IO SONO, cioè la

consapevolezza di essere, è l’unica realtà. Le cose vivono solo fino a che io sono consapevole di

essere loro; così per realizzare i propri desideri bisogna applicare il secondo rigo di questo

primo verso di Giovanni, ovvero “E la parola era presso Dio”. La parola, o desiderio, deve

essere fissata o unita con la coscienza per dargli realtà. La consapevolezza diventa

consapevolezza di essere la cosa desiderata, inchiodando così sé stessa a quella forma o

concezione e dando vita alla sua concezione, resuscitando cioè quello che finora era un

desiderio privo di vita o inappagato. “Due sono d’accordo nel toccare qualcosa e questa sarà

stabilita sulla terra”.

Questo accordo non è mai fatto tra due persone. Questo accordo è tra la consapevolezza di

essere e la cosa desiderata. Tu sei adesso consapevole di essere, quindi tu stai effettivamente

dicendo a te stesso, senza usare parole, “IO SONO”. Ora se tu desideri raggiungere uno stato di

salute, prima di avere la prova della salute nel tuo mondo, devi iniziare a SENTIRTI in salute. E

nel momento stesso in cui raggiungi il sentimento “IO SONO sano”, i due sono d’accordo. Cioè

IO SONO e SALUTE hanno concordato di essere uno e questo accordo risulta sempre nella

nascita di un bambino, cioè della cosa concordata, in questo caso la salute. E poiché io ho

stipulato l’accordo, io esprimo la cosa concordata. Quindi puoi capire perché Mosè affermò: “IO

SONO mi ha inviato”. Perché quale essere, oltre che IO SONO, potrebbe inviarti in espressione?

Nessuno; perché “IO SONO la via - NON c’è altro al di fuori di me”. Sia che tu prenda le ali del

mattino per volare nelle più supreme parti del mondo o che tu faccia il tuo letto all’inferno, sarai

ancora consapevole di essere. Tu sei sempre inviato in espressione dalla tua consapevolezza, e

la tua espressione è sempre quello che tu sei consapevole di essere.

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Ancora, Mosè affermò: “IO SONO quell’ IO SONO”. Qui c’è qualcosa da tenere sempre a

mente. Non puoi mettere il vino nuovo in otri vecchie o mettere toppe nuove a vestiti vecchi,

ossia non puoi portare con te nella nuova coscienza nessuna parte del vecchio uomo. Tutte le tue

attuali convinzioni, paure e limitazioni sono pesi che ti legano al tuo attuale livello di coscienza.

Per trascendere questo livello devi lasciarti alle spalle tutto ciò che è ora il tuo presente sé, o

concezione di te stesso. Per farlo, devi distogliere la tua attenzione da quello che ora è il tuo

problema o limitazione, e fermare l’attenzione solo sull’essere. Ripetiti silenziosamente ma

sentendolo in te “IO SONO”. Non condizionare questa “consapevolezza” per ora. Dichiara solo

che sei e continua a farlo fino a che ti perdi nella sensazione solo di essere – senza volto e senza

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forma. Quando questa espansione di coscienza è raggiunta, allora dentro questo tuo profondo

senza forma, dai forma alla nuova concezione SENTENDOTI di essere QUELLO che desideri

essere.

Scoprirai che in questo tuo profondo tutte le cose sono divinamente possibili. Ogni cosa al

mondo che puoi concepire di essere, dentro questa attuale consapevolezza senza forma, è per te

la conquista più naturale.

L’invito datoci nella Bibbia è “essere assente dal corpo e essere presente con il Signore”,

dove il corpo è la tua precedente concezione di te e il Signore è la tua consapevolezza di essere.

Questo è il significato di quando Gesù disse a Nicodemo: “Devi nascere di nuovo, perché se non

nasci di nuovo non puoi entrare nel regno dei Cieli”. Ossia, se non ti lasci alle spalle la tua

attuale concezione di te e non assumi la natura della nuova nascita, continuerai a manifestare le

tue attuali limitazioni.

L’unico modo per cambiare le tue espressioni di vita è cambiare la tua

consapevolezza. Perché la coscienza è la realtà che eternamente si solidifica nelle cose

intorno a te. Il mondo dell’uomo in ogni suo dettaglio è la sua coscienza manifestata. Non puoi

cambiare il tuo ambiente circostante distruggendo le cose, così come non puoi cambiare la tua

immagine riflessa distruggendo lo specchio. Il tuo ambiente, e tutto ciò in esso contenuto,

riflette quello che tu sei nella tua coscienza. Fino a che continui ad essere quello nella

coscienza, così a lungo continuerai a manifestare quello nel tuo mondo.

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Sapendo ciò, comincia a rivalutare te stesso. L’uomo ha posto troppo poco valore su di sé.

Nel Libro dei Numeri si legge: “In quel giorno c’erano giganti nella terra, e noi eravamo ai

nostri occhi come cavallette. Ed eravamo ai loro occhi come cavallette”. Questo non vuol dire

un tempo nel lontano passato quando l’uomo aveva la statura dei giganti. Oggi è il giorno,

l’eterno presente in cui le condizioni intorno a te hanno raggiunto l’aspetto di giganti (come la

disoccupazione, le guerre, i tuoi problemi e tutte le cose che sembrano minacciarti), e quelle

sono i giganti che ti fanno sentire una cavalletta. Ma ti viene detto che tu per prima cosa eri

come una cavalletta ai tuoi stessi occhi, e per questo eri una cavalletta per i giganti. In altre

parole, tu puoi essere per gli altri solo quello che sei prima per te stesso. Quindi rivalutare

te stesso ed iniziare a sentirti un gigante, un centro di potere, equivale a rimpicciolire

questi giganti e a renderli cavallette. “Tutti gli abitanti della terra sono come niente ed egli

opera secondo la sua volontà negli eserciti dei Cieli e tra tutti gli abitanti della terra; e nessuno

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può fermare la sua mano né dirgli ‘Che fai tu?’ ”. Questo di cui si parla non è il Dio ortodosso

che siede nello spazio, ma l’unico e solo Dio, il padre eterno, la tua consapevolezza di essere.

Perciò risvegliati al potere che sei, non come uomo ma come il tuo vero sé, una consapevolezza

senza volto e senza forma, e liberati dalla tua prigionia autoimposta.

“Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore e sono conosciuto dal mio gregge. Le mie

pecore ascoltano la mia voce e io conosco loro e loro mi seguono”. La consapevolezza è il buon

pastore. Quello che sono consapevole di essere sono le pecore che mi seguono. La tua consapevolezza

è talmente un buon pastore che non ha mai perduto nessuna delle pecore che tu sei consapevole di

essere.

Io sono una voce che cerca, nel deserto della confusione umana, quello che sono consapevole di

essere, e non verrà mai un tempo in cui quello che sono convinto di essere mancherà di trovarmi. IO

SONO è una porta aperta per tutto ciò che vi faccio entrare. La tua consapevolezza di essere è signore

e pastore della tua vita. Perciò il verso “Il signore è il mio pastore; non manco di nulla” è adesso visto

nella sua vera luce di essere la tua coscienza. Non potrai mai mancare di prove e segni di quello che sei

consapevole di essere.

Poiché questo è vero, perché non diventi consapevole di essere grande, amorevole, ricco,

sano e tutte le qualità che ammiri?

Possedere la coscienza di queste qualità è altrettanto facile che possedere il loro opposto,

e tu non hai attualmente la loro consapevolezza a causa del tuo mondo. Ma, al contrario, il tuo

mondo è quello che è a causa della tua attuale consapevolezza. Facile, no? Troppo facile,

infatti, per la sapienza dell’uomo che cerca di complicare ogni cosa.

Paolo disse di questo principio “É per i Greci (o i sapienti del mondo) stoltezza e per i

Giudei (o coloro che cercano i segni) uno scandalo”; con il risultato che l’uomo continua a

camminare nell’oscurità invece che risvegliarsi all’essere che egli è. L’uomo ha venerato così

a lungo le immagini di sua creazione che, all’inizio, trova questa rivelazione blasfema, perché

segna la fine di tutte le sue precedenti credenze in un Dio separato da lui. Questa rivelazione

porterà alla consapevolezza che “Io e il padre mio siamo uno, ma il padre mio è più grande di

me”. Tu sei uno con la tua attuale concezione di te stesso, ma tu sei più grande di quello che

sei attualmente consapevole di essere.

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Prima che l’uomo possa trasformare il suo mondo, egli deve prima gettare il

fondamento: “IO SONO il Signore”. Ovvero la consapevolezza dell’uomo, la sua coscienza di

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essere è Dio. Fino a quando questa convinzione non è fermamente stabilita, in modo che

nessun’idea o tesi sostenuta da altri possa scuoterla, egli tornerà alla schiavitù delle sue

precedenti convinzioni. “Se non credete che IO SONO lui, morirete nei vostri peccati”. Cioè

continuerai ad essere confuso e contrastato fino a che non scopri la causa della tua confusione.

Quando avrai sollevato il figlio dell’uomo, allora saprai che IO SONO lui, ossia che io, John

Smith, non faccio niente di me, ma che il padre mio, cioè quello stato di coscienza con cui

sono adesso uno, compie le opere.

Quando ciò è compreso, ogni impulso e desiderio che sorge dentro di te troverà

espressione nel tuo mondo. “Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e

apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”. L’Io che bussa alla porta è il

desiderio.

La porta è la tua coscienza. Aprire la porta significa diventare uno con ciò che sta

bussando, SENTENDOSI di essere la cosa desiderata. Sentire il proprio desiderio come

impossibile significa chiudere la porta o negare l’espressione di questo desiderio. Innalzarsi

nella coscienza fino alla naturalezza della cosa sentita significa spalancare la porta ed invitare

questo desiderio ad incarnarsi.

Questo è il motivo per cui è costantemente riportato che Gesù lasciò il mondo della

manifestazione ed ascese al padre. Gesù, come me e te, trovava ogni cosa impossibile al Gesù

uomo. Ma avendo scoperto che suo Padre era lo stato di coscienza della cosa desiderata, egli

semplicemente si lasciò alle spalle la “coscienza di Gesù” e si innalzò nella coscienza allo

stato desiderato e si fissò in esso fino a che divenne un tutt’uno con esso. Quando si fece un

tutt’uno con quello, divenne quello nell’espressione.

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Questo è il semplice messaggio di Gesù all’uomo: gli uomini sono solo le vesti in cui

dimora l’essere impersonale, l’IO SONO, la presenza che gli uomini chiamano Dio. Ogni

veste ha certe limitazioni. Per trascendere queste limitazioni e dare espressione a ciò che,

come uomo John Smith, ti trovi incapace di fare, devi distogliere la tua attenzione dalle tue

attuali limitazioni, cioè dalle tue concezioni di te stesso, e fonderti nel sentimento di essere

quello che desideri. Nessun uomo sa come questo desiderio o nuova coscienza raggiunta si

incarnerà. Perché l’IO, la nuova consapevolezza raggiunta, ha vie che tu non conosci, e le sue

vie sono impenetrabili. Non speculare sul COME questa consapevolezza incarnerà sé stessa,

perché nessun uomo è abbastanza sapiente da conoscere il come; e le congetture sono la prova

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che non hai raggiunto la naturalezza di essere la cosa desiderata e quindi sei pieno di dubbi.

Ti viene detto: “Colui che manca di saggezza la chieda a Dio, che dona a tutti

generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data. Ma chieda lui senza dubitare, perché chi

dubita è come un'onda del mare che è agitata dal vento e spinta qua e là. E non pensi uno tale

che riceverà qualcosa dal Signore”. Puoi capire il perché di una tale affermazione, poiché una

cosa può essere stabilita solo sulla roccia della fede. Se tu non hai la consapevolezza della cosa,

non hai la causa o fondamento su cui la cosa è costruita.

Una prova che questa consapevolezza si è stabilita in te è data dalle parole “Grazie

padre”. Quando arrivi alla gioia del ringraziamento in modo che ti senti realmente grato per aver

ricevuto quello che ancora non è visibile ai tuoi sensi, nella tua coscienza sei definitivamente

diventato uno con la cosa per cui ringrazi. Dio (la tua consapevolezza) non si fa prendere in giro.

Tu ricevi sempre quello che sei consapevole di essere e nessun uomo ringrazia per qualcosa che

non ha ricevuto. “Grazie padre” non è una specie di formula magica, come viene usata da molti

oggi. Non devi mai pronunciare a voce alta le parole “Grazie, padre”. Nell’applicare questo

principio, quando ti elevi nella coscienza fino al punto in cui sei realmente grato e felice di aver

ricevuto la cosa desiderata, tu automaticamente gioisci e ringrazi interiormente. Hai già

accettato il dono, che prima che ti elevassi nella coscienza era solo un desiderio, e la tua fede è

adesso la sostanza che vestirà il tuo desiderio.

Questo innalzarsi nella coscienza è il matrimonio spirituale in cui due si accordano

sull’essere uno, e la loro immagine e somiglianza viene stabilita sulla terra.

“Perché qualsiasi cosa chiederete nel mio nome, quella cosa io darò a voi”. «Qualsiasi

cosa» è una misura piuttosto grande. È l’incondizionato. Non dice, se la società ritiene giusto o

sbagliato che tu chieda, essa ti spetta. La vuoi veramente? La desideri? Questo è tutto ciò che è

necessario. La vita te la darà se lo chiedi “nel suo nome”.

Il suo nome non è un nome che pronunci con le labbra. Potresti chiedere per sempre nel

nome di Dio o di Geova o di Gesù Cristo e chiederesti in vano. “Nome” significa naturalezza;

quindi quando chiedi nella naturalezza di una cosa, i risultati seguono sempre. Chiedere nel

nome significa elevarsi nella coscienza e diventare uno con la natura della cosa desiderata:

elevati nella coscienza fino alla naturalezza della cosa, e diventerai quella cosa nell’espressione.

Quindi “Qualunque cosa desideri, quando preghi, credi di averla ricevuta e la riceverai”.

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Pregare, come detto prima, è il riconoscimento, l’ingiunzione a credere che tu ricevi è

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prima persona, tempo presente. Questo significa che tu devi essere nella naturalezza delle cose

chieste prima di poterle ricevere.

Per entrare facilmente nella naturalezza è necessaria un’amnistia generale. Ci viene detto

“Perdonate se avete qualcosa contro qualcuno, cosicché anche il Padre vostro che è nei cieli vi

perdoni. Ma se voi non perdonate, neppure il Padre vostro vi perdonerà”. Potrebbe sembrare un

Dio-persona che si compiace o è scontento delle vostre azioni, ma non è così.

Poiché la coscienza è Dio, se trattieni nella coscienza qualcosa contro l’uomo, stai legando

quella condizione nel tuo mondo. Ma liberare l’uomo da ogni condanna equivale a liberare te

stesso, cosicché tu possa elevarti a qualsiasi livello necessario; non c’è dunque nessuna

condanna per quelli in Gesù Cristo.

Pertanto una pratica molto buona, prima di entrare nella tua meditazione, è di liberare

prima dal biasimo ogni uomo al mondo. Perché la LEGGE non è mai violata e tu puoi stare con

fiducia nella consapevolezza che la concezione che ogni uomo ha di sé sarà la sua ricompensa.

Quindi non devi preoccuparti di vedere se l'uomo ottiene o no quello che tu pensi dovrebbe

ottenere. Perché la vita non commette errori e dà sempre all'uomo ciò che l'uomo dà prima a sé

stesso.

Questo ci porta alla tanto abusata affermazione della Bibbia sulle decime (donazioni, ndt).

I maestri di tutti i tipi hanno schiavizzato l’uomo con questa storia delle decime. Non

comprendendo loro stessi la natura della decima e temendo di trovarsi in mancanza, hanno

portato i loro seguaci a credere che la decima parte del loro reddito dovesse essere donata al

Signore; intendendo chiaramente che quando si dona la decima parte del proprio reddito alla

loro particolare organizzazione, si sta donando questa “decima parte” al Signore (si sta

decimando). Ma ricordate che “IO SONO il Signore”. La tua consapevolezza di essere è il Dio a

cui doni e tu doni sempre nel modo che ho illustrato.

Perciò, quando affermi di essere qualcosa, hai donato quell’affermazione o qualità a Dio.

E la tua consapevolezza di essere, che è imparziale con le persone, tornerà a te pigiata, scossa e

traboccante con quella qualità o attributo che affermi per te stesso.

La consapevolezza di essere non è nulla che tu possa nominare. Affermare che Dio è

ricco, è grande, è amore, è onnisciente equivale a definire quello che non può essere definito.

Perché Dio è nulla a cui possa mai essere dato un nome.

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La donazione è necessaria e tu doni con Dio. Ma da adesso in poi dona all’unico Dio ed

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abbi cura di donargli le qualità che desideri esprimere come uomo, affermando di essere il

grande, il ricco, l’amorevole, il saggio.

Non chiederti il modo in cui esprimerai queste qualità o affermazioni, perché la vita ha

modi che tu, come uomo, non conosci. Le sue vie sono impenetrabili. Ma io ti assicuro che il

giorno in cui affermerai queste qualità fino al punto della convinzione, le tue affermazioni

saranno onorate. Non c’è niente di coperto che non sarà scoperto. Ciò che è pronunciato in

segreto sarà proclamato dai tetti. Ovvero le tue convinzioni segrete su te stesso, queste

affermazioni segrete di cui nessuno sa, se credute veramente saranno gridate dai tetti delle case

nel tuo mondo. Perché le tue convinzioni di te stesso sono le parole del Dio dentro di te, e queste

parole sono spirito e non possono tornare a te vuote ma devono compiere ciò per cui sono

inviate.

In questo momento tu stai richiamando dall’infinito quello che sei ora consapevole di

essere. E nessuna parola o convinzione mancherà di trovarti.

“IO SONO” la vite e voi siete i rami. La coscienza è la vite, e le qualità che sei ora

consapevole di essere sono i rami che nutri e mantieni in vita. Proprio come un ramo non ha vita

se non è radicato nella vite, così allo stesso modo le cose non hanno vita se tu non hai la

coscienza di esse. Proprio come un ramo avvizzisce e muore se la linfa della vite smette di fluire

verso di esso, così le cose nel tuo mondo spariscono se distogli da loro la tua attenzione, perché

la tua attenzione è la linfa vitale che mantiene in vita e sostiene le cose del tuo mondo.

Per dissolvere un problema che adesso ti sembra così reale, tutto quello che devi fare

è distogliere la tua attenzione da esso. Allontanatene nella coscienza, nonostante la sua

apparente realtà. Diventa indifferente e comincia a sentire che tu sei ciò che sarebbe la

soluzione del problema.

Per esempio, se tu fossi in prigione nessuno avrebbe bisogno di dirti che dovresti

desiderare la libertà. La libertà, o piuttosto il desiderio della libertà, sarebbe automatico. Quindi

perché guardare dietro le sbarre della tua cella? Distogli la tua attenzione dall’essere in prigione

e inizia a sentire che sei libero. SENTILO fino al punto in cui è naturale e, nel momento stesso

in cui lo fai, le sbarre di quella prigione svaniranno. Applica questo stesso principio a qualsiasi

problema.

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Ho visto persone indebitate fino alle orecchie applicare questo principio e, in un batter

d’occhio, debiti grandi come montagne erano spariti. Ho visto persone che i dottori avevano

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definito incurabili, distogliere l’attenzione dai loro problemi di salute e iniziare a sentirsi in

salute nonostante l’evidenza contraria dei sensi. In un attimo questo cosiddetto male incurabile è

svanito senza lasciare traccia.

La tua risposta a “Chi dici che IO SONO?” determina sempre la tua espressione. Fino a

quando sei consapevole di essere imprigionato, o malato, o povero, per tutto quel tempo

continuerai a manifestare, a esprimere queste condizioni.

Quando l’uomo riconosce di essere adesso quello che sta cercando ed inizia ad affermare

di esserlo, avrà la prova della sua affermazione. Questa indicazione ti è data nelle parole “Chi

cercate voi?”. E loro risposero: “Gesù”. E la voce disse: “Io sono lui”. Gesù qui significa

salvezza o salvatore. Tu stai cercando di essere salvato da quello che non è un tuo problema.

“Io Sono” è quello che ti salverà. Se sei affamato il tuo salvatore è il cibo. Se sei povero il

tuo salvatore è la ricchezza. Se sei imprigionato il tuo salvatore è la libertà. Se sei malato non

sarà un uomo chiamato Gesù a salvarti, ma la salute diventerà il tuo salvatore. Quindi afferma

“Io sono lui”; in altre parole sostieni di essere la cosa desiderata (Sono ricco, sono libero, sono

sano, ecc.). Affermalo nella coscienza, non a parole, e la coscienza ti premierà con la tua

affermazione. Ti viene detto: “Mi troverai quando SENTIRAI secondo me”. Bene, SENTITI

secondo quella qualità nella coscienza, fino a che SENTI di esserlo. Quando ti perdi nel

sentimento di essere quella qualità, quella qualità si incarnerà nel tuo mondo.

Sei guarito dal tuo problema quando tocchi la sua soluzione. “Chi mi ha toccato? Perché

sento la virtù che è uscita da me”. Sì, il giorno in cui toccherai questo essere dentro di te,

SENTENDOTI curato o guarito, le virtù usciranno dal tuo sé e si solidificheranno nel tuo

mondo come guarigioni.

È detto: “Voi credete in Dio, credete anche in me, perché io sono Lui”. Abbiate la fede di

Dio. “Egli si fece uno con Dio e trovò che non era un furto compiere le opere di Dio”. Vai e fa

altrettanto. Sì, inizia a credere che la tua consapevolezza, la tua consapevolezza di essere è Dio.

Afferma per te tutte le qualità che hai finora attribuito ad un Dio esterno, ed inizierai a

manifestare queste affermazioni.

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“Perché io non sono un Dio lontano. Io sono più vicino di mani e piedi, più vicino del tuo

stesso respiro”. Io sono la tua consapevolezza di essere. Io Sono quello in cui inizierà e finirà

tutto ciò che io sarò mai consapevole di essere. “Perché prima che il mondo fosse IO SONO; e

quando il mondo cesserà di essere, IO SONO; prima che Abramo fosse, IO SONO”. Questo IO

Page 15: Neville Goddard_Al Tuo Comando

SONO è la tua consapevolezza.

“A meno che il Signore costruisca la casa, essi lavorano invano per costruirla”. Poiché la

tua coscienza è “Il Signore”, a meno che ciò che cerchi non è prima stabilito nella tua coscienza,

tu faticherai inutilmente per trovarlo. Tutte le cose devono iniziare e finire nella coscienza.

Così benedetto davvero è l’uomo che ha fiducia in sé stesso, perché la fede dell’uomo in

Dio sarà sempre misurata dalla sua fiducia in sé stesso. Tu credi in Dio, credi anche in ME.

Non riporre la tua fiducia negli uomini, perché gli uomini riflettono l’essere che tu sei, e

possono solo portarti o farti quello che tu hai per primo fatto a te stesso.

“Nessun uomo mi toglie la vita, la depongo io”. Io ho il potere di deporla e il potere di

riprenderla di nuovo.

A prescindere da ciò che succede a un uomo in questo mondo, non è mai un incidente. Si

verifica sotto la guida di una Legge esatta e immutabile.

“Nessun uomo” (manifestazione) “viene a me tranne che se il padre dentro di me l’attira”

e “Io e il padre mio siamo uno”. Credi in questa verità e sarai libero. L’uomo ha sempre

incolpato gli altri per quello che è, e continuerà a farlo fino a che scopre di essere lui la causa di

tutto. IO SONO viene non per distruggere ma per realizzare. IO SONO, la consapevolezza

dentro di te, non distrugge nulla ma sempre riempie gli stampi o le concezioni che uno ha di sé

stesso.

Per l’uomo povero è impossibile trovare la ricchezza in questo mondo, a prescindere da

quanto ne sia circondato, se prima non afferma di essere ricco. Perché i segni seguono, non

precedono. Recalcitrare e lamentarsi costantemente contro le limitazioni della povertà

rimanendo poveri nella nostra coscienza, equivale a giocare al gioco dello sciocco. I

cambiamenti non possono avere luogo da quel livello di coscienza, perché la vita manifesta

sempre tutti i livelli.

Segui l’esempio del figliol prodigo. Riconosci che tu stesso hai creato questa condizione

di spreco e mancanza e prendi la decisione dentro di te di innalzarti ad un livello più elevato

dove il vitello grasso, l’anello e la tunica aspettano la tua rivendicazione.

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Non ci fu condanna del figliol prodigo quando egli ebbe il coraggio di affermare come sua

quest’eredità. Gli altri ci condanneranno solo fino a che noi continuiamo a condannare noi

stessi. Pertanto “Felice è l’uomo che non condanna sé stesso in ciò che permette”. Perché per la

vita niente è condannato, tutto viene espresso.

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Alla vita non importa se tu ti consideri ricco o povero, forte o debole, ma ti ricompenserà

eternamente con quello che tu dichiari vero di te stesso.

Il giudizio di giusto o sbagliato appartiene solo all’uomo. Per la vita non esiste niente di

giusto o sbagliato. Come Paolo affermò nelle lettere ai Romani: “Io so e sono persuaso dal

Signore Gesù che non c'è nulla impuro di per sé, ma per colui che giudica qualcosa impura, per

lui è impura”. Smetti di chiederti se meriti o sei indegno di ricevere quello che desideri. Tu,

come uomo, non crei il desiderio. I tuoi desideri sono sempre modellati dentro di te a causa di

ciò che ora affermi di essere.

Quando un uomo è affamato egli (senza pensare) automaticamente desidera il cibo.

Quando è imprigionato, automaticamente desidera la libertà, e così via. I tuoi desideri

contengono in loro il piano dell’auto-manifestazione.

Quindi lascia tutti i giudizi fuori dell’immagine, innalzati nella coscienza al livello del tuo

desiderio e diventa uno con questo, affermando che è già adesso come desideri. Perché: “La mia

grazia ti basta. La mia forza è resa perfetta nella debolezza”.

Abbi fede in quest’affermazione invisibile fino a che nasce dentro di te la convinzione che

è così. La tua fiducia in questa affermazione ti ricompenserà grandemente. Solo un po' di tempo

ed essa, la cosa desiderata, arriverà. Ma senza fede è impossibile realizzare niente. Per mezzo

della fede i mondi sono stati formati, perché “la fede è la sostanza delle cose in cui si spera, la

prova delle cose che ancora non si vedono”.

Non essere ansioso o preoccupato dei risultati; essi seguiranno altrettanto

sicuramente di quanto il giorno segue la notte.

Considera tutti i tuoi desideri come le parole parlate di Dio, ed ogni parola o desiderio

come una promessa. La ragione per cui molti di noi mancano di realizzare i loro desideri è

perché li condizioniamo costantemente. Non condizionare il tuo desiderio. Accettalo proprio

come ti viene. Ringrazia per esso fino al punto in cui sei grato per averlo già ricevuto, e poi

vai per la tua strada in pace.

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Tale accettazione del tuo desiderio è come piantare semi fertili in un terreno preparato.

Perché quando puoi far cadere nella coscienza la cosa desiderata, fiducioso che apparirà, avrai

fatto tutto ciò che spetta a te. Ma essere preoccupato di COME il tuo desiderio maturerà,

equivale a trattenere questi semi fertili in una morsa mentale e, quindi, a non averli mai piantati

nel suolo della fiducia.

Page 17: Neville Goddard_Al Tuo Comando

La ragione per cui gli uomini condizionano1 i loro desideri è che giudicano costantemente

dall’apparenza di come sono e vedono le cose come reali, dimenticando che l’unica realtà è la

coscienza dietro di loro.

Vedere le cose per reali significa negare che tutte le cose sono possibili a Dio. L’uomo

incarcerato, che vede le sue quattro mura come reali, sta automaticamente negando il desiderio o

la promessa di libertà del Dio dentro di lui.

Una domanda posta spesso quando si fa questa affermazione è: «Se il proprio desiderio è

un dono di Dio, come puoi dire che se uno desidera uccidere un uomo, un tale desiderio è buono

e quindi mandato da Dio?» In risposta a questo lasciatemi dire che nessun uomo desidera

ucciderne un altro. Quello che egli desidera è essere liberato da quell’uomo. Ma poiché egli non

crede che il suo desiderio di essere libero da quella persona contiene in sé il potere della libertà,

egli condiziona il desiderio (pensa al come, ndt) e vede la distruzione di quell’uomo come

l’unico modo per manifestare quella libertà, dimenticando che la vita, avvolta dall’energia del

desiderio, ha vie che egli, in quanto uomo, non conosce. Le sue vie sono impenetrabili. Quindi

l’uomo distorce i doni di Dio attraverso la sua mancanza di fiducia.

I problemi sono le montagne che possono essere spostate se uno ha una fede piccola anche

come un granello di senape. Gli uomini affrontano i loro problemi come quella vecchia signora

che, partecipando alla messa e sentendo il prede dire “Basterebbe una fede piccola come un

granello di senape, e potreste dire a quella montagna: "Spostati!" e sarebbe rimossa. Niente vi

sarebbe impossibile”. Quella sera, recitando le preghiere, la donna citò questo brano della

Bibbia e si mise nel letto con quella che pensava fosse fede. Alzandosi al mattino si precipitò

alla finestra ed esclamò: “Lo sapevo che la vecchia montagna sarebbe ancora stata lì”.

Perché questo è il modo in cui l’uomo affronta i suoi problemi. Egli è consapevole che

continueranno a presentarglisi. E, poiché la vita è imparziale con le persone e non distrugge

nulla, continua a mantenere in vita quello che egli è consapevole di essere.

Le cose svaniranno solo quando l’uomo cambia nella coscienza. Negalo se vuoi, ma

rimane un fatto che la coscienza è l’unica realtà e le cose rispecchiano solamente quello che tu

sei nella coscienza. Quindi lo stato paradisiaco che stai cercando lo troverai solo nella coscienza,

perché il regno dei cieli è dentro di te. Poiché la volontà del cielo è sempre fatta sulla terra, tu

stai vivendo oggi nel paradiso che hai stabilito dentro di te. Perché il tuo paradiso si rivela qui

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1 condizionare: stabilire il modo, le condizioni a cui la cosa si avvererà

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sulla terra. Il regno dei cieli è davvero a portata di mano. ORA è il tempo accettato. Quindi crea

un nuovo paradiso, entra in nuovo stato di coscienza e apparirà una nuova terra.

“Le cose di prima svaniranno. Esse non saranno ricordate né verranno più in mente.

Perché ecco, Io”(la tua coscienza) “vengo rapidamente e la mia ricompensa è con me”.

Io sono senza nome, ma prenderò su di me ogni nome (natura) con cui mi chiamerai.

Ricorda che sei tu stesso, quello che definisco “me”. Quindi ogni concezione che tu hai di te,

ossia ogni convinzione profonda che tu hai di te stesso, è quello che apparirà come espressione,

perché IO non SONO ingannato, Dio non è preso in giro.

Ora voglio insegnarvi l'arte della pesca. È narrato che i discepoli avevano pescato tutta la

notte e non avevano preso nulla. Allora Gesù arrivò sulla scena e disse loro di gettare le reti

ancora una volta, nelle stesse acque che solo un attimo prima erano vuote - e questa volta le loro

reti scoppiavano con il pescato.

Questa storia si svolge nel mondo di oggi proprio dentro di te, il lettore. Perché tu hai

dentro di te tutti gli elementi necessari per andare a pesca. Ma finché non scopri che Gesù Cristo

(la tua consapevolezza) è il Signore, pescherai, come fecero questi discepoli, nella notte

dell’oscurità umana.

Pescherai cioè COSE, pensando che le cose siano reali, e pescherai con l'esca umana, che

è lotta e sforzo, cercando di entrare in contatto con questo e quello, cercando di costringere

questa persona o l’altra, e tutto questo sforzo sarà vano. Ma quando scopri che la tua

consapevolezza di essere è Gesù Cristo, lascerai che egli guidi la tua pesca. E pescherai nella

coscienza le cose che desideri. Perché il tuo desiderio sarà il pesce che prenderai e, poiché la tua

coscienza è la sola realtà vivente, pescherai nelle profonde acque della coscienza.

Se pescherai quello che è al di là delle tue attuali capacità, dovrai lanciarti in acque ancora

più profonde, perché dentro la tua coscienza attuale un tale pesce o desiderio non può nuotare.

Per tuffarti in acque ancora più profonde, devi lasciarti alle spalle tutto ciò che è ora il tuo

problema o limitazione attuale, DISTOGLIENDO LA TUA ATTENZIONE da esso. Volta

completamente la schiena a ogni problema e limitazione che adesso possiedi.

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Indugia solo nell’essere, ripetendo dentro di te “IO SONO, IO SONO, IO SONO”.

Continua ad affermare a te stesso che semplicemente sei. Non condizionare questa affermazione

(con qualche aggettivo o qualità, ndt), solo continua a SENTIRE che sei e, senza preavviso,

scoprirai che hai lasciato andare l’ancora che ti legava ai fondali bassi dei tuoi problemi e che

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stai prendendo il largo.

Questo esercizio è solitamente accompagnato da una sensazione di espansione. Ti

SENTIRAI espandere, come se stessi effettivamente crescendo. Non spaventarti, perché il

coraggio è necessario. Non morirai a niente, se non alle tue precedenti limitazioni, perché queste

vivono solo nella tua coscienza. In questa coscienza profonda o espansa scoprirai di essere un

potere di cui non avevi mai sognato prima.

Le cose che desideravi prima di spingerti fuori dalle coste delle tue limitazioni, sono il

pescato che catturerai in questa profondità. Poiché hai perduto ogni coscienza dei tuoi problemi

e barriere, è ora la cosa più facile del mondo SENTIRTI che sei uno con le cose desiderate.

Dal momento che IO SONO (la tua coscienza) è la resurrezione e la vita, devi unire questo

potere resuscitante che sei alla cosa desiderata, se vuoi farla apparire e vivere nel tuo mondo.

Adesso inizia ad assumere la natura della cosa desiderata sentendo “Io sono ricco”, “Io sono

libero”, “Io sono forte”. Quando questi SENTIMENTI sono fissati dentro di te, il tuo essere

senza forma prenderà su di sé le forme delle cose sentite. Tu diventi “crocifisso” (inchiodato,

ndt) ai sentimenti di ricchezza, libertà e forza. Rimani sepolto nell’immobilità di queste

convinzioni. Allora, come un ladro nella notte e quando meno te lo aspetti, queste qualità

resusciteranno nel tuo mondo come realtà viventi.

Il mondo ti toccherà e vedrà che sei di carne e sangue, perché inizierai a portare frutti della

natura di queste qualità di cui ti sei appena appropriato. Questa è l'arte del pescare con successo

per le manifestazioni della vita.

La realizzazione positiva della cosa desiderata ci è raccontata anche nella storia di Daniele

nella fossa dei leoni. È narrato che Daniele, mentre si trovava nella fossa dei leoni, voltò le

spalle ai leoni e guardò verso la luce che veniva dall’alto, che i leoni rimasero impotenti e che la

fede di Daniele in Dio lo salvò.

Questa è anche la tua storia e anche tu devi fare come Daniele. Se ti trovassi in una fossa

di leoni. non avresti altra preoccupazione che i leoni. Non penseresti a nessun altra cosa tranne

che al tuo problema, cioè i leoni. Eppure ti viene detto che Daniele voltò loro la schiena e

guardò verso la luce che era il suo Dio. Se seguissimo l’esempio di Daniele dovremmo, mentre

siamo imprigionati nella fossa della povertà, della malattia, ecc., distogliere l’attenzione lontano

dai nostri problemi di debiti o altro e fissare l’attenzione sulla cosa che cerchiamo.

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Se nella coscienza non guardiamo indietro ai nostri problemi ma continuiamo con fede,

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credendoci di essere quello che cerchiamo, anche noi troveremo le mura della nostra prigione

aperte e la cosa ricercata, qualunque essa sia, realizzata.

Ci è narrata anche un’altra storia, della vedova e delle tre gocce d’olio. Il profeta chiese

alla vedova: “Cosa hai nella tua casa?” e lei rispose: “Tre gocce d’olio”. Egli allora le disse:

“Va a farti prestare dei recipienti. Chiudi la porta dopo che sei tornata a casa e comincia a

versare”. E lei versò le tre gocce d’olio nei recipienti presi in prestito, e li riempì fino a colmarli,

e rimase anche dell’olio.

Tu, il lettore, sei questa vedova. Non hai un marito a fecondarti o a renderti fertile, perché

una “vedova” equivale ad uno stato arido. La tua consapevolezza è ora il Signore o profeta che è

diventato tuo marito.

Segui l’esempio della vedova che invece di riconoscere un vuoto o un nulla, riconobbe il

qualcosa, tre gocce d’olio. Pertanto il comando datole “Vai dentro e chiudi la porta”, sarebbe

chiudi la porta dei sensi che ti dicono della vuotezza, dei debiti e dei problemi. Quando hai

completamente distolto la tua attenzione, chiudendo fuori l’evidenza dei sensi, inizia a

SENTIRE la gioia (simboleggiata dall’olio) di aver ricevuto le cose desiderate. Quando

l’accordo è stabilito dentro di te, in modo che tutti i dubbi e le paure sono svaniti, allora anche tu

riempirai i recipienti vuoti della tua vita e il poco sarà inondato dall’abbondanza.

Il riconoscimento è il potere che fa apparire le cose nel mondo. Ogni stato che tu hai

riconosciuto, lo hai incarnato. Quello che stai riconoscendo come vero per te stesso oggi è

quello che stai sperimentando. Pertanto sii come la vedova e riconosci la gioia, non importa

quanto siano piccoli gli inizi del riconoscimento, e sarai ricompensato generosamente perché il

mondo è uno specchio ingrandente, che magnifica ogni cosa che sei consapevole di essere.

“IO SONO il Signore Dio, che ti ha portato fuori dalla terra d’Egitto, fuori dalla casa della

schiavitù; non avrai altri dei davanti a me”. Che gloriosa rivelazione, la tua consapevolezza ora

ti è rivelata come il Signore tuo Dio! Avanti, risvegliati dal tuo sogno di essere imprigionato.

Riconosci che la terra è tua “e la sua pienezza, il mondo, e tutto ciò che vi dimora”.

Sei diventato talmente invischiato nella credenza che sei un uomo, che hai dimenticato il

glorioso essere che tu sei. Adesso che la tua memoria è stata ripristinata, DECRETA

all’invisibile di apparire e esso APPARIRÀ, perché tutte le cose sono obbligate a rispondere alla

Voce di Dio, la Tua consapevolezza di essere; il mondo è AL TUO COMANDO!