NeP edizioni · frequentare un corso di strumentale basico alla scuola mili-tare di Alghero (1966)....

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NeP edizioni

a cura diGiuseppe Dionisi

CON IL CUORE FRA LE NUVOLE

Foto in Iª di copertina di Giuseppe Dionisi. Le hostess Alitalia ritratte nella foto in IVª di copertina sono Nicoletta Castrignani e Romana Benozzo.

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I edizione: luglio 2015

LA COLLANA

ALITALIA FOREVER si propone di mantenere viva la memoria storica della nostra Compagnia di ban-diera a salvaguardia dei valori morali, etici e profes-sionali che l’hanno caratterizzata, con lo scopo di metterli al servizio delle giovani generazioni.

Come in una grande famiglia, ognuno può libera-mente ritrovarsi e condividere emozioni, informa-zioni e iniziative nello spirito di un comune senso d’appartenenza.

Il Direttore della CollanaGiuseppe Dionisi

1954 Locandina

ODE DI UN AVIATORE

Stelle lucenti, compagne nelle notti, eravate attente e costanti nel seguire la mia rotta.

Ma tra voi ve n’era una che col suo singolare splendore faceva svanire le mie ansie, i miei pensieri.

E la sua forza piegava il mio volere.

Fa’ Dio, mio Signore, che nel mio ultimo viaggio io possa raggiungerla e danzare con essa.

Vittorino Santaniello

Con il cuore fra le nuvole

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1961 Aeroporto Leonardo da Vinci

PREFAZIONEAlessandro Palmieri

“Con il cuore fra le nuvole” nasce sulla scia del successo ot-tenuto dal “Premio Alitalia Forever”, manifestazione cultu-rale articolata in quattro sezioni (narrativa, poesia, pittura, fotografia) che ha riscosso una notevole partecipazione di concorrenti con numerosi lavori presentati.Il curatore della presente pubblicazione ha voluto rendere omaggio alle opere proposte con l’inserimento di testimo-nianze riportate dal personale della Compagnia di bandiera, la vecchia e amata ALITALIA Linee Aeree Italiane.Idealmente questa narrazione rappresenta un aereo in volo.Decolla con i ricordi di Fiorenza de Bernardi, che è stata la prima donna comandante di linea italiana;raggiunge la sua quota di crociera con il racconto denuncia di Gino Foresti “Crew incapacitation”, con le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle esperienze a bordo di ae-rei Alitalia, con i versi di chi ama la poesia, con i pennelli e le matite di artisti “grandi” e “piccoli” (i termini si riferiscono ovviamente non all’altezza ma all’età dei partecipanti);e infine compie un atterraggio sicuro in aeroporto con il racconto “I veri eroi” di Giuseppe Dionisi, che parla di un giovane di virtù specchiata, uno zio omonimo dell’autore.È un itinere a volte scosso da turbolenza estrema, ma che si conclude, fortunatamente, nel migliore dei modi.

Buon viaggio

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Foto di Giuseppe Dionisi

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Testimonianze

IL MIO PRIMO VOLO DA SOLAFiorenza de Bernardi

Avevo cominciato a volare con mio padre* così per curiosità poiché la mia vera passione era la montagna e pensavo, an-dando a scuola, che un giorno, finiti gli studi, avrei compra-to una baita in Val Gardena, avrei venduto birra e salcicce e non sarei più scesa nella confusione di una città.Durante i primi voli mio padre mi copriva alcuni strumenti, o l’altimetro o l’indicatore di velocità, perché voleva che io mi regolassi ad atterrare anche se uno di questi fosse andato in avaria. Inoltre dovevo imparare ad uscire da una vite nel caso ci fossi andata involontariamente.Ho sempre ricordato i sani principi di mio padre come quello di tagliare i tratti di mare direttamente da un punto ad un altro perché, o si vola sulla costa o si deve ridurre al massimo il tempo di volo sull’acqua in previsione di una possibile piantata di motore; il volare come tanti fanno sul mare guardando la costa da lontano ti da una sicurezza psi-cologica sbagliata; tanto se devi ammarare, alla terra ferma non ci arriverai mai a nuoto.Io fremevo perché avrei voluto decollare da sola e un giorno dissi a mio padre: “Vado a fare un volo con il Comandante Morici” - istruttore della Società Alica. Invece montai sull’ FL3, detti manetta e partii per il mio primo volo da sola.Un falco veleggiava sotto di me.

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Bellissimo con le sue ali spiegate nel cielo azzurro dell’Ae-roporto dell’Urbe ed io ero sopra di lui!Il rombo del piccolo aereo mi teneva compagnia e l’emozio-ne di volare, finalmente da sola, era grande. Da quel momento sapevo che avrei volato ancora, che quella passione che non ti lascia più era entrata in me con tutto l’entusiasmo dei miei vent’anni, ma non immaginavo che avrei volato ben 35 anni della mia vita e che sarei diventata la prima donna pilota di linea italiana e poco dopo la prima Comandante.Dopo un atterraggio perfetto pensai a cosa avrebbe detto mio padre... Si sarebbe arrabbiato? Fu felice. Gli avevo però tolto quel momento nel quale l’istruttore de-cide di scendere dall’aereo e spedire l’allievo da solo. Sempre un momento di preoccupazione. A casa ammiccò alla mamma per farle capire che era sod-disfatto di me. Quel mio decollo avvenne il 21 luglio 1951, quando si volava senza radio e si attendava il razzo verde per poter atterrare.

* Mario de Bernardi: uno degli ultimi cavalieri del cielo degli assi del-la 91a Squadriglia Caccia, quella di Francesco Baracca. A Norfolk nel 1926 vince la coppa Schneider. È il primo pilota a superare il “muro” dei 500 km/h. Ha trionfato in gare di alta acrobazia, collaudato tanti tipi diversi di velivoli e volato nel 1941 con il primo aeroplano a reazio- ne italiano (Campini-Caproni). Pluridecorato. Al Comandante De Ber-nardi è dedicato l’aeroporto militare di Pratica di Mare.

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PRIMA DONNA COMANDANTE DI LINEA ITALIANA

Fiorenza de Bernardi

Quando cominciai a volare nel 1951 con mio padre su un piccolo aereo da turismo, non avevo speciali progetti per il futuro. Durante i primi anni volai per sport facendo competizioni in Italia e in altri paesi europei, spesso in coppia con Gra-ziella Sartori. Ebbi anche la fortuna di diventare il copilota di un amico di mio padre, il sig. Robert Goemans, rappresentante della Piper in Europa e Africa di quel periodo. Approfittai del permesso che l’Aeronautica Militare dette ad alcuni civili (già con una certa esperienza collaudata) per frequentare un corso di strumentale basico alla scuola mili-tare di Alghero (1966). Presi lezioni da istruttori dell’Alitalia e, dopo aver superato gli esami di navigazione, aerotecnica, meteorologia, medici-na aeronautica ecc., ottenni il brevetto di pilota commerciale. Così potei essere assunta dall’Aeralpi nel gennaio 1967 di-venendo la prima pilota di linea in Italia (e quarta nel mon-do). I piloti della Aeralpi mi osservavano con diffidenza ma poi divennero i miei sostenitori e grandi amici. Con Aeralpi facevamo Cortina, estate e inverno con il bi-motore canadese “Twin Otter”.Abbiamo anche volato per Alitalia con biglietti AZ e pas-seggeri AZ che spesso chiedevano, per il volo successivo, di

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volare ancora con me. Quindi sono la prima pilota ad aver volato per la Compa-gnia di bandiera, che però non si decideva a fare un contrat-to regolare ad una donna. Nel 1969 fui assunta da Aertirrena e divenni la prima Co-mandante donna in Italia. Facevamo voli taxi, una delle attività più complete perché cambi itinerari e nuove rotte da un momento all’altro. In questo periodo fui spedita a Mosca per un corso sul jet: lo YAK 40, un trimotore russo che divenne la mia seconda casa; tre motori, capace di atterrare anche su neve e terra battuta. Il proprietario di Aertirrena ne comprò tre con base Firenze Peretola. Facevamo linee regolari, charter e voli dimostrativi come quello in Australia, dove siamo stati un mese intero percor-rendola in lungo e in largo. Fu un viaggio interessantissimo anche lungo il percorso per arrivarci: India, Afganistan, Kuala Lumpur, Bali, Timor…Abbiamo volato anche come Olympic in Grecia portando i loro passeggeri da Atene alle isole dell’Egeo. Le linee regolari da Firenze erano per Roma, Milano, Bo-logna, Albenga. Anni prima ero anche diventata Pilota di volo a vela, uno sport davvero affascinante, poi, negli anni dei voli di linea, feci anche il corso di volo in montagna diventando la pri-ma pilota donna in Italia con licenza di Pilota di ghiacciai, un’esperienza incredibile. Tutto questo lo devo ai miei genitori, ai quali sarò sempre

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grata per la libertà delle mie scelte. Fin da ragazza ho potuto fare campeggi con gli amici, roccia e sci in montagna, e poi i miei voli in un modo diverso e particolare. Nel 1980 ottenni di fare un corso con l’Alitalia sul DC-8, un grosso quadrimotore utilizzato sulle rotte intercontinentali. Con Aeral da Fiumicino volavo per l’America e l’Africa. Quando questa nuova società dovette chiudere tornai sullo Yak 40 (Cadabo) fino a quando ebbi un terribile incidente in automobile. Questo, purtroppo, mi costrinse ad andare in pensione un paio di anni prima del previsto. Ho fondato l’Associazione Pilote Italiane, diventata ora As-sociazione Donne dell’Aria (ADA) della quale fanno parte anche le paracadutiste, direttori di aeroporti e tutte le donne che fanno parte dell’aviazione. Sono stata vice-presidente della Federazione Pilote Euro-pee e membro delle 99 (un’associazione alla quale appar-tengono tutte le pilote del mondo) e dell’ISA (Associazione Internazionale delle Pilote di Linea).

Il 26 marzo 2011 il Presidente della Repubblica Giorgio Na-politano ha insignito Fiorenza de Bernardi all ’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana.

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1951 - Fiorenza de Bernardi con il padre Mario al primo volo da sola

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