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Neoclassicismo e Romanticismo

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Neoclassicismo e

Romanticismo

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Neo-classicismo e Romanticismo Neo-classicismo : analisi logica della realtà, e conoscenza scientifica e razionale delle varie parti che la compongono. Comprensione del sentimento tramite la ragione.

Romanticismo: il sentimento è il campo di espressione della libertà assoluta, oggetto della creazione artistica, ribellione alle regole, estremo individualismo e Ragione intese come ordine, convenzione, legge.

Jean Hippolyte Flandrin

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NEOCLASSICISMO ROMANTICISMO

Il Neoclassicismo ha come base teorica il razionalismo illuminista.

Il Romanticismo esalta il sentimento, l’immaginazione, il fantastico e il misterioso, la sensibilità personale e la malinconia, rifiutando il razionalismo e la perfezione delle forme proprie del Neoclassicismo.

Si fa promotore del ritorno all’ordine, alla proporzione, all’equilibrio, ispirandosi ai modelli della classicità greca e romana: l’opera d’arte è espressione del bello ideale.

Si abbandonano i soggetti religiosi e l’esaltazione dei potenti, mentre il paesaggio diventa uno dei temi preferiti per rappresentare emozioni, passioni, sogni.

Timore del presente e conseguente rifiuto dei suoi aspetti più veri e concreti. Si fa spesso riferimento alla storia classica, i cui valori civici vengono presi a modello.

Timore del presente e del conseguente rifiuto dei suoi aspetti più veri e concreti. I Romantici si rifugiano nella spiritualità del Medioevo, visto come periodo di origine dei sentimenti e dell’orgoglio nazionale.

L’uomo neoclassico si sforza di rimanere estraneo alla natura e di indagarne razionalmente le caratteristiche al fine di padroneggiarla, negandole volutamente qualsiasi valore poetico ed espressivo.

L’uomo romantico si sente parte integrante della natura e vi si immerge profondamente, personalizzandola e modificandola in funzione dei propri stati d’animo e delle proprie necessità espressive.

Il neoclassicismo imposta la pratica artistica sulle regole e sul metodo.

il romanticismo rivalutava l’ispirazione ed il genio individuale.

È uno stile internazionale, ed in ciò rifiuta le espressioni locali considerandole folkloristiche, ossia di livello inferiore.

È un movimento che si presenta con caratteristiche differenziate da nazione a nazione.

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Il neo-classicismo è stato uno stile di carattere internazionale, diffuso in Europa all'incirca tra la metà d e l S e t t e c e n t o e i p r i m i dell'Ottocento, concludendosi con la caduta di Napoleone, nel 1815. ed approdato anche oltre oceano, nei nascenti Stati Uniti. Ha a c c o m p a g n a t o i g r a n d i rivolgimenti storici e sociali del secolo: la Rivoluzione Americana del 1776, la Rivoluzione Francese d e l 1 7 8 9 e l a R ivo l u z i o n e industriale . Appartiene soprattutto alla pittura, alla scultura e all'architettura, ma abbraccia anche la moda, l'arredamento, le arti minori e fuori dalle arti visive trova un importante spazio anche nella musica e nella poesia. J.A.D. Ingres. Mademoiselle Caroline

Rivière. 1806. Olio su tela. Parigi, Louvre.

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Il “Bello” neoclassico

Johann Joachim Winckelmann, dipinto da Anton von Maron, 1768

Secondo il neoclassico Johann Joachim Winckelmann il bello si trova nella "nobile semplicità" e nella "quieta grandezza", esso è "come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata sia la superficie"

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Per gli illuministi la natura era regolata da un complesso di leggi e fenomeni che l'uomo poteva comprendere grazie all'uso della ragione. In campo estetico venivano quindi ignorati tutti gli aspetti del reale che aprivano spiragli su dimensioni ancora sconosciute e che, sfuggendo agli schemi razionali, venivano ritenute inquietanti. .

Scaramuzza Francesco, Amore e Psiche, 1833, Galleria Nazionale, Parma

Il sentimento della natura secondo il neo-classicismo

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Nei suoi libri principali, le Considerazioni sull'imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura, del 1755 e la sua Storia dell'arte dell'antichità, del 1764, Winckelmann, fissò i principi del Neoclassicismo. Il concetto di bello ideale è l'aspetto centrale del suo pensiero, fondato su: •  una particolare reinterpretazione dell'arte classica, ritenuta come esempio

di perfezione assoluta e assunta come modello; •  la "nobile semplicità e quieta grandezza", che si contrappone agli eccessi e

alle irregolarità del Barocco e del Rococò; •  la "grazia" intesa come armonia, equilibrio e "gradevolezza secondo

intelletto”; •  l'arte intesa come espressione di valori morali e stimolo al miglioramento

etico della società.

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La "Quieta grandezza” riufiuta qualsiasi conflitto interiore.

Per Winckelmann come per Schlegel e Goethe, l'uomo greco non soffriva dell'antitesi fra mondo finito e mondo infinito che affliggeva l'uomo moderno.

Quindi la "quieta grandezza" era la capacità di attingere alla perfezione del proprio mondo interiore, dove le passioni erano frenate ed esisteva un perfetto appagamento della condizione limitata dell'essere umano.

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"La statua di Apollo rappresenta l'ideale più alto dell'arte tra tutte le opere dell'antichità che sono sfuggite alla distruzione". (Johann Joachim Wickelmann) L’Apollo del Belvedere è un’opera marmorea romana di età imperiale, II° secolo d.C., copiata da un originale bronzeo greco del IV°secolo a.C. attribuibile con probabilità all'attico Leochares, collaboratore di Scopas e di Lisippo.

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Il bello secondo gli antichi greci, è legato all’ordine, alla misura, alla regolarità geometrica ed è il frutto della capacità umana di immaginare e realizzare forme perfette. “Presso i Greci, la natura umana era autosufficiente e non aspirava ad altra perfezione che non fosse quella realmente raggiungibile con le proprie forze […]. Nella prospettiva cristiana tutto si è capovolto […]. La poesia degli antichi era poesia del possesso, la nostra della nostalgia" (Schlegel)

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A.Canova, Ritratto di Paolina Borghese

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J.L.David, Il giuramento degli Orazi (1784)

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J.L.David (1800-01)

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Il Romanticismo “Il poeta comprende la natura meglio che lo

scienziato” (Novalis)

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Uomo e natura

Per i romantici esiste una verità più profonda di quella che può indagare la scienza.

La si può raggiungere non con il metodo o lo studio, ma con la intuizione e la sensibilità

"Jeune homme nu assis au bord de la mer", 1855. Olio su tela, 98x115 cm. Parigi, Musée du Louvre.

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A cavallo tra le due epoche troviamo questo quadro: ed ecco allora che questa immagine diventa l’icona di un uomo che tende verso la forma primordiale del cerchio, che tende a risolversi nella natura, quando dietro di lui si apre il baratro, la sopraffazione che aleggia tra le piatte distese del mare, intervallate da crepacci in cui non si scorge una nuova primavera, ma solo un piattume disumano, amorfo, contro cui bisogna ricominciare a lottare.

von Gloeden "Caino", 1902

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Yves Saint-Laurent (1998).

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Il sentimento della natura La natura è il luogo in cui l'anima può dare sfogo alla propria malinconia e i fenomeni più interessanti sono proprio quelli che esulano dalla norma, mettendo l'individuo in contatto con una dimensione superiore, che non può essere percepita con l'aiuto della ragione ma solo abbandonandosi ai sensi e alla fantasia.

Joseph Mallord William Turner

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Fussli, L’incubo

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Friederich, Abbazia nel querceto (1809 – 1810)

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Friederich, Due uomini davanti alla luna (1819)

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Il sentimento della natura

Il "bello" coincide allora col “sublime” sia esso un paesaggio sconvolto dalla furia degli elementi (si pensi alla situazione descritta da Leopardi nell'Ultimo canto di Saffo) o l'uomo perseguitato da una sorte ineluttabile (come nel caso di Ulisse "bello di fama e di sventura" nel sonetto A Zacinto di Foscolo).

Tormenta di neve: Annibale ed il suo

esercito attraversano le Alpi.

1812, olio su tela, 146x237,5 cm, Tate

Gallery, Londra

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Friederich, Il mare di ghiaccio (1824)

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Individualismo A differenza della ragione, che lo accomuna agli altri, il sentimento distingue l’uomo come essere unico e irripetibile, legato alla natura, alla tradizione, alla storia, ma da esse emergente con una propria libertà spirituale, una propria tensione verso l’infinito e una propria originalità che se, a volte, lo pongono in contrasto drammatico con la società, rappresentano tuttavia la sua dignità autentica e la sua ragione d’essere vera.

Gericault, Alienata con la monomania dell’invidia. 1822-23, olio su tela, 72x58 cm, Lione, Musèe des

Beaux.Arts

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Ma il Romanticismo racconta anche la disfatta dell’ideale l’incombere della morte negli atti della vita, cogliendo nello stesso volto, nello stesso corpo, nella stessa situazione gli elementi contrastanti della grandezza e della decadenza, della nobiltà e della depravazione, del bello e del brutto, cioè la vita nella sua contraddittorietà e nella sua precarietà: è il rifiuto morale della concezione classico-cristiana dell’arte come catarsi.

Gericault, Teste di giustiziati 1817-20, olio su tela, 50x61 cm, Stoccolma, Nationalmuseum

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L’individuo romantico ci appare, a volte, immerso in

una tragica solitudine, anelante a infrangere ogni

barriera, nella ricerca d’una impossibile comunione con

l’infinito; a volte, anelante ad essere espressione esemplare

dell’anima d’un popolo, ad affermarne i supremi ideali fino al totale sacrificio di sé.

Johann Heinrich Füssli - Il silenzio - 1799-1801

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Friederich, Viandante nel mare di

nebbia (1818)

((La natura) … suscita più facilmente le idee del sublime quando in lei domina il caos, il disordine e la devastazione più selvaggi, purché si manifestino grandezza e potenza.

(Immanuel Kant)

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E. Burke nel 1756, affermò che il bello e il sublime sono tra loro opposti. Il sublime non nasce dal piacere della misura, dell’ordine e della forma bella dell'oggetto, ma ha la sua radice nei sentimenti di paura, di sgomento, di smarrimento suscitati dall’infinito, dalla dismisura, da “tutto ciò che è terribile o riguarda cose terribili” (per es. il vuoto, l’oscurità, la solitudine, il silenzio, ecc.). Si ha pertanto quel sentimento misto di sgomento e di piacere (“orrore dilettevole”) che è determinato sia dall’assolutamente grande e incommensurabile (l’illimitatezza del tempo e dello spazio), sia dallo spettacolo dei grandi sconvolgimenti e fenomeni naturali che suscitano nell'uomo il senso della sua fragilità e finitezza (tempeste, tramonti infuocati).

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Il Genio Genio divenne sinonimo di individuo del tutto eccezionale, dotato di capacità che lo distinguono dagli altri, ma condannato ad un destino di solitudine e di incomprensione. Il Romanticismo vede nel genio colui che è in grado di creare, secondo la sua personale ispirazione, qualcosa di completamente diverso da tutto ciò che esiste. L’ arte nel Romanticismo non è governata da regole in quanto è capacità di creare qualcosa di nuovo attraverso “l’energia ispiratrice del genio”, non è quindi riducibile ad un insieme di regole da applicare meccanicamente, ma frutto della libera creatività che non sottostà ad alcuna regola. Il Genio , in quanto capacità di creazione assoluta che trascende ogni regola, è analogo alla natura intesa come potenza vitale.

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La nostalgia per il Medioevo si fuse con la malinconica consapevolezza dell'impossibilità di recuperare un passato ormai perduto per sempre; fra gli scenari preferiti dai narratori romantici ci furono allora castelli in rovina e abazie diroccate, sfondi ideali per ambientare storie dense di elementi misteriosi e soprannaturali come quelle dei romanzi gotici di Matthew Gregory Lewis e di Horace Walpole, autore del celebre Castello d'Otranto (1764).

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Ingres, Odalisca con la schiava

La ricerca di nuove esperienze interiori si tradusse spesso in un'apertura verso nuovi orizzonti spaziali e temporali. Ci si rivolgeva con grande interesse a culture ancora sconosciute, o si rileggevano in una nuova ottica testimonianze ed espressioni di civiltà ormai scomparse.