Nello stesso Carisma, con responsabilità

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U N I T E N E L L O S T E S S O C A R I S M A C O M P A G N I A D I S A N T O R S O L A I S T I T U T O S E C O L A R E D I S A N T A N G E L A M E R I C I - F E D E R A Z I O N E 1 COMPAGNIA DI SANT’ORSOLA ISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELA MERICI FEDERAZIONE www.istitutosecolareangelamerici.org e-mail: [email protected] n.2 - 2012

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Periodico n. 2 anno 2012 dell'Istituto Secolare Compagnia di Sant'Orsola, Federazione

Transcript of Nello stesso Carisma, con responsabilità

UNITE

NELLO STESSOCARISMA

COMPAGNIA DI SANT’ORSOLAISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELA MERICI - FEDERA

ZIONE

1

COMPAGNIADI SANT’ORSOLAISTITUTO SECOLARE DI SANT’ANGELAMERICI

FEDERAZIONEwww.istitutosecolareangelamerici.org

e-mail: [email protected]

n.2 - 2012

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SOMMARIO

Ai lettori pag. 4Il pensiero della Presidente pag. 6Preghiera per l’Assemblea pag. 8Il pensiero dell’Assistente Ecclesiastico pag. 9Dalla Regola di Sant’Angela Merici pag. 15La Compagnia di S. Orsola pag. 19Congregazione per gli istituti di vita consacrata pag. 25Tutti chiamati a diventare santi pag. 26Contenti della nostra vita pag. 27Colletta della Messa memoria S. Angela Merici pag. 28Marianna Amico Roxas pag. 30Dal Decreto sulle virtù di Marianna Amico Roxas pag. 31

DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI� Canada: il più bel dono di Natale pag. 34� Indonesia pag. 35� Singapore 27 gennaio 2012 pag. 36� Burundi pag. 37� Etiopia pag. 40� La reliquia di S. Angela Merici in Sicilia pag. 42� Segnalazioni pag. 44

POSTA IN ARRIVO pag. 45Comunicato stampa Carla Osella pag. 46

L’ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE pag. 47

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AI LETTORIAccrescere la comunione fraterna…

Le nostre Costituzioni precisano così la finalità della Federazione: accre-scere la comunione fraterna fra le Compagnie.Questo compito è stato chiaro fin dagli inizi, quando nel 1958 la Congrega-zione costituiva ed approvava la Federazione delle Compagnie: questaunione è diventata anche radice di vigore e fonte di mutuo aiuto.Le stesse Costituzioni del 1958 precisavano: La Federazione potenzial’unione di preghiere e di carità sempre esistita tra le Compagnie…Finalità e compiti ancora oggi quanto mai attuali.Sembra anzi accresciuta l’esigenza di unità, di comunione e di sostegno re-ciproco nello stesso carisma.Con la Federazione l’unità tanto raccomandata da S. Angela, diventa carat-teristica e forza: “Considerate dunque quanto è importante tale unione econcordia. Allora desideratela, cercatela, abbracciatela, conservatela contutte le vostre forze.” (Rc 9, 10-14)Lavorare in piccolo e aprirci al grande! La mia Compagnia particolare e la“mia” Compagnia mondiale… è la medesima appartenenza.Spiritualmente questo comporta: semplicità, umiltà, fraternità e comunione,apertura (superamento delle chiusure di territorio, di cultura…), speranza,fedeltà e fiducia: “…e Lui non abbandonerà mai questa Compagnia finchèil mondo durerà”. (T 11,7).

Poiché la Federazione siamo noi -compagnie e gruppi sparsi nel mondo- leCostituzioni ci ricordano che tutte siamo chiamate a contribuire al raggiun-gimento delle finalità della Federazione con la preghiera, la carità vicen-devole, la collaborazione.La preghiera… ha segnato l’intera esistenza di Angela Merici, accompa-gna la vita di ogni sua figlia e di tutta la Compagnia… e noi ci prepariamoanche a questa assemblea facendo caldissime orazioni.

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La carità vicendevole… che è amore per Dio e amore per le sorelle. Lo ri-cordava Angela Merici nel suo testamento:mosse a tal cura e governo so-lamente dal solo amor di Dio e dal solo zelo per la salvezza delle anime…Infatti, tutte le vostre opere e le vostre azioni di governo, se saranno cosìradicate in questa duplice carità, non potranno che produrre buoni e salu-tari frutti. (T. 1° Legato)Il nostro fare, i nostri provvedimenti, le nostre decisioni, i nostri indirizzi, inostri sforzi... devono avere una sola radice: la carità. Questa carità, a fon-damento di ogni governo, è anche a fondamento del servizio a cui è chia-mato il Consiglio della Federazione che verrà eletto nel prossimo mese diluglioLa collaborazione… una collaborazione fattiva, responsabile, di cuore e dimente, di impegno e di preghiera. Nessuna può dire: io non so fare, a me nontocca… qualcuna ci penserà. Ma tutte possiamo chiederci: come posso col-laborare alla vita della Compagnia mondiale?La collaborazione nella Federazione si coltiva e si accresce con piccoli,semplici, umili gesti portati avanti nel tempo con costanza e fedeltà: con-tatti personali, di gruppo, di compagnia, di istituto, incontri cercati e voluti,informali e organizzati …In questa collaborazione condividiamo anche le fatiche della “presa in ca-rico dell’apertura alla mondialità” per diffondere nel mondo l’originalitàdel carisma di Sant’Angela Merici: le visite e la formazione per i gruppi ele compagnie vicine ma anche lontane, lo studio delle lingue, l’aiuto per ilsito internet, la collaborazione per il nostro collegamento…Possiamo continuare così a condividere il patrimonio ereditato da S. Angelae, contemporaneamente, trovare insieme il modo di rispondere alle sfide chei segni dei tempi pongono oggi al nostro istituto.

NELLO STESSO CARISMA con responsabilità…accresciamo la comunione fraterna!

Caterina Dalmasso

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IL PENSIERO DELLA PRESIDENTE

Verso l’Assemblea…

LeCompagnie, i Gruppi, le Consigliere della Federazione, e non ultimo l’As-sistente del Consiglio della Federazione, stanno lavorando alla preparazionedell’Assemblea, ciascuno secondo il proprio mandato: chi rispondendo allatraccia che è stata proposta, chi organizzando luoghi e momenti delle gior-nate di incontro, chi predisponendo inviti e richieste di visti per le partecipantinon italiane … e tanto altro …Insomma, la “macchina” organizzativa sta funzionando… con l’unica fina-lità: che l’Assemblea possa svolgersi in un clima sereno, accogliente, fe-condo…Obiettivo primario è quello di incontrarci per “rileggere il nostro percorsonell’Istituto Federato e tracciare ancora nuovi cammini di fedeltà”.Potremo dare risposta a questo compito cogliendo in modo positivo il per-corso che, per grazia di Dio, la Federazione sta compiendo e sostenerci in-sieme nel proseguire.Desideriamo andare avanti secondo una strada che vogliamo individuarecome rispondente alla volontà di Dio sulle nostre Compagnie, sui Gruppi esulla Federazione, strada di fedeltà e novità!Anche per quanto riguarda la Federazione è importante fare “… un buonesame del governo …” interrogandoci sulla nostra appartenenza, sui contri-buti che possiamo offrire, perché “… ogni Compagnia federata è chiamataa contribuire alle finalità della Federazione …” (Cost 30.2)Per la Federazione, la sfida aperta, certo non da oggi, ma certamente quellacon la quale sempre più saremo chiamate a misurarci, assume due partico-lari aspetti: la mondialità e il “ridimensionamento” delle Compagnie “stori-che”.

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In un caso e nell’altro occorre accompagnare e sostenere, investire energie e“inventare” nuove modalità di risposta …Quali risorse mettere in campo? Ce lo chiediamo costantemente …In questo tempo che ancora ci separa dall’Assemblea, ci rivolgiamo alloraalla nostra Madre Sant’Angela e vogliamo invocare, con “caldissime ora-zioni”, “… la fortezza e il vero conforto dello Spirito Santo affinché pos-siamo sostenere ed eseguire virilmente e fedelmente l’impresa che abbiamosu di noi”. (Pr Ric 3-4)Faremo caldissime orazioni… aiutandoci anche con la Preghiera per l’As-semblea proposta nella pagina seguente.

Anoi è dato di vivere questo tempo: vogliamo accoglierlo come un donocon le sue potenzialità e con le sue difficoltà, “…perché, senza dubbio, GesùCristo sarà in mezzo a noi, e ci illuminerà, e ci istruirà come vero e buonmaestro” (Ult leg 5).Non vogliamo lasciarci tentare dalla sfiducia, e ancor meno dal pessimismo,nella certezza che Dio fa nuove tutte le cose e il Signore è con noi, nella mi-sura in cui crediamo e ci affidiamo a Lui.Vogliamo credere che anche oggi possiamo rispondere con gioia alla chia-mata di Dio sulla nostra vita e sul nostro Istituto perché il Signore sa farecose grandi anche con dei poveri strumenti come siamo noi, “unite insieme”!

“Perseverare e progredire” con “umiltà e affabilità”, nella fraternità enell’amore vicendevole.

La nostra Assemblea sarà un convenire e uno “stare” di Sorelle, Figliedi un’unicaMadre, “… eletta ad essere madre, e viva e morta, di così nobileCompagnia” (3° Ric 4)Con questa consapevolezza troveremo energie nuove e impensate!

Maria Razza

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Preghiera per l’Assemblea

Dio Padre, fa che vediamo ancora cose mirabili, dirigendo tutto a gloria tua e albene della Compagnia. Concedi ora alle nostre responsabili, per la tua solita bontà,tale grazia e tale dono di un governo secondo il tuo amore e la tua volontà.Gesù Cristo, unico nostro tesoro, a te abbiamo promesso la nostra verginità e noistesse. In te, nella Compagnia, siamo legate l’una all’altra col legame della carità,in te ci apprezziamo, ci aiutiamo, ci sopportiamo. Aiutaci a mettere ogni impegnoe ogni sforzo nel fare bene il nostro dovere.Spirito Santo, ti domandiamo la fortezza e il vero conforto, perché possiamo soste-nere ed eseguirel’impresa a cui siamo chiamate.Sant’Angela, tu hai promesso di essere sempre con noi,a sostegno delle nostre preghiere. Ora che più ci vedi,ci conosci, vuoi e puoi aiutarci, renditi presenteper il bene di tutte e di ciascuna.Tu che ci hai chiamate ad essere sorelle e madri,concedici di restare unite di cuore, e avremo così la certezzache ogni grazia che domandiamo a Dio ci sarà concessa infallibilmente.Tu che ci hai invitate a riunirci per fare un buon esame sul governo,fa che in questo nostro vederci,in questo nostro ragionare insieme spiritualmente,possiamo rallegrarci, consolarci e tutto ciò sarà per noidi non poco giovamento. In questo nostro convenire, vogliamo tener conto e averscolpite nella mente e nel cuore tutte le nostre sorelle, una per una… i loro nomi,la loro condizione,la loro natura, ogni loro situazione e tutto il loro essere.Resta con noi,con l’Amatore nostro, perchè Lui ci illumini, ci istruisca come veroe buon Maestro su ciò che dobbiamo fare.

Iddio ci benedica: nel nome del Padree del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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IL PENSIERO DELL’ASSISTENTE ECCLESIASISTICODEL CONSIGLIO DELLA FEDERAZIONE

LA VITA SECOLARE DI SANT’ANGELAPROLUNGA LAMISSIONE DI GESU’

Spunti per la “Sequela Christi”per la consacrazione secolare mericiana.

Guardando sant’AngelaIl capitolo IV del libro:ANGELAMERICI. Contributo per una bibliografia,di L. MARIANI – E. TAROLLI – M. SEYNAEVE, Ed. Ancora, Milano1986, porta il titolo: “GLI ANNI DI BRESCIA: TESTIMONIANZE”(pp.131-150). Questo capitolo è diviso in cinque paragrafi così titolati: a) Lavita apostolica, b)Vita di preghiera, c) Vita di penitenza, d) I «buoni uffici»,e) Il servizio della parola. Scarne notizie ci sono offerte per questo periodo‘maturo’ della vita di sant’Angela, trattandosi di vita vissuta nell’ordinarioquotidiano.Vengono tramandate memorie della vita delle prime donne e ragazze che siraccoglievano attorno a Sant’Angela (è questa forma di vita che è detta ‘vitaapostolica’), della sua vita di preghiera, delle sue relazioni e incontri che vi-veva e del servizio cheAngela svolgeva attraverso la sua parola sapiente e il-luminata.Verso la conclusione del paragrafo titolato «buoni uffici» leggiamo:“Certo non possiamo immaginarla (s. Angela) chiusa nel proprio mondo eavulsa dalla realtà ambientale: nel suo accogliere e ascoltare la povera genteche si rivolgeva a lei, doveva inevitabilmente venire a conoscenza di casipietosi per i quali cercare un rimedio; o di bisogni cui le era possibile dareun aiuto, sia direttamente sia con il concorso dei suoi amici o di altri even-tuali benefattori”. Molto significativo è pure quanto scritto circa il suo “ser-

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vizio della parola”, attraverso la quale, come dicono i biografi e la tradizione,ella fu “messaggera di pace e di verità”. Con il suo ‘stare’ in quella città(Brescia) immersa nella situazione di quell’ambiente e di quel tempo s.An-gela diede avvio a quella forma di vita che voleva offrire per il suo tempoquale proposta significativa di vita per molte donne del suo tempo che la vo-lessero scegliere liberamente.Questo modo di Angela di dare inizio dapprima in maniera informale allaCompagnia, ha rappresentato per lei l’imitazione dello stile con cui Gesù èstato in mezzo agli uomini del suo tempo e ha cominciato a raccoglierli in-torno a sé, come leggiamo nei vangeli. Rileggere in questa prospettiva il trattodi cammino di Gesù dove i vangeli ci racconto del primo approccio alla mis-sione, principalmente, ma non solo, nelle pagine iniziali del vangelo diMarco, offre buoni spunti per comprendere meglio lo stile della secolaritàdella Compagnia oggi.

GESÙ INCONTRAL’UOMONELLE STRADE, NELLE CASE ENELLACITTA’, SPECIEACAFARNAO: la secolarità di Gesù

Gesù incontrava le persone di ogni condizione nel bel mezzo del loro am-biente di vita, in pubblico, in privato nelle loro case, nella sinagoga dove sireca con loro per la preghiera del sabato. Gesù incontra le persone espri-mendo attenzione per la loro situazione e le loro sofferenze, offre loro pro-spettive di speranza e di liberazione, invita a seguirlo e propone un radicalecambiamento di vita.Ma vediamo alcuni brani chemostrano questo stile ‘secolare’di agire di GesùGesù esce dal suo villaggio di Nazaret e si porta nella città di Cafarnao. Nelvangelo di Matteo leggiamo: “Quando Gesù seppe che Giovanni era statoarrestato…, lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao…Da allora comin-ciò a predicare” (4,12-13.17).

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Che cosa era Nazaret? Un’insignificante borgata della Galilea, mai nominatanell’AT. Essa rappresenta il luogo della tranquil-lità paesana, delle sempliciabitudini contadine, delle piccole gelosie e degli orizzonti ristretti. InsommaNazaret è il simbolo del ‘particolare’ nel quale Gesù è cresciuto e ha vissutola gran parte della sua vita. Al suo confronto Cafarnao, nodo strategico dinotevole importanza, posto di dogana presieduto da una guarnigione mili-tare, appare come la città aperta e complessa, luogo del lavoro, del commer-cio e di incontro tra diverse cul-ture. Città di frontiera, Galilea delle genti.Cafarnao è il simbolo dell' ‘universale’. Andare a Cafarnao vuol dire usciredall'abituale, dal previsto, dal noto e affrontare gli incontri, i confronti, ilnuovo, l’inedito, ciò che noi oggi chiamiamo affrontare la ‘modernità’, la‘complessità’, il ‘pluralismo’… Gesù non affronta questo cambio quasi amalincuore, restando ancora nostalgicamente legato a Nazaret. Egli accettaCafarnao, s’inserisce pienamente in questa città, tanto che essa verrà detta ‘lasua città’ (Mt 9,1).Egli si stabilisce con il corpo, la mente, il cuore nella ‘sua’ Cafarnao, cioèabita la sua città, si inserisce nella sua storia, nei suoi problemi, tra le per-sone che la abitano, si fa carico dei loro problemi, accetta anche le loro con-traddizioni. Ma proviamo a seguire Gesù nei suoi incontri.Gesù è all’inizio della sua missione e sta scegliendo chi lo seguirà nel cam-mino. Egli entra con Giacomo e Giovanni nella casa di Simone eAndrea aCafarnao (Mc1,29ss) e subito mostra a questi suoi primi discepoli che la sal-vezza inizia dalle loro case e dalle loro famiglie: guarisce la suocera di Pie-tro permettendole di mettersi al suo “servizio”. Gesù ha pietà di malati, ciechi,storpi, lebbrosi e compie su di loro i segni della misericordia del Padre, gua-rendoli e confortandoli. Egli è il “medico” che si china sulle loro malattie.Ancora Gesù passando in città a Cafarnao invitaMatteo/Levi mentre è sedutoal banco del suo lavoro a seguirlo ma poi entra in casa sua (Mc 2,15) doveMatteo prepara un grande banchetto, felice della sua decisone di mettersi al

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seguito di Gesù.A quel banchetto Gesù partecipa insieme con tanti amici diMatteo, anch’essi peccatori considerati peccatori: Gesù entra in casa per starecon loro.Ma Gesù entrerà anche nelle case degli “amici” a condividere con loro lagioia dell’amicizia: in casa diMarta (Lc 10,38 ss) e diMaria e dialoga con loroe propone il suo insegnamento. Gesù a Betania si ferma anche presso lacasa di Simone, che era stato lebbroso (Mc 14,3 ss) e lì accoglie il gestod’amore di una donna che invece è mal giudicata dai presenti.Lo stile di Gesù è quello delle relazioni offerte, accolte e provocate. Di frontea Giovanni eAndrea che cominciano a interrogarsi sulla sua persona egli sivoltò e chiede: “Che cercate?”, e alla loro richiesta “Maestro dove abiti?”ecco pronto il suo invito: Venite e vedete… e la conclusione è che “anda-rono e stettero con Lui…” La sua casa è la casa degli uomini: Lui è venutoad abitare tra di loro.Potremmo approfondire questo stile secolare di Gesù: dalla sua incarnazione,dal suo stare tra gli uomini, dal suo andare in cerca di loro, dal suo servirli,dal denunciare anche il male apertamente, dal suo sacrificare la vita per loro.San Paolo invita a leggere in questo suo modo di vivere la sua missione tragli uomini la manifestazione di Dio. Della vita terrena di Gesù dice: “È ap-parsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini. Apparverola bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini…”. (cf. Tito 2,11;3,4-5). In Gesù di Nazaret dunqueDio si manifesta a noi come grazia che portasalvezza e come bontà e amore per gli uomini. L’origine della benevolenzaè il cuore di Dio, ma il suo luogo, la sua dimora, è esterna a Lui, non rima-nere chiusa in se stesso. Nella vita di Gesù egli manifesta che la destinazionedel suo amore è l’altro. Gesù, nel suo vivere diventa l’offerta concreta del-l’amore del Padre, e invita i suoi discepoli a imitarlo per questa via e conquesto stile. La testimonianza di Cristo nella secolarità è il modo di renderepresente, di mostrare la benevolenza del padre che abbiamo contemplato in

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Gesù, con lo stile del suo vivere, dell’andare e dello stare con gli uomini nelleloro città e case.In questo momento storico c’è bisogno di testimoni che col loro andare cone tra gli uomini, con la loro vicinanza, accoglienza e solidarietà fraterna, conil loro impegno nel mondo, dunque con la loro “secolarità consacrata” si sen-tano inviate a e tra gli uomini perché ogni uomo possa incontrare per mezzodi loro “la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini…”.La benevolenza di Dio, ricchezza di grazia che appare e che si espone, bontàche non ha confini, totale e intramontabile vuole raggiungere tutti, anche co-loro che spesso sono collocati ai confini della vita.

Consacrate nella secolarità per essere strumento dell’incontro conGesù.

Gesù di Nazaret non è visibilmente presente nel mondo. La sua presenza ter-rena si è finita. Eppure i cristiani sono convinti di poterlo riconoscere ancorapresente. Quali sono i segni che Egli ci ha lasciato della sua presenza? Lo pos-siamo incontrare attraverso i suoi testimoni. La distanza tra Gesù e noi è col-mata anzitutto dal racconto di quanti l’hanno incontrato prima di noi. È unracconto che ci raggiunge attraverso il tempo: sono i Vangeli memoria vivae appassionata dei primi passi di quanti hanno riconosciuto in Gesù il Si-gnore della loro esistenza. Abbiamo la memoria viva di quello che Gesù hafatto e detto che ci è stata consegnata attraverso la catena ininterrotta dei cre-denti, che risale fino ai testimoni oculari e la testimonianza di tanti che hannopagato con il sangue la decisione di seguire Cristo.MaGesù ci ha lasciato anche il segno dell’Eucaristia quando ha detto “Que-sto è il mio corpo… fate questo in memoria di me”; ancora ci ha detto “Dovedue o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20); eancora: “tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccolil’avete fatto a me” (Mt 25,40).

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La Compagnia è proposta come opportunità per alimentare la vita di pre-ghiera e di carità vissuta nell’impegno esemplare nella propria professione enell’impegno di vita quotidiana.Consacrate per diventare segni della presenza di Gesù oggi, nel mondo, nelmodo tipico di Gesù di incontrare la gente del suo tempo e di stare in mezzoa loro. Il regno di Dio irrompe nella storia umana nei gesti e nelle sue presedi posizione di chi anche oggi come Lui va incontro alla gente, si fa caricodei pesi degli uomini e annuncia l’amore e il perdono di Dio facendo rina-scere nei loro cuori la speranza. E’bello poter mostrare, come ha fatto Gesù,che Dio creatore del mondo e Signore della storia, ha il volto di un Padreamorevole che si prende cura dei piccoli e benefica tutti i suoi figli perchévuole la salvezza di tutti. La gente è rimasta colpita da questo modo di faree di parlare di Gesù, e lo resterà anche oggi se ancora qualcuno continueràin nome suo questa presenza nel mondo.

L’assistente, vescovo Adriano TessarolloGennaio 2012

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DALLA REGOLA DI SANT’ANGELAMERICIQualche spunto di riflessione….

DELL’ORAZIONE Cap. V vers. 6-15

La preghiera vocale6“Tuttavia consigliamo anche la

preghiera vocale frequente,7con la quale si risvegliano i sensi e8ci si dispone all’orazione mentale”

“La cosa più importante è la preghiera del cuore a Coluial quale parliamo nella preghiera. Che la nostra preghierasia ascoltata dipende non dalla quantità delle parole, ma

dal fervore delle nostre anime. La preghiera vocale è una componente indi-spensabile della vita cristiana... Anche la più interiore delle preghiere non sa-prebbe fare a meno della preghiera vocale... Allora la preghiera vocalediventa una prima forma della preghiera contemplativa” (Cat. 2700-2704)

Sembra che Sant’Angela intraveda una graduatoria nella preghiera: ci vuoleincamminate verso la preghiera mentale, la contemplazione dello Sposo.Tuttavia offre un consiglio, un consiglio pratico: per arrivarci suggerisce dipercorrere la strada della fedeltà anche alla preghiera vocale, alla preghieraproclamata, celebrata con le labbra. Consiglia questa preghiera come stile divita: non un ricordo sporadico, ma costante, frequente... quasi un’esercita-zione per vivere nel Signore e del Signore sempre.Molto concreta, sa che niente è scontato, che non si arriva alla meditazionee alla contemplazione senza sforzo e senza preparazione... occorre risvegliare

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i sensi e la volontà, disporci all’accoglienza piena della Parola e della vo-lontà di Dio.

La Liturgia delle Ore9“Ognuna pertanto voglia ogni giorno dire almeno l’Ufficio della Ma-

donna e i sette salmi penitenziali con devozione e attenzione 10perché di-cendo l’Ufficio si parla con Dio, come diceva il beato Alessandro martire”.

Angela aveva il suo piccolo breviario e recitava ogni giorno l’Ufficio dellaMadonna e i sette salmi penitenziali che costituivano normalmente un’appen-dice del breviario e la loro recitazione era una delle devozioni assai diffusea quel tempo.L’aver prescritto di recitare quotidianamente almeno l’Ufficio dellaMadonnae i sette salmi penitenziali supponeva che quello fosse il minimo giornaliero.E non era poco... dato il latino e l’analfabetismo generalizzato di quei tempi.Quindi la liturgia delle Ore è da celebrare, come dice la Fondatrice, con fe-deltà ogni giorno, con devozione e attenzione… non tanto per fare, ma conamore, perché in que-sto modo si entra in relazione con Dio.E’ evidente in Sant’Angela il salto di qualità; a differenza delle altre pre-ghiere vocali... qui si ascolta e sì dialoga con Dio, è l’ascolto orante della Pa-rola del Signore; e noi oggi, possiamo aggiungere, in comunione con tutta laChiesa.

Il dovere della preghiera è per tutti...11“E chi non lo sa dire, se lo faccia insegnare dalle sorelle che lo sanno

dire. 12Chi non sa leggere, voglia dire ogni giorno a Mattutino 33 paterno-stri e 33 avemaria in memoria dei 33 anni che Gesù Cristo visse in questomondo per amor nostro”.

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Le figlie di Sant’Angela devono essere capaci e all’altezza della propriascelta... non è ammessa scusa troppo facile all’ignoranza e all’impossibilità.Chi non sa, abbia l’umiltà, ma anche il dovere di farsi aiutare… e chisa, aiuti.La Compagnia è una famiglia anche per questo e le sorelle si devono aiutarefra loro. Non sono ammesse suffìcienze, ego-centrismo, isolamento… oc-corre aiutarci nella fedeltà.Ma soprattutto la figlia di Sant’Angela deve garantirsi la fedeltà alla pre-ghiera: non è mai ammessa la rinuncia, è sempre richiesta la fedeltà. Si puòsostituire, ma non annullare gli impegni di preghiera.

Per ogni giornata, per ogni ora, per ogni situazione…una preghiera trinitaria...

13“Poi, a Prima dica 7 paternostri e sette avemarie per i 7 doni dello Spi-rito Santo. 14E altrettanti ne dica a ciascuna delle altre Ore canoniche, cioèa Terza, a Sesta, a Nona, a Vespro e a Compieta”

Le sostituzioni che Sant’Angela suggerisce riportano alla centralità evange-lica, la preghiera diventa cristocentrica e trinitaria e in questa direzione ne in-dica i motivi: meditare la vita di Cristo e il suo amore per noi… e ottenere idoni dello Spirito Santo.Di Cristo e in Cristo deve essere intessuta ogni giornata, ogni ora, ogni mo-mento della vita… e deve essere intessuto in modo pieno, totale, generoso:“Tutto io offro ai piedi della tua divina Maestà. E ti prego di riceverlo ben-ché io ne sia indegna. Amen”.

Un’esortazione per la preghieramentale… e per la preghiera del cuore..15“E per dar materia e qualche avvio anche all’orazione mentale, esor-

tiamo ognuna ad innalzare la mente a Dio, e ad esercitarsi ogni giorno e, in

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questo od in altro modo simile, dire nel segreto del proprio cuore…”

Santa Teresa di Gesù diceva: “L’orazione mentale, a mio parere, non è cheun intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si intrattiene spesso da solo asolo con quel Dio da cui ci si sa amati”.Sant’Angela sembra dirci che alla preghiera mentale e alla preghiera delcuore non si arriva per caso, che niente può considerarsi scontato, che occorreesercitarsi ogni giorno nella preghiera, ci vuole fedeltà e perseveranza, e inquesto senso non saremo mai arrivate.Sant’Angela pensa che per questa preghiera possiamo anche farci aiutare,possiamo usufruire di sussidi o di indicazioni… e propone, al riguardo, unapreghiera composta da lei. Non dice di ripeterla tale e quale.... ma la proponeper offrire degli spunti di riflessione… quasi come un inizio, un avvio per lapreghiera contemplativa, che resterà personale, che verrà dal cuore perchè ilcuore racchiude i segreti dell’amore.E’ una proposta, un modo di pregare... questo o altro modo non è impor-tante... ma resta l’esigenza, la fedeltà, il dovere.Quello che dovremmo sottolineare e cogliere dalla preghiera della Madre èil suo cuore, quello che lei cercava di vivere e di proporre, quelli che erano isuoi desideri e le sue aspirazioni, quelli che erano i suoi sentimenti e... la suapreghiera.

Faremo nostra la preghiera di Sant’Angela, ma vogliamo imparare noi a pre-gare, nel segreto del nostro cuore… con altrettanta fede, speranza e amore,perchè anche noi, come lei, vogliamo vivere per il Signore, unica vita e spe-ranza nostra.

KateContinua…

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La Compagnia di S. OrsolaSecolarità: un’intuizione e una sfida

Dall’articolo di Maria Razza pubblicato in SEQUELA CHRISTI2011 /01 riprendiamo qualche passaggio utile per ripensare alla se-colarità tipica della Compagnia:

Dalla storiaÈ da supporre cheAngela Merici, donna biblica, si sia imbattuta nella fraseevangelica:Non prego che tu li tolga dal mondo… (Gv 17,15) quando il 25 no-vembre 1535, in Italia, a Brescia, diede inizio alla Compagnia di Sant’Orsola.La Compagnia è stata approvata da Papa Paolo III con Bolla del 9 giu-gno 1544.Era il periodo storico in cui la Chiesa doveva “salvaguardarsi” dal mondo,considerato causa di perdizione. Era il periodo in cui chi intendeva consa-crarsi a Dio doveva “abbandonare” il mondo e vivere al “sicuro” fra le muradi un convento. Era il periodo in cui la donna doveva essere guidata, spessocomandata, dagli uomini, siano pure essi Ecclesiastici.In quella storia civile e religiosa Angela Merici, docile allo Spirito Santo,fonda la Compagnia di Sant’Orsola. Offre così alle donne un nuovo stato divita (né il matrimonio, né il monastero di clausura): quello della consacra-zione a Dio, scelta liberamente e vissuta da “spose del Figlio di Dio”, apertealla maternità dello spirito, continuando a rimanere nel mondo, in famigliao nel proprio ambiente di lavoro; non legate ad un’attività comune, ma nem-meno isolate, perché membri di una famiglia spirituale.Ai tempi diAngelaMerici certamente non si parlava di “secolarità”, come laintendiamo e ne discutiamo noi oggi, ma fa impressione pensare che nel 1500una donna laica abbia avuto l’intuizione di una istituzione di consacrate se-colari. Fa ancora più impressione, leggendo gli scritti di Sant’Angela, vedere

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che questa stessa istituzione non l’abbia voluta soggetta all’autorità di qual-che Ecclesiastico. Il Governo, eletto democraticamente, è affidato alle stessedonne appartenenti alla Compagnia.Un’intuizione inaudita per allora, ma anche per i secoli successivi…

La Provida MaterDopo la promulgazione della ProvidaMater Ecclesia (1947) le Compagnie,che fino ad allora erano riconosciute come Pia Unione, nell’esigenza del-l’unità nell’unico carismamericiano e nel desiderio di un riconoscimento ca-nonico, iniziarono negli anni ’50 un lungo percorso di incontri, studi,approfondimenti.Non tutto era facile, non tutto era scontato… le appartenenti alle Compagnieavevano ben chiaro che la loro vocazione le chiamava a vivere nel mondo,ma i modelli erano quelli delle religiose, la forma di vita delle appartenentiera austera e di intensa spiritualità, la consacrazione era totale e definitiva.Difficile il percorso per il riconoscimento canonico delle Orsoline secolari,non semplice per la stessa Congregazione che si trovava di fronte ad unaistituzione definita ante litteram.Ancora una volta il carisma mericiano originario viene salvaguardato e laCongregazione riconosce la Federazione che riunisce le varie Compagniecome Istituto secolare…

L’apertura ad altri continentiPian piano, grazie ad una serie di felici coincidenze, il carisma mericianodella consacrazione secolare si apre alla mondialità: prima l’Europa, poil’America, l’Africa, l’Asia e infine l’Oceania.Per quanto riguarda la secolarità non tutto è scontato in partenza e la tenta-zione di avere delle religiose nel mondo con attività specifiche e magarinuove case è sempre in agguato. Diventa particolarmente delicato istruire

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chi vuole la Compagnia, ma non ha le idee chiare sulla forma di vita, comeVescovi, Sacerdoti, religiose e religiosi.Alle sorelle che fanno domanda per la Compagnia occorre chiarire da subitoche continueranno a vivere come vivevano, che non avranno opere proprie,che non è necessario costruire case, che il carismamericiano è un carisma dialta spiritualità, di sponsalità con il “ComuneAmatore”, come lo chiamavaAngela Merici, un carisma da viversi nel mondo, nelle situazioni concretedella comune esistenza cristiana.Certo occorre molta comprensione, rispetto delle culture, prudenza, cono-scenza, preparazione e accompagnamento dei membri, ma non esistono par-ticolari situazioni che pregiudichino l'incarnazione del carisma che, anzi, hadimostrato di essere ovunque vivibile in quanto semplicemente evangelico!

Il ritorno alle originiLo studio della storia, la conoscenza più documentata della vita e degli scritti,l’approfondimento dell’intuizione originale e originaria di Sant’AngelaMe-rici ci ha ricondotte gradualmente a riappropriarci, con sempremaggior forzae convinzione, in questi ultimi decenni, del carisma originario in cui assolu-tamente fondamentale appare il filo rosso della secolarità, che pure non èmai venuto meno nella consapevolezza delle Compagnie e dei suoi membri.Questo ci fa continuamente sussultare di gioia per l’intuizione diAngelaMe-rici, per la fedeltà al carisma negli anni, per tanta storia di bene e di santitànelle Compagnie e ci ha sollecitate, anche con nuove Costituzioni, ad essereattente al contesto storico attuale, aperte al futuro, richiamando, al contempo,origini e tradizioni.Il nostro Istituto, soprattutto in Europa, conosce l’esperienza della diminu-zione del numero delle appartenenti, dell’aumentare progressivo dell’età,della scarsità di nuove vocazioni.Anche in questa situazione cerchiamo di vi-vere l’oggi come un dono di Dio per tornare a capire, a riprendere in mano

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il carisma mericiano, nella purificazione da incrostazioni del tempo e dellastoria per ripensare alla mirabile dignità della consacrazione nel mondo comevoleva Angela Merici. Così si comprende meglio come anche le case e leopere hanno fatto il loro tempo, è sia giunto il momento di liberarci da strut-ture e pesi troppo pesanti e non del tutto convenienti ad una consacrazionenel mondo. Si comprende pian piano che, proprio in questomomento storico,dobbiamo tornare all’essenziale, vivere per l’essenziale, formarci ed edu-carci a vivere tutte di Dio in pieno mondo.In questo senso la Federazione, come organismo di servizio a favore delleCompagnie federate, rappresenta un grande aiuto all’unità nel medesimo ca-risma…

Il filo rosso della secolarità nella storia del nostro IstitutoLa fondatrice, AngelaMerici,ha vissuto lei stessa una vita del tutto secolare:nasce a Desenzano del Garda (1474) da una famiglia normale di cinque figli.Trascorre la sua infanzia, la sua adolescenza e parte della sua giovinezzanella libertà dei campi e nello sfaccendare quotidiano della cascina.In famiglia si leggevano le vite dei Santi eAngela sarà spinta a darsi ben pre-sto ad una vita sobria, spirituale, contemplativa. Per le sue diverse esperienze,tute secolari, conosce la vita semplice e la vita agiata, la sua vita si caratte-rizzerà in unamissione di conforto e di consiglio allargata a tante persone chefaranno ricorso a lei, alla sua saggezza, alle sue preghiere, alla sua azione pa-cificatrice.La vita di preghiera, l’ascesi, i sacramenti, i pellegrinaggi, la guideranno nellasua attività quotidiana, nelle sue relazioni e poi nella fondazione della Com-pagnia. Non è entrata in convento, non ha costruito conventi e per riunire leprime compagne, che arrivavano ciascuna dalle proprie abitazioni, le baste-ranno due stanzette vicino alla Chiesa parrocchiale in S.Afra o l’oratorio diuna nobile donna in Piazza Duomo a Brescia.

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Così visseAngelaMerici, così semplicemente vogliono vivere le sue figlie…

Le prime sorelleAlcuni scritti del Cozzano, cancelliere e segretario di Angela Merici, e unaDedica al lettore, che precede la Regola di Sant’Angela, ci riconducono allasemplicità di questa consacrazione secolare vissuta dalle prime compagnedella Fondatrice: “Sono come piante di verginità per le spine del mondo.Stando nel mondo, partecipi della vita attiva, gustano della vita contempla-tiva e in maniera mirabile uniscono l’azione alla contemplazione; l’altezzadella contemplazione non distoglie dall’azione, né l’attività impedisce il gustodelle cose celesti. Non recano disturbo e incomodo ad alcuna creatura, i padrie le madri non si affliggono per la separazione delle loro figlie, sono sicurisulla loro castità, si rallegrano della loro santità, si correggono per il lorobuon esempio.Non si preoccupano di doti o di altre cose simili, non edificano monasteri; lecontrade si consolano, la città si nobilita. Non intendono rinnovare alcunacosa, solamente intendono rinnovare se stesse e altri, con il loro esempio,con esortazioni circa i valori e i costumi”.

Vivere semplicementeVivere semplicemente alla giornata, suggeriva il Cozzano, ripensando e ri-proponendo il pensiero e la vita di Angela e delle sue prime compagne.Certo non basta vivere nel mondo per dirci secolari. Quanti cristiani sono fintroppo coinvolti nelle vicende del mondo, nella dinamica delle realtà tempo-rali, ma non vivono la testimonianza evangelica…

Vivere semplicemente alla giornata con tanta gratitudine per il percorso di fe-deltà mericiano come ci ricordava ancora PaoloVI in un Congresso generaledei superiori della Compagnia nel 1966: “Noi siamo convinti che la Compa-

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gnia di S. Angela, se sa rispondere davvero a una sua nativa, insita, voca-zione, è modernissima e di grande attualità.Anche perché avete un titolo chele altre Formazioni che la Chiesa va generando, voglio dire gli Istituti seco-lari, non possono vantare un’esistenza ante litteram quale voi potete vantare.Siete più antiche di tutte a avete indovinato una formula che la Chiesa hafatto propria qualche secolo dopo la sua invenzione e voi l’avete vissuta e col-laudata questa formula”.

Vivere semplicemente alla giornata, come indicano le nostre Costituzioni:“Camminando con fedeltà in questa forma di vita parteciperemo attivamenteall’avvento del Regno dando il nostro contributo per: portare la forza rinno-vatrice del Vangelo negli ambienti dove Dio ci ha chiamate; discernere ilprogetto di Dio sulla storia; orientare alla luce delle cose di lassù gli avveni-menti del quotidiano; essere ovunque operatrici di pace e di concordia” (Cost.della Compagnia 3.4).

Dalla pubblicazione SEQUELA CHRISTIPeriodica Congregationis Pro Institutis Vitae Consecratae et Societatibus Vitae Apostoli-cae 2011 /01 (anno XXXVII) pagg. 183-189

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CONGREGAZIONEPERGLI ISTITUTI DI VITACONSACRATAE LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Città del Vaticano, 9 dicembre 2011

Prot. SpR 444-2/2011

Gentilissima,

con la presente desidero ringraziarla per il suo apprezzato contributo offertocon l'articolo “La Compagnia di S. Orsola. Secolarità: intuizione e sfida”,inserito nel Periodico di questa Congregazione per gli Istituti di vita consa-crata e le Società di vita apostolica, 2011/1.La prego di continuare a offrire la Sua significativa attenzione in favore ditutta la vita consacrata.

Colgo l'occasione per salutarLamolto cordialmente e per augurarLe un Buone Santo Natale.

P Sebastiano Paciolla, O. Cist.Sottosegretario

Questa è la lettera che la nostra Presidente Maria Razza ha ricevuto come ringra-ziamento per l’articolo pubblicato nel periodico: SEQUELA CHRISTI 2001/01

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TUTTI CHIAMATI A DIVENTARE SANTI

Noi siamo tutti invitati da Dio a diven-tare santi.E' grande l'amore di Dio che non tieneconto del rango sociale, né del potere, nédel denaro, né dei diplomi e dei titoli.Questo amore ci propone il camminodella felicità, ci dà fiducia affinché vi-viamo la santità nel quotidiano.

La nostra vocazione è dunque la santità!Sì, ma la santità non è la perfezione, è un cammino da compiere verso un"meglio", un "più d'amore".Essa ci mette davanti agli occhi una felicità da vivere... da inventare... da do-nare...Se la vita di fede è un cammino, la santità ne è la meta.La gioia della fede prevale sulla tristezza del fatalismo e la speranza sullarassegnazione.Il nostro impegno quotidiano ci stimola a diventare sempre di più "a imma-gine di Dio".È un impegno ad accogliere il Vangelo... a seguire Cristo... a vivere delloSpirito nel quotidiano delle nostre vite e nel mondo d'oggi.La santità non è né per gli altri né per domani...È per noi e per oggi.Essa deve trasparire nella nostra vita... il mondo ne ha bisogno...Il mondo ha bisogno di testimoni della bontà di Dio, di umili servitori delVangelo, di presenze fraterne che rivelino il volto di un Dio che si fa vicinoin Gesù Cristo e che ci ama come un Padre.

Nicole Jandot

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Contenti della nostra vita…Invocando l’intercessione di sant’Angela,custodendo fedelmente la memoria di lei,chiediamo al Signore che ci aiutia essere contenti della nostra vitae quindi modelli desiderabiliper la vita degli altri.

IlSignore vi benedicae vi aiuti a vivere sempre più gioiosamenteil dono grande che avete ricevutocon la vostra vocazione.

Luciano Monari, Vescovo di BresciaBrescia 27 gennaio 2012

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Colletta della Messa nella memoria di Sant’Angela Merici

O Dio,Padre misericordioso,

che in Sant’Angela Mericihai dato alla tua Chiesa

un modello di caritàsapiente e coraggiosa,

fa’ che per il suo esempioe la sua intercessione

possiamo comprenderee testimoniare

la forza rinnovatricedel Vangelo.

Amen!

Pensieri di commento del Vescovo di Crema

La colletta inizia rivolgendosi a Dio Padre misericordioso che ha datoalla sua Chiesa sant’Angela Merici. Si riconosce così che la persona disant’Angela è un dono, cioè un atto d’amore gratuito, offerto da Dioquale espressione della sua misericordia. Questo è lo stile di Dio: per te-stimoniare il suo amore e la sua fedeltà inventa una nuova figura di san-tità. S.Angela è così un grande dono di Dio alla Chiesa, quindi non unaproprietà esclusiva di qualcuno, ma offerto a tutti, perché tutti facciamoparte della Chiesa, madre che educa alla “misura alta “ della vita cri-stiana ordinaria.Poi la colletta presenta e sottolinea alcune caratteristiche di s. Angela.La prima è quella in cui essa viene riconosciuta come modello di “ca-

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rità sapiente”. Questo termine si giustifica per il fatto cheAngela ha sa-puto coniare una Regola di vita, applicabile con flessibilità a secondodelle condizioni delle persone, dei luoghi e dei tempi, una regola nellaquale la Santa raccomanda soprattutto di essere attenti alle ispirazionidello Spirito Santo. Carità sapiente è il termine con cui la Chiesa rico-nosce che quanti, come s. Angela, si lasciano penetrare dall’amore diDio (carità) sono poi anche capaci di vivere secondo la sua volontà (cheè la vera sapienza), una volontà che si manifesta dentro il vissuto sto-rico di ciascuno.Al termine di “carità sapiente”, la liturgia aggiunge anche un secondotermine: “coraggiosa”, che è poi una nuova caratteristica. Non basta in-fatti intravedere la volontà di Dio, conoscerne il volere, occorre ancheuna buona dose di coraggio per incarnare la volontà di Dio nel vissutoordinario, superando anche le non improbabili resistenze, dubbi, pauree perplessità, che spesso vengono a partire dalla Chiesa.A conclusione della colletta si chiede al Padre il dono di saper com-prendere e testimoniare la forza rinnovatrice del Vangelo, ossia di farciconvinti che il Vangelo, quando è vissuto nella sua integralità, ha in séla capacità di trasformare persone e strutture, così come s. Angela è di-venuta, nella sua semplicità, una vera riformatrice, capace di dar vita auna nuova Compagnia, portando una ventata di freschezza e di novitàdentro la Chiesa, per la quale aveva raccomandato: “Pregate e fatepregare perché Dio non abbandoni la sua Chiesa, ma la voglia rifor-mare come piace a lui e come vede meglio per noi e a maggior onore egloria sua”.

+ Vescovo Oscar Cantoni

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La nostra sorella siciliana Marianna Amico Roxas,la prima Venerabile della Chiesa nissena

CaltanissettaUn popolo orante ad assistere alla concelebra-zioneper ladichiarazioneufficialedivenerabilitàpasso importante verso la santità, di MariannaAmicoRoxasfondatricedellacompagniadiSan-t’Orsola nella diocesi di Caltanissetta.Una donna laica, ricca, colta e della buona bor-ghesia sancatandese…Unevento per la chiesanissena: infattiMariannaAmicoRoxas e’la prima venerabile nella sua giovanestoria…In cattedrale a concelebrare la messa per la venerabile Marianna tutto il cleronisseno ed a presiedere la funzione il cardinale Angelo Amato prefetto dellacongregazione per le cause dei santi…Monsignor Mario Russotto, il vescovo di Caltanissetta, ha letto il saluto delladiocesi. “Bruciata dall’amore per laChiesa e per il suo divinoSposo,Mariannaha vissuto la sua consacrazione laicale incarnando e anticipando lo spirito del

Vaticano II…”.Durante l’omelia il cardinaleAmato ha ricordato levirtù eroiche della venerabile che sono elementofondamentale per la dichiarazione di venerabilità,l’ha definita un eroe della santità perchè ha vissutola quotidianità in pienezza conDio e seguendo la re-gola di Sant’AngelaMerici. “I santi sono buone no-tizie -ha detto il cardinale- e noi abbiamo bisognodi buone notizie”.

Ivana Baiunco(tratto da: Il fatto nisseno 14 gennaio 2012)

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Riportiamo alcuni passaggi tratti dal Decreto sulle virtùdella Venerabile Marianna Amico Roxas

CALATANISIADENSISBeatificationis et CanonizationisServaeDeiMARIAEANNAEAMICOROXAS

Christifidelis Laicae Fundatricis Societatis a SanctaÚrsula(1883 – 1947)

«OmioGesù, io vi amo sopra tutte le cose,ma è poco. Io vi amopiù dimestessa;èancorapoco. Ioviamocontutto ilmiocuore,contutta l’anima,ed è sempre poco. OmioGesù, ascoltami: datemi più amore, più amore,più amore!».Questo brano autografo della Serva di DioMariannaAmicoRoxas illumina ilsuo profilo spirituale ricco di fede, di speranza e di assiduo orientamento nellaricercadellaperfezione.Fortemente radicatanellacarità,Mariannasi resedispo-nibile all’azione della grazia e, in una progressiva comunione con il Signore, siimmerse nell’adesione alla volontà di Dio e nel costante esercizio delle virtùumane e cristiane.La Serva di Dio nacque a San Cataldo (CL) in una ricca famiglia del Nissenoil 21 dicembre 1883, terzultima di otto figli, unica donna…Nel contesto fami-liare pervaso di religiosità,Marianna fin dalla fanciullezza ricevette una buonaformazione e si aprì alla preghiera e all’attenzione verso le persone più biso-gnose. Dimostrando una vivace intelligenza, frequentò i migliori collegi del-l’epoca e fu in grado di compiere vari studi e di curare l’apprendimento dellalingua francese,dellamusicaedellearti belle.Nello sbocciaredellagiovinezza,si presentava «aristocratica» nel tratto emolto fine nei rapporti sociali.All’etàdi sedici anni simanifestò in lei la chiara consapevolezzadi appartenerecompletamente al Signore. Nel porsi il problema del suo futuro, espresse una

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precisavolontà:«Gesù, tu sai che ilmio solodesiderio èdipossederti edi es-sere veramente tutta tua». Aquesto progetto giovanile sarà fedele fino allamorte…Alla fine di aprile del 1912 partecipò a Palermo a un corso di esercizi spiritualie incontrò GiuliaVismara, che aMilano viveva con altre amiche la formula diconsacrazione della «Compagnia di S. Orsola». Marianna fu conquistata daquesta forma di spiritualità, che consisteva in una consacrazione secolare se-condo il carisma di S.AngelaMerici riproposto in formamoderna, e si rese di-sponibile a collaborare affinché anche nella sua città natale potesse sorgere ilmovimento. Così, il successivo 6maggio, a conclusione degli esercizi, nacqueil primo gruppo di aspiranti di S. Cataldo e laVismara incaricòMarianna dellaguida del gruppo…L’intimità trinitaria, la preghiera, l’adorazione, l’offerta e la riparazione erano ipilastri di questa esperienza. Essi scandiranno la vita quotidiana della Serva diDio.Marianna ebbe una volontà tenace sia nell’impegno ascetico sia nella do-nazione al prossimo, realizzando un giusto equilibrio tra contemplazione eazione.Visseuna«santitàal femminile» lacuiconnotazioneessenzialeè l’amorematerno, segno della tenerezza diDio verso il genere umano. Ella fumadre perle sue figliee la suamaternità spirituale fuoperatricediunità:«Viviamodipurafede tutte assieme, fissando il nostro occhio in Colui che deve sempre e inqualunque cosa essere l’oggetto di tutti i nostri desideri, delle nostre ripa-razioni».Il suo impegno tendeva a coinvolgeremolte anime in una via di santità…La sua fragile salute l’accompagnò per anni… Pronunziando le ultime parole«sia fatta lavolontàdiDio», chiusegliocchialla lucediquestomondoedentrònell’eternità per celebrare le nozze conCristo. Era il 24 giugno 1947.La sua famadi santità, già diffusa tra il popolo, ebbe significativi attestati anchedal clero nisseno. Il 4 marzo 1989 presso la Curia ecclesiastica di Caltanissettasi aprì l’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità della Serva di

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Dio…lasuavaliditàgiuridica fu riconosciutadallaCongregazioneper leCausedei Santi con decreto del 5 febbraio 1993…I Padri Cardinali e i Vescovi hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha eserci-tato in grado eroico le virtù teologali, cardinali e annesse.Presentata dunque un’accurata relazione di tutte queste fasi al Santo Padre Be-nedetto XVI da parte del sottoscritto Cardinale Prefetto, lo stesso Santo Padre,ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, in data odierna hadichiarato:Constache levirtù teologalidellaFede,dellaSperanzaedellaCaritàversoDioe verso il prossimo, nonché le virtù cardinali della Prudenza, Giustizia, For-tezza eTemperanza e le virtù annesse, furono esercitate in grado eroico dallaServa di DioMariannaAmico Roxas, Laica e Fondatrice della Compagniadi Sant’Orsola, per il caso e le finalità di cui si tratta.Infinehadatodisposizionechequestodecretosiapubblicatoe trascrittonegliAttidella Congregazione delle Cause dei Santi.

Dato aRoma, il 19 delmese di dicembre dell’Anno del Signore 2011.

AngeloCard.AmatoPrefetto+MarcelloBartolucci Arcivescovo tit. di Bevagna Segretario

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DALLE COMPAGNIE E DAI GRUPPI

Canada: il più bel dono di Natale!

Mi trovavo in Canada, precisamente aWo-odbrige nonmolto distante da Toronto, pertrascorrere un po’di giorni conmia sorella ela sua famiglia.Occasione propizia per con-dividere un tratto di vita insieme, poiché ilfenomeno della emigrazione ci ha privatidella gioia di stare vicini, di sostenerci neimomenti difficili e goderedeimomenti belliche la vita ci regala. Ma il Signore ha i suoiprogetti e non smettemai di sorprenderci!Infatti, il giorno 10dicembre 2011, ho avuto la bellissimaoccasione di parteci-pare alla cerimonia per il rinnovo della consacrazione di Ella L.Alattica pro-venientedalleFilippine, figliadiSant’AngelaappartenenteallaCompagniadelCanadae al gruppodiToronto, avvenutanella parrocchiaMariaSS.DelRosa-rio, alla presenza di quasi tutte le consorelle e dell’Assistente dellaCompagniapadreDaniel Chui.Una cerimonia solenne, curata nei particolari, partecipata e

gioiosa.Dopo la cerimonia abbiamo condivisoun momento di fraternità, anche questopreparato nei particolari: l’accensionedelle candele dell’Avvento, una bella ta-vola addobbata a festa, un pranzo squi-sito, i doni diNatale…e soprattutto unospirito di accoglienza, di gioia e di uni-versalitàchealeggiava in tuttenoi.Lare-

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sponsabile EugeniaViernes ha communicato isaluti egli auguridellaPresidente,delConsigliodellaFederazione,diJaquelineedelleconsorelleassenti. Insomma è stato il più bel dono di Na-tale!Tuttoquestograzie, allacarissima amicaeconsorellaAngelaAlaimo, cheharesopossibilequesta esperienza accompagnandomi e aiutan-domi ha capire la lingua inglese per favorire lacomunicazione. Ma non è finita qui! Il pomeriggio conAngela abbiamo visi-tato il centro storico diToronto illuminato a festa per il Natale. E’stato propriobello! Ringrazio il Signore di questo dono e Sant’Angela che ci hamesse “in-siemeaservire suadivinaMaestà”equantihannoresopossibilequestaespe-rienza.

AngelaRandazzo

INDONESIALanostraCompagniastapreparandosiall’AssembleadellaFederazione:parteci-perannoWijava eMia con Suor Emma che ha ricevuto un invito speciale. Pre-ghiamo perché la Compagnia dell’Indonesia possa contribuire fattivamente allefinalità della Federazione.Abbiamo riflettuto sulla traccia e rifletteremo ancorasultema:Insiemeaserviziodelregnonellasecolarità.PossaquestaAssembleapro-durre frutti abbondanti!

Dal sito dellaCompagnia: http://ursulinsekulir.wordpress.com

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Singapore 27 gennaio 2012

Abbiamo gioito con tutte le Orsolinedel mondo, il 27 gennaio 2012.Monica Vaughan dell’Australia ha rin-novato la sua consacrazione a Dio nellaCompagnia francese, durante la cele-brazione eucaristica nella memoria diSant’Angela Merici, nella chiesa delloSpirito Santo a Singapore. Monica,come orsolina secolare, è ancora sola in

Australia, preghiamo per nuove altre vocazioni anche in questo continente.Siamo riconoscenti a Helene de Beauregard della Compagnia della Franciache ha seguito nella formazione sia ilgruppo di Singapore cheMonica inAu-stralia. Ringraziamo il Signore ancheper i suoi 50 anni di vita consacrata..Grazie anche a Genevieve, direttricedella Compagnia della Francia, aMariaRazza, Kate, Luciella per lo sforzo fattoper farci visita nel 2010 per la consa-crazione definitiva di Josephine e Ebba.E non dimenticheremo, l’incontro conla Compagnia dell’Indonesia a Bali nel 2008, il convegno internazionale aRoma nel 2009 e tutte le orsoline secolari del mondo.Lode a Dio!

Josephine e Ebba

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BURUNDI

La Presidente, con Mons. Adriano Tessarollo e con Kate sono stati in Bu-rundi per la formazione e per la prima consacrazione di 37 BeneAngela.Il percorso e la storia di questo specialissimo e meraviglioso traguardo delleBeneAngela l’avete trovata e potete rileggerla sui numeri precedenti del no-stro collegamento.

Qui lasciamo la pa-rola a Padre Mode-sto, missionarioitaliano in Burundiche ha avuto l’av-ventura di avvici-nare il fondatoredelle Bene Angela,di conoscere ilgruppo, di presen-tare al Vescovo di

Gitega la Compagnia di Sant’Orsola, Istituto Secolare di Sant’AngelaMerici.Padre Modesto ha seguito la formazione in questi anni, si è appassionato aquesta avventura mericiana in terra burundese… è, per noi e per il gruppodelle BeneAngela, riferimento impareggiabile e, al momento, insostituibile.

Noi stiamo raccogliendo frutti insperati di anni di lavoro, di ricerca, di fedeltà,di meraviglia e siamo grate al Signore e a tutti quanti ci hanno preceduti ehanno preparato questa nuova e stupenda dignità per le sorelle del Burundi.

C.D.

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Spose amate da Lui e amabili per noi !“Nuova e stupenda dignità”!

Gitega il 14.03.2012: 37 figlie diSantaAngela consacrate secolari daanni in Burundi, sono ora incorpo-rate nella Compagnia di S. Orsola –Federazione, Istituto secolare di di-ritto pontificio.Anni fa, queste figliedi Sant’Angela burundesi, non sape-vano dell’esistenza di questo isti-tuto. Grazie a qualche intermediario,dopo sei anni di riflessione, studio, preparazione, fanno ora parte della Com-pagnia internazionale.E’ stata una cerimonia di una semplicità assoluta per gli invitati. Solo una30.a di altre figlie di sant’Angela burundesi, una 15.a di sacerdoti che le co-noscono, di poche rappresentanti delle Congregazioni della città. Niente dipiù. Questo per mantenere uno stile sobrio e riservato come si addice a delleconsacrate secolari.

Ad accoglierle ed accompagnarle: unArcivescovo,Mons. SimoneNtam-wana di Gitega eMons.AdrianoTessarolo, Vescovo di Chioggia eAssistentedel Consiglio della Federazione, la Presidente della Federazione MariaRazza, la consigliera Kate, Padre Giuseppe e Padre Giovanni Bosco rispet-tivamente assistente e guide spirituali del Gruppo delle BeneAngela in Bu-rundi .Un record, credo assoluto, di durata della cerimonia della loro prima consa-crazione. Semplicissima, ma che è durata ben quattro ore e unmezza. Eppurepiena di valore e di commozione.L’Arcivescovo di Gitega, ha voluto che la formula di consacrazione, espressa

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nella celebrazione eucaristica e accolta dalla Presidente della Federazione,fosse pronunciata personalmente da ciascuna di loro. E così solo il l’espres-sione della formula è durata un’ora e tre quarti. Con una calma di preghierae di ascolto, tutta africana. Certo segno di una “dignità nuova e stupenda”.La corale che ha animato la liturgia, era composta dalle altre sorelle, figlie diSant’Angela che seguiranno, come prossimo turno, per la consacrazione inseno alla Compagnia internazionale. E’ stata una funzione riuscitissima. Levoci maschili dei sacerdoti del Burundi completava il coro. Un’intimità di ce-lebrazione invidiabile.I discorsi tradizionali e im-mancabili, hanno sottoli-neato questa gioia diconstatare come il Signore saesaltare gli umiliSi è sottolineato come il loroFondatore,Abbé Pierre Nkundwa, fossemorto senza riuscire a fare lo Sta-tuto e le Costituzioni delle Figlie di S. Angela del Burundi per il riconosci-mento in diocesi. Le ragazze alla sua morte si sentivano non riconosciute

ufficialmente, come gente che “nonsa dove andare” secondo il nome delBurundi “Ntahonja”.Fin da 2007 il Vescovo Simoneaveva però chiesto alla Federazionedi studiare come proseguire per l’in-corporazione.Ebbene questa apertura alla mondia-lità è stata la grande Sorpresa di Dioche protegge gli umili. Le sorelleburundesi si sono dette e ricono-

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sciute “Amate da Dio”.Il fatto di essere consacrate in mezzo alla gente, nelle quotidiane situazioniconcrete della vita, è apparso anche in Burundi un carisma validissimo, eproponibile. Diverse volte, si è sottolineato come loro, con umiltà, arrivanodove gli altri non arrivano.

E allora buon viaggio alle BeneAngela, sicure di essere in Cristo amate e reseamabili dalla sua presenza.

P. Modesto Todeschi, saveriano- nostro traduttore e intermediario con il gruppo delle BeneAngela-

ETIOPIAmarzo 2012Se torniamo da un viaggio e passiamo da una città dove si trovano nostri

amici o parenti, volentieri facciamo una sosta per incontrarli e raccontareanche a loro come vanno le cose…

Così abbiamo fatto noi, la presi-dente e la sottoscritta, al ritorno dalnostro viaggio in Burundi dove, conl’Assistente del Consiglio della Fe-derazione, abbiamo avuto la fortunadi partecipare alla prima consacra-zione di 37 Bene Angela.

Don Adriano tornava in Italia,per altri importanti impegni comeVescovo della diocesi di Chioggia,e noi ci siamo fermate ad AddisAbeba - Etiopia.

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Siamo state accolte e ospitate con straordinario affetto e cura dalle SuoreOrsoline di Gandino nella casa di Delegazione vicina all’Aeroporto diAddisAbeba.

Lì abbiamo trovato lo spazio adeguato per l’incontro con le nostre caresorelle dell’Etiopia: 3 consacrate a vita, 3 di consacrazione temporanea. Neigiorni della nostra permanenza abbiamo poi incontrato e conosciuto altre 5donne che intendono appartenere alla Compagnia e che hanno presentato la

domanda di ammissioneal periodo di prova.

Ci siamo sostenutenella comune vocazionemericiana, abbiamo pre-gato, riflettuto insieme,ci siamo confrontate susituazioni, problemi esperanze… alla lucedegli scritti di Sant’An-gela e delle Costituzionidella Compagnia.

Abbiamo anche incontrato l’Arcivescovo di Addis Abeba, un vero Padre,che ama e segue questo carisma nella Chiesa etiope.Siamo state contente di poter constatare la crescita del gruppo… numerica,ma soprattutto a livello formativo, spirituale, carismatica e anche organizza-tiva.Continuiamo tutte con cuore grande e pieno di desiderio in questa strada dinuova e stupenda dignità.

Kate

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100ANNI DI COMPAGNIALARELIQUIADI SANT’ANGELA IN SICILIA

La Compagnia di Sant’Orsola è in-trodotta nelle diocesi di Palermoe di Caltanissetta il 6 maggio1912 e successivamente sidiffonde ad Agrigento(1913), Catania(1925), Cal-tagirone(1938), Sira-cusa(1939), Cefalù(1945),Mazara del Vallo(1959),Piazza Armerina(1962), Ra-gusa(1978) e Noto(1998).

È stata GiuliaVismara, Superiora dellaCompagnia diMilano, a proporre l’ideale di vitamericiano, già sperimentato e consolidato al Nord, a tante donne isolane,chiamate a consacrarsi al Signore.Tra le giovani presenti al corso di esercizi spirituali tenuto a Palermodalla Vismara e conclusosi il 6 maggio 1912, ricordiamo Maria Giglio,figlia del barone Giglio Tramonte, a cui venne conferita la nomina di su-periora locale, e la Venerabile sancataldeseMariannaAmico Roxas, cheintrodusse la Compagnia di Sant’Orsola nella diocesi Caltanissetta e suc-cessivamente in altre Diocesi dell’Isola, tra cui a Catania che diede i na-tali ad un’altra figlia di Sant’Angela Venerabile: Lucia Mangano.Quel primo gruppo di giovani, che fu capace di generare altra se-quela, raccolse un dono singolare, trasmesso di generazione in ge-

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nerazione fino ad oggi.

Quest’anno le Compagnie siciliane hannovoluto ricordare il centenario di fondazionedella Compagnia di S. Orsola con la pere-grinatio della reliquia insigne di sant'An-gela Merici (la costola pervenuta dallaricognizione del 1930).

Un brevema intenso rito di consegna celebrato nel Santuario di SAngeladi Brescia il 13 aprile 2012, ha riposto nelle mani di Grazia Ribaudo Di-rettrice della Compagnia di Palermo e di Maria Bruno della Compagniadi Caltanissetta la preziosa reliquia.Ad accompagnare fino a Palermo la reliquia della santa fondatrice bre-sciana: Maria Teresa Pezzotti responsabile della Compagnia di Brescia,la Vicaria Giusy e il prof. Giampietro Belotti.

La reliquia, durante la peregrinatio, 13 aprile-11 maggio 2012, vieneaccolta a Palermo, Noto, Siracusa,Agrigento, PiazzaArmerina, Catania,Lampedusa, Caltagirone, Ragusa, Caltanissetta.

Il giorno 6 maggio, centesimo anniversario della fondazione, la reliquiaritorna a Palermo, dove è nata la Compagnia siciliana e siferma fino al termine del pellegrinaggio. L’11 maggio leCompagnie dell’isola si riuniscono a Catania e di lì anchela reliquia prende ancora l’aereo per il ritorno e la conclu-sione del pellegrinaggio nel Santuario che custodisce ilcorpo di Sant’Angela a Brescia.

C.D

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SEGNALAZIONILa vergine “sposa di Cristo”Salvatore Consoli, Climax Edizioni

Il libro, opera di un Sacerdote siciliano amico della Compagnia, ci offre unariflessione cristocentrica della vita consacrata.L’autore precisa che “la vita consacrata ha sensonon tanto a partire dal carisma e, meno ancora,dalle opere, quanto piuttosto a partire dalla scelta diCristo come partner”.In questo senso S. Con-soli porta il lettore alla ri-scoperta dell’amore perlo Sposo. Il percorsoproposto fa riferimentoalla Sacra Scrittura, aiPadri della Chiesa, ai

testi conciliari, alla Liturgia delle Ore, al rito dellaprofessione e prende in considerazione i luoghi incui si vive la consacrazione sponsale: la Chiesa, ilmondo, la comunità, la clausura.Un intero capitolo è dedicato alla verginità sponsale in Sant’Angela Merici.Fa riferimento agli scritti di Sant’Angela e alle Costituzioni della Compa-gnia. Scrive l’autore: “Le figlie di Sant’Angela non hanno come fine prima-rio l’apostolato o l’esercizio delle virtù, ma l’unione sponsale con Cristo, checomporta da una parte una elezione e dall’altra una consacrazione: è questala grossa intuizione, la bella icona, la grande proposta cheAngela ha fatto econtinua a fare oggi”.

C.D

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POSTA INARRIVO

Ringraziamo i lettori per i loro scritti che ci incoraggiano nelproseguire l’impegno di questo collegamento…Anche inquestomodo, si fa “compagnia” e la “compagnia” si allarga.Chiediamo scusa se non sempre pubblichiamo tutto… sia

per motivi di spazio, sia per rispettare i contenuti più personali.

Alcune espressioni a seguito del collegamento n. 3/011 sul pellegrinaggiodella Compagnia in Terra Santa:

È sempre con grande piacere e interesse che ricevo la vostra rivista chemi tiene informato delle tante iniziative che svolgete nella Compagnia diSant’Orsola; bellissimo il resoconto del pellegrinaggio fatto in terra Santa.Ricordo con tanta nostalgia, la meravigliosa celebrazione in occasione del Bi-centenario della canonizzazione di Sant’AngelaMerici (2007) avvenuta nellanostra Chiesa, presieduta da Sua Ecc.Mons.Monari: fu un giorno bellissimoper la nostra parrocchia.

Mons. Maccarri David - Parrocchia Sant’Angela Merici Roma

Abbiamo ricevuto Nello stesso carisma con responsabilità e devo direche l’ho letto, come sempre, con grande interesse, vi ringrazio. “Il nostro pel-legrinaggio” mi ha commossa per i continui riferimenti agli scritti della vo-stra amata Madre Fondatrice… Il pellegrinaggio della Federazione così bendescritto, con fotografie scelte…molto bello.

Immagino la gioia delle Compagnie siciliane, che stanno celebrando unanno di preghiera per il centenario di fondazione. Sant’Angela benedica loro,voi e tutte le Compagnie.

Suor Daniela e sorelle – Monastero S. Chiara Lagrimone PR

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COMUNICATO STAMPACarla Osella nominata commendatore

Con decreto del Presidente della Repubblica Ita-liana Giorgio Napolitano del 28 dicembre 2011la Dott.ssa Carla Osella, Presidente Nazionaledell´A.I.Z.O. rom e sinti è stata nominata com-mendatore.La nomina ha colto di sorpresa Carla Osella, chededica questa onorificenza a tutto il popolo rom

e sinto, a tutti i volontari e agli operatori che negli anni hanno prestato ser-vizio nell’associazione.

A.I.Z.O. rom e sinti OnlusL’A.I.Z.O. rom e sinti (Associazione Italiana Zingazi oggiOnlus) è una organizzazione nazionale di volontariato fondatanel 1971 a Torino da sinti e gagè (non zingari). Attualmente èpresente in 15 regioni con 59 sezioni referenti.

A.I.Z.O. Onlus10 Gennaio 2012

Auguri a Carla della Compagnia di Torino – Italiaper i 40 anni di servizio nell’AssociazioneAIZO

e, più ancora, perché il suo impegno e la sua dedizionetrovano fondamento nella sua consacrazione secolare

e sono sostenuti dalla spiritualità mericiana.

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Roma 21-25 luglio 2012

Assemblea della FederazioneCompagnia di Sant’Orsola

Istituto Secolare di Sant’Angela Merici - Federazione

Americhe:BrasileCanadaMessicoStati Uniti

Africa:BurundiCamerunCongo R.D.EritreaEtiopiaMadagascarNigeria

Europa:AustriaFranciaGermaniaInghilterra

ItaliaMaltaPoloniaSlovacchia

SloveniaSvizzera

Asia:BangladeshFilippineIndonesiaSingapore

Oceania:Australia

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Ad uso interno

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