Nel settembre del 2010 in via Testi a Parma - …Nel settembre del 2010 in via Testi a Parma un...

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Nel settembre del 2010 in via Testi a Parma un numero imprecisato di individui (da 4 a 6) ha preso parte attivamente e/o come spettatore ad uno stupro di gruppo ai danni di una ragazza, che da poco aveva compiuto diciotto anni. La violenza è avvenuta su un soggetto totalmente incosciente, condizione che pare impossibile possa essere stata causata soltanto dal (poco) vino che lei ricorda di aver bevuto. Al momento dello stupro era incapace di dare il suo consenso o di opporre resistenza fisica o verbale. Lo sappiamo perché i suoi stupratori hanno ripreso la scena con un cellulare. Quello che si vede in quel video non lascia alcun dubbio in merito alla natura della violenza di cui sono colpevoli. Colpa, già di per terribile, aggravata dalla volontà di infierire attraverso la penetrazione coatta di un fumogeno. Non avremmo voluto entrare così nel dettaglio; questo elemento tuttavia è importante dal momento che quell’oggetto, o meglio, la parola con cui viene identificato –fumogeno- nei mesi successivi allo stupro è diventato il nomignolo dispregiativo con cui la vittima è stata chiamata. La ragazza del fumogeno non poteva davvero immaginare che i fatti di quella notte, mai denunciati per paura, vergogna o per incolmabile voglia di buttar tutto alle spalle e dimenticare; fossero diventati un fenomeno “virale”. Quel video è stato visto da decine e decine di persone, guardato e riguardato fino a farlo diventare il simbolo della loro prevaricazione e della sua umiliazione, un osceno spettacolino di cui ridere o vantarsi. E fin qui tutto male. Anzi malissimo… Eppure il peggio deve ancora arrivare, perché in via Testi a Parma non c’era un pub, una discoteca o un’abitazione privata e neanche un bosco oscuro e minaccioso o un vicolo buio e degradato di un quartiere pericoloso. In via Testi c’era un edificio come ce ne sono tanti nel nostro Paese. Quei blocchi tutti uguali che si confondono uno con l’altro… questo era diverso perché in quel blocco banale di cemento armato c’era la sede della RAF (la Rete Antifascista di Parma) ed i soggetti coinvolti in questa storia di orrore e violenza sono uomini e donne che appartenevano o frequentavano la RAF.

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Nel settembre del 2010 in via Testi a Parmaun numero imprecisato di individui (da 4 a 6)ha preso parte attivamente e/o comespettatore ad uno stupro di gruppo aidanni di una ragazza, che da poco avevacompiuto diciotto anni.La violenza è avvenuta su un soggettototalmente incosciente, condizione chepare impossibile possa essere stata causatasoltanto dal (poco) vino che lei ricorda diaver bevuto. Al momento dello stupro eraincapace di dare il suo consenso o di opporreresistenza fisica o verbale. Lo sappiamoperché i suoi stupratori hanno ripreso lascena con un cellulare. Quello che si vedein quel video non lascia alcun dubbio inmerito alla natura della violenza di cui sonocolpevoli. Colpa, già di per sé terribile,aggravata dalla volontà di infierireattraverso la penetrazione coatta di unfumogeno.Non avremmo voluto entrare così neldettaglio; questo elemento tuttavia èimportante dal momento che quell’oggetto, omeglio, la parola con cui viene identificato

–fumogeno- neimesi successiviallo stupro èdiventato ilnomignolodispregiativocon cui lavittima è statachiamata. Laragazza delfumogeno nonpoteva davvero

immaginare che i fatti di quella notte, maidenunciati per paura, vergogna o perincolmabile voglia di buttar tutto alle spalle edimenticare; fossero diventati un fenomeno“virale”.Quel video è stato visto da decine e decine dipersone, guardato e riguardato fino a farlodiventare il simbolo della loroprevaricazione e della sua umiliazione, unosceno spettacolino di cui ridere o vantarsi.

E fin qui tutto male. Anzi malissimo… Eppureil peggio deve ancora arrivare, perché in viaTesti a Parma non c’era un pub, unadiscoteca o un’abitazione privata e neancheun bosco oscuro e minaccioso o un vicolobuio e degradato di un quartiere pericoloso.In via Testi c’era un edificio come ce ne sonotanti nel nostro Paese. Quei blocchi tuttiuguali che si confondono uno con l’altro…questo era diverso perché in quel bloccobanale di cemento armato c’era la sededella RAF (la Rete Antifascista di Parma) edi soggetti coinvolti in questa storia di orrore eviolenza sono uomini e donne cheappartenevano o frequentavano la RAF.

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PRIMA CREPA

Siamo convinti che il fascismo non siaun’esclusiva della Storia identificabile nelventennio del regime in Italia. Crediamoanche che i fascisti non siano soltanto inostalgici di quell’epoca, perché il fascismonon è solo un partito, un regime del passatoo una fazione politica a cui unirsi o contro cuilottare. Il fascismo è prima di tuttoun’attitudine, un modo di pensare, agire,lottare e odiare. È fascista chiunque usi lapropria forza per normalizzare e uniformarele diversità e opprimere le minoranze. Èfascista chiunque usi la debolezza altrui perimporre con la violenza la propria volontà. Èfascista chi discrimina in base alla sessualità,il genere, il corpo, la spiritualità, la religione,la specie o l’età.Non possiamo oggi parlare di antifascismosenza condannare ogni sessismo o specismo,perché la lotta per la liberazione della donnae dell'uomo è una guerra per la libertà indifesa degli oppressi, degli animali e dellaTerra. Una guerra contro la disperazione,l’ignoranza e il potere che opprime.Uno stupro è sempre e comunque unatto fascista, anche se chi lo commettesi dichiara antifascista.L’antifascismo non è soltanto un coro daurlare in “curva” o una toppa da cucire sulbomber. Essere antifascista è pensare e agireantifascista.Chiunque stupra è un fascista e noi locombattiamo in quanto fascista e stupratore.Chiunque respira, si muove e parla dallanostra parte della barricata, che si permettedi avere atteggiamenti fascisti verràcombattuto in quanto fascista e stupidovacuo pezzo di merda.

E nei giorni, settimane, mesi successivi allaviolenza? La ragazza non denuncia allapolizia, non parla con nessuno; il videocontinua a girare, tutti lo guardano eppurenessuno VEDE la violenza. Gli uominiattorno a quel tavolo sui cui giaceva inermela ragazza continuano a frequentare cortei,concerti, spazi occupati e autogestiti… Eridono, parlano, bevono birre, escono conragazze, stringono nuove amicizie;nonostante giri un video in cui “fanno sesso”con una donna che sembra morta. Nonpensano sia sbagliato e nessuno glielo facapire. La ragazza non ha chiari ricordi, masa che quel gruppo di persone le ha fattoqualcosa di brutto, qualcosa che ha percepitocome una violenza,e vuole sapere il perché diquel nome, vuole sapere perché i “compagni”di Parma (e non solo) la chiamanoFumogeno. È un amico a dirglielo, un amicoche le dice: «è per quel video che gira, perquello che è successo quella notte…»

SECONDA CREPA

Se una donna o un uomo percepiscono unatteggiamento come fastidioso o violento èuna molestia.Se una donna o un uomo sonopalesemente alterati perché sottol’effetto di alcol o droghe non possonodare un consenso. Senza consenso èstupro.Può capitare di sentirsi degradati o violatidopo un rapporto sessuale, anche seinizialmente abbiamo dato il consenso. Nonsapere cogliere o ignorare i segnali delmalessere altrui è violenza.Se una donna prova piacere durante unrapporto sessuale, lo esplicita. La totalepassività a volte è sintomo di un malessereche non riesce ad essere espresso. Ilsilenzio non equivale ad un consenso.Senza consenso è stupro.Riprendere un rapporto sessuale senzaconsenso è violenza. Diffondere un video

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girato durante un rapporto sessuale (e amaggior ragione uno stupro) senza ilconsenso dei soggetti coinvolti è violenza.E non importa se in altre situazioni abbiamodato il consenso per rapporti di naturaintima, sessuale o sentimentale. La violenzatroppo spesso avviene all'interno di mura:muri domestici, muri di relazione e muri diappartenenza ad un gruppo sociale e ciò nonla rende meno grave. Così come la moralità(intima e politica) di una donna non devecostituire un attenuante al sopruso di unuomo. Se non diamo il consenso epercepiamo una parola, unatteggiamento o un rapporto comedegradante o violento è stupro.E questo dovrebbe essere scontato per chi sidichiara antifascista e quindi anti-sessista.Chiunque non comprenda questo e nondistingua la differenza tra una donna chegode e gioca ed una donna che subisce unaviolenza, verrà combattuto in quantofascista, maschilista e orribile vacuo pezzo dimerda.

Lo stupro - ridotto ad un ridicolo spettacoload uso della miseria umana di uomini edonne a cui mancano non solo le basiteoriche, ma anche semplicemente il cuoree la testa di capire - sarebbe così rimastoimpunito. Un peso schifoso ad esclusiva dellavittima, che nel frattempo crollaemotivamente e viene travolta da una spiraledi autolesionismo e disperata ricerca diaffetto e calore; una spirale verso il basso,fatta di scelte sbagliate, di relazioni tossichee merda intuibile e/o prevedibile anche senzabisogno di cercare su Google “disturbo post-traumatico da stress dopo una violenzasessuale”. Lei, sola, in balìa dei suoidemoni // gli altri, gli stupratori (espettatori dell’orrore), in mezzo a noi.

Ma nell'agosto del 2013 un ordignorudimentale scoppia a pochi passi dalla sedesi Casa Pound a Parma e partono delleindagini che come prevedibile, vanno a

colpire ilmovimento anti-fascista eanarchicoparmense e dellezone limitrofe.C’è chi dice che siastata una soffiata,c’è chi dice siastata proprio CasaPound a fare lasegnalazione oforse è stato ilnormale iter delleindagini. Pocoimporta il come,ciò che conta è ilfatto che gli inquirenti sono venuti inpossesso di quel video - che gli stupratoriavevano realizzato e diffuso - e di unnominativo: il nome e il cognome di coleiche troppi hanno chiamato la ragazzafumogeno.Sola, con i suoi demoni, e un numeroimprecisato di carabinieri che le fannodomande per ore e ore. Le chiedono qualisono i suoi rapporti con quel gruppo diuomini e donne che si trovano nella sededella RAF, le chiedono se li frequenta, sesono suoi amici, se sono suoi compagni.No, non li frequenta.Perché non li frequenta? Ha forse litigato? Lehanno fatto qualcosa? E lei ci è mai stata invia Testi? E cose le è successo in viaTesti? Poi tirano fuori il video e glielomostrano. E ancora domande. È lei nelvideo? Chi c’erano quella notte in via Testi?Iniziano a fare dei nomi. Lui c’era? Equesto? Sicura che non ci fosse anchequest’altro? Alcuni sono stati identificati nelvideo. Si sentono delle voci. Di chi sonoquelle voci?Dopo ore interminabili vengono fuori i nomidi persone che lei ricorda nella sededella RAF il giorno dello stupro. Equanti... quanti di noi sarebberorealmente in grado, al di là delle nostre

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saldissime convinzioni, di reggere?

TERZA CREPA

Chiunque si dichiari “anarchico” dovrebberifiutare lo Stato, le sue Istituzioni edisconoscere la giustizia dei tribunali perchélegale non equivale a giusto. Gli anarchici,quindi, non dovrebbero cercare di correggerei torti subìti rivolgendosi a chi le leggi le fa, leimpone e punisce chi non le rispetta. Questoperché l’anarchia è auto-organizzazione edauto-gestione, con il fine supremo del benecomune che dovrebbe superare l’interesseindividuale.Ma se per mantenere e garantire il bene diun gruppo, bisogna schiacciare altri individui,mettere a tacere il malessere e voltare lespalle agli ideali? Possiamo ancora definircianarchici?Se rifiutiamo quella legge sorda e ciecache viene imposta dall’alto e punisce chinon obbedisce, possiamo replicarne ilmodello imponendo la sterilità dellateoria, a discapito dell’imperfezionedell’empatia, del buonsenso edell’umanità?

“Chi parla con la polizia è un infame e neinostri posti non ci deve mettere piede”

E allora chiediamoci perché i primi a VEDEREla violenza in quel video, che tanti compagni

e compagne anarchicheavevano guardato, sono staticarabinieri e magistrati.Perché una ragazza che hasubìto una tale violenza siè trovata sola eimpreparata “in mano” alleforze armate, addestrate eformate per gestire questesituazioni a lorovantaggio? Dove siamo statein quei tre anni che vannodallo stupro al giorno in cuidue pattuglie sono andate acercare la ragazza a casa della

sua famiglia? Perché al posto didiffondere il video, umiliarla,organizzare assemblee CON glistupratori non è stato fatto muroattorno alla ragazza? Perché per salvare ilgruppo si è deciso di abbandonare chidavvero aveva bisogno?

“Le persone fragili indeboliscono ilmovimento perché possono esseremanipolate da sbirri e fasci”.

Crediamo invece che il movimento siadebole se non è in grado di accogliere eproteggere i deboli e gli oppressi.Crediamo che il movimento si indebolisca sesi arrocca su teorie di purezza e integrità,senza essere capace di accogliere (e formaree informare) anche chi non obbedisce alleSacre Scritture del rivoluzionario perfetto.Siamo fermamente convinte che non siaquesto il momento di fare un processoall’integrità politica di chi ha subìto laviolenza degli stupratori (prima) e dello Stato(poi), perché il suo agire non può far passarein secondo piano la condanna dello stupro edella violenza sessista perpetuata da chi sidichiara compagno, anarchico e antifascista.Se dobbiamo fare un processo politicoallora facciamolo anche a chi hastuprato e condiviso quel video, a chil’ha chiamata fumogeno e facciamolosoprattutto a noi stessi. Noi per primedovremmo metterci sul banco degliaccusati e chiederci che cazzo avevamoin testa quando non abbiamo volutoprendere posizione perché “è stataviolentata, MA…”

Durante quell’interrogatorio avvenuto annidopo lo stupro, è stata redatta dai Carabinieriuna deposizione, firmata dalla ragazza, con inomi di chi lei si ricordava quella sera invia Testi. Tra questi nomi è stata tirata incausa una persona che ha dichiarato diessere all’estero all’epoca dei fatti e che poiè stata prosciolta dallo Stato. Degli altri

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nominati e convocati dalle ForzeArmate come personeinformate sui fatti, 4 uominisono poi stati accusati e ora aprocesso (di cui uno all’esteroche risulta irreperibile), perchéidentificabili nel video.Ricordiamoci che stiamoparlando di una persona che nonha mai denunciato e non avevanessuna intenzione di farlo, mache si è trovata a doversicostituire parte civile di unprocesso per reato di stupro digruppo. Non per un attopolitico, non per un’azionedel movimento, ma perviolenza carnale con unamanciata di aggravanti dalmomento in cui era priva disensi quando è avvenuta. A cuisi aggiungono quattro personeaccusate di favoreggiamentoche, secondo gli inquirenti,hanno mentito per coprire glistupratori o minacciato lavittima per indurla a negare

la violenza subìta. Sono innumerevoli imessaggi di minacce e di insulti sessisti concui è stata bombardata da quando sonopartite le denunce. Troppe sono state leoccasioni in cui è stata cacciata con violenza,senza la possibilità di essere ascoltata, daspazi occupati e autogestiti.Per quanto si possa reputare grave il fatto ditrovarsi "collusa" con la giustizia, noncrediamo che la sua debolezza sia tantograve da giustificare quello che è stato fattonei suoi confronti. Per "vendicare" chi erastato convocato dalle Forze Armate oproteggere gli stupratori, infatti, è statamessa in moto una macchina spietata che siè alimentata di voci assurde, minacce epersino aggressioni fisiche nei suoi confronti.Nel darle dell'infame, nel trattarla dainfame, è passato il messaggio che è piùgrave denunciare uno stupro che

stuprare. Che sebbene lo stupro fosseavvenuto all'interno di uno spazio politico,risultava difficile prendere posizione perchélei ha fatto questo, detto quello e perchélei è... E noi non crediamo che chi lacondanna per aver parlato con le ForzeArmate, voglia questo. Speriamo vivamenteche il movimento sia abbastanza maturo elucido per distinguere le due cose econtestualizzare i fatti. Condannare laviolenza senza se e senza ma e poi, inun’altra sede e coi giusti modi*, rifletteresul perché si siano creati i presupposti di ciòche è successo.

*I GIUSTI MODI: quanti di noi le hanno scritto o

chiesto la sua versione? Quanti di noi l'hanno

minacciata con messaggi anonimi o su Facebook

per poi bloccarla e non darle la possibilità di

parlare? Quanti di noi hanno diffuso le “voci”

messe in circolo dagli accusati senza mettere in

discussione la fonte? Quanti di noi hanno reputato

più grave la presunta infamia di uno stupro?

Quanti di noi attaccano la Giustizia dei tribunali

per poi formulare le proprio accuse con le loro

carte e i loro metodi? Quanti hanno chiesto di

vedere il video perché “altrimenti non ci

crediamo”? Ed è così che pensiamo di gestire la

nostra giustizia all'interno degli spazi?

QUARTA CREPA

Alla base dell’antisessismo ci dovrebbeessere la forza di condannare qualsiasi formadi violenza ai danni delle donne in quantodonne. Ciò non significa difendere una donnaper partito preso, ma condannare ogni stuproanche se fatto da “compagni”, amici o uominiche amiamo. Anche ai danni di una donnache reputiamo esecrabile, meschina onemica. Anche se ci ha fatto del male. Una

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femminista non insulta un’altra donna per il suo aspetto fisico, per le sue preferenze sessuali oper i suoi appetiti erotici. Una femminista non usa espressioni violente e maschiliste ai danni diun’altra donna. Per quanto siano nobili le motivazioni, la violenza sessista (fisica e verbale) è pernoi condannabile, inaccettabile e ci batteremo duramente contro di essa.

Se anarchici vogliamo creare una socialità-altra all'interno dei nostri spazi libertari, rivendichiamo lenostre idee e i nostri corpi, rifiutiamo il ruolo delle istituzioni in ogni sua forma, combattiamo ilbraccio armato dello stato, tanto da chiamare lucidamente infame colui che denuncia un compagno;non possiamo che chiederci ora cosa abbiamo fatto negli anni in cui avremmo dovuto cercare lemodalità di tutelare una vittima, coscienti del nostro ruolo, prima della macchina giudiziaria, primadella meraviglia di fronte al crollo emotivo di una donna. Sei anni di silenzio.Eppure sapevamo bene che l'omertà è da sempre fedele compagna della violenza maschile.Come possiamo definire libertario un luogo in cui può avvenire una violenza tanto grave da esseredefinita stupro, anarchico colui che perpetua atteggiamenti che condanniamo nella societàpatriarcale, fascista, omertosa e violenta?Come possiamo oggi definire questi spazi liberati e noiliberi?

Ciò che è accaduto a lei poteva succedere ad ognuna di noi. Messa da parte la teoria astratta, lamarzialità di un codice e il superomismo celodurista che preferiamo lasciare a predicatori, soldati ebulli, non possiamo che essere orgogliose di lei e della sua forza, oggi, perché ciò che havissuto avrebbe forse annientato molte di noi. Quell’incredibile forza che sta dimostrando nel volerrivendicare il diritto a frequentare i nostri spazi e il suo coraggio davanti all’oscenità perpetuatanell’aula di Tribunale, dove si ritrova – davanti agli occhi dei suoi stupratori – a rivivere ogni istante,ogni sensazione, ogni ricordo legato a quella notte e alla sua vita intima passata e presente.

Ed è con la sua stessa forza, nella nostra unione, nella nostra voglia di lottare in nome della gioia,dell’ironia e della rivolta contro l'esistente che rivendichiamo la stessa urgenza che è dell’esserepunk. Ci sarà il tempo dei comunicati ben scritti e dei percorsi a lungo, lunghissimo termine atti arivoluzionare i nostri mondi – li stiamo già facendo così nell’intimo così come nei nostri spazi - maora è tempo delle parole urlate, della follia sgangherata dei tre accordi suonati con tutta la nostraforza, della bellezza imperfetta delle nostre anime in subbuglio, perché da sempre il punk ci hainsegnato ad usare il cuore, la testa per mettere in discussione e contrastare ognitentativo di oppressione e subordinazione alla norma.

Ed oggi ci alziamo in piedi, ritti come chiodi che scintillano nella notte delle belle cose, insieme,contro la violenza avvenuta quella notte in via Testi, la vergogna di quel video diffuso e l’orrore diquel nomignolo. Contro il suo abbandono e l’incapacità di vedere il disagio di una donna. Control’omertà e il muro di silenzio. Contro i modi e il linguaggio adottati nei suoi confronti. Contro chi l’haprocessata, condannata e punita basandosi su voci e fatti incompleti e di parte. Contro chi l’haminacciata, aggredita, allontanata dagli spazi occupati usando la violenza…

Ed è contro tutto questo che aprendo la bocca è uscito questo urlo.