Nel Nome Gesù Tel. 0577-332448 ... parrocchiali/Giornalino 2014... · volle compiere il rito di...
Transcript of Nel Nome Gesù Tel. 0577-332448 ... parrocchiali/Giornalino 2014... · volle compiere il rito di...
F E B B R A I O 2 0 1 4
Redattori: Vinicio, Viola, Caterina e Anna Dora, Grafica e impaginazione Claudio e Fra Jorge OFM. e mensile.
Nel Nome
di Gesù
LA VOCE DEL PARROCO
Cari fratelli e sorelle,
come voi sapete, il 2 Febbraio ricorre la Festa
liturgica della Presentazione del Signore nostro
Gesù Cristo al Tempio. Con questa Festa
celebriamo quell’ evento con cui la Sacra Famiglia
volle compiere il rito di purificazione della madre
e presentazione del primogenito, che la Legge di
Mosè comandava al popolo d’Israele. Secondo
quella legge il bambino era portato nel tempio per
essere consacrato a Dio e la madre si presentava
per essere purificata dopo il parto. Come Figlio di
Dio, Gesù non aveva bisogno di essere consacrato
e neppure Maria di essere purificata, ma Giuseppe
e Maria hanno voluto ubbidire umilmente alla
legge di Mosè.
Ora, riflettendo sul mistero
dell’incarnazione e della missione del Signore
Gesù Cristo, si può dire che è stato Lui a
santificare il tempio col suo ingresso e con la sua
presenza e con la sua parola illumina tutta
l’umanità. Ecco perché in questa Festa si portano
le candele accese, come segno della nostra fede in
Cristo Salvatore.
Quest’anno 2014 il 2 febbraio coincide con
la prima domenica, giorno in cui la Chiesa Italiana
celebra la giornata per la Vita. Il Centro di Aiuto
alla Vita di Siena, in collaborazione con l’Ufficio
Diocesano per la Pastorale Familiare e
l’Associazione Scienza &Vita, ha previsto una
serie di momenti e di eventi nella diocesi
focalizzati sul tema: “Generare Futuro: i figli sono
la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se
non ci prendiamo cura dei nostri occhi?”. A questo
riguardo, possiamo dire che la celebrazione della
Presentazione di Gesù al tempio può illuminare la
riflessione sul valore della vita, non soltanto dal
punto di vista umano ma anche cristiano.
Per noi cristiani la vita inizia con il
concepimento dell’essere umano e non finisce con
la morte fisica, la quale è considerata come un
passo alla vita eterna che il Signore Gesù ci ha
promesso e della quale è garanzia la sua
risurrezione. Infatti, San Francesco d’Assisi, da
buon cristiano, la considerava come la porta che
conduce alla presenza di Dio e per questo la
chiamava sorella.
Ebbene cari fratelli e sorelle, parlando di
vita e di morte, colgo l’occasione per esprimere il
nostro fraterno saluto di estremo congedo a Padre
Fra Remigio di Cristoforo, che è stato portato da
sorella morte alla presenza di Dio Altissimo,
martedì 21 gennaio 2014. Lui per tanti anni ha
abitato e condiviso la sua vita di frate minore in
questa comunità francescana e parrocchiale;
perciò è giusto che preghiamo il Signore Dio
Trino e Uno che lo accolga nel suo regno d’amore
infinito.
Caro Frate Remigio, ti siamo riconoscenti
per quanto hai fatto e condiviso con la Parrocchia
di San Bernardino all’Osservanza di Siena;
pregheremo per te e tu intercedi per noi,
arrivederci in cielo!
Il parroco
Fra José Antonio Gonzàlez Porres, OFM.
L’Osservanza informa Basilica San Bernardino all’Osservanza – Siena
www.basilicaosservanza.it
Basilica di S. Bernardino
e. mail: [email protected]
Tel. 0577-332448 ufficio parrocchiale
Tel. 0577-332444 convento
Parroco: Padre Antonio
e. mail: [email protected]
UN FRATE DA RICORDARE
Nella lunga serie di frati francescani che si
sono avvicendati all'Osservanza di Siena, alcuni
meritano una particolare menzione per quello che
hanno fatto nella storia del convento e della
comunità parrocchiale.
Tra questi dobbiamo ricordare padre
Remigio de Cristofaro che proprio nei giorni
scorsi (il 21 gennaio) ci ha lasciato dopo una
lunga e operosa vita durata 94 anni.
Nato nel 1920 a Ischitella ( in provincia di Foggia)
in una famiglia di profonda tradizione religiosa
( tre sorelle monache, altri due fratelli religiosi) è
entrato giovanissimo nell'ordine francescano
rivestendo, nel tempo, molteplici incarichi in
diversi luoghi, ma soprattutto presso l'Osservanza
di Siena dove ha trascorso gran parte della sua vita
(un primo periodo negli anni '50 insieme a padre
Aureliano Bertagna, poi, ininterrottamente, dai
primi anni '70 fino al 2007, quando fu trasferito al
Savonarola di Firenze. Gli ultimi anni li ha
trascorsi nel pensionario di Fiesole.
Assistente Regionale dell'Ordine
Francescano Secolare per diversi anni, guardiano
e parroco all'Osservanza, padre Remigio ha
lasciato dietro di sé una solida fama di
appassionato studioso e compositore musicale.
Autore di raccolte di musica popolare
anche nella sua terra di origine fin dagli anni '60,
ha tratto dalle sue ricerche un libro dal titolo
“Ischitella. I canti del popolo”. Anche a Siena ha
lasciato una pubblicazione assai nota agli studiosi
del settore: “Siena. I canti del popolo” edita da
Canta galli.
Insieme ad un altro parrocchiano cultore di
musica sacra, Marcello Merolli, padre Remigio è
stato il fondatore del coro dell'Osservanza che per
molti anni ha accompagnato le solenni liturgie
nella nostra basilica.
Molti parrocchiani lo hanno conosciuto e
amato apprezzandone la cultura, la gentilezza dei
modi, la nitidezza dello sguardo, la chiarezza delle
omelie.
Oggi lo ricordiamo con affetto consapevoli
che padre Remigio è stato parte della storia
francescana dell'Osservanza e anche della nostra
vita di parrocchiani.
Vinicio
QUARTA CENA DEI POPOLI 2013
Il 31 gennaio, per una grazia speciale dello
Spirito Santo, si è rinnovato all’Osservanza il
miracolo della cena dei popoli per il quarto anno
consecutivo. La notte d Natale di quattro anni fa
era accaduto il primo miracolo….al termine della
messa, mentre fuori continuavano gli abbracci e lo
scambio di auguri, ad alcuni di noi si accese la
luce nel cuore. In quella messa padre Fernando ci
aveva parlato di come l’abbraccio rinsalda i
legami del cuore e ti apre alla scoperta dell’altro
quando senti che in quell’abbraccio stai donando
l’amore e l’abbraccio di Gesù per te. “Riscaldati”
da questa luce, da questo annuncio di bene,
desiderammo “fare” qualcosa, cercare altri oltre a
noi con cui condividere la grazia ricevuta.
Pensammo subito, come un lampo, a chi quella
notte era solo, affamato nel corpo e nello spirito, a
chi si sentiva straniero nella nostra
città….iniziammo a cercare, a telefonare per fare
un invito, a chiedere: “Conosci qualcuno che è
solo o migrante che possiamo invitare il 31 qui a
cena in Parrocchia?”. Dopo il primo miracolo
dell’abbraccio da donare ecco il secondo: vedere
arrivare a quella prima cena di quattro anni fa
famiglie provenienti da alcuni paesi del mondo e
parrocchiani che mangiavano alla stessa tavola e
imparavano a conoscersi. Così anche quest’anno
A.A.A. SCRITTORI CERCASI
La vita parrocchiale è fatta di preghiera e
di condivisione. Il giornalino svolge, in piccolo,
proprio questo compito: grazie a questo spazio è
possibile condividere le informazioni, gli impegni
del mese e, soprattutto, la crescita spirituale
personale e comunitaria. Se hai voglia di
condividere con la parrocchia un momento di
fede, un’esperienza, un’attività del gruppo di cui
fai parte, invia il tuo articolo a info-
[email protected] e sarà
pubblicato! Ti aspettiamo!!!
la nostra Parrocchia ha rinnovato l’invito a
partecipare. Originari della Colombia, del Perù,
del Camerun, della Libia, dell’Albania, della
Tunisia, della Francia e naturalmente dell’Italia
hanno partecipato alla cena organizzata dalle
famiglie Osservanza: pasta al ragù, riso alle
verdure, pollo e patate arrosto, antipasti misti,
ciaccino a volontà, lenticchie, sformato di
finocchi, il tutto preparato con il desiderio di far
trascorrere una serata multiculturale e multietnica
all’insegna della pace e della fratellanza.
“Giustizia e pace si baceranno”: da questa frase
presa dai salmi, scritta in tante lingue su foglietti
colorati distribuiti sulla lunga tavolata, padre
Antonio ha tratto la preghiera che ha dato inizio al
banchetto. Durante la serata ho visto veramente la
possibile verità di quella frase con i miei occhi:
mentre la signora Elisabetta ballava per il
variegato pubblico la danza tradizionale
colombiana, mentre i bambini giocavano insieme
alla tombola del mondo, mentre gli adulti
cantavano le canzoni italiane seguendo le parole
video proiettate. Quando condividiamo con
semplicità la festa e il pane con chi non avrebbe
motivi umani per festeggiare attuiamo la giustizia;
se poi rinunciamo anche a ciò che riteniamo
nostro per donarlo, come ad esempio il tempo
“speso” da alcuni per organizzare una cena senza
ricavi, allora attuiamo la giustizia cristiana che
ripaga sempre, lasciandoti la certezza che siamo
tutti fratelli che con un po’ di coraggio e aiuto di
Dio possono vivere nella pace.
Marta Delprato
Una riflessione sul
“ PADRE NOSTRO “
Posso dire PADRE, se vivo
nell'isolamento e non manifesto sentimenti filiali
nella vita di ogni giorno?
Posso dire NOSTRO, se vivo
nell'individualismo e non ho il senso della
fraternità umana e della comunità?
Posso dire che SEI NEI CIELI, se penso
alle cose terrene e non innalzo lo sguardo al
mondo della realtà divina per le quali sono fatto?
Posso dire SIA SANTIFICATO IL TUO
NOME, se non mi occupo della gloria di DIO,
dimenticando che, fatto a sua immagine, sono
destinato a vivere la sua vita divina e a proclamare
la sua santità?
Posso dire VENGA IL TUO REGNO, se
non m'impegno a testimoniare l'amore di DIO che
salva e non gli permetto di regnare nella mia vita?
Posso dire SIA FATTA LA SUA
VOLONTA', se non cerco di scoprire il piano di
DIO a proposito di tutto, in particolare della mia
vita e se non cerco sempre di unirmi alle
intenzioni di DIO?
Posso dire DACCI IL NOSTRO PANE
QUOTIDIANO, se non penso che tutto ciò che
conserva la mia vita mi viene dalla mano di DIO e
non mi occupo del mio fratello che ha fame?
Posso dire RIMETTI A NOI I NOSTRI
DEBITI, se conservo coscientemente un
risentimento verso qualcuno e non coltivo in me la
volontà del perdono?
Posso dire NON CI INDURRE IN
TENTAZIONE, se accetto deliberatamente una
situazione che favorisce il peccato?
Posso dire LIBERACI DAL MALE, se non sono
attento a tutte le forze del male che allontanano i
miei fratelli e se non sono disposto a combattere
con tutte le mie forze?
Posso dire AMEN, se ho recitato il Padre
Nostro senza convinzione e se ho letto queste
parole senza una volontà di conversione?
La festa di San Valentino ricorre
annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e
festeggiata in tutto il mondo. Tale tradizione fu
diffusa dai benedettini, primi custodi della basilica
dedicata al Santo a Terni. Valentino è considerato
patrono degli innamorati e degli epilettici.
Una leggenda narra che la festa del
vescovo e martire Valentino si riallaccia agli
antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani
che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio
Pane, Fauno e Luperco, festeggiamenti che erano
legati alla purificazione dei campi e ai riti di
fecondità. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano
della fecondità anticipandolo al giorno 14 di
febbraio attribuendo al martire ternano la capacità
di proteggere i fidanzati e gli innamorati
indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata
dai figli.
Valentino nacque a Terni verso il 170 d.C.
da una famiglia patrizia convertita al
Cristianesimo. La loro casa era luogo di incontro
dove i cristiani si riunivano per pregare e celebrare
i sacramenti. Giovinetto imparò a pregare e ad
aiutare i poveri; fu ordinato sacerdote per ordine
del Papa Vittore allo scopo di aiutare il Vescovo
che, allora, non risiedeva a Terni.
Nel 199 Valentino fu consacrato Vescovo
di Terni. La sua casa era un punto di riferimento
per incontri di preghiera e il giardino divenne
luogo frequentato dai giovani che si preparavano
al battesimo, che volevano conoscere Gesù, e da
coppie di innamorati che chiedevano benedizione
per il loro amore. I malati domandavano preghiere
per la loro guarigione e, insieme alla salute del
corpo, Valentino donava sopratutto quella dello
spirito.
Predicava l'amore di Dio ed educava ad
amare il prossimo come lui ci ha amato. Insisteva
sulla famiglia, pensata e voluta da Dio come sua
immagine cioè amore.
Si narra che un giorno venne dal Vescovo
una giovane cristina, Serapia, innamorata di un
giovane cavaliere romano pagano, di nome
Sabino. Il Vescovo affermava che un vero
matrimonio poteva esistere se ci fosse stata anche
intesa spirituale, la donazione dell'uno all'altra
doveva essere completa. Serapia e Valentino
pregarono insieme per Sabino per sette giorni.
L'ottavo giorno Serapia parlò a Sabino di
Gesù, della Messa e dei cristiani. Sabino non
capiva. Insieme parteciparono alla preghiera e
alla Messa che si svolgeva a casa di Valentino,
Sabino rimase colpito dal carisma e dalle parole
del vescovo. Finito il rito Serapia, Sabino e
Valentino andarono in giardino, qui Valentino
raccolse una rosa e dal gambo tolse le spine. Si
punse, si bagnò col sangue le dita e offrì il fiore ai
due giovani. Parlò al cuore di Sabino che si
convertì a Cristo.
Per la strada i due sposini si accorsero che
avevano il dorso delle mani bagnate di sangue, era
il sangue del vescovo punto dalle spine della rosa.
Il mistero del sangue di Gesù sparso per l'umanità
si illuminò nell'animo di Sabino: amore e
sacrificio non possono essere separati.
Il loro amore crebbe ogni giorno. Quando
Serapia si ammalò, Sabino chiese a Valentino, al
capezzale della giovane morente, di non essere
separato dall'amata: il vescovo lo battezzò e lo unì
in matrimonio a Serapia. Alla morte di Serapia,
Sabino pieno di fede e di speranza la seguì in
cielo.
Un giorno il giovane Fontejo Triburzio
andò da Valentino supplicando la guarigione per il
fratello che stava per morire. Era uno schiavo che
veniva portato a Roma, insieme alla famiglia, per
essere venduto. Il fratello sarebbe stato
abbandonato di lì a poco perchè dichiarato inutile.
Valentino si recò dall'ammalato, disse alla
famiglia che non era lui a guarire ma Gesù, venuto
su questa terra per liberare dalle malattie e dalla
schiavitù. Parlò loro della bontà di Dio che era
venuto a vivere tra noi. La famiglia accolse il
messaggio evangelico e volle ricevere il battesimo
come adesione a Cristo. Quando Valentino
battezzò il moribondo questi guarì. La famiglia
partì per Roma e Fontejo andò a servizio di un
retore ateniese, Cratone. Questi aveva aperto una
scuola dove insegnava greco e latino ai giovani.
Tre studenti ateniesi, Procolo, Efebo e Apollonio,
avevano fatto amicizia con lo schiavo Fontejo, che
godeva la fiducia dei padroni. Tra loro c'era anche
il figlio di Cratone, Cherimone, e Abondio, figlio
del prefetto di Roma, Furio Placido. Tutti e cinque
erano interessati ai racconti di Fontejo su Gesù.
Cherimone si ammalò di una grave malattia e
nessuno riusciva a guarirlo. Fontejo parlò al
padrone dell'uomo che aveva guarito suo fratello,
senza accennare alla questione religiosa. I tre
amici, Procolo, Efebo e Apollonio andarono a
Terni a cercare quell'uomo ed accompagnarlo a
Roma dal malato.
Valentino accolse i tre
giovani che gli raccontarono dello
schiavo Fontejo e del loro amico
malato. Valentino spiegò che le
guarigioni non erano dovute a lui,
che non era nè medico nè mago,
ma erano legate al nome di Gesù.
A Roma era in atto la persecuzione
dei cristiani ma accettò di partire
con loro e durante il viaggio li
istruì su Gesù e sul vangelo; pian
piano la luce stava entrando dentro
il loro cuore. Durante una sosta,
vicini ad una fonte, i tre giovani
chiesero a Valentino il battesimo.
Arrivati in casa di Cratone i tre amici
confidarono allo schiavo di essere diventati
"fratelli". Cratone condusse Valentino dal figlio
malato. Valentino spiegò a Cratone che la
guarigione del figlio sarebbe stata possiblile solo
se lui avesse creduto nel suo Dio e in Cristo.
Valentino lo educò su Cristo, sul Vangelo, sul
battesimo e sui fondamenti della fede cristiana. Le
parole di Valentino indussero Cratone a credere.
Tutta la famiglia fu istruita e battezzata. Valentino
restò tutta la notte nella camera del malato,
digiunando e pregando finchè al mattino il
ragazzo, guarito fu anch'egli battezzato.
La casa di Cratone divenne una scuola del
Vangelo nonostante la persecuzione, molti si
convertirono. A Roma tutto questo non piacque. Si
accese lo sdegno dei senatori che ordinarono al
prefetto di fare arrestare Valentino. Fu celebrato
un primo processo e il Vescovo fu percosso e
rinchiuso in carcere.
Il prefetto per paura che aumentassero i
discepoli di questa nuova religione, processò una
seconda volta sommariamente Valentino
accusandolo di avere allontanato dagli dèi di
Roma tanti giovani. Condotto sulla Via Flaminia
fu decapitato; era l'anno 273.
Di nascosto lo avevano seguito i giovani
ateniesi e altri giovani convertiti al cristianesimo
nella casa di Cratone. Il corpo era stato sepolto
nello stesso posto del martirio, così
disseppellirono la salma e la portarono a Terni.
Arrivarono su un colle, poco lontano daalla città,
ma i cavalli si rifiutarono di andare avanti: era
volontà del cielo seppellire Valentino in quel
luogo. È il posto dove oggi sorge la Basilica a lui
dedicata.
La chiesa, che ha subito alterne vicende
nella storia, è meta di visite, soprattutto di giovani
innamorati, che depongono davanti
al santo, protettore dell'amore, i loro
sentimenti. La preghiera è per
ottenere il vero amore, libero da
ipocrisie e falsità. San Valentino
aiuta a trasformare i primi
sentimenti di simpatia e attrazione
fisica in moti dell'anima, in virtù,
che partendo dall'accettazione
vicendevole anche dei limiti e
difetti, fa giungere al rispetto e alla
stima. Tutto questo, con San
Valentino, ha il fondamento nella
fede.
Ricordiamoci tutti di
ringraziare Dio per l'Amore che ci
ha fatto incontrare e ci ha messo a fianco;
ringraziamo Cristo, insieme, davanti al Santissimo
Sacramento nel giorno della festa di San Valentino
e rendiamo grazie tutti i momenti delle nostre
giornate.
In comunione con tutta la chiesa e Papa
Francesco, che il 14 febbraio prossimo incontrerà i
fidanzati per celebrare insieme “La gioia del Sì
per sempre”, siamo tutti invitati (tutti, non solo le
coppie!) a partecipare all'adorazione Eucaristica,
che si terrà lo stesso giorno alle 21.30 in cappella.
Sarà occasione per ringraziare Dio per l'amore
donatoci.
A tutti, giovani e meno giovani, auguro
una buona festa di S. Valentino tutto l'anno.
Isabella
DAMMI, SIGNORE, UN’ALA DI RISERVA
Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.
Ho letto da qualche parte che gli uomini sono
angeli con un’ala soltanto: possono volare solo
rimanendo abbracciati.
A volte nei momenti di confidenza, oso pensare,
Signore, che anche Tu abbia un’ala soltanto,
l’altra la tieni nascosta.
Forse per farmi capire che Tu non vuoi volare
senza me.
Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi
compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con te, perché vivere
non è trascinare la vita, non è strapparla, non è
rosicchiarla,
vivere è abbandonarsi come un gabbiano
all’ebbrezza del vento,
vivere è assaporare l’avventura della libertà,
vivere è stendere l’ala, l’unica ala,
con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner
grande come Te.
Ma non basta saper volare con Te,
Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare
anche il fratello e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non
ho aiutato a distendersi:
non farmi più passare indifferente davanti al
fratello che è rimasto con un’ala,
l’unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete
della miseria e della solitudine
e si è ormai persuaso di non essere più degno di
volare con Te.
Soprattutto per questo fratello sfortunato, dammi,
o Signore, un’ala di riserva.
(Caterina Martini ci ha inviato questa bella
preghiera, preghiamo insieme a lei)
Briciole d'arte.
Cappella terza a destra lungo la navata Sulla parete dietro all'altare è apposto un trittico
esprimente 'La Madonna col Bambino ed i Santi
Girolamo e Bernardino. L' autore è Sano di
Pietro(1405-1481),pittore legato agli stilemi del
primo '400.
Il dipinto è realizzato su un trittico ovvero
una composizione centinata a carpenteria
pieghevole di tre tavole lignee con fondale in
lamina d'oro zecchino, separate da eleganti,
aggraziate colonnine tortili con capitelli che
sorreggono tre archi cuspidati dei quali quello
centrale è più' grande rispetto ai due laterali.
La complessa architettura geometrica dal
fondale impreziosito dall'oro puro presenta in alto
due medaglioni riproducenti l'Annunciazione,
mentre in basso la composizione poggia su una
predella scandita da sette riquadri che esprimono:
S. Chiara ,S. Francesco, S. Pietro la Vergine con
Cristo in pietà, S. Giovanni evangelista, S
.Giacomo e S. Cristoforo.
Dall'esame della parte centrale dell'opera
emerge quanto segue. La tavola a sinistra esprime
S. Girolamo in veste di cardinale e dottore della
Chiesa. Questo Santo infatti ,espresso in veste di
penitente, ad esempio, ne 'La Crocifissione con
Vergine e Santi 'del Riccio, posizionata nella terza
cappella ,visse nel quarto secolo d. C e fu eremita
nel deserto della Siria ,ma anche cardinale e
dottore della Chiesa (come indica anche il libro
nel dipinto di Sano di Pietro ,autore anche de 'Le
prediche di S. Bernardino ,opera questa
conservata nel museo dell'O.P.A.
La tavola destra che compone il trittico in
esame esprime la figura di S. Bernardino da Siena
che ostende la tavoletta con il Nome di Gesù'.
La parte centrale dell'opera pittorica esprime 'La
Madonna in trono col Bambino. Il trono su cui
siede la Vergine è ornato da un prezioso drappo
rosso che riprende il colore dell'abito della Madre
di Dio ed è segno di regalità'. Mentre l'azzurro del
manto di Maria allude al titolo di Regina del
Cielo.
La raffigurazione della Madonna è'
caratterizzata dai lineamenti raffinatissimi e
dall'espressione umile e dolcissima ad un tempo
della Madre nell'atto di ostendere il Figlio
bambino abbracciandogli i piedini con la mano
come a volerlo sostenere e scaldare ad un tempo.
Il Bambinello, dai tratti delicatissimi esaltati dal
sapiente uso della cromia, rivolge lo sguardo
compiaciuto verso il San Girolamo scrivente come
a voler esternare l'approvazione verso , l'unione
nella Fede della Compagnia di S .Girolamo del
Santa Maria della Scala con la predicazione di S.
Bernardino rappresentato con il Monogramma ed
il volto emaciato ad esprimere la vocazione al
sacrificio.
Il Gesù' bambino del dipinto tiene nella
manina destra un cardellino che per il piumaggio
rosso del petto si raffigura come segno della
Passione e Crocifissione. Molto accurata e 'la
raffigurazione della vestina indossata dal
Bambinello, una vestina a mezze maniche ,di
solito rossa ,che nei dipinti sacri vuole alludere
all' età di Gesù' che non è più' un lattante
,altrimenti rappresentato in posizione sdraiata e
stretto nelle fasce oppure coperto soltanto da un
drappo rosso, ma tuttavia non cammina ancora
,come starebbero ad indicare i piedini nudi ,anche
se sa già stare seduto. In questo caso dunque si
tratterebbe di un infante di alcuni mesi intorno ad
un anno di età.
Rosalda
“Fecondazione artificiale, aborto
come diritto, ideologia del gender:
verso un futuro senza famiglia?”
Uno sguardo preoccupato
sull’uomo di oggi.
Scrittori e registi, a partire dalla seconda
metà del secolo scorso, hanno utilizzato
abbondantemente la tecnica della rappresentazione
di un futuro cupo e catastrofico per trasmettere
implicitamente il loro richiamo all’umanità verso
quello a cui potrebbe andare incontro se dovesse,
a seconda dei casi, perdere il controllo della
tecnologia, il rispetto della natura o quello della
dignità umana. Il filone “distopico” della
letteratura ha dato così vita a capolavori come
“1984” di George Orwell, “Il padrone del mondo”
di R.H. Benson (che tra l’altro prefigura un futuro
in cui la religione cattolica viene perseguitata in
tutto il mondo) o come “Arancia Meccanica” di
Anthony Burgess; mentre la cinematografia ha
realizzato opere come “Metropolis” di Fritz Lang,
“Matrix” dei fratelli Wachowsky e “Brazil” di
Terry Gillian, tanto per citarne alcune.
E’ spesso interessante, per chi osserva la
società, vedere quali di questi scenari, ancorché
ritenuti improbabili, in effetti sembra che si
vadano ad avverare, trasformando un’opera di
fantasia spesso spaventosa e perversa, in una
agghiacciante e sconcertante profezia.
Da qui nasce la mia idea di portare alla
riflessione comune la situazione dell’uomo di oggi
e, probabilmente, di domani, alla luce di 3 opere
distopiche molto diverse tra loro ma accumunate
dalla triste caratteristica di essere non più il frutto
di una fervida immaginazione ritenuta assurda e
irrealizzabile all’epoca della pubblicazione e forse
ancora tali fino a pochi anni fa, quanto piuttosto la
cronaca fin troppo dettagliata e cruda di un
qualcosa che sta già avvenendo o sta per arrivare
se non ci si ferma in tempo.
Aldous Huxley ne “Il mondo nuovo”
immaginava nel 1932 un mondo dominato dalla
tecnologia e scientificamente gaio e spensierato.
Nel 1974 Philip K. Dick (l’ispiratore dei distopici
“Blade Runner” e “Minority Report”) coniava in
un racconto la definizione di “pre-persone”. Nel
1997 il regista Andrew Niccol nel suo film
“Gattaca – La porta dell’universo” ci raccontava
una società dominata dal determinismo genetico.
Fantasie assurde? Tragiche profezie? E
cosa c’entra in questo l’ideologia del gender? E,
infine, cosa hanno a che fare tutte queste cose con
la famiglia, quella che l’umanità conosce da
sempre?
Domenica 9 febbraio alle 15.30 nel teatro
parrocchiale parleremo di tutto questo per potere
insieme avviare una riflessione che ci aiuti a
comprendere come l’umanità sia ormai vicina ad
un bivio decisivo.
Paolo Delprato
ORDINE FRANCESCANO
SECOLARE - OFS
La Fraternita’
Nella storia del Cristianesimo, la figura di
San Francesco d’Assisi si distingue per
l’accoglienza e il dialogo, in tempi di sospetto, di
intolleranza e di repressione; il suo linguaggio e il
suo pensiero sottolineano il desiderio di essere con
gli altri e per gli altri. Non è con l’imporre schemi
di pensiero che si avvicina l’altro, ma col mostrare
uno spirito di fraternità e l’unica strada consigliata
da Francesco è quella dell’accoglienza
incondizionata dell’altro, nemico o “brigante” che
sia…
Non si tratta di abdicare alla propria
identità ma di evitare polemiche e discussioni
inutili per una testimonianza silenziosa e
rispettosa e comportarsi come fratelli e non come
maestri, in modo da poter esprimere la propria
identità e le proprie convinzioni senza dominare e
respingere l’altro.
Francesco si apre all’altro, lo rispetta, lo
promuove esistenzialmente, per questo motivo
può indicare il cammino verso una cultura dalle
porte aperte, ecumenica e dialogica, che
superando i sospetti e la diffidenza, sia capace di
offrire le condizioni per un dialogo basato sul
rispetto, sull’accoglienza e sulla speranza, anche
di colui che la pensa diversamente.
Francesco vive intensamente e
profondamente l’esperienza della Paternità di Dio,
perciò ogni uomo è fratello perché Dio è Padre di
tutti e immagine di Dio che lo ha creato.
In una società competitiva e aggressiva come la
nostra il modello di vita francescano non è altro
che il modello evangelico ripreso e incarnato in
risposta ai bisogni di una società, quindi un
modello di vita evangelica che nutre e esplica un
amore universale, fatto di rispetto, delicatezza,
dialogo: dialogo che abbraccia tutti, poveri e
ricchi, deboli e potenti, uomini e animali…..il
cosmo intero.
Dio, creando gli uomini, ha voluto creare
esseri indipendenti, ma contemporaneamente uniti
tra di loro, infatti ”ha voluto che gli uomini
fossero una sola famiglia e si trattassero tra loro
con animo di fratelli”. Per questo Gesù ha insistito
particolarmente sulla fraternità, ed ha voluto che
l’amore fosse il segno distintivo dei suoi
Discepoli: “da questo conosceranno tutti che siete
miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli
altri”.
Quindi la fraternità è una esigenza
fondamentale del cristianesimo.
I pilastri portanti della Fraternità Francescana
sono l’Amore e il Servizio.
La Fraternità è fatta di spontaneità e di attenzione
reciproca, di iniziativa personale e di
collaborazione con gli altri, di rispetto e di amore
reciproco, è comunione e condivisione; è ricevere
e donare in un continuo scambio vitale che
arricchisce.
Spesso S. Francesco chiama la sua
Fraternità “Famiglia”, infatti essa offre la
possibilità di confrontare esperienze, discutere
come in famiglia le varie problematiche, esamina
atteggiamenti e giudizi alla luce del Vangelo con
l’aiuto e l’esperienza degli altri preoccupati degli
stessi problemi e di realizzarli secondo il piano di
Dio……………..
Anche Papa Francesco, nel suo messaggio
per la giornata mondiale della Pace invita alla
Fraternità come dimensione essenziale dell’uomo.
“Nel cuore di ogni uomo c’è il desiderio di una
vita piena, alla quale appartiene un anelito
insopprimibile alla fraternità, che porta verso la
comunione con gli altri, nei quali troviamo non
nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed
abbracciare.” (Papa Francesco)
La fraternità è fondamento e via per la
pace nel mondo, è solidarietà cristiana e
presuppone che il prossimo sia amato non solo
come “un essere umano con i suoi diritti ed
uguaglianza davanti a tutti, ma come viva
immagine di Dio Padre, riscattata dal sangue di
Gesù Cristo e posta sotto l’azione permanente
dello Spirito Santo”.
Considerarsi fratelli porta alla pace sociale
perché crea equilibrio fra libertà e giustizia, fra
responsabilità personale e solidarietà, fra bene dei
singoli e bene comune.Questa Fraternità ha
bisogno di essere riscoperta, amata, sperimentata,
annunciata e testimoniata, ma è solo l’amore di
Dio che ci consente di accoglierla e viverla
pienamente, e il “servizio e la disponibilità” ad
accogliere l’altro come fratello sono l’anima di
quella Fraternità che edifica la Pace.
L’Ordine Francescano Secolare, OFS si incontra in
Fraternità il 1°e il 3° sabato
di ogni mese alle 0re 16,00
Ministra Viola
L’ARITMETICA DEL CRISTIANO
Parafrasando s Paolo 1 Cor 13 La carità non timbra il cartellino per il datore di lavoro perché non ha orario la carità La carità è la virtù dalle tasche bucate perché dà tutto la carità.. La carità ha sempre il portafoglio vuoto perché si spende per tutti la carità.. La carità non si vergogna di essere giumento di Cristo perché porta Cristo la carità La carità si mette il grembiule perché è cameriera alle dipendenze di Dio la carità.. E il perdono ? Il perdono ha i colori dell’arcobaleno: il verde della Speranza, il giallo della Pace, il rosso dell’Amore, il violetto dell’Umiltà, l’azzurro del Regno dei cieli. La carità ed il perdono non conoscono la matematica perché vivono solo moltiplicandosi
Facciamoci due risate!!!
Pierino sale su un albero e non vuole più scendere,
arriva la mamma arrabbiata...ma lui non scende,
allora la mamma chiama prima i pompieri e poi i
carabinieri, ma non riescono a farlo scendere.
Infine arriva il prete per dagli la benedizione e fa
il segno della croce.....
Pierino allora scende subito dall'albero!!!
Ovviamente tutti chiedono spiegazioni a Pierino e
lui risponde: perché il prete mi ha detto o scendi
giù o taglio l'albero.
Emma Benocci, 10 anni
Il capitano ordina: - Gettate l'ancora!
E il mozzo: - Ma comandante, è ancora nuova!
A bordo di una nave si è aperta una falla. Il
capitano arriva quando ormai è troppo tardi e la
nave sta affondando.
Grida al mozzo:- Mozzo! Quando hai visto che
entrava l'acqua dovevi chiamarmi, babbeo!
Il mozzo, prontissimo: - Ma io sono educato, non
la chiamerei mai babbeo, capitano!
Marcello Bassini, 10 anni
Il bambino arriva a casa e dice alla mamma:
Mamma a scuola mi dicono che sono distratto!
La signora lo guarda e dice:
Oh bellino, tanto per cominciare non sono la tua
mamma e poi tu abiti alla casa difronte!
Padre Guglielmo
Calendario Febbraio 2014
Sabato 1 Alle ore 15.00 Corso di chitarra, coro, pianoforte, disegno e pittura
Alle ore 16.00 Ordine Francescano Secolare
Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts
Domenica 2 Alle ore 17.00 LECTIO DIVINA
Lunedì 3 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Strada del Paradiso (piazzetta in fondo)
Mercoledì 5 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO
Sabato 8 Alle ore 15.00 Catechismo e Catechesi per i genitori (gruppo Marta)
Alle ore 16.45 Formazione con la psicologa Giulia Scali,
Tema: “ Relazione con i piccoli ed i giovani delle varie fasce di età “
Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts
Domenica 9 Alle ore 11.00 Messa animata per i bambini
Alle ore 15.30 L’ OFS organizza una Conferenza sul tema
“ Verso un futuro senza famiglia?“ Relatore: Paolo Delprato,
Presidente dell’ Associazione Scienza & Vita di Siena ( nel teatrino )
Lunedì 10 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Via Fonte Benedetta (prima piazzetta)
Alle ore 21.00 Consiglio Parrocchiale
Mercoledì 12 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO
Venerdì 14 Alle 21.30 Adorazione al Santissimo (in cappella)
Sabato 15 Alle ore 15.00 Corso di chitarra, coro, pianoforte, disegno e pittura
Alle ore 16.00 Ordine Francescano Secolare
Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts
Domenica 16 “ Insieme pranzo e tombola” al circolo ANSPI
Si prega di prenotarsi con Anna 3402400469 e con Caterina 3383847094
Lunedì 17 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Via Orlandi (giardinetti vicino hotel)
Mercoledì 19 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO
Sabato 22 Alle ore 15.00 Catechismo e Catechesi per i genitori (gruppo Maria)
Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts
Domenica 23 Alle ore 11.00 Messa animata per i bambini
Alle ore 12.00 Messa con i latino-americani
Lunedì 24 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Via Grondaie (dietro la coop)
Mercoledì 26 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO
Confessioni:15 minuti prima e durante le messe e tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 17.30
Ogni giovedì e su richiesta dalle ore 10.00 i frati portano l’Eucarestia agli ammalati
Si ricorda che il sabato alle ore 08.30 si celebra la messa del giorno, alle ore 18.00 messa vespertina.
LA PARROCCHIA ORGANIZZA UN VIAGGIO A ROMA
PER L’UDIENZA CON IL PAPA MERCOLEDÌ 7 MAGGIO.
Anagrafe 2013 ……………………………dal registro parrocchiale
Il giorno 19 ottobre 2013 sono stati battezzati Vittoria Cateni e Huanyu Francesco Rocchini.
Il giorno 27 ottobre 2013 è stato battezzato Santiago Maranghi.
Il giorno 17 novembre 2013 è stata battezzata Nina Bartali.
Il giorno 1 dicembre 2013 è stato battezzato Pietro Muzzi.
Il giorno 14 dicembre 2013 è stata battezzata Giada Becatti.
Il giorno 5 ottobre 2013 ci ha lasciato Ezia Santi.
Il giorno 8 ottobre 2013 ci ha lasciato Leda Bartolozzi.
Il giorno 9 ottobre 2013 ci ha lasciato Lilia Ciotti.
Il giorno 19 ottobre 2013 ci ha lasciato Giuseppa Vanni.
Il giorno 22 ottobre 2013 ci ha lasciato Nemo Machetti.
Il giorno 2 novembre 2013 ci ha lasciato Aerina Paoletti.
Il giorno 16 novembre 2013 ci ha lasciato Manuela Vigni.
Il giorno 20 novembre 2013 ci hanno lasciato Barbara Giomarelli e Samuel Elias Asefa.
Il giorno 28 novembre ci ha lasciato Mario Medaglini.
Il giorno 22 dicembre ci ha lasciato Francesco Parini.