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F E B B R A I O 2 0 1 4 Redattori: Vinicio, Viola, Caterina e Anna Dora, Grafica e impaginazione Claudio e Fra Jorge OFM. Nel Nome di Gesù LA VOCE DEL PARROCO Cari fratelli e sorelle, come voi sapete, il 2 Febbraio ricorre la Festa liturgica della Presentazione del Signore nostro Gesù Cristo al Tempio. Con questa Festa celebriamo quell’ evento con cui la Sacra Famiglia volle compiere il rito di purificazione della madre e presentazione del primogenito, che la Legge di Mosè comandava al popolo d’Israele. Secondo quella legge il bambino era portato nel tempio per essere consacrato a Dio e la madre si presentava per essere purificata dopo il parto. Come Figlio di Dio, Gesù non aveva bisogno di essere consacrato e neppure Maria di essere purificata, ma Giuseppe e Maria hanno voluto ubbidire umilmente alla legge di Mosè. Ora, riflettendo sul mistero dell’incarnazione e della missione del Signore Gesù Cristo, si può dire che è stato Lui a santificare il tempio col suo ingresso e con la sua presenza e con la sua parola illumina tutta l’umanità. Ecco perché in questa Festa si portano le candele accese, come segno della nostra fede in Cristo Salvatore. Quest’anno 2014 il 2 febbraio coincide con la prima domenica, giorno in cui la Chiesa Italiana celebra la giornata per la Vita. Il Centro di Aiuto alla Vita di Siena, in collaborazione con l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare e l’Associazione Scienza &Vita, ha previsto una serie di momenti e di eventi nella diocesi focalizzati sul tema: “Generare Futuro: i figli sono la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi?”. A questo riguardo, possiamo dire che la celebrazione della Presentazione di Gesù al tempio può illuminare la riflessione sul valore della vita, non soltanto dal punto di vista umano ma anche cristiano. Per noi cristiani la vita inizia con il concepimento dell’essere umano e non finisce con la morte fisica, la quale è considerata come un passo alla vita eterna che il Signore Gesù ci ha promesso e della quale è garanzia la sua risurrezione. Infatti, San Francesco d’Assisi, da buon cristiano, la considerava come la porta che conduce alla presenza di Dio e per questo la chiamava sorella. Ebbene cari fratelli e sorelle, parlando di vita e di morte, colgo l’occasione per esprimere il nostro fraterno saluto di estremo congedo a Padre Fra Remigio di Cristoforo, che è stato portato da sorella morte alla presenza di Dio Altissimo, martedì 21 gennaio 2014. Lui per tanti anni ha abitato e condiviso la sua vita di frate minore in questa comunità francescana e parrocchiale; perciò è giusto che preghiamo il Signore Dio Trino e Uno che lo accolga nel suo regno d’amore infinito. Caro Frate Remigio, ti siamo riconoscenti per quanto hai fatto e condiviso con la Parrocchia di San Bernardino all’Osservanza di Siena; pregheremo per te e tu intercedi per noi, arrivederci in cielo! Il parroco Fra José Antonio Gonzàlez Porres, OFM. L’Osservanza informa Basilica San Bernardino all’Osservanza – Siena www.basilicaosservanza.it Basilica di S. Bernardino e. mail: [email protected] Tel. 0577-332448 ufficio parrocchiale Tel. 0577-332444 convento Parroco: Padre Antonio e. mail: [email protected]

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F E B B R A I O 2 0 1 4

Redattori: Vinicio, Viola, Caterina e Anna Dora, Grafica e impaginazione Claudio e Fra Jorge OFM. e mensile.

Nel Nome

di Gesù

LA VOCE DEL PARROCO

Cari fratelli e sorelle,

come voi sapete, il 2 Febbraio ricorre la Festa

liturgica della Presentazione del Signore nostro

Gesù Cristo al Tempio. Con questa Festa

celebriamo quell’ evento con cui la Sacra Famiglia

volle compiere il rito di purificazione della madre

e presentazione del primogenito, che la Legge di

Mosè comandava al popolo d’Israele. Secondo

quella legge il bambino era portato nel tempio per

essere consacrato a Dio e la madre si presentava

per essere purificata dopo il parto. Come Figlio di

Dio, Gesù non aveva bisogno di essere consacrato

e neppure Maria di essere purificata, ma Giuseppe

e Maria hanno voluto ubbidire umilmente alla

legge di Mosè.

Ora, riflettendo sul mistero

dell’incarnazione e della missione del Signore

Gesù Cristo, si può dire che è stato Lui a

santificare il tempio col suo ingresso e con la sua

presenza e con la sua parola illumina tutta

l’umanità. Ecco perché in questa Festa si portano

le candele accese, come segno della nostra fede in

Cristo Salvatore.

Quest’anno 2014 il 2 febbraio coincide con

la prima domenica, giorno in cui la Chiesa Italiana

celebra la giornata per la Vita. Il Centro di Aiuto

alla Vita di Siena, in collaborazione con l’Ufficio

Diocesano per la Pastorale Familiare e

l’Associazione Scienza &Vita, ha previsto una

serie di momenti e di eventi nella diocesi

focalizzati sul tema: “Generare Futuro: i figli sono

la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se

non ci prendiamo cura dei nostri occhi?”. A questo

riguardo, possiamo dire che la celebrazione della

Presentazione di Gesù al tempio può illuminare la

riflessione sul valore della vita, non soltanto dal

punto di vista umano ma anche cristiano.

Per noi cristiani la vita inizia con il

concepimento dell’essere umano e non finisce con

la morte fisica, la quale è considerata come un

passo alla vita eterna che il Signore Gesù ci ha

promesso e della quale è garanzia la sua

risurrezione. Infatti, San Francesco d’Assisi, da

buon cristiano, la considerava come la porta che

conduce alla presenza di Dio e per questo la

chiamava sorella.

Ebbene cari fratelli e sorelle, parlando di

vita e di morte, colgo l’occasione per esprimere il

nostro fraterno saluto di estremo congedo a Padre

Fra Remigio di Cristoforo, che è stato portato da

sorella morte alla presenza di Dio Altissimo,

martedì 21 gennaio 2014. Lui per tanti anni ha

abitato e condiviso la sua vita di frate minore in

questa comunità francescana e parrocchiale;

perciò è giusto che preghiamo il Signore Dio

Trino e Uno che lo accolga nel suo regno d’amore

infinito.

Caro Frate Remigio, ti siamo riconoscenti

per quanto hai fatto e condiviso con la Parrocchia

di San Bernardino all’Osservanza di Siena;

pregheremo per te e tu intercedi per noi,

arrivederci in cielo!

Il parroco

Fra José Antonio Gonzàlez Porres, OFM.

L’Osservanza informa Basilica San Bernardino all’Osservanza – Siena

www.basilicaosservanza.it

Basilica di S. Bernardino

e. mail: [email protected]

Tel. 0577-332448 ufficio parrocchiale

Tel. 0577-332444 convento

Parroco: Padre Antonio

e. mail: [email protected]

UN FRATE DA RICORDARE

Nella lunga serie di frati francescani che si

sono avvicendati all'Osservanza di Siena, alcuni

meritano una particolare menzione per quello che

hanno fatto nella storia del convento e della

comunità parrocchiale.

Tra questi dobbiamo ricordare padre

Remigio de Cristofaro che proprio nei giorni

scorsi (il 21 gennaio) ci ha lasciato dopo una

lunga e operosa vita durata 94 anni.

Nato nel 1920 a Ischitella ( in provincia di Foggia)

in una famiglia di profonda tradizione religiosa

( tre sorelle monache, altri due fratelli religiosi) è

entrato giovanissimo nell'ordine francescano

rivestendo, nel tempo, molteplici incarichi in

diversi luoghi, ma soprattutto presso l'Osservanza

di Siena dove ha trascorso gran parte della sua vita

(un primo periodo negli anni '50 insieme a padre

Aureliano Bertagna, poi, ininterrottamente, dai

primi anni '70 fino al 2007, quando fu trasferito al

Savonarola di Firenze. Gli ultimi anni li ha

trascorsi nel pensionario di Fiesole.

Assistente Regionale dell'Ordine

Francescano Secolare per diversi anni, guardiano

e parroco all'Osservanza, padre Remigio ha

lasciato dietro di sé una solida fama di

appassionato studioso e compositore musicale.

Autore di raccolte di musica popolare

anche nella sua terra di origine fin dagli anni '60,

ha tratto dalle sue ricerche un libro dal titolo

“Ischitella. I canti del popolo”. Anche a Siena ha

lasciato una pubblicazione assai nota agli studiosi

del settore: “Siena. I canti del popolo” edita da

Canta galli.

Insieme ad un altro parrocchiano cultore di

musica sacra, Marcello Merolli, padre Remigio è

stato il fondatore del coro dell'Osservanza che per

molti anni ha accompagnato le solenni liturgie

nella nostra basilica.

Molti parrocchiani lo hanno conosciuto e

amato apprezzandone la cultura, la gentilezza dei

modi, la nitidezza dello sguardo, la chiarezza delle

omelie.

Oggi lo ricordiamo con affetto consapevoli

che padre Remigio è stato parte della storia

francescana dell'Osservanza e anche della nostra

vita di parrocchiani.

Vinicio

QUARTA CENA DEI POPOLI 2013

Il 31 gennaio, per una grazia speciale dello

Spirito Santo, si è rinnovato all’Osservanza il

miracolo della cena dei popoli per il quarto anno

consecutivo. La notte d Natale di quattro anni fa

era accaduto il primo miracolo….al termine della

messa, mentre fuori continuavano gli abbracci e lo

scambio di auguri, ad alcuni di noi si accese la

luce nel cuore. In quella messa padre Fernando ci

aveva parlato di come l’abbraccio rinsalda i

legami del cuore e ti apre alla scoperta dell’altro

quando senti che in quell’abbraccio stai donando

l’amore e l’abbraccio di Gesù per te. “Riscaldati”

da questa luce, da questo annuncio di bene,

desiderammo “fare” qualcosa, cercare altri oltre a

noi con cui condividere la grazia ricevuta.

Pensammo subito, come un lampo, a chi quella

notte era solo, affamato nel corpo e nello spirito, a

chi si sentiva straniero nella nostra

città….iniziammo a cercare, a telefonare per fare

un invito, a chiedere: “Conosci qualcuno che è

solo o migrante che possiamo invitare il 31 qui a

cena in Parrocchia?”. Dopo il primo miracolo

dell’abbraccio da donare ecco il secondo: vedere

arrivare a quella prima cena di quattro anni fa

famiglie provenienti da alcuni paesi del mondo e

parrocchiani che mangiavano alla stessa tavola e

imparavano a conoscersi. Così anche quest’anno

A.A.A. SCRITTORI CERCASI

La vita parrocchiale è fatta di preghiera e

di condivisione. Il giornalino svolge, in piccolo,

proprio questo compito: grazie a questo spazio è

possibile condividere le informazioni, gli impegni

del mese e, soprattutto, la crescita spirituale

personale e comunitaria. Se hai voglia di

condividere con la parrocchia un momento di

fede, un’esperienza, un’attività del gruppo di cui

fai parte, invia il tuo articolo a info-

[email protected] e sarà

pubblicato! Ti aspettiamo!!!

la nostra Parrocchia ha rinnovato l’invito a

partecipare. Originari della Colombia, del Perù,

del Camerun, della Libia, dell’Albania, della

Tunisia, della Francia e naturalmente dell’Italia

hanno partecipato alla cena organizzata dalle

famiglie Osservanza: pasta al ragù, riso alle

verdure, pollo e patate arrosto, antipasti misti,

ciaccino a volontà, lenticchie, sformato di

finocchi, il tutto preparato con il desiderio di far

trascorrere una serata multiculturale e multietnica

all’insegna della pace e della fratellanza.

“Giustizia e pace si baceranno”: da questa frase

presa dai salmi, scritta in tante lingue su foglietti

colorati distribuiti sulla lunga tavolata, padre

Antonio ha tratto la preghiera che ha dato inizio al

banchetto. Durante la serata ho visto veramente la

possibile verità di quella frase con i miei occhi:

mentre la signora Elisabetta ballava per il

variegato pubblico la danza tradizionale

colombiana, mentre i bambini giocavano insieme

alla tombola del mondo, mentre gli adulti

cantavano le canzoni italiane seguendo le parole

video proiettate. Quando condividiamo con

semplicità la festa e il pane con chi non avrebbe

motivi umani per festeggiare attuiamo la giustizia;

se poi rinunciamo anche a ciò che riteniamo

nostro per donarlo, come ad esempio il tempo

“speso” da alcuni per organizzare una cena senza

ricavi, allora attuiamo la giustizia cristiana che

ripaga sempre, lasciandoti la certezza che siamo

tutti fratelli che con un po’ di coraggio e aiuto di

Dio possono vivere nella pace.

Marta Delprato

Una riflessione sul

“ PADRE NOSTRO “

Posso dire PADRE, se vivo

nell'isolamento e non manifesto sentimenti filiali

nella vita di ogni giorno?

Posso dire NOSTRO, se vivo

nell'individualismo e non ho il senso della

fraternità umana e della comunità?

Posso dire che SEI NEI CIELI, se penso

alle cose terrene e non innalzo lo sguardo al

mondo della realtà divina per le quali sono fatto?

Posso dire SIA SANTIFICATO IL TUO

NOME, se non mi occupo della gloria di DIO,

dimenticando che, fatto a sua immagine, sono

destinato a vivere la sua vita divina e a proclamare

la sua santità?

Posso dire VENGA IL TUO REGNO, se

non m'impegno a testimoniare l'amore di DIO che

salva e non gli permetto di regnare nella mia vita?

Posso dire SIA FATTA LA SUA

VOLONTA', se non cerco di scoprire il piano di

DIO a proposito di tutto, in particolare della mia

vita e se non cerco sempre di unirmi alle

intenzioni di DIO?

Posso dire DACCI IL NOSTRO PANE

QUOTIDIANO, se non penso che tutto ciò che

conserva la mia vita mi viene dalla mano di DIO e

non mi occupo del mio fratello che ha fame?

Posso dire RIMETTI A NOI I NOSTRI

DEBITI, se conservo coscientemente un

risentimento verso qualcuno e non coltivo in me la

volontà del perdono?

Posso dire NON CI INDURRE IN

TENTAZIONE, se accetto deliberatamente una

situazione che favorisce il peccato?

Posso dire LIBERACI DAL MALE, se non sono

attento a tutte le forze del male che allontanano i

miei fratelli e se non sono disposto a combattere

con tutte le mie forze?

Posso dire AMEN, se ho recitato il Padre

Nostro senza convinzione e se ho letto queste

parole senza una volontà di conversione?

La festa di San Valentino ricorre

annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e

festeggiata in tutto il mondo. Tale tradizione fu

diffusa dai benedettini, primi custodi della basilica

dedicata al Santo a Terni. Valentino è considerato

patrono degli innamorati e degli epilettici.

Una leggenda narra che la festa del

vescovo e martire Valentino si riallaccia agli

antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani

che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio

Pane, Fauno e Luperco, festeggiamenti che erano

legati alla purificazione dei campi e ai riti di

fecondità. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano

della fecondità anticipandolo al giorno 14 di

febbraio attribuendo al martire ternano la capacità

di proteggere i fidanzati e gli innamorati

indirizzati al matrimonio e ad un’unione allietata

dai figli.

Valentino nacque a Terni verso il 170 d.C.

da una famiglia patrizia convertita al

Cristianesimo. La loro casa era luogo di incontro

dove i cristiani si riunivano per pregare e celebrare

i sacramenti. Giovinetto imparò a pregare e ad

aiutare i poveri; fu ordinato sacerdote per ordine

del Papa Vittore allo scopo di aiutare il Vescovo

che, allora, non risiedeva a Terni.

Nel 199 Valentino fu consacrato Vescovo

di Terni. La sua casa era un punto di riferimento

per incontri di preghiera e il giardino divenne

luogo frequentato dai giovani che si preparavano

al battesimo, che volevano conoscere Gesù, e da

coppie di innamorati che chiedevano benedizione

per il loro amore. I malati domandavano preghiere

per la loro guarigione e, insieme alla salute del

corpo, Valentino donava sopratutto quella dello

spirito.

Predicava l'amore di Dio ed educava ad

amare il prossimo come lui ci ha amato. Insisteva

sulla famiglia, pensata e voluta da Dio come sua

immagine cioè amore.

Si narra che un giorno venne dal Vescovo

una giovane cristina, Serapia, innamorata di un

giovane cavaliere romano pagano, di nome

Sabino. Il Vescovo affermava che un vero

matrimonio poteva esistere se ci fosse stata anche

intesa spirituale, la donazione dell'uno all'altra

doveva essere completa. Serapia e Valentino

pregarono insieme per Sabino per sette giorni.

L'ottavo giorno Serapia parlò a Sabino di

Gesù, della Messa e dei cristiani. Sabino non

capiva. Insieme parteciparono alla preghiera e

alla Messa che si svolgeva a casa di Valentino,

Sabino rimase colpito dal carisma e dalle parole

del vescovo. Finito il rito Serapia, Sabino e

Valentino andarono in giardino, qui Valentino

raccolse una rosa e dal gambo tolse le spine. Si

punse, si bagnò col sangue le dita e offrì il fiore ai

due giovani. Parlò al cuore di Sabino che si

convertì a Cristo.

Per la strada i due sposini si accorsero che

avevano il dorso delle mani bagnate di sangue, era

il sangue del vescovo punto dalle spine della rosa.

Il mistero del sangue di Gesù sparso per l'umanità

si illuminò nell'animo di Sabino: amore e

sacrificio non possono essere separati.

Il loro amore crebbe ogni giorno. Quando

Serapia si ammalò, Sabino chiese a Valentino, al

capezzale della giovane morente, di non essere

separato dall'amata: il vescovo lo battezzò e lo unì

in matrimonio a Serapia. Alla morte di Serapia,

Sabino pieno di fede e di speranza la seguì in

cielo.

Un giorno il giovane Fontejo Triburzio

andò da Valentino supplicando la guarigione per il

fratello che stava per morire. Era uno schiavo che

veniva portato a Roma, insieme alla famiglia, per

essere venduto. Il fratello sarebbe stato

abbandonato di lì a poco perchè dichiarato inutile.

Valentino si recò dall'ammalato, disse alla

famiglia che non era lui a guarire ma Gesù, venuto

su questa terra per liberare dalle malattie e dalla

schiavitù. Parlò loro della bontà di Dio che era

venuto a vivere tra noi. La famiglia accolse il

messaggio evangelico e volle ricevere il battesimo

come adesione a Cristo. Quando Valentino

battezzò il moribondo questi guarì. La famiglia

partì per Roma e Fontejo andò a servizio di un

retore ateniese, Cratone. Questi aveva aperto una

scuola dove insegnava greco e latino ai giovani.

Tre studenti ateniesi, Procolo, Efebo e Apollonio,

avevano fatto amicizia con lo schiavo Fontejo, che

godeva la fiducia dei padroni. Tra loro c'era anche

il figlio di Cratone, Cherimone, e Abondio, figlio

del prefetto di Roma, Furio Placido. Tutti e cinque

erano interessati ai racconti di Fontejo su Gesù.

Cherimone si ammalò di una grave malattia e

nessuno riusciva a guarirlo. Fontejo parlò al

padrone dell'uomo che aveva guarito suo fratello,

senza accennare alla questione religiosa. I tre

amici, Procolo, Efebo e Apollonio andarono a

Terni a cercare quell'uomo ed accompagnarlo a

Roma dal malato.

Valentino accolse i tre

giovani che gli raccontarono dello

schiavo Fontejo e del loro amico

malato. Valentino spiegò che le

guarigioni non erano dovute a lui,

che non era nè medico nè mago,

ma erano legate al nome di Gesù.

A Roma era in atto la persecuzione

dei cristiani ma accettò di partire

con loro e durante il viaggio li

istruì su Gesù e sul vangelo; pian

piano la luce stava entrando dentro

il loro cuore. Durante una sosta,

vicini ad una fonte, i tre giovani

chiesero a Valentino il battesimo.

Arrivati in casa di Cratone i tre amici

confidarono allo schiavo di essere diventati

"fratelli". Cratone condusse Valentino dal figlio

malato. Valentino spiegò a Cratone che la

guarigione del figlio sarebbe stata possiblile solo

se lui avesse creduto nel suo Dio e in Cristo.

Valentino lo educò su Cristo, sul Vangelo, sul

battesimo e sui fondamenti della fede cristiana. Le

parole di Valentino indussero Cratone a credere.

Tutta la famiglia fu istruita e battezzata. Valentino

restò tutta la notte nella camera del malato,

digiunando e pregando finchè al mattino il

ragazzo, guarito fu anch'egli battezzato.

La casa di Cratone divenne una scuola del

Vangelo nonostante la persecuzione, molti si

convertirono. A Roma tutto questo non piacque. Si

accese lo sdegno dei senatori che ordinarono al

prefetto di fare arrestare Valentino. Fu celebrato

un primo processo e il Vescovo fu percosso e

rinchiuso in carcere.

Il prefetto per paura che aumentassero i

discepoli di questa nuova religione, processò una

seconda volta sommariamente Valentino

accusandolo di avere allontanato dagli dèi di

Roma tanti giovani. Condotto sulla Via Flaminia

fu decapitato; era l'anno 273.

Di nascosto lo avevano seguito i giovani

ateniesi e altri giovani convertiti al cristianesimo

nella casa di Cratone. Il corpo era stato sepolto

nello stesso posto del martirio, così

disseppellirono la salma e la portarono a Terni.

Arrivarono su un colle, poco lontano daalla città,

ma i cavalli si rifiutarono di andare avanti: era

volontà del cielo seppellire Valentino in quel

luogo. È il posto dove oggi sorge la Basilica a lui

dedicata.

La chiesa, che ha subito alterne vicende

nella storia, è meta di visite, soprattutto di giovani

innamorati, che depongono davanti

al santo, protettore dell'amore, i loro

sentimenti. La preghiera è per

ottenere il vero amore, libero da

ipocrisie e falsità. San Valentino

aiuta a trasformare i primi

sentimenti di simpatia e attrazione

fisica in moti dell'anima, in virtù,

che partendo dall'accettazione

vicendevole anche dei limiti e

difetti, fa giungere al rispetto e alla

stima. Tutto questo, con San

Valentino, ha il fondamento nella

fede.

Ricordiamoci tutti di

ringraziare Dio per l'Amore che ci

ha fatto incontrare e ci ha messo a fianco;

ringraziamo Cristo, insieme, davanti al Santissimo

Sacramento nel giorno della festa di San Valentino

e rendiamo grazie tutti i momenti delle nostre

giornate.

In comunione con tutta la chiesa e Papa

Francesco, che il 14 febbraio prossimo incontrerà i

fidanzati per celebrare insieme “La gioia del Sì

per sempre”, siamo tutti invitati (tutti, non solo le

coppie!) a partecipare all'adorazione Eucaristica,

che si terrà lo stesso giorno alle 21.30 in cappella.

Sarà occasione per ringraziare Dio per l'amore

donatoci.

A tutti, giovani e meno giovani, auguro

una buona festa di S. Valentino tutto l'anno.

Isabella

DAMMI, SIGNORE, UN’ALA DI RISERVA

Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.

Ho letto da qualche parte che gli uomini sono

angeli con un’ala soltanto: possono volare solo

rimanendo abbracciati.

A volte nei momenti di confidenza, oso pensare,

Signore, che anche Tu abbia un’ala soltanto,

l’altra la tieni nascosta.

Forse per farmi capire che Tu non vuoi volare

senza me.

Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi

compagno di volo.

Insegnami allora a librarmi con te, perché vivere

non è trascinare la vita, non è strapparla, non è

rosicchiarla,

vivere è abbandonarsi come un gabbiano

all’ebbrezza del vento,

vivere è assaporare l’avventura della libertà,

vivere è stendere l’ala, l’unica ala,

con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner

grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te,

Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare

anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non

ho aiutato a distendersi:

non farmi più passare indifferente davanti al

fratello che è rimasto con un’ala,

l’unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete

della miseria e della solitudine

e si è ormai persuaso di non essere più degno di

volare con Te.

Soprattutto per questo fratello sfortunato, dammi,

o Signore, un’ala di riserva.

(Caterina Martini ci ha inviato questa bella

preghiera, preghiamo insieme a lei)

Briciole d'arte.

Cappella terza a destra lungo la navata Sulla parete dietro all'altare è apposto un trittico

esprimente 'La Madonna col Bambino ed i Santi

Girolamo e Bernardino. L' autore è Sano di

Pietro(1405-1481),pittore legato agli stilemi del

primo '400.

Il dipinto è realizzato su un trittico ovvero

una composizione centinata a carpenteria

pieghevole di tre tavole lignee con fondale in

lamina d'oro zecchino, separate da eleganti,

aggraziate colonnine tortili con capitelli che

sorreggono tre archi cuspidati dei quali quello

centrale è più' grande rispetto ai due laterali.

La complessa architettura geometrica dal

fondale impreziosito dall'oro puro presenta in alto

due medaglioni riproducenti l'Annunciazione,

mentre in basso la composizione poggia su una

predella scandita da sette riquadri che esprimono:

S. Chiara ,S. Francesco, S. Pietro la Vergine con

Cristo in pietà, S. Giovanni evangelista, S

.Giacomo e S. Cristoforo.

Dall'esame della parte centrale dell'opera

emerge quanto segue. La tavola a sinistra esprime

S. Girolamo in veste di cardinale e dottore della

Chiesa. Questo Santo infatti ,espresso in veste di

penitente, ad esempio, ne 'La Crocifissione con

Vergine e Santi 'del Riccio, posizionata nella terza

cappella ,visse nel quarto secolo d. C e fu eremita

nel deserto della Siria ,ma anche cardinale e

dottore della Chiesa (come indica anche il libro

nel dipinto di Sano di Pietro ,autore anche de 'Le

prediche di S. Bernardino ,opera questa

conservata nel museo dell'O.P.A.

La tavola destra che compone il trittico in

esame esprime la figura di S. Bernardino da Siena

che ostende la tavoletta con il Nome di Gesù'.

La parte centrale dell'opera pittorica esprime 'La

Madonna in trono col Bambino. Il trono su cui

siede la Vergine è ornato da un prezioso drappo

rosso che riprende il colore dell'abito della Madre

di Dio ed è segno di regalità'. Mentre l'azzurro del

manto di Maria allude al titolo di Regina del

Cielo.

La raffigurazione della Madonna è'

caratterizzata dai lineamenti raffinatissimi e

dall'espressione umile e dolcissima ad un tempo

della Madre nell'atto di ostendere il Figlio

bambino abbracciandogli i piedini con la mano

come a volerlo sostenere e scaldare ad un tempo.

Il Bambinello, dai tratti delicatissimi esaltati dal

sapiente uso della cromia, rivolge lo sguardo

compiaciuto verso il San Girolamo scrivente come

a voler esternare l'approvazione verso , l'unione

nella Fede della Compagnia di S .Girolamo del

Santa Maria della Scala con la predicazione di S.

Bernardino rappresentato con il Monogramma ed

il volto emaciato ad esprimere la vocazione al

sacrificio.

Il Gesù' bambino del dipinto tiene nella

manina destra un cardellino che per il piumaggio

rosso del petto si raffigura come segno della

Passione e Crocifissione. Molto accurata e 'la

raffigurazione della vestina indossata dal

Bambinello, una vestina a mezze maniche ,di

solito rossa ,che nei dipinti sacri vuole alludere

all' età di Gesù' che non è più' un lattante

,altrimenti rappresentato in posizione sdraiata e

stretto nelle fasce oppure coperto soltanto da un

drappo rosso, ma tuttavia non cammina ancora

,come starebbero ad indicare i piedini nudi ,anche

se sa già stare seduto. In questo caso dunque si

tratterebbe di un infante di alcuni mesi intorno ad

un anno di età.

Rosalda

“Fecondazione artificiale, aborto

come diritto, ideologia del gender:

verso un futuro senza famiglia?”

Uno sguardo preoccupato

sull’uomo di oggi.

Scrittori e registi, a partire dalla seconda

metà del secolo scorso, hanno utilizzato

abbondantemente la tecnica della rappresentazione

di un futuro cupo e catastrofico per trasmettere

implicitamente il loro richiamo all’umanità verso

quello a cui potrebbe andare incontro se dovesse,

a seconda dei casi, perdere il controllo della

tecnologia, il rispetto della natura o quello della

dignità umana. Il filone “distopico” della

letteratura ha dato così vita a capolavori come

“1984” di George Orwell, “Il padrone del mondo”

di R.H. Benson (che tra l’altro prefigura un futuro

in cui la religione cattolica viene perseguitata in

tutto il mondo) o come “Arancia Meccanica” di

Anthony Burgess; mentre la cinematografia ha

realizzato opere come “Metropolis” di Fritz Lang,

“Matrix” dei fratelli Wachowsky e “Brazil” di

Terry Gillian, tanto per citarne alcune.

E’ spesso interessante, per chi osserva la

società, vedere quali di questi scenari, ancorché

ritenuti improbabili, in effetti sembra che si

vadano ad avverare, trasformando un’opera di

fantasia spesso spaventosa e perversa, in una

agghiacciante e sconcertante profezia.

Da qui nasce la mia idea di portare alla

riflessione comune la situazione dell’uomo di oggi

e, probabilmente, di domani, alla luce di 3 opere

distopiche molto diverse tra loro ma accumunate

dalla triste caratteristica di essere non più il frutto

di una fervida immaginazione ritenuta assurda e

irrealizzabile all’epoca della pubblicazione e forse

ancora tali fino a pochi anni fa, quanto piuttosto la

cronaca fin troppo dettagliata e cruda di un

qualcosa che sta già avvenendo o sta per arrivare

se non ci si ferma in tempo.

Aldous Huxley ne “Il mondo nuovo”

immaginava nel 1932 un mondo dominato dalla

tecnologia e scientificamente gaio e spensierato.

Nel 1974 Philip K. Dick (l’ispiratore dei distopici

“Blade Runner” e “Minority Report”) coniava in

un racconto la definizione di “pre-persone”. Nel

1997 il regista Andrew Niccol nel suo film

“Gattaca – La porta dell’universo” ci raccontava

una società dominata dal determinismo genetico.

Fantasie assurde? Tragiche profezie? E

cosa c’entra in questo l’ideologia del gender? E,

infine, cosa hanno a che fare tutte queste cose con

la famiglia, quella che l’umanità conosce da

sempre?

Domenica 9 febbraio alle 15.30 nel teatro

parrocchiale parleremo di tutto questo per potere

insieme avviare una riflessione che ci aiuti a

comprendere come l’umanità sia ormai vicina ad

un bivio decisivo.

Paolo Delprato

ORDINE FRANCESCANO

SECOLARE - OFS

La Fraternita’

Nella storia del Cristianesimo, la figura di

San Francesco d’Assisi si distingue per

l’accoglienza e il dialogo, in tempi di sospetto, di

intolleranza e di repressione; il suo linguaggio e il

suo pensiero sottolineano il desiderio di essere con

gli altri e per gli altri. Non è con l’imporre schemi

di pensiero che si avvicina l’altro, ma col mostrare

uno spirito di fraternità e l’unica strada consigliata

da Francesco è quella dell’accoglienza

incondizionata dell’altro, nemico o “brigante” che

sia…

Non si tratta di abdicare alla propria

identità ma di evitare polemiche e discussioni

inutili per una testimonianza silenziosa e

rispettosa e comportarsi come fratelli e non come

maestri, in modo da poter esprimere la propria

identità e le proprie convinzioni senza dominare e

respingere l’altro.

Francesco si apre all’altro, lo rispetta, lo

promuove esistenzialmente, per questo motivo

può indicare il cammino verso una cultura dalle

porte aperte, ecumenica e dialogica, che

superando i sospetti e la diffidenza, sia capace di

offrire le condizioni per un dialogo basato sul

rispetto, sull’accoglienza e sulla speranza, anche

di colui che la pensa diversamente.

Francesco vive intensamente e

profondamente l’esperienza della Paternità di Dio,

perciò ogni uomo è fratello perché Dio è Padre di

tutti e immagine di Dio che lo ha creato.

In una società competitiva e aggressiva come la

nostra il modello di vita francescano non è altro

che il modello evangelico ripreso e incarnato in

risposta ai bisogni di una società, quindi un

modello di vita evangelica che nutre e esplica un

amore universale, fatto di rispetto, delicatezza,

dialogo: dialogo che abbraccia tutti, poveri e

ricchi, deboli e potenti, uomini e animali…..il

cosmo intero.

Dio, creando gli uomini, ha voluto creare

esseri indipendenti, ma contemporaneamente uniti

tra di loro, infatti ”ha voluto che gli uomini

fossero una sola famiglia e si trattassero tra loro

con animo di fratelli”. Per questo Gesù ha insistito

particolarmente sulla fraternità, ed ha voluto che

l’amore fosse il segno distintivo dei suoi

Discepoli: “da questo conosceranno tutti che siete

miei discepoli, se avrete amore gli uni verso gli

altri”.

Quindi la fraternità è una esigenza

fondamentale del cristianesimo.

I pilastri portanti della Fraternità Francescana

sono l’Amore e il Servizio.

La Fraternità è fatta di spontaneità e di attenzione

reciproca, di iniziativa personale e di

collaborazione con gli altri, di rispetto e di amore

reciproco, è comunione e condivisione; è ricevere

e donare in un continuo scambio vitale che

arricchisce.

Spesso S. Francesco chiama la sua

Fraternità “Famiglia”, infatti essa offre la

possibilità di confrontare esperienze, discutere

come in famiglia le varie problematiche, esamina

atteggiamenti e giudizi alla luce del Vangelo con

l’aiuto e l’esperienza degli altri preoccupati degli

stessi problemi e di realizzarli secondo il piano di

Dio……………..

Anche Papa Francesco, nel suo messaggio

per la giornata mondiale della Pace invita alla

Fraternità come dimensione essenziale dell’uomo.

“Nel cuore di ogni uomo c’è il desiderio di una

vita piena, alla quale appartiene un anelito

insopprimibile alla fraternità, che porta verso la

comunione con gli altri, nei quali troviamo non

nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed

abbracciare.” (Papa Francesco)

La fraternità è fondamento e via per la

pace nel mondo, è solidarietà cristiana e

presuppone che il prossimo sia amato non solo

come “un essere umano con i suoi diritti ed

uguaglianza davanti a tutti, ma come viva

immagine di Dio Padre, riscattata dal sangue di

Gesù Cristo e posta sotto l’azione permanente

dello Spirito Santo”.

Considerarsi fratelli porta alla pace sociale

perché crea equilibrio fra libertà e giustizia, fra

responsabilità personale e solidarietà, fra bene dei

singoli e bene comune.Questa Fraternità ha

bisogno di essere riscoperta, amata, sperimentata,

annunciata e testimoniata, ma è solo l’amore di

Dio che ci consente di accoglierla e viverla

pienamente, e il “servizio e la disponibilità” ad

accogliere l’altro come fratello sono l’anima di

quella Fraternità che edifica la Pace.

L’Ordine Francescano Secolare, OFS si incontra in

Fraternità il 1°e il 3° sabato

di ogni mese alle 0re 16,00

Ministra Viola

L’ARITMETICA DEL CRISTIANO

Parafrasando s Paolo 1 Cor 13 La carità non timbra il cartellino per il datore di lavoro perché non ha orario la carità La carità è la virtù dalle tasche bucate perché dà tutto la carità.. La carità ha sempre il portafoglio vuoto perché si spende per tutti la carità.. La carità non si vergogna di essere giumento di Cristo perché porta Cristo la carità La carità si mette il grembiule perché è cameriera alle dipendenze di Dio la carità.. E il perdono ? Il perdono ha i colori dell’arcobaleno: il verde della Speranza, il giallo della Pace, il rosso dell’Amore, il violetto dell’Umiltà, l’azzurro del Regno dei cieli. La carità ed il perdono non conoscono la matematica perché vivono solo moltiplicandosi

Facciamoci due risate!!!

Pierino sale su un albero e non vuole più scendere,

arriva la mamma arrabbiata...ma lui non scende,

allora la mamma chiama prima i pompieri e poi i

carabinieri, ma non riescono a farlo scendere.

Infine arriva il prete per dagli la benedizione e fa

il segno della croce.....

Pierino allora scende subito dall'albero!!!

Ovviamente tutti chiedono spiegazioni a Pierino e

lui risponde: perché il prete mi ha detto o scendi

giù o taglio l'albero.

Emma Benocci, 10 anni

Il capitano ordina: - Gettate l'ancora!

E il mozzo: - Ma comandante, è ancora nuova!

A bordo di una nave si è aperta una falla. Il

capitano arriva quando ormai è troppo tardi e la

nave sta affondando.

Grida al mozzo:- Mozzo! Quando hai visto che

entrava l'acqua dovevi chiamarmi, babbeo!

Il mozzo, prontissimo: - Ma io sono educato, non

la chiamerei mai babbeo, capitano!

Marcello Bassini, 10 anni

Il bambino arriva a casa e dice alla mamma:

Mamma a scuola mi dicono che sono distratto!

La signora lo guarda e dice:

Oh bellino, tanto per cominciare non sono la tua

mamma e poi tu abiti alla casa difronte!

Padre Guglielmo

Calendario Febbraio 2014

Sabato 1 Alle ore 15.00 Corso di chitarra, coro, pianoforte, disegno e pittura

Alle ore 16.00 Ordine Francescano Secolare

Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts

Domenica 2 Alle ore 17.00 LECTIO DIVINA

Lunedì 3 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Strada del Paradiso (piazzetta in fondo)

Mercoledì 5 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO

Sabato 8 Alle ore 15.00 Catechismo e Catechesi per i genitori (gruppo Marta)

Alle ore 16.45 Formazione con la psicologa Giulia Scali,

Tema: “ Relazione con i piccoli ed i giovani delle varie fasce di età “

Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts

Domenica 9 Alle ore 11.00 Messa animata per i bambini

Alle ore 15.30 L’ OFS organizza una Conferenza sul tema

“ Verso un futuro senza famiglia?“ Relatore: Paolo Delprato,

Presidente dell’ Associazione Scienza & Vita di Siena ( nel teatrino )

Lunedì 10 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Via Fonte Benedetta (prima piazzetta)

Alle ore 21.00 Consiglio Parrocchiale

Mercoledì 12 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO

Venerdì 14 Alle 21.30 Adorazione al Santissimo (in cappella)

Sabato 15 Alle ore 15.00 Corso di chitarra, coro, pianoforte, disegno e pittura

Alle ore 16.00 Ordine Francescano Secolare

Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts

Domenica 16 “ Insieme pranzo e tombola” al circolo ANSPI

Si prega di prenotarsi con Anna 3402400469 e con Caterina 3383847094

Lunedì 17 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Via Orlandi (giardinetti vicino hotel)

Mercoledì 19 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO

Sabato 22 Alle ore 15.00 Catechismo e Catechesi per i genitori (gruppo Maria)

Alle ore 16.30 Riunione gruppi Scouts

Domenica 23 Alle ore 11.00 Messa animata per i bambini

Alle ore 12.00 Messa con i latino-americani

Lunedì 24 Alle ore 11.00 Santo Rosario in Via Grondaie (dietro la coop)

Mercoledì 26 Alle ore 21.15 Riunione gruppo GGO

Confessioni:15 minuti prima e durante le messe e tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 17.30

Ogni giovedì e su richiesta dalle ore 10.00 i frati portano l’Eucarestia agli ammalati

Si ricorda che il sabato alle ore 08.30 si celebra la messa del giorno, alle ore 18.00 messa vespertina.

LA PARROCCHIA ORGANIZZA UN VIAGGIO A ROMA

PER L’UDIENZA CON IL PAPA MERCOLEDÌ 7 MAGGIO.

Anagrafe 2013 ……………………………dal registro parrocchiale

Il giorno 19 ottobre 2013 sono stati battezzati Vittoria Cateni e Huanyu Francesco Rocchini.

Il giorno 27 ottobre 2013 è stato battezzato Santiago Maranghi.

Il giorno 17 novembre 2013 è stata battezzata Nina Bartali.

Il giorno 1 dicembre 2013 è stato battezzato Pietro Muzzi.

Il giorno 14 dicembre 2013 è stata battezzata Giada Becatti.

Il giorno 5 ottobre 2013 ci ha lasciato Ezia Santi.

Il giorno 8 ottobre 2013 ci ha lasciato Leda Bartolozzi.

Il giorno 9 ottobre 2013 ci ha lasciato Lilia Ciotti.

Il giorno 19 ottobre 2013 ci ha lasciato Giuseppa Vanni.

Il giorno 22 ottobre 2013 ci ha lasciato Nemo Machetti.

Il giorno 2 novembre 2013 ci ha lasciato Aerina Paoletti.

Il giorno 16 novembre 2013 ci ha lasciato Manuela Vigni.

Il giorno 20 novembre 2013 ci hanno lasciato Barbara Giomarelli e Samuel Elias Asefa.

Il giorno 28 novembre ci ha lasciato Mario Medaglini.

Il giorno 22 dicembre ci ha lasciato Francesco Parini.